Lo Sciamanesimo Come Percorso Di Crescita

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  • Universit degli Studi di Firenze

    Facolt di Scienze della Formazione

    Corso di laurea in Scienze dellEducazione

    LO SCIAMANESIMO COME PERCORSO DI CRESCITA PERSONALE Aspetti formativi di questo tipo di educazione alla vita prendendo in considerazione principalmente le opere di Carlos Castaneda e la mia esperienza personale con Carlos Diaz e Juan Ruiz

    Relatore:

    Prof. Antonio Sbis

    Tesi di Laurea Dott. Stefano Sottile

    Anno Accademico 2002-2003

  • INDICE

    INTRODUZIONE

    CAPITOLO PRIMO:

    Il perch dello sciamanesimo.

    Suo inquadramento storico

    CAPITOLO SECONDO:

    Chi uno sciamano? Ulteriori tentativi di

    precisazione e definizione anche a livello scientifico

    CAPITOLO TERZO:

    Lo sciamano e lapprendista-sciamano,

    il rapporto maestro-discepolo

    visto come rapporto di mentorato

    CAPITOLO QUARTO:

    Il caso Carlos Castaneda

    CAPITOLO QUINTO: La via del Guerriero o larte del Guerriero

  • CAPITOLO SESTO:

    La spiritualit Tolteca:

    Vedere lEnergia, larte del Sognare e lIntento

    CAPITOLO SETTIMO:

    La mia esperienza personale

    con Carlos Diaz e Juan Ruiz

    LA COSMOVISIONE DELLO SCIAMANO

    LENERGIA DELLUNIVERSO

    CONCLUSIONI

    BIBLIOGRAFIA

    INTRODUZIONE

    Lintento di questa tesi quello di presentare il valore formativo del

    rapporto che si instaura e sviluppa tra insegnante e apprendista, maestro

    e discepolo, nellambito del percorso spirituale che contempla quegli

    insegnamenti che vanno sotto il nome di sciamanesimo. Mostro questo

    tipo di metodologia educativa, che intendo valutare come vitale,

    facendo particolarmente attenzione alla tradizione dei Nativi delle

  • Americhe e quindi allambito antropologico-esoterico1 in cui si pu

    rintracciare il caso Carlos Castaneda. A questo proposito cerco di far

    notare come allinterno di altre tradizioni, quali per esempio quella Ind,

    ci siano degli specifici punti in comune su questo tema spirituale che

    riguarda un insegnamento sciamanico. Supportato da questi elementi,

    quello che tento di mostrare laspetto consapevole di uno stile

    educativo che tiene in considerazione, proprio in base alla tipologia di

    rapporto di mentorato, non solo i valori umani di un autentico

    incontrarsi e confrontarsi tra persone, ma anche e soprattutto i valori pi

    generalmente spirituali che grazie a questi rapporti genuini si risvegliano

    nei riguardi della terra e del cosmo. Tento cio di illustrare come

    litinerario formativo che questa relazione implica, si sviluppi

    nellapprendimento di capacit tali da renderci pi coscienti verso il

    modo di vivere la nostra vita a contatto con tutto ci che ci circonda.

    Ci che qui presento in effetti pu trovare la sua sintesi in questa frase:

    Educazione alla Vita2, dove i due termini cos accomunati assumono

    1 Utilizzo il termine esoterico nel suo senso etimologico di rivolgersi allinterno,

    visto che far notare come la vicenda di questautore reca in s dei principi educativi

    e spirituali che si possono rintracciare in correnti di pensiero e spirituali di diverse

    epoche e parti del mondo; fatto sta che menzioner, fra laltro, quei procedimenti

    che portano alla conoscenza di s stessi, appunto, utilizzando losservazione di s

    come indagine interiore. 2 Quale saggio Ind interessato al comprendere i processi insiti nel vivere e

    nellapprendere da essa, Jiddu Krishnamurti scrive: Sai cosa significa imparare?

    Quando impari veramente, impari dalla vita; non c un insegnante particolare da cui

    imparare. Tutto ti di insegnamento: una foglia morta, un uccello in volo, un

    profumo, una lacrima, il ricco e il povero, coloro che piangono, il sorriso di una

    donna, lalterigia di un uomo. Impari da ogni cosa, quindi non hai bisogno di guide

    spirituali, di filosofi, di guru. La vita stessa ti maestra, e tu sei in uno stato di

  • valenza formativa per il fatto che, daccordo col pensiero di uno dei pi

    noti pedagogisti contemporanei3, il processo del vivere in se stesso

    crescita, unevoluzione continua che dura tanto quanto larco stesso della

    vita. Scrive J.Dewey: Poich vita significa crescenza, una creatura

    vivente vive altrettanto effettivamente in uno stadio come in un altro,

    con la stessa pienezza intrinseca e le stesse assolute esigenze. Ne

    consegue che educazione vuol dire procurare di fornire le condizioni che

    assicurino la crescenza o ladeguatezza della vita, indipendentemente

    dalla et. Ma lautore intravede anche la questione del riconoscere, da

    parte delleducazione, quanto di immediatamente e naturalmente

    educativo ci sia nel fatto stesso di esser qui, di star vivendo. Cos facendo

    introduce anche largomento dellequilibrio fra quei lati dellessere che

    giocano un ruolo proprio nel rapporto di mentorato che si stabilisce in

    un percorso formativo di crescita: il discepolo immaturo che deve andare

    a formarsi dallinsegnante maturo ed esperto. Tale argomento avr modo

    costante apprendimento Krishnamurti, La ricerca della felicit , Biblioteca Universale

    Rizzoli, Milano, 2001, p.255.

    Mi piace a questo proposito citare anche una frase di un famoso poeta che aveva a

    cuore egli stesso tali temi: Educare non significa riempire un secchio, ma accendere

    un fuoco (William Butler Yeats): (http://www.armand.it/rubriche/citazioni.htm) 3 Rilevante come nesso con la nota precedente anche questa frase dello stesso

    J.Dewey che sto per citare: Se abbandoniamo il tentativo di definire limmaturit per

    mezzo di paragoni fissi con quanto hanno conseguito gli adulti, siamo obbligati a

    rinunziare al pensiero che essa denoti assenza di tratti desiderabili. Se abbandoniamo

    questa idea, siamo anche obbligati a rinunziare alla nostra abitudine di pensare

    allistruzione come a un metodo che colma questa mancanza, versando le conoscenze

    in un vuoto mentale e morale che attenda di essere riempito J Dewey, Democrazia e

    Educazione, La Nuova Italia Editrice, Firenze, 1961, pp.69-70.

  • di trattarlo in seguito esaurientemente, intanto si legge in Dewey che

    guardiamo dapprima con impazienza allimmaturit, considerandola

    qualcosa che deve essere sorpassata al pi presto. Poi ladulto formato da

    questi metodi educativi con rimpianto impaziente rivolge lo sguardo

    allinfanzia e alla giovent, come a una scena di occasioni mancate e di

    poteri sprecati. Questa situazione ironica perdurer fino a che non si

    riconoscer che la vita ha la sua intrinseca qualit e che il problema

    delleducazione riguarda questa qualit4.

    Personalmente con Educazione alla Vita intendo un attuare che pu

    permettere una migliore gestione del nostro fare quotidiano in una

    maniera al tempo stesso pi spirituale e naturale. Una conseguenza che

    risulta dallagire con queste modalit, e che qui verr evidenziata, il

    fatto che tale stile di vita creativo, esplorativo, sempre in evoluzione, che

    si autocostituisce e costruisce, spesso entra in conflitto con le

    consuetudini, con gli schemi comportamentali imposti dagli usi-e-

    costumi di una societ basata su un potere politico ed economico che si

    conforma alle leggi della competizione, del profitto, e degli interessi

    egoici. Il tutto sar suffragato dalle pi recenti ricerche scientifiche

    sullargomento sciamanesimo, e ci servir anche da corroborante in

    quanto attuali scienziati nel campo della psiche e della fisica sono essi

    stessi coinvolti in sperimentazioni spirituali di questo tipo.

    4 Ivi, p.70 (passim) e per quanto riguarda il rapporto tra vita e crescenza scrive

    lautore: Adoperiamo la parola "vita" per denotare l'intero ambito dell'esperienza

    individuale e razziale. La continuit di qualsiasi esperienza attraverso il rinnovamento

    del gruppo sociale un fatto da prendersi letteralmente. L'educazione, nel suo senso

    pi vasto, il mezzo di questa continuit sociale della vita. Lo stesso processo di

    vivere insieme educa. esso allarga e illumina l'esperienza ivi, p.2 e p.8.

  • Da un altro punto di vista, come fondamento della mia argomentazione

    ho preso in considerazione le opere del famoso antropologo Carlos

    Castaneda perch hanno avuto in me una risonanza tale da farmi sentire

    in sintonia con i principi e i valori di unaltra cultura; non solo, ma

    aiutandomi a mettere in discussione, aiutandomi a lavorare su me stesso,

    mi hanno fatto scoprire nuove dimensioni del rapportarsi allesistenza.

    Ancora posso dire come nello scandagliare in profondit le vicende di

    Carlos Castaneda mi sono reso conto che tutto il suo lavoro a contatto

    con una realt di tipo sciamanico presenta una notevole attinenza con

    quello che si propongono le persone con le quali svolgo un cammino di

    formazione personale, vedasi lo stesso Carlos Diaz5 e Juan Ruiz6. Ma

    5 Carlos diaz nato a Tepoztlan, in Messico, il 15 Aprile del 1958. Egli, oltre a essere

    fotografo, un membro del Consiglio degli Anziani maya che vivono in Tepoztlan e

    nelle foreste tra cui la selva Lacandona. Si occupa del Despertar la Conciencia

    (risveglio della coscienza) e conseguentemente della salvaguardia dellecosistema

    mondiale prendendo come riferimento suddette foreste, le quali sono habitat naturale

    oltre che di specie botaniche uniche e primordiali, di villaggi dove nativi e reperti

    archeologici sono tuttora soggetti di studi antropologici che potrebbero revisionare le

    nostre conoscenze storiche su quella zona del mondo. Carlos tiene conferenze e

    incontri in Italia da molti anni e le sue esperienze con fenomeni luminosi che

    appaiono di frequente a Tepoztlan sono oggetto di studio da parte di premi Nobel e

    premi Pulitzer. 6 Juan Ruiz nato l11 dicembre del 1956 a Cuzco, in Per. Egli psicologo

    transpersonale esperto nella respirazione Olotropica. un membro della comunit

    Inca dei Qeros e appoggia il Dalai Lama nel suo lavoro per la pace e larmonia tra i

    popoli. Il suo messaggio sciamanica, anchesso rivolto verso i valori della coscienza,

    improntato sullAutodescubrimiento (Autoscoperta) dei livelli di coscienza sulla

    base del recupero di quello sciamanesimo essenziale che si praticava in tempi

    antichissimi e di cui si perso o travisato il senso. Egli uno dei pochi riconosciuti

    esperti nellutilizzo (e quindi nei chiarimenti di tipo psicoterapeutico-medico) delle

  • questo stato un riscontro a posteriori, perch le mie letture di tutto il

    caso Carlos Castaneda sono venute prima di una mia decisione di

    familiarizzarmi con un percorso, come dire, alternativo rispetto alle

    norme educativo-religiose proposte nella nostra parte di mondo; per

    tanto posso dire che lapertura che ho avuto grazie al fascino di quei libri

    dovuta anche all aver trovato in loro delle conferme, che hanno agito

    da convalida verso certe sensazioni con le quali ho sempre convissuto.

