Lo sviluppo economico durante il ventennio fascista · Lo sviluppo economico durante il ventennio...

Lo sviluppo economico

durante

il ventennio fascista

Lavoro realizzato da: Gilardoni Marco, Tettamanti Luca, Siena

Lorenzo, Cozzani Ludovico

Bando Cariplo A.S. 2013/2014

Indice

• Pag. N°3

• Pag. N°9

• Pag. N°12

• Pag. N°21

• Pag. N°23

• Politica rurale del Fascismo

• La politica del Fascismo

• Le bonifiche

• La politica economica e sociale del regime

• Battaglia del grano


POLITICA RURALE DEL FASCISM0

Necessità di ruralizzare l’Italia:

“Nutrirsi, vivere, combattere”: dai campi di grano ai campi di battaglia; tutto il senso politico delle bonifiche e della politica granaria era racchiuso in questa affermazione.

“Bisogna ruralizzare l’Italia” affermava Mussolini. Perché?

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http://www.giudiziouniversale.it/articolo/politica/sempre-gli-stessi-discorsi


Serpieri risponde:

Il grado di ruralità assicurava:

• lo sviluppo demografico;

• contribuiva alla sanità, alla forza fisica e morale della razza;

• la vita rurale conteneva i desideri;

• favoriva la virtù del lavoro e del risparmio;

• l’agricoltura forniva i mezzi fondamentali di sussistenza: pane, carne e latte;

• le classi rurali avrebbero ricondotto le classi industriali alle loro attività economiche, tenendole lontane dalle forme plutocratiche.

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http://www.sba.unifi.it/CMpro-v-p-880.html

http://www.sba.unifi.it/CMpro-v-p-880.html


L’agricoltura è un modo di vita:

Serpieri afferma :” Lo spirito del regime è pienamente trasfuso nei rurali e questi partecipano sempre più vivamente al regime”

http://it.wikipedia.org/wiki/Nazareno_Strampelli

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http://www.roberto-crosio.net/1_vercellese/fascismo_risicoltura.htm Bando Cariplo A.S. 2013/2014

Mussolini scrisse: “Il distacco dalla terra mette in pericolo l’equilibrio delle forze sociali e insieme l’armonia dei rapporti fra le classi…le nazioni solide, le nazioni ferme, sono quelle che

stanno poggiate sulla terra”


http://www.ecodellevalli.tv/cms/2014/03/27/gargnano-polvere-nera-i-600-giorni-di-mussolini-a-gargnano/


Il fascismo, osservò Serpieri, “sebbene autoritario”, non poteva arrivare a imporre “una rinnovata servitù della gleba” per tenere i contadini attaccati alla terra. Il regime, se sperava di frenare le fuga dalla terra, doveva sviluppare una politica per far entrare nelle campagne le comodità della moderna società industriale: alloggi decorosi, scuole e divertimenti del tempo libero urbano.

http://www.pbmstoria.it/unita/04475p-01cs3/percorsi/txt/0307.php


La politica fascista di intervento nelle campagne, abbozzata nel 1927 per la prima volta, riunì due obiettivi contradditori:

•La modernizzazione agricola;

•La conservazione della comunità rurale.


http://www.indire.it/cgi-bin/diafindcgi4?dbnpath=/isis3/dati/dia/immag&query=D-JFVG40AX&formato=Completo&unico=1&file_header=/archivi/dia/header.php

http://senato.archivioluce.it/senato-luce/scheda/foto/IL0010032455/12/Mussolini-in-divisa-di-capo-della-Milizia-guida-un-trattore-al-fianco-di-un-contadino.html?start=12&query=&jsonVal= Bando Cariplo A.S. 2013/2014

La politica del fascismo Nel 1923 il regime fascista abborda la questione della malaria in Italia, scelta che ottenne il plauso della comunità medico-scientifica italiana.

