Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

36
LA REPUBBLICA DEI NO FREE PRESS Il progresso, la chiave per un futuro migliore Lo Sguardo | mensile di libera informazione per ogni libero lettore Lo Sguardo numero trentesimo www.losguardo.eu anno quarto Redazione e Direzione via Romanello 7 Goito MN | Stampa Studio Grafico Mela+a Goito | Registrato presso il Tribunale di Mantova n° 01/2012 del 24/02/2012

description

 

Transcript of Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Page 1: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

LA REPUBBLICADEI NO FREE

PRESS

Il progresso, la chiave per un futuro migliore ”“

Lo Sguardo | mensile di libera informazione per ogni libero lettoreLo Sguardonumero trentesimo

www.losguardo.euanno quarto Redazione e Direzione via Romanello 7 Goito MN | Stampa Studio Grafico Mela+a Goito | Registrato presso il Tribunale di Mantova n° 01/2012 del 24/02/2012

Page 2: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

2 Lo Sguardonumero trentesimo

Siamo un Paese di poeti, santi e intolleranti. Si parla tanto di difesa della nostra cultura, pun-tando il dito verso l’immigrazione, e la sola cosa che si finisce per fare è venire meno al pilastro della Repubblica, l’articolo 3 della Costituzione italiana infatti, tra i principi fondamentali, reci-ta: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opi-nioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Questo è solo uno dei tanti paradossi sparsi nel fecondo campo dell’ignoranza, campo nel quale seminano realtà politiche che traggono vantag-gio dall’ottusità della massa (o del cosiddetto “italiano medio”). Altri emblemi del paradosso, se non razzista quantomeno intollerante, tutto made in Italy, lo stiamo affrontando proprio in questi giorni con il susseguirsi di critiche verso il presunto riscatto versato dal Governo (notizia poi smentita) per la liberazione di Greta e Vanessa, le due volontarie rapite in Siria durante un viaggio di cooperazio-ne internazionale in favore delle popolazioni vittime della guerra; la tiritera è quella che si ripete ad ogni rapimento in terra straniera, e va dal: “Con tutti i problemi che abbiamo qui non c’è bisogno di andare a mettersi nei guai là” a: “Adesso i soldi che abbiamo speso per loro li re-stituiscano di tasca propria”, scadendo nell’ipo-crisia totale quando poi ci si straccia le vesti per-ché i Marò fermati in India ritornino a casa, Marò che tra l’altro, secondo le cronache ufficiali della vicenda, erano impegnati in una scorta ad una petroliera privata al momento della sparatoria con il peschereccio, quindi, al pari delle due co-operanti, tecnicamente, con incarichi di respon-sabilità verso un soggetto privato non di Stato (ecco anche spiegato perché il governo indiano rifiuti l’applicazione delle regole internazionali in merito alle azioni militari di paesi esteri). Allo psicodramma collettivo si è aggiunta la news che le due ragazze rapite avrebbero avuto rapporti sessuali consenzienti con i guerriglieri, notizia bufala messa insieme da qualche scre-enshot artatamente composto e modificato per attirare l’attenzione dei creduloni del web e prontamente portata alla ribalta da Gasparri (paladino dell’insulto via internet) - che un in-carico istituzionale a differenza di altri ce l’ha

- e che sta catalizzando l’attenzione di chi tra una manciata di settimane ricorderà quanto è importante il rispetto delle donne durante le celebrazioni dell’8 Marzo ma che, oggi, si fa bef-fe proprio di due donne, con insulti e minacce campate per aria, portate all’esasperazione dal-la noia e dall’ignoranza abissale.Proseguendo con la cronaca attuale è il caso di occuparsi anche del massacro dei vignettisti del giornale satirico Charlie Hebdo, dopo il quale il cortocircuito mediatico è andato a braccetto con lo sclerotico arbitrario giudizio sull’Islam, in favore di una libertà di espressione, di satira di esistenza che, in questo caso, è stato estirpato in favore di uno sterminio camuffato da vendetta per la propria identità religiosa violata. Se è do-veroso sentirsi vicini a tale tragedia, è doveroso anche addentrarci nelle motivazioni dietro l’or-ribile e ingiustificabile carneficina, tralasciando per un attimo l’abominio compiuto, bisogna ri-cordare che, mentre difendiamo a spada tratta il diritto di chiunque di farsi beffe di una religione altrui in un contesto satirico, tale diritto non vale solo nei confronti dell’Islam, perché spesso in contesti nazionali sono finiti nella bufera me-diatica coloro i quali hanno fatto satira verso il cattolicesimo, solo per citare un esempio affine è il caso de Il Vernacoliere e la copertina sui preti pedofili. Non possiamo applicare due pesi e due misure: ‘non fate a me quello che pos-sono tranquillamente fare tutti a te’, non possiamo pretendere dagli altri ciò che per primi non rispettiamo di loro e se non per buonsenso almeno per coerenza. Ma non siamo un Paese solo razzista, per non farci mancare niente, siamo anche tra gli stati più omofobi d’Europa. Violenze, hate speech, discriminazioni, sono il pane quotidiano degli intolleranti nostrani che fanno dei diritti uma-ni carta straccia. La discriminazione non avvie-ne per l'identità di genere, cioè per ciò che le persone sono, ma l'avversione si manifesta per la natura delle relazioni di coppia e quindi l’o-rientamento sessuale; se stiamo superando la disparità tra uomo e donna, ancora mostriamo intolleranza verso ciò che questi uomini e que-ste donne amano.Capitolo a parte ma non meno vergognoso, è l’arretratezza con la quale ancora oggi trattiamo

un paese civile?gli emblemi del paradosso made in italy

L’editoriale di olga annibaletti

Page 3: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

3

le disabilità, in barba talvolta anche alle leggi. Violenze, soprusi, noncuranza, delle esigenze di una fetta di popolazione non meno importante di altre, che spesso deve fronteggiare enormi ostacoli, sociali burocratici e pratici, per distri-carsi in un’esistenza resa sempre più difficile dalla diffidenza e dall’ipocrisia della gente.Con il susseguirsi degli anni siamo passati da un nemico ad un altro: in principio era il Sud la ne-mesi del Nord, ora ci siamo globalizzati (almeno nel pregiudizio) e sfoghiamo le nostre misere frustrazioni contro gli immigrati, mentre sia-mo noi italiani già fin troppo bravi a sfasciare questo Paese. Evasione fiscale, corruzione, as-senteismo, furbetti del quartierino, criminalità organizzata, bigottismo e tragica incapacità di pensare con la propria testa che da sola baste-rebbe, senza avere nessuna necessità di farsi fomentare da qualche politicante bramoso di poltrone più che di benessere collettivo.Anche questo sentimento di nostalgia verso il regime fascista, verso il Duce, acclamato come salvatore della patria, che spopola pericolosa-mente e preoccupantemente, è il sintomo di un Paese che ha perso la bussola, di un Paese che si mostra con tutte le proprie debolezze, che fa sfoggio fiero di una carenza di saggezza venuta dall’esperienza. La guerra è lontana, uno sbia-dito ricordo da banco di scuola, oscurato dal benessere e dall’isolamento culturale nel quale stiamo sprofondando; siamo nostalgici di un regime che rifiuta la democrazia, fa della vio-lenza un culto, esalta l’obbedienza cieca verso un capo, un regime che di fatto ci priverebbe di ogni libertà sia essa di pensiero o di espressio-ne del pensiero, un regime che ci vorrebbe muti e obbedienti. Ma l’appeal che ancora oggi fa breccia evidentemente si fonda nell’esaltazione della razza e nella concezione che “L’Italia agli italiani” sia la via per risolvere tutti i problemi, ignorando però ancora una volta che gli Italiani sono un popolo che ha sempre emigrato e che ancora oggi lo fa, per volere o per forza, e che se trovasse negli altri paesi la chiusura mentale e sociale che applichiamo noi, oggi ci ritrove-remmo ad indignarci. Vogliamo essere trattati da pari, come è giusto che sia, ma vorremmo non trattare da pari gli altri.

Il populismo xenofobo è radicato ormai troppo nella cultura di massa, ma ciò si scontra con l’incapacità di fare a meno di quelli che vediamo come il “diverso” da estirpare; nella vita di tutti i giorni, nei lavori che abbiamo lasciato che facessero gli altri, nei brand che ci piace tanto sfoggiare ma che ven-gono dall’estero, nell’inestimabile possibilità di dare la colpa agli altri dei mali che siamo stati in grado di infliggerci da soli. Gli extracomuni-tari insomma agli italiani piacciono tanto solo quando si occupano dei loro anziani e quando assemblano gli iPhone. Trionfo di scarsa coe-renza e ipocrisia.Vox - Osservatorio Italiano sui Diritti, ha lan-ciato una “mappa dell’intolleranza”: sono stati individuati nei post di Twitter - il social che più di tutti si basa sui pensieri della gente - con la ricerca di una serie di parole sensibili, i messag-gi con contenuto discriminatorio e attraverso la geo-localizzazione sono state tracciate le zone nelle quali più si concentra il tasso di intolle-ranza a scapito di omosessuali, stranieri, donne e disabili. In Italia, infatti, esiste una correlazio-ne tra l’uso di un certo linguaggio e l’insorgere di episodi violenti. Il progetto si pone l’obietti-vo di individuare i punti nei quali sia più neces-sario l’applicazione di politiche atte a debellare il fenomeno e, attraverso strumenti mirati, per una promozione dei diritti e dell’uguaglian-za, per la costruzione di una società giusta ed equa. Nel 2013, 6.743.000 sono state le donne vittime di abusi fisici o sessuali, 1 omosessuale su 4 è stato vittima di violenza (20.000 richie-ste di aiuto pervenute al Gay Center), mentre il 45% dei giovani si considera xenofobo o diffida degli stranieri. In uno scenario di questo tipo, i social network e Internet più in generale, han-no un ruolo fondamentale nell’alimentazione di sentimenti e parole di intolleranza e di odio verso il prossimo.Una società civile è una società che cresce at-traverso l’incontro e lo scambio tra culture, una società che difende e accoglie le persone senza limiti di sesso o religione, senza pregiudizio, una società civile è, per definizione stessa, pro-gresso, e il progresso è la chiave per un futuro migliore.

“violenze, hate speech, discriminazioni

sono il pane quotidiano degli

intolleranti nostrani che fanno dei

diritti umani carta straccia”

Page 4: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

4 Lo Sguardonumero trentesimo

Più di venti persone sono state arrestate in alcune ope-razioni della polizia in Francia, Belgio e Germania con l’accusa di essere legate a gruppi terroristici. Altre de-cine di persone e diverse proprietà sono state perqui-site. Le operazioni di polizia sono arrivate dopo la serie di attacchi terroristici a Parigi che hanno provocato la morte di 17 persone. In Francia e Belgio il governo ha deciso di schierare alcune unità dell’esercito per sorve-gliare luoghi sensibili e così liberare agenti di polizia per operazioni di indagine antiterrorismo. In Belgio, due sospetti sono stati uccisi durante un’operazione della polizia nella città di Verviers, vicino al confine con la Germania, mentre una terza persona è stata arresta-ta. Nella casa poi perquisita la polizia ha trovato armi, esplosivo e uniformi da poliziotti. Secondo i magistrati, i tre uomini stavano pianificando una serie di attacchi ad agenti della polizia belga (gli attacchi erano “imminen-ti”, hanno detto le autorità alla stampa). Al momento non sembra che ci siano collegamenti tra gli attentati di Parigi cominciati lo scorso 7 gennaio e gli arresti di Verviers. Altri arresti sono stati compiuti venerdì: tredici persone in tutto sono state fermate, di cui cinque sono state formalmente accusate di aver partecipato ad atti-vità di gruppi terroristici. In Francia, dopo una serie di

operazioni durate oltre una settimana, la polizia ha ar-restato dodici persone che al momento sono sospettate di aver fornito appoggio tecnico e logistico agli autori degli attentati di Parigi. La Francia ha schierato l’eser-cito in aiuto delle attività della polizia. Secondo diversi giornali italiani, due degli arrestati stavano andando in Italia e sono stati fermati al valico del Frejus, pochi chilo-metri dal confine franco-italiano. Al momento in Francia sono impiegati circa 120 mila tra agenti di polizia e mili-tari. Altre due persone sono state arrestate in Germania. Secondo la polizia tedesca intendevano andare in Siria a combattere, ma non ci sarebbero prove che stessero pianificando attacchi terroristici in Germania. In Spagna non ci sono ancora notizie di arresti, ma la polizia sta in-dagando sulla visita che Amedy Coulibaly – uno dei tre attentatori di Parigi, quello responsabile dell’uccisione di una poliziotta e di quattro ostaggi al supermercato kosher a Parigi – ha compiuto a Madrid proprio pochi giorni prima dell’attacco, tra le fine del 2014 e l’inizio del 2015. La compagna di Coulibaly, Hayat Boumeddiene, ha preso un aereo per la Turchia proprio da Madrid nei giorni immediatamente precedenti agli attacchi iniziati il 7 gennaio. Dopo essere arrivata in Turchia, secondo i servizi segreti turchi, Boumeddiene è entrata in Siria.

Un gruppo di miliziani ribelli sciiti che lo scorso settembre hanno conquistato parte di San’a’, la capitale dello Yemen – nella prime ore di lunedì si è scontrato con i soldati dell’esercito yemenita nei pressi del palazzo presidenziale. Diversi testimoni hanno riferito di avere senti-to numerosi colpi di arma da fuoco e di avere visto nella zona movimento di mortai e di altri pezzi di artiglieria pesante. Altri hanno parlato di alcune colonne di fumo visibili nei pressi del palazzo presidenziale. Al momento non è chia-ro in quali condizioni sia Abed Rabbo Mansur Hadi, il presidente dello Yemen. AFP dice che ci sono almeno 2 morti e 14 feriti. Al Masee-ra, la televisione controllata dagli Houthi, ha detto che i miliziani avrebbero risposto ad al-cuni attacchi condotti dall’esercito, quindi solo per difendere le loro posizioni. Un funzionario dell’esercito yemenita ha però dato una versio-ne diversa ad Associated Press, sostenendo che gli Houthi avrebbero attaccato alcuni posti di blocco dell’esercito. La televisione di stato dello Yemen non ha dato la notizia, mostrando im-magini di repertorio e uno spettacolo musicale. In molte zone della capitale manca comunque la corrente elettrica, quindi in pochi hanno pos-sibilità di informarsi tramite la televisione. La ministra dell’Informazione del governo Nadia Sakkaf ha dichiarato che la televisione di stato e l’agenzia Saba News si trovano sotto il con-trollo dei ribelli. Il presidente Hadi controlla lo Yemen dal 2011, anno in cui una rivolta popo-lare causò la fine della lunga presidenza di Ali Abdullah Saleh. Alla fine della scorsa settima-na gli Houthi hanno rapito il capo dello staff di Hadi, facendo crescere le tensioni tra esercito e miliziani. Il rapimento sarebbe stato condotto per rallentare il processo di riforme che Hadi prova a portare avanti e che prevede modifiche alla Costituzione e al federalismo. Secondo di-versi osservatori, tra i più interessati a un suc-cesso degli Houthi ci sarebbe lo stesso Saleh, che potrebbe riguadagnare il potere grazie al loro sostegno e a quello di altri combattenti delle tribù che dicono di essergli rimaste fedeli.

l’europa e l’antiterrorismopiu di venti gli arrestati in francia, germania e belgio mentre ancora si indaga in spagna a

proposito di coulibaly

yemenNuovi scontri

tra esercito e ribelli a san’a’.

almeno due i morti

,

Page 5: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

5

Lunedì 19 gennaio i ministri degli Esteri dei pae-si membri dell’Unione europea hanno detto che in mancanza di fatti nuovi non c’è alcun motivo valido per allentare le sanzioni contro la Russia, nonostante

la russia, i guai, la crisi e

le sanzioni

le proposte fatte da Federica Mogherini, capo della diplomazia dell’Unione Europea. Prima dell’incontro Mogherini aveva fatto circolare un documento riserva-to di cinque pagine in cui si sosteneva che l’Unione Eu-ropea avrebbe dovuto riaprire un dialogo con la Russia su diverse questioni e rivedere le sue politiche punitive verso il governo di Mosca. Il documento non ha avuto però molto successo: «Alla luce degli eventi in corso in Ucraina orientale, nessuno ha avuto l’idea di allen-tare le sanzioni», ha detto tra gli altri il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier. La Russia sta attraversando una grave crisi finanziaria ed economi-ca. La situazione in Ucraina orientale ha causato ten-sioni e timori a livello internazionale e sui mercati. Il rublo, la moneta russa, ha toccato nuovi livelli minimi rispetto al dollaro perdendo fino al 45 per cento del suo valore. Le sanzioni imposte dall’Occidente hanno impedito di usare le classiche soluzioni che vengono adottate quando crolla il valore della moneta nazio-nale, cioè più esportazioni, più consumi interni e più investimenti diretti esteri. Putin, per rispondere alle sanzioni, ha vietato le importazioni di cibo da Europa e Stati Uniti, ma questo ha provocato un aumento dei prezzi e un ulteriore aumento dell’inflazione. Il prezzo del petrolio, infine e per varie ragioni, è crollato, ma metà delle entrate dello stato russo derivano proprio dal petrolio e dal gas naturale. Si è insomma verifi-

cata quella che alcuni giornali internazionali han-no descritto come una “tempesta perfetta”. Il grave peggioramento della situazione economica russa ha avuto però almeno una conseguenza positiva per il paese: le crisi economica e politica hanno «salvato il sogno post-olimpico di Putin», scrive il Washington Post. I russi – o almeno, una certa categoria di russi – hanno infatti scelto più che in passato di trascorrere le loro vacanze invernali a Sochi, che tradizionalmente è una meta molto popolare ma solo d’estate. E si tratta di «un fatto nuovo e significativo», come ha spiegato Maya Lamidze, responsabile dell’Associazione che ri-unisce i tour operator del paese. La caduta del rublo è la ragione principale di questo rinnovato interesse dei russi per mete di vacanza locali, ma non è l’uni-co. La maggior parte dei turisti russi che sono stati o si trovano in vacanza nella zona di Sochi si sarebbero molto probabilmente potuti permettere un viaggio verso i paesi dell’Europa in cui erano abituati ad an-dare negli scorsi anni. Ma visto l’attuale clima politico non hanno voluto farlo, probabilmente come reazione alle sanzioni. La scorsa settimana una grande banca russa ha fatto sapere che i suoi clienti hanno speso il 40 per cento in meno sulle vacanze di Capodanno all’estero rispetto all’anno precedente, ma anche che hanno speso oltre il 50 per cento in più rispetto all’an-no passato per andare in vacanza in Russia.

L’agenzia di intelligence britannica GCHQ ha raccolto e analizzato email scambiate tra i giornalisti di alcune delle più grandi e importanti testate giornalistiche del mondo, legate sia al Regno Unito sia agli Stati Uniti. I dettagli su queste attività di spionaggio sono stati diffusi dal Guar-dian, che sta proseguendo lo studio dei numerosi docu-menti riservati diffusi da Edward Snowden, l’ex collabo-ratore dell’intelligence statunitense che ha permesso di scoprire le operazioni di sorveglianza nelle comunicazioni internazionali della National Security Agency americana e della sua omologa britannica GCHQ. Non è però chiaro se il controllo delle email scambiate tra giornalisti fosse un’attività costante delle due agenzie, o solo un caso spo-radico legato a un test realizzato nel 2008. Tra le testate e agenzie di stampa coinvolte sono indicate BBC, Reuters, Le Monde, Sun, New York Times, Washington Post e lo stes-so Guardian. Le email scambiate tra diversi giornalisti di queste organizzazioni sarebbero state raccolte nell’ambito di più ampie attività sul controllo delle conversazioni onli-ne. In molti casi, spiega il Guardian, il materiale raccolto comprendeva grandi quantità di comunicati stampa e di messaggi promozionali, ma sono stati trovati comunque indizi sulla presenza di email scambiate tra giornalisti e direttori, nei quali si discutevano aspetti riguardo notizie e articoli di futura pubblicazione. Le email di cui parla il Guardian furono raccolte nel novembre del 2008 grazie a

una serie di soluzioni informatiche utilizzate dal GCHQ per raccogliere in poco tempo grandi quantità di conversazio-ni online. Il test durò dieci minuti e permise di raccogliere circa 70mila messaggi. Un portavoce del GCHQ ha spiega-to al Guardian che tutto il lavoro dell’agenzia viene svolto “seguendo protocolli molto severi, che assicurano che ogni nostra attività sia autorizzata, necessaria e adeguata”. Il GCHQ ha inoltre ricordato che il suo “sistema di sorveglian-za è interamente compatibile” con la Convenzione euro-pea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali; allo stesso tempo gli attivisti che difendono il diritto alla privacy hanno criticato ancora le agenzie di intelligence sostenendo che questo caso, anche se fosse isolato, dimostra quanto le attività governative di sorve-glianza possono minacciare anche la libertà di stampa. In seguito alla strage nella sede del settimanale satirico fran-cese Charlie Hebdo a Parigi e alla maggiore attenzione sul terrorismo in Europa, il primo ministro britannico David Cameron si è impegnato ad aumentare i poteri delle agen-zie che si occupano di spionaggio e della sorveglianza dei dati. Molti editori e giornali britannici hanno criticato l’an-nuncio di Cameron e ricordato che già ora, grazie ad alcu-ne leggi come il “Regulation of Investigatory Powers Act”, le autorità hanno la possibilità di tenere sotto controllo i registri telefonici di qualsiasi cittadino del Regno Unito, senza la necessità di ottenere un mandato da un giudice.

gchq: chi ha spiato chi?

