L’outsourcing e` spesso un modo per conseguire un...
Transcript of L’outsourcing e` spesso un modo per conseguire un...
«L’economia, almeno in termini
fisici, si sta contraendo. Se l’era
industriale si caratterizzava per
l’accumulazione di capitale fisico
e di proprieta, la nuova era pri-
vilegia forme intangibili di pote-
re, raccolte in pacchetti di infor-
mazione e di capitale intellettua-
le. I beni materiali, ormai e un
fatto assodato, si stanno pro-
gressivamente smaterializzan-
do» 1. La considerazione e di Je-
remy Rifkin, e sintetizza alquan-
to bene la tendenza in atto in
una economia sempre piu affati-
cata da tentativi di conquista di
nuovi clienti e da tentativi di al-
locazione dell’eccesso di produ-
zione. Il problema e che in ogni
settore esiste una grande quan-
tita di fornitori che si raffronta
con una domanda assai contrat-
ta; la conseguenza e una inevita-
bile riduzione dei prezzi e, quin-
di, dei margini. La soluzione pro-
spettata gia da qualche anno da
Rifkin puo cosı essere sintetizza-
ta: «in un mercato dominato dal
compratore, e possibile aprire la
porta di un potenziale cliente so-
lo se si abbandona il proposito di
vendergli qualcosa. ... Quello che
e necessario sottolineare e che il
fornitore non vende niente al
cliente; invece, gli noleggia il
proprio know-how e la propria
esperienza per aiutarlo a gestire
l’attivita. Il cliente, cosı, diventa
partner» 1.
L’outsourcing diventa la nuova
frontiera della strategia d’impre-
sa, la soluzione che in molti casi
abbatte sensibilmente i costi ed
offre una marginalita maggiore.
Cosa si intendeper outsourcing
Quando si parla di outsourcing
si fa riferimento ad una forma
particolare di esternalizzazione
di una parte o di intere parti di
attivita considerate strategiche o
solo tattiche dall’azienda, attra-
verso un rapporto di collabora-
zione tra l’azienda che ha deciso
di esternalizzare e quella a cui si
vuole affidare il compito di gesti-
re l’oggetto della esternalizzazio-
ne.
Gli attori che normalmente ca-
ratterizzano l’outsourcing sono,
pertanto, i seguenti:
1) l’outsourcer, o provider, o
vendor o partner, o, piu sempli-
cemente, fornitore, ovvero l’a-
zienda specializzata in un certo
tipo di attivita che offre quegli
stessi prodotti o servizi che pri-
ma erano presenti nella sfera
giuridica dell’azienda che ester-
nalizza;
2) l’outsourcee, o committente,
o cliente, ovvero l’azienda che
prende la decisione di servirsi
dell’outsourcer rinunciando a
produrre internamente un certo
prodotto/servizio;
3) il cliente finale destinatario
del processo di esternalizzazione
messo in atto dal committente. Il
cliente puo essere sia esterno al-
l’azienda che interno ad essa.
In generale il ricorso all’outsour-
cing prevede che si instauri una
forma di forte relazione tra il
committente ed il fornitore. Alla
base del rapporto, infatti, esiste
un contratto di fornitura nel qua-
le oltre agli obblighi ed ai doveri
che normalmente caratterizzano
i rapporti giuridici tra i contraen-
ti, si instaura anche un rapporto
che prevede una collaborazione
tra le parti da un punto di vista
strategico. Solo in questo modo
sara possibile portare avanti un
decentramento di attivita che ri-
duca al massimo i rischi della
scelta da parte del fornitore,
nel pieno rispetto delle relative
L’outsourcing e spessoun modo per conseguireun interessantevantaggio competitivoL’outsourcing e un fenomeno che si sta diffondendo in modo semprepiu intenso non solo tra le aziende di grandi dimensioni ma anche traquelle di dimensioni minori. Lo strumento ha sicuramente una grandevalenza da un punto di vista strategico. Sempre piu imprese valutanoin un’ottica economico-finanziario, scarsamente interessantecontinuare ad internalizzare parte o interi processi, rispetto, invece,ad una esternalizzazione degli stessi
di Antonio Farchione - Dottore commercialista in Pescara
1 Jeremy Rifkin, L’era dell’accesso.
La rivoluzione della new economy.Mondadori, Milano, 2000.
