Lotta al terrore Anche nel 2016 la priorità della ... · arrivare a un cessate il fuoco e al...

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GIOVEDÌ 17 DICEMBRE 2015 L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de PAGINE 4-5 IMPRESE: IL "MADE WITH ITALY" E IL FUTURO DEI NUOVI INVESTIMENTI PAGINE 6-7 ARTE: IL FASCINO DELLA FEDERAZIONE IMMORTALATO DALL'OBIETTIVO DEI FOTOGRAFI PAVEL KOSHKIN RBTH Ritrovare la possibilità di costruire un fronte comune per fermare il terrore globale. È questa la priorità che ha gui- dato la politica estera della Federazione nel 2015. Un anno in cui le minacce del terrorismo sono diventate realtà. L'a- ereo di linea russo abbattuto sul deserto del Sinai. Poi la strage di Parigi. Centinaia di morti. Due tragedie il cui ef- fetto è stato quello di ricompattare il fronte delle nazioni intorno a un solo obiettivo: fermare l'avanzata dell'Is. E proprio sullo sfondo di questo scenario il Cremlino è riuscito a muovere passi significativi per riconquistare un ruolo di primo piano nello scacchiere delle relazioni inter- nazionali. Lo dimostra anche il summit del G20 del 2015, quando il Presidente Putin ha incontrato diversi leader oc- cidentali, come il Presidente Usa Barack Obama e il primo ministro del Regno Unito David Cameron. L'impegno di Mosca per battere il terrorismo comunque parte da lontano. Dagli attentanti del teatro Dubrovka prima. E dalla strage di Beslan poi. E se gli sforzi russi contro il terrorismo partono da lon- tano, l'impegno concreto contro lo Stato Islamico ha una data precisa di inizio: Mosca infatti dà il via alla sua cam- pagna militare in Siria il 30 settembre di quest'anno. E su- bisce subito una rappresaglia: un mese dopo, un aereo di linea della Federazione esplode nei cieli d'Egitto a causa SEGUE A PAGINA 2 di un attentato. Da qui, i raid russi si intensificano. E l'at- tenzione dei media si concentra su questa regione. Con la lotta al terrorismo, dice Mark Galeotti, professo- re presso la New York University, «si è riusciti a dimostra- re che la Russia è in una certa misura un attore di primo piano a livello regionale e globale». «Putin pur non aven- do buone carte in mano, ha dimostrato che non è possibi- le ignorare Mosca», prosegue Galeotti. Ma quanto durerà l'impegno russo contro l'Is? Gli ana- listi sono concordi nell'affermare che l'attuale fase di cam- pagna militare russa in Siria continuerà fino a gennaio con la stessa intensità, e probabilmente con un rafforzamento della presenza militare sul terreno: decisione dettata so- prattutto dalle condizioni meteorologiche dello scenario di guerra: da gennaio in poi inizia la stagione delle tempeste di sabbia. E l'aviazione militare potrebbe trovarsi in diffi- coltà o quantomeno non essere così efficace nello svolgi- mento delle operazioni. «Questo periodo di tempo potreb- be anche essere utilizzato per attivare il processo di rego- lamentazione politica», sostiene Anatolij Kortunov, presi- dente del Consiglio russo per gli affari esteri. Iniziare in- somma a pensare al futuro della regione, a come mettere in piedi istituzioni resistenti alla minaccia del Califfato. E molto poi dipenderà dalle posizioni degli altri Stati nella regione, quindi dai Paesi del Golfo: dall'Iran, dalla Siria. Il loro accordo è essenziale per mettere in sicurezza il fu- turo della regione. Quindi Mosca si muoverà di sicuro anche sul piano di- plomatico, cercando di mettere intorno a un tavolo e in- torno a un programma comune tutti gli Stati che sono di- rettamente interessati a frenare l'espansione dello Stato Islamico. Secondo Aurel Braun, professore di Relazioni in- ternazionali e scienze politiche all'Università di Toronto, la priorità assoluta della Russia nel 2016 dovrebbe essere quella di riallacciare le relazioni con l'Ue e gli Usa, ma per questo «è indispensabile riorientare la politica russa» e che Mosca abbia «la volontà politica di trovare compromessi su molteplici questioni, dall'Ucraina al Medio Oriente». In termini generali, ha affermato Mikhail Troitskij, analista specializzato in questioni internazionali e politiche, l'Oc- cidente continuerà a puntare il dito contro la mancanza di fiducia nei confronti della Russia, considerata l'ostaco- lo più grande per la cooperazione; mentre la Russia con- tinuerà a puntare il dito contro l'Occidente, accusato di provocare diffidenza. Il supplemento rientra nel progetto Russia Beyond the Headlines, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, Le Figaro, El Pais POLITICA ESTERA Lotta al terrore Anche nel 2016 la priorità della Federazione è battere l’Is

Transcript of Lotta al terrore Anche nel 2016 la priorità della ... · arrivare a un cessate il fuoco e al...

GIOVEDÌ 17 DICEMBRE 2015

L’ inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornal ist iche ed editorial i de

PAGINE 4-5 IMPRESE: IL "MADE WITH ITALY" E IL FUTURO DEI NUOVI INVESTIMENTI PAGINE 6-7 ARTE: IL FASCINO DELLA FEDERAZIONE IMMORTALATO DALL'OBIETTIVO DEI FOTOGRAFI

PAVEL KOSHKINRBTH

Ritrovare la possibilità di costruire un fronte comune per fermare il terrore globale. È questa la priorità che ha gui-dato la politica estera della Federazione nel 2015. Un anno in cui le minacce del terrorismo sono diventate realtà. L'a-ereo di linea russo abbattuto sul deserto del Sinai. Poi la strage di Parigi. Centinaia di morti. Due tragedie il cui ef-fetto è stato quello di ricompattare il fronte delle nazioni intorno a un solo obiettivo: fermare l'avanzata dell'Is. 

E proprio sullo sfondo di questo scenario il Cremlino è riuscito a muovere passi signifi cativi per riconquistare un ruolo di primo piano nello scacchiere delle relazioni inter-nazionali. Lo dimostra anche il summit del G20 del 2015, quando il Presidente Putin ha incontrato diversi leader oc-cidentali, come il Presidente Usa Barack Obama e il primo ministro del Regno Unito David Cameron.

L'impegno di Mosca per battere il terrorismo comunque parte da lontano. Dagli attentanti del teatro Dubrovka prima. E dalla strage di Beslan poi. 

E se gli sforzi russi contro il terrorismo partono da lon-tano, l'impegno concreto contro lo Stato Islamico ha una data precisa di inizio: Mosca infatti dà il via alla sua cam-pagna militare in Siria il 30 settembre di quest'anno. E su-bisce subito una rappresaglia: un mese dopo, un aereo di linea della Federazione esplode nei cieli d'Egitto a causa SEGUE A PAGINA 2

di un attentato. Da qui, i raid russi si intensifi cano. E l'at-tenzione dei media si concentra su questa regione.

Con la lotta al terrorismo, dice Mark Galeotti, professo-re presso la New York University, «si è riusciti a dimostra-re che la Russia è in una certa misura un attore di primo piano a livello regionale e globale». «Putin pur non aven-do buone carte in mano, ha dimostrato che non è possibi-le ignorare Mosca», prosegue Galeotti. 

Ma quanto durerà l'impegno russo contro l'Is? Gli ana-listi sono concordi nell'affermare che l'attuale fase di cam-pagna militare russa in Siria continuerà fi no a gennaio con la stessa intensità, e probabilmente con un rafforzamento della presenza militare sul terreno: decisione dettata so-prattutto dalle condizioni meteorologiche dello scenario di guerra: da gennaio in poi inizia la stagione delle tempeste di sabbia. E l'aviazione militare potrebbe trovarsi in diffi-coltà o quantomeno non essere così efficace nello svolgi-mento delle operazioni. «Questo periodo di tempo potreb-be anche essere utilizzato per attivare il processo di rego-lamentazione politica», sostiene Anatolij Kortunov, presi-dente del Consiglio russo per gli affari esteri. Iniziare in-somma a pensare al futuro della regione, a come mettere in piedi istituzioni resistenti alla minaccia del Califfato. E molto poi dipenderà dalle posizioni degli altri Stati nella

regione, quindi dai Paesi del Golfo: dall'Iran, dalla Siria. Il loro accordo è essenziale per mettere in sicurezza il fu-turo della regione.

