Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

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Madre Il grande Mistero dell’Incarnazione Il grande Mistero dell’Incarnazione sublime portento dell’amore del Padre agli uomini, realizzato nel seno purissimo della Vergine che, per il tubare infinito dello Spirito Santo, irruppe in Maternità divina, dandoci lo stesso Figlio di Dio fatto Uomo, affinché avvalendoci del mistero della sua vita, morte e risurrezione, perpetuato nel seno della santa Madre Chiesa, siamo portati al convito infinito di Colui che si è la Felicità eterna in Trinità di Persone, unico fine per il quale siamo stati creati sublime portento dell’amore del Padre agli uomini, realizzato nel seno purissimo della Vergine che, per il tubare infinito dello Spirito Santo, irruppe in Maternità divina, dandoci lo stesso Figlio di Dio fatto Uomo, affinché avvalendoci del mistero della sua vita, morte e risurrezione, perpetuato nel seno della santa Madre Chiesa, siamo portati al convito infinito di Colui che si è la Felicità eterna in Trinità di Persone, unico fine per il quale siamo stati creati

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CollanaLuce nella notte

Il mistero della fede

€ 2,00

nº 3

Madre

Il grande Misterodell’IncarnazioneIl grande Misterodell’Incarnazione

sublime portentodell’amore del Padre agli uomini,

realizzato nel seno purissimo della Vergine

che, per il tubare infinito dello Spirito Santo,

irruppe in Maternità divina,dandoci lo stesso Figlio di Dio

fatto Uomo,affinché avvalendoci del mistero

della sua vita, morte e risurrezione,perpetuato nel seno

della santa Madre Chiesa, siamo portati al convito infinito

di Colui che si è la Felicità eternain Trinità di Persone,

unico fine per il quale siamo stati creati

sublime portentodell’amore del Padre agli uomini,

realizzato nel seno purissimo della Vergine

che, per il tubare infinito dello Spirito Santo,

irruppe in Maternità divina,dandoci lo stesso Figlio di Dio

fatto Uomo,affinché avvalendoci del mistero

della sua vita, morte e risurrezione,perpetuato nel seno

della santa Madre Chiesa, siamo portati al convito infinito

di Colui che si è la Felicità eternain Trinità di Persone,

unico fine per il quale siamo stati creati

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Il grande Misterodell’Incarnazione

sublime portentodell’amore del Padre agli uomini,

realizzato nel seno purissimodella Vergine,

che, per il tubare infinitodello Spirito Santo,

irruppe in Maternità divina,dandoci lo stesso Figlio di Dio

fatto Uomo,affinché noi, avvalendoci del misterodella sua vita, morte e risurrezione,

perpetuato nel senodella santa Madre Chiesa,

siamo portati al convito infinitodi Colui che si è la Felicità eterna

in Trinità di Persone,unico fine per il quale siamo stati creati

3ª EDIZIONE

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIAFondatrice de L’Opera della Chiesa

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17-1-1960

IL GRANDE MISTERODELL’INCARNAZIONE

L’umanità di Cristo è la sposa del Verbo, lacompiacenza e la ricreazione delle tre divinePersone; creazione nuova, nella quale e per laquale, lo stesso Dio altissimo, facendosi Uomoe perdonando la colpa che l’uomo aveva com-messo contro l’infinita Santità, può manifestar-ci i misteri reconditi del suo adorabile essere,in canzone d’amore.

Cristo mio!, quali sfumature quasi infinite haimesso nella tua umanità, facendo di te stessola meraviglia, che canta, attraverso la tua voceumana, le infinite perfezioni e gli incompara-bili arcani del misterioso essere di Dio.

Anima di Cristo, nella quale lo stesso Dio,guardando il suo Verbo, plasmò, come nuovacreazione, al di sopra di tutto ciò che è creatoe in modo finito, tutte le infinite perfezioni esfumature che, nel suo semplicissimo essere,Egli si è... Quale partecipazione e trasformazio-ne la tua in ciascuna delle perfezioni infiniteche, in infinità di sfumature, erompono, per in-

3

Nibil Obstat: Julio Sagredo Viña, CensoreImprimatur: Joaquín Iniesta Calvo-Zataráin

Vicario GeneraleMadrid, 6-1-2004

1ª Edizione: Febbraio 2000

Tratto da libri inediti della Madre Trinidad de la SantaMadre Iglesia e dai libri pubblicati:

«LA CHIESA E IL SUO MISTERO»«FRUTTI DI PREGHIERA» e«VIVENCIAS DEL ALMA»

© 2002 EDITORIAL ECO DE LA IGLESIA (1ª Edizione)

L’OPERA DELLA CHIESAROMA - 00149 MADRID - 28006Via Vigna due Torri, 90 C/ Velázquez, 88Tel. 06.551.46.44 Tel. 91.435.41.45

E-mail: [email protected]

www.clerus.org (Santa Sede: Congregazione per il Clero)

ISBN: 84-86724-48-1Depósito legal: M. 963-2004Stampa: Fareso, S. A.Paseo de la Dirección, 5. 28039 Madrid

Obra de la Iglesia
Texto escrito a máquina
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17-1-1960

IL GRANDE MISTERODELL’INCARNAZIONE

L’umanità di Cristo è la sposa del Verbo, lacompiacenza e la ricreazione delle tre divinePersone; creazione nuova, nella quale e per laquale, lo stesso Dio altissimo, facendosi Uomoe perdonando la colpa che l’uomo aveva com-messo contro l’infinita Santità, può manifestar-ci i misteri reconditi del suo adorabile essere,in canzone d’amore.

Cristo mio!, quali sfumature quasi infinite haimesso nella tua umanità, facendo di te stessola meraviglia, che canta, attraverso la tua voceumana, le infinite perfezioni e gli incompara-bili arcani del misterioso essere di Dio.

Anima di Cristo, nella quale lo stesso Dio,guardando il suo Verbo, plasmò, come nuovacreazione, al di sopra di tutto ciò che è creatoe in modo finito, tutte le infinite perfezioni esfumature che, nel suo semplicissimo essere,Egli si è... Quale partecipazione e trasformazio-ne la tua in ciascuna delle perfezioni infiniteche, in infinità di sfumature, erompono, per in-

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Nibil Obstat: Julio Sagredo Viña, CensoreImprimatur: Joaquín Iniesta Calvo-Zataráin

Vicario GeneraleMadrid, 6-1-2004

1ª Edizione: Febbraio 2000

Tratto da libri inediti della Madre Trinidad de la SantaMadre Iglesia e dai libri pubblicati:

«LA CHIESA E IL SUO MISTERO»«FRUTTI DI PREGHIERA» e«VIVENCIAS DEL ALMA»

© 2002 EDITORIAL ECO DE LA IGLESIA (1ª Edizione)

L’OPERA DELLA CHIESAROMA - 00149 MADRID - 28006Via Vigna due Torri, 90 C/ Velázquez, 88Tel. 06.551.46.44 Tel. 91.435.41.45

E-mail: [email protected]

www.clerus.org (Santa Sede: Congregazione per il Clero)

ISBN: 84-86724-48-1Depósito legal: M. 963-2004Stampa: Fareso, S. A.Paseo de la Dirección, 5. 28039 Madrid

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uscendo dalle sue mani, doveva essere la lirafinissima attraverso la quale lo stesso Verbo del-la Vita avrebbe dato il suo suono di divinità atutti gli angeli e a tutti gli uomini.

Giammai nessuna creatura, fino ad allora,aveva vibrato e aveva risuonato in una vibra-zione quasi infinita l’infinità eccelsa dell’In-creato.

Che concerto di perfezioni...! Tutta la crea-zione contenuta in Cristo; tutte le perfezionicreate, ricapitolate nel Verbo Incarnato; e tuttele infinità dell’essere del Dio increato, plasma-te partecipativamente nell’anima di colui chedoveva essere il Verbo della Vita...

O meraviglia di luce indicibile...! È la Luceincreata che, investendo amorosamente permezzo dello Spirito Santo l’umanità di Cristo, laadornò e la fece così bella, così bella!, che lostesso Verbo infinito, non potendosi contenereoltre, davanti al fuoco impetuoso dello SpiritoSanto che lo spingeva e del Padre Amore chelo inviava, si unì ipostaticamente a quella crea-tura che, quale arpa finissima, all’unirsi al Verbodella Vita, ripercuotendosi in lei quest’unioneintima e profonda tra Dio e la sua creatura, cosìintimamente si fusero, che, nella pulsazione in-finitamente amorosa di quell’incontro divino, ilVerbo del Padre, facendola fremere nello SpiritoSanto, le fece emettere la sua stessa Voce di di-

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finità di perfezioni, in una sola e semplice per-fezione...!

Quale concerto di armonie è l’umanità delmio Cristo!, lira finissima dove lo stesso Verbodella Vita suona la sua armonia per manifestarsiin parola agli uomini.

O finezza indicibile di Cristo...! O Canto-Amore del mio Sposo...! O concerto armonicodell’anima del Verbo...! io voglio mettermi oggi,attratta dall’odore dei tuoi profumi, ad ascolta-re, in preghiera intima e amorosa, le tue vi-brazioni profonde di fronte al tuo contatto ipo-statico con il Verbo e al tuo contatto amorosocon il Padre di fecondità infinita e con lo SpiritoSanto, nel quale Tu, o Verbo Incarnato, ardevie ardi, in un delirio di amore, nelle fiamme im-petuose del suo essere Persona-Amore nellaTrinità.

Cristo mio, su, dammi lo Sguardo con cuiTu guardavi, e la tua stessa Parola, ed il fuocodell’Amore in cui ardi, perché io dica qualco-sa, o mio Dio Incarnato!, di ciò che, come ani-ma-Chiesa, scopro nella tua anima santissima.

O creazione della natura umana del mioCristo...! Tutta la Trinità, nel suo essersi immu-tabile, sta come in un delirio di amore infinito,rapida e gioiosa, ingioiellando e adornando, ab-bellendo e arricchendo quella creatura che,

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uscendo dalle sue mani, doveva essere la lirafinissima attraverso la quale lo stesso Verbo del-la Vita avrebbe dato il suo suono di divinità atutti gli angeli e a tutti gli uomini.

Giammai nessuna creatura, fino ad allora,aveva vibrato e aveva risuonato in una vibra-zione quasi infinita l’infinità eccelsa dell’In-creato.

Che concerto di perfezioni...! Tutta la crea-zione contenuta in Cristo; tutte le perfezionicreate, ricapitolate nel Verbo Incarnato; e tuttele infinità dell’essere del Dio increato, plasma-te partecipativamente nell’anima di colui chedoveva essere il Verbo della Vita...

O meraviglia di luce indicibile...! È la Luceincreata che, investendo amorosamente permezzo dello Spirito Santo l’umanità di Cristo, laadornò e la fece così bella, così bella!, che lostesso Verbo infinito, non potendosi contenereoltre, davanti al fuoco impetuoso dello SpiritoSanto che lo spingeva e del Padre Amore chelo inviava, si unì ipostaticamente a quella crea-tura che, quale arpa finissima, all’unirsi al Verbodella Vita, ripercuotendosi in lei quest’unioneintima e profonda tra Dio e la sua creatura, cosìintimamente si fusero, che, nella pulsazione in-finitamente amorosa di quell’incontro divino, ilVerbo del Padre, facendola fremere nello SpiritoSanto, le fece emettere la sua stessa Voce di di-

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finità di perfezioni, in una sola e semplice per-fezione...!

Quale concerto di armonie è l’umanità delmio Cristo!, lira finissima dove lo stesso Verbodella Vita suona la sua armonia per manifestarsiin parola agli uomini.

O finezza indicibile di Cristo...! O Canto-Amore del mio Sposo...! O concerto armonicodell’anima del Verbo...! io voglio mettermi oggi,attratta dall’odore dei tuoi profumi, ad ascolta-re, in preghiera intima e amorosa, le tue vi-brazioni profonde di fronte al tuo contatto ipo-statico con il Verbo e al tuo contatto amorosocon il Padre di fecondità infinita e con lo SpiritoSanto, nel quale Tu, o Verbo Incarnato, ardevie ardi, in un delirio di amore, nelle fiamme im-petuose del suo essere Persona-Amore nellaTrinità.

Cristo mio, su, dammi lo Sguardo con cuiTu guardavi, e la tua stessa Parola, ed il fuocodell’Amore in cui ardi, perché io dica qualco-sa, o mio Dio Incarnato!, di ciò che, come ani-ma-Chiesa, scopro nella tua anima santissima.

O creazione della natura umana del mioCristo...! Tutta la Trinità, nel suo essersi immu-tabile, sta come in un delirio di amore infinito,rapida e gioiosa, ingioiellando e adornando, ab-bellendo e arricchendo quella creatura che,

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E, perdendoti nell’essersi dell’Essere, entrastiper la tua contemplazione, nello stesso istantedella tua unione ipostatica, nel silenzio armo-nioso dello stesso essersi di Dio. E lì, inabis-sandoti nella sua soavità verginea, immersa e sa-turata nelle correnti eterne e nella feconditàsemplicissima della sua vita, tu, godendo in unapartecipazione unica, delirante d’amore, nella vi-brazione infinita del Verbo del Padre, ti perdinelle eterne correnti del seno del Dio altissimo.

Che estasi d’amore, o Cristo mio, quella del-la tua anima nell’istante stesso in cui è creata,la quale partecipando quasi infinitamente diDio, in saturazione perfetta e annegamento to-tale, vede che, per la sua trasformazione nel-l’essersi di Dio, partecipa come cosa propria peril suo sposalizio eterno con il Verbo increato diognuno dei suoi attributi e perfezioni...!

Che matrimonio spirituale con lo stesso Diosantissimo...! Matrimonio perfetto, nel quale imutui beni si donano e si ridonano come re-galo infinito di nozze eterne.

Quale gaudio per l’anima di Cristo che, vi-vendo del gaudioso contento di Dio, vibrandoall’unisono con le tre divine Persone nella gioiainfinita della loro eterna felicità, partecipa inuna maniera eminente di tutti e di ciascuno de-gli attributi e delle perfezioni dell’infinito Es-sere...!

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vinità per tutti gli ambiti del cielo e fino agliultimi confini della terra.

E così si manifestò, mediante la natura uma-na di Cristo, quel Concerto eterno di finezze in-dicibili che, in silenzio, il Verbo sta cantando inuno scoppio di essersi infinito e in un silenzioinalterabile di essere essenzialmente semplicis-simo e silenzioso.

Cristo mio, che silenzio nella tua anima, ein che silenzio il mio essere deve ascoltarti percaptare le tue divine vibrazioni...!

– In silenzio...! «Condurrò l’anima alla soli-tudine e lì parlerò al suo cuore»1. Alla solitu-dine del mio essere, della mia intimità, dellamia partecipazione; alla mia solitudine, dove,da sola con me, percependo il suono del mioconcerto, vibrerà con il mio stesso vibrare, par-tecipando della mia eterna armonia.

O natura umana di Gesù...! Così intimamen-te e strettamente si è unito a te il Verbo dellaVita, e tu a Lui, in un adattamento come infi-nito, che le sue più impercettibili vibrazioni siripercuotono su di te; essendo il tuo viverequello dello stesso Dio altissimo e non poten-do essere altro, giacché a Dio ti sei unita ipo-staticamente nella persona del Verbo.

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1 Os 2, 16.

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E, perdendoti nell’essersi dell’Essere, entrastiper la tua contemplazione, nello stesso istantedella tua unione ipostatica, nel silenzio armo-nioso dello stesso essersi di Dio. E lì, inabis-sandoti nella sua soavità verginea, immersa e sa-turata nelle correnti eterne e nella feconditàsemplicissima della sua vita, tu, godendo in unapartecipazione unica, delirante d’amore, nella vi-brazione infinita del Verbo del Padre, ti perdinelle eterne correnti del seno del Dio altissimo.

Che estasi d’amore, o Cristo mio, quella del-la tua anima nell’istante stesso in cui è creata,la quale partecipando quasi infinitamente diDio, in saturazione perfetta e annegamento to-tale, vede che, per la sua trasformazione nel-l’essersi di Dio, partecipa come cosa propria peril suo sposalizio eterno con il Verbo increato diognuno dei suoi attributi e perfezioni...!

Che matrimonio spirituale con lo stesso Diosantissimo...! Matrimonio perfetto, nel quale imutui beni si donano e si ridonano come re-galo infinito di nozze eterne.

Quale gaudio per l’anima di Cristo che, vi-vendo del gaudioso contento di Dio, vibrandoall’unisono con le tre divine Persone nella gioiainfinita della loro eterna felicità, partecipa inuna maniera eminente di tutti e di ciascuno de-gli attributi e delle perfezioni dell’infinito Es-sere...!

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vinità per tutti gli ambiti del cielo e fino agliultimi confini della terra.

E così si manifestò, mediante la natura uma-na di Cristo, quel Concerto eterno di finezze in-dicibili che, in silenzio, il Verbo sta cantando inuno scoppio di essersi infinito e in un silenzioinalterabile di essere essenzialmente semplicis-simo e silenzioso.

Cristo mio, che silenzio nella tua anima, ein che silenzio il mio essere deve ascoltarti percaptare le tue divine vibrazioni...!

– In silenzio...! «Condurrò l’anima alla soli-tudine e lì parlerò al suo cuore»1. Alla solitu-dine del mio essere, della mia intimità, dellamia partecipazione; alla mia solitudine, dove,da sola con me, percependo il suono del mioconcerto, vibrerà con il mio stesso vibrare, par-tecipando della mia eterna armonia.

O natura umana di Gesù...! Così intimamen-te e strettamente si è unito a te il Verbo dellaVita, e tu a Lui, in un adattamento come infi-nito, che le sue più impercettibili vibrazioni siripercuotono su di te; essendo il tuo viverequello dello stesso Dio altissimo e non poten-do essere altro, giacché a Dio ti sei unita ipo-staticamente nella persona del Verbo.

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1 Os 2, 16.

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gaudiosa, delirante di amore, correvi, ardendonelle impetuose fiamme dello Spirito Santo, peri più reconditi e misteriosi arcani del gloriosoessere divino.

Che estasi d’amore la tua!, che, come crea-tura, e pur essendo creatura, passeggiavi satu-randoti come signora dei tuoi possedimenti,essendo regina di angeli e di uomini... E lì guar-dandoti, vedevi che tu eri amore dello stessoAmore, per giustizia, partecipando della stessaGiustizia che ti si effondeva amorosamente.

E creata per essere la sposa unica del Verbo,vedendoti trasformata in tutti gli attributi delDio increato, saltavi di gaudio nello SpiritoSanto con la partecipazione dell’essersi eterno,vedendoti finezza della sua stessa finezza e go-dendo dell’altezza del Dio intoccabile, saturan-doti nel silenzio, nella gioia, nella bontà... E inquesto dirsi del Verbo in te, ti sentivi parola fe-conda, che cantava ed esprimeva il dirsi eter-no del Verbo nel tuo essere.

Anima di Cristo, sposa della seconda Personadell’adorabile Trinità, dal primo istante del tuoessere contemplavi la vita divina! Non ci sonoveli per l’anima del Verbo Incarnato! Non cisono veli affinché Tu, Sposo mio, contempli leeccellenze infinite della tua stessa Persona! Nonci sono veli per l’umanità di Cristo, per la qua-

9

O anima di Cristo, che contemplavi faccia afaccia l’infinità infinita della fecondità dell’Es-sere divino...! Che gaudio eterno il tuo nel ve-derti la sposa del Verbo, e, in quanto tale, chehai in pienezza e in saturazione, come cosa tuapropria, i tesori inesauribili del tuo eterno Con-sorte...!

Con quale letizia, nello stesso istante in cuisei stata creata, avrai udito dal Verbo quelle pa-role che, incidendosi in te, operavano ciò chedicevano in un dirsi eterno, come donazionedi Sposo in regalo di nozze, parole che ti sa-pevano di vita eterna: «Tutti i miei beni sonotuoi, e i tuoi, che Io ti ho dato, sono miei...»2!

E quale non sarà stato il tuo contento al ve-dere che questo dire, per essere il dire delVerbo, era partecipazione dello stesso essersi diDio che, nel suo pronunciarsi, ti si dava, giac-ché il dire di Dio è operare...!

E in quello stesso istante, rapita nell’impetoamoroso delle correnti eterne, ti sprofondasticon le divine pupille, nello stesso sguardo del-la tua Persona, nella contemplazione dell’esse-re divino, che, come regalo del tuo sposalizio,il Verbo infinito ti dava in possesso: il suo stes-so essersi eterno, che, in infinità di attributi eperfezioni, prorompe in infinità di sfumatureche sono una sola perfezione. E inabissata e

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2 Cfr. Gv 17, 10.

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gaudiosa, delirante di amore, correvi, ardendonelle impetuose fiamme dello Spirito Santo, peri più reconditi e misteriosi arcani del gloriosoessere divino.

Che estasi d’amore la tua!, che, come crea-tura, e pur essendo creatura, passeggiavi satu-randoti come signora dei tuoi possedimenti,essendo regina di angeli e di uomini... E lì guar-dandoti, vedevi che tu eri amore dello stessoAmore, per giustizia, partecipando della stessaGiustizia che ti si effondeva amorosamente.

E creata per essere la sposa unica del Verbo,vedendoti trasformata in tutti gli attributi delDio increato, saltavi di gaudio nello SpiritoSanto con la partecipazione dell’essersi eterno,vedendoti finezza della sua stessa finezza e go-dendo dell’altezza del Dio intoccabile, saturan-doti nel silenzio, nella gioia, nella bontà... E inquesto dirsi del Verbo in te, ti sentivi parola fe-conda, che cantava ed esprimeva il dirsi eter-no del Verbo nel tuo essere.