Page 6: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

6 Lo Sguardonumero trentesimo

Alexis Tsipras, è il nuovo primo ministro della Grecia, leader del partito greco Syriza che nel 2004 era nato come unione di vari movimenti e partiti indipendenti di sinistra, e che ha ottenuto i suoi primi successi a partire dal 2008: da quando Tsipras venne eletto presidente. Tsipras è nato ad Atene il 28 luglio del 1974, quattro giorni dopo la caduta della dittatura dei Colonnelli: ha una compagna, due figli, vive in periferia e si è laureato nel 2000 in ingegneria all’Università di Atene (il padre era un imprenditore edile vicino al Pasok). Tsipras ha iniziato a fare politica alla fine degli anni Ottanta con il movimento dei Giovani comunisti greci, durante l’università era diventato membro del sindacato degli studenti (riuscendo a vincere contro il governo la battaglia per il ritiro di una controversa riforma scolastica) e, dopo essersi allontanato dal partito comunista, nel 1999 era stato eletto segretario dell’area giovanile del partito della sinistra radicale, Synaspismós. Come segretario creò il Social Forum Greco e partecipò alle proteste e ai cortei internazionali contro la globalizzazione e il neoliberismo. Tentò di arrivare a Genova per il G8 del 2001 con molti altri giovani greci, ma il suo gruppo venne respinto ed espulso ad Ancona. Nel febbraio del 2008 venne eletto segretario generale del suo partito: aveva 33 anni e divenne il più giovane leader politico della storia della Grecia. Nel frattempo, nel 2004, era stata formata la coalizione della sinistra radicale “Syriza”, acronimo di Synaspismós Rizospastikís Aristerás (Coalizione della sinistra radicale) come unione di vari movimenti e partiti indipendenti di sinistra che andavano dai marxisti agli ecologisti: la lista più grande era proprio Synaspismós. Syriza partecipò alle sue prime elezioni legislative nel 2004 ottenendo il 3,26 per cento; poi nel 2009 ottenne il 5,04 per cento dei voti (le elezioni del 2009 furono vinte dal Pasok con circa il 43 per cento dei voti). In quell’occasione Tsipras – che nel 2006 si era anche candidato a sindaco di Atene arrivando terzo, ma ottenendo circa l’11 per cento dei voti mentre il partito

era al 5 – fu eletto in Parlamento. Dopo l’aggravarsi della crisi economica e le dolorose riforme di austerità attuate in cambio dei prestiti garantiti dalla cosiddetta Troika – BCE, UE e FMI – per evitare la bancarotta, alle nuove elezioni per il rinnovo del parlamento greco del 2012 il movimento politico di Tsipras ottenne il 16,78 per cento dei voti, aumentando moltissimo i suoi consensi a danno soprattutto del partito socialista, il Pasok. Il risultato portò a uno stallo politico: diversi leader ricevettero dal capo di stato Papoulias l’incarico di formare un governo senza riuscirci, Tsipras compreso. Si tornò così a votare dopo un mese e alle nuove elezioni del 17 giugno 2012 Tsipras con il suo partito arrivò secondo con il 26,89 per cento dei voti, aumentando di nuovo i suoi consensi e diventando il principale leader dell’opposizione. Le elezioni furono vinte dal maggior partito di centrodestra Nea Demokratia guidato da Antonis Samaras, che formò poi un governo di grande coalizione con il Pasok. Alle elezioni europee dello scorso maggio Syriza ottenne il 26,7 per cento. In questi anni piuttosto complicati per la Grecia, Tsipras è diventato il rappresentante delle critiche più severe alle politiche di austerità dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea, mostrandosi allo stesso tempo radicalmente diverso rispetto ad Alba Dorata e agli altri movimenti anti-europei populisti e di destra. Durante la campagna elettorale Tsipras ha usato due parole principali: speranza e dignità. Il programma economico di Tsipras è stato approvato alla Fiera internazionale di Salonicco il 15 settembre 2014: non fa alcun riferimento alla possibile uscita della Grecia dall’euro ma afferma che il nuovo governo avrà un «mandato di negoziazione» che permetterà di aprire una trattativa con le istituzioni europee. Il cosiddetto “memorandum” sottoscritto con la Troika sarà sostituito da un Piano di ricostruzione nazionale che ha quattro punti principali. Syriza ha promesso di affrontare innanzitutto

«la crisi umanitaria» dei greci: si prevede di migliorare la sanità pubblica e assumere più medici e infermieri (negli ultimi anni solo ad Atene hanno chiuso otto ospe dali; la spesa pubblica per la sanità in Grecia è stata ridotta del 25 per cento tra il 2008 e il 2012); di concedere l’elettricità e il trasporto pubblico gratuitamente per una parte della popolazione; di fornire sussidi per il cibo e le case. Tsipras ha poi parlato di «far ripartire l’economia e di promuovere la giustizia sociale» attraverso l’introduzione di una patrimoniale sulle grandi proprietà e di un salario minimo di 751 euro, di creare nuovi posti di lavoro e di rafforzare la democrazia, tagliando anche i costi della politica.

TSIPRAS, IL NUOVO PRIMO MINISTRO GRECO

Diversi giornali italiani hanno parlato della cosiddetta “brigata Kalimera”, delegazione formata da circa 200 persone che ha partecipato agli ultimi giorni di campagna elettorale in Grecia per Tspiras. Della “brigata” facevano parte anche politici e attivisti di “l’Altra Europa per Tsipras”, una lista a sostegno del leader greco («pro mossa da movi menti e per so na lità della società civile») pre-sentata in Italia alle elezioni europee dello scorso maggio. L’idea di una “lista Tsipras” in Italia era nata da una lettera pubblicata qualche mese prima delle elezioni sul Manifesto e firmata da An-drea Camilleri, Paolo Flo res d’Arcais, Luciano Gal lino, Marco Revelli, Bar bara Spinelli e Guido Viale, che in vista delle elezioni europee proponevano una “terza via” tra chi voleva uscire dall’euro e chi voleva mantenere l’UE così com’era e com’è: «Noi siamo con vinti che ambe due le rispo ste siano conservatrici, e pro po niamo un’alternativa di tipo rivoluzionario»: cioè Tspiras, che aveva risposto alla proposta con un’altra lettera dicendo di essere favorevole alla lista. La cosa era stata discussa al congresso di Sinistra Ecologia Libertà, che si teneva proprio in quei giorni. Le alter na tive erano due: presentarsi con il proprio simbolo a sostegno di Martin Schulz, il candidato del PSE (e del PD) mettendo nelle liste soprat tutto i diri genti e gli amministra tori locali con capacità di prendere voti, oppure impegnare i propri voti a sostegno della candidatura di Alexis Tsipras. Alla scelta erano legate altre due questioni: a quale gruppo aderire all’interno del Parlamento europeo e che rap-

porti tenere con il Partito Democratico. Nel voto finale del congresso il docu mento pro Tsi pras era stato il più votato, ma si era decisa l’adesione al PSE. Una posizione che in molti avevano descritto come piuttosto confusa e che era stata interpretata come una mediazione di Vendola per evitare lo scontro tra le due principali linee: da una parte, semplificando, quella del capogruppo Gennaro Migliore che aveva manifestato la volontà di avvicinarsi al PD, dall’altra quella del deputato e co-ordinatore di SEL Nicola Fratoianni che aveva dichiarato di voler portare il suo partito alla sinistra del PD e voler dunque proseguire sul percorso della lista Tsipras. Alle elezioni europee la lista (che aveva come capilista delle candidature di testimonianza) aveva ottenuto il 4,03 per cento dei voti, superando per pochissimo la soglia di sbarramento ed eleggendo tre deputati al Parlamento eu-ropeo: tra questi, anche Barbara Spinelli, eletta con qualche polemica nelle circoscrizioni centrale e meridionale. Spinelli infatti aveva accettato formalmente l’elezione nonostante avesse sempre dichiarato il contrario durante la campagna elettorale, dicendo di essere una candidata di servizio e promettendo di rinunciare al seggio qualora eletta: di conseguenza Marco Furfaro, candidato di SEL, era rimasto escluso. SEL in generale era rimasta senza eletti, nonostante il grande contributo logistico, economico ed elettorale fornito alla lista Tsipras. Dentro SEL la storia finì con l’abbando-no del partito di Gennaro Migliore e Claudio Fava.

alexis tsipras, la brigata kalimera, l’altra europa e l’italia

Page 7: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

7

TSIPRAS, IL NUOVO PRIMO MINISTRO GRECO

Il procuratore federale argentino Alberto Nisman ha accusato il presidente dell’Argentina Cristina Kirchner, il ministro degli Esteri e altri funzionari del governo di avere cospirato per insabbiare un’indagine, che si sareb-be dovuta occupare del coinvolgimento dell’Iran in un attacco esplosivo a un centro ebraico a Buenos Aires nel 1994 che causò la morte di 85 persone e il ferimento di almeno 200. Secondo Nisman, Kirchner avrebbe chiesto al suo ministro degli Esteri Hector Timerman e ad altri funzionari di attivarsi per trovare una qualche forma di immunità per alcune persone di origini iraniane sospet-tate per l’attacco, sperando in questo modo di miglio-rare i rapporti diplomatici e commerciali con l’Iran per ottenere forniture di petrolio a prezzi più vantaggiosi e attenuare così i problemi dovuti alla crisi energetica in Argentina. Il piano alla fine non sarebbe stato comun-que realizzato. La richiesta del procuratore dovrà essere valutata dal giudice federale Ariel Lijo, ma non è ancora chiaro come potrebbero mettersi le cose per la presi-denza argentina, anche perché spesso la magistratura impiega diverso tempo prima di decidere su richieste di questo tipo. Nisman ha anche chiesto che siano tem-poraneamente sospesi gli accessi a circa 23 milioni di fondi privati che fanno parte del patrimonio di Kirchner e delle altre persone coinvolte nell’inchiesta. Le accuse di Nisman, che indaga da anni sulla strage del 1994, sono basate su numerose intercettazioni telefoniche effettuate negli ultimi due anni tra diversi funzionari governativi e altre persone molto vicine a Kirchner, che non è stata invece intercettata. Tra queste ci sarebbe an-

cristina kirchner: l’inchiestaaccusata di cospirazione, la presidente

dell’argentina resta in attesa della valutazione

del giudice federale ariel lijo

che Mohsen Rabbani, un iraniano che per lungo tempo è stato tra i membri più attivi dell’ambasciata a Buenos Aires e che è tra le persone sospette per quanto avvenne al centro ebraico venti anni fa. Secondo Nisman le pro-ve raccolte sono molto consistenti ed è quindi fiducioso sulle decisioni che potrà assumere il giudice. Il ministro degli Esteri argentino non ha fatto dichiarazioni sulla questione e poche altre persone vicine a Kirchner han-no commentato la notizia. Secondo Aníbal Fernandez, che si occupa di coordinare diverse attività governati-ve per conto di Kirchner, non ci sarebbe “nulla di logi-co e serio” nell’inchiesta portata avanti da Nisman. Le indagini da parte di Nisman sono nate in seguito alle difficoltà nell’organizzare una commissione, con la par-tecipazione dell’Iran, per ricostruire i fatti che portarono all’attacco esplosivo del 1994. Nel maggio dello scorso anno, una corte d’appello federale definì incostituzio-nale l’accordo sulle cui basi si sarebbe dovuta costituire la commissione. Secondo i funzionari argentini, l’ac-cordo avrebbe permesso di scoprire la verità, ma per i detrattori – comprese alcune organizzazioni ebraiche – il patto avrebbe dato troppa libertà di azione all’Iran e nessuna garanzia sul fatto che le persone sospette di origini iraniane per l’attacco potessero essere interroga-te adeguatamente. Secondo Nisman “il piano criminale comprendeva la creazione di una nuova ipotesi di reato basata su prove false per dirottare le indagini giudizia-rie verso imputati inventati, allo scopo di rimuovere qualsiasi responsabilità penale dai sospetti iraniani”. L’operazione sarebbe stata avviata nel periodo in cui

l’Argentina doveva fare i conti con una seria crisi ener-getica, che aveva portato alla spesa di enormi quantità di denaro per importare risorse energetiche dall’estero. Era necessario importare petrolio e per farlo sarebbe stato opportuno migliorare i rapporti commerciali con il governo iraniano. Per Nisman, i presunti atti criminali sarebbero stati portati avanti proprio allo scopo di otte-nere petrolio iraniano a prezzi vantaggiosi. A distanza di venti anni non sono ancora del tutto chiare le responsa-bilità per l’attacco contro il centro ebraico. Nisman so-stiene che la strage sarebbe stata organizzata dall’Iran, che avrebbe poi affidato al gruppo libanese Hezbollah il compito di eseguirla. Nel 2007 furono emessi man-dati internazionali per l’arresto di sei cittadini iraniani sospettati di essere coinvolti nell’attacco. Sono ancora latitanti e in più occasioni il governo iraniano ha negato qualsiasi coinvolgimento. Secondo l’inchiesta, quando erano in corso le trattative per organizzare la commis-sione intergovernativa tra Argentina e Iran, il ministro degli Esteri argentino avrebbe promesso di fare pressio-ni sull’Interpol per fare ritirare i mandati di cattura. Le cose si sarebbero complicate quando l’Interpol decise di mantenere i mandati, rendendo meno vantaggioso il piano per l’Iran.

“Le accuse di Nisman,

che indaga da anni

sulla strage del

1994, sono basate su numerose intercettazioni telefoniche

effettuate negli

ultimi due anni tra

diversi funzionari

governativi e

altre persone molto vicine a Kirchner”

Page 8: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

8 Lo Sguardonumero trentesimo

Il 27 gennaio, in occasione della celebrazione della giornata della memoria, alcuni dei pochi italiani so-pravvissuti alle deportazioni nazifasciste, mettono la loro testimonianza a disposizione di coloro che si predispongono all’ascolto.Da tanti anni ormai Liliana Segre, Goti Bauer, Giuliana Tedeschi, Nedo Fiano, Andra e Tatiana Bucci (per ci-tare i più impegnati) insieme ad altri, hanno aperto un canale di comunicazione e scambio col pubblico. L’intenzione di tramandare la memoria è il fine prin-cipale del loro impegno, sia essa monito per il futuro che commemorazione di coloro che non sono soprav-vissuti. La testimonianza porta con se un grande dono destinato a chi ascolta: uno straordinario messaggio di speranza. Durante gli incontri con gli studenti, Li-liana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz dove venne deportata a tredici anni col padre, dopo essere stata imprigionata a San Vittore per aver tentato di fuggire in Svizzera e salvarsi dalle persecuzioni, ammonisce i ragazzi di non dire mai “non ce la faccio” e li rassicura sul fatto che l’essere umano ha in se risorse e forze che spesso nemmeno lui sa di possedere. Il concetto è: se ce l’ha fatta lei a sopravvivere in solitudine, privata dei suoi affetti, ridotta ad operaia schiava affamata, costretta alla marcia della morte, allora vuol proprio dire che per tutti c’è speranza se si fa leva sulla propria

il male e l’inerziadei giusti che stanno

a guardare

stragi dell’indifferenza

la shoah e le altre

volontà. Queste persone che sono da considerarsi dei veri patrimoni dell’umanità per il loro impegno socia-le, cosa ricevono o dovrebbero ricevere in cambio dal pubblico? Lo scambio presuppone che ci sia sempre gente disposta all’ascolto, giovani e adulti, individui in formazione ed individui formanti che accettano di confrontarsi col dolore altrui. Questo scambio richie-de il superamento di ostacoli da entrambe le parti. Il testimone già dai primi giorni della vita libera si è dovuto rassegnare al rifiuto di chi non voleva sentir parlare di orrori e crimini della guerra. Il senso di alie-nazione e la solitudine hanno fatto si che tenessero per se quei ricordi respinti.Pochi hanno deciso di parlare da subito, per altri è sta-to necessario un percorso di analisi oppure soltanto l’intima maturazione della necessità di colmare i li-miti della storia scritta, in favore del valore oggettivo che appartiene alle testimonianze dirette. Insomma avranno pensato, se ci si trova davanti ad un testimo-ne che quei fatti li ha vissuti in prima persona, allora nessuno potrà smentirli. Falso. C’è anche chi mette in dubbio. Nel cercare notizie sulla Shoah mi sono mio malgrado imbattuta in siti negazionisti o sedicenti revisionisti storici dai nomi vergognosi che contesta-no la politica di sterminio della Germania nazista ne-gando l’esistenza delle camere a gas come strumento

dell’himmleriana soluzione finale ed identificandole come luoghi di sterilizzazione per prevenire epide-mie; discutono il numero delle vittime che a dir loro sarebbe inferiore rispetto alle stime, come se fosse un numero a cambiare le cose, ma fatto ancor più grave, cercano subdolamente di trovare contraddizioni nei racconti per screditarli. Ci deve essere in chi ascolta la predisposizione alla condivisione del dolore altrui, capacità assai rara nella società occidentale abituata all’indifferenza e all’individualismo che rende ciechi ed aridi davanti alle tragedie del nostro tempo. Si grida allo scandalo soltanto quando l’orrore si avvicina minaccioso. Un esempio per tutti il bambino di dieci anni arruolato nell’ISIS per giustiziare i prigionieri in nome della Jihad. Un’immagine certo sconvolgente per tutti ma che non deve sorprenderci. Il sentimento della sor-presa poteva semmai essere concesso ai nostri nonni che nel dopoguerra fossero stati informati degli orrori dei campi di sterminio ma non certo a noi che viviamo nell’era dell’informazione, noi non abbiamo alibi. Se ci sorprendiamo significa che ignoriamo per esempio l’esistenza di organizzazioni criminali che armano le mani dei bambini soldato africani che, strappati alle loro famiglie vengono educati alla violenza. Non è ac-cettabile che si reagisca alla violenza soltanto quando questa diviene una minaccia. Quale governo occiden-tale è intervenuto per arginare i massacri delle guerre civili in Ruanda, lo sterminio dei curdi in Iraq, la puli-zia etnica nei Balcani? Non è accettabile che a livello internazionale si reagisca soltanto quando la violenza diventa per noi minaccia concreta.Credo che Liliana Segre abbia ragione quando sostie-ne che più della violenza oggi come ieri è l’indifferen-za ad uccidere. Proprio questa infatti è la parola che si è scelto di scolpire sul muro del famigerato Binario 21, divenuto alla Stazione di Milano il luogo di com-memorazione delle vittime dell’olocausto.Le testimonianze si differenziano tra loro perché di-versi sono gli individui che le raccontano, i quali all’e-poca avevano età, sesso, estrazione culturale diffe-rente e perché diverse furono le condizioni di vita del lager, oppure perché ognuno sviluppò una persona-lissima capacità di attaccarsi ferocemente alla vita. C’è sempre comunque un denominatore comune quando si parla di responsabilità. Mi hanno sorpresa soprat-tutto i racconti femminili sulla vita del lager. La mag-gior parte delle sopravvissute non ritiene colpevoli (pur ammettendo la loro assoluta crudeltà) le Kapo col compito di riferire ai superiori delle prigioniere. Vengono addirittura giustificate perché trasformate in carnefici a causa del processo di disumanizzazione che avevano subìto quando, vivendo da prigioniere avevano perso i loro affetti per cui anche loro sapeva-no cosa voleva dire diventare uno stuck (pezzo).Sul tema delle responsabilità si è lungamente dibat-tuto e tutt’ora si discute. Ritengo uno studio completo sul tema il libro I volenterosi carnefici di Hitler di D.J. Goldhagen il cui intento è dimostrare quali furono i presupposti che portarono proprio la Germania a realizzare lo sterminio più numeroso della storia. Le

di giacomina nolli

_albert einstein

Page 9: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

9

“La conoscenza e un passo enormein avanti che ci allontana

dall’indifferenza che si configura

come tacito consenso ai suprusi.”

