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• Nuova serie - Anno 21 - Numero 102 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 28 Aprile 2012 INFRANTO TABÙ La prima donna minatrice tedesca Giardina pag. 12 INVESTIMENTI Paesi dell’Est, porta Ue per la Cina Brenta a pag. 13 ANTI-SISMICA Nuova Zelanda, nasce la cattedrale di cartone servizio a pag. 13 * con guida «Difendersi da Equitalia» a € 6,00 in più; con guida «Il formulario della mediazione » a € 5,00 in più; con «Codice Civile 2012» a € 11,90 in più; con guida «Modello 730 e Unico 2012 » a € 6,00 in più; con guida «Il mio commercialista » a € 2,00 in più QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it 90 secondi La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20) Fisco/1 - Dopo il rinvio del mod. 730 la proroga fa ca- polino anche per Unico Poggiani-Bartelli a pag. 28 Fisco/2 - Appro- da oggi in Gazzetta Ufficiale la legge n. 44/12012 di conver- sione del decreto sem- plificazioni Villa a pag. 32 Principi contabili - Nuova tranche di ritocchi dall’Oic. Per la valutazione delle ri- manenze c’è l’apertura al metodo del dettaglio Fradeani-Campanari a pag. 30 su www.italiaoggi.it Documenti/1 - La senten- za del Tar Lazio sui geologi Documenti/2 - La nota Anci sulle as- sunzioni nei comuni Documenti/3 - Il decreto legge fiscale convertito Monti vuole incassare non meno di 15 mld di tasse nel 2012. È quanto emer- ge dagli obiettivi di riscossione per quest’anno che stanno pervenendo alle direzioni regionali dell’Agenzia delle entrate. Ogni anno lo Stato stabilisce l’obiettivo monetario di riscossione del- la lotta all’evasione. E per l’anno 2012 l’asticella è stata innalzata del 25%. Considerato, dunque, che il totale del- la riscossione per l’anno 2011 è stato di 12,7 mld, ma che in questa cifra ci sono anche altre voci, all’obiettivo centrato con la lotta all’evasione nel 2011 di 8,9 mld andranno aggiunti 2,2 mld in più. Lo Stato condannato a rimborsare 32 mln per il periodo di formazione specialistica dall’83 al ’91 Medici, borse di studio da pagare Rimborso record a 700 medi- ci specialisti del periodo 1983- 1991 per la mancata erogazione delle borse di studio: oltre 32 milioni di euro. A stabilirlo il tribunale civile di Roma (con la sentenza n. 8427/2012 del 26 aprile), che ha condannato la Presidenza del consiglio. D’Alessio a pag. 29 D n D de Il ministero degli eufemismi non è stato ancora fondato ufficial- mente ma sta lavorando a pieno ritmo in tutti i paesi. Un tempo il sovvertimento delle parole era una caratteristica esclusiva del Parti- to comunista che chiamava i suoi regimi come «democrazie popola- ri» cioè «democrazie al quadrato» mentre esse non erano nemmeno un quinto di democrazia. Adesso però ci si mettono anche i paesi liberi a economia di mercato che continua- no a fare le guerre come un tempo ma le imbellettano denominandole come «operazioni di polizia interna- zionale», «peace-keeping», «opera- zioni umanitarie». Massacrano la gente come un tempo ma lo fanno in modo lessicalmente soave, in omaggio all’ipocrisia. DIRITTO & ROVESCIO IL Giornale dei professionisti * * * Equitalia sarà implacabile Per quest’anno il fisco impone all’ente di riscossione un vertiginoso aumento del 25 per cento delle entrate rispetto all’anno precedente Adriano a pagina 5 A CORTINA La scorta pagata da noi sequestrò il posto al bar per la signora tutta griffata Laporta a pag. 10 32 l l ddf l d ll’83 l ’91 Una ricostruzione tutta in salita. In un intervento in parlamento, Fabrizio Barca, ministro per la coesione terri- toriale, incaricato dal premier Monti di accelerare le inizia- tive per la ricostruzione post terremoto all’Aquila, presenta una ricognizione delle risorse finanziarie stanziate: circa 10,6 miliardi, di cui la quasi totali- tà è di fonte pubblica. Dei 7,7 miliardi di euro destinati alla ricostruzione di edifici privati e pubblici ne risultano erogati 0,7. Serve più informazione e coordinamento, dice Barca. Che annuncia un provvedimento per una ricostruzione modello Friuli-Venezia Giulia. Ricciardi a pag. 9 L’Aquila, dei 7,7 mld per la ricostruzione ne sono stati sinora utilizzati soltanto 0,7 EDITORIA Hearst M. Italia chiude Psychologies e trasloca Plazzotta a pag. 16 e in più IL SETTIMANALE DEGLI OPERATORI DELL’AGRICOLTURA da pag. 21 da pa 21 2 Sempre un po’ più tedeschi, ma per fortuna sempre italiani. Come avevano previsto alcuni ministri, la possibilità che vinca le elezioni francesi il socialista François Hollande non necessariamente allonta- nerà il presidente del Consiglio Mario Monti dalla cancelliera Angela Merkel rompendosi il fronte franco-tedesco, ma al contrario il capo del governo italiano potrebbe essere sempre più attratto nella sfera di influenza tedesca. E infatti, dopo i risultati del primo turno delle elezioni francesi, con Hollande più votato (sebbene di poco) del presidente Nicolas Sarkozy, la cancelliera ha subito chiamato a sé Monti. Parlare di nuovo asse Roma-Berlino non solo è anacronistico ma anche un po’ ridicolo, tuttavia l’effetto calamita si è già manifestato e per fortuna Monti ha colto l’occasione per impegnare la Merkel continua a pag. 38 ORSI & TORI DI '!&$& '!%"(!# LUNEDÌ CON IO7 LUNE € 2,50 * Lunedì 30 Aprile 2012 ML[email protected] N www.italiaoggi.it Sette IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE IN EVIDENZA Antielusione -Il noleggio delle auto di lusso parla sem- pre più straniero per evitare super- bollo e redditometro. Ma l’Aniasa scende in campo a difendere il settore Pagamenti lenti -La p.a. si con- ferma un pessimo debitore: deve alle imprese dei servizi 32 mld. E così partono cessioni e anticipazio- ni, mentre le compensazioni fiscali restano al palo Fisco -Reclamo, sbagliare i conti è causa di inammis- àS tta al contri- ItaliaOggi7 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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• Nuova serie - Anno 21 - Numero 102 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 28 Aprile 2012 •

INFRANTO TABÙLa prima donna minatrice tedescaGiardina pag. 12

INVESTIMENTIPaesi dell’Est, porta Ue per la CinaBrenta a pag. 13

ANTI-SISMICANuova Zelanda, nasce la cattedrale di cartoneservizio a pag. 13

* con guida «Difendersi da Equitalia» a € 6,00 in più; con guida «Il formulario della mediazione » a € 5,00 in più; con «Codice Civile 2012» a € 11,90 in più; con guida «Modello 730 e Unico 2012 » a € 6,00 in più; con guida «Il mio commercialista » a € 2,00 in più

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

90 secondi

La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20)

Fisco/1 - Dopo il rinvio del mod. 730 la proroga fa ca-polino anche per Unico

Poggiani-Bartelli a pag. 28

Fisco/2 - Appro -da oggi in Gazzetta Ufficiale la legge n. 44/12012 di conver-sione del decreto sem-plificazioni

Villa a pag. 32

Principi contabili - Nuova tranche di ritocchi dall’Oic. Per la valutazione delle ri-manenze c’è l’apertura al metodo del dettaglio

Fradeani-Campanari a pag. 30

su www.italiaoggi.it

Documenti/1 - La senten-za del Tar Lazio sui geologi

Documenti/2 - La nota Anci sulle as-sunzioni nei comuni

Documenti/3 - Il decreto legge fiscale

convertito

Monti vuole incassare non meno di 15 mld di tasse nel 2012. È quanto emer-ge dagli obiettivi di riscossione per quest’anno che stanno pervenendo alle direzioni regionali dell’Agenzia delle entrate. Ogni anno lo Stato stabilisce l’obiettivo monetario di riscossione del-la lotta all’evasione. E per l’anno 2012 l’asticella è stata innalzata del 25%. Considerato, dunque, che il totale del-la riscossione per l’anno 2011 è stato di 12,7 mld, ma che in questa cifra ci sono anche altre voci, all’obiettivo centrato con la lotta all’evasione nel 2011 di 8,9 mld andranno aggiunti 2,2 mld in più.

Lo Stato condannato a rimborsare 32 mln per il periodo di formazione specialistica dall’83 al ’91

Medici, borse di studio da pagareRimborso record a 700 medi-

ci specialisti del periodo 1983-1991 per la mancata erogazione delle borse di studio: oltre 32 milioni di euro. A stabilirlo il tribunale civile di Roma (con la sentenza n. 8427/2012 del 26 aprile), che ha condannato la Presidenza del consiglio.

D’Alessio a pag. 29

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Il ministero degli eufemismi non è stato ancora fondato ufficial-mente ma sta lavorando a pieno ritmo in tutti i paesi. Un tempo il sovvertimento delle parole era una caratteristica esclusiva del Parti-to comunista che chiamava i suoi regimi come «democrazie popola-ri» cioè «democrazie al quadrato» mentre esse non erano nemmeno un quinto di democrazia. Adesso però ci si mettono anche i paesi liberi a economia di mercato che continua-no a fare le guerre come un tempo ma le imbellettano denominandole come «operazioni di polizia interna-zionale», «peace-keeping», «opera-zioni umanitarie». Massacrano la gente come un tempo ma lo fanno in modo lessicalmente soave, in omaggio all’ipocrisia.

DIRITTO & ROVESCIO

IL Giornale dei

professionisti* * *

Equitalia sarà implacabilePer quest’anno il fisco impone all’ente di riscossione un vertiginoso aumento del 25 per cento delle entrate rispetto all’anno precedente

Adriano a pagina 5

A CORTINA

La scorta pagata da noi sequestrò il posto al bar per la signora

tutta griffataLaporta a pag. 10

32 l l d d f l d ll’83 l ’91

Una ricostruzione tutta in salita. In un intervento in parlamento, Fabrizio Barca, ministro per la coesione terri-toriale, incaricato dal premier Monti di accelerare le inizia-tive per la ricostruzione post terremoto all’Aquila, presenta una ricognizione delle risorse fi nanziarie stanziate: circa 10,6 miliardi, di cui la quasi totali-tà è di fonte pubblica. Dei 7,7 miliardi di euro destinati alla ricostruzione di edifi ci privati e pubblici ne risultano erogati 0,7. Serve più informazione e coordinamento, dice Barca. Che annuncia un provvedimento per una ricostruzione modello Friuli-Venezia Giulia.

Ricciardi a pag. 9

L’Aquila, dei 7,7 mld per la ricostruzione ne sono stati sinora utilizzati soltanto 0,7

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EDITORIA

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e in più IL SETTIMANALE DEGLI OPERATORI DELL’AGRICOLTURAdapag.21

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Sempre un po’ più tedeschi, ma per fortuna sempre italiani. Come avevano previsto alcuni ministri, la possibilità che vinca le elezioni francesi il socialista François Hollande non necessariamente allonta-nerà il presidente del Consiglio Mario Monti dalla cancelliera Angela Merkel rompendosi il fronte franco-tedesco, ma al contrario il capo del governo italiano potrebbe essere sempre più attratto nella sfera di influenza tedesca. E infatti, dopo i risultati del primo turno delle elezioni francesi, con Hollande più votato (sebbene di poco) del presidente Nicolas Sarkozy, la cancelliera ha subito chiamato a sé Monti. Parlare di nuovo asse Roma-Berlino non solo è anacronistico ma anche un po’ ridicolo, tuttavia l’effetto calamita si è già manifestato e per fortuna Monti ha colto l’occasione per impegnare la Merkel

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LUNEDÌ CON IO7LUNE

€ 2,50*

Lunedì 30 Aprile 2012

DI MARINO LONGONI

[email protected]

Nonostante il rischio di incappare in

pesanti sanzioni antiriciclaggio di-

venti sempre più concreto, i professioni-

sti italiani sembrano ancora ben lontani

dall’adempimento degli obblighi che la leg-

ge pone a loro carico. I dati del 2011 sulla

segnalazione di operazioni sospette han-

no del clamoroso. Su 50 mila segnalazioni

effettuate, solo un centinaio vengono dai

professionisti. Ma anche sugli altri adem-

pimenti non va molto meglio. Secondo una

indagine realizzata da ItaliaOggi7 e Alavie

su un campione di 500 studi professionali

risulta che la valutazione del rischio non è

effettuata nel 90% dei casi, le registrazioni

in archivio non sono fatte o lo sono in modo

incompleto nell’87% dei casi ed anche il

controllo costante della clientela è inade-

guato nell’83% degli studi coinvolti.

In queste condizioni è evidente che la

Guardia di finanza vada quasi a colpo

sicuro. Ed infatti nel 2011 sono stati con-

trollati 89 studi professionali e la quasi

totalità è stata sanzionata, con multe che

vanno da qualche decina di migliaia di

euro a oltre il milione di euro.

Ma si è trattato solo di un assaggio. Il fatto

che la Guardia di finanza abbia predispo-

sto la megacircolare di febbraio significa

che già nei prossimi mesi i controlli sono

destinati ad aumentare. Come minimo

quest’anno saranno il doppio dell’anno

N meri ancora piccoli, ma destinati

ti i Anche

www.italiaoggi.it

Sette

IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE

IN EV IDENZA

* * *

Antielusione - Il

noleggio delle auto

di lusso parla sem-

pre più straniero

per evitare super-

bollo e redditometro. Ma l’Aniasa

scende in campo a difendere il

settore

Pagamenti lenti - La p.a. si con-

ferma un pessimo debitore: deve

alle imprese dei servizi 32 mld. E

così partono cessioni e anticipazio-

ni, mentre le compensazioni fiscali

restano al palo

Fisco - Reclamo, sbagliare

i conti è causa di inammis-

à S tta al contri-

ItaliaOggi7

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2 Sabato 28 Aprile 2012

Il documento con cui il Parlamento impegna il governo ad avviare concretamente una nuo-

va fase che punti più decisamente alla crescita, recuperando risorse con tagli alla spesa improduttiva e non più con l’aumento delle tasse, firmato dai leader del Pdl, del Pd e dell’Udc, rappresenta un passo rilevante nella trasformazione della maggioranza coatta in una coalizio-ne politica. Naturalmente non bastano le indicazioni generali, che vanno sem-pre bene, ma sono necessarie le indica-zioni precise, che sono invece assai più ardue. In particolare la riduzione della spesa, cui tutti applaudo-no quando viene evocata, diventa poi un campo di battaglia quando si tratta di decidere dove tagliare concretamente. Tagliare la giungla delle sovven-zioni settoriali alle im-prese per trasformarla in una riduzione generalizzata dell’imposizione fiscale, per esempio, è un principio che è stato enunciato da tutti i governi, ma che poi nessuno è riuscito a realizzare. Stabili-re costi standard per la sanità pubbli-ca, allineando quelli delle regioni più spendaccione (dove peraltro di solito la prestazione sanitaria è meno efficiente) a quelli di quelle più virtuose, sembra un’operazione di buon senso, ma realiz-zarla aprirebbe conflitti politici e terri-toriali difficilissimi da superare.

Per affrontare questi e altri nodi, che strozzano la potenzialità di crescita

dell’economia e di risa-namento dei conti pub-blici, è necessaria quella

che si chiama generalmente «una forte volontà politica». Si tratta infatti di nodi che attengono a sistemi di potere e di infl uenza, pubblica e privata, sindacale e imprenditoriale, che si sono stratifi ca-ti e che godono della potentissima forza dell’inerzia. Per dare una scossa a questo sistema, che è costruito anche su inte-ressi legittimi e su valori di autonomia garantiti costituzionalmente, non basta agire con decreti dall’alto. È necessario costruire un consenso basato sulla co-scienza della gravità della situazione e

sulla garanzia collettiva che le riforme non na-scondono volontà puni-tive o rigurgiti classisti.

Il senso della conver-genza tra le formazioni politiche principali do-vrebbe essere proprio

questo, l’assunzione di una responsabi-lità nazionale a sostegno di un progetto di riforme articolato ed equilibrato. Se è così, come dicono gli autori del documen-to, quel vincolo di corresponsabilità non può essere delimitato al tempo e allo spazio di un governo di emergenza e a un anno preelettorale, e probabilmente gli autori del testo lo sanno, anche se non lo dicono.

Il problema non è quello di pronosti-care grandi coalizioni per il 2013, ma quello di far funzionare bene la grande coalizione esistente oggi.

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IL PUNTO

Dalla maggioranza coatta spunta la grande coalizione

DI SERGIO SOAVE

na riduzione questo, l’assunz

Si parte dall’accordo

sui tagli

Brunello Cucinelli è uno che, se vo-lesse, riuscireb-be a camminare anche fra le

gocce di una pioggia torrenziale senza bagnarsi. Lo conosco da una trentina d’anni. Quando era un signor nessu-no. L’ho visto crescere. Ma non si è mai adattato. Le sue idee di allora sono le sue di adesso. Era un piccolo industriale. È diventato una grande firma nel mondo internazionale della moda. Adesso si è infilato nei meandri della finanza. Eppu-re Cucinelli è rimasto se stesso. Sempre tra una goccia e l’altra. Intatto. È vero che è entrato nel sancta sanctorum di Piazza Affari che spesso è glaciale e, in ogni modo, intimorente. Ma, ieri, era-no i banchieri, i finanzie-ri, gli advisors che erano cambiati. Sorridevano persino. Guadagnavano il palco con camminate dinoccolate, distese, da week end. Lui, Cucinelli, era invece rimasto il Brunello di sempre. Quello che, continuando a la-vorare nel suo borgo antico di Solomeo (in Umbria), aveva dato occupazione a mani preziose che posseggono una sapienza antica, creando per esse gli sbocchi nelle vie più prestigiose della moda e del lusso in tutto il mondo.

«Anche se sono l’azionista di maggio-ranza», ha spiegato ieri Cucinelli, «io non sono il proprietario della mia azienda ma solo il suo custode. L’ho quotata perché non mi basta fare i programmi trimestra-li o anche triennali ma perché voglio che

la mia impresa, non solo mi sopravviva, ma che duri centinaia di anni».

Nel salone grondante di mega-schermi, di bit, di slides e di videografi che, Cuci-nelli, con grande naturalezza (come se, di primo mattino, fosse davanti al bancone del bar nella piazza principale del suo borgo), citava San Benedetto: «Cerca di essere rigoroso e dolce». E poi ribadiva di cercare, ci mancherebbe altro, un profi tto. Ma, lui, il profi tto, lo vuole «sostenibile e garbato» ammettendo che, per tradur-re esattamente il senso di quest’ultimo termine («garbato»), ha fatto una grande fatica «ma poi l’ho trovato». «Per me», ha

poi precisato, «il profi tto garbato è un profi tto che è stato prodotto senza far danno agli altri». Cucinel-li cerca «dei profi tti sani». Il suo road show non è avvenuto in stanzine dei grandi hotel pluristellati,

mostrando grafi ci e cifre di bilancio. No, Cucinelli ha portato i grandi investitori nella sua Solomeo, per fare loro vedere la sua realtà imprenditoriale che è fatta di persone, uniche. Era certo di stupirli. E li ha stupiti. La domanda delle sue azioni ha superato 18 volte l’offerta. Sono anda-te a ruba. Forse fi n troppo. Per Cucinelli (contento senza essere euforico) «l’Italia non si sta sgretolando ma si sta aprendo ad un secolo d’oro perché l’Italia è fatta da persone per bene, che vanno solo mo-tivate. L’Italia è credibile. Basta vedere le mani sapienti dei miei collaboratori».

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ek end. Lui, mostrando grafi

Ieri il debuttoin borsa

del suo titolo

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

Con Cucinelli il capitalismodiventa amico dell’uomo

PUNIL PUNTO

I C O M M E N T I

DI FRANCO ADRIANO

Come le borse della spesa che distribuisce la Caritas con i generi alimentari di prima necessità. Ma destinate a po-litici che guadagnano più di 20mila euro netti al mese più benefi t. La scena immortala-ta dalle Jene di Italia1 due settimane fa è devastante e sta facendo tremare i verti-ci di Montecitorio. Riprende due banconisti dipendenti della Camera mentre esco-no in camice bianco d’ordi-nanza con la sporta: cinque buste di plastica piene zep-pe di cibo. Le Jene chiedono spiegazioni, ma non le ot-tengono. I due impiegati ri-entrano nel Palazzo. Seguirà un silenzio assoluto da parte dell’Amministrazione. Il se-gretario generale della Ca-mera, Ugo Zampetti, appren-de Italia Oggi, ha imposto a tutti il silenzio. Qualcuno nei giorni seguenti sui blog azzarderà l’ipotesi che siano i dipendenti a portarsi via il cibo. Italia1 ritorna sull’ar-gomento e sulla base di una segnalazione anonima si apprende che il fortunato o

i fortunati destinatari del-la fornitura del cibo gratis sono sono da ricercare fra i quattro vice-presidenti, Rosy Bindi (Pd), Rocco Buttiglione

(Udc), Antonio Leone (Pdl) e Maurizio Lupi (Pdl) oppure tra i tre deputati questori Francesco Colucci (Pdl), An-tonio Mazzocchi (Pdl) e Ga-briele Albonetti (Pd). Sono i titolari degli appartamenti di rappresentanza nei pressi

dei quali sono avvenute le ri-prese tv. Ancora silenzio. Ma il malcontento cova sotto la cenere. Il capo uffi cio stam-pa Giuseppe Leone, uomo di fi ducia del presidente della Camera, non ci sta a tenersi la mordacchia e scrive una lettera a Gianfranco Fini per lamentare l’atteggia-mento di Zampetti. Quest’ul-timo non la prende bene. Ma Leone non è solo. Ieri, in una sala al primo piano di Montecitorio adiacente alla sala della Lupa e agli uffi ci di Fini, si sono riuniti i sindacati interni Camera. Chiedono di poter difende-re il personale cui non sono andate le scandalose sporte. Da annotare che i vice pre-sidenti hanno un’indennità d’uffi cio di 2815,89 euro net-ti che li porta ad incassare 19.090,02 euro netti al mese più un plafond di spese di

rappresentanza di 12.911,42 euro all’anno ed altri benefi t come la franchigia postale, telefonini, auto blu e sette ad-detti di segreteria. I questori cinque euro in più al mese dei vice-presidenti.

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IL CASO DEL GIORNO

Montecitorio trema per le borse della spesa riprese dalle Jene

DI MARCO BERTONCINI

La riforma del lavoro è un ostacolo più rilevante del pre-visto. Quel che probabilmente non si attendevano né Mario Monti né Elsa Fornero né il Quirinale è l’atteggiamento del Pdl.

Fino al vertice di maggio-ranza ci si aspettavano re-azioni negative dal Pd, ma non così violentemente condi-zionate dalla Cgil e tali, alla fi ne, da costringere alla resa il gabinetto. Dopo di che, è sta-to un crescendo di agitazioni, ancor più inattese, nel Pdl. Il partito berlusconiano era sta-to, per settimane, silente, al punto che il povero Giuliano Cazzola era rimasto isolato (e lo confessava) nell’avanzare proposte, suggerire correzio-ni, ammonire per errori che si andavano commettendo. Zero via zero. Una volta depositata la proposta al Senato, il males-sere si è esteso nel Pdl.

Probabilmente l’hanno de-terminato alcuni fattori, per caso contemporanei. Indiscu-tibilmente, il testo così com’è non può essere accetto a una forza politica che ha sempre

predicato libertà nei rapporti di lavoro: qual libertà c’è mai, in questa mummificazione dell’entrata e stasi nell’usci-ta? Anche il mutato umore della Confindustria (o di Emma Marcegaglia in prima persona?) ha indotto i verti-ci del Pdl a farsi più attenti. La gioia esplosa insieme sui volti di Susanna Camusso e di Pier Luigi Bersani è stata avvertita come uno schiaffo. I responsi dei sondaggi, sul giudizio largamente negati-vo che incontra il governo fra gli elettori del Pdl, sono stati un’altra mazzata. I parlamen-tari pidiellini ostili all’attua-le maggioranza si sono fatti sentire. La campagna eletto-rale richiede almeno qualche gesto di autonomia, anche se patetico come la rateazione dell’Imu.

Ecco, allora, che il Pdl ha voluto alzare la voce e minac-ciare una riscrittura del pro-getto. A dirla tutta, però, pochi credono che il partito faccia sul serio e abbia il coraggio di tener duro. I più ritengono che la mediazione fi nale sarà a danno del Pdl.

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LA NOTA POLITICA

Riforma del lavoro:il Pdl ora tiene duro

Ugo Zampetti

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3Sabato 28 Aprile 2012Sabato 28 ApP R I M O P I A N O

Incontro a Bruxelles. In Italia infuria la bufera sulla Lega e Alfano tenta il pressing su Casini

Monti-Barroso, asse per la crescitaI due leader: rigore sì, ma servono subito investimenti

DI GIAMPIERO DI SANTO

A colloquio con il presiden-te della commissione Ue, Josè Manuel Durao Bar-roso, per mettere cresci-

ta e competitività al primo posto nell’agenda dell’Europa. Mario Monti, presidente del consiglio, ha incontrato ieri il numero uno dell’esecutivo di Bruxelles. E al termine del colloquio, nel corso di una conferenza stampa con-giunta, i due leader hanno chia-rito il loro pensiero sul percorso da affrontare per condurre l’Ue e l’euro fuori dalla pericolosa spirale deficit-debito-manovre-recessione che rischia di travol-gere l’economia.

Consolidamento e investimenti

«Il consolidamento fi scale deve procedere assieme a investimenti mirati per aumentare la compe-titività e al tempo stesso contri-buire a rilanciare la domanda nel breve termine», hanno spiegato Barroso e Monti. Il presidente della commissione Ue e il pre-mier italiano hanno sottolineato la necessit’ di «un impegno sen-za tregua per un miglioramento della competitività che escluda un ulteriore indebitamento», hanno concordato sulle necessi-tà «di sviluppare ulteriormente

il mercato unico, e di rafforzarel ’applicazione delle sue regole», con particolare riferimento ai settori dell’economia digitale, dell’energia e dei servizi, precisa-no i due leader. I due leader han-no annunciato che rimarranno in stretto contatto fi no alla riunione del consiglio europeo di giugno e hanno aggiunto che il prossimo vertice si terrà il 15 maggio, quando sarà in calendario la riunione dell’Ecofi n. Barroso ha ricordato che l’Ue ha una strate-gia per lo sviluppo, Europa 2020, «adattabile a questa situazione diffi cile».

Allarme in Italia per la stangata i scale

Una situazione diffi cile che in Italia è diventata diffi cilissima, per le famiglie, alle prese con una stangata con pochi precedenti. Secondo Adusbef e Federconsu-matori, nel 2012 tra aumenti di luce (21,44 euro l’anno dal primo maggio ) benzina, tariffe energetiche, alimentari, Iva, ser-vizi bancari, trasporto pubblico locale, e Imu, gli aumenti arri-veranno a 2.201 euro a famiglia. Notizie che ieri non hanno però preoccupato i mercati alle prese con il downgrading della Spagna: la borsa di Milano ha chiuso in ascesa dell’ 1,85%.

Sulla Lega Nord infuria la bufera

Sui partiti intanto infuria-no inchieste e antipolitica. Ieri, dopo le ultime rivelazio-ni dell’ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito sull’uso disinvolto dei rimbor-si elettorali per uso personale, sono venute alla luce le dimis-sioni di Piergiorgio Stiffoni da amministratore del gruppo della Lega al Senato e la sua autosospensione dal movimen-to e dal gruppo «al fi ne di non danneggiarne l’immagine». Una decisione presa il 24 apri-

le, prima che ieri i magistrati che indagano sui rimborsi del Carroccio ascoltassero come testimone Federico Bricolo, capogruppo al Senato del Car-roccio. per fare luce, sembra, sulla gestione da parte di Stif-foni (che è il titolare della fi rma sul conto corrente del Carroccio a palazzo Madame) dei rimbor-si delle spese per il gruppo dei senatori leghisti. Certo è che Umberto Bossi, chiamato in causa da Belsito è sempre più in diffi coltà, mentre aumentano ombre e sospetti sui maroniani, tra i quali il deputato Gianluca

Pini, fi nito nei guai per avere scudato 400.000 euro sottratti al fi sco e che, secondo la procu-ra di Forlì sarebbero frutto di appropriazione indebita.

Alfano in pressing su Casini

Nel frattempo il leader del Pdl, Angelino Alfano, tenta di recuperare terreno in vista delle elezioni amministrative e si prepara alle Politiche del 2013. Ieri il segretario del par-tito azzurro ha aperto la strada a un possibile riavvicinamento con la Lega, e ha cercato di ri-conquistare Pier Ferdinando Casini. Non è un caso che ab-bia negato di avere mai chiesto le elezioni politiche a ottobree abbia rilanciato la proposta di cambiare la legge elettorale per garantire ai cittadini il diritto di scelta.

Italia, impegno in Afghanistan anche dopo il ritiro

Da segnalare che Monti ha assicurato al segretario gene-rale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che l’Italia sarà presente in Afghanistan anche dopo 1l 2014 con risorse fi nan-ziarie e uomini per l’addestra-mento delle forze di sicurezza.

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DI CESARE MAFFI

C’è qualche difficoltà di comu-nicazione o di comprensione a proposito dei co-muni capoluoghi

di provincia che andranno fra pochi giorni alle urne. I numeri appaiono talvolta bal-lerini.

L’elenco in sé sarebbe facile. Il 6 e il 7 maggio voteranno, con eventuali ballottaggi il 20 e il 21 maggio, 26 città capo-luogo di altrettante province italiane (comprese le province regionali sici-liane): Alessan-dria, Asti, Cuneo; Como, Mon-za; Belluno, Verona; Gorizia; Genova, La Spezia; Parma, Piacenza; Lucca, Pistoia; Fro-sinone, Rieti; L’Aquila; Iser-nia; Brindisi, Lecce, Taranto, Trani; Catanzaro; Agrigento, Palermo, Trapani.

Il 20 e 21 maggio, con eventuale secondo turno due settimane dopo, voteranno invece due capoluoghi sardi: Oristano e Lanusei. Quest’ul-timo comune è il più piccolo capoluogo provinciale d’Italia, con meno di sei-mila abitanti: insieme con Tortolì (di non molto più grande, posto che veleg-gia sui diecimila abitanti) è capoluo-go della provincia dell’Ogliastra, una

delle nuove e famigerate quattro am-ministrazioni provinciali create dalla Regione Sardegna sfruttando le pro-prie competenze in tema di enti locali.

Invece, circolano sui giornali e in rete elenchi diversi. In particolare, c’è chi insiste nell’annoverare fra i capoluoghi di provincia anche Carrara, avanzan-do previsioni, fornendo dati, mettendo insieme numeri che ovviamente sono

sfalsati. Per esempio, il Cise-Centro italiano studi elettorali (in via di costi-tuzione come centro interuniversitario tra la Luiss e l’Università di Firenze),

nelle proprie ricerche messe in rete, inserisce disinvolta-mente Carrara fra i capoluo-ghi chiamati al voto. Pure il quotidiano confi ndustriale, il Sole 24 ore, che riprende sovente studi del Cise, ha collocato giovedì scorso Car-rara fra i capoluoghi in una tabella, ripetutamente.

Si suggerisce al Cise (e a quanti si rifanno acritica-mente agli studi del Cise) di dare una scorsa allo statuto della Provincia di Massa-Carrara. All’articolo 3 (Ca-poluogo) possono leggere: «Il Capoluogo della Provincia è la città di Massa. In Massa è posta la sede della Provincia, dei suoi organi istituzionali e dei suoi principali uffi ci. Nel-la sede è posto l’albo pretorio della Provincia». Una volta resisi conto che lo statuto provinciale non nomina Car-

rara come capoluogo, gli insigni studiosi (e il quotidiano confi ndustriale) che si affannano a ricomprendere Carrara fra i capoluoghi potranno aggiornarsi e ri-mediare agli errori.

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IL QUOTIDIANO CONFINDUSTRIALE SI FIDA TROPPO DEL CISE, CENTRO ITALIANO STUDI ELETTORALI

Secondo Il Sole si vota a Carraradove invece non si vota neanche per idea

Vignetta di Claudio Cadei

Elettori alle urne

di Pierre de Nolac

Vendola: «Restituire la parola agli elettori».

Quale tasso bisognerà pagare?

* * *

Alfano: «Pensiamo cheil governo stia prenden-do la strada giusta».

Ma con quello che costa la benzina alla meta non ci si arriva.

* * *

D’Alema: «C’è un clima diffi cile verso la politica».

Massimo da statista si trasforma in meteorologo.

* * *

Fini: «Ci sono troppi venditori di fumo».

E pensare che una voltale sigarette gli piacevano.

* * *

Belen ha un incidente stradale, ma rimane illesa.

È sempre meritodel fondoschiena.

PILLOLE

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4 Sabato 28 Aprile 2012 P R I M O P I A N O

Non sono solo i pdl che temono di perdere il posto. In bilico anche leghisti e gruppo misto

Le anime in sospeso del parlamentoIl rischio vero sono le riforme. Per loro è meglio non farle

DI MARCO BERTONCINI

Le difficoltà per il gover-no crescono, la campa-gna amministrativa si trascina stancamente,

le proposte di riforma lan-guono, l’antipolitica cresce, la strada viene tracciata dall’al-to del Colle: come reagiscono i parlamentari, soprattutto la gran massa dei cosiddetti peones?

Male, anzi malissimo. Non tutti lo confessano, ma si sen-tono allo sbando. La ragione è semplice: in parecchi di loro alberga il timore, che sovente può anzi essere certezza, di non tornare a Montecitorio o a pa-lazzo Madama con la prossima legislatura.

A determinare una forte in-soddisfazione sulle prospetti-ve di rielezioni contribuiscono molti fattori.

C ’è la consapevolezza dell’arretramento del partito di appartenenza. Finora so-prattutto nei folti gruppi del partito di maggioranza relati-va (oggi un po’ meno folti che nel 2008, a causa dei molti abbandoni) si trovavano le anime in pena per il previsto taglio determinato dalla forte perdita di voti.

Da qualche giorno pure fra

i leghisti serpeggiano incer-tezze, posto che generale è la convinzione che non sarà sufficiente la pulizia imper-sonata da Roberto Maroni a riportare la Lega alle pre-cedenti affermazioni.

Desolante è il clima che aleggia sia nei gruppi misti sia fra i due gruppi di ex re-sponsabili. Spesso aderiscono a partiti fantasma o inconsi-stenti, privi di solido seguito. Molti non si sentono più ras-sicurati dalle antiche promes-se del Cav.

Un dramma che involve quasi tutti, nel centro-destra come nel centro-sinistra, ri-guarda l’incertezza totale sul-la nuova legge elettorale.

Il porcellum forniva garan-zie agli amici dei padroni dei partiti. Essere vicini a Sil-vio Berlusconi significava andare tranquilli; ma anche trovarsi nella manica dei vari Casini, Veltroni, Fini, Di Pie-tro permetteva di non nutrire eccessivi timori dalle urne.

Se permanesse in vita il porcellum (ipotesi che si rafforza col trascorrere del tempo), fornirebbe qualche serenità ai sostenitori dei rispettivi capipartito. Ma come andrebbe a finire con un altro sistema elettorale?

Quale, poi?Si aggiunga la detestata vo-

lontà di limare di un quinto il numero dei parlamentari. Si tratta della riforma che nei palazzi romani gode la maggiore impopolarità, esat-tamente all’opposto di quanto succede fra la gente.

L’accoppiata dello status quo (porcellum + numero invariato di senatori e depu-tati) s’insinua nel pensiero, non del tutto celato, di molti parlamentari, favorendo il più amato fra i disegni: non attuare alcuna riforma.

Non si può dire, ma si può, all’atto pratico, operare per-ché i progetti naufraghino. Tutto può servire: l’impanta-namento della riforma lavori-stica, i litigi su una revisione elettorale che non riesce a ve-dere la luce, gli emendamenti (anche ponderati e non ostru-zionistici) sui diversi articoli della Costituzione sottoposti a riscrittura.

L’obiettivo finale non è gat-topardesco in senso stretto: si tratta non già di modificare tutto, bensì di non mutare nulla, nella speranza che non si bambi nemmeno l’elenco dei nuovi eletti. Tutto resti com’è.

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DI ISHMAEL

Be’, non era poi così «qualunque» l’uomo qualunque. Guglielmo Giannini, il fonda-tore prima del movimento e poi del partito qualunquista, era certamente un «dema-

gogo», come dice con disprezzo il presidente della Repubblica, ma portava il monocolo, scriveva ro-manzi e commedie poliziesche e tutto era tranne che uno qualunque (a differenza, per esempio, di Bobo Maroni). Nella sua insania, come in tutte le chimere dei demagoghi, non c’era solo del metodo, ma anche del senno. Più senno di quanto allora ce ne fosse nelle demagogie rivali: il comunismo, il clericalismo, l’azionismo. Vale a dire «il sistema», la «Roma ladrona», lo «strapotere dei partiti», la «burocrazia corrotta e dispendiosa» del secondo dopoguerra: il nemico contro il quale Giannini e i suoi elettori — milioni d’elettori — erano «scesi in campo», esattamente come avrebbero fatto cin-quant’anni dopo (con ben altra fortuna) prima la Lega nord e poi anche la Buonanima e il suo Set-timo cavalleria anticomunista. È possibile, anzi è sicuro, che l’Uomo qualunque fosse di gran lunga più tollerante con ciò che restava del fascismo che con le nuove disgrazie storiche — l’epurazione, il terrore rosso nel triangolo della morte, il Vatica-no onnipotente, mezzo paese nostalgico del Dux e mezzo ad augurarsi la venuta di Baffone — che s’erano abbattute a raffica sulla democrazia ita-liana non appena aveva ripreso conoscenza dopo vent’anni d’orbace, d’Impero, di leggi razziali e di guerra al fianco di Hitler. Ma quella era un’epoca di lupi, e del resto erano stati fascisti o indiffe-renti, salvo sparute minoranze, praticamente tutti gl’italiani, in particolare quelli che adesso erano

schierati, saltando in un altro (e peggiore) cerchio di fuoco, con l’Armata Rossa e il Patto di Varsavia. Solo l’attuale presidente della repubblica, per le note ragioni, può credere (o mostrare di credere) che l’Uomo qualunque di Guglielmo Giannini, per l’Italia uscita dall’incubo della guerra globale, fos-se più pericoloso dell’Homo sovieticus di Palmiro Togliatti, un demagogo ben altrimenti agguerrito. O che le oscenità e gli spropositi di Giannini, che il leader qualunquista riversava senza avarizia nelle pagine parolibere dell’organo di partito, fossero più diseducativi dei kyrie eleison e delle Madonne in processione del partito clericale. Giannini, e con lui gli uomini qualunque, tartassati dal fisco, tor-mentati dalle ideologie, molestati da pregiudizi e superstizioni, s’erano ribellati ai partiti ideologici, quando ancora c’era un’ideologia da minacciare col cappio e con le picche. Per questo, secondo i dema-goghi allora cari a Giorgio Napolitano, Giannini era un qualunquista: perché disprezzava l’ideologia, e perché si faceva beffe, a giusto titolo, delle apparte-nenze. Oggi di quelle ideologie non c’è più traccia, e i partiti ideologici d’un tempo sono diventati puri e semplici collettori di tangenti e di finanziamenti pubblici. Non si propongono più, come ai tempi di Togliatti e di De Gasperi, di cambiare il mondo, ma vogliono semplicemente metterlo a sacco, come una città conquistata. Privi d’identità, parodia delle appartenze d’un tempo, partiti qualunque se mai ce ne sono stati, s’attaccano all’auto blu come i re assoluti al diritto divino. Di qui l’insensatezza di chiamare «qualunquisti» i soli che abbiano almeno l’ombra di un’idea politica, cioè gli attuali nemici del sistema, che si propongono di rovesciare il do-minio degli onorevoli..

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A DIFFERENZA, PER INTENDERCI, DEL LEADER DELLA LEGA, BOBO MARONI

Giannini portava il monocolo, era colto, era tutto fuorché un uomo qualunque

«Un governo che toglie a Pietro per dare a Paolo può sempre contare sul sostegno di quest’ultimo», diceva George Bernard Shaw. Ma un governo che toglie a entrambi (spe-cie se per dare a Fritz) non può contare sul sostegno di nessuno dei due. Questa è più o meno la situazione in cui si trova il go-verno di Nonno Mario a quattro mesi dall’in-sediamento. Eppure, se c’è una cosa che non manca al Caro Leader, fateci caso, è proprio il sostegno sia di Pietro che di Paolo. Destra e sinistra, cioè Paolo e Pietro, che a regola di briscola dovrebbero azzuffarsi tra loro, nonché affrettarsi a prendere le distanze dal governo bocconiano per non condivider-ne l’impopolarità crescente, per il momen-to non osano sganciarsi dall’esecutivo né affrontars (salvo che in ipotesi, un’ipotesi remota) in campo aperto, cioè nelle urne: là dove tutti i nodi, in democrazia, devo-no venire al pettine. Peggio che prudenti, Pietro e Paolo sono tremebondi. Temono le conseguenze imprevedibili d’un ritorno del parlamento alla sua funzione originale, che non è votare la fiducia ai tecnici in loden, ma dibattere. Dibattere e, finita la discus-sione, deliberare.

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IN CRISI ANCHE BERNARD SHAW

Monti toglie a tutti ma ha il sostegnodi tutti (i partiti)

Vignetta di Claudio Cadei

Ricapitoliamo: gli italiani sono un popolo di risparmia-tori. In quanto tali, soldo su soldo, si sono comprati casa. Per questo sono stati severa-mente puniti con un crescen-do pluridecennale di tasse e balzelli , che i tecnici hanno portato tecnicamente a perfe-zione. In conseguenza di que-sto, come anche un bambino-

tecnico delle elementari saprebbe economicamente spiegare, il valore dell’inve-stimento sta riducendosi in maniera inversamente pro-porzionale alla tassazione.Il dubbio è: possono gli ita-liani, con una class action nazionale, intentare causa per danno patrimoniale allo Stato?

