Logistica fatti e idee - Riccardo Finelli · 2008. 1. 23. · peggior incubo di un direttore di...

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31 Per ottenere il meglio L ogistica fatti e idee Il problema - Negli ultimi 10 anni aumento consistente del numero di fornitori (+30- 40%) e diminuzione delle quantità movimentate da ciascuno verso i Centri Distribuzione (Ce.Di) Coop. - Difficoltà crescenti dei fornitori a garantire almeno un carico completo a settimana. La soluzione - Creazione di magazzino multiproduttore a monte dei Ce.Di. - Dal magazzino multiprduttore si accentrano i carichi dei fornitori sui medesimi automezzi, che possono effettuare consegne a pieno carico ai Ce.Di con maggiore frequenza. - Sperimentazione attualmente in corso su un magazzino. Entro fine 2008 le prime misurazioni di performance. IN BREVE Il colosso della GDO sta sperimentando un deposito comune fra alcuni dei propri fornitori. Obiettivo: ridurre gli stock-out e incrementare la saturazione dei mezzi di trasporto UNA SEZIONE DEDICATA ALLA SUPPLY CHAIN COOP ITALIA: DEPOSITO MULTI-PRODUTTORE AL TEST IL CASO DEL MESE Il peggior incubo di un direttore di punto vendita? Lo stock out. Cioè merce esaurita sugli scaffali. In una buona parte dei casi, il cliente non effettuerà un acquisto sostitutivo, non tornerà la prossima volta. Semplicemente uscirà e comprerà il prodotto da un’altra parte. Parte da questa constatazione la speri- mentazione dei magazzini multi-pro- duttore avviata lo scorso agosto da Coop Italia, centrale marketing e con- sorzio acquisti delle 135 cooperative di consumo aderenti a Legacoop. L’idea di fondo è di far condividere ad alcuni for- nitori il medesimo magazzino, anche se trattano referenze diverse (che però devono essere compatibili per imballo, dimensione e modalità di conservazio- ne). In questo modo si favorisce un afflusso di merce più frequente ai di Riccardo Finelli

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Per ottenere il meglio

Logisticafatti e idee

➡ Il problema- Negli ultimi 10 anni aumento consistente del numero di fornitori

(+30- 40%) e diminuzione delle quantità movimentate da ciascuno verso i Centri Distribuzione (Ce.Di) Coop.

- Difficoltà crescenti dei fornitori a garantire almeno un carico completo a settimana.

➡ La soluzione- Creazione di magazzino multiproduttore a monte dei Ce.Di.- Dal magazzino multiprduttore si accentrano i carichi dei fornitori sui

medesimi automezzi, che possono effettuare consegne a pieno carico ai Ce.Dicon maggiore frequenza.

- Sperimentazione attualmente in corso su un magazzino. Entro fine 2008 le prime misurazioni di performance.

IN BREVE

Il colosso della GDO sta sperimentando undeposito comune fraalcuni dei propri fornitori.Obiettivo: ridurre glistock-out e incrementarela saturazione dei mezzidi trasporto

U N A S E Z I O N E D E D I C A T A A L L A S U P P L Y C H A I N

COOP ITALIA: DEPOSITO MULTI-PRODUTTORE AL TEST

IL CASO DEL MESE

Il peggior incubo di un direttore dipunto vendita? Lo stock out. Cioèmerce esaurita sugli scaffali. In

una buona parte dei casi, il cliente noneffettuerà un acquisto sostitutivo, nontornerà la prossima volta.Semplicemente uscirà e comprerà ilprodotto da un’altra parte. Parte da questa constatazione la speri-mentazione dei magazzini multi-pro-duttore avviata lo scorso agosto daCoop Italia, centrale marketing e con-sorzio acquisti delle 135 cooperative diconsumo aderenti a Legacoop. L’idea difondo è di far condividere ad alcuni for-nitori il medesimo magazzino, anche setrattano referenze diverse (che peròdevono essere compatibili per imballo,dimensione e modalità di conservazio-ne). In questo modo si favorisce unafflusso di merce più frequente ai

