L'Officina Numero 2

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ALL’INTERNO: ALL’INTERNO: ALL’INTERNO: ALL’INTERNO: Periodico Indipendente Pare che essere indipendenti, al giorno d’oggi sia una grande sfida. E che non ricevere finan- ziamenti da parte alcuna, men che meno politica, sia cosa an- cora più difficile. Per questo ci poniamo stupiti (spesso più che stupiti) di fronte a chi, altrettan- to sbigottito, si chiede come L’Officina possa sopravvivere alle intemperie della vita. Ma quello che, chiariamo una volta per tutte, la redazione ha in mente è un progetto. Non un partito politico o una lista civi- ca. Ciò che sta dietro all’Officina è un’associazione che per un moto d’allegria è stata chiamata “Attaccabottone”. E lo scopo dell’associazione, come quella del giornale, non è quella di schierarsi in un campo di cui, francamente, ben poco ce ne cale, ma osservare quanto ci accade intorno. Farcene un’idea critica, provare a cambiare nel nostro piccolo le cose segnalan- dole, dando voce ai cittadini e magari alle loro proteste. Ten- tare di promuovere quel poco di cultura che possiamo, che riu- sciamo, che è nelle nostre corde e competenze. E naturalmente essere indipendenti e autofinan- ziati (ringraziamo coloro che ci concedono l’onore di fare pub- blicità sulle nostre pagine) si- gnifica anche poter sbagliare nella più completa libertà. In- cappare e affrontare gli errori nel miglior modo per noi possi- bile. Essere indipendenti signi- fica, infine, poter chiudere i battenti se il progetto non do- vesse decollare o, miglior ipo- tesi, prendere il volo senza do- ver rendere conto ad alcuno. Mai. L’Attaccabottone Edilizia Convenzionata Pag. 2 Intervista a … Pag. 3 Rosario Camarda Inchiesta Scuola Pag. 4 a cura di Autera, Ferrara, Fusco Il Giardino di Titta Pag. 5 Sport : Basket 2000 Pag. 5 Arte & Cultura Pag. 6 Intervista a Marina Monzeglio a cura di Mauro Baglieri Risarcimenti Pag. 7 a cura dell’ Avv. Pietro Pisano Edilizia convenzionata Tra vincoli e case invendute La costruzione del quartiere Ca- stello ha avuto inizio alla fine de- gli anni '70, su aree agricole espro- priate dal Comune e inserite nel piano regolatore come P.E.E.P. cioè edilizia economica popolare. L'idea: quella di realizzare nuove case in edilizia economica popola- re da vendere a prezzo calmierato. I terreni vennero ceduti ai costruttori in diritto di superficie (in pre- stito) per 99 anni, stipulando delle convenzioni edilizie. Continua a pag. 2 La scuola vista dai ragazzi delle quinte dell’Erasmo da Rotter- dam è come una medaglia a due facce: promossa la preparazione dei docenti, il rapporto tra com- pagni e le aspettative di ingres- so. Rimandate invece le struttu- re scolastiche, a cui si aggiun- gono la poca voglia di studiare e le paure per un futuro ancora incerto. Continua a pag. 4 SCUOLA Tra riflessioni e superficialità Alla scoperta di Basket 2000 Basket 2000 è un associazione sportiva che nasce nel 2005 dalla volontà di alcuni genitori e dell’allenatore Daniele Guidolin che, spinto dalla passione del suo primogenito Walter per questo sport, decide di prendere il patentino F.I.P. da allenatore. Continua a pag. 5 Anno 2 Numero 2 Marzo Aprile 2011 Copia Gratuita SPORT All'Officina pensiamo non basti raccontare la realtà. Per fare infor- mazione sul serio, bisogna comprendere cosa accade e la Tv non fa eccezione. Il Forum sul linguaggio televisivo vuole raggiungere que- sto scopo: tre incontri, pensati come workshop in cui coinvolgere direttamente i partecipanti. Per info seguiteci su Facebook e sul blog http://officinaredazione.blogspot.com. Cosa c'è oltre Il primo Forum sul Linguaggio Televisivo VISTA AEREA QUARTIERE CASTELLO

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Notizie e Idee da Nichelino

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ALL’INTERNO:ALL’INTERNO:ALL’INTERNO:ALL’INTERNO:

Periodico Indipendente

Pare che essere indipendenti, al giorno d’oggi sia una grande sfida. E che non ricevere finan-ziamenti da parte alcuna, men che meno politica, sia cosa an-cora più difficile. Per questo ci poniamo stupiti (spesso più che stupiti) di fronte a chi, altrettan-to sbigottito, si chiede come L’Officina possa sopravvivere alle intemperie della vita. Ma quello che, chiariamo una volta per tutte, la redazione ha in mente è un progetto. Non un partito politico o una lista civi-ca. Ciò che sta dietro all’Officina è un’associazione che per un moto d’allegria è s t a t a c h i a m a t a “Attaccabottone”. E lo scopo dell’associazione, come quella del giornale, non è quella di schierarsi in un campo di cui, francamente, ben poco ce ne cale, ma osservare quanto ci accade intorno. Farcene un’idea critica, provare a cambiare nel nostro piccolo le cose segnalan-dole, dando voce ai cittadini e magari alle loro proteste. Ten-tare di promuovere quel poco di cultura che possiamo, che riu-sciamo, che è nelle nostre corde e competenze. E naturalmente essere indipendenti e autofinan-ziati (ringraziamo coloro che ci concedono l’onore di fare pub-blicità sulle nostre pagine) si-gnifica anche poter sbagliare nella più completa libertà. In-cappare e affrontare gli errori nel miglior modo per noi possi-bile. Essere indipendenti signi-fica, infine, poter chiudere i battenti se il progetto non do-vesse decollare o, miglior ipo-tesi, prendere il volo senza do-ver rendere conto ad alcuno. Mai.

L’Attaccabottone

Edilizia Convenzionata Pag. 2

Intervista a … Pag. 3

Rosario Camarda

Inchiesta Scuola Pag. 4

a cura di Autera, Ferrara, Fusco

Il Giardino di Titta Pag. 5

Sport : Basket 2000 Pag. 5

Arte & Cultura Pag. 6

Intervista a Marina Monzeglio

a cura di Mauro Baglieri

Risarcimenti Pag. 7

a cura dell’ Avv. Pietro Pisano

Edilizia convenzionata Tra vincoli e case invendute

La costruzione del quartiere Ca-

stello ha avuto inizio alla fine de-

gli anni '70, su aree agricole espro-

priate dal Comune e inserite nel

piano regolatore come P.E.E.P.

cioè edilizia economica popolare.

L'idea: quella di realizzare nuove

case in edilizia economica popola-

re da vendere a prezzo calmierato.

I terreni vennero ceduti ai costruttori in diritto di superficie (in pre-

stito) per 99 anni, stipulando delle convenzioni edilizie.

Continua a pag. 2

La scuola vista dai ragazzi delle

quinte dell’Erasmo da Rotter-

dam è come una medaglia a due

facce: promossa la preparazione

dei docenti, il rapporto tra com-

pagni e le aspettative di ingres-

so. Rimandate invece le struttu-

re scolastiche, a cui si aggiun-

gono la poca voglia di studiare e

le paure per un futuro ancora

incerto. Continua a pag. 4

SCUOLA Tra riflessioni

e superficialità Alla scoperta di

Basket 2000 Basket 2000 è un associazione

sportiva che nasce nel 2005

dalla volontà di alcuni genitori e

dell’allenatore Daniele Guidolin

che, spinto dalla passione del

suo primogenito Walter per

questo sport, decide di prendere

il patentino F.I.P. da allenatore.

Continua a pag. 5

Anno 2 Numero 2 Marzo Aprile 2011 Copia Gratuita

SPORT

All'Officina pensiamo non basti raccontare la realtà. Per fare infor-mazione sul serio, bisogna comprendere cosa accade e la Tv non fa eccezione. Il Forum sul linguaggio televisivo vuole raggiungere que-sto scopo: tre incontri, pensati come workshop in cui coinvolgere direttamente i partecipanti. Per info seguiteci su Facebook e sul blog http://officinaredazione.blogspot.com.

Cosa c'è oltre Il primo Forum sul Linguaggio Televisivo

VISTA AEREA QUARTIERE CASTELLO

Page 2: L'Officina Numero 2

L’OFFICINA PAG. 2L’OFFICINA PAG. 2L’OFFICINA PAG. 2L’OFFICINA PAG. 2 Art. 1 L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

VINCOLI, QUARTIERI E NORMATIVA

Come funziona l’edilizia convenzionata

Queste impegnavano i costrutto-

ri a vendere le case solo a perso-

ne con determinati requisiti e a

prezzo imposto e i vincoli, oltre

che al costruttore, venivano

trasferiti in automatico a chiun-

que fosse diventato proprietario

delle case. Chiunque volesse

rivendere la propria casa, dun-

que, doveva accertarsi che

l’acquirente avesse i requisiti e

calcolarne il prezzo di vendita

secondo i parametri riportati

dalla convenzione.