condizioni furono: “Il fatto che in Germania presero il potere gli antisemiti più criminali e malvagi della storia che misero al centro della politica dello stato le loro follie omicide private; la grande disponibilità del-la maggior parte dei tedeschi comuni a tollerare pri-ma e sostenere poi, spesso collaborando attivamente, la furiosa persecuzione degli ebrei negli anni Trenta a causa dell’antisemitismo virulento che da decenni pervadeva la Germania; solo il reich tedesco infine, aveva la forza militare per conquistare l’Europa”. Se-condo l’autore senza uno solo di questi presupposti lo sterminio probabilmente non sarebbe avvenuto. Colpisce soprattutto la responsabilità attribuita alla gente comune della quale si dimostra il ruolo decisi-vo. Ma cosa ha fatto si che la massa fosse parte attiva dello sterminio? La cultura antisemita che si era radi-cata nel pensiero comune. L’ostilità nei confronti degli ebrei nasce dal pregiudizio che risiede anche nelle menti apparentemente libere dove invece alberga lo stereotipo. Primo fra tutti quello dell’ebreo usuraio o avido, originatosi fin dal Medioevo quando questi in-traprendevano per necessità l’attività di prestatori di denaro ed esattori sin dai tempi in cui la Chiesa vieta-va ai cristiani di occuparsi di mestieri che implicassero rapporti col denaro. Furono accusati di essere sfrut-tatori dei meno abbienti e vennero etichettati come strozzini. Divenuti poi funzionari dei sovrani feudali, ebbero il compito di recuperare denaro con tasse e confische. Nel XX sec. in seguito all’emancipazione ebraica, all’alta professionalità e livello culturale, si inserirono nel mercato col risultato che i ceti borghesi si sentirono prima in competizione e poi danneggiati. Infine furono accusati di piani complottistici per sog-giogare il mondo. Hermann Hesse sosteneva: “L’uomo primitivo odia ciò di cui ha paura e in alcuni strati della sua anima an-che l’uomo colto è primitivo. Anche l’odio dei popoli e delle razze contro altri popoli e razze non si basa sul-la superiorità e sulla forza ma sull’insicurezza e sulla paura. L’odio contro gli ebrei è un complesso di infe-riorità mascherato: rispetto al popolo molto vecchio e saggio degli ebrei, certi strati meno saggi di un’altra razza sentono un’invidia che nasce dalla concorrenza e da un’inferiorità umiliante. Più fortemente e più violentemente questa brutta sensazione si manifesta nella veste della superiorità, più è certo che dietro si nascondono paura e debolezza”.La macchina dello sterminio coinvolse molte persone più o meno direttamente. Non solo i carnefici sono responsabili ma anche chi avrebbe potuto sabotare e non l’ha fatto, si pensi al coinvolgimento che ebbero le Ferrovie o i questori e prefetti italiani che passava-no ai repubblichini e ai nazisti i recapiti e che invece avrebbero potuto salvare tante vite.Al contrario ci sono esempi ricorrenti di uomini e don-ne che rischiavano la vita per aiutare la Resistenza, i partigiani e gli ebrei nascosti. Molti sono i modi per dire no al male. Perfino l’ironia può essere un’arma sensazionale. Penso a quanto grande sia stato il co-raggio di Chaplin nel mettere in scena la parodia di Hitler ne Il grande dittatore. Tuttavia ieri come oggi

non è necessario possedere le doti del genio di Cha-plin per combattere il male trasversale alla storia. E’ necessario riconoscerlo e conoscerlo ma per farlo ser-ve prima affrontarlo. Nel 1929 Hitler col suo movimento cercò di far leva sul malcontento della popolazione esasperata da disoc-cupazione e tensioni sociali e fu così che alle elezioni del 1930 il suo partito crebbe molto guadagnando seggi in parlamento. E’ la storia che si ripete. Anche oggi i numerosi focolai di violenza estrema sono alimentati da gruppi che approfittano di situazioni di precarietà sociale, estrema povertà, malcontento politico ed di intolleranza religiosa per trasformare la rabbia in violenza.In conclusione credo che la testimonianza tra le altre cose ci proponga un atteggiamento attivo di valuta-zione della realtà. Qualunque siano gli avvenimenti che ci vengono proposti dai media, vicini o lontani, al di là delle ragioni che li hanno generati, delle moti-vazioni storiche, politiche e religiose, non ci dovrem-

mo sentire inermi al loro cospetto. Più di ogni altra cosa penso che siano la reazione o l’indifferenza delle masse che cambiano il corso degli eventi, sia di quelle direttamente coinvolte che dell’opinione pubblica in generale. La conoscenza è un passo enorme in avan-ti che ci allontana dall’indifferenza che si configura come tacito consenso ai suprusi.Quando tuttavia queste persone non potranno più te-stimoniare avremo comunque la possibilità di consul-tare la collezione dei filmati nata dalla collaborazione tra la Direzione Generale degli Archivi con l’istituzione culturale creata da Steven Spielberg che comprende circa 52.000 interviste (raccolte in 56 paesi e 32 lin-gue diverse) ai sopravvissuti, a coloro che si sono salvati fuggendo, ai partigiani, ai liberatori e a chi a diverso titolo ha partecipato ai processi per crimini di guerra. E’ possibile accedere ai documenti on line registrandosi sul sito www.shoah.acs.beniculturali.it e dopo il rilascio delle credenziali si potrà usufruire del servizio.

,

Page 10: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

10 Lo Sguardonumero trentesimo

crea la tua torta di pannolini e prodotti per l’infanziaidea perfetta per regali di nascita, battesimi e ricorrenze di ogni tipo per bimbi e bimbe da zero a tre anni

DiapersCake

consegne anche a domicilio • info: 366.2899441 • [email protected]

Grande successo ottenuto quello di Mantova in rela-zione all’ampia serie di iniziative messe in campo con l’obiettivo specifico di offrire un’immagine particolar-mente viva ed attraente la città. Un format che non si deve limitare al periodo natalizio e indica una tendenza da consolidare creando più occasioni di richiamo, te-nendo presente che la vocazione artistica della città la rende ideale per un turismo di alta qualità. “Si viene a Mantova non più per un evento, ma perché c’è sempre più animazione diffusa”, ha sottolineato indicando in Festivaletteratura, MilleLuci, E...State a Mantova e le Notti Bianche gli eventi chiave dell’annata. Il format di “Mantova Milleluci”, dunque, ha funzionato. “Vi ringra-zio per il contributo che avete dato – ha proseguito il primo cittadino rivolgendosi a tutte le associazioni e gli operatori che hanno collaborato -. I numeri sono positivi e testimoniano la crescita delle presenze, oltre che una vera a propria impennata dei turisti”. “Con i Nomadi in piazza Sordello per Capodanno – ha proseguito l’asses-sore ai Grandi Eventi Enzo Tonghini – abbiamo avuto un elevato richiamo di visitatori provenienti da altre città”. Sodano ha riportato i numeri di Milleluci: 43 giorni di

Nella nostra città le iniziative commemorative sono state numerose. Sul binario 1 della stazio-ne ferroviaria di Mantova, alle 10, sono state ri-cordate le vittime del Porrajmos, con la presenza del vice sindaco Espedito Rose, le persecuzioni razziali delle persone appartenenti alle mino-ranze storico linguistiche sinte e rom in Italia. In piazza Sordello, alle 10.30, oltre 600 alunni dalla scuola dell’infanzia fino alle medie, si sono di-sposti sull’esedra componendo il nome di Luisa Levi e, insieme alle altre autorità è intervenuto il sindaco di Mantova Nicola Sodano, presente an-che alle 11 nella Sinagoga di via Govi per un mo-mento di raccoglimento ed una preghiera per i deportati mantovani. In Prefettura sono state consegnate le medaglie d’onore agli internati nei lager e nel pomeriggio, alle 16, al cimitero monumentale si è rivolto un omaggio ai morti nei lager, davanti al Monumento a loro dedicato, da poco per altro restaurato e spostato accanto al Sacrario. Giuseppe Zanini, sopravvissuto alla deportazione, ha preso la parola insieme al pre-sidente del consiglio comunale di Mantova Giu-liano Longfils. Alle 17, la seduta congiunta dei Consigli comunali e provinciali aperti al Mamu è stata seguitissima e, durante l’incontro aperto al pubblico, sono intervenuti il sindaco e il presi-dente della Provincia Pastacci con la prolusione a cura dell’onorevole Luigi Benevelli sul tema “Il razzismo di Stato nel Reich tedesco e nel Regno d’Italia: gli apporti delle ideologie del colonia-lismo europeo e delle scienze biologiche”. In serata, nella sede della Fum, presentato il libro “Monumento per difetto. Giornata della memo-ria” e al Bibiena il concerto “Sentire la memoria” ha concluso l’intensa giornata.

27.01.15mantova e le

commemorazioni

luminarie, 11 mostre, 68 spettacoli, 27 concerti, 31 rappresentazioni teatrali, 10 altri eventi compresi l’ac-censione delle luci, l’albero di Bressanone, il presepe vivente, i fuochi di Capodanno, 44 animazioni, le visite guidate, i laboratori, 18 giornate di mercati e mercatini, 13 feste di solidarietà, 26 tra conferenze e seminari e 5 manifestazioni sportive. Da registrare anche la presen-za della pista di pattinaggio in piazza Virgiliana che ha staccato 5mila e 500 biglietti e proseguirà l’attività per tutto il mese di gennaio. Altri dati favorevoli arrivano dai musei civici e dai monumenti storici. Dal 26 novembre al 13 gennaio la mostra di Mirò ha avuto 18.956 visita-tori, Palazzo Te 15.456 (+ 42 per cento in più dell’anno precedente), San Sebastiano 4.797 (+ 119 per cento), il Bibiena 2.672 (+ 51 per cento) e Palazzo della Ragione 4.444 (nel 2013 era inagibile per i danni del terremoto). “Questo cartellone – ha concluso Sodano – rappresenta un patrimonio per tutti. L’elevato numero di eventi, la qualità delle proposte e il successo di pubblico hanno creato molte occasioni di lavoro per tante persone”.Ecco gli appuntamenti che rientrano nel programma della “Giornata della Memoria” in città martedì 27 gennaio.

milleluci: bilancio positivo

Page 11: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

11

IDEA PROGETTAZIONE STAMPAamela+STUDIOGRAFICO

Annalisa Venturini torna a far parlare di se, ancora una volta e per merito di tutta la passione e l’impegno che la sua Associazione “Arte dell’Assurdo” rivolge nuova-mente a Mantova a sole poche settimane dall’ultimo evento di grande successo tenutosi in centro città nel-la giornata dell’8 Dicembre 2014, quando l’assaggio della prossima edizione del Festival degli Artisti di Strada ha affascinato e suggestionato il folto pubbli-co superando ogni aspettativa. In questi ultimi giorni la Direttrice ha dichiarato che “Quando la creatività corre sul filo di lana... tante persone che si incontrano non possono desiderare nient’altro che coprire la cit-tà di maglia” informando di intendere coinvolgere la collettività con la collaborazione di altre famose personalità di spicco quali Monica De Mitri, Sandra Fioravanti (Responsabile della promozione cittadi-na), Beatrice Pastorio (Coordinatrice provinciale) e la sinergia attiva con Apam al fine di realizzare concre-tamente il progetto “Intrecci-amo-ci Tracce Urbane - Yarn Bombing a Mantova”. Il percorso mantovano dello Yarn Bombing culminerà il 2 e 3 Maggio prossi-mi in concomitanza con l’edizione 2015 di Famille de La Rue. Questo genere di street art, anche se attual-mente ancora poco praticata in Italia, è conosciuto anche come urban knitting e proviene dagli Stati Uni-ti dove gli arredi urbani vengono effettivamente “ve-stiti” con lavori a maglia e filati intrecciati, creazioni a ferro e all’uncinetto in innumerevoli forme e colori in grado di riscaldare cuori e menti dei passanti. La va-lorizzazione delle manualità e lavorazioni in svariati modi, il recupero e riutilizzo di materiali diversi, l’in-tergenerazionalità e la socializzazione, la creazione di reti territoriali composte da realtà differenti da loro e la creazione di gruppi di lavoro eterogenei pur se composti da individui e target diversi sono i grandi punti di forza del progetto, l’innovazione e l’obiettivo

fondamentali per auspicare all’ennesima realizzazio-ne di un’idea certamente brillante promossa dall’As-sociazione “Arte dell’Assurdo”. Associazioni, case di riposo, centri sociali, carceri, parrocchie, scuole, comunità straniere e anche semplicemente singole persone che abitualmente lavorano a maglia o sce-glieranno di avvicinarsi a questa pratica potranno trasmettersi e trasmettere abilità, consigli, tecniche, creatività al fine di realizzare manufatti con i quali dare vita alle installazioni recuperando e riciclando diversi tipi di materiali per l’impiego ad uso sociale. L’iniziativa ha già organizzato e attivato un punto di raccolta e interazione nei locali di Bar Commercio di Via Spagnoli 20 a Mantova in collaborazione con numerose realtà del territorio: Comune di Mantova e Rum Ri-Animazione Urbana Mantova; Fondazione Mazzali ed i propri volontari de Il Sorriso, i quali di-sporranno di un gazebo in centro storico all’interno del quale mettere in vendita i manufatti; Apam, che fornirà un eco bus ricoperto da un caldo abito in lana realizzato da tutti i partecipanti e circolerà per l’occa-sione lungo le vie del capoluogo; Lubiam, tra i primi ad aderire donando scampoli direttamente dal pro-prio magazzino; Villa Maddalena di Goito e Villa Car-paneda di Rodigo; Istituto Geriatrico di Asola; Asso-ciazione Arte-Ingegno di Mantova. Chiunque ancora volesse partecipare e lasciarsi coinvolgere da questa straordinaria impresa creativa scaturita dal genio di Annalisa Venturini, anche solamente fornendo mate-riali di recupero o contribuendo alla raccolta di stoffa, bottoni, vecchi maglioni e capi in lana da riprendere, intrecciare, trasformandoli in opere anche tridimen-sionali, potrà inviare una Email agli indirizzi [email protected] e [email protected] o recarsi personalmente in Via Spagnoli al civico 20 presso Bar Commercio.

mantova, intrecci-amo-ci!arte dell’assurdo, a maggio, tornera a rivestire

la citta di forme e colori (possibilmente in lana)

,

Page 12: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

12 Lo Sguardonumero trentesimo

E' stato presentato in via Roma l'accordo tra i Comuni di Mantova e di Porto Mantovano per sviluppare congiun-tamente nuovi servizi informatici tra i due enti. L'as-sessore all'Informatizzazione del Comune di Mantova Roberto Irpo ha evidenziato che siamo di fronte ad un esempio virtuoso offerto dai due comuni nell'impegno per allargare le collaborazioni ad altri settori e agli altri territori della Grande Mantova. "Si tratta di una signifi-cativa rivoluzione dal basso – ha osservato Irpo - che da oggi consente ai Comuni di Mantova e di Porto Mantova-no l'utilizzo sinergico delle rispettive strutture informa-tiche e indica la capacità pratica di avviare un effettivo percorso verso la realizzazione, non solo a parole, della Grande Mantova". La nuova collaborazione viene instau-rata in tre ambiti: nel settore tributi, nel "Sit" Sistema Informatico Territoriale e nel campo della telefonia e della posta elettronica. Per quanto riguarda i tributi ven-gono utilizzati, con la funzione del riuso, i programmi di cui il Comune di Mantova è proprietario, mentre con l'unificazione delle procedure del Sit e della telefonia in

ambito Voip, oltre ad ottimizzare i costi, si offrirà un'utile omogeneità di interfaccia agli utenti nel rapportarsi con la pubblica amministrazione. La positività della collabo-razione è stata sottolineate anche da Stefano Boccanera e da Nadia Marastoni, assessore e funzionario ai Servizi Informatici del Comune di Porto Mantovano, che con-sentono di ridurre i costi e il deficit di organico riuscendo a rendere più efficienti i servizi ai cittadini. La collabora-zione si amplia, dunque, dando seguito alla precedente esperienza già in atto dello Sportello Unico Suap, e che si inserisce nell'azione di ristrutturazione e riorganizza-zione del comune di Porto Mantovano e dell'Asep. L'am-pliamento di questa collaborazione, secondo il vice di-rettore di Aster Andrea Piscopo, offrirà notevoli vantaggi del centralino condiviso e dell'adesione a costi minimi di altri comuni alla telefonia Voip già acquisita dal Comune di Mantova. "I contenimenti dei costi delle amministra-zioni locali – ha aggiunto Piscopo - ci spinge a ricercare sinergie nel campo dell'informatizzazione e della dema-terializzazione dei servizi".

Due automezzi con doppia vasca si muoveranno lungo il centro storico per raccoglie-re i rifiuti delle utenze non domestiche di commercianti e artigiani. Questo quanto è emerso dal tavolo di lavoro convocato dal Comune di Mantova con Mantova Ambiente di Tea e alcune Associazioni di categoria. Venerdì 9 gennaio, presso la sala Sopi del Mu-nicipio di via Roma, l'assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Mantova Vanna Segala ha incontrato alcuni rappresentanti delle Associazioni di categoria cittadine per discutere e valutare assieme sulla possibilità di un nuovo servizio integrativo all'attuale sistema di raccolta differenziata. In sostanza si sta studiando la messa a disposizione di due raccoglitori mobili che possono transitare e sostare in orari prefissati (ancora da decidere) in alcune vie e piazze del centro storico di Mantova. "Si tiene a precisare – ha detto l'assessore Segala - che tale nuovo servizio sarà a supporto ed integrazione del servizio già offerto e non in sua sostituzione". I due automezzi saranno dotati ognuno di una bi-vasca (in questo modo si potrà raccogliere l'umido, vetro e lattine, plastica e car-ta). Questo nuovo ed eventuale servizio integrativo sarebbe riservato solo alle utenze non domestiche delle zone A e B della città. Il tavolo è servito anche per valutare quale

percorso e quali tappe a sosta (di circa 10/15 minuti) dovranno compiere i due raccogli-tori mobili. Su questo versante sono già stati effettuati anche vari sopralluoghi. Il servi-zio potrebbe essere pronto e partire entro la fine di febbraio. "Un'ulteriore possibilità di raccolta differenziata, dunque, per i commercianti e gli artigiani – ha sottolineato l'as-sessore Segala –. Questo servizio integrativo sarà utile anche per trovare una soluzione all'esposizione duratura dei rifiuti in strada. Tramite i camioncini di raccolta, infatti, si potrà sgomberare subito la città da questa tipologia di rifiuti". Durante l'incontro sono state raccolte segnalazioni e suggerimenti al servizio proposto: "nella logica di avviare un percorso di concertazione tra il Comune di Mantova, il gestore del servizio Mantova Ambiente e i commercianti ed artigiani della città". Al termine del tavolo di lavoro i rap-presentanti delle Associazioni di categoria hanno espresso soddisfazione per il progetto proposto e per il lavoro in sinergia. Erano presenti, tra gli altri, Anzio Negrini per Man-tova Ambiente del gruppo Tea, Raffaele Gelati di Confcommercio Mantova, il direttore Confesercenti di Mantova Davide Cornacchia, il direttore Cna Provincia di Mantova Elisa Rodighiero, Franco Bruno di Upa e Stefano Tasselli di Confartigianato.

solo prodottidi prima qualità

la vera pizza tradizionaletirata a mano al taglio e da asportoSS Goitese 87 a Marsiletti di Goito | Tel. 0376687603aperto tutti i giorni dalle 17.30 alle 22.00 | chiuso il lunedì

pizzacampionedel mondo

pizzacampioned’europa

raccolta differenziata, servizi integrativi

voip e informatica territoriale

Page 13: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

13

Prosegue con successo a Volta Mantovana la rassegna di eventi Rinascimento dei Sensi, giunta al terzo appun-tamento. Domenica 25 gennaio alle ore 17,00 infatti la professoressa Maria Rosa Palvarini, tra i maggiori esperti di ceramiche rinascimentali mantovane, ha svelato ai presenti curiosità e aneddoti delle ceramiche rinvenute nello scavo archeologico delle cantine di palazzo Gonza-ga a Volta. Accanto a lei, Afra Ferrari, ceramista, ha lavo-rato al tornio mostrando le tecniche di lavorazione della ceramica graffita mantovana. Il tutto nella bella cucina di palazzo, illuminata a fuoco, dove la Pro Loco di Volta of-frirà assaggi di tortelli di zucca con vino cotto e dove già precedentemente un pubblico numeroso ed entusiasta ha partecipato all’incontro con l’archeologa Lisa Cervigni, dedicato ai risultati dello scavo delle cantine. Un incontro appassionante, raccontato da chi lo ha vissuto in prima persona, in un’atmosfera calda e resa ancor più gustosa dall’assaggio di vini delle cantine locali e di ottimi capun-sei. Sabato 31 gennaio alle 17,00 sarà la volta dell’arche-ologo Alessandro Morandini che introdurrà i presenti ai giochi di carte e da tavolo che si giocavano nelle corti del Rinascimento, con prove pratiche di gioco e assaggi di polenta e pesce di fiume. Domenica 8 febbraio sempre alle 17,00 il professor Rodolfo Signorini tratterà il tema della Camera Dipinta di Palazzo Ducale, detta degli Sposi, raccontando aneddoti e curiosità su Ludovico II Gonzaga e sulla moglie Barbara, che nel 1470 fecero costruire a Volta palazzo Gonzaga come residenza di campagna. Chiuderà la rassegna l’incontro di domenica 15 febbraio alle ore 17,00. Alessandro Morandini tornerà nell’antica cucina per parlare di scacchi, in particolare della passione di Isabella d’Este per questo gioco e del libro che per lei scrissero Leonardo Da Vinci e Luca Pacioli. Informazioni al 3319694573, [email protected].