La politica fascista per una lotta si espresse attraverso il progetto della “Bonifica Integrale”, che ebbe suo fondamento legislativo nel 1928 con la legge n. 3124 nota come Legge Mussolini.


http://riformaagrariametaponto.wordpress.com/riforma-agraria/bonifica-nel-periodo-fascista/


La legge per la bonifica integrale fu preceduta da un esperimento nella zona Maccarese, alla foce del Tevere, nel 1926, ove il regime appoderò un enorme latifondo in 45 tenute. La battaglia a tutto campo alla malaria secondo la terminologia di guerra mussoliniana vide di fatto la sola realizzazione nella zona delle Paludi Pontine. Inaugurata nel 1929, la battaglia fu dichiarata vinta dieci anni dopo.


http://www.maccaresespa.com/azienda.htm


La bonifica idraulica, nella terminologia fascista annunciata come “battaglia alle paludi”, consisteva nel prosciugamento delle paludi malariche, nel controllo del regime delle acque e nel livellamento delle depressioni in cui si raccoglievano le acque stagnanti. Per eliminare i focolai di anofeli si utilizzavano larvicidi, come il piretro e il petrolio, e in particolare il Verde di Parigi.

http://www.latinacittanuova.it/bonifica_integrale.html


Le bonifiche

La campagna per le bonifiche integrali si rivelò fallimentare, purché ebbe ottenuto qualche risultato significativo nell‘Agro Pontino.

L’intervento dello stato in questo campo è fondamentale, infatti solo esso può assicurare che il movimento di ascensione del contadino verso la proprietà della terra avvenga in forma ordinata… a favore di contadini che siano umanamente, cordialmente assistiti, e che siano selezionati affinché la piccola proprietà sia il santo premio della fatica e del risparmio.


La bonifica integrale era soggetta a due tesi antitetiche:

• tesi di chi proclamava la nullità dell’azione dei proprietari: da qui la necessità di espropriare in massa e passare le terre ad enti pubblici, i quali provvedono alla colonizzazione;

• tesi di chi difendeva i proprietari: da qui nuovo disegno di legge.

http://www.mirorenzaglia.org/2011/05/latina-laboratorio-fasciocomunista-aperto/


La linea fondamentale del nuovo disegno di legge non riporta sostanziali modificazioni rispetto al disegno adottato dalla Legge sulla bonifica integrale del 1933:

• sistema adottato nel 1933: la bonifica deve essere fatta non contro i proprietari, ma con i proprietari. La legge del 1933 sancisce l’obbligatorietà della trasformazione agraria e quindi le sanzioni.

L’obbligatorietà è sancita in 2 fasi:

1. La legge determina le direttive della trasformazione agraria;

2. I proprietari progettano ed eseguono le opere di competenza particolare del loro fondo.


Arrigo Serpieri: ideologo del fascismo rurale, che intendeva incrementare l’economia delle campagne ”non solo come fattore essenziale dello sviluppo nazionale, ma anche come modello di vita e riserva di energie morali”, per favorire la modernizzazione sociale ed economica del paese elaborò una organica e razionale politica agraria e gestì la complessa azione interventista dello Stato a favore delle attività agricole del Paese:

La bonifica integrale = coordinata attuazione in un territorio di tutte le opere e le attività che occorrono per adattare la terra e le acque ad una più elevata produzione e convivenza rurale.


Nel discorso “Una sconfitta della bonifica integrale” tenuto alla Camera nel 1934 emerge:

1. Le necessità sociali generali che ispiravano la bonifica;

2. La giurisprudenza della bonifica;

3. Gli interessi dei proprietari privati, che tendevano a sottrarsi agli obblighi e ai costi derivanti dall’applicazione della legge;

4. L’applicazione delle legge come strumento per rispondere alla crisi in termini di contenimento dei disagi sociali delle masse agricole e nella direzione di un accresciuto impegno dello stato nella società civile.


