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l o g o s Esattamente dieci anni fa, con un grup- po di lavoro affiatato e motivatissi- mo, davamo alla luce un giornale che, per oltre tre anni, rappresentò un formidabile luogo di dibat- tito e di confronto politico e culturale. “A volte ritornano” fu il primo titolo d’apertura di “Uno in Più”, il mensile “libe- ro e irriverente” di Senigallia e della Valle del Misa. Ci rife- rivamo al ritorno sulla scena politica di alcuni notabili del vecchio partito comunista. A distanza di dieci anni, il qua- dro di riferi- mento non è cambia- to gran- ché. La città è ancora in mano a lobby di inte- resse e affare e ad arnesi arrugginiti della po- litica. Questo titolo allora vuo- le essere non solo un tributo a ciò che rappresentò “Uno in Si chiama “Senigallia Alterna- tiva” ma di alternativo ha ben poco visto che cerca protezio- ne sotto l’ala del Pd. La notizia della nascita del nuovo movi- mento l’ha data Franco Porcel- li che si presenta come “alter- nativo” ma che non è certo nuovo al panorama politico se- nigalliese. La sua chiamata a raccolta si indirizza all’area del centrosinistra, perché già nel 1905 e poi nel 1990 le for- ze del “Centro”, in prima fila i cattolici-democratici, hanno saputo fruttuosamente colla- borare (dice lui) con quelle del- La ciminiera dell'ex Sacelit rappresenta l'identità della città. Il sindaco Angeloni ed il presidente della provincia Casagrande si sono inventate anche questa. Avessero mes- so la stessa fantasia per di- fendere Palazzo Gherardi a quest'ora avremmo un paio di sfregi in meno alla bellez- za di Senigallia: non ci sareb- be un tubo di cemento nella skyline, ed avremmo un pa- lazzo storico a destinazione pubblica (e non venduto ad un privato per farci apparta- menti) in più. Secondo il sin- daco e la sua truppa la cimi- niera dell'ex Sacelit rappre- senta l'identità di Senigallia e dei senigalliesi, la Sovrinten- denza l'ha vincolata come fos- se un bene appartenete al pa- trimonio artistico, architetto- nico o culturale e guai a chi la tocca. Così, se a Roma han- no il Colosseo, a Parigi la Tour Eiffel e ad Ancona la cattedrale di San Ciriaco, a Nella pur sonnecchiosa realtà politica senigalliese qualcosa sembra muoversi. Strano ma ve- ro, alla sinistra del centro sini- stra c’è già un candidato sindaco per le elezioni del 2010, Roberto Mancini e, sembra, un progetto alternativo Roberto Mancini: “Basta con l’autorita- rismo degli ultimi anni” Fabrizio Marcantoni rivendica il mira- colo di avere unito Liste civiche e Pdl segue a pag. 4 Luglio-Agosto 2009 anno II N.1 Distribuzione gratuita A volte ritornano di Roberto Paradisi di Cristiano Boggi parole libere a Senigallia “Pronti alla svolta” Lasciano la ciminiera. Svendono Palazzo Gherardi di Marco Benarrivo “Siamo l’altra sinistra” FACCIA A FACCIA CON I CANDIDATI segue a pag. 2 segue a pag. 4 segue a pag. 5 segue a pag. 3 300 MILA EURO IN FUMO Una cifra da capo- giro servirà a “restaurare” il mo- numento all’orrore. Risorse che poteva- no essere destinate alla ristrutturazio- ne di Palazzo Gherardi. Questo il biglietto da visita del piano d’area ex-Sacelit. Bocciati in blocco gli emen- damenti dell’opposi- zione che propone- vano una cittadella dello sport all’inter- no di un’area verde Una ciminiera ed un albergo a 5 stelle che nessuno comprerà: sfregi perenni alla città. Intanto spremono gli imprenditori con una richiesta di opere di urbanizzazione di oltre 20 milioni di Euro (Foto Borella) di Fulvio Greganti Smettere di fumare fa bene. Dopo i soldi stanziati per la vecchia ciminiera dell’ex Sacelit, le te- ste pensanti dell’Amministrazione senigalliese stanno mettendo a punto una iniziativa per estendere a tutti i cittadini i benefici con un contributo una tantum agli ex fumatori. Si va da qualche decina di euro per ex fumatori occasionali di bionde, fino alle diverse centinaia di eu- ro per pentiti del Toscano. Già si pensa a serate a tema per presentare la campagna “non sa- ranno fumosi” nella splendida cornice post industriale dell’area bonificata. Una sorta di “Not- te Grigia”, rigorosamente NO SMOKING! girodiSenigallia de il Forbiciastro Fabrizio Marcantoni, cosa l'ha convinta a candidarsi ancora a sindaco di Senigallia? Certamente la passione e l'amo- re per questa città. Ma anche la volontà e la determinazione di mettere in piedi un progetto che possa di Marco Benarrivo Mai con gli amici di “Busch”

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Esattamentedieci anni fa,con un grup-po di lavoroaffiatato emotivatissi-mo, davamoalla luce ungiornale che,

per oltre tre anni, rappresentòun formidabile luogo di dibat-tito e di confronto politico eculturale. “A volte ritornano”fu il primo titolo d’apertura di“Uno in Più”, il mensile “libe-ro e irriverente” di Senigalliae della Valle del Misa. Ci rife-rivamo al ritorno sulla scenapolitica di alcuni notabili delvecchio partito comunista. Adistanza di dieci anni, il qua-dro dir i f e r i -m e n t onon ècambia-to gran-ché. Lacittà èancorain manoa lobbydi inte-resse eaffare ead arnesi arrugginiti della po-litica. Questo titolo allora vuo-le essere non solo un tributo aciò che rappresentò “Uno in

Si chiama “Senigallia Alterna-tiva” ma di alternativo ha benpoco visto che cerca protezio-ne sotto l’ala del Pd. La notiziadella nascita del nuovo movi-mento l’ha data Franco Porcel-li che si presenta come “alter-nativo” ma che non è certonuovo al panorama politico se-nigalliese. La sua chiamata araccolta si indirizza all’areadel centrosinistra, perché giànel 1905 e poi nel 1990 le for-ze del “Centro”, in prima fila icattolici-democratici, hannosaputo fruttuosamente colla-borare (dice lui) con quelle del-

La ciminiera dell'ex Sacelitrappresenta l'identità dellacittà. Il sindaco Angeloni edil presidente della provinciaCasagrande si sono inventateanche questa. Avessero mes-so la stessa fantasia per di-fendere Palazzo Gherardi aquest'ora avremmo un paiodi sfregi in meno alla bellez-za di Senigallia: non ci sareb-be un tubo di cemento nellaskyline, ed avremmo un pa-lazzo storico a destinazionepubblica (e non venduto adun privato per farci apparta-menti) in più. Secondo il sin-daco e la sua truppa la cimi-niera dell'ex Sacelit rappre-senta l'identità di Senigallia edei senigalliesi, la Sovrinten-denza l'ha vincolata come fos-se un bene appartenete al pa-trimonio artistico, architetto-nico o culturale e guai a chila tocca. Così, se a Roma han-no il Colosseo, a Parigi laTour Eiffel e ad Ancona lacattedrale di San Ciriaco, a

Nella pur sonnecchiosa realtàpolitica senigalliese qualcosasembra muoversi. Strano ma ve-ro, alla sinistra del centro sini-stra c’è già un candidato sindacoper le elezioni del 2010, RobertoMancini e, sembra, un progetto alternativo

Roberto Mancini: “Basta con l’autorita-rismo degli ultimi anni”

Fabrizio Marcantoni rivendica il mira-colo di avere unito Liste civiche e Pdl

segue a pag. 4

Luglio-Agosto 2009 anno II N.1 Distribuzione gratuita

A volte ritornano

di Roberto Paradisi

di Cristiano Boggi

paro le l ibere a Sen iga l l ia

“Pronti alla svolta”

Lasciano la ciminiera.Svendono Palazzo Gherardi

di Marco Benarrivo

“Siamo l’altra sinistra”