DUBBIO PROCEDURALE

DI SERENA GANA CAVALLO

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5Sabato 28 Aprile 2012Sabato 28 ApP R I M O P I A N O

Le somme incassate nel 2011 (12,7 miliardi) erano state del 15,5% in più rispetto al 2010

Monti vuole 15 miliardi di tasseÈ l’obiettivo di riscossione per l’anno 2012, il 25% in più

DI FRANCO ADRIANO

Il presidente del consiglio Ma-rio Monti vuole incassare non meno di 15 miliardi di euro dal recupero dell’eva-

sione nel 2012. È quanto emerge dagli obiettivi di riscossione per quest’anno che stanno perve-nendo alle direzioni regionali dell’Agenzia delle entrate. Ogni anno, infatti, lo Stato stabilisce l’obiettivo monetario di riscossio-ne: ammontare in cui è compresa la lotta all’evasione. E per l’anno 2012 l’asticella è stata innalzata del 25 per cento. Per giungere a questo dato occorre considerare che il totale della riscossione per l’anno 2011 è stato di 12,7 miliar-di, facendo segnare un 15,5 per cento in più rispetto al 2010, che si era chiuso con 11 miliardi in cassa. Senza tralasciare che in questa cifra oltre all’obiettivo mo-netario ci sono anche altre voci costituite dai versamenti diretti provenienti dalle irregolarità 36 bis e 54 bis, tassazioni separate, tassazione atti giudiziari ecc... Infatti, queste riscossioni non dipendenti da inadempimenti dei contribuenti, ma derivanti da altre attività istituziona-li dell’Agenzia delle entrate, valgono circa il 30% del tota-le, ossia fi no a circa 3,8 mi-liardi di euro. È, dunque, solo

all’obiettivo monetario di riscos-sione centrato dall’Agenzia delle entrate nel 2011, che è stato di 8,9 miliardi, che bisogna aggiun-gere l’obiettivo di crescita del 25 per cento. Si tratta di 2,2 miliardi in più del 2011. Un anno che per il direttore dell’Agenzia delle En-trate, Attilio Befera, aveva già portato a risultati lusinghieri «no-nostante siano diminuite le risor-se umane disponibili». Tuttavia, i risultati in crescita degli ultimi anni dimostrano che non si trat-ta del frutto di maggiori control-li, ma di controlli più mirati: possibili con i nuovi stru-menti legi-slativi a di-sposizione. «Il risultato ottenuto», era stato in-

fatti il commento sui dati 2011 del direttore centrale Accerta-mento, Luigi Magistro, «è il frutto della strategia da tempo messa in campo dall’Agenzia del-le Entrate, che si basa su controlli sempre più mirati grazie ad ana-lisi del rischio di evasione molto approfondite. Infatti, a fronte di una diminuzione (meno 1,2 per cento) del numero di accerta-menti che sono passati dai quasi 706mila del 2010 ai circa 697mila del 2011, la maggiore imposta ac-certata è cresciuta del 9,3 per cen-to, superando la quota di 30,4 mi-liardi contro i 27,8 registrati nel 2010». Befera nei giorni scorsi ha smentito la possibilità di creare un tesoretto dalla lotta all’evasio-ne da utilizzare a fi ne anno per il taglio delle tasse: «Secondo me non esiste».Ha anche chiarito

che l’esito fi nale dipenderà da molti fattori. «Noi recupe-

riamo l’evasione», ha spiegato, «una

parte è previ-sta dai saldi di bilancio e se riusciamo a recuperare qualcosa in più dipende-rà dalla si-tuazione eco-nomica del Paese e dalla

volontà politica e non dall’Agen-zia». Tuttavia, sempre in relazioni agli obiettivi, Befera ha aggiunto: «Siamo solo ad aprile e per i dati è ancora presto, ma sul fronte delle entrate del recupero dell’ evasio-ne i primi segnali sono positivi e ci sono anche segnali di entrate aumentate derivanti dall’autotas-sazione». Ieri, intanto, la Guardia di Finanza ha fornito i suoi primi dati concreti: le Fiamme gialle hanno scoperto duemila evaso-ri totali con oltre 6 miliardi di euro occultati. Anche in materia di Iva, la Guardia di Finanza ha scoperto 650 milioni di euro non dichiarati. Denunciati all’autorità giudiziaria 853 soggetti che non avevano presentato la dichiara-zione e altri 530 per occultamento o distruzione della contabilità. Il tema delle tasse resta caldo anche sul fronte politico. Il nuovo leader del Carroccio, Roberto Maroni, ieri ha lanciato «la grande giorna-ta sull’obiezione fi scale a tutela di famiglie e comuni» che si terrà il 1 maggio. «Proporre meno tasse e l’obiezione fi scale è da irrespon-sabili», gli ha replicato Pier Fer-dinando Casini, «perchè l’Italia rischia ancora di fare la fi ne della Grecia. Diverso è ottenere l’atte-nuazione del peso fiscale, se ci sarà un extragettito e la ripresa economica».

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Problemi tecnici per il ministro per la Pubbli-ca amministrazione e la semplificazione, Filippo Patroni Griffi. Le molle del sofà del suo prede-cessore Renato Brunetta facevano le bizze. Troppe pennichelle post-pran-diali? Sia mai detto che di lì, proprio nell’ufficio del vertice della Funzio-ne pubblica, sia passato qualche fannullone. Fat-to sta che andavano cam-biate perché destinate a creare imbarazzo ai visi-tatori del ministro dopo già lunga anticamera. In-somma, l’effetto Fantozzi in precario equilibrio sul pouf dell’uffi cio del mega-direttore era assicurato. Respinte al mittente le voci di un cambio di arre-damento chez antiquario di lusso dell’uffi cio mini-steriale. Non è aria. Cam-biate le molle è rimasta la vecchia copertura. Se ne riparlerà nel 2013.

Franco Adriano

Patroni Griffi e le molle del sofà

DI DIEGO GABUTTI

Se Nicolas Sarkozy perde, com’è facile, le elezioni al secondo turno, e anche la Francia passa nel fronte

antitedesco, come ai tempi della Résistance, quanto dura il Caro Leader (anzi Der Lieb Führer) in Italia?

* * *«Una teoria del complotto è la pau-ra d’un complotto inesistente. Il complotto è un atto, la teoria del complotto una percezione. Mentre il primo è un termine antico, il secondo risale solo a qualche de-cennio fa. I due termini possono sovrapporsi. La Rivoluzione russa fu un complotto autentico portato avanti da Lenin e da altri; ma fu anche l’argomento di teorie del complotto che includevano chiun-que, dagl’Illuminati di Baviera del XVIII secolo ai socialisti tedeschi contemporanei ai Savi Anziani di Sion» (Daniel Pipes, Il lato oscuro della storia. L’ossessione del gran-de complotto, Lindau 2005).

* * *Se il marito di Carlà riesce a scapo-larla, ma è difficile che la fortuna gli sorrida, e se dovesse sorridergli, c’è il rischio che gli sorrida come lui e Angela Merkel hanno sorriso alla Buonanima, può darsi che la Fortezza Europa tiri avanti ancora un po’ (sempre che il voto tedesco non abbatta, tra qualche mese,

anche la cancelliera tedesca). In questo caso l’esecutivo bocconiano che governa l’Italia conclude la le-gislatura e i partiti della «strana maggioranza» continuano a bacia-re le dotte pantofole ministeriali fino all’ultimo giorno. Ma se l’asse francotedesco, che già oggi vacil-la, si spezzasse all’improvviso, che cosa ci capiterebbe se non quel che ha previsto, dall’aldilà, o meglio dal Vahalla dei campioni del bur-lesque, il fantasma senza pace di Silvio Berlusconi, cioè le elezioni in autunno? E che le vincerebbe, se non la sinistra, sempre come ha previsto lo spettro che s’aggira per Arcore?

* * *Per vincerle, però, sempre nel caso che François Hollande sconfigga il sosia di Louis De Funès che ha dichiarato guerra a Muhammar Gheddafi e gli ha fatto fare la fine del topo, la sinistra dovrà cambia-re cavallo: abbandonare Nonno Mario e abbracciare il verbo anti-tedesco della gauche. Nessuna via di mezzo, e nessun compromnesso storico stavolta: la sinistra dovrà sollevare la bandiera della CGIL, dell’Art. 18 e del welfare senza se e senza ma, rimangiandosi cinque mesi di riformismo, se non addirit-tura (come si diceva ai bei tempi) di socialfascismo. Ma gli elettori che i sondaggi accreditano al gril-lismo e all’antipolitica se la ber-ranno? E siamo sicuri che vogliano

davvero una gauche de noantri al potere?

* * *Una cosa è certa, però. In caso d’elezioni, postberlusconiana fin-chè si vuole ma pur sempre scarsa-mente dotata di fermi propositi, e ormai più in burletta (e in bolletta) che in burlesque, la destra resterà col cerino in mano. Perché il gior-no in cui il Caro Leader dovesse precipitare nel discredito, investito e poi trascinato dall’effetto farfal-la delle elezioni francesi, e subito dopo anche di quelle tedesche, il Popolo delle libertà, e la Buonani-ma personalmente, continueranno a invidiare la posizione di fan club privilegiato dell’esecutivo tecnico a Pier Ferdinando Casini, e pur di provare lo stesso brivido segui-ranno il Caro Leader e i suoi tifosi ovunque siano diretti, se occorre anche all’inferno.

* * *«E poi avvenne quello che nessuno s’aspettava: la perestroika di Mi-khail Gorbaciov dimostrò che il diavolo rosso non solo non era eterno come tutti l’avevano dipin-to, ma si era invece rivelato, per la completa soddisfazione mora-le di ciascuno, un povero diavolo. Che sublime, che storico momento di conoscenza di sé e degli altri! Fu come se il mondo si svegliasse da un brutto sogno» (Gregor von Rezzori, Sulle mie tracce, Guanda 2008).

Quel giorno, se mai dovesse venire, a sinistra del partito democratico, ma sostanzialmente «a sinistra» della ragion pratica e del senso comune, sarà tutto un «l’avevo detto io». Nessuno, naturalmente, né Nichi Vendola né Susanna Camusso, ha mai detto niente di utile, o di istruttivo, nemmeno per sbaglio, tanto meno «prima». È solo che la storia, o per lo meno le nostre immaginifiche cronache nazionali, talvolta dà ragione ai pazzi, come capita anche agl’infermieri del neu-rodeliri, quelli che non perdono su-bito la pazienza e allora sotto con le docce fredde, la torazina a dosi da cavallo, le camicie di forza.

* * *«Veniva indicato con scrupolosa esattezza ogni grado, e se ne osten-tava la dignità con una quantità di frivole e solenni cerimonie. A beneficio della vanità e dell’adu-lazione, la purezza della lingua latina fu degradata coll’adozione d’una quantità d’epiteti, che Cice-rone avrebbe appena compreso e Augusto respinto con sdegno. I più alti dignitari dell’impero veniva-no salutati, anche dal sovrano, coi bugiardi titoli di Sincerità, Gravi-tà, Eccellenza, Eminenza, sublime e ammirabile Grandezza, illustre e magnifica Altezza» (Edward Gibbon, Storia della decadenza e caduta dell’impero romano, vol. I, Einaudi 1967).

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SI ROMPERÀ L’ASSE FRANCO-TEDESCO. MA QUANTO DURERÀ ALLORA IL CARO LEADER (ANZI DER LIEB FÜRER)?

Riuscirà Hollande a battere il sosia di Louis De Funès

Mario Monti

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6 Sabato 28 Aprile 2012 P R I M O P I A N O

Mancano solo 1.099 giorni all’inizio dell’esposizione universale che si terrà a Milano

Expo, il governo ci mette una pezzaL’esecutivo sceglie il rappresentante in cda, ma la Regione frena

DI GOFFREDO PISTELLI

Proprio mentre il conto alla rovescia, sul sito ufficiale della manife-stazione, segnava, in

caratteri verde speranza, il numero 1099, ovvero i giorni che mancano al taglio di na-stro di Expo 2015, e proprio quando Giuliano Pisapia e Roberto Formigoni, in cuor loro, cominciavano a chieder-si se la grande Esposizione mondiale si farà davvero, ecco che il governo ha dato segni di vita. Alessandra Dal Ver-me, a quanto si apprende da fonti governative, è stata de-signata come rappresentante del ministero dell’economia nel cda dell’Expo di Milano. Alessandra Dal Verme pro-viene dalla Ragioneria gene-rale dello Stato. La notizia è stata presa con grande soddi-sfazione da Giuseppe Sala, a.d. della società: «La nomina di oggi conferma la costante partecipazione del Governo a questa grande iniziativa dell’Italia tutta».

Ma la regione Lombardia ha subito abbassato i toni eu-forici: «La nomina non è an-cora uffi ciale in quanto, come indicato da Palazzo Chigi, la designazione deve poi essere formalizzata dal consiglio dei ministri».

Le apprensioni restano e sono più che motivate. L’altro ieri, infatti, malgrado le ampie assicurazioni di Mario Monti di poche settimane fa, un ano-nimo dirigente del ministero del Tesoro, collegato da Roma in teleconferenza, ha spiegato ai vertici milanesi della socie-tà che il governo aveva biso-gno di qualche giorno ancora, prima di nominare il proprio rappresentante nel consiglio di amministrazione.

Dall’altra parte è andato in onda qualche secondo di stu-pore puro. E dire che, al tavolo, c’erano personaggi di un certo spessore, vale a dire gli uomi-ni che governatore e sindaco hanno delegato alla realizza-zione del mega evento: Gianni Confalonieri, lo spin doctor dell’elezione di Pisapia che il sindaco ha delegato al dossier Expo; Paolo Alli, il fedelissi-mo sottosegretario cui Formi-goni ha affi dato le attività sul-la manifestazione e Giuseppe Sala, l’amministratore voluto dalla Moratti ma che anche il primo cittadino arancione ave-va confermato.

«Il governo non è ancora pronto», ha scandito la voce che arrivava dalla Capitale, «abbiamo bisogno di arrivare al 12 maggio». Affermazione che ha scosso i Milanesi, fi no alla protesta: senza il rap-presentante dell’esecutivo, il cda di Expo non può assume-re nessun atto che non rientri nell’ordinaria amministra-zione, di fatto risulta ancora

bloccato dopo le dimissioni del precedente rappresentante, il leghista Leonardo Carioni. Non una questione di lana ca-prina, effettivamente, anche perché il commissario, vale a dire lo stesso Pisapia, nel frattempo è stato spogliato di ogni potere per effetto di alcune norme contenute nel recente decreto fi scale. «Un pasticcio», s’era-no affrettati a far sapere da Palaz-zo Chigi, un mero errore durante la presentazione de-gli emendamenti al Senato, nessun boicottaggio.

Un episodio che però, di fronte all’en-nesimo rinvio romano, ha assunto l’altro

ieri una certa aurea com-plottista: non è che a Roma, il governo dei tecnic i s t ia p r e p a r a n d o alla politica uno scherzetto da prete, affos-sando l’Expo, il cui fallimento

i n e v i t a -bilmente ricadrebbe

sulla già pessima immagine del si-stema dei partiti? Non è che i profes-sori si siano messi in testa di aggiu-stare ulteriormen-te i conti, cassando l ’enorme voce di

spesa dell’Esposizio-ne milanese? Del

resto an-

che un altro professore, Giu-lio Tremonti, nel suo ruolo

di supermi-nistro aveva accarezzato l’idea: prima tenendo rigo-rosamente a secco di fi nan-ziamenti sta-t a l i

la società operati-va, poi arrivan-do addirittura a teorizzare la rinuncia, fra una manovra e l’altra.

Dopo lo smar-rimento iniziale, da Milano hanno cominciato a fare la voce grossa, chiedendo di

verbalizzare il proprio disap-punto e il timore che questo ennesimo rinvio possa portare pregiudizio. Alla fi ne, dall’al-tro terminale della videocon-ferenza, l’alto burocrate ha concesso una riduzione di qualche giorno: il rappresen-tante del governo arriverà il 7 maggio prossimo. Non un

granché per fugare le preoc-cupazioni generali, anche

perché il teatrino roma-no-milanese è arrivato a pochi giorni dalla no-tizia del disimpegno di Provincia di Milano, riduzione della quota di partecipazione dal

10 all’2%, annunciato dal presidente Guido Podestà per motivi di

bilancio.© Riproduzione riservata

DI MICHELE ARNESE

Primo: gestione aziendale efficiente. Secondo: superare un patto di sin-dacato pletorico e obsoleto. Terzo: preservare l’ani-

ma liberale del Corriere della Sera. Sono i tre obiet-tivi di Giuseppe Rotelli, l’imprenditore pavese del-la sanità che con il 16,5 per cento delle azioni di Rcs è il primo socio in assoluto del gruppo editoriale. Ap-puntamento al 2 maggio, giorno dell’assemblea del-la Rizzoli che rinnoverà il consiglio di amministra-zione. Rotelli entrerà nel board in rappresentanza dei soci che non fanno par-te del patto di sindacato che governa il gruppo. Il risultato è scontato. Gli osservatori passano piuttosto in rassegna la lista dei candidati al cda per individuare le relazioni di potere che l’avvocato e imprenditore 67enne, alla testa del gruppo ospedaliero San Donato, sta tessendo senza indulgere in incursioni mediatiche in stile Diego Della Valle.

Per il prossimo board di Rcs, che sarà pre-sieduto dal bocconiano Angelo Provasoli al posto del notaio Piergaetano Marchet-ti, anche Rotelli, nella sua lista, esprime un bocconiano: Attilio Guarneri, cremonese, laurea a Pavia, ordinario di Diritto priva-

to e consigliere scientifi co della Camera di commercio svizzera in Italia.

L’università di Pavia (una università che era già famosa nel Medioevo) è una fucina di idee e di uomini per Rotelli. Se l’am-

ministratore del gruppo è un ex Mediobanca del ’77, Nicola Bedin, il vi-cepresidente è docente di Igiene a Pavia: si chiama Gabriele Pelissero, è neo presidente del grup-po Sanità di Assolombar-da (Confi ndustria), ed è una personalità diversa da Rotelli ma, dicono gli insider, dalla viva intelli-genza. Come lo è Alber-to Mingardi, direttore dell’Istituto Bruno Leoni, il think tank liberista ai cui seminari spesso parte-cipa il fresco proprietario

del San Raffaele, un ospedale che è stato strappato all’imprenditore genovese Vit-torio Malacalza. Mingardi e Pelissero hanno curato insieme un paio di libri.

Il pallino di Rotelli per la cultura, oltre a quello degli affari, è ben noto. È un fi -nanziatore, tra l’altro, della Fondazione Da-vid Hume. Il segretario della Fondazione, l’avvocato Nicola Grigoletto, è un altro candidato di Rotelli per il collegio sindaca-le Rcs. Al vertice della Hume ci sono due intellettuali liberali di riferimento per l’im-prenditore: l’editorialista del Corriere, Pie-

ro Ostellino, e Luca Ricolfi , sociologo e commentatore del quotidiano la Stampa.

Altro nome chiave della lista rotelliana è Carlo Cerami, avvocato amministrativi-sta, ex direttore della sede milanese della Fondazione dalemiana ItalianiEuropei ma sempre in ottimi rapporti con il pensatoio fondato da Massimo D’Alema e Giuliano Amato. Cerami è anche consigliere della Fondazione Cariplo presieduta da Giusep-pe Guzzetti in rappresentanza di enti pro-vinciali governati dal centrosinistra. Rotelli e Cerami si sono conosciuti circa 10 anni fa per alcuni seminari di approfondimento sulla collaborazione tra sanità privata e sa-nità pubblica studiata da ItalianiEuropei.

Il bocconiano Guarneri, il liberista Min-gardi e il riformatore progressista Cera-mi, secondo fonti del gruppo San Donato, smentiscono l’etichetta di berluscones o di formigoniano che qualche addetto ai lavori ha voluto affi bbiare a Rotelli. Il nuovo cor-so può tornargli utile, dice un osservatore malizioso della fi nanza italiana, «visto il dissolvimento del sistema di potere che in Lombardia ruota attorno a Formigoni che per Rotelli rappresenta un interrogativo», ha scritto ieri l’Espresso. Nel quartier ge-nerale di San Donato non c’è preoccupa-zione per eventuali cambiamenti di siste-ma. Piuttosto si pensa a come diventare un perno solido per Rizzoli-Corriere della Sera, dove il patto di sindacato incentrato su Mediobanca e Fiat scadrà tra un anno e mezzo.

* www.ilfoglio.it

IL COMUN DENOMINATORE È RAPPRESENTATO DALL’UNIVERSITÀ DI PAVIA

Chi sono gli uomini di Rotelliche andranno all’assalto di Rcs

Giuliano Pisapia

Giuseppe Rotelli

Roberto Formigoni

e ricadrebbe

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la società operat

La designata come esponente del mini-

stero dell’Economia è Alessandra Dal Verme

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7Sabato 28 Aprile 2012Sabato 28 ApP R I M O P I A N O

Nel mirino trasferimenti di commissioni da una controllata irlandese. Il gruppo respinge gli addebiti

Il Fisco in pressing su MediolanumContestazioni Ires e Irap per 255 mln. E sanzioni Iva per 64

DI STEFANO SANSONETTI

L’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza stanno bussando con una certa insistenza alla porta di Mediolanum. Il conto presentato

dall’amministrazione finanziaria risulta piuttosto salato. La parte più pesante è rappresentata da alcune contestazioni con le quali il Fisco rivendica un maggiore im-ponibile Ires e Irap da 255 milioni di euro, che il gruppo bancario-assicurativo guida-to da Ennio Doris, tra i cui azionisti c’è anche la Fininvest di Silvio Berlusconi, avrebbe «dimenticato» negli anni d’impo-sta che vanno dal 2005 al 2009. In più c’è da fare i conti anche con una sanzione Iva da 64 milioni di euro. Dal can-to suo la società quotata in borsa, che ha chiuso il 2011 con un utile di 67 milioni (in calo del 70%), sta respingendo al mittente tutte le accuse, con tanto di pareri che dovrebbero supportare le sue ragioni.

Ma cosa sta conte-stando esattamente l’Agenzia delle entrate guidata da Attilio Be-fera? I rilevi colpiscono due società della galas-sia Doris, ovvero Medio-lanum Vita e Banca Me-diolanum. La questione principale riguarda il transfer price applicato «alle retrocessioni di commissioni da parte della società ir-landese Mediolanum International Funds Ltd». Le informazioni emergono dall’ulti-ma Relazione fi nanziaria 2011 recente-mente depositata in borsa dalla società. Diciamo subito che il transfer price fa rife-rimento al tema dei prezzi di trasferimen-to di beni e servizi tra aziende dello stesso gruppo che operano in stati diversi. Nella fattispecie si tratta del trasferimento di commissioni di gestione che sono state incassate dalla Mediolanum Internatio-nal Funds Ltd, società di diritto irlandese che opera nella gestione dei fondi di in-vestimento, e trasferite («retrocesse») alle società del gruppo residenti in Italia sulle quali si è appunto acceso il faro del Fisco. La storia delle censure inizia nei mesi di giugno e ottobre del 2010, quando arrivano dei Processi verbali di constatazione (Pvc) con i quali vengono «contestati maggiori imponibili ai fi ni Ires e Irap per complessi-vi 134,3 milioni di euro relativamente agli anni 2005 e 2006 per Mediolanum Vita e all’anno 2005 per Banca Mediolanum». La vicenda si è poi svolta in modo differente, a seconda della società. Per Mediolanum Vita, a fi ne 2010 l’Agenzia delle entrate ha notifi cato due avvisi di accertamento «con i quali sono state confermate le riprese a tassazione di maggiori imponibili per 47,9 milioni di euro, a cui corrispondono una maggiore imposta Irap per 2 milioni e 512 mila euro oltre a una sanzione di pari im-porto, e una maggiore imposta Ires per 15 milioni e 804 mila euro, senza l’irrogazione di sanzioni». La Relazione fi nanziaria in-forma che Mediolanum Vita, il 18 febbraio del 2011, ha provato a chiudere la penden-za con un accertamento con adesione, una sorta di «patteggiamento» che consente al contribuente di pagare meno sanzioni e liberarsi di un contenzioso magari dalla sorte un po’ incerta. Il 19 maggio succes-sivo, però, «la procedura di adesione si è conclusa infruttuosamente», ragion per

cui la società «ha provveduto a impugnare gli avvisi di accertamento». Anche perché, spiega poco prima il documento contabile, «le società interessate del gruppo Medio-lanum hanno sempre adottato procedure coerenti con le previsioni di legge, anche in rapporto a prassi consolidate, e sulla base di pareri esterni indipendenti supporta-ti da analisi economiche specifi che». In più, nell’evolversi della vicenda, le stesse società «hanno chiesto ulteriori pareri da cui è risultata confermata da un lato la legittimità dei comportamenti adottati e dall’altro la non necessità di procedere ad alcun stanziamento di bilancio».

Nel frattempo però, e passiamo alla querelle che riguarda Banca Mediolanum, il 28 febbraio del 2011 la Guardia di finanza ha emesso ulteriori Proces-si verbali di constatazio-ne, sempre per lo stesso tipo di censure, relati-vamente alle annualità che vanno dal 2006 al 2009. Il tutto «conte-stando maggiori imponi-bili Ires e Irap per 121,4 milioni di euro». Cifra che sommata a quella precedente fa appunto 255,7 milioni di maggio-ri imponibili rivendicati dal Fisco. Il quale, però, non si è fermato qui, emettendo un ulteriore Processo verbale di con-

statazione nei confronti di Banca Medio-lanum «con il quale sono state irrigate sanzioni per complessivi 64 milioni per la mancata regolarizzazione dell’Iva nelle fatture emesse dai promotori fi nanziari» in relazione ad alcune provvigioni per-

cepite». Ora, tutte queste contestazioni sono ancora in atto, in attesa di sviluppi futuri. Per quanto riguarda il loro esito, dice la Relazione fi nanziaria, «gli ammi-nistratori, anche avvalendosi del parere di un consulente sterno, ritengono che il rischio sia possibile e che trattandosi

di questioni valutative non possa essere effettuata una stima suffi cientemente attendibile dell’ammontare dell’obbli-gazione che potrebbe emergere in capo alle predette società». Nel frattempo la battaglia continua.

© Riproduzione riservata

DI SERGIO LUCIANO

«Mi fido solo di me stesso»: quante volte ab-biamo sentito ripe-tere una frase del genere, o l’abbiamo

ripetuta direttamente? È per que-sta ragione che la sbilenca riforma apportata nell’ordinamento delle società italiane dall’articolo 36 della manovra finanziaria di Monti per im-pedire il fenomeno della moltiplica-zione degli incarichi a beneficio delle stesse persone in società concorrenti, è una piccola ma grande e positiva novità, che, non a caso, ha suscitato dapprima un fuoco di sbarramento lobbistico, silenzioso quanto intenso, e ora il sopracciglio alzato dei «be-naltristi»: quelli che dicono sempre «ci vuol altro» e intanto non fanno nemmeno quel poco...

Spieghiamoci con un esempio. Fabrizio Palenzona si è dimesso dalla carica di consigliere di Medio-banca, dove era stato designato da Unicredit, di cui era e resta autorevole vicepresidente. Al suo posto, Unicredit dovrà nominare qualcun altro. Cosa cambia – si chiedono i critici – se a rappresentare i voleri di Unicredit in seno a Mediobanca sia lo stesso vicepresidente della banca o invece un’altra persona comunque però designata da lui?

In teoria dovrebbe cambiar poco o nulla, e ciò accade nella prevalenza dei casi, quando tutti agiscono in buona fede, con buone intenzioni e nell’interesse delle società.

Poniamo però – e non è certo il caso citato – che un consigliere voglia fare intrallazzi a proprio benefi cio, sfrut-tando il doppio incarico: se perde la seconda poltrona, non può più far-lo, salvo procurarsi la complicità di colui che l’ha sostituito: il che è un fortissimo deterrente.

Si dice: «Ma molti notabili, costret-ti a dimettersi, nominano al proprio posto addirittura il fi glio». L’ha fatto Franco Caltagirone che ha deciso di restare consigliere delle Genera-li lasciando l’analogo incarico che gli spettava in Unicredit al figlio Alessandro. «Fatta la legge, trovato l’inganno!» insinuano subito i benal-tristi. Non è proprio così: chiedere a Bernardo Caprotti o a Madame Bettencourt quanto è facile andare d’accordo con i proprio fi gli. Certo, di solito, i fi gli sono ligi ai voleri dei

padri designanti. Ma non sempre: anzi, spesso ragionano in antagonismo. Certo, contro il naturale «oligarchismo» che fi acca da sempre il capitalismo italiano anche l’articolo 36 è un rimedio debole. Ma piuttosto che niente, meglio piuttosto.

© Riproduzione riservata

CHI NON È RIUSCITO A BLOCCARLA, ADESSO LA CRITICA CON IL SOLITO BENALTRISMO

Incarichi societari in conflitto fra loro. La leggenon è il massimo ma è sempre meglio di niente

Ennio Doris

Fabrizio Palenzona

Fine anni ’50, da operaio promosso travet controllavo le note spese di miei ex colleghi: viaggiavano molto, riparavano Grandi Motori Fiat, in mari e paesi lontani. Questi motori, alti come una casa di tre piani, era-no montati sui giganti del mare (ter-minologia d’epoca), oppure su piat-taforme per l’estrazione petrolifera. La procedura Fiat era rigidissima, qualsiasi spesa, anche infi ma, dove-va avere una «pezza». Se operavano in Africa-Asia, io accettavo ricevute anche su carta bianca, non intestata, purché ci fossero motivazione-data-fi rma del ricevente. Via via, capii i piccoli trucchi che facevano per co-prire spese «particolari» (terminolo-gia d’epoca: «L’uomo non è di legno»). Lavoravano in condizioni estreme, in primavera sognavano che arri-vasse l’estate perché oltre i 55 gradi le zanzare-killer non sopravvivono. Primo Levi, con suprema maestria, descrisse queste vite nella «Chiave a stella». Presi coraggio, modifi cai

la procedura introducendo la moti-vazione (colto-burocratica) «regalie per servizi di supporto», fi ssando un tetto massimo. Me ne furono grati.Ora, note spese e regalie sono tor-nate prepotentemente di attualità. I magistrati le sequestrano, schiere di occhiuti cittadini le analizzano per verifi care se i politici fanno le stesse furbate che fanno loro, gli accusati si difendono goffamente, una nuo-va giostra è partita. Mi ha colpito il Berlusconi «burlesque», inquisito per «regalie». Nel Medioevo «regalia era un diritto regale-imperiale, co-stituito da tributi obbligatori in de-naro o in natura, dovuti dai sudditi al Sovrano». Berlusconi si è certa-mente confuso, o lui è un Sovrano, e allora la regalia non deve darla, ma riceverla come suo diritto imperiale, oppure se lui la paga è un suddito, ovvero un operaio-burlesque in tra-sferta («l’uomo non è di legno»). Si decida.

[email protected]

A CIASCUNO IL SUO

B. inquisito per regalie. Un tempo eranole tasse che i sudditi davano al sovrano

DI RICCARDO RUGGERI

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8 Sabato 28 Aprile 2012 P R I M O P I A N O

Il 4 maggio a Bologna per contestare Equitalia e tutta la burocrazia che strangola le pmi

Crisi, una marcia contro lo StatoI parenti di imprenditori suicidi sfi leranno con bandiere bianche

DI GIORGIO PONZIANO

Ventisei aprile, Paolo To-lio, piccolo imprendito-re edile, sale sul tetto di un agriturismo di Fer-

rara che ha appena ristruttura-to. La crisi lo sta strangolando. I committenti non pagano e si rifugiano dietro contenziosi, le banche non ne vogliono sapere, il fisco reclama il suo avere, lui è sul lastrico. «Mi butto dal tet-to - urla - per noi imprendi-tori è la fine». Accorrono le ambulanze, i carabinieri, i vigili del fuo-co. Lui rimane in bilico sul cornicione, lo sguardo di -sperato. Solo l’arrivo della moglie lo con-vince a desi-stere ma poi lei commenta: «Capisco quei 26 colleghi di mio marito che hanno deciso di uccidersi».

Ci sarà anche lei, insieme al marito, il 4 maggio sotto le Due Torri, dove si terrà la prima marcia delle «bandiere bian-che», portate dai parenti di chi si è tolto la vita a causa della crisi economica, abbandonato dalle banche, dalle istituzioni, dalla politica, da tutti. In pri-ma fi la l’organizzatrice, Tizia-na Marrone Campaniello, moglie dell’artigiano che il 28 marzo si diede fuoco davanti all’Agenzia delle entrate di Bologna, convinto di non ave-re via d’uscita ai troppi debiti maturati con il fi sco

«Marceremo - dice - espo-nendo bandiere bianche, sim-bolo dei morti sul lavoro, ma in questo caso l’incidente sono la crisi economica e l’indifferenza verso chi ne è vittima».

Giuseppe Campaniello è morto dopo nove giorni di ago-nia. Un gesto estremo contro un sistema che gli imponeva di pagare imposte anche se la cri-si gli impediva di lavorare. Lei ha reagito giurando di mante-nere viva la memoria del mari-to (e l’alto prezzo pagato a una situazione surreale dove c’è chi compra diamanti coi soldi pubblici e chi non trova poche migliaia di euro di credito) at-traverso un comitato: «la Casa di Giuseppe Campaniello».

Da tutt’Italia sono arrivate le adesioni e la prima iniziati-va sarà questa marcia (soste-nuta anche dall’Udi, l’unione donne italiane, ma non ci sa-ranno altri simboli, tantomeno quelli dei partiti) che partirà dall’ospedale Maggiore (dove Campaniello è deceduto) e si concluderà dinanzi alla sede dell’Agenzia delle entrate.

«Sarà una manifestazione-

spiega - in memoria dei tanti, troppi suicidi causati da chi non cerca alcun confronto o dialogo con i contribuenti. Leg-gerò i nomi di tutte le donne rimaste senza marito a causa della crisi».

Dall’inizio dell’anno sono stati censiti numerosi suici-di legati alle diffi coltà econo-miche provocate dalla crisi e dalla mancanza di paracadu-te. «Saremo in tanti - assicura

Elisabetta Bianchi, fi-glia di un ar-tigiano e ami-ca di Tiziana Marrone, con la quale colla-bora all ’or-ganizzazione della marcia. - Ci sarà chi è stato colpi-to negli affet-ti ma anche chi vive una situazione di d i s p e r a z i o -ne e potreb-be cedere da un momento all’altro, poi

chi semplicemente vuole far-ci sentire la sua solidarietà. Poco fa ho parlato coi parenti dell’imprenditore di Padova che si è tolto la vita a gennaio, mi hanno detto che verranno».

Le bandiere bianche saranno cucite da piccoli imprenditori del bolognese che hanno vissuto il dramma umano di Giuseppe Campaniello. Ad aprire il corteo un grande striscione con la foto dell’artigiano scomparso.

Una ricerca della Cgia di Mestre ha messo in evidenza l’exploit che in questi mesi si re-gistra di persone vessate dalla crisi che decidono di farla fi ni-ta. Non è vero che non ci sono colpevoli: «tasse, burocrazia, ma soprattutto la mancanza di li-quidità sono i principali ostacoli che costringono molti imprendi-tori a gettare la spugna - dice Giuseppe Bortolussi, segre-tario della Cgia di Mestre -. Per molti il suicidio è visto come un gesto di ribellione contro un si-stema sordo ed insensibile che non riesce a cogliere la gravità della situazione».

A Firenze un imprenditore di 65 anni si è impiccato al suo capannone, a Catania un altro imprenditore, di 58 anni, si è sparato sommerso dai debiti, e così a Roma, dove un arti-giano s’è sparato un colpo di fucile. Poi un artigiano sardo

di Oristano che ha lasciato un biglietto: «scusate, ma forse non è colpa mia».

Si tratta solamente degli ul-timi casi. E a Bologna, dopo il suicidio col fuoco, Confartigia-nato ha avviato un numero ver-de per accogliere le telefonate di imprenditori e artigiani a rischio suicidio, una linea tele-fonica che offre assistenza non solo psicologica ma soprattutto commerciale e legale a chi ha un’impresa in serie diffi coltà.

«All’imprenditore - dice Gianluca Muratori, presi-dente di Confartigianato a Bologna- non vengono chieste nemmeno le generalità via te-lefono, per tutelarne la priva-cy e in comprensibile relazione allo stato d’animo di chi alza la cornetta per dire: «non ce la faccio più, aiutatemi».

Il fenomeno è talmente gra-ve che altre iniziative sono

sorte in varie città. Laura Ta-miozzo e Flavia Schiavon, due imprenditrici venete i cui padri si sono suicidati perché non riuscivano a riscuotere i crediti delle rispettive aziende hanno fondato l’associazione familiari imprenditori suicidi («in realtà sono centinaia i ti-tolari di aziende italiane, spe-cialmente a gestione familiare - dicono - che si sono tolti la vita, sopraffatti dai debiti ver-so i fornitori e dai pagamenti di clienti e pubbliche ammini-strazioni che non arrivavano») mentre l’imprenditrice Giu-seppina Virgili che nel 2009 aveva messo in vendita i reni e il cuore per tentare di salvare la sua azienda dal fallimento ha dato vita al Comitato piccoli imprenditori invisibili («ricor-diamo - afferma - che parliamo di cifre dichiarate e che tanti altri muoiono nel silenzio. E spesso anche le loro famiglie si vergognano del baratro eco-nomico. Vale la pena combat-tere perché non è giusto che si continui a morire per la crisi, senza alcun supporto morale e materiale)».

Intanto sono in corso gli ul-timi preparativi per la marcia bolognese del 4 maggio. Con-clude Tiziana Marrone: «Come è possibile che un imprenditore arrivi a questo e lo Stato non faccia niente? Anzi Equitalia ti pignora un’auto se non paghi una multa. Come si può poi proseguire il proprio lavoro, magari per uscire dal debito se si rimane senza mezzi e stru-menti per farlo?».

© Riproduzione riservata

Rimborsi spese benzina che valgono uno stipendio

In merito all’articolo intitolato «Doppio stipendio con la benzina» pubblicato su Italia Oggi del 26 aprile scorso, a pag. 9 a firma Giorgio Ponziano, il Gruppo assembleare Sel-Verdi della Regione Emilia-Romagna desidera smentire quanto riportato nell’oc-chiello del pezzo «I grillini svelano il trucco in Emilia-Romagna: molti, anche di Pd e Sel, hanno cambiato residenza» e tengono a precisare che in Emilia-Romagna il Gruppo all’Assemblea le-gislativa è denominato «Sel-Verdi» e riunisce i consiglieri Gian Guido Naldi e Gabriella Meo; che i citati consiglieri non hanno mai cambiato residenza, né prima, né durante, né dopo le ele-zioni che li hanno portati a ricoprire il loro incarico in Regione e pertanto ogni illazione circa un presunto «trucco» relativo ai rimborsi trasferta è destituito di ogni fondamento.

Massimo MontanariUfficio stampa Verdi- Emilia Romagna

Risponde Giorgio Ponziano, autore dell’articolo: Quasi tutti i consiglieri fregionli emiliano-romagnoli (42 su 50) fi gurano residenti fuori Bologna e quindi hanno diritto al «premio». Su qualcuno di essi il dubbio è arrivato fi no in Procura e il magistrato ha rinviato a giudizio per truffa ag-gravata, Alberto Vecchi, consigliere Pdl, il quale avrebbe preso la residenza a Porretta (mentre la sua abitazione è a Bologna) solamente per ottenere il benefi t. Insomma, è la magistratura che ha qualche dubbio sulla veridicità del fatto che alla regione Emilia Romagna sono quasi tutti residenti fuori Bologna, non ItaliaOggi che riporta la notizia. Si prende comunque atto del fatto che i due consiglieri Sel-Verdi hanno residenze effettive: Gian Guido Naldi a San Lazzaro di Savena, nel bolognese, per cui riceve rimborsi spese in spiccioli, e Gabriella Meo, residente in provincia di Parma, che invece, secondo i grillini, si porta a casa 2500 euro al mese in rimborsi auto.

LETTERA

Tiziana Marrone

Vignetta di Claudio Cadei

DI PUCCIO D’ANIELLO

Il ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport Piero Gnudi ha percorso a piedi il tratto della via Fran-cigena che va dal santuario di Greccio all’abbazia di San Pastore.

* * *

È nata l’Associazione per la costituente del liberali: tra i fondatori, il senatore e candidato sindaco a Genova Enrico Musso, l’ex presidente del Senato Carlo Scognamiglio, l’ex numero uno dell’authority per l’energia Alessandro Ortis. Al sodalizio hanno aderito anche Alfredo Biondi e Renato Altissimo. Il nuovo progetto politico liberale verrà presentato a Milano il 26 maggio.

* * *

C’era il presidente di Olivetti Francesco Forlenza al de-butto, al Maxxi di Roma, di «ContemporaneaMente», per ascoltare il dialogo tra il maestro Michele Campanella, uno dei maggiori virtuosi e interpreti lisztiani a livello mondiale, e lo storico dell’arte (e musicologo) Claudio Strinati. Tra il pubblico Anna e Carla Fendi, Giorgio Ferrara, Bernardino e Francesca Campello, Giulio Napolitano, l’ambasciatore Pietro Francese con la mo-glie Marilena, il comunicatore Giancarlo Di Nunzio e l’antiquaria Alessandra Di Castro. La serata è prosegui-ta con una cena ai Parioli, con, tra gli altri, la giornalista e senatrice Pdl Diana De Feo, il produttore cinematografico Alessandro Fracassi. ContemporaneaMente è un pro-getto del Maxxi realizzato in partnership con Euro Forum Comunicazione e con il sostegno di Eni, Poste Italiane e gruppo Unipol.