Anima di Cristo, sposa della seconda Personadell’adorabile Trinità, dal primo istante del tuoessere contemplavi la vita divina! Non ci sonoveli per l’anima del Verbo Incarnato! Non cisono veli affinché Tu, Sposo mio, contempli leeccellenze infinite della tua stessa Persona! Nonci sono veli per l’umanità di Cristo, per la qua-

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O anima di Cristo, che contemplavi faccia afaccia l’infinità infinita della fecondità dell’Es-sere divino...! Che gaudio eterno il tuo nel ve-derti la sposa del Verbo, e, in quanto tale, chehai in pienezza e in saturazione, come cosa tuapropria, i tesori inesauribili del tuo eterno Con-sorte...!

Con quale letizia, nello stesso istante in cuisei stata creata, avrai udito dal Verbo quelle pa-role che, incidendosi in te, operavano ciò chedicevano in un dirsi eterno, come donazionedi Sposo in regalo di nozze, parole che ti sa-pevano di vita eterna: «Tutti i miei beni sonotuoi, e i tuoi, che Io ti ho dato, sono miei...»2!

E quale non sarà stato il tuo contento al ve-dere che questo dire, per essere il dire delVerbo, era partecipazione dello stesso essersi diDio che, nel suo pronunciarsi, ti si dava, giac-ché il dire di Dio è operare...!

E in quello stesso istante, rapita nell’impetoamoroso delle correnti eterne, ti sprofondasticon le divine pupille, nello stesso sguardo del-la tua Persona, nella contemplazione dell’esse-re divino, che, come regalo del tuo sposalizio,il Verbo infinito ti dava in possesso: il suo stes-so essersi eterno, che, in infinità di attributi eperfezioni, prorompe in infinità di sfumatureche sono una sola perfezione. E inabissata e

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2 Cfr. Gv 17, 10.

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Tu, o Verbo della Vita, ditti nel mio esseredi vergine innamorata, affinché io possa direqualcosa del gaudio quasi infinito che saturavala tua anima!

Lo stesso Padre, che non ha alcun compia-cimento al di fuori del suo Verbo, ti ha regala-to in possesso eterno ed in donazione totale, ilgiorno delle tue nozze, il suo stesso Sguardo,con il quale tu, come cosa tua, puoi contem-plare senza veli la sua stessa bellezza infinita.

Ti ha dato anche il suo stesso essersi eternoperché tu lo possegga; e nel suo stesso esser-si, hai ricevuto come regalo lo stesso essere diDio per partecipazione.

E se non bastasse, come regalo di nozze, ilDio altissimo ti ha dato che gli uomini siano,in te e per te, «dèi e figli tutti dell’Altissimo»3.

Giorno dell’Incarnazione...! Giorno di rega-li, di feste, di nozze eterne tra il Creatore e lacreatura...

Il Creatore arricchisce la sua creatura così in-finitamente, che questa, delirante d’amore, pro-rompendo per la sua stessa Persona in unCantico infinito, canta il Cantico nuovo, il Can-tico magno, in un grido giubilante di parteci-pazione; e, in questo Canto, dice al Padre quan-to glorioso, infinito, fecondo e Padre si è.

11

le e mediante il suo sposalizio ipostatico, si sa-rebbe squarciato il velo del Seno del Padre af-finché tutti noi uomini, superata la prova, po-tessimo entrare in quel seno adorabile che tu,per la tua unione ipostatica, ci avresti aperto!Non ci sono veli per la sposa del Verbo In-carnato, perché, nello Sguardo infinito del fe-condo Padre, dal primo istante del suo essere,intuiva, si saturava, si immergeva e penetravanegli arcani misteriosi dell’essere di Dio!

Lo sguardo di Cristo, perso nello Sguardo delPadre, contemplava nel suo guardare l’Essereinfinito del suo essersi glorioso. Quali trasportid’amore all’assaporare, in quel solo guardareeterno del Padre fecondo, le ricchezze intermi-nabili e insospettate delle eccellenze dell’esse-re divino...! Come, inabissata nella contempla-zione eccelsa di Dio, avrai prorotto in un: Santo!eterno, e come, in quello sguardo, ti sarai per-sa in un’estasi ininterrotta di amore e di satu-razione suprema nel seno della Trinità...!

Come potranno le mie labbra umane espri-mere la tua estasi eterna davanti alla contem-plazione di Dio? Come potrò esprimere con lemie rudi parole gli arcani misteriosi e le profon-dità insondabili nelle quali il tuo sguardo puli-to e penetrante si sprofondava? Come potrò iodire, nel mio dire limitato e finito, o umanitàdi Cristo, il tuo dire, come frutto della tua con-templazione, nella tua stessa Persona?

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3 Sal 82, 6.

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Tu, o Verbo della Vita, ditti nel mio esseredi vergine innamorata, affinché io possa direqualcosa del gaudio quasi infinito che saturavala tua anima!

Lo stesso Padre, che non ha alcun compia-cimento al di fuori del suo Verbo, ti ha regala-to in possesso eterno ed in donazione totale, ilgiorno delle tue nozze, il suo stesso Sguardo,con il quale tu, come cosa tua, puoi contem-plare senza veli la sua stessa bellezza infinita.

Ti ha dato anche il suo stesso essersi eternoperché tu lo possegga; e nel suo stesso esser-si, hai ricevuto come regalo lo stesso essere diDio per partecipazione.

E se non bastasse, come regalo di nozze, ilDio altissimo ti ha dato che gli uomini siano,in te e per te, «dèi e figli tutti dell’Altissimo»3.

Giorno dell’Incarnazione...! Giorno di rega-li, di feste, di nozze eterne tra il Creatore e lacreatura...

Il Creatore arricchisce la sua creatura così in-finitamente, che questa, delirante d’amore, pro-rompendo per la sua stessa Persona in unCantico infinito, canta il Cantico nuovo, il Can-tico magno, in un grido giubilante di parteci-pazione; e, in questo Canto, dice al Padre quan-to glorioso, infinito, fecondo e Padre si è.

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le e mediante il suo sposalizio ipostatico, si sa-rebbe squarciato il velo del Seno del Padre af-finché tutti noi uomini, superata la prova, po-tessimo entrare in quel seno adorabile che tu,per la tua unione ipostatica, ci avresti aperto!Non ci sono veli per la sposa del Verbo In-carnato, perché, nello Sguardo infinito del fe-condo Padre, dal primo istante del suo essere,intuiva, si saturava, si immergeva e penetravanegli arcani misteriosi dell’essere di Dio!

Lo sguardo di Cristo, perso nello Sguardo delPadre, contemplava nel suo guardare l’Essereinfinito del suo essersi glorioso. Quali trasportid’amore all’assaporare, in quel solo guardareeterno del Padre fecondo, le ricchezze intermi-nabili e insospettate delle eccellenze dell’esse-re divino...! Come, inabissata nella contempla-zione eccelsa di Dio, avrai prorotto in un: Santo!eterno, e come, in quello sguardo, ti sarai per-sa in un’estasi ininterrotta di amore e di satu-razione suprema nel seno della Trinità...!

Come potranno le mie labbra umane espri-mere la tua estasi eterna davanti alla contem-plazione di Dio? Come potrò esprimere con lemie rudi parole gli arcani misteriosi e le profon-dità insondabili nelle quali il tuo sguardo puli-to e penetrante si sprofondava? Come potrò iodire, nel mio dire limitato e finito, o umanitàdi Cristo, il tuo dire, come frutto della tua con-templazione, nella tua stessa Persona?

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3 Sal 82, 6.

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che il suo vivere, e per esigenza della tua unio-ne con Lui, non potevi fare altra cosa che quel-la che Egli faceva...! E, come frutto della tuacontemplazione con il Padre e della tua can-zone con il Verbo, bruciata nelle impetuosefiamme dello Spirito Santo, tu scoppiavi nelVerbo, cantando al Padre, e il Verbo scoppiavaattraverso di te cantando agli uomini. E nonsolo Tu, Cristo mio, canti, essendo Uomo, a Diocome lo stesso Dio, bensì canti infinitamente,come Dio, agli uomini.

Cristo mio...! Ponte unico attraverso il qualegli uomini vanno a Dio e attraverso il quale Diosi dà agli uomini...! [...]4

Ormai Dio ha, sì, ormai Dio ha un Uomoche, essendo Uomo, è Dio...!

Ormai Dio ha un Uomo che, essendo Dio,è Uomo...!

Ormai il cielo ha un Uomo che è il Verbodella Vita...!

Ormai la terra ha, in un Uomo, il Verbo delPadre...! [...]

Oh, il momento dell’Incarnazione...! Vedol’Uomo che è Dio e Dio che è Uomo...! E nonlo posso spiegare...!

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Natura umana di Cristo, persa, inabissata, ar-ricchita e ingioiellata da tutta la compiacenza delDio altissimo che amorosamente si riversa su dite, che cosa avrai pensato vedendoti così in-nalzata? Che giubilo-amore ti avrà trapassatonelle fiamme letificanti dello Spirito Santo...!Come, davanti all’impotenza del tuo limitato es-sere, in partecipazione dell’essersi infinito, avraiposto la tua bocca nella bocca del Verbo, perscoppiare infinitamente in un Cantico di amoree di lode all’Essere divino...! Sì, come, abbrac-ciata e unita ipostaticamente al Verbo infinito,avvalendoti della tua Persona, sarai scoppiata,cantando di amore, in un’esplosione gloriosa;come avrai sfogato tutta la tua esigenza di can-tare a Dio e come avrai riposato nel vedere che,nella tua stessa Persona, lo cantavi infinitamen-te, gli cantavi il Cantico nuovo, il Cantico ma-gno che solamente Dio può cantarsi...!

Cristo mio, canti al Padre nella tua Personala Canzone infinita di essersi glorioso che Eglisolo può cantarsi nel suo Verbo!

Che abbraccio quello dell’umanità di Cristocon il Verbo della Vita...! Che colloqui di amo-re in sposalizio eterno, bruciata nelle impetuo-se fiamme dello Spirito Santo che l’avvolgeva-no, la saturavano e l’univano al Verbo, suoSposo...!

Come, delirante di gioia, aderita a tutti i mo-vimenti del Verbo, non avrai avuto altro vivere

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4 Con questo segno si indica la soppressione di brani piùo meno ampi che non si ritiene opportuno pubblicaredurante la vita dell’autrice.

Page 14: Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

che il suo vivere, e per esigenza della tua unio-ne con Lui, non potevi fare altra cosa che quel-la che Egli faceva...! E, come frutto della tuacontemplazione con il Padre e della tua can-zone con il Verbo, bruciata nelle impetuosefiamme dello Spirito Santo, tu scoppiavi nelVerbo, cantando al Padre, e il Verbo scoppiavaattraverso di te cantando agli uomini. E nonsolo Tu, Cristo mio, canti, essendo Uomo, a Diocome lo stesso Dio, bensì canti infinitamente,come Dio, agli uomini.

Cristo mio...! Ponte unico attraverso il qualegli uomini vanno a Dio e attraverso il quale Diosi dà agli uomini...! [...]4

Ormai Dio ha, sì, ormai Dio ha un Uomoche, essendo Uomo, è Dio...!

Ormai Dio ha un Uomo che, essendo Dio,è Uomo...!

Ormai il cielo ha un Uomo che è il Verbodella Vita...!

Ormai la terra ha, in un Uomo, il Verbo delPadre...! [...]

Oh, il momento dell’Incarnazione...! Vedol’Uomo che è Dio e Dio che è Uomo...! E nonlo posso spiegare...!

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Natura umana di Cristo, persa, inabissata, ar-ricchita e ingioiellata da tutta la compiacenza delDio altissimo che amorosamente si riversa su dite, che cosa avrai pensato vedendoti così in-nalzata? Che giubilo-amore ti avrà trapassatonelle fiamme letificanti dello Spirito Santo...!Come, davanti all’impotenza del tuo limitato es-sere, in partecipazione dell’essersi infinito, avraiposto la tua bocca nella bocca del Verbo, perscoppiare infinitamente in un Cantico di amoree di lode all’Essere divino...! Sì, come, abbrac-ciata e unita ipostaticamente al Verbo infinito,avvalendoti della tua Persona, sarai scoppiata,cantando di amore, in un’esplosione gloriosa;come avrai sfogato tutta la tua esigenza di can-tare a Dio e come avrai riposato nel vedere che,nella tua stessa Persona, lo cantavi infinitamen-te, gli cantavi il Cantico nuovo, il Cantico ma-gno che solamente Dio può cantarsi...!

Cristo mio, canti al Padre nella tua Personala Canzone infinita di essersi glorioso che Eglisolo può cantarsi nel suo Verbo!

Che abbraccio quello dell’umanità di Cristocon il Verbo della Vita...! Che colloqui di amo-re in sposalizio eterno, bruciata nelle impetuo-se fiamme dello Spirito Santo che l’avvolgeva-no, la saturavano e l’univano al Verbo, suoSposo...!

Come, delirante di gioia, aderita a tutti i mo-vimenti del Verbo, non avrai avuto altro vivere

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4 Con questo segno si indica la soppressione di brani piùo meno ampi che non si ritiene opportuno pubblicaredurante la vita dell’autrice.

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Cristo mio, come sei terribile...! Come tivedo...! Io ti adoro, poiché sei l’Increato per latua Persona divina, creato nella tua natura uma-na...! Dio-Uomo...! Uomo-Dio...! Mistero dell’In-carnazione…! […]

Gesù, filigrana dell’Amore infinito…! Oh,Verbo mio Incarnato!, dammi la tua Parola peresprimerti adeguatamente lodi amorose. Tu seiil mio Cristo e sei il mio Verbo e sei il mioDio…! Datti a me, nel tuo esserti Dio-Uomo,affinché possa dire te nella tua Parola ed amar-ti nella tua Persona.

Il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo si stan-no effondendo compiaciutamente sull’umanitàdi Cristo in un bacio infinito, che stanno de-positando in essa per mezzo dello stesso SpiritoSanto.

Com’è terribile il mistero dell’unione di Diocon l’uomo nel seno di Maria...!

Come amano le tre divine Persone la naturaumana di Cristo...! Il Padre si sta effondendo im-petuosamente su di essa nella corrente divinadel suo Sguardo eterno. Il Verbo, Immagine per-fetta del Padre, Espressione massima della divi-na Sapienza, si è incastonato in essa in una unio-ne ipostatica indicibile, rendendola sposa amataed unica del suo essersi Parola. E lo Spirito Santo,uscendo svelto e contento dalla compiacenza del

15

Vedo la differenza totale delle due nature...!e l’unione delle due nature in una sola Perso-na...! [...]; Dio che è Dio, separato ad una di-stanza infinita dalla natura umana di Cristo... Eche per la sua unione ipostatica, intima, Cristoè Dio... E non lo posso spiegare! [...]

Signore, annientata e oltrepassata la mia ca-pacità, davanti alla tua infinità e a ciò che mirimane da comprendere, ardendo con lo SpiritoSanto per avere penetrato con lo sguardo delPadre, e per la mia partecipazione con il Verbo,come espressione di questo stesso sguardo, nel-la grande realtà del mio Cristo, ti adoro!

Il Verbo sta cantando nel cielo la sua Canzo-ne infinita, che Egli, come Verbo, canta eter-namente. Ormai il Verbo Incarnato, scoppioespressivo dell’essere di Dio, sta cantando laCanzone infinita agli uomini...!

Che gaudio, che gioia e che contentezza, ve-dere che Cristo canta la Canzone infinita chesolo Dio può cantarsi, e la canta a Dio e agliuomini...!

O mistero terribile dell’Incarnazione...! O mi-stero di compiacenza di Dio nei confronti del-l’uomo...! O mistero di amore del Creatore perla creatura...! Oh, mistero di regalo infinito concui lo stesso Dio altissimo regala all’uomo at-traverso Cristo, da Maria, la sua stessa divinità...!

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Cristo mio, come sei terribile...! Come tivedo...! Io ti adoro, poiché sei l’Increato per latua Persona divina, creato nella tua natura uma-na...! Dio-Uomo...! Uomo-Dio...! Mistero dell’In-carnazione…! […]

Gesù, filigrana dell’Amore infinito…! Oh,Verbo mio Incarnato!, dammi la tua Parola peresprimerti adeguatamente lodi amorose. Tu seiil mio Cristo e sei il mio Verbo e sei il mioDio…! Datti a me, nel tuo esserti Dio-Uomo,affinché possa dire te nella tua Parola ed amar-ti nella tua Persona.

Il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo si stan-no effondendo compiaciutamente sull’umanitàdi Cristo in un bacio infinito, che stanno de-positando in essa per mezzo dello stesso SpiritoSanto.

Com’è terribile il mistero dell’unione di Diocon l’uomo nel seno di Maria...!

Come amano le tre divine Persone la naturaumana di Cristo...! Il Padre si sta effondendo im-petuosamente su di essa nella corrente divinadel suo Sguardo eterno. Il Verbo, Immagine per-fetta del Padre, Espressione massima della divi-na Sapienza, si è incastonato in essa in una unio-ne ipostatica indicibile, rendendola sposa amataed unica del suo essersi Parola. E lo Spirito Santo,uscendo svelto e contento dalla compiacenza del

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Vedo la differenza totale delle due nature...!e l’unione delle due nature in una sola Perso-na...! [...]; Dio che è Dio, separato ad una di-stanza infinita dalla natura umana di Cristo... Eche per la sua unione ipostatica, intima, Cristoè Dio... E non lo posso spiegare! [...]

Signore, annientata e oltrepassata la mia ca-pacità, davanti alla tua infinità e a ciò che mirimane da comprendere, ardendo con lo SpiritoSanto per avere penetrato con lo sguardo delPadre, e per la mia partecipazione con il Verbo,come espressione di questo stesso sguardo, nel-la grande realtà del mio Cristo, ti adoro!

Il Verbo sta cantando nel cielo la sua Canzo-ne infinita, che Egli, come Verbo, canta eter-namente. Ormai il Verbo Incarnato, scoppioespressivo dell’essere di Dio, sta cantando laCanzone infinita agli uomini...!

Che gaudio, che gioia e che contentezza, ve-dere che Cristo canta la Canzone infinita chesolo Dio può cantarsi, e la canta a Dio e agliuomini...!

O mistero terribile dell’Incarnazione...! O mi-stero di compiacenza di Dio nei confronti del-l’uomo...! O mistero di amore del Creatore perla creatura...! Oh, mistero di regalo infinito concui lo stesso Dio altissimo regala all’uomo at-traverso Cristo, da Maria, la sua stessa divinità...!

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Page 17: Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

proteggerla all’ombra delle sue ali; rendendolaforte con la sua stessa fortezza Colui che è «Redei re e Signore di coloro che dominano»5.

Spirito Santo, ma Tu sei Amore amoroso esulle tue stesse ginocchia la culli, accarezzan-dola, festeggiandola e baciandola, nello stessobacio di tenerezza infinita con cui baci il Padre,il Figlio e baci Te stesso nel tuo seno, nel tuoesserti Amore fecondo e glorioso...!

Anima di Cristo, tu, al vederti così vezzeg-giata e amata, eletta e festeggiata nel grembodell’adorabile Trinità, come sarai saltata di gau-dio, di amore, di gratitudine, di annientamen-to, di contentezza, davanti al Dio infinito checosì amorosamente si effondeva su di te...!

Come tu, che contemplavi con il Padre, epartecipavi e ti immergevi nelle correnti infini-te del suo essersi eterno, avrai prorotto in ungrido di trasformazione cantando le eccellenzeincomprensibili e inconoscibili per noi, ma co-nosciute da te in un gaudio eterno...!

E come tu, ardendo nelle impetuose fiammedello Spirito Santo, sarai corsa dal seno delPadre al seno del Verbo, baciando con la suastessa Bocca il petto dell’Altissimo...!

17

Padre amorosa e paterna che si riversa su diessa, e dal Verbo sposato con essa, si lancia in-namorato e rapito dalla bellezza del suo volto,baciandola nell’infinito Bacio di unione trinitaria,e bruciandola nelle sue fiamme impetuose.

O umanità di Cristo, che sei l’umanità delVerbo Incarnato...! Come ti vedo introdotta nel-la vita della Trinità...! Sei il riflesso perfetto del-lo stesso Dio altissimo, specchio immacolatodove si guardano e ricreano le tre divine Per-sone.

Cristo mio, ti vedo introdotto nella FamigliaDivina, poiché, pur vedendoti ad una distanzainfinita dalla Deità nella tua natura umana, perla tua Persona sei Dio.

Spirito Santo, brucia, brucia l’anima del Ver-bo della Vita... Spirito Santo, bada però che ècreatura, e se la bruci nell’impetuoso fuoco concui la ami, la ridurrai al nulla. Ma no!, ché ilsuo Sposo, il Verbo della Vita, la sostiene per-ché Tu possa scaricare su di essa l’impeto infi-nito del tuo amore.

Spirito Santo, bada però che è piccola, e seti sente arrivare nella tua corrente infinita edeterna per avventarti su di essa, al contemplar-ti, tremerà davanti alla maestà sovrana del tuoessere glorioso. Ma no!, perché è lo stessoPadre amoroso con il suo cuore paterno a dar-le il suo Sguardo, affinché ti contempli, ed a

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5 Ap 19, 16.

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proteggerla all’ombra delle sue ali; rendendolaforte con la sua stessa fortezza Colui che è «Redei re e Signore di coloro che dominano»5.

Spirito Santo, ma Tu sei Amore amoroso esulle tue stesse ginocchia la culli, accarezzan-dola, festeggiandola e baciandola, nello stessobacio di tenerezza infinita con cui baci il Padre,il Figlio e baci Te stesso nel tuo seno, nel tuoesserti Amore fecondo e glorioso...!

Anima di Cristo, tu, al vederti così vezzeg-giata e amata, eletta e festeggiata nel grembodell’adorabile Trinità, come sarai saltata di gau-dio, di amore, di gratitudine, di annientamen-to, di contentezza, davanti al Dio infinito checosì amorosamente si effondeva su di te...!

Come tu, che contemplavi con il Padre, epartecipavi e ti immergevi nelle correnti infini-te del suo essersi eterno, avrai prorotto in ungrido di trasformazione cantando le eccellenzeincomprensibili e inconoscibili per noi, ma co-nosciute da te in un gaudio eterno...!