Quindi Mosca si muoverà di sicuro anche sul piano di-plomatico, cercando di mettere intorno a un tavolo e in-torno a un programma comune tutti gli Stati che sono di-rettamente interessati a frenare l'espansione dello Stato Islamico. Secondo Aurel Braun, professore di Relazioni in-ternazionali e scienze politiche all'Università di Toronto, la priorità assoluta della Russia nel 2016 dovrebbe essere quella di riallacciare le relazioni con l'Ue e gli Usa, ma per questo «è indispensabile riorientare la politica russa» e che Mosca abbia «la volontà politica di trovare compromessi su molteplici questioni, dall'Ucraina al Medio Oriente». In termini generali, ha affermato Mikhail Troitskij, analista specializzato in questioni internazionali e politiche, l'Oc-cidente continuerà a puntare il dito contro la mancanza di fi ducia nei confronti della Russia, considerata l'ostaco-lo più grande per la cooperazione; mentre la Russia con-tinuerà a puntare il dito contro l'Occidente, accusato di provocare diffidenza.

Il supplemento rientra nel progetto Russia Beyond the Headlines, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, Le Figaro, El Pais

POLITICA ESTERA

Lotta al terrore Anche nel 2016

la priorità della Federazioneè battere l’Is

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Politica

LA LOTTA AL TERRORISMO E ALL'ESPANSIONE DELL' IS NELL'AGENDA DELLA POLITICA ESTERA SONO QUESTE LE PRIORITÀ PER IL PROSSIMO ANNO E L'OBIETTIVO È LA COSTRUZIONE DI UNA COALIZIONE INTERNAZIONALE

2015/2016

I contatti tra il Cremlino e le altre capitali del mondo, da Washington a Londra, da Parigi a Berlino, sono comunque oramai costanti. E al di là delle differenze di metodo, l'im-pegno di tutti è cercare di raggiungere al più presto un com-promesso per quanto riguarda il futuro politico della Siria. C'è poi un'altra questione che il Cremlino si troverà ad affron-tare: quella relativa ai rapporti con la Turchia, scesi ai mi-nimi storici dopo l’abbattimento del jet militare russo nei cieli del Paese guidato da Erdogan. Da non sottovalutare, l'embargo sui prodotti turchi: «Rompendo i rapporti con Ankara, nella Federazione si andrà incontro a sensibili au-menti dei prezzi a seguito dei divieti alle importazioni di prodotti dalla Turchia», mette in guardia Mikhail Troitskij, analista specializzato in questioni internazionali e politiche. Gli analisti ritengono che la Turchia non si aspettasse una reazione così forte da parte di Mosca. Secondo l'opinione di Elena Suponina, orientalista, esperta dell'Istituto russo per le ricerche strategiche, i turchi «non prevedevano che la Rus-sia avrebbe intrapreso misure riguardanti l'intero spettro delle relazioni economiche esistenti fra i due Paesi».

41 La perdita del Su-24. La situazione con la Turchia si è fatta

tesa dopo l'abbattimento del caccia russo sul confine turco-siriano, avvenuto il 24 novembre scorso a opera dell'aviazio-ne turca. Nell'incidente è morto uno dei due piloti a bordo del velivolo. Ankara ha detto di aver solo voluto difendere il pro-prio territorio da potenziali minacce. Mosca ha invece reagito introducendo sanzioni economiche ai danni della Turchia: dal 1° gennaio 2016 la Russia fermerà infatti l'import di diversi pro-dotti provenienti da questo Paese

2 Minsk-2. La regolazione della crisi nel Donbass è avvenuta in base alla necessità di osservare i nuovi accordi di Minsk,

sottoscritti nella capitale bielorussa il 12 febbraio scorso. Dopo una maratona di colloqui, i leader di Russia, Germania, Francia e Ucraina si sono accordati sui principali passi da compiere per arrivare a un cessate il fuoco e al lancio di un processo di pace nel sud-est dell'Ucraina. Nonostante Minsk-2, le azioni milita-ri sono proseguite fino alla fine dell'estate. Una vera tregua si è avuta solo verso settembre

DOSSIER APERTISUI TAVOLIDEL CREMLINO

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

3 L'affare Iran. L'accordo in merito al programma nucle-are iraniano, raggiunto a metà luglio, non è stato un

evento inatteso. Molti dei principali accordi fra il "sestetto" dei Paesi coinvolti nelle trattative e Teheran erano già sta-ti sottoscritti in aprile. A luglio si è riusciti a raggiungere un compromesso definitivo, accettabile da entrambe le parti. L'accordo prevede la cancellazione graduale delle sanzioni in cambio di severe limitazioni sullo sviluppo del programma nucleare iraniano

4  I summit Brics e Sco. Nella città russa di Ufa, nel mese di luglio, si sono svolti i summit Brics (Brasile, Russia, India,

Cina e Sudafrica) e Sco (Organizzazione di Shanghai per la co-operazione). Nel primo si è deciso il lancio di meccanismi fi-nanziari comuni, come la banca di sviluppo Brics. Nel caso del summit Sco, è stata approvata la richiesta d'ingresso nell'asso-ciazione da parte di India e Pakistan. Un passaggio che rende l'associazione una delle realtà internazionali di maggiore peso a livello strategico

A seguito dell'incidente con il caccia, le relazioni che sono andate sviluppandosi nel corso di un intero decennio sono state distrutte, prosegue Suponina, e la loro ricostru-zione richiederà assai più «di alcune settimane o mesi. Ci vorranno anni». Oltre ai rapporti russo-turchi in sé, a ri-sentire delle conseguenze del confl itto fra Ankara e Mosca sono anche tutti gli sforzi compiuti per la formazione di un'autentica coalizione internazionale nella lotta contro lo Stato Islamico. Anche se, per la realizzazione di un si-mile progetto, esistevano già tanti problemi riconducibili ai diversi punti di vista degli attori che giocano un ruolo di primo piano nella regolamentazione del confl itto nel Medio Oriente.

I costi della campagna sirianaNelle ultime settimane il dibattito tra gli esperti è stato molto intenso: si valutano rischi ed effetti dell'impegno della Federazione in Siria. Un dialogo che coinvolge anche i cittadini. Dalla necessità di ritrovare un dialogo sempre più serrato con gli Stati Uniti e con l'Unione Europea fi no alle previsioni su cosa comporterà questo intervento in una regione storicamente "calda" come il Medio Oriente. Le ipotesi sono tante. La campagna di Mosca in Siria "non è un'operazione a costo zero per la Russia" ha detto Robert Freedman, visiting professor della Johns Hopkins Univer-sity. «Il Presidente russo Vladimir Putin può anche aver sperato di sfruttare la situazione in Siria a sostegno del Presidente siriano Bashar al-Assad e di dimostrare l'in-fl uenza della Russia in Medio Oriente, ma fi nora l'opera-zione russa in Siria è costata ai russi la vita dei 224 pas-seggeri dell'aereo di linea, un caccia bombardiere, e un eli-cottero», ha detto Freedman a Rbth. 

Che cosa accadrà nel 2016Se il Cremlino romperà i rapporti con la Turchia, Mosca sarà in grado di trovare nuovi partner, tenuto conto che i suoi rapporti con l'Occidente sono già instabili? Quali al-leanze potrebbero emergere nel 2016 dalla frattura tra Rus-sia e Turchia? Braun è del parere che la Russia continuerà ad allargare la sua cooperazione con il regime del Presi-dente siriano Bashar al-Assad e con l'Iran. Tuttavia, egli sostiene che sul lungo periodo questa cooperazione potreb-be rivelarsi problematica, «perché il regime di Assad non è vitale e gli interessi iraniani a lungo termine – sia il de-siderio di perseguire l'islamismo, sia quello di diventare una potenza nucleare – sono incompatibili con gli interes-si nazionali più importanti della Russia». Secondo Aurel Braun, la priorità assoluta della Russia nel 2016 dovrebbe essere quella di riallacciare le relazioni con l'Ue e gli Usa, ma per questo "è indispensabile riorientare la politica russa" e che Mosca abbia "la volontà politica di trovare compro-messi su molteplici questioni, dall'Ucraina al Medio Orien-te". In termini generali, ha aggiunto Troitskij, l'Occidente continuerà a puntare il dito contro la mancanza di fi ducia nei confronti della Russia. Secondo la maggior parte degli esperti lo scenario per l'anno prossimo rischia di non es-sere dei più rosei. Per ottenere prospettive più favorevo-li sarebbe indispensabile una maggiore volontà politica da parte dei protagonisti globali, ma i loro divergenti in-teressi geopolitici rendono tutto più complicato. Tutta-via Andrej Tsygankov, professore di Relazioni interna-zionali e scienze politiche all'Università statale di San Francisco, vede una luce in fondo al tunnel: «Se ci saran-no passi in avanti nelle modalità di interazione della Rus-sia con l'Occidente per la lotta al terrorismo in Siria, se avrà inizio una ripresa economica seppur modesta, allo-ra la visione dell'ordine mondiale della Russia potrebbe essere apprezzata» ha detto. In questo caso, è possibile che gli eventi internazionali abbiano un risvolto positi-vo e facciano passi avanti nel 2016. «Tale visione si basa sul rispetto della sovranità, delle sfere d'infl uenza, e del multilateralismo» ha detto Tsygankov.