INDISCREZIONARIO

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9Sabato 28 Aprile 2012Sabato 28 ApP R I M O P I A N O

A tre anni dal sisma, Barca fa i conti: inefi cienze nel sistema, presto una legge modello Friuli

Ricostruzione a pezzi all’AquilaErogati 700 milioni dei 7,7 miliardi destinati agli edifi ci

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Una ricostruzione tutta in salita. E la princi-pale colpa non è dei finanziamenti ma del-

le procedure. L’accusa trapela tra le righe di un intervento in parlamento di Fabrizio Barca, ministro per la coesio-ne territoriale, incaricato dal premier Monti di accelerare le iniziative per la ricostru-zione all’Aquila. Chiamato in causa da un’interrogazione al senato a prima firma di Elio Lannutti, Italia dei valori, sullo stato dell’arte dei lavo-ri a tre anni dal sisma, Bar-ca presenta una ricognizione innanzi tutto delle risorse finanziarie che ammontano a circa 10,6 miliardi, di cui la quasi totalità, 10,5 mld, è di fonte pubblica. Finanziamenti privati e donazioni non hanno raccolto grandi sostenitori. I primi 2,9 miliardi erano de-stinati all’emergenza e sono stati spesi. Degli altri 7,7 mi-liardi destinati a ricostruire edifici privati e pubblici, ne risultano erogati 0,7. I beni di interesse culturale dan-neggiati sono circa1400, di cui 900 i soli edifici religiosi. A marzo scorso risultavano ultimati i lavori per 119 chie-

se. Una situazione per niente incoraggiante. Negli incontri avuti con le autorità locali, Barca ha fissato la road map delle prossime azioni: entro la fine dell’estate inizierà la ricostruzione delle periferie e sempre entro l’estate dovran-no essere presentati i piani per la ricostruzione del entro storico. Tempo stimato per ultimare i lavori, almeno 10 anni. E non è una questione di risorse, ha in più occasioni ribadito Barca, ma di come si è gestito il sistema, di come le autorità hanno interagito tra loro: «Gli enti locali devo-no dialogare di più» . Nei ritardi nel rilascio dei permessi per la ri-costruzione, per esem-pio, respon-

sabilità sono imputabili anche ai professionisti che avevano fatto incetta di progetti ral-lentando così l’iter. Per evi-tare storture nel sistema, con l’ordinanza di marzo del presidente del consiglio dei ministri è stata istituto un si-stema on line per consentire a

tutti i cittadini di accedere alle informazioni, so-

prattutto a quelle inerenti lo stato

dei procedimen-ti amministra-tivi che li ri-guardano.

Uno schema di raccolta dati è stato invece

inviato alle am-ministrazione per

capire come pro-grammare i lavori e quale sarà il fab-

b i s o g n o

ulteriore di risorse da copri-re. Si lavorerà poi, dice Barca nella risposta al senato, «a un provvedimento normativo che disciplini l’amministrazione ordinaria della ricostruzione facendo tesoro delle esperien-ze dei grandi terremoti recenti del Friuli-Venezia Giulia e di Umbria e Marche». Insomma, il cantiere della ricostruzione è ancora alle fondamenta e an-drà ridisciplinato. Nell’interro-gazione dell’Idv, si sollevavano anche dubbi sull’incarico di vicecommissario delegato per la ricostruzione dei beni cultu-rali assegnato dal precedente governo ad Antonio Cicchetti, defi nito «manager dai multifor-mi impegni pubblici e privati». I dubbi sono riferiti al fatto «che lo stesso è già stato condanna-to dalla Corte dei conti per la malagestione dell’istituto Per-donanza», spiega Lannutti.

Ma il problema è stato ri-solto all’origine dall’ordinan-za del consiglio dei ministri che ha mantenuto in vita la struttura commissariale ma l’ha fortemente semplificata, eliminando i due incarichi da vicecommissario. Le funzioni sono state trasferite all’uffi-cio coordinamento ricostru-zione.

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DI ENRICO ZANETTI*

Rispetto all’ultimo aggiornamento del 2011, risalente allo scorso mese di dicembre, il Documento Econo-mico Finanziario 2012, approvato

dopo qualche rinvio dal Governo, porta due elementi di novità, uno positivo ed uno ne-gativo. Quello positivo è la significati-va riduzione della stima della spesa per interessi passivi: tra i 9,9 e i 12,8 miliardi di euro in meno per ciascuno degli anni tra il 2012 e il 2014. Quello negativo è il peggioramento delle stime sulle dinamiche del Pil: la recessione sul 2012, stimata lo scorso dicembre in misura pari a - 0,4% è stata portata su un più realistico – 1,2% (Banca d’Italia, però, lo scorso febbraio aveva parlato di -1,5% e l’Fmi addirittura di – 1,9%), mentre per i successivi 2013 e 2014 sono state sostanzialmente confer-mate le previsioni di lenta ripartenza (+0,5% e + 0,9%) e per il 2015 è stato messo in conto «addirittura» un + 1,2%.

Il costo della mancata crescita si rivela an-cora una volta maggiore dei benefici deri-vanti dalla riduzione dello spread ed infatti, per tutti gli anni considerati, il saldo finale del bilancio dello Stato peggiora di un am-montare compreso tra i 5 e i 9 miliardi di euro, vanificando così la possibilità, messa in preventivo lo scorso dicembre, di chiudere sin dal 2013 con un leggerissimo avanzo. L’abbattimento del deficit dai 62,4 miliardi del 2011 (3,95% del PIL) fino ai 1,8 miliardi del 2014 (0,11% del PIL) è il frutto delle

quattro manovre varate nel secondo seme-stre 2011.

Sul fronte della spesa, queste manovre hanno avuto il merito di proseguire e raf-forzare le politiche di contenimento avviate e proseguite a partire dal 2007 (al netto del solo 2009, causa l’esplosione della crisi e la

necessità di interventi pubblici). Tuttavia, conti alla mano, viene riassorbita solo una minima parte dell’incremento di oltre il 20% verificatosi tra il 2001 e il 2006.

Sul fronte delle entrate, invece, la pres-sione fiscale cresce sino ad oltre il 45%, dopo che già negli anni tra il 2006 e il 2011 era gradualmente cresciuta sino al 42,5% dal 40% cui si trovava nel biennio 2004-2005.I numeri evidenziano chiaramente come il cosiddetto «spostamento dalle persone alle cose» è stato finalmente attuato, perché quasi l’intero aggravio è riconducibile alle imposte indirette, il cui peso in termini per-

centuali cresce significativamente rispetto alle dirette. Peccato soltanto che questo spo-stamento degli equilibri nella tassazione sia stato attuato, non mediante una sostituzio-ne di imposte, bensì mediante la loro en-nesima stratificazione. Quale impressione complessiva lascia quindi la lettura combi-nata del DEF e dei dati relativi alle passa-

te annualità? È un po’ come se, dopo l’incosciente mix di (lieve) riduzione della pressione fiscale e (dirompente) aumento della spesa pubblica che ha caratterizzato gli anni dal 2001 al 2006, dal 2007 in avanti i due governi di differente colore politico che si sono succeduti e l’attuale governo tecnico si siano passati il testimone nell’inva-rianza sostanziale di una linea politica ben precisa: fermare l’ormai insoste-nibile avanzata ulteriore dello Stato e del parastato, ma, al tempo stesso, cercare di puntellarne per benino le posizioni guadagnate, mettendo in

conto all’economia privata il riequilibrio di un bilancio non più quadrabile con il ricor-so illimitato alle emissioni di nuovi titoli di debito. Così non può funzionare. Se le responsabilità sono indiscutibilmente dei governi politici precedenti, la colpa di questo governo tecnico è aver forse pensa-to che, come nel 1992-1993, si trattasse di gestire una difficile transizione economica e politica, nella sostanziale invarianza della struttura dello Stato e della sua pubblica amministrazione. Questa volta non è così: questa volta lo Stato deve cambiare, o sarà il Paese stesso a farlo saltare.

*da www.italiafutura.it

LO DIMOSTRANO LE CIFRE: MONTI CI PORTA ALLA DECRESCITA PERMANENTE

O cambia lo Stato o lo faranno saltare gli italiani

Fabrizio Barca

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Sono 22 anni. E vanno fe-steggiati, soprattutto oggi che il Sin.pa, il sindacato padano, è fi nito nel ciclo-ne mediatico per le note vicende giudiziarie e poli-tiche che hanno coinvolto la Lega Nord e Rosi Mauro, segretario generale della

sigla. Con ombre che le in-chieste gettano sullo stes-so Sin.pa, i suoi iscritti e i suoi finanziamenti che in parte sarebbero stati ca-ricati, dicono i magistrati inquirenti, sul bilancio del Carroccio. Accuse che il sindacato, anche nel corso di una recente audizione a Palazzo Madama, rispedi-sce al mittente. La festa si farà domani, con una bella «batelada sul lago Maggio-re», giro turistico lungo la sponda, prima quella lom-barda poi quella piemonte-se, pranzo a bordo e tanta musica. Il tutto alla modica cifra di 20 euro, gratis per i bambini sotto i 12 anni. Una bella giornata a poco, ed è possibile, si precisa nel vo-lantino diffuso dal sindaca-to, «grazie ai contributi dei nostri simpatizzanti». Rosi Mauro ci sarà. Espulsa dalla Lega Nord, la vicepresiden-te del senato non ci pensa proprio a rinunciare alla festa del suo sindacato che reca sul documento per la raccolta adesioni il motto: «Perché padani non è un modo di nascere ma di vive-re». Perfettamente in linea con la Mauro, che ha origini meridionali e vocazione pa-dana. L’ex pasionaria della Lega ha invitato anche Um-berto Bossi, che pure le aveva chiesto di farsi da parte, nel partito e al sena-to. Il Senatur ha declinato l’invito perchè, ha detto, «impegnato in una serie di appuntamenti elettorali in Veneto».

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FESTA PER IL SIN.PA

La Mauro prende il largo

senza Bossi

Rosi Mauro

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10 Sabato 28 Aprile 2012 P R I M O P I A N O

Il sindaco difende Barilla, poi scoppia il i nimondo

Il Mulino di RenziLe merendine spaccano la giunta

DI ANTONIO CALITRI

Il Mulino Bianco spacca la giunta fiorentina e schiac-cia l’immagine salutista di Matteo Renzi sotto una

montagna di merendine. Con la democratica assessora all’istru-zione che boccia l’iniziativa del marchio Barilla e non gli concede il patrocinio del comune perché la considera diseducativa della corretta alimentazione dei bam-bini. E con il sindaco che per non inimicarsi la potente famiglia Barilla, nel giro di poche ore pone rimedio smentendo la sua asses-sora e glielo concede. Ma smen-tendo così l’operato dello stesso comune che ha portato nelle scuole la frutta proprio al posto degli snack dolci. Una nuova bega per Renzi che questa volta rischia di perdere la schiera di salutisti che lo sostengono e che ne hanno apprezzato sia l’opera di educazione ali-mentare nelle scuole che la sua immagine di mara-toneta. Tutto per un patro-cinio, sembrerebbe, ma c’è molto di più e proprio men-tre scriviamo, a Firenze è già diventato il caso più discusso in città. Tutto nasce dalla richiesta della Barilla che per la tappa fiorentina del tour del Mulino Bianco, una manifestazione con laboratori, discussioni sull’alimentazione e

distribuzione di migliaia di me-rendine gratuite, per ottenere il patrocinio del comune. Che con-siste nel poter mettere lo stemma del giglio a mo’ di sigillo di qua-lità sui manifesti dell’iniziativa e soprattutto di non pagare o di avere una forte riduzione sugli oneri per l’occupazione di suolo pubblico. Appena giunta la ri-chiesta al comune, l’assessora all’istruzione, la Pd Rosa Maria Di Giorgi, l’ha respinta al mit-tente dicendo che è «inopportuno dare il patrocinio, noi ci battia-mo per la sana alimentazione dei bambini e non possiamo promuo-vere le merendine».

Un gesto che, senza entrare nel merito della disputa, è coerente

sia con la politica che sta perseguendo il comu-ne nelle scuole dove ha tolto le meren-dine e distribuisce frutta, sia con l’an-nuncio del mini-stero della salute Renato Balduz-zi di voler tassare

questi

dolci industriali per combattere l’obesità infantile.

La bocciatura della Di Giorgi però ha fatto arrabbiare l’azien-da di Parma, probabilmente non tanto per le poche miglia-ia di euro in oneri che avrebbe potuto risparmiare ma perché rappresenta un colpo all’im-magine, vista la motivazione. E così da Barilla hanno risposto duramente: «venga l’assessore Di Giorgi alla tappa del nostro tour, si renderà conto che anche noi siamo per la sana e corret-ta alimentazione. Da anni pro-muoviamo ricerche nel settore tramite il nostro Barilla food and nutrition center».

Nel frattempo però la que-stione è arrivata alle orecchie di Renzi che non volendosi inimi-care un gruppo così importante, è intervenuto a gamba tesa. Con una soluzione che però sta facen-do discutere.

Già, perché dopo aver bacchet-tato l’assessora, ribandendole che la decisione sui patrocini che concede il comune spettano al sindaco, ha deciso di conce-dergliene una via di mezzo che accontenta l’azienda e smentisce la politica comunale. «Daremo il patrocinio ma niente sconti sulla tassa del suolo pubblico» ha an-nunciato Renzi, per dimostrare di non voler fare regali all’azien-da. Ma nella sua giunta, più che gli euro della Tosap il vero re-galo è il marchio del comune concesso.

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DI PIERO LAPORTA

Che cos’è la corruzione? Cortina d’Am-pezzo, vacanze di Pasqua. Un poliziotto irruppe nel bar esclusivo di largo della Posta. Che fosse un poliziotto, sebbene in

borghese, lo testimoniava la sicumera arrogante d’un Javert; non era tuttavia a caccia d’un Jean Valjean. Si guardò intorno, scrutando con sospet-tosa attenzione avventori, camerieri tavoli. Egli, ombra riflessa del Potere, neutralmente discosto da qualunque categoria morale, doveva agguan-tare un tavolo nell’affollatissimo ed esclusivo lo-cale di Cortina. Questa era la sua alta missione per la sicurezza dello Stato. Additò un tavolo ai camerieri, intimando che fosse riservato alla “per-sonalità”. Lo Stato che paga quel poliziotto e gli altri due rimasti in attesa di là dalla porta, è lo stesso che controlla gli scontrini fiscali di Cortina? Si direbbe di sì. Nel bar c’era anche l’ex ministro Stefania Pre-stigiacomo e più d’un avventore, affrettando il duepiùdue, concluse che essa fosse causa di tanto elegante tramestio da fiction americana. Ben pre-sto l’equivoco si chiarì, ma non immediatamente. Il solerte poliziotto era del tutto incurante del-lo scompiglio che creava, anzi, in un certo qual modo, traspariva una soddisfazione, infantile per un osservatore distratto, tuttavia ben peggiore e insidiosa di quanto apparisse. Ammaestrati i camerieri, il poliziotto tornò fuori, s’accostò a due

auto, su una delle quali attendevano due vistose signore, abbigliate come si conviene a chi è ve-ramente ricco, cioè con non meno di 40mila euro d’abiti, accessori e scarpe. Confabulò per alcuni istanti col caposcorta, poi con le due signore, le quali, scese dall’auto, seguirono il loro guardiano fino al tavolo fissato per loro.I tre poliziotti rimasero fuori dal locale, accucciati nell’auto pagata dallo stesso Stato che controlla gli scontrini fiscali di Cortina d’Ampezzo.Un avventore riconobbe una delle signore, quella evidentemente oggetto primario delle cure della scorta, pagata dallo Stato, quello che controlla gli scontrini fiscali. Allibì, quell’avventore e non dimenticò.Chi era, la signora? Una nipote del presidente della Repubblica? No. La consorte del professore Mario Monti? Un’amichetta di Berlusconi? No. Un alto funzionario dello Stato, un prefetto in vena che si dava una botta di vita? Nulla di tutto questo. Era la signora di Massimo Ciancimino, pentitissi-mo rampollo del defunto sindaco di Palermo. Mentre la scorta attendeva accucciata nell’auto pagata dallo Stato, quello che controlla gli scon-trini fiscali a Cortina, la signora si beò del suo aperitivo, conversò amabilmente con la sua ami-ca e infine andò via, dopo aver pagato un conto rilevante, con tanto di scontrino fiscale, come si conviene in uno Stato corruttore.

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ERA A CORTINA, MA NON PER VERIFICARE L’EMISSIONE DI SCONTRINI

La scorta pagata da noi, sequestròil posto per la signora tutta griffata

DI PAOLO SIEPI

Non avrei mai potuto scrivere Tipi sinistri senza aver frequentato, per ragioni soltanto professionali, e osservandoli con distacco e un pizzico di humour, le eccellenze rosse, rossicce o rosa qui descritte. Il ragazzino che abita dentro di me non ha mai amato l’invettiva. Preferisce il sorriso che punge ma non dilania. Il racconto

che diverte. Lo scherzo , all’agguato. La canzonatura, al caz-zotto. Tipi sinistri è soprattutto un libro allegro. Scriverlo mi ha messo di buon umore, è stato il gioco di un signore con i capelli bianchi. Giampaolo Pansa. Tipi sinistri. Rizzoli.

Per Umberto Bossi i soldi sono sempre stati un fastidio. Il suo slogan all’inizio era che nel-la Lega i cavalli dovevano essere magri, così avrebbero corso di più. Roberto Maroni. Va-nity Fair.

Al terzo comizio assieme, non riuscendo ancora a trovare il tono giusto, cerco di appannare quello di Bortolani: quando mi accorgo che lui ha acchiappato l’uditorio, io mi vuoto un bicchiere di acqua minerale e la gente, di colpo, si distrae per seguire i miei armeggi. Mia moglie, fra il pubblico, ha capito, e deplora. Guglielmo Zucconi: La paga del de-putato. Rusconi.

Se l’Udc, dopo Cuffaro, Mannino e Romano, dovesse perde-re pure lo Scudocrociato, finora utilissimo per nascondere le facce di Piercasinando e Cesa, sarebbero dolori per il Terzo polo. Fra i superstiti della Dc c’era Peppino Gargani, uomo della coerenza rocciosa e lineare (Dc, Ppi, Ulivo, Forza Italia, Pdl, Udc). C’era Gianni Fontana, disperso nel ’93 quando dovette lasciare il governo Amato per Tangentopoli. C’era Silvio Lega, anche lui colpito ed affondato nel ’93 da un avvi-so di garanzia proprio mentre stava per diventare segretario al posto del già plurindagato Forlani. C’era il fanfaniano Clelio Darida, arrestato a Milano e assolto a Roma per le mazzette Intermetro. Marco Travaglio. Il Fatto.

Noi italiani siamo pecore anarchiche. Pecore, perché cer-chiamo, seguiamo, scodinzoliamo al pastore. Anarchiche perché, quando egli si distrae e non ci vede, lo sbertuccia-mo, salvo confermargli la nostra interessata devozione nel momento in cui ci richiama all’ordine. Roberto Gervaso: Italiani, pecore anarchiche, Mondadori.

Due signore parlano davanti a una tazza di tè fumante. «Io, per la crisi ho rinunciato a tutto: il pane, la macchina, il cinema. Ma i partiti no. Toglietimi tutto ma non i partiti». Vignetta di Vincino. Corsera.

Coloro che trovano brutta Milano sono degli stupidi. Milano infatti è una città misteriosa, piena di fascino e di pulsioni vitali. Adriana Asti, attrice. Corsera.

Un istrice, ecco come si era combinato il mae-stro Crispini. I suoi capelli avevano reagito malamente alla pestilenziale brillantina. Si erano ammutinati, diventando duri come il fil di ferro. Andrea Vitali: Galeotto fu il col-lier. Garzanti.

Le fondamenta a Venezia sono le strade che costeggiano i canali; e i due uomini si avviarono verso il mare. Incontraro-no due venditrici d’acqua con i secchi a tracolla, incontrarono una comare che trasportava qualcosa di vivo in un cesto (una gallina? un gatto?), tenendolo coperto con un tovaglio-lo e parlandogli perché stesse tranquillo; incontrarono due carpentieri, riconoscibili per gli attrezzi appesi alle cinture. Sebastiano Vassalli. L’Italiano. Einaudi.

Che attrice, che donna, Gena Rowlanda. Avessi tempo, me ne innamorerei. Gesualdo Bufalino: Bluff di parole. Bompiani.

Trovai un suonatore di mandolino nella ter-za classe di un trenino balneare; non sapeva suonare affatto il mandolino; appena il treno si fermava, egli smetteva di suonare, io gli stavo vicino e, malgrado il fracasso della strada ferrata, quando lui suonava udivo tutto; e lui mi guardava come se volesse raccomandarsi a me, perché non dicessi a nessuno che non sapeva suonare. Io non dissi nulla. Achille Campanile: Cantilena all’angolo della strada. Bur.

Scambievole: Io do, tu des. Patrizio Capuzzo: «Stupi-dario».

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11Sabato 28 Aprile 2012Sabato 28 ApP R I M O P I A N O

Le due prime donne, quasi assenti dalla campagna elettorale a Genova, meditano il trasloco

Bersani perde Marta e RobertaVincenzi e Pinotti sono pronte a trasferirsi nel centrodestra

DI ANTONIO CALITRI

Dopo aver ridotto il Partito democratico a fare da comparsa alle prossime elezioni di

Genova, Roberta Pinotti e Marta Vincenzi si stareb-bero preparando ad abban-donare il Pd per trasferirsi nel centrodestra. Non negli attuali partiti però, sareb-be troppo, bensì nelle nuove formazioni che stanno lan-ciando Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini. Sembra non esserci più futu-ro per le due seconde donne del centrosinistra genovese dopo che per la loro voglia di primeggiare hanno ridotto il partito al lumicino.

E non solo per quella batta-glia fratricida ma anche per l’atteggiamento che stanno tenendo, o meglio, che non stanno tenendo in campagna elettorale. È stato il sindaco di Milano Giuliano Pisa-pia, due settimane fa nella città della Lanterna per una manifestazione in sostegno di Marco Doria, a farlo

notare prima pubblicamen-te ai democratici locali, poi a mandarlo a dire a Pier Luigi Bersani. Che per la verità era già orienta-to a non inserirle nelle prossime liste elettorali. Certo poteva essere anche solo una parentesi, in fi n dei conti dopo le politi-che ci sono le Europee che fanno da camera di compensazione per chi è rimasto a digiuno. E inve-ce, né la Pinotti, né la Vincenzi vogliono restare disoccupate con-sapevoli che una volta uscite dal giro è difficile rientrare. Dopo aver crit icato entrambe aspra-mente il segre-tario e la sua politica suicida del laissez-faire, entrambe han-no incominciato a guardarsi in giro. Prima han-

no risposto alle critiche di Pi-sapia adducendo le

loro motivazioni. Poi però non è cambiato nul-la. Anzi , se la Pinotti ha detto che in

fi n dei conti è stato lo

stesso Doria a chiedergli di difendere gli interessi di Ge-nova dall’interno dei palazzi romani piuttosto che per le strade della città, la Vincen-zi ha partecipato addirittura a un comizio di centrodestra. Esattamente, è andata a par-lare di economia in un appun-tamento della lista Città Nuo-ve che sostiene il candidato sindaco del Pdl Pierluigi Vi-nai. Certo, ha chiarito subito che «io voto Pd, lo sanno tutti, ci mancherebbe altro»e che «vado dove mi invitano», fa-cendo capire che è proprio il Pd a non invitarla, però è sembrata una difesa molto debole. In fi n dei conti già in tempi non sospetti aveva nomina-to come assessore del suo comune proprio il fondatore della lista Città Nuove e tra i primi a portare For-za Italia in Liguria Pasquale Ottonel-lo. Che ora utilizze-rebbe per avvicinar-si al centrodestra, pronta, dicono ormai

i suoi detrattori, ad aderirvi dopo le elezioni amministra-tive ma prima delle politiche. Esattamente nel momento in cui verrà lanciata il nuovo movimento dalle ceneri del Pdl che rimescolerà le carte e farà da alibi al passaggio. Per la Pinotti invece l’approdo naturale sarebbe al fi anco di Casini. D’altra parte è stato il leader centrista e la chiesa di Genova a caldeggiarla come sindaca e in un certo modo a «costringere».

Bersani a rinunciare alla vittoria certa di una Vin-cenzi ricandidata per aprire la strada alle primarie. E il terzo polo l’avrebbe affian-cata già al primo turno delle comunali se ce l’avesse fatta, magari affi ancandogli come vice l’attuale candidato En-rico Musso. Anche lei però, più che passare ora nell’Udc starebbe pensando di trasfe-rirsi dopo le amministrative, nel rimescolamento che ci do-vrebbe essere quando Casini lancerà il suo partito della nazione.

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DI GOFFREDO PISTELLI

Il presente non si costruisce con i vecchi arnesi della politica». L’ave-va detto, sabato scorso, il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia,

parlando nell’auditorium della Provin-cia.Impertinente, il dorso locale del Corsera aveva trasformato quello che era un riferimento alle categorie di pensiero in una santa boutade sulle persone dei politici, tito-lando: «I vecchi arnesi della politica facciano un passo indietro». Forse in redazione s’erano fatti in-fl uenzare dalla biografi a di monsignore: genovese, classe 1953, in seminario era stato allievo di don Gianni Baget Bozzo, che negli ultimi anni aveva fatto più il poli-tologo che il teologo, suscitando le ire e le sospensioni a divinis delle gerarchie. Ma il Baget Bozzo che Moraglia conobbe era al-lineato alle posizioni conservatrici e fi loDc del cardinal Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova. Improbabile quindi il trasgres-sivo virgolettato attribuito al nuovo capo della chiesa veneziana. Moraglia rimane il fi ne teologo ratzingeriano apprezzato sia da Tarcisio Bertone sia da Angelo Bagnasco, i quali, quando a gennaio c’è stato da spostarlo dalla diocesi di La Spe-zia al patriarcato, si sono trovati d’accor-dissimo, rarità di questi tempi nei rapporti fra Segreteria di Stato, retta dal primo, e

Conferenza episcopale italiana, guidata dal secondo. Non troppo politico, dunque, monsignor Moraglia, ma attivissimo. Ar-rivato il 31 gennaio, ha impegnato subito le cronache veneziane, pure abituate a un pezzo da novanta come Angelo Scola. Si era da poco accomodato nelle stanze del pa-

lazzo patriarcale, quando aveva deciso di servire alla mensa dei poveri di Mestre totalmente in incognito. Peccato che la mattina stessa, qualche pio collaboratore avesse soffi ato la notizia al Cor-riere di Venezia che l’ave-va sparata in cronaca. E a poco più di un mese dall’arrivo, il patriarca s’era poi gettato a capo-fitto nel dibattito sulle aperture domenicali dei centri commerciali. Mo-

raglia aveva picchiato duro, protestando contro un processo in cui non c’è più «la giornata di riposo che non vuol dire solo non lavoro ma vivere altre opportunità, come quella dell’incontro, della famiglia». Il patriarca aveva attaccato «la nuova reli-gione, luoghi di culto dove 24 ore al giorno puoi trovare risposta ai tuoi bisogni», fe-nomeno defi nito «una riduzione impressio-nante dell’uomo». Prese di posizione che aveva fatto la gioia dell’assessora regio-nale Pdl, Isi Coppola, che si sta battendo contro la liberalizzazione montiana dei commerci. L’assessora sa di aver un nuovo alleato. E pure d’eccellenza.

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Il patriarca si dimostra ancora più attivo di Scola

A Venezia Moraglia parte in quarta

DI ANDREA BEVILACQUA

In Vaticano speravano il Papa ce la facesse per il 16 aprile, giorno del suo ottantacinquesimo complean-no, e invece no. I tanti impegni, i

viaggi all’estero e quelli in Italia, i testi da scrivere per l’attività ordinaria del proprio mi-nistero, hanno fatto sì che la pubblicazione del terzo volume del libro «Gesù di Nararet» dedicato ai Van-geli dell’infanzia slittas-se probabilmente a dopo l’estate, al mese di ottobre. Scrivere un libro è per il Papa un esercizio non difficile. Ma la cosa più difficile resta coniugare questa attività con l’im-pegno del governo della chiesa. Anche una nuova enciclica dedicata ai temi della fede che sembrava dovesse essere nelle sue corde in occasione di questo anno che la chiesa ha voluto dedicare proprio alla fede, infatti, resta per ora in mente Dei. All’orizzonte, piuttosto, ci sono i testi che egli sta pre-parando per il cinquantesimo anniver-sario (anch’esso celebrato in autunno) di apertura del Concilio Vaticano II. Joseph Ratzinger progettava da diverso tempo di scrivere un libro su Gesù. Sin dai primi tempi da teologo all’università. Ratzinger vi era arrivato dopo una esperienza pa-storale come viceparroco nella chiesa del Preziosissimo Sangue. E lì, ascoltando le confessioni dei fedeli, capì che quella di cui

faceva parte era una chiesa di cristiani che si chiamano ancora cristiani eppure sono pagani. E da lì allargò l’orizzonte, e guardò a tutta l’Europa, alla storia dell’Eu-ropa che da quattrocento anni ha perso la sua identità. Scrisse un saggio, «I nuovi pagani e la Chiesa». Ma quel pensiero non

lo abbandonerà più. Di-venterà un tema por-tante del suo pensiero. Nel 1992 scriverà «Una svolta per l’Europa» che poi sfocerà in un libro scritto a quattro mani con l’allora presidente del Senato Marcello Pera nel 2004. Secondo il sito korazym, nel terzo volume del Gesù di Na-zaret grande attenzione dovrebbe essere presta-ta alla nascita di Gesù. Come la Resurrezione è

il compimento della storia, la nascita ne rappresenta l’inizio. In «Immagini di spe-ranza. Le feste cristiane in compagnia del Papa», Ratzinger si chiede chi riconobbe Gesù. E trova la risposta nel Vangelo di Matteo: a non riconoscere fu Erode e «tutta Gerusalemme con lui», ovvero i dotti, gli specialisti dell’interpretazione. «E la no-stra posizione qual è?», si chiede Ratzinger, «non ci perdiamo anche noi in una dotta esegesi biblica, nei tentativi di dimostrare l’inautenticità o l’autenticità storica di un certo passo, al punto da divenire ciechi nei confronti del Bambino e non percepire più nulla di lui»?

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Vaticaneide-Troppi impegni, slitta «Gesù di Nazaret»

Il libro del papa arriverà a ottobre

Pier Luigi Bersani

Francesco Moraglia Joseph Ratzinger

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12 Sabato 28 Aprile 2012 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Claudia Harney, 33 anni, ha infranto un tabù secolare i no a poco tempo fa difeso dalla legge

La prima donna minatrice tedescaLa breccia è stata possibile perché ora lavorano le macchine

da BerlinoROBERTO GIARDINA

Frau Claudia ha i ca-pelli rossi, le unghie lunghe laccate, ama i tailleur e i tacchi alti.

Una descrizione in apparen-za da macho per cominciare a parlare della prima donna che non solo lavora in una miniera in Germania, ma che la diri-ge. Claudia Harney, 33 anni, ha infranto un tabù secolare in un mondo dominato dagli uomini. E anche altrove, dagli Stati Uniti all’Australia, le sue colleghe non sono più di una mezza dozzina.

Le signore in miniera porte-rebbero sfortuna come a bordo delle navi, secondo un altro dei vecchi pregiudizi contro il gentil sesso. Una superstizione sancita per legge: fi no al 2006 era vietato alle donne lavora-re in miniera, con la scusa che fosse troppo pesante per loro picconare carbone e spingere carrelli. Però lo facevano nel-le miniere britanniche della regina Vittoria insieme con bambini di meno di dieci anni,

perché erano pagate la metà dei loro mariti, e quindi la convenienza era superiore alla superstizione. Ma oggi nessuno lavora più a mano sottoterra, l’estrazione è affi -data alle macchine, e Claudia è riuscita a superare discri-minazioni e leggi antiquate.

«All’inizio ho dovuto vin-cere la diffi denza maschile», ammette, «per gli uomini non è stato facile dover riconosce-re che una donna poteva esse-re professionale quanto loro, e saper dirigere una miniera. Ma ho dovuto dimostrare di avere la forza suffi ciente per azionare un martello pneu-matico. È stata come una prova di maturità». Claudia si è conquistata il rispetto virile, e ora dirige oltre 300 minatori alla Neuhof-Ellers, la miniera di potassio e sal-gemma della K+S, vicino a Ful-da. Le gallerie si estendono per quasi un centinaio di chilome-tri e raggiungono i 535 metri di profondità. Claudia è diplomata in ingegneria, ma non disdegna di scendere in galleria, anche se non è più necessario dimostra-

re di essere coraggiosa e forte come un uomo.

Come è finita in miniera? «Non è stata una tradizione di famiglia, nessuno dei miei pa-renti ha mai avuto a che fare con l’attività mineraria, sono nata però nell’ospedale della

miniera a Gera, per caso, for-se questo è stato un segno del destino», racconta con ironia. Da bambina Claudia amava raccogliere pietre strane, poi ha cominciato a collezionare minerali, mentre le sue coeta-nee giocavano con le bambole,

infi ne si è iscritta all’Accade-mia mineraria della Turingia a Freiberg. Nel 2002, erano ap-pena sette ragazze a frequen-tare i corsi. Dopo il diploma fu assunta dalla K+S. «Era il mio lavoro ideale», racconta, «anche se era sempre vietato a noi donne». Ora è lei a sorve-gliare il lavoro in galleria, ad assicurarsi che tutti siano al sicuro prima di far esplodere una mina, che non si formino concentrazioni di gas. Il lavo-ro è ben diverso da come si svolgeva nel secolo scorso, ma basta ancora una minima di-sattenzione per provocare una sciagura. Gli uomini affi dano la loro sicurezza nelle mani di una giovane donna, senza pensare a vecchie superstizio-ni. Nella sua miniera vengono estratte circa 4 milioni di ton-nellate di salgemma, e la K+S ha investito 2,4 miliardi di euro per espandere l’attività, in Germania e in Canada. Gra-zie a Claudia ora all’Accademia mineraria le studentesse sono il 15%, tutte sicure di trovare posto dopo il diploma.

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«Ci concentreremo sui mercati più in-novativi: la sanità, l’illuminazione a

Led e il benessere».Frans van Houten, numero

uno di Philips, ha riassunto così la nuova strategia del gruppo, al quale però «resta ancora mol-to da fare in materia di riduzio-ne dei costi».

Dal suo arrivo, nell’aprile 2011, il nuovo amministratore delegato ha ceduto la divisione televisori alla cinese Tp Vision, una part-nership nella quale Philips de-tiene il 30%, e ha annunciato un piano di risparmi e la soppressio-ne di 4.500 posti di lavoro.

Nel pr imo t r imestre d i quest’anno Philips ha realizzato un giro d’affari di 5,6 miliardi di euro, in crescita del 9% e un risultato netto di 249 milioni di euro, superiore alle attese. Nel 2011 il gruppo aveva registrato una perdita di 1,2 miliardi di euro, dovuta a importanti costi di ristrutturazione.

«Questo primo trimestre», ha detto van Hou-ten, «è un primo passo incoraggiante. Ma siamo solo all’inizio di un’avventura molto ambiziosa. Ridisegneremo Philips e riprenderemo con la sua tradizione di innovazione. Il gruppo ha ancora costi di funzionamento molto elevati. Il miglioramento della redditività deve diventare la nostra seconda natura».

Più che sul mercato dell’elettronica consu-mer, Philips ha deciso di puntare su mercati molto innovativi, come quelli delle apparec-chiature medicali, dell’illuminazione e del

benessere, appunto. Con la divisione sanità Philips realizza il 40% del fatturato, con l’il-luminazione il 35% e con il Consumer lifestyle (elettrodomestici e audio) il 25%.

Tra i prodotti innovativi lanciati più recen-temente, van Houten cita l’HeartNavigator, un nuovo strumento di diagnostica per immagini che permette di effettuare interventi non in-vasivi per sostituire valvole cardiache. O, per quanto riguarda l’illuminazione, il programma City Touch, che consente di adattare in tempo reale l’intensità delle luci pubbliche al traffico, al clima e così via. «Ciò permette», ha aggiun-to van Houten, «di migliorare il comfort e la sicurezza e anche di realizzare fino al 70% di risparmi».

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Dopo aver tagliato i costi e voltato le spalle ai televisori

Philips si impegna adesso in sanità e illuminazione

Sei bello? Allo-ra devi paga-re più tasse.

È l’idea di un rispettato econo-mista giapponese, Takuro Morinaga, professore all’univer-sità Dokkyo, per ri-lanciare i matrimoni e la demografi a.

Morinaga propone di modulare la fi sca-lità secondo l’aspetto fi sico dei contribuen-ti. Secondo l’economi-sta, infatti, se fossero fi scalmente favoriti, i brutti ritroverebbero un certo fascino che si tradurrebbe in un au-mento dei matrimoni e quindi della natali-tà e dell’economia. Al contrario, i belli single sarebbero fi scalmente incitati a farsi una famiglia.

Non è la prima volta che il Giappone se ne esce con una simile trovata. Già nel 1941 lo stato ipotizzava una tassa sui celibi. Ma l’eco che viene data oggi all’idea di Morinaga (espo-sta anche nel serissimo giornale Aera) traduce l’impotenza del Giappone di fronte alla sua ca-tastrofe demografi ca. Dall’anno scorso infatti i single costitui-scono il primo nucleo familiare

nell’Arcipelago: 16 milioni di giapponesi vivono soli. Quelli che si sposano fanno sempre meno fi gli (1,39 per donna) e sempre più tardi (l’età media è 29 anni). Le donne poi spesso rifi utano di formare una fami-glia perché questo signifi ca per loro accettare un declassamen-to sociale e professionale: il 70% delle giapponesi lascia il lavoro al primo fi glio.

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L’idea di un economista giapponese

I belli? Devono pagare più tasse

Il numero uno di Philips Frans van Houten

Le giapponesi fanno sempre meno i gli: 1,39 per donna

Claudia Harney dirige oltre 300 minatori alla Neuhof-Ellers,la miniera di potassio e salgemma della K+S, vicino a Fulda

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13Sabato 28 Aprile 2012ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

In quest’area gli investimenti cinesi si sono moltiplicati per 18 volte tra il 2004 e il 2010

Paesi dell’Est, porta Ue per la CinaE la Polonia viene considerata lo stato chiave da Pechino

DI ANDREA BRENTA

Malgrado la crisi del debito sovrano che inquieta non poco Pechino, la Cina pro-

segue la sua politica di investi-menti in Europa. E la porta di ingresso dei cinesi sono i paesi dell’Est Europa. Polonia in te-sta. Per la Cina, infatti, questo paese in forte crescita rappre-senta un nuovo campo base per penetrare i mercati europei e prende il posto che fi no all’anno scorso era occupato dall’Unghe-ria, in passato partner privile-giato di Pechino.

Proprio Varsavia è stata scelta come sede del forum economico Polonia-Europa centrale-Cina, aperto giovedì dal premier ci-nese Wen Jiabao, che qui ha annunciato l’apertura di una linea di credito di 10 miliardi di dollari (7,6 miliardi di euro) per progetti di cooperazione nella regione.

A fi ne 2011 la Polonia aveva ottenuto la fi rma di un accordo di partnership strategica con la Cina, mettendo una pietra sopra a una reciproca diffi den-

za tra i due paesi, risalente al 1989. Il 4 giugno di quell’anno, in piazza Tienanmen a Pechi-no, i carri armati schiacciavano la contestazione studentesca. Nello stesso giorno a Varsavia

il regime comunista organizza-va le prime elezioni legislative pluraliste.

Oggi la questione degli scam-bi economici è passata in pri-mo piano. Tra il 2004 e il 2010

gli investimenti cinesi in Europa orientale si sono moltiplicati per 18. In Polonia la principale operazione è stata l’ac-quisizione delle attività civili del gruppo mili-tare-industriale Huta Stalowa Wola da parte dell’impresa cinese Liu-Gong.

Gli scambi tra i due paesi restano però di-sequilibrati: nel 2011 le esportazioni verso la Cina ammontavano a 1,3 miliardi di euro, con-tro 13,2 miliardi di euro di importazioni. E il 45% delle vendite polacche sono rappresentate da un solo prodotto grezzo: il rame.

Inoltre le relazioni bilaterali tra i due pa-esi sono state contras-segnate recentemente

da un grosso scacco. Nel 2009 il China Overseas Enginee-ring Group si era aggiudica-to l’appalto per due tratti da 50 chilometri dell’autostrada Varsavia-Berlino. L’offerta ci-

nese (330 milioni di euro) era allettante: due volte inferiore alla cifra prevista dal governo. Ma nel maggio 2011 il gruppo cinese ha interrotto il cantie-re, per mancanza di liquidità. E il contratto è stato annullato. Un affronto per il governo po-lacco: i due assi stradali erano infatti un dossier prioritario in prospettiva degli Europei di calcio, che la Polonia ospiterà insieme all’Ucraina a partire dal prossimo giugno.

Intanto, oltre alla linea di cre-dito da 10 miliardi di dollari, la Cina ha annunciato l’intenzione di lanciare anche un fondo cino-centroeuropeo per promuovere gli investimenti, che in un pri-mo tempo dovrà raccogliere 500 milioni di dollari (378 milioni di euro).

Nel 2010 gli scambi com-merciali tra la Cina e l’Europa orientale si attestavano a 40 miliardi di dollari (30,2 miliardi di euro). Ma potrebbero arriva-re a 100 miliardi nel 2015, ha detto Wen Jiabao.

La strategia di Pechino è chiara: essere dovunque.

© Riproduzione riservata

Quest’anno nel mondo si venderanno 100 milioni di tablet, che diventeran-no 360 milioni nel 2016,

con un tasso di crescita media annuale del 46%. Tradotto: pre-sto si venderanno in un anno più tablet che pc o televisori.

Questa la previsione dell’uffi cio studi Forrester, secondo cui nel 2016 il parco mondiale di tavolet-te tattili dovrebbe raggiungere i 760 milioni di esemplari.

«I tablet», spiega Frank Gil-let, analista presso Forrester, «non sono il gadget informatico più potente, ma il più pratico».

Giocare, leggere libri o giornali, guardare video o la tv, ascoltare

musica o la radio. E ancora, fare shopping, navigare su Internet, inviare mail, discutere su Face-book. Gli utilizzatori di tablet non dimenticano nessuna del-le possibilità offerte da questi strumenti, che sono ormai anche un’alternativa al televisore per guardare programmi in diretta. E la moltiplicazione delle appli-cazioni dedicate (oltre 200 mila per l’iPad di Apple, che incide per oltre due terzi sulle vendite mon-diali) incoraggia nuovi utilizzi.

Stampa online, e-book, video-giochi, radio e tv su tablet sono solo all’inizio dell’avventura. Sta a loro approfi ttarne.

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Quest’anno nel mondo. E 360 mln nel 2016

Si venderanno 100 mln di tablet

Privati della loro cattedrale dal forte terremoto del 22 febbra-

io 2011, gli abitanti di Christchurch, la seconda città più popolata della Nuova Zelanda, potran-no presto disporre di un nuovo luogo di culto che potrà avere anche un for-te richiamo turistico.

Entro novembre infatti una cattedrale tempora-nea sarà eretta in pros-simità di quella vecchia. Fino a qui, nulla di stra-no. La particolarità è che l’edificio, concepito dall’architetto giappo-nese Shigeru Ban, avrà una struttura in cartone su fondamenta in ce-mento: questo dovrebbe permettergli di resistere meglio, rispetto agli edifici tradizionali, a even-tuali nuove scosse.