FACCIA A FACCIA CON I CANDIDATIsegue a pag. 2

segue a pag. 4

segue a pag. 5

segue a pag. 3

300 MILA EURO IN FUMOUna cifra da capo-giro servirà a “restaurare” il mo-numento all’orrore.Risorse che poteva-no essere destinatealla ristrutturazio-ne di Palazzo Gherardi. Questo il biglietto da visitadel piano d’area ex-Sacelit. Bocciatiin blocco gli emen-damenti dell’opposi-zione che propone-vano una cittadelladello sport all’inter-no di un’area verde

Una ciminiera ed un albergo a 5 stelle che nessuno comprerà: sfregi perenni alla città. Intanto spremono gli imprenditori con una richiesta di opere di urbanizzazione di oltre 20 milioni di Euro

(Foto Borella)

di Fulvio Greganti

Smettere di fumare fa bene. Dopo i soldi stanziati per la vecchia ciminiera dell’ex Sacelit, le te-ste pensanti dell’Amministrazione senigalliese stanno mettendo a punto una iniziativa perestendere a tutti i cittadini i benefici con un contributo una tantum agli ex fumatori. Si va daqualche decina di euro per ex fumatori occasionali di bionde, fino alle diverse centinaia di eu-ro per pentiti del Toscano. Già si pensa a serate a tema per presentare la campagna “non sa-ranno fumosi” nella splendida cornice post industriale dell’area bonificata. Una sorta di “Not-te Grigia”, rigorosamente NO SMOKING!

girodiSenigalliade il Forbiciastro

Fabrizio Marcantoni, cosa l'haconvinta a candidarsi ancoraa sindaco di Senigallia?Certamente la passione e l'amo-re per questa città. Ma anche lavolontà e la determinazione dimettere in piedi un progetto che possa

di Marco Benarrivo

Mai con gli amici di “Busch”

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Luglio-Agosto 2009 anno II N.1

2 primo piano λ ο γ ο ς

Stefano Schiavoni è il prototi-po di un Peppone con la lau-rea. Un capo-cellula alfabetiz-zato, che mentre dispensa sor-risi e buone maniere, lavoraper rifilare agli avversari poli-tici poderose mazzate di unaindicibile violenza ideologica.

Il miglior aneddoto sul capo-gruppo del partito democrati-co spiega bene il personaggio.Anni fa l’associazione Logosorganizzò la presentazione del

Direttore EditorialeRoberto ParadisiDirettore ResponsabileMarco BenarrivoRedattoriCristiano Boggi, Fulvio GregantiRedazioneVia Cavallotti, 16 - [email protected] EditoreAssociazione culturale LogosAutorizzazione Tribunale Anconan. 9/08 del 29 marzo 2008FotocomposizionepuntoevirgolaStampaStampanova - Jesi

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libro “Elogio della guerra” delnoto scrittore e giornalistaMassimo Fini. Un piccologioiello di saggistica certa-mente provocatorio maprofondamente interessante ecolto. Comunque, di un librosi trattava. Lo Schiavoni, sem-pre attento ai valori della de-mocrazia da fine intellettualepost-comunista quale è, inor-ridito dal fatto che un’associa-zione potesse liberamente pre-sentare un libro, pensò benedi bacchettare l’allora sindacoFabrizio Marcantoni che ave-va proditoriamente concessoall’associazione l’utilizzo dellasala e chiese il sequestro deinastri della registrazione delconvegno e l’intervento dellaPrefettura. Nemmeno nellaRomania di Ceausescu. Mache si vuole, il personaggio èquesto. Gli anni sono passati eSchiavoni pare si sia tolto lamania del registratore. Nonperò la mania di bacchettare,con il vezzo del moralista del-la domenica, la moralità degliavversari politici. E così, conl’ennesimo sermone da reve-

rendo calvinista post-comuni-sta, Schiavoni si è pubblica-mente lamentato per le posi-zioni ostruzionistiche dellaminoranza colpevole, a suo di-re, di non aver garantito il nu-mero legale in uno degli ulti-mi consigli comunali. Non so-lo. La minoranza, secondo ilnostrano Peppone con la lau-rea, avrebbe anche atteggia-

menti “provocatori ed offensi-vi”. Perbacco. A noi sembravache il gesto con la manina di“smammare” dal consiglio co-munale lo avesse fatto il sin-

daco Angeloni rivolta alla mi-noranza. Non il contrario. E cisembrava che fosse stato il vi-ce-sindaco Simone Ceresoni,dopo che la Giunta aveva fattovotare il piano Cervellati sen-za nemmeno aprire la discus-sione, a esprimersi con le dot-te parole “gliela abbiamo mes-sa nel culo” (alla minoranza).E ci sembrava che fossero sta-ti gli assessori Volpini e Man-gialardi (dello stesso partitodel Peppone nostrano) a tenta-re di aggredire due consiglie-ri della minoranza (con tantodi riprese che lo confermano).Ci sembrava infine che fossestato lo stesso consigliereSchiavoni, seguito a ruota dal-l’assessore Mangialardi, inuno degli ultimi consigli co-munali, a dire che non valevala pena dialogare con la mino-ranza. Cambiano i mezzi, manon l’anima. Il Peppone di“Mondo piccolo” usava il ran-dello di legno per “educare”gli avversari politici. I Peppo-ni odierni usano il randelloideologico. Con un’aggravan-te: per coprire le loro disfun-

zioni e la loro grossolana in-capacità a governare (a co-minciare dal fatto elementaredi garantire il numero legalein consiglio) utilizzano tutti imezzi: persino il ricatto mora-le sbattendo sul tavolo il dolo-re (vero) di chi sta vivendoproblemi più seri di una pole-mica politica. Che pena appel-larsi, come ha fatto Schiavoni,a problemi familiari di colle-ghi di maggioranza per chie-dere alla minoranza di garan-tire il numero legale in consi-glio. Non pensavamo che sipotesse arrivare a tanto. Pep-pone, quello vero, non loavrebbe fatto. Perché in fondo,pur tra le legnate, aveva un ri-spetto tutto suo del proprioavversario. Questi no. Sarebbestato più opportuno e serio,per ottenere una collaborazio-ne, magari chiedere scusa perquella “manina” insolente oper quella espressione da oste-ria utilizzata dal vice-sindacooxfordiano. Oppure ancoraaccettare, ogni tanto, un con-tributo o una proposta dellaminoranza senza bocciarla apriori solo perché provenientedai propri avversari. Che mi-seria chiedere collaborazionequando manca un “culo” daspiattellare in un seggio pergarantire il numero legale.Bhè, almeno questa volta, il“culo” non si è prestato all’in-solenza della maggioranza.

Più” in questa città e una sor-ta di testimone che viene oggiidealmente consegnato, in se-gno di continuità, alla testata“Logos”, ma anche un chiaroavvertimento: questa voltatornano le nostre battagliegiornalistiche, il nostro impe-gno, la nostra volontà di inci-dere con un foglio ancora libe-ro e ancora irriverente nellarealtà locale, la nostra capa-cità di sdegnarci e di reagirealle prepotenze e all’arrogan-za del potere dei soliti noti, lanostra voglia propositiva e co-struttiva per un città alla qua-le siamo fortemente legati eche non possiamo veder sac-cheggiare dalle brame politi-che di una casta auto-referen-ziale. Tornano perché c’è biso-gno, oggi più che mai, di unfoglio di informazione svinco-lato da ogni pressione, daogni ingerenza, da ogni reti-cenza. Oggi più che mai, c’èbisogno di una voce libera ca-pace di denunciare e di infor-mare, di proporre idee e susci-