PMI n. 7/2006 41
Organizzarsi
competenze e, soprattutto, della
trasparenza dei rapporti.
Quanto appena detto esclude
l’associazione dell’outsourcing
con il concetto della terziarizza-
zione. La terziarizzazione e un
modo generico per riferirsi ad
un fenomeno che si va afferman-
do in un’economia della cono-
scenza che impone una forte
specializzazione in fatto di tecni-
che e discipline. Di contro, l’out-
sourcing e, invece, riferibile al
meccanismo insito nel tipo di
rapporto che si attiva tra com-
mittente e fornitore basato, ap-
punto:
n sulla flessibilita; le eventua-
li modifiche delle esigenze dei
soggetti coinvolti e alla base del-
la capacita di adeguamento del
rapporto giuridico al nuovo con-
testo economico;
n sul rapporto duraturo; il
rapporto deve essere basato es-
senzialmente su una sua stabilita
temporale. Una interruzione an-
ticipata del rapporto puo essere,
infatti, rischiosa non solo per
l’immagine dell’impresa ma, so-
prattutto, per l’integrita econo-
mica dell’impresa che ha dato
in outsourcing attivita che pri-
ma svolgeva internamente;
n su un rapporto esclusivo;
l’esclusivita non e una condizio-
ne sempre presente nel rapporto
committente-fornitore, ma e si-
curamente una ipotesi che si
puo verificare alla luce della for-
te specializzazione che spesso ri-
chiede l’intervento di outsour-
cing;
n sulla «partnership»; con
l’outsourcing si va oltre il sem-
plice rapporto cliente-fornitore;
da un punto di vista strategico
l’impresa committente mette in
campo la sua capacita di organiz-
zare una impresa-rete virtuale in
cui le proprie competenze ven-
gono integrate con successo
con le migliori competenze, i mi-
gliori processi, le migliori tecno-
logie in possesso delle aziende
che nel loro settore sono in gra-
do di offrire prodotti/servizi ec-
cellenti.
Il coinvolgimento di soggetti
esterni non e certamente una
novita introdotta dall’outsour-
cing, in realta il ricorso alla
esternalizzazione e un fenomeno
abbastanza consolidato ed a cui
ricorrono sia aziende di grandi
dimensioni che aziende di di-
mensioni piu contenute.
A riguardo, le strategie che han-
no una certa notorieta e che si
possono ricondurre per analogia
al fenomeno della esternalizza-
zione, sono le seguenti:
1) subfornitura; si tratta sicura-
mente della forma di esternaliz-
zazione piu nota e diffusa. La di-
mensione del fenomeno ha in-
dotto il legislatore anche ad
emanare in tempi relativamente
recenti una apposita legge 2. In
essa veniva introdotto una rego-
lamentazione dei rapporti tra
committenti e subfornitori intro-
ducendo una serie di tutele (ter-
mini di pagamento, forma scritta
del contratto, ecc.) ed agevola-
zioni (il differimento del paga-
mento dell’Iva) in capo al subfor-
nitore 3. Nella sua forma piu
semplice il subfornitore e un
erogatore esterno di prodotti/
servizi che sottosta completa-
mente alle direttive del commit-
tente anche per quanto riguarda
la progettazione del prodotto. Il
subfornitore in questo caso e il
soggetto con determinate capa-
cita di produzione, il cui prezzo
deve essere minimizzato di con-
tinuo attraverso una compara-
zione con altre offerte proposte
da altri fornitori i quali, in caso di
migliore offerta, potranno pren-
dere il posto del loro collega. L’e-
voluzione della figura del subfor-
nitore e, pero, oggi protesa verso
una maggiore professionalita; es-
sa, infatti, e chiamata sempre piu
spesso a dare il proprio contribu-
to nella progettazione o anche