Shigeru Ban, che lavora gratis su questo progetto, è conosciuto in tutto il mondo per il suo utilizzo della «Paper Tube structure», una struttura in tubi di cartone e carta. Inol-tre l’architetto giapponese partecipa spesso alla costruzione di edifici di emergenza in città colpite da catastrofi naturali.

La cattedrale temporanea di Christchurch, a forma di A, potrà accogliere 700 fedeli e dovrebbe avere una durata di

vita di almeno vent’anni.L’edificio, che costerà 5 milioni di dollari ne-

ozelandesi (circa 3 milioni di euro), non sarà utilizzato soltanto per le cerimonie religiose, ma anche per mostre e concerti.

«Questo progetto suscita interesse nel mondo e ciò è un bene per Christchurch», ha detto il

reverendo Craig Dixon, por-tavoce della diocesi. «Inoltre le sale spettacoli del centro sono state tutte distrutte. Questo permetterà di colmare questa lacuna».

© Riproduzione riservata

A Christchurch, città colpita dal terremoto del febbraio 2011

Nasce in Nuova Zelanda una cattedrale di cartone

Il premier cinese Wen Jiabao al forum economico Polonia-Europa centrale-Cina che si è svolto a Varsavia

L’iPad di Apple incide per oltre due terzisulle vendite mondiali di tablet

La cattedrale di cartone di Christchurchè un progetto dell’architetto giapponese Shigeru Ban

Le due pagine di «Este-ro - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di

Sabina Rodi

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PROGRAMMA

Intervento del ministro

Corrado Passera,

Ministro dello Sviluppo Economico

Claudio Siciliotti, Presidente

CNDCEC

Credito più facile se i conti delle

imprese sono certificati dai dottori

commercialisti

Marina Calderone, Presidente CNCDL e CUP

Il finanziamento dello studio

professionale: opportunità e rischi

Claudio Giovine, Responsabile Dipartimento Politiche

Industriali CNA

Il ruolo delle associazioni e dei confidi

Bruno Bossina, Direttore Marketing

Small Business Intesasanpaolo

La valutazione del merito creditizio

(rating), le garanzie e il pricing dei

finanziamenti

Fabrizio Poggiani, ItaliaOggi

L’equilibrio di bilancio, passaggio

cruciale per la valutazione dell’impresa

Roberto Lenzi, ItaliaOggi

Gli strumenti agevolati

per sostenere il credito  alle imprese

esistenti e per i neoimprenditori

Piero Eusebio Garrione,Presidente Ente Risi Vercelli

L’accesso al credito per le PMI:

una best practice

Modera:

Marino Longoni, Condirettore ItaliaOggi

Ordini professionali, Enti e Associazioni possono diventare Partner dell’evento e organizzare il collegamento presso la propria sede.

Per informazioni, tel. 02.58219.216; email: [email protected].

16 MAGGIO 2012, ORE 9.30 – 12.30

presenta

I finanziamenti disponibili per piccole imprese, Partite Iva, professionisti: istruzioni per l’uso

QUI SI FA CREDITO

La videoconferenza potrà essere seguita in diretta su:

canale 507 di Sky www.italiaoggi.it

In collaborazione con:

www.smallbusiness.intesasanpaolo.com

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21Sabato 28 Aprile 2012

IL PRIMO GIORNALE DEGLI IMPRENDITORI, DEGLI OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

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CODICECIVILE

e Leggi FondamenAgricoltura

I OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

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e Leggi Fondamendell’Ordinamento Ita

CONOggi

MULTE LATTE/I timori dell’ex capo di gabinetto Ambrosio e la proroga annunciata della rata 2010

Quella paura matta di ColdirettiIl Mipaaf spaventato dalle richieste di rimborso del sindacato

DI LUIGI CHIARELLO

È la Coldiretti che fa pau-ra. È il peso politico di Palazzo Rospigliosi, che spinge Giuseppe Am-

brosio, capo di gabinetto dell’ex ministro alle politiche agricole, Giancarlo Galan (e del prede-cessore Luca Zaia), a convoca-re il tenente colonnello Marco Paolo Mantile, per comunicare al carabiniere dei Nac titolare dell’inchiesta sul funzionamento delle quote latte, che i risultati dell’indagine «politicamente non possono essere utilizzati». Perché altrimenti il ministero delle poli-tiche agricole «verrebbe meno a un impegno politico preso con la

commissione europea». Mantile riporta la

conversazione in una annota-

zione di poli-zia giudi-

ziaria datata 20 luglio 2010 (prot. 169/75-3-2009), allegata agli atti di un processo contro ignoti pres-so il Tribunale di Roma. La cui udienza preliminare si celebrerà il 10 ottobre prossimo. ItaliaOg-

gi, nei giorni scorsi ha riporta-to ampi stralci della discus-sione (il 24 e 26 aprile 2012). Ne emerge, a detta di Am-brosio, la possibilità che l’inchiesta dei Nac possa far saltare l’intero siste-ma italiano delle quote latte. In particolare, la cosiddetta legge Zaia (n.33/2009) e, con essa,

la concessione all’Italia di un 5% in più di produ-

zione nazionale, digerita da Bru-xelles. I carabinieri delle Politiche

agricole, va ricordato, hanno mes-so in discussione l’intero sistema di calcolo della produzione na-zionale di latte, rilevando errori e difformità nel funzionamento di Agea e della Banca dati nazionale tenuta presso l’Istituto zooprofi-lattico di Teramo. In pratica, i Nac sospettano che l’Italia non abbia mai sforato la quota nazionale assegnata. Ma, tornando all’in-tercettazione, Ambrosio ha un chiaro timore. Lo dice a Mantile: «oggi davanti a Montecitorio c’è la Coldiretti. E Coldiretti cosa dice? Se i dati sono sbagliati e tu Stato, con la S maiuscola, governo e parlamento mi dici che i dati forse possono essere sbagliati, ri-vediti bene tutti i conti e restitu-iscimi quello che 15 mila persone

hanno pagato». Il timore, dunque, è che Coldiretti rivoglia i soldi che i suoi associati hanno versato ne-gli anni per pagare le multe. L’ex capo di gabinetto rimarca: «abbia-mo 70 persone (...) da una parte, 40 mila dall’altra, io ho pagato le multe, ho rispettato le cose e questa cosa in se, lei non lo sa, a Zaia gli dava un certo fastidio, ma aveva l’ordine dal suo gran-de Capo (Umberto Bossi, ndr) che questi qui non avrebbero mai dovuto pagare le multe». Quindi, Ambrosio svela un retroscena sul decreto milleproroghe, che fece slittare la settima delle 14 rate a interessi zero della legge 119/2003. Rinvio per cui oggi l’Ue minaccia la procedura d’infrazio-ne contro l’Italia (si veda articolo in alto). A luglio 2010, il capo di gabinetto di Galan rivela a Man-tile: «l’idea è di mettere un’ulte-riore proroga nel milleproroghe di fine anno». Quindi chiosa: «Da qui la Coldiretti che dice: bene, allora a questo punto la proroga non la chiederanno 100, ma la chiede-ranno 15.100, anche i 15.100 che rappresento io. E dico a te, caro Stato, restituisci le multe anche a noi e poi una volta che hai rifatto i conti decido se te li devo ridare o no». Su tutto un particolare. Pro-prio Ambrosio, il 15 aprile 2010 (tre mesi prima del colloquio regi-strato da Mantile) aveva inviato l’indagine del Carabiniere a tut-te le organizzazioni sindacali dei produttori (Coldiretti inclusa). La lettera (prot. 3852) recava in alle-gato la relazione, con cui Mantile denunciava gli errori di calcolo di Sian, Agea e Banca dati naziona-le. Dunque, Coldiretti era già al corrente.

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Dal primo maggio, in Uk, la catena di supermercati Sainsbury pagherà il latte fresco ai 324 allevatori suoi fornitori in funzione dei costi di produzione. Un consulente ha raccolto i dati sui costi di produzione degli allevatori e messo a punto un modello di calcolo che tiene conto delle componenti di costo. Il prez-zo di riferimento sarà fi ssato annualmente in ottobre e po-trà cambiare ogni trimestre in base all’evoluzione delle quotazione dei mangimi, dell’energia, dei fertilizzati. Il prezzo che sarà pagato dal 1° maggio prossimo è di 0,361 euro/litro.

Latte, in Uki costi pesano

A grandi passi verso la costi-tuzione della Confederazio-ne Generale dei Bieticoltori Italiani. Ieri, le associazioni del settore bieticolo, Associa-zione nazionale bieticoltori (Anb) e Consorzio naziona-le bieticoltori (Cnb), hanno sottoscritto una lettera di in-tenti per l’integrazione della rappresentanza. L’obiettivo è realizzare il sodalizio prima dell’inizio della prossima campagna di raccolta.

Il sodaliziodel bieticolo

ziaria datata 20 luglio 2010 (prot agricole va ricordato hanno mes- hanno pagato» Il timore dunque

L’Italia dovrà fornire informazioni più dettagliate sugli effetti che la rateizzazione prevista dalla leg-ge 44/2012 (di conversione del dl fi scale, 16/2012), avrà sul pagamento delle multe latte. A chiederle sono gli uffi ci della commissione europea. La ri-sposta del governo italiano è attesa a Bruxelles in questi giorni. Secondo quanto confermato a Italia-Oggi da fonti comunitarie, Bruxelles vuole chiarez-za anche sulla norma «salva-splafonatori» che il governo ha inserito nel decreto fi scale. E che preve-de la possibilità di rateizzare il debito accumulato con l’erario anche con rate di importo variabile e senza rinuncia dei contenziosi in atto. La richiesta è giunta a Roma, in parallelo all’indagine aperta a gennaio sulla proroga di sei mesi concessa per il pagamento della settima rata delle 14 a interessi zero previste dalla legge 119/2003. La proroga (prevista dalla legge 110/2011) ha fatto slittare il pagamento della rata in scadenza a dicembre

2010, in contrasto con quanto previsto dalla nor-mativa Ue. L’articolo 1, comma 4 del decreto fi scale, invece, contiene facilitazioni per l’allevatore che ha aderito alle rateizzazioni Zaia e Alemanno, ma non ha mai pagato. Anche se l’espressione «quote latte» non è mai citata nel testo di legge, la Commissio-ne Ue è ben consapevole che il provvedimento può avere incidenza sul pagamento delle multe latte. E ha chiesto «maggiori dettagli». Intanto, il ministro alle politiche agricole, Mario Catania, a margine del consiglio dei ministri dell’agricoltura in Lus-semburgo, ha annunciato che è pronta la replica italiana attesa da Bruxelles: «la lettera dell’Italia è pronta». La dilazione dei pagamenti, ha precisato il ministro, «riguarda pochissimi produttori, siamo nell’ordine di decine di migliaia di euro e ritenia-mo che stiano dentro agli aiuti «de minimis».

Luigi Chiarello e Angelo Di Mambro© Riproduzione riservata

E l’Ue ora indaga sull’aiuto nel decreto fi scale

Una banca dati con l’ana-grafe di 5.000 capi ovini identifi cati elettronicamente attraverso un microchip. È quanto ha fatto il comune di Nuragus (Cagliari), il primo ad aver attuato la rintraccia-bilità elettronica degli ovini. L’iniziativa, presentata a Cagliari, dal sindaco di Nu-ragus, Elia Pilia, e dall’as-sessore all’agricoltura della regione Sardegna, Oscar Cherchi, è compresa nel pro-getto Nureid, che ha creato un sito in italiano, inglese, spagnolo e arabo, per favo-rire la commercializzazione dei prodotti tipici sardi.

Paolo Caboni

Un microchipsulla pecora

Quasi il 5% della terra agri-cola del continente africano è stato venduto o affi ttato tra il 2000 e il 2010. E’ quanto emerge dal più det-tagliato database mondiale sugli accordi internazionali sui terreni, realizzato dal progetto ‘Land Matrix’, una partnership tra cinque grandi centri di ricerca europei e 40 organizzazioni della società civile e associazioni di ricerca di tutto il mondo. Il database permette di fare luce su un decennio di accordi segreti siglati da governi, investitori e speculatori alla ricerca di terreni fertili nei Paesi in via di sviluppo. Finora, l’assenza di dati affi dabili ha alimen-tato negli anni il timore sul possibile impatto per le co-munità locali del fenomeno noto come ‘land grabbing’. I ricercatori hanno stimato in oltre 200 milioni di ettari il terreno venduto o affi ttato tra il 2000 e il 2010 e hanno diffuso i dettagli di 1.006 ac-

cordi riguardanti 70,2 milioni di et-tari di terreno

concentra-ti in par-t i c o l a r e

in Africa, Asia e Ame-rica Lati-

na. L’Africa Orientale è la

regione che ha registrato il mag-gior numero di investimenti negli

anni più recenti, con 310 accordi, mentre i principali tre investitori sono il governo indiano, l’azienda di tele-comunicazioni cinese ZTE International e l’azienda indonesiana Indah Kiat Pulp&Paper. Il progetto Land Matrix ha messo su un portale, per consentire agli studiosi e agli addetti del settore di monitorare il fe-nomeno land grabbing. L’in-dirizzo è http://landportal.info/landmatrix.

LAND GRABBING

Africa, il 5% dei terreni

agli stranieri

Supplemento a cura di LUIGI CHIARELLO

[email protected]

Umberto Bossimilion

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22 Sabato 28 Aprile 2012 AT T U A L I TÀ

CONSIGLIO AGRICOLO/Spunta una nuova dei nizione di agricoltore attivo

Stalle comode per i maialiItalia sotto osservazione Ue, dopo il caso ovaiole

da Bruxelles ANGELO DI MAMBRO

L’applicazione delle norme Ue sulle stalle delle scrofe va accelerata in modo decisivo in undici stati membri, che dopo il 1° gennaio 2013 potrebbe-

ro vedersi notificare da Bruxelles l’apertura di una procedura di infrazione per incomple-ta attuazione della direttiva 2008/120/Ce. Il messaggio, mittente il commissario alla salute John Dalli, arriva forte e chiaro ai ministri dell’agricoltura europei riuniti in Lussemburgo. Come con le galline ovaiole, le norme sul benessere dei suini, in particolare il divieto di sistemi di stabulazione indivi-duale per scrofe e scrofette che entre-rà in vigore dal 1° gennaio 2013, trovano parecchie difficoltà di applicazione in molti paesi Ue. Al momento, gli unici in linea con gli obblighi della direttiva sono Gran Bretagna, Svezia e Lussemburgo. La Danimarca, col 75% degli allevamenti in re-gola, è nel gruppo di tredici Stati membri che, secondo i dati della Commissione Ue, possono farcela nei tempi previsti. Per altri, come Francia e Portogallo, la «situazione ancora non è chiara», spiegano fonti dell’Esecutivo. Che non si pronun-ciano sull’Italia. Stando a un’inda-

gine del ministero della Salute riportata da Coldiretti, il numero degli allevamenti della Penisola già a norma è il 53,8% di tutti gli alle-vamenti con scrofe. A spanne, l’adeguamento alle nuove norme, secondo le quali le scrofe e le scrofette devono essere allevate in gruppo per circa due mesi e mezzo dal periodo di gra-vidanza in tutte le aziende che contano alme-no dieci scrofe, sarà una corsa contro il tempo.

RIFORMA DELLA PAC, EPPUR SI MUOVE. In Lus-semburgo si è discusso anche di molti pun-ti controversi relativi ai pagamenti diretti, fatta eccezione per il greening: schema per i piccoli agricoltori, sostegno all’insediamen-to dei giovani, quota per gli aiuti accoppiati,

misure in favore dei produttori delle aree svantaggiate, tetto agli aiuti delle grandi aziende, criteri di redistribuzione dei fondi tra gli stati. Ha destato interesse la proposta di utilizzare per l’agricoltore «attivo» una defini-zione «al negativo». Si abbandonerebbe così la formula del «5% dei proventi totali» proposta dalla commissione, che avrebbe creato oneri amministrativi e burocratici, per permettere agli stati membri di redigere liste di tipologie di aziende che non possono beneficiare degli aiuti agricoli (campi da golf, aeroporti e agen-zie immobiliari). «È una strada», ha commen-tato il ministro alle politiche agricole, Mario Catania, «purché preveda una clausola che consenta al singolo stato membro di lavorare ulteriormente sulla definizione». Sul resto le parti restano distanti, in una partita che vede

gli stati membri generalmente schierati per la volontarietà di misure che la Commis-

sione vorrebbe invece obbligatorie. Del greening si inizierà a parlare lunedì prossimo nel Comitato speciale per

l’agricoltura a Bruxelles. Pare che un gruppo di stati membri, guidato dalla Germania, stia

lavorando a un elenco di misure flessibile, adattabile secondo le re-altà nazionali, per sostituire le tre misure «uguali per tutti» proposte dal commissario europeo all’agri-

coltura, Dacian Ciolos. © Riproduzione riservata

Arriverà a maggio il pro-messo piano di azione europeo per il settore dell’olio di oliva. Lo ha annunciato il commis-sario Ue all’agricoltura Cio-los durante la sua visita in Andalusia, specificando che coinvolgerà gli Stati membri per organizzare una riunione speciale dei ministri dei prin-cipali Paesi produttori entro il prossimo mese di luglio. Per ora sono note solo le aree gene-rali su cui l’Esecutivo intende intervenire. Il Commissario ha parlato di sostegno alla ristrutturazione del settore, attraverso i futuri piani di sviluppo rurale, e all’aggrega-zione dell’offerta attraverso le organizzazioni dei produttori. Ma verranno affrontate anche le questioni aperte su qualità, etichettatura, promozione e commercializzazione. Infine l’Ue intende migliorare i meto-di di valutazione sul prodotto, e aumentare i controlli contro le frodi. Parte di queste temati-che, ha ricordato l’ex ministro rumeno, potrebbero essere af-frontate nella riforma Pac.

CIOLOS ANNUNCIA

Un piano Ue per l’olio d’oliva

LA MUCCA PAZZA

Torna la Bse, ma l’Ue aprealle carni Usa

Il Giappone il 15 aprile ha annunciato uffi cialmente il pri-mo caso di variante umana del morbo mucca pazza. Un uomo è morto dopo aver contratto la variante della malattia di Creut-zfeldt-Jakob, probabilmente per aver mangiato carne bovina infet-ta. Secondo mezzi d’informazione nipponici il deceduto era stato in Uk per un mese nel 1990. Sem-pre in fatto di Bse, tre giorni fa negli Usa si è manifestato il pri-mo caso animale degli ultimi sei anni, in California. Per quanto riguarda l’Italia, il 1° gennaio 2002 è entrato in vigore in tutta l’Ue un sistema obbligatorio di etichettatura che, dice Coldiretti, «consente di conoscere origine del-la carne acquistata, cioè gli stati di nascita, ingrasso, macellazione e sezionamento, nonché un codice di identifi cazione che rappresenta una vera e propria carta d’identi-tà del bestiame e consente di fare acquisti Made in Italy». Dagli Usa, nel 2011, sono stati importa-ti solo 1,5 mln di kg di carne bovi-na fresca, congelata o refrigerata, identifi cata dall’etichetta. Intanto, in settimana, i ministri Ue hanno dato il via libera all’accordo su un contingente d’import in Europa di carne bovina di alta qualità Usa non trattata. Il parlamento Ue aveva dato l’ok il 14 marzo scorso. È la fi ne della cosiddetta guerra degli ormoni.

DI ANDREA SETTEFONTI

Etichetta facoltativa per identificare il periodo di frollatura delle carni bo-vine inglesi che arrivano

in Italia. A proporla è Eblex, l’en-te inglese non governativo per il sostegno e lo sviluppo dell’in-dustria delle carni, attraverso il suo organo di controllo Meat I m p o r t e r ’ s Consortium. L’etichetta con le informazio-ni obbligatorie, quali il codice di rintraccia-bilità, il paese di nascita, di allevamento, di macellazione e di seziona-mento consente già di garanti-re al consumatore informazioni trasparenti. Oltre a ciò, proprio grazie a questo disciplinare di etichettatura riconosciuto alla società inglese, sarà possibile sapere adesso anche con che mo-dalità è avvenuta la maturazione della carne appena acquistata al supermercato. «L’etichetta facol-tativa delle carni maturate vuole rappresentare un aiuto concreto per incrementare ulteriormente

la fiducia dei consumatori italia-ni nella qualità delle carni bovine inglesi», afferma Jeff Martin re-sponsabile Eblex Italia. «E vuole anche porre particolare attenzio-ne sulla tenerezza di questi pro-dotti, caratteristica che dipende proprio dai sistemi di frollatura

inglesi». La nuova etichettatura accompagna le carni inglesi già da aprile. Il sistema di frollatura applicato dalle industrie inglesi delle carni prevede un minimo di 7 giorni in osso, ma alcune aziende estendono il periodo di frollatura e lasciano maturare la carne anche dai 14 ai 21 giorni (in osso o sottovuoto) a temperatura controllata. La tracciabilità della carne è gestita dal Meat Impor-ter’s Consortium.

Proposta dall’Uk, per rilanciare il mercato

Ora una etichettasulle carni frollate

DI ANGELO DI MAMBRO

La tracciabilità dei prodot-ti come terreno di incon-tro per le coop agricole e di consumo. L’idea la

lancia il presidente del Cogeca Paolo Bruni alla conferenza organizzata a Bruxelles insie-me ad Eurocoop, in occasione della settimana mondiale delle cooperative. «In questi anni», ha detto Bruni, «coop di produzione agricola e di consumo si sono sviluppate per settori, l’intersettorialità gioca invece un ruolo chiave per una catena alimentare più equa e compe-titiva. Un tema su cui agire è la tracciabilità, è di interesse sia degli agricoltori, sia della distribuzione, che così può rispondere alla do-manda di traspa-renza dei con-sumatori». Ma fi no ad oggi la gdo ha fatto da sola, mettendo il proprio marchio sui prodotti… «una tendenza da invertire», re-plica Bruni, «una

maggiore disponibilità da parte del settore retail in quest’ambito può fare l’interesse di tutti e se-gnare una svolta nei rapporti tra produzione e distribuzione». Vale a dire i protagonisti dello squili-brio strutturale della fi liera che è all’attenzione anche dell’Ue. I lavori del Gruppo di alto livello sul funzionamento della catena alimentare di Bruxelles, che do-vrebbe trovare soluzioni condi-vise e «dal basso» al problema, potrebbero tuttavia andare non solo oltre giugno (il termine se-

condo le previsioni più otti-mistiche), ma addirittura oltre la fi ne dell’anno. La prossima, e teoricamen-te ultima, riunione è a novembre ma «in base ai progressi fatti», fanno sapere fonti di Bruxelles, «la Commissione deciderà

se prolungare il mandato o quali altre iniziative

sono necessarie».

L’idea di Paolo Bruni, presidente Cogeca

La tracciabilità,per unire le coop

Un fotogramma dal i lm Rocky

Il presidentedel Cogeca,Paolo Bruni

A Proposta dall’Uk per rilanciare il mercato L’i

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23Sabato 28 Aprile 2012SabM E R C AT O A G R I C O L O

Il miglioramento genetico e la biologia molecolare of-frono nuove prospettive negli incroci per le viti per ottenere varietà sempre più resisten-ti e ridurre così il ricorso a trattamenti antiparassita-ri. Lo ha detto Gabriele di Gaspero dell’Università di Udine al simposio della vite e del vino che si è tenuto al Centro di Sperimentazio-ne Laimburg (Bz). Lavori di incrocio di varietà resistenti che provengono dall’America o dall’Asia orientale lasciano morire le cellule attaccate dal fungo e limitano una ulteriore crescita del parassita. Inoltre una sperimentazione del Cen-tro Laimburg sull’irrigazione in un vigneto di Sauvignon Blanc, di Lagrein e di incroci con varietà resistenti dell’Ame-rica e dell’Asia ha mostrato effetti positivi sul risparmio idrico. Inoltre l’utilizzo della tecnica del sovescio può aiu-tare ad aumentare la biodi-versità e la pedofauna negli interfi lari dei vigneti.

Andrea Settefonti

ANTIPARASSITARI

La biologiamolecolare

per il vigneto

La produzione dei doc e docg regionali a 14 mln di bottiglie

Marche sugli scudiBene l’export per il bianco Verdicchio

DI GIORGIO BERTONI

La crescita è continua e non accenna a fermarsi. I vini marchigiani, senza fare troppo rumore, conquistano sempre nuovi consensi, soprat-tutto all’estero. Lo

testimoniano gli ultimi dati disponibili, secondo cui l’aumento dell’export, nel 2011, è stato del 10% in valore (dato Coldiretti) a 45,7 mln di euro, rispet-to al +4,2% della media nazionale (dato Assoeno-logi). A trainare l’intero settore è, ovviamente, il Verdicchio con le due docg regionali Colli di Jesi e Ma-telica riserva (le altre sono il Rosso Conero riserva, la Vernaccia di Serrapetrona e l’Offi da), seguito da una dozzina di doc. Dal 2000, la produzione è passata da 9 a 14 milioni di bottiglie commercializzate (il 78% delle doc e docg regionali), di cui 7,5 esportate. Queste cifre fanno del Verdicchio il terzo vino bianco nazionale più esportato nel mondo. Il fatturato è stato di 22 milioni di euro. «Siamo molto soddisfatti dei successi di Verdicchio, Rosso Conero e, più di recente, Pecorino e Passerina», af-

ferma Alberto Mazzoni, responsabile dell’Istituto marchigiano di tutela vini e vicepresidente nazio-nale di Assoenologi, «ma anche un po’ preoccupati di questa rapida crescita. I produttori devono muo-versi con cautela, per evitare possibili cadute del

mercato o cambi di mode temporanee». Al di là dei numeri, i vini marchigiani sono il veicolo di un pia-no strategico più ampio e complesso. È già operativo un progetto ambizioso che, partendo dai vini regionali, coinvolge sotto il cappello del «Made in Marche» tut-ta la produzione di eccel-lenza regionale. Si è partiti già da alcuni anni con un evento promozionale come «Tipicità» a Fermo, che or-mai ha assunto un rilievo internazionale per le ec-cellenze agroalimentari del territorio. Lo si vedrà ancor meglio alla prossi-ma Selezione internazio-nale dei vini da pesce, che si terrà ad Ancona dal 9 all’11 maggio. Il progetto

«Made in Marche» guarda però più avanti e punta a coinvolgere sotto un unico marchio, oltre all’agroali-mentare, anche le decine di imprese manifatturiere, leader nei rispettivi settori del made in Italy.

SALE IL CONSUMO DI VI-NI ITALIANI SOPRATTUTTO ALL’ESTERO dove leader è il vino toscano. In parti-colare in Cina cresciuto del 90% con la Vernaccia di San Gimigna-no a guidare il trend. Sono le analisi del gruppo Mere-galli. In Italia il 2011 ha visto incrementare la fascia oltre i 5 euro, +11% a volume con il Brunello di Montalcino (prezzo medio 17,2 euro) che cresce in gdo del 14,8%.

CINA QUINTO BIG SPENDER MONDIALE NEL SETTORE VI-NO. Solo cinque anni fa era al 20esimo posto tra i paesi importatori di vino. Secon-do Ismea la domanda è cresciuta del 72% in valore. A benefi ciarne è stata so-prattutto la Francia la cui

quota di mercato è oltre il 50% dell’import ci-nese in valore. Seguono Au-stralia e Cile,

con 15% e 7,2%, poi Spagna e

Italia al 6,9% e 6,5%.

DI VINO

DI ANTONINO D’ANNA

L’Unione europea ha rinnovato i dazi con-tro la Cina sull’acido tartarico, un prodot-

to utilizzato nell’alimentare, nell’industria farmaceutica e anche nelle costruzioni. In que-sto modo i produttori, tra cui l’italiana Distillerie Mazzari e la spagnola Alcoholera Vinicola, potranno evitare la concorrenza sleale cinese. L’aliquota è del dal 4,7% al 34,9% sull’aci-do tartarico cinese e che il dazio durerà per i prossimi cinque anni. Vengono così punite aziende la Changmao Biochemical Engineering Co. (tassata al 10,1%), che con il loro prodotto hanno occupato una nic-chia del 12,2% del mercato Ue nel 2010 rispetto all’11,3% del 2007. Per il momento resta esentata l’Hangzhou Bioking Bioche-mical Engineering Co., che ha ottenuto un dazio pari a zero nel 2006: è sub judice in attesa delle decisioni europee. Graziata anche la Hangzhou Bioking, che eviterà anche il dazio zero. L’Ue osserva

nel provvedimento di rinnovo dei dazi che «Dopo l’imposizione del-le misure definitive nel gennaio 2006, le importazioni dei prodotti cinesi colpiti dai dazi è cresciu-ta, passando da 3.034 tonnellate metriche (MT) a 3.649», tanto che la quota di mercato di questi pro-dotti è cresciuto dell’1%, passan-

do dal 12,6% del 2007 al 13,5% del RIP (Review Investiga-

tion Period), ossia il pe-riodo dal 1° gennaio 2010

al 31 dicembre dello stesso anno, pe-riodo nel quale l’Ue ha accerta-to la persistenza del dumping e dell’efficacia delle misure adottate. L’indu-

stria europea dell’acido tar-tarico, presen-

te soprattutto in Italia e Spa-gna, è fatta prima di tutto di aziende la cui attività principale è la produzione di alcol dalle fecce di vino, mentre i cinesi vendono la forma sintetica. Per l’Unione europea non ci saranno significativi danni ai volumi pro-duttivi cinesi proprio in virtù dei loro metodi di produzione dell’aci-do tartarico, a differenza dei pro-cessi adottati in Europa che, sen-za i dazi, subirebbero concorrenza sleale da dumping.

Per Distilleria Mazzari e Alcoholera Vinicola

Dazi Ue anti-Cinasull’acido tartarico I

l prolungato boom dell’econo-mia cinese si trascina dietro un altro fenomeno eccezio-nale in arrivo: un’ondata di ipo, quotazioni

iniziali in borsa, di migliaia di imprese del paese più popoloso del mondi. Per provare a governare il fenomeno ed evitare eccessi negativi le autorità di Pechino hanno stabilito regole molto più restrittive di quelle europee e americane per poter sbarcare in borsa. Nei tre anni successivi alla quotazione, ad esempio, gli azionisti non possono in alcun modo vendere nessun titolo posseduto, così da dare con-tinuità all’impresa, mentre per ottenere l’autorizzazione all’Ipo la società deve dimo-strare di non aver cambiato il board ed il top management con deleghe negli ultimi tre anni precedenti alla richie-sta di Ipo. Insomma, il peri-colo del quota e fuggi visto spesso in occidente i cinesi vorrebbero proprio evitarlo. Resta comunque il fatto che la seconda economia del pianeta, ancora politicamente almeno sulla car-ta ispirata a un modello di governo comunista, si prepara a fare della borsa il canale di finanziamen-to preferito delle imprese private di successo. Un fatto che consacrerà, piaccia o meno, il modello fi-nanziario di capitalismo ancor più su scala globale. In e con questo contesto e quadro di insieme è bene che inizi a interagire, anche strategicamente, il comparto del vino italiano che ad oggi non vanta nessuna impresa quotata e che rimane familistico o cooperativistico in termini proprietari. Più fami-listico e cooperativistico perfino della Cina comuni-sta, un fatto che si commenta da solo rispetto allo tsunami globale innescato dall’emersione dell’Asia.Del resto, per scelte che risalgono ai tempi della Costituente, in Italia alla borsa è sempre stato pre-ferito il canale bancario, anche tramite gli istituti

di credito speciale, per finanziare le imprese. La nostra era un’eco-nomia dirigista che vedeva con

preoccupazione il libero mercato e la personale iniziativa dell’imprenditore. Così si spiega perché la Borsa sia rimasta asfittica e sottocapitalizzata nei lunghi decenni del secondo dopoguerra. E non hanno sicuramente aiutato ad avvicinare i piccoli investitori alla borsa le esperienze truffaldine su-bite dai risparmiatori per mano di furfanti, come nel caso della Parmalat di Calisto Tanzi. In questo quadro un settore già difficile da portare in bor-

sa, per sue specificità, come quello vitivinicolo non pote-va che restare penalizzato. Così non deve sorprendere se oggi nessuna azienda del vino ha le proprie azioni quotate e scambiabili a Piaz-za Affari. Ma è un’assenza davvero poco comprensibile in pieno ventunesimo secolo ed in un comparto che avreb-

be bisogno di raccogliere capitali per consolidarsi, anche a livello transfrontaliero. Certo le società del vino quotate sono poche anche negli Usa, in Francia, in Spagna, in Cile o in Australia, ma in nessun grande paese dell’enologia mondiale si re-gistra il numero zero come in Italia. Un eccesso di proprietà familiare - che favorisce l’accontentarsi del solito «dividendo» -, una ridotta ambizione ad implementare strategie globali ed una qualità ma-nageriale media insoddisfacente possono spiegare l’assenza del vino italico in borsa. Ma nel mondo globale di oggi questa ritrosia al capitale di rischio può favorire la marginalizzazione del comparto. Non si vive solo di agriturismo, nel business inter-nazionale di oggi un paese deve sapere esprimere anche grandi catene alberghiere come, ad esempio, Sheraton, NH e Novotel.

© Riproduzione riservata

L’ANALISI

Quotare il vino, per la si da globale

DI EDOARDO NARDUZZI

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24 Sabato 28 Aprile 2012 M E R C AT O A G R I C O L O

DI ANGELO DI MAMBRO

L’Italia si è conformata alle regole europee sulle de-nominazioni di vendita dei prodotti di cacao e Bruxelles ha deciso di archiviare la procedura di infrazione sul caso del «cioccolato puro». Così l’Italia, già condannata dalla Corte di giustizia euro-pea nel novembre 2010, evita un nuovo ricorso e probabili nuove sanzioni. La procedu-ra di infrazione era scattata perché la normativa nazio-nale prevedeva la possibilità di completare con l’aggettivo «puro» la denominazione di vendita di prodotti di cioc-colato che non contenevano grassi vegetali diversi dal burro di cacao. Una dicitura che, secondo la commissione Ue, signifi cava venir meno agli obblighi previsti dalla direttiva 2000/36/CE, che stabiliva regole comuni per l’aggiunta dei grassi vegeta-li diversi dal burro di cacao nei prodotti e per le denomi-nazioni di vendita. L’Ue au-torizza l’aggiunta di grassi vegetali specifi ci diversi dal burro di cacao fino ad un massimo del 5% del prodot-to fi nito.

GIUSTIZIA UE

L’Italia dice addio al puro

cioccolato

Marracchi lancia l’allarme all’Accademia dei Georgoi li

Rivoluzione agricolaOra il clima impone nuove tecniche

DI ALBERTO GRIMELLI

I cambiamenti climatici in atto rendono inevitabi-le una rivoluzione «smart» in agricoltura. Deve però essere riconosciuto che il comparto primario può divenire la soluzione alle crisi economiche,

alimentari, sociali e ambientali globali. Questa la tesi espressa da Giampiero Maracchi dell’Istituto di biometeorologia del Cnr in occasione dell’inaugu-razione dell’anno accademico dei Georgofi li. Le piogge intense dell’ultimo periodo, che hanno causato danni all’agricoltura per 4 miliardi di euro all’anno, non risolvono il defi cit pluviometrico che ormai interessa un anno su due. Un anno ogni quattro è invece di siccità. Un fenomeno innescato da vari fattori, come il riscaldamento degli oceani, la cui temperatura si è innalzata di quattro volte dal 1980, e dallo spostamento della cella di Had-ley fi no a 45-50 gradi di latitudine, ovvero l’Europa mediterranea. Tutto questo sta provocando il ripetersi sem-pre più frequente di ondate di calore, uni-tamente a forti precipitazioni. A tal proposito basti pensare che intensità di pioggia di 40 mm al gior-no sono aumentate del 900% dal 1960. Un mutato quadro climatico che rende necessario una modifi ca dei modelli produttivi e agronomici per far fronte ad accentuati rischi di erosione dei suoli e stabilità idrogeologica. Il rischio concreto è anche una ridu-zione della disponibilità di cibo. Gli eventi climatici estremi, infatti, hanno causato un incremento sensi-bile dei danni sui beni assicurati passando dai poco più di 50 miliardi di dollari del 1980 ai più 350 del 2011. Tale situazione sta portando a un’incipiente

crisi alimentare. La Fao ha stimato che entro il 2050 va raddoppiata la disponibilità di cibo. Le avvisaglie di un simile allarme si rilevano già dagli anni 1990, quando è cominciata a diminuire la produzione pro capite di cereali. Questa aveva raggiunto nel 1980 il suo massimo a 360 Kg/pro capite, diminuita però già a 350 nel 2000. Secondo Maracchi va inoltre sfatato il mito secondo cui sarebbero solo i paesi in via di sviluppo a soffrire dell’attuale situazione.

Da dati del dipartimento per l’agricoltura degli Stati Uniti l’11% della popolazione

americana ha un limitato accesso al cibo, percentuale che sale al 17% nel-lo Stato del Mississippi. L’Europa

non ha prospettive migliori, con un misurato crescente rischio di povertà che tocca il 10% anche in Italia. In un simile contesto l’agri-coltura potrebbe essere la chiave di volta dell’economia mondiale secondo Maracchi, attraverso

uno sviluppo sostenibile che con-templi tecniche ambientali neutre

e una razionalizzazione del comparto agricolo no food. Se è infatti vero che il

settore primario contribuisce per il 13% ai gas effetto serra (215 giga tonnellate di gas serra),

è altrettanto vero che agricoltura e boschi ne assor-bono 791 giga tonnellate. Un bilancio assolutamente positivo ma che ha ancora margini di crescita se con-sideriamo le potenzialità non sfruttate. Ogni anno in Italia devono essere smaltite 10mila tonnellate di lana che potrebbero invece servire per produrre ve-stiario, riducendo così il consumo di tessuti sintetici. E’ inoltre stato calcolato, durante il congresso tenuto a Durban (Sud Africa) nel 2011, che solo con gli scarti l’agricoltura potrebbe produrre circa 3 volte tanto il suo consumo energetico.

FEDERBIO HA FIRMATO UN PROTOCOLLO D’INTESA con il centro interuniversitario di ricerca per lo sviluppo sostenibile dell’Università La Sapienza, per la realizzazione del progetto d’indagine sulle fonti energetiche utilizzate in agricoltura biologica.

IL MIPAAF HA SOTTOSCRITTO UN PROTOCOLLO d’intesa col ministero azero dell’Agri-coltura per ampliare la col-laborazione nella ricerca in olivicoltura, zootecnia e mec-canizzazione agricola.

È SOGGETTA AL VIA LIBERA DELL’ANTITRUST l’acquisi-zione da parte di Nestlé della Pfi zer Nutrition per 11,85 mld $. Operazione che rafforzerà il ruolo di Nestlé nel mercato degli alimenti prima infanzia, in particolare nei paesi emergenti ove Pfi zer Nutrition sviluppa l’85% del suo business.

LA SVIZZERA SYNGENTA E LA DANESE NOVOZYMES si sono accordate per collaborare a livello globale nella commer-cializzazione della tecnologia JumpStart sviluppata dalla seconda. Si tratta di un pro-dotto biologico per la concia delle sementi di cereali e mais che aumenta la solubilità del fosforo nel terreno.

PER SOSTENERE LE VENDITE D’OLIO D’OLIVA NAZIONALE l’in-

terprofessionale dell’olio spagnolo s’è accordata per distribuire il pro-dotto in 1.500 panet-terie di 21 città. Fra

i negozianti saranno sorteggiate 100 fornitu-

re annuali d’olio d’oliva spa-gnolo. L’iniziativa s’aggiunge alla campagna promozionale in Spagna, Francia, Uk, Bel-gio e Olanda.

SEI ASSOCIAZIONI AMBIENTA-LISTE SPAGNOLE hanno dato vita alla piattaforma «No a nuestra costa» ( doppio senso fra No a spese nostre e a difesa delle nostre coste). S’oppone al progetto del ministero dell’Agricoltura spagnolo di valorizzare i litorali spagno-li, modifi cando la legge in vigore che ne garantiva l’uso pubblico.

NELL’AMBITO DELL’ACCORDO GLOBALE FRA WWF e Coca-Cola quest’ultima s’è impe-gnata a sostenere un progetto per il rimboschimento con piante autoctone (querce, biancospini, ginestre e ro-smarino) e l’effi cientamento del sistema irriguo della zona del Parco nazionale della Tablas de Daimiel (regione di Castilla-La Mancha).

LA COOPERATIVA ETRURIA, master franchisee Sma Au-chan per i negozi a insegna Simply dell’Italia centrale, ha acquistato l’azienda di food service Sapori di To-scana di Monteriggioni (Si). Dg della coop è Graziano Costantini.

RISIKO AGRICOLO

L’ASSEMBLEA DEL CAA CONFAGRICOLTURA srl riunitasi presso la sede sociale di Pa-lazzo della Valle ha eletto ieri presidente Gerardo Diana. Succede a GIANDOMENICO CONSALVO, che ha guidato la società nel triennio precedente. Diana, imprenditore agricolo e titolare di un’azienda in provin-cia di Catania è presidente di Confagri-coltura Sicilia

FABIO SCOMPARIN è il nuovo presidente di Azove, Op associata a Confcooperative, leader in Veneto nella zootecnia bovina da carne con un fatturato superiore ai 125 mln euro. Imprenditore agricolo e allevatore, Scomparin è vicepresidente della Stalla Sociale di Monastier (Tv). [email protected]

LA DIREZIONE NAZIONALE DI LEGACOOP AGROALIMENTARE ha nominato i vicepre-sidenti: sono Miriano Corsini, presidente della Coop Terre dell’Etruria di Donorati-co–Li, e Angelo Petruzzella, responsabile settore agroalimentare di Legacoop Puglia. A Corsini è stata affi data la funzione di vice-presidente vicario. [email protected], [email protected]

DONATO FANELLI, imprenditore viticolo nel settore dell’uva da tavola nonché vi-cepresidente del Gal sudest barese e sub commissario della federazione provinciale Coldiretti Bari è stato insignito del titolo di accademico dell’Accademia dei Georgo-fi li. [email protected]

VINITA BALI, ad e ceo di Britannia Indu-stries, Gunnar Brock, presidente di Stora Enso, Mölnlycke Health Care e Rolling Op-tics, e Michel Demaré, direttore fi nanzia-

rio di ABB sono i tre nuovi membri del cda della multinazionale svizzera Syngenta. Confermati i consiglieri Stefan Borgas, Peggy Bruzelius, David Lawrence e Jürg Witmer che ne sarà ancora il vice presidente.