tare dibattito. Una “voce” sco-moda per il palazzo e per lelobby economiche che gover-nano la città. Non potrà sfug-gire che, a parte rari esempidi pluralità di informazione,in questa realtà è difficile (allevolte impossibile) dare spazioalla voce di chi non si ricono-sce nella casta del potere.Prendiamo un quotidiano lo-cale come “Il Messaggero” (al-l’interno diamo conto dell’ulti-ma “sparata” filo-governativadella redazione), prono allavoce di sindaco e maggioran-za e sordo (quasi sempre) aicontributi e alle denunce del-l’opposizione. E come non de-nunciare la politica mass-me-diale di questa Amministra-zione, degna di una organiz-zazione sovietica. Con un pe-riodico illeggibile auto-refe-renziale che viene pagato condenaro pubblico e inviato atutte le famiglie e con un uffi-cio stampa pronto a interveni-re, come una sorta di Mincul-pop, per disinformare e misti-

ficare. Anche in difesa di par-titi privati (di maggioranza),come è successo recentemen-te. Per non parlare delle tra-smissioni radiofoniche o tele-visive acquistate a pagamentodal Comune (indovinate chipaga) per auto-celebrazioniacritiche. E infine la schieradi molti blogger locali, che siimbavagliano la bocca perprotestare contro una normadel Governo Berlusconi cheimpedisce loro di diffamaresenza conseguenze chicches-sia, ma si guardano bene dal-l’imbavagliare lo spirito servi-le che li unisce a doppio filocon il potere locale. In questoquadro di degrado informati-vo, “Logos” cercherà di copri-re un vuoto. Non sarà ungiornale di partito. Sarà ungiornale. Non avrà steccatiideologici: destra e sinistraavranno pari dignità. Nonavrà pregiudizi ma sarà aper-to al confronto. Certamentepartirà da una certezza: diven-tare un punto di riferimentotrasversale per chi non può enon vuole riconoscersi nel si-stema di potere che malgover-na da anni la città e molte no-stre realtà locali. Un punto diriferimento per il centro-de-

stra, per la sinistra critica e li-bera, per i tanti movimenti ci-vici sorti spontaneamente adifesa di diritti calpestati, perle tante associazioni culturalidimenticate, per i cittadiniche non hanno perso la capa-cità di indignarsi e che voglio-no costruire un’alternativacredibile. “Logos” nasce conqueste premesse ideali che ac-comunano tutta la redazione etutto il gruppo di lavoro cheanimerà queste pagine. Chenon usufruiranno di contribu-ti pubblici (come invece va dimoda per le iniziative degliamici della maggioranza).“Logos” nasce e si finanzia in-nanzitutto con il lavoro volon-tario e gratuito di tutti i re-dattori. E copre le spese distampa con l’auto-tassazione,i contributi privati e la pubbli-cità. Incredibile nella città as-sistenziale e solidale (con ipropri amici politici) per ec-cellenza. Ma vero. Ricordol’impatto fragoroso che, diecianni fa, ebbe “Uno in Più” incittà e poi in tutta la provinciadi Ancona. Raccoglieremoquel testimone. Saremo, oggicome allora, un baluardo di li-bertà e coraggio civico. Potetecrederlo.

Il Peppone de noantri, da censore a moralista

A volte ritornano

di Nuvola Rossa

segue dalla prima

di Roberto Paradisi

Stefano Schiavoni

Cultura sì, ma solo se di sinistra

Stefano Schiavoni: dall’orticaria per la cultura non allineata all’arroganza ideologica. Ma sempre con un sorriso buonista

La caricatura di Stefano Schiavoni così come fu disegnata peruna vignetta apparsa su unnumero di“UnoinPiù” nel 1999

l o g o [email protected]

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Senigallia ci teniamo comesimbolo la ciminiera dell'exSacelit-Italcementi, con tuttala sua storia d'inquinamentoe morte. Come se non fosseancora vivo e presente il ri-cordo di chi in quelle fabbri-che ha perso un nonno, unpadre o un fratello per un tu-more ai polmoni dovuto all'a-mianto e come se in città nonfosse ancora vivo chi certeconseguenze le porta ancoraaddosso. Avremo dunque ineterno una ciminiera al cen-tro della città, non in perife-ria, non nella zona industria-le, ma a due passi dal mare edal centro storico e nel cuoredella Senigallia del ventune-simo secolo: la nuova area exSacelit. Si dirà: vabbè, l'im-portante è che da quel lungosigaro verticale non escanofumi inquinanti. L'errore staqui. Quella ciminiera inqui-na e inquinerà a lungo. Co-sterà 300 mila euro il suo re-stauro e ci scusiamo con i let-tori se siamo costretti a spre-care la parola “restauro” chedi solito viene riservata alleopere d'arte. Soldi letteral-mente bruciati che andrannoad appesantire inutilmente igià elevatissimi oneri d'urba-nizzazione richiesti alla pro-prietà dell'area, con una rica-duta negativa sui prezzi deinuovi appartamenti che ver-ranno costruiti. Prezzi chesaliranno alle stelle e chedrogheranno ulteriormenteil già impazzito mercato im-mobiliare cittadino. Il tuttomentre l'opposizione avevaproposto di riservare gli one-ri d'urbanizzazione a caricodella proprietà ad altri inter-venti, come il recupero di pa-lazzo Gherardi che inveceuscirà dal patrimonio cittadi-no.Se la ciminiera resterà in pie-di ed anzi verrà restauratacome monumento alla morte,vicino sorgerà anche una cat-tedrale pagana. Ovviamentesarà una cattedrale nel deser-to. Parliamo del famigeratohotel a cinque stelle cheverrà costruito al buio, senzasapere chi dovrà accollarseloe come potrà portare profittia chi ne acquisirà la pro-

prietà. Il target turistico diSenigallia ha poco a che farecon il gran lusso. Gli impren-ditori del settore alberghierolo sanno benissimo e nessunosarà disposto a rischiare diandare gambe all'aria imbar-candosi in un'impresa chenon potrà portare profitti néa breve, né a lungo termine.L'albergo rischierà quindi didiventare un'inutile colata dicemento, buona solo a fareombra in un’area che di zonefresche e verdi ne prevedeben poche. Diversa era l'ideadell'opposizione e del candi-dato a sindaco di Pdl e Coor-dinamento civico FabrizioMarcantoni. Per quanto ci ri-guarda facciamo nostra que-sta idea: né ciminiera, né al-bergo, ma spazi verdi e strut-ture sportive che avrebberopotuto incoraggiare un tipodi turismo più adatto alla tra-dizione senigalliese. L'emen-damento proposto dall'oppo-sizione che andava in tal sen-so è stato ovviamente boccia-to dalla maggioranza. Scri-viamo a parte in questa stes-sa pagina i nomi e di cogno-mi dei consiglieri comunaliche per accidia ed apatia han-no sfregiato per sempre lacittà. Ma la storia boccerà lanuova Sacelit voluta da que-sta Amministrazione. A pa-gare però non saranno la An-geloni, i suoi assessori ed isuoi accidiosi consiglieri chequando quell'area sarà edifi-cata saranno finiti nel dimen-ticatoio. Pagherà la città enessuno si ricorderà di chisarà stata la colpa. Ci saremoancora noi a ricordarvelo. Ri-scriveremo quei nomi fino al-la noia.