Il prezzo di vendita delle case in

edilizia convenzionata viene

infatti calcolato rivalutando il

prezzo pagato in base a degli

indici ISTAT. Nel 2002 nuove

leggi dello Stato permisero ai

Comuni di poter trasformare il

diritto di superficie in diritto di

proprietà. Il Comune di Nicheli-

no si adeguò nel 2004 con il

programma “Proprietario Vero”

che diede la possibilità ai pro-

prietari di trasformare il diritto

di superficie di 99 anni in pieno

diritto di proprietà, stipulando

nuove convenzioni tra Comune

e proprietari. Le nuove conven-

zioni edilizie riportavano, a

parte qualche modifica, quasi

tutti i vincoli delle prime. In

sostanza, anche in questo caso,

il prezzo di rivendita della casa

139/2009 di cui riportiamo le

conclusioni:

“Si può ritenere che in forza

della normativa vigente e della

giurisprudenza sopra citata i

vincoli convenzionali relativi

alla determinazione del prezzo

degli alloggi di edilizia agevo-

lata e convenzionata per le ces-

sioni successive alla prima non

siano più efficaci ed operanti;

per l'edilizia agevolata opera

esclusivamente il limite

all’alienabilità nel termine

quinquennale ex art. 20 L.

179/92, termine che per gli im-

mobili realizzati in forza di con-

venzioni stipulate tra il 1987 ed

il 1989 è con ogni probabilità

già decorso. Appare in effetti

opportuno che di tale ineffica-

cia si dia atto in una delibera di

Giunta, adeguatamente motiva-

ta, che possa anche valere a

costituire supporto di legittima-

zione per i soggetti che intenda-

no alienare i propri alloggi”.

Pertanto non ci sarebbero osta-

coli legislativi nel risolvere il

problema, basterebbe una deli-

bera della Giunta per poter im-

mettere sul mercato numerosi

immobili in edilizia convenzio-

nata che, altrimenti, resterebbe-

ro invendibili alle condizioni

attuali.

Antonello Marino

continuava ad

essere imposto

dalle convenzioni.

Esempio: una

casa di circa 100

mq con box, pa-

gata 210 milioni

di lire nel 1995,

oggi vale poco

più di 130 mila

euro. Negli anni

passati questo vincolo poteva

essere aggirato facilmente. Le

case venivano vendute senza

grossi ostacoli al valore di mer-

cato grazie al fatto che negli atti

di compravendita veniva indica-

to il valore catastale, solitamen-

te inferiore al prezzo di conven-

zione. Oggi non è più così facile

vendere un immobile in edilizia

convenzionata ad un prezzo

superiore: la legge Bersani del

2006 impone, infatti, di scrivere

sugli atti anche il valore real-

mente pattuito oltre al valore

catastale. L'attuale crisi ha o-

rientato le banche a non conce-

dere mutui superiori al valore

degli immobili che, per quelle

in edilizia convenzionata, è im-

posto dalle convenzioni. In so-

stanza chi volesse acquistare

una casa in edilizia convenzio-

nata, anche pagando un prezzo

superiore a quello imposto, do-

vrebbe poter avere a disposizio-

ne una certa liquidità. Chi deve

vendere o lo fa rinunciando a

migliaia di euro o non ci riesce.

Questo problema a Nichelino è

molto diffuso, in particolare nel

quartiere Castello. Escluse le

case che hanno superato i 30

anni e quindi non sono più vin-

colate dalle convenzioni, ce ne

sono molte degli anni '90 e 2000

che hanno questo problema.

Alcuni proprietari, però, si sono

chiesti se fosse giusto che i vin-

coli del prezzo imposto dovesse

gravare su di loro per così tanto

tempo. Già la corte di cassazio-

ne nel 2000 aveva individuato

nel costruttore l’unico soggetto

tenuto al contenimento dei prez-

zi delle case costruite in edilizia

convenzionata. La Regione Pie-

monte in risposta a quesiti posti

dalle amministrazioni comunali

che chiedevano delucidazioni

sul comportamento da adottare

nelle convenzioni che andavano

stipulare diede, nel 2009 e nel

2010, pareri favorevoli

all’eliminazione del vincolo del

prezzo imposto dalle convenzio-

ni edilizie.

Da qui la protesta, partita da una

pagina Facebook, e la richiesta

di intervento da parte dell’ am-

ministrazione. Il problema col-

pisce migliaia di famiglie, molte

delle quali non coscienti delle

convenzioni che anni prima

avevano firmato. In più c’è il

rischio di guai seri se non si

osservano i vincoli. Dai dati

raccolti sembrerebbe non ci

siano più le condizioni affinché

i vincoli di vendita a prezzo

imposto continuino a esistere

per i proprietari. Citiamo il pa-

rere della Regione Piemonte n°

CASE DI VIA BERLINGUER IN EDILIZIA CONVENZIONATA

Page 3: L'Officina Numero 2

L’OFFICINA PAG. 3L’OFFICINA PAG. 3L’OFFICINA PAG. 3L’OFFICINA PAG. 3 Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazio-ni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politi-ca, economica e sociale.