ENZO MALANCA, 60 anni, direttore generale dell’Ascom di Parma, è stato nominato pre-sidente di Alma, la scuola internazionale di cucina di Colorno-Pr di cui è rettore lo chef Gualtiero Marchesi. Raccoglie il testimone da Albino Ivardi Ganapini che contestualmente ha assunto la carica di presidente onorario della scuola. [email protected]

PAOLO MANFREDI, chef patron del ristorante I Valtellina osteria e taverna è il nuovo pre-sidente del Consorzio cuochi e ristoratori di Lombardia. Sostituisce nell’incarico Mat-teo Scibilia, che rimane nel comitato ese-cutivo come direttore scientifi co. Confermati nei rispettivi incarichi il vice presidente Roberto Andreoni e il segretario Alberto Lupini. [email protected]

JOAN ROCA, 48enne chef catalano che gestisce insieme ai fratelli Josep e Jordi e alla moglie Ana il ristorante El Celler de Can Roca di Girona è stato insignito del gran premio dell’arte della cucina dall’Ac-cademia internazionale della gastronomia. [email protected]

Clemente Loriente, direttore genera-le di Industrias Cárnicas Loriente Piqueras, e Manuel García, direttore generale di Ingafood, sono stati nominati rispettivamente presidente e vice presidente di Interporc, l’organizzazione interprofes-

sionale del suino dal mantello bianco che rappresenta il 90% delle imprese del settore in Spagna.

RAFAEL MANUEL JIMÉNEZ DÍAZ, professore di produzione vegetale presso l’università di Cordova e ricercatore presso il Consiglio superiore di ricerca scientifi ca è stato nomi-nato primo presidente di AESaVe, neonata Associazione spagnola di sanità vegetale. [email protected]

ROCCO COLANGELO è il nuovo direttore dell’Agenzia della Regione Basilicata per le erogazioni in agricoltura (Arbea). Giusep-pe Avigliano, laureato in scienze agrarie, di Lavello, è stato nominato componente del comitato di indirizzo della stessa agenzia. [email protected]

PAOLO CAVAZZUTI, allevatore di Formigine, è stato confermato presidente dell’Agri-mercato di Modena, l’associazione per la vendita diretta attraverso i Mercati di Campagna Amica. Del consiglio direttivo fanno parte Giulia Bernabei, Lorena Bottecchi, Giorgio Corradini, Bruno Fer-rarini, Tiziano Grandi, Romano Griseri, Luciano Manelli, Francesca Scalabrini. [email protected]

IL CONSORZIO TUTELA DEL GAVI ha rin-novato il proprio cda. Presidente è Gian Piero Broglia (Tenuta La Meirana), mentre vicepresidenti sono stati eletti Gian Franco Semino (presidente della Cantina Produttori del Gavi e presidente della Cia di Novi Ligure) e Maurizio Montobbio (viticoltore di Capriata d’Orba). [email protected]

Luisa Contri e Andrea Settefonti

GIRI DI POLTRONE

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25Sabato 28 Aprile 2012TECNOLOGIA & INNOVAZIONE

DI LUISA CONTRI

A Biella potrebbe sorgere la prima azienda produt-trice di sake d’Europa. Il progetto per la nascita

di quest’impresa sarà presenta-to oggi in un’apposito incontro organizzato nell’ambito del 1° festival nazionale del risotto ita-liano, organizzato presso il polo fi eristico di Biella (28 aprile-1° maggio).

«Test di produzione di sake a partire da campioni di riso e d’acqua di diverse zone d’Europa condotti per più di un anno dal-la Nihonshu Academy, ossia

dall’accademia del sake di Tok-yo», spiega Giuliano Ramella, presidente dell’Ente fi era Biel-la, «hanno evidenziato che pro-prio il riso carnaroli di Baraggia, l’acqua biellese, la più leggera d’Europa per il basso contenu-to soprattutto di manganese e ferro, il microclima del biellese e le muffe aspergillus possono dare un sake di ottima qualità e adatto al gusto del consumatore occidentale».

«La nascita della società per la produzione di sake», anticipa a ItaliaOggi Carlo Zaccaria, pre-sidente del Consorzio di tutela dei riso di Baraggia biellese e ver-

cellese Dop nonché imprenditore risicolo (la sua azienda agricola, la Zaccaria Silvio, produce 1.300 tons di risone l’anno), «potrebbe concretizzarsi nel giro d’un anno. Lo studio di fattibilità è pronto. La mia azienda potrebbe fornire il riso necessario alla produzione, mentre l’acqua dalle giuste carat-teristiche potrebbe venire dall’in-vaso della diga dell’Ingagno. Si tratta ora d’approfondire gli sboc-chi commerciali dell’operazione e d’individuare, in collaborazione con Ice Tokyo e l’imprenditrice Motoko Iwasaki, eventuali soci giapponesi e le risorse fi nanzia-rie per lo start up».

ARGENTINA/Ricercatori dell’istituto di agrobiotecnolo-gia dell’università nazionale del litorale di Santa Fe hanno isolato il gene HAHB-4 della resistenza alla siccità presente nel Dna del girasole e sono riu-sciti a reimpiantarlo in piante di soia, frumento e mais, au-mentandone la resa anche del 20%. Sementi ogm inoculate con questo gene dovrebbero entrare in commercio nel giro di 3 anni. A commercializzarle la società argentina Bioceres, di proprietà di 230 produttori di soia del Sud America.

USA 1/Ricercatori dell’ARS-Usda hanno individuato nella tecnica chiamata Selezione Genomica, un metodo per ge-stire meglio la massa di dati che vengono generati nel corso dei tanti studi sulle sequenze di geni nel Dna delle piante e per velocizzare la messa a punto di nuove varietà. La selezione genomica era fi n qui utilizzata nel miglioramento genetico delle specie animali.

USA 2/Ricercatori dell’uni-versità di Stanford e Purdue valutano che i cambiamenti climatici accentueranno la volatilità dei prezzi del mais negli Usa più delle variazioni delle quotazioni dei petrolio o delle politiche biofuel.

NIGERIA/Scienziati dell’Isti-tuto internazionale di agricol-tura tropicale (IITA) di Ibadan (Nigeria) e dell’università di Leeds (Uk) sono riusciti a ren-dere le piante di banano resi-stenti all’attacco dei nematodi, che attaccano le radici e fanno morire le piante, inserendo nel loro Dna un gene del mais: la cistatina, che impedisce ai ne-matodi di digerire le proteine.

ITALIA/Ricercatori del Cnr-Ibba e dell’Università di Pi-sa hanno dimostrato che le proprietà nutraceutiche del pomodoro sono correlate con la tecnica colturale. Il contenuto di minerali come calcio, fosforo, potassio e zinco, benefi ci per l’uomo, aumenta se la pianta cresce con micorrize simbioti-che che assorbono i nutrienti dal terreno e li trasportano nel-le cellule delle piante stesse.

OLANDA/Shell sta stu-diando nuovi biocarburanti miscelabili in concentrazioni più elevate con quelli tradi-zionali. Con Iogen Energy sta sviluppando una tecnologia che utilizza enzimi per scin-dere cellulosa in biomasse food, convertirla in zuccheri e fermentandoli ottenere bioeta-nolo. Con Virant sta lavorando a biofuel da biomasse no food.

Michela Achilli

RICERCA E HI-TECHC’è il progetto. La produzione a partire dal riso Baraggia

Un sake all’italianaVerso la prima azienda in Europa

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26 Sabato 28 Aprile 2012 U I L A

Sciopero contro i tagli su indennità di disoccupazione e prestazioni pensionistiche in agricoltura

Lavoro, 100 mila No al governo Stefano Mantegazza: è solo l’inizio di una lotta per l’equità

DI FABRIZIO DE PASCALE

Un milione di lavoratori agricoli in sciopero, ol-tre 100 mila persone in piazza a Catania, Napoli,

Bari, Catanzaro e in altre decine di manifestazioni in tutta Italia per denunciare la profonda ini-quità e la devastante portata di alcune delle misure proposte dal governo Monti che, se attuate, colpiranno pesantemente i red-diti e la prospettiva pensionistica di centinaia di migliaia di lavora-tori italiani. In tutte le piazze il messaggio unitario che Fai-Flai-Uila hanno inviato a governo e parlamento è quello di cambiare norme ingiuste e ascoltare la voce e le proposte del sindacato.

Mantegazza (Uila-Uil) a Ca-tania, Crogi (Flai-Cgil) a Napoli, Cianfoni (Fai-Cisl) a Catanzaro, Pellegrini (Uila-Uil) a Bari hanno parlato a piazze gremite di lavo-ratori, preoccupati del futuro ma intenzionati a far sentire la loro protesta e la loro voce.

Parlando a Catania, Mante-gazza ha, tra l’altro, detto: «C’è solo una strada per far ripartire lo sviluppo: ridurre, da subito, le tasse a lavoratori e pensionati. I soldi necessari per farlo, il go-verno deve trovarli tagliando i costi della politica e le migliaia di società inutili create dal siste-ma pubblico e vendendo parte del patrimonio statale. Ridurre le tasse a lavoratori e pensionati è la ricetta vincente e obbligata affi nché il paese possa tornare a crescere e iniziare a pagare i suoi debiti». Parlando dei temi specifi ci dello sciopero, Mante-gazza ha spiegato: «L’utilizzo dei voucher in agricoltura è stato generalizzato, smentendo la pur dichiarata intenzione del governo di voler ridurre la precarietà. Tra tutte le forme di lavoro, quella dei voucher è la più odiosa e vigliac-ca. Oggi siamo qui soprattutto per questo. Se passasse questa norma tutti gli stagionali agri-coli potranno essere pagati con un buono da incassare alla Po-

sta e, da un giorno all’altro, si ritroveranno senza contratto e salario di qualifi ca, perderanno tutele per la maternità e contro la disoccupazione, non potranno accedere alla pensione. Con un colpo di spugna saranno cancel-late le conquiste sindacali di 50 anni. Noi oggi siamo qui per dire no a questa barbarie». Ma non ci sono solo i voucher: «Con la nuova mini-Aspi diminuiranno le tute-le previste dall’attuale sistema di ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori: le indennità di disoccupazione saranno più bas-se e verranno ridotti i contributi fi gurativi con il rischio di perde-re il diritto alla pensione». Infi ne una rifl essione: «Questa riforma aumenterà il costo del lavoro per le imprese di oltre un miliardo di euro l’anno ma i lavoratori avranno meno tutele. Il governo dice che costerà, allo Stato, tre miliardi in più l’anno. Ma che riforma è questa, che aumenta i costi per imprese e contribuenti e riduce le prestazioni per precari e stagionali? Io dico che questa riforma o è sbagliata o è un im-broglio. Se è sbagliata deve esse-re ritirata, se invece il governo vuole fare cassa tagliando anche i sussidi di disoccupazione, abbia il coraggio di dirlo agli italiani». Le manifestazioni di ieri rafforza-no l’azione di Fai, Flai e Uila per cambiare le norme del ddl lavoro. In particolare: l’art. 11 che, modi-fi cando l’art. 70 del ddl 276/2003, considera come «meramente oc-casionale» il lavoro stagionale in agricoltura (che rappresenta il 90% dell’attività lavorativa svol-ta continuativamente e riguarda un milione di lavoratori); l’art. 24 che prevede un nuovo sistema di calcolo dei contributi fi gurativi che comporterà un forte taglio, nella migliore delle ipotesi, della prestazione pensionistica se non, addirittura, il mancato raggiun-gimento al diritto della stessa.

Fai-Flai-Uila stanno, in que-sti giorni, sensibilizzando par-lamentari e forze politiche sulle loro richieste. Già la commissione

agricoltura del senato ha chiesto di modifi care l’art. 11, mentre in commissione lavoro sono stati presentati degli emendamenti all’art. 28 sulla mini-Aspi. «La nostra mobilitazione», ha con-cluso Mantegazza a Catania, «ha come obiettivo di cambiare queste norme sbagliate».

GLI ALTRI MOTIVI DI SCIOPERO I lavoratori agricoli hanno scio-perato anche su altre vertenze aperte.

Forestazione - Fai-Flai-Uila protestano contro l’inerzia delle istituzioni che mortifi ca i lavora-tori, trattati come manodopera precaria da assistere anziché professionisti di un grande piano di investimenti a difesa dell’am-biente e della montagna. In par-ticolare i dipendenti dagli Uffi ci territoriali biodiversità (Utb) ai quali il Corpo forestale da cinque anni non rinnova il contratto in-tegrativo.

Bonifiche - Ai dipendenti si vuole imporre di congelare Ccnl e salario per un anno. Una proposta irricevibile pur nella consapevolezza delle diffi coltà attuali dei consorzi, dovute sia a motivi non dipendenti dai con-sorzi sia a clientelismi e forme di malversazione che non possono però ricadere sulle spalle dei di-pendenti e che devono trovare soluzioni condivise solo nel ne-goziato con lo Snebi.

Allevatori - Tanta cassa in-tegrazione nel 2011, ritardo nel pagamento di stipendi e rimbor-si, incertezza di fi nanziamento pubblico nel 2012. Il sistema (2.500 addetti ai controlli) che dovrebbe garantire la sicurezza delle nostre carni è al collasso per responsabilità di regioni e Associazioni datoriali. Fai-Flai-Uila denunciano anche la man-canza di una strategia di lungo periodo per un settore vitale per la zootecnia italiana.

Agecontrol - I dipendenti si trovano di fronte alla prospettiva di un rinnovo contrattuale con una riduzione dello stipendio del 15% rispetto a quello attuale.

Hanno superato quota 35 mila le firme raccolte dalla Uila per chiedere al governo «quattro scelte di equità». In tutte le province i lavoratori hanno risposto con grande par-tecipazione alla iniziativa di raccolta fi rme lanciata dalla segreteria nazionale il 15 apri-le. L’iniziativa, presentata a Roma presso la sede della Uil, mira a sostenere la richiesta di quattro urgenti correzioni delle decisioni assunte dal governo Monti; in particolare due scelte giuste da fare subito: risolvere il problema degli esodati e garantire la detas-sazione del salario di produttività per il 2012; due scelte sbagliate da non fare mai: abolire l’indennità di mobilità e negare il reintegro ai lavoratori licenziati per infondati motivi disciplinari o economici.

«Il nostro obiettivo», ha spiegato il segreta-rio generale Uila Stefano Mantegazza, «è con-vincere governo e parlamento che la proposta di riforma del mercato del lavoro è sbagliata

e che non c’è solo l’art. 18 tra i problemi che interessano i lavoratori.

Le politiche del governo Monti hanno rida-to credibilità al paese ma non hanno fi nora garantito la crescita economica: solo tagli a spesa sociale e pensioni e aumento delle tasse, nessun investimento per promuovere lo svilup-po. La riforma del mercato del lavoro rischia di scardinare tutele fondamentali e di ridurre le protezioni a chi perde il lavoro.

La Uila è convinta che, per recuperare l’equi-tà sociale e la tutela di diritti fondamentali, i lavoratori debbano far sentire la loro voce tut-ti i giorni. Per questo motivo abbiamo lanciato l’iniziativa di raccolta fi rme che si concluderà con una manifestazione pubblica a Roma per far si che governo, istituzioni, partiti e parla-mentari ascoltino le ragioni e le proposte dei lavoratori». È possibile sottoscrivere la peti-zione anche on-line sul sito www.uila.eu.

Guido Majrone

Iniziativa Uila, già raccolte 35 mila fi rme

Catania

Napoli

Catanzaro

Bari

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27Sabato 28 Aprile 2012SMINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE

Mentre a Bruxelles si discute la nuova politica comune della pesca, il comparto miete successi

Acquacoltura, un orgoglio italianoÈ sostenibile, certifi cata e tracciabile lungo tutta la fi liera

È sostenibile, certificata, tracciabile lungo tutto il percorso della fi liera ed ha un prezzo concorrenziale.

Stiamo parlando dell’acquacoltu-ra, ovvero la produzione di pesci, molluschi, crostacei e alghe in ambienti chiusi e controllati, che nel nostro Paese ha conquistato uno spazio sempre più importan-te fi no a superare nel 2010, in vo-lume, la pesca marittima. Mentre a livello europeo si discute la nuova Politica comune della pesca e si lavora sulla defi ni-zione dei volumi di risorse it-tiche pescabili, con l’obiettivo di garantire la sostenibilità ambientale di questa attività, in Italia questo settore guada-gna fette di mercato sempre più ampie, conquistando un numero sempre più grande di consumatori.

Nel 2010, infatti, la produ-zione dell’acquacoltura ha su-perato le 232 mila tonnellate, pari al 50,1% della produzio-ne ittica nazionale totale, per un valore commerciale di 557 milioni di euro, poco meno della metà del valore raggiunto dalla pesca marittima, ovvero 1,128 miliardi di euro.

Quella dell’acquacoltura è una storia che parte da lontano e che nel nostro Paese risale all’epoca romana, ma questo tipo di pro-duzione ittica ha subito un’ac-celerazione soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, con l’allevamento di trote come sua espressione di punta, tanto che oggi le tecniche utilizzate, tra le più avanzate a livello mondiale, sono considerate di riferimento per l’allevamento di altre specie.

L’incremento produttivo che ha caratterizzato il comparto nazio-nale dell’acquacoltura nell’ultimo cinquantennio è stato sostenuto soprattutto dallo sviluppo del-le produzioni in vasche a terra, accompagnato da un continuo aggiornamento delle tecniche tradizionali di allevamento. Da ultimo, specie nello scorso de-cennio, sì e vista una diffusione di allevamento in mare che, tut-tavia, non ha ancora raggiunto lo sviluppo sperato, tenuto conto della morfologia del nostro pa-ese caratterizzato da oltre otto-mila chilometri di coste.

Il processo di modernizzazio-ne ha determinato, anche con il sostegno della ricerca scientifi ca, un incremento delle conoscenze (biologiche, zootecniche e tecno-logiche) al quale si è affi ancata la crescente capacità gestionale e organizzativa degli allevatori, fi no a portare la produzione ita-liana ai vertici europei, non solo sotto il profi lo delle produzioni ma anche per la varietà della gamma produttiva.

ra vengono classifi cate tenendo conto degli ambienti di alleva-mento e della specie allevata, e conseguentemente si parla di ac-quacoltura marina, continentale

e d’acqua dolce. Nello stesso tempo si può distinguere una acquacoltura d’acqua calda e d’acqua fredda, in ragione della maggiore o minore tem-peratura dell’acqua che carat-terizza le diverse specie.

Si può distinguere anche l’allevamento di una sola specie all’interno del mede-simo ambiente (monocoltu-ra), dall’allevamento di più specie contemporaneamente (policoltura). La destinazio-ne del prodotto può costituire un’ulteriore chiave di lettu-ra, distinguendo ad esempio l’acquacoltura ornamentale o da ripopolamento da quella

destinata all’ottenimento di un prodotto destinato al consumo umano.

L’acquacoltura italia-na rappresenta lo spec-chio di quasi tutte le specie ittiche allevate in Europa, con una produ-zione, nel 2010, di oltre 232.170 ton., superiore a una P.L.V. di 350 milio-ni di euro, distribuita in circa un migliaio di siti produttivi. Le aree di pro-duzione risultano ubicate per il 60% nelle regioni del Nord, per il 18% al Centro, e per il restante 22% al Sud.

Caratteristiche Le produzioni di acquacoltu-

LA TROTA IRIDEA

(Oncorhyncus mykiss) La troticoltura è ormai entrata nella tradi-

zione della piscicoltura italiana, rappresentan-do la realtà di allevamento

in vasche a ter-ra più antica all’interno dell’intero

comparto ittico nazionale.

I PESCI GATTO

(Icthalurus punctatus e Icthalurus melas) L’allevamento del pesce gatto ha antiche

tradizioni: si è sviluppato nella Pianura Pa-dana, lungo il corso del Po, e soprattut-to in Emilia Romagna.

GLI STORIONI

(Acipenser naccarii, Acipenser transmonta-nus e Acipenser baerii)

Lo storione rappresenta una specie inno-vativa anche se in passato era regolarmente presente nei principali fi umi italiani.

Negli ultimi anni, in concomitanza con la forte limitazione della pesca (soprattutto nei

paesi tradizionalmente produttori di caviale) di femmine di adeguata taglia, si è creato un

nuovo interesse per il caviale pro-

veniente da ani-m a l i

allevati. L’Italia sta producendo il 40% del caviale

d’acquacoltura mondiale.

LA CARPA (Cyprinus carpio) È una specie

cosmopolita, o r i g i n a r i a

de l l ’As ia , che viene nor-malmente allevata con sistemi di tipo vallivo o comunque a bassa

densità di biomassa.

L’ANGUILLA (Anguilla anguilla) La produzione di

questa specie ha avuto origine nelle valli da pesca, ap-plicando metodo-logie tipiche della

vallicoltura. Si è sviluppato l’allevamento in vasche di dimensioni limitate, che ha consentito di ridurre notevolmente la dura-ta dei cicli di produzione e di ottimizzare il rendimento della materia prima, intesa come novellame.

LE SPECIE MARINE (Dicentrarchus labrax; Sparus auratus; Di-

plodus spp.; Umbrina cirrosa; e Argyrosomus regius; Dentex dentex ecc.)

La spigola o branzino (Dicentrarchus labrax) e l’orata (Spa-rus auratus) s ono a tutti gli e f f e t t i specie eu-

rialine, tant’è vero che l’allevamento di dette specie ha avuto origine in ambienti la-gunari costieri soggetti a forti variazioni della salinità (vallicoltura estensiva).

I saraghi (Diplodus puntazzo, Diplodus vulgaris, Diplodus spp.), l’ombrina (Umbri-na cirrosa e Argyrosomus regius), il dentice

(Dentex dentex) e altre specie innovati-ve sono più strettamente legate alla salinità dell’acqua di mare (specie stenoaline).

Le specie dell’acquacoltura italiana

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Pagina a cura del

MINISTERO

DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI

E FORESTALI

Immagini ed elaborazione dati fonte: Ass. piscicoltori italiani (Api)

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28 Sabato 28 Aprile 2012

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MODELLO 73

E UNICO 20Diritto& Fisco

Gli operatori iniziano a manifestare preoccupazione per i ritardi nel rilascio degli applicativi

Unico, nell’aria odore di rinvioDopo la decisione sul mod. 730 si spera per le date di giugno

DI FABRIZIO G. POGGIANI E CRISTINA BARTELLI

Dopo il rinvio dei termini per la compilazione, con-segna e trasmissione del modello 730 all’orizzonte

si profi la anche la proroga di Uni-co 2012, con particolare riferimen-to ai versamenti correlati agli stu-di di settore, il cui primo termine è fi ssato al prossimo 18 giugno (il 16 giugno cade di sabato).

Al momento, il polso della si-tuazione ce l’hanno gli operatori che come ogni anno denunciano il ritardo di alcuni tasselli necessari per il completamento del puzzle per la stagione dichiarativa 2012. E questo li porterebbe a valutare quasi certo il rinvio anche se sono consapevoli che le carte saranno scoperte a maggio inoltrato a ri-dosso della scadenza perché con Unico&co. si spostano incassi

importanti per le previsioni di gettito.

Sul banco degli imputati gli ag-giornamenti degli studi di settore, il cui ritardo trascina quello per la preparazione dei software per la compilazione del modello Unico e, di conseguenza, necessari per il pagamento delle relative imposte alle scadenze fi ssate.

Secondo quanto risulta a Italia Oggi, infatti, oggi sarà pubblicato il provvedimento relativo ai cor-rettivi, che devono tenere conto dell’andamento congiunturale dell’economia e di determinati set-tori in forte crisi, con l’introduzio-ne di ulteriori e nuovi indicatori di coerenza e normalità economica, destinati ulteriormente a conte-nere la platea dei contribuenti «non allineati».

Come indicato da un recente do-cumento di prassi dell’Agenzia del-le entrate (circolare n. 8/E/2012),

il dl n. 98/2011 è intervenuto, su alcune regole destinate a incide-re nell’elaborazione degli studi di settore, in due direzioni: la prima, che fi ssa al 31 dicembre, del pe-riodo d’imposta nel quale entrano in vigore, l’approvazione e la pub-blicazione nella Gazzetta Uffi ciale degli studi di settore e, la seconda, che fi ssa al 31 marzo, del periodo d’imposta successivo a quello della loro entrata in vigore, il termine per la pubblicazione delle integra-zioni (correttivi) indispensabili per tenere conto degli andamenti eco-nomici e dei mercati di determina-ti comparti produttivi.

Sul punto, è opportuno ricorda-re che i correttivi «anti crisi» sono già stati licenziati dalla Commis-sione degli esperti all’inizio di aprile, ma che nel contempo si rende necessario pubblicare gli stessi, al fi ne di inserire defi niti-vamente nel software Gerico an-

che le relative linee guida. Infatti, il comma 35, dell’art. 2,

dl n. 138/2011 ha disposto che il termine del 31 marzo dell’anno successivo può essere utilizzato anche al fi ne di «… aggiornare o istituire gli indicatori di cui all’ar-ticolo 10-bis della legge 8 maggio 1998, n. 146 …»; si tratta dei noti indicatori di normalità economica che impattano sulla congruità, nei casi di «non normalità» dell’im-presa.

Peraltro, l’Agenzia delle entrate, con il documento di prassi citato, conferma che le modifi che appena indicate, e di conseguenza, i ter-mini appena indicati, riguardano già gli studi di settore applicabili al periodo d’imposta appena tra-scorso (2011), ma corre l’obbligo ricordare che, con il decreto fi sca-le (dl 16/2012), il termine del 31 marzo, limitatamente al periodo d’imposta appena trascorso, è sta-

to spostato al 30 aprile 2012.Di conseguenza, cosa ormai

sistematica e non nuova nel pa-norama tributario italiano, stante la pubblicazione a ridosso del 30 aprile degli indicatori e tenuto conto dei tempi necessari per l’adeguamento dei software, non è improbabile, ma senza dubbio au-spicabile, l’arrivo di una proroga dei termini per i versamenti, me-diante un decreto del Presidente del consiglio dei ministri, con spo-stamento di almeno 20 giorni dei vecchi termini, facendo slittare gli ulteriori 30 giorni per i versamen-ti assoggettati (per scelta del con-tribuente) alla maggiorazione del-lo 0,40%; sul punto, altro auspicio, sì alla proroga generalizzata, ma si eviti quella limitata ai soli sog-getti agli studi, al fi ne di evitare un ulteriore ampliamento del già corposo calendario tributario.

© Riproduzione riservata

Adempimenti e scadenze fi sca-li nel caos più totale a meno di due mesi dai pagamenti : è que-sto il risultato che si è prodot-to alla luce dei provvedimenti normativi che si sono succeduti dall’estate scorsa ed in completa assenza di disposizione attuative e di chiarimenti da parte dell’am-ministrazione fi nanziaria. L’au-spicio, a questo punto, è che ci si renda conto che non è possibile ribaltare la mancanza di chia-rezza delle norme e l’assenza di interpretazioni facendo slittare, senza sanzioni, il pagamento del-le imposte.

I beni ai soci. L’agenzia del-le entrate ha preso atto che la comunicazione prevista come scadenza il 2 aprile scorso, comportava la necessità di qualche valutazione ulte-riore in merito alle prime indicazioni che sono state fornite in via interpretativa, alcune delle quali decisamente non in linea con il dettato normativo. Da qui lo slittamento ad ottobre. Appare opportuno ricordare, però, che la norma impone di calcolare gli acconti Irpef per il 2012 per i soci che utilizzano i beni dell’impresa con un adempimento, dunque, da effettuare entro il prossimo 16 giugno. Sarebbe op-portuno conoscere, a questo punto, quale sia il valore da assumere per i beni uti-lizzati posto che l’unico chiarimento (non ancora uffi cializzato), ha riguardato la coincidenza del valore di mercato come indicato dalla legge con il valore normale di cui all’articolo 9 del Tuir. In concreto, però, se un socio utilizza l’auto della so-cietà non sa ancora a quanto ammonta

il reddito diverso sul quale pagare l’impo-sta. Un pagamento, dunque, che è ancora al buio. Per non parlare poi dei soci delle società di persone che devono ancora ca-pire se oltre al reddito di partecipazione hanno anche un reddito diverso.

Le società di comodo. Altra norma introdotta dalla manovra estiva è quella sulle società anti economiche che dichia-rano perdite per tre periodi di imposta consecutivi. In questo caso, si deve deter-minare un acconto Ires al 38 % per il 2012 sul reddito imponibile minimo. Manca però qualunque indicazione in merito a situazioni che assoggetterebbero, in modo paradossale, alcune società alle restrizio-ni imposte dalla legge. Non si sa bene, in sostanza, quando e come proporre una istanza di interpello disapplicativa che l’agenzia delle entrate indica come obbli-gatoria per sfuggire, legittimamente, alle

disposizioni normative introdotte. Anche in questo caso, l’appuntamento con il pa-gamento è tra meno di due mesi.

Imposte sui beni all’estero. Ulteriore disposizione introdotta, stavolta, dal decre-to legge n. 201 del 2011 e che con riferi-mento agli immobili è stata modifi cata tre volte in quattro mesi. Anche in questo caso il contribuente dovrebbe autonomamente liquidare e versare l’imposta entro il 16 giugno prossimo. In questo caso anche le istruzioni a Unico non aiutano in quanto le stesse sono state modifi cate una prima volta per tenere conto del dl. 16/12. Le istruzioni, però, non risultano aggiornate in quanto vi è stata una ulteriore modifi ca normativa. Mancano inoltre chiarimenti su una serie di questioni estremamente delicate quali, ad esempio, l’obbligo di pa-gamento o meno da parte di tutti i sog-getti che hanno dei diritti su un immobile

estero. Vi è da pensare che il caso di usufrutto e nuda proprietà su un immobile non sia poi così raro. Anche in relazione alle attività fi nanziarie si naviga a vista. Non si comprende se a questi fi ni pos-sano essere assunti o meno i chia-rimenti che l’agenzia ha fornito in relazione alle disposizioni sul monitoraggio fi scale.

Studi di settore. Sono state moltissime le novità in materia di studi di settore introdotte con i provvedimenti normativi va-rati dall’estate del 2011 sino ad oggi. In ogni caso, per gli adem-pimenti pratici, manca ancora Gerico, cioè l’elemento fonda-mentale per il calcolo della con-gruità e della coerenza rispetto

agli strumenti di accertamento. Imu. Con riferimento al nuovo tributo,

sono di questi giorni le ultime modifi che normative ma, evidentemente, una il-lustrazione sistematica della nuova di-sposizione normativa sarebbe del tutto auspicabile anche in considerazione della platea dei soggetti interessati.

I rimedi. Giovedì è stato uffi cializzato lo slittamento del termine di presentazio-ne del modello 730. Alla luce di questa primo provvedimento sarebbe auspicabile che, analogamente allo scorso anno, ven-ga disposto anche il rinvio dei termini di pagamento delle imposte che, nel 2011, ha riguardato i contribuenti interessati dagli studi di settore e coloro che erano alle prese con le nuove regole sulla cedo-lare secca.

Duilio Liburdi© Riproduzione riservata

IL COMMENTO

Adempimenti e scadenze: il caos è totale

ortava il reddito diverso sul quale pagare l’impo disposizioni normative introdotte Anche

eduAfi ssrim

mdiropGmg

agli strum

p

Impostesui beni

all’estero

Modii cata tre volte la norma sugli immobili in quattro mesi. Man-cano i provvedimenti attuativi e le indicazioni dell’agenzia delle entrate. Versamento il 16 giugno

Societàdi comodo

La norma impone il versamento di acconto per il 2012 con le nuove regole. Mancano le indicazioni sull’interpello. Versamento il 16 giugno

Beni ai soci

Slittato ad ottobre il termine della comunicazione. I soci devono cal-colare l’acconto Irpef tenendo conto della nuova norma ma mancano indicazioni sulla determinazione della base imponibile. Scadenza il 16 giugno

Studi di settore Manca Gerico per il calcolo della congruità e della coerenza

Imu Modii cate sino a pochi giorni fa le regole per il versamento. Mancano istruzioni sistematiche per la corretta applicazione del nuovo tributo

Imposte Modiicata tre volte la norma sugli immobili in quattro mesi Man

GLI ADEMPIMENTI AL PALO

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29Sabato 28 Aprile 2012SabaGIUSTIZIA E SOCIETÀ

Tribunale civile di Roma quantii ca l’esborso per la presidenza del consiglio

Medici, 32 mln di rimborsiMancata erogazione di borse di studio fi no al ’91

DI SIMONA D’ALESSIO

Rimborso record ai medi-ci specialisti del periodo 1983-1991 per la man-cata erogazione delle

borse di studio: oltre 32 milioni di euro. A stabilirlo il tribunale civile di Roma (con la sentenza n. 8427/2012 del 26 aprile), che ha condannato la presidenza del consiglio dei ministri a restituire a 700 professionisti la remunera-zione loro spettante per tutta la durata del corso frequentato dopo la laurea; è stato così riconosciuto il risarcimento, visto che il giudi-ce di primo grado, adeguandosi alla più recente giurisprudenza della Cassazione, ha dichiarato che il diritto non si era prescritto. Un successo, dunque, si è rivelata la class action promossa da Con-sulcesi, l’associazione che rappre-senta oltre 30 mila camici bian-chi provenienti da tutta Italia, e che da anni sostiene le rivendica-zioni di studenti e professionisti dell’area medico-sanitaria. Alla base della sentenza, che ha dato ragione ai medici che avevano frequentato le scuole di specia-lità della facoltà di Medicina e

Chirurgia a partire dal 29 anni fa, e fi no al 1991, e ai quali non era mai stato corrisposto il pa-gamento delle borse di studio, c’è «il mancato adeguamento dello stato italiano alle due direttive Cee, la n. 363 del 1975 e la n. 76 del 1982, che prevedevano un’adeguata remunerazione per il periodo di specializzazione dei medici. L’Italia», fa sapere l’orga-nizzazione, «ha recepito le nor-me in ritardo, applicandole solo per coloro che frequentavano le scuole di specialità dal 1992 in

poi, senza alcun rimborso per gli specializzandi degli anni prece-denti». Una «buona notizia per i nostri associati ma anche per tutti quei medici che non hanno ancora ottenuto giustizia», com-menta il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella, che mette in luce come la sentenza abbia «un doppio valore: il rimborso arriva già in primo grado, quindi in tem-pi brevissimi, e nel tribunale di Roma che, storicamente, è sem-pre stato il più duro ad accogliere le nostre giuste richieste, indi-

cando come oramai la strada sia in discesa». A conforto di questa tesi, le recenti vittorie dell’asso-ciazione, fra cui la condanna a inizio marzo, questa volta dal tribunale di Trieste, per le borse di studio non erogate ai medici ex specializzandi sempre nell’ar-co di tempo 1982-1991: i giudici hanno disposto che la presiden-za del consiglio dei ministri e i ministeri competenti dovranno restituire un totale di quasi 1 milione di euro.

© Riproduzione riservata

DI GABRIELE VENTURA

I percorsi professiona-li di geologi, ingegneri e architetti non sono total-mente equiparabili. Così, per assegnare un incarico dirigenziale in un ambito specifico di una delle tre professioni non si può non tenere conto della differen-te preparazione e compe-tenza. Lo ha stabilito il Tar del Lazio, con la sentenza n. 3757/2012 (depositata il 26 aprile scorso), annul-lando la circolare del mini-stero delle infrastrutture e dei trasporti (presidenza del Consiglio superiore dei lavori pubblici n. 7618/Stc dell’8 settembre 2010), re-cante i «Criteri per il rila-scio dell’autorizzazione ai laboratori per l’esecuzione e certifi cazione di prove su terre e rocce di cui all’art. 59 del dpr n. 380/2001». In particolare, il Tar ha accol-to parzialmente il ricorso presentato, tra gli altri, dal Consiglio nazionale dei ge-ologi, guidato da Gian Vito Graziano, contestando la circolare nella parte in cui prevedeva, per il direttore di tali laboratori, indif-ferentemente il possesso della laurea in geologia, ingegneria e architettura. Questo perché, secondo i giudici, sia la legge n. 112/63 (Disposizioni per la tutela del titolo e della professione di geologo), sia il dpr n. 328/2001, indicano tali prove come specifi che dell’attività del geologo. «Invece», prosegue la sen-tenza, «tali attività, non fi -gurano rispetto alla disci-plina degli architetti (art 16 dpr 328/01) e solo in parte per gli ingeneri (art 46 dpr 328/01 che fa riferimento alle opere geotecniche solo per l’ingegneria civile). Lo stesso Tribunale, comunica il Cng in una nota, con la sentenza n. 3761/2012 ha annullato anche la circo-lare del ministero delle in-frastrutture e dei trasporti, recante i Criteri per il rila-scio dell’autorizzazione ai laboratori per l’esecuzione e certifi cazione di indagini geognostiche, prelievo di campioni e prove in sito di cui all’art. 59 del dpr n. 380/2001, «ritenendo che l’art. 59 del dpr 380/2001 e le norme tecniche per le co-struzioni si riferiscono alle indagini e prove geotecni-che, ma non alle indagini geognostiche, al prelievo di campioni e alle prove in sito».

TAR LAZIO

Geologi, competenze

univoche

Traslocano online le domande per la pensione di reversibilità e per le prestazioni assistenziali ai co.co.pro. Dal 1° maggio, infatti si incrementa, scadendo lunedì 30 aprile il periodo transitorio previsto dall’Inps, il numero delle prestazioni la cui richiesta dovrà avvenire per via telematica. Si tratta, come ricorda una nota dell’Istituto di previdenza, delle domande di pensione ai superstiti; delle domande di pensione di inva-lidità specifi ca a carico del soppresso fondo Ferrotranvieri; delle domande di inidoneità al servizio ferroviario in genere a carico del fondo Ferrovie dello Stato; delle domande di congedo

per maternità/paternità e congedo parentale, nonché di malattia e degenza ospedaliera per gli iscritti alla Gestione separata; e infi ne delle domande di trattamento per il rimpatrio per i lavoratori provenienti da paesi extracomuni-tari. Le domande dovranno essere presentate esclusivamente attraverso uno dei seguenti ca-nali: Web, servizi telematici accessibili diretta-mente dal cittadino munito di Pin dispositivo attraverso il sito internet, nella sezione Servizi On Line; Contact Center Integrato, attraverso il numero verde 803164; patronati, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

Reversibilità e co.co.co., domande online

Il diritto a un processo equo è diventato legge in Europa. I ministri della Giustizia Ue hanno adotta-to la norma proposta dalla Commissione per garanti-re agli imputati il diritto all’informazione durante il procedimento penale. Il provvedimento (come anti-cipato da ItaliaOggi il 24 novembre 2011) garantirà che i paesi dell’Unione eu-ropea forniscano a chiun-que venga arrestato – o sia oggetto di un mandato d’arresto europeo – una comunicazione che elenca i propri diritti fondamen-tali nel quadro del proce-dimento penale (si veda tabella). Una volta entrata in vigore (due anni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta uffi ciale dell’Ue attesa nelle prossime set-timane), la nuova legge si applicherà a 8 milioni di procedimenti penali ogni anno in tutti e 27 gli Stati membri dell’Unione. A tutt’oggi questo diritto è riconosciu-to solo in un terzo degli Stati membri. La nuova direttiva garantirà che polizia e magistrati delle procure forniscano agli indagati informazioni sui loro diritti. In caso di arre-sto, le autorità forniranno queste informazioni per iscritto, in una comunicazione dei diritti redatta in un linguaggio semplice e di uso corrente. Anche se la formulazione esatta della comunicazione è a discrezione degli Stati membri, la Commissione ha proposto un modello nelle 22 lingue dell’Unione che consentirà di garantire la coerenza a be-nefi cio di chi attraversa le frontiere e di ridurre le spese di traduzione.

Tancredi Sequi© Riproduzione riservata

Agli imputati in Europa diritto all’informazione

Ispramed, Istituto per la promozione dell’arbitrato e della conciliazione nel Mediterraneo, sottoscriverà un accordo di collaborazione con sei centri arbitrali dell’Area per fornire alle imprese del Mediterraneo una rete di centri arbitrali in grado di gestire il contenzioso commerciale, in maniera rapida, effi cace e secondo una prassi omogenea. I soggetti in questio-ne sono la Camera Arbitrale di Milano, il Centro del Cairo, il Centro di Arbitrato di Tunisi, la Corte Marocchina d’Arbitrato e i centri arbitrali delle Camere di commercio di Istanbul e Algeri. L’intesa sarà formalizzata nel corso di una Conferenza Internazionale che si svolgerà domani a Il Cairo. L’obiettivo è dunque ridurre i confl itti commerciali con i Paesi della Pri-mavera Araba. Ed è l’arbitrato internazionale lo strumento di risoluzione alternativa (ADR) che sta suscitando l’interesse del mondo arabo, storicamente refrattario. La presenza del Segretario Generale della Lega Araba, Dr. Nabil Elaraby, e del ministro della Giustizia egiziano, Adel Abdel Hamid, conferma la valenza anche politica del tema e la convinzione da parte delle istituzioni che questo strumento possa effettivamente decongestionare l’accesa confl ittualità commerciale generata dalla Primavera Araba. Solo in Libia si parla di 100 milioni di danni a carico delle aziende italiane e di contratti sospesi per un valore di circa 400-500 milioni di euro. L’iniziativa di domani ha per titolo «Indipendenza e imparzialità degli Arbitri: una prospettiva Mediterranea» ed è organizzata da Ispramed e dal Centro Regionale del Cairo per l’Arbitrato Commerciale In-ternazionale. L’Italia rimane, tra i competitor europei, il Paese con il valore più elevato di fl ussi commerciali con l’Area Med: circa 52,7 miliardi di euro. «Per garantire che questo mercato sia sempre più competitivo e affi dabile», ha dichiarato il pre-sidente di Ispramed (oltreché di Sace) Giovanni Castellaneta, «è necessario, oltre a un sistema di regole condivise, anche un sistema omogeneo di risoluzione alternativa delle controversie e Ispramed sta lavorando a questo».

