Rassegna stampa la coda del logos

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Rassegna stampa “La coda del Logos” poesie di Savino Carone Capoliveri, 26 agosto 2012

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Rassegna stampa

“La coda del Logos”

poesie di Savino Carone

Capoliveri, 26 agosto 2012

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Agli organi di Stampa Livorno, 07/08/2012 “La coda del Logos”, la verità come essenza nelle poesie di Savino Carone È uscito nei giorni scorsi nelle librerie e nei bookshop on line la raccolta di versi “La coda del Logos” di Savino Carone, edito da Youcanprint di Tricase (LE). Il libro, per le sue qualità poetiche - solitamente piuttosto rare tra gli autori self-publishing - si annuncia come una delle novità più interessanti nel panorama letterario del genere. L’autore è originario di Barletta, ma vive e lavora a Capoliveri (Isola d’Elba). Ha pubblicato diversi libri di poesia e saggistica. Tra gli altri, vanno ricordati “Ogni maledetta mattina”, raccolta di articoli giornalistici; le sillogi poetiche “Variazione in carta da lettere”, “Pasticcio in salsa francese”, e due guide dedicate alle miniere dell’Isola d’Elba, “Calamita e Vallone” e “Breve visita al Compendio Minerario di Capoliveri”. Il suo ultimo lavoro, “La coda del Logos”, suggerisce fin dalla copertina - complice un’opera di scuola espressionista tedesca che vi è riprodotta - la chiusura del pensiero razionale in un circolo vizioso, la sua incapacità di comprendere compiutamente il reale, laddove, per altra via, il mito, l’utopia e il sentimento promettono una comprensione più piena e profonda delle cose. La silloge comprende alcuni versi scritti nel corso degli anni, che l’autore ha rimaneggiato e rielaborato di continuo. Si tratta di poesie nate per colmare la paura di un «improvviso vuoto», ma anche per soddisfare un’esigenza spirituale di autenticità, «per disvelare la verità, non come rappresentazione, ma come essenza», «al di là della Babele di significati e significanti». Il fil rouge che sembra legare i versi è il vissuto di un’anima sensibile e colta, che ricorda e racconta emozioni, sensazioni, stati d'animo, pensieri, legati ai volti di persone care, a paesaggi e luoghi amati, al volgere delle stagioni e alle stagioni della vita. Su questi temi si allunga il riflesso di pesanti drammi sociali - lo sradicamento, l’emigrazione, il lavoro alienante, il mondo delle periferie urbane di “L’ultima volta che vidi passare me stesso”, non-luoghi come la Stazione di Milano, la droga in “Netta contrapposizione di colori” - e l’ombra di una sottile angoscia metafisica («come questa giornata vuota e amorfa mi consumo»). Savino Carone possiede una non comune capacità evocativa: per esempio, nelle poesie dedicate all’isola descrive con forza e bellezza un luogo reale e mitico al tempo stesso («adagiata come un volatile di mare nell’aria grigia di lieve inverno marino» in “Lontano mi porta la nave”; o «mi resta negli odori un’eco assai lontana di voci ferrigne, di rumori sordi» in “Isola”). Un luogo che assurge a metafora della condizione umana: un’isola, appunto, tra onde sonore, in cui voci, parole e silenzi sono come navi «che al buio brevemente, alla deriva, s’incrocino». Il libro può essere acquistato in tutte le librerie o su Feltrinelli, Bol.it, IBS, e sui principali bookshop on line. Info e contatti INpress ufficio stampa Tel. 0932 752707

Cell. 329 3167786

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Agli organi di Stampa

Capoliveri (LI), 18/08/2012

Il 26 all’Anfiteatro “La Vantina” si presenta il libro di poesie “La coda del Logos” di Savino