EDILIZIA CONVENZIONATA

Domande a Rosario Camarda, ex Segretario del Comune di Nichelino

Alcuni cittadini sostengono di

non poter vendere le case a

prezzi accettabili a causa delle

convenzioni edilizie che im-

pongono il prezzo di vendita.

Siamo stati invitati a parlarne

con lei che in qualità di Segre-

tario comunale, negli anni

passati, ne ha stipulate molte. In effetti è vero ne ho fatte molte

negli anni 2004 e 2005. Le con-

venzioni edilizie nascono da

leggi nazionali e regionali, le

fanno in tutta Italia non solo a

Nichelino.

Il problema è che la differenza

di prezzo tra quello imposto

dalle convenzioni edilizie e

quello di mercato va a svan-

taggio delle case in edilizia

convenzionata che dovrebbero

essere vendute a circa il 40%

in meno del valore… Credo che di case se ne siano

rivendute e che alla fine anche

le case in edilizia convenzionata

vengano rivendute a prezzo di

mercato.

Ma non sarebbe meglio elimi-

nare questi vincoli dalle con-

venzioni, se tanto nessuno le

rispetta? I vincoli sono il caposaldo delle

convenzioni, non credo si pos-

sano eliminare. Ci vorrebbero

delle leggi che consentano di

farlo.

Nel 2004, quando Lei era Se-

gretario comunale, fu indetto

il bando “Proprietario Vero”.

Ci può dire di cosa si tratta-

va? In quegli anni dovetti assistere

a parecchi atti di convenzione

poiché lo Stato permetteva ai

Comuni di trasformare le case

in edilizia convenzionata da

diritto di superficie in diritto di

proprietà per fare in modo che i

proprietari non dovessero più

cedere il terreno al Comune

allo scadere dei 99 anni. In

pratica si diventava proprietari

sia della casa che del terreno.

Però i vincoli della convenzio-

ne restavano? Si, i vincoli continuano ad es-

serci fino alla scadenza dei 30

anni a partire dalla convenzio-

ne originaria. Come detto si

dava solo la tranquillità che la

casa diventasse di proprietà a

tutti gli effetti, senza la paura di

quello che sarebbe successo

allo scadere dei 99 anni.

Una sentenza del Consiglio di

Stato del 1990, richiamata poi

in una sentenza della Corte di

Cassazione nel 2000, ha sanci-

to come gli unici obbligati a

rispettare il vincolo del prezzo

siano i costruttori, veri profit-

tatori della convenzione poi-

ché hanno ricevuto uno sconto

sugli oneri di urbanizzazione. Sicuramente sono i costruttori a

trarne i maggiori profitti altri-

menti in quelle aree non avreb-

bero potuto costruire niente e

comunque sono loro che hanno

ricevuto uno sconto sugli oneri

di urbanizzazione.

Come fa il Comune a determi-

nare se effettivamente c’è uno

sconto del costruttore sul

prezzo di mercato o se il co-

struttore fa economia sui ma-

teriali e quindi il suo margine

di guadagno rimane intatto? A volte si mandano i periti per

effettuare sopralluoghi ma sia-

mo in Italia e la “cultura del

controllo” non è radicata. .

Sempre a seguito della senten-

za della Corte di Cassazione e

alle numerose istanze di citta-

dini, alcune amministrazioni

hanno emesso delibere per

modificare le convenzioni o

eliminare il vincolo del prezzo

alle vendite successive alla

prima. Anche la Regione Pie-

monte ha emesso parere favo-

revole sul tema nel 2009 e nel

2010 Se ci sono gli strumenti legisla-

tivi per modificare le convenzio-

ni togliendo un problema ai

cittadini, non credo ci siano

altri motivi per non farlo. Il

quadro legislativo descritto mi

fa pensare che non ce ne siano.

Allora potrebbe esserci un

problema politico? Direi di no. Risolvere un pro-

blema di questo tipo non può

che far bene all'amministrazio-

ne (e ai cittadini, ndr).

a.m.

Page 4: L'Officina Numero 2

Art.34 La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

L’OFFICINA PAG. 4L’OFFICINA PAG. 4L’OFFICINA PAG. 4L’OFFICINA PAG. 4

GIOVANI E SCUOLA

Una medaglia a due facce

È questo quanto emerge dal

questionario inerente uno dei

temi più importanti e scottanti

del dibattito nazionale: i giovani

e il loro rapporto con la scuola.