Donatella C. Marino© Riproduzione riservata

Centri arbitrali, un’intesa per le liti nel Mediterraneo

ggi questo diritto è riconosciu

diritto di non pronun-• ciarsi

diritto a un avvocato•

diritto di essere infor-• mato dell’accusa;

diritto alla traduzione • e all’interpretazione in qualunque lingua, se non si comprende la lingua del procedi-mento

diritto di essere pron-• tamente tradotto di-nanzi a un’autorità giudiziaria

diritto di informare • un terzo dell’avvenuto arresto o della deten-zione

diritto di non pronun•

I DIRITTI

La sentenzasul sito www.italia-oggi.it/documenti

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30 Sabato 28 Aprile 2012 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

Dall’Oic nuova tornata di modii che su crediti, titoli e liquidità. Consultazione i no a ottobre

Principi contabili al secondo setValutazione rimanenze, apertura al metodo del dettaglio

DI ANDREA FRADEANI E FRANCESCO CAMPANARI

Apertura al metodo del dettaglio nella valuta-zione delle rimanenze, deduzione dei contri-

buti in conto esercizio dal costo d’acquisto dei materiali, nuove regole per lo scorporo degli inte-ressi impliciti nei crediti a lun-ga scadenza e precisazioni sulle vendite a rate con riserva di pro-prietà. Sono queste le principali novità introdotte dall’Oic nelle bozze del secondo set di princi-pi contabili, pubblicate ieri dallo standard setter, con riferimento alle rimanenze, ai crediti oltre-ché alle disponibilità liquide e ai titoli di debito.

Il primo documento, dedica-to alle giacenze di magazzino, considera ora accettabile l’uti-lizzo del metodo dei prezzi al dettaglio, modalità di calcolo del costo medio delle rimanenze particolarmente diffusa – per la sua praticità – presso la gran-de distribuzione. L’Oic precisa poi che la capitalizzazione de-gli interessi passivi, sia speci-fi ci che generici, sostenuti per

la fabbricazione dei prodotti in giacenza è possibile solo in caso di durata signifi cativa del processo produttivo; nel caso di realizzazione per periodi di avanzamento, inoltre, la capi-talizzazione avverrà separata-mente per ogni stadio. Viene poi introdotta la disciplina sulla gestione dei contributi in conto esercizio: gli stessi saranno de-dotti direttamente dal costo di acquisto dei materiali, in modo da valutare le rimanenze fi nali di questi ultimi direttamente al netto dei contributi rispettando così il principio di competenza economica.

La bozza del nuovo Oic 15, de-dicato ai crediti, approfondisce la problematica della attualiz-zazione di quelli commerciali. Si tratta, nello specifi co, di di-stinguere gli interessi passivi impliciti incorporati nel valore dei crediti commerciali a medio e lungo termine dall’importo del ricavo di vendita, come peraltro previsto dai principi contabili internazionali. La componente fi nanziaria dovrà essere riparti-ta per competenza, negli esercizi di durata del credito, attraverso

l’utilizzo di un risconto passivo. Per i crediti di natura fi nanziaria a medio e lungo termine, invece, vista la mancanza di un ricavo da rettifi care non si procederà ad attualizzazione nel caso della mancanza di interessi congrui limitandosi a segnalare, in nota integrativa, l’eventuale signifi -cativa differenza rispetto al va-lore attuale dei fl ussi fi nanziari attesi. Lo standard setter preci-sa, inoltre, il trattamento conta-

bile delle operazioni di vendita rateali con riserva di proprietà (di rinnovato interesse in questo periodo di crisi): alla consegna il cedente dovrà rilevare il ricavo di vendita, questo perché nella sostanza economica – postulato dettato dall’art. 2423-bis c.c. post riforma del diritto societario – i principali rischi e benefici sul bene vengono immediatamente trasferiti alla controparte.

Novità anche per i principi

contabili dedicati ai titoli di de-bito e alle disponibilità liquide. Il restyling dell’Oic 20 stabilisce che gli utili e le perdite derivanti dalla negoziazione dei titoli im-mobilizzati prima della loro ori-ginaria scadenza debbano essere imputati fra i componenti stra-ordinari; per evitare compensa-zioni di partite, il computo della plusvalenza/minusvalenza di realizzo deve escludere le spese di cessione. La bozza del docu-mento dedicata alle disponibili-tà liquide detta nuove regole sul cash pooling: nel bilancio delle società partecipanti all’operazio-ne, la liquidità versata nel conto corrente comune rappresenta un credito verso la società che am-ministra l’accordo di tesoreria stesso, i prelevamenti saranno appostati invece come debito. Il secondo set di principi contabili approvato in bozza dall’Oic ri-marrà in consultazione sul sito www.fondazioneoic.eu fi no al 31 ottobre 2012; entro tale data do-vranno pervenire osservazioni in grado di migliorare la versio-ne fi nale dei documenti attesa per il prossimo anno.

© Riproduzione riservata

Si è conclusa ieri alla commissione lavoro di Palazzo Madama, presente il viceministro Michel Martone, l’illustrazione degli emenda-menti al ddl Fornero. I lavori riprenderanno la prossima settimana, essendo stata annullata la convocazione prevista per oggi. La commis-sione si riunirà il 2 maggio, ma non è detto che per quella data i senatori potranno votare il provvedimento e consegnarlo all’Aula. Prima dovranno infatti attendere il parere su testo e modifi che della Commissione Bilancio.

Il ministero della Giustizia cinese in visita al notariato italiano. Si svolge oggi la visita della delegazione del ministero della Giustizia cinese al Consiglio nazionale del notariato, su richiesta della stessa amministrazione della Repubblica popolare cinese in questi giorni in Italia per una visita uffi ciale. Dopo un pri-mo incontro alla sede del Consiglio notarile distrettuale di Venezia, il vice ministro della Giustizia cinese, Zhao Dacheng, incontra il presidente dei notai italiani, Giancarlo Lauri-ni, per approfondire le procedure dell’ordina-mento di civil law e il sistema italiano del no-tariato a partire dal collegamento dei Pubblici registri (Registro delle imprese, Catasto ecc.) e dell’infrastruttura tecnologica che collega il Notariato con la pubblica amministrazione (Rete unitaria del Notariato).

Dna e Aams insieme in difesa del gioco legale contro le infi ltrazioni mafi ose. La Di-rezione nazionale antimafi a (Dna) e l’Ammi-nistrazione autonoma dei monopoli di stato (Aams) hanno fi rmato un protocollo d’intesa che ha come oggetto lo scambio di dati, no-tizie e informazioni allo scopo di migliorare l’effi cacia e l’effi cienza nelle rispettive attività istituzionali per contrastare e annullare le infi ltrazioni della criminalità nel mondo del gioco. È quanto comunicano in una nota i Monopoli di stato. La convenzione, riporta Agipronews, avrà una durata di cinque anni ma potrà essere rinnovata su conforme volon-tà delle parti.

Lieve calo nel il numero dei siti di gioco oscu-rati da Aams - perché privi di autorizzazione statale - e segnalati nella lista aggiornata dei Monopoli di stato: i domini web con accesso vietato sono ora 3.970, contro i 3.972 del pre-cedente aggiornamento. I siti non autorizzati, riferisce Agipronews, vengono oscurati per attuare le disposizioni contenute nell’articolo 1 della legge fi nanziaria 2006, con lo scopo di contrastare le truffe online connesse al gioco d’azzardo.

Oli usati, quasi 200 mila tonnellate raccolte. Si è riunita ieri mattina a Roma, presso la Sede sociale in via Virgilio Maroso, l’assemblea del Consorzio obbligatorio degli oli usati (Coou) che ha approvato all’unanimità il bilancio d’esercizio 2011. Il risultato della raccolta 2011 è stato di 189.266 tonnellate di oli lubrifi canti usati (in lieve aumento rispetto al 2010 e con valori superiori al 95% del potenziale raccogli-bile), nonostante l’immissione al consumo sia tornata a percorrere un trend negativo con 431 mila tonnellate consuntivate. Questo risultato ha permesso di produrre 105.900 tonnellate di oli base rigenerati (che coprono il 25% del fabbisogno italiano complessivo).

Iva sui rifi uti, Federambiente diffi da for-malmente il governo, chiedendo che «lo stato rimborsi il miliardo di euro indebitamente introitato». Come già preannunciato, Fede-rambiente ha provveduto a presentare formale diffi da al governo affi nché sia rimborsata l’Iva sulla tariffa rifi uti versata dalle imprese associate, che con la sentenza n. 3756, emessa lo scorso 9 marzo dalla Corte di cassazione, ritiene che lo stato abbia indebitamente introitato. Con la diffida Federambiente intende sollecitare il governo ad «adottare misure risolutive di un contenzioso che dura da troppo tempo e che vale oltre 1 miliardo di euro», rinnovando peraltro la disponibilità al confronto per l’«individuazione delle più ido-nee, chiare e tempestive misure che il governo dovrà approntare».

BREVI

I sindaci e i comuni italiani dicono no all’attuale Imu. E lan-ciano una campagna informativa per mettere i cittadini al corrente della realtà di quella che essi definiscono «Imposta statale unica».I cittadini, le famiglie e le imprese, si legge in una nota dell’Anci, «devono sapere che dietro la sigla Imu che evoca i municipi, si nasconde una tassa dello Stato che i comuni non possono neanche riscuotere liberamente. Per rendere i cittadini partecipi della grave situazione che da tempo l’Anci denuncia in tutte le sedi istitu-zionali, senza che le autorità governative ne traggano le necessarie conseguenze l’Associazione dei comuni», conclude la nota, lancerà una campagna informativa che sarà presentata mercoledì prossimo alle 13,30, presso la sede di via dei Prefetti a Roma. Il tutto mentre il segretario del Pdl Angelino Alfano chiede che l’imposta diventi una tantum e l’ex ministro del lavoro Maurizio Sacconi che il governo adotti inizia-tive «affinché l’Imu, introdotta in via sperimentale dal 2012, dal 2013 sia razionalizzata e corretta in modo da assicurare la destinazione dell’intero gettito ai comuni, compensando con una riduzione delle altre comparteci-pazioni a tributi erariali». Anche la Lega attacca a testa bassa contro il pagamento dell’Imu. «Il prossimo 1° maggio nel nostro raduno a Zanica», ha annunciato Roberto Maroni, «lanceremo la disobbedienza civile e l’obiezione fiscale contro il pa-gamento dell’Imu. Invitiamo anche i nuovi sindaci», ha aggiunto l’ex ministro parlando a un incontro elettorale a Duino-Aurisina, «a seguirci perché questo dell’Imu è un vero e proprio attentato al buon senso». «Dopo aver portato il paese sull’orlo del baratro, ora la Lega lancia l’obiezione fiscale per quell’Imu reintrodot-ta proprio da quel federalismo fiscale che tanto aveva invocato e che divenne addirittura oggetto di ricatto per l’appoggio al governo Tremonti-Berlusconi», risponde Davide Zoggia, responsabile Enti Locali del Partito De-mocratico. «L’Imu è una tassa pesante per famiglie ma è l’unico modo per impedire ai comuni di chiudere», ha assicurato, «ci auguriamo che possa essere sostituita al più presto con un imposta più equa sul patrimonio come proposta dal Partito Democratico. Intanto Maroni dovrebbe spiegare come siamo finiti così anche grazie alla Lega».

Monta la protesta dei sindaci contro l’Imu

l’utilizzo di un risconto passivo bile delle operazioni di vendita

Il secondo gruppo di principi contabili posto in con-sultazione è composto dai seguenti documenti:

OIC 13 Le rimanenze di magazzino• OIC 14 Disponibilità liquide• OIC 15 I crediti• OIC 20 I titoli di debito•

Il termine per far pervenire all’Oic eventuali osser-vazioni è il 31 ottobre 2012.

I documenti sono disponibili sul sito dell’Oic (www.fondazioneoic.eu/).

IN PILLOLE

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31Sabato 28 Aprile 2012SabatoI M P O S T E E TA S S E

Risoluzione dell’Agenzia delle entrate sull’applicazione del regime delle operazioni intracomunitarie

Senza Vies, l’Iva non è in ItaliaSe manca l’iscrizione l’imposta si paga nel paese del fornitore

DI ROBERTO ROSATI

L’impresa non iscritta al Vies che acquista beni in altri stati dell’Ue non deve assolvere l’Iva in

Italia, in quanto la cessione non può fruire del regime delle ope-razioni intracomunitarie, ma è imponibile nel paese membro del fornitore. Qualora questi non abbia addebitato l’imposta, l’Agenzia potrà segnalare il fat-to all’autorità fi scale dello stato membro competente al recupero del tributo.

Se l’imposta nazionale, sebbe-ne non dovuta, viene comunque applicata (e detratta) con il mec-canismo dell’inversione contabi-le, l’amministrazione contesterà l’indebita detrazione.

Questi i chiarimenti forniti dall’Agenzia delle entrate con la risoluzione n. 42 del 27 aprile 2012, che torna sulla questione dell’effettuazione, da parte di operatori nazionali, di scambi in-traUe in carenza di autorizzazio-ne, già affrontata nella circolare n. 39/2011, con particolare riferi-mento alle operazioni attive, trat-tandola questa volta nell’opposta

prospettiva delle ope-razioni passive.

Il caso era quello di un’impresa italia-na che aveva acqui-stato da un’impresa tedesca pannelli fo-tovoltaici destinati ad essere installati (evidentemente non a cura o per conto dello stesso fornito-re, perché in tal caso la cessione sarebbe stata in ogni caso imponibile in Italia) su un immobile nel territorio nazionale.

Il contratto era sta-to stipulato anterior-mente all’istituzione del regime autorizza-torio sulle operazioni intracomunitarie di cui all’art. 27 del dl 78/2010, ma i beni erano stati consegnati e fatturati successiva-mente. L’impresa, che aveva fatto richiesta di iscrizione al Vies solo dopo avere ricevuto i beni, faceva presente che il fornitore tedesco aveva fatturato la cessione come intracomunitaria, in quanto non

aveva verifi cato tempestivamen-te la situazione della posizione Iva dell’acquirente. Chiedeva per-tanto all’Agenzia se l’operazione potesse comunque considerarsi regolare, atteso che era stata concepita prima dell’entrata in vigore del citato dl e dei provve-

dimenti attuativi del 29 dicembre 2010.

Nella risposta, dopo avere illustrato il quadro normativo, l’Agenzia osserva anzitutto che, indi-pendentemente dal perfezionamento del contratto, il momen-to di effettuazione dell’operazione ai fini Iva, in base ai criteri dell’art. 39 del dl 331/93, si è re-alizzato in vigenza del regime autoriz-zatorio e che, in tale momento, l’impresa, non essendo ancora trascorsi trenta gior-ni dalla presentazio-ne della richiesta di autorizzazione, non era legittimata ad

effettuare operazioni intracomu-nitarie. In merito agli effetti che ne conseguono, l’Agenzia ricorda di avere chiarito, nella circolare n. 39/2011, che, in carenza di au-torizzazione, il soggetto nazionale non è abilitato a porre in essere operazioni con l’applicazione del

trattamento proprio delle cessio-ni intracomunitarie.

Pertanto, il fornitore nazio-nale non iscritto al Vies dovrà trattare le cessioni verso altri paesi Ue come operazioni inter-ne imponibili. Allo stesso modo, prosegue la risoluzione, nel caso in cui il soggetto nazionale non autorizzato effettui un acquisto presso un fornitore di altro pa-ese Ue, tale acquisto non si con-figura come intracomunitario, per cui l’imposta non è dovuta in Italia, ma nel paese membro del fornitore. In tal caso, quindi, l’operatore nazionale non deve procedere alla tassazione con il meccanismo dell’inversione con-tabile; ove procedesse in tal sen-so, si determinerebbe, secondo la risoluzione, un’illegittima detra-zione dell’Iva, violazione soggetta alla sanzione dell’art. 6, comma 6, dlgs n. 471/97. Questa conclu-sione lascia però perplessi, atteso che il principio di indetraibilità dell’Iva indebitamente fattura-ta risponde allo scopo di evitare comportamenti fraudolenti che, nel caso dell’inversione contabile, sono da escludere.

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Prima luce verde da Strasburgo all’applicazione della Tobin Tax, la tassa sulle transazioni fi nanziarie in Europa. La commissione economica del Parlamento Ue ha approvato con 33 favorevoli e 11 contrari una serie di emendamenti alla proposta di direttiva formulata dalla Commissione europea. Secondo gli eurodeputati, la tassa dovrà essere versata in base al principio di emissione del titolo. E quindi anche quando la transazione dovesse avve-nire tra soggetti extraeuropei. Per renderne rischiosa l’evasione, inoltre, è stato adottato il meccanismo su cui si fonda la stamp duty britannica: il pagamento della tassa garantisce legalmente i diritti di proprietà del titolo. In pratica, chi compra rischia di non vedere riconosciuto il suo acquisto se evade la tassa.

Tancredi Sequi

Strasburgo dice il primo sìall’adozione della Tobin Tax

Pubblicazione ai sensi del reg. 38 Isvap del 3/6/2011

www.vittoriaassicurazioni.com

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8.118.540 4.017.593

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1.000.000 -

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9.118.540 4.017.593

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso

200 Titoli di capitale

300 Altri attività patrimoniali

400 Passività patrimoniali

1000 Saldo attività della gestione separata

31/03/2012 30/09/2011

valori in euro valori in euro

31/03/2012 30/09/2011CATEGORIA DI ATTIVITA'

VITTORIA LIQUINVEST VITTORIA PREVIDENZA

PROSPETTO SEMESTRALE DELLA COMPOSIZIONE DELLE GESTIONI SEPARATE IN EURO

SEMESTRE DI RIFERIMENTO: dal 30/09/2011 al 31/03/2012

Enervit S.p.A.Sede Legale in Milano – Viale Achille Papa, 30

Capitale sociale: Euro 4.628.000,00 i.v.

C.F. 01765290067 – P.I. 02375690134

R.E.A. di Milano 1569150

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Si informa che l’Assemblea di ENERVIT

SpA, tenutasi in data 27 aprile 2012, ha

deliberato di distribuire agli azionisti un

dividendo pari ad Euro 0,035, al lordo

delle ritenute di legge, per ciascuna azio-

ne avente diritto, per complessivi Euro

623.000, che verrà messo in pagamento

dal 24 maggio 2012, con stacco cedola in

data 21 maggio 2012.

Il verbale della suddetta Assemblea sarà

disponibile nei termini di legge.

PAGAMENTO DIVIDENDO

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Fidia S.p.A.

Sede in San Mauro Torinese (TO) - Corso Lombardia n° 11Capitale Sociale Euro 5.123.000 i.v.C.C.I.A.A. R.E.A. di Torino n. 735673

Registro Imprese di Torino - Codice Fiscale 05787820017

RELAZIONE FINANZIARIA ANNUALE AL 31 DICEMBRE 2011L’Assemblea degli Azionisti ha approvato in data 27 Aprile 2012 il bilancio di esercizio al 31 Dicembre 2011. La relazione fi nanziaria annuale, le relazioni di revisione e la restante documentazione richiesta dall’art. 77 del regolamento Consob 11971/99 sono depositati ed a disposizione del pubblico presso la sede sociale e presso la sede di Borsa Italiana S.p.A. I documenti sono consultabili anche sul sito internet della società www.fi dia.com. Il verbale dell’Assemblea sarà messo a disposizione del pubblico con le medesime modalità entro i termini di legge.

Per Il Consiglio di AmministrazioneIl Presidente e Amministratore Delegato– Dott. Ing. Giuseppe MORFINO

Sito Internet: www.fi dia.comEmail: info@fi dia.itSan Mauro Torinese, 28 Aprile 2012

Polytems Hir

Società per Azioni - Capitale Sociale € 19.150.560Sede in Ozzano dell’Emilia (BO), Via Emilia 428/442Registro Imprese di Bologna e C. F. 00307140376Partita I.V.A. 00500931209

Bologna, 28 aprile 2012Per il Consiglio di AmministrazioneDott. Alberto Vacchi

Si informano i Signori Azionisti che il bilancio di esercizio è stato approvato dall’Assemblea

Ordinaria degli Azionisti in data 27 aprile 2012 e che, in conformità alla delibera assunta, a

partire dal 31 maggio 2012 sarà posto in pagamento il dividendo relativo all’esercizio 2011

nella misura di 1 euro per azione, contro lo stacco della cedola n. 18 in data 28 maggio

2012. Gli Azionisti potranno riscuotere il dividendo, al lordo o al netto delle ritenute fiscali,

a seconda del regime fiscale applicabile, esclusivamente presso i rispettivi intermediari. Il

verbale assembleare sarà posto a disposizione del pubblico nei termini di legge.

PAGAMENTO DIVIDENDO ESERCIZIO 2011

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32 Sabato 28 Aprile 2012 I M P O S T E E TA S S E

Lo prevede il decreto i scale, la cui legge di conversione (n. 44/2012) sarà oggi in Gazzetta

Manutenzioni, il fisco semplificaPer le spese più agevole il calcolo del plafond deducibile

DI NORBERTO VILLA

Più semplice e senza grandi effetti pregiu-dizievoli per i contri-buenti il calcolo del

plafond deducibile delle spese di manutenzione. A partire dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto 16/2012 (legge del 26 aprile n. 44, sul supplemento ordinario n. 85 alla Gazzetta Uffi ciale n. 99 del 28 aprile) non sarà più necessario rapportare ad anno il valore dei beni compravenduti nell’anno ma sarà suffi ciente tener conto dei beni esistenti risultanti all’inizio dell’esercizio.

La previsione. Il testo attua-le dell’art. 102, comma 6 prevede che le spese di manutenzione, riparazione, ammodernamento e trasformazione se non imputate ad incremento del costo dei beni possono essere dedotte nel limi-te del 5% del costo complessivo di tutti i beni materiali ammor-tizzabili quale risulta all’inizio dell’esercizio dal registro dei beni ammortizzabili. La disposizione prevede anche che per i beni ce-duti, nonché per quelli acquisiti nel corso dell’esercizio, compresi quelli costruiti o fatti costruire, la deduzione spetta in proporzione alla durata del possesso ed è com-misurata, per il cessionario, al co-sto di acquisizione. Ciò comporta che è necessario per individuare la base di calcolo del plafond a cui applicare la percentuale del 5% un calcolo non sempre facile e che spesso non porta a differenze signifi cative se ad esempio con-frontato con una forfettario che considera per tali beni il 50% del loro valore. Il decreto 16 sceglie però di semplificare eliminan-do la rilevanza dei beni venduti ed acquistati nell’anno ed indi-viduando la base di calcolo del 5% più semplicemente nel costo complessivo di tutti i beni mate-riali ammortizzabili quale risulta all’inizio dell’esercizio dal registro dei beni ammortizzabili

Gli effetti. È evidente come il nuovo calcolo porterà a una semplifi cazione ma ciò non sarà pagato con un impatto fi scale ed economico negativo per i contri-buenti. Lo stesso sarà solo even-tuale presumibilmente limitato non molte ipotesi. Con riguardo ai beni ceduti nell’anno la pre-visione del dl 16 è addirittura migliorativa rispetto a quella precedente. Avendo rilevanza solo il costo al primo giorno del periodo d’imposta, i beni venduti nell’anno rileveranno per inte-ro mentre con la norma attuale rilevano solo pro rata temporis. Quindi con riguardo ai beni ven-duti la norma introdotta dal dl 16 è più vantaggiosa rispetto a quel-la precedente La nuova norma (per una conseguenza speculare a quella descritta per i beni ven-duti) può apparire svantaggiosa con riguardo ai beni acquistati che non potranno più far sentire alcun effetto nell’anno di acquisi-

zione. Se prima tali beni nell’anno di acquisizione pesavano nel cal-colo del plafond pro rata temporis con la nuova regole il loro perso in questo periodo d’imposta sarà sempre apri a zero. Ma non si può non considerare.

• che tale possibile effetto

negativo potrebbe essere miti-gato da quello positivo relativo ai beni ceduti;

• che a ben guardare (anche se la norma funziona per mas-se) tali beni dovrebbero essere quelli che meno necessitano di manutenzione e riparazione nel loro primo anno di acquisizione

pertanto una loro esclusione dai calcoli del plafond potrebbe anche essere giustifi cata.

Le società neocostituite. Sul punto il decreto legge 16/2012 non interviene e pertanto per le imprese di nuova costituzione il limite percentuale continuerà a calcolarsi per il primo esercizio,

sul costo complessivo quale risul-ta alla fi ne dell’esercizio. Qui né prima né dopo il decreto sempli-fi cazione era o sarà richiesto al-cun calcolo rapportato al tempo. Ogni bene indipendentemente dal momento del primo periodo d’imposta in cui è acquisito pesa per il suo intero importo nel calco-lo del 5%. Così come un eventuale bene se acquistato e poi venduto nel primo periodo d’imposta non concorrerà in alcun modo al cal-colo dell’importo deducibile delle manutenzioni (non risultando al-cun costo alla fi ne dell’esercizio).

Così come nessuna innova-zione è apportata alle altre di-sposizioni previste dal comma 6 dell’art. 102, e pertanto anche dopo l’entrata in vigore si avrà:

• l’eccedenza rispetto al 5% è deducibile per quote costanti nei cinque esercizi successivi;

• è in ogni caso riconosciuta la deducibilità nell’esercizio di competenza dei compensi perio-dici dovuti contrattualmente a terzi per la manutenzione di determinati beni, del cui costo non si tiene conto nella deter-minazione del limite percentua-le sopra indicato.

© Riproduzione riservata

PARADISI

La Ue: stop al segreto bancario

DI TANCREDI SEQUI

Paradisi fi scali nel mirino del Consiglio di Europa. L’organi-smo comunitario ha approva-to a grande maggioranza una risoluzione non vincolante contro i centri offshore in cui si chiede all’Ocse, al Fondo monetario internazionale e ai singoli stati membri (47 in tutto), di aumentare la pres-sione nei confronti di Paesi che favoreggiano l’evasione fi scale. Richiesta la soppres-sione del segreto bancario e l’introduzione di uno scambio automatico di informazioni. Regole più severe, a suo avvi-so, permetterebbero agli Erari dei Paesi occidentali di recu-perare varie decine di miliar-di di euro in tempi brevi e di mettere un freno alla fuga di capitali che, secondo le stime di alcune Ong citate Van der Maelen, sarebbero arrivati a superare di dieci volte gli aiuti che percorrono il cammino op-posto. In tutto questo, il nome della Svizzera non è mai usci-to fuori espressamente. Ma in un rapporto annesso alla riso-luzione, la Confederazione fi -gura al primo posto dei para-disi fi scali a livello mondiale, davanti alle Isola Cayman, al Lussemburgo, a Hong Kong e agli Stati Uniti.

È infondata la tesi che nel processo tributario l’azione cautelare sia proponibile solo in primo grado. La sentenza d’appello, infatti, può essere sospesa dal giudice tributario nel caso in cui il contribuente possa subire un danno grave e ir-reparabile in pendenza del giudizio di Cassazio-ne. E non serve dichiarare illegittima la norma denunciata di incostituzionalità (articolo 49 del decreto legislativo 546/1992), considerato che una sua corretta interpretazione consente la tu-tela cautelare sia in primo che in secondo grado. Lo ha affermato la Corte costituzionale, con la sentenza n. 109 del 26 aprile 2012 (presidente Quaranta, relatore Franco Gallo).Secondo la Consulta, «dalla riscontrata possi-bilità di un’interpretazione conforme a Costi-tuzione della disposizione denunciata discende, dunque, la non fondatezza della questione». Serve, invece, una «rimeditazione interpreta-tiva» dell’intera disciplina della sospensione cautelare dell’esecuzione delle sentenze tribu-tarie sia di primo che di secondo grado. Quindi, i giudici possono concedere la sospensiva inter-pretando correttamente le norme vigenti. La questione della sospensione delle sentenze tributarie forma da tempo oggetto di contrasti nella dottrina e nella giurisprudenza. In realtà, nel processo tributario la tutela cautelare del contribuente non può essere limitata al giudizio di primo grado. La facoltà di adottare le misure cautelari anche per le sentenze, specialmente nei casi in cui vi sia un contrasto tra pronunce di primo e secondo grado, dovrebbe costituire una componente essenziale della tutela giuri-sdizionale garantita dall’articolo 24 della Carta costituzionale, anche per evitare che la durata del processo possa danneggiare la parte tempo-raneamente soccombente nel periodo di tempo necessario per l’accertamento defi nitivo delle sue eventuali ragioni. La Consulta prende posizione in maniera net-ta e ribadisce quanto sostenuto con la senten-za 217/2010, con la quale aveva già giudicato infondata la tesi che nel processo tributario l’azione cautelare sia proponibile solo in pri-mo grado. Ha chiarito, inoltre, che in mancanza

di una norma ad hoc che escluda l’applicabilità al processo tributario della disposizione conte-nuta nell’articolo 373 del Codice di procedura civile, il giudice che ha posto la questione non ha esperito alcun tentativo di interpretazione alternativa che consenta di ritenere applicabi-le la sospensione cautelare negli altri gradi del giudizio tributario.Al riguardo, la giurisprudenza di merito ha as-sunto delle posizioni non univoche. La Commis-sione tributaria regionale di Milano (sezione 46), con l’ordinanza 2/2011, ha infatti stabilito che la sentenza d’appello debba essere sospesa dal giudice tributario nel caso in cui il contri-buente possa subire un danno grave e irrepa-rabile in pendenza del giudizio di Cassazione. Anche se il ricorso per Cassazione non blocca in via automatica l’esecuzione delle sentenze d’appello, la sospensione può comunque essere concessa qualora l’esecuzione possa provocare danni. E non può essere esclusa questa tutela solo perché l’articolo 47 del decreto legislativo 546/1992 limita l’adozione del provvedimento cautelare agli atti impugnati innanzi alla com-missione tributaria provinciale. In questo caso ha sospeso l’esecuzione della sentenza d’appello che convalidava un provvedimento di chiusura di un esercizio commerciale, poiché in caso di accoglimento dell’impugnazione non sarebbe stato più possibile adottare come rimedi la ri-duzione in pristino o il ristoro per equivalente dei danni subiti dal contribuente in seguito alla chiusura dell’attività commerciale. In questo senso si è espressa anche la commissione tri-butaria regionale di Roma, prima sezione, con l’ordinanza 86/2011. Mentre la Commissione tributaria regionale di Milano, sesta sezione, con l’ordinanza n. 8 del 24 maggio 2011, ha giu-dicato non infondata la questione di legittimi-tà costituzionale dell’articolo 49 del decreto legislativo 546/1992 nella parte in cui non consente di chiedere la sospensione della sentenza d’appello, quando dalla sua esecu-zione possa derivare all’interessato un danno grave e irreparabile.

Sergio Trovato

Le sentenze tributarie possono essere sospese

zione Se prima tali beni nell’anno negativo potrebbe essere miti pertanto una loro esclusione dai

ESEMPIO 1 ESEMPIO 2

Vecchia

norma

Nuova

norma

Vecchia

norma

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Beni al 1.1 150.000 150.000 Beni al 1.1 150.000 150.000

Cessioni al 30 giugno di € 200.000

(100.000)

Acquisti al 30 giugno di € 200.000

100.000

Totaleplafond

50.000Totaleplafond

250.000

Percentuale 5% 5% Percentuale 5% 5%

Spesededucibili

2.500 7.500Spesededucibili

12.500 7.500

ESEMPIO 1 ESEMPIO 2

CALCOLI A CONFRONTO

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33Sabato 28 Aprile 2012SabatoI M P O S T E E TA S S E

CASSAZIONE/ Accolto ricorso dell’Agenzia delle entrate che chiedeva la revoca dei benei ci

Prestazioni professionali detratteMa soltanto se strettamente inerenti all’attività d’impresa

DI DEBORA ALBERICI

Le prestazioni professionali sono detraibili dall’azien-da solo nel caso in cui sia-no strettamente inerenti

all’attività d’impresa.È quanto si evince dalla sen-

tenza della Corte di cassazione numero 6532 del 27 aprile 2012.

In particolare la sezione tributa-ria ha accolto il ricorso dell’Agen-zia delle entrate che chiedeva la revoca del benefi cio fi scale per-ché la società non aveva provato l’inerenza fra i costi sostenuti per i professionisti e l’attività svolta.

Per la commissione tributaria provinciale e per quella regionale tale inerenza non andava dimo-strata dalla contribuente.

Contro la doppia conforme di merito l’amministrazione fi nan-ziaria ha presentato ricorso alla Suprema corte e sul punto del beneficio fiscale lo ha vinto in pieno.

È stata quindi bocciata la de-cisione della Ctr di Palermo che aveva annullato l’atto impositivo. Con una motivazione laconica ma che potrebbe avere interessanti risvolti pratici gli Ermellini han-

no motivato che «la sentenza del-la Ctr ha accolto l’appello della contribuente semplicemente af-fermando che avverso ciascuno degli addebiti (rispettivamente, per pretesa indetraibilità dell’Iva per prestazioni professionali e su nota di credito emessa) essa ha adeguatamente offerto la dimo-strazione dell’infondatezza delle pretese dell’ufficio, essendo le prestazioni professionali inerenti all’attività della società e la nota di credito risultante da una cor-retta operazione di storno».

In questo modo, spiega Piazza Cavour, il giudice di merito ha tuttavia risolto la questione con un’affermazione apodittica.

Nulla da fare, invece, sull’al-tro motivo di ricorso presentato dall’amministrazione fi nanziaria in relazione alla difesa tecnica. Prima di tutto i Supremi giudi-ci hanno chiarito che anche gli amministratori straordinari di una società del gruppo possono, nell’ambito del processo tribu-tario, conferire la procura al di-fensore. Non solo. Il contribuente può affi dare la difesa tecnica già in corso di causa davanti alla commissione tributaria provin-

ciale, e lo può fare in favore di un commercialista.

Infatti, ha ricordato il Collegio di legittimità, «non può ravvisar-si l’inammissibilità del ricorso, in materia processuale tributaria se non dopo l’infruttuosa ema-nazione del previsto ordine del presidente alla parte privata, di munirsi di valida assistenza».

In questo caso specifi co, avendo la società contribuente comunque provveduto, durante il primo gra-do di giudizio, a conferire nuovo incarico di assistenza tecnica al professionista nominato, è giusta la decisione della Ctr che ha rite-nuto in questo modo sanata ogni ulteriore irregolarità.

«Difatti l’avvenuto conferimen-to di un nuovo rituale incarico in prima udienza, prima ancora, cioè, dell’emanazione dell’ordine di cui all’articolo 12, del dlgs 504 del 1992, era tale da superare in radice qualsivoglia questione at-tinente all’assistenza».

©Riproduzione riservata

La società italiana distributrice esclusiva del prodotto estero può detrarsi le spese di sponsorizzazione del marchio di cui è tito-lare la casa madre. A questa interessante conclusione è giunta la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 6548 del 27 aprile 2012, ha respinto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate che aveva negato a un distributore italiano di macchine fotografi che in esclusiva la detrazione per i costi di sponsorizzazione. Dunque, ad avviso degli Ermellini che nelle lunghe motivazioni hanno ripercorso le dinamiche giuridiche del contratto di sponsorizzazione, «nel caso in cui lo sponsor sia il distributore esclusivo, per l’Italia, di un determinato prodotto, dalla sua relazione d’affari con il pro-duttore, e dal fatto che anche quest’ultimo tragga vantaggio dalla maggiore diffusione del suo marchio presso i consumatori, non può trarsi - in via automatica - la conclusione per cui egli sia un contraente per conto altrui, e non nel proprio interesse, dovendo - per contro - tale eventualità essere accertata in fatto, nelle singole fattispecie concrete». Questo perché la sponsorizzazione si concreta nella commercializzazione del nome e dell’immagine personale del soggetto - si traduce, al contempo, per lo sponsor, in una forma di pubblicità indiretta, consistente nella promozione del marchio o del prodotto che si intende lanciare sul mercato. E, sotto tale profi lo, - non a caso si suol dire, nel linguaggio corrente, che la pubblicità e l’anima del commercio - l’inerenza, ai fi ni fi scali, dei costi della sponsorizzazione all’attività di impresa, qualora lo sponsor sia lo stesso titolare del marchio o il produttore del bene da promuovere, non pare seriamente dubitabile.

Debora Alberici

Il distributore può scalare spese di sponsorizzazione

Il federalismo fi scale scaturito dalle ventennali pressioni politiche della Lega Nord non piace agli addetti ai lavori, soprattutto per la grande confusione legislativa che ormai regna in merito. Se ne è parlato ieri a Taormina al conve-gno «Regionalismo fi scale tra autonomie locali e diritto dell’Unione europea» della Fondazione Antonio Uckmar, che ha riunito il gotha dei tributaristi e dei giuristi italiani. Il presidente della Fondazione, Victor Uckmar, professore emerito dell’Università di Genova, nonché tributarista di fama internazionale, è ben critico su come sono andate fi n qui le riforme. A ItaliaOggi lo ha dichiarato esplicitamen-te: «il federalismo fi scale presuppone uno Stato federale, ma noi, al di là del mero problema di defi nizione, sempli-cemente non lo siamo. Insomma, sull’argomento abbiamo prodotto provvedimenti per circa 400 pagine. Negli Stati Uniti il federalismo è stato attuato con tre clausole alla Costituzione, senza tutte le nostre norme, confuse e con-traddittorie, che stanno addirittura fi nendo per limitare l’autonomia fi nanziaria di Regioni, Province e Comuni. E mi sembra che anche l’indirizzo dell’attuale governo, si vedano la conferma del Patto di stabilità e l’Imu, sia in contrasto con il decentramento». Per Saverio Continella, direttore generale del Credito Siciliano, la banca del Gruppo Credito Valtellinese che ha contribuito all’organizzazione del con-vegno, «il federalismo fi scale, così come tutte le riforme, è una questione sulla quale la politica dovrebbe trovare gli opportuni compromessi». Il problema è che gli ultimi anni sono stati segnati da una instabilità politica piuttosto accentuata. «La qual cosa ha moltiplicato le prese di posi-zione e i distinguo», ha proseguito Continella, «ed ha anche ritardato l’emanazione degli atti previsti, condizionando a logiche di breve periodo una quota signifi cativa della rifor-ma, che, per la sua natura, avrebbe invece dovuto essere caratterizzata da una lungimiranza più accentuata».Certo, innanzitutto, servirebbe uno schema giuridico di protezione dei diritti, ma il problema più grave, come ha evidenziato Franco Gallo, vicepresidente della Corte Co-stituzionale, è che «i temi trattati oggi sono gli stessi di trent’anni fa. Dal punto di vista dei tributi, alla fi ne, il federalismo pensato in questi anni si riduce a poco a causa di un preciso vizio d’origine: aver varato una legge delega sul federalismo fi scale senza avere prima attuato il fede-ralismo istituzionale».

Carlo Lo Re (da Taormina)

Gli esperti: sul federalismo siamo fermi a 30 anni fa

DATI EVASIONE

Gdf guarda pure annunci pubblicitari

DI GIOVANNI GALLI

Sono 2.192 gli evasori totali scoperti dalle Fiamme gial-le nei primi quattro mesi del 2012, tutti con una ca-ratteristica in comune: il non aver presentato per almeno un’annualità d’imposta la di-chiarazione dei redditi. Tutti casi individuati anche cer-cando su Internet, giornali o annunci pubblicitari. Lo ha reso noto un comu-nicato di ieri delle Fiamme gialle. Oltre 6 miliardi di euro oc-cultati scoperti e anche in materia di Iva scoperti 650 milioni di euro non dichia-rati. Denunciati all’autorità giudiziaria 853 soggetti che non avevano presentato la dichiarazione e altri 530 per occultamento o distruzione della contabilità.I maggiori «picchi» di evasio-ne sono stati riscontrati nel settore del commercio all’in-grosso e al dettaglio (quasi il 25% del totale), delle co-struzioni edili (circa il 22%), delle attività manifatturiere (11%), delle attività profes-sionali, scientifiche e tecni-che (5,7%) e delle attività di alloggio e ristorazione (5,5%).

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34 Sabato 28 Aprile 2012 DIRITTO E IMPRESA

Pubblicato in Gazzetta Ufi ciale il decreto sul delisting di altri 220 medicinali di fascia C

Nuovi farmaci al supermercatoProdotti tra cui colliri e antimicotici in vendita senza ricetta

Pubblicato nella Gazzet-ta Uffi ciale del 26 aprile il decreto che prevede il «delisting» dei farmaci

di fascia C (a totale carico del cittadino) e che consente la ven-dita senza ricetta di circa 220 medicinali in esercizi commer-ciali diversi dalle farmacie, dal-le parafarmacie ai corner nella grande distribuzione. Si tratta del decreto del ministero della salute 18 aprile 2012 recante «Attuazione delle disposizioni dell’articolo 32, comma 1, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modifi ca-zioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, sulla vendita dei medicinali previsti dall’artico-lo 8, comma 10, lettera c), della legge 24 dicembre 1993, n. 537». (G.U., Serie Generale n. 97 del 26 aprile 2012).

Il provvedimento, che è sta-to adottato a seguito delle va-lutazioni tecniche compiute dall’Agenzia italiana del far-maco, individua innanzitutto i medicinali che dovranno conti-nuare ad essere venduti su ri-cetta medica e che, pertanto, i cittadini potranno trovare solo nelle farmacie. La maggior par-te di questi farmaci, spiega il ministero in una nota, appar-tiene alle quattro categorie di medicinali per le quali è stato lo

stesso decreto-legge a escludere la possibilità del passaggio alla vendita senza ricetta: si tratta dei medicinali stupefacenti, degli iniettabili, dei medicinali del sistema endocrino e di tutti i medicinali per i quali è previ-sto il più rigoroso regime della vendita dietro presentazione di ricetta medica da rinnovare vol-ta per volta. Per altri farmaci, riportati in una specifi ca lista allegata al decreto ministeriale, viene invece riconosciuta la pos-sibilità di vendita senza ricetta, anche negli esercizi commercia-li previsti dal decreto Bersani del 2006 (parafarmacie, corner della grande distribuzione). Una lista che contiene circa 220 confezioni di medicinali, con la specifi cazione del principio atti-vo e del marchio di fabbrica.

I cittadini potranno così trovare, anche negli esercizi diversi dalle farmacie, medi-cinali finora riservati a que-ste ultime, fra cui prodotti di largo uso come antivirali per uso topico a base di aciclovir, antimicotici vaginali a base di econazolo, antimicotici locali a base di ciclopirox, prodotti per la circolazione, come i farmaci a base di diosmina, colliri antial-lergici e antinfi ammatori per uso topico.