Martedì 10 Febbraio 2015 l’ AVIS Comunale di Goito indice la sua 47° Assemblea Ordinaria dei Soci, detta Assemblea si terrà alle 21.00 al nuovo Centro Arcobale-no di Via Circonvallazione est 23 a Goito. Gli argomenti che si affronteranno nel corso dell’ Assemblea saranno molteplici e di varia natura da quello che si è fatto nel 2014 in termini di donazioni, di donatori, poi si parlerà della nuova struttura, di ciò che ha comportato questo faticoso passaggio anche in termini economici, si voterà per approvare o meno sia il bilancio consuntivo che di previsione, insomma è un momento importantissimo per l’Associazione durante il quale ogni socio che par-teciperà potrà tastare il polso alla propria Associazione rendendosi conto della stato di “salute” della stessa. Il Presidente Saracino invita tutti i soci iscritti nel registro soci al 31/12/2014 a partecipare. “Dovrebbe essere un piacere e non un dovere per i soci partecipare una volta l’anno all’Assemblea, anche solo per curiosità, per cono-scere il ns. operato, per conoscere un altro lato dell’Asso-ciazione, insomma io auspico che tutti i soci si interessi-no alla vita dell’AVIS senza confinare il loro interesse alla sola ed importantissima donazione di sangue. Purtrop-po per esperienza personale, ogni anno rileviamo uno scarsissimo interesse ed intervento da parte dei soci a questa Assemblea Annuale, ciò rappresenta una scon-fitta sia per noi dirigenti che non siamo riusciti a suscita-re il necessario interesse nei confronti dell’Associazione, ma credo che rappresenti una sconfitta anche per tutti quei soci che non partecipano perché non si sentono di appartenere a questa Associazione, vedono il loro rap-

porto con l’Associazione come una cosa distante viven-dolo in maniera distaccata. Nei prossimi giorni inviere-mo via mail gli inviti a tutti i soci dei quali possediamo l’indirizzo di posta elettronica, se qualche socio non ha mai ricevuto via mail comunicazioni dall’AVIS Comunale di Goito puo’ inviarci una mail a: [email protected] lasciando il proprio nome, cognome autorizzandoci ad inviare a quell’indirizzo mail comunicazioni importanti.” Le donazioni effettuate dai donatori Goitesi nel corso del 2014 sono state 633 registrando un saldo positivo nei confronti dell’anno precedente di + 5 nonostante nel mese di Luglio siano state cancellate alcune date di apertura per consentire di effettuare il trasloco alla nuovo sede di Strada Pedagno 120 dove il 28 di Luglio ha avuto luogo la prima donazione di sangue intero. 34 sono stati coloro che hanno effettuato la loro prima do-nazione per AVIS Goito nel corso del 2014, diventando cosi’ soci potranno partecipare per la prima volta all’As-semblea. I loro nomi ai quali va il nostro ringraziamento sono: Zantedeschi Eric, Grazioli Giada, Stefanini Stefano, Stefanini Marco, Giacomazzi Roberto, Ferrari Debora, Belfanti Paolo, Bleve Veronica, Vicenzi Michele, Garri-ni Fabrizio, Cavicchia Nicolo’, Colpo Paolo, Geminiani Fiorenza, Bonatti Tommaso, Mascoli Ottavio, Cartapati Andrea, Onorati Gianluca, Villagrossi Martina, Martelli Adelelmo, Lorenzi Enrico, Pistillo Paola, Vogli Qemal, Tomezzoli Sonia, Zaccagni Germano, Novellini Sabina, Storti Giancarlo, Pasquali Francesca, Bellitti Angelo, Dallabella Mara, Mazzola Enrica, Orlandelli Cinzia, Ca-stagna Andrea, Spitti Chiara, Calzavara Marco.

ww

w.o

nora

nze

fune

bric

iam

ei.i

tSE

RVIZ

IO 2

4 O

RE

SU 2

4

S.S. Goitese 300 GOITO MN0376 689270 • 335 7182713

CiameiLascia un pensiero di cordoglio,gratuitamente, su www.onoranzefunebriciamei.it

rinascimentodei sensigli appuntamenti

a volta mantovana avis goito: 434 soci a rapporto

47a assemblea ordinaria indetta per il 10 febbraio

Page 14: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

14 Lo Sguardonumero trentesimo

Sull’esperienza dello scorso anno e grazie al sostegno di tre Rotary, il Mantova Sud, il Mantova Castelli e il Mantova San Giorgio è iniziato in questi giorni il corso “musical-mente insieme”, approvato dal provveditorato agli studi di Mantova. Quest’anno il corso che prevede 6 incontri si svolgerà sulla musica per promuovere la par-tecipazione attiva e l’integrazione dei bambini/ragazzi nel gruppo classe attraverso esperienze sonoro / musicali condivise. Lo scopo di questi laboratori è quello di dif-fondere il patrimonio di conoscenze teoriche e pratiche che i terapisti impegnati con i bambini e i ragazzi che frequentano la Casa del Sole hanno consolidato in anni di lavoro. «Dopo la buona riuscita dei corsi dello scorso anno abbiamo pensato subito di riproporre l’esperienza - spiega Giordano Fermi, presidente del Rotary Mantova Sud – sempre con l’idea di “Valorizzare” il patrimonio di professionalità della Casa del Sole” E Giordano Fermi, che è stato per tanti anni direttore del conservatorio Campia-

ni, non poteva che pensare agli insegnanti di educazione musicale. «Alla Casa del Sole ci sono docenti musicisti, molti dei quali hanno frequentato proprio il nostro con-servatorio di Mantova, i quali hanno accettato di mettersi a disposizione dei docenti di sostegno che potranno così migliorare la propria capacità di operare positivamente nei confronti dei vari disagi che si trovano ad affrontare. Non solo: chi frequenta i corsi avrà modo di conoscere de-gli specialisti e anche in futuro saprà a chi rivolgersi per un consiglio per sé o per altri colleghi tutte le volte che ne avrà bisogno». Naturalmente, oltre agli insegnanti di sostegno, la proposta è stata allargata a tutti i docenti interessati a migliorarsi con conoscenze teoriche e pra-tiche che solo chi, come i colleghi della Casa del Sole, ha una lunga esperienza sul campo, può consegnare loro. Il corso è diviso in 6 incontri pomeridiani, questi quelli in programma per le prossime settimane: lunedì 9 febbraio 2015 - Laboratori sonoro/musicali per promuovere la par-

tecipazione attiva e l’integrazione dei bambini/ragazzi nel gruppo classe attraverso esperienze sonoro/musicali condivise. Idee, percorsi, materiali, 2° parte (Antonella Guzzoni). Martedì 24 febbraio 2015 - Laboratori sonoro/musicali per promuovere la partecipazione attiva e l’inte-grazione dei bambini/ragazzi nel gruppo classe attraver-so esperienze sonoro/musicali condivise. Idee, percorsi, materiali, 3° parte (Monica Volta). Martedì 10 marzo 2015 - Laboratori sonoro/musicali per promuovere la partecipazione attiva e l’integrazione dei bambini/ragaz-zi nel gruppo classe attraverso esperienze sonoro/musi-cali condivise. Idee, percorsi, materiali, 4° parte (Monica Volta). Lunedì 23 marzo 2014 - Muscial-mente insieme (Antonella Guzzoni, Monica Volta e Mario Rolli). I corsi si terranno presso la sede della Casa del Sole in via Gementi 52, Curtatone, dalle ore 16.15 alle 18.15. Per tutte le info e le disponibilità dei posti Tel. 0376.479727,[email protected]. www.casadelsole.org

ippocrate14

La realtà quotidiana conferma che anche i bambini soffrono di ma-lattie inguaribili e che, indipendentemente dall’età, essi possono sperimentare tutte le problematiche cliniche, psicologiche, etiche e spirituali che la malattia inguaribile e la morte comportano. Le Cure Palliative rappresentano anche in ambito pediatrico la risposta più adeguata, poiché mirano ad offrire cure competenti e globali dirette ai bisogni del bambino e della sua famiglia. Il Dipartimento Intera-ziendale Cure Palliative di Mantova assiste i pazienti pediatrici in fase terminale, sia a domicilio che in Hospice.

I professionisti del settore si confronteranno il 7 febbraio all’Hotel Cristallo (a partire dalle 8.30) di Mantova per affrontare l’argomento, che coinvolge anche il territorio lo-cale, già attivo su questo fronte. In programma il workshop L’esperienza comunicativa e relazionale con il bambino terminale e la sua famiglia, realizzato con il sostegno di IOM (Istituto Oncologico Mantovano). L’evento formativo è rivolto a medici, pedia-tri, psicologi, infermieri, fisioterapisti e assistenti sanitari. Relatori Luca Manfredini, responsabile Assistenza domiciliare, cure palliative pediatriche e terapia del dolore pediatrico del Dipartimento di Ematologia e Oncologia Pediatrica dell’Istituto Gaslini di Genova e Paolo Ernesto Villani, direttore del Dipartimento Materno Infantile e del-la struttura complessa di Patologia Neonatale dell’Azienda Ospedaliera Carlo Poma. L’OMS definisce le Cure Palliative Pediatriche come l’attiva presa in carico globale del corpo, della mente e dello spirito del bambino e che comprende il supporto attivo alla famiglia (1993). Il bambino senza possibilità di guarigione è un malato elettivo per le cure palliative: l’adeguato controllo dei sintomi, il ritorno a casa e il reinserimento nella sua famiglia o, quando non è possibile, l’assistenza in hospice, rappresentano un traguardo particolarmente positivo. Nell’ambito delle Cure Palliative i bisogni della

popolazione pediatrica risultano spesso dissimili da quelli della popolazione adulta e anziana. Infatti, la malattia nei bambini e negli adolescenti si presenta più che mai difficile da gestire e accettare per tutti i soggetti coinvolti (malati, familiari, curanti). A tutt’oggi le Cure Palliative in ambito pediatrico costituiscono un problema clinico, assistenziale e relazionale a cui mancano adeguate risposte organizzative nel sistema sanitario. Tuttavia, esse sono le uniche adatte sia per specificità che per globalità di approccio. L’iniziativa formativa ha i seguenti obiettivi: migliorare la qualità globale del processo di cura e di assistenza integrando le conoscenze e le modalità operative in ambito sanitario con l’approccio psicologico e garantendo la presa in carico comple-ta delle problematiche incontrate dal paziente pediatrico e dalla famiglia; sviluppare e consolidare nell’équipe le abilità per affrontare le criticità emerse nella relazione con il paziente pediatrico e con i familiari; consolidare i rapporti con il territorio e con il Dipartimento Materno Infantile per favorire lo sviluppo della rete di cure palliative. E’ indispensabile favorire la condivisione nell’équipe delle strategie comunicative e di gestione delle emozioni, e stimolare l’integrazione tra i vari professionisti (pediatri e palliativisti) oltre tra i nodi della rete.

Cure Palliative pediatriche

musical-mente insieme da febbraio, alla casa del sole

Page 15: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

15

IOM ha finanziato il contratto annuale libero professionale del medico Paolo Ricci, già trapiantologo all’Università di Bologna, quale consulente per garantire i livelli raggiun-ti nel servizio. Il risultato ha consentito di eliminare i disagi legati al ricorso a strutture fuori provincia. Tenuto conto che per l’attuazione del progetto è necessaria la messa a punto, presso il Servizio Immuno Trasfusionale, della metodica di crioconservazione delle cellule staminali di sangue periferico, IOM ha garantito il finanziamento di un incarico professionale a una biologa impiegata a tempo pieno in questo rilevante pro-getto di ricerca. È stata finanziata la realizzazione di un servizio di consulenza estetica destinato alle donne provate dalle cure oncologiche con l’obiettivo di aiutare a riacqui-stare benessere, recuperare fiducia nell’aspetto fisico, valorizzare la bellezza, poten-ziare l’energia e la forza psichica. Il servizio, gratuito, si svolge previo appuntamento telefonico (0376.223502). L’attività di tale servizio, garantita da quattro professioniste del settore nel corso del 2014, ha conosciuto un sensibile potenziamento grazie al di-

I vertici dell’Università degli Studi di Brescia, con a capo il Magnifico Rettore prof. S. Pecorelli, hanno incontrato il Di-rettore Generale dell’A.O. C. Poma di Mantova, dott. Luca Stucchi, il Direttore Sanitario dell’A.O. Istituti Ospitalieri di Cremona, Dott. C. Rossi, e il Direttore Sanitario dell’ASL di Cremona, Dott. R. Stradoni per ragionare insieme in me-rito alla complessiva riorganizzazione dei Corsi di Laurea professionalizzanti (tecnici di radiologia, educatori, in-fermieri, assistenti sanitari, fisioterapisti) imposta dalle

norme a partire dall’anno accademico 2015-16. L’incontro ha affrontato tutti i problemi tecnici connessi alla questio-ne, ipotizzando soluzioni di equilibrio a tutela da un lato degli studenti e delle loro famiglie e dall’altro dei territori di riferimento che nel corso degli anni hanno garantito l’erogazione dei Corsi con un ottimo livello formativo. A breve i partecipanti si ritroveranno per verificare la so-stenibilità tecnica di alcune soluzioni ipotizzate, tra cui il potenziamento dell’attività in teledidattica. L’Università

degli Studi di Brescia, riconoscendo quanto di positivo le strutture ospedaliere e sanitarie hanno fino ad oggi ga-rantito relativamente allo svolgimento dei Corsi di studio delle professioni sanitarie, si impegna, nel rispetto delle norme derivanti dall’azione del Miur, a fare il massimo sforzo tecnico economico per continuare il rapporto stori-camente positivo in atto. L’Università degli Studi di Brescia avvierà contatti per analizzare lo stesso problema anche con i vertici delle altre aziende sanitarie interessate.

15

Anche per il 2014 lo IOM stila il bilancio dell’attività svolta a favore dei malati oncologici. Si sintetizzano di seguito le molteplici iniziative attua-te in sinergia con le Strutture di Oncologia e di Cure Palliative (Hospice e ospedalizzazione domiciliare), la Chirurgia Senologica e la Struttura di Medicina Fisica e Riabilitativa. L’impegno profuso nella attività di acco-

glienza, accompagnamento e ascolto svolta dai volontari, nonché il soste-gno finanziario dei progetti di ricerca e cura ha consentito un concreto mi-glioramento della qualità di vita dei pazienti oncologici e dei loro familiari, che trova riscontro nel consenso dei destinatari e di quanti condividono le finalità promosse dalla nostra associazione con generose donazioni.

iom: un anno tra formazione, ricerca e assistenza

retto contatto con le pazienti interessate già in occasione del loro accesso al Day Ho-spital dell’Oncologia. Accertato che l’attività fisica svolta secondo la tecnica del Nordic Walking è convalidata anche in sede di medicina riabilitativa IOM ha promosso, con il patrocinio dell’Azienda Ospedaliera e il supporto delle Strutture Complesse di Oncolo-gia, Senologia e Medicina Fisica e Riabilitativa, un progetto sinergico con l’associazione Nordic Walking di Mantova che opera con personale qualificato in favore dei pazienti oncologici con particolare riguardo alle donne operate al seno. Iom, quale Onlus di rife-rimento, ha assicurato un costante sostegno a tutta l’attività della struttura. Gli inter-venti più rilevanti nel corso del 2014 sono stati: donazione di presidi protesici destinati al miglioramento della qualità; interventi di finanziamento dei piani di formazione del personale sanitario (corsi extra aziendali, partecipazione convegni, corso di cure pal-liative pediatriche); contratto a progetto con una psiconcologa, a cui è stato affidato il coordinamento del Laboratorio estetico e della attività divulgativa delle cure palliative destinata agli studenti delle scuole superiori nonché alla formazione continua dei vo-lontari; manutenzione dei giardini in precedenza realizzati da Iom attorno la palazzina dell’Hospice per una fruizione dei ricoverati e loro familiari; sponsorizzazione di eventi finalizzati al potenziamento e alla crescita nella sensibilità sociale dei temi oggetto dell’attività delle cure palliative culminata con la partecipazione all’organizzazione del Convegno Interaziendale Cure Palliative ‘I linguaggi della Bellezza e della Cura’ che si è tenuto al teatro Bibiena di Mantova il 22 novembre. Nella stessa ottica va letta anche la partecipazione al Festivaletteratura con l’evento dal titolo ‘Una morte umana’ che ha visto il confronto tra la psicologa di fama internazionale Maria De Hennezel, lo scrittore Francesco Abate e il direttore della struttura Cure Palliative Luciano Orsi. Iom conta 67 volontari operativi a Mantova e 15 a Viadana. Garantisce l’accoglienza front office del Day Hospital oncologico e dell’ambulatorio di follow up (controllo periodico) senolo-gico; il servizio nel reparto di degenza della struttura di Oncologia; il servizio in Ho-spice e Assistenza Specialistica Territoriale Cure Palliative. Nel mese di dicembre 2014 è terminato un corso di formazione che consentirà l’immissione di nuovi volontari. Per la formazione continua dei volontari già attivi sono state effettuate con frequenza bimestrale sedute guidate dalla psicologa Paola Aleotti. Numerose sono state le ini-ziative di informazione sul territorio e nelle scuole a tema la patologia neoplastica e le cure palliative. Anche il 2015 vedrà IOM impegnato in nuove sfide in piena sintonia con le strutture dell’azienda. Si assicura inoltre la continuità nell’impegno dei volontari così importante sul piano del supporto ai pazienti oncologici e ai loro familiari, reso possibile dal generoso contributo dei tanti che ne apprezzano l’attività e ai quali va il ringraziamento dell’associazione, a nome di tutta la collettività.

corsi di laurea professionalizzanti: la riorganizzazione

Page 16: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

16 Lo Sguardonumero trentesimo

Una nuova ricerca scientifica che sta facendo molto discutere sostiene che due tumori su tre sono dovuti a mutazioni del tutto casuali del DNA, senza cause riconducibili direttamente ai propri stili di vita o alle condizioni ambientali in cui si vive. Lo studio è stato pubblicato di recente sulla rivista scientifica Science ed è stato condotto dai ricercatori Bert Vogelstein e Cristian Tomasetti della Johns Hopkins University di Baltimora, Maryland (Stati Uniti), che hanno realizzato un modello matematico per analizzare l’incidenza di diversi tipi di tumori. Il loro studio è quindi di tipo statistico ed è basato su un’ampia serie di dati raccolti negli ultimi decenni dai centri di cura e ricerca sul cancro. Vogelstein si occupa da molti anni del rapporto tra genetica e tumori, mentre Tomasetti ha da poco conseguito un dottorato in matematica applicata. I due si conoscono da tempo e un giorno, mentre discutevano di diverse teorie sui tumori, hanno pensato di provare a rispondere a una delle domande più frequenti tra chi si occupa dello studio di questa materia: quanti tumori sono causati da abitudini scorrette e condizioni ambientali e quanti da mutazioni genetiche? I due si sono resi conto che, per rispondere a questa domanda, fosse necessario capire quanti dei tumori siano frutto di eventi sostanzialmente casuali. La ricerca si è concentrata sulle staminali, cellule che si possono differenziare in diversi tipi di tessuti a seconda delle esigenze e che hanno una vita molto più

lunga rispetto ad altri tipi di cellule. Proprio a causa della loro longevità, una mutazione nelle staminali può avere conseguenze molto più deleterie rispetto a quella in una cellula comune che dopo un po’ di tempo viene rimpiazzata da una sostituta più giovane. Volgestein e Tomasetti hanno quindi tenuto in considerazione le casuali mutazioni che possono avvenire durante una divisione cellulare, lasciando da parte altre cause come geni difettosi ereditati o di tipo ambientale come il fumo o la presenza di radiazioni. Stabilito l’obiettivo, cioè le staminali, i ricercatori hanno messo insieme i dati raccolti da altre ricerche per stabilire le dimensioni dei serbatoi di cellule staminali che possiede ogni tessuto. Queste informazioni sono state utilizzate per calcolare il numero complessivo di divisioni cellulari che riguardano le staminali nel corso della vita e per confrontarlo con l’incidenza di diverse forme di tumori in una trentina di organi. Impostato il modello matematico, Volgestein e Tomasetti hanno notato che all’aumentare del numero di divisioni delle cellule aumenta il rischio che si sviluppi un tumore. Il sistema permette di mettere a confronto forme tumorali diverse tra loro, per comprendere meglio le conseguenze della divisione cellulare. Il cancro al colon, per esempio, è molto più frequente rispetto a quello del duodeno, che interessa la parte iniziale dell’intestino tenue. Nel colon si verificano 1012 divisioni tra cellule staminali nel corso di una vita, mentre nel duodeno se ne

verificano meno, intorno a 1010 divisioni. Nei ratti accade il contrario e infatti questi animali sono più soggetti al tumore del duodeno rispetto a quello del colon, stando alle ricerche svolte in tal senso su questi animali. Jennifer Couzin-Frankel ha riassunto efficacemente sul sito di Science come funziona il sistema sviluppato da Vogelstein e Tomasetti: “Calcola il numero di cellule in un organo, identifica la percentuale di cellule staminali che vivono più a lungo, e valuta poi quante volte si dividono. Con ogni divisione c’è il rischio che si verifichi una mutazione nella cellula figlia che può portare al cancro. I tessuti nei quali avviene il numero più alto di divisioni cellulari staminali sono quelli più esposti al cancro, hanno quindi pensato i ricercatori. Quando Tomasetti ha messo insieme i numeri e li ha confrontati con le statistiche sul cancro effettuate sul campo, ha potuto concludere che la sua teoria copra i due terzi di tutti i tumori.” La conclusione dello studio è che in molti casi non è possibile prevenire i tumori e che quindi la ricerca dovrebbe concentrarsi soprattutto sulla diagnosi precoce, cioè sulla capacità di identificare il cancro quando è ancora ai suoi primi stadi e fermarlo prima che possa fare seri danni. Sebbene sia basata su una serie ampia di dati raccolti negli ultimi decenni, è bene ricordare che la ricerca è di tipo statistico e che ciò che teorizza dovrà essere confermato da altri studi in merito. Il lavoro di Volgestein e Tomasetti lascia inoltre da parte un terzo dei tumori, per i quali le cause continuano a essere particolari predisposizioni genetiche o condizioni ambientali che possono essere pericolose, nelle quali rientrano abitudini come il fumo, il consumo eccessivo di alcolici e molte altre variabili. In seguito alla pubblicazione della ricerca, diversi oncologi hanno ricordato che non sempre c’è un legame diretto tra mutazioni all’interno delle cellule e tumori. In molti casi le cellule con una mutazione sono eliminate dai tessuti senza conseguenze, mentre in altri casi per motivi ancora poco chiari queste mutazioni restano, diventando una delle cause del cancro. Il timore dei medici è che studi come quello di Science possano far passare il messaggio che i tumori siano inevitabili e che non si possa fare nulla per prevenirli, mentre altre ricerche hanno messo in evidenza l’importanza di seguire abitudini più sane per ridurre le possibilità di ammalarsi di cancro.

cancro, si tratta davvero di sfortuna?