E come tu, ardendo nelle impetuose fiammedello Spirito Santo, sarai corsa dal seno delPadre al seno del Verbo, baciando con la suastessa Bocca il petto dell’Altissimo...!

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Padre amorosa e paterna che si riversa su diessa, e dal Verbo sposato con essa, si lancia in-namorato e rapito dalla bellezza del suo volto,baciandola nell’infinito Bacio di unione trinitaria,e bruciandola nelle sue fiamme impetuose.

O umanità di Cristo, che sei l’umanità delVerbo Incarnato...! Come ti vedo introdotta nel-la vita della Trinità...! Sei il riflesso perfetto del-lo stesso Dio altissimo, specchio immacolatodove si guardano e ricreano le tre divine Per-sone.

Cristo mio, ti vedo introdotto nella FamigliaDivina, poiché, pur vedendoti ad una distanzainfinita dalla Deità nella tua natura umana, perla tua Persona sei Dio.

Spirito Santo, brucia, brucia l’anima del Ver-bo della Vita... Spirito Santo, bada però che ècreatura, e se la bruci nell’impetuoso fuoco concui la ami, la ridurrai al nulla. Ma no!, ché ilsuo Sposo, il Verbo della Vita, la sostiene per-ché Tu possa scaricare su di essa l’impeto infi-nito del tuo amore.

Spirito Santo, bada però che è piccola, e seti sente arrivare nella tua corrente infinita edeterna per avventarti su di essa, al contemplar-ti, tremerà davanti alla maestà sovrana del tuoessere glorioso. Ma no!, perché è lo stessoPadre amoroso con il suo cuore paterno a dar-le il suo Sguardo, affinché ti contempli, ed a

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5 Ap 19, 16.

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riosa, in adorazione profonda della tua naturaumana, davanti alla tua natura divina...!

La tua natura umana, piccolina, sarà cadutaannientata sotto il peso terribile della cono-scenza e dell’amore di Dio, adorando comefrutto della sua contemplazione amorosa e ir-rompendo in un: Santo! eterno.

Per esigenza del tuo essere creatura, davan-ti all’Increato, e stando ricolmo nella tua capa-cità creata, saturo e stretto dal Dio altissimo, ec-cedendo infinitamente il Dio increato il tuoessere creato, prorompevi in un’adorazioneeterna di annientamento amoroso; e adoravitutto quello che, per essersi Dio l’Essere infini-to, ti rimaneva da abbracciare.

L’adorazione è l’estasi dell’amore. Quandol’amore ha colmato il suo limite e ormai nonne può più, adora. Essendo Dio infinito ed ec-cedendo la capacità dell’amante, questi, sog-giogato d’amore, piombato giù e annientatodalla pienezza del suo essere davanti all’Infi-nito, cade adorante e adora ciò che gli rimane,trascendendo.

E l’anima di Cristo, del mio Sposo, del mioGesù, introdotta e tuffata, gioiosa e contenta,persa e inabissata, letificante di amore davanti alDio increato, contempla, esprime e ama secon-do la sua capacità quasi infinita, e adora quelloche le rimane da conoscere, esprimere e amare.

19

E, fatta una cosa con il Verbo, che è la tuaPersona, addentrata nel seno del Padre, lì den-tro avrai intuito segreti sorprendenti e incom-prensibili della sua paternità, che né gli stessiangeli né alcun uomo potranno mai arrivare aintuire, per la loro capacità di distanza quasi in-finita dalla tua... E lì, intuendo con lo Sguardodel Padre, ti sarai sprofondata negli arcani si-lenziosi del suo essersi silenzio; e, letificante diamore, sarai corsa dal seno del Padre al senodella tua stessa Persona, cantando, per parteci-pazione, in trasformazione gloriosa dell’esseredivino.

Oh, Cristo mio!, quale sarà stato il tuo an-nientamento davanti alla missione per la qualeDio ti sceglieva di essere l’Araldo dell’Amoreeterno...?

Gesù, mio Verbo Incarnato, oggi ti amo dipiù perché ti conosco di più, e davanti alla miaconoscenza e amore, ciò che mi resta da co-noscere, lo adoro.

Gesù, capacità infinita nella tua Persona di-vina e capacità limitata nella tua natura umana,al vederti partecipare, nella tua natura umana,della vita della Trinità in quella maniera cosìeminente e così colma di regali, la tua capacitàfinita di Uomo, amando, conoscendo ed espri-mendo la stessa vita della Trinità, come avràprorotto in un’estasi davanti al Dio increato, peresigenza della sua stessa contemplazione glo-

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riosa, in adorazione profonda della tua naturaumana, davanti alla tua natura divina...!

La tua natura umana, piccolina, sarà cadutaannientata sotto il peso terribile della cono-scenza e dell’amore di Dio, adorando comefrutto della sua contemplazione amorosa e ir-rompendo in un: Santo! eterno.

Per esigenza del tuo essere creatura, davan-ti all’Increato, e stando ricolmo nella tua capa-cità creata, saturo e stretto dal Dio altissimo, ec-cedendo infinitamente il Dio increato il tuoessere creato, prorompevi in un’adorazioneeterna di annientamento amoroso; e adoravitutto quello che, per essersi Dio l’Essere infini-to, ti rimaneva da abbracciare.

L’adorazione è l’estasi dell’amore. Quandol’amore ha colmato il suo limite e ormai nonne può più, adora. Essendo Dio infinito ed ec-cedendo la capacità dell’amante, questi, sog-giogato d’amore, piombato giù e annientatodalla pienezza del suo essere davanti all’Infi-nito, cade adorante e adora ciò che gli rimane,trascendendo.

E l’anima di Cristo, del mio Sposo, del mioGesù, introdotta e tuffata, gioiosa e contenta,persa e inabissata, letificante di amore davanti alDio increato, contempla, esprime e ama secon-do la sua capacità quasi infinita, e adora quelloche le rimane da conoscere, esprimere e amare.

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E, fatta una cosa con il Verbo, che è la tuaPersona, addentrata nel seno del Padre, lì den-tro avrai intuito segreti sorprendenti e incom-prensibili della sua paternità, che né gli stessiangeli né alcun uomo potranno mai arrivare aintuire, per la loro capacità di distanza quasi in-finita dalla tua... E lì, intuendo con lo Sguardodel Padre, ti sarai sprofondata negli arcani si-lenziosi del suo essersi silenzio; e, letificante diamore, sarai corsa dal seno del Padre al senodella tua stessa Persona, cantando, per parteci-pazione, in trasformazione gloriosa dell’esseredivino.

Oh, Cristo mio!, quale sarà stato il tuo an-nientamento davanti alla missione per la qualeDio ti sceglieva di essere l’Araldo dell’Amoreeterno...?

Gesù, mio Verbo Incarnato, oggi ti amo dipiù perché ti conosco di più, e davanti alla miaconoscenza e amore, ciò che mi resta da co-noscere, lo adoro.

Gesù, capacità infinita nella tua Persona di-vina e capacità limitata nella tua natura umana,al vederti partecipare, nella tua natura umana,della vita della Trinità in quella maniera cosìeminente e così colma di regali, la tua capacitàfinita di Uomo, amando, conoscendo ed espri-mendo la stessa vita della Trinità, come avràprorotto in un’estasi davanti al Dio increato, peresigenza della sua stessa contemplazione glo-

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stessa Espressione che Egli si è al Padre, riper-cuotendosi nella sua umanità, lo è agli uomini.

Il Verbo, Parola infinita del Padre, prende lasua natura umana come altoparlante per conti-nuare a cantare a Dio nell’Uomo e cantare al-l’uomo, da Dio, la sua vita eterna. Canzone cheEgli lasciò depositata nel seno della Chiesa, at-traverso Maria, per prolungare la sua missionedi dirci la sua vita durante tutti i secoli; canzo-ne che la Chiesa, unita a Cristo, nella suaLiturgia, rivolta verso il Padre, gli canta duran-te tutti i tempi, essendo la Chiesa quella checontinua il cantico di Cristo a Dio e alle anime.

Grazie, Signore, per avermi mostrato oggi ilmistero dell’Incarnazione dal seno di Maria, ecosì aver conosciuto le grandezze di Cristo e legrandezze della maternità di Maria tanto sco-nosciute!

Grazie, Madre, per avermi accoccolato neltuo grembo e sostenuto con la tua maternitàperché non morissi al contemplare il grande mi-stero dell’Incarnazione!

21

Cosicché la vita di Cristo sulla terra è stataun conoscere, ricevere, rispondere, esprimere eamare Dio, e un adorarlo in ciò che conosce-va e in quello che gli rimaneva da conoscere.

E come frutto di questa vita, messo faccia afaccia di fronte a Dio e faccia a faccia di fron-te agli uomini, esprimeva Dio nel cielo, comeUomo; e come frutto della sua contemplazionein amore glorioso, come conseguenza imme-diata di quella conoscenza, espressione e amo-re, rivolto verso gli uomini, irrompeva in espres-sione verso di loro, ridonandosi con tutti alPadre in risposta di adorazione gloriosa e ripa-ratrice, che in Lui era infinita per essere la suaPersona la seconda dell’adorabile Trinità.

Gesù, per l’unione ipostatica delle due na-ture, essendosi il Verbo della Vita Incarnato, giàsta cantando a Dio, e, facendo la stessa cosache fa nel cielo, cantando agli uomini: «Tuttociò che ho udito dal Padre, l’ho fatto conosce-re a voi»6. Poiché non è che Gesù cantasse unacanzone a Dio e un’altra agli uomini, no; ben-sì Egli, come Persona, con la sua bocca dice aDio infinitamente la stessa cosa che dice agliuomini, poiché non avendo Gesù altra perso-na che quella del Verbo, che è il Cantore infi-nito nel cielo e sulla terra, lo stesso Canto e la

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6 Gv 15, 15.

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stessa Espressione che Egli si è al Padre, riper-cuotendosi nella sua umanità, lo è agli uomini.

Il Verbo, Parola infinita del Padre, prende lasua natura umana come altoparlante per conti-nuare a cantare a Dio nell’Uomo e cantare al-l’uomo, da Dio, la sua vita eterna. Canzone cheEgli lasciò depositata nel seno della Chiesa, at-traverso Maria, per prolungare la sua missionedi dirci la sua vita durante tutti i secoli; canzo-ne che la Chiesa, unita a Cristo, nella suaLiturgia, rivolta verso il Padre, gli canta duran-te tutti i tempi, essendo la Chiesa quella checontinua il cantico di Cristo a Dio e alle anime.

Grazie, Signore, per avermi mostrato oggi ilmistero dell’Incarnazione dal seno di Maria, ecosì aver conosciuto le grandezze di Cristo e legrandezze della maternità di Maria tanto sco-nosciute!

Grazie, Madre, per avermi accoccolato neltuo grembo e sostenuto con la tua maternitàperché non morissi al contemplare il grande mi-stero dell’Incarnazione!

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Cosicché la vita di Cristo sulla terra è stataun conoscere, ricevere, rispondere, esprimere eamare Dio, e un adorarlo in ciò che conosce-va e in quello che gli rimaneva da conoscere.

E come frutto di questa vita, messo faccia afaccia di fronte a Dio e faccia a faccia di fron-te agli uomini, esprimeva Dio nel cielo, comeUomo; e come frutto della sua contemplazionein amore glorioso, come conseguenza imme-diata di quella conoscenza, espressione e amo-re, rivolto verso gli uomini, irrompeva in espres-sione verso di loro, ridonandosi con tutti alPadre in risposta di adorazione gloriosa e ripa-ratrice, che in Lui era infinita per essere la suaPersona la seconda dell’adorabile Trinità.

Gesù, per l’unione ipostatica delle due na-ture, essendosi il Verbo della Vita Incarnato, giàsta cantando a Dio, e, facendo la stessa cosache fa nel cielo, cantando agli uomini: «Tuttociò che ho udito dal Padre, l’ho fatto conosce-re a voi»6. Poiché non è che Gesù cantasse unacanzone a Dio e un’altra agli uomini, no; ben-sì Egli, come Persona, con la sua bocca dice aDio infinitamente la stessa cosa che dice agliuomini, poiché non avendo Gesù altra perso-na che quella del Verbo, che è il Cantore infi-nito nel cielo e sulla terra, lo stesso Canto e la

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6 Gv 15, 15.

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4-4-1972

SE IO RIUSCISSI…

Se io riuscissi a dire,nel mio esprimere penante,ciò che sento nella mia profondità,quando mi sprofondo nei miei Cieli...!,

in quel gaudio ineffabileche, nell’Incarnazione del Verbo,Dio mi mostrò all’addentrarminella profondità del suo mistero...!

Se io riuscissi, nel mio modo,a decifrare con concettiquello che vivo nel mio interiore,quando si avvicina l’Eterno,quando mi addentra nelle fucinedei suoi coeterni misteri...!

Se io dicessi, nella mia missionedi dire ciò che in me tengo,dire il dire di Dioche racchiudo nel mio intimo…!

Se riuscissi in qualche modo,benché fosse morendo,a rompere la profondità profondadel vivere del mio segreto…!

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Page 24: Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

23-4-1972

DOLCI MELODIE…

Dolci melodie,claustrali misteri,voci del Dio vivoin tenue concerto…

Dolci melodieche impregnano il petto,che feriscono la sua profonditàcon il tocco quietodel loro segreto...

Dolci melodie,qualcosa che è eternosi sente nell’animaquando questa riescea sommergersi in silenzio.

Dolci melodie,tocchi dell’Immenso,parole di amore puroin fiamme di fuoco...

Dolci melodie…,come sarà questo fattodi volerlo diresenza poterlo fare?

25

Come dire l’indicibilenel mio angoscioso lamento…?

Ma, se non posso dirlo,ancor di meno posso non esporlo!,poiché la forza di Dio,introdotta nel mio petto,

mi spinge affinché esprimaciò che ho, come posso,benché mi uccida il martiriodi profanare il mio segreto.

Com’è triste morire penando,benché mi avvolgano i Cieli!

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Page 25: Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

23-4-1972

DOLCI MELODIE…

Dolci melodie,claustrali misteri,voci del Dio vivoin tenue concerto…

Dolci melodieche impregnano il petto,che feriscono la sua profonditàcon il tocco quietodel loro segreto...

Dolci melodie,qualcosa che è eternosi sente nell’animaquando questa riescea sommergersi in silenzio.

Dolci melodie,tocchi dell’Immenso,parole di amore puroin fiamme di fuoco...

Dolci melodie…,come sarà questo fattodi volerlo diresenza poterlo fare?

25

Come dire l’indicibilenel mio angoscioso lamento…?

Ma, se non posso dirlo,ancor di meno posso non esporlo!,poiché la forza di Dio,introdotta nel mio petto,

mi spinge affinché esprimaciò che ho, come posso,benché mi uccida il martiriodi profanare il mio segreto.

Com’è triste morire penando,benché mi avvolgano i Cieli!

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Dal libro «Frutti di preghiera»

564. Sperimento con il mistero di Cristo quel-lo che sperimento con il mistero dell’eternità,che, quanto più la conosco, meno posso espri-merla per la semplicità perfettissima, sussisten-te e divina della sua realtà. (24-10-74)

565. Colui che vive dello Spirito Santo è por-tato a Maria, ed Ella gli mostra nel suo seno ilsegreto dell’Incarnazione, dove il Padre dice al-l’uomo la sua vita, per mezzo del suo Figlio,nella verginità materna della Signora. (22-12-74)

566. Quando Dio ha voluto dirmi il suo gau-dio infinito, il Verbo si è fatto carne e, tramiteMaria, me lo ha scandito nella mia Chiesa san-ta con cuore di Padre e amore di Spirito Santo.(25-9-63)

567. Com’è grande che Dio, che per la sua ca-pacità infinita non può essere altro che Dio, sifaccia uomo…! E com’è grande che l’Uomo di-venga Dio! Mistero incomprensibile d’amore in-finito! (7-3-67)

568. L’Incarnazione è l’idillio d’amore di Dioper l’uomo che fu scritto nel seno purissimo diMaria. (12-9-63)

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Dolci melodieche avvolge il mistero,che l’anima percepiscedentro il suo seno...

Dolci melodie,che, pur non essendo concerti,sono bacio di Dioin unzione di cielo…

Dolci melodiein martirio lento,in piaghe sanguinanti,in cauterizzazione immensa...

Dolci melodieavvolge il mistero,e per questo restosommersa in silenzio.

Dolci melodiein passo di Eterno...

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Dal libro «Frutti di preghiera»

564. Sperimento con il mistero di Cristo quel-lo che sperimento con il mistero dell’eternità,che, quanto più la conosco, meno posso espri-merla per la semplicità perfettissima, sussisten-te e divina della sua realtà. (24-10-74)

565. Colui che vive dello Spirito Santo è por-tato a Maria, ed Ella gli mostra nel suo seno ilsegreto dell’Incarnazione, dove il Padre dice al-l’uomo la sua vita, per mezzo del suo Figlio,nella verginità materna della Signora. (22-12-74)

566. Quando Dio ha voluto dirmi il suo gau-dio infinito, il Verbo si è fatto carne e, tramiteMaria, me lo ha scandito nella mia Chiesa san-ta con cuore di Padre e amore di Spirito Santo.(25-9-63)

567. Com’è grande che Dio, che per la sua ca-pacità infinita non può essere altro che Dio, sifaccia uomo…! E com’è grande che l’Uomo di-venga Dio! Mistero incomprensibile d’amore in-finito! (7-3-67)

568. L’Incarnazione è l’idillio d’amore di Dioper l’uomo che fu scritto nel seno purissimo diMaria. (12-9-63)

27

Dolci melodieche avvolge il mistero,che l’anima percepiscedentro il suo seno...

Dolci melodie,che, pur non essendo concerti,sono bacio di Dioin unzione di cielo…

Dolci melodiein martirio lento,in piaghe sanguinanti,in cauterizzazione immensa...

Dolci melodieavvolge il mistero,e per questo restosommersa in silenzio.

Dolci melodiein passo di Eterno...

26

Page 28: Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

dello stesso Amore infinito, fatto uomo, versoDio. (15-10-74)

573. Nel mistero dell’Incarnazione sono rica-pitolati tutti i misteri della vita di Cristo, perchéracchiude in sé la donazione di Dio all’uomo el’inserzione dell’uomo in Dio; essendo manife-stata e consumata questa donazione mediantela vita, la morte e la risurrezione di Cristo, se-condo la volontà del Padre, sotto l’impulso el’amore dello Spirito Santo. (12-1-67)

25. Il Verbo, per incarnarsi, prende un’umanitàinimmaginabilmente perfetta e, unendola allasua persona divina, rende possibile che que-st’uomo sia Dio; e poiché le tre divine Persone,sebbene distinte, sono inseparabili, il Verbo,unendosi all’umanità, ci dà il Padre e lo SpiritoSanto. E così come nel Figlio ci uniamo al Padreed allo Spirito Santo, nell’Uomo tutta l’umanitàsi unisce a Dio, formando così il Cristo Totale,Capo e membra, nell’unione strettissima delloSpirito Santo; e tutto questo si opera nel senodi Maria. (4-12-64)

26. Nel momento dell’Incarnazione fu quandosi operò la grande donazione di Dio all’uomo,facendosi Dio Uomo e l’Uomo, Dio. Inoltre, mi-steriosamente, si celebrò la prima Messa, rea-lizzandosi l’inserzione dell’umanità in Cristo,l’unione di Cristo con la sua Chiesa e, pertan-

29

569. Giorno dell’Incarnazione…! Giorno emi-nentemente sacerdotale, di ringraziamento e diannientamento, perché Dio ha fatto ciò che èinimmaginabile e incomprensibile per la men-te umana per amore a se stesso e per amoreagli uomini. Mistero di tenerezza indicibile e displendore infinito, di semplicità rabbrividente edi maestà sovrana!, davanti al quale c’è soltan-to da adorare tremando d’amore e di rispetto.Giorno dell’Incarnazione: Dio è Uomo e l’Uomoè Dio! (4-4-75)

570. Il Verbo Incarnato abbraccia, nella realtàdelle sue due nature, l’eternità e il tempo, laDivinità e l’umanità, la creatura ed il Creatore,in un’unione tanto perfetta che, essendo Egli insé il Cielo e la terra, non ha altra persona senon la divina. (15-10-74)

571. Cristo è così sommamente meraviglioso,da essere Egli stesso l’Unzione e l’Unto; l’Un-zione in quanto Dio, e l’Unto in quanto uomo,tenendo tutto realizzato in sé dalla pienezzaesuberante e trascendente dell’Incarnazione.(15-10-74)

572. Gesù è la perfezione consumata del Pianodi Dio, annunciato ad Abramo, padre di tuttele nazioni, e proclamato dai santi Profeti del-l’Antico Testamento, nella manifestazione del-l’Amore infinito verso l’uomo e nella risposta

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dello stesso Amore infinito, fatto uomo, versoDio. (15-10-74)

573. Nel mistero dell’Incarnazione sono rica-pitolati tutti i misteri della vita di Cristo, perchéracchiude in sé la donazione di Dio all’uomo el’inserzione dell’uomo in Dio; essendo manife-stata e consumata questa donazione mediantela vita, la morte e la risurrezione di Cristo, se-condo la volontà del Padre, sotto l’impulso el’amore dello Spirito Santo. (12-1-67)

25. Il Verbo, per incarnarsi, prende un’umanitàinimmaginabilmente perfetta e, unendola allasua persona divina, rende possibile che que-st’uomo sia Dio; e poiché le tre divine Persone,sebbene distinte, sono inseparabili, il Verbo,unendosi all’umanità, ci dà il Padre e lo SpiritoSanto. E così come nel Figlio ci uniamo al Padreed allo Spirito Santo, nell’Uomo tutta l’umanitàsi unisce a Dio, formando così il Cristo Totale,Capo e membra, nell’unione strettissima delloSpirito Santo; e tutto questo si opera nel senodi Maria. (4-12-64)

26. Nel momento dell’Incarnazione fu quandosi operò la grande donazione di Dio all’uomo,facendosi Dio Uomo e l’Uomo, Dio. Inoltre, mi-steriosamente, si celebrò la prima Messa, rea-lizzandosi l’inserzione dell’umanità in Cristo,l’unione di Cristo con la sua Chiesa e, pertan-

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569. Giorno dell’Incarnazione…! Giorno emi-nentemente sacerdotale, di ringraziamento e diannientamento, perché Dio ha fatto ciò che èinimmaginabile e incomprensibile per la men-te umana per amore a se stesso e per amoreagli uomini. Mistero di tenerezza indicibile e displendore infinito, di semplicità rabbrividente edi maestà sovrana!, davanti al quale c’è soltan-to da adorare tremando d’amore e di rispetto.Giorno dell’Incarnazione: Dio è Uomo e l’Uomoè Dio! (4-4-75)

570. Il Verbo Incarnato abbraccia, nella realtàdelle sue due nature, l’eternità e il tempo, laDivinità e l’umanità, la creatura ed il Creatore,in un’unione tanto perfetta che, essendo Egli insé il Cielo e la terra, non ha altra persona senon la divina. (15-10-74)

571. Cristo è così sommamente meraviglioso,da essere Egli stesso l’Unzione e l’Unto; l’Un-zione in quanto Dio, e l’Unto in quanto uomo,tenendo tutto realizzato in sé dalla pienezzaesuberante e trascendente dell’Incarnazione.(15-10-74)

572. Gesù è la perfezione consumata del Pianodi Dio, annunciato ad Abramo, padre di tuttele nazioni, e proclamato dai santi Profeti del-l’Antico Testamento, nella manifestazione del-l’Amore infinito verso l’uomo e nella risposta

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Page 30: Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

14-2-1976

TACI, ANIMA, E ADORA

Dio chiede che taccia tutto nel mio interiore,perché, nel suo mistero, mi vuole inabissare.Lì, nel mio recondito, tutto è in silenzio,per questo percepisco il suo amore in baciare;

e mi perdo a tutto ciò che mi circonda,sapendo, nel suo gaudio, il suo modo di attuare.Taci, anima amata!, occulta il segretodel Sancta Sanctorum nel tuo palpitare.