Così, mentre il 40% degli stu-

denti intervistati ritiene

l’istruzione inutile (3%) o poco

utile (37%) giacché l’unica cosa

davvero formativa sembra esse-

re l’esperienza, il restante 60%

assegna alla formazione scola-

stica un ruolo cardine poiché

fondamenta sulla quale edificare

il proprio futuro. Notevole la

divergenza tra il campione ma-

schile e quello femminile: oltre

il 50% dei ragazzi, al contrario

delle colleghe donne, sostiene

infatti l’inutilità della scuola. Il

divario si conferma in merito

all’intenzione di proseguire gli

studi all'università: se il 40%

sente fortemente il valore

dell’istruzione e sceglie di pro-

seguire (solo l’11% ammette di

voler frequentare l’università

per ottenere il “pezzo di carta” o

ritardare il proprio stato di di-

soccupato) solo il 29% è deter-

minato a

inter-

rompere

gli studi

per cer-

care un

lavoro. Il

dato più

preoccu-

pante

riguarda

però il

20% dei

ragazzi che ancora non ha riflet-

tuto sulle proprie priorità. Cio-

nonostante, l’analisi dei dati

rivela come gli studenti

dell’Erasmo siano tutt’altro che

frivoli. Ben l’81% dei ragazzi

dichiara di aver optato per un

percorso di studi che soddisfa-

cesse maggiormente i propri

interessi e prospettive di lavoro

mentre solo la minoranza affer-

ma di essere stato spinto nella

scelta dal

parere di

amici

(2%),

genitori

(10%) o

di aver

scelto

l’istituto

superiore

più vici-

no a casa

(7%).

Alto anche il gradimento: solo

una piccola minoranza (5%)

infatti, si pente della propria

scelta e il motivo è perlopiù

legato a problematiche esterne

al percorso intrapreso. Altro

fattore interessante è legato alla

volontà di apprendere: la mag-

gioranza dei ragazzi (54% -

75%) dedica meno di due ore al

giorno per lo studio e per la

propria crescita culturale extra

scolastica, mentre solo il 10% vi

dedica più di tre ore. Sebbene le

ore concesse alla crescita educa-

tiva e formativa siano limitate,

solo il 10% degli intervistati ha

manifestato l’intento (passato o

presente) di abbandonare gli

studi. E ora le pagelle: promos-

sa con un bel 7 la preparazione

dei docenti. Insufficiente il giu-

dizio sulla qualità delle aule

mentre una sufficienza risicata è

stata attribuita ai laboratori, alle

tecnologie offerte e ai collega-

menti scuola - città tramite i

mezzi pubblici. Da potenziare

anche le offerte extra scolasti-

che mentre un bel 10 va ai rap-

porti con docenti e compagni di

classe.

«L’importanza di una formazione scolastica è indubbia». Con queste parole la vicepreside

dell’Erasmo analizza il ruolo dato dai ragazzi all'istruzione. «La cultura rappresenta un ele-

mento fondamentale della formazione degli alunni – spiega – È il mezzo attraverso cui i ragaz-

zi possono affrontare gli aspetti del mondo del lavoro con sfumature e ampiezza di idee diverse

rispetto a quelle che possono essere fornite solo dall’esperienza». Spiegate con semplicità an-

che le ragioni che spingono ragazzi e ragazze a fare scelte differenti in merito all’università:

«In genere le ragazze sono più versate agli studi universitari mentre i maschi prediligono per-

corsi che li indirizzino subito verso un’autonomia economica – osserva la vicepreside – Con

l’introduzione dei nuovi indirizzi liceali, però, anche l’obiettivo dei ragazzi è cambiato: si va-

luta di più l’idea di affrontare un percorso di laurea triennale anche in virtù del fatto che rispetto a 20 anni fa le probabilità di trovare lavoro

solo con il diploma sono diminuite». Per quanto riguarda il buon rapporto dei ragazzi con l’istituto, il merito, secondo la vice Baudino, è da

imputare alla lungimiranza del preside Francesco Falbo : «Il dirigente scolastico è sempre favorevole a nuovi progetti e i ragazzi hanno la

possibilità di svolgere non solo lezioni frontali ma anche laboratori, scambi, progetti». E a chi “critica” le strutture scolastiche, risponde: «I

laboratori sono ciclicamente rinnovati ma l’evoluzione tecnologica è così rapida da impedirci di stare al passo coi tempi. Nonostante ciò

l'istituto vanta dei laboratori decisamente buoni come quelli linguistici, di economia aziendale, matematica e Cad». Apprendimento, nota

dolente. «Gli stimoli a cui sono sottoposti oggi i ragazzi sono molteplici come i mezzi e le tecnologie a disposizione. Siamo molto attenti

alla formazione soprattutto nel periodo del biennio ma ruolo fondamentale lo giocano anche le famiglie».