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Il progettista di un’opera non può essere affi -datario dell’incarico di coordinatore dei lavori. È quanto affermato dal Consiglio di stato che, con la sentenza n. 2402 del 23 aprile 2012 della quarta sezione, si è pronunciato sulla gara di Autovie venete per l’affi damento del servizio di coordinatore per l’esecuzione dei lavori di un tratto della terza corsia dell’A4, aggiudicata con il 52% di ribasso, per un totale di circa 2 milioni di euro.Il raggruppamento aggiudicatario della com-messa contava fra i propri partecipanti anche alcune società che ave-vano partecipato alla redazione di parti del progetto preliminare e definitivo. Gli articoli 5 e 12 del disciplinare di gara precludevano, richiamando l’articolo 90, comma 8 del Codice dei contratti pubblici, la partecipazione a tutti coloro che avessero con-corso alla redazione del progetto preliminare e/o defi nitivo dell’opera, ancorché non vi fosse una norma specifi ca nel Codice (che contempla espressamente soltanto l’incompatibilità fra progettista e appaltatore o concessionario).In primo grado il Tar del Lazio (sentenza n. 3707/2011) aveva accolto il ricorso del secondo classifi cato. Il Consiglio di stato ha conferma-to la pronuncia affermando che la disciplina contenuta nell’art. 90, comma 8, del Codice dei

contratti «va reputata quale espressione di un principio generale in forza del quale ai concor-renti deve essere riconosciuta un’omogenea posizione, implicante la più rigorosa parità di trattamento». In particolare occorre, valuta-re «se lo svolgimento di pregressi affi damenti presso la stessa stazione appaltante possa aver creato, per taluno dei concorrenti stessi, degli speciali vantaggi incompatibili con i principi, propri non soltanto dell’ordinamento italiano, ma anche di quello comunitario, di libera con-correnza e di parità di trattamento». Per i giu-

dici, quindi, non rileva l’assenza di una espressa copertura nor-mativa perché la verifi ca sulla posizione di vantaggio è comun-que funzionale al rispetto dei principi comunitari in materia di libera prestazione di servizi, non discriminazione e trasparenza.Nel caso di specie, si legge nella sentenza, da un lato il progetto, «ancorché formalmente intesta-to ad Autovie Venete, risulta ela-

borato per una parte consistente dalle società aggiudicatarie del contratto» e, dall’altro, «i giudizi dei commissari di gara dimostrano che la positiva valutazione delle offerte tecniche poggia proprio sull’approfondita conoscenza degli elaborati progettuali». Da ciò la dimo-strazione del vantaggio competitivo e quindi la conferma della sentenza di primo grado.

Andrea Mascolini© Riproduzione riservata

Opere, il progettista non coordina i lavori

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Agenzia provinciale per gli appalti e contratti

– Servizio appalti

Avviso per estratto di gara d’appalto

Si rende noto che l’AGENZIA PROVINCIALE PER GLI APPALTI E CONTRATTI – SERVIZIO APPALTI indice procedura aperta ai sensi del D.Lgs. 163/2006 e con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. 163/2006 per l’appalto relativo all’affidamento della “FORNITURA DI STAZIONI DI RICARICA-PRELIEVO/RILASCIO CON BICICLETTE A PEDALATA ASSISTITA E BICICLETTE TIPO CITY BIKE SUL TERRITORIO DEI COMUNI DI PERGINE VALSUGANA, ROVERETO E TRENTO”.Importo a base d’appalto Euro 867.000,00 così suddiviso: Euro 861.100,00 importo soggetto a ribasso ed Euro 5.900,00 per oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso.Le imprese interessate possono presentare l’offerta all’AGENZIA PROVINCIALE PER GLI APPALTI E CONTRATTI – SERVIZIO APPALTI -Ufficio Gestione Gare, Trento Via Dogana 8, 1^ piano–stanza 101. Il termine di presentazione delle offerte è fissato alle ore 12.00 del giorno 06 giugno 2012. La prima seduta di gara è fissata per il giorno 07 giugno 2012 – ore 9.00.

IL DIRIGENTE- dott. Leonardo Caronna -

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Agenzia provinciale per gli appalti e contratti

– Servizio Appalti

ESTRATTO DI BANDO DI GARA

Si rende noto che la Provincia Autonoma di Trento - AGENZIA PROVINCIALE PER GLI APPALTI E I CONTRATTI – SERVIZIO APPALTI ha indetto procedura aperta, ai sensi della L.P. 10/09/1993, n. 26, per l’appalto della “REALIZZAZIONE DELLA CIRCONVALLAZIONE DELL’ABITATO DI CLES SULLA S.S. 43 DELLA VALLE DI NON” per l’importo complessivo di € 43.063.127,59.-. L’aggiudicazione avverrà con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 39, comma 1, lett. b) della L.P. 26/93.Le imprese interessate possono presentare l’offerta all’AGENZIA PROVINCIALE PER GLI APPALTI E I CONTRATTI – SERVIZIO APPALTI - Ufficio Gestione Gare, Trento Via Dogana 8, 1^ piano–stanza 101.Il bando di gara, il formulario CE, gli elaborati “Parametri e criteri di valutazione delle offerte”, “Schema di capitolato speciale d’appalto – norme amministrative” e “Clausole tecniche”, nonché i modelli per rendere le dichiarazioni sono disponibili sul sito internet www.appalti.provincia.tn.it ovvero possono essere ritirati in copia presso il Servizio Appalti.Il termine di presentazione delle offerte è fissato alle ore 12.00 del 31 luglio 2012. La prima seduta di gara è fissata per il giorno 2 agosto 2012 – ore 9.00.

IL DIRIGENTE- dott. Leonardo Caronna -

Avvisi di Pubblicità legale su

Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta,Liguria, Veneto, Friuli, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, ToscanaVia Burigozzo 8, 20122 MilanoTel. 02/58219511-516, Fax 02/58305643

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SiciliaVia Quarto dei Mille 6, 90129 PalermoTel. 091/586066, Fax 091/6111305

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Al via la fusione del fondo antimafi a e di quello anti-racket: fi niranno in un unico organismo di rotazione «per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafi o-so, delle richieste estorsive e dell’usura», a cui saranno destinati indennizzi per il danno subito. E la novità è che la gestione da parte della Consap, la concessionaria dei servizi assicurativi pubblici (a cui è stato affi dato il compito dal ministero dell’Interno, presso il quale sono stati costituiti i due comitati di solidarietà, presieduti da un commissario di nomina governativa, con funzioni deliberanti) da triennale diventerà quinquennale. Il Con-siglio dei ministri, nella seduta di lunedì 30, effettuerà l’esame preliminare del decreto della presidenza della repubblica con il regolamento per l’unifi cazione a norma dell’articolo 2, comma 6-sexies, del decreto legge n. 225 del 2010, (convertito legge n. 10 del 2011).La scelta di accorpare i fondi parte dalla necessità di ra-zionalizzare i relativi procedimenti, volti all’erogazione delle somme in favore delle vittime del racket, dell’usura e della criminalità organizzata; pertanto, evidenzia la relazione tecnica che introduce il provvedimento che l’esecutivo sta per vagliare, l’omogenizzazione «non comporta maggiori spese, o nuovi oneri a carico dello stato», e adegua, armonizza e coordina le disposizioni dei regolamenti dei singoli fondi esistenti.Tre le principali fi nalità: indennizzare chi ha subito le conseguenze di reati di tipo mafi oso, costituitosi par-te civile nei procedimenti penali intentati nei confron-ti degli autori dei reati stessi, concedere un rimborso «commisurato ai danni derivanti dagli eventi subiti, a favore delle vittime dell’estorsione esercenti un’atti-vità economica imprenditoriale» e, infi ne, elargire «un mutuo decennale, senza interessi», per un ammontare proporzionato rispetto al danno subito, a favore di co-loro che sono stati sottoposti ad episodi di estorsione, i quali risultino essere «esercenti un’attività comunque economica».

Simona D’Alessio© Riproduzione riservata

Nasce il superfondo unifi cato per vittime di mafi a e usura

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35Sabato 28 Aprile 2012SabatoDIRITTO E IMPRESA

Credito Emiliano S.p.A.Società per Azioni - Sede in Reggio Emilia - Via Emilia San Pietro, 4Capitale Sociale € 332.392.107 - Registro Imprese di Reggio EmiliaCodice fiscale n.01806740153 - Partita IVA n.00766790356Iscritta all’albo delle banche al n.3032 - Capogruppo del gruppo bancario“Credito Emiliano - CREDEM” iscritto all’albo dei gruppi bancari al n.20010/5

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Bilancio d’esercizio e bilancio consolidatoSi rende noto che l’Assemblea della società, in data 27 aprile 2012,ha approvato il bilancio d’esercizio al 31/12/2011 e che, pertanto,a decorrere dalla data odierna sono a disposizione, presso la SedeSociale in Reggio Emilia - Via Emilia San Pietro n.4 - e presso laBorsa Italiana spa - Piazza degli Affari n.6 -, la documentazioneprevista dall’art. 77, comma 1, del Regolamento Emittenti, ilbilancio d’esercizio e il bilancio consolidato corredati dalleprescritte relazioni, ad eccezione del verbale dell’Assemblea chesarà disponibile nei termini previsti dall’art. 77, comma 4 delRegolamento Emittenti.I bilanci sono anche disponibili sul sito Internet www.credem.it.

Pagamento del dividendoS’informano i Signori Azionisti che, in conformità alla deliberaassunta, sarà posto in pagamento dal giorno 17 maggio 2012, conquotazione “ex cedola” del titolo a decorrere dal giorno 14 maggio2012, il dividendo nella misura di € 0,10 per ciascuna azioneordinaria da nominali 1 euro, godimento 1° gennaio 2011.I possessori di azioni potranno riscuotere il dividendo presso irispettivi intermediari.

Reggio Emilia, 28 aprile 2012

L’Assemblea degli Azionisti di Hera S.p.A., riunita a Bolognail 27 aprile 2012, ha approvato la Relazione Finanziaria An-nuale 2011 e la proposta del Consiglio di Amministrazione didistribuzione di un dividendo di 9 centesimi di euro perazione. Lo stacco della cedola n.9 avverrà il 4 giugno, conpagamento a partire dal 7 giugno 2012.I risultati al 31 dicembre 2011 evidenziano ricavi a 4.105,7milioni di euro, un margine operativo lordo di 644,8 milioni dieuro (+6,2% rispetto al 2010) e un utile ante imposte pari a221,2 milioni di euro (+7,6% rispetto al 2010).L’Assemblea ha infine approvato il rinnovo dell’autorizzazionedi acquisto di azioni proprie per un controvalore fino a 40 mi-lioni di euro per ulteriori 18 mesi. Le azioni potranno essereutilizzate per finanziare eventuali operazioni di acquisizionedi partecipazioni o pacchetti azionari nell’ambito delle strate-gie di sviluppo del Gruppo Hera.

Hera S.p.A.Sede in Bologna - viale C.Berti Pichat, 2/4Capitale sociale euro 1.115.013.754 i.v. n. di iscrizione al Registro delle Imprese di BolognaCodice Fiscale e Partita I.V.A. 04245520376

www.gruppohera.it

RELAZIONE FINANZIARIA ANNUALE 2011E PAGAMENTO DIVIDENDO

Entra nel dettaglio

con il tuo Smartphone

Adesioni a quota 90% tra le banche che scelgono la nuova moratoria imprese. Tempo massimo un mese dalla comuni-cazione all’Associazione bancaria italia-na e gli accordi saranno operativi a tut-ti gli effetti. Lo rende noto l’Abi in una nota sullo stato delle sottoscrizioni delle «Nuove misure per il credito alle pmi», che a marzo si erano fermate all’83,5% (si veda ItaliaOggi del 31/03/2012). Fino ad ora hanno aderito tutte le banche di maggiori dimensioni e un buon numero di medie e piccole.

Gli interventi previsti dalla nuova moratoria sono di tre tipi: sospensione dei finanziamenti, allungamento dei

prestiti e operazioni per promuovere la ripresa e lo sviluppo di attività.

Una delle novità è la possibilità per tutte le imprese di richiedere un fi nan-ziamento proporzionale ad un even-tuale aumento di capitale. Le imprese che possono attivare le misure sono le piccole e medie di tutti i settori. Vale a dire, così come stabilito dalla normati-va comunitaria, quelle con meno di 250 dipendenti e con fatturato inferiore a 50 mln di euro, oppure con totale attivo di bilancio fi no a 43 mln di euro.

Le operazioni sono realizzate allo stesso tasso d’interesse previsto dal contratto originario per quanto riguar-

da le sospensioni dei fi nanziamenti, le operazioni di allungamento a 270 giorni delle scadenze del credito a breve ter-mine per sostenere esigenze di cassa e anche per quelle di allungamento fi no a un massimo di 120 giorni delle scadenze del credito agrario di conduzione. Stesso tasso per l’allungamento della durata del mutuo il cui piano residuo di am-mortamento, comprensivo di periodo di estensione, non risulti superiore a 3 anni oppure qualora l’operazione fruisca del-la copertura del Fondo di garanzia per le pmi o del Fondo Ismea. Alle imprese non saranno addebitate spese e altri oneri aggiuntivi, se non quelli eventualmen-

te sostenuti nei confronti di terzi, di cui sarà data adeguata evidenza.

Con la precedente moratoria le ban-che hanno sospeso circa 260.000 mutui a livello nazionale, pari a 70 miliardi di debito residuo con una liquidità liberata superiore a 15 miliardi di euro.

Sempre nella nota di ieri l’Abi ha anche fatto sapere che sono in via di defi nizione due nuovi accordi, uno sul fi nanziamento di progetti di investimen-to e uno per agevolare lo smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese nei con-fronti della p.a.

Matteo Rigamonti© Riproduzione riservata

A MARZO GLI ISTITUTI ERANO L’83,5%. L’ABI: ACCORDI OPERATIVI IN UN MESE

Banche, salgono al 90% le adesioni alla nuova moratoria pmi

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36 Sabato 28 Aprile 2012 LAVORO E PREVIDENZA

Le istruzioni dell’Istituto per la gestione di avvisi di addebito e cartelle

L’Inps punta a fare cassaAtti senza ritardi per velocizzare la riscossione

DI DANIELE CIRIOLI

L’Inps punta a far cassa. Nel distribuire le com-petenze sulla gestione di avvisi di addebito e car-

telle di pagamento, infatti, esor-ta gli uffi ci a evitare ritardi con i provvedimenti di sospensione, anche giudiziari, per non arrecare pregiudizi all’attività di recupero coattivo. Lo stabilisce tra l’altro nel messaggio n. 6948/2012, con cui attribuisce alle direzioni pro-vinciali la competenza a gestire i provvedimenti (avvisi di addebi-to e cartelle di pagamento) fi no a 500 mila euro (oggi 50 mila), con effetto dal 1° maggio.

Le novità. La nuova articola-zione delle competenze (l’ultima risale al 2009), spiega l’Inps, tro-va origine dalle recenti novità di natura normativa, organizzativa e tecnica. Da una parte, infatti, il nuovo sistema di riscossione dei crediti che, a partire dal 1° gen-naio 2011 avviene tramite avvi-so di addebito avente valore di titolo esecutivo, ha consentito di operare sostanziali modifi che sui tipi di provvedimenti di sgravio e sospensione in precedenza adot-

tati per le cartelle di pagamento. Dall’altra, la necessità di ade-guare il procedimento al nuovo assetto organizzativo che, in base ai nuovi principi Inps, tende a ga-rantire l’erogazione dei servizi con un migliore livello qualitativo. In-fi ne, le nuove norme in tema di te-lematizzazione delle istanze che, consentendo l’immediato scambio delle comunicazioni con imprese e intermediari, assicurano mag-giore tempestività nelle risposte e un miglioramento del processo di gestione del credito (la circolare n. 48/2012 ha telematizzato tutte le richieste di provvedimenti su avviso di addebito e cartella di

pagamento). In relazione a tanto, l’Inps uniforma la competenza in ordine ai provvedimenti su avviso di addebito e cartella di pagamen-to ai valori previsti per l’esame delle domande di dilazione e di riduzione delle sanzioni con ef-fetto dal 1° maggio.

Si punta a far cassa. L’Inps, inoltre, raccomanda alle sedi, per ciò che concerne i provvedimenti di sospensione, di tenere la pro-pria attività costantemente indi-rizzata a escludere che il perma-nere della «sospensione» possa costituire pregiudizio all’attività di recupero da parte degli agenti della riscossione. Con riferimento

ai provvedimenti di sospensione disposti dall’autorità giudizia-ria, inoltre, ritiene necessario che con sistematicità, attraverso un costante collegamento con gli uffi ci legali, sia curato l’aggior-namento dello stato del credito per consentire, in relazione alle decisioni nel corso del procedi-mento giudiziario, l’immediato riavvio delle attività di recupero coattivo in caso di esito del giu-dizio totalmente o parzialmente favorevole all’istituto ovvero di l’annullamento del credito in caso di soccombenza dell’Istituto defi nitivamente accertata.

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DI CARLA DE LELLIS

L’Inps ha semplificato il modello di domanda di autorizzazione alla cassa integrazione ordinaria nel settore industria. Lo ren-de noto nel messaggio n. 7216/2012.

Istanze semplificate. La semplificazione, spiega l’Inps, è possibile dall’ac-quisizione in via auto-matica del patrimonio informativo assicurato dall’Uniemens analitico, necessario per l’istrutto-ria amministrativa della stessa domanda. In parti-colare, la semplifi cazione è consentita alle aziende che utilizzano il flusso Uniemens per la comunica-zione dei dati relativi alle sospensioni e/o riduzioni di attività (circolare n. 13/2011). L’adeguamento delle attuali procedure e degli archivi informatici al nuovo modello di doman-da avverrà in due fasi suc-cessive. Nella prima fase, che si concluderà a maggio 2012, l’Inps rilascerà una prima versione del modello semplifi cato; nella seconda fase, sperimentata a par-tire da settembre 2012, il modello di domanda verrà integralmente semplifi ca-to. La prima versione del modello semplifi cato sarà pubblicato a maggio 2012 ed utilizzabile per le so-spensioni e/o riduzioni di attività relative al mese di giugno 2012 (l’Inps rinvia a un successivo messaggio per le specifi che tecniche e le istruzioni operative).

Contributo mobilità. La legge n. 223/1991 prevede che il datore di lavoro che attivi la procedura di mo-bilità deve versare a titolo di anticipazione sugli oneri per le indennità di mobili-tà un importo, pari al trat-tamento massimo mensile d’integrazione salariale moltiplicato per il numero dei lavoratori eccedenti. Finora il versamento di tale importo è avvenuto tramite bollettino di conto corrente postale precom-pilato dalla sede Inps com-petente. Da gennaio 2012, invece, i datori di lavoro in-teressati devono effettua-re il predetto versamento esclusivamente a mezzo modello F24 utilizzando, nel campo contributo della sezione Inps, la causale di nuova istituzione “Acim” denominata “Datori di la-voro, anticipazione contri-buto di ingresso mobilità” (risoluzione agenzia delle entrate n. 129/E del 22 di-cembre 2011).

INDUSTRIA

Più facile chiedere

la cig

I limiti nell’assunzione di per-sonale a tempo indetermina-to, previsti dal decreto legge 78/2010, non riguardano gli

enti non sottoposti al Patto di sta-bilità. È quanto sostiene una nota dell’Anci, in cui si spiega che seb-bene le sezioni riunite della Corte dei conti abbiano di recente soste-nuto che i limiti alle assunzioni riguardino tutti gli enti, «a oggi la normativa vigente per gli enti non sottoposti al Patto è quella di cui alla legge 27 dicembre 2006, n. 296», che stabilisce altre modalità di conte-nimento delle spese per il personale. In partico-lare, all’articolo 1, com-ma 562 si prevede che: «Per gli enti non sotto-posti alle regole del pat-to di stabilità interno, le spese di personale, al lordo degli oneri rifl essi a carico delle ammini-strazioni e dell’Irap, con esclusione degli oneri relativi ai rinnovi contrattuali, non devono superare il corrispon-dente ammontare dell’anno 2004. Gli enti di cui al primo periodo possono procedere all’assunzione di personale nel limite delle cessa-zioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato complessivamente intervenute nel precedente anno, ivi compreso il personale di cui al comma 558».

Insomma, regole ad hoc, che secondo l’Anci la Corte dei conti non tiene in considerazione, con-traddicendo peraltro, nel parere n. 11/2012 reso dalle sezioni riu-nite, e senza fornire alcuna moti-vazione, quanto precedentemente affermato in diverse pronunce in relazione al rapporto fra il comma 562 della Finanziaria 2007 ed il comma 7 dell’art. 76 del dl n. 78 del 31 maggio 2010. Norme che, rela-tivamente alla parti che dispongo-no limitazioni alle assunzioni, non

sono state modifi cate da alcun intervento successivo. A tal pro-posito, l’Anci cita le delibere n. 3, 4 e 20 del 2011. Per giungere infi ne alla conclusione che ad oggi, non essen-do stato modifi cato il quadro normativo di riferimento, relativa-mente alle assunzioni a tempo indetermina-to negli enti non sot-

toposti al patto di stabilità trova appunto applicazione il comma 562 dell’articolo unico alla legge 27 dicembre 2006, 296.

Nota Anci sui limiti per gli enti locali

Niente assunzioni solo con il Patto

Nel 2011 in Italia sono diminuiti gli infortuni e le morti sul lavoro, confermando la ten-

denza al ribasso che ha già carat-terizzato l’andamento registrato nel quinquennio 2006-2010. Lo rivela l’Inail, specifi cando che i casi mortali sono calati del 4,4% e gli infortuni nel complesso del 6,4%. In aumento, invece, di qua-si il 10% le denunce di malattia professionale. Stando alle stime dell’Inail sull’andamento infor-tunistico nel complesso, nel 2011 si è passati da circa 776.000 a 726.000 denunce, 50 mila in meno rispetto al 2010. Quanto ai casi mortali, si è registrato un calo del 4,4%, dalle 973 denunce nel 2010, per la prima volta al di sotto delle mille unità, alle 930 denunce nel 2011. La diminu-zione degli infortuni accomuna tutti i rami di attività, anche se il calo appare più pronunciato nell’industria (-9,9%, con un calo occupazionale dello 0,6%), seguita dall’agricoltura (-6,3%, occupati calati dell’1,9%) e dai servizi (-4,2% mentre gli occu-pati sono aumentati dell’1%). Buono l’andamento infortunisti-co nelle costruzioni (-11%) anche se infl uenzato dal signifi cativo calo degli occupati nel settore (-5,3% rispetto al 2010).

Rispetto ai casi mortali, nei servizi si registra la contra-

zione più alta (-8,8%), mentre nell’industria il calo si ferma al 2,1%, toccando tuttavia il -10,6% nelle costruzioni. Lieve l’aumento registrato in agri-coltura (+2,7%) con 3 decessi in più rispetto al 2010. Da un punto di vista territoriale, gli infortuni diminuiscono di più nel Mezzogiorno (-8,1%), men-tre al Nord e al Centro il calo è stato del 6%. Il Mezzogiorno si distingue anche per i casi mor-tali, con una contrazione molto signifi cativa (-10,2%), mentre il Centro fa registrare un calo del 2,5% e il Nord dell’1,1%.

Quanto alle malattie profes-sionali, l’Inail ha registrato un incremento di quasi il 10%, atte-standosi nel 2011 a circa 46.500 denunce, dopo il boom registrato nel 2010 con circa 7.600 casi in più rispetto al 2009. Diverse le cause, dall’emersione delle ma-lattie «perdute» grazie a una più matura consapevolezza di lavo-ratori e datori di lavoro all’inse-rimento delle patologie muscolo-scheletriche nelle nuove tabelle delle malattie professionali. Sono inoltre aumentate notevolmente le denunce di più malattie per un unico lavoratore. In generale, l’in-cremento è stato molto sostenu-to nel settore agricolo (+24,8%), seguito da gestioni dipendenti conto stato (+14,6%) e industria e servizi (+6,8%).

Le stime Inail. I decessi giù del 4,4%

Nel 2011 calanogli infortuni

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IMPORTO (CONTRIBUTI E SANZIONI)AVVISO DI ADDEBITO O CARTELLA PAGAMENTO

COMPETENZEDAL 1° MAGGIO

Non superiore a euro 500 mila (50 mila i no al 30 aprile) Direzioni provinciali

Non superiore a euro 1 milione (100 mila i no al 30 aprile) Direzioni regionali

Superiore a euro 1 milione (100 mila i no al 30 aprile)Direzione centrale

entrate

IMPORTO (CONTRIBUTI E SANZIONI) COMPETENZE

LE NUOVE COMPETENZE (1)

A disporre i provvedimenti di sospensione delle cartelle di pagamento e degli avvisi di addebito e ad autorizzare i provve-1. dimenti di sgravio/discarico delle cartelle di pagamento e di annullamento, totale o parziale, degli avvisi di addebito

La nota dell’Anci sul sito www.italiaoggi.it/documenti

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37Sabato 28 Aprile 2012SabTRIBUTARISTI - LAPET

Il resoconto del presidente Roberto Falcone all’assemblea nazionale

Riforme, Lapet protagonistaUn anno di successi per i tributaristi associati

DI LUCIA BASILE

Tributaristi a raccolta. Il 27 aprile si è tenu-ta, come da statuto, l’Assemblea naziona-

le degli associati. Un’intensa giornata per gli iscritti Lapet che si sono ritrovati numerosi presso l’Aula Minor dell’Istitu-to Patristico Augustinianum. Tale appuntamento costitu-isce un momento associativo molto importante non solo per ciò che attiene la delibera dei bilanci consuntivo 2011 e pre-ventivo 2012, ma soprattutto quale occasione di resoconto sull’andamento dell’associa-zione stessa. Infatti, ad aprire i lavori il presidente nazionale Roberto Falcone, che ha posto all’attenzione dei presenti le principali questioni di cui l’associazione si è occupata nel corso del 2011. In particolare la Lapet è stata impegnata in prima linea sulle ultime no-vità in materia di riconosci-mento delle nuove professioni. Nell’ambito di Assoprofessioni prima e ora di Cna Professioni, la Lapet, ha attivamente par-tecipato al processo di riforma delle professioni, svolgendo un ruolo primario all’interno del gruppo di lavoro, apposi-tamente costituito per segui-re da vicino le varie fasi che hanno portato la Camera dei deputati a approvare il testo unificato emendato Quartiani C. 3917, Froner C. 1934, For-misano C. 2077, Buttiglione C. 3131 e Della Vedova C. 3488. «L’approvazione in Aula della Camera dei deputati», ha ri-badito Falcone nella sua rela-zione, «corona anni di attività su questo disegno di legge che definisce per la prima volta in Italia la nozione di professio-ne non regolamentata oltre ad

ispirare una nuova cultura se-condo la quale il riconoscimen-to non è più necessariamente legato all’istituzione di un ordine professionale ma alla normativa Uni e quindi alla certificazione professionale».

Ed ancora in materia di ri-conoscimento delle professioni non regolamentate a sciogliere i dubbi sull’esercizio abusivo della professione, il presiden-te ha commentato la sentenza 11545/2012 delle Ss.Uu. penali della Cassazione: «La senten-za non limita assolutamente l’esercizio della nostra attività anzi a ben vedere esalta sem-pre di più la diffusione della nostra qualifi ca professionale di Tributarista».

Molti i riconoscimenti otte-nuti: l’inserimento nelle con-sulte camerali della Cciaa di Milano e Varese, la nomina di un rappresentante Lapet in seno al Comitato regionale delle professioni non ordini-stiche del Friuli-Venezia Giu-lia. Ed ancora, a seguito della sentenza del Tar della Tosca-na, la Lapet è entrata anche nella commissione regionale

dei soggetti professionali del-la Toscana.

Un anno in cui la Lapet ha creduto fortemente nel pro-cesso di liberalizzazioni in atto con più crescita e meno tariffe, rivendicando il ruolo fondamentale del mandato professionale. «Quale accordo scritto tra le parti, il mandato, confi gura una garanzia di tra-sparenza ed equità per l’uten-te e per il professionista una tutela, tale da consentirgli di superare, in sede giudiziaria, con estrema facilità, l’onere probatorio, ottenendo l’imme-diata esecuzione delle sue pre-tese», ha ribadito Falcone.

La lungimiranza della La-pet è dimostrata anche con la polizza professionale obbliga-toria, prevista già da statuto dal 2000 e nella formazione obbligatoria continua. Su tale fronte l’aggiornamento pro-fessionale e la formazione, sono stati tra i punti di forza dell’associazione che ha pro-mosso convegni e corsi, anche mediante e-learning su tutto il territorio nazionale.

Un intenso anno poi nel

welfare a tutela degli iscritti alla gestione separata e non da ultimo l’ingresso in Cna Professioni, la confederazione di II livello costituita da asso-ciazioni di professionisti non regolamentati. Tra le argo-mentazioni trattate poi tanti i protocolli e le intese siglate con l’Agenzia delle entrate, Inail, Inps. L’assemblea, quale momento associativo di incon-tro-confronto è stata altresì occasione per porre l’accento anche su problematiche di in-teresse economico-sociale. «In un contesto economico dove la soglia delle famiglie a rischio povertà rischia di diventare sempre più alta, il Fattore Famiglia, come evidenziato dalle due ricerche del nostro Centro Studi, può essere uno strumento estremamente effi -cace. Detassare i nuclei fami-liari con fi gli potrà consentire di lasciare più risorse alle fa-miglie al fi ne di incentivare i consumi», ha evidenziato Fal-cone.

Nelle conclusioni, i ringra-ziamenti: «Una intensa atti-vità come quella realizzata

è possibile solo con l’aiuto e la collaborazione di tutti, del segretario nazionale Giovan-na Restucci, il vicepresidente Antonio Amendola, il tesoriere nazionale Alessandro Boniolo, i consiglieri nazionali tutti Giuseppe Pierotti, Marco Del Giudice, Terenzio Fogato, Car-lo Vannini, i delegati regiona-li, i presidenti provinciali, i presidenti e i membri di tutte le commissioni permanenti, i componenti del collegio dei revisori dei conti e del colle-gio dei probiviri, tutti i nostri collaboratori e dipendenti. A ognuno di loro vanno perciò i miei più sentiti ringrazia-menti. Un grazie particolare a tutti gli associati, per la fi ducia e la stima accordate, che ci permettono di superare ogni avversità. Proseguiremo nel forte pressing politico che ci ha contraddistinti in tutti questi anni, anche per i gio-vani, affi nché possano trovare nella libera professione una possibilità di affermazione nel mondo del lavoro», ha concluso il presidente.

I punti citati rappresentano solo una sintesi dell’intensa at-tività annuale della Lapet, per una visione completa rinviamo al primo piano del sito naziona-le www.iltributarista.it.

© Riproduzione riservata

A curadell’Uffi cio Stampa della ASSOCIAZIONE NAZIONALE

TRIBUTARISTI LAPET Associazione legalmente

riconosciutaSede nazionale: Via Sergio I 32

00165 RomaTel. 06-6371274

Fax [email protected]

Un momento dei lavori

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38 Sabato 28 Aprile 2012 L’EDITORIALE DI PAOLO PANERAI

su un’azione europea a favore dello sviluppo. Una buona mossa che ha fatto dire a lui e al suo staff: vedete, il professor Monti sta imponendosi per un programma di sviluppo. In realtà, mentre emergevano queste sottoline-ature, la cancelliera non ha perso tempo a ribadire che il Fiscal com-pact non si tocca.Esattamente l’opposto non solo di quanto pensano Hollande e molti altri capi di Stato e di governo già al pote-re in Europa, ma soprattutto la stra-grande maggioranza del Parlamento italiano: Pdl-Pd-Udc, proprio mentre Monti era a colloquio con la Merkel nel pomeriggio di gio-vedì 26, hanno approvato una risoluzione che impegna il gover-no a rinegoziare il Fiscal com-pact per evitare di sottostare al rigorismo assurdo dei tedeschi in una crisi come quella attuale: la versione firmata in stato di necessità da 25 Stati prevede infatti una riduzione del debito pubblico eccedente il 60% del pil di un ventesimo all’anno; nel caso dell’Italia, che sta raggiun-gendo nel rapporto debito/pil il 125% e i 2 mila miliardi, si trat-terebbe di un taglio ogni anno per 20 anni di quasi 50 miliardi, sem-pre che il rapporto debito/pil non peg-giori. Vorrebbe dire essere condannati a tirare la cinghia per molti dei pros-simi 20 anni, soffocando ogni possibi-lità di crescita. Senza contare poi che, pur essendo il 60% scritto sacralmen-te nel Trattato di Maastricht, nep-pure la Germania lo rispetta, avendo un rapporto debito/pil che supera l’80% e che in realtà è assai più alto per la metodologia che esclude dal conteggio parte dell’onere della previ-denza pubblica. Non vi è dubbio, al di là di ogni considerazione, sarebbe molto utile anche all’Italia che Hollande vincesse le elezioni, sempre che Monti resista all’attrazione fatale della cancelliera. E di questa realtà si è reso ben conto l’ex presidente Silvio Berlusconi, che nei giorni scorsi non ha lesinato le parole di incoraggia-mento e di appoggio al candidato socialista, nonostante il legame forte che c’è fra questi e il Pd.Ma nella risoluzione della strana tria-de di partiti che appoggiano Monti c’è un altro impegno altrettanto impor-tante che viene richiesto al governo e che, finalmente, fa emergere in tutta la sua evidenza la necessità di un taglio drastico e immediato dello stock di debito pubblico attraverso la vendita di parte del patrimonio dello Stato, come ItaliaOggi e gli altri media di Class Editori con l’associazione L’Italia c’è sostengono da mesi, aven-do avanzato proposte concrete per il raggiungimento di questo obiettivo.Nella prima versione il taglio drastico del debito era pianificato attraverso la creazione di un fondo o di una spa come scatola per il conferimento degli asset pubblici con un decreto che imponesse a cittadini e imprese di sot-toscrivere in base al proprio reddito dichiarato e a quello gestito dai sosti-tuti di imposta (banche, sim ecc.) quote o azioni del fondo o della spa. In pratica un investimento forzoso che consentiva di raddrizzare la barca

Italia senza portar via denaro dalle tasche degli italiani che già pagano le tasse, ma facendogli fare un investi-mento comunque con prospettive di redditività al posto di altri e in parti-colare da Btp e Cct da usare per paga-re le quote. In altre parole uno swap fra titoli di Stato e titoli del patrimo-nio, reale, dello Stato e degli enti loca-li. Certamente era una forzatura, ma collocato in quel momento di pieno attacco della speculazione al debito

del Belpaese sarebbe stato comunque possibile e soprattutto più accettabile e più produttivo della gragnola di tasse che sono state messe, mentre sicuramente la riforma strutturale delle pensioni non sarebbe stata in discussione. Oggi, dopo un così forte aumento della pressione fiscale, Andrea Monorchio e Guido Salerno Aletta, che hanno steso l’ar-ticolato insieme a questo giornale, non ritengono più praticabile un investi-mento forzoso diretto sui cittadini, anche se lo stesso ha la potenzialità di rivelarsi un buon rendimento, special-mente se il valore degli asset da confe-rire fosse conveniente per l’investitore. Per questo, la proposta è stata rifor-mulata, rendendo obbligatorio il con-ferimento di asset non solo dallo Stato ma anche dagli enti locali con la crea-zione di un fondo da far sottoscrivere da istituzioni pubbliche diverse dallo Stato e cioè istituti previdenziali, fondi di previdenza integrativa, istituti assi-curativi, società di gestione di rispar-mio, istituzioni finanziarie monetarie, che pagheranno, appunto in una sorta di swap, i titoli del Fondo patrimo-niale degli italiani con titoli di Stato nel loro portafogli, i quali, una volta entrati nelle casse dello Stato, verran-no azzerati, tagliando così il debito. Prendendo come riferimento, per il conferimento degli asset, il patrimo-nio fruttifero delle pubbliche ammini-strazioni italiane così come definite da Eurostat, il Fondo patrimoniale degli italiani, che dovrà comprendere distinte gestioni di partecipazioni, immobili, concessione e crediti, a valo-ri 2004, potrebbe arrivare a un valore di 675 miliardi di euro, di cui 215 miliardi riferiti allo Stato e 460 miliardi riferiti a Regioni e altri enti territoriali, enti che tutti insieme con-corrono a formare il debito pubblico italiano per oltre 300 miliardi, e che quindi dovranno accettare l’obbligo di conferimento con il vantaggio di veder azzerata una parte consistente del

loro debito, sui quali pagano interessi che, una volta liberati, potranno con-tribuire a finanziare lo sviluppo. Anche perché l’effetto positivo del taglio del debito si estenderà al rating delle banche italiane, con influenza positiva sulla loro patrimonializzazio-ne, e naturalmente a tutto lo stock grazie all’inevitabile crollo dello spre-ad, tenuto conto che l’unico delta negativo fra l’Italia e gli altri Stati apparentemente più virtuosi è costi-

tuito dal ben più alto e insopportabile debito pub-blico; mentre per il deficit pubblico di bilancio l’Italia, che nel 2013 mira al pareggio, è già oggi assai più virtuosa della Francia (deficit del 4% nel 2012) e degli altri Paesi apparen-temente più solidi. Del resto, basta leggere le rela-zioni del Fondo moneta-rio internazionale per rendersi conto che il can-cro è il debito, alla faccia di chi ne sponsorizza la sostenibilità: l’Fmi ha cal-colato che la risalita del

debito pubblico italiano, dopo la crisi del 2008, è dovuta quasi esclusiva-mente agli alti interessi pagati. E non è né razionale né sopportabile che l’eventuale riduzione avvenga conti-nuando a imporre tasse, che non solo riducono la capacità di spesa degli italiani ma ne deprimono lo spirito accrescendo la sfiducia verso il futuro, con l’ulteriore conseguenza di un freno aggiuntivo alla spesa.La situazione degli italiani oggi è que-sta e per portare il Paese fuori da questo clima di oppressione e di sfidu-cia non c’è che ribaltare la situazione, procurandosi le risorse per gli investi-menti e l’abbassamento della pressio-ne fiscale con il taglio del debito e, in contemporanea, con il taglio della spesa improduttiva, come lo staff del presidente Monti sostiene che sta per avvenire, se il ministro Piero Giarda, che è incaricato della cosid-detta spending review (e che da quasi 20 anni sta studiando il problema essendo stato sottosegretario per la materia in più governi), si deciderà finalmente a partorire i tagli. Allora la luce potrà cominciare a vedersi in fondo al tunnel.Che a impegnare il governo nel taglio del debito con la cessione di patrimo-nio pubblico e a incalzarlo per la revi-sione del Fiscal compact sia stata la maggioranza parlamentare è molto positivo anche per Monti, che richia-mandosi alle regole della democrazia potrà frenare l’attrazione da parte della Merkel con l’evidenza che a chie-dere ciò è il Parlamento democratica-mente eletto. O la Merkel vorrà fare violenza anche alla democrazia parla-mentare dell’Italia?C’è solo da aggiungere che sulla dismissione del patrimonio e sulla necessità di pensare in primo luogo allo sviluppo, prima ancora del Parlamento, si erano espressi il diret-tore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni, la Corte dei Conti e il presidente della Repubblica,

Giorgio Napolitano. Tutti organi costituzionali dello Stato. Senza dimenticare la predica accorata del bravissimo presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi.La cancelliera Merkel vorrebbe rifor-mare anche la Costituzione italiana? Sarebbe un po’ troppo. Signor Presidente Monti, stia a distanza ade-guata, nello spirito di quanto ebbe a dire a proposito del rispetto dovuto dal resto dell’Europa nei confronti della Grecia sull’orlo del baratro, visto, come disse incutendo in tutti grande rispetto, che i primi a violare il trattato di stabilità europeo sono stati proprio la Francia e la Germania, che all’apice della crisi impartivano lezioni e comandi a tutti gli altri Stati e governi.

* * *Piersilvio Berlusconi, che finora si è occupato brillantemente di televisio-ne, sta per varcare il portone di Mediobanca per entrare in consiglio al posto di sua sorella, Marina, dovendo però uscire dal consiglio di Fininvest. Ennio Doris che deve lasciare il consiglio di Mediobanca per rimanere al timone di Mediolanum. Alberto Nagel e Vincent Bolloré che dovranno lasciare il consiglio di Generali, se vorranno rimanere in Mediobanca. Giovanni Bazoli che deve lasciare il consiglio, anzi la pre-sidenza della Mittel, la finanziaria chiave bresciana, per poter rimanere ai vertici di Intesa Sanpaolo. Fabrizio Palenzona che dovrà rinunciare a Mediobanca se vorrà r imanere v i cepres idente d i Unicredito, maggior azionista della stessa Mediobanca… La norma sull’incompatibilità della presenza di uno stesso soggetto nei consigli di amministrazione di banche, assicurazioni, istituzioni finanziarie, varata quasi in sordina nel più vasto e pesante decreto Salva-Italia, sta cre-ando una sorta di spariglio delle carte e dei legami, che sicuramente appa-gherà il presidente Monti della fatica e dei dispiaceri di queste ultime setti-mane. Quella norma esprime tutto il Dna politico e l’esperienza, maturata nei due mandati a Bruxelles, del pre-sidente del Consiglio. Che il sistema finanziario e di conseguenza indu-striale italiano dovesse essere aperto alla luce del sole e liberato dai mille legami nati dalla filosofia del fondato-re di Mediobanca, Enrico Cuccia, era indispensabile, anche se come tutte le norme anche questa ha un’al-tra faccia della medaglia, in due mani-festazioni. La prima: la norma toglie la possibilità di mettere a frutto la parte positiva della presenza in più consigli, cioè la possibilità di trasferire esperienze; la seconda: la norma potrebbe avere solo effetti formali, se comunque, sia pure attraverso uomini e donne diversi, rimanesse integra la catena delle relazioni fra le varie enti-tà e quindi non saltasse la gestione coordinata e chiusa alla concorrenza da parte delle varie istituzioni finan-ziarie e non. Per questo, probabilmen-te, pur nella positività della norma, se Monti vorrà davvero aprire alla con-correnza il sistema economico italiano e chiudere una volta per tutti i salotti buoni, dovrà varare altre norme di completamento. (riproduzione riserva-ta)

Paolo Panerai

ORSI & TORISegue dalla prima pagina

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39Sabato 28 Aprile 2012

Ma l’estrazione di greggio e di gas è in leggero calo. Il futuro in Russia

Vola l’utile trimestrale EniA 3,62 mld, +42%. Investimenti a 2,87 mld

Utile netto in crescita del 42% per Eni nel primo trimestre del 2012 a 3,62 miliar-

di; l’utile operativo adjusted è invece salito a 6,45 miliardi (+27%) e l’utile netto adju-sted a 2,48 miliardi (+13%).Gli investimenti tecnici di 2,87 miliardi hanno riguarda-to principalmente lo sviluppo di giacimenti di idrocarburi, l’upgrading della flotta dei mezzi navali di costruzione e perforazione di Saipem, e delle infrastrutture di trasporto del gas. Il flusso di cassa netto da attività operativa di 4,19 mi-liardi ha consentito di coprire i fabbisogni finanziari connessi agli investimenti tecnici e fi-nanziari, e di ridurre l’indebita-mento finanziario netto di 0,61 miliardi rispetto a fine 2011 a 27,43 miliardi.