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Politica

SUL NOSTRO SITO

La risposta contro il terrorismo è una sola: unione. Ne è convinto il mini-stro russo degli Esteri Sergej Lavrov, intervenuto a Roma durante una visi-ta ufficiale in Italia. Le tesi del suo discorsoit.rbth.com/550303

EKATERINA SINELSHCHIKOVARBTH

Crisi siriana, rispetto degli accordi di

Minsk per superare la questione

ucraina, le relazioni bilaterali tra i due

Paesi. A Mosca l'incontro tra i vertici

delle diplomazie per stilare l'Agenda

per il 2016.

Incontro Il 18 dicembre vertice a New York L'Occidente e la Russia hanno la stessa priorità

La visita del Segretario di Stato Usa John Kerry a Mosca ha avuto il suo apice durante i negoziati di tre ore con il Presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.

Tre i temi chiave all’ordine del gior-no: la regolamentazione della crisi si-riana, il rispetto degli accordi di Minsk in Ucraina e le relazioni bilaterali tra la Federazione Russia e gli Stati Uniti. I negoziati sono stati «sostanziali e con-creti», ha detto il ministro russo du-rante la conferenza stampa al termine del colloquio. «Nonostante le divergen-ze esistenti nei nostri Paesi, abbiamo dimostrato che, quando Russia e Usa si muovono nella stessa direzione, il progresso è possibile», ha detto Kerry.

Il risultato principale della riunio-ne è stata la stesura di una lista delle forze dell'opposizione siriana che pos-sono essere qualificate come potenzia-li collaboratori, ha fatto notare a Rbth Andrej Kortunov, direttore generale del Consiglio russo per gli Affari interna-zionali. Perlomeno si è d'accordo sul fatto che l'Is e Jabhat al-Nusra (una cellula di Al-Qaeda, ndr) resteranno fuori dal processo politico. Secondo Kerry, le posizioni di Mosca e Washing-ton su questa questione sono chiara-mente simili.

Il secondo aspetto importante del di-battito ha riguardato il prossimo in-contro del gruppo di appoggio alla Siria tra i ministri, che si terrà domani a New York, e l'annuncio della parteci-pazione di Sergej Lavrov a tale incon-tro. La Russia è convinta che, dopo questa riunione, la bozza di accordi raggiunta a Vienna sulla Siria verrà inviata al Consiglio di Sicurezza dell'O-nu. «Questo accordo darà un nuovo impulso al processo iniziato a Vienna e potrà comportare la definizione di alcune tappe concrete per stabilire un periodo di transizione politica in Siria», ha detto Kortunov.

Un tono diversoPer il momento non si può dire che ci siano stati grandi cambiamenti nelle posizioni di Mosca e Washington. Le opinioni sul destino del Presidente si-riano Bashar al Assad continuano a rimanere inalterate, anche se la parte statunitense ha dimostrato una certa flessibilità. «Gli Usa non esigono più in maniera così forte il cambiamento del regime in Siria», fa notare Boris Dolgov, ri-cercatore senior del Centro di Studi arabi e islamici dell'Istituto di Studi Orientali dell'Accademia russa delle Scienze, citando le parole del segreta-rio di Stato: «Abbiamo detto che non pensiamo che Assad possa continuare a essere il leader della Siria in futuro. Però oggi non ci siamo concentrati sulle nostre divergenze e nemmeno sulle mi-sure che devono essere prese rispetto ad Assad. Ci siamo concentrati sul pro-cesso politico», ha detto Kerry al ter-mine dei negoziati.

Tutti gli esperti intervistati da Rbth sono concordi sul fatto che la fl essibi-lità di Washington non può nemmeno essere interpretata come un desiderio di risolvere la crisi delle relazioni con la Russia. Gli interessi degli Usa in Medio Oriente continuano a essere di-versi rispetto a quelli di Mosca.

John Kerry si è recato a Mosca in qualità di inviato speciale di Barack Obama per discutere con Vladimir Putin su temi che Obama voleva sollevare, ha commentato il vicerettore della facoltà di Economia Mondiale e Politica Mon-diale della Scuola Superiore di Econo-mia, Andrej Suzdaltsev. Bisogna inol-tre tenere presente, ha concluso l'esper-to, che la visita di Kerry a Mosca è un ulteriore gesto nella campagna di rela-zioni pubbliche degli Usa, che cercano di rendere ancora più efficace il loro impegno nella lotta contro il male nel mondo.

RUSSIA STATI UNITI

Un dialogo attivoper risolvere il conflitto

L'importanzadi una coalizione

La posizione è la stessa sin dall'inizio della questione siriana. La Russia insiste su una soluzione politica del conflitto armato in Siria e si oppone con decisione al cambiamento forzato della classe dirigente mediante un intervento straniero. La Federazione Russa, inolte, nell'agosto 2013 ha la-vorato affinchè si giungesse a un accordo con il go-verno siriano per la completa distruzione degli arse-nali chimici.

Al momento, gli interventi statunitensi in Siria si tradu-cono principalmente con attacchi aerei contro posizioni dello Stato Islamico. Gli Stati Uniti hanno inoltre rico-nosciuto che l'unico modo per risolvere il problema in Siria è una transizione politica di tipo inclusivo, volta a preservare l'integrità dello Stato. Gli Usa continuano a considerare le dimissioni dell'attuale Presidente Bashar al-Assad come elemento chiave per la risoluzione del conflitto in Siria.

" Apprez-ziamo la possibilità

di portare avanti la nostra collabora-zione su un'intera serie di questioni internazionali (...) La regolamenta-zione del conflitto siriano richiede una nostra costan-te attenzione"

" Certo, ci sono delle divergenze

tra i nostri Paesi. Ma, nonostante queste divergenze, abbiamo dimostra-to che possiamo lavorare in maniera efficace e coope-rare"

MINISTRO RUSSO DEGLI ESTERI

SEGERTARIO DI STATO AMERICANO

SergejLavrov

JohnKerry

LE FRASI

La situazione in Siria

Il destino di Bashar al-Assad

I rapporti con l'opposizione

La battaglia contro lo Stato Islamico

La dirigenza russa sostiene un dialogo attivo con il Presidente siriano Bashar al-Assad. Il 20 ottobre 2015, Assad ha incontrato il Presidente russo Vladimir Putin a Mosca. Secondo Putin deve essere il popolo siriano a decidere, attraverso negoziati, se mantenere o meno Assad al potere. Il trasferimento del potere dovreb-be avvenire con metodi legittimi e dovrebbero essere tutte le parti in conflitto a dare disposizioni in merito al periodo transitorio.

I primi contatti con i rappresentanti dell'opposizio-ne interna si sono svolti nel mese di ottobre 2011. Nel 2012, per la prima volta sono giunti a Mosca rappre-sentanti dell'opposizione esterna. Su iniziativa russa, nel mese di gennaio e aprile 2015 a Mosca si sono te-nute due sessioni di colloqui sulla Siria. Hanno parteci-pato più di 30 rappresentanti di varie organizzazioni.

La Russia sostiene la partecipazione del governo siria-no ad una coalizione contro i terroristi dello Stato Isla-mico e insiste sulla necessità di una decisione da par-te del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che autorizzi interventi da parte della coalizione stessa.Il 30 settembre 2015 le forze aerospaziali russe hanno iniziato a bombardare posizioni dello Stato Islamico in Siria su richiesta di Bashar al-Assad. L'intento è vince-re la battaglia contro i terroristi.

L'8 agosto 2011, il Presidente americano Barack Oba-ma ha dichiarato per la prima volta che Assad do-vrebbe dimettersi. Già durante i diversi anni di conflit-to, le dimissioni di Assad sono state e continuano ad essere l'immutata conditio sine qua non di una solu-zione politica in Siria. Di recente, tuttavia, non man-cano le affermazioni secondo cui l'amministrazione statunitense non esigerebbe l'allontanamento del Pre-sidente siriano Assad nell'immediato futuro.