di Riccardo Finelli

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Centri di Distribuzione (Ce.Di.), da cui la merce viene poi smistata a supermercatie iper. E più l’afflusso è frequente, più è difficile che i prodotti manchino dagli scaf-fali.Il progetto è ancora in fase assolutamente embrionale. La sperimentazione partitain estate riguarda la condivisione del medesimo magazzino da parte di tre soli for-nitori. A fine anno, risultati alla mano, si tireranno le somme e si deciderà se esten-dere il modello a tutta la distribuzione nazionale.Vediamo nel dettaglio i passaggi di questo test, che potrebbe rivoluzionare la logi-stica del colosso della GDO.

LA SITUAZIONE ESISTENTEL’attuale modello di approvvigionamento dei 1.331 punti vendita Coop italiani èquello nato nel corso degli anni ’70, con lo sviluppo della prima rete di supermer-cati. Prevede che ogni fornitore, piccolo o grande che sia, consegni individualmen-te la merce richiesta presso Ce.Di. Da ogni Centro Distribuzione partono poi le con-segne (a carico di Coop) verso i diversi punti vendita di riferimento.

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LEADER NAZIONALE

DELLA GDO CON 11,6

MLD DI FATTURATOCoop Italia ha sede a Casalecchio di

Reno (BO). È il Consorzio delle 135

cooperative di consumo aderenti a

Legacoop per acquisti, marketing,

logistica e gestione prodotti a

marchio Coop. È il leader italiano

indiscusso della GDO, con una quota

superiore al 17%, pari a 11,8

miliardi di fatturato. Coop Italia

serve complessivamente 1.331 punti

vendita (fra cui 80 ipermercati), che

danno lavoro a oltre 54.000

persone.

Le cooperative di consumatori più

grandi (rappresentano il 90% del

fatturato) aderenti a Coop Italia

sono: Novacoop, Coop Liguria, Coop

Lombardia, Coop Consumatori

Nordest, Coop Estense, Coop

Adriatica, Unicoop Firenze, Unicoop

Tirreno e Coop Centro Italia.

IL CASO DEL MESE

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Le cooperative consorziate in Coop Italia sono suddivise su 3 distretti: Nord-Ovest, Nord-Est e Riviera Adriatica, Tirreno. In ciascuna area è presente un certonumero di Ce.Di (alcuni dei quali specializzati sui prodotti freschi): 3 nel DistrettoNord-Ovest, 6 nel Distretto Nord-Est e Adriatico, 4 nel Distretto Tirreno.Accanto a questi centri opera un consorzio nazionale dedicato agli acquisti sul nofood, che da Sesto Fiorentino rifornisce i punti vendita di tutti i distretti. Da ciascun Ce.Di. partono le consegne ai punti vendita serviti, in logica pull. Valea dire che sono supermercati e iper a “chiamare” il riordino delle referenze quan-do queste finiscono sotto il livello minimo di scorta. Questo avviene o tramite inse-rimento ordini diretto, oppure confermando (o variando) proposte d’acquisto cheil sistema informativo propone sulla base di sofisticati algoritmi.La frequenza di rifornimento al Ce.Di. varia in funzione dei volumi del singolo for-nitore e della deperibità dei prodotti: per alcuni di questi (l’acqua minerale adesempio) i volumi consentono carichi completi con frequenza quotidiana; per altribi-settimanale, settimanale o oltre.