Che non rompa il silenzio la mia anima adorante,

non spenga le sue voci di infinito parlare,lasci che, nel mio seno, Dio metta il suo accentonel modo sacro in cui Egli si vuole donaredavanti ai misteri del Verbo Incarnatoche è Dio e uomo che prorompe in cantico.

Silenzio è la mia vita, quando da me passa in tocco infinito di eterna Deità;affinché lo esprima nel modo in cui possacon tenui accenti di brezza sacranel mio palpitare.Il suo passo è silente, ricolmo di doni,quale soave mormorio in un tenue sfiorare.

31

to, la fondazione in germe di questa. In questostesso momento dell’Incarnazione e per questogrande mistero, la Famiglia Divina si mise inconversazione con l’uomo, e ricevette in Cristola risposta infinita di riparazione che, da tuttal’eternità, si aspettava dall’uomo. (4-12-64)

574. L’Incarnazione è l’atto amoroso di Dio,pieno di compassione e di misericordia infini-ta, che si effonde sull’uomo nel seno dellaVergine con volontà redentrice. (27-3-62)

575. Grazie, Signore, perché ti sei fatto Uomoe, per questo, sei capace di soffrire, di morire,di risuscitare e, perfino, di rimanere durante tut-ti i tempi nell’Eucaristia, prolungando tutto ilmistero della donazione del tuo amore nellaChiesa per mezzo del sacerdozio. (4-4-75)

30

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14-2-1976

TACI, ANIMA, E ADORA

Dio chiede che taccia tutto nel mio interiore,perché, nel suo mistero, mi vuole inabissare.Lì, nel mio recondito, tutto è in silenzio,per questo percepisco il suo amore in baciare;

e mi perdo a tutto ciò che mi circonda,sapendo, nel suo gaudio, il suo modo di attuare.Taci, anima amata!, occulta il segretodel Sancta Sanctorum nel tuo palpitare.

Che non rompa il silenzio la mia anima adorante,

non spenga le sue voci di infinito parlare,lasci che, nel mio seno, Dio metta il suo accentonel modo sacro in cui Egli si vuole donaredavanti ai misteri del Verbo Incarnatoche è Dio e uomo che prorompe in cantico.

Silenzio è la mia vita, quando da me passa in tocco infinito di eterna Deità;affinché lo esprima nel modo in cui possacon tenui accenti di brezza sacranel mio palpitare.Il suo passo è silente, ricolmo di doni,quale soave mormorio in un tenue sfiorare.

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to, la fondazione in germe di questa. In questostesso momento dell’Incarnazione e per questogrande mistero, la Famiglia Divina si mise inconversazione con l’uomo, e ricevette in Cristola risposta infinita di riparazione che, da tuttal’eternità, si aspettava dall’uomo. (4-12-64)

574. L’Incarnazione è l’atto amoroso di Dio,pieno di compassione e di misericordia infini-ta, che si effonde sull’uomo nel seno dellaVergine con volontà redentrice. (27-3-62)

575. Grazie, Signore, perché ti sei fatto Uomoe, per questo, sei capace di soffrire, di morire,di risuscitare e, perfino, di rimanere durante tut-ti i tempi nell’Eucaristia, prolungando tutto ilmistero della donazione del tuo amore nellaChiesa per mezzo del sacerdozio. (4-4-75)

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Page 32: Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

29-10-1959

GESÙ

Quale ricchezza racchiude in sé la realtà tra-scendente di Cristo...! Egli è il Sommo ed EternoSacerdote per avere in sé tutta la realtà infini-ta e tutta la realtà creata. Egli è l’unione di Diocon l’uomo, poiché, in Lui, Dio ci si dà nellacomunicazione infinita della sua intimità fami-liare; e perché, in Lui, tutti noi uomini entria-mo a prendere parte alla stessa vita di Dio.

«In principio era il Verbo, e il Verbo era pres-so Dio, e il Verbo era Dio. Nella Parola era lavita, e la vita era la luce degli uomini»1.

Mistero trascendente quello dell’Incarnazioneper il quale Dio è Uomo e l’Uomo è Dio...! «Eil Verbo si fece carne e venne ad abitare in mez-zo a noi»2.

Gesù è in sé la perfezione infinita e creata,nell’unione ipostatica della sua natura divinacon la sua natura umana, e per questo soffre egode come nessun altro nel suo camminare perla terra.

33

Ed entra nel tuo interiore dove l’Infinito,perché io sono sua Eco, si volle mostrareal mio essere ferito dai tanti amoriquali aprì nella mia profondità la Divinità.

Taci, anima, e adora,Dio passa in baciare...!

32

1 Gv 1, 1. 4. 2 Gv 1, 14.

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29-10-1959

GESÙ

Quale ricchezza racchiude in sé la realtà tra-scendente di Cristo...! Egli è il Sommo ed EternoSacerdote per avere in sé tutta la realtà infini-ta e tutta la realtà creata. Egli è l’unione di Diocon l’uomo, poiché, in Lui, Dio ci si dà nellacomunicazione infinita della sua intimità fami-liare; e perché, in Lui, tutti noi uomini entria-mo a prendere parte alla stessa vita di Dio.

«In principio era il Verbo, e il Verbo era pres-so Dio, e il Verbo era Dio. Nella Parola era lavita, e la vita era la luce degli uomini»1.

Mistero trascendente quello dell’Incarnazioneper il quale Dio è Uomo e l’Uomo è Dio...! «Eil Verbo si fece carne e venne ad abitare in mez-zo a noi»2.

Gesù è in sé la perfezione infinita e creata,nell’unione ipostatica della sua natura divinacon la sua natura umana, e per questo soffre egode come nessun altro nel suo camminare perla terra.

33

Ed entra nel tuo interiore dove l’Infinito,perché io sono sua Eco, si volle mostrareal mio essere ferito dai tanti amoriquali aprì nella mia profondità la Divinità.

Taci, anima, e adora,Dio passa in baciare...!

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1 Gv 1, 1. 4. 2 Gv 1, 14.

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«Nessuno conosce il Figlio se non il Padre,e nessuno conosce il Padre se non il Figlio ecolui al quale il Figlio lo voglia rivelare»6.

«Perché in Cristo sono nascosti tutti i tesoridella sapienza e della scienza di Dio e in Luiabita corporalmente tutta la pienezza della di-vinità»7.

Che momento eterno di gaudio, di gioia, diamore, di annientamento, di gratitudine..., nelvedersi Lui l’eletto, l’unto, il predestinato, il Fi-glio amato del Padre...!

Tutta la sua anima sta godendo, bruciata nel-l’impeto della corrente divina, sta contemplan-do con il Padre il suo essere eterno, sta can-tando con la sua stessa Persona, con il Verbo,e sta bruciando con lo stesso fuoco dello SpiritoSanto; sta partecipando della Divinità in una tra-sformazione come nessun’altra creatura; sta par-tecipando della Trinità di Persone e dell’Unitàdi Essere, in ciascuna delle sue sfumature e per-fezioni, in un grado quasi infinito...!

Anima di Cristo, come sei contenta...!, comesei gaudiosa...!, come sei gioiosa...! Tu sei tut-ta un giubilo d’amore, godendo del contentoinfinito del Dio altissimo. Anima di Gesù, spo-sa del Verbo infinito..., il riposo di Dio quandoguarda l’uomo...!

35

La sua missione è farci conoscere il gaudioeterno che c’è nella vita del Padre, dello SpiritoSanto e di Lui stesso. «“Chi ha sete venga a mee beva, chi crede in me. Come dice la Scrittura:fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”.Questo Egli disse riferendosi allo Spirito cheavrebbero ricevuto i credenti in Lui»3.

E soffre e si lamenta perché, non solo nonconoscono il Padre, ma pure perché non co-noscono neanche Lui, che si fece uomo affin-ché lo conoscessimo meglio; e con l’anima stra-ziata dal dolore e dall’incomprensione degliuomini, dice: «Né conoscono Te, Padre, néGesù Cristo, tuo inviato!»4.

Gesù fu fatto dallo Spirito Santo per portar-ci la vita divina e farci ardere nel suo stessofuoco. E dopo venti secoli noi cristiani di oggi,come quelli di ieri, stiamo senza ricevere ilPadre come Egli desidera!

Entriamo adesso nel primo istante in cui èconcepito Cristo.

In quello stesso istante l’anima di Gesù con-templa faccia a faccia la divinità. «Dio nessunol’ha mai visto; proprio il Figlio unigenito, cheè nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato»5.

34

3 Gv 7, 37-39a. 4 Cfr. Gv 16, 3. 5 Gv 1, 18. 6 Mt 11, 27. 7 Col 2, 3. 9.

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«Nessuno conosce il Figlio se non il Padre,e nessuno conosce il Padre se non il Figlio ecolui al quale il Figlio lo voglia rivelare»6.

«Perché in Cristo sono nascosti tutti i tesoridella sapienza e della scienza di Dio e in Luiabita corporalmente tutta la pienezza della di-vinità»7.

Che momento eterno di gaudio, di gioia, diamore, di annientamento, di gratitudine..., nelvedersi Lui l’eletto, l’unto, il predestinato, il Fi-glio amato del Padre...!

Tutta la sua anima sta godendo, bruciata nel-l’impeto della corrente divina, sta contemplan-do con il Padre il suo essere eterno, sta can-tando con la sua stessa Persona, con il Verbo,e sta bruciando con lo stesso fuoco dello SpiritoSanto; sta partecipando della Divinità in una tra-sformazione come nessun’altra creatura; sta par-tecipando della Trinità di Persone e dell’Unitàdi Essere, in ciascuna delle sue sfumature e per-fezioni, in un grado quasi infinito...!

Anima di Cristo, come sei contenta...!, comesei gaudiosa...!, come sei gioiosa...! Tu sei tut-ta un giubilo d’amore, godendo del contentoinfinito del Dio altissimo. Anima di Gesù, spo-sa del Verbo infinito..., il riposo di Dio quandoguarda l’uomo...!

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La sua missione è farci conoscere il gaudioeterno che c’è nella vita del Padre, dello SpiritoSanto e di Lui stesso. «“Chi ha sete venga a mee beva, chi crede in me. Come dice la Scrittura:fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”.Questo Egli disse riferendosi allo Spirito cheavrebbero ricevuto i credenti in Lui»3.

E soffre e si lamenta perché, non solo nonconoscono il Padre, ma pure perché non co-noscono neanche Lui, che si fece uomo affin-ché lo conoscessimo meglio; e con l’anima stra-ziata dal dolore e dall’incomprensione degliuomini, dice: «Né conoscono Te, Padre, néGesù Cristo, tuo inviato!»4.

Gesù fu fatto dallo Spirito Santo per portar-ci la vita divina e farci ardere nel suo stessofuoco. E dopo venti secoli noi cristiani di oggi,come quelli di ieri, stiamo senza ricevere ilPadre come Egli desidera!

Entriamo adesso nel primo istante in cui èconcepito Cristo.

In quello stesso istante l’anima di Gesù con-templa faccia a faccia la divinità. «Dio nessunol’ha mai visto; proprio il Figlio unigenito, cheè nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato»5.

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3 Gv 7, 37-39a. 4 Cfr. Gv 16, 3. 5 Gv 1, 18. 6 Mt 11, 27. 7 Col 2, 3. 9.

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Terribile dolore quello di Gesù nello stessoistante dell’Incarnazione, nel quale contemplafaccia a faccia la divinità e sa ciò che è la san-tità di Dio...!

Era tutto gaudioso nella contemplazione delDio glorioso, del Dio altissimo, e il suo esseresi è rannuvolato tanto profondamente quantoprofonda è la conoscenza che ha di Dio, spro-fondando in una profonda tristezza. La cono-scenza dell’eccellenza di Dio fu la condizionedella sua immolazione, perché a maggiore lucepiù grande dolore, essendo Lui l’incaricato didarci quella stessa Luce e non essendo ricevuto.

E al cadere su di Lui il carico innumerevo-le di tutti i peccati di tutti i tempi, si volge alPadre e, in funzione del suo Sacerdozio, ri-sponde a nome di tutta l’umanità davanti allasantità infinita di Dio. «Egli è vittima di espia-zione per i nostri peccati, non soltanto per inostri, ma anche per quelli di tutto il mondo»9.

Per cui, da una parte, Egli vive una pienez-za di vita e di felicità nella comunicazione in-tima e affettuosa delle divine Persone. Contem-pla con il Padre tutta la sua infinita perfezione,la esprime, in unione totale e assoluta con lasua infinita Persona, e arde nell’amore assapo-rabile dello Spirito Santo. Che vita di giubilo,

37

Ormai il Padre può guardare alla terra attra-verso il suo Verbo fatto Uomo!

Che sarà stato per Gesù, il Santo, vedere cheEgli era il Verbo Incarnato? Che giubilo nell’ani-ma di Cristo...! Sembra che non ha tempo altroche per godere! È come pazzo d’amore divino!

E in quello stesso istante dell’Incarnazione,cade sulla sua anima di Redentore il carico in-numerevole di tutti i peccati degli uomini.

In quello stesso momento, e precisamenteper la luce della visione di Dio, comprende epenetra fin nel più profondo la malizia terribi-le, spaventosa e raccapricciante del peccato. Evede che quello stesso Dio Santo è offeso dal-le sue creature, che si sono ribellate controColui che si È, e si manifesta come volontà disantità contro il peccato.

«Per questo entrando nel mondo Cristo dice:tu non hai voluto né sacrificio né offerta, uncorpo invece mi hai preparato. Non hai gradi-to né olocausti né sacrifici per il peccato. Alloraho detto: “Ecco, io vengo –poiché di me stascritto nel rotolo del Libro– per fare, o Dio!, latua volontà”… ed è appunto per quella volontàche noi siamo stati santificati, per mezzo del-l’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una vol-ta per sempre»8.

36

8 Eb 10, 5-7. 10. 9 1 Gv 2, 2.

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Terribile dolore quello di Gesù nello stessoistante dell’Incarnazione, nel quale contemplafaccia a faccia la divinità e sa ciò che è la san-tità di Dio...!

Era tutto gaudioso nella contemplazione delDio glorioso, del Dio altissimo, e il suo esseresi è rannuvolato tanto profondamente quantoprofonda è la conoscenza che ha di Dio, spro-fondando in una profonda tristezza. La cono-scenza dell’eccellenza di Dio fu la condizionedella sua immolazione, perché a maggiore lucepiù grande dolore, essendo Lui l’incaricato didarci quella stessa Luce e non essendo ricevuto.

E al cadere su di Lui il carico innumerevo-le di tutti i peccati di tutti i tempi, si volge alPadre e, in funzione del suo Sacerdozio, ri-sponde a nome di tutta l’umanità davanti allasantità infinita di Dio. «Egli è vittima di espia-zione per i nostri peccati, non soltanto per inostri, ma anche per quelli di tutto il mondo»9.

Per cui, da una parte, Egli vive una pienez-za di vita e di felicità nella comunicazione in-tima e affettuosa delle divine Persone. Contem-pla con il Padre tutta la sua infinita perfezione,la esprime, in unione totale e assoluta con lasua infinita Persona, e arde nell’amore assapo-rabile dello Spirito Santo. Che vita di giubilo,

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Ormai il Padre può guardare alla terra attra-verso il suo Verbo fatto Uomo!

Che sarà stato per Gesù, il Santo, vedere cheEgli era il Verbo Incarnato? Che giubilo nell’ani-ma di Cristo...! Sembra che non ha tempo altroche per godere! È come pazzo d’amore divino!

E in quello stesso istante dell’Incarnazione,cade sulla sua anima di Redentore il carico in-numerevole di tutti i peccati degli uomini.

In quello stesso momento, e precisamenteper la luce della visione di Dio, comprende epenetra fin nel più profondo la malizia terribi-le, spaventosa e raccapricciante del peccato. Evede che quello stesso Dio Santo è offeso dal-le sue creature, che si sono ribellate controColui che si È, e si manifesta come volontà disantità contro il peccato.

«Per questo entrando nel mondo Cristo dice:tu non hai voluto né sacrificio né offerta, uncorpo invece mi hai preparato. Non hai gradi-to né olocausti né sacrifici per il peccato. Alloraho detto: “Ecco, io vengo –poiché di me stascritto nel rotolo del Libro– per fare, o Dio!, latua volontà”… ed è appunto per quella volontàche noi siamo stati santificati, per mezzo del-l’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una vol-ta per sempre»8.

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8 Eb 10, 5-7. 10. 9 1 Gv 2, 2.

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In quello stesso istante della sua ricezionedi fronte a Dio, ricolmo della partecipazionedell’Infinito, si volge verso di noi, continuandola sua missione sulla terra –poiché è la Paroladel Padre– di comunicarci tutto il tesoro di no-stro Padre Dio.

E nello stesso istante in cui si volge a noi,riceve il «no» rabbrividente dell’umanità, che dinuovo in Lui dice a Dio di «no»:

«La Luce splende nelle tenebre e le tenebrenon l’hanno accolta. Egli era nel mondo; ilmondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mon-do non lo riconobbe. Venne fra la sua gente,ma i suoi non l’hanno accolto»11.

Istante tremendo di dolore e di tragedia perla Parola infinita Incarnata che, in un idillio diamore, di sapienza, di pienezza, di beatitudinee di felicità, ci sta dicendo la sua vita nella ma-nifestazione di amore più incomprensibile, piùamorosa: l’Incarnazione, che fa sì che Dio siaUomo affinché, dicendo la sua vita agli uomi-ni e incorporandoli a sé, li renda Dio per par-tecipazione!

Nel momento dell’Incarnazione, Cristo, cari-candosi di tutti i peccati di tutti gli uomini, sivolge al Padre e si offre in vittimazione di ri-

39

di pienezza, di possesso, di comunicazionedentro le divine Persone!

E tutto Lui è ricezione dell’infinita donazio-ne di Dio all’uomo. Tutta la sua anima è aper-ta all’impeto amoroso dello Spirito Santo che,per Lui e attraverso di Lui, vuole comunicarsi,in fuoco soggiogante e in impeto saporoso, atutti gli uomini.

D’altra parte, Egli è la Parola infinita nellasua Persona divina, che, unendosi alla sua stes-sa umanità, l’ha resa tanto parola, che tutta l’u-manità di Cristo ormai può essere solo parolaper esprimere, in un idillio di amore, tutta lavita divina agli uomini.

«Dio, che aveva già parlato nei tempi anti-chi molte volte e in diversi modi ai padri permezzo dei profeti, ultimamente, in questi gior-ni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, cheha costituito erede di tutte le cose e per mez-zo del quale ha fatto anche il mondo. QuestoFiglio, che è irradiazione della sua gloria e im-pronta della sua sostanza e sostiene tutto conla potenza della sua parola, dopo aver com-piuto la purificazione dei peccati, si è assiso alladestra della Maestà nell’alto dei cieli»10.

Per cui l’anima di Cristo è tutta apertura erisposta di fronte a Dio, e nella stessa misurain cui lo riceve, gli risponde.

38

10 Eb 1, 1-3. 11 Gv 1, 5. 10-11.

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In quello stesso istante della sua ricezionedi fronte a Dio, ricolmo della partecipazionedell’Infinito, si volge verso di noi, continuandola sua missione sulla terra –poiché è la Paroladel Padre– di comunicarci tutto il tesoro di no-stro Padre Dio.

E nello stesso istante in cui si volge a noi,riceve il «no» rabbrividente dell’umanità, che dinuovo in Lui dice a Dio di «no»:

«La Luce splende nelle tenebre e le tenebrenon l’hanno accolta. Egli era nel mondo; ilmondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mon-do non lo riconobbe. Venne fra la sua gente,ma i suoi non l’hanno accolto»11.