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Luglio-Agosto 2009 anno II N.1

3primo piano

Sacelit: gli amministratori sbagliano, la città paga

segue dalla prima

di Marco Benarrivo

Sprecata un'enorme occasione per rendere migliore la spiaggia di velluto. Ancora una volta sacrificato palazzo Gherardi cheverrà smantellato e venduto al metro quadrato

Il sindaco e il presidente della provincia difendono le bruttezze spacciandole per “identità cittadina”. Intanto abbandonano e svendonoil vero patrimonio culturale della città

RICoRdAtevI queStI NoMILuana Angeloni, Mario Cavallari, Giulio Donatiello, Michela Fioretti, Daniele Piermattei, Stefano Schiavoni, Marco Belardinelli, Paola Curzi, Silvano Paradisi, IlariaRamazzotti, Mauro Gaggiottini (tutti del Pd), RaffaellaFabrizi (Verdi), Enzo Monachesi (Idv, transfugo dal Coor-dinamento civico)

L’elenco dei consiglieri comunali che hanno bocciato l’emendamento dell’op-posizione sull’abbattimento della ciminiera rovinando per sempre la città

Nella storia l’architettura è stata consideratal’arte per antonomasia, in quanto capace d’in-carnare un’idea spirituale, di dare una formaalla bruta e grezza materia, di sintetizzare insenso qualitativo gli altri generi artistici e, adun tempo, di esprimere simbolicamente i valo-ri più alti della vita comunitaria di una città, diuna nazione, di una civiltà. I nostri palazzi sto-rici testimoniano una memoria viva, patrimo-nio di tutti, sempre giovane e in grado di rin-novarsi nella perenne trasmissione della tradi-zione. Un edificio impregnato di storia e di cul-tura non può essere giudicato alla stessa stre-gua di un condominio anoni-me e grigio, privo di qualsiasirespiro ideale. Concetto vali-do anche in riferimento ad unresidence di lusso, costosissi-mo, con vista panoramica sulfiume Misa, probabilmenteabitato da nababbi, signoriniricchissimi e figli di papà, co-me prevede per il nostro Pa-lazzo Gherardi lo sciaguratoPiano Cervellati, alla facciadella crisi economica e della gente che lavora efatica ad arrivare alla fine del mese. Sarebbe iltrionfo degli interessi grossolani di un capita-lismo speculativo e deteriore, non certo sano eproduttivo. Nella globalizzazione, intesa nelsenso deteriore di livellamento e di omologa-zione, è doveroso difendere la specificità dellenostre città. Se da tempo i sociologi parlano diinternazionalizzazione delle merci, è più chemai necessario non mercificare la cultura eproteggere le differenti identità storiche e cul-turali. E’ molto strano (o forse molto significa-tivo) che forze politiche, che teoricamente dico-no di richiamarsi a valori sociali, poi all’atto

pratico si rendano strumenti e complici dellapiù selvaggia ed iniqua globalizzazione. Intan-to è evidente la situazione di gravissimo de-grado in cui l’Amministrazione comunale halasciato da anni Palazzo Gherardi, con l’imper-donabile abbandono di tutto il patrimonio arti-stico e storico, saccheggiato da ignoti e, nono-stante la denuncia nel marzo del 2005 del Co-mitato, non più ritrovato. Tele e stampe spari-te nel nulla. E tuttora la cittadinanza nulla èriuscita a sapere delle modalità, dei tempi e deirisultati delle indagini. Un vero e proprio ro-manzo giallo nella tranquilla Senigallia, in cui

la realtà supera la fantasiadei più creativi giallisti. Iltutto in un clima misto distupore, amarezza, indigna-zione, ma non di scoraggia-mento. Il Comitato non ha al-cuna intenzione di demorde-re dai suoi fermi propositi:difendere sempre e con tutti imezzi civili, pacifici e demo-cratici Palazzo Gherardi , op-porsi alla sua alienazione e

restituirlo alla città quale Bene Culturale Pub-blico. Al riguardo più volte è stato da noi pre-sentato un progetto ai fini di valorizzare il Pa-lazzo, quale museo permanente delle opered’arte e degli antichi strumenti didattici escientifici , con svariati spazi al suo interno,dedicati alle fotografie di Mario Giacomelli, aduna biblioteca per gli studenti, a conferenze edibattiti. Un Centro intellettuale poliedrico,fruibile liberamente da tutti, giovani e menogiovani, cittadini e turisti. Per il bene dell’inte-ra città.

*Portavoce “Comitato Salviamo il Classico”

L’INTERVENTO. Il prof. Giulio Moraca rilancia la battaglia per la difesadi Palazzo Gherardi e della cultura classica e ricorda il “giallo” irrisoltodel furto di tutte le opere d’arte del liceo “Perticari”

“Siamo alla mercificazione della cultura”

di Giulio Moraca*

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Luglio-Agosto 2009 anno II N.1

4 politica λ ο γ ο ς

all’attuale centrosinistra delpartito democratico. In che cosa vi differenziateeffettivamente dal Pd? In verità, la questione non èquella di essere più o meno “asinistra”, ma di cambiare con-tenuti e metodi di governo.L’attuale maggioranza cheguida la città ha in questi an-ni governato avendo di mirasolo se stessa e non ha ricerca-to una prospettiva per il futu-ro, nell'economia e nel lavoro.Noi vogliamo, ad esempio, unamaggior tutela del territorio,un coinvolgimento dei cittadi-ni nelle decisioni. Può essere più concreto? In questi anni abbiamo avuto aSenigallia uno stile di governoaccentrato ed autoritario conun comitato ristretto di reg-genti che prende le decisioniper tutti i cittadini. Uno sche-ma democratico inverso. Noivogliamo rimettere la demo-crazia coi piedi per terra.Qualche esempio di questostile? L’esempio più classico è quellosulla bocca di tutti. Il piano Sa-celit è un progetto dannosissi-mo. Dal piano viene fuori pra-ticamente un insieme di ap-partamenti di lusso senza nul-la intorno mentre si doveva esi poteva pretendere molto di

più. Le strade giuste da segui-re erano due: o un centro con-gressi serio oppure una strut-tura polifunzionale di qualitàanche per manifestazioni spor-tive. L’intento doveva esserequello di provare ad allungarela stagione turistica. Invece?L’amministrazione va sempredietro le scelte del costruttoredi turno. In questo caso comein altri casi. Bisogna assoluta-mente rompere il connubio trapolitica ed affari che si è ormairiproposto.Lei è uomo di sinistra, neglianni settanta ha militato inDemocrazia proletaria cheveniva considerata, rispettoal Pci, la “nuova sinistra”.Come riuscirà a coagulareil consenso per vincerele elezioni del prossi-mo anno?La mia appartenenzaa Democrazia Proleta-ria, quella di Vitto-rio Foa per inten-derci, risale aglianni giovanili,mentre nel 2005sono stato eletto come indipen-dente nella lista di Rifondazio-ne Comunista. Il mio tentativosarà quello di coinvolgere tut-to il variegatissimo mondo delcentro sinistra, dalle forze disinistra non in consiglio co-munale, a quanti nello stesso

Partito Democratico o tra le fi-la della ex Margherita sentonol'urgenza di un rinnovamento,fino a nuove realtà presenti incittà. La mia candidatura èquella giusta per rimettere inmoto la partecipazione, il sen-so civico, la speranza che il fu-turo non sia in mano ad un ri-stretto comitato di ammini-stratori.

Quale sarà ilcandidatodel par-tito de-m o -crati-co?Ne ve-

do solo uno, il mega assessoreai lavori pubblici MaurizioMangialardi. Si parla solo dilui. Hanno annunciato le pri-marie per la scelta dei candi-dati ma a queste primarie par-teciperanno solo il Pd ed i Ver-di. Delle primarie un po’ ri-

strette. Anche l’Italia dei Valo-ri si sta sfilando perché nongli conviene. Parliamo un attimo delloschieramento di FabrizioMarcantoni. Per la primavolta l’insieme delle liste ci-viche si presenta con la coa-lizione di centro destra dasubito. Potrebbe essere una debolezza.La lista di Marcantoni non c’èdubbio che ha un orientamen-to democratico, è una listaquasi di sinistra quella che si èpresentata l’ultima volta alleelezioni. Il mio convincimentoè che, con il centro destra al-leato, non riesca ad intercetta-re il favore dei vari comitatinati in città o di chi è stanco

del decisionismo dell'Ange-loni e non vuole cadere nel-

l'orbita del partito di Ber-lusconi. Potrebbe esserequindi una propostapolitica con una suadebolezza intrinseca. Però bisogna fare iconti adesso non so-lo con i vari Comita-ti cittadini ma an-

che con una forza politicanuova per le nostre parti co-me la Lega Nord che alle ul-time regionali ha preso il5%.... Ho visto che si è andata costi-tuendo in questi giorni conuna propria segreteria. É vero

che parte da un 5% ma è undato riferito alle europee chenon ha molto a che fare con leamministrative….Se i cittadini però chiedonouna risposta di un certo tipoad un movimento politico an-che a Senigallia significapur qualcosa…Si tratta di una manifestazionedi disagio, di protesta, che vapresa in considerazione anchese la Lega rappresenta una ri-sposta di destra, un egoismoche diventa linea politica, cheda me assolutamente non ècondiviso.