UN MODELLO CHE SCRICCHIOLAIl modello però ha iniziato da tempo a scricchiolare. Non tanto per carenze al pro-prio interno, ma perché, col tempo, è cambiato il mercato. Anche solo fino a 10 annifa un supermercato (con riferimento al solo grocery non deperibile) si trovava agestire mediamente 4.500 referenze, mentre un iper si aggirava sulle 6.000. Oggi siè saliti a circa 8.500 per i supermercati e a 9.500 per gli iper. Non è un raddoppio,ma poco ci manca. Dietro a questa impennata c’è una sfilza motivazioni, per lo piùnote: mutamento degli stili di vita, evoluzione dei consumi, aumento delle aspet-tative del consumatore, maggiore pressione competitiva fra i player della distribu-zione, eccetera eccetera.Conseguentemente, rispetto al passato, la GDO si trova con un numero ben mag-giore di fornitori, la stragrande maggioranza dei quali movimenta però volumimodesti e dunque non riesce ad effettuare un trasporto a pieno carico verso ilCe.Di con frequenza minima settimanale. Un bel problema per i logisti, che da un lato hanno consumatori esigenti e scafatiche se non trovano in corsia esattamente ciò che cercano girano i tacchi. E dall’al-tro hanno fornitori che faticano a consegnare con la frequenza richiesta. O meglio,consegnano ma non viaggiando a pieno carico fanno lievitare i costi. “Anche se imaggiori costi sono virtualmente a carico del fornitore, Coop è molto interessata alloro contenimento, perché alla fine un maggior onere del produttore si scarica sem-pre sul prezzo finale per il consumatore – spiega Giuseppe Cuffaro, VicepresidenteCoop Italia non food e Direttore Logistica di Coop Italia – Inoltre nei nostri con-tratti applichiamo una scontistica legata alla logistica, per cui più riusciamo a farviaggiare a pieno carico il fornitore, maggiore ribasso sul prezzo otteniamo”.

LA RISPOSTA: IL MAGAZZINO MULTI-PRODUTTOREIl progetto del magazzino multi-produttore nasce come risposta a questa doppiasfida: servire meglio il cliente e ridurre i costi.Il test in corso vorrebbe essere il preludio ad un nuovo modello, in cui gruppi difornitori arrivino a condividere la stessa piattaforma di magazzino, in modo daraggiungere volumi tali da permettere viaggi a pieno carico verso i Ce.Di. con lamaggior frequenza possibile. Si tratta di una sfida difficile perché, in Italia comenon mai, le aziende sono caratterizzate da un alto tasso di individualismo cherende ostica la condivisione di una funzione per molti aspetti “sensibile” come ilmagazzino.C’è però da qualche anno a questa parte un fenomeno nuovo: l’affermarsi di pla-yer logistici di dimensioni medio-grandi, a cui sempre più viene delegata la gestio-ne di magazzino e trasporti, anche da parte di piccole imprese. “Questo potenzialmente ci facilita le cose – riprende Cuffaro – Già oggi sono tantii nostri fornitori che condividono i magazzini, magari senza saperlo, visto che siappoggiano al medesimo operatore. Dunque, in tanti casi, i depositi multi-produt-tore ci sarebbero già, basterebbe valorizzarli e creare gli assetti organizzativi e leinfrastrutture informatiche adeguate”.In effetti la sperimentazione Coop, iniziata in agosto, nasce proprio su 3 fornitoridi “generi vari” (s’intendono alimentari non deperibili, pulizia casa, personal care)che stanno condividendo un medesimo magazzino terziarizzato. >>>

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CUFFARO:

“PROGETTO IMPORTANTE

PER IL SISTEMA-PAESE”“Questo progetto non dovrebbe

essere importante solo per Coop

Italia, ma per l’intero sistema-

Italia, perché rappresenta un

modello a cui tendere”. È ben

convinto della strada intrapresa

Giuseppe Cuffaro, Vicepresidente

Coop Italia non food e Direttore

Logistica di Coop Italia. E sa bene

che in un Paese caratterizzato da

un alto individualismo

imprenditoriale e in cui una buona

metà degli automezzi in

circolazione viaggia scarico, i

margini di miglioramento nelle

tattiche logistiche sono amplissimi.