Istante tremendo di dolore e di tragedia perla Parola infinita Incarnata che, in un idillio diamore, di sapienza, di pienezza, di beatitudinee di felicità, ci sta dicendo la sua vita nella ma-nifestazione di amore più incomprensibile, piùamorosa: l’Incarnazione, che fa sì che Dio siaUomo affinché, dicendo la sua vita agli uomi-ni e incorporandoli a sé, li renda Dio per par-tecipazione!

Nel momento dell’Incarnazione, Cristo, cari-candosi di tutti i peccati di tutti gli uomini, sivolge al Padre e si offre in vittimazione di ri-

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di pienezza, di possesso, di comunicazionedentro le divine Persone!

E tutto Lui è ricezione dell’infinita donazio-ne di Dio all’uomo. Tutta la sua anima è aper-ta all’impeto amoroso dello Spirito Santo che,per Lui e attraverso di Lui, vuole comunicarsi,in fuoco soggiogante e in impeto saporoso, atutti gli uomini.

D’altra parte, Egli è la Parola infinita nellasua Persona divina, che, unendosi alla sua stes-sa umanità, l’ha resa tanto parola, che tutta l’u-manità di Cristo ormai può essere solo parolaper esprimere, in un idillio di amore, tutta lavita divina agli uomini.

«Dio, che aveva già parlato nei tempi anti-chi molte volte e in diversi modi ai padri permezzo dei profeti, ultimamente, in questi gior-ni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, cheha costituito erede di tutte le cose e per mez-zo del quale ha fatto anche il mondo. QuestoFiglio, che è irradiazione della sua gloria e im-pronta della sua sostanza e sostiene tutto conla potenza della sua parola, dopo aver com-piuto la purificazione dei peccati, si è assiso alladestra della Maestà nell’alto dei cieli»10.

Per cui l’anima di Cristo è tutta apertura erisposta di fronte a Dio, e nella stessa misurain cui lo riceve, gli risponde.

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10 Eb 1, 1-3. 11 Gv 1, 5. 10-11.

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Sorgente di acque vive, e si sono scavati ci-sterne, cisterne rotte!»12.

Gesù è venuto per darci il segreto amorosodella nostra Famiglia Divina, e trova la durez-za e l’incomprensione dell’immensa maggio-ranza degli uomini che, guardando tutto inmodo umano, non solamente non hanno co-nosciuto Dio, ma non conoscono neanche GesùCristo, suo inviato, e così Egli è, in ogni istan-te della sua vita, vittima di quella mancanza diconoscenza.

La missione di Cristo è farci partecipare del-la vita che il Padre, ardendo nello Spirito Santo,gli comunicò, affinché la depositasse nel senodella Chiesa e questa, con cuore di Madre, cela desse durante tutti i tempi:

«In nessun altro c’è salvezza. Non vi è in-fatti altro nome dato agli uomini sotto il cielonel quale sia stabilito che possiamo essere sal-vati»13. Lavando la macchia dei nostri peccaticon il suo stesso sangue, fece il massimo chepoté fare per noi, suoi fratelli. E ancora conti-nuiamo a non riceverlo!: «Filippo, da tanto tem-po sono con voi e ancora non mi avete cono-sciuto...!»14.

Che solitudine, che incomprensione, che tri-stezza quella dell’anima di Cristo, che vorreb-be mostrarci il Padre, che ci grida in tutta la

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sposta amorosa per tutti noi. Rimanendo in at-teggiamento sacerdotale e in funzione dell’e-sercizio del suo Sacerdozio che lo fa essereColui che riceve la vita divina, Colui che ri-sponde all’Amore infinito, Colui che, nel riem-pimento della sua pienezza, si volge per satu-rare tutti noi di divinità, e Colui che, non es-sendo ricevuto, si ridona al Padre, in rispostadi ridonazione e sacrificio, per espiare in sé, ecosì purificare l’uomo, del «no» rabbrividenteche nuovamente ha ripetuto alla santità infini-ta di Dio.

Ormai Dio ha sulla terra un Uomo che, es-sendo Uomo, è Dio, e che gli risponde eter-namente e infinitamente come Egli merita, anome e in risposta di tutta la creazione! E or-mai l’uomo ha sulla terra Dio che, pur essen-do Dio, è Uomo, e che, facendosi uno di loro,ha una capacità così trascendente, che è capa-ce di ricapitolare in sé tutti gli uomini, e, vol-gendosi davanti a Dio, di riparare per tutti lorocome responsabile di tutta l’umanità!

Gesù, come fratello maggiore che contem-plava sempre la Gioia eterna, aveva una nubecosì grande di tristezza, nel vedersi il Primo-genito e garante di tutti i suoi fratelli, che néamavano Dio né lo cercavano, come Egli stes-so dice: «Hanno abbandonato me, che sono

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12 Ger 2, 13. 13 At 4, 12. 14 Gv 14, 9.

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Sorgente di acque vive, e si sono scavati ci-sterne, cisterne rotte!»12.

Gesù è venuto per darci il segreto amorosodella nostra Famiglia Divina, e trova la durez-za e l’incomprensione dell’immensa maggio-ranza degli uomini che, guardando tutto inmodo umano, non solamente non hanno co-nosciuto Dio, ma non conoscono neanche GesùCristo, suo inviato, e così Egli è, in ogni istan-te della sua vita, vittima di quella mancanza diconoscenza.

La missione di Cristo è farci partecipare del-la vita che il Padre, ardendo nello Spirito Santo,gli comunicò, affinché la depositasse nel senodella Chiesa e questa, con cuore di Madre, cela desse durante tutti i tempi:

«In nessun altro c’è salvezza. Non vi è in-fatti altro nome dato agli uomini sotto il cielonel quale sia stabilito che possiamo essere sal-vati»13. Lavando la macchia dei nostri peccaticon il suo stesso sangue, fece il massimo chepoté fare per noi, suoi fratelli. E ancora conti-nuiamo a non riceverlo!: «Filippo, da tanto tem-po sono con voi e ancora non mi avete cono-sciuto...!»14.

Che solitudine, che incomprensione, che tri-stezza quella dell’anima di Cristo, che vorreb-be mostrarci il Padre, che ci grida in tutta la

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sposta amorosa per tutti noi. Rimanendo in at-teggiamento sacerdotale e in funzione dell’e-sercizio del suo Sacerdozio che lo fa essereColui che riceve la vita divina, Colui che ri-sponde all’Amore infinito, Colui che, nel riem-pimento della sua pienezza, si volge per satu-rare tutti noi di divinità, e Colui che, non es-sendo ricevuto, si ridona al Padre, in rispostadi ridonazione e sacrificio, per espiare in sé, ecosì purificare l’uomo, del «no» rabbrividenteche nuovamente ha ripetuto alla santità infini-ta di Dio.

Ormai Dio ha sulla terra un Uomo che, es-sendo Uomo, è Dio, e che gli risponde eter-namente e infinitamente come Egli merita, anome e in risposta di tutta la creazione! E or-mai l’uomo ha sulla terra Dio che, pur essen-do Dio, è Uomo, e che, facendosi uno di loro,ha una capacità così trascendente, che è capa-ce di ricapitolare in sé tutti gli uomini, e, vol-gendosi davanti a Dio, di riparare per tutti lorocome responsabile di tutta l’umanità!

Gesù, come fratello maggiore che contem-plava sempre la Gioia eterna, aveva una nubecosì grande di tristezza, nel vedersi il Primo-genito e garante di tutti i suoi fratelli, che néamavano Dio né lo cercavano, come Egli stes-so dice: «Hanno abbandonato me, che sono

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12 Ger 2, 13. 13 At 4, 12. 14 Gv 14, 9.

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Gesù, non ci fu nulla di occulto in tutti i seco-li passati o futuri.

I trentatré anni del divino Maestro furonovissuti, in ogni istante della sua vita, nella mas-sima intensità di amore e di dolore, di cui lasua anima è stata piena e ricolma in tutti i mo-menti della sua esistenza.

Gesù viveva il suo momento presente in taleintensità, che, in ogni momento della sua vita,stava patendo nella sua anima, vivendo e sof-frendo tutto ciò che, durante trentatré anni, pas-sò per il suo essere di uomo.

Noi viviamo il nostro momento presente che,con maggiore o minore intensità, passa per nontornare più. Ma non fu così in Gesù che, sic-come vedeva tutto, ogni momento della sua vitamortale fu, non solamente il momento presen-te dei suoi trentatré anni, bensì, in quel mo-mento o istante della sua vita, Egli stava vi-vendo pure tutti i momenti di tutti gli uominie di tutti i tempi.

Togliamo la creatura del tempo e dello spa-zio: Cristo vive con noi, e noi restiamo miste-riosamente uniti a Lui senza distanze di tempoe di luogo, vivendo con Lui nel suo tempo–come Egli visse allora il nostro– il mistero tra-scendente della sua vita, morte e risurrezione.

Togliamo dalla nostra mente il fantasma deltempo, che per la realtà dell’anima di Cristo,

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sua vita, con tutti i suoi miracoli, in tutte le sueopere, sguardi, parole, azioni: Dio...!, Santità...!e consegna del Dio buono...!

Che sarà stato per Cristo, dopo trentatré annidella sua vita mortale, vedere che continuava-mo, in maggioranza, a non ricevere Dio...! Ecome si sarà straziata l’anima, nelle sue lungheore di preghiera, a Lui, che era il Cristo, l’Unto,fatto per offrirsi e per essere immolato...! Cheavrà sentito Gesù, vedendo e vivendo tutti itempi, tutti i peccati di tutti gli uomini, e come,dopo venti secoli –sapendo ciò che Dio meri-tava e la terribilità della sua incessante immo-lazione e sacrificio– continuava a non essere ri-cevuto...!

Che dolore per l’anima di Cristo, che vissein ogni momento della sua vita come il Ricet-tore dell’Amore infinito e vivendo la tragedia ditutta l’umanità durante tutti i tempi...! GiacchéCristo visse profondamente ciascuno dei mo-menti di tutti gli uomini, trascorsi in amore oin dolore, in consegna o in oblio; poiché perLui il suo vivere non era solo la sua propriavita, ma anche la vita di tutti noi in ciascunodei nostri momenti.

L’anima di Gesù, espressione canora dell’es-sersi dell’Essere, quasi in infinità e in espres-sione perfetta, dice, secondo la sua capacità,l’infinito essere di Dio, in modo tale che, per

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Gesù, non ci fu nulla di occulto in tutti i seco-li passati o futuri.

I trentatré anni del divino Maestro furonovissuti, in ogni istante della sua vita, nella mas-sima intensità di amore e di dolore, di cui lasua anima è stata piena e ricolma in tutti i mo-menti della sua esistenza.

Gesù viveva il suo momento presente in taleintensità, che, in ogni momento della sua vita,stava patendo nella sua anima, vivendo e sof-frendo tutto ciò che, durante trentatré anni, pas-sò per il suo essere di uomo.

Noi viviamo il nostro momento presente che,con maggiore o minore intensità, passa per nontornare più. Ma non fu così in Gesù che, sic-come vedeva tutto, ogni momento della sua vitamortale fu, non solamente il momento presen-te dei suoi trentatré anni, bensì, in quel mo-mento o istante della sua vita, Egli stava vi-vendo pure tutti i momenti di tutti gli uominie di tutti i tempi.

Togliamo la creatura del tempo e dello spa-zio: Cristo vive con noi, e noi restiamo miste-riosamente uniti a Lui senza distanze di tempoe di luogo, vivendo con Lui nel suo tempo–come Egli visse allora il nostro– il mistero tra-scendente della sua vita, morte e risurrezione.

Togliamo dalla nostra mente il fantasma deltempo, che per la realtà dell’anima di Cristo,

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sua vita, con tutti i suoi miracoli, in tutte le sueopere, sguardi, parole, azioni: Dio...!, Santità...!e consegna del Dio buono...!

Che sarà stato per Cristo, dopo trentatré annidella sua vita mortale, vedere che continuava-mo, in maggioranza, a non ricevere Dio...! Ecome si sarà straziata l’anima, nelle sue lungheore di preghiera, a Lui, che era il Cristo, l’Unto,fatto per offrirsi e per essere immolato...! Cheavrà sentito Gesù, vedendo e vivendo tutti itempi, tutti i peccati di tutti gli uomini, e come,dopo venti secoli –sapendo ciò che Dio meri-tava e la terribilità della sua incessante immo-lazione e sacrificio– continuava a non essere ri-cevuto...!

Che dolore per l’anima di Cristo, che vissein ogni momento della sua vita come il Ricet-tore dell’Amore infinito e vivendo la tragedia ditutta l’umanità durante tutti i tempi...! GiacchéCristo visse profondamente ciascuno dei mo-menti di tutti gli uomini, trascorsi in amore oin dolore, in consegna o in oblio; poiché perLui il suo vivere non era solo la sua propriavita, ma anche la vita di tutti noi in ciascunodei nostri momenti.

L’anima di Gesù, espressione canora dell’es-sersi dell’Essere, quasi in infinità e in espres-sione perfetta, dice, secondo la sua capacità,l’infinito essere di Dio, in modo tale che, per

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Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò inGalilea»18.

Tutti i momenti della sua vita, dalla man-giatoia sino al consummatum est, furono vissu-ti da Lui in un solo momento presente.

Ma non finisce qui, bensì, in quello stessomomento presente, Gesù soffrì: tutta la tragediaterribile della sua Chiesa con tutte le eresie, gliscismi, con tutto lo strazio di questa, il marti-rio e la persecuzione di ognuno dei suoi mar-tiri, gli abbandoni, le aridità e le desolazioni ditutte le anime, la morte di tutti i santi, le offe-se di tutti i peccatori, i tradimenti di tutti i suoiamici e figli... E questo, non di un tempo, madi tutti i tempi, da Adamo ed Eva, sino alla finedel mondo!

Poveretto Gesù...! La passione cruenta delnostro Cristo, del nostro Dio Incarnato, è statauna manifestazione esterna che esprimeva unpoco la tragedia spaventosa di ogni momentodei trentatré anni della sua esistenza terrena.

Non è che i trentatré anni di Gesù siano sta-ti un momento presente, e che Egli, durante tut-ta la sua vita, abbia visto per parti tutti i tempie abbia sofferto a causa di tutti questi, no; ma

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compendio compatto di tutta la creazione e on-nicomprensivo di tutta essa, passa come a nonessere; e in virtù dell’immensità della sua gran-dezza, è capace di vivere, in ciascuno dei mo-menti della sua vita, la vita di tutti e di ciascu-no degli uomini.

Gesù visse durante i suoi trentatré anni, inogni momento, tutta la sua passione cruenta,con tutti i suoi dolori, le sue agonie e le suetristezze. «Con un battesimo di sangue devo es-sere battezzato e la mia anima è sotto torchiofinché non sia compiuto!»15.

«Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tuttociò che fu scritto dai Profeti riguardo al Figliodell’Uomo si compirà. Sarà consegnato ai pa-gani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi e,dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il ter-zo giorno risorgerà. Ma non compresero nulladi tutto questo, quel parlare restava oscuro perloro e non capivano ciò che egli aveva detto»16.

«“In verità, in verità vi dico: uno di voi mitradirà”. I discepoli si guardarono gli uni gli al-tri, non sapendo di chi parlasse»17.

«Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia inquesta notte. Sta scritto infatti: “Percuoterò il pa-store e saranno disperse le pecore del gregge”.

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15 Lc 12, 50. 16 Lc 18, 31-34. 17 Gv 13, 21-22. 18 Mt 26, 31-32.

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Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò inGalilea»18.

Tutti i momenti della sua vita, dalla man-giatoia sino al consummatum est, furono vissu-ti da Lui in un solo momento presente.

Ma non finisce qui, bensì, in quello stessomomento presente, Gesù soffrì: tutta la tragediaterribile della sua Chiesa con tutte le eresie, gliscismi, con tutto lo strazio di questa, il marti-rio e la persecuzione di ognuno dei suoi mar-tiri, gli abbandoni, le aridità e le desolazioni ditutte le anime, la morte di tutti i santi, le offe-se di tutti i peccatori, i tradimenti di tutti i suoiamici e figli... E questo, non di un tempo, madi tutti i tempi, da Adamo ed Eva, sino alla finedel mondo!

Poveretto Gesù...! La passione cruenta delnostro Cristo, del nostro Dio Incarnato, è statauna manifestazione esterna che esprimeva unpoco la tragedia spaventosa di ogni momentodei trentatré anni della sua esistenza terrena.

Non è che i trentatré anni di Gesù siano sta-ti un momento presente, e che Egli, durante tut-ta la sua vita, abbia visto per parti tutti i tempie abbia sofferto a causa di tutti questi, no; ma

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compendio compatto di tutta la creazione e on-nicomprensivo di tutta essa, passa come a nonessere; e in virtù dell’immensità della sua gran-dezza, è capace di vivere, in ciascuno dei mo-menti della sua vita, la vita di tutti e di ciascu-no degli uomini.

Gesù visse durante i suoi trentatré anni, inogni momento, tutta la sua passione cruenta,con tutti i suoi dolori, le sue agonie e le suetristezze. «Con un battesimo di sangue devo es-sere battezzato e la mia anima è sotto torchiofinché non sia compiuto!»15.

«Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tuttociò che fu scritto dai Profeti riguardo al Figliodell’Uomo si compirà. Sarà consegnato ai pa-gani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi e,dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il ter-zo giorno risorgerà. Ma non compresero nulladi tutto questo, quel parlare restava oscuro perloro e non capivano ciò che egli aveva detto»16.

«“In verità, in verità vi dico: uno di voi mitradirà”. I discepoli si guardarono gli uni gli al-tri, non sapendo di chi parlasse»17.

«Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia inquesta notte. Sta scritto infatti: “Percuoterò il pa-store e saranno disperse le pecore del gregge”.

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15 Lc 12, 50. 16 Lc 18, 31-34. 17 Gv 13, 21-22. 18 Mt 26, 31-32.

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«… Gesù infatti sapeva fin da principio chierano quelli che non credevano e chi era co-lui che lo avrebbe tradito»20.

«In verità ti dico: questa notte stessa primache il gallo canti, mi rinnegherai tre volte»21.

Gesù ha visto e ha vissuto tutti gli istanti del-la nostra vita trascorsi in amore o in disamore,essendo per Lui il suo vivere costante. «A Ge-rusalemme molti credettero… Gesù però non siconfidava con loro, perché conosceva tutti enon aveva bisogno che qualcuno gli desse te-stimonianza su un altro, egli infatti sapeva quel-lo che c’è in ogni uomo»22.

Cosicché, quel momento presente che pernoi a volte diventa tanto insopportabile, e chestiamo desiderando che passi e che, una voltapassato non torni più, in Gesù fu il suo mo-mento presente di trentatré anni; in modo cheEgli visse tutte le mie aridità, le mie tristezze ele mie consegne di amore puro.

«Venite a me, voi tutti, che siete affaticati eoppressi, e Io vi ristorerò»23.

Nell’anima di Gesù, furono vissute tutte lemie sofferenze e gioie, amori e defezioni, es-sendo io sempre per Lui riposo e dolore. E que-sto, non lo visse a momenti, neanche una vol-

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Gesù, siccome visse nel tempo, visse durante isuoi trentatré anni innumerevoli momenti, du-rante tutti i quali Egli vide e patì tutti i tempi.

E se gli fosse stato chiesto:

— Gesù, che stai vivendo in questo mo-mento presente della tua vita mortale?

Egli avrebbe risposto:

— Il mio momento presente è tutta la trage-dia spaventosa di tutta la mia vita e di tutti itempi. Io sto soffrendo nella mia anima, in que-sto momento presente: l’ingratitudine di tutti itempi e di tutti gli uomini nei confronti di Dio;e sto vivendo pure nella mia anima tutti gliamori e le consegne di amore puro delle ani-me fedeli; e sto soffrendo tutte queste infedeltàe sto godendo con tutti questi amori. E noncome una cosa in blocco, no; ma ogni battitodi ogni anima, e ogni momento suo vissuto inamore o in disamore, in consegna o in oblio,è per me il mio momento presente.

«Gesù intanto, visto Natanaele che gli venivaincontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelitain cui non c’è falsità”. Natanaele gli domandò:“Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Primache Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quandoeri sotto il fico”. Gli replicò Natanaele: “Rabbì,Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il Re d’Israele!”»19.

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19 Gv 1, 47-49.

20 Gv 6, 64. 21 Mt 26, 34.

22 Gv 2, 23-25. 23 Mt 11, 28.

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«… Gesù infatti sapeva fin da principio chierano quelli che non credevano e chi era co-lui che lo avrebbe tradito»20.

«In verità ti dico: questa notte stessa primache il gallo canti, mi rinnegherai tre volte»21.

Gesù ha visto e ha vissuto tutti gli istanti del-la nostra vita trascorsi in amore o in disamore,essendo per Lui il suo vivere costante. «A Ge-rusalemme molti credettero… Gesù però non siconfidava con loro, perché conosceva tutti enon aveva bisogno che qualcuno gli desse te-stimonianza su un altro, egli infatti sapeva quel-lo che c’è in ogni uomo»22.

Cosicché, quel momento presente che pernoi a volte diventa tanto insopportabile, e chestiamo desiderando che passi e che, una voltapassato non torni più, in Gesù fu il suo mo-mento presente di trentatré anni; in modo cheEgli visse tutte le mie aridità, le mie tristezze ele mie consegne di amore puro.

«Venite a me, voi tutti, che siete affaticati eoppressi, e Io vi ristorerò»23.

Nell’anima di Gesù, furono vissute tutte lemie sofferenze e gioie, amori e defezioni, es-sendo io sempre per Lui riposo e dolore. E que-sto, non lo visse a momenti, neanche una vol-

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Gesù, siccome visse nel tempo, visse durante isuoi trentatré anni innumerevoli momenti, du-rante tutti i quali Egli vide e patì tutti i tempi.

E se gli fosse stato chiesto:

— Gesù, che stai vivendo in questo mo-mento presente della tua vita mortale?