Intervista a… Claudia Baudino

a cura di Roberto Autera, Erica Ferrara, Pietro Fusco

Page 5: L'Officina Numero 2

L’OFFICINA PAG. 5L’OFFICINA PAG. 5L’OFFICINA PAG. 5L’OFFICINA PAG. 5 Art. 18 I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.

Il Giardino di Titta Knights-Cavalieri dello sport Gli inizi della società non

sono certamente facili ma il

coach Guidolin riesce, nel

giro di poco tempo, a

“mettere insieme” un pugno

di ragazzi e dare vita ad una

società che dell’entusiasmo

e della voglia di partecipare

ha fatto le sue parole d’ordine. Ben presto il progetto coinvolge

ragazzi, bambini e tanti genitori volenterosi. L’associazione nasce

infatti, e prevalentemente come forma di divertimento per i ragazzi

(che vanno dai 3 ai 19 anni) e offre anche la possibilità di prendere

parte ad attività extra come per esempio, durante l’estate ragazzi

promossa dal comune, a corsi dedicati allo sport dove si impara o

si gioca a basket ma non solo. Basket 2000 è un progetto vero ed

efficace, che premia la volontà di quei genitori stanchi delle solite

società in cui, fin da piccoli, si guarda più alla quantità delle vitto-

rie e all’agonismo “spietato” che non a far crescere e coinvolgere i

ragazzi in una squadra dove a vincere non è solo il singolo ma tutti.

Ovviamente ci sono giocatori più bravi e meno bravi ma il rispetto

dei compagni e dell’avversario sono i valori fondamentali che alle-

natori e genitori cercano di trasmettere ai ragazzi. Questo è quello

che accade in Basket 2000 dove c’è una totale armonia tra i ragazzi

sia dentro che fuori dalla palestra. Con gli anni l’associazione è

cresciuta, accogliendo ragazzi provenienti anche da altre realtà

associative. Tanti i tornei ufficiali a cui partecipa. Ormai collauda-

ta l’inscrizione ai tornei PGS e al campionato FIP (promozione,

campionato di categoria e Minibasket nel torneo dedicato). Nel

2007, durante il ponte di Pasqua, il team, unica squadra italiana,

viene invitata a Cannes – Le Cannet per un torneo internazionale

mentre ogni anno, agli inizi di giugno, i ragazzi partecipano a Lio-

ne ad un torneo italo-francese, per le celebrazioni del gemellaggio

tra Nichelino e la città d'oltralpe di Caluire-et-Cuire. Ciò nonostan-

te l’associazione deve fare quotidianamente i conti con i costi che

ogni squadra ha, e che sono un problema soprattutto per le piccole

società. Basket 2000, infatti, si autofinanzia e non ha grossi spon-

sor alle spalle. La società vive soprattutto grazie ai tesseramenti

con cui paga le iscrizioni ai tornei, arbitraggi, manutenzione e affit-

to della palestra della scuola Gramsci, sita in via Cacciatori e divi-

se (i canestri e la struttura sono forniti dal comune). Riuscire a te-

nersi in piedi è un grande sforzo, per questo l’associazione che da

un pugno di ragazzini è arrivata a contare un centinaio di iscritti,

merita un grande plauso. Allenatori delle squadre sono Daniele

Guidolin (allenatore dei bambini dai 3 ai 6 anni), Paolo Bruno

(settore mini-basket) e Daniele Povan (settore giovanile). Per ulte-

riori informazioni sull’associazione è possibile visitare il suo sito

internet all’indirizzo www.basket2000nichelino.it o visitare la fan-

page di Facebook Asd Basket 2000 Nichelino.

Emanuele Depetris

Da Nichelino al Ciad. E’ un filo diret-

to di solidarietà quello che lega i vo-

lontari dell’associazione Il Giardino

di Titta alla missione delle suore fran-

cescane alcantarine in centro Africa.