Per la prima volta una stampante 3D è stata usata per produrre una porzione di cartila-gine su un modello di trachea. L''impresa' del Feinstein Institute for Medical Research è stata presentata al meeting della Society of Thoracic Surgeons, e potrebbe aprire la strada a trachee 'stampate' e destinate a sostituire quelle danneggiate da tumori o malattie congenite. I ricercatori hanno prodotto con la stampante, un modello com-merciale modificato, uno 'scheletro' biodegradabile a forma di trachea mescolato con cellule di cartilagine e collagene. Le cellule stampate non solo sono sopravvissute al processo, ma hanno continuato a dividersi mostrando tutte le caratteristiche di quelle di una trachea normale. Al momento la trachea stampata è solo un prova di fattibili-

tà, ma i primi test sull'uomo potrebbero arrivare presto. "Almeno un paziente l'anno arriva nel nostro istituto con problemi alla trachea che non possono essere risolti con i metodi tradizionali - afferma Lee Smith, uno degli ideatori -. Mi aspetto al massimo in cinque anni di essere capace di raccogliere le cellule del paziente, farle crescere sullo scheletro e riparare la trachea. Questo approccio può essere molto utile soprattutto per i bambini''. In passato la stampante 3D è stata utilizzata per produrre delle trachee intere, ma realizzate in materiale plastico e non con le cellule del paziente, mentre altri usi medici vanno dalla produzione di protesi low cost alla stampa di modelli di tumori o di cuori 'difettosi' per facilitare il lavoro dei chirurghi

la stampa 3d e la creazione della prima trachea

16

Page 17: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

17

Profeziache si autoavvera

Fra tutti i fattori che intervengono nella costruzione del significato, cioè fra i motivi che concorrono a costruire quella che per me è la realtà, ci sono le aspettative.Aspettative e credenze influenzano il significato che attribuiamo ai fatti.Le interazioni fra persone sono constantemente influenzate da aspettative, pregiudizi e stereotipi.

Ora, secondo la teoria della profezia che si autoavvera o auto adempie, le aspettative di una persona possono incanalare le interazioni sociali che questa avrà, portando le relazioni (comprese quelle sentimentali) nella direzione concorde alle aspettative.In parole povere e con un esempio: se mi aspetto che una persona di colore sia sgarbata, allora è probabile che questa aspettativa influenzi i miei comportamenti nei confronti delle persone di colore e che queste diventino veramente maleducate nei miei confronti.Anche se può sembrare strano, modifichiamo i nostri comportamenti in modo che siano in linea con le nostre aspettative. Conseguentemente, i risultati dei nostri comportamenti innescheranno le reazioni nell'interlocutore. In effetti è molto importante tenere presente questo fenomeno anche quando si tratta di relazioni di aiuto piuttosto che di relazioni di coaching. Il coach o lo psicologo di turno devono eliminare qualsiasi pregiudizio nei confronti del paziente o cliente.A questo proposito vorrei citare una cosa nota come l’esperimento della Oak School.Questo studio riguardò una scuola con seicentocinquanta studenti e diciotto professoresse.All’inizio dell’anno scolastico fu detto al corpo insegnante una cosa falsa: che un nuovo test sull'intelligenza, assegnato a tutti gli studenti, avrebbe potuto non solo determinare i loro quozienti d’intelligenza ma anche individuare quel 20 per cento degli studenti che in quell'anno scolastico avrebbero compiuto un progresso intellettuale più rapido e consistente.

Dopo lo svolgimento dei test, alle insegnanti furono dati i nomi degli studenti che, stando alle previsioni basate sui test, avrebbero avuto un profitto migliore.Ma in realtà esse furono ingannate, perché i nomi furono presi a casaccio dall’elenco degli allievi.Quindi la differenza fra questo gruppo di studenti e il resto del corpo studentesco esisteva soltanto nelle menti delle insegnanti. Alla fine dell’anno scolastico lo stesso test sull’intelligenza fu assegnato alle varie classi.I risultati?Il gruppo «dotato» dimostrò reali incrementi al di sopra della media nel loro quoziente intellettuale.Per giunta, le valutazioni soggettive delle insegnanti indicarono che questi studenti erano più spigliati, cordiali e intellettualmente curiosi degli altri.

Che cos’era successo?Ci sono molti modi di spiegare il risultato di questo studio.Potremmo dire che nelle insegnanti fu indotta una «profezia che si autoavvera» che concretizzarono dedicando, non consapevolmente, un’attenzione maggiore agli studenti «dotati», dando loro un vantaggio che si manifestò nel punteggio finale del test.

Spero che quanto scritto faccia riflettere su quanto le nostre aspettative influenzino la nostra vita.E la vita degli altri

psico helpa cura di marco giacobbi, psicologo

t. 388.84.84.984 | [email protected] | psicohelp.it

17

Page 18: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

18 Lo Sguardonumero trentesimo culturalemente18

PIERO DELLA FRANCESCAIl disegno tra arte e scienza

14 marzo – 14 giugno 2015

Cento opere che vedranno accanto al Maestro di Sansepolcro, i grandi protagonisti della teoria e della pratica del disegno prospettico e architettonico dei secoli XV-XVI: Lorenzo Ghiberti, Leon Battista Alberti, Ercole de’ Roberti, Domenico Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Francesco di Giorgio, Albrecht Dürer, Antonio da Sangallo il Giovane, Baldassarre Peruzzi, Amico Aspertini, Michelangelo, e molti altri.Mostra a cura di Filippo Camerota, Francesco Paolo Di Teodoro, Luigi Grasselli.

Vi sono personaggi, nella storia dell’arte, che sono portatori di novità tali da innescare una vera e propria rivoluzione. Uno di questi è sicuramente Piero della Francesca.Attorno al Maestro di Sansepolcro aleggia da sempre un velo di mistero e di enigmaticità dovuto sia ai pochi documenti che lo riguardano, sia alla singolarità del suo linguaggio espressivo che coniuga, magicamente in equilibrio perfetto, la plasticità e la monumentalità di Giotto e Masaccio con una straordinaria capacità di astrazione e sospensione. Un’essenzialità e purezza di forme che trovano fondamento nei suoi interessi matematici e geometrici mirabilmente espressi nei trattati che ci ha lasciato: l’Abaco, il Libellus de quinque corporibus regularibus, il De Prospecitva pingendi e il da poco scoperto Archimede. Ed è proprio su questi preziosi testimoni dell’opera scritto-grafica di Piero, in specie sul De prospectiva pingendi, che la mostra di Palazzo Magnani prende corpo. La mostra presenta la figura del grande Maestro di Sansepolcro nella sua doppia veste di disegnatore e grande matematico. Per l’occasione sarà riunito a Palazzo Magnani – fatto straordinario, per la prima volta da mezzo millennio – l’intero corpus grafico e teorico di Piero della Francesca: i sette esemplari, tra latini e volgari, del De Prospectiva Pingendi (conservati a Bordeaux, Londra, Milano, Parigi, Parma, Reggio Emilia) i due codici dell’Abaco (Firenze), il Libellus de quinque corporibus regularibus (Città del Vaticano) e l’Archimede (Firenze).Ma la mostra non è ‘solo’ l’occasione, prima e unica, per ammirare tutte insieme le opere grafiche del Maestro di Sansepolcro (evento, di per sé, straordinariamente importante per gli studiosi d’ogni Paese); essa è anche un viaggio straordinario nel Rinascimento, unicità italiana che ha influenzato per secoli l’arte e il sapere dell’Occidente (e non solo) producendo i più grandi capolavori, oggi icone insuperate, della cultura figurativa mondiale e dell’immaginario collettivo.Un viaggio, commentato nell’audioguida da Piergiorgio Odifreddi, condurrà il visitatore tra le opere grafiche e pittoriche di Piero (sarà esposto il suo magnifico affresco staccato del “San Ludovico da Tolosa” del Museo di Sansepolcro) e tra i capolavori pittorici e grafici di altri grandi maestri del XV e XVI secolo quali Lorenzo

Ghiberti, Ercole de’ Roberti, Domenico Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Francesco di Giorgio, Albrecht Dürer, Bernardo Zenale, Antonio da Sangallo il Giovane, Baldassarre Peruzzi, Amico Aspertini, Michelangelo, e molti altri; opere concesse in prestito da prestigiose istituzioni italiane e straniere (Sbb-Pk Staatsbibliothek di Berlino, Bibliothèque Municipale di Bordeaux, Bibliothèque Nationale de France, British Museum, British Library, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Galleria Nazionale dell’Umbria, Musei Vaticani, Biblioteca Medicea-Laurenziana, Biblioteca Nazionale di Firenze, Biblioteca Ambrosiana, Biblioteca Palatina di Parma, Galleria Estense di Modena, Museo Comunale di Sansepolcro, solo per citarne alcune).Fulcro dell’esposizione è l’esemplare del De Prospectiva Pingendi della Biblioteca “Panizzi” di Reggio Emilia, uno dei più importanti testimoni della fondamentale opera prospettica di Piero della Francesca. Il manoscritto, opera di un copista, reca numerose correzioni, note marginali ed estese aggiunte di mano di Piero. Esso fa fede del lavoro di continua revisione del testo e ospita nei suoi 110 fogli numerosi disegni di mano dell’artista: linee sottilissime che solcano le pagine del codice a illustrazione del testo, manifestando la straordinaria perizia grafica dell’autore.I cosiddetti “maestri della prospettiva”, ossia gli intarsiatori, fondarono la propria arte sul repertorio di temi e di immagini contenuto nel trattato e l’amicizia fraterna che legava Piero ai fratelli Lorenzo e Cristoforo Canozi da Lendinara, intarsiatori per eccellenza, fu degna della menzione di Luca Pacioli. Albrect Dürer dimostra in più luoghi dei suoi scritti la conoscenza del trattato di Piero, mentre Daniele Barbaro compilò addirittura gran parte del suo celebre trattato prospettico (1569) seguendo il De Prospectiva Pingendi. Se risale solo a Constantin Winterberg (1899) la notizia – mai dimostrata né rintracciata – che Leonardo, dopo aver saputo da Pacioli che Piero aveva compilato un trattato di prospettiva, rinunciò a redigerne uno suo, è però un fatto non trascurabile per la fortuna dell’opera maggiore pierfrancescana che si sia voluto sottolinearne l’eccezionalità e la novità con un paragone eccellente, che pone Piero teorico al di sopra di tutti i pittori prospettici della sua epoca.re

ggio emilia

Page 19: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

1919

Le opere presenti in mostra – un centinaio tra dipinti, disegni, manoscritti, opere a stampa, incisioni, sculture, tarsie, maioliche e medaglie – accompagnano il visitatore in un percorso che segue a grandi linee le tematiche affrontate nei capitoli del De Prospectiva Pingendi e attraversare le sale sarà un po’ come sfogliarne le pagine. Si inizia dai principi geometrici e si prosegue con le figure piane, i corpi geometrici, l’architettura, la figura umana, la proiezione delle ombre e l’anamorfosi.La mostra è inoltre concepita come uno strumento e una “macchina didattica” che consente di entrare nell’arte e nella creatività di questo singolarissimo artista. I disegni del trattato sono trasformati in modelli tridimensionali per illustrare al meglio la logica delle loro costruzioni geometriche, mentre una serie di macchine matematiche dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia riproducono scientificamente gli strumenti della bottega dell’artista rinascimentale, permettendo al visitatore di toccare con mano e comprendere gli accorgimenti tecnici adottati dai pittori per sfruttare creativamente gli inganni della visione.Suggestive installazioni multimediali saranno parte integrante del percorso di mostra. Alcuni apparati multimediali e app di navigazione in realtà aumentata permetteranno di comprendere meglio la celebre “Città ideale” di Urbino, uno dei capolavori della prospettiva rinascimentale, necessario complemento della trattatistica prospettica. Per la realizzazione di questi supporti la Fondazione Palazzo Magnani si è avvalsa della preziosa

collaborazione scientifica di Imago rerum team/Università Iuav di Venezia/dCP Dip. Culture del Progetto, del DICEA (Dip. Ingegneria Civile Edile e Architettura) e del DII (Dip. Ingegneria del’Informazione) dell’Università Politecnica delle Marche – con la partecipazione della Soprintendenza SBAE Marche – e di Cr-Forma di Cremona che ha condotto le analisi scientifiche sul codice reggiano del De prospectiva pingendi.Sarà inoltre consultabile in mostra la Biblioteca digitale tematica sui Codici del De prospectiva pingendi a cura del Museo Galileo di Firenze. La mostra si svolgerà in Palazzo Magnani che tuttavia sarà al centro di una rete di luoghi e segni che coinvolgeranno l’intera città. Infatti, parte integrante del percorso di mostra sarà la Basilica di San Prospero dove gli stalli del coro cinquecentesco focalizzeranno l’attenzione sulla produzione emiliana di tarsie lignee. Atra tappa fondamentale è una nutrita sezione dedicata alle macchine matematiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia che sarà interessata da laboratori per scuole, bambini, adolescenti e adulti. È dunque un appuntamento imperdibile, di rilevanza internazionale, che consentirà di comprendere il linguaggio espressivo di Piero della Francesca – “Monarca a li dì nostri della pictura e architectura” come lo definì Luca Pacioli nella Divina proportione (1509) –, e di decifrare i codici di lettura della sua opera, gettando nuova luce su un artista che ha tramutato la scienza in arte e che ha saputo influenzare, a distanza di tempo, le Avanguardie del primo Novecento e la pittura Metafisica.

La Città ideale (dettaglio)è un dipinto tempera su tavola(67,5x239,5 cm) attribuitaanche a Piero della Francesca,databile tra il 1480 e il 1490e conservato nella Galleria Nazionaledelle Marche a Urbino.

Page 20: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

20 Lo Sguardonumero trentesimo

20

A 90 anni dalla sua prima mostra, il Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri di Verona rende omaggio a Tina Modotti (1896-1942), la cui eccezionale vicenda umana artistica e politica l’ha resa una delle fotografe più celebri al mondo e una delle personalità più eclettiche del secolo scorso. L'esposizione è realizzata dall’associazione culturale Cinemazero in collaborazione con il Comune di Verona – Scavi Scaligeri - e Silvana Editoriale.La mostra ripercorre l'intera vita di Tina, come fotografa, musa e attivista. Ne ricostruisce sia la sua straordinaria esperienza artistica – che la vide prima attrice di teatro e di cinema in California e poi fotografa nel Messico post-rivoluzionario degli anni venti – sia la sua non comune vicenda umana. Un percorso teso a mappare l’evoluzione della sua vicenda, dagli affetti famigliari ai suoi amori; dai primi scatti - influenzati dal compagno Edward Weston - alle ultime rare e poco conosciute foto scattate a Berlino, quando ormai la fotografa ammetteva l’impossibilità di continuare la sua carriera con strumenti tecnici troppo moderni, che non consentivano il suo particolare approccio metodico e posato. Un percorso di ricerca estetica e formale, che guida lo spettatore nelle evoluzioni degli stili e delle tecniche della Modotti, passando dagli still life e dagli scatti figli dell’Estridentismo del primo periodo, per arrivare – senza strappi ma progressivamente – ai ritratti delle donne di Tehuantepec, passando attraverso le immagini più politiche e “rivoluzionarie”.Una fotografia sempre calibrata e meditata, con bianchi e neri pastosi ma estremamente vari nelle tonalità, frutto di lunghe riflessioni ed esperimenti. Nuclei definiti e coerenti che tracciano la linea di ricerca della fotografa, declinata in fasi e temi diversi: Stadio (Messico, 1925) e Serbatoio n. 1

(Messico, 1926) testimoniano l’attento lavoro per catturare i volumi, enfatizzati da tagli prospettici rigorosamente geometrici, a cui fa da contraltare l’ammorbidirsi delle linee delle nature morte come El Manito (Messico, 1924) o la celeberrima Calle (Messico, 1924 ca.), dove il contrasto tra luce e ombra dona una concretezza quasi carnale agli still life. Nei ritratti della stagione messicana l’immagine si concentra sul soggetto umano, con tagli inusuali volti a marcare la dimensione emotiva, parallela al suo impegno politico, umano e sociale a fianco dei protagonisti, ben rappresentato da fotografie come Julio Antonio Mella sul letto di morte (Messico, 1929) e Bambina che prende il latte (Messico, 1926) o dal famoso scatto della Marcia di campesinos (Messico, 1928).Fondamentale, per completare la panoramica su questa figura, è la serie di suoi ritratti fatti dal compagno Edward Weston, dove la forza dirompente della presenza fisica della Modotti ne dichiara anche la consapevolezza e l’aderenza totale a una precisa idea del “fare fotografia”, come testimoniano Tina che recita (Messico, 1924) e The white iris (1921), portando a una rara disinvoltura da una parte e dall’altra dell’obiettivo.Un cammino che educa l’occhio dello spettatore contemporaneo, riportandolo alla misura calibrata e meditata che caratterizza tutta l’opera della Modotti, cogliendo la forza caratteristica della fotografia: il suo non voler essere a tutti i costi “arte”, ma il suo dover essere qualitativamente valida per raccontare al mondo gli infiniti aspetti della vita.Aperta al pubblico fino all'8 marzo 2015 da martedì a domenica dalle 10 alle 19 (chiusura biglietteria 18.30). Lunedì chiuso.

tina modottiretrospettivafino all’8 marzo 2015

“Sempre, quando le parole “arte” e “artistico” vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo... mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente perché io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni.”Tina Modotti, sulla fotografia.