nella ricerca e sviluppo insieme
al proprio committente;
2) reti d’impresa; alla base di
questa forma particolare di rap-
porti tra imprese sta, il piu delle
volte, un progetto comune in ba-
se al quale ogni impresa e dispo-
sta a condividere con altri le pro-
prie competenze. Non esiste un
rapporto di competitivita tra le
imprese che decidono di metter-
si in rete, esiste, invece, solo una
motivazione di fondo ed un rap-
porto fiduciario che spinge im-
prese diverse ed autonome a
porre in essere accordi di colla-
borazione volti non a conseguire
economie di scala o riduzioni di
costi, ma ad imparare a reagire
rapidamente ai mutamenti del-
l’economia e soprattutto a realiz-
zare al meglio innovazioni di pro-
dotto. Attraverso la comunica-
zione tra le imprese in rete, ogni
realta imprenditoriale enfatizza
la propria specializzazione ed
aiuta a sviluppare le proprie ri-
sorse;
3) consorzi; oggi piu che nel pas-
sato il consorzio ha la finalita di
2 Legge n.192/1998 «La disciplina del-la sub-fornitura nelle attivita produtti-ve».3 Per maggiori approfondimenti si ve-da A. Farchione, La subfornitura:
scelte strategiche e conseguenze sul
reddito. Amministrazione e Finanzan. 19/1999.
PMI n. 7/200642
Organizzarsi
agevolare la cooperazione tra le
imprese che vi fanno parte. Ri-
spetto alle reti di impresa, il con-
sorzio e caratterizzato da una or-
ganizzazione ed un persegui-
mento di uno scopo comune. Il
consorzio puo avvenire anche
tra imprese che operano in set-
tori differenti ed il fine principa-
le che spinge le diverse imprese
a consorziarsi e proprio la inesi-
stenza o la limitatezza di risorse
interne utili per affrontare con
competitivita il mercato dinami-
co. La pratica ha pero riportato
una serie di elementi negativi
che giocano a sfavore del consor-
zio, fra tutti si ricorda la nume-
rosita di consorzi presenti sul
mercato; le diverse esperienze
in capo alle aziende che parteci-
pano al consorzio sono causa
spesso di difficile coordinamento
o anche scioglimento del consor-
zio. Un altro aspetto negativo e il
fatto che tutte le aziende assu-
mono una posizione paritetica
e, pertanto, non esiste una
azienda dominante. In questi ca-
si il rischio puo essere limitato
istituendo una struttura centrale
la quale attraverso le forti com-
petenze e specificita che la ca-
ratterizzano, riesce ad imporre
la propria volonta sulle aziende
consorziate;
4) spin-off industriali; si tratta
di una particolare forma di costi-
tuzione di societa promossa dai
dipendenti di un’impresa. In al-
tre parole, la nuova impresa
non e formata da ex dipendenti,
licenziati o entrati in contrasto
con il management, in questo
caso si tratta, invece, di scelte
autonome di alcuni dipendenti
che, dopo aver maturato una cer-
ta esperienza nell’azienda-ma-
dre, hanno deciso, per esempio,
di mettere a frutto alcuni proget-
ti prima che l’impresa-madre si
appropri del brevetto. Ma puo
anche trattarsi di scelte condivi-
se da alcuni dirigenti e dipen-
denti dell’azienda-madre che
convergono verso la costituzione
di un’azienda di piu piccole di-
mensioni, piu flessibile, ed anche
pronta a supportare parte del-
l’attivita dell’azienda-madre. Co-
me e possibile intuire, la realiz-
zazione dello spin-off aziendale
consente all’azienda-madre di
esternalizzare parte delle pro-
prie attivita ed instaurare con
maggiore facilita un certo rap-
porto di fiducia con l’azienda
neo costituita, anche per via di
una condivisione di cultura e
mentalita aziendale.