Egli avrebbe risposto:

— Il mio momento presente è tutta la trage-dia spaventosa di tutta la mia vita e di tutti itempi. Io sto soffrendo nella mia anima, in que-sto momento presente: l’ingratitudine di tutti itempi e di tutti gli uomini nei confronti di Dio;e sto vivendo pure nella mia anima tutti gliamori e le consegne di amore puro delle ani-me fedeli; e sto soffrendo tutte queste infedeltàe sto godendo con tutti questi amori. E noncome una cosa in blocco, no; ma ogni battitodi ogni anima, e ogni momento suo vissuto inamore o in disamore, in consegna o in oblio,è per me il mio momento presente.

«Gesù intanto, visto Natanaele che gli venivaincontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelitain cui non c’è falsità”. Natanaele gli domandò:“Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Primache Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quandoeri sotto il fico”. Gli replicò Natanaele: “Rabbì,Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il Re d’Israele!”»19.

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19 Gv 1, 47-49.

20 Gv 6, 64. 21 Mt 26, 34.

22 Gv 2, 23-25. 23 Mt 11, 28.

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«Vi ho detto queste cose perché non abbia-te a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sina-goghe; anzi, verrà l’ora in cui chiunque vi uc-ciderà crederà di rendere culto a Dio. E farannociò, perché non hanno conosciuto né il Padrené me. Ma io vi ho detto queste cose perché,quando giungerà la loro ora, ricordiate che vene ho parlato; non ve le ho dette dal principio,perché ero con voi»25.

O vivere profondo dell’anima di Cristo...! Ese non bastasse l’intensità di vita per l’animameravigliosa e incomprensibile del nostro Cri-sto, aveva pure in questo momento presente lacontemplazione faccia a faccia della Divinità,contemplazione che lo faceva vivere in ogniistante un momento presente di gloria.

Cosicché nell’anima di Cristo c’erano, in unmomento presente, l’inferno e il cielo, tutti gliamori di tutti i tempi e tutte le tristezze e i di-samori di tutti i secoli!

Che ricchezza racchiude in sé Gesù...! Sem-bra che la mente si rompa davanti alla perfe-zione della sua natura creata, che fu capace divivere, in un’intensità così trascendente e in unostesso istante, tutto il gaudio che gli produce-va la comunicazione familiare che viveva conle divine Persone, e dall’altra parte, il dolore

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ta nella sua vita per ciascun uomo; bensì Gesùvisse, in ogni momento, «tutto» di tutte le ani-me, in tutta la sua vita e in ogni momento pre-sente di essa. Cosicché ha avuto sempre pre-sente tutta la mia vita, dall’Incarnazione sino alCalvario, e non solo la mia vita, ma quella ditutti gli uomini.

Gesù non ebbe altro momento presente nel-la sua vita mortale che un momento. Non è chela sua vita fosse un momento presente, no; ben-sì la vita di Gesù era, in ogni momento, il mo-mento terribile della tragedia di tutti i tempidella vita di tutta la Chiesa, vivendo Gesù inognuno degli istanti della sua vita, come Capodella sua Chiesa, tutta la vita della Chiesa in tut-ti i suoi tempi con la sua realtà terribile di ric-chezza, missione –come prolungamento di Lui–e tragedia al non essere ricevuta; realtà viva cheCristo prolungherà nel seno di questa santaMadre durante tutti i tempi.

«Se il mondo vi odia, sappiate che prima divoi ha odiato me. Se foste del mondo, il mon-do amerebbe ciò che è suo; poiché invece nonsiete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo,per questo il mondo vi odia. Se hanno perse-guitato me, perseguiteranno anche voi; se han-no osservato la mia parola, osserveranno anchela vostra»24.

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24 Gv 15, 18-19. 20. 25 Gv 16, 1-4.

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«Vi ho detto queste cose perché non abbia-te a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sina-goghe; anzi, verrà l’ora in cui chiunque vi uc-ciderà crederà di rendere culto a Dio. E farannociò, perché non hanno conosciuto né il Padrené me. Ma io vi ho detto queste cose perché,quando giungerà la loro ora, ricordiate che vene ho parlato; non ve le ho dette dal principio,perché ero con voi»25.

O vivere profondo dell’anima di Cristo...! Ese non bastasse l’intensità di vita per l’animameravigliosa e incomprensibile del nostro Cri-sto, aveva pure in questo momento presente lacontemplazione faccia a faccia della Divinità,contemplazione che lo faceva vivere in ogniistante un momento presente di gloria.

Cosicché nell’anima di Cristo c’erano, in unmomento presente, l’inferno e il cielo, tutti gliamori di tutti i tempi e tutte le tristezze e i di-samori di tutti i secoli!

Che ricchezza racchiude in sé Gesù...! Sem-bra che la mente si rompa davanti alla perfe-zione della sua natura creata, che fu capace divivere, in un’intensità così trascendente e in unostesso istante, tutto il gaudio che gli produce-va la comunicazione familiare che viveva conle divine Persone, e dall’altra parte, il dolore

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ta nella sua vita per ciascun uomo; bensì Gesùvisse, in ogni momento, «tutto» di tutte le ani-me, in tutta la sua vita e in ogni momento pre-sente di essa. Cosicché ha avuto sempre pre-sente tutta la mia vita, dall’Incarnazione sino alCalvario, e non solo la mia vita, ma quella ditutti gli uomini.

Gesù non ebbe altro momento presente nel-la sua vita mortale che un momento. Non è chela sua vita fosse un momento presente, no; ben-sì la vita di Gesù era, in ogni momento, il mo-mento terribile della tragedia di tutti i tempidella vita di tutta la Chiesa, vivendo Gesù inognuno degli istanti della sua vita, come Capodella sua Chiesa, tutta la vita della Chiesa in tut-ti i suoi tempi con la sua realtà terribile di ric-chezza, missione –come prolungamento di Lui–e tragedia al non essere ricevuta; realtà viva cheCristo prolungherà nel seno di questa santaMadre durante tutti i tempi.

«Se il mondo vi odia, sappiate che prima divoi ha odiato me. Se foste del mondo, il mon-do amerebbe ciò che è suo; poiché invece nonsiete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo,per questo il mondo vi odia. Se hanno perse-guitato me, perseguiteranno anche voi; se han-no osservato la mia parola, osserveranno anchela vostra»24.

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24 Gv 15, 18-19. 20. 25 Gv 16, 1-4.

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e della tragedia che aveva nella sua anima indesideri incontenibili di comunicarsi.

E per questo l’Eucaristia, la crocifissione e lamorte di Cristo con la sua resurrezione glorio-sa sono l’espressione scandita dell’amore di Dioall’uomo, che, arrivando nella sua necessità in-contenibile sino all’estremo, ardendo in desi-deri, come Parola infinita, di esprimerci e di co-municarci la sua missione, in tutto il suo esseredi uomo scoppiò in sangue da tutti i suoi porinel Getsemani; esplicandoci per tutto il suo es-sere sin dove e come ama Dio quando ama, esin dove e come è capace di esprimersi l’Amoreinfinito quando parla.

Così ti si è dato Dio nel suo amore infinito,attraverso Cristo, in idillio d’amore.

Che farà il tuo amore davanti alla Donazioneinfinita che si fece parola affinché tu lo rice-vessi, lo ascoltassi e fossi capace di amarlo edi viverlo?

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del disamore degli uomini che Egli rappresen-tava davanti a Dio.

Come potremo comprendere noi l’amore diDio che così incomprensibilmente, per la no-stra mente umana, ci ama...? In quante manie-re...! In quanta intensità...! Affinché mai dubi-tiamo dell’Amore infinito che, amandoci, non siperdonò nulla per noi.

«Egli che non ha risparmiato il proprio Fi-glio, ma lo ha dato per tutti noi, come non cidonerà ogni cosa insieme con Lui?»26.

Come avrà potuto Cristo, l’Unigenito Figliodell’unico Dio vero, che è venuto a dare la suavita in riscatto per tutti, affinché tramite Lui tro-vassimo la liberazione e la salvezza come figlidi Dio nel Figlio, Dio ed Uomo che Egli era insé, da sé e per sé in virtù della sua divinità ein virtù della sua umanità; ad uno stesso tem-po, contenere in sé tutto l’impeto infinito del-la Divinità che lo spingeva irresistibilmente acomunicarsi agli uomini, e tutto l’impeto rab-brividente, in forza di rifiuto, dell’umanità chegli dice di «no»...? E Lui in mezzo, come pres-sato, tra la donazione di Dio e il rifiuto degliuomini!

Tutto il vivere di Cristo nei suoi trentatréanni fu un’espressione amorosa dell’esperienza

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26 Rm 8, 32.

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e della tragedia che aveva nella sua anima indesideri incontenibili di comunicarsi.

E per questo l’Eucaristia, la crocifissione e lamorte di Cristo con la sua resurrezione glorio-sa sono l’espressione scandita dell’amore di Dioall’uomo, che, arrivando nella sua necessità in-contenibile sino all’estremo, ardendo in desi-deri, come Parola infinita, di esprimerci e di co-municarci la sua missione, in tutto il suo esseredi uomo scoppiò in sangue da tutti i suoi porinel Getsemani; esplicandoci per tutto il suo es-sere sin dove e come ama Dio quando ama, esin dove e come è capace di esprimersi l’Amoreinfinito quando parla.

Così ti si è dato Dio nel suo amore infinito,attraverso Cristo, in idillio d’amore.

Che farà il tuo amore davanti alla Donazioneinfinita che si fece parola affinché tu lo rice-vessi, lo ascoltassi e fossi capace di amarlo edi viverlo?

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del disamore degli uomini che Egli rappresen-tava davanti a Dio.

Come potremo comprendere noi l’amore diDio che così incomprensibilmente, per la no-stra mente umana, ci ama...? In quante manie-re...! In quanta intensità...! Affinché mai dubi-tiamo dell’Amore infinito che, amandoci, non siperdonò nulla per noi.

«Egli che non ha risparmiato il proprio Fi-glio, ma lo ha dato per tutti noi, come non cidonerà ogni cosa insieme con Lui?»26.

Come avrà potuto Cristo, l’Unigenito Figliodell’unico Dio vero, che è venuto a dare la suavita in riscatto per tutti, affinché tramite Lui tro-vassimo la liberazione e la salvezza come figlidi Dio nel Figlio, Dio ed Uomo che Egli era insé, da sé e per sé in virtù della sua divinità ein virtù della sua umanità; ad uno stesso tem-po, contenere in sé tutto l’impeto infinito del-la Divinità che lo spingeva irresistibilmente acomunicarsi agli uomini, e tutto l’impeto rab-brividente, in forza di rifiuto, dell’umanità chegli dice di «no»...? E Lui in mezzo, come pres-sato, tra la donazione di Dio e il rifiuto degliuomini!

Tutto il vivere di Cristo nei suoi trentatréanni fu un’espressione amorosa dell’esperienza

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26 Rm 8, 32.

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28-1-1973

DIO RESPIRA NEL MIO INTERIORE

Quando io mi addentro,con anima adorantee resto in silenzio,nell’intimitàdi un tabernacolo aperto,ascolto il lamentodi Gesù in cordoglio,ascolto il suo sfioraree sento il suo alito…

Ed entrando nella profonditàdel suo pensiero,ciò che di più mi muovenel mio sentimentoè quando io ascolto,dietro il mio silenzio,quel respirarein lenti accenti,quel rintoccaredel suo tenero petto…

Ed avvicino la mia animaper catturarequel palpitaredei suoi sentimenti;

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«Frutti di preghiera»

592. Dio si è fatto una natura umana per in-carnarsi, ed è stata tanto perfetta per volontà del-lo stesso Dio, che non ha avuto né ha potutoavere altra persona che quella divina. (23-9-63)

593. La natura umana di Gesù non ha avutobisogno di persona umana per essere perfetta,perché è stata creata per unirsi alla persona di-vina nel Verbo. (23-9-63)

594. Se la natura umana di Gesù avesse do-vuto avere persona umana per essere perfetta,non si sarebbe potuto incarnare il Verbo in essa.(23-9-63)

595. Dio si effonde tanto sovrabbondante-mente sull’umanità di Cristo in unzione sacra,che tutta questa umanità, aderendo alla Divi-nità, può dire per la sua persona divina: «Iosono Colui che Sono»1. (15-10-74)

596. Quando guardo il Verbo Incarnato comeDio, vedo in Lui tutta la perfezione infinita del-la Divinità; e quando lo guardo come uomo, lovedo ricapitolazione perfetta di tutta l’umanità.(15-10-74)

55

ed ascolto il tac… tac…che, nel suo cuore,l’amore ha aperto.

E mentre respiral’Alito eterno,io respiro in Luinel modo in cui posso,per corrisponderecon il mio respirareai suoi sentimenti.

Quando Dio palpitadentro il mio petto,io rispondo in dononel modo in cui posso.

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1 Es 3, 14.

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«Frutti di preghiera»

592. Dio si è fatto una natura umana per in-carnarsi, ed è stata tanto perfetta per volontà del-lo stesso Dio, che non ha avuto né ha potutoavere altra persona che quella divina. (23-9-63)

593. La natura umana di Gesù non ha avutobisogno di persona umana per essere perfetta,perché è stata creata per unirsi alla persona di-vina nel Verbo. (23-9-63)

594. Se la natura umana di Gesù avesse do-vuto avere persona umana per essere perfetta,non si sarebbe potuto incarnare il Verbo in essa.(23-9-63)

595. Dio si effonde tanto sovrabbondante-mente sull’umanità di Cristo in unzione sacra,che tutta questa umanità, aderendo alla Divi-nità, può dire per la sua persona divina: «Iosono Colui che Sono»1. (15-10-74)

596. Quando guardo il Verbo Incarnato comeDio, vedo in Lui tutta la perfezione infinita del-la Divinità; e quando lo guardo come uomo, lovedo ricapitolazione perfetta di tutta l’umanità.(15-10-74)

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ed ascolto il tac… tac…che, nel suo cuore,l’amore ha aperto.

E mentre respiral’Alito eterno,io respiro in Luinel modo in cui posso,per corrisponderecon il mio respirareai suoi sentimenti.

Quando Dio palpitadentro il mio petto,io rispondo in dononel modo in cui posso.

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1 Es 3, 14.

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4-9-1975

TU MI GUARDI… IO TI GUARDO…

Il tuo sguardo è il riposodella mia anima affaticata,che mi carezza silentenelle mie nostalgie cariche.

Tu mi guardi quando penoe quando, in glorie, mi abbracci,essendo astro brillante nelle mie nottie ombra nelle mie lunghe marce.

Tu mi guardi, io ti guardo,in un dire senza paroleche sono amori profonditra l’Amore e l’amata.

Io conosco i segretidel guardare dei tuoi sguardi,penetro i tuoi pensieri,quando i tuoi occhi mi parlano.

Tutto capisco al guardarti,anche se Tu non mi dici niente,perché sono «verbi» i tuoi occhiin infinita Parola.

57

597. La perfezione di Cristo è tanto ricca, cheè capace di abbracciare, non soltanto perché èDio nella sua natura divina, ma perché è uomonella perfezione e per la perfezione della suanatura umana, tutta la creazione con tutte lesue creature, i suoi tempi e le sue circostanze,essendo Egli, misteriosamente, il compendiocompatto di tutta la creazione. (15-10-74)

598. Gesù possiede la penetrazione completae onnicomprensiva di tutte le cose nella loroprofondità, ampiezza e lunghezza, per esserepiù grande e perfetto di tutte le cose nella suanatura umana. (26-10-74)

599. Gesù è la sapienza eterna del Padre inEspressione canora; è la Luce dello Splendoreeterno; è il tutto infinito di Dio in scansioneamorosa di conversazione divina e umana; percui, quando sto con Lui, sto davanti alla com-patta onnicomprensione che racchiude in séquanto è Colui che si È e quanto è tutta la crea-zione. (14-9-74)

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4-9-1975

TU MI GUARDI… IO TI GUARDO…

Il tuo sguardo è il riposodella mia anima affaticata,che mi carezza silentenelle mie nostalgie cariche.

Tu mi guardi quando penoe quando, in glorie, mi abbracci,essendo astro brillante nelle mie nottie ombra nelle mie lunghe marce.

Tu mi guardi, io ti guardo,in un dire senza paroleche sono amori profonditra l’Amore e l’amata.

Io conosco i segretidel guardare dei tuoi sguardi,penetro i tuoi pensieri,quando i tuoi occhi mi parlano.

Tutto capisco al guardarti,anche se Tu non mi dici niente,perché sono «verbi» i tuoi occhiin infinita Parola.

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597. La perfezione di Cristo è tanto ricca, cheè capace di abbracciare, non soltanto perché èDio nella sua natura divina, ma perché è uomonella perfezione e per la perfezione della suanatura umana, tutta la creazione con tutte lesue creature, i suoi tempi e le sue circostanze,essendo Egli, misteriosamente, il compendiocompatto di tutta la creazione. (15-10-74)

598. Gesù possiede la penetrazione completae onnicomprensiva di tutte le cose nella loroprofondità, ampiezza e lunghezza, per esserepiù grande e perfetto di tutte le cose nella suanatura umana. (26-10-74)

599. Gesù è la sapienza eterna del Padre inEspressione canora; è la Luce dello Splendoreeterno; è il tutto infinito di Dio in scansioneamorosa di conversazione divina e umana; percui, quando sto con Lui, sto davanti alla com-patta onnicomprensione che racchiude in séquanto è Colui che si È e quanto è tutta la crea-zione. (14-9-74)

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«Frutti di preghiera»

600. La mia anima è impregnata di luce sem-plice e profonda sul mistero del VerboIncarnato, possessore, dominatore e contenito-re del tempo e della distanza, per vivere contutti e ciascuno dei suoi figli in tutti i secoli, eper fare in modo che l’anima-Chiesa, illumi-nata dalla fede e dalla carità dello Spirito Santo,lo viva realmente, anche se misteriosamente, inogni momento della sua vita. (24-10-74)

601. Per la perfezione dell’anima di Cristo nonesiste il tempo in quanto il suo mistero si rea-lizza a favore di tutti gli uomini di tutti i tem-pi. (15-10-74)

602. È lo stesso dire che Gesù visse trentatréanni e li estese a tutti i tempi, o dire che vis-se tutti i tempi e li ridusse visibilmente a tren-tatré anni. Questi trentatré anni sono stati la ma-nifestazione, davanti agli uomini, della realtàonnicomprensiva di tutta la creazione e di tut-ti secoli che Egli era. (15-10-74)

605. Per la perfezione del suo essere, il som-mo ed eterno Sacerdote fu capace di conteneretutti gli uomini nell’immensità della sua onni-comprensione, ed è capace di vivere, attraversola Chiesa e per mezzo della Liturgia, con e per

59

Gesù, quando Tu mi guardiin richieste sacre,la mia anima prorompe in vulcanidi refrigeranti fiamme,

e, in ridonazione silente,sotto la tua brezza tacita,arresa in adorazione,ti rispondo innamorata.

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«Frutti di preghiera»

600. La mia anima è impregnata di luce sem-plice e profonda sul mistero del VerboIncarnato, possessore, dominatore e contenito-re del tempo e della distanza, per vivere contutti e ciascuno dei suoi figli in tutti i secoli, eper fare in modo che l’anima-Chiesa, illumi-nata dalla fede e dalla carità dello Spirito Santo,lo viva realmente, anche se misteriosamente, inogni momento della sua vita. (24-10-74)

601. Per la perfezione dell’anima di Cristo nonesiste il tempo in quanto il suo mistero si rea-lizza a favore di tutti gli uomini di tutti i tem-pi. (15-10-74)

602. È lo stesso dire che Gesù visse trentatréanni e li estese a tutti i tempi, o dire che vis-se tutti i tempi e li ridusse visibilmente a tren-tatré anni. Questi trentatré anni sono stati la ma-nifestazione, davanti agli uomini, della realtàonnicomprensiva di tutta la creazione e di tut-ti secoli che Egli era. (15-10-74)

605. Per la perfezione del suo essere, il som-mo ed eterno Sacerdote fu capace di conteneretutti gli uomini nell’immensità della sua onni-comprensione, ed è capace di vivere, attraversola Chiesa e per mezzo della Liturgia, con e per

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Gesù, quando Tu mi guardiin richieste sacre,la mia anima prorompe in vulcanidi refrigeranti fiamme,

e, in ridonazione silente,sotto la tua brezza tacita,arresa in adorazione,ti rispondo innamorata.