verona

Gigli, Messico, 1925Macchina da scrivere, Messico, 1928

Tina ModottiArchivio Fotografico Cinemazero Images

Page 21: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

2121

I lavori esposti sono generati dall'utilizzo di tecniche differenti e variano da grandi quadri astratti a video di azioni performative, da sculture con lettere in legno a testi in vinile posti su superfici specchianti, da opere fotografiche ad interventi site specific.Il catalogo realizzato su questo progetto contiene, oltre alle interviste agli artisti, un testo del curatore Lorenzo Bruni dal titolo: Look - It is right here! La doppia personale di Be Andr e Klas Eriksson è caratterizzata da opere che evocano e concretizzano la potenziale relazione tra l'osservatore e l'ambiente che questi attraversa, analizzandone le implicazioni a livello fisico, ottico e psicologico. Per gli artisti, tuttavia, questo è solo il punto di partenza per aprire una discussione proficua attorno a cosa comporta oggi, nell'era del “villaggio globale” e delle “esperienze virtuali”, condividere con gli altri “diversi da sé” l'essere consapevole di quel particolare rapporto tra “io e attorno”.Queste tensioni sono affrontante da Be Andr adottando delle “sentenze” in lingua inglese e collocandole poi nello spazio architettonico in modo da influenzarne il significato rispetto alle condizioni ambientali in cui sono fruite. Così, le lettere in legno poste come una scultura monumentale o un assemblage in mezzo alla stanza o le lettere in vinile disposte su una superficie riflettente posseggono prima di tutto la caratteristica di rendersi delle “presenze” il cui significato e significante si rincorrono continuamente e si trasformano rispetto alla presenza dell'osservatore. Klas Eriksson, invece, utilizza dei fumogeni colorati tipici della tifoseria da stadio per realizzare azioni nel paesaggio naturale o urbano con cui stabilire una momentanea aggregazione, al limite con il sogno, tra le persone coinvolte. I video e le fotografie che scaturiscono da queste esperienze spostano la questione dal luogo in cui si svolge l'azione alle identità delle persone coinvolte e alle motivazioni che le potranno ancora unire in futuro.Mentre i grandi quadri realizzati con lo stesso materiale di polvere colorata, le cui superfici vorticose ricordano le velature intense e senza materia alla Mark Rothko o le nebbie dinamiche e dense di emozioni di William Turner, non sono per l'artista soltanto delle tracce di un certo tipo di contatto con il mondo, ma costituiscono dei dispositivi che pongono l'attenzione sullo spazio architettonico e sul pubblico con cui le opere stesse si pongono in dialogo. I referenti e i materiali espressivi utilizzati da Be Andr e Klas Eriksson sono molto distanti tra loro, mentre è simile il processo cognitivo/esperienziale che gli artisti vogliono presentare nello spazio espositivo. Il movente che li guida è quello di provocare una reazione “all'osservare senza guardare” che si è diffuso negli ultimi dieci anni con il surplus delle informazioni e con l'illusione che le conoscenze dell'umanità sono tutte a portata di mano, indipendentemente

dal praticarle o meno. Quello che Be Andr rappresenta con le sue opere non è il linguaggio, così come Klas Eriksson non rappresenta il paesaggio; questi sono i mezzi con cui possono suggerire all'osservatore di praticare la linea sottile di confine tra il ricordare e cercare nuovi significati, tra l'accettare e mettere in discussione i dati del reale, tra la dimensione astratta e quella concreta. Infatti, la parola ART dipinta e sbarrata con un rettangolo nero che costituisce l'elemento centrale di un quadro di Be Andr, o la grande tela con l'immagine dello “Smiley” realizzata con lo spray antisommossa al peperoncino di Klas Eriksson, propongono allo stesso tempo un soggetto/concetto apparentemente chiaro e tuttavia disturbante. Questo perché vogliono portare alle estreme conseguenze, fino all'implosione, l'attuale ambiguità che esiste tra segno e immagine, tra significante e significato per poi aprire un dibattito attorno alle nuove possibili relazioni tra i massimi sistemi e le singole esperienze.Quello a cui puntano i due artisti scandinavi nella mostra alla Galleria Eduardo Secci Contemporary a Firenze è proporre “un’epifania dell'attorno” al fine di parlare e discutere a proposito di cosa possiamo intendere oggi per conoscenza del reale, per identità collettiva e di come si raggiunge la consapevolezza del contesto (tempo/spazio) che il soggetto si trova ad attraversare di volta in volta nella così definita “modernità liquida”. Be Andr (Oslo, 1978; vive e lavora a Londra).Ha studiato Fine Art alla Florence Academy of Art ed ha ottenuto il BFA (Bachelor of Fine Art) alla Slade School of Fine Art presso la University of London. Ha esposto recentemente al livello internazionale con le mostre al CCA Andratx Art Centre in Spagna; al Museo d’Arte Contemporanea di Israele; alla Post Box Gallery di Londra; alla Sexauer Gallery di Berlino; e alla Galleria Scaramouche di New York. I suoi lavori saranno esposti fino a Febbraio 2015 presso La Posta Foundation di Valencia. Nel 2014 Andr ha curato la mostra, e il relativo catalgo, di Antony Gormley dal titolo Another Time per Mardalsfoosem Art Project, Norway.Klas Eriksson (Stoccolma, 1976; vive e lavora a Gothenburg). Ha ottenuto il suo MFA (Master of Fine Arts) alla Royal Academy of Fine Arts nel 2010. Ha esposto recentemente presso il TKS Telemark Kunstnersenter di Skien (Norvegia) dove l’immagine del suo Smiley nero sull’ex edificio della Norwegian Bank ha generato un grande dibattito. Si ricordano poi le sue partecipazioni alla Biennale di Mosca, alla 5° Biennale di Bucharest, al Copenhagen Art Festival. Nel 2015 il suo lavoro sarà presentato alla Christian Larsen Gallery e alla Steinsland Gallery di Stoccolma. Inoltre avrà una mostra personale nello spazio Prosjektrum Norrmans a Stavanger (Norvegia), a cura di Power Ekroth.

transformative limitsklas eriksson & be Andrfino al 21 marzo 2015

La Galleria Eduardo Secci accoglie la doppia personale di Be Andr (Norvegia) e Klas Eriksson (Svezia), con opere scelte e realizzate appositamente per l’occasione. Questa è la prima mostra in Italia per i due artisti di origini scandinave, oltre ad essere un’opportunità unica per un incontro tra le loro personali ricerche.

firenze

Untitled, 2014Be Andr,

Page 22: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

22 Lo Sguardonumero trentesimo

22

ARte non da pARtedi manuela torre

Di Claude Monet, racconta Guy de Maupassant: “Ho, spesso, seguito Monet, alla ricerca di impressioni: non era più un pittore; ma un cacciatore. Camminava, seguito da alcuni bambini, che portavano le sue tele - cinque o sei-, dedicate allo stesso motivo, dipinto ad ore diverse e con differenti riflessi. Le prendeva o le lasciava, seguendo ogni mutamento del cielo. Aspettava, spiava il sole, le ombre; catturava, con qualche colpo di pennello, il raggio a per-pendicolo o la nube vagante; eliminato, poi, ogni indugio, li trasferiva, rapidamente, sulla tela. L’ho visto cogliere, così, una cascata scintillante di luce sulla scogliera bianca, e fis-sarla, con un profluvio di toni gialli, che rendevano, in modo strano, l’effetto sorprendente e fugace di quel riverbero, inafferrabile ed accecante. Un’altra volta, poi, prese, a piene mani, un temporale, abbattutosi sul mare, e lo gettò sulla tela. Ed era, davvero, la pioggia che aveva dipinto; nient’al-tro che la pioggia, che penetrava le onde, le rocce ed il cielo, appena individuabili, sotto quel diluvio”.Oscar - Claude Monet; dai più e semplicemente, noto come Claude Monet: il pittore, per eccellenza, dell’istan-te e del principio compositivo del “plein air”; l’artista, dall’occhio, vergine ed inquieto, pronto a cogliere il feno-meno della visione e la vicenda delle emozioni, da resti-tuire con il senso assoluto del presente, attraverso l’istan-taneità dell’impressione, percepita, sempre diversa ed autonoma, rispetto a quella dell’attimo immediatamente precedente e a quella dell’attimo immediatamente suc-cessivo, mediante la variazione del motivo nella luce.Oscar - Claude Monet; dai più e semplicemente, noto

come Claude Monet: l’artista dall’egotismo e determina-zione del genio; dalla sensibilità creativa, capace di rap-presentare il battito del reale e l’involucro, impalpabile, che avvolge ogni cosa, consentendo, in tal modo, all’im-maginazione, di riappropriarsi delle proprie virtù.Monet nasce a Parigi, il 14 novembre del 1840, e muore il 16 dicembre del 1926, a Giverny. Di origini familiari mo-deste, trascorre la sua prima giovinezza a Le Havre. Claude viene iniziato, alla pittura all’aperto, da Eugène Boudin e Johann Barthold Jongkind – da questi ultimi, impara, so-prattutto, a non tradire mai la spontaneità e freschezza della prima impressione, e a dipingere sul motivo -; sono, inoltre, fondamentali, per la sua formazione artistica, figure come: Courbet, Manet, Whistler ed i paesisti di Barbizon. Monet lavora sull’abbandono dei codici visuali convenzionali, proseguendo verso una sorta di visione primordiale, spogliandosi – come spiega egli stesso -, in presenza della realtà, di ogni nozione dell’intelligen-za, dimenticando, ogni cosa, per onestà (perché, quello che si conosce, non ci appartiene). Non punta, dunque, all’obiettività; ma alla riproduzione, esistente tra sé e le cose; una condizione, che lo allontana, esplicitamente, dall’estetica del realismo, ponendolo in un presupposto di non soluzione definitiva, in cui, sia il pittore che l’og-getto da rendere, sono in movimento, assiduo e continuo, sottoposti al tempo che li crea ed annulla. Una continua metamorfosi, quest’ultima, che diviene incastro impor-tante, nelle “serie”, dove Monet rappresenta gli aspetti più fugaci ed effimeri del circostante, ritraendo lo stesso sog-

getto, con il medesimo punto di ripresa ma in differenti condizioni di luce: ne sono un esempio, le cinquanta tele, dedicate alla Cattedrale di Rouen. Cogliere, insomma, l’attimo fuggente; o, almeno, la sensazione che lascia: ecco a cosa aspira Claude Monet. Un ideale, il suddetto, che lo accompagna anche quando, in prossimità di quello che considera il suo “buon ritiro”, ossia la casa di Giverny, sceglie di farsi costruire un delizioso giardino, da egli stesso progettato, al fine di avere, sempre, ad un passo dagli occhi e dalla creatività, ritagli di florida natura, fon-te essenziale di impressioni ed emozioni, sempre nuove. Una parte del giardino, è caratterizzata dal laghetto delle ninfee, ottenuto, facendo deviare il torrente Epte: “Ho di-pinto tante di queste ninfee – spiega Monet - cambiando punto d’osservazione, modificandole a seconda delle sta-gioni dell’anno, e adattandole ai diversi effetti di luce, che, il mutar delle stagioni, crea. Naturalmente, l’effetto cambia costantemente, non soltanto da una stagione all’altra, ma anche da un minuto all’altro, perché i fiori acquatici sono ben lungi da essere l’intero spettacolo; in realtà, sono solo il suo accompagnamento. L’elemento base, è lo specchio d’ac-qua, il cui aspetto muta, ogni istante, per come brandelli di cielo vi si riflettono, conferendogli vita e movimento. E’ già sufficientemente difficile, quando il gioco di luce e colore si concentra su un punto fisso, […] ma l’acqua, essendo un soggetto così mobile ed in continuo mutamento, è un vero problema […]. Un uomo può dedicare l’intera vita ad un’o-pera simile. . . “. E lui, Oscar - Claude Monet, dai più e semplicemente, noto come Claude Monet, lo ha fatto.

“Cogliere l’attimo fuggente; o, almeno,la sensazione che lascia”:

Claude Monet.

Claude Monet, Lo stagno delle ninfee, 1899,olio su tela, 83,3 x 93,1 cm

Claude Monet, (da sx) La Cattedrale di Rouen con effetto di luce mattutina, 106 x 73; La Cattedraledi Rouen in pieno sole, 107 x 73; La Cattedrale di Rouen con tempo grigio, 100 x 65. Oli su tela del 1894.

Page 23: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

23

di manuela torre

ALESSANDRO PEZZALI | Socio fondatore di Teatro Magro, svolge il ruolo di attore principale nelle produzioni di Teatro Magro; progetta e realizza la maggior parte degli allestimenti scenografici degli spet-tacoli. Ha recitato come attore scritturato nei film ‘Il mestiere delle armi’ e ‘Centochiodi’ del regista italiano Ermanno Olmi. Attualmente è impegnato nel ruolo di protagonista del monologo ‘Senza Niente 1 - L’attore’ con il quale ha ottenuto il premio come Miglior Attore in occasione della I edizione del Roma Fringe Festival (2012).FLAVIO CORTELLAZZI | Socio fondatore di Teatro Magro, ricopre da sempre il ruolo di direttore artistico e regista delle produzioni di Teatro Magro.Si è specializzato nel campo dell’utilizzo teatrale della voce, dell’espressività corporea nel teatro, della drammaturgia e della regia teatrale, indagando in maniera approfondita le tecniche teatrali e la relazione tra attore e personaggio. Ha ideato e curato la regia di innumerevoli spettacoli. Oltre ad essere regista, è formatore poliedri-

co. Tiene laboratori teatrali nelle scuole, e lavora in particolar modo in situazioni di disagio sociale: malattie psichiche, tossicodipendenti, disabili, carcerati. Inoltre, dal 2000 collabora con Fundatia Parada co-ordinando e svolgendo workshop teatrali sia in Romania, sia in Italia. Dopo essere stato impegnato nella produzione di Senza Niente 4 – il regista, monologo inserito all’interno della tetralogia Senza Niente, che ha vinto il bando Next 2012, ha partecipato in qualità di regista al progetto Dictat, un progetto relativo alle dittature europee finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Cultura (2007-2013). TEATRO MAGRO | Teatro Magro nasce come gruppo teatrale a Mantova nel 1988, sotto la direzione artistica del regista Flavio Cortellazzi. Oggi, in modo consolidato e strutturato, l’attività ar-tistica si muove nell’ambito definito “teatro sperimentale e di ri-cerca” per superarne gli spazi e i confini. Teatro Magro spende la propria opera in ambiti diversi, presentando un’offerta culturale,

divulgativa, sociale ed educativa variegata e multidisciplinare. Te-atro Magro attinge dalla quotidianità e dal vissuto denunciando lo stereotipo, il luogo comune, la retorica, il tutto permeato da un’iro-nia che costringe a mantenere sempre alto il livello di attenzione e l’osservazione critica della realtà, per una prospettiva indipen-dente e disincantata. Questi i tratti distintivi della poetica di Teatro Magro. Ogni opera è il risultato di un lavoro di equipe in cui soci e collaboratori dell’Impresa culturale uniscono le proprie competen-ze e i propri percorsi formativi in modo sinergico, per un prodotto che si caratterizza per l’alta qualità e la cura del dettaglio, per la costante messa in campo di processi di innovazione, l’attenzione alla contemporaneità, uniti alla simultanea capacità di mantenere e restituire il proprio stile. Uno stile fatto di un’estetica, unica, ben definita e immediatamente riconoscibile, e soprattutto di una so-stanza: essenziale, pulito, che arriva dritto al contenuto: MAGRO.

TEATRO MAGRO_a cura di Kati Gerola

OMELETTE una produzione di

Il teatro non deve limitarsia poche esperienze umane.

Vanno contemplati anche gli elementi primari dell’esistenza,

quelli che si concentrano nell’inconscio e nei

più lontani recessi mentali.Gli istinti di distruzione dell’uomo

non vanno tralasciati.Bisogna generare nel pubblico una

comunione, e nel contempopurificarsi dai sentimenti,

attraverso la manifestazioneindotta dagli stessi.

La crudeltà.La trasfigurazione.

La catarsi. Hanno luogo ora.

Sabato 31 gennaio alle ore 21 e domenica 1 febbraio alle ore 17 presso lo Spazio Studio Sant’Orsola avrà luogo Omelette, nell’ambito della rassegna Altroteatro. Omelette è una rielaborazione del pensiero di Antonin Artaud, regista, attore, filosofo francese vissuto nella prima metà del Novecento, il quale riteneva che in teatro fosse necessario mettere sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo gesto, mov-imento, luce e parola. Il lavoro di Teatro Magro getta luci ed ombre sui concetti chiave teorizzati da Antonin Artaud, stabilendo ad intermittenza una connessione tra l’artista del passato e l’artista in scena, Alessandro Pezzali. L’attore perlustra, a cadenza, come se fosse un generatore alternato di energia, anfratti della teoria del drammaturgo francese, riflessi della propria esperienza personale, frammenti di narrazione da diversi punti di vista, appigli artistici sinestetici, alla ricerca spasmodica di una personale catarsi. Il te-

atro è un mezzo di purificazione, sia per chi agisce in scena, sia per chi guarda. È nell’oc-chio individuale di ciascuno che la catarsi trova – o meno – una risoluzione, senza una forzata comprensione razionale di tutti i riferimenti estetici ed artistici, ma semplice-mente, nella condivisione dell’atto scenico in sé, nella diversa permeabilità all’evento drammaturgico. La decodifica del messaggio passa perciò in secondo piano, a favore di un riequilibrarsi della percezione: nello studio di Teatro Magro la pratica scenica si pre-senta nella sua forma primitiva e più pura, in linea con le teorie di Artaud nell’ammirare il teatro balinese, conosciuto durante uno spettacolo presentato nel quadro dell’Espo-sizione coloniale nel 1931. Quella di Teatro Magro è una ricerca distillata in una presen-tazione di quarantacinque minuti, densi come mercurio liquido. Ingresso posto unico 10 euro – ridotto 8 euro. Per informazioni e prenotazioni telefoniche 347.7269354.

con Alessandro Pezzaliregia di Flavio Cortellazzidirezione tecnica Stefano Fornasini

23

Page 24: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

24 Lo Sguardonumero trentesimo

RISTORANTE PIZZERIA

di DAVIDE FORONIVIA PEDAGNO 56 - 46044 GOITO MN

0376 604761 - 392 0239252Piazza Sordello 27 Goito 037660207

- VENERDÌ SERA KARAOKE -

Libriamo Libridinedi francesca venturini

Mi sembra che nella mia rubrica io non abbia mai accennato ad albi illustrati. Bene. Penso sia giunto il momento di segnalare un libro favoloso, a cui sono particolarmente affezionata, che apparentemente sembra indirizzato ai bambini, ma che in realtà è rivolto agli adulti, o meglio, probabilmente l’ideale è quello di condividerlo tutti insieme.

Perché questo libro rappresenta la sintesi perfetta di una lettura empatica ed educativa, quel tipo di libro che ogni buon lettore-genitore (e non) deve tenere nella propria biblioteca, pronto da leggere quando si ha voglia di lasciarsi coccolare. Il protagonista di questo libro è un bimbo che ha un padre speciale: è un pirata. Conduce quindi una vita altrettanto speciale, su una nave chiamata “Speranza” e attorniato da un insieme di personaggi singolari che costituiscono la ciurma.

Una volta all’anno il papà e il bimbo si vedono e il loro incontro è lo spunto per raccontare la vita magica e ricca che conduce il papà lontano da casa. Poi, un giorno, accade che la mamma e il bimbo ricevano un’ inquietante notizia che li obbliga a recarsi immediatamente dal papà. E proprio all’arrivo il bimbo avrà la sua prima amara sorpresa.

Un libro dolcissimo, che attraverso il disincanto e una profonda tenerezza, mostra come la normalità e lo spirito di sacrificio, siano gli attributi essenziali che rendano le figure genitoriali i veri eroi.

Un eroe che si priva dei poteri magici, e che rivela attraverso l’amore e la fantasia la grande capacità di adattarsi alla realtà. Allo stesso tempo viene raccontato come la delusione, questo importante sentimento che il bambino vive per la prima volta, sia anche una delle tappe necessarie per la sua crescita.

Davide Calì è nato nella Svizzera tedesca nel 1972. A nemmeno trent’anni -in Francia, per l’editore Sarbacane- ha cominciato a pubblicare i suoi primi libri per ragazzi, poi non si è più fermato. In una decina d’anni -come autore o sceneggiatore di fumetti- sono ormai cinquanta i libri che portano la sua firma. Tra Italia, Francia, Portogallo e Argentina, sono una decina gli editori con i quali collabora, e i suoi albi sono stati tradotti in venti paesi. Tra i suoi ultimi libri pubblicati in Italia: “Signor Alce” illustrato da Sara Welponer (Emme edizioni, 2012) e “Auto-futuro” illustrato da Maurizio Santucci (Zoolibri, 2012).