Valutare l’outsourcing
L’aspetto sicuramente piu delica-
to e quello relativo alla valutazio-
ne delle differenti proposte di
outsourcing che pervengono al-
l’azienda committente.
A questo punto della trattazione
dovrebbe essere ormai chiara la
differenza tra fornitura ed out-
sourcing, infatti mentre quella
vede il fornitore coinvolto solo
nella produzione di beni/servizi
in funzione di specifiche svilup-
pate unilateralmente dal com-
mittente, questa, sin dalla fase
di progettazione del prodotto/
servizio, vede un precipuo coin-
volgimento del fornitore. Nel-
l’outsourcing l’obiettivo del for-
nitore e proprio quello di «sinto-
nizzare» le sue competenze pro-
fessionali con le esigenze del
committente, monitorando insie-
me al cliente, anche dopo l’ero-
gazione del servizio, l’affidabilita
del rapporto instaurato.
Il decentramento di attivita o
processi altrimenti svolti all’in-
terno dell’impresa, sottopone l’a-
zienda oltre che a valutazioni di
ordine strategico anche ad im-
portanti considerazioni economi-
co-finanziarie.
La decisione di continuare o me-
no ad internalizzare una produ-
zione, prevede un confronto fra
il costo della produzione interno
ed il costo di acquisto del servi-
zio dall’esterno. Come e intuiti-
vo, se l’obiettivo e quello di to-
gliere o limitare la produzione
per permetterne un suo svolgi-
mento all’esterno, bisognerebbe
accettare l’idea che l’acquisto
da un fornitore porta a sostenere
un flusso di cassa in uscita mag-
giore rispetto ad una produzione
interna, a causa proprio di una
componente di valore aggiunto
insita nel prezzo praticato dal
fornitore per remunerare il pro-
prio lavoro. E pur vero che una
produzione interna comporte-
rebbe, dall’altro canto, un costo
dell’investimento volto proprio a
realizzare il bene.
Qui di seguito viene riportata
una esemplificazione al fine di
comprendere, con l’ausilio di
qualche numero, come si puo va-
lutare una operazione di out-
sourcing.
Esempio
Un’azienda di torrefazione sta
pensando di ricorrere all’outsor-
cing relativamente all’attivita di
manutenzione delle macchine
per il caffe ed i macinini presso
la propria clientela. Il contratto
che viene normalmente stipulato
e per tre anni e, pertanto, ai fini
di una adeguata valutazione del-
l’analisi di convenienza economi-
PMI n. 7/2006 43
Organizzarsi
co-finanziaria, e appropriato fare
le nostre considerazioni nell’am-
bito dello stesso periodo tempo-
rale.
La Tavola 1 riporta la esemplifi-
cazione nella ipotesi in cui l’a-
zienda dovesse decidere di con-
tinuare a svolgere internamente
la sua attivita di manutenzione
alla clientela, mentre la Tavola
2 si riferisce al caso in cui si op-
tasse per la medesima attivita in
outsourcing.
Nella Tavola 1 e nella Tavola 2,
come e possibile vedere, e stato
riportato l’effetto delle imposte.
Dal confronto e emerso un van-
taggio di una eventuale politica
di outsourcing rispetto alla in-
ternalizzazione dell’attivita di
manutenzione. Ovviamente,
strutture di costi differenti pos-
sono portare ad esprimere un
giudizio completamente diverso
e decidere di rifiutare proposte
di esternalizzazione. La decisio-
ne definitiva deve pero vagliare
anche un’altra possibilita, questa
volta da un punto di vista finan-
ziario. Nella Tavola 3, infatti, si
evidenziano i flussi di cassa sia
dell’ipotesi di internalizzazione
che di esternalizzazione dell’atti-
vita di manutenzione. Il tasso di
attualizzazione che e stato utiliz-
zato e pari al 6% ed e applicato
sul valore differenziale tra le due
suddette ipotesi. Nella esemplifi-
cazione si evince ancora un van-
taggio dei flussi di cassa relativi
all’outsourcing rispetto all’ipo-
tesi di internalizzazione.