Gli Stati Uniti, sin dall'inizio del conflitto in Siria, hanno sostenuto le ragioni dell'opposizione siriana. Nel di-cembre 2012, Washington ha riconosciuto la Coalizio-ne nazionale di opposizione e le forze rivoluzionarie in Siria (NKORS) come rappresentante del popolo siria-no e come struttura a capo di tutte le forze sociali che si oppongono ad Assad.

Nell'agosto 2014 una coalizione internazionale guida-ta dagli Stati Uniti ha avviato attacchi aerei sulle po-sizioni di militanti dello Stato Islamico in Iraq con il consenso di Baghdad. Nel mese di settembre è co-minciata l'operazione aerea in Siria. E per la diploma-zia americana risulta essenziale la costruzione di un fronte comune contro l'Is. Il 18 dicembre a New York si terrà un vertice per migliorare e rendere più efficace la lotta contro l'Is.

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Affari

LA NUOVA TENDENZA È IL "MADE WITH ITALY"

LE CONTROSANZIONI HANNO IMPOSTO ALLE AZIENDE ITALIANE UN NETTO CAMBIO DI STRATEGIA

E ADESSO L'OBIETTIVO È CREARE LEGAMI BILATERALI PIÙ STABILI E SOLIDI RISPETTO AL PASSATO RECENTE

RAPPORTI COMMERCIALI

Fabrizio

ZuccaESPERTO

La Russia è da tempo tra i mercati esteri di riferimento per molte aziende della Penisola, sia nei settori più celebrati del "Made in Italy", sia in quelli manifatturieri a forte base tecnologica.

A partire dalla crisi ucraina, e successivamente con l'introduzione della sanzioni e la svalutazione del rublo, l'export delle aziende italiane ha cominciato a ridursi. Il dubbio ricorrente è di capire se e in quanto tempo la Russia tornerà a essere in grado di far regi-strare i numeri antecedenti il 2012, e come si svilupperà nei pros-simi anni dopo il picco negativo raggiunto nel 2015. A mio avviso la situazione è destinata a migliorare per una serie di motivazioni economiche e geopolitiche che si stanno profilando negli ultimi mesi. Se il prezzo del petrolio difficilmente subirà un aumento si-gnificativo, almeno nel breve periodo, la probabilità che scenda ulteriormente è estremamente bassa. La ridotta volatilità dovreb-be permettere alla Russia di ridefinire il budget tenendo conto delle entrate previste senza pericolo di eccessivi spostamenti dai valori target. La ridefinizione potrà avere quindi un impatto posi-tivo sulle certezze relative agli investimenti pubblici da realizzare nel triennio 2015-2018, cioè in preparazione dei Mondiali di calcio.Il raffreddamento del fronte ucraino, così come il ruolo di leader-ship nella campagna contro l'Is e in Siria, stanno facendo riavvi-cinare, anche per convenienza, alcuni grandi attori europei e po-trebbero portare a breve a un alleggerimento, se non all'elimina-zione delle sanzioni. Da parte sua, la Russia sta cercando di ren-dersi meno dipendente dalle produzioni estere, stimolando lo sviluppo di settori manifatturieri al suo interno, soprattutto nelle aree in cui ci sono i gap più elevati da colmare o dove già prece-dentemente si erano create le condizioni favorevoli per uno svi-luppo di cluster, come l'automotive. Comparti come la sanità, le infrastrutture e la logistica, le tecnologie ambientali e l'agroali-mentare potranno contare su un appoggio da parte delle autori-tà. La modalità sarà però sempre di più la localizzazione tramite investimenti diretti, joint venture o attraverso il trasferimento tec-nologico. I settori del "Made in Italy" tradizionali, food, fashion e design, po-tranno recuperare in parte in funzione della ripresa o stabilizza-zione dei livelli di reddito reale, anche in considerazione del livel-lo elevato di propensione al consumo della classe media urbaniz-zata.

L'autore è presidente di Strategia & Sviluppo Consultants

IL COMMENTO

Il picco negativo del 2015è ormai alle nostre spalle

LUIGI DELL'OLIORBTH

La politica di import substitution

inaugurata dalla Federazione

spinge le aziende italiane a rafforzare

la produzione in loco per non perdere

quote di mercato.

«La politica economica russa ha in-trapreso una strada nuova, che non è legata esclusivamente alla questione delle sanzioni incrociate con l'Occi-dente. Occorre prenderne atto e agire in fretta per non perdere quote di mer-cato». Pier Paolo Celeste, direttore dell'Ice a Mosca, non usa giri di paro-le per indicare la strada maestra che si presenta davanti alle aziende italia-ne interessate a investire nella Fede-razione. La Russia, infatti, ha deciso di sostituire l'import di una serie di prodotti (dalla mozzarella al grana, al parmigiano) con quote crescenti di pro-duzione interna. Si tratta di un piano pluriennale che mira a mutare note-volmente il sistema produttivo e di-stributivo del Paese.

Una scelta che impone alle aziende della Penisola interessate a mantene-re il presidio nell'area il passaggio dal "Made in Italy" al "Made with Italy", che in sostanza signifi ca insediare o rafforzare la produzione in loco. «L'I-talia è il quinto fornitore russo, con una forte concentrazione sul compar-to alimentare e dei mobili», spiega Ce-leste. «Se si guarda ai dati dei primi otto mesi del 2015, il crollo dell'export verso la Federazione è stato imponen-te, pari al 26,3%, ma comunque infe-riore ad altri Paesi europei. Adesso è fondamentale attrezzarsi per cogliere i cambiamenti in atto nel mercato per non perdere quote». L'Ice sta lavoran-do proprio in questa direzione, seguen-do le aziende della Penisola nell'indi-viduare le azioni più efficaci per ade-guarsi al nuovo contesto.

La vede allo stesso modo Rosario Alessandrello, presidente della Came-ra di Commercio Italo-Russa. «Nei prossimi anni vi sarà sempre meno spa-zio per l'import di prodotti tipici del "Made in Italy" come gli alimentari. Quindi è necessario ripensare le stra-tegie di penetrazione nel mercato russo rafforzando la produzione nella Fede-razione». Cosa che ha già fatto la Ba-rilla, con lo stabilimento Solnechno-gorsk (nella regione di Mosca), così come l'Ab, azienda bresciana che nelle scorse settimane ha inaugurato il primo impianto di cogenerazione (energia ter-mica ed elettrica) per una serra di 15 ettari situata a Belgorod, nella parte occidentale della Federazione. «Quel-lo russo è un mercato con enormi po-tenzialità nel settore delle serre», ri-corda Enzo Losito, AB vice president market growth and organizational de-velopment.

Mentre la veronese Isopan ha rea-lizzato uno stabilimento nella regione di Volgograd, destinato alla produzio-ne di pannelli isolanti metallici in lana di vetro e poliuretano. L'operazione è stata condotta in abbinata con Sace, che ha garantito l'investimento (23 mi-lioni di euro) contro i rischi di natura politica. «L'insediamento della produ-zione», spiega Francesco Manni, pre-sidente di Isopan, «è stato preceduto dallo sviluppo di relazioni con azien-de russe, fi nalizzate a favorire lo scam-bio di informazioni e innescare un pro-cesso di innovazione». Un approccio

che è valso all'azienda italiana l'ag-giudicazione di una commessa per re-alizzare un sistema di facciata venti-lata da 5.200 metri quadrati.

«La produzione in loco da parte delle società italiane consente da una parte di colmare i gap di un sistema indu-striale non particolarmente diversifi -cato, sia di avvicinare l'offerta ai po-tenziali acquirenti», sottolinea Ales-sandro Terzulli, chief economist di Sace. Il quale ricorda comunque che si trat-ta di «una scelta strategica non sem-plice, che implica la capacità di affron-tare le sfi de di un contesto complesso sotto il profi lo dei rischi operativi». Sa-brina Morato, key account manager settore fashion di Gefco (gruppo della logistica), rileva grosse difficoltà negli ultimi mesi per il farmaceutico e il chi-mico, meno per la moda italiana in Russia. «A prescindere dai settori», ag-giunge, «occorre adottare nuove mo-dalità di collaborazione con le indu-strie locali passando da una prospet-tiva di mera spinta del "Made in Italy" a un modello che preveda anche l'e-sportazione di tecnologia».