“Il principio dei magazzini multi-

produttore può dare il via ad un

percorso di ottimizzazione in grado

di portare benefici significativi alla

supply chain-spiega. Fra questi vi

sono aumento di efficienza,

diminuzione dei costi e un

vantaggio ambientale per la

riduzione del numero di automezzi.

Condividere il magazzino e logistica

può inoltre aiutare alcune aziende

relegate ad ambiti prettamente

locali, ad accedere a mercati ben

più ampi, non raggiungibili

autonomamente”.

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IL CASO DEL MESE

IL FLUSSO OPERATIVOL’onere maggiore per Coop Italia è stata la modifica del proprio sistema infor-mativo. Sino all’avvio della sperimentazione il software di riordino da Ce.Di“vedeva” il singolo fornitore. Vale a dire che formulava proposte di riordino seil prodotto di quel singolo fornitore scendeva sotto una determinata soglia. Per poter gestire il deposito multiproduttore si è intervenuto affinché il sistema,nella proposizione dei riordini, potesse “vedere” più fornitori come se fosserouno solo. Poi una volta raccolti gli ordini dei prodotti, questi vengono splittatisul reale produttore di quel bene. Una volta che l’ordine è stato inserito, il sistema lo “passa”, sia ai fornitori cheall’operatore logistico che ne gestisce il magazzino, in modo che sappia in anti-cipo che i carichi dei suoi tre clienti andranno accorpati. Il lead time di consegna dal magazzino multi-produttore è stato adeguato al piùlungo che vigeva fra i tre fornitori, mentre invece la frequenza di consegna dalmagazzino al Ce.Di., con soli tre fornitori, aumenta leggermente ma con conse-gne sempre a carico completo.

I PROSSIMI PASSIEntro fine anno Giuseppe Cuffaro e i suoi collaboratori tireranno le somme diquesta prima fase, misurando l’andamento di alcuni indicatori di performance:saturazione mezzi di trasporto, costi del trasporto a monte, puntualità delle con-segne, frequenza di consegna a De.Di, entità degli stock out. Se i risultati saran-no giudicati soddisfacenti con l’inizio del nuovo anno il modello di approvvigio-namento potrebbe essere esteso gradualmente (laddove esistono fornitori chegià condividono magazzini) a tutta la rete di punti vendita Coop Italia, per quel-le categorie merceologiche (food e non food) caratterizzate da fornitori con bassivolumi. Anche il comparto del “fresco”, potrebbe diventare un interessantecampo di applicazione, visto che la stragrande maggioranza dei suoi prodotti èa consegna giornaliera. “Se dovessimo introdurre massicciamente i depositi multi-produttore però –afferma Cuffaro – dovremmo anche rivedere la scontistica logistica. Se infatti èvero che con un viaggio a pieno carico il fornitore risparmia, quando vi sono piùproduttori che condividono quel carico, non è detto che il risparmio sia egual-mente distribuito, perché le quantità caricate saranno facilmente diverse”.

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CARRELLI ELEVATORI

La CGM (Compagnia Generale Macchine), nuova società che è distributoreesclusivo per l’Italia di Caterpillar, ha presentato una nuova famiglia di car-relli elevatori con motore diesel per impieghi Heavy Duty. I nuovi carrelli,