24

MIO PADREIL GRANDEPIRATAAutore: Davide CalìEd: OrecchioAcerbo

“quando ero bambino,

mio padre era lontano.

tornava a casa

solo una volta l’anno,

d’estate, per due settimane.

odorava di mare, mio padre.

questo perche era un pirata.”,

Page 25: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

25

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) i dispositivi elettronici per la lettura (e-reader) hanno ef-fetti negativi sul sonno, se utilizzati di sera nelle ore prima di andare a dormire. L’esito della ricerca è stato ripreso e discusso da buona parte dei media internazionali – e dai giornali italiani – talvolta con titoli allarmistici e catego-rici sul fatto che i dispositivi per la lettura “danneggiano il sonno e la salute” di chi li utilizza. In realtà lo studio pub-blicato da PNAS è meno categorico e soprattutto contiene alcune cose che non tornano molto.Il problema è che la ricerca nel titolo e nel suo abstract parla genericamente di “e-reader”, categoria in cui sono compresi molti dispositivi diversi tra loro – tablet (se usati per leggere) e lettori di ebook compresi – ma nel testo si specifica poi che per gli esperimenti sono stati utilizzati solo degli iPad di Apple (tra l’altro con lo schermo a piena luminosità) per confrontarli con gli effetti sul sonno della lettura di un normale libro. A quanto pare i lettori di ebo-ok come i Kindle non sono stati presi in considerazione.Lo studio è stato condotto su un gruppo di 12 persone, valutando gli effetti sul sonno nel caso della lettura di un ebook (letto però solo su iPad) rispetto a un libro tradizionale. Sulla base dei risultati, i ricercatori hanno concluso che “l’uso di questi dispositivi prima di andare a letto aumenta il tempo necessario per addormentarsi, ritarda i ritmi circadiani (sonno/veglia, ndr), riduce i livelli della melatonina, l’ormone che favorisce il sonno, e rende meno lucidi la mattina seguente”. I ricercatori scrivono anche che l’utilizzo di questi dispositivi la sera induce ad andare a letto più tardi, perché il cervello riceve un nume-ro maggiore di stimoli e rimane quindi attivo più a lungo.Altri studi in precedenza si erano già occupati di tablet e smartphone, specificando meglio che si trattava di quei dispositivi e non di generici “e-reader”, ricordando che questi dispositivi emettono luce blu. Queste emissioni

di luce a onde corte influiscono molto di più sulla produ-zione di melatonina ed è quindi meglio evitarle prima di andare a dormire.Come spiega David Meyer del sito di informazione tecno-logica GigaOM, la ricerca parla di “e-reader” ma in realtà non cita mai dispositivi diversi da un iPad come i lettori di ebook a inchiostro elettronico che non emettono luce. Durante i test, inoltre, i volontari sono stati sottoposti a sessioni davanti a un iPad alla massima luminosità lun-ghe fino a quattro ore, una condizione che non si verifica così di frequente per chi usa questi dispositivi prima di dormire.Uno degli autori della ricerca scientifica ha in seguito ammesso che un “normale Kindle” può costituire un’ec-cezione, perché non ha lo schermo illuminato. A quanto sembra i test per lo studio furono eseguiti tra il 2010 e il 2011, quando i lettori di ebook non erano ancora molto diffusi e aveva quindi probabilmente più senso fare il con-fronto solo tra tablet e libri tradizionali. Anche per que-sto motivo nella ricerca non si fa menzione dei lettori di ebook con inchiostro elettronico che hanno comunque un loro sistema di illuminazione, come per esempio il Kindle Paperwhite. Questi dispositivi non sono comunque re-troilluminati: la luce per illuminare lo schermo arriva da alcuni LED inseriti lungo la cornice del display, in modo da diffonderla più naturalmente, come accade con una pagina di un libro illuminata dall’esterno.Molte ricerche concordano sul fatto che eccessivi stimoli e quantità di luce prima di andare a dormire possano co-munque influire negativamente sulla qualità del sonno, e sulle capacità stesse di addormentarsi rapidamente. Tra i consigli più frequenti per evitare il problema ci sono quelli di trascorrere almeno la mezz’ora prima di andare a letto in una condizione di penombra, di evitare la luce molto intensa e gli stimoli sonori della televisione, di mantenere al buio e fresca la stanza in cui si sta dormendo.

S.S. Goitese 298 a Goitotelefono 0376 60334

facebook/pages/Mauripizza

laboratorio artigianale CATERING per compleanni BATTESIMI ricevimentilicenziamenti MATRIMONI divorzi

APERTO ANCHEOGNI VENERDìE SABATO NOTTEDALLE 23:59 ALLE 04:00

APERTO DALLE 11:00 ALLE 14:00

e DALLE 17:00 ALLE 21:00tranne il lunedì salvo prefestivi

AUGURI

e-reader, nuociono al sonno?eccessivi stimoli e luminosita prima di andare a dormire

posso influire negativamente su di noi

25

Page 26: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

26 Lo Sguardonumero trentesimo

Grazie alla complicità di un amico, Billy (Donald Suther-land), egli riesce a impossessarsi a basso costo di tele dal valore inestimabile. Oldman è però un uomo solo, inca-pace di guardare in faccia le donne, che indossa costan-temente guanti per evitare di avere contatti con persone e oggetti che non siano pezzi d’arte. In particolare egli è ossessionato dalla figura femminile: non ha mai avu-to una donna, sebbene in una stanza della propria casa abbia appeso una serie di quadri che ritraggono donne, come a voler significare che con loro egli può avere solo un rapporto artistico, simbolico, non reale.Poi la sua vita ordinata, rigidamente organizzata, lenta-mente cambia. Una mattina riceve una telefonata da una ragazza che chiede di lui, asserendo di aver bisogno della sua esperienza per fare una serie di valutazioni dei beni della sua antica villa. Dopo qualche titubanza il protagoni-sta decide di accettare, ma quella che non sembra collabo-rare è proprio la ragazza, che si nega. Claire, questo il nome della donna, comunica con Oldman solamente con brevi e ambigue telefonate o attraverso messaggi lasciati dal custode della villa, evitando qualsiasi incontro viso a viso. Il confronto tra il burbero e impaziente Virgil e l’enigma-tica ragazza è così subito avvolto in un’aura di mistero che affascina gli spettatori; Oldman stesso, benché con-trariato dal fatto che la ragazza non si faccia mai vedere, non riesce a staccarsi dalla villa e inizia ugualmente a inventariare i beni. Presto si copre che la ragazza non si mostra perché è affetta da agorafobia: questo disturbo le impedisce, da anni, di uscire di casa, costringendola a vivere reclusa in una stanza, dalla quale comunica anche con Virgil, quando questi è nella villa.L’uomo sente tuttavia un’attrazione per la ragazza; ben-ché mascherata da una sorta di compassione, questa sua inclinazione è chiaramente sostenuta da una tenace cu-riosità, da qualcosa che egli mai ha provato in precedenza per una donna. Si tratta, per lui, di uno sconvolgimento

esistenziale, che lo induce, un giorno, a nascondersi nella villa per vedere com’è fatta la ragazza: gli apparirà una donna giovane, bionda, molto bella, naturalmente.Colui che fa da contraltare a questa nascente passione di Virgil, e che gli dà preziosi consigli sul modo di affrontare le donne, è Robert, suo collaboratore, molto bravo ad ag-giustare attrezzi elettrici e meccanici. Nella villa, infatti, Virgil ha trovato degli ingranaggi che, secondo Robert, sono pezzi del di un automa del XVIII secolo, di cui da tempo si erano perse le tracce. Ma quel che spinge Virgil a confidarsi con Robert è legato al successo che il ragazzo ha con le donne; il rapporto si fa tanto stretto che Robert, il giovane Casanova, dà consigli all’austero Virgil su come avvicinare una donna come Claire.Una sera, davanti alla villa, Virgil viene aggredito da alcuni sconosciuti; Claire allora trova il coraggio di uscire di casa per soccorrerlo, superando così il proprio male. Da quel momento tra i due nasce una relazione coinvolgente, che trasforma Virgil definitivamente: scompare il suo modo compassato di agire, la sua gestualità misurata, il suo sti-le impeccabile. Tutta la sua esistenza misurata, dedicata all’arte, si sbriciola di fronte alla passione che Claire gli ispira. È vittima di una bella follia. Quando un giorno la ragazza scompare, Virgil, Robert e il vecchio custode della villa la cercano ovunque, assai preoccupati. Virgil è fuori di sé: arriva in ritardo a una seduta d’asta, è scarmigliato, su-dato, incapace di gestire la vendita degli oggetti. Ma quale che conta è solo Claire: il suo lavoro, quello per cui Virgil ha sacrificato l’intera sua esistenza, viene trascurato, finché la ragazza non viene ritrovata, chiusa nella soffitta della villa.Passato questo incidente, la vita di Virgil sembra prende-re una piega, finalmente, dolce. Claire va a vivere con lui, nella sua casa e rimane estasiata nell’ammirare la colle-zioni di dipinti di figure femminili custodite da Virgil. La coppia esce a cena con Robert e la ragazza di lui, dando l’impressione che Claire abbia finalmente superato il suo

problema; Virgil stesso, deposti da tempo i guanti con cui evitava di toccare le cose, è allegro, sciolto, deciso ad abbandonare la carriera di gestore di una casa d’aste. Il suo caro amico Billy è felice per lui, e gli fa i complimenti. A Virgil manca solo l’ultimo appuntamento di lavoro, a Londra, prima di chiudere una carriera coronata da suc-cessi, per cominciare una vita d’amore, di gioia, arricchita finalmente da sensazioni che mai aveva provato prima.Il film non avrà però un lieto fine e la scoperta, progres-siva e dolorosa, del senso autentico della vicenda che ha visto coinvolto Virgil Oldman, desterà forse qualche per-plessità nello spettatore. Tornatore costruisce un bel film, creando una storia che vive di una sua suspense, e che guida per mano lo spettatore nella progressiva scoperta della parte emotiva e passionale di Virgil; tuttavia, nel finale la vicenda diventa oscura, poco credibile, o quanto-meno costruita in modo eccessivamente artificioso. Il tra-dimento di cui il protagonista è vittima, però, non spegne in lui le positive sensazioni che lo hanno scosso dalla sua vita ordinaria, grigia, senza luce né gioia. Egli ha compre-so quanto fosse effimera la felicità donata dal possesso di una bella tela o di un quadro famoso e quanto fosse di poco conto la soddisfazione di fare affari raggirando i partecipanti alle aste che lui organizzava. Senza svelare il finale, si può affermare che, paradossal-mente, la parte del positiva nell’ingranaggio che è il film, la svolge Virgil il quale, finalmente contagiato dall’amore, smette quell’atteggiamento riservato che lo aveva sem-pre caratterizzato, aprendo di fatto le porte di casa al rag-giro. Quel che seguirà, il trauma, il dolore, la sensazione di essere stato tradito, non spegnerà tuttavia la sensa-zione di aver finalmente amato qualcuno, di aver senti-to il proprio cuore battere per una donna. Forse questo messaggio è la cosa più bella del film di Tornatore: l’idea che, in fondo, non sia mai troppo tardi per provare certe sensazioni, e che spesso amare cosa molto, anche troppo.

amatorea cura di giuseppe barreca

cine“In ogni falso si nasconde sempre un elemento di verità”: è questo il motto che riassume la vicenda di Virgil Oldman (Geofrey Rush), celebre battitore d’aste che vive circondato dal lusso, in mezzo a dipinti pregiati e oggetti d’antiquariato. Il film di Giuseppe Tornatore racconta la vicenda di questo battitore d’aste e della sua improvvisa e incompleta metamorfosi.

Lamiglior offerta

duemiladodici

26

Page 27: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

27

_ Pic di Matteo Sganzerla| https://www.facebook.com/MattEttaM?fref=ufi

_Il Mantova Jazz Trio all’Arci Virgilio

foto

&grafi

coca

leidoscopio

a cura di vera mascoli

TORINO"Torino mi sembra la piu attraente citta d’Italia

e a parer mio d’Europa, per l’allineamento delle sue strade,

la regolarita dei suoi fabbricati

e la bellezza delle sue piazze”

Charles de Brosses

Una perla incastonata tra le alpi e le colline, attraversata dal Po. Così descriverei Torino. Una città dove il tempo sembra essersi fermato tra la fine dell'800 e i primi anni del 900. Il lento andirivieni dei tram, il tintinnio dei bicchieri del Bicerin, gli echi dell'era sabauda e del risorgimento italiano, il genio di Alessandro Antonelli espresso nella celebre Mole Antonelliana (oggi Museo Nazionale del Cinema) e in Casa Scaccabarozzi. Questo palazzo per i torinesi è semplicemente la “Fetta di Polenta”. La sua peculiarità? Avere una pianta trapezoidale, con una parete che misura solo 54 centimetri.

Passeggiando sotto le Gallerie è come immergersi nella storia: la Galleria Subalpina, che ospita antiquari; insieme alla Galleria San Federico e alla Galleria Umberto I sono il tripudio dell'architettura ottocentesca: vetrate e armature metalliche si fondono in armonia. La Torino moderna è nelle luminarie con le costellazioni, nel palazzo con il piercing( vedere per credere!) nel mercato di Porta Palazzo; crogiuolo di popoli del mondo, nello Juventus Stadium.

Torino sono i musei: il Museo Egizio in primis, il Museo del Risorgimento; un tuffo nella storia del nostro paese, per cogliere il vero significato di nazione.Torino sono le Piazze: Piazza Vittorio Veneto, la più grande d'Europa; Piazza San Carlo con i suoi caffè e Piazza Statuto, che infonde alla città la un'aura di mistero.Torino è una città magica, non solo per gli affascinanti miti che la caratterizzano; Torino ti cattura coccolandoti con le passeggiate al Valentino, facendoti salire al Monte dei Cappuccini per gustare una panoramica sulle Alpi, o semplicemente ammirando l'architettura dei suoi palazzi.Torino sono i Gianduiotti, gli amaretti accompagnati dal un buon bicchiere di vino.Torino è un pallone di cuoio, una squadra, il rosso granata, la Basilica di Superga. Torino è la città dove il Po, immutabile, scorre sotto lo sguardo della Grand Madre.Torino ha un anima antica, aperta alla modernità, uno sguardo al passato per tracciare la strada del futuro.

27

Page 28: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

28 Lo Sguardonumero trentesimo

28

Siete freschi freschi di uscita del vostro album registrato dal vivo, Swimmin’ Live. Gli album live colgono lo spirito del palco e sono spesso quelli più sinceri. Il vostro, di cosa parla? È un disco eterogeneo per quanto riguarda i testi dei nostri brani e quelli che abbiamo rivisitato. Il nostro primo obiettivo è stato ed è quello di comunicare energia, comunicare il calore che nasce quando suoniamo su un palco. I brani possono parlare di sfortune e di sventure, ma cantandoli e suonandoli, ce le leviamo di torno. La decisione di pubblicare un album registrato dal vivo nasce dal voler trasmettere un messaggio preciso, ovvero di non badare a fronzoli, ma ad un suono vero: il Catfish Trio senza laccature e ghirigori.

Fino a qualche anno fa tutti conoscevano qualcuno che suonava in un gruppo, adesso è merce rara.

Cosa significa per voi fare musica oggi? Prima di tutto fare musica è per noi un divertimento, il miglior modo che abbiamo trovato per incanalare le nostre energie. Fare musica, però, significa anche creare. Pizzicare una corda o cantare davanti ad un microfono, è solo la goccia di un mare assai più ampio. Componiamo musica per dar voce ad una creatività che urla per recriminare un proprio spazio, per darci un obiettivo per i giorni futuri, per lasciarci alle spalle qualche pietra miliare del nostro percorso, proprio come questo disco. Avendo la possibilità di suonare molto dal vivo e distribuire il nostro album, ci mette anche di fronte a giudizi e critiche, quindi fare musica è anche prendersi la responsabilità di ciò che si è fatto, e mettere il tutto nel bagaglio che ci portiamo appresso.

Avete suonato tantissimo dal vivo, il classico gruppo che è cresciuto sul palco. In questi due

anni di formazione la dimensione live quanto ha cambiato l’approccio con la musica? Siamo partiti proprio con l'idea di crescere sui palchi e così è stato. Il primo anno soprattutto è stato intensissimo e ci ha uniti molto sia come affiatamento che come suono. Agli inizi il nostro repertorio era composto maggiormente da standard blues, una musica che ci spingeva a suonarla dal vivo, fatta apposta per arrivare dritta dentro le persone. Con il tempo ci siamo evoluti, ma l'esser partiti dalle radici del nostro stile ci ha dato una notevole rincorsa.

Lo so che è la domanda più scontata durante un’intervista ma dobbiamo soddisfare tutte le curiosità: i Catfish Trio, come nascono? I Catfish Trio nascono per l'amore della musica suonata sui palchi, perché a noi prima di tutto piace divertirci, a noi piace portare la musica davanti alla gente per

I Catfish Trio vengono alla luce nel grembo veronese ad inizio 2013. Nei due anni di intensi live, la band si è ritagliata un profilo originale facendo evolvere il blues elettrico con il soul e il funk dei Sixties. Ad inizio 2015 è uscito il primo album, Swimmin' Live, che comprende ri-arrangiamenti e brani inediti, registrato direttamente in scena si propone di offrire un'esperienza il più fedele possibile all'anima del gruppo. I Catfish Trio sono Stefano Scalchi (voce, chitarra), Sergio Merlin (basso), Andrea Manfrin (batteria), e li potete trovare sui palchi di numerosi club per presentare il disco e una sfilza di altri inediti e rivisitazioni che non vi deluderanno.

IL BLUES È LA MUSICA DEL DIAVOLO

E NOI I SUOI FIGLICatfishTrio

l’intervista di olga annibaletti

_pic di Cristina Festugato

Page 29: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

29

un paio d'ore ed entrarci dentro al massimo. È stata chiara fin dall'inizio l'intenzione di suonare blues e l'esperienza ci ha permesso di proporci presto dal vivo. Partendo da questi semplici presupposti le nostre strade si sono intrecciate velocemente e in modo molto interessante, fiorendo in un'armonia che ci ha regalato un'inaspettata capacità creativa, andando oltre il blues canonico che perseguivamo agli inizi. Diciamo che se il blues è stato il seme, nello spazio di qualche nota è cresciuta una bella pianta, con rami, gemme, fiori...

Come è nata la copertina dell’album? Noi si è sempre stati sostenitori del pescegatto, in senso ironico, perché oltre ad essere un simbolo delle torbide acque del Mississippi, ci piace quel suo essere sgraziato che in fondo, è simpatico. Ne nacque così il nostro nome che tra semplicità e goliardia si imprime facilmente nella memoria di chi lo vede o ne sente parlare. Di pari passo, la copertina è la rappresentazione di un eccentrico Catfish in tutta la sua sprovveduta forma, che sguazza in colori vivaci come la musica che offriamo.

Cosa ascoltano i Catfish Trio? Se doveste consigliare 3 album fondamentali, quali sarebbero? Cerchiamo di fare evolvere il blues elettrico con un vigore più energico e fresco. Di grande influenza sono gli anni '60 e primi '70, quando il blues si suonava nei grandi palchi assieme all'energia del funk e del soul. Tre ascolti per noi fondamentali sono: Albert King - Born under a bad sign, un album-colonna. Freddie King -

Getting ready, artista che ci ha dato molta ispirazione, passando dal blues acustico al funk più possente. Paul Butterfield Blues Band - Keep on moving, album che Paul Butterfield suonò al Woodstock Festival del '69. Un punto fondamentale del passaggio dal blues nero di Chicago alla nuova linfa portata dai musicisti bianchi.

Cosa vi ispira nel vostro progetto e cosa vi ha spinto a suonare? L'ispirazione principale ci viene dalla peculiarità del nostro approccio al suonare e al creare. Infatti pur avendo una base in comune, vediamo tutti la musica da punti di vista differenti: più rock per alcuni aspetti, più funk per altri, con però un unico collante. Crediamo ne sia uscito un sound che si rifà al vecchio stile di cui parliamo sopra, ma con una punta di genuinità, di freschezza. Siamo convinti che questo spunto originale affiori chiaramente in più di qualcuno dei nostri brani.

Progetti per il futuro?Senza dubbio questo nostro primo album non è per noi un arrivo, ma la tappa di un percorso più lungo. Stiamo già lavorando infatti, alla composizione di nuovi brani originali, cosa che ci regala continuamente stimoli e ci fa crescere molto. Dal punto di vista dei concerti cerchiamo di espandere la nostra musica ed il nostro album il più in largo possibile, cercando anche di partecipare a qualcuno dei festival estivi. Abbiamo poi in progetto di registrare, nel prossimo anno, un disco di soli brani originali in studio.

CatfishTrio

Questonostro primoalbumnon è per noi un arrivo,ma la tappadi un percorso più lungo.Stiamo giàlavorandoinfatti, allacomposizionedi nuovi brani originali,cosa checi regalacontinuamente stimolie ci facresceremolto.