TAVOLA 1 - ATTIVITA DI MANUTENZIONE SVOLTA INTERNAMENTE ALL’AZIENDA
Anno 1 Anno 2 Anno 3
Nº macchine di caffe allocate nei bar Nº 450 Nº 500 Nº 550
Nº macinini allocate nei bar Nº 450 Nº 550 Nº 600
Costo unitario variabile: E 270,00 E 280,00 E 300,00
— Pezzi di ricambio e materiale per la manutenzione— Viaggi e trasferte
E 190,00E 80,00
E 200,00E 80,00
E 210,00E 90,00
Totale costi variabili E 243.000,00 E 294.000,00 E 345.000,00
Nº di risorse umane impegnate Nº 8 Nº 10 Nº 12
Costo unitario del lavoro E 32.000,00 E 32.000,00 E 32.000,00
Costo totale del lavoro E 256.000,00 E 320.000,00 E 384.000,00
Ammortamento automezzi ed attrezzature E 15.000,00 E 15.000,00 E 15.000,00
Quota spese generali E 30.000,00 E 30.000,00 E 30.000,00
Totale costi fissi E 301.000,00 E 365.000,00 E 429.000,00
Totale costi lordo (variabili + fissi) E 544.000,00 E 659.000,00 E 774.000,00
Imposte di competenza (37,25%) (E 202.640,00) (E 245.478,00) (E 288.315,00)
Costo totale netto dell’internalizzazione E 341.360,00 E 413.522,00 E 485.685,00
Costo totale unitario E 379,29 E 393,83 E 422,33
PMI n. 7/200644
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TAVOLA 2 - ATTIVITA DI MANUTENZIONE SVOLTA DALL’AZIENDA IN OUTSOURCING
Anno 1 Anno 2 Anno 3
Nº macchine di caffe allocate nei bar Nº 450 Nº 500 Nº 550
Nº macinini allocate nei bar Nº 450 Nº 550 Nº 600
Costo unitario del servizio di manutenzione in outsourcing E 600,00 E 600,00 E 600,00
Totale costo del servizio di outsourcing E 540.000,00 E 630.000,00 E 690.000,00
Ricavo al netto delle imposte derivante dalla vendita delle autovettureed attrezzature
E 30.000,00
Costo totale E 510.000,00 E 630.000,00 E 690.000,00
Imposte di competenza (37,25%) (E 189.975,00) (E 234.675,00) (E 257.025,00)
Costo totale netto dell’outsourcing E 320.025,00 E 395.325,00 E 432.975,00
Costo totale unitario relativo all’operazione di outsourcing E 355,58 E 376,50 E 376,50
Vantaggio/(Svantaggio) ricorso all’outsourcing E 23,71 E 17,33 E 45,83
TAVOLA 3 - ATTUALIZZAZIONE DEI FLUSSI DI CASSA DELLE DUE SOLUZIONI
Anno 1 Anno 2 Anno 3
Costo totale netto dell’outsourcing E 320.025,00 E 395.325,00 E 432.975,00
Ricavo al netto delle imposte derivante dalla vendita delle autovettureed attrezzature
E 30.000,00
Flusso di cassa in uscita dell’outsourcing (E 290.025,00) (E 395.325,00) (E 432.975,00)
Costo totale netto dell’internalizzazione (E 341.360,00) (E 413.522,00) (E 485.685,00)
Ammortamento automezzi ed attrezzature E 15.000,00 E 15.000,00 E 15.000,00
Flusso di cassa in uscita dell’internalizzazione (E326.360,00) (E 398.522,00) (E 470.685,00)
Differenza dei flussi di cassa in uscita E 36.335,00 E 3.197,00 E 37.710,00
Coefficiente di attualizzazione 0,9434 0,89 0,8396
Flusso di cassa attualizzato E 34.278,00 E 2.845,00 E 31.662,00
Valore attuale netto (Van) E 68.785,00
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