che fanno parte della gamma DPN articolata su portate comprese tra 80 e 160 q, sonocaratterizzati da un design moderno e piacevole, dall’utilizzo di propulsori a basseemissioni che offrono elevati livelli di sicurezza e comfort e da ridotta necessità dimanutenzione, così da diminuire i costi di esercizio. La serie DPN (caratterizzata da sette modelli) sfrutta appieno un motore diesel chesprigiona elevati valori di coppia anche ai bassi regimi, opportunità che contribuiscead aumentarne la durata. La tecnologia common rail – utilizzata in combinazione conturbocompressore, intercooler, sistema di ricircolo dei gas di scarico e ventilazionepositiva del crankcase – assicura la conformità di questi carrelli alle normative TIERIII. Il costo di esercizio è stato sensibilmente ridotto tramite innovazioni applicate intutti i settori e che consentono di elevare gli intervalli di manutenzione sino a 500 ore.La cabina operatore ribaltabile migliora la service-ability della macchina, in ogni casodotata di un sistema elettronico di autodiagnosi e di uno per proteggere il motore dalsurriscaldamento. Il comfort dell’operatore viene assicurato da una silenziosa cabina di moderna con-cezione, con i comandi disposti ergonomicamente e il piantone dello sterzo regolabi-le; un apposito interruttore posizionato sul sedile impedisce il funzionamento del car-rello in assenza dell’operatore. Si tratta di un modello indirizzato a una particolarefascia del mercato, caratterizzata da volumi relativamente bassi. Ognuno di questi carrelli può essere personalizzato con vari equipaggiamenti opzio-nali, come i comandi a minileve, il riscaldamento e il climatizzatore. Come da tradi-zione Caterpillar, anche sulla serie DPN sono disponibili formule di garanzia a lungotermine: fino a tre anni integrale, oppure sino a cinque anni sulle parti di trasmissio-ne.

CGM ha presentato la nuova famiglia di carrelli elevatoriCaterpillar, alimentati da un propulsore diesel a bassaemissione per impieghi Heavy Duty. Sopportano portatedagli 80 ai 160 q, presentano un design moderno e abbinanoa un elevato comfort ridotti costi di esercizio, anche grazie aprolungati intervalli di manutenzione

PIÙ DI 500 ORE SENZA MANUTENZIONE

CARRELLI RETRATTILI LA NUOVA GAMMA NR-N A CORRENTE ALTERNATATutta nuova è pure la gamma NR-N cheannovera vari modelli di carrelli retrattili acorrente alternata con portate comprese da 14a 25 q. Tutti i modelli sono equipaggiati con inuovi montanti PoweRamic, caratterizzati dastraordinaria visibilità, da eccezionale capacitàresidua in altezza e da comandi regolabili permigliorare il comfort dell’operatore. L'impiego di motori a corrente alternataconsente di ridurre la necessità dimanutenzione.

CGM – Compagnia Generale Macchine SpA – ha sede a Bologna, a Zola Predosa, ed è il frut-to di un investimento di quattro milioni di euro. La società, che appartiene al 40% ad UgoTurchetti, e per il restante 60% a una finanziaria, ha realizzato nel 2006 un fatturato di 12milioni di euro, e nel 2007 dovrebbe arrivare a superare i 20 milioni di euro. Attualmente la società bolognese è impegnata nel potenziamento della propria rete di con-cessionari sull’intero territorio. Una necessità accresciuta in particolare dopo che laCaterpillar ha deciso di “promuoverla” a proprio distributore ufficiale per l’Italia, in virtùdegli ottimi risultati ottenuti dopo un anno di copertura delle sole regioni centro-setten-trionali. Dalla sua la CGM ha l’opportunità di poter sfruttare l’immagine positiva di un marchio cono-sciuto su scala mondiale. Se infatti la multinazionale americana deve la sua notorietàsoprattutto alle macchine movimento terra, pure la gamma di carrelli elevatori è del tuttoallineata in quanto a qualità e innovazioni a tutte le produzioni a marchio CAT. L’offerta Caterpillar comprende una gamma completa di carrelli – frontali, elettrici, termicie da interno – con portate che partono da 10 ed arrivano sino a 160 q.