    Mi riferisco in particolar modo al fatto di avvertire che qualcosa stato

    mal interpretato, e alla peggio manipolato, nei metodi educativo-

    formativi che fino a poco tempo fa ci venivano imposti dalla nostra

    cultura occidentale. Posso dire che una fortuna per me laver avuto

    lopportunit di conoscere il messaggio di persone che hanno compiuto

    un lavoro su se stessi, guidati da chi aveva una grande esperienza nel

    campo spirituale. Decisamente posso chiamarla fortuna perch coloro

    coi quali sono in contatto, realmente ci ripresentano (anche

    revisionando e ridimensionando gli stessi principi Castanediani) una

    fonte originaria di insegnamenti da cui attingere per vivere in sintonia

    con la natura, per comprendere meglio le dinamiche dei rapporti

    educativi, non solo fra esseri umani, ma soprattutto fra gli esseri umani e

    lUniverso tutto.

    Una delle conseguenze del porsi in relazione nei modi appena detti,

    infatti laprirsi di un campo di indagine sullinteriore e lesteriore di noi

    stessi, che pu rivelare e chiarire alcuni fra gli interrogativi che la mente

    umana sempre si pone. Innanzitutto, da quanto finora detto, emerge un

    qualcosa che pu aiutare a farci prendere coscienza del fatto che una

    piante sacre quali l Ayahuasca.. Carlos Diaz e Juan Ruiz collaborano entrambi

    appoggiandosi nel loro lavoro e con la loro hermandura (fratellanza), la loro

    amicizia, verso gruppi interessati ai loro messaggi quali quello cui appartengo.

  • matrice culturale di fondo accomuna tutte le tradizioni, e questo ci d la

    possibilit di poter affrontare anche le odierne questioni sulle divisioni e

    crisi mondiali da un interessante punto di vista.

    Se infatti facciamo attenzione a quella che la nostra esistenza nel

    presente, potremmo notare come le inquietudini e i disagi cui dobbiamo

    far fronte si siano prodotti proprio a causa di insegnamenti che non

    sono stati valorizzati e mantenuti autentici nel tempo e allinterno delle

    varie culture, bens occultati sennon quando rovesciati nel loro senso.

    in questo quadro di taglio pedagogico, storico e antropologico-

    etnografico che vorrei riunire i principi educativi del sistema formativo

    degli antichi toltechi e poi compararne i nessi con altri e inevitabilmente

    anche col nostro sistema formativo, che nei tempi e fino ad oggi stato

    la nostra metodologia di insegnare a crescere.

    Questo proposito non lontano da un tema che principale nellambito

    antropologico-sociale, il fatto di far riemergere un certo tipo di indagini

    etnografiche e di studi sulle antiche tecniche e discipline formative

    interculturali per presentare una sorta di critica culturale7.

    In questo caso, chiaro che la critica verte soprattutto sullo stile

    educativo dei nostri tempi, dimentico delle sue stesse forme originali da

    cui nacque, tale da apparire ora come una specie di figlio degenere,

    lasciato crescere con poco rispetto nei riguardi delle premure che

    inizialmente gli erano donate. Lindagine allora si concentra anche su

    7 Nella visione di Marcus e Fisher gli scopi su cui stata fondata la moderna

    antropologia sarebbero questi: offrire una critica della nostra societ degna di

    particolare interesse; illuminarci su inesplorate potenzialit delluomo; generare la

    consapevolezza che il nostro modello solo uno fra i tanti Marcus E. G. Fisher J.

    M., Antropologia come critica culturale, Meltemi, Roma, 1999, p.32.

  • questo punto: rintracciare coloro i quali furono fra i primi

    somministratori di queste attenzioni, i primi mentori, ai cui principi ci si

    affidava non certo ciecamente, ma consapevoli di poter trovare nei loro

    metodi degli appoggi concreti, i quali sfociassero soprattutto in risultati

    sostanziali8. Pertanto, talvolta far dei paralleli tra il pensiero degli

    individui che prendo in esame nellambito del sapere sciamanico, con

    altri autori e personalit vicini alle nostra tradizioni, per evidenziare i

    nessi interculturali riguardo una tipologia di principi filosofici ed

    educativi che sembrerebbero attinenti solo e soltanto ad una spiritualit

    esotica9, nativa.

    8 Negli anni Venti e Trenta lantropologia elabor un paradigma etnografico che

    implic una spietata critica della civilt occidentale nella sua forma capitalistica. Lidea

    era che in Occidente abbiamo perso quello che la cultura altra ancora possiede e che

    possiamo apprendere lezioni morali e pratiche fondamentali dalle rappresentazioni

    etnografiche. Letnografia avanzava tre tipi di critiche: gli uomini primitivi 1) hanno

    conservato un rispetto per la natura che noi abbiamo perso (leden ecologico): 2)

    hanno condiviso un modello di vita appagante, rispettoso dellindividualit e

    dellintimit, mentre noi labbiamo perduto (lesperienza comunitaria); 3) hanno

    conservato un senso della spiritualit della vita quotidiana, che noi non abbiamo pi

    (la visione spirituale) ivi, p.224.

    9 Lantropologia non una collezione dellesotico, bens luso della ricchezza

    culturale per una riflessione e la crescita del s. Realizzare questo obbiettivo, in

    questo nostro mondo in cui si sviluppa linterdipendenza fra le diverse societ e la

    mutua consapevolezza tra le culture, richiede nuove sensibilit e nuove forme di

    scrittura ivi, p.32-33.

  • CAPITOLO PRIMO:

    Il perch dello sciamanesimo. Suo inquadramento storico

    Essendo qui impossibile render conto di tutte le implicazioni possibili

    sulla sua comprensione, cos come di una cronologia esatta della

    presenza di questo fenomeno sul pianeta, mi limito a dei cenni generali

    per quanto riguarda sia un inquadramento storico, sia una breve

    panoramica delle cause della sua origine. Mi attengo a questa falsariga

  • anche per circoscrivere le argomentazioni sullo sciamanesimo ad un suo

    filone che qui tratto pi nello specifico: quello amerindio.

    Per individuare le origini di un fenomeno quale quello dello

    sciamanesimo bisogna prendere in considerazione molti studi derivanti

    da svariate branche della scienza. comunque basilare dare un primo

    sguardo al campo dellarcheologia in quanto in essa convergono

    specifiche modalit di indagine che tuttoggi si stanno rivelando preziose

    per largomento in esame. In effetti, la stessa presenza concreta di reperti

    o documenti di vario genere rappresenta una testimonianza che

    patrimonio universale e alla portata di chi abbia un adeguata istruzione.

    Le recenti ricerche sono oggi in grado di poter presentare agli occhi di

    tutti, alcuni risultati di studi comparati che rivelano degli avvenimenti e

    dei fatti sui quali non c pi bisogno di indagare non gi a livello

    filosofico quanto speculativo. importante dunque che i vari rami del

    sapere stiano stringendo sempre pi alleanza per mirare ad un obbiettivo

    comune, venga esso chiamato verit storica od ontologica. Alla luce di

    quanto detto lo sciamanesimo sembra esser gi radicato nel periodo

    paleolitico, ovvero almeno centomila anni fa. Le prove di ci sono da

    rinvenire nelle scene di vicende umane rappresentate dalle raffigurazioni

    pittoriche e scultoree dei cosiddetti primitivi. Se insieme a questa

    repertologia, prendiamo in considerazione anche quella architettonica, ci

    si accorge che emerge come un corpus unico di dati, si nota infatti che

    quegli uomini intesero concretizzare nella forma di manufatti, in maniera

    omogenea, il loro modo di intendere il vivere; ossia dipingevano nel

    solito luogo in cui lasciavano tracce scultoree e monumentali, medesimo

    luogo in cui trascorrevano la loro vita quotidiana. Voglio dire che, per

    esempio, una pittura rupestre di tipo religioso era inevitabilmente legata

    ad una seguente pittura di una scena di caccia, e queste formavano un

  • tutto unico con le pareti di roccia magari intagliate in modo votivo e

    contemporaneamente utilizzate come riparo domestico. Non a caso ho

    posto in codesta successione i graffiti che eseguivano, perch si vedr

    che era proprio una propiziazione spirituale il motore che deliberava il

    momento e il modo giusto, che spingeva con umile sicurezza e

    spontaneit quegli uomini a procurarsi il cibo per sopravvivere.

    Quanto detto pu farci comprendere come il fenomeno sciamanico

    permette di intendere alcune delle prime forme di manifestazione del

    sacro, difatti tali raffigurazioni, e potremmo citare anche quelle di ibridi

    antropo-zoomorfi, esseri piumati, figure con attributi particolari,

    specialmente quelle provenienti dai contesti di natura rituale o cultuale

    come le grotte, rivelano in certe comunit paleo-neolitiche il possesso di

    un apparato simbolico e cerimoniale che ha a che fare con uno stile di

    vita improntato sulla sacralit.

    Posso fare anche altri esempi, i quali ben inquadrano il fenomeno della

    gestione degli spazi e dei modi di vita in un ambito spirituale di

    comunicazione fra i vari livelli dellesistenza; come dire che in quel

    tempo era sacralmente riconosciuta e radicata la sensazione di continuit

    fra la vita e la morte, un sentire che rendeva coscienti e rispettosi verso

    questi due mondi che erano proprio come due facce di una stessa

    medaglia, due parti, due ambienti diversi di un tutto unico. Si pu

    prendere perci in considerazione una delle varie prove di iniziazione

    sciamanica nota come lo smembramento del corpo10; ebbene questa

    10 A tale riguardo Mircea Eliade, investigatore rumeno che realizz la prima sintesi

    sullargomento sciamanismo, scrive che ci troviamo di fronte ad esperienze estatiche

    di struttura iniziatica: una morte simbolica seguita da un rinnovamento degli organi

    e dalla resurrezione delliniziando. La riduzione a scheletro e la capacit di vedere se

    stesso come uno scheletro stanno ad indicare il superamento della condizione umana

  • tecnica iniziatica si ritrova curiosamente raffigurata sotto forma di scene

    in ceramiche e pitture di et paleo-neolitica, dove appunto alcuni esseri

    antropomorfi sono stati cos intenzionalmente rappresentati: o privi del

    capo o inspiegabilmente mancanti di alcune parti anatomiche.

    notevole il fatto che ogni nuova scoperta scientifica sullargomento sta

    fornendoci delle prove consistenti in merito allo stile di vita primitivo,

    stile che si ritrova analogo in quasi tutte le regioni interessate dal

    fenomeno del propagarsi dei culti ctonii. interessante difatti notare,

    come ci fa presente Eliade, che una siffatta simmetria fra gruppi di

    tecniche mistiche appartenenti a popolazioni arcaiche cos distanti

    spazialmente non priva di significato per quel che riguarda il posto che

    conviene dare allo sciamanismo nella storia generale delle religioni.

    Limportanza che ha la caverna nelliniziazione del medicine-man

    ulteriore convalida di questo carattere di antichit, data la parte di rilievo

    che la caverna sembra aver avuto nelle religioni paleolitiche.

    Daltra parte, caverna e labirinto hanno continuato ad avere una funzione

    di primordine nei riti diniziazione di altre culture arcaiche, luna e laltra

    essendo, infatti, simboli concreti delle vie che conducono allaltro

    mondo11. Il fatto che questo modus vivendi seguisse dei principi

    spirituali in modo del tutto consapevole, si direbbe anche pi

    coscienzioso rispetto a noi, un dato che sta divenendo a poco a poco

    evidente. Tale consapevolezza da vedersi come una genuina fiducia nel

    divino, una fiducia che non si riferisce ad una fede cieca o timorosa

    profana, vale a dire liniziazione o la liberazione M. Eliade, Lo Yoga, Biblioteca

    Universale Rizzoli, Milano, 1999, p.303.

    11 M. Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche dellestasi, Edizioni Mediterranee, Roma, 1983,

    p.72.

  • perch attinente a qualcosa di ignoto-e-superiore, di autoritario, ma

    una riconoscenza e un rispetto nei riguardi di tutto ci che esiste, che al

    contrario permette di fidarsi di ogni cosa che apparentemente sembra

    ignota, incomprensibile, cos irraggiungibile da dovervisi sottomettere

    impotenti e rassegnati.

    Insomma, il quadro che ci si presenta proprio lopposto delle credenze

    che abbiamo verso quei popoli e quindi delle immagini conseguenti che

    solo ci richiamano alla mente selvaggi che si nascondono tremanti dietro

    le rocce per il fragore di un fulmine. Tale era invece la loro concezione e

    il loro vivere il sentimento del divino che riuscivano a integrare, come si

    detto, le esigenze fondamentali dellesistenza in un tutto unico. Di fatto

    il prodotto della loro intelligenza si concretizzava in una modifica

    dellambiente che diveniva un luogo di culto costante con funzioni di

    abitazione-monumento in perfetto rispetto e sintonia con lhabitat

    naturale circostante.

    Di pari passo, mi sembra perci interessante rivedere le tesi che volevano

    questi nostri antenati come infantilmente prodighi ad un animismo

    irrazionale. pur vero che questo esisteva ma sarebbe adesso da

    intendere con questo significato: Ogni realt naturale sacra e ogni

    oggetto animato da uno spirito interiore in comunicazione con il

    Grande Spirito del tutto. Per poter percepire e recepire il potere cos

    insito in ogni cosa, alcuni fra questi antichi uomini possedevano e

    coltivavano delle facolt atte a questo compito. Il modo in cui agivano

    per questo scopo stato da noi visto solo unilateralmente nel senso del

    rito, quasi sempre con una connotazione barbara. Ecco che le fonti

    odierne possono smentire questa ottica inferiorizzante di persone non

    ancora civili, che per acculturarsi devono passare da forme rituali

  • (processi di passaggio dal mondo del simbolico a quello del concreto) per

    comprendere la realt (che invece sarebbe pi logica).

    Certo, il rito esisteva, esiste tuttora e continua ad essere sacro, ma

    proprio per questo da tenere in grande rispetto come modalit originaria

    e creativa (strettamente umana dopotutto) di incontrare se stessi e di

    incontrare ci che vi di se stessi che ancora non si percepisce. Dico

    questo perch il sacro che ogni popolo (non gruppi nomadici, quelli si,

    potevano non essere civili) di allora contattava non mai stato da loro

    interpretato come agente esterno esistente separatamente dalle altre

    forme di vita. E questo potrebbe essere gi un dato rivoluzionario verso

    le informazioni che abbiamo sulle divinit antropomorfe, che leggono

    queste come deus ex machina della salvezza e della sopravvivenza,

    sennon quando come le vere responsabili della distruzione.

    Le figure degli animali o delle piante o di altri elementi naturali dipinte o

    scolpite nei luoghi naturali modificati dalluomo, per esempio, sono quasi

    sempre affiancate dalle figure umane che rappresentano i signori degli

    animali o i signori dei fulmini ecc.; questo per dire che le varie culture

    qui rappresentate, vedevano in esseri umani speciali dei tramiti per poter

    avvertire e sentire il divino in ogni cosa del creato e in ogni attivit

    delluomo in questo. Non solo, la lettura anche a doppio senso, dato

    che queste figure antropomorfe sono anche l umanizzazione (in segno

    di immagine e somiglianza) di un signore del cosmo, artefice dei

    fenomeni su cui luomo pone il suo pensiero riflessivo perch non sa

    spiegarsi solo razionalmente. Lattestazione di questo fatto sta nei

    simboli che traducono proprio il termine divinit rinvenuti insieme a

    queste figure; di pi, la figura stessa talvolta che il simbolo vivente

    (vivente nei pigmenti che colorano la roccia), cosa questa che anche i

    nativi pi anziani possono testimoniare a voce, come fossero degli

  • attendibili interpreti di un linguaggio ormai caduto in disuso ma non

    certo indecifrabile o illogico.

    Sicuramente c stato un periodo dove, sebbene sfumato, si nota un

    passaggio di concezione della realt che denota una cultura improntata

    dapprima pi sulla caccia e raccolta e poi su una forma di vita pi

    tipicamente religiosa. Altrettanto sicuramente una tale forma di culto ha

    subito una mutazione verso una comprensione pi monoteista della

    divinit. Il fatto che universalmente la divinit, con la sua

    rappresentazione, comincia ad assumere [mettere date ]e comprendere

    in s gli svariati aspetti della manifestazione naturale del cosmo, e questo,

    in un secondo tempo, proprio per racchiuderli tutti in s. Cio ci si

    avvicina progressivamente allidea di un Dio Cosmico. Come

    nellespressione degli indiani Hopi: Mitakuye Oyasin (Sono tutti miei

    parenti)12, bisogna intravedere qui la manifestazione del principio

    sciamanico: Tutto Uno, principio che attesta la presenza e

    lomnipervasivit della divinit.

    Ecco che si pu meglio capire come un nativo poteva e pu concepire

    che Dio dovunque e, al tempo stesso, non farsi problemi intellettuali a

    vedere un Dio particolare (ma sa benissimo che la stessa forza) che

    risiede in una determinata cosa. Per esempio, un Dio particolare (ecco

    che non mi sembra un errore usare a questo punto la maiuscola dopo

    larticolo indeterminativo) presiede alla nascita e crescita delle erbe pi

    importanti che coprono la terra; questo Dio viene indicato e invocato

    sotto lattributo: Dio di Medicina. Ma un tale Dio non mancante

    12 Wakan Tanka, Tunkashila, unsimala ye, Mitakuye ob wani kta ca lecanum welo.

    (Grande spirito, Creatore, abbi piet di me. F che io possa vivere insieme a tutti i

    miei parenti come una cosa sola. Ecco perch faccio questo) E. Braschi, Vicini alla

    creazione, ideaLibri, Rimini, 2000, p.2.

  • dellaspetto spirituale pi sottile che potrebbe avere, per esempio, il Dio

    delle Stelle; nel senso che, n il primo ha solo competenze, per dire,

    terapeutiche naturali, n il secondo manca di poteri di guarigione che

    utilizzano elementi pi terrestri. Si tratta solamente di vedere in questa

    divinit che sa moltiplicarsi restando uguale un diverso modo di porsi e

    agire a seconda dellelemento che Lui stesso ha creato e verso il quale

    vuole avere premura.

    Per evidenziare meglio questo principio di stretta e vitale

    interdipendenza che accomuna gli uomini agli altri regni naturali,

    interessante citare un passo di un famoso vecchio saggio medicine-man

    della comunit indiana dei Creek, conosciuto come Bear-Heart (Cuore

    dOrso): Mio zio, Orso Jonas, mi ha detto che moltissimi anni fa gli

    uomini potevano parlare con gli animali, tanto erano amici tra di loro.

    Gli animali capivano gli uomini e noi capivamo loro, ma ad un certo

    punto gli uomini furono costretti dalle circostanze a cacciare gli animali

    per nutrirsi. In seguito a questo fatto noi umani iniziammo ad ammalarci.

    Quello che era successo che tutti gli animali, compresi i pesci, si erano

    arrabbiati con noi perch li cacciavamo e per questo motivo noi ci

    ammalavamo del male del cervo e del male del pesce. La nostra gente

    decise di tenere un consiglio riunendo tutti gli esseri a quattro zampe, le

    creature delle acque e quelle che volano nellaria. Facemmo loro delle

    offerte e poi iniziammo a parlare in questo modo: Cari parenti, abbiamo

    grande bisogno di voi per vivere. Quando cacciamo, cerchiamo di

    uccidervi in fretta per non farvi soffrire. Con il passare del tempo i nostri

    corpi giaceranno nella nostra Madre Terra e da loro crescer qualcosa, in

    modo che i nostri parenti animali possano trarre nutrimento. Si verr a

    creare un ciclo, uno scambio per la continuazione di tutte le forme di

    vite. Per questo vi chiediamo di liberare la nostra gente dalla malattia che

  • ci procurate. Gli animali approvarono le nostre parole e ci insegnarono

    come curare le malattie, dandoci il permesso di cacciarli, perch

    sapevano che non li avremmo uccisi per puro piacere; finch

    mantenemmo la nostra parola non ci colp nessuna malattia13.

    Tutto quanto appena detto faceva (e fa) parte della coscienza di un

    individuo che noi conosciamo col termine di sciamano. Egli dispone di

    poteri speciali che non manca mai di coltivare come fosse in costante

    allenamento. Questo perch, giunto ad una certa et, egli non fa altro che

    riscoprirli, essendovi lui predisposto o prescelto, ma la sua preparazione

    gli dice anche che ci non mai indice di un sicuro ed efficace

    funzionamento, a meno che non abbia una motivazione sincera

    nellusarli. Anzi, il fatto che abbia in s delle facolt innate e latenti che

    posseggono una certa forza, pu recare solo danno a lui e a tutta la

    comunit, se tale energia non viene imbrigliata con successo.

    Sta qui il perch dellinsistenza sul percorso disciplinato di

    apprendistato che ogni neosciamano deve svolgere. Per concludere, si

    pu affermare pertanto che lo sciamano, individuo che incarna le facolt

    umane sovra-umane nel senso sopra specificato di tramite circa lignoto,

    lemissario diretto della divinit in ogni determinata cultura che ha

    come fondamento questi valori spirituali di ricerca e comunione col

    sacro.

    Preciso ulteriormente questo punto citando ancora Eliade: Ricordiamo

    che non bisogna confondere lo sciamanesimo strictu sensu con la massa di

    ideologie e pratiche magiche diffuse un po dappertutto nel mondo a

    tutti i livelli culturali. Tra gli elementi costitutivi e specifici dello

    13 B. Heart M. Larkin, Il vento mia madre, Il Punto dIncontro, Vicenza, 2001,

    pp.27-28.

  • sciamanesimo bisogna considerare in primo luogo: 1 una iniziazione che

    comporti lo smembramento, la morte e la resurrezione simbolici del

    neofita, e che implichi, tra laltro, la discesa agli Inferi e lascensione al

    Cielo: 2 la capacit dello sciamano di intraprendere viaggi estatici nella

    sua qualit di guaritore e di psicopompo (cerca lanima del malato, rapita

    dai demoni, la cattura e la reinserisce nel corpo; accompagna negli Inferi

    le anime dei morti; etc.); 3 la padronanza del fuoco (lo sciamano pu

    toccare impunemente il ferro rovente, camminare sui carboni ardenti,

    etc.); 4 la facolt dello sciamano di assumere forme animali (volare

    come gli uccelli, etc.) e di rendersi invisibile14. Secondo questo autore

    lelemento essenziale e specifico dello sciamanesimo lestasi.

    Lestasi non viene qui intesa nel senso religioso di rapimento prodotto da

    unattitudine di devozione estrema verso una delle figure divine, siano

    esse quelle cristiane della Vergine Maria o del Signore Ges, oppure

    quelle Ind di Krishna, Shiva o Shakti. Lapprendista sciamano dovr

    invece specializzarsi nella gestione di tutta lenergia che ha a disposizione

    e dellenergia verso la quale chiamato da altri ad averne cura, dovr

    avere questa attenzione tecnica, noi diremmo anche professionale,

    sempre entrando in un attitudine sacra. Per fare un esempio concreto,

    egli deve essere capace di abbandonare il proprio corpo e di

    intraprendere in spirito (in trance) dei viaggi cosmici15, per vari

    obiettivi, tutti comunque interconnessi, che vanno dal suo intento

    religioso di voler comunicare col Grande Spirito alla necessit di dover

    affrontare dei compiti, curativi per lo pi, che richiedono il contatto con

    altri livelli di esistenza. Queste potenzialit sopite nellessere umano che

    14 M. Eliade, Lo Yoga, op. cit., p. 298.

    15 Ivi, p. 299 (passim)

  • fanno capo a concetti prettamente scientifici quali lenergia e linconscio,

    per esempio, sono ravvisabili in svariate tradizioni. Come dicevo prima

    con laiuto di M. Eliade, vi sarebbe in queste ultime unattenzione

    particolare verso tali specificit estatiche delluomo, tanto da

    avvalorare lipotesi che elementi del genere siano appunto costitutivi di

    un sostrato ancestrale sciamanico che era la base naturale-spirituale della

    vita di gruppi umani con un certo livello di consapevolezza.

    Lo studioso M. Talbot, che riprender in seguito per comparare quanto

    espongo con gli ambiti della Fisica e delle Neuroscienze, scrive infatti

    che lidea che qualche parte di noi profondamente inconscia e

    addirittura spirituale possa giungere al di l dei limiti del tempo e sia

    responsabile del nostro destino si pu anche riscontrare in molte

    tradizioni sciamaniche. I Kahuna chiamano questo aspetto invisibile

    aumakua, o io superiore. Essi credevano che i pensieri fossero cose e

    fossero composti di una sostanza energetica sottile che definiscono

    kinomea, o materia corporea indistinta. Quindi le nostre speranze,

    paure, progetti, preoccupazioni, sensi di colpa, sogni e immaginazioni

    non svaniscono dopo aver lasciato la nostra mente, ma sono trasformati

    sotto forma di pensieri, e anche questi diventano alcune delle false righe

    sulle quali lio superiore tesse il nostro futuro.

    La maggior parte delle persone non responsabile dei propri pensieri,

    dicevano i kahuna, e bombarda costantemente il proprio io superiore

    con un misto incontrollato e contraddittorio di progetti, desideri e paure.

    Questo confonde lio superiore ed la ragione per la quale la vita di

    molte persone sembra essere in uguale misura casuale e incontrollata. Si

    diceva che kahuna potenti, in aperta comunicazione con il proprio io

    superiore, fossero in grado di aiutare le persone a ricreare il proprio

    futuro. In modo analogo, era considerato estremamente importante che

  • le persone prendessero tempo a intervalli frequenti, per pensare alla

    propria vita e visualizzare in termini concreti cosa desideravano

    avvenisse loro. I kahuna asserivano che, facendo questo, le persone

    possono controllare pi consciamente gli eventi che si verificano nelle

    loro vite e costruire il proprio futuro. In unidea che richiama alla mente

    la teoria circa un corpo sottile intermedio, i kahuna credevano che questa

    sostanza corporea indistinta formasse anche una dima sulla quale viene

    foggiato il corpo fisico. Di nuovo si diceva che i kahuna che erano in

    straordinaria sintonia con il proprio io superiore potessero scolpire e

    ridare forma alla sostanza corporea indistinta, e di conseguenza al corpo

    fisico, di unaltra persona, e che questo fosse il modo nel quale venivano

    compiute le guarigioni miracolose16.

    Prima di continuare con gli altri capitoli, con lintento di dire qualcosa

    in merito ai pregiudizi storici a sfavore della spiritualit e delletica di un

    altro tipo di cultura che pratica una forma di spiritualit sciamanica

    attinente a quanto finora esposto, mi piace inserire questi passi della

    scrittrice Elda Fossi: Il primo pregiudizio che gli Indiani siano "popoli

    senza storia", basato sull'assunto che la trasmissione scritta, per di pi

    cronologica, sia l'unico modo di registrare la storia. Per i pre-colombiani,

    con l'unica eccezione dei Maya, la trasmissione orale, e non meno

    fedele delle parole scritte su pietra, papiro, argilla o carta. La parola, per

    gli Indiani, energia che incontra altra energia e non pu essere rinchiusa

    nella rigidit di regole o strumenti. Come per tutti i popoli vicini alle

    origini, la parola sacra e in modo sacro deve essere tramandata. E il

    modo pi vicino allo Spirito , come dicono i Sioux, "l'Uccello Sacro della

    16 M. Talbot, Tutto Uno, URRA, Como, 1997, pp.266-267.

  • memoria"17. Non a caso lautrice cita questo motto nativo, lattenzione

    che difatti ricevevano i volatili, come vedremo meglio in seguito, aveva

    ed ha la qualit del rispetto sacro verso una forma di vita che fornisce alla

    nostra razza di viventi degli esempi, esempi di come lo Spirito fattosi

    materia serba comunque le sue potenzialit divine. il considerare il volo

    planare dellaquila o del condor come simbolo del potere divino di

    osservare dallalto un fatto che riscontrabile in ogni comunit a

    carattere sciamanica delle due americhe.

    Potremo dire ancora che in tale motto racchiuso il significato del

    volatile che pi di ogni altra forma animale agevola il passaggio di

    comunicazione: ricordiamo la colomba messaggera, per fare un parallelo,

    oppure si pensi al potere del vento di portare attraverso laria, i semi e i

    germi che servono a far nascere delle vite sorelle di quelle fiorite su un

    altro territorio. Luccello della memoria quindi tramanda informazioni

    mettendo in comunicazione col suo potere aereo diverse parti di un

    territorio che ha le solite predisposizioni. E questo volatile rappresenta

    una capacit che devono avere esseri umani che hanno raggiunto lo

    stesso sacro rispetto.

    Perci, continua lautrice, la storia di ogni popolo la "parola degli

    Antenati" e quindi deve essere tramandata con fedelt e rispetto assoluti.

    Gli Anziani, e pi di tutti gli Sciamani, ne sono i custodi e i responsabili,

    vere enciclopedie viventi che tramandano i ricordi ancestrali attraverso la

    parola e li lasciano in eredit a chi "inizia i passi dove finiscono i loro". Un

    altro elemento che ha rafforzato il pregiudizio, la diversa valutazione

    del tempo nella cronologia degli eventi, che non seguono la sequenza

    17 Elda Fossi (pagina a cura di): http://www.Indiani d'America.it

  • spazio-temporale a cui siamo abituati e che abbiamo scelto come

    categoria unica. Gli Indiani scelgono il tempo dell'anima, in base al quale

    riportano nei loro pittogrammi per un dato anno, per esempio, una ricca

    caccia o l'apparizione di una cometa piuttosto che una battaglia in cui

    sono stati vittoriosi e che ha fatto scalpore nel mondo dei Bianchi.

    E qui devo inserire la differenza tra il concetto di tempo tra noi e quelli

    che chiameremo popoli animici, cio gli Orientali e gli Indiani d'America.

    Tempo lineare il nostro, che presuppone il concetto di progresso, calcolo

    e previsione e che segmenta gli eventi con marcatori spazio-tempo (i

    luoghi e le date, croce degli studenti di Storia...). Tempo circolare il loro,

    tempo dell'eterno ritorno, propiziato dai riti, che segue la legge ciclica del

    Cosmo. Se scegli una strada lineare per non tornare, dicono gli Indiani, e le

    differenze culturali di queste due visioni sono evidentemente enormi18.

    Sulla base di questultima differenza evidenziata si pu fare unaltra

    considerazione, che si riferisce a quanta distanza ci sia fra il mondo delle

    origini e quello della modernit circa lintendere levoluzione in

    senso stretto. Si nota infatti che per un nativo sia sconosciuto il concetto

    arrivista, dellandare avanti a tutti i costi, vigente nei paesi sviluppati.

    E questo perch il perfezionamento non visto da lui come una rincorsa

    verso un orizzonte che sembra irraggiungibile per sua natura, che chiss

    perch siamo costretti ad andargli incontro, dicono coloro che sanno,

    anche se sfugge tanto di quanto ci si avvicina.

    Tantomeno si pu dire che sia simile al nostro il concetto stesso di

    perfezionamento, difatti il termine perfetto inteso solo nel senso

    estetico (non filosofico, ma della bellezza naturale della natura) che ha

    larmonia delle parti rispetto al tutto. Ecco che la sfera, il cerchio,

    18 Ivi

  • incarnano alla perfezione lintendere levoluzione in armonia con il

    cosmo, dove non si deve far altro che seguire le tracce che la natura

    stessa ci lascia19. con ci che si comprende meglio il sentimento del

    19 Riguardo allarmonia delle forme presento le parole dirette di uno dei pi

    conosciuti sciamani amerindi: Avete osservato che tutto ci che un indiano fa in

    un circolo, e questo perch il Potere del Mondo sempre lavora in circoli, e tutto cerca

    di essere rotondo. Nei tempi andati, quando eravamo un popolo forte e felice, tutto il

    nostro potere ci veniva dal cerchio sacro della nazione, e finch quel cerchio non fu

    spezzato, il popolo fior. L'albero fiorente era il centro vivente del cerchio, e il circolo

    dei quattro quadranti lo nutriva. L'est dava pace e luce, il sud dava calore, l'ovest dava

    la pioggia, e il nord, col suo vento freddo e potente, dava forza e resistenza. Questo

    saper ci veniva dal mondo dell'aldil, con la nostra religione. Tutto ci che il Potere

    del Mondo fa, lo fa in un circolo. Il cielo rotondo, e ho sentito dire che la terra

    rotonda come una palla, e che cos sono e stelle. Il vento, quando pi potente, gira

    in turbini. Gli uccelli fanno i loro nidi circolari, perch la loro religione la stessa

    nostra. Il sole sorge e tramonta sempre in un circolo. La luna fa lo stesso, e tutti e

    due sono rotonde. Persino le stagioni formano un grande circolo nel loro

    mutamento, e sempre ritornano al punto di prima. La vita dell'uomo un circolo,

    dall'infanzia, e lo stesso accade con ogni cosa dove un potere si muove. Le nostre

    tende erano rotonde come i nidi degli uccelli e inoltre erano sempre disposte in

    circolo, il cerchio della nazione, un nido di molti nidi, dove il Grande Spirito voleva

    che noi covassimo i nostri piccoli J. Neihardt, Alce Nero parla, Adelphi Edizioni,

    Milano, 1998, pp.197-198.

    E con lintento di mettere in risalto unanalogia cito anche lo sciamano pellerossa

    Cuore dOrso: Quasi tutte le abitazioni dei nativi sono circolari. Abbiamo anche una

    danza che chiamiamo Danza del Cerchio. Un cerchio non ha inizio n fine, in esso

    non c alcun elemento temporale. Secondo i nostri antichi insegnamenti, luniverso

    si manterr in armonia sinch noi manterremo intatto il Sacro Cerchio. Il Sacro

    Cerchio il cerchio della vita / le Quattro Direzioni, la Terra e tutto ci che vive

    sulla terra. Tutto fa parte del Sacro Cerchio e tutto collegato.la nostra esistenza cos unita

    intimamente che la nostra sopravvivenza dipende dal saper mantenere una relazione equilibrata con

  • tempo ciclico, che dopotutto, conosciuto allo stesso modo in altre

    culture non sviluppate20.

    In concomitanza con quanto detto, vi pertanto la possibilit di sfatare

    un altro grande pregiudizio nei confronti di quelle culture, magari

    lontane nel tempo o nello spazio da certi modelli di pensiero che non le

    vorrebbero progredite. Elda Fossi mi ancora di aiuto: Il secondo,

    comune pregiudizio riguarda il concetto di progresso. Il progresso, inteso

    come lo intendiamo noi Occidentali, al di fuori dei programmi evolutivi

    degli Indiani, addirittura in contrasto, nel significato stesso della parola,

    che presuppone percorso lineare, come abbiamo visto senza ritorno. Per

    gli Indiani la crescita avviene nell'interno della propria coscienza, in

    armonia con le leggi della Terra e del Cosmo, nel cerchio del tempo che

    va e ritorna come onde del mare, senza alcuna progressione lineare. Ogni

    punto dell'arco del tempo uguale per ogni generazione. Il problema

    che spesso noi confondiamo il concetto di progresso con quello di

    evoluzione tecnologica.

    tutto ci che si trova allinterno del Sacro Cerchio. Questo cerchio rappresenta luniverso,

    rappresenta tutta la creazione, come se tutti gli esseri avessero rapporti di parentela

    fra loro B. Heart M. Larkin, op. cit., pp.168-169. 20 Potrei nominare il Tibet, con il concetto della Ruota del Samara, ma pure tutta

    lIndia, da sempre conosce questo, e ne un esempio la stessa legge del Karma; in

    Cina, il famoso cerchio che non ha circonferenza del Taoismo addirittura un

    principio utilizzato in ogni istante e per ogni cosa. Non scordiamo neppure i mandala

    Celtici, ricostruiti anche in pietra come a voler cristallizzare un simbolo, o un insieme

    di principi che danno origine a meccanismi di cui stiamo ricuperando il senso e la

    genialit. Prendendo poi in considerazione gli studi sulla Cabala, potrei citare lalbero

    delle sfere Sephirotiche. Infine potrei menzionare tutto il periodo medievale pi

    vicino anche allItalia, dove i documenti dei calendari stagionali e appunto certe opere

    geniali fabbricate dalluomo rispecchiano questa armonia della circolarit.

  • L'Antropologia ci ha insegnato infatti che non esistono culture o civilt

    superiori o inferiori, il nostro pianeta rappresenta una pluralit di civilt,

    ciascuna unit coerente da considerare dall'interno dei suoi aspetti, che

    sono ci che si intende come cultura. Anche i cronisti di Cristoforo

    Colombo dovevano ignorare i principi dell'Antropologia Culturale,

    peraltro ben al di l da venire, se poterono definire, bianco su nero,

    "miserabili creature senza religione" quegli Indios che li accoglievano

    generosamente e il cui nome era frutto di un formidabile equivoco

    storico e che tuttavia suona armoniosamente alle orecchie di quegli

    uomini e donne a cui hanno strappato la cultura, ma non il profondo

    spirito religioso: suona bene perch, cambiando l'accento, diventa in

    Dis, in Dio21.

    A tal proposito faccio presente che, come pu testimoniare chi ha avuto

    lopportunit di conoscere tali persone durante la loro quotidianit, la

    sacralit, lattenzione intelligente che essi mettono in ogni loro atto pu

    porre in discussione, toccando qualcosa, i nostri stessi modi di

    contattarci al sentimento religioso. un fatto che gli Indiani di tutte le

    Americhe sentono lo Spirito in ogni azione, in ogni manifestazione ed in

    ogni momento e ne ricercano incessantemente la presenza attraverso i

    21 Elda Fossi (pagina a cura di): http://www.Indiani d'America.it Eppure su questo

    punto ci sono informazioni contrastanti in quanto nel libro di Cuore dOrso si

    legge: Non mi sento a mio agio a parlare degli indiani; gi il termine indiano d adito

    a molti fraintendimenti. Quando Colombo incontr per la prima volta i nativi

    americani, lo accolsero cos bene che scrisse nel suo diario: Questo il popolo di

    Dio. Nella sua lingua aveva scritto: In Dios. In seguito la s spar e Indio divent

    Indiano. Per cui, come abbiamo visto, la parola significa popolo di Dio B. Heart

    M. Larkin, op. cit., p.143.

  • simboli. Per loro il dono della visione mistica il traguardo supremo di

    ogni vita. L'accusa di essere senza religione , per questi popoli, forse il

    pregiudizio pi grande e grossolano.

    In effetti la religione ha per gli indiani un ruolo centrale, e i principi

    religiosi sono fortemente introiettati. Luomo letteralmente avvolto nel

    divino, e ne cerca continuamente la manifestazione attraverso i simboli,

    "le parole del Grande Spirito". Tutto wakan, sacro, perch partecipe della

    stessa sacra energia che viene dallUno. Un universo permeato dalla

    stessa energia, dunque, che si fraziona in tutte le cose, rendendole

    partecipi della stessa qualit , quindi ugualmente sacre e come non

    pensare alle teorie moderne della fisica dei quanta e delle particelle

    Religione e cosmogonia complesse, che collegano individualismo alla

    simultanea molteplicit, che si riflette nella gerarchia cosmica,

    esemplificante la molteplicit di aspetti dello stesso potere, quello

    dellUno22.

    Daltronde, ho potuto ascoltare bene una conversazione tra due persone

    che sono cresciute con questa formazione (ho assistito personalmente,

    sebbene senza intervenire, ad un dialogo tra Carlos Diaz e Juan Ruiz,

    dialogo tutto particolare quando si tratta di due sciamani che devono

    trasmettersi qualcosa di importante), ho fatto caso a quante volte, in tutta

    la durata della conversazione entrambi si dicessero Dis te bendice.

    22 Elda Fossi (pagina a cura di): http://www.Indiani d'America.it In relazione a

    questa concezione cito un'altra affermazione di Alce Nero: ma questi quattro spiriti sono soltanto un unico spirito, in realt, e questa penna daquila qui, sta a

    rappresentare quellUno, che come u padre, e anche a significare che i pensieri degli

    uomini dovrebbero salire in alto, come fanno le aquile. Forse il cielo non un padre

    e la terra una madre, e non sono tutte le cose viventi con piedi, con ali o con radici i

    loro figli? J. Neihardt, op. cit., p.4.

  • Proprio cos, al singolare, e mi hanno spiegato dopo che questa modalit

    antichissima di comunicazione uno scambio costante di benedizioni

    che riporta sempre lattenzione su un piano sacro e al momento presente,

    al sentirsi in comunione con Tutto, con Dio, nel qui e ora. E quelli come

    loro benedicono tutti allo stesso modo, specialmente quando sanno che

    per un po non ti rivedranno, come a ricordarti che sei parte di una stessa

    Fonte di Energia Unica., e che ogni cosa, anche quella che sembra la pi

    insignificante, ne parte. La loro frase potrebbe anche suonare come

    tutto benedetto. Per quanto detto ormai assurdo continuare a

    considerare questi popoli come non religiosi, fatto sta che fondamento

    della religione Molti in Uno Solo. La cultura degli Indiani ha un

    fondamento etico, evidente in tutti i suoi comportamenti sociali e verso

    lambiente. La Terra, per gli indiani, la Madre, dispensatrice dei doni

    della vita, appartenenza ed identit. Possiamo quindi facilmente

    comprendere quali effetti psicologici e sociologici abbia avuto, per loro,

    la deportazione in territori sconosciuti, per di pi privi delle

    caratteristiche che erano vita e cultura. La terra, come la madre, va

    rispettata, ha imparato ogni indiano nel cerchio del tempo, e il suo tonal,

    la sua aura, il suo corpo energetico, per dirla con Castaneda, va rinforzata

    con pensieri di pace e di armonia23.

    Il simbolo della madre come genitrice, protettrice e nutritrice, si riscontra

    nei miti e nelle opere archeologiche pi antiche di ogni angolo del

    pianeta, ed perci interessante notare come negli antichi popoli

    mediorientali (gli Accadi per esempio), i Celti e tutta la cultura

    nordeuropea (il culto della Grande Madre), le prime dinastie Egizie

    23 Ivi (passim)

  • stesse24, la terra venisse considerata una entit femminile, divinit le cui

    doti avevano permesso a tutti di poter sperimentare la bellezza del tutto,

    avevano permesso La Vita. Una tale sensibilit verso il nostro pianeta

    rimasta intatta in maniera profonda e radicata proprio tra i popoli

    amerindi, talvolta espressa sotto forma di veri rituali di ringraziamento,

    ma rituali semplici, da effettuare quotidianamente, rivolgendosi a

    Pachamama (termine che appunto significa Grande Madre), alla

    mamma terra. Terra che femminile, accoglienza e nutrizione, ed ecco

    che emerge la natura di questi popoli guerrieri, cio natura che privilegia

    le facolt di intuizione, di percezione extrasensoriale e del sogno come

    strumento di conoscenza, di immaginazione, di visione olistica e del

    tempo circolare, contro le nostre categorie fondate sulla ragione, sulla

    settorializzazione analitica, sulla logica e sulle possibilit di calcolo e

    previsione proprie del tempo lineare.

    Non a caso il punto centrale della mitologia Sioux, per esempio, la

    visitazione della dea Whope, la Donna Bisonte Bianco, deit femminile

    portatrice dei Comandamenti di base del comportamento etico, fonte di

    sicurezza emozionale e punto di riferimento e di coesione25.

    24 Le usanze di tutte queste si ipotizza cha abbiano potuto convergere e sopravvivere

    in alcuni culti che hanno trovato un loro specifico fiorire e tramontare nelle regioni

    dellattuale Grecia. Si pensi ai culti Misterici, ai riti a sfondo sensuale-sessuale dove

    partecipavano vergini vestali, rappresentanti in terra della dea Venere, dea

    dellamore. Cfr. P. Piobb, Venere, editrice Atanr, Roma, 1979.

    25 Elda Fossi (pagina a cura di): http://www.Indiani d'America.it

  • CAPITOLO SECONDO:

    Chi uno sciamano? Ulteriori tentativi di precisazione e

    definizione anche a livello scientifico

    Innanzitutto vorrei cominciare questo capitolo col riportare una frase

    emblematica del pensiero dello stesso Carlos Diaz: Ricordate che chi

    veramente sciamano non lo dice, non lo grida ai quattro venti, non

    ostenta niente, sono coloro che sanno osservare che, in virt dellenergia

    emanata da quella persona lo riconoscono tale. E tuttavia chiunque pu

    accorgersi di un qualcosa di diverso, di molto particolare, sebbene

  • indefinibile, che possiede questa persona rispetto a tutta la gente

    comune26.

    E ancora, riprendendo il gi citato Cuore dOrso: Non feci pubblicit,

    perch tra di noi non si usa, non andiamo neanche in giro a raccontare

    che abbiamo questo tipo di conoscenza. Alla gente della nostra trib

    basta guardarci per capire che abbiamo qualcosa di speciale27. Lautore

    poi, sebbene attenendosi alla sua sfera di conoscenza che

    maggiormente quella curativa, continua precisando ulteriormente:

    Ci sono due cose che la nostra gente di medicina non dovrebbe mai dire

    di s. Per prima cosa non ci chiamiamo gente di medicina. Anche se

    molte persone lo fanno bisogna tener presente che noi non siamo la

    medicina. La medicina gi qui, noi abbiamo solo la conoscenza capace

    di mettere insieme le cose e di produrre risultati. Secondo, non ci

    chiamiamo mai guaritori n ci prendiamo i meriti quando un paziente

    che stiamo curando migliora. Siamo solo persone che aiutano. Esiste un

    solo guaritore e questo lUno che ci ha creato. Lui lunico che pu

    guarire. Insegnare questo tipo di conoscenza richiede una tecnica

    26 Questa informazione la trasmise nel corso di una conferenza a Pescara del 27

    Aprile 2002. In unaltra occasione, pi recentemente, quando ha soggiornato in Italia

    nel periodo di met marzo 2003, gli feci unaltra volta quella specifica domanda e mi

    rispose di nuovo che la parola sciamanesimo, secondo quanto gli era stato riferito

    dal Consiglio degli Anziani di Tepoztlan, era invenzione degli antropologi, in quanto

    tale termine non esiste nella lingua sacra dei Maya: il Nahuatl. Il fatto che gi di per

    s tale lingua non pu esser tradotta neanche in spagnolo, e gli unici termini che si

    usavano per designare appunto persone che avevano raggiunto un certo grado di

    risveglio di coscienza furono tradotti in spagnolo come Guerreros o Sanadores.

    27 B. Heart M. Larkin, op. cit., p.68.

  • particolare. Dobbiamo averne cura e agire con responsabilit. Non siamo

    che custodi della sacra conoscenza28.

    Pure Castaneda fa notare come non sia pi vantaggioso fermarsi a

    soppesare un termine che non altro che quello: solo un vocabolo. Ora,

    specialmente in una cultura come la nostra, dove la condivisione

    consensuale di significati della parola comporta una comprensione

    reciproca e una possibilit quindi di comunicazione e dialogo, molto

    facile o incorrere in equivoci dovuti a cosa ognuno intende quando

    comunica, o comunque rimanere aggrappati e quindi condizionati a e da

    un vocabolo che magari ha avuto per noi fin dalla nascita un significato

    preciso e una sostanzialit specifica, a seconda di come ce lo hanno

    presentato e fatto vivere. Per questo Carlos Castaneda suggerirebbe

    addirittura di non considerare pi tutti quelli come lui degli sciamani o

    peggio stregoni. Sembra difatti che questultimo termine venga usato

    per denigrare questo tipo di persone, volendo affibbiare loro una

    connotazione di tipo medievale, il che ricade ancora una volta sotto il

    paraocchi storico che usa come metro di paragone solo un tipo di

    cultura e di momento culturale. E sufficiente soffermarsi sulle immagini

    che questa parola suscita in noi per vedere quanto condizionamento

    abbiamo subito nei confronti della nostra conoscenza verso quelle

    culture che magari adoperano uniconografia differente.

    Mircea Eliade, si esprime cos riguardo la cautela con cui dovremmo

    avvicinarsi a questo fenomeno: A partir dallinizio del secolo gli etologi

    hanno preso il vezzo di usare indifferentemente i termini sciamano,

    medicine-man, stregone o mago per designare certi individui dotati di

    prestigio magico-religioso conosciuti da ogni societ primitiva. Noi

    28 Ivi, p.72.

  • riteniamo che giovi limitare luso dei vocaboli sciamano e

    sciamanismo proprio per evitare gli equivoci e per veder pi chiaro

    nella stessa storia della magia e della stregoneria. Certo, lo sciamano

    anche lui un mago e un medicine-man; si ritiene che egli possa guarire,

    come tutti i medici, ma, in pi, egli psicopompo e forsanche sacerdote,

    mistico e poeta. Nella massa grigia e confusionista della vita magico-

    religiosa delle societ primordiali considerate nel loro insieme lo

    sciamanismo, preso nel suo significato stretto ed esatto, presenta gi una

    struttura propria e tradisce una sua storia che vale precisare29.

    Ma chi dunque uno sciamano? La parola sciamano proviene da un

    vocabolo di origine Siberiana Xaman, meglio traducibile foneticamente

    per noi come shaman , che significa uomo-dio-medicina. Lo stesso Eliade

    definisce lo sciamanismo come la tecnica dellEstasi o trance, e lo

    sciamano come il grande specialista dellanima umana che ha la capacit

    di realizzare viaggi verso la regione dello spirito e da l attingere a

    capacit con le quali pu armonizzare la realt.

    Secondo quanto sintetizza Eliade: El chamn, cuya vocacin es sealada

    por alguna circunstancia extraa (un sueo, una enfermedad, un rayo)

    inicia su difcil aprendizaje, que puede durar muchos aos y que se

    caracteriza por la experiencia inicitica de sufrimiento, muerte y

    resurreccin ritual, vivida particularmente a travs de rigores como el

    ayuno, dietas estrictas, veladas interminables, abstinencia sexual, dominio

    de la caza, la pesca y las artes cotidianas, conocimiento de las plantas

    medicinales y consumo de plantas psicotrpicas. En este tiempo, el

    iniciado aprende cantos, bailes, rezos, mitos y, en general, la cosmogona

    29 M. Eliade, Lo sciamanismo.., op. cit., pp.21-22.

  • y la historia de su pueblo30. Nella visione di questo investigatore

    pioniere, lo sciamano allo stesso tempo, il portatore e artefice della

    mitologia, il mistico estatico, la guida spirituale e il medico di tutto un

    gruppo sociale. In tal modo la seduta sciamanica viene a essere un

    evento di carattere pubblico in cui la comunit si riunisce per realizzare

    un rituale secondo unintenzione particolare: la cura di un malato, la

    celebrazione di una festa religiosa, laddestramento di un nuovo

    sciamano, linizio della stagione di caccia, semina o raccolta, il

    ringraziamento o la pacificazione dell ira degli spiriti, laffrontare una

    piaga o una epidemia. Sotto questottica, lo sciamano cura, sostiene la

    coerenza sociale e culturale del suo popolo, ha una conoscenza

    straordinaria delle piante medicinali e ha conservato, in molti casi, una

    sorprendente tecnica di gestione ecologica dellambiente.

    Gli sciamani hanno svolto una funzione essenziale in difesa dellintegrit

    psichica della comunit. Sono i campioni anti-demoniaci per eccellenza,

    combattono tanto i demoni, le malattie, quanto i maghi neri. In termini

    generali, si pu dire che lo sciamano difende la vita, la salute, la

    fecondit, il mondo della luce, contro la morte, le malattie, la sterilit,

    la sciagura e il mondo delle tenebre31.

    30 M. Eliade, El chamanismo y las tcnicas arcaicas del xtasis. FCE, Mxico,1960, p.20 (in

    questo caso la citazione tratta dalloriginale spagnolo, in quanto tale affermazione

    non compare nella versione italiana).

    31 M. Eliade, Lo sciamanesimo, op. cit., p.538.

  • Tenendo presente che lobiettivo di questa tesi il mettere in evidenza

    largomento dello sciamanesimo, nello specifico quello Amerindo, posso

    continuare a prendere spunto da questo autore, per esporre in modo pi

    esauriente i principi e le tecniche che si usano in una cultura improntata

    sulla sacralit del vivere a contatto con lo Spirito di ogni cosa.

    Passando in rassegna quindi le varie peculiarit che sono attinenti alle

    capacit, ai poteri di uno sciamano, Eliade ci dice che la tecnica

    sciamanica per eccellenza consiste nel passaggio da una regione cosmica

    allaltra: dalla Terra al Cielo o dalla Terra agli Inferi. Lo sciamano

    conosce il mistero delle rotture di livello. Questa comunicazione fra le

    zone cosmiche resa possibile dalla struttura stessa dellUniverso che,

    viene concepito, nel suo insieme, come ripartito in tre piani Cielo,

    Terra e Inferi collegati fra loro da un asse centrale. Naturalmente,

    questo asse passa per una apertura, per un foro; usando questo foro

    gli di scendono sulla terra e i morti nelle regioni sotterranee; ed del

    pari grazie ad esso che lanima dello sciamano in estasi pu innalzarsi in

    volo o discendere nei suoi viaggi celesti o infernali32.

    Questo asse cosmico rappresentato nell'inconscio archetipico dello

    sciamani da alcuni simboli come l'albero33, la scala, il ponte,

    universalmente riconosciuti, ma non sempre presenti

    32 Ivi, p.283.

    33 L'Albero pu esser visto come simbolo di vita, contiene difatti la linfa vitale che

    permette una rigenerante evoluzione. Esso esprime l'ascensione e la crescita, il

    tendere verso lalto, ma anche il complementare e cio landare in profondit, verso

    linteriore, in definitiva mette in comunicazione i tre livelli del cosmo: quello

    sotterraneo con le radici che scavano le viscere della terra, la sua superficie con il

    tronco e i primi rami, e i cieli, con i rami superiori e la cima a diretto contatto con la

    luce solare e stellare.

  • contemporaneamente, soprattutto relativamente al campo della

    mitologia. Ecco perch mi sembra interessante notare come

    rispettivamente, lalbero, la scala, il ponte, possano rappresentare l'asse

    del mondo, l'oggetto di ascensione e il passaggio che permette di

    comunicare con ognuna delle tre zone cosmiche. Essi determinano in s

    lo spazio sacro che sembra fare da fulcro e da perno alla creazione nel

    nostro caso cos tripartita; hanno in s la qualit dellapertura, del varco,

    non a caso Castaneda parler di centimetro cubo di opportunit per

    poter saltare nellabisso, questa porta enorme e sempre spalancata grazie

    alla quale, dopo che ci si creati una possibilit, si pu passare oltre, oltre

    ci che viene sentito come limite e come finitezza rispetto all'infinito.

    Non comunque detto che un tale passaggio accessibile facilmente e

    indistintamente da chiunque faccia parte di un percorso sciamanico.

    noto invece che si tratta di un passaggio pericoloso, da attraversare nel

    pieno dei propri poteri, cio quando un esperto maestro totalmente

    calato nella propria estasi sciamanica.

    Sempre Eliade pertanto ci precisa che si tratta di un complesso

    mitologico i principali elementi costitutivi del quale sarebbero i seguenti:

    a) nellera paradisiaca dellumanit, un ponte collegava la Terra e il Cielo

    e si passava dalluna regione allaltra senza incontrare ostacoli, perch

    non esisteva la morte; b) una volta interrottesi le comunicazioni facili fra

    Cielo e Terra, il ponte lo si attraversa solo in spirito, cio come morti o

    essendo in estasi; c) questo passaggio difficile, in altri termini:

    disseminato di ostacoli e non tutte le anime riescono a superarlo; bisogna

    affrontare demoni e mostri che vorrebbero divorare lanima, oppure si fa

    stretto come la lama di un rasoio al passaggio degli empi, ecc. solo i

    buoni e, in particolare, gli iniziati attraversano felicemente il ponte (gli

    iniziati, in un certo modo, conoscevano gi il cammino essendo passati

  • attraverso la morte e la resurrezione rituale); d) certi privilegiati riescono

    tuttavia ad attraversarlo gi da vivi, sia in estasi come gli sciamani, sia

    usando la forza, come certi eroiIl punto importante che si ritiene

    che numerosi rituali costruiscano simbolicamente un ponte o una

    scala, per la virt stessa del rito34. Di fatto, il simbolismo della porta

    stretta e del ponte pericoloso dunque solidale col simbolismo di ci

    che abbiamo chiamato il passaggio paradossale perch esso talvolta si

    presenta come una impossibilit o come una situazione senza uscita. I

    candidati sciamani e gli eroi di certi miti si trovano talvolta in situazioni

    apparentemente disperate: debbono passare per dove notte e giorno

    sincontrano o trovare una porta in un muro, o salire in Cielo attraverso

    uno spazio che si apre per un attimo.

    Tutte queste immagini mitiche esprimono la necessit di trascendere i

    contrari, di abolire la polarit che caratterizza la condizione umana, ove si

    voglia accedere alla realt ultima. Nei miti questo passaggio

    paradossale va appunto a sottolineare il fatto che chi riesce a

    realizzarlo ha superato la condizione umana: uno sciamano, un eroe o

    uno spirito. Effettivamente non si pu realizzare il passaggio

    paradossale se non si spiriti. Attraversando estaticamente il ponte

    pericoloso che collega i due mondi e col quale solo i morti possono

    misurarsi, lo sciamano per un lato dimostra di essere spirito e non pi

    essere umano, dallaltro cerca di restaurare la comunicabilit che

    esisteva in illo tempore fra questo mondo e il Cielo. Lestasi torna ad

    attualizzare, provvisoriamente e per un limitato numero di soggetti, lo

    stato primordiale dellintera umanit35.

    34 M. Eliade, Lo sciamanesimo....., op. cit., pp.512-513.

    35 Ivi, pp.515-516.

  • Mi sembra interessante notare come si possano confrontare i concetti

    qui esposti riguardo al passaggio paradossale e lentrare in una speciale

    confidenza con il morire, con un brano di Nietzsche tratto dal famoso

    Cos parl Zarathustra. In effetti si pu qui rintracciare un intendere

    luomo come un essere che pu superarsi e dare tutto se stesso per una

    meta dal pi alto valore che lo fa consapevole della propria condizione

    umile di morente. Di fatto lessere umano viene visto come colui che

    dopo aver accettato il suo limite vitale, lo trascende proprio perch lo

    utilizza senza limiti, e pertanto senza interesse egoico si offre, si da tutto

    in qualit di superuomo, di sciamano (ricordo che il significato originario

    della parola Colui che ha dominio sul proprio s) per il bene

    superiore della conoscenza.

    Questo dopotutto il messaggio che Castaneda, attraverso il suo

    mentore-sciamano Don Juan, vuol trasmettere al mondo: una via

    iniziatica una via stretta, non accessibile a tutti, non socializzabile

    secondo i modelli culturali economopolitici, una via di autentica libert,

    per la visione del mondo a cui si ispira, proprio come quando scrive

    Nietzsche che l'uomo un ponte, non uno scopo, l'uomo qualcosa che

    pu essere superato; dormono in lui le forze profonde che secoli di

    materialismo pratico hanno atrofizzato ma che attendono di essere

    risvegliate per restituirlo ad una totalit smarrita.

    Secondo le stesse parole di Nietzsche:

  • Luomo un cavo teso tra la bestia e il superuomo, una cavo al di sopra

    di un abisso. Un passaggio periglioso, un periglioso essere in cammino,

    un periglioso guardarsi indietro e un periglioso rabbrividire e fermarsi. La

    grandezza delluomo di essere un ponte e non uno scopo: nelluomo si

    pu amare che egli sia una transizione e un tramonto.

    Io amo coloro che non aspettano di trovare una ragione dietro le stelle

    per tramontare e offrirsi in sacrificio: bens si sacrificano alla terra,

    perch un giorno la terra sia del superuomo.

    Io amo colui che vive per la conoscenza e vuole conoscere, affinch un

    giorno viva il superuomo. Io amo colui che non serba per s una goccia

    di spirito, bens vuol essere in tutto e per tutto lo spirito della sua virt:

    in questo modo egli passa, come spirito, al di l del ponte.

    Io amo colui lanima del quale si dissipa e non vuol essere ringraziato, n

    da qualcosa in cambio: giacch egli dona sempre e non vuol conservare

    se stesso. Io amo colui lanima del quale trabocca da fargli dimenticare se

    stesso, e tutte le cose sono dentro di lui: tutte le cose divengono cos il

    suo tramonto.

    Io amo colui che di spirito libero e di libero cuore: il suo cervello, in tal

    modo, non altro che le viscere del cuore, ma il suo cuore lo spinge a

    tramontare36.

    Ritornando a Mircea Eliade, veniamo a sapere che basilari per

    intraprendere quel tipo di viaggi estatici che permetterebbero di passare

    oltre i varchi difficili, sono le relazioni fra il mago o lo stregone e i suoi

    spiriti, le quali vanno da quelle del benefattore e del suo protetto fino a

    quelle di un servo di fronte al padrone; per esse hanno sempre un

    carattere intimo. Nelle Americhe ed anche altrove predominano le forme

    36 F.Nietzsche, Cos parl Zarathustra, Adelphi edizioni, Milano, 2002, pp.8-9.

  • animali degli spiriti ausiliari e protettori: in un certo senso li si potrebbero

    paragonare al Nagual dellAmerica centrale e del Messico. Questi spiriti

    ausiliari di forma animale hanno una parte importante nel preludio della

    seduta sciamanica, cio nella preparazione del viaggio estatico nei cieli e

    negli inferi. Generalmente lo loro presenza si manifesta con limitazione,

    da parte dello sciamano, delle grida o delle mosse dei rispettivi animali.

    Questa iniziazione sciamanica dei gesti e della voce di animali pu far

    pensare ad una possessione. Ma forse pi esatto parlare di una presa di

    possesso, da parte dello sciamano dei suoi spiriti ausiliari: lui che si trasforma in

    animale, proprio come ne il caso quando, di un animale, si mette la

    maschera. Oppure si potrebbe parlare di una identit nuova dello

    sciamano, che diviene animale-spirito e parla, canta e vola come gli

    animali e gli uccelli. La lingua degli animali non che una variante della

    lingua degli spiriti, di quel linguaggio segreto sciamanica.

    Tutto ci dimostra ancora una volta che lo sciamano capace di

    abbandonare la condizione umana, che, in una parola, egli capace di

    morire. A partir dai tempi pi remoti quasi tutti gli animali son stati

    concepiti sia come esseri psicopompi che accompagnano le anime

    nellaldil, sia come la forma nuova che assume il morto. Ogni qual volta

    uno sciamano giunge a partecipare del modo dessere degli animali, egli

    ristabilisce, in un certo qual modo, la situazione che esisteva in illo tempore,

    nei tempi mitici, quando la frattura tra luomo e il mondo animale non

    sera ancora compiuta. Ora, appare ben chiaro che lo sciamano che diviene

    il morto (o lanimale-spirito, o il dio, ecc.) a dimostrare che egli

    realmente capace di unascensione celeste o di una discesa infernale. Per

    tal via sintravede la possibilit di ununica spiegazione di tutti questi fatti:

    in un certo modo, si tratta della ripetizione periodica (cio rinnovata in

    ogni seduta) della morte e della resurrezione dello sciamano. Lestasi non

  • che lesperienza concreta della morte rituale in altri termini: del superamento

    della condizione umana, profana37.

    La riconoscenza che nello sciamanesimo si ha verso animali ritenuti

    incarnazioni viventi di un modo di agire del Grande Spirito una forma

    sacra di attenzione, di attitudine religiosa alla maniera nativa, la quale,

    prendendo in considerazione lAquila come simbolo del pi alto

    Divino presente dovunque specialmente nelle Americhe. Fa presente

    perci lautore che il costume da uccello sarebbe indispensabile per

    volare verso laltro mondo. Daltronde bisogna tener conto delle

    relazioni mitiche esistenti fra laquila e lo sciamano. Ricordiamoci che

    laquila sarebbe stata la genitrice del primo sciamano, che essa ha una

    parte considerevole nella stessa iniziazione dello sciamano e, infine, che

    essa costituisce il centro di un complesso mitico il quale riprende anche il

    motivo dellAlbero del Mondo e del viaggio estatico dello sciamano.

    Nemmeno si deve trascurare il fatto che lAquila rappresenta, in un certo

    modo, lEssere Supremo, anche se in una sua forma fortemente

    solarizzata. A noi sembra che tutti questi elementi concorrano a precisare

    abbastanza nettamente il significato religioso del costume sciamanico:

    quando lo si indossa, ci si sforza di ritrovare lo stato mistico rivelato e

    fissato durante le lunghe esperienze e cerimonie delliniziazione38.

    Per quanto detto sin ora circa quello che si pu chiamare simbolismo

    del volo magico, lautore scrive anche che due motivi mitici importanti

    hanno contribuito a conferirgli la sua struttura attuale: la raffigurazione

    mitica dellanima sotto forma di un uccello e la concezione degli animali

    37 M. Eliade, Lo sciamanesimo, op. cit., pp.114-117. 38 Ivi, p.181.

  • quali psicopompi. A tale riguardo, per noi limportante sta nel fatto che

    gli stregoni e gli sciamani realizzano quaggi e tutte le volte che lo vogliono

    luscita dal corpo, cio la morte che, sola, pu trasformare in uccello

    ci che resta di un essere umano: gli sciamani e gli stregoni godono della

    condizione di anime, di disincarnati, mentre una tale condizione ai

    profani non si rende accessibile che al momento della morte. Questo

    volo magico sta ad esprimere, ad un tempo, lautonomia dellanima e

    lestasi, il che spiega come questo mito abbia potuto esser ripreso in

    complessi culturali cos diversi. Del pari, esso in relazione col

    simbolismo dellascensione. Cotesto mito dellanima contiene in germe

    tutta una metafisica dellautonomia e della libert spirituale delluomo:

    qui che va cercato il punto di partenza delle prime speculazioni

    sullabbandono volontario del corpo, sullonnipotenza dellintelletto,

    sulla immortalit dellanima umana.

    Una analisi dellimmaginazione del movimento potr mostrarci quanto

    la nostalgia del volo sia essenziale alla psiche umana. Qui il punto

    fondamentale che la mitologia e i riti del volo magico propri agli

    sciamani e agli stregoni confermano e proclamano la trascendenza di

    questi rispetto alla condizione umana. Volando negli spazi in forma di

    uccello o nella loro forma normale gli sciamani denunciano, in un certo

    modo, la decadenza umana. Infatti abbiamo visto che numerosi miti

    alludono ad un tempo primordiale nel quale tutti gli esseri umani potevano

    salire nei Cieli scalando una montagna, salendo su di un albero o su di

    una scala, volando con mezzi propri o, infine, lasciandosi portare da

    uccelli39.

    39 Ivi, pp.509-510.

  • Il viaggio estatico simboleggiato da un volo magico attraverso passaggi

    difficili per superare livelli di realt, eseguito grazie a spiriti ausiliari

    (spesso e volentieri in questo caso volatili) abbiamo visto essere requisito

    essenziale della vita di uno sciamano, talento che indispensabile per

    lattivit che viene riconosciuta come fondamentale e specifica di

    questultimo: Come dappertutto, nel Sud-America la funzione essenziale

    e rigorosamente personale dello sciamano resta la guarigione. Questa

    non ha sempre un carattere esclusivamente magico. Lo sciamano

    sudamericano conosce anche lui le virt medicinali delle piante e degli

    animali, usa il massaggio, ecc. Ma poich secondo lui la grande

    maggioranza delle malattie ha una causa dordine spirituale dipende

    cio o dalla fuga dellanima, o dallintroduzione di un oggetto magico nel

    corpo del malato ad opera di spiriti o di stregoni cos egli costretto a

    ricorrere alla guarigione sciamanica. Il viaggio estatico dello sciamano

    qui quasi sempre indispensabile, anche se la malattia non dovuta al

    ratto dellanima ad opera di demoni o di morti. La trance sciamanica fa

    parte della cura40.

    E questo sarebbe il modo in cui si svolge tutta la situazione che

    coinvolge lo sciamano nel suo compito di Sanador: Chiamato presso

    un malato, lo sciamano cerca anzitutto di scoprire la causa della malattia.

    Vengono distinti due principali tipi di malattie: quelle che derivano

    dallintroduzione nel corpo di un oggetto patogeno, e quelle che sono

    effetto della perdita dellanima. La cura in ciascuno di questi casi

    essenzialmente diversa.

    Nel primo si tratta di espellere la causa del male, nel secondo di trovare

    lanima fuggitiva del malato e di reintegrarla nel suo corpo. Nel secondo

    40 Ivi, pp.353-354.

  • caso il ricorso allo sciamano si impone assolutamente, perch soltanto lei

    sa vedere e catturare le anime. Quando la malattia provocata dalla

    presenza di un oggetto magico perturbante, sempre grazie alle sue

    capacit estatiche e non ad un ragionamento basato su di un sapere

    profano che lo sciamano riesce a diagnosticare la causa; infatti egli

    dispone di numerosi spiriti ausiliari che cercano per conto suo lorigine

    della malattia e la seduta, per tale ragione, comprende sempre

    levocazione di tali spiriti41.

    Lautore fin qui preso in esame conclude la panoramica del versante

    Amerindio sullo sciamanesimo in questo modo: Riassumendo, nello

    sciamanismo sud-americano ancora presente un buon numero di tratti

    estremamente arcaici: liniziazione mediante la morte e la resurrezione

    rituale del candidato, linserzione di sostanze magiche nel suo corpo,

    lascensione celeste per esporre al Dio supremo i desideri dellintera

    comunit, la guarigione sciamanica per suzione o la ricerca dellanima del

    malato, il viaggio estatico dello sciamano in funzione di psicopompo, i

    canti segreti rivelati da Dio o dagli animali, specie dagli uccelli42.

    Tenendo in considerazione questi ultimi riferimenti, lantropologo

    catalano Josep Mara Fericgla, altro investigatore entusiasta del tema,

    assicura che non si pu parlare di sciamanesimo bens di sciamanesimi,

    poich i diversi sciamani differiscono dallimmagine classica che se ne ha

    in funzione della loro origine, inclinazione e obiettivi; e inoltre aggiunge

    che attualmente abbiamo perso di vista la funzione ancestrale propria di

    41 Ivi, pp.325-326.

    42 Ivi, pp.357-358.

  • uno sciamanesimo autentico43 e si pu assistere alla proliferazione (ne

    sar una causa o un effetto di tale perdita? Forse entrambe le cose, per

    processi concomitanti) di impostori che rispondono alle domande del

    mercato new age. Daccordo con Fericgla, si presenterebbero due

    fenomeni con le loro rispettive suddivisioni, lo Sciamanesimo Classico

    e lo sciamanesimo di consumo. Di questultimo dice che riempie le

    carenze e le aspirazioni degli occidentali avidi di alternativit e disposti

    a pagare per una esperienza esotica, pues se ha convertido en un simple

    producto ms para ser vendido en el mercado de creencias y

    espectculos

    en que hemos convertido la Tierra. Per contro, assicura che hay que

    entender el chamanismo clsico como un campo especfico en el que se

    dan profundis experiencias estructurantes, que tanto afectan el mundo

    individual como el social44.

    Dal suo punto di vista le pratiche sciamaniche agiscono come fonte di

    rivelazione interiore che offre qualche risposta alle grandi incognite

    umane del tipo perch esistiamo?, qual il senso del dolore e della

    sofferenza, dove sto andando?, cosa c prima e dopo questa forma di

    vita che ci dato di sperimentare?, che cosa sono, io?, chi sono? Egli

    dice che risposte a queste domande, nel contesto dello sciamanesimo

    classico, si ottengono per mezzo degli stati dissociati della mente, stati

    che si raggiungono tramite luso di piante o prodotti della natura

    considerati sacri e preparati in special modo, o tramite trance ritmiche o

    43 Juan Ruiz vedremo utilizza una terminologia simile chiamando Chamanismo

    Esencial questo che sta per esporre lautore proprio per differenziarlo da tuttaltro

    tipo di sciamanismo praticato oggigiorno.

    44 J. M. Fericgla, Los chamanismos a revisin. Kairs, Barcelona, 2000, p.33.

  • di altra origine come quelle ottenute con le alterazioni del ritmo

    respiratorio: Con ello, pues, el chamanismo se convierte en el primer

    sistema histrico organizado para buscar el equilibrio psquico y fsico

    del ser humano.

    In accordo a questa visione, Fericgla da la sua propria definizione di

    quello che sarebbe uno sciamano classico: En una forma de descripcin

    impresionista, podramos acordar que el chamn es un individuo

    visionario e inspirado, entrenado en decodificar su imaginera mental y

    en entenderla. Esta imaginera mental que el chamn ha cultivado, y

    cuyos impulsos y pasa