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611. La mia vita di fede, speranza e carità, mitoglie la dimensione del tempo, questo è piùpiccoletto di me, tanto che per la mia anima-Chiesa non esistono le sue distanze e le suefrontiere. (24-10-74)

613. Il Verbo Incarnato è più antico, più du-raturo e più ampio di tutti i tempi, e io sonoinnestata in Lui direttamente, come membrodel suo stesso corpo; pertanto, vivendo dellasua realtà così come è, e saziandomi delle sor-genti che sgorgano dal suo petto benedetto,trascendo i tempi e m’immergo nell’eternità.(15-10-74)

614. Poiché Cristo è la contenzione di tutti itempi e l’onnicomprensione della creazione,Egli è la frontiera con l’eternità e la stessa eter-nità senza frontiere, per il fatto di essere Dio euomo. (29-10-70)

615. La più perfetta immagine, come creatura,della perfezione infinita, è Gesù in quanto vi-ve e opera; e perciò è capace di contenere insé tutto il piano di Dio terminato e compiuto.(25-10-74)

616. Il Verbo è venuto a comunicarci il gran-de messaggio divino, e questo messaggio cel’ha detto nell’Incarnazione, a Betlemme, a Na-zareth..., nella sua predicazione e nella croci-

61

tutti gli uomini. Perciò è possibile che tutti gliuomini, nel loro tempo, vivano del suo mistero.(15-10-74)

607. Quando mi unisco al Verbo Incarnato, peril mio inserimento in Lui, mi unisco anche alPadre ed allo Spirito Santo, passando a viverela loro stessa vita, per partecipazione, ed es-sendo essi UNO in me –non uno con me–; inquesto stesso inserimento mi unisco con gli uo-mini di tutti i tempi ed essi con me, essendotutti uno in Cristo, e, per mezzo di Lui, fra dinoi, vivendo tutti uniti con e nella FamigliaDivina. (13-7-66)

608. Il tempo e la distanza sono come un mo-stro gigantesco che tenta di frapporsi tra Cristoe noi per separarci. Ma, come potrà essere que-sto se il nostro spirito vive perché è membrodi Cristo ed è vitalmente unito a Lui? (15-10-74)

609. Il giorno in cui il Verbo Incarnato mi in-nestò in Sé, tolse misteriosamente fra Lui e mela distanza ed il tempo. Egli incominciò ad es-sere il mio Capo e io membro del suo Corpo.(15-10-74)

610. Io me ne rido del fantasma del tempo,che appare come separatore del mistero diCristo con noi. (24-10-74)

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611. La mia vita di fede, speranza e carità, mitoglie la dimensione del tempo, questo è piùpiccoletto di me, tanto che per la mia anima-Chiesa non esistono le sue distanze e le suefrontiere. (24-10-74)

613. Il Verbo Incarnato è più antico, più du-raturo e più ampio di tutti i tempi, e io sonoinnestata in Lui direttamente, come membrodel suo stesso corpo; pertanto, vivendo dellasua realtà così come è, e saziandomi delle sor-genti che sgorgano dal suo petto benedetto,trascendo i tempi e m’immergo nell’eternità.(15-10-74)

614. Poiché Cristo è la contenzione di tutti itempi e l’onnicomprensione della creazione,Egli è la frontiera con l’eternità e la stessa eter-nità senza frontiere, per il fatto di essere Dio euomo. (29-10-70)

615. La più perfetta immagine, come creatura,della perfezione infinita, è Gesù in quanto vi-ve e opera; e perciò è capace di contenere insé tutto il piano di Dio terminato e compiuto.(25-10-74)

616. Il Verbo è venuto a comunicarci il gran-de messaggio divino, e questo messaggio cel’ha detto nell’Incarnazione, a Betlemme, a Na-zareth..., nella sua predicazione e nella croci-

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tutti gli uomini. Perciò è possibile che tutti gliuomini, nel loro tempo, vivano del suo mistero.(15-10-74)

607. Quando mi unisco al Verbo Incarnato, peril mio inserimento in Lui, mi unisco anche alPadre ed allo Spirito Santo, passando a viverela loro stessa vita, per partecipazione, ed es-sendo essi UNO in me –non uno con me–; inquesto stesso inserimento mi unisco con gli uo-mini di tutti i tempi ed essi con me, essendotutti uno in Cristo, e, per mezzo di Lui, fra dinoi, vivendo tutti uniti con e nella FamigliaDivina. (13-7-66)

608. Il tempo e la distanza sono come un mo-stro gigantesco che tenta di frapporsi tra Cristoe noi per separarci. Ma, come potrà essere que-sto se il nostro spirito vive perché è membrodi Cristo ed è vitalmente unito a Lui? (15-10-74)

609. Il giorno in cui il Verbo Incarnato mi in-nestò in Sé, tolse misteriosamente fra Lui e mela distanza ed il tempo. Egli incominciò ad es-sere il mio Capo e io membro del suo Corpo.(15-10-74)

610. Io me ne rido del fantasma del tempo,che appare come separatore del mistero diCristo con noi. (24-10-74)

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22-9-1974

LA MIA MISSIONE È ESSERE ECO

Il giorno 19, durante il santo Sacrificio del-l’altare, sanguinando di dolore nel mio spirito,ho guardato Gesù ed ho compreso più che maiil perché della profondità del suo vivere, del-l’abbandono in cui si trova per le sue pene edella tragedia del suo cuore… Ho visto la gran-dezza della perfezione dell’anima di Cristo, ca-pace di abbracciare tutti gli uomini di tutti itempi, dando loro amore e ricevendo tradi-menti… Ho intravisto la finezza penetrante, laperfezione e la profondità profonda dell’amorecon cui ci ama.

Sembra come se fossi penetrata in ciò che ac-cadeva nell’anima di Cristo durante la sua croci-fissione: i dolori del suo corpo non erano altroche una manifestazione piccolissima delle peneprofonde che sommergevano il suo spirito…

Quali sanguinanti ferite, aperte e non cica-trizzate, aveva dentro la sua anima santissima…!Che abbandono da parte degli uomini…! Cheagonie quelle del suo cuore! Che amore…! Checapacità, potendo abbracciare tutti e ciascuno

63

fissione; e continua a comunicarcelo nellaChiesa durante tutti i tempi, per mezzo dellaLiturgia, e anche nell’intimità dell’anima e nel-la preghiera, presso l’Eucaristia, dove in idilliod’amore silenzioso Colui che È ci dice il suoamore infinito come Parola eterna del Padre.(1-2-64)

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22-9-1974

LA MIA MISSIONE È ESSERE ECO

Il giorno 19, durante il santo Sacrificio del-l’altare, sanguinando di dolore nel mio spirito,ho guardato Gesù ed ho compreso più che maiil perché della profondità del suo vivere, del-l’abbandono in cui si trova per le sue pene edella tragedia del suo cuore… Ho visto la gran-dezza della perfezione dell’anima di Cristo, ca-pace di abbracciare tutti gli uomini di tutti itempi, dando loro amore e ricevendo tradi-menti… Ho intravisto la finezza penetrante, laperfezione e la profondità profonda dell’amorecon cui ci ama.

Sembra come se fossi penetrata in ciò che ac-cadeva nell’anima di Cristo durante la sua croci-fissione: i dolori del suo corpo non erano altroche una manifestazione piccolissima delle peneprofonde che sommergevano il suo spirito…

Quali sanguinanti ferite, aperte e non cica-trizzate, aveva dentro la sua anima santissima…!Che abbandono da parte degli uomini…! Cheagonie quelle del suo cuore! Che amore…! Checapacità, potendo abbracciare tutti e ciascuno

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fissione; e continua a comunicarcelo nellaChiesa durante tutti i tempi, per mezzo dellaLiturgia, e anche nell’intimità dell’anima e nel-la preghiera, presso l’Eucaristia, dove in idilliod’amore silenzioso Colui che È ci dice il suoamore infinito come Parola eterna del Padre.(1-2-64)

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Page 63: Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

tissima, sapendo, nel senso di assaporare, la suadonazione amorosa agli uomini…! Mai peròcome in questo giorno ho scoperto questo«punto» sanguinante del suo spirito, dove tut-ti e ciascuno di noi uomini, come una frecciaacuta in trafiggente penetrare, siamo introdottinel suo intimo.

Gesù è il «Grido sanguinante» dell’Amore in-finito in donazione amorosa agli uomini, e larisposta dell’uomo all’Amore infinito. È il «ber-saglio» dove le saette incandescenti dello stes-so Amore infinito sono lanciate, e il «bersaglio»pure dove tutti gli uomini, come frecce, manmano lo saettano in amore o in dolore, in con-segna o in ingratitudine.

Anima di Cristo, sconosciuta…! Cuore diGesù, trafitto, ricettore vivente di amore e diingratitudine…! Lascia che, fatta una sola cosacon il mio Spirito Santo, con il mio Spirito mio,io vada baciando, come cicatrizzazione di amo-re, tutte e ciascuna di quelle ferite pungentiche sono per te un «no» in durezza di ingra-titudine…

Io oggi ho bisogno di essere con lo SpiritoSanto bacio di consolazione amorosa che ti dicaeternità, risposta di coloro che ami, e consegnadi incondizionata donazione. Poiché pure io,davanti alla contemplazione del tuo duro pe-nare, ho visto in un istante che il mio vivere è

65

di noi, in quell’istante della sua vita, con tuttie con ciascuno degli amori o delle ingratitudi-ni delle nostre vite…!

Ma che ferita ho visto nell’anima di Cristo...!Come era sanguinante e pungente ciascuno dinoi nel suo spirito! Sono rimasta inorridita dal fat-to che Cristo potesse resistere a tanto dolore…!

Ciascuno degli uomini era come una frecciache feriva, la quale l’impeto infinito dello SpiritoSanto, il giorno dell’Incarnazione, incrostò nelsuo spirito con la sfumatura personale di cia-scuno… Quale fecondità quella della sua pa-ternità che prorompe in redenzione…!

Ho vissuto molto profondamente il misterosanguinante dell’Amore infinito non amato, sco-nosciuto e abbandonato, penetrando dolorosa-mente questa frase della Sacra Scrittura: «Cercaichi mi consolasse e non lo trovai…»1.

Quale tragica desolazione quella di Gesù sul-la croce…! Quale abbandono nella profonditàprofonda dell’abisso del suo cuore! Quale acu-ta tristezza avvolgeva tutto il suo essere, checercava, come Amore infinito, amore da colo-ro che amava, in risposta alla consegna gratui-ta della sua donazione…!

Quante volte durante tutta la mia vita sonostata introdotta da Cristo nella sua anima san-

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1 Sal 68, 20.

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tissima, sapendo, nel senso di assaporare, la suadonazione amorosa agli uomini…! Mai peròcome in questo giorno ho scoperto questo«punto» sanguinante del suo spirito, dove tut-ti e ciascuno di noi uomini, come una frecciaacuta in trafiggente penetrare, siamo introdottinel suo intimo.

Gesù è il «Grido sanguinante» dell’Amore in-finito in donazione amorosa agli uomini, e larisposta dell’uomo all’Amore infinito. È il «ber-saglio» dove le saette incandescenti dello stes-so Amore infinito sono lanciate, e il «bersaglio»pure dove tutti gli uomini, come frecce, manmano lo saettano in amore o in dolore, in con-segna o in ingratitudine.

Anima di Cristo, sconosciuta…! Cuore diGesù, trafitto, ricettore vivente di amore e diingratitudine…! Lascia che, fatta una sola cosacon il mio Spirito Santo, con il mio Spirito mio,io vada baciando, come cicatrizzazione di amo-re, tutte e ciascuna di quelle ferite pungentiche sono per te un «no» in durezza di ingra-titudine…

Io oggi ho bisogno di essere con lo SpiritoSanto bacio di consolazione amorosa che ti dicaeternità, risposta di coloro che ami, e consegnadi incondizionata donazione. Poiché pure io,davanti alla contemplazione del tuo duro pe-nare, ho visto in un istante che il mio vivere è

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di noi, in quell’istante della sua vita, con tuttie con ciascuno degli amori o delle ingratitudi-ni delle nostre vite…!

Ma che ferita ho visto nell’anima di Cristo...!Come era sanguinante e pungente ciascuno dinoi nel suo spirito! Sono rimasta inorridita dal fat-to che Cristo potesse resistere a tanto dolore…!

Ciascuno degli uomini era come una frecciache feriva, la quale l’impeto infinito dello SpiritoSanto, il giorno dell’Incarnazione, incrostò nelsuo spirito con la sfumatura personale di cia-scuno… Quale fecondità quella della sua pa-ternità che prorompe in redenzione…!

Ho vissuto molto profondamente il misterosanguinante dell’Amore infinito non amato, sco-nosciuto e abbandonato, penetrando dolorosa-mente questa frase della Sacra Scrittura: «Cercaichi mi consolasse e non lo trovai…»1.

Quale tragica desolazione quella di Gesù sul-la croce…! Quale abbandono nella profonditàprofonda dell’abisso del suo cuore! Quale acu-ta tristezza avvolgeva tutto il suo essere, checercava, come Amore infinito, amore da colo-ro che amava, in risposta alla consegna gratui-ta della sua donazione…!

Quante volte durante tutta la mia vita sonostata introdotta da Cristo nella sua anima san-

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1 Sal 68, 20.

Page 65: Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

Egli chiede con necessità urgente la nostrarisposta al suo amore infinito: «Siano uno, oPadre!, come Tu ed Io siamo uno»2 e che «dovesono Io siano anche quelli che mi hai dato»3.Che siano «lì», o Padre!, nel tuo seno e nel mioseno, affinché siano uno con noi nell’amoredello Spirito Santo.

Ma la capacità di Cristo è tanto grande, tan-to perfetta, tanto, tanto!, che con tutti e cia-scuno degli uomini ha questa medesima espe-rienza di tragedia d’amore che si consegna eche esige risposta.

Quanto ho compreso in questo giorno…!Come mi sono sperimentata riflessa in Cristo…!Come ho capito bene il dolore acuto che l’a-more infinito dello Spirito Santo aveva apertonella sua anima quando gli ha introdotto unodopo l’altro, come in dardo d’amore, ciascunodegli uomini! Perché era l’amore infinito delloSpirito Santo quello che, realizzando l’Incarna-zione nel seno della Signora, spingeva tutti nel-l’impeto del suo fuoco, introducendoli nell’ani-ma di Cristo…! Tutto è opera dello SpiritoSanto, perché è opera dell’Amore di Dio neiconfronti dell’uomo…

E lo stesso giorno dell’Incarnazione, Cristo,che era l’Amore infinito per la sua persona di-

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ripercussione del tuo vivere, in espressione pic-colina del mio essere Chiesa.

Tutta la vita del Verbo Incarnato sulla terraè stata un mistero di amore e di abbandono, diconsegna da parte sua e di ingratitudine dallanostra. Quale capacità di ricezione quella del-la sua anima…!

Lo Spirito Santo, spinto dalla volontà delPadre, bacia l’anima di Cristo «lì», dove cia-scuno degli uomini sono una realtà viva, vis-suta e amata dal nostro Redentore…

La redenzione è la consegna dell’Amore chemuore di amore, amando, dal tanto amare…! Etutta l’intensità e l’estensione dei dolori fisici diGesù sono stati soltanto una manifestazioneverso fuori del dolore acuto che, nel profondodella sua anima, Egli viveva in relazione agliuomini.

Cristo era in tutto il suo essere un «Grido»di amore che viveva in nostalgia aspettando isuoi figli…, gridando, nel silenzio del suo do-lore, in necessità di diventare una sola cosa contutti coloro che la volontà del Padre gli ha datoper l’impulso e l’amore dello Spirito Santo.

Per questo Gesù è un mistero di amore e dimancanza di consolazione, di consegna e di ri-fiuto da parte dei suoi figli; di supplica e di mi-stero, che nella nostalgia del suo cuore, recla-ma la pienezza del possesso di coloro che ama.

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2 Gv 17, 22. 3 Gv 17, 24.

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Egli chiede con necessità urgente la nostrarisposta al suo amore infinito: «Siano uno, oPadre!, come Tu ed Io siamo uno»2 e che «dovesono Io siano anche quelli che mi hai dato»3.Che siano «lì», o Padre!, nel tuo seno e nel mioseno, affinché siano uno con noi nell’amoredello Spirito Santo.

Ma la capacità di Cristo è tanto grande, tan-to perfetta, tanto, tanto!, che con tutti e cia-scuno degli uomini ha questa medesima espe-rienza di tragedia d’amore che si consegna eche esige risposta.

Quanto ho compreso in questo giorno…!Come mi sono sperimentata riflessa in Cristo…!Come ho capito bene il dolore acuto che l’a-more infinito dello Spirito Santo aveva apertonella sua anima quando gli ha introdotto unodopo l’altro, come in dardo d’amore, ciascunodegli uomini! Perché era l’amore infinito delloSpirito Santo quello che, realizzando l’Incarna-zione nel seno della Signora, spingeva tutti nel-l’impeto del suo fuoco, introducendoli nell’ani-ma di Cristo…! Tutto è opera dello SpiritoSanto, perché è opera dell’Amore di Dio neiconfronti dell’uomo…

E lo stesso giorno dell’Incarnazione, Cristo,che era l’Amore infinito per la sua persona di-

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ripercussione del tuo vivere, in espressione pic-colina del mio essere Chiesa.

Tutta la vita del Verbo Incarnato sulla terraè stata un mistero di amore e di abbandono, diconsegna da parte sua e di ingratitudine dallanostra. Quale capacità di ricezione quella del-la sua anima…!

Lo Spirito Santo, spinto dalla volontà delPadre, bacia l’anima di Cristo «lì», dove cia-scuno degli uomini sono una realtà viva, vis-suta e amata dal nostro Redentore…

La redenzione è la consegna dell’Amore chemuore di amore, amando, dal tanto amare…! Etutta l’intensità e l’estensione dei dolori fisici diGesù sono stati soltanto una manifestazioneverso fuori del dolore acuto che, nel profondodella sua anima, Egli viveva in relazione agliuomini.

Cristo era in tutto il suo essere un «Grido»di amore che viveva in nostalgia aspettando isuoi figli…, gridando, nel silenzio del suo do-lore, in necessità di diventare una sola cosa contutti coloro che la volontà del Padre gli ha datoper l’impulso e l’amore dello Spirito Santo.

Per questo Gesù è un mistero di amore e dimancanza di consolazione, di consegna e di ri-fiuto da parte dei suoi figli; di supplica e di mi-stero, che nella nostalgia del suo cuore, recla-ma la pienezza del possesso di coloro che ama.

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2 Gv 17, 22. 3 Gv 17, 24.

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la Chiesa mia», ma l’Eco dell’anima di Cristo;ed ho saputo del suo amore e del suo dolore,della sua grandezza di spirito e del frutto del-la sua fecondità che lo fa morire in nostalgia diamore per coloro che ama.

Cristo si è rivolto al Padre volendolo glori-ficare, e ci è riuscito nel modo sanguinante chenella sua natura umana ha potuto. Ma il Padre,affinché il dolore di suo Figlio in frutto di ri-parazione per Sé e in manifestazione di amoreper le anime sia più forte, davanti all’agonia delsuo cuore, lo ha lasciato in silenzio di morte…

Gesù cerca consolazione negli Apostoli, epure un silenzio di morte gli ha risposto…!Come aveva bisogno Gesù in quei momenti didolore, della vicinanza spirituale e fisica di co-loro che amava…! Ma, nella dimostrazione to-tale del suo abbandono, era solo…! C’era lì suaMadre e il discepolo che Egli amava… Così siè pure sentita la mia anima come «Eco» pic-colina dell’anima di Gesù: cercò nel suo ago-gnare…, nella sua nostalgia…, nella morte san-guinante che gli produceva la ferita del suospirito… cercò […] le anime, ed erano lonta-no…!, molto lontano…!

Com’è grande essere «Eco della Chiesamia»…! Com’è grande essere Eco di Gesù e diMaria…! Com’è piccolina l’eco…!; solo e sem-pre ripete… Non ha altra capacità né sa fare

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vina, è rimasto vittimato nella sua anima san-tissima dalla ricezione di questo stesso Amoree dall’ingratitudine di tutti noi uomini, che, di-cendogli di «no», lo ferivamo nel più profon-do e sacro del midollo del suo spirito.

Come ho compreso in questo giorno ciò cheera ciascuno di noi per la sua anima santissi-ma…! E vedendolo sulla croce, come un bran-dello, ho compreso pure che la mia pena erasolo riflesso della sua, perché era amore diSpirito Santo e frutto di quell’amore straziato…

Come mi vidi riflessa nell’anima di Cristo…!Ebbene vidi pure la mia anima come un bran-dello, sfinita e ferita nel più intimo e recondi-to, lì, dove solo Dio dimora per Sé e per me,e dove sono […] le anime che Dio introducenel profondo del midollo del mio spirito…

E in quello stesso istante ho sentito la ca-rezza dell’Amore infinito in Bacio di SpiritoSanto, in affetto di Sposo, in protezione di con-solazione e in balsamo refrigerante che cica-trizza le ferite del midollo del mio essere: «Vilascio la pace, vi do la mia pace; non come ladà il mondo, Io la do a voi»4.

Ho guardato Gesù e mi ha guardato… e misono sentita nuovamente, non solo l’«Eco del-

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4 Gv 14, 27.

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la Chiesa mia», ma l’Eco dell’anima di Cristo;ed ho saputo del suo amore e del suo dolore,della sua grandezza di spirito e del frutto del-la sua fecondità che lo fa morire in nostalgia diamore per coloro che ama.

Cristo si è rivolto al Padre volendolo glori-ficare, e ci è riuscito nel modo sanguinante chenella sua natura umana ha potuto. Ma il Padre,affinché il dolore di suo Figlio in frutto di ri-parazione per Sé e in manifestazione di amoreper le anime sia più forte, davanti all’agonia delsuo cuore, lo ha lasciato in silenzio di morte…

Gesù cerca consolazione negli Apostoli, epure un silenzio di morte gli ha risposto…!Come aveva bisogno Gesù in quei momenti didolore, della vicinanza spirituale e fisica di co-loro che amava…! Ma, nella dimostrazione to-tale del suo abbandono, era solo…! C’era lì suaMadre e il discepolo che Egli amava… Così siè pure sentita la mia anima come «Eco» pic-colina dell’anima di Gesù: cercò nel suo ago-gnare…, nella sua nostalgia…, nella morte san-guinante che gli produceva la ferita del suospirito… cercò […] le anime, ed erano lonta-no…!, molto lontano…!

Com’è grande essere «Eco della Chiesamia»…! Com’è grande essere Eco di Gesù e diMaria…! Com’è piccolina l’eco…!; solo e sem-pre ripete… Non ha altra capacità né sa fare

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vina, è rimasto vittimato nella sua anima san-tissima dalla ricezione di questo stesso Amoree dall’ingratitudine di tutti noi uomini, che, di-cendogli di «no», lo ferivamo nel più profon-do e sacro del midollo del suo spirito.

Come ho compreso in questo giorno ciò cheera ciascuno di noi per la sua anima santissi-ma…! E vedendolo sulla croce, come un bran-dello, ho compreso pure che la mia pena erasolo riflesso della sua, perché era amore diSpirito Santo e frutto di quell’amore straziato…

Come mi vidi riflessa nell’anima di Cristo…!Ebbene vidi pure la mia anima come un bran-dello, sfinita e ferita nel più intimo e recondi-to, lì, dove solo Dio dimora per Sé e per me,e dove sono […] le anime che Dio introducenel profondo del midollo del mio spirito…

E in quello stesso istante ho sentito la ca-rezza dell’Amore infinito in Bacio di SpiritoSanto, in affetto di Sposo, in protezione di con-solazione e in balsamo refrigerante che cica-trizza le ferite del midollo del mio essere: «Vilascio la pace, vi do la mia pace; non come ladà il mondo, Io la do a voi»4.