Dal 2004, prima come semplice grup-

po di amici e poi come vera e propria

associazione costituita nel 2008, la

onlus sostiene il centro missionario diretto da suor Paola Letizia

Pieraccioni. Nell’arco degli anni l’associazione ha fornito materia-

le didattico alla scuola, ha istituito un atelier per le donne con le-

zioni di lavoro a maglia, ricamo e cucito, ha avviato il laboratorio

delle bambole e ha finanziato la ristrutturazione del dispensario

medico nel villaggio di Bodo, realizzandone la sala parto. Poi ha

ampliato il raggio d’azione e “adottato” un progetto molto caro alla

congregazione delle amiche alcantarine: la costruzione di un

college per ragazze, aperto anche alla popolazione locale. Il cantie-

re, ormai in fase avanzata, dovrebbe chiudersi in tempo per l’inizio

del prossimo anno scolastico. Nel giardino della missione sta pren-

dendo forma il dormitorio, con servizi, mensa e sala comune dove

sono previste anche attività per gli esterni. L’obiettivo è consentire

a giovani ragazze senza prospettive di portare a termine gli studi

secondari e frequentare laboratori di arti e mestieri. Un progetto

ambizioso, che impegna l’associazione da un paio di anni. E pensa-

re che l’impegno è nato quasi per caso, dall’amicizia con suor Cri-

stina Boldrini. Dopo un’esperienza a Nichelino Cristina ha scelto

di partire per il Ciad e gli amici conosciuti in città hanno deciso di

accompagnarla idealmente. I progetti ciadiani sono finanziati met-

tendo in gioco i talenti di soci, amici, parenti e sostenitori. Il risul-

tato sono bomboniere, ma anche cene collettive, feste in giardino e

le tante occasioni che possono prestarsi per la raccolta di fondi. A

dicembre, già da due anni, l’associazione distribuisce un calendario

con le immagini scattate a Doba e Bodo da una delle fondatrici,

Alessandra Milani, osteopata che da gennaio a giugno 2010 ha

vissuto là e messo le sue capacità professionali al servizio delle

strutture sanitarie locali. In Ciad Alessandra era già stata due volte

con la sorella Francesca, oggi presidente della onlus. Al suo fianco,

in veste di vicepresidente, c’è la zia Maurizia Ponzio, entrambe

eredi di una delle storiche famiglie cittadine. Ad affiancarle nel

direttivo sono il tesoriere Laura Salusso, di Vinovo, e i consiglieri

Cristina Vergnano, di La Loggia, Edoardo Milani, papà delle due

fondatrici, Andrea Palassini, anche lui nichelinese, oltre al toscano

Giampiero Pieraccioni. In prima fila tra gli associati operativi c’è

Anna Ponzio Milani, mamma di Francesca e Alessandra. Pur aven-

do la sede legale a Torino l’associazione è “geneticamente” niche-

linese. Il giardino in cui è nata l’iniziativa di solidarietà, infatti, è

quello di casa Ponzio. Informazioni sulla associazione e le sue atti-

vità sul sito www.ilgiardinodititta.org.

Cristina Nebbia

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LA REDAZIONE:

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L’OFFICINA PAG. 6L’OFFICINA PAG. 6L’OFFICINA PAG. 6L’OFFICINA PAG. 6 Art. 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

Arte & Cultura a cura di Mauro Baglieri

Marina Monzeglio: l’arte del vetro

Marina Monzeglio si diploma all’istituto tecnico femminile completando la sua carriera scolastica

all’Accademia Albertina di Belle Arti acquisendo un secondo diploma in scenografia. Dopo aver intrapreso

per un breve periodo la carriera di scenografa, decide di dedicarsi alla professione di insegnante che decide di

interrompere verso la fine degli anni ’80. Del 1998 è l’idea di aprire uno studio d’arte a Nichelino, lo “Studio

Dedalus”, luogo privilegiato per la produzione della sua “arte” Marina Monzeglio si cimenta nella lavorazione

della terracotta, nella pittura e ancor meglio nella lavorazione del vetro da cui riesce a estrapolare la parte mi-

gliore della sua arte. Con piccoli strumenti come un forno e una mola ad acqua, Marina costruisce forme bidi-

mensionali in vetro che oltrepassano la comune visione della realtà. Le sue opere non sono espressioni di vita

moderna ma segni. Segni di popolazioni vissute, primitivi, come possono essere dei cerchi concentrici spirali,

gocce e forme geometriche. Le sue opere decorative o ornamentali nascono da ispirazioni, segni tribali mentre

le opere da inserire in contesti architettonici come vetrate, porte, separé, muri in vetro ecc. nascono tutte da un progetto. La lavorazione dei

manufatti avviene grazie all’unione di pezzi di vetro colorati assemblati tramite listelli di piombo o stagno (vetro legato a piombo o stagno).

L’unione delle parti e l’amalgama delle diverse tonalità di colori accesi e abbinati tra loro, creano alla fine del lavoro – e solo alla fine – il

valore artistico delle opere. La tecnica utilizzata dall’artista per creare le sue magnificenze lucenti è chiamata “vetro legato”, ed è stata e-

sportata dall’America dal gioielliere Louis Comfort Tiffany (tecnica Tiffany). Tante le opere realizzate dalla Monzeglio che ha creato ma-

nufatti d’arte anche per la chiesa Regina Mundi di Via Cuneo. I suoi lavori sono stati richiesti dal Comune di Nichelino nonché da proprie-

tari di ville storiche che hanno richiesto vetrate artistiche ornamentali e pareti, mancorrenti e scale. Marina Monzeglio annovera tra le sue

attività anche la partecipazione a molte mostre antologiche e collettive tra cui il Metafore e trasparenze, mostra collettiva internazionale a

Grugliasco, Metamorfosi a Pianezza e NAC, Novegro Arte contemporanea, collettiva nazionale a Milano. È componente in qualità di e-

sperto della commissione per i Disciplinari di produzione del settore “Vetro – ceramica – pietra” della Regione Piemonte.