In questa direzione spingono anche le dinamiche valutarie. «La forte sva-lutazione del rublo e il crollo delle quo-tazioni immobiliari consentono oggi di produrre in Russia a prezzi che tal-volta risultano addirittura inferiori a quelli cinesi. Con il vantaggio ulterio-re della maggiore vicinanza geografi -ca e culturale tra i due popoli», ag-giunge Alessandrello. Che ricorda la forte predisposizione da parte russa a rafforzare i legami commerciali con l'I-talia, anche in un'epoca come questa di tensioni a livello internazionale.

SUL SITO

Quali sono le pos-sibilità offerte dal mercato russo? Grazie a quali stra-tegie le imprese italiane riescono a superare le fron-tiere linguistiche e burocratiche che le separano dalla Federazione? Lui-sa Todini, co-pre-sidente del Foro di Dialogo italo-russo, commenta in esclusiva la si-tuazione economi-ca e commerciale, sulla quale pesano sanzioni ed em-bargo. «Russia e Italia sono partner complementari. E anche in questo momento delicato si possono crea-re nuove sinergie» it.rbth.com/548627

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Affari

MATERIALE A PAGAMENTO

I passi necessari per smantellare le armi chimiche Nel 1993, la Russia si prese la responsabilità di smantellare le riserve di armi chimiche dell'ex-Unione Sovietica, prendendo parte attiva nella stesura e nella sottoscrizione del testo della Convenzione sul divieto di sviluppo, produ-zione, stoccaggio e uso delle armi chimiche e sul loro disarmo. Nel 1997, la Duma di Stato della Federazione Russa ha ratificato la Con-venzione, dando quindi il via alla distruzione di una delle varianti di armi di distruzione di massa in dotazione.

La riserva di sostanze chimiche velenose alla data di entrata in vigore della Conven-zione era pari a circa 40 mila tonnellate. Que-sti composti chimici tossici si trovavano nei materiali bellici usati dall'artiglieria regolare e reattiva, nelle testate dei missili e delle mu-nizioni aeree nonché depositati in fusti e ser-batoi di grandi capacità. Un discorso a parte meritano invece le munizioni chimiche di co-struzione complessa che, oltre alle miscele tossiche, erano a disposizione insieme a or-digni esplosivi contenenti miscele inestraibi-li. Tutto ciò contribuì a complicare le opera-zioni di disarmo.

Per la realizzazione degli impegni assunti previsti dalla Convenzione, nel 1996 venne approvato un Programma federale finalizzato alla “Distruzione delle riserve di armi chimi-che presenti nella Federazione Russa”, cui venne dato carattere presidenziale.

Il processo di liquidazione delle riserve di munizioni chimiche è stato suddiviso in 4 tappe. In stretta osservanza dei requisiti della Convenzione e del Programma, in Russia sono state portate a termine la prima, la seconda e la terza tappa. Entro l'aprile del 2003 sono state liquidate 400 tonnellate di sostanze tos-siche, pari all'1% della quantità totale delle riserve.

Entro il 29 aprile 2007 sono state distrut-te 8.000 tonnellate di agenti chimici perico-losi, equivalente a più del 20% delle riserve. Nel novembre del 2009 è stata per tempo conclusa la terza tappa: 18.000 tonnellate di miscele chimiche dannose, pari al 45% di tutte le munizioni di armi chimiche, sono state cancellate.

Attualmente, la Federazione Russa sta por-tando con successo a termine la quarta e ul-tima tappa del disarmo chimico. Secondo dati recenti, è stato distrutto il 92% delle riserve chimiche tossiche ancora esistenti, per una quantità superiore alle 36.700 tonnellate.

Secondo le parole del capo della Direzione Federale per lo stoccaggio sicuro e la liquida-zione delle armi chimiche presso il Ministero dell'industria e del commercio della Federa-zione Russa, il colonnello generale V.P. Ka-pashin, il 2015 è stato un anno speciale in fatto di realizzazione degli obblighi conven-zionali. Dopo alcuni anni di sfruttamento delle sostanze tossiche, si è provveduto alla distru-zione immediata delle riserve di tali sostanze in quattro centri russi di smantellamento delle armi chimiche.

Solenni cerimonie in occasione del comple-tamento del processo di liquidazione delle armi chimiche nei quattro centri di “Leonidovka” (oblast di Penza), “Pochep”, (oblast di Bri-jansk), “Maradykovskij” (oblast di Kirov) e “Shchuche” (oblast di Kurgansk) si sono svol-te nei mesi compresi fra settembre e novem-bre 2015. Occorre notare che nel 2005 e nel 2009, sono riusciti a tenere fede agli impegni presi altri due centri di smantellamento delle armi chimiche: “Gornyj”, (nell'oblast di Sara-tov) e “Kambarka” (nella Repubblica Udmur-ta). Nel complesso, dunque, sei su sette cen-tri hanno al momento attuale terminato i pro-pri lavori.

La liquidazione delle armi chimiche è anco-

ra in fase di svolgimento nell'ultimo centro, “Kizner” (Repubblica Udmurta). Secondo ri-levazioni di pochi giorni fa, in questa base è stato distrutto il 44% del volume totale delle sostanze tossiche destinate al centro.

Le basi per lo smantellamento delle armi chimiche sono complessi altamente tecnolo-gici, equipaggiati con meccanismi elettronici e automatici di ultima generazione. Tenuto conto dell'alto grado di pericolosità rappre-sentato da queste sostanze, viene prestata una straordinaria attenzione alla sicurezza dei pro-cessi.

Tutte le tecnologie, compresa la parte prin-cipale dell'attrezzatura e, ovviamente, gli spe-cialisti coinvolti nelle procedure di liquidazio-ne delle armi sono russi. La Federazione rin-grazia per il supporto tecnico gli Stati Uniti, la Germania, la Svizzera, il Canada, i Paesi Bassi e altri stati ancora, l'Unione Europea e i fondi esteri non statali.

Oltre alla liquidazione delle armi chimiche, la Direzione Federale ha costruito negli inte-ressi della regione non poche infrastrutture sociali. In accordo con le condizioni del Pro-gramma, a questi scopi è stato destinato fino al 10% del costo complessivo di ciascun cen-tro. Secondo le dichiarazioni ufficiali delle au-torità locali e regionali, nei 6 soggetti fede-rali della Russia in cui si trovavano le armi chimiche, sono stati costruiti più di 400 pa-lazzi con numerosi appartamenti, 14 ospe-dali, 22 istituti educativi per bambini, 3 cen-tri culturali, 3 edifici per il dipartimento degli Affari Interni, 3 saune, 1 palazzo per gli sport acquatici, 3 complessi sportivi, 7 centrali elet-triche, 11 centrali termiche, 2 filiere per la raccolta e il trattamento dei rifiuti solidi ur-bani, sistemi di canalizzazione e molto altro ancora. Sono stati tracciati chilometri di reti elettriche, più di 200 km di canalizzazione, più di 500 di condotti per il gas. Sono stati restaurati 53 km di autostrade, rimontati 155 km di strade, ed è stato concluso il più im-portante proggetto di infrastruttura sociale: il ponte che attraversa la ferrovia e il fiume Sura, lungo oltre 1,6 km, situato nella città di Penza. Fino a questo momento sono stati rispettati tutti gli impegni riguardanti questa parte del Programma.

I nuovi impianti industriali creati e l'espe-rienza dei lavoratori dei centri, la loro abitu-dine a lavorare in condizioni di rigorosa os-servanza della disciplina tecnologica e produt-tiva, continueranno a essere richiesti. Per la riqualificazione delle imprese addette allo sman-tellamento delle armi chimiche, il Presidente della Commissione statale per la liquidazione delle armi chimiche, su ordine del rappresen-tante plenipotenziario del presidente della Fe-derazione Russa nel Distretto Federale del Volga, M.V. Babic, ha creato una commissione inter-dipartimentale speciale. Ad essa partecipano anche i rappresentanti del Ministero della pro-duzione e del commercio della Federazione Russa e le regioni dove questi impianti sono situati. Esistono già proposte concrete per il riadattamento dei centri destinati allo sman-tellamento delle armi. Tuttavia, è necessario innanzitutto compiere le procedure di disat-tivazione degli impianti dopo le operazioni compiute con le sostanze tossiche. Questi la-vori sono estremamente delicati e devono es-sere svolti da specialisti, per questo motivo è stata presa la decisione di coinvolgere la Di-rezione Federale. Le iniziative relative alla si-curezza nei centri avranno una durata di 5 anni.

Lo Stato è intenzionato a intervenire sugli impianti che verranno in futuro riqualificati e sugli specialisti che vi lavorano, al fine di lan-ciare le produzioni necessarie.