Galeotta fu la lettera…

“democrazia e partecipazione, contro l’autoritarismo degli ultimi anni”

La doppia vita di Paolo Mattei: dirigente comunale di matti-na e cassiere del Pd all’imbrunire. Sarà conflitto d’interessi?

la sinistra: prima socialiste,(1905) e poi marxiste, (1990).Fin qui, nihil sub sole novum.Tanto più che, a dispetto delnome, rimane difficile inten-dere il valore alternativo dellaproposta. Dato che a Senigal-lia il centro sinistra governada anni. Porcelli esclude l’in-ciucio con la destra, come sealla destra interessasse davve-ro inciuciare con Porcelli ilquale critica “l’avventurismo el’interventismo in politicaestera”. “Bisogna gridare for-te - continua il comunicato diSenigallia Alternativa - cheBerlusconi e la Destra nostra-na, con il loro inseparabileamico “Busch” (scritto lette-ralmente così da Porcelli nelcomunicato n.d.r.), improvvi-damente ci hanno cacciato inquella palude e trappola, contutto quello che anche di lut-tuoso ne consegue”. Aspettiamo ansiosamente l’an-nunciato secondo manifesto.Magari scopriremo che la de-stra senigalliese ha precise re-sponsabilità in ordine alla cri-si economica mondiale. Sempre, naturalmente, con lacomplicità dell’inseparabileamico “Busch”…

Questa è grossa. Leggete questa lettera. É firmata dal coordinatore citta-dino del Pd e risale ad un anno fa. Ci è stata consegnata da un “compa-gno” deluso, uno di quelli che milita nel Partito Democratico e che rivesteanche un ruolo istituzionale. Comprensibilmente, ci ha chiesto di non fa-re il nome. La lettera è riservata agli iscritti del Pd e dimostra la profon-da, ambigua e inopportuna commistione tra partito e cosa pubblica. Un di-rigente del Comune (quello peraltro che ha firmato le determine per i con-tributi d’oro al Teatro alla Panna, associazione il cui responsabile è il por-tavoce cittadino dei verdi) è diventato “tesoriere” del Partito Democratico.Ha lui il compito di raccogliere i contributi degli iscritti per il partito.Nulla di illecito, sia chiaro. Ma lasciamo ai lettori il compito di valutarequesta ambigua commistione tra cosa pubblica e cosa privata, come avve-niva nelle ex repubbliche dell’est. E fa sorgere anche domande lecite: è op-portuno che un dirigente comunale che dovrebbe mantenere un ruolo su-per partes ed essere lontano dalla contesa partitica (a garanzia di tutti icittadini) rivesta un ruolo direttivo all’interno del partito di maggioran-za? E ancora: se un dirigente comunale è anche dirigente del partito dimaggioranza, è lecito chiedersi se sia un caso o se le due cose siano inqualche modo collegate?

A TU PER TU CON ROBERTO MANCINI La coalizione non c'è più, Rifondazione si smarca a sinistra

ESCLUSIVO

Mancini: “La mia candidatura è quella giusta per rimettere in moto la partecipazione, il senso civico, la speranza che il futuronon sia in mano ad un ristretto comitato di amministratori”.segue dalla prima

di Fulvio Greganti

Si dicono “alternativi”ma sono i sacerdotidella continuità. Stanno a Senigalliama parlano di Iraq e Afghanistan

Roberto Mancini segue dalla prima

Mai con gli amici di “Busch”

di Cristiano Boggi

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λ ο γ ο ς 5politicaLuglio-Agosto 2009 anno II N.1

di Gabriele Girolimetti*

Senigallia è una Ferrari: con noi ricomincerà a correreMai comequesta volta,la campagnaelettorale del-le prossimeamministra-tive sarà lun-ga. Due can-didati dell’op-

posizione: Marcantoni e Manci-ni partiti un anno prima, uncandidato del PD Mangialardigià in campagna elettorale allafaccia delle tanto attese prima-rie e altre sorprese in vista neiprossimi mesi. Le cause non so-no da ricercare soltanto nellalungimiranza dell’opposizionema anche e soprattutto nellacrisi del centrosinistra.La Margherita fagocitata daiDS, i Verdi estinti, Rifondazio-ne Comunista è uscita dallagiunta e con Mancini corre con-

tro gli ex alleati le sorti dellamaggioranza inoltre sono oranelle mani di un consigliereprima eletto nelle fila dell’oppo-sizione e poi passato dall‘altraparte dopo le defezioni nel cen-trosinistra.In pochi anni ben quattro as-sessori all’urbanistica si sonoavvicendati, succeduti o dimes-si e le scelte sono sempre stateimposte da una parte sull’altrafacendo pesare i rapporti di for-za non solo tra alleati, ma an-che all’interno degli stessi Ds.In tutto questo, la città, operosae volenterosa, reagisce operan-do nei vari settori turistico-commerciali, nonostante i laccie laccioli che l’Amministrazionemette sul cammino di chi tentadi realizzare qualcosa di positi-vo. A proposito, dov’è finito iltanto atteso Piano degli arenili,

promesso agli operatori fino apochi mesi fa e che sembravadestinato a renderli più liberi?Verrà di nuovo promesso daglistessi personaggi. La nostracittà assomiglia tanto purtrop-po ad una splendida Ferrariche viene fatta correre in terzamarcia. É urgente pertanto to-gliere al più presto tutti i freniche impediscono alle varie atti-vità di competere realmente conle altre delle città vicine allequali, non abbiamo nulla da in-vidiare e che possiamo surclas-sare solo se si permette a tutti,ma proprio a tutti, di correre.In questa lunga campagna elet-torale, stanno emergendo no-vità rispetto al passato e mi ri-ferisco in primis all’uscita anti-cipata del candidato PdL - ListeCiviche: Marcantoni, per la pri-ma volta con l’unità delle forze

fino ad ora divise. L’altra novitàè che tanti senigalliesi hannoacquisito la voglia di voler in-nestare tutte le velocità che laloro città può raggiungere eche vogliono inseguire e final-mente sorpassare tutte le loca-lità rivali all’interno e al di fuo-ri della Regione. In tanti si ren-dono sempre più conto che cimisura sul campo delle propo-ste e soluzioni e che in tanti an-ni di amministrazione pratica-mente monocolore le risoluzio-ni non hanno mai brillato perefficacia. In tanti si rendono poiconto che chi lavora per divide-re le forze alternative, in realtàlavora per il centrosinistra. Laprossima competizione eletto-rale dimostrerà quanto sianoesaurite le colle che permetteva-no l’unione di personaggi e for-ze quanto mai diverse le une

dalle altre e che trovavano sin-tesi solo con l’applicazione delmanuale Cencelli sulle poltroneda assegnare.Poi magari si bruciano le pol-trone di quattro assessori al-l’urbanistica in pochi anni e nel2009 si leggono sulla stampa leesternazioni di altri ex assesso-ri in disaccordo sulle decisioniprese dall’attuale giunta sull’a-rea Sacelit. La prossima compe-tizione elettorale pertanto conl’inevitabile risultato negativoper il centrosinistra vedràtrionfare la Senigallia positivae dinamica fin troppo soffocatada logiche partitiche e ideologi-che ormai condannate dalla sto-ria e quello che è più importan-te, punite elettoralmente in tut-ta Italia.