_06 febbraiolive @ enoteca palladioarzignano di vicenza_14 febbraiolive @ bio bartregnago di verona_27 febbraiolive @ osteria s’ciavinarovolpino di verona

29

_pic di Valentina Piccoli

Page 30: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

30 Lo Sguardonumero trentesimo

Figlia.Ogni tanto torno figliae vorrei far volare gli aquiloni.Madre.A volte non so bene dove inizie dove finisca il mio doverci essere.Figlia, a volte ho dimenticato d'esserlo, con la fretta che solo una quindicenne scapestrata poteva avere di crescere. Figlia, quando andavo a cercare papà, perchè non sapevo cosa dovevo fare.Nipote, quando su quelletto d'ospedale ho chiesto"E adesso senza nonno come faccio?".Madre, quando mi son chiesta"E se lui mi odierà da grande per tutte le scelte che ho fatto?"Figlia, che non dimentica un compleanno, ma spesso i “ti voglio bene”.Figlia che non ha mai fatto troppo la figlia e mai fatto troppo la pace.Ed ho ancora paura del buio, a volte.E le giostre mi sembranoricordi lontani.

Le donne, o perlomenoquelle come me, non lo sanno.Non sanno mai cosa pensi,tremano perchè hanno paurae si chiedono semprese rimarranno sole.Hanno paura della solitudine,ma sole sanno stare,chiedono parole d'amoree le rifiutano.Spengono il telefonoe chiudono fuori il mondosolo per farsi cercare,per capire se alla portabusserà qualcuno.Le donne, o almenoquelle come me,hanno una gelosia strana,che lascia spazioa tantissime cosee rimangono ferme ad aspettare.Non si fidano mai,ma ci provano sempre.Le carezze non le cercano mai,solo perchè hanno paurache qualcuno, quel qualcuno,possa smettere di fargliene.Un fiore o un tramonto,le donne come me lo sanno,possono far miracoli.

di sabita e

spos

to

via

paol

o fab

bri 4

3

Ci sono serein cui cerchiuna buona stella,un buon libroo una buonanotte.

““

Page 31: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

31

Via Pedagno 1 a Goito | info 3488063952 | www.dancingschool.itdi Alice Marchi

danza gioco e ginnastica propedeutica 3-5 annidanza classica e moderna a partire da 6 annidanza hip hop a partire da 6 annizumba fitness per grandi e piccinibreak-dance a partire dagli 8 annicorsi di ginnastica posturale e pilatescorsi pre e/o post parto e ginnastica di mantenimento

A.S.D. Dancing School di Goito è pronta ancora una vol-ta a proporre un calendario denso di appuntamenti e novità per questo Duemilaquindici da poco inziato. La Direttrice Artistica Alice Marchi, laureata in Scienze Mo-torie presso l’Università di Pavia, nonostante la giovane età detiene un talento, un’esperienza e competenze tali da essere conosciuta non solo nel territorio della Città sordelliana e, insieme al proprio staff qualificato è in grado di garantire attività utili e appassionanti sia per quanto concerne il fitness, sia per quel che riguarda la danza in ogni sua forma. L’Associazione Sportiva, con sede presso il Circolo Tennis Club nel plesso del Palaz-zetto dello Sport in zona Pedagno, si prefigge l’obiet-tivo di interessare e coinvolgere chiunque senza alcun limite d’età nei percorsi delle varie discipline in cui è specializzata, dai tre anni in su ogni pomeriggio dal lunedì al venerdì. Un certo rilievo va dato senza dubbio all’introduzione di Danza Gioco e Ginnastica Propedeu-tica per i piccoli tra i tre e i cinque anni trattandosi di un percorso indispensabile per lo sviluppo psico-motorio e le capacità coordinative durante la crescita del bambino unitamente all’approcio musicale, al ritmo e ai movi-menti richiesti dall’insegnante. Durante tali attività vengono così impostati i cosiddetti “primi passi tecnici” della Danza Classica e, per i più scatenati, dell’Hip-Hop senza scordare quanto tali basi siano utili e costruttive sia per le femminucce che per i maschietti. Corsi di Dan-za Classica e Moderna, Hip-Hop e Break-dance verrano poi ripresentati anche quest’anno partendo dai sei anni d’età insieme a Zumba Fitness per la quale le lezioni saranno a disposizione anche degli adulti desiderosi o bisognosi di mantenersi in forma, allenarsi, smalti-re chilogrammi in eccesso o semplicemente divertirsi in gruppo a ritmo di musica caraibica, texana, araba, country e altre ancora. Ginnastica Posturale e l’ormai

a goito per sentirsi bene e tenersi in formaballo, pilates, ginnastica posturale e l’introduzione della danza-gioco per i bambini

dai 3 ai 5 anni, grazie ad alice marchi nelle aule di dancing school

31

famosissimo Pilates serviranno a ritrovare la giusta po-stura rinforzando, tonificando, scolpendo quelle zone talvolta mutate con il trascorrere del tempo permet-tendo anche a chi soffre di problemi articolari e mu-scolari di trarre beneficio da questo metodo sviluppato nel Novecento dal tedesco Joseph Pilates, appunto. Non meno importanti i Corsi Pre/Post Parto, tenuti da un’ostetrica professionista specializzata che consentirà alle neo mamme di apprendere molte informazioni e insegnamenti indispensabili per se stesse e per i nasci-turi. Ogni nuovo iscritto godrà del vantaggio di poter svolgere una prima lezione in forma completamente gratuita, anche solo per soddisfare la propria curiosità oltre che per testare in prima persona i benefici di tutte

le iniziative proposte e assicurarsi casomai la parteci-pazione allo spettacolo di fine anno in programma la prima settimana del mese di Giugno prossimo a Goi-to. Da non dimenticare, oltre alle numerose possibili-tà offerte presso la struttura goitese da Alice Marchi e lo staff di Dancing School, la costante presenza e l’immancabile impegno del gruppo, dei soci e allievi nel panorama sociale attraverso sensibili azioni di vo-lontariato a favore di ragazzi diversamente abili ospiti de “La Stazione Onlus” di Castellucchio con cui è atti-vissima la collaborazione relativamente ad esibizioni, eventi benefici, culturali e di danza. Per qualsiasi infor-mazione è possibile contattare la Direzione al numero 348.8063952 o visitare il sito www.dancingschool.it

a cura di marco stoppa, davide reggiani, vera mascoli

Page 32: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

32 Lo Sguardonumero trentesimo

volley goitese e il trofeo citta di mantovai campionati in preparazione del torneo cittadino e formazioni giovanili inserite nei

mini-gironi di competenza. grandi aspettative per mister stoppa e le sue atlete

32

Buon anno e bentornati allo spazio de Lo Sguardo dedicato alla pallavolo goitese. Iniziamo questo nuo-vo appuntamento riportando una notizia positiva: la prima vittoria della formazione di Prima Divisione, arrivata alla terza giornata del girone di ritorno con-tro la Pallavolo Volta. Si è trattato di uno scontro fra squadre estremamente giovani che hanno dato luogo ad una gara di cinque tiratissimi set conclusasi, come detto, con la vittoria delle nostre ragazze. La nostra formazione aveva sfiorato il colpaccio portandosi in vantaggio per due set a zero, subendo poi la rimonta del Volta ma aggiudicandosi in modo abbastanza netto il tie-break risolutivo. Ci sono stati momenti nei quali il match è stato davvero vibrante, ed il numeroso pubbli-co presente al Palazzetto di via Pedagno ha potuto go-dere di azioni di gioco particolarmente entusiasmanti. Speriamo di rivedere vincenti le nostre ragazze anche nei rimanenti incontri casalinghi, ovvero contro il quasi proibitivo Medole e contro Stradella. Anche l’Under18 ha iniziato nel migliore dei modi il girone di ritorno, incamerando sette dei nove punti a disposizione. Una stranezza: le nostre under hanno vinto entrambe le gare esterne, mentre la partita casalinga le ha viste soccombere per tre set a due. Molto convincente in par-ticolare la vittoria per tre a zero contro la Pol. Riva, a Suzzara, dove il gruppo si è espresso veramente bene cancellando la sconfitta per tre a due che le suzzaresi avevano inflitto alle nostre nel girone d’andata. Sono fermi al momento i campionati Under16 e Under14, per i quali si sta preparando la novità del “Trofeo Città di Mantova”, torneo a piccoli raggruppamenti di squadre che farà da apripista alla seconda fase della stagione. Le nostre due formazioni giovanili sono state inserite nei mini-gironi di competenza: Volta e Castiglione sa-ranno le avversarie dell’Under14, mentre Piubeghese e Remo Mori se la vedranno con la nostra Under16. Ma per entrambe le squadre bisognerà aspettare febbra-io prima di poter rivedere le nostre ragazze in azione

S.S. Goitese 357 GOITO Tel: 0376 688397Cel: 338 [email protected]

MARCHI GOMME

sul campo. Continua invece l’avventura nelle selezioni Under14 per Abigail Ekuban: prossimo appuntamento domenica 25/1 a Porto Mantovano. Prosegue anche il campionato Under13, nel quale mancano tre turni per il termine della prima fase. Il girone di ritorno ha visto le nostre giovani atlete uscire sconfitte in entrambi i match contro Remo Mori e Porto, risultati che però al momento non pregiudicano il quarto posto finora ac-quisito. Attenzione però al ritorno del Castiglione, che potrebbe tentare l’aggancio ed il soprasso proprio nelle ultime gare ancora da giocare; in quest’ottica rischia di rivelarsi decisiva l’ultima partita, che le nostre saranno costrette a giocare in trasferta proprio a Castiglione. Entusiasmo dal gruppo del Minivolley dopo l’avventura a Viadana, il 21 dicembre: una bella mattinata di sport seguita il pomeriggio dalla festa natalizia nella piazza

del comune, alla quale il Goito Volley ha partecipato attivamente con i suoi allenatori che hanno distribuito bibite e dolciumi in un gazebo adibito per l’occasione. Confermata per la mattinata di domenica 22 marzo la tappa minivolley della “Perfetto Cup” a Goito, manife-stazione che l’anno scorso aveva avuto grande successo di partecipazione e pubblico. Prosegue infine il lavoro del gruppo “mamyvolley”, che nei prossimi giorni sarà chiamato ad una serie di amichevoli con le squadre gio-vanili (a partire dall’Under14) per verificare sul campo quali miglioramenti siano stati fatti dall’inizio dell’at-tività. Terminiamo ricordando la pagina Facebook de-dicata al “Goito Volley” e, soprattutto, il sito internet www.goitovolley.it dove come sempre potrete trovare foto, calendari e risultati. Vi aspetto numerosi a tifare le nostre ragazze al palazzetto di via Pedagno!

Page 33: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

3333

IMPRESA EDILEGANDELLINI RINO & FIGLIO snc

costruzione e vendita appartamenti e bifamiliariristrutturazioni e manutenzioni civili e industriali

movimentazione e scavi terra in genereservizio gru

Via Pellegrino Caso 10 a Cerlongo di Goito MN Tel e Fax 0376.607495 • Mobile 347.8052512Email [email protected]

Impresa-Edile-Gandellini-RinoFiglio

Oggi nella nostra Provincia solo il CSI organizza compe-tizioni così complesse e con numeri elevatissimi di atle-ti. E lo fa pure in modo perfetto! A Marmirolo Domenica 25 gennaio si è svolta la finale del 2° Torneo dei Gonza-ga, competizione valida per il Campionato provinciale CSI di Karate, Taekwondo e Kobudo. Un palasport al limite del contenimento di atleti e pubblico. Tribune gremite e 320 atleti in pista sugli 8 tatami di gara. 50 tra giudici e arbitri hanno condotto in modo impeccabi-le le molte competizioni e le diverse specialità di gara: Kata individuale, kata a coppie, kata a squadre, kata a coppie integrtao, kata disabili, forme di taekwondo (po-omsae), poi il Kihon ippon kumite, il Ju ippon kumite e il Ju kumite. Predisposte due pedani con tatami per i combattimenti che si sono susseguiti ininterrottamente fino alle ore 13.00. ma nonostante gli elevati numeri di gara le operazioni si sono concluse comunque nei tempi previsti. Alle 14.00 tutte le competizioni erano già finite grazie anche all’insostituibile direttore di gara Daniela Braglia che ha portato avanti i programmi in modo per-fetto. Nonostante lo zampino dell’influenza che ha de-cimato veramente atleti e giudici, il palasport gremito ha confermato non solo la grande passione degli atleti e genitori, ma anche la validità della formula e dell’or-ganizzazione CSI. il M° Davide Reggiani coordinatore

e ideatore del Torneo dei Gonzaga giunto alla seconda edizione, ha coinvolto Società non solo CSI ma anche di altri Enti e Federazioni; ma i confini di questo provinciale sono andati ben al di là della Provincia di Mantova: atle-ti sono giunti da Fano in provincia di Pesaro, da Vicenza, da Sondrio in Valtellina, da Genova, dalle vicine Reggio Emilia, Modena e Verona, da Brescia ma anche da Luga-no in Svizzera! Ora è tempo di conteggi e classifiche che daranno l’accesso alle fasi regionali e nazionali del Gran Premio nazionale di karate CSI che si svolgerà i primi di maggio a Lignano Sabbiadoro. Le premiazioni finali del Torneo si sono poi effettuate sul podio con la distinzione del 1° classificato assoluto tra tute le società presenti e dei primi 4 classificati del Campionato Provinciale CSI. A premiare l’Assessore allo Sport del Comune di Marmirolo Anna Zorzella, Ente patrocinatore della manifestazione. Veniamo alla classifica generale: Il Torneo viene vinto da Karatemantova . seguono 2° Truzzi Karate Roncofer-raro, 3° Karate Viadana, 4° Polisportiva Cerro, 5° Karate Team Porto 1999, 6° Jesus Academia 2, 7° Shin tai Ryu Do Akkademy fitness, 8° a pari merito Cerchio Rosso e Okinawa Karate Sondrio, 9° Shito Sporting Club Novella-ra, 10° Tornado Karate Suzzara, 11°Karate Club Sabrina Sustinente, 12° Leoni Karate Team, 13° Ukigumo Man-tova, 14°WAKAM Genova, 15° Sporting Karate Reggiolo,

16° Karate Pregassona Lugano, 17° Junshokan Nogarole Rocca, 18° AKV, 19° Dojo del Guerriero. Nel Taekwondo 1° Shin Tai Ryu Do akkademy Fitness e 2° Centro Sortivo Calcinelli di Fano. Ben 21 le società partecipanti e 320 atleti nella seconda prova che sommati a quelli della prima assenti per malattia arriviamo ad oltre 500 atleti. Ora sguardo a nuove strutture più grandi per ospitare questo evento in continua ascesa e crescita.

torneo dei gonzaga:

trionfo!

domenica 25 gennaio successo

per la seconda finale karate, taekwondo e kobudo a

marmirolo

tempo di conteggi e

classifiche che daranno

l’accesso alle fasi

regionali e nazionali del

Gran Premio nazionale

di karate CSI a Lignano

Sabbiadoro

Page 34: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

34 Lo Sguardonumero trentesimo

flamg

Per le adozioni e per le richieste di aiuto i numeri telefonici sono i seguenti: 347/9339927 – 347/7587816 se non richiamiamo subito è perché siamo oberate di lavoroe siamo in poche quindi preghiamo le persone di mandarci un sms o ancora meglio utilizzare la casella di posta elettronica: [email protected]

Isidoro è un gattino di 7 mesi che si è perso a Porto Mantovano in via Biagi, zona Cà Rossa domenica 25 gennaio alla sera. Chiediamo a chi abita nella zona di controllare cantine e garage. Chi avesse notizie chiami Debora al numero 3334019554.

in amichevole collaborazione conSguardi con la coda

Trovato a Eremo intorno al 25/01. Buono e ben curato. Probabilmente di proprietà. Qualcuno lo ha perso? E’ un micio molto affettuoso e intelligente. Si vede che é un gatto abituato a stare in casa. Per info Raffaele 3351098483.

Questa è Priscilla ed è scomparsa il giorno 17/01 in zona Serraglio Buscol-do (Mn). Chiunque l’avvistasse contatti Associazione Gattorandagio Onlus 347 7587816 - 347 9339927.

Vorrei segnalare il ritrovamento di questa gattina a Suzzara (MN) fine dicembre/inizio gennaio circa. Pensiamo si sia persa, se qualcuno la ri-conoscesse può scrivere direttamente alla pagina FB: I Gatti del Paese di Peppone e Don Camillo.

Zorba non è stata ancora trovata. Persa a Villaggio Eremo (curtatone). Se la vedi puoi telefonarci allo 0376 269482 oppure a Gattorandagio Onlus 347/7587816 - 347/9339927.

Chicca si è smarrita in zona Villimpenta. Chiunque avesse notizie con-tatti i numeri 346/3939956, 347/9339927 oppure 348/0438317.

Ritrovatie scomparsi

Page 35: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

Lo Sguardonumero trentesimo

35

Canile San Lorenzo di PegognagaVia Provinciale Est 15 • tel 0376 558704 • mobile 349 355 2499 • www.canilesanlorenzo.it

Nel 1994 nasce il canile San Lorenzo ad opera della famiglia Giovannini. Il canile Intercomunale San Lorenzo è una struttura di accoglienza per i cani randagi recuperati nei Comuni di: BORGOFORTE • FELONICA • GONZAGA • MOGLIA • MOTTEGGIANA • PEGOGNAGA • QUISTELLO •SAN BENEDETTO PO • SAN GIACOMO DELLE SEGNATE • SAN GIOVANNI DEL DOSSO • SCHIVENOGLIA • SUZZARA • VIADANA • VILLA POMA. All'interno del Canile operano i volontari della LAV sede di Mantova, che si occupano della socializzazione, sgambatura, adozioni e controlli post affido dei cani ospiti | [email protected]

Pascal | Un cane eccezionale, dolce e riser-vato... che sboccia come un fiore non appena gli dai la giusta confidenza. Questo è il ricordo di oggi, quando siamo stati nel suo box, lui è dolce così come lo vedete, così come i suoi occhi trasmettono. Pascal è uno di quei cani invisibili, perchè spesso rimane nascosto in cuccia e quindi chi passa non lo vede. Devi chiamarlo e allora la sua gioia arriva prima di lui. Pascal è un maschio di taglia media, nato nel 2009. Non fatelo vivere ancora in canile, nessun cane dovrebbe viverci... e Pascal veramente ha bisogno di una casa, una famiglia, di un amore a lui dedicato! Sceglietelo, non sbaglierete! Avrete lealtà e dedizione fino a che morte non vi separi... Volontari LAV Paola 339-8864392.

Lucky | Tra i cani piu’ anziani del ca-nile, è nato nel 1996! Per lui non chie-diamo molto, solo un po’ di tranquillità e di pace per il tempo che gli sarà anco-ra concesso. Per lui non è mai arrivata nessuna richiesta e intanto la sua vita è passata li..chiuso in un box. E’ una taglia medio piccola, è affettuoso e sa andare al guinzaglio....A Lucky servirebbe ve-ramente poco per essere felice...Vuoi essere tu ad aprire la sua gabbia e a dare finalmente un senso alla sua vita? Lucky saprà ricompensarti come solo un cane anziano puo’ fare! Volontari LAV Paola 339/8864392.

Lara | Ha un carattere speciale, dolce e affettuoso. Eppure qualcuno ha deciso di dimenticarsi di lei e di abbandonarla. Lara da alcuni mesi è al canile e non ha ancora perso la sua dolcezza e fiducia nelle per-sone. Taglia medio piccola, nata nel 2007, pelo raso, sterilizzata. Educata al guinza-glio, socievole e sociale con tutti. Il suo desiderio per Natale? Una cuccia morbida vicino al divano e un agnolino nella pap-pa il giorno di Natale. Cerchiamo chi potrà realizzare il suo sogno! Potresti essere tu? Noi volontari ti stiamo aspettando per farle il regalo più bello: un’adozione! Contattaci allo 339/8864392

Miky | È invecchiato molto in questi anni. Ha “solo” 10 anni, ma la vita di canile lo ha reso stanco. Non ha perso la sua simpatia, voglia di vivere e bontà. Come tutti i cani si merita una casa ed una famiglia che gli de-dichi attenzioni, coccole e affetto... che lui saprebbe gradire e ricambiare! Sociale e so-cievole, sia con i propri simili che con le per-sone. Ottima compagnia per i più piccoli, per le persone anziane e per famiglie tranquille. Vederlo sfiorire in canile è un dolore troppo grande. Venite a conoscere Miky, chiamateci e vi permetteremo di trovare il vostro mi-glior amico! Per adozioni volontari LAV Paola 339/8864392

S.S. Goitese 3 a Goito • Tel 0376604171precisione moda e qualità al servizio di tutti

di Marani Sergio & C. snc

ferro battuto carpenteria inox COSTRUZIONI E RIPARAZIONI IN FERRO ED INOX

Via F. A. Mori, 45 Località Sacca - 46044 GOITO MNtel. 0376 60181 fax 0376 689733 www.flamg.it - [email protected]

flamg

Page 36: Lo Sguardo | Il Numero Trentesimo

libertéégalité

fraternité