5EVENTI SALIENTIDEL 2015

1 A gennaio la Banca centrale russa ha ridotto il tasso di riferimento dal 17% (picco raggiunto nel corso del 2014, nel tentativo di contrastare il crollo del rublo) al 15%. Nell'arco dei tre mesi successivi, l'ente

diretto da Elvira Nabiullina ha operato altri tagli arrivando al 12,5%. Ad agosto il tasso è stato ridotto all'11%, livello che è rimasto fermo in questi mesi

2 La Russia ha annunciato il nuovo progetto del gasdotto "Turkish stream". Dopo aver rinunciato alla fi-ne del 2014 a "South Stream", che avrebbe dovuto collegare la Federazione (attraverso il Mar Nero)

all'Europa Meridionale, Mosca ha trovato una variante per rifornire di gas il Vecchio Continente, bypassan-do l'Ucraina. Nel gennaio di quest'anno è stato annunciato il nuovo gasdotto, ma già in primavera le tratta-tive con Ankara si sono arenate. La mancanza di passi in avanti nel progetto ha costretto la Russia a cerca-re un'alternativa, il "North Stream 2". Alla fine di novembre, a causa dell'abbatimento del jet russo Su-24, il progetto del "Turkish stream" è stato di fatto congelato

3 Ad agosto è entrato in vigore in Russia il decreto che sancisce la distruzione dei prodotti sanzionati (come ortaggi, formaggi e carne), firmato in precedenza dal Presidente Vladimir Putin. Si è cominciato

ad accumulare e bruciare le merci che, malgrado il divieto, erano entrate illegalmente nel territorio naziona-le. Una delle motivazioni è stata la tutela della salute dei consumatori poiché i prodotti contrabbandati non erano accompagnati dai certificati necessari. Le azioni delle autorità hanno suscitato proteste: 250mila cit-tadini hanno firmato una petizione in cui veniva chiesta l'abrogazione del decreto che però è tuttora in vi-gore. Alla fine di novembre è stata stimata la distruzione di 787,4 tonnellate di beni alimentari. Secondo il Servizio federale russo per la sorveglianza veterinaria e fitosanitaria tale metodo è ritenuto il più efficace nella lotta alla contraffazione. In alcune regioni i tentativi d'introdurre illegalmente i prodotti si sono ridot-ti dell'80%

4  L'oro nero non rimpinguerà più il bilancio. La forte volatilità dei prezzi petroliferi ha costretto il gover-no a rinunciare alla consueta pianificazione triennale e ad adottare un piano annuale. Alla fine di agosto

le quotazioni petrolifere mondiali da cui dipende il prezzo dell'Urals, il petrolio da esportazione russo, han-no toccato i minimi da sei anni. Il prezzo del Brent è sceso bruscamente a 42,51 dollari al barile e quello del Wti a 37,75. Per il bilancio russo, le cui entrate sono costituite al 50% da prodotti petroliferi, una differenza di 10-20 dollari ha un peso significativo

5 A ottobre si è conclusa la storia di Transaero, seconda compagnia aerea del Paese, la cui comparsa negli anni '90 aveva segnato l'inizio di una vera concorrenza nel settore del trasporto aereo civile. La

causa del crack è stata l'adozione di una strategia di crescita molto aggresssiva (anche attraverso dumping sui prezzi), seguita dalla crisi finanziaria che ha provocato una riduzione del flusso di passeggeri, mentre i creditori si sono mostrati meno pazienti. Al momento in cui è stata dichiarata la bancarotta, il debito era stimato in 260 miliardi di rubli (3,3 miliardi di euro, ai prezzi attuali). L'uscita dal mercato di un importante attore del settore ha avuto ripercussioni negative sulla mobilità dei russi e ha determinato un aumento del prezzo dei biglietti. Alcune compagnie private potranno ora imporsi nel settore, anche se il maggiore bene-ficiario dovrebbe essere la compagnia di bandiera Aeroflot

Contributo realizzato a cura della Direzione federale per la custodia e la neutralizzazione in sicurezza delle armi chimiche presso il Ministero dell’Industria e del Commercio della Federazione Russa

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"Cerco quel legametra l'uomo e il potere"

L'INTERVISTA/1

DAVIDE MONTELEONE

L'esperienza in Russia, lo spirito della popolazione. Davide Monteleone, au-tore del libro "Dusha" (Anima, ndr), si racconta a Rbth.

Monteleone, prima di venire in

Russia quali erano le sue aspet-

tative?

Il mio immaginario era creato principalmente dalla letteratu-ra russa, dall'arte visiva e ar-chitettonica e dagli stereotipi del periodo sovietico. Ero curio-so di esplorare un Paese che, per me italiano, occidentale cresciuto negli anni'80, era al di là della Cor-tina di ferro. Lontano, almeno negli stereotipi, dalle abitudini politiche e sociali dell'ambiente in cui sono nato e cresciuto. Ero consapevole che il Paese che stavo per visitare era in una fase ben diversa da quella che avevo letto nei libri e che mi avevano rac-contato, ma, ciò nonostante, ero sicu-ro di poter ritrovare i segnali di molti anni di storia a me familiare solo per sentito dire. Quali fotografi che lavoravano in Russia

ti hanno incuriosito e perché?

Una parte dell'immaginario si era ali-mentato di libri e da una certa cultu-ra familiare. Nel 2000, il testo di Luc Delahaye, "Winterreise" (Phaidon), un lavoro realizzato negli anni successivi alla caduta dell'Unione Sovietica, mi colpì profondamente. Un racconto per immagini che richiamava a "Delitto e Castigo" di Dostoevskij. Ancora oggi lo ritengo uno dei migliori lavori fo-tografi ci realizzati in Russia. Dopo quel libro ero ancora più curioso. La Russia dieci-quin-

di anni fa era ancora

un posto quasi eso-

tico per gli stanieri.

È d'accordo?

Era decisamente un posto esotico. Un paese che dopo 70 anni di Urss sem-brava lontano anni luce dalle origini Europee che lo le-gavano al vecchio continente . Un Paese che stava vi-vendo una nuova grande trasforma-zione sociale, econo-mica, culturale. Per i primi anni è stato difficile combattere gli stereotipi che provenivano dal passato, col tempo credo di aver lascia-to la superfi cialità del mio sguardo per una conoscenza più profonda e più at-tenta ai dettagli.

Il tuo primo libro si chiama "Dusha"

(Anima), un concetto spirituale fonda-

mentale per I russi. Cosa è secondo te?

Non credo di poter dare una defi ni-zione personale dell'"Anima russa" e sarebbe troppo semplice citare Gogol, Turgenev o Dostoevskij. Certamente, invece posso dire di aver ritrovato, al-meno in parte in me stesso, e proba-bilmente grazie alla mia permanenza in Russia, alcune delle caratteristiche descritte da questi scrittori: una "per-versa" forma di nostalgia e malinco-nia, forse una strana attitudine ad ac-cettare la sofferenza, gli eventi della vita.

Cosa ti affascina maggiormente oggi

della Russia?

Quello che mi interessava anche all'i-nizio: la relazione tra l'individuo e il potere delle Stato in uno spazio geo-grafi co estremamente vasto e non sem-pre ospitale. Sono curioso di capire come le persone e il Paese si adatte-ranno ai cambiamenti che, se osser-viamo la su storia, sembrano lenti ma sono ricorrenti. Pensi che lo sguardo dei fotografi russi

e stranieri su questo Paese sia diverso?

Penso che la fotografi a in Russia sia cresciuta incredibilmente negli ultimi 15 anni. La tradizione fotografi ca, in particolare quella documentaria, è stata segnata per anni dalle regole propa-gandistiche dell'uso dell'immagine. Di-versamente dalla letteratura, che fa-ceva largo uso della metafora e della fi nzione per aggirare le restrizioni della

Il simbolo

dell'Unione

Sovietica

sul muro

di un palazzo

a Murmask

La Russia è rimasta a lungo per i fotografi italiani una terra esotica, selvaggia e proibita. In epoca sovietica erano in pochi coloro che riuscivano a fi ssare sulla pellicola la vita del Paese: la Cortina di ferro si chiudeva come l'otturatore di una macchina fotografi ca, senza consentire alla luce di reagire al mondo esterno.

