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CORSO LM 2017-2018 ( ) N. 1 Il ciclo del Lancelot-Graal, detto anche Vulgate Cycle o Ciclo dello Pseudo-Map, è un romanzo in prosa antico francese composto da cinque sezioni testuali: 1. Estoire del Saint Graal: narra la preistoria del Santo Graal da Gerusalemme fino al regno di Artù 1 ; 2. Merlin: biografia di Merlino. Ad esso segue la cosiddetta Suite Vulgate du Merlin, con funzione di raccordo al Lancelot; 3. Lancelot: detto anche Roman de Lancelot o Lancelot en prose, racconta le vicende dell’eroe dalla nascita . Può essere suddiviso in tre ulteriori branches: il Galehaut, contenente la formazione cavalleresca di Lancillotto, la Charrete, si narra la salita di Lancillotto sulla carretta per amore di Ginevra, e l’Agravain, che prennuncia la quarta parte del ciclo; 4. Queste del Saint Graal: descrive la ricerca del Saint Graal 5. Mort Artu: rappresenta la conclusione del ciclo con la morte di Artù e di Lancillotto. EDIZIONI 1. Nel 1861 O. H. Sommer fornì un’edizione completa delle cinque branches romanzesche utilizzando tre manoscritti del British Museum, siglati Additional 10292 (Add 2 ), Additional 10293 (Add 3 ), Additional 10294 (Add 4 ) e contenenti l’intero ciclo. L’dizione non presenta apparato critico. 2. A. Micha, attraverso un’edizione in nove tomi del Lancelot (1978- 1983), muove da un confronto tra redazioni, ed individua tre redazioni del Lancelot 41 : una version spéciale (BnF 768, Rouen 1055 e Morgan 805-806), una vulgate longue (type 344) e una vulgate courte (type Add 3 ). L’edizione Micha ripropone la versione con con manoscritto base Cambridge 45. Riserverà poi un volume pubblicazione della version spéciale (dal secondo viaggio nel Sorelois alla morte di Galehaut) sulla base del ms fr. 768 ed altre redazioni particolari. 3. E. Kennedy edita il Lancelot in due volumi (1980): e pone come ms base il BN fr. 768. 4. Sotto la direzione di P. Walter per Gallimard si propone di pubblicare un mss notevole per anticità e soprattutto relatore dell’intero ciclo: il manoscritto di Bonn, antiquior ed eseguito 1

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CORSO LM 2017-2018 ( ) N. 1

Il ciclo del Lancelot-Graal, detto anche Vulgate Cycle o Ciclo dello Pseudo-Map, è un romanzo in prosa antico francese composto da cinque sezioni testuali:

1. Estoire del Saint Graal: narra la preistoria del Santo Graal da Gerusalemme fino al regno di Artù1;

2. Merlin: biografia di Merlino. Ad esso segue la cosiddetta Suite Vulgate du Merlin, con funzione di raccordo al Lancelot;

3. Lancelot: detto anche Roman de Lancelot o Lancelot en prose, racconta le vicende dell’eroe dalla nascita . Può essere suddiviso in tre ulteriori branches: il Galehaut, contenente la formazione cavalleresca di Lancillotto, la Charrete, si narra la salita di Lancillotto sulla carretta per amore di Ginevra, e l’Agravain, che prennuncia la quarta parte del ciclo;

4. Queste del Saint Graal: descrive la ricerca del Saint Graal5. Mort Artu: rappresenta la conclusione del ciclo con la morte di Artù e

di Lancillotto.

EDIZIONI

1. Nel 1861 O. H. Sommer fornì un’edizione completa delle cinque branches romanzesche utilizzando tre manoscritti del British Museum, siglati Additional 10292 (Add2), Additional 10293 (Add3), Additional 10294 (Add4) e contenenti l’intero ciclo. L’dizione non presenta apparato critico.

2. A. Micha, attraverso un’edizione in nove tomi del Lancelot (1978-1983), muove da un confronto tra redazioni, ed individua tre redazioni del Lancelot41: una version spéciale (BnF 768, Rouen 1055 e Morgan 805-806), una vulgate longue (type 344) e una vulgate courte (type Add3). L’edizione Micha ripropone la versione con con manoscritto base Cambridge 45.Riserverà poi un volume pubblicazione della version spéciale (dal secondo viaggio nel Sorelois alla morte di Galehaut) sulla base del ms fr. 768 ed altre redazioni particolari.3. E. Kennedy edita il Lancelot in due volumi (1980): e pone come ms base il BN fr. 768. 4. Sotto la direzione di P. Walter per Gallimard si propone di pubblicare un mss

notevole per anticità e soprattutto relatore dell’intero ciclo: il manoscritto di Bonn, antiquior ed eseguito con particolare precisione2. Interessante la conservazione delle sottosezioni del romanzo che ripropone la divisione delle rubriche (De ioseph d’Arimathie, ff 1-59a; Ici comence de Merlin, ff 60a-82a; Ici comence des primiers faiz le Roy artu, ff 82b-170°; Ici comence la Marche de Gaulle, ff 171a-259b; Et comence de Galahot, ff 259c-307a; Et comence la primiere partie de la queste Lancelot, ff 307a-334f; Ici comence la seconde partie de la queste Lancelot, ff 335a-405e); Ici comence dou Saint Graal, ff 406a-443c; Ici comence la Mort dou Roy artu et des autres, ff 443d-447)

TRADIZIONE MANOSCRITTA

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2

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Non è possibile in una tradizione caratterizzata da un così forte tasso di dinamicità come

quella del Lancelot -graal identificare famiglie stabili di manoscritti, ma semplicemente

insiemi che possono variare da sezione a sezione. Come è noto, secondo Micha, la

tradizione del Lancelot en prose procederebbe sostanzialmente compatta fino dalla

partenza di Galeotto, Lancillotto e Ginevra verso il Sorelois, regno di Galeotto dopo il

giudizio favorevole della corte nei confronti della falsa Ginevra (cap. IX) e solo a partire da

questo episodio sarebbe possibile identificare più redazioni3: una cosiddetta ciclica distinta

in una versione lunga (“α” o “di Parigi” o “L”) e una breve (“β” o “di Londra” o “C”) e una

versione cosiddetta “non ciclica” o speciale4. L’assunto andrebbe certamente

ridimensionato alla luce di talune divergenze di lezioni, che -pur configurandosi come

semplici varianti- non possono essere trascurate come indifferenti perché, se valutate

serialmente, sembrano fare sistema. Infatti, come è noto, una struttura testuale è fondata

su un sistema di relazioni fra le parti tale che la modifica di un tassello si ripercuote

sull’insieme e lascia spazio ad una nuova costruzione narrativa. Si tratta semmai ogni

volta di capire quale risemantizzazione subisca il testo e quale chiave interpretativa possa

sottintendere5. Così a partire dalla partenza dei due amici verso il Sorelois non solo è

3 Cfr. A. Micha, Essais sur le cycle du Lancelot Graal, Genève 1987, cap. II Les deux versions du Lancelot, pp. 33- 56, pag. 33 e LM I, pp. X-XI. Dal confronto accurato fra le due versioni della cosiddetta “vulgata”: la breve e la lunga, Micha evince la sostanziale superiorità della versione lunga e la sua probabile anteriorità. Si veda dello stesso autore anche: Le départ en Sorelois. Réflexions sur deux versions, in Mélanges de linguistique romane et de philologie médiévale offerts à M. Maurice Delbouille, professeur à l'Université de Liège , Gembloux 1964, t. 2, pp. 495-507.

4 Sul rapporto fra le due versioni ciclica e non ciclica (o speciale) si vedano i lavori di E. Kennedy, The two version of the False Guinevere Episod in the Old French Romance “Lancelot”, in «Romania», LXXVII (1956), pp. 94-104 e Ead., Lancelot and the Grail. A study of Prose Lancelot, Oxford 1986 e –per una diversa ipotesi- Micha, Essais sur le cycle du Lancelot Graal cit., cap. III, La version spéciale du Voyage en Sorelois et de la Fausse Guenièvre, pp. 57-83. Su questo complesso nodo si vedano anche C. R. Dover, From non Cyclic to Cyclic Lancelot: Recycling the Hearth, in Trans-textualityes ed. by S. Sturm Maddox and D. Maddox, pp. 53-70, p. 56 e Ead, The Book of Lancelot, in A Companion to the Lancelot-Grail Cycle cit., pp. 87-94.

5 Cfr. C. Segre, Semiotica, storia e cultura, Torino 1977, p. 55

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possibile identificare più redazioni6 ma, ed è ciò che qui interessa sottolineare, ognuna di

loro sembra proporre una diversa chiave di lettura della vicenda.

Possiamo infatti identificare una serie di snodi narrativi che di fatto vengono a

coincidere con una zona di particolare turbolenza della tradizione manoscritta7 che occupa

quei capitoli che vanno dalla prima tappa del viaggio in Sorelois all’inizio della Charrette

(dal cap. IX al XXXV). All’interno di questa sezione possiamo poi distinguere:

1. dal cap. I 6 a I 9 (*) una redazione fortemente scorciata, rappresentata da K R T, redazione

che si legge anche in altri 7 mss: G, M, N, P, S, BNF 111 e 1128.

2. Dall’ episodio della falsa Ginevra (cap. II, 10) i 7 manoscritti sopra citati si differenziano dalla

versione speciale e formano quella che viene comunemente definita versione β. La versione

speciale procede in maniera assai diversa, intrecciando, come magistralmente descritto da

Elspeth Kennedy, il tema dell’amore con quello della ricerca dell’identità, per concludersi

con la morte di Galeotto9. Da un punto di vista della tradizione questa sezione segna uno

scarto nella dinamica di relazione fra i testimoni: due manoscritti che fino a questo punto hanno seguito β passano ad α, è il caso di un manoscritto molto importante come quello di Bonn (N) e del BNF fr 110 (M), entrambi compilati entro la fine del XIII secolo10.

3. Dalla liberazione da parte di Lancellotto della Valle senza ritorno (cap. XXIV, 35) un

gruppo di 11 manoscritti abbandona α per seguire β, si tratta del cosiddetto 6 Per un’analisi accurata dei testimoni del Lancelot en prose, punto di partenza fondamentale sono gli studi

di A. Micha, Les manuscrits du Lancelot en prose, in «Romania», LXXXI, (1960), pp. 145-187; LXXXIV, (1963), pp. 28-60 e 478-499 (= Micha, «Romania» 1960 e 1963). Per una lista completa dei testimoni si veda il Lancelot-Grail project, diretto da A. Stones «Chronological and geographical distribution of Lancelot-Grail manuscripts», indirizzo di contatto: http://www.lancelot-project.pitt.edu/lancelot-project.html; R. Trachsler, Clôtures du cycle arthurien. Étude et textes, Genève 1996, pp. 557-564 e, per il solo Lancelot en prose F. Brandsma, Lancelot Part 3, in «Arthurian Literature», 2002 (XIX), pp. 117-133. E’ sempre merito di Micha avere organizzato in un quadro coerente, seppure mobile, la complessa rete di rapporti fra le redazioni conservate, cfr. A. Micha, La tradition manuscrite du Lancelot en prose, in «Romania», LXXXV, (1964), pp. 293-318 e pp. 478-517; LXXXVI, (1965), pp. 330-359; LXXXVII, (1966), pp. 194-233 (= Micha, «Romania» 1960 e 1963). Questi lavori andranno ora integrati con F. Brandsma, The interlace structure of the third part of Lancelot, Boydell and Brewer, Woodbridge, 2003; W. W. Kibler, The Lancelot-Grail cycle: text and transformations, University of Texas Press, Austin, 1994, e C. Dover (a cura di), A companion to the Lancelot-Grail cycle cit. L’edizione di A. Combes, Le conte de la charrette dans le "Lancelot" en prose, une version divergente de la "Vulgate" Paris 2009, presenta nelle ricchissima introduzione una disamina importante della tradizione manoscritta del testo. In tempi recenti, grazie soprattutto alle ricerche d’archivio, sono stati rinvenuti nuovi frammenti, si veda da ultimo A. Antonelli, Un nuovo frammento del Lancelot en prose: trascrizione e prospettiva di ricerca, in «La parola del testo», XIII/1, 2009, pp.115-132 e Id., Frammenti romanzi di provenienza estense, in «Annali Online di Ferrara - Lettere», vol. I, 2012, pp. 38-66.

7 Cfr. la sintesi operata da Micha in LM, I, pp. XII-XIII.8 Le sigle dei manoscritti sono quelle utilizzate da Micha nell’edizione e nei lavori preparatori citati.9 Cfr. Kennedy, Lancelot and the Grail cit. Per un’analisi dettagliata delle differenze fra la versione ciclica e quella

non ciclica si veda la dettagliata collazione degli episodi che si legge nel cap. X Lancelot with the Grail: first Stage, pp. 253-273.

10 Forse pensare che prima parte come BETA, II parte ALFA, terza BETA

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“gruppo 1430” 11. Non affronto in questa sede la questione della complessa tradizione della

sezione corrispondente alla Charrette per la quale rimando ai lavori di Hutchings12 e

soprattutto di Combes13.

Questa instabilità testuale14 suscita subito una considerazione: è evidente che

dobbiamo postulare a monte –come avviene in altre tradizioni romanzesche15- una

circolazione legata probabilmente a unità codicologiche ben determinate e segnalate dalle

partizioni paratestuali che scandiscono la storia. Dunque ad una sezione iniziale legata

alla prima giovinezza di Lancillotto16, seguono episodi che sono stati manipolati dai

copisti /redattori per esigenze diverse: la volontà o meno di mettere a confronto gli eroi del

Graal, Perceval e Galaad, di proiettarsi in un insieme ciclico o di chiudere la storia

sull’apoteosi di Lancillotto, di inserire il celebre episodio della Charrette sul modello di

Chrétien o altro ancora17.

Non ci resta allora che ripartire allora dalle più recenti acquisizioni circa la datazione di alcuni testimoni del romanzo. Al decennio 1215-1225 possono essere ascritti: Paris, BN, fr. 143018.Rennes, Bibliothèque Municipale, 255;

11 Cfr. Micha, «Romania», 1964 cit., pp. 500-503. La cosiddetta “rédaction 1430” è rappresentata, oltre dal parigino 1430, dei seguenti manoscritti: Paris BNF fr 121, 751, 1466, 16998, Ars 3481 (parzialmente), London, BL, Roy 19 C XIII, Harley 6341, e Aberystwyth 445. Utile il lavoro di Th. Hennings, Altfranzösischer und mittelhochdeutscher Prosa-Lancelot: Übersetzungs- und quellenkritische Studien, Heidelberg 2001, dove si fornisce l’edizione diplomatica del parigino 751 proprio dell’episodio del Secondo viaggio nel Sorelois.

12 G. Hutchings, Le roman de Lancelot du Lac. Le conte de la charrette, Paris 1938, pp. XXX-XLVII.13 Combes, Le “Conte de la charrette” dans le “Lancelot” en prose cit., pp. 9-86. Il suo lavoro va ben oltre i confini

dichiarati a p. 65 tanto da costituire un ineludibile punto di partenza per chi voglia affrontare la tradizione del testo.14 Cfr e Micha, «Romania» 1964 cit,. p. 294: «La difficulté du classement vient non seulement du grand nombre de

manuscrits et de la longuer exceptionnelle de l’oeuvre, mais aussi du caractère fragmentaire de beaucoup de copies, qui ne permet pas d’entreprendre un classement sur un passage où tous les témoins seraient représentés (…) Enfin la longuer de l’oeuvre a provoqué d’inévitable découpages matériels (…) favorables à des formations de familles transitoires». Considerazioni in questa direzione si leggoni anche in Kennedy, The scribe as editor, in Mélanges de langue et de littérature du Moyen Âge offerts à Jean Frappier, éd. J. C. Payen, C. Régnier, Genève 1970, t. 1, pp. 523-531 e Mosès, Lancelot du Lac, III cit., p. 37.

15 Penso per esempio alla tradizione del Tristan en prose su cui cfr. R. Zanni, Il Barberiniano latino 3536 e la tradizione italiana del Tristan en Prose, in «La Parola del Testo», XII (2008), pp. 35-67 e F. Cigni, Per un riesame della tradizione del Tristan in prosa alla luce di vecchie e nuove edizioni, con nuove osservazioni sul ms. Paris , fr., fr. 756-757, in Culture, livelli du culture e ambienti cit., pp. 247-278. Un utile raffronto sul piano del metodo si può ottenere con la tradizione del Guiron dove pure estremamente complessi risultano i rapporti fra le tre unità narrative principali, cfr. N. Morato, Poligenesi e monogenesi del macrotesto nel Roman de Meliadus, in Culture, livelli du culture e ambienti cit., pp. 729-754. Sulla presenza di redazioni diverse del testo cfr. R. Trachsler, Fatalement mouvantes: quelques observations sur les œuvres dites ‘cycliques’, in Mouvances et jointures. Du manuscrit au texte médiéval, éd. M. Michailova, Orléans 2005, pp. 135-149.16 Sulle diverse titolazioni presenti nei manoscritti del Lancelot en prose, cfr. Micha, Essais sur le cycle du Lancelot

Graal cit., cap. IV Notes sur la composition, pp. 85-127, pp. 86-87.17 Il dibattito che ha visto intrecciarsi le diverse proposte di Micha e di Kennedy, è stato poi riaffrontato da A. Combes, From the Quest to Quest: Perceval and Galahad in the Prose Lancelot, in «Arthuriana», XII, 3, 2002, pp. 7-31. Della stessa studiosa si veda anche Les voies de l'aventure. Réécriture et composition romanesque dans le Lancelot en prose, Paris 2001 che ha il merito di riaffrontare secondo una prospettiva nuova anche la stessa concezione di ciclo (cfr. p. 60 ss.). 18 Il particolare per il tipo di accentuazione della “doppia , cfr. M. Careri, F. Gasparri, F. Féry-Hue, L'album de

manuscrits français du XIII siècle, Mise en page et mise en texte, Roma 2001, p. 121.

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Paris, Bibliothèque Nationale, fr. 768. Ora questo significa che fisionomie testuali diverse sono già in circolazione dall’inizio del secolo: la redazione non-ciclica (BN fr. 768), la ciclica lunga (Rennes, BM, 255) e la ciclica breve (Paris, BN, fr.1430). Questi testimoni più antichi sembrerebbero provenire dall'area champenoise19 o insulare.20, Probabilmente provengono dalla Champagne BN fr. 768, manoscritto di base dell'edizione di E. Kennedy, e BN fr. 143021.Anche altri due codici probabilmente anteriori al 1230: Londra, British Library, Lansdowne 757 e Paris, BN, fr. 752 risultano forse provenienti dalla Champagne.Precoce risulta anche la presenza del Lancelot in area inglese. Si tratta, stando agli studi di Middleton22, di codici esemplati in Inghilterra di formato medio, decorazione assai sobria e frequenti annotazioni in margine che sembrano connotarli come oggetti d’uso. A quest’area possono essere ascritti: Cambridge C.C. 45; Londra, BL, Egerton 2515; Royal 19.B.VII; Royal 19.C.XIII; 20.A.II; Royal; Royal 20.C.VI, tutti codici compilati entro la prima metà del XIV secolo.In Italia invece la produzione di manoscritti si concentra tra la fine del XIII e la prima metà del XIV secolo. I codici del Lancelot identificati come italiani sono quindici23. Gli studi di Delcorno Branca hanno indagato con attenzione il panorama dei manoscritti del Lancelot eseguiti in Italia tra la fine del XIII e il XIV secolo24. Tra questi emerge un gruppo compatto dal punto di vista codicologico e artistico, legato probabilmente ad un atelier pisano-genovese e in particolare all'attività dei prigionieri pisani a Genova in seguito alla battaglia della Meloria (1284-99)25. I testimoni in questione, codici e frammenti, sono Berlin, Deutsche Staatsbibliothek, Hamilton 49; London, British Library, Harley 4419; Paris, BnF, fr. 354;

19 Cfr. P. Walter Le livre du Graal cit., t. I, pp. XXXX-XXXIV.20 Cfr A. Stones, The earliest illustrated prose “Lancelot” manuscript?, in «Reading medieval Studies», 3 (1977), pp.

3-44, in part. 20-21, e «Chronological and geographical distribution of Lancelot-Grail manuscripts» del Lancelot-Grail project,

21 Careri, Gasparri, Féry-Hue, L'album cit., p. 121. Cfr. P. Stirnemann, Some champenois vernacular manuscripts and the Manerius style of illumination, in Les manuscrits de Chrétien de Troyes, vol. I, pp. 195-226, in part. p. 204 “Rappelons que la Champagne compta alors d'assez nombreux transfuges de l'île, depuis Thomas Beckett jusqu'à des moines entrés à Clairvaux»

22 Middleton, Manuscripts of the Lancelot-Grail Cycle in England and Wales: Some Books and their Owners , in A Companion to the Lancelot-Grail Cycle, ed. C. Dover, Woodbridge 2003, pp. 219-35..

23 D. Delcorno-Branca, Tristano e Lancillotto in Italia Studi di letteratura arturiana, Ravenna 1998, pp. 19-23. Ead., Lecteurs et interprètes des romans arthuriens en Italie: un examen à partir des études récentes, in C. Kleinhenz - K. Busby (eds.), The Medieval Multilingualism: The Francophone World and its Neigbours, Turnhout 2011, pp. 155-186; Ead., Diffusione della materia arturiana in Italia: per un riesame della tradizione «sommersa», in Culture, livelli di cultura e ambienti nel Medioevo occidentale. Atti del VII Convegno triennale della società Italiana di Filologia romanza (Bologna, 5-8 ottobre 2009), a cura di F. Benozzo, G. Brunetti, P. Caraffi, A. Fassò, L. Formisano, G. Giannini, M. Mancini, Roma 2012, pp. 321-340. i

24

25 La discussione intorno alla localizzazione di questi manoscritti è stata mol articolata, si vedada ultimo G. Hasenohr, Copistes italiens du Lancelot: le manuscrit fr. 354 de la Bibl. Nationale , in Lancelot/Lanzelet hier et aujourd’hui: pour fêter le 90 ans de Alexandre Micha, a c. di D Buschinger et M.Zink, Greifswald 1995, pp. 219-226; F. Cigni, Copisti prigionieri (Genova, fine sec. XIII), in Studi di Filologia Romanza offerti a Valeria Bertolucci Pizzorusso, a c. di P. G. Beltrami, M. G. Capusso, F. Cigni e S. Vatteroni, Pisa 2006,vol. I, pp. 425-439; ead., Manuscrits en francais, italien et latin entre la Toscane et la Ligurie à la fin du XIIII siècle: implications codicologiques, linguistiques et evolution des genres narratifs, in Medieval Multilingualism. The Francofone World and its Neighbours, a c. di C. Klienhenz e K.Busby, Brepolis 2010, pp. 187-217.

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Paris, BnF, fr. 16998; Puigcerdà, Archivo Deulofeu y Fatjo (frammento); Molti di questi testi –lo ha dimostrato Elena Spadini nel suo studio sul codice Hamilton 49 che si apre all'arrivo del giovane bacelliere a corte per la sua investitura e termina con i preparativi per l'incontro che porterà al primo bacio con Ginevra- conservano solo una porzione di testo. Se dunque in Italia assistiamo ad una notevole varietà nelle fisionomie redazionali del Lancