Lughende 2010

32
Collana di fotografia

description

lughende 2010 collana edizioni Sotes

Transcript of Lughende 2010

Collana di fotografia

fotografie di Salvatore Ligios, Gianni Petta Fausto Ligios, Roberto Oliveri Annalisa Manca, Sandra Poddighe

SOTER EDITRICE _ 8 / 2010

ISBN 978-88915-??-?© 2010, Soter editrice, Italia© foto, dei rispettivi autori

www.soter-editrice.it

Impaginazione da un progetto di SOGOSControllo stampa, Roberto SattaStampato in Sardegna

LUGHENDEfotografia 2010

LUGHENDEfotografia 2010

a cura di Associazione Culturale f/64 Progetto Fotografia

26 GIUGNO - 01 AGOSTO 2010SANTA TERESA GALLURA (OT)

a cura diAssociazione Culturale f/64Progetto Fotografia

Con il contributo di

Con la collaborazione di

Assessorato alla CulturaComune Santa Teresa Gallura

fotografie di Salvatore Ligios, Gianni Petta Fausto Ligios, Roberto Oliveri Annalisa Manca, Sandra Poddighe

SOTER EDITRICE _ 8 / 2010

ISBN 978-88915-??-?© 2010, Soter editrice, Italia© foto, dei rispettivi autori

www.soter-editrice.it

Impaginazione da un progetto di SOGOSControllo stampa, Roberto SattaStampato in Sardegna

LUGHENDEfotografia 2010

LUGHENDEfotografia 2010

a cura di Associazione Culturale f/64 Progetto Fotografia

26 GIUGNO - 01 AGOSTO 2010SANTA TERESA GALLURA (OT)

a cura diAssociazione Culturale f/64Progetto Fotografia

Con il contributo di

Con la collaborazione di

Assessorato alla CulturaComune Santa Teresa Gallura

4 - 5

f/64 Progetto Fotografia Sardegna è un laboratorio di ideeche ruota attorno a una passione: la fotografia. Nata nel2006 da un gruppo di fotografi residenti a Santa TeresaGallura, è divenuta nel tempo un punto d’incontro, unfocolaio creativo stimolato da una spinta incessanteall’incontro libero delle forze e allo scambio. Un luogo disperimentazione e di intreccio di culture dove realtàdiverse si fondono per sviluppare prodotti fotografici.f/64 è sostanzialmente un progetto che si pone comeobiettivo quello di investigare il quotidiano che cicirconda, l’uomo, il suo ambiente, utilizzando il mezzofotografico come fenomeno comunicativo.I fotografi di f/64 si relazionano con il mondo attraverso illoro sguardo, condividendo esperienze comuni di caratteretecnico e soprattutto umano. Il rapporto è finalizzato allacreazione di progetti fotografici (mostre, pubblicazioni,eventi), ovvero raccontare attraverso l’immagine esperienzesingole e colletive.

La filosofia che pongono nel loro lavoro è in primis larivalutazione delle piccole cose che appartengono allaquotidianità. Il prodotto finale è quello “sguardodocumentario” proprio della fotografia sociale e tipicodella “fotografia diretta”.Concentrare il proprio operato sugli stimoli fornitidall’attualità e dai risvolti sociali, senza tralasciare letradizioni della Sardegna. Rilanciare la fotografiacontemporanea sul principio dell’indipendenza ideologicadel fotografo. Una pura fotografia diretta, essenziale,qualitativa. Usare il medium (la macchina fotografica)come strumento che aiuta ad avvicinarsi il più possibilealla realtà, e non come frontiera tecnologica che permettesempre più di allontanarsene. f/64 vuole essere una galleria fotografica per artisti cheusano la fotografia come linguaggio comunicativo.

Chi siamodi www.f64sardegna.org

Il progetto “LUGHENDE fotografia” nasce nel 2007 comeevento-contenitore di mostre fotografiche. Un incontro trala fotografia e il suo pubblico, un’occasione di scambioreciproco tra chi “scrive con la luce” e chi gioisce nelfruire di tali progetti. Una manifestazione nata conl’intento di diventare una vetrina per i giovani fotografisardi e punto di ritrovo e appuntamento per fotografi dispessore nazionale e internazionale. Una manifestazionedove si possa parlare di fotografia, dei suoi sviluppi, dellesue potenzialità. Dove si possa sfruttare la forzadell’immagine per raccontare storie, eventi, situazioni.Per l’edizione 2010 il tema filo conduttore che ha unitoquattro diversi progetti fotografici è stato “Riflessionid’identità e tradizione” ovvero cosa è rimasto, quali sono imomenti dove questa identità sarda è più visibile epalpabile. Identità e tradizione esistono ancora inSardegna? Dove e come si manifestano? Quando sconfinanel puro folklore?

L’identità di cui si è cercato di ragionare non è una realtàastratta, metastorica, immobile, bensì concreta edinamica: non naviga cioè nei cieli della metafisica macammina nella materialità corposa delle vicende e deiprocessi reali in cui si contamina, si trasforma e sicostruisce-ricostruisce.

Riflessioni d’identità e tradizione

4 - 5

f/64 Progetto Fotografia Sardegna è un laboratorio di ideeche ruota attorno a una passione: la fotografia. Nata nel2006 da un gruppo di fotografi residenti a Santa TeresaGallura, è divenuta nel tempo un punto d’incontro, unfocolaio creativo stimolato da una spinta incessanteall’incontro libero delle forze e allo scambio. Un luogo disperimentazione e di intreccio di culture dove realtàdiverse si fondono per sviluppare prodotti fotografici.f/64 è sostanzialmente un progetto che si pone comeobiettivo quello di investigare il quotidiano che cicirconda, l’uomo, il suo ambiente, utilizzando il mezzofotografico come fenomeno comunicativo.I fotografi di f/64 si relazionano con il mondo attraverso illoro sguardo, condividendo esperienze comuni di caratteretecnico e soprattutto umano. Il rapporto è finalizzato allacreazione di progetti fotografici (mostre, pubblicazioni,eventi), ovvero raccontare attraverso l’immagine esperienzesingole e colletive.

La filosofia che pongono nel loro lavoro è in primis larivalutazione delle piccole cose che appartengono allaquotidianità. Il prodotto finale è quello “sguardodocumentario” proprio della fotografia sociale e tipicodella “fotografia diretta”.Concentrare il proprio operato sugli stimoli fornitidall’attualità e dai risvolti sociali, senza tralasciare letradizioni della Sardegna. Rilanciare la fotografiacontemporanea sul principio dell’indipendenza ideologicadel fotografo. Una pura fotografia diretta, essenziale,qualitativa. Usare il medium (la macchina fotografica)come strumento che aiuta ad avvicinarsi il più possibilealla realtà, e non come frontiera tecnologica che permettesempre più di allontanarsene. f/64 vuole essere una galleria fotografica per artisti cheusano la fotografia come linguaggio comunicativo.

Chi siamodi www.f64sardegna.org

Il progetto “LUGHENDE fotografia” nasce nel 2007 comeevento-contenitore di mostre fotografiche. Un incontro trala fotografia e il suo pubblico, un’occasione di scambioreciproco tra chi “scrive con la luce” e chi gioisce nelfruire di tali progetti. Una manifestazione nata conl’intento di diventare una vetrina per i giovani fotografisardi e punto di ritrovo e appuntamento per fotografi dispessore nazionale e internazionale. Una manifestazionedove si possa parlare di fotografia, dei suoi sviluppi, dellesue potenzialità. Dove si possa sfruttare la forzadell’immagine per raccontare storie, eventi, situazioni.Per l’edizione 2010 il tema filo conduttore che ha unitoquattro diversi progetti fotografici è stato “Riflessionid’identità e tradizione” ovvero cosa è rimasto, quali sono imomenti dove questa identità sarda è più visibile epalpabile. Identità e tradizione esistono ancora inSardegna? Dove e come si manifestano? Quando sconfinanel puro folklore?

L’identità di cui si è cercato di ragionare non è una realtàastratta, metastorica, immobile, bensì concreta edinamica: non naviga cioè nei cieli della metafisica macammina nella materialità corposa delle vicende e deiprocessi reali in cui si contamina, si trasforma e sicostruisce-ricostruisce.

Riflessioni d’identità e tradizione

6 - 7

Salvatore Ligios

GHERRADORES

Da sempre interessato al tema dell’identità,Salvatore Ligios prosegue la sua indagine sul territo-rio isolano alla ricerca di nuovi volti, nuove declina-zioni dell’essere, in bilico tra tradizione e modernità. Con la serie Gherradores va a scovare giovani calcia-tori orientandosi volontariamente non su campioni inerba di note squadre cittadine ma verso giocatori disquadre di piccoli centri.20 foto, 20 campi da calcio, 20 ritratti che simbo-leggiano altrettanti paesi della Sardegna. Un itinerario che si tiene volutamente lontano daigrandi centri e che diventa un percorso affettivamen-te e culturalmente ricercato e preciso.La domanda cardine è: cosa distingue questi ragazzidai coetanei che nutrono la stessa passione calcisticama la vivono in altre città del mondo, in altri piccolipaesi sperduti negli angoli più remoti del pianeta? Dietro l’armatura da giocatore, sotto il peso dellemarche degli sponsor, cosa resta?Lo sguardo fotografico è una riflessione fatta sottovoce,percorrendo volutamente strade secondarie ma chetraccia un percorso importante per il dibattito, sempreaperto, sul tema dell’identità, sarda e non solo.

6 - 7

Salvatore Ligios

GHERRADORES

Da sempre interessato al tema dell’identità,Salvatore Ligios prosegue la sua indagine sul territo-rio isolano alla ricerca di nuovi volti, nuove declina-zioni dell’essere, in bilico tra tradizione e modernità. Con la serie Gherradores va a scovare giovani calcia-tori orientandosi volontariamente non su campioni inerba di note squadre cittadine ma verso giocatori disquadre di piccoli centri.20 foto, 20 campi da calcio, 20 ritratti che simbo-leggiano altrettanti paesi della Sardegna. Un itinerario che si tiene volutamente lontano daigrandi centri e che diventa un percorso affettivamen-te e culturalmente ricercato e preciso.La domanda cardine è: cosa distingue questi ragazzidai coetanei che nutrono la stessa passione calcisticama la vivono in altre città del mondo, in altri piccolipaesi sperduti negli angoli più remoti del pianeta? Dietro l’armatura da giocatore, sotto il peso dellemarche degli sponsor, cosa resta?Lo sguardo fotografico è una riflessione fatta sottovoce,percorrendo volutamente strade secondarie ma chetraccia un percorso importante per il dibattito, sempreaperto, sul tema dell’identità, sarda e non solo.

8 - 9

8 - 9

10 - 11

10 - 11

12 - 13

Gianni Petta

L'AGLIOLA DI CARESI. IDENTITÀ CONTADINA

Quanta fatica per ottenere un pezzo di pane! Da cin-que anni seguo, passo passo, gli sforzi compiuti daicomponenti del comitato “L’Agliola di Caresi” cherievocano due riti dell’antico mondo contadino: lamietitura (la missera) e la trebbiatura (l’agliola).Questo progetto cerca di raccontare per immagini ivalori che hanno segnato le vite di coloro che abitava-no negli stazzi, quelle dei parenti (i miei zii Pietro eTomasino erano panettieri) e contraddistinto dunqueanche la storia personale oltre a quella del territoriogallurese. Gli scatti fotografici qui pubblicati sono unaselezione di quelli effettuati nelle diverse edizioni.Ogni volta ho trovato qualcosa di nuovo da immortala-re. Eppure, ma solo apparentemente, i gesti che sicompiono sono sempre uguali. Come tanti anni fa,infatti, i protagonisti di questa rievocazione vivono efanno rivivere l’atmosfera che caratterizzava uno deimomenti più importanti del lavoro e della vita dei con-tadini. Il reportage è un doveroso omaggio sia a colo-ro che hanno contribuito a costruire la forte identitàdella nostra gente sia ai componenti del comitato che,con impegno, dedicano parte del loro tempo liberoall’antico mestiere affinché l’identità contadina non siperda nelle pieghe del tempo. Atmosfere lontane,attraverso le quali si recupera un significativo rappor-to con la nostra storia recente.

12 - 13

Gianni Petta

L'AGLIOLA DI CARESI. IDENTITÀ CONTADINA

Quanta fatica per ottenere un pezzo di pane! Da cin-que anni seguo, passo passo, gli sforzi compiuti daicomponenti del comitato “L’Agliola di Caresi” cherievocano due riti dell’antico mondo contadino: lamietitura (la missera) e la trebbiatura (l’agliola).Questo progetto cerca di raccontare per immagini ivalori che hanno segnato le vite di coloro che abitava-no negli stazzi, quelle dei parenti (i miei zii Pietro eTomasino erano panettieri) e contraddistinto dunqueanche la storia personale oltre a quella del territoriogallurese. Gli scatti fotografici qui pubblicati sono unaselezione di quelli effettuati nelle diverse edizioni.Ogni volta ho trovato qualcosa di nuovo da immortala-re. Eppure, ma solo apparentemente, i gesti che sicompiono sono sempre uguali. Come tanti anni fa,infatti, i protagonisti di questa rievocazione vivono efanno rivivere l’atmosfera che caratterizzava uno deimomenti più importanti del lavoro e della vita dei con-tadini. Il reportage è un doveroso omaggio sia a colo-ro che hanno contribuito a costruire la forte identitàdella nostra gente sia ai componenti del comitato che,con impegno, dedicano parte del loro tempo liberoall’antico mestiere affinché l’identità contadina non siperda nelle pieghe del tempo. Atmosfere lontane,attraverso le quali si recupera un significativo rappor-to con la nostra storia recente.

14 - 15

14 - 15

16 - 17

16 - 17

18 - 19

Fausto Ligios

CARRASECARE

Gioiosi ed esultanti perché, così trasformati in ani-mali, non sembrano più uomini. La maschera di legno d’ontano o di semplice fuliggi-ne nera di sughero bruciato, elimina l’identità. La maschera è l’esperienza di una metamorfosi peruna rappresentazione senza attori. Mascherarsi è undestino ben accetto, nessuna imposizione, nessunaobbligazione ma, al contrario, orgoglio e tradizione.La partecipazione al rito è sacra. Guai a non avere ilrispetto. Mascherarsi non è un ritorno al passato maè, di contro, un vivere il proprio tempo con elementiancestrali. Riproporre, di volta in volta, il camminodella vita: colpa-sacrificio-espiazione, trilogia sem-pre attuale che non troverà mai pace. L’individuo avrà sempre momenti di crisi profondaperché, nel gioco dell’esistenza, il giusto equilibrio èsempre in pericolo. Come ristabilirlo? Quale la rettavia? Esorcizzando il negativo. C’è bisogno di un rito propiziatorio per colmare lalacuna all’interno di un orizzonte curvato. Arriva lachiamata, la maschera come tramite per cancellare laprecarietà degli eventi. Ed ecco orge visionarie, inva-sati di Dionisio, folli posseduti da funi e balli per tra-smutare da uno stato umano a quello divino. Un deli-rio per morire e rinascere ogni anno, come la natura.

18 - 19

Fausto Ligios

CARRASECARE

Gioiosi ed esultanti perché, così trasformati in ani-mali, non sembrano più uomini. La maschera di legno d’ontano o di semplice fuliggi-ne nera di sughero bruciato, elimina l’identità. La maschera è l’esperienza di una metamorfosi peruna rappresentazione senza attori. Mascherarsi è undestino ben accetto, nessuna imposizione, nessunaobbligazione ma, al contrario, orgoglio e tradizione.La partecipazione al rito è sacra. Guai a non avere ilrispetto. Mascherarsi non è un ritorno al passato maè, di contro, un vivere il proprio tempo con elementiancestrali. Riproporre, di volta in volta, il camminodella vita: colpa-sacrificio-espiazione, trilogia sem-pre attuale che non troverà mai pace. L’individuo avrà sempre momenti di crisi profondaperché, nel gioco dell’esistenza, il giusto equilibrio èsempre in pericolo. Come ristabilirlo? Quale la rettavia? Esorcizzando il negativo. C’è bisogno di un rito propiziatorio per colmare lalacuna all’interno di un orizzonte curvato. Arriva lachiamata, la maschera come tramite per cancellare laprecarietà degli eventi. Ed ecco orge visionarie, inva-sati di Dionisio, folli posseduti da funi e balli per tra-smutare da uno stato umano a quello divino. Un deli-rio per morire e rinascere ogni anno, come la natura.

20 - 21

20 - 21

22 - 23

22 - 23

24 - 25

Roberto Oliveri

SACRO PAGANESIMO

Un reportage fotografico sull’antica maschera delCarnevale di Lula, “Su Battileddu”, scomparsa edimenticata fin dal secondo dopoguerra, recente-mente riscoperta e rappresentata dagli stessi abitan-ti del paese attraverso una ricerca condotta sia sufonti scritte sia sulla tradizione orale.È stato il lulese Antonio Marras, attore, regista e auto-re teatrale, a dirigere la ricerca sul campo basandosisugli scritti della studiosa di tradizioni popolariDolores Turchi. La ricerca, che si è avvalsa delle testi-monianze dei pochi anziani di Lula che ancora ricor-dano l’antico carnevale del paese, ha confermatocome la maschera sia da annoverare fra i riti di tipodionisiaco, diffusi peraltro in tutta la Barbagia. Su Battileddu è il protagonista che indossa unapelle di animale e porta sulla testa corna di bue omontone insieme a “sa ’entre ’ortata”, lo stomaco dicaprone rivoltato. Ha il volto nero di fuliggine emacchiato di rosso a simboleggiare il sangue. Essoviene legato e punto dagli altri partecipanti fino acadere morto per essere poi rianimato da un bic-chiere di vino. Secondo l’interpretazione dellaTurchi si tratta della rappresentazione della morte edella rinascita di Dioniso, e quindi di un rito propi-ziatorio per la fertilità dei campi.

24 - 25

Roberto Oliveri

SACRO PAGANESIMO

Un reportage fotografico sull’antica maschera delCarnevale di Lula, “Su Battileddu”, scomparsa edimenticata fin dal secondo dopoguerra, recente-mente riscoperta e rappresentata dagli stessi abitan-ti del paese attraverso una ricerca condotta sia sufonti scritte sia sulla tradizione orale.È stato il lulese Antonio Marras, attore, regista e auto-re teatrale, a dirigere la ricerca sul campo basandosisugli scritti della studiosa di tradizioni popolariDolores Turchi. La ricerca, che si è avvalsa delle testi-monianze dei pochi anziani di Lula che ancora ricor-dano l’antico carnevale del paese, ha confermatocome la maschera sia da annoverare fra i riti di tipodionisiaco, diffusi peraltro in tutta la Barbagia. Su Battileddu è il protagonista che indossa unapelle di animale e porta sulla testa corna di bue omontone insieme a “sa ’entre ’ortata”, lo stomaco dicaprone rivoltato. Ha il volto nero di fuliggine emacchiato di rosso a simboleggiare il sangue. Essoviene legato e punto dagli altri partecipanti fino acadere morto per essere poi rianimato da un bic-chiere di vino. Secondo l’interpretazione dellaTurchi si tratta della rappresentazione della morte edella rinascita di Dioniso, e quindi di un rito propi-ziatorio per la fertilità dei campi.

26 - 27

Annalisa Manca

26 - 27

Annalisa Manca

28 - 29

Sandra Poddighe

28 - 29

Sandra Poddighe

30 - 31

ROBERTO OLIVERI

Nato a Milano nel 1974. Vive in Gallura da circa 15 anni,si occupa di medicine naturali (diplomato naturopata aBologna e laureato erborista presso l’Università degli studidi Sassari). Ha studiato fotografia all’Istituto d’Arte ecoltiva questo hobby a livello amatoriale, con unapredilezione particolare per la fotografia naturalistica ed ilfotoreportage.

FAUSTO LIGIOS

Nasce a Sassari nel 1973. Nel 1999 si laurea in ScienzePolitiche con una tesi sul movimento punk. Giornalistaprofessionista e fotografo dal 2004 vive e lavora a SantaTeresa Gallura. Nel 2006 fonda f/64 Progetto FotografiaSardegna. Collabora da anni con diverse testate isolanecome libero professionista.

SALVATORE LIGIOS

Nasce in Sardegna (Villanova Monteleone) nel 1949 doverisiede. Dal 2000 al 2008 è stato direttore artistico di SuPalatu ’e sas Iscolas di Villanova Monteleone (Sassari),centro espositivo dell’isola specializzato nella fotografia. Hapubblicato oltre quaranta libri fotografici. Dal 2008insegna Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Sassari.

GIANNI PETTA

Nasce in Sardegna nel 1972. Vive a Porto Pozzo, frazione delcomune di Santa Teresa Gallura. È iscritto all’AssociazioneNazionale Fotografi TAU Visual. È socio dell’Associazionefotografia f/64 Sardegna. Si occupa di grafica, fotografia eaudiovisivi. Predilige la tecnica del bianco e nero. Il suolavoro fotografico inizia ne 2003. Considera la fotografia unlinguaggio d’espressione, un’occasione di riflessione globale.

ANNALISA MANCA

Sassarese (1975), laureata in Economia e commercio,insegnante di sostegno precaria da 10 anni, si avvicina allafotografia nel 2007 frequentando il corso di Marco Sanna(Associazione “Mastros de Lughe”), workshop con BrunoManunza e Gigi Olivari. Con un progetto fotografico chiamato“Meravigliosa creatura” ha partecipato, in collaborazione conil Movimeto Omossessuale Sardo, alle cinque giornatelesbiche di Roma nel giugno 2010.

SANDRA PODDIGHE

Sassarese (1964), dipendente pubblico già da adolescente,grazie ad un cugino fotografo professionista, si avvicina allafotografia notturna in bianco e nero e alle meraviglie dellacamera oscura. Dopo una pausa riprende a fotografarefrequentando Marco Sanna e i corsi di “Mastros de Lughe”.Con il progetto “Sacro paganesimo” presenta al pubblico lesue prime immagini.

30 - 31

ROBERTO OLIVERI

Nato a Milano nel 1974. Vive in Gallura da circa 15 anni,si occupa di medicine naturali (diplomato naturopata aBologna e laureato erborista presso l’Università degli studidi Sassari). Ha studiato fotografia all’Istituto d’Arte ecoltiva questo hobby a livello amatoriale, con unapredilezione particolare per la fotografia naturalistica ed ilfotoreportage.

FAUSTO LIGIOS

Nasce a Sassari nel 1973. Nel 1999 si laurea in ScienzePolitiche con una tesi sul movimento punk. Giornalistaprofessionista e fotografo dal 2004 vive e lavora a SantaTeresa Gallura. Nel 2006 fonda f/64 Progetto FotografiaSardegna. Collabora da anni con diverse testate isolanecome libero professionista.

SALVATORE LIGIOS

Nasce in Sardegna (Villanova Monteleone) nel 1949 doverisiede. Dal 2000 al 2008 è stato direttore artistico di SuPalatu ’e sas Iscolas di Villanova Monteleone (Sassari),centro espositivo dell’isola specializzato nella fotografia. Hapubblicato oltre quaranta libri fotografici. Dal 2008insegna Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Sassari.

GIANNI PETTA

Nasce in Sardegna nel 1972. Vive a Porto Pozzo, frazione delcomune di Santa Teresa Gallura. È iscritto all’AssociazioneNazionale Fotografi TAU Visual. È socio dell’Associazionefotografia f/64 Sardegna. Si occupa di grafica, fotografia eaudiovisivi. Predilige la tecnica del bianco e nero. Il suolavoro fotografico inizia ne 2003. Considera la fotografia unlinguaggio d’espressione, un’occasione di riflessione globale.

ANNALISA MANCA

Sassarese (1975), laureata in Economia e commercio,insegnante di sostegno precaria da 10 anni, si avvicina allafotografia nel 2007 frequentando il corso di Marco Sanna(Associazione “Mastros de Lughe”), workshop con BrunoManunza e Gigi Olivari. Con un progetto fotografico chiamato“Meravigliosa creatura” ha partecipato, in collaborazione conil Movimeto Omossessuale Sardo, alle cinque giornatelesbiche di Roma nel giugno 2010.

SANDRA PODDIGHE

Sassarese (1964), dipendente pubblico già da adolescente,grazie ad un cugino fotografo professionista, si avvicina allafotografia notturna in bianco e nero e alle meraviglie dellacamera oscura. Dopo una pausa riprende a fotografarefrequentando Marco Sanna e i corsi di “Mastros de Lughe”.Con il progetto “Sacro paganesimo” presenta al pubblico lesue prime immagini.