Il primo italiano a realizzare un progetto importante di fotografi a documentaria sulla Russia fu Piergiorgio Branzi. Negli anni '60 Branzi andrò in Unione Sovietica come cor-rispondente della Rai. Malgrado il suo ruolo gli permettesse di fi lmare il Paese nei suoi molteplici aspetti, la fotografi a rimase per lui la chiave privilegiata di accesso alla realtà. Per molto tempo Branzi non ha mostrato gli scatti fatti a Mosca per non dare adito a stru-mentalizzazioni di tipo politico, desiderando che le sue fotografi e fossero solo una testi-monianza della quotidianità moscovita in trasformazione. La sua immagine di Mosca è quasi lirica. Gli scatti mostrano i nuovi quartieri urbani in costruzione, le chiese e i mo-nasteri nel cuore antico della città, circondati da case un po' fatiscenti. La collezione ha dato vita al "Diario moscovita", che rivela agli stranieri un mondo umano, privo delle sue aspre connotazioni geopolitiche.

Alla fi ne degli anni '60 giunse in Russia la troupe di Vittorio De Sica per le riprese del fi lm "I girasoli", portando al seguito il noto fotografo Tazio Secchiaroli (diventato il pro-totipo del paparazzo con il fi lm "La dolce vita" di Fellini, ndr). Secchiaroli documentò le fasi delle riprese, ma nelle immagini realizzate sul set fi nirono inevitabilmente anche per-sone comuni, come, per esempio, la scena in cui Sofi a Loren, protagonista dei "Girasoli", esce dalla metro Teatralnaya e viene ripresa insieme ad alcuni passanti.

Dopo gli scatti degli anni '60 seguì un lungo periodo di silenzio. Molti anni dopo, nel 1990, è arrivato il libro di Roberto Koch, "Istanti di Russia". Questo reportage testimonia una fase di grandi cambiamenti: viene ritratto Eltsin che sventola la nuova bandiera russa e si vedono i carri armati nelle repubbliche ormai ex sovietiche e la ginnastica mattutina in un innevato Parco Gorky.

Dovettero trascorrere altri anni prima che la Russia catturasse davvero l'attenzione dei fotografi occidentali. All'inizio del Duemila giunse a Mosca Davide Monteleone, che nei 15 anni successivi è divenuto il principale interprete visuale della Federazione. Suoi i progetti russi che sfi orano il genere del documentario: al centro della narrazione visiva troviamo eroi, di cui si raccontano le difficili condizioni di vita in un Paese in via di trasformazione. Uno dei personaggi più amati da Monteleone, l'Oblomov, di Goncharov per esempio, diventa nelle fotografi e il fulcro attraverso cui l'artista cerca di indagare la complessità e il mistero dell'a-nima russa. E proprio "Anima" si intitola il suo primo libro, uscito nel 2007.

Un'altra spinta alla fotografi a russa è data dall'apertura della Scuola Rodchenko, i cui giovani diplomati negli ultimi anni vincono sempre più spesso prestigiosi concorsi foto-grafi ci internazionali. Come nel caso di Danila Tkachenko, autore di "Restricted Areas", esposizione appena inaugurata a Roma alla Galleria del Cembalo. Tkachenko fotografa edifi ci abbandonati in cittadelle segrete che un tempo erano importanti centri di ricerca scientifi ca e altri simulacri della passata potenza sovietica sullo sfondo di paesaggi in-nevati. Vi sono poi i paesaggi urbani di Aleksandr Gronskij, che fanno venire i brividi. L'artista ritrae uno spazio dalle dimensioni abnormi, che incombe sull'uomo, mentre la natura sembra resistere alla civilizzazione. Elena Arbugaeva fotografa la sua città nata-le, Tiksi in Yakuzia, dove i colori stinti delle case sono l'unica macchia cromatica sullo sfondo delle lontananze innevate. A differenza di quelle delle generazioni precedenti, le fotografi e di questi autori non intendono solo mostrare la realtà circostante, ma far luce sui legami con essa.

OBIETTIVO RUSSO

censura, la fotografi a, nella sua speci-fi cità testimoniale, era legata ad un lin-guaggio quasi didascalico.Le nuove generazioni di fotografi russi hanno arricchito la fotografi a di una nota interpretativa signifi cativa. Lo sguardo dei fotografi locali sul proprio Paese è certamente diverso, in molti casi più interessante, proprio perché capace di liberarsi degli stereotipi che attanagliano gli stranieri. Invece gli ul-timi hanno uno sguardo diverso. E un ruolo testimoniale, in gran parte esau-rito, lascia spazio a lavori interpreta-tivi che richiedono una profonda co-noscenza del soggetto esaminato.

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"Resto folgorato e ipnotizzatodalle zone d'ombra del progresso"

L'INTERVISTA/2 DANILA TKACHENKO

Per tre anni Dani- la Tkachenko, gio-vanissimo talento della fotografi a russa, in linea con le tendenze più interna-zionali e contemporanee, ha viaggiato attraverso il suo Paese e non solo. Dal Kazakhstan alla Bulgaria, al Circolo Polare Artico è andato alla ricerca di quelle Restricted Areas, che dalla Se-conda guerra mondiale alla caduta dell'Urss sono rimaste segrete e mute. Persino sulle carte geografi che.

La tua serie di fotografie "Restricted

Areas" sta avendo un grande successo in

Europa. Inoltre, alla Galleria del Cemba-

lo di Roma è appena stata inaugurata una

molto tempo aspettando le condizioni climatiche giuste, perché gli inverni ora non sono più nevosi come una volta. Penso che anche questa sia una con-seguenza del "progresso": il risultato del riscaldamento globale. Ho scatta-to le foto solo in inverno e siccome gli oggetti fotografati si trovavano molto lontani tra loro, succedeva che il tempo cambiasse radicalmente dal momento in cui li osservavo fi no al momento in cui li raggiungevo.

Anche la tua prima serie sugli eremiti

parlava di luoghi quasi irraggiungibili,

dell'ambiente e della natura che circon-

dano l'uomo. A cosa si deve il tuo inte-

resse per questi temi?

Questo è il modo che ho di trattare la mia personale delusione verso il mondo contemporaneo. Attraverso questi pro-getti riesco a dare una struttura alla realtà, come la vedo.

Quali fotografi hanno influenzato il tuo

stile?

I FOTOGRAFI

CHE HANNO

RAPPRESENTATO

LA STORIA

DI UN PAESE

CHE NELL'ULTIMO

SECOLO HA VISSUTO

PROFONDE

TRASFORMAZIONI

IN CAMPO SOCIALE

tua mostra. Cosa ritieni abbia fatto

presa nel pubblico occidentale?

Non era il mio obiettivo creare un'immagine particolare della

Russia. Questo progetto è piutto-sto una rifl essione personale sul rap-

porto tra uomo e progresso tecnolo-gico. Credo che per il pubblico occi-dentale sia ben comprensibile il lin-guaggio visivo che utilizzo. Anche i soggetti delle foto, che sono unici, fanno la loro parte.

A cosa è dovuta la scelta dei soggetti?

L'idea è nata per caso. Ero in visita da mia nonna, che vive in una città chiusa, dov'è stata inventata la bomba atomica. Ho saputo che negli anni '60 è avvenuto lì un disastro nucleare ri-masto segreto. L'incidente ha conta-minato una vasta area e i suoi abitan-ti si sono trovati a fare i conti con ma-lattie croniche. Questo mi ha fatto ri-fl ettere sui pericoli del progresso tec-nologico, capace non solo di condurre a un futuro migliore, ma anche di fare molto male.

Così ho deciso di cer-care luoghi che un tempo erano simbolo del progresso, di in-novazioni e scoperte che poi nel tempo sono quasi svanite nel nulla.

Nel tuo lavoro recen-

te hai cercato un unico

filo conduttore?

I soggetti si trovava-no nei luoghi più di-sparati: Russia, Bul-garia, Kazakistan. Dovevo raggiungerli coi mezzi di traspor-to più svariati, dall'a-ereo fi no alle racchet-te da neve. Mi è ca-pitato di investire

Sono stati piuttosto classici della ci-nematografi a come Robert Bresson, Tarkovskij e Haneke a defi nire il mio gusto. Mi ispiro poco alla fotografi a, ma sono a me affini artisti come Taryn Simon e Nikolai Howalt.

Quali progetti di autori stranieri sulla

Russia hai apprezzato maggiormente

negli ultimi anni?

Mi piace Rus del fotografo Gert Jo-chems, che ha utilizzato il territorio russo come modo per rifl ettere la sua personale preoccupazione. Le sue im-magini coincidono con la mia visione del Paese. È sorprendente che siano frutto di uno straniero.

In cosa si differenzia il modo in cui vedi la

Russia rispetto a un fotografo straniero?

Gli stranieri hanno uno sguardo più distaccato, cosa che permette loro di vedere cose che da dentro noi non per-cepiamo. Ma allo stesso tempo, que-sto sguardo esterno è spesso stereoti-pato.