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L’OFFICINA PAG. 7L’OFFICINA PAG. 7L’OFFICINA PAG. 7L’OFFICINA PAG. 7 Art. 54. Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giura-mento nei casi stabiliti dalla legge.

L’angolo legale a cura dell’Avv. Pietro Pisano

Non sono infrequenti gli infor-

tuni causati dalle pessime con-

dizioni in cui versano le strade e

i marciapiedi delle nostre città.

Ottenere il risarcimento dei dan-

ni patiti a seguito di una caduta

causata da una buca, da un av-

vallamento o di quelli subiti a

seguito di un incidente automo-

bilistico causato dall'asfalto reso

sdrucciolevole dalla presenza,

ad esempio, di pietrisco o di una

chiazza oleosa, non è impresa

così semplice. Difficilmente

l'ente pubblico paga spontanea-

mente e il ricorso alla via giudi-

ziaria non è esente da rischi.

Tuttavia, se fino a qualche anno

fa risultava difficile ottenere un

risarcimento da parte della pub-

blica amministrazione, oggi vi è

una interpretazione della leg-

ge più favorevole ai danneggiati

e che prevede l’applicabilità nei

succitati casi dell’articolo 2051

del codice civile. Tale norma

prevede che ognuno è responsa-

bile del danno cagionato dalle

cose che ha in custodia (salvo

che provi il caso fortuito) e san-

cisce, pertanto, una presunzione

di responsabilità a carico di chi

ha in custodia il bene: nel nostro

caso, la strada. Il danneggiato

dovrà solo provare il danno ed il

“nesso di causalità”, ossia forni-

re la prova che il danno è stato

cagionato da quel determinato

bene (la strada dissestata).

L’amministrazione custode del-

la strada, per liberarsi

dall’obbligazione risarcitoria,

dovrà dimostrare che l’evento

dannoso è derivato dal caso

fortuito. La nozione di caso

fortuito viene però interpretata

in modo tale da mitigare la re-

sponsabilità della pubblica am-

ministrazione. Il giudice dovrà

valutare il grado di vigilanza da

esigere al comune: sarà più

facile ottenere una condanna al

risarcimento dei danni se l'inci-

dente si è verificato nel centro o

in una zona densamente popola-

ta della città, dove maggiori

sono le possibilità di controllo.

Al contrario, il comune potreb-

be riuscire più facilmente a

“scamparla” se l'evento dannoso

si è verificato in zone periferi-

che e scarsamente popolate. Si

dovrà inoltre considerare la na-

tura e il tipo di causa che ha

prodotto il danno. Se la causa è,

infatti, costituita dall'usura del

manto stradale, dalla presenza

di buche, dalla segnaletica con-

traddittoria o ingannevole, è

ovvio che la responsabilità del

comune potrà essere affermata,

trattandosi di fattori di rischio

che il custode può conoscere

utilizzando la normale diligen-

za, vigilando sul territorio e

effettuando le necessarie opere

di manutenzione per conservare

le strade in condizioni ottimali

di efficienza. Diverso è il caso

delle situazioni di pericolo oc-

casionalmente create da terzi,

non conoscibili né eliminabili

con immediatezza. Ciò che ad

esempio si verifica con la per-

dita d’olio da un veicolo di pas-

saggio o con l'abbandono o la

caduta di oggetti pericolosi

sull’asfalto. In tali ipotesi occor-

rerà esaminare quanto tempo è

trascorso fra il verificarsi di

questi fatti e l'incidente.

L’evento potrà considerarsi

fortuito qualora non sia trascor-

so il tempo ragionevolmente

sufficiente affinché l’ente gesto-

re acquisisca conoscenza del

pericolo che si è creato. Non si

può pretendere, infatti, che un

comune intervenga dopo pochi

minuti dalla perdita di olio da

parte di un veicolo. A coloro

che dovessero incappare in una

di queste disavventure consiglio

di chiedere l'immediato inter-

vento della polizia municipale,

far rilevare le condizioni della

strada, verbalizzare immediata-

mente l'esistenza dell'anomalia,

scattare alcune foto dei luoghi

prima che vengano ripristinati e

raccogliere il nominativo di

eventuali testimoni. Queste ac-

cortezze permetteranno di intra-

prendere con maggiori probabi-

lità di successo l’azione per il

risarcimento dei danni.

Alzati e cammina, tanto il comune difficilmente ti risarcirà