Le opere di bonifica progettate non erano state preordinate luogo per luogo, pertanto si aveva la necessità di creare:

1. Nuovi organi;

2. Nuovi strumenti giuridici ed amministrativi;

3. Una nuova mentalità rurale.

http://www.tuttolatina.it/latina-com-era.html Bando Cariplo A.S. 2013/2014

Traspare una suddivisione dei comprensori della bonifica in:

• C. di bonifica di difesa: l’esecuzione delle opere pubbliche

Loro scopo = difesa di un’agricoltura che già esiste in forma

intensiva;

• C di bonifica di trasformazione: qui l’esecuzione delle opere

pubbliche con scopo di porre le basi necessarie per l’ulteriore

trasformazione agraria.

http://amicomario.blogspot.it/2013/09/arborea-frutto-intelligente-della.html


Esistono delle sanzioni per uno sbagliato svolgimento della

bonifica da parte dei proprietari delle terre:

• Esecuzione da parte del Consorzio delle opere

obbligatorie, per conto dei proprietari;

• Tale sanzione prevede che il proprietario metta a

disposizione del Consorzio i mezzi finanziari necessari:

altrimenti espropriazione. Tale espropriazione è effettuabile

a favore del Consorzio che lo richieda , o a favore di chi si

obblighi ad eseguire la voluta trasformazione agraria.


L’attuale disegno di legge non ha realizzato sostanziali modifiche rispetto a quello del 1933: solamente per l’articolo 2: necessità di accelerare i tempi di applicazione della legge.

Tale articolo consente al Consorzio l’iniziativa , su autorizzazione dello stato, di sostituirsi al proprietario nella esecuzione delle opere.

Il consorzio deve chiedere al proprietario la messa a disposizione dei mezzi finanziari necessari. Se il proprietario risulta inadempiente, resta come ultima soluzione lo esproprio, prima della scadenza dei termini assegnati per l’esecuzione delle opere obbligatorie.

Lo stato impone al Consorzio l’acquisto delle terre espropriate.

Con questo nuovo disegno di legge non si intende abbandonare le linee fondamentali della legge del 1933, ma si vuole effettuare la bonifica integrale, nei più larghi limiti possibili, con i proprietari e non contro di esse.


La politica economica e sociale del regime

Gli agrari e gli industriali avevano appoggiato sin dai primi anni il fascismo, che con la violenza delle sue milizie aveva riportato l’organizzazione nelle fabbriche e nelle campagne e aveva soffocato il movimento sindacale e le organizzazioni socialiste. Per sdebitarsi di questo appoggio, nei primi anni del suo governo Mussolini attuò una politica economica di tipo liberista, che permise agli industriali e agli agrari di aumentare in modo consistente i loro profitti, a scapito dei salari degli operai. Grazie a questa politica, nella prima metà degli anni Venti si verificò un forte sviluppo industriale e le maggiori imprese, come la FIAT, la Montecatini (che produceva fertilizzanti) o la Snia (produttrice di fibre artificiali) aumentarono notevolmente le loro esportazioni.




http://www.lacomune.info/?p=86

http://blog.libero.it/mmcapponi/9271339.html

http://www.primiditorviscosa.it/index.php?id=68


Battaglia del grano La "battaglia del grano" iniziata sin dal 1925, era rivolta a diminuire l’importazione di grano, fu infatti, prima di tutto, una grande campagna propagandistica, doveva mettere l'Italia al riparo dagli stenti in caso di guerra, tendeva soprattutto a rafforzare nelle campagne l'immagine del fascismo come unica possibilità di raggiungere, per i contadini, quel peso politico sempre loro negato. In realtà essa fallì.

Ampiamente propagandata e sostenuta con incentivi, essa conseguì notevoli risultati, culminati nel 1933 con una produzione che copriva quasi per intero il fabbisogno nazionale.



http://www.ruralpini.it/Commenti1.2.htm

https://comunitaolivettiroma.wordpress.com/author/comunitaolivettiroma/page/312/

http://www.puntarellarossa.it/2013/06/04/le-bugie-nel-carrello-tredici-cose-che-abbiamo-imparato-leggendo-lultimo-ottimo-bressanini/


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