DA VISITARE

I maggiorieventi in corso

Mostra • Cinquanta opere. Tra icone sacre, paesaggi e nature morte. L'eredità dell'arte russa si svela a Palazzo Medici Riccardi di Firenze, nella mostra allestita dalla Russian Academy of Art fino al 28 dicembre

Esposizione • Fino al 13 febbraio, presso la Galleria del Cembalo di Roma, tre mostre fotografiche, unite sotto il titolo di "Storie sovietiche", racconteranno quasi un secolo di arte e storia i feriti

Ballo • Per il quarto anno l'Hotel St. Regis di Roma ospiterà il 9 gennaio il Gran Ballo Russo, la kermesse che ricreerà le atmosfere russe del XIX secolo

ANNA ARUTYUNOVA

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Eventi Concerti e momenti culturali comuni tra la Chiesa Ortodossa Russa e quella Cattolica

Aleksandr

AvdeevAMBASCIATORE

Per la Russia, lo Stato del Vaticano è un partner importante e interes-sante. Si tratta di uno dei maggio-ri centri spirituali e religiosi del

mondo. Alla base della sua politica di Stato ci sono sia gli interessi globali legati alla si-tuazione dei cristiani in ogni continente, sia le norme cristiane della moralità. Per noi è inoltre importante che il Vaticano sia inte-ressato a rafforzare il diritto internazionale, la stabilità e la sicurezza, la regolarizzazio-ne dei conflitti in modo pacifico. Tutto ciò è diventato argomento di serie consulta-zioni tra i nostri servizi diplomatici. La Federazione Russa e il Vaticano hanno una visione comune sulle nuove minacce e sulle sfide del XXI secolo. Il discorso ri-guarda i pericoli passati, come la troppa militarizzazione, la corsa agli armamenti, la minaccia della violazione dei regimi di non proliferazione e così via. Nel mondo con-temporaneo sono apparse nuove sfide come il terrorismo in tutte le sue forme, l'estre-mismo religioso, il traffico di droga, la divi-sione del mondo in poveri e ricchi. Sia in Russia, sia in Vaticano risuona in continua-zione il pensiero dell’ingiusto assetto mon-diale. Entrambi gli Stati sono interessati a un rafforzamento del ruolo dell'ONU, all'in-troduzione nel diritto internazionale di norme morali cristiane, per contenere l'in-controllabile globalizzazione. Ciò elencato finora è sufficiente per imma-ginare un ampio campo di possibilità per una collaborazione politica e diplomatica dei nostri due Stati. Ovviamente, sullo sfon-do delle nostre relazioni interstatali ci sono i rapporti tra cattolici e ortodossi, il dialogo tra il Vaticano e la Chiesa russa ortodossa. Negli ultimi anni questo dialogo è ripreso, è diventato più attivo e, direi, "spirituale". Si tratta di un termine un po' insolito, ma fa riferimento a un calore cristiano, sul clima del quale oggi dialogano e conversano i sacerdoti di entrambe le Chiese. Esse, tra l’altro, hanno anche un ventaglio di temi per un dialogo simile a quello dei diploma-tici. Oltre alle questioni teologiche, i cristiani cat-tolici e ortodossi esprimono preoccupazio-ne per l'aumento, in Europa e negli Stati Uniti, di valori neoliberali, che minacciano di distruggere l'identità cristiana e livellare l'originalità e la ricchezza delle culture di intere nazioni. Viene da pensare che tutti questi alti inte-ressi, e il desiderio di cooperare in nome della giustizia, siano diventati la base per buoni rapporti personali tra Papa France-sco e il Presidente Vladimir Putin.

L'autore è Ambasciatore della Federazio-ne russa presso la Santa Sede ed il Sovrano Militare Ordine di Malta, ex-ministro della cultura della Federazione russa (2008 - 2012)

IL COMMENTO

I rapporti fra la Russia e il Vaticano

andr

deeveTORE

NIVA MIRAKYANRBTH

Gli ultimi mesi hanno evidenziato rapporti sempre più

stretti tra il Patriarcato di Mosca e il Vaticano. Segno di un

avvicinamento che potrebbe aprire le porte a un possibile

incontro tra il Papa e il Patriarca.

La seconda metà del 2015 è stata un periodo ricco di avvenimenti nei rap-porti fra la Chiesa Ortodossa Russa e la Chiesa Cattolica. Incontri, concerti, mostre e pubblicazioni di libri dimo-strano l'intenso sviluppo del dialogo fra le due istituzioni religiose.

Fino al 30 dicembre il Palazzo della Cancelleria a Roma ospiterà la mo-stra "La luce di Cristo illumina tutti". Una personale del pittore russo Vasi-lij Nesterenko, che guida anche il Con-siglio per la cultura del Patriarcato di Mosca. Il coordinatore delle par-

rocchie del Patriarcato di Mosca in Italia, il vescovo Antonij di Bogorodsk, ha detto che la mostra rappresenta il primo risultato del gruppo di lavoro di collaborazione culturale fra la Chie-sa Ortodossa Russa e la Chiesa Cat-tolica di Roma.

Sempre nella capitale italiana, il 6 dicembre nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, il pubblico romano ha avuto l'occasione di assi-stere al concerto del coro della Catte-drale del Cristo Salvatore di Mosca, in visita per partecipare alla festa patro-

nale della Chiesa di Santa Caterina Martire. Fra le composizioni di musi-ca sacra russa, il coro ha cantato opere di Rakhmaninov e Chajkovskij.

Un'altra mostra importante, questa volta fotografi ca, è stata "La missione della Chiesa Ortodossa Russa nel mondo contemporaneo" che si è tenu-ta nel Padiglione Russia dell'Expo di Milano a settembre. L'evento ha illu-strato "I Fondamenti del concetto so-ciale della Chiesa Ortodossa Russa", un documento che offre risposte alle sfi de moderne, basandosi sulla Sacra

" Da sempre la missione della Chiesa

sulla Terra era ed è la salvezza dell'uo-mo per la vita eterna"

METROPOLITA, PRESIDEN-TE DEL DIPARTIMENTO PER LE RELAZIONI ECCLE-SIASTICHE ESTERNE DEL PATRIARCATO DI MOSCA

HilarionAlfeev

LA FRASE

Scrittura e sulle norme della sacra tra-dizione russa.

A Roma il pubblico ha inoltre po-tuto conoscere due libri rappresenta-tivi della Chiesa Russa. La presenta-zione si è tenuta il 28 ottobre all'As-sociazione Stampa Estera di Roma. Si tratta di "Santi di tutti i giorni" dell'Ar-chimandrita Tikhon Sevkunov, edito da Rubbettino Editore. Il volume con-tiene numerose storie vere legate al Monastero Pskovo-Pecherskij e alla storia della Chiesa Russa attorno al crollo dell'Unione Sovietica. Ha già venduto oltre due milioni di copie in 16 paesi.

L'altro libro, "La parola del Pasto-re", scritto dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill ed edito dalla Li-breria Editrice Vaticana, è stato pre-sentato al Collegio Teutonico in Vati-cano il 18 settembre. Il volume racco-glie gli interventi evangelici che Kirill aveva fatto in TV mentre era ancora Metropolita di Smolensk nel 1994. Il Metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni estere del Patriarcato di Mosca, ha detto mentre presentava il libro che, "nonostante il libro sia stato scritto da un russo, quel-lo di cui parla il Patriarca ha una di-mensione universale".

Per saldare ulteriormente i rappor-ti fra le due chiese, prima di presen-tare il libro del Patriarca, il Metropo-lita Hilarion aveva incontrato il Car-dinale Angelo Scola a Milano. I due alti ecclesiastici hanno parlato del po-tenziale incontro fra Papa Francesco e il Patriarca Kirill, che, secondo il me-tropolita, dovrebbe tenersi "in un ter-ritorio neutrale, come è desiderio re-ciproco dei capi di entrambe le Chie-se. Auspichiamo che questo incontro avvenga presto". Sarà il 2016 l'anno dell'evento atteso da secoli?

Fedeli nella

Chiesa di San

Nicola a Bari

durante una

funzione. Il

progetto della

chiesa è

dell'illustre

architetto russo

Aleksej Shchusev

ed è stato

pensato

nello stile

dell'architettura

sacra di Pskov

e di Novgorod

del XV secolo

La Chiesa di San

Nicola a Bari,

risalente agli inizi

del XX secolo,

continua a essere

il principale

"ponte" tra la re-

ligione ortodossa

e l'Italia

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NU

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CR

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