*Capogruppo del Pdl in Consiglio comunale

L’INTERVENTO Toglieremo lacci e laccioli alla parte volenterosa e operosa della città

portare Senigallia sulla stradadi un reale cambiamento dirotta nella gestione della cosapubblica. É necessario dire ba-sta ad una politica rivolta pocoai cittadini e alla loro qualitàdi vita, molto invece a queigruppi di potere che sfruttanole potenzialità della città esclu-sivamente a loro uso e consu-mo. Cinque anni di opposizio-ne in Consiglio Comunale han-no accresciuto questa convin-zione, concedendomi ancoravoglia ed energia per impe-gnarmi fino in fondo.Che differenza c'è con le sueprecedenti candidature?Il fatto che, forse per la primavolta, siamo riusciti a metterefinalmente insieme tutte leforze di opposizione a questaGiunta, con una unità di in-tenti e di metodi, superandopersonalismi, incomprensionie difficoltà nell'individuare l'o-biettivo comune.Il Pdl ha deciso di appoggiar-la perché è convinto che sol-tanto con lei c'è la possibilitàdi erodere voti alla sinistra.Pensa che sia davvero così?Io non credo che il PDL ha de-ciso l'appoggio nei miei con-fronti soltanto per mero tatti-

cismo elettorale. Il progettopolitico-amministrativo concui ci presenteremo ai senigal-liesi (e che nelle sue linee por-tanti abbiamo già presentato) èfrutto di un percorso condivi-so in cui ogni componente del-la coalizione ha dato il propriofondamentale contributo. Epoi non si tratta di strapparevoti alla sinistra: il problemavero è quello di offrire a Seni-gallia e ai suoi cittadini unprogetto aperto sul quale pos-sano riconoscersi, demo-craticamente confrontar-si, attivamente contribui-re a renderlo più adegua-to ed efficace.Quali colpe imputa aldecennio Angeloni?Io dividerei il decennioAngeloni in due parti. Laprima in cui Luana An-geloni ha messo in attouna politica molto soft,poco appariscente, in cuiha preferito non farescelte importanti, senzacosì scontentare in ma-niera eclatante nessunoo quasi. La seconda in cui in-vece più marcata si è fatta sen-tire la mano pesante sullacittà, soprattutto in ambito ur-banistico con scelte alquantodiscutibili e, in particolare, po-

co o nulla condivise con la po-polazione, con atteggiamentianche in Consiglio Comunale,in cui non sempre ha brillato ilmetodo democratico. Basti ri-cordarsi del piano Cervellati,in cui l'opposizione è stata pa-l e - semente man-

data a quelpaese, lav i c e n d adelle ex-c o l o n i eEnel, con

il ma-

croscopico vantaggio offertoai lottizzanti di quell'area, ilpiano del porto, con le propo-ste assurde in merito alla via-bilità e alle destinazioni deiluoghi, la variante arceviese e

molto, molto altro.É forse ancora presto per par-lare di programmi, ma puòindicare fin da ora alcunepriorità?Le priorità per la nuovo ammi-nistrazione di Senigallia credopossano essere riassunte in trepunti: rilanciare l'economiacittadina iniziando immediata-mente i lavori dei progetti inessere; preparare un grandeprogetto per rilanciare organi-camente e stabilmente il turi-smo della nostra città veden-dolo anche nella sua prospetti-va territoriale; ricostruire undialogo democratico costantecon tutti i cittadini senigallie-si, condividendo il più possibi-le con loro e con tutte le cate-gorie scelte e progetti.Il candidato del Prci RobertoMancini è un avversario inpiù o è un aiuto per andare alballottaggio?Con Roberto Mancini ci siamotrovati quasi sempre in sinto-nia nella conduzione delle bat-taglie sia in Consiglio Comu-nale che in mezzo alla gente:complanare, ex colonie Enel,variante arceviese, svendita delparco della Cesanella ecc.. Piùche un avversario, quindi, misembra possa esserci una con-divisione di intenti per portare

a conclusione positiva quellebattaglie che ci uniscono.Secondo lei quelle del Pd sa-ranno Primarie “vere” o c'ègià un candidato designato?Non ho l'abitudine di occupar-mi delle vicende degli altri. Mase mi posso permettere una di-gressione, da quando il PD si èavventurato su questa panto-mima delle primarie, che allaprova dei fatti si sono dimo-strate solo di facciata, mi sem-bra che non abbia fatto moltastrada. Si sono soltanto vistemolte più battaglie per prende-re il potere che proposte su te-mi cruciali per il nostro paese.Cos'hanno portato le liste ci-viche ed il loro coordinamen-to al panorama politico seni-galliese?Le liste civiche hanno di fattoriportato nelle realtà locali equindi anche a Senigallia unaattenzione nuova ai problemidella gente e dei territori, al dilà delle ideologie o delle appar-tenenze. Non avendo la pres-sione dei partiti che si muovo-no anche tenendo conto neces-sariamente di dinamiche ex-traterritoriali e nazionali, le li-ste civiche possono agire inmaniera più libera e più atti-nenti alle realtà dove operano.

“Realizzato il miracolo: Liste civiche e Pdl uniti”

A TU PER TU CON FABRIZIO MARCANTONI Una grande coalizione guidata da un candidato della società civile

Marcantoni: “Mi spingono la passione e l'amore per questa città. Il Pdl non mi appoggia per mero tatticismo, ma perché nell'op-posizione i personalismi sono definitivamente superati e c'è unità d'intenti e metodi tra tutte le forze”

segue dalla prima

di Marco Benarrivo

Fabrizio Marcantoni

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Luglio-Agosto 2009 anno II N.1

6 informazione λ ο γ ο ς

Si chiamano virgolette. Sonoparticolari segni grafici cheindicano l’inizio o la fine di undiscorso diretto, di una di-chiarazione o di una citazioneche venga riportata letteral-mente, così come è stata dettao scritta parola per parola.Quello che si scrive tra virgo-lette non è dunque la verità dichi scrive e tanto meno è la ve-rità tout court. Le virgolettelimitano la dichiarazione diuna determinata persona eservono appunto per differen-ziare quella dichiarazione o ci-tazione, da ciò che invece ri-porta o pensa l’estensore di untesto. Le virgolette, insomma,danno la qualifica di opinionealle parole che sono scritte alloro interno. Opinione espres-sa da parte di chi, solitamente,viene citato esplicitamente.Il Messaggero, il quotidianoche a Roma spopola ma chequi da noi fa fatica ad imporsi

(forse perché l’editore è lostesso del Corriere Adriatico enon ha interesse a far concor-renza a se stesso), non sa cosasiano le virgolette. Ma come?Un giornale campa di virgo-lette. Tutti i giorni i cronisti sifanno il mazzo per avere unvirgolettato di questo o di quelpersonaggio ed è da lì cheescono articoli, titoli ed oc-chielli. Un giornalista che nonsa cosa siano le virgolette è co-me un fabbro che non sa cos’èil ferro o un calciatore non hamai visto un pallone. Eppure,almeno domenica 26 luglio, levirgolette sono scomparse dal-la pagina di Senigallia delMessaggero. Si sono volatiliz-zate dal titolo e dal sommario.Non dall’articolo. Nell’articoloinfatti il capogruppo del Pd,parlando del piano Cervellatisul centro storico, dichiara(tra virgolette): «Il primo dato

Altro che i terribili “guardiani della rivolu-zione” voluti dal barbuto Komheini. Il mani-polo dei componenti dell’Ufficio comunica-zione del Comune di Senigallia non ha nullada imparare, quanto a volontà di uniforma-re l’informazione cittadina al desolante “pen-siero unico” che accompagna giunta e mag-gioranza di centrosinistra. Un lavoro fatico-so, che il manipolo di valorosi conduce quo-tidianamente, esaminando riga per riga tut-to ciò che compare sulle pagine locali deigiornali e sui siti Internet. A dire il vero, suquesti ultimi il controllo è una passeggiatadi salute, visto quanto sono allineati, prontia farsi scendiletto del potere cittadino; nonsi spiega diversamente perché se mando uncomunicato nel tardo pomeriggio, quasi asera, subito trovo la risposta dell’ente o dellapersona chiamata in causa. Quando di trat-ta del Comune, naturalmente!Per il manipolo di valorosi dell’Ufficio comu-nicazione le “preoccupazioni” però vengonosolo dai giornali tradizionali. Non sia maiche nell’annuncio della inaugurazione dellapiazza venga omesso che ci sarà sindaco oassessore di turno. Non si sa mai che all’op-posizione o a uno dei tanti comitati cittadiniche popolano la spiaggia di velluto, vengadato spazio per le loro rivendicazioni. Appe-na si verifica, zac!, parte la lettera di rettifi-ca condita dalla solita citazione della leggesulla stampa e dall’avvertenza-minaccia diusare ogni strumento per la “salvaguardiadella propria immagine”, che poi sarebbequella del Comune.