Carone L’Anfiteatro “La Vantina” di Capoliveri e una splendida volta stellata faranno da suggestiva cornice, domenica 26 agosto alle ore 21.30, alla presentazione del libro di poesie “La coda del Logos”, l’ultima fatica letteraria di Savino Carone. Il libro, edito da Youcanprint di Tricase (LE), si annuncia come una delle novità più interessanti nel panorama letterario del genere. L’autore - già noto, oltre che per i suoi versi, per le guide dedicate alle miniere dell’Isola d’Elba, “Calamita e Vallone” e “Breve visita al Compendio Minerario di Capoliveri” - racconta ne “La coda del Logos” emozioni, sensazioni, stati d'animo, pensieri, legati ai volti di persone care, a paesaggi e luoghi amati come l’Isola («adagiata come un volatile di mare nell’aria grigia di lieve inverno marino»), ma anche al volgere delle stagioni e della vita, pervasi da una sottile angoscia metafisica. A fare gli onori di casa della serata saranno lo scrittore Maurizio Pagni e l’avvocato Romano Ficaia che discuteranno con l’autore del libro, dei motivi ispiratori, dei temi centrali e delle sue qualità poetiche. Animerà la serata un ricco parterre di ospiti, da Angelo Diversi (artigiano) ad Angela Galli (artista), da Tiberio Pangia (medico e scrittore) a Gabriello Salvi (artista), che si alterneranno nella lettura dei versi tratti da “La coda del Logos”. Concluderà Savino Carone. Il libro, disponibile nelle principali librerie e su Bol.it, e dal 27 agosto potrà essere acquistato anche su IBS, Feltrinelli.it e sui principali bookshop on line. La serata è organizzata da Michelangelo Venturini, presidente dell’Associazione “Giuseppe Verdi”, in collaborazione con l’ufficio stampa INpress.

Info e contatti Michelangelo Venturini Cell. 3496285117 Inpress ufficio stampa Cell. 329 3167786

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Scheda del libro Titolo: La coda del Logos Autore: Savino Carone Collana: Poesia Data di uscita: Giugno 2012 Pagine: 32 ISBN: 9788867511693 Recensione La raccolta di versi “La coda del Logos” di Savino Carone, edita da Youcanprint di Tricase (LE), per le sue qualità poetiche - solitamente piuttosto rare tra gli autori self-publishing - si annuncia come una delle novità più interessanti nel panorama letterario del genere. L’autore è originario di Barletta, ma vive e lavora a Capoliveri (Isola d’Elba). Ha pubblicato diversi libri di poesia e saggistica. Tra gli altri, vanno ricordati “Ogni maledetta mattina”, raccolta di articoli giornalistici; le sillogi poetiche “Variazione in carta da lettere”, “Pasticcio in salsa francese”, e due guide dedicate alle miniere dell’Isola d’Elba, “Calamita e Vallone” e “Breve visita al Compendio Minerario di Capoliveri”. Il suo ultimo lavoro, “La coda del Logos”, suggerisce fin dalla copertina - complice un’opera di scuola espressionista tedesca che vi è riprodotta - la chiusura del pensiero razionale in un circolo vizioso, la sua incapacità di comprendere compiutamente il reale, laddove, per altra via, il mito, l’utopia e il sentimento promettono una comprensione più piena e profonda delle cose. La silloge comprende alcuni versi scritti nel corso degli anni, che l’autore ha rimaneggiato e rielaborato di continuo. Si tratta di poesie nate per colmare la paura di un «improvviso vuoto», ma anche per soddisfare un’esigenza spirituale di autenticità, «per disvelare la verità, non come rappresentazione, ma come essenza», «al di là della Babele di significati e significanti». Il fil rouge

che sembra legare i versi è il vissuto di un’anima sensibile e colta, che ricorda e racconta emozioni, sensazioni, stati d'animo, pensieri, legati ai volti di persone care, a paesaggi e luoghi amati, al volgere delle stagioni e alle stagioni della vita. Su questi temi si allunga il riflesso di pesanti drammi sociali - lo sradicamento, l’emigrazione, il lavoro alienante, il mondo delle periferie urbane di “L’ultima volta che vidi passare me stesso”, non-luoghi come la Stazione di Milano, la droga in “Netta contrapposizione di colori” - e l’ombra di una sottile angoscia metafisica («come questa giornata vuota e amorfa mi consumo»). Savino Carone possiede una non comune capacità evocativa: per esempio, nelle poesie dedicate all’isola descrive con forza e bellezza un luogo reale e mitico al tempo stesso («adagiata come un volatile di mare nell’aria grigia di lieve inverno marino» in “Lontano mi porta la nave”; o «mi resta negli odori un’eco assai lontana di voci ferrigne, di rumori sordi» in “Isola”). Un luogo che assurge a metafora della condizione umana: un’isola, appunto, tra onde sonore, in cui voci, parole e silenzi sono come navi «che al buio brevemente, alla deriva, s’incrocino».

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