IDENTIKIT DELL’IMPORTATORE

CGM, DISTRIBUTORE UFFICIALE CAT PER L’ITALIA

Ugo Turchetti, AD di CGM

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Durante i cicli di lavoro in un magazzino, che risultano spesso ripetitivi, perio-dici e regolari, anche i piccoli movimenti possono trasformarsi in una attivi-tà usurante, che fa disperdere energie fisiche e nervose. Ecco perché è impor-

tante che la forma delle interfacce fra uomo e macchine, in particolare quelle indi-rizzate alla gestione delle merci e alla loro movimentazione - quindi i comandi aleva, manovelle e barre - siano realizzate nel modo più ergonomico possibile. Equesto vale anche per i dispositivi di comando di un carrello elevatore, un mezzo

“vitale” nella logistica e per la maggiorparte delle attività produttive e com-merciali.Still al riguardo ha presentato la nuovaversione, ulteriormente migliorata, deldispositivo di comando delle funzioniidrauliche Fingertip per tutti i carrellidella serie RX, una soluzione innovati-va che può essere installata in alternati-va alle normali leve e che garantiscesempre una riduzione di sforzo. Leminileve idrauliche a comando sensibi-le sono infatti incassate nella zona con-cava all'estremità del bracciolo, unaparticolare conformazione che permet-te di non sollecitare i muscoli delle ditae della mano durante le continue ope-razioni di sollevamento e discesa delcarico. Naturalmente Still ha previsto lapossibilità di adattare in lunghezza e inaltezza il bracciolo in funzione delbraccio dell’operatore, e per questomotivo l'intera struttura è fissata alsedile ed è regolabile longitudinalmen-te fino a otto centimetri e in altezzafino a dieci centimetri. Le minileve,rivestite in gomma antisdrucciolo,comandano tutte le funzioni idraulichestandard, ovvero il sollevamento, l'ab-bassamento, l'inclinazione, lo sposta-mento laterale e la regolazione delleforche. Nel sistema Fingertip sono integratianche il selettore della direzione dimarcia, facilmente azionabile con ilpollice o l'indice, ed il tasto per l'inseri-mento degli indicatori di direzione;inoltre, quali elementi di sicurezza,sono presenti l’avvisatore acustico el’interruttore di emergenza.

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CARRELLI ELEVATORI

Il dispositivo di comando Fingertip di Still,

indirizzato ai carrelli della serie RX, prevede un

numero di funzioni superiore alla concorrenza.

Le leve si azionano senza sforzo,

a tutto vantaggio di comfort e produttività

Le novità ecologiche riguardano le ultimissime serie di carrelli termici diesel/GPL RX 70 e dicarrelli elettrici RX 60. Grazie ai carrelli più “risparmiosi” nella propria classe di portata, Stillcontribuisce in modo concreto alla protezione dell'ambiente, dal momento che consumi piùbassi comportano nello stesso tempo minori emissioni di CO2. Un esempio concreto è rap-presentato dal nuovo modello RX 70, l’unico carrello elevatore termico con tecnologia ibri-da oggi presente sul mercato internazionale. La serie RX 70 si distingue, infatti, per un con-sumo di carburante di soli 2,5 l/h (misurato sul modello con portata 2,5 ton secondo VDI 2198nuova edizione, ovvero 60 cicli di lavoro per ogni ora); si tratta dei carrelli elevatori termiciche consentono il maggior risparmio di carburante e la minore emissione di biossido di car-bonio nella sua classe di portata a livello mondiale. L'azienda si dedica già da anni allo stu-dio di un sistema di trazione con celle combustibili non inquinanti per carrelli e trattori conun obbiettivo ben chiaro: sviluppare e proporre soluzioni tecnologiche che aiutino efficace-mente a risparmiare energia. Questo progetto sarà portato avanti per ottenere una riduzio-ne coerente dei consumi per il funzionamento dei propri mezzi per la movimentazione.

COME TAGLIARE LE EMISSIONI DI CO2

SOLUZIONI PER SOLLEVARE… L’AMBIENTE

FINGERTIP TANTE FUNZIONI CON POCO SFORZO

Carrelli elevatori termiciStill RX 70 con sistema ditrazione ibrido. Il modello

RX 70-25 è il carrello con ilpiù basso consumo di

carburante e le più basseemissioni di CO2 nella suaclasse di portata in tutto ilmondo (secondo VDI 2198nuova edizione, ovvero 60

cicli di lavoro per ogni ora).