Il manipolo fa il suo lavoro, si dirà. Vero, an-che se la libertà di stampa e d’informazionecomprende implicitamente il dissenso, comegli esperti del manipolo dovrebbero sapere,visto che vantano di essere giornalisti.Quello che invece stupisce è il supino com-portamento dei giornalisti che quelli dell’Uf-ficio comunicazione controllano. Ho dettodei siti Internet, ma non va tanto meglio peri giornali tradizionali, dove c’è sempre qual-cuno pronto a battere i tacchi e ad ubbidire,diventando megafono di questo o quel per-sonaggio, per questa o quella iniziativa, cosìda convincere il popolo della giustezza dellacosa. Un clichè vecchio come il cucco, ma chefunziona sempre e che sarà ancora più inva-dente da qui ai prossimi mesi, man manoche si avvicinano le elezioni amministrative.Dovremo sorbirci tagli di nastri per ogni co-sa, compresa una fila di vespasiani installa-ti per la Fiera di Sant’Agostino. Poi dovremoleggere bolse dichiarazioni sul luminoso fu-turo del porto (monumento alla… Italcemen-ti, grazie al consenso ambientalista di queifigli di Esaù che sono i Verdi!) e sulla ecce-zionale idea di costruire i parcheggi sotter-ranei all’ex Gil. Tutto documentato da noio-se cronache “di regime” e da fotografie cheesaltano il personaggio di turno. Senigallianon merita più tutto questo. L’informazionecittadina deve tornare ad essere libera. An-che questa è la condizione perché la cittàpossa risvegliarsi e uscire dal coma in cuil’hanno gettata gli ultimi dieci anni di am-ministrazione comunale.

è quello relativo alla costru-zione degli ultimi piani. Molteosservazioni presentate da cit-tadini e da privati vanno pro-prio in questa direzione, di-mostrando così che la previ-sione contenuta del piano èstata accolta favorevolmente».Un’opinione del capogruppodel Pd. Giustamente tra virgo-lette. Questo però basta alMessaggero per titolare così:Sorpresa: il piano Cervellatipiace. E poi il sommario: i se-nigalliesi condividono l’idea di

recuperare gli ultimi piani de-gli immobili. Un titolo ed unsommario che più arbitrarinon si può. E’ già di per sé ar-bitraria la dichiarazione diSchiavoni, ma è un suo giudi-zio e nessuno vuol toccarglie-lo. Sarebbe stato però doveredel Messaggero titolare comesi deve, utilizzando le virgolet-te per far comprendere al let-tore distratto, quello che leg-ge i titoli e non gli articoli,che quel giudizio era un’opi-nione di Schiavoni. Un’ opi-nione basata peraltro sul nul-la, quando ancora l’esame del-le osservazioni è superficiale eparziale. Ma questo è un altrodiscorso. Il problema sono levirgolette che non compaiono.Il piano Cervellati piace. Pun-to. Oggettivo, apodittico, vocedel verbo Messaggero. Eraun’opinione del capogruppoPd? E chissenefrega, le virgo-lette non le mettiamo avrannopensato nella redazione anco-netana del quotidiano dei ro-mani (che come è noto nonsanno neanche dove stia An-cona). Delle due l’una: o quelgiorno al Messaggero nonfunzionava il tasto delle virgo-lette oppure ciò che dice unesponente del Pd non è l’opi-nione, ma è la notizia, la ve-rità, l’oggettività. “La secondache hai detto” (tra virgolette)diceva un noto comico, “a pen-sar male si fa peccato ma spes-so ci si azzecca” (tra virgolet-te) diceva un noto uomo politi-co, Senigallia è come dice il Pd(senza virgolette) dice il Mes-saggero. Peraltro da quando èpresente su piazza con le pa-gine locali, il quotidiano ro-mano si è sempre distinto permettersi a zerbino davanti allaAngeloni, alla quale fu dedica-to uno speciale sbavantequando compì 50anni e so-prattutto si è distinto per es-sere l’unico dei quotidiani chesi occupano di cronaca localead ignorare sistematicamentele iniziative dell’opposizione acui viene dedicata una riga(quella sì virgolettata) ognimorte di Papa. Angeloni,Mangialardi, Mezzacanaja,Uliassi e Cedroni. Per il Mes-saggero Senigallia è questo.Ci viene nostalgia della Gaz-zetta di Ancona.

I l Parti to detta, i l Messaggero scriveIl giornale romano con una redazione periferica ad Ancona descrive una Senigallia virtuale, quella raccontata dall'Amministrazione

Un’opinione fondata sul nulla del capogruppo del Pd Stefano Schiavoni viene presentata dal quotidiano ai lettori come verità

Informazione libera, questa sconosciuta

Il pensiero unico partorito dal Palazzo comunale domina incontrastato:controlla i cosiddetti “liberi bloggers” e influenza la stampa tradizionale

di Renato Longarini

Comunicazione o propaganda?

di Sarastro

Fabio Piangerelli, capo della reda-zione di Ancona del Messaggero

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Giovannino Guareschi comin-ciò la sua gavetta, negli annitrenta, come correttore di boz-ze alla Gazzetta di Parma. Col-laborò, inoltre, come xilografoed incisore al Selvaggio, diret-to da Maccari. Nel 1936, l’ami-co Zavattini lo presentò a Riz-zoli il quale, intuendone il ta-lento, lo introdusse nella reda-

zione del Bertoldo. L’otto set-tembre del 1943, Guareschi,pur di rimanere fedele al giu-ramento da Ufficiale prestatoal Re, fu deportato nei lagernazisti. Prigionia che perduròdal settembre 1943 all’apriledel ‘45, passando per settecampi di concentramento inGermania ed in Polonia Nel‘45, finita la guerra ed uscitodal lager, fondò con Mosca eMondaini Il Candido, un setti-manale indipendente seppurecon una non celata tendenzamonarchica. Nel Natale del1946 videro la luce sulle pagi-ne del Candido quelli che sa-rebbero diventate le sue crea-ture più famose: Don Camillo

e Peppone. Il pretone dellaBassa e il sindaco comunista,insieme ad una serie indefini-ta di altri caratteristici perso-

naggi del microcosmo di pro-vincia della Bassa Padana, perl’appunto il “mondo piccolo”,divennero i protagonisti di

una serie di racconti dall’ine-sauribile successo. Nonostan-te la critica continuasse a defi-nire Giovannino uno scrittore

da strapazzo, la sua fama siestese al di fuori dell’Italia e isuoi libri, tradotti in tutte lelingue, vendettero milioni dicopie. Nel 1954 Guareschipubblicò sul Candido due let-tere attribuite a De Gasperi,negli anni in cui era rifugiatoin Vaticano, nelle quali esorta-va gli americani a bombardarela periferia di Roma per spin-gere la popolazione a ribellar-si all’invasore tedesco. Subìun processo farsa e la condan-na ad un anno di detenzionecui furono aggiunti altri ottomesi per una precedente con-danna subita per aver pubbli-cato una vignetta sulle avven-ture “enologiche” del presi-dente Einaudi. Nel 1957 Gua-reschi lasciò la direzione delCandido, di cui rimase colla-boratore fino al 1961. Neglianni successivi la sua attivitàsi limiterà ad alcune collabo-razioni con Il Borghese, il cuidirettore Tedeschi era, secon-do Giovannino, l’unico cheaveva ancora l’incoscienza dipubblicare il suoi scritti. Morìa Cervia il 22 luglio del 1968stroncato da un infarto. Alsuo funerale parteciparono,oltre ai suoi compaesani, solopochi intimi tra cui Enzo Fer-rari ed Enzo Biagi. DI Guare-schi ci restano decine e decinedi libri pubblicati in numero-sissime lingue e vari film dalui stesso sceneggiati che, adispetto della critica letterariache gli fu sempre ideologica-mente ostile, continuano adappassionare milioni di perso-ne in tutto il mondo. Pepponee Don Camillo, personaggi ditempi migliori, continuano asopravvivere e Guareschi conloro, fedele al suo motto “nonmuoio neanche se mi ammaz-zano... “.

λ ο γ ο ς

Luglio-Agosto 2009 anno II N.1

7cultura

un grande scrittore per un mondo piccolo

di Cristiano Boggi

Ritratto breve di Giovannino Guareschi, uno tra gli scrittori più osteggiati dalla cultura dominante ed amati dagli italiani

Giovannino Guareschi

“un uomo libero e un reazionario”Marco Ferrazzoli in piazza Roma ha presentato il suo libro su Guareschidialogando con Fabrizio Marcantoni, Roberto Paradisi e Cristiano Boggidell’Associazione Logos

Don Camillo e Peppone. Personaggi di tem-pi migliori. Se è vero che il contesto storicoe sociale descritto da Guareschi, quello deldopoguerra, è profondamente diverso dall’I-talia di oggi, mutatis mutandis, i due irri-ducibili avversari sono ancora protagonistidella quotidianità politica di gran parte del-le realtà locali del nostro paese. Si tratta diarchetipi dell’italico inconscio. Un’incessan-te trasmigrazione mul-tipla, perpetua le ani-me dei Nostri nei pro-tagonisti che animanoa vario titolo e livello lapolitica. Insomma chinon ha o non ha avutoun suo personale DonCamillo e Peppone?Personaggi di straordi-naria attualità, verreb-be da scrivere metasto-rici. Basterebbe questoa rendere la grandezzadel genio di Giovanni-no Guareschi. Ma c’èmolto di più che DonCamillo. C’è nella vicenda umana e profes-sionale di questo grandissimo scrittore unimpegno civile, una morale incorrotta chenon può non essere indagata. Per questo be-ne ha fatto Ferrazzoli, nel suo saggio a se-guire questo filo conduttore nella ricostru-zione del percorso guareschiano. Dal ven-tennio che lo ha visto “afascista”, alla resi-stenza bianca nei lager nazisti, passandoper il forte contributo alla vittoria della De-mocrazia Cristiana pur essendo “ademocri-stiano”, fino al carcere “democratico” segui-to ad una querela di De Gasperi. Borghese,

di destra, reazionario confesso, come in va-rie occasioni ebbe a definire se stesso, nonperse mai di vista i principi base che enucleòsul Candido nel 1951 “sono tre e sono rima-sti precisi ed intatti: difesa dell’idea cristia-na, lotta contro ogni dittatura, difesa dei va-lori spirituali della Patria”. Lavoro merito-rio, quello di Ferrazzoli, se si considera chequesto autore, amatissimo dai lettori, e mai

annoverato tra gli in-tellettuali dalla solitacritica di matrice pro-gressista, è stato abuon titolo uno deigrandi del novecentotanto da far affermarea Montanelli: “La sto-ria del XX secolo la sipuò fare senza chiun-que altro ma non sen-za Guareschi”. Giàgiornalista de “L’Italiasettimanale” di Mar-cello Veneziani, di “Li-bero” e, oggi, capo uf-ficio stampa del Cnr,

Ferrazzoli è uno dei più lucidi interpreti delpensiero dell’autore di “Mondo piccolo”. Inpassato ha pubblicato “Guareschi. L’ereticodella risata” edito da Costantino Marco nel2001. I proventi delle vendite del saggio“Non solo Don Camillo. L’intellettuale civileGiovannino Guareschi”, edito dall’Associa-zione L’Uomo Libero, saranno interamentedevoluti al progetto di solidarietà “Terra eIdentità” per la ricostruzione di un villaggioin una zona della Birmania disastrata dallaguerra.

(c.bo.)

Un momento della serata

Lungomare D. Alighieri _ [email protected]

di Daniele Corinaldesi

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Luglio-Agosto 2009 anno II N.1

8 sport λ ο γ ο ς

di desiderio della Rota

Sport di vertice incompetente e piagnone

Sempre più in caduta libera ledue principali società sportive-senigalliesi. I loro dirigentinon sono in grado di badare al-la normale amministrazione, fi-guriamoci se in loro c'è la capa-cità di mettere in piedi forma-zioni competitive ed ambiziose.Quello di avere squadre chepossano lottare per vincere, èun sogno che non vogliamocredere così impossibile anchesenza troppo denaro. Ai livelliin cui lo sport senigalliese sitrova il denaro conta poco. Con-tano di più la cura dei vivai, l'a-spetto motivazionale e la com-petenza nella scelta di tecnici egiocatori, sempre più imposti

dai procuratori o presi per sen-tito dire, che effettivamente co-nosciuti e scelti sulla base di va-lutazioni reali. La speranza cheanche a Senigallia si possa farefinalmente sport a livello deicampionati nazionali è nulla.“Non ci sono i soldi e non ci so-no gli imprenditori che credo-no nello sport”. É questa la la-mentela continua dei dirigentidelle società di vertice senigal-liesi. Sarà anche vero. Ma comedimenticarsi che la Vigor èaffondata nel campionato diPromozione per colpa di chi do-veva accorgersi della squalificadi un calciatore e non l'ha fatto.C'era bisogno di soldi per que-

sto? Vabbè, si dirà, sono erroriche capitano nelle migliori fa-miglie o nelle migliori società.Ammettiamolo e non concedia-molo, ma allora come si spiegache lo stesso errore sia statocommesso anche l'anno prece-dente, quando un calciatore erastato schierato in campo purnon avendo i requisiti per poteressere tesserato? Soltanto unabenevola sentenza della giusti-zia sportiva aveva salvato i ros-soblu, i quali però hanno persotre punti che sarebbero stati de-cisivi con l'errore bis. Errare èumano, perseverare è Vigor re-citerà da ora in poi il proverbio.É tornata nei ranghi anche la

Pallacanestro Senigallia che unpaio d'anni fa poteva essere ri-pescata in B1. Ripescaggio ri-fiutato per la solita “mancanzadi soldi” e perché, si diceva, sa-rebbe stato meglio fare una B2di vertice piuttosto che una B1in sofferenza. Questa sceltaavrebbe fatto riappassionare ilpubblico che avrebbe rivisto lasquadra vincere piuttosto chesoffrire in un categoria supe-riore. Risultato: niente campio-nato di vertice e palazzetto se-mivuoto. Tra l'altro la Pallaca-nestro Senigallia gode di unprivilegio: oltre a gestire il pa-lasport di via Capanna (secon-do il regolamento comunale chi

gestisce un impianto sportivonon può chiedere contributipubblici per l’attività annuale),porta comunque a casa un con-tributo di 20 mila euro dal Co-mune. Neanche questo ha im-pegnato moralmente i dirigentia fare di tutto per accettare il ri-pescaggio in B1 due anni fa. Meritano elogi solo certe realtàche senza costare nulla al Co-mune fanno attività per centi-naia di tesserati e nel loro pic-colo ottengono anche ottimi ri-sultati. Il tutto nonostante laconcorrenza non sempre lealedella Uisp, sfacciatamente favo-rita dal Comune sotto moltiaspetti.

Meritano elogi solo le tante piccole società dilettantistiche che curano i vivai ed ottengono risultati con poche risorse

La Vigor va in crisi per sviste clamorose e la Pallacanestro Senigallia “chiagne e fotte”: rinuncia alla B1 per mancanza di fondima prende più di 20mila euro dal Comune godendo di un privilegio ad altri negato

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CORSO SENIGALLIA SUDinizio lunedì 14 settembre

Palestra Scuole Magistrali (campus scolastico di via Capanna)

lunedì e venerdì 17,00-18,30

inizio martedì 15 settembrePalestra del palazzetto comunale Campo Boario (dietro lo stadio)

martedì e giovedì 16,00-17,30

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