Nel periodo, la produzione di idrocarburi è stata di 1,674 mi-lioni di barili di olio equivalente al giorno con una lieve fl essio-ne rispetto al primo trimestre 2011 (-10 mila boe/giorno, pari allo 0,6%). Al netto dell’effetto prezzo, la produzione ha avuto una leggera crescita (+0,2%) sostenuta dalla ripresa delle attività in Libia e dagli avvii/entrate a regime di nuovi gia-cimenti in Australia, Egitto e Usa. Le vendite di gas nel pe-riodo, invece, si sono assestate a 30,61 miliardi di mc, -5,3% per la debolezza della domanda e la concorrenza.

Quanto alle previsioni, Eni ha stimato per l’anno in corso segnali di rallentamento della ripresa economica mondiale, in particolare nell’area euro, e vo-latilità dei mercati. I prezzi del petrolio resteranno sostenuti

dalla robustezza della domanda cinese e dai rischi geopolitici, in parte attenuati dal progressivo rientro della produzione libica.Il gruppo ha previsto un prez-zo medio annuo del marker Brent a 113 dollari al barile, mentre resteranno sfavorevoli le prospettive del settore gas, con domanda debole e offerta abbondante.

«Nel primo trimestre Eni ha ottenuto risultati eccellenti grazie alla ripresa produtti-va in Libia e all’incremento del prezzo del petrolio, nono-stante un mercato difficile

per Gas & Power, Refi ning & Marketing e Chimica». Ha com-mentato l’a.d., Paolo Scaroni.«Abbiamo concluso positiva-mente la rinegoziazione dei contratti con Gazprom. L’attivi-tà esplorativa ha continuato a produrre ottimi risultati con al-tre importanti scoperte in Mo-zambico e nel Mare di Barents. Sono molto soddisfatto del re-cente accordo con Rosneft che marcherà la nostra attività di esplorazione per molti anni».

Nel corso della conference call, il direttore finanziario, Alessandro Bernini, è stato

vago su come avverrà lo spin-off di Snam r.g. Ha invece ribadito che il gruppo vuole ottenere un prezzo signifi cativamente mag-giore per le restanti azioni Galp che verranno cedute.

Intanto Eni ha annunciato di aver aderito al nuovo Codi-ce di autodisciplina delle socie-tà quotate del dicembre 2011, avviata il 15 dicembre scorso con il recepimento delle racco-mandazioni in tema di remu-nerazione.

Il titolo ha chiuso ieri a 16,92 euro, +2,17%.

© Riproduzione riservata

Il botto era nell’aria e botto è stato. Cucinelli, che ieri ha avviato le contratta-zioni in borsa, dopo un’ipo chiusa eccezionalmente con quattro giorni di anticipo e richieste per 17 volte l’offer-ta, ha chiuso a 11,60 euro, +49,68%, dopo aver toccato un massimo intraday del +54,84%.

A fi ne giornata, è stato co-municato che i joint global coordinator Mediobanca e Bank of America Merrill Lynch hanno esercitato l’op-zione greenshoe dell’offerta per 2.040.000 azioni, la to-talità delle azioni oggetto di sovra-allocazione. Il prezzo di acquisto è stato di 7,75 euro per azione, per un con-trovalore di 15,81 milioni.

Inclusa l’opzione green-shoe, l’offerta ha riguarda-to 22.440.000 azioni, pari al 33% del capitale per 173,91 milioni.

Sono pervenute alla socie-tà richieste per 345.346.890 azioni da parte di 8.459 ri-chiedenti, con una oversub-scription, al prezzo massi-mo di 7,75 euro per azione, di oltre 17 volte l’offerta.Felicitazioni per il debutto sono arrivate dall’a.d. di Bor-sa italiana, Raffaele Jerusal-mi, certo che «la quotazione consentirà a questa impresa di sostenere con maggior for-za i propri piani di sviluppo nel medio e lungo termine».Inclusa l’opzione green-shoe, l’offerta ha riguardato 22.440.000 azioni Brunello Cucinelli, pari al 33% del capitale.

© Riproduzione riservata

CHIUDE A +49,7%

Cucinelli,avvio

con il botto

«Giovedì è arrivata questa tegola. Non ce l’aspettavamo, credo che nessuno se l’aspet-tasse». Lo ha detto ieri Paolo Ligresti, dopo la decisione dell’Antitrust di sospende-re l’operazione Unipol-Premafin, in attesa che si chiuda il procedimento istruttorio.«Adesso vedremo cosa fare, saranno i le-gali a dircelo», ha spiegato. «Si lavorerà nel fine settimana», ha aggiunto. Le par-ti in causa hanno, da giovedì, cinque gior-ni lavorativi di tempo per far sapere come ottemperare alle decisioni dell’Antitrust.Paolo Ligresti, infi ne, ha spiegato che è in arrivo la convocazione del prossimo cda di Fondiaria-Sai, che dovrebbe tenersi il 3 maggio.

Di maggiore distacco il commento di Alber-to Nagel, a.d. di Mediobanca, istituto coinvol-to nelle indagini dell’Antitrust. L’intervento dell’Autorità, ha commentato ieri, non modifi ca il piano e le parti coinvolte si adegueranno, ha detto. «I 45 giorni richiesti (dall’Antitrust, ndr) sono coerenti con l’aumento di capitale fattibile nel mese di giugno», ha spiegato rife-rendosi in particolare alla ricapitalizzazione di Fonsai. «Ci adegueremo e faremo l’istruttoria con loro per an-

dare sul mercato e raccogliere i capitali neces-sari per sistemare i ratios della compagnia».

E mentre la trattativa si ferma, vanno avan-ti le indagini della magistratura. Ieri il diret-tore generale di Sinergia, Salvatore Rubino, e il presidente di Imco, Fausto Nunzi, sono stati indagati a Milano per falso in bilancio nell’ambito dell’inchiesta del pm Luigi Orsi sul gruppo Ligresti.

Anche la cordata alternativa a Unipol, compo-sta dalle fi nanziarie Sator e Palladio, non resta con le mani in mano. Matteo Arpe, numero uno di Sator, ha confermato la forte determinazione sul piano di salvataggio di Fondiaria-Sai ed è al lavoro con Palladio in vista della scadenza dell’offerta delle due società sulla holding Pre-mafi n, fi ssata per lunedì. Intanto ieri i titoli della galassia Ligresti hanno chiuso contrastati: Premafi n (-5,23%), Milano ass. (+2%) e FonSai (-2,17%). Unipol (+2,74%).

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Fusione Unipol-Fonsai: Arpe si rifà sotto

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidianoi nanziario italiano

Corona Ceca 24,87 24,758 0,1120 18,7996

Corona Danese 7,4385 7,4393 -0,0008 5,6229

Corona Norvegese 7,588 7,5765 0,0115 5,7359

Corona Svedese 8,9024 8,876 0,0264 6,7295

Dollaro Australiano 1,2679 1,2736 -0,0057 0,9584

Dollaro Canadese 1,2996 1,2968 0,0028 0,9824

Dollaro N Zelanda 1,6168 1,6196 -0,0028 1,2222

Dollaro USA 1,3229 1,3215 0,0014 -

Fiorino Ungherese 287,25 287,9 -0,6500 217,1366

Franco Svizzero 1,2014 1,2016 -0,0002 0,9082

Rand Sudafricano 10,2584 10,2582 0,0002 7,7545

Sterlina 0,8153 0,8164 -0,0011 0,6163

Yen 106,75 106,96 -0,2100 80,6939

Zloty Polacco 4,1788 4,182 -0,0032 3,1588

Tasso uffi ciale di riferimento 1,00 1,25 -0,25

Rendistato Bankitalia(lordi) 4,90 4,90 0,00

Tasso Infl azione ITA 3,30 3,30 0,00

Tasso Infl azione EU 2,60 2,70 -0,10

Indice HICP EU-12 117,30 114,40 2,90

HICP area EURO ex tobacco 115,03 113,53 1,50

Tasso annuo crescita PIL ITA -0,40 0,40 -0,80

Tasso di disoccupazione ITA 9,60 7,60 2,00

1 sett 0,340

1 mese 0,340

2 mesi 0,336

3 mesi 0,325

4 mesi 0,316

5 mesi 0,310

6 mesi 0,303

7 mesi 0,298

8 mesi 0,295

9 mesi 0,292

10 mesi 0,290

12 mesi 0,288

Preziosi ($ per oncia)Oro 1663,97 1664,58Argento 31,36 31,37Palladio 678,4 682,5Platino 1568,5 1578,5Metalli ($ per tonn.)Alluminio 2068 2069Rame 8443 8444Piombo 2127 2127Nichel 18250 18255

Stagno 22525 22575Zinco 2032 2032Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 293,35 325,81Sterlina (n.c.) 294,17 330,53Sterlina (post 74) 294,17 330,53Marengo Italiano 228,22 248,34Marengo Svizzero 225,17 244,85Marengo Francese 224,66 242,73Marengo Belga 224,14 242,73

1 Sett. 0,316

2 Sett. 0,335

3 Sett. 0,362

1 M 0,402

2 M 0,526

3 M 0,715

4 M 0,824

5 M 0,915

6 M 1,007

7 M 1,065

8 M 1,122

9 M 1,173

10 M 1,223

11 M 1,271

12 M 1,321

S/N - O/N 0,255 0,146 0,553 0,032 0,109

1 sett 0,279 0,191 0,579 0,043 0,118

2 sett 0,289 0,212 0,601 0,054 0,125

1 mese 0,348 0,239 0,686 0,075 0,144

2 mesi 0,460 0,347 0,811 0,093 0,158

3 mesi 0,642 0,466 1,013 0,112 0,196

4 mesi 0,748 0,565 1,123 0,131 0,239

5 mesi 0,838 0,646 1,230 0,158 0,294

6 mesi 0,956 0,728 1,333 0,185 0,336

7 mesi 1,022 0,788 1,430 0,205 0,386

8 mesi 1,082 0,839 1,518 0,234 0,432

9 mesi 1,132 0,886 1,609 0,267 0,474

10 mesi 1,188 0,939 1,698 0,305 0,502

11 mesi 1,240 0,991 1,778 0,350 0,527

12 mesi 1,309 1,047 1,863 0,393 0,552

1 anno 0,929 0,969

2 anni 0,948 0,988

3 anni 1,073 1,113

4 anni 1,255 1,295

5 anni 1,456 1,496

6 anni 1,651 1,691

7 anni 1,823 1,863

8 anni 1,970 2,010

9 anni 2,094 2,134

10 anni 2,200 2,240

12 anni 2,378 2,418

15 anni 2,543 2,583

20 anni 2,596 2,636

25 anni 2,551 2,591

30 anni 2,492 2,532

Fonte: Icap

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40 Sabato 28 Aprile 2012 MERCATI E FINANZA

Ftse Mib +1,85, positiva asta Btp, spread cala a 394 pb

Borse ancora in suIgnorato il downgrade a Madrid

Le borse europee, dopo un iniziale sconcerto, dovuto al downgrade di Standard & Poor’s alla Spagna, han-

no poi reagito e hanno chiuso tutte con il segno più. Di questo atteggiamento ha benefi ciato lo spread Btp-Bund: partito da 410 pb, ha poi chiuso a 394 pb. Posi-tivo, anche se con rendimenti in crescita, l’esito dell’asta dei Btp a 5 e 10 anni per oltre 4,9 miliardi, vicino al massimo previsto di 5. Sulla scadenza settembre 2022 il rendimento medio è salito al 5,84% (+0,61% rispetto all’asta di marzo) e per la scadenza mag-gio 2017 il tasso è cresciuto al 4,86% (+0,68%).

A Milano, il Ftse Mib ha chiu-so con un +1,85% a 14.778 punti, il Ftse All share con un +1,83% a 15.808 punti, il Ftse Mid cap a +1,5%, il Ftse Star a +1,36%. Positivi anche Dax +0,91%, Cac-40 +1,14%, Ftse 100 +0,49% e Ibex-35 +1,69%. A metà seduta, a New York, il Dow Jones segna-va +0,28%, l’S&P 500 +0,22%, il Nasdaq Composite +0,51%.A piazza Affari, in grandissima evidenza Cucinelli, che ha fe-steggiato il debutto in borsa con

un +49,68%. Denaro anche sugli altri titoli del comparto del lus-so: Salvatore Ferragamo +3,89%, Luxottica +1,87% e Tod’s +1,46%. In luce i bancari: Popolare Mi-lano +6,86%, Unicredit +2,06%, Intesa Sanpaolo +1,75%, Ubi banca +3,42%, Banco popolare +2,45%, Bper +2,85%. L’exploit è stato fatto però da Banca Mps, +7,54%. Bene Fiat (+0,59%) no-nostante il taglio del rating a BB- da parte S&P. Guadagno più sostenuto invece per Fiat

industrial (+3,97%). In evidenza Impregilo (+2,4%), Eni (+2,17%), Piaggio (+6,9%).

Quanto all’euro, ha chiuso a 1,3250 dollari, dopo i dati sul pil Usa, cresciuto meno delle attese. Euro-yen a 106,61, dollaro-yen a 80,45.

Infi ne il petrolio con il Wti, a metà seduta, a New York, valu-tato 104,43 dollari al barile, con-tro i 119,45 dollari del Brent a Londra.

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Edison ha chiuso il primo trimestre dell’anno con ricavi a 3.121 milioni di euro, +13%, un ebit ne-

gativo per 43 mln (+37 nei primi tre mesi 2011) e l’ebitda a 160 mln, in linea con il primo trime-stre 2011 (163). Per l’intero 2012 il gruppo prevede un ebitda a 1.100-1.200 milioni. La perdita netta è stata di 51 milioni (-20). L’indebitamento fi nanziario net-to è stato di 4,028 mld (3,884). La cessione della partecipazione in

Edipower consentirà di miglio-rare l’indebitamento fi nanziario netto di Edison di circa 1,1 mld.Edison oggi produce 50 mila ba-rili di olio equivalente al giorno e ha riserve di idrocarburi di circa 360 milioni di barili. Nel settore E&P è stata rafforzata la presenza internazionale gra-zie a due scoperte nel Mar di Norvegia.

Quanto alle posizioni molto cri-tiche assunte in assemblea dalla Carlo Tassara, che ha giudicato troppo basso il prezzo attribuito a Edipower, destinata a passare ai soci italiani di Delmi, l’a.d., Bruno Lescoeur ha garantito che «non ci sono preoccupazioni sulle conseguenze per Edison», il cui cda «ha confermato che nell’inte-sa (per il riassetto, ndr) il board ha agito nel pieno interesse della società. Ora gli azionisti stanno lavorando molto duramente per analizzare le conseguen-ze delle indicazioni Consob».Anche ieri, Mario Cocchi, che siede nel cda di Edison per conto della Tassara, ha votato contro l’approvazione della tri-mestrale.

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Nel 2012. In crescita la trimestrale

Ebitda a 1.100 mld obiettivo di Edison

Piaggio prevede per il 2012 una crescita dei ricavi consolidati dell’8,6% a 1,65 mld euro grazie alle solide vendite nella regione Asia-Pacifi co che andranno a compensare il rallen-tamento in Occidente.

Lo ha annunciato il direttore fi nanziario, Ga-briele Galli. Nel 2011 i ricavi del gruppo sono migliorati del 2,1% a 1,52 mld euro. «Alla luce della crescente incertezza in Europa, i merca-ti asiatici, inclusa l’India, sono estremamente importanti per noi», ha spiegato Galli.

Nella sua ultima presentazione, Piaggio ha per esempio spiegato che la crescita dei ricavi sarà trainata dall’India e dal Vietnam. Galli

ha aggiunto che l’area Asia-Pacifi co ha rappre-sentato nel 2011 il 38% circa del fatturato e nel 2012 crescerà al 42%.

Per l’anno in corso, secondo il top-manager, il gruppo italiano ha in programma di effet-tuare investimenti in conto capitale per 130 mln euro, di cui la metà nell’area Asia-Paci-fico per raddoppiare in particolare la capa-cità produttiva degli impianti indiano e vie-tnamita a 300 mila scooter l’anno ciascuno.Entro il 2013 Piaggio investirà 20 mln euro sul suo stabilimento dell’India occidentale, dove produrrà la Vespa.

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L’Asia spingerà i conti di Piaggio

Il gruppo Salini ha dato battaglia nell’assemblea di Impregilo, riunita ieri a Mi-lano per il bilancio 2011. In apertura è giunta subito la notizia che Salini, già a fi ne febbraio, aveva aumentato la quota in Impregilo dal 25,3% al 29,18%, poco sotto il 29,95% controllato da Gavio attraverso Igli. Sono poi in-tervenuti, in rappresentanza del gruppo romano, gli avvo-cati Sergio Erede e Roberto Cera, criticando a fondo il bilancio di Impregilo. L’assemblea ha infi ne dato il via libera al bilancio con il 59,5%, ma Salini si è astenu-to. Il fondo Usa Amber, socio con il 5%, ha invece dato pa-rere favorevole. L’assemblea ha invece bocciato a maggio-ranza (51,5%) la relazione sulla remunerazione. Ieri c’è stato anche il primo incon-tro tra Beniamino Gavio e Pietro Salini.

Impregilo,i no di Salini

Il gruppo Cir ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 15,2 mln, +5,5%. I ricavi sono cresciu-ti dell’11,6% a 1,2 mld, «gra-zie agli incrementi di Sorge-nia, Sogefi e Kos, mentre la riduzione dei margini è do-vuta alla minore redditività di Sorgenia ed Espresso, in parte compensata dalla cre-scita dei risultati di Sogefi ».L’ebitda è stato di 99,2 mln, -20,6%, mentre l’ebit è stato di 47,3 mln (76,8). L’assemblea ha delibera-to un dividendo di 0,025 euro ad azione, in paga-mento dal 24 maggio.A sua volta, la controllan-te Cofi de ha registrato un utile netto consolidato di 6 mln euro (5,9 nello stes-so periodo 2011). I ricavi sono stati di 1.244,9 mln (+11,6%), l’ebitda di 97,5 mln (-21%) e l’ebit di 45,4 mln (75,2).

Bene i contidella Cir

ASSEMBLEA

Banca MpsincoronaProfumoBanca Mps ha il suo nuovo pre-sidente: è Alessandro Profumo, la cui nomina è stata ratifi cata ieri dall’assemblea. Lo affi anca-no alla vicepresidenza Turiddo Campaini e Marco Turchi. L’as-semblea ha approvato anche la proposta di tagliare del 20% gli emolumenti dei consiglieri. Se-condo fonti, Profumo avrebbe rinunciato alla remunerazione da presidente. Ha infi ne dato il via libera ai conti 2011, con una perdita di 4,68 miliardi.

Il presidente della Fonda-zione Mps, Gabriello Mancini, ha garantito che essa «man-terrà un ruolo centrale nella banca».

Quanto al presidente uscen-te, Giuseppe Mussari, ha det-to che, con il bilancio 2011, «si chiude un ciclo, con qualche rimpianto ma con nessun ri-morso, perché il riferimento di ogni scelta è sempre stata la volontà di agire nell’esclusivo interesse della banca».A sua volta, Mancini ha sotto-lineato che «il Piano industria-le presentato nel 2011 è ormai obsoleto» e che a breve ne sarà presentato uno nuovo, «profon-damente rivisto, in modo da poter rispondere alle richieste dell’Eba». Servirà però anche un business plan che delinei le strategie dei prossimi anni».

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DIVIDENDO ESERCIZIO 2011

Si rende noto che l’Assemblea Ordinaria degli Azionisti del 27 aprile 2012 ha approvato il Bilancio di esercizio della Società al 31 dicembre 2011 e ha deliberato la distribuzione del dividendo relativo all’esercizio 2011 nella misura unitaria di 0,05 Euro lordi. Il dividendo complessivo, rappresentato dalla cedola n.7, sarà messo in pagamento a partire dal 21 giugno 2012, con stacco cedola il 18 giugno 2012, tramite gli intermediari aderenti al sistema di gestione accentrata presso Monte Titoli S.p.A.BILANCIO CIVILISTICO E BILANCIO CONSOLIDATO AL 31 DICEMBRE 2011

Il bilancio, corredato della documentazione prevista dalle vigenti disposizioni, nonché il bilancio consolidato al 31 dicembre 2011 sono disponibili presso la sede sociale, presso la Borsa Italiana S.p.A. e sul sito Internet www.basicnet.com. Il verbale dell’assemblea sarà messo a disposizione del pubblico, presso la sede sociale e presso la Borsa Italiana S.p.A. nei termini di legge.RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE AL 31 MARZO 2012

Si rende noto inoltre che il Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2012 è depositato presso la sede sociale, presso la Borsa Italiana S.p.A. e disponibile sul sito Internet www.basicnet.com

Sede legale in Torino, Largo Maurizio Vitale 1 - Capitale sociale € 31.716.673,04 i.v.Codice Fiscale, Partita Iva e Iscrizione nel Registro delle Imprese di Torino n. 04413650013

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41Sabato 28 Aprile 2012SabatoMERCATI E FINANZA

Luxottica non emetterà nuo-vi bond né farà un aumento di capitale: la hanno confermato i vertici dell’azienda, in assem-blea. L’a.d., Andrea Guerra, ha invece annunciato un risultato positivo nel primo trimestre.

BasicNet ha chiuso il trime-stre con un utile netto in calo a 1,8 mln euro (1,9 mln a marzo 2011). Il fatturato consolidato è sceso a 44 mln (45) e il risultato operativo a 3,2 mln (3,8).

Elica. L’assemblea ha ap-provato il bilancio e il nuovo cda che resterà in carica fi no al bilancio 2014.

Poltrona Frau. L’assem-blea ha approvato il bilancio chiuso con l’utile netto a 4,6 milioni di euro (0,7 mln nel 2010) e un ebitda a +13%. È stato anche nominato il nuovo cda in cui entrano Luigi Sala, in rappresentanza dell’azioni-sta di maggioranza Charme investments, e Irene Tinagli, indipendente. Dario Rinero è stato confermato a.d.

Saipem. L’assemblea ha approvato il bilancio e ha de-liberato un dividendo di 0,70 euro per le azioni ordinarie (0,63 nel 2010) e di 0,73 euro per le risparmio (0,66), in pa-gamento dal 24 maggio.

Hera. Via libera dell’assem-blea al bilancio 2011, con la distribuzione di un dividendo di 9 centesimi di euro per azio-ne. L’anno passato si è chiuso con un utile ante-imposte di 221,2 mln (+7,6%) e ricavi per 4,105 miliardi. Lo stacco della cedola sarà il 4 giugno, con pagamento dal 7 giugno.

Campari. L’assemblea ha approvato il bilancio 2011, chiuso con un utile netto con-solidato a 159,2 mln euro, +1,9%, e la distribuzione di un dividendo di 0,07 euro per azione, con pagamento dal 24 maggio.

Fiera Milano. L’assemblea ha approvato il bilancio 2011, chiuso con un utile netto di 8,8 mln di euro (1,4 nel 2010) e ricavi a 212,2 milioni (155,7). Ha anche approvato la cedo-la di 0,2 euro per azione. Ha poi confermato Michele Perini presidente e ha nominato Ste-fano Mercorio presidente del collegio sindacale. Il cda ha poi confermato Enrico Pazzali a.d., Attilio Fontana vicepresi-dente vicario e Renato Borghi vicepresidente.

Ima. L’assemblea ha appro-vato il bilancio 2011 e ha deli-berato un dividendo di 1 euro per azione (0,90 nel 2010), in pagamento dal 31 maggio. Il cda ha poi confermato Al-berto Vacchi presidente e a.d.

Fondazione Cariverona. Il consiglio generale, presieduto da Paolo Biasi, ha approvato il bilancio 2011, con ricavi di 84,7 milioni con un avanzo di 70,9; fondi a disposizione per l’attività istituzionale per 56,2

mln e un patrimonio netto con-tabile di 2,6 miliardi di euro.

Cattolica ass. Il cda ha con-fermato la carica di a.d. a Gio-vanni Battista Mazzucchelli.

Ford. Gli utili si sono quasi dimezzati nel primo trimestre 2012. Hanno pesato l’incremen-to delle tasse e il calo delle ven-dite in Europa. L’utile netto è stato di 1,4 miliardi di dollari, - 45%. Il fatturato è calato del 2% a 32,4 miliardi di dollari.

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UNIDESIO 760085 10,413 20/04/2012

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UNIDESIO 760088 8,925 20/04/2012

UNIDESIO 760090 6,901 20/04/2012

UNIDESIO 760091 10,688 20/04/2012

UNIDESIO 760092 10,654 20/04/2012

UNIDESIO 760095 10,267 20/04/2012

UNIDESIO 760096 10,329 20/04/2012

UNIDESIO 760097 10,762 20/04/2012

UNIDESIO 760098 11,048 20/04/2012

UNIDESIO 760099 10,879 20/04/2012

UNIDESIO 760100 10,450 20/04/2012

UNIDESIO 760101 10,723 20/04/2012

UNIDESIO 760102 10,489 20/04/2012

UNIDESIO 760104 10,087 20/04/2012

UNIDESIO 760105 10,624 20/04/2012

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,0680 20/04/2012

AZZOAGLIO DINAMICO 4,5160 20/04/2012

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 5,6090 20/04/2012

UNIDESIO PRUDENTE 10,8000 20/04/2012

UNIDESIO MODERATO 10,2740 20/04/2012

UNIDESIO ATTIVO 9,7750 20/04/2012

UNIDESIO VIVACE 8,9070 20/04/2012

OBBLIGAZIONARIO MISTO 9,7740 20/04/2012

AZIONARIO EURO 6,8760 20/04/2012

AZIONARIO GLOBALE 8,7680 20/04/2012

TOP SIX ITALY 99,1600 28/03/2012 A+/S&P

E.W.MEMORY INDEX 95,3200 28/03/2012 A/S&P

INDEX TOP 22 101,5100 28/03/2012 A+/S&P

THREE 2009 102,2500 28/03/2012 AA-/S&P

INDEX SIX 2009 96,0800 28/03/2012 AA-/S&P

FTSE MIB 88,7740 26/04/2012

FTSE MIB 2010 86,4810 26/04/2012

EUROSTOXX 50 - 2010 90,6590 26/04/2012

INDEX TRENTA 2011 88,9810 26/04/2012

INDEX FOUR E 50 - 2011 88,7060 26/04/2012

INDEX STOXX EUROPE - 2011 89,4810 26/04/2012

EUROSTOXX 50 - 2012 83,6540 26/04/2012

PREVIMISURATO 12,1520 19/04/2012

PREVIBRIOSO 10,0530 19/04/2012

PREVIDINAMICO 11,5090 19/04/2012

LINEA 1 11,6730 31/03/2012

LINEA 1 - FASCIA A 12,0470 31/03/2012

LINEA 1 - FASCIA B 11,7200 31/03/2012

LINEA 2 11,1980 31/03/2012

LINEA 2 - FASCIA A 11,3850 31/03/2012

LINEA 2 - FASCIA B 11,3880 31/03/2012

LINEA 3 10,8480 31/03/2012

LINEA 3 - FASCIA A 10,9560 31/03/2012

LINEA 3 - FASCIA B 11,6840 31/03/2012

UNIDESIO 760106 10,512 20/04/2012

UNIDESIO 760109 10,762 20/04/2012

UNIDESIO 760110 10,546 20/04/2012

UNIDESIO 760124 11,137 20/04/2012

UNIDESIO 760125 10,655 20/04/2012

UNIDESIO 760126 10,392 20/04/2012

UNIDESIO 760129 11,288 20/04/2012

UNIDESIO 760130 10,599 20/04/2012

UNIDESIO 760133 10,673 20/04/2012

UNIDESIO 760137 10,470 20/04/2012

UNIDESIO 760138 10,770 20/04/2012

UNIDESIO 760139 11,195 20/04/2012

UNIDESIO 760140 11,082 20/04/2012

UNIDESIO 760141 10,192 20/04/2012

UNIDESIO 760143 10,030 20/04/2012

UNIDESIO 760145 10,533 20/04/2012

UNIDESIO 760147 10,704 20/04/2012

UNIDESIO 760149 10,698 20/04/2012

UNIDESIO 760150 10,771 20/04/2012

UNIDESIO 760156 9,981 20/04/2012

UNIDESIO 760157 10,725 20/04/2012

UNIDESIO 760158 10,030 20/04/2012

UNIDESIO 760159 10,387 20/04/2012

UNIDESIO 760160 10,024 20/04/2012

UNIDESIO 760163 10,043 20/04/2012

UNIDESIO 760167 10,289 20/04/2012

UNIDESIO 760168 10,458 13/04/2012

UNIDESIO 760169 10,632 20/04/2012

UNIDESIO 760170 10,361 20/04/2012

UNIDESIO 760171 10,249 20/04/2012

UNIDESIO 760173 10,142 20/04/2012

UNIDESIO 760174 10,406 20/04/2012

UNIDESIO 760179 10,090 20/04/2012

UNIDESIO 760180 10,205 20/04/2012

UNIDESIO 760181 10,090 20/04/2012

UNIDESIO 760182 9,248 20/04/2012

UNIDESIO 760183 10,478 20/04/2012

UNIDESIO 760184 10,469 20/04/2012

UNIDESIO 760185 10,469 20/04/2012

UNIDESIO 760186 10,397 20/04/2012

UNIDESIO 760187 10,442 20/04/2012

UNIDESIO 760188 10,369 20/04/2012

UNIDESIO 760189 10,463 20/04/2012

UNIDESIO 760191 10,105 20/04/2012

UNIDESIO 760192 10,403 20/04/2012

UNIDESIO 760193 10,469 20/04/2012

UNIDESIO 760198 8,884 20/04/2012

UNIDESIO 760201 10,405 20/04/2012

UNIDESIO 760202 10,334 20/04/2012

UNIDESIO 760203 10,753 20/04/2012

UNIDESIO 760205 9,968 20/04/2012

UNIDESIO 760206 10,152 20/04/2012

UNIDESIO 760207 10,102 20/04/2012

BILANCIATO 9,6740 20/04/2012

CONSERVATIVE 10,1320 20/04/2012

BOND MIX 10,0520 20/04/2012

BALANCED 10,2810 20/04/2012

GLOBAL EQUITY 10,8290 20/04/2012

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,0560 20/04/2012

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,3370 20/04/2012

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 8,3420 20/04/2012

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 10,3630 20/04/2012

HI EUROCHINA 99,74 16/04/2012 A+/S&P

5,5Y CHINA KOREA&SWISS GRO. NOTE 98,99 16/04/2012 A+/S&P

S&BRIC 8-40 102,40 16/04/2012 A2/S&P

S&BRIC LOOK BACK 8 - 40 117,00 16/04/2012 A2/S&P

IES - ITALIAN EQUITY SELECTION 99,33 16/04/2012 A+/S&P

HELVETIA 4-30 88,98 26/04/2012

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 9,3400 24/04/2012

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 9,3400 24/04/2012

HELVETIA WORLD EQUITY 103,3100 24/04/2012

HELVETIA EUROPE BALANCED 169,8400 24/04/2012

HELVETIA WORLD BOND 207,9200 24/04/2012

HELVETIA GLOBAL BALANCED 142,5800 24/04/2012

HELVETIA GLOBAL EQUITY 88,2400 24/04/2012

LINEA GARANTITA 11,1390 31/03/2012

LINEA BILANCIATO 11,4360 31/03/2012

LINEA OBBLIGAZIONARIO 11,6480 31/03/2012

LINEA AZIONARIO 7,6270 31/03/2012

Reyl (Lux) Global Sicavwww.reyl.ch

Valori al 26/04/2012

Elite France-Europe B EUR 89,87

Em Mkts Eq B($) USD 135,75

Em Mkts Eq F($) USD 134,74

Em Mkts Eq J(Chf) CHF 118,45

Em Mkts Eq L EUR 135,80

Em Mkts Eq O EUR 135,72

European Equities B EUR 214,30

European Equities C(Chf) CHF 195,25

European Equities D($) USD 213,05

European Equities F EUR 208,88

European Equities H EUR 202,59

Long/Short Em.Mkts Eq B ($) USD 102,09

Long/Short Em.Mkts Eq E EUR 101,81

Long/Short European Eq B EUR 102,74

Long/Short European Eq D ($) USD 103,08

North American Eq. B($) USD 161,86

North American Eq. E EUR 153,01

North American Eq. F($) USD 158,75

North American Eq. G EUR 149,00

North American Eq. H($) USD 149,32

Valori al 27/04/2012

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1130,54

Japan A1 EUR 584,51

US Large Cap Value A1 EUR 1075,19

W&R Science & Technology A1 EUR 1052,41

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 13,53 25/04/2012 GBP 11,07 25/04/2012 USD 17,84 25/04/2012

Healthcare Opportunities EUR 8,52 26/04/2012 GBP 6,96 26/04/2012 USD 11,27 26/04/2012

Polar Japan Fund USD 18,61 27/04/2012 GBP 11,47 27/04/2012 JPY 1500,93 27/04/2012

UK Absolute Return EUR 12,13 27/04/2012 GBP 9,89 27/04/2012 USD 16,04 27/04/2012 EUR 12,33 27/04/2012 GBP 10,06 27/04/2012 USD 16,31 27/04/2012

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I fatti separatidalle opinioni

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PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 16/04/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 99,550 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 100,180 HBOS TREASURY SERVICES PLC A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

4,30% International Serie VI Aprile 2007 99,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

4,30% International Serie VII Aprile 2007 99,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

4,30% International Serie X Giugno 2007 98,661 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 99,260 MORGAN STANLEY A2 | A- | A UBS Ltd Aa3 | A | A

Convergence Serie IX 2007 99,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Convergence Serie XI 2007 99,550 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XII 2007 98,661 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

Convergence serie XIV 2007 100,180 HBOS TREASURY SERVICES PLC A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 100,436 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 99,710 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 96,260 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE III 2006 99,440 SNS BANK NV Baa1 | BBB+ | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Crescita Sicura Serie III 2007 96,900 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 99,550 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 95,040 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 99,860 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 99,100 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

Crescita Sicura Serie V 2007 99,550 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Crescita Sicura Serie VI 2007 98,661 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 99,430 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Crescita Sicura Serie VII 2007 100,180 HBOS TREASURY SERVICES PLC A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 100,280 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Crescita Sicura Serie VIII 2007 93,280 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 99,320 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 99,230 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 99,210 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A HVB HYPO-UND EREINSBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 99,550 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU’ INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 99,430 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XIV OTTOBRE 2006 99,860 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XV NOVEMBRE 2006 99,320 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XVI DICEMBRE 2006 99,230 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% PIU’SERIE XIII SETTEMBRE 2006 100,280 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 99,710 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 99,100 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 100,436 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 96,260 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 94,060 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

INDEX “€uro/Dollaro” BSG 2006/2012 SERIE IV 99,440 SNS BANK NV Baa1 | BBB+ | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE IX 100,436 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A-

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE V 99,550 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE VI 99,100 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE X 99,430 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XI 100,280 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XII 99,860 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XIII 99,320 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XIV 99,230 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 6Y” BSG 2007/2013 SERIE V 96,260 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX “EUROSTOXX50 - SWING 6Y” BSG-2007/2013 SERIE II 99,710 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 93,280 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

PROSPETTO DEI VALORI CORRENTI DELLE

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 16/04/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

Adesso Index Aprile ‘07 95,090 MERRILL LYNCH & CO. INC. Baa1 | A- | A BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Adesso Index Febbraio ‘07 99,224 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl Baa2 | BBB- | BBB * BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Alba Carim Index 08/07 100,556 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Alti Percorsi Index 1 – 2007 99,798 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA Baa1 | - | - UBS Ltd Aa3 | A | A

Carichieti Index Linked 2007 98,601 INTESA SANPAOLO S.p.A. A2 | BBB+ | A- BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

Creberg altiplano marzo 07 99,079 CREDITO BERGAMASCO S.p.A. - | BBB- | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Altiplano Aprile ‘07 94,710 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Polar Aprile ‘07 94,540 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Derby Index Linked Dicembre 2006 96,100 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB UNICREDIT S.p.A. A2 | BBB+ | A- **

Derby Index Linked Ottobre 2006 96,580 BANCA POPOLARE DI BARI Scrl - | (1) | - BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 98,930 INTESA SANPAOLO S.p.A. A2 | BBB+ | A- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Index Scatto piu’ Persona Life 99,220 SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Index Up 1-2008 89,400 MORGAN STANLEY A2 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Scelgo Index 10 99,935 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

Scelgo Index 11 99,749 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - CITIBANK N.A. A1 | A | A

Scelgo Index 13 99,476 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | A+ | A

Scelgo Index 14 98,959 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - JP MORGAN CHASE BANK Aa3 | A | AA-

Treviso Index 2007 99,798 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA Baa1 | - | - UBS Ltd Aa3 | A | A

Carismi Più Certezza 10 99,331 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Carismi Più Certezza 11 101,600 BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A- BANCO BILBAO SA Aa3 | A | A

Carismi Più Certezza 3 99,351 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Carismi Più Certezza 5 99,520 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

CARISMI Più Certezza 8 89,650 UNICREDIT S.p.A. A2 | BBB+ | A- ** SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Carismi Più Certezza 9 90,060 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

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Index Linked Bull Dividend 97,530 BARCLAYS BANK PLC Aa3 | A+ | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Index Linked Select Dividend 99,490 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A-

Nikkei Avenue 98,910 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB INTESA SANPAOLO S.p.A. A2 | BBB+ | A-

SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 150,380 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie I 151,380 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie II 150,380 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie III 149,390 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie IV 148,390 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie V 150,530 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 16/04/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

POLIZZE INDEX LINKED

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 16 APRILE 2012

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 16/04/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 98,661 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 99,550 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 100,180 HBOS TREASURY SERVICES PLC A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 96,900 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 95,040 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

Lombarda vita 6&6 97,350 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 98,540 MORGAN STANLEY A2 | A- | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 103,140 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Lombarda Vita BRIC 40 “5 + 5” 96,300 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

LOMBARDA VITA BRIC 40 “5,10 + 5,10” 92,200 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Lombarda Vita Classic Markets 99,246 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Lombarda Vita Classic Markets New 96,160 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BANCO BILBAO SA Aa3 | A | A

Lombarda Vita Euro Sector 96,170 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - FORTIS BANK SA A1 | AA- | A

Lombarda Vita Euro Sector New 94,760 BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A- BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 93,280 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Presente e Futuro Serie XVI 2007 93,280 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 99,710 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 96,260 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 96,900 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 95,040 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 100,280 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 99,930 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 99,860 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 99,320 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 99,230 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LI 2006 99,100 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LIII 2006 100,436 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A-

Tortona Borse Piu’ Index Serie LV 2006 100,280 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LVI 2006 99,860 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LVIi 2006 99,320 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Tortona Borse Piu’ Index Serie XLIX 2006 99,550 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Previsioni nelle città d’Italia

min max S D L

PIEMONTE Alessandria 15 23 Asti 15 23 Cuneo 13 20 Novara 14 25 Torino 15 23 Verbania 15 25 Vercelli 14 25 VALLE D’AOSTA

Aosta 11 21 LOMBARDIA

Bergamo 13 26 Brescia 13 26 Como 14 24 Cremona 15 27 Lecco 14 25 Lodi 15 26 Mantova 15 27 Milano 15 26 Pavia 14 25 Sondrio 13 26 Varese 13 23 TRENTINO-ALTO ADIGE

Bolzano 14 28 Trento 17 26 VENETO

Belluno 13 26 Padova 13 26 Rovigo 13 26 Treviso 14 26 Venezia 12 22 Verona 15 26 Vicenza 15 26 FRIULI-VENEZIA GIULIA

Gorizia 11 23 Pordenone 13 26 Trieste 14 26 Udine 11 24 LIGURIA

Genova 17 23 Imperia 14 20 La Spezia 16 25 Savona 15 23 EMILIA-ROMAGNA

Bologna 12 26 Ferrara 13 26 Forlì 12 22 Modena 15 27 Parma 15 26 Piacenza 13 26 Ravenna 13 25 Reggio Emilia 16 26 Rimini 13 20 TOSCANA

Arezzo 13 29 Firenze 16 30 Grosseto 13 25 Livorno 15 26 Lucca 16 27 Massa Carrara 16 26 Pisa 13 28 Pistoia 16 27 Prato 16 27

min max S D L

Siena 13 26 UMBRIA

Perugia 12 27 Terni 17 26 MARCHE

Ancona 13 22 Ascoli Piceno 14 25 Macerata 12 24 Pesaro 13 23 Urbino 12 23 LAZIO

Frosinone 13 26 Latina 13 27 Rieti 16 25 Roma 16 26 Viterbo 13 24 ABRUZZO

Chieti 13 24 L’Aquila 11 22 Pescara 13 22 Teramo 14 25 MOLISE

Campobasso 11 19 Isernia 12 21 CAMPANIA

Avellino 15 25 Benevento 15 25 Caserta 15 26 Napoli 15 26 Salerno 15 25 PUGLIA

Bari 13 21 Brindisi 13 20 Foggia 13 24 Lecce 13 20 Taranto 13 21 BASILICATA

Matera 11 19 Potenza 10 18 CALABRIA

Catanzaro 14 25 Cosenza 16 23 Crotone 15 25 Lamezia Terme 14 25 Reggio Calabria 15 22 Vibo Valentia 11 21 SICILIA

Agrigento 13 21 Caltanissetta 13 21 Catania 11 22 Enna 11 22 Messina 15 22 Palermo 16 20 Ragusa 8 21 Siracusa 13 25 Trapani 13 23 SARDEGNA

Cagliari 15 23 Nuoro 12 19 Olbia 14 23 Oristano 16 24 Sassari 15 23

Canale 27 digitale terrestre

• Aosta

• Torino • Milano

• Trieste

• Venezia

• Genova

• Bologna

• Firenze

• Ancona

• Perugia

• ROMA

• L’Aquila

• Campobasso

• Napoli

• Bari

• Potenza

• Catanzaro

Palermo•

• Cagliari

• Trento

AGLI ESTREMI

Firenze +30Ragusa +8

Domani

POCO NUVOLOSO NUVOLOSONEBBIASERENO VARIABILE

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PIOGGIA INTENSA

PIOGGIA MODERATA

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MARE

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Mosso

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Agitato

Moltoagitato

Grosso

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Debole

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Forte

Molto forte

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