Ho guardato Gesù e mi ha guardato… e misono sentita nuovamente, non solo l’«Eco del-

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4 Gv 14, 27.

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Quante volte, come Gesù, inchiodata allacroce, cerco la vicinanza dei miei, e non la tro-vo…! E benché lo Spirito Santo sia vicino, den-tro l’anima, baciandola e volendole bene, lostesso Spirito Santo la spinge a reclamare co-loro che ama in fiamme di amore e di risposta.

Com’è duro essere «Eco» della Chiesa, diCristo e di Maria, nel paese del disamore…! Maoggi, per una misericordia di Dio, ho compre-so il soffrire tragico di questi giorni nella pro-fondità del mio cuore, in quel punto dove Diodimora e dove lo Spirito Santo mi bacia conamore di Sposo, [...]; perché la redenzione ècosì!: amore di consegna e risposta di abban-dono…, richiesta di amori e nostalgia di colo-ro che amiamo…, reclami di estensione sullacroce e ricerca, la maggior parte delle volte, diconsolazioni di eternità in silenzio di morte.

L’«Eco» di Gesù ha ripetuto, nel suo modopiccolino di essere, qualcosa della profonditàdel mistero del Redentore… E se lo SpiritoSanto non fosse venuto come consolazione diSposo e cicatrizzazione di amore, sarei mortadi angoscia come Gesù sul Calvario.

Non ho avuto in questi giorni forza per re-clamare l’eternità; solo reclamare […] le anime,nell’esperienza di una profonda lontananza…!Ma, come racconterò, e a chi, quanto ho vis-suto nella mia morte di ogni minuto e di ogni

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altra cosa; è ripetizione amorosa o sanguinan-te, di vita o di morte, di gloria o di strazio…Perché pure, come Gesù, in questi giorni hosentito che il potere delle tenebre si scagliavasu di me… Ho sperimentato ondate terribili diinferno, nella vicinanza spaventosa dell’ama-rezza del suo contatto.

Com’è piccolino essere Eco…! Ma, com’ègrande viverlo…! La pace inondò il mio esserecon la consolazione dell’angelo confortatore,che per l’«Eco» piccolina dell’anima di Cristoin quella mattina è stato lo stesso Spirito Santoche cicatrizzava le mie ferite… E da quel mo-mento la dolcezza della sua vicinanza mi inva-se, ma nel dolore, nella tristezza e nella richie-sta di risposta in nostalgia di coloro che amo…

In questi giorni ho cantato la mia canzone.Ho adempiuto la mia missione come «Eco del-la mia Chiesa mia», ripetendo i sentimenti pro-fondi dell’anima di Cristo in effusione di amo-re ai suoi e in necessità di risposta.

«Lì», dove Dio mi bacia…, dove introduce[…] le anime…; dove sono coloro che amo…;«lì»… in quel «lì» del recondito del mio spiri-to dove Dio dimora per Sé, per me e per […]le anime, «lì», mi sento ferita nello stesso pun-to dove mi sento baciata dallo Spirito Santo inbacio di fecondità, di pienezza di vita, di re-denzione.

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Quante volte, come Gesù, inchiodata allacroce, cerco la vicinanza dei miei, e non la tro-vo…! E benché lo Spirito Santo sia vicino, den-tro l’anima, baciandola e volendole bene, lostesso Spirito Santo la spinge a reclamare co-loro che ama in fiamme di amore e di risposta.

Com’è duro essere «Eco» della Chiesa, diCristo e di Maria, nel paese del disamore…! Maoggi, per una misericordia di Dio, ho compre-so il soffrire tragico di questi giorni nella pro-fondità del mio cuore, in quel punto dove Diodimora e dove lo Spirito Santo mi bacia conamore di Sposo, [...]; perché la redenzione ècosì!: amore di consegna e risposta di abban-dono…, richiesta di amori e nostalgia di colo-ro che amiamo…, reclami di estensione sullacroce e ricerca, la maggior parte delle volte, diconsolazioni di eternità in silenzio di morte.

L’«Eco» di Gesù ha ripetuto, nel suo modopiccolino di essere, qualcosa della profonditàdel mistero del Redentore… E se lo SpiritoSanto non fosse venuto come consolazione diSposo e cicatrizzazione di amore, sarei mortadi angoscia come Gesù sul Calvario.

Non ho avuto in questi giorni forza per re-clamare l’eternità; solo reclamare […] le anime,nell’esperienza di una profonda lontananza…!Ma, come racconterò, e a chi, quanto ho vis-suto nella mia morte di ogni minuto e di ogni

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altra cosa; è ripetizione amorosa o sanguinan-te, di vita o di morte, di gloria o di strazio…Perché pure, come Gesù, in questi giorni hosentito che il potere delle tenebre si scagliavasu di me… Ho sperimentato ondate terribili diinferno, nella vicinanza spaventosa dell’ama-rezza del suo contatto.

Com’è piccolino essere Eco…! Ma, com’ègrande viverlo…! La pace inondò il mio esserecon la consolazione dell’angelo confortatore,che per l’«Eco» piccolina dell’anima di Cristoin quella mattina è stato lo stesso Spirito Santoche cicatrizzava le mie ferite… E da quel mo-mento la dolcezza della sua vicinanza mi inva-se, ma nel dolore, nella tristezza e nella richie-sta di risposta in nostalgia di coloro che amo…

In questi giorni ho cantato la mia canzone.Ho adempiuto la mia missione come «Eco del-la mia Chiesa mia», ripetendo i sentimenti pro-fondi dell’anima di Cristo in effusione di amo-re ai suoi e in necessità di risposta.

«Lì», dove Dio mi bacia…, dove introduce[…] le anime…; dove sono coloro che amo…;«lì»… in quel «lì» del recondito del mio spiri-to dove Dio dimora per Sé, per me e per […]le anime, «lì», mi sento ferita nello stesso pun-to dove mi sento baciata dallo Spirito Santo inbacio di fecondità, di pienezza di vita, di re-denzione.

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Io sono l’«Eco della Chiesa mia» in tutto ciòche racchiude e contiene. Sono espressione delsuo vivere, della sua tragedia e della sua Canzo-ne, e per questo ardo, nelle contenzioni dellemie strettezze, per il tocco saporoso, dilettevo-le e intimo dello Spirito Santo. E voglio espri-mere Cristo benché muoia, benché scoppi nel-le oppressioni del mio esprimere, benché, peressere «Eco» del mio Cristo sanguinante, iodebba assaporare l’amarezza della sua desola-zione, sentire su di me il momento del poteredelle tenebre e sperimentare il dolore profon-do nella nostalgia di: Anime per Dio…!, figliper il suo Seno! […].

Com’è grande essere Chiesa…! Se io, chesolo sono dentro di essa la sua «Eco» piccoli-na, mi sento solo anima per viverla nelle con-tenzioni delle sue strettezze, cosa sarà la sor-gente delle sue inesauste perfezioni….?! Comepotrà la Chiesa mia contenere nel suo seno Dioche vive la sua vita, Cristo con tutta la suarealtà, Maria con l’effusione della sua Maternitàcon tutto quanto ciò racchiude di consegna edi risposta…?!

Non mi importa più soffrire persino l’ab-bandono di coloro che amo di più…! ma nonper questo devo smettere di sentire la mia ama-rezza, la mia pena e la mia desolazione… Comesarò «Eco» piccolina dell’anima di Cristo, se

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istante, sentendomi straziare nel più profondodel midollo del mio essere, in un «perché» sen-za risposta, che mi faceva solo gridare nella ne-cessità della vicinanza di coloro che amavo…?!

Adesso comprendo perché il giorno 19 almattino, durante la santa Messa, nello stessoistante in cui vidi la mia anima come un bran-dello, girandomi verso Cristo crocifisso sono ri-masta inorridita davanti alla desolazione tragi-ca dell’anima sua, saettata in dardi di amore dalBacio dello Spirito Santo, che erano come saet-te che introducevano i suoi figli, lì, dentro laprofondità del suo spirito…

Quanto grande, quanto immenso ho vistoCristo…! Com’era schiacciato dalla sua amarez-za…!, con quale necessità di risposta davanti alsuo amore infinito nei confronti dei suoi figli…!e, com’è solo nell’abbandono del Calvario…! Inquesto stesso istante mi sentivo baciata dalloSpirito Santo in un balsamo di amore che ci-catrizzava le ferite che erano nel mio spirito,nell’abisso profondo della mia profondità…

Ma è stato oggi quando ho compreso cheio, in questi giorni, sto adempiendo la mia mis-sione di Eco di Gesù nel seno della Chiesa. Perla piccolezza del mio spirito e per la grandez-za della prova, non sono stata capace di sco-prire fino ad oggi che la mia missione è pureessere Eco di Gesù e di Maria…

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Io sono l’«Eco della Chiesa mia» in tutto ciòche racchiude e contiene. Sono espressione delsuo vivere, della sua tragedia e della sua Canzo-ne, e per questo ardo, nelle contenzioni dellemie strettezze, per il tocco saporoso, dilettevo-le e intimo dello Spirito Santo. E voglio espri-mere Cristo benché muoia, benché scoppi nel-le oppressioni del mio esprimere, benché, peressere «Eco» del mio Cristo sanguinante, iodebba assaporare l’amarezza della sua desola-zione, sentire su di me il momento del poteredelle tenebre e sperimentare il dolore profon-do nella nostalgia di: Anime per Dio…!, figliper il suo Seno! […].

Com’è grande essere Chiesa…! Se io, chesolo sono dentro di essa la sua «Eco» piccoli-na, mi sento solo anima per viverla nelle con-tenzioni delle sue strettezze, cosa sarà la sor-gente delle sue inesauste perfezioni….?! Comepotrà la Chiesa mia contenere nel suo seno Dioche vive la sua vita, Cristo con tutta la suarealtà, Maria con l’effusione della sua Maternitàcon tutto quanto ciò racchiude di consegna edi risposta…?!

Non mi importa più soffrire persino l’ab-bandono di coloro che amo di più…! ma nonper questo devo smettere di sentire la mia ama-rezza, la mia pena e la mia desolazione… Comesarò «Eco» piccolina dell’anima di Cristo, se

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istante, sentendomi straziare nel più profondodel midollo del mio essere, in un «perché» sen-za risposta, che mi faceva solo gridare nella ne-cessità della vicinanza di coloro che amavo…?!

Adesso comprendo perché il giorno 19 almattino, durante la santa Messa, nello stessoistante in cui vidi la mia anima come un bran-dello, girandomi verso Cristo crocifisso sono ri-masta inorridita davanti alla desolazione tragi-ca dell’anima sua, saettata in dardi di amore dalBacio dello Spirito Santo, che erano come saet-te che introducevano i suoi figli, lì, dentro laprofondità del suo spirito…

Quanto grande, quanto immenso ho vistoCristo…! Com’era schiacciato dalla sua amarez-za…!, con quale necessità di risposta davanti alsuo amore infinito nei confronti dei suoi figli…!e, com’è solo nell’abbandono del Calvario…! Inquesto stesso istante mi sentivo baciata dalloSpirito Santo in un balsamo di amore che ci-catrizzava le ferite che erano nel mio spirito,nell’abisso profondo della mia profondità…

Ma è stato oggi quando ho compreso cheio, in questi giorni, sto adempiendo la mia mis-sione di Eco di Gesù nel seno della Chiesa. Perla piccolezza del mio spirito e per la grandez-za della prova, non sono stata capace di sco-prire fino ad oggi che la mia missione è pureessere Eco di Gesù e di Maria…

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Page 73: Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

l’amore che racchiude il dire a Dio di «sì» sul-la croce…

Quanto ho vissuto oggi…! Come potrà com-prendere, colui che non vive il suo essere Chie-sa, ciò che è esserlo, e, dentro di essa, esserel’«Eco» che ripete quanto è, quanto vive, quan-to racchiude e quanto contiene nella compat-tezza del mistero di Dio con essa, nel conteni-mento del mistero di Cristo e nella profonditàdella Maternità della Vergine… E tutto questodentro l’ambito della volontà divina, realizzatadall’impulso, dall’amore e dall’azione santifica-trice dello Spirito Santo…

Grazie, Signore, per avermi reso «Eco» ditutto il tuo mistero nel seno della Chiesa!

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non ripeto il suo vivere in canzone di amoreagli uomini?

Non abbiate paura di me, membri della Chie-sa mia, ché io sono soltanto Chiesa e più Chiesache anima…! E perché sono più Chiesa che ani-ma, nella contenzione piccola di quanto rac-chiudo, vivo con Cristo in ciascuno dei mo-menti della mia vita una pienezza di eternità…,una nostalgia del suo incontro…, una espe-rienza di maternità…, una necessità di conse-gna e di risposta…, una vittimazione redentri-ce, sotto l’azione affettuosa, intima, calda, pene-trante e nutritiva dello Spirito Santo.

Io sono l’«Eco della Chiesa mia» e ripeto lasua canzone come posso, nel mio modo di es-sere piccolino; ma, davanti al contenimento diquanto racchiudo, ardo nelle sue esperienze.

Grazie, Signore, per la grandezza del miste-ro che racchiudi…! Grazie per rendermi Ecopiccolina delle tue contenzioni, anche se perquesto il mio spirito, in ciascuno dei momentidella sua vita, vive del cielo sulla terra e del-l’esilio nella mia redenzione, che è vittimazio-ne profonda e straziata in abbandono, in con-segna di amori e in necessità di risposta…

Grazie, Signore, perché non sono un ange-lo e posso soffrire con te la tua redenzione…!Gli angeli possono solo gioire, ma non sanno

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l’amore che racchiude il dire a Dio di «sì» sul-la croce…

Quanto ho vissuto oggi…! Come potrà com-prendere, colui che non vive il suo essere Chie-sa, ciò che è esserlo, e, dentro di essa, esserel’«Eco» che ripete quanto è, quanto vive, quan-to racchiude e quanto contiene nella compat-tezza del mistero di Dio con essa, nel conteni-mento del mistero di Cristo e nella profonditàdella Maternità della Vergine… E tutto questodentro l’ambito della volontà divina, realizzatadall’impulso, dall’amore e dall’azione santifica-trice dello Spirito Santo…

Grazie, Signore, per avermi reso «Eco» ditutto il tuo mistero nel seno della Chiesa!

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non ripeto il suo vivere in canzone di amoreagli uomini?

Non abbiate paura di me, membri della Chie-sa mia, ché io sono soltanto Chiesa e più Chiesache anima…! E perché sono più Chiesa che ani-ma, nella contenzione piccola di quanto rac-chiudo, vivo con Cristo in ciascuno dei mo-menti della mia vita una pienezza di eternità…,una nostalgia del suo incontro…, una espe-rienza di maternità…, una necessità di conse-gna e di risposta…, una vittimazione redentri-ce, sotto l’azione affettuosa, intima, calda, pene-trante e nutritiva dello Spirito Santo.

Io sono l’«Eco della Chiesa mia» e ripeto lasua canzone come posso, nel mio modo di es-sere piccolino; ma, davanti al contenimento diquanto racchiudo, ardo nelle sue esperienze.

Grazie, Signore, per la grandezza del miste-ro che racchiudi…! Grazie per rendermi Ecopiccolina delle tue contenzioni, anche se perquesto il mio spirito, in ciascuno dei momentidella sua vita, vive del cielo sulla terra e del-l’esilio nella mia redenzione, che è vittimazio-ne profonda e straziata in abbandono, in con-segna di amori e in necessità di risposta…

Grazie, Signore, perché non sono un ange-lo e posso soffrire con te la tua redenzione…!Gli angeli possono solo gioire, ma non sanno

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22-12-1975

ECO IN RIPETIZIONE

Sgorgano dalla mia mente bei pensieri, tenerezze e fatiche, corteggiamenti d’amore; voglio, nelle mie nostalgie, dire

quanto comprendo nel gran mistero dell’Incarnazione.

Parole eterne odo nel mio intimo, voci del Dio vivo che, in conversazione, si danno e ridonano con dolci amori, nei contenimenti della sua perfezione.

Soli sono gli occhi del Padre sapiente, bagliori di fuoco che, nel loro splendore, guardando verso dentro nel suo possedersi, sa in un sapersi che lo fa essere Dio.

Non c’è nulla di tanto semplice, dolce e segreto,

come gli incandescenti bagliori del Sole; ma bisogna entrare dentro il Sancta Sanctorum, dove, nel tubare dell’eterno Amore, si bacia l’Immenso dentro la sua profonditànel grande mistero del suo possesso.

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Page 76: Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

scorre i veli che occulta il mistero e scopre man mano la sua eterna missione.

Nessuno chieda alla mia anima ferita come ho appreso o chi mi insegnò tutti i misteri della mia Madre Chiesa: È che sono sua Eco in ripetizione!

Lo sappiano tutti, quando morirò: che, nelle mie solitudini,

a causa dell’incomprensione, mi uccise la pena che ha avvolto il silenzio, perché il mio messaggio non fu ricevuto.

Che vengano i miei figli e dicano il mio canto, e perché la mia vita sempre fu il dolor; e questo perché, nei silenzi di unTabernacolo in notte, ho imparato adorante perché Dio è morto!

Io vidi che taceva mentre gemeva in amori, essendosi Parola, Luce d’eterno Sol.

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Si agitano nella mia mente teneri pensieri, sorgono a torrenti dal mio contenimento... E, per quanto dica, non rompo il segreto di ciò che comprendo quando mi parla Dio!

Egli parla alla mia anima accanto al mio tabernacolo,

in tempi silenti di contemplazione. E, nelle melodie dalle dolci note, comprendo Maria nell’Incarnazione; penetro il suo Avvento segreto e silente, pieno di idilli in bacio di Dio.

E a Betlemme ricevo il Dio fatto Bambino, che chiede piangendo la mia ridonazione, il medesimo che un giorno, pregando nell’Ortocon gemiti profondi nella sua prostrazione, si lamentò alla mia anima, chiedendomi aiutonella triste notte dell’immolazione.

Accanto al mio Tabernacolo tutto rimane chiaro e comunicato in esplicazione.

E so che, se Cristo tra i ladroni muore, è per l’eccellenza della sua perfezione, che, mostrando amori, disse quanto amava per il suo essersi Immenso che si dà in amore.

Tutto è detto accanto al mio Tabernacolo, che, in teneri colloqui di silente dono,

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Page 77: Luce nella notte Collana Il grande Mistero Il mistero ...

scorre i veli che occulta il mistero e scopre man mano la sua eterna missione.

Nessuno chieda alla mia anima ferita come ho appreso o chi mi insegnò tutti i misteri della mia Madre Chiesa: È che sono sua Eco in ripetizione!

Lo sappiano tutti, quando morirò: che, nelle mie solitudini,

a causa dell’incomprensione, mi uccise la pena che ha avvolto il silenzio, perché il mio messaggio non fu ricevuto.

Che vengano i miei figli e dicano il mio canto, e perché la mia vita sempre fu il dolor; e questo perché, nei silenzi di unTabernacolo in notte, ho imparato adorante perché Dio è morto!

Io vidi che taceva mentre gemeva in amori, essendosi Parola, Luce d’eterno Sol.

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Si agitano nella mia mente teneri pensieri, sorgono a torrenti dal mio contenimento... E, per quanto dica, non rompo il segreto di ciò che comprendo quando mi parla Dio!

Egli parla alla mia anima accanto al mio tabernacolo,

in tempi silenti di contemplazione. E, nelle melodie dalle dolci note, comprendo Maria nell’Incarnazione; penetro il suo Avvento segreto e silente, pieno di idilli in bacio di Dio.

E a Betlemme ricevo il Dio fatto Bambino, che chiede piangendo la mia ridonazione, il medesimo che un giorno, pregando nell’Ortocon gemiti profondi nella sua prostrazione, si lamentò alla mia anima, chiedendomi aiutonella triste notte dell’immolazione.

Accanto al mio Tabernacolo tutto rimane chiaro e comunicato in esplicazione.

E so che, se Cristo tra i ladroni muore, è per l’eccellenza della sua perfezione, che, mostrando amori, disse quanto amava per il suo essersi Immenso che si dà in amore.

Tutto è detto accanto al mio Tabernacolo, che, in teneri colloqui di silente dono,

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NOTA:

Chiedo veementemente che tutto ciò cheesprimo attraverso i miei scritti, per crederlo vo-lontà di Dio e per fedeltà a quanto lo stessoDio mi ha affidato, quando nella traduzione adaltre lingue non si capisca bene o si desiderichiarimento, si ricorra all’autenticità di quantodettato da me nel testo spagnolo; giacché hopotuto comprovare che alcune espressioni nel-le traduzioni non sono le più adatte per espri-mere il mio pensiero.

L’autrice: Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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CollanaLuce nella notte

Il mistero della fede

€ 2,00

nº 3

Madre

Il grande Misterodell’IncarnazioneIl grande Misterodell’Incarnazione

sublime portentodell’amore del Padre agli uomini,

realizzato nel seno purissimo della Vergine

che, per il tubare infinito dello Spirito Santo,

irruppe in Maternità divina,dandoci lo stesso Figlio di Dio

fatto Uomo,affinché avvalendoci del mistero

della sua vita, morte e risurrezione,perpetuato nel seno

della santa Madre Chiesa, siamo portati al convito infinito

di Colui che si è la Felicità eternain Trinità di Persone,

unico fine per il quale siamo stati creati

sublime portentodell’amore del Padre agli uomini,

realizzato nel seno purissimo della Vergine

che, per il tubare infinito dello Spirito Santo,

irruppe in Maternità divina,dandoci lo stesso Figlio di Dio

fatto Uomo,affinché avvalendoci del mistero

della sua vita, morte e risurrezione,perpetuato nel seno

della santa Madre Chiesa, siamo portati al convito infinito

di Colui che si è la Felicità eternain Trinità di Persone,

unico fine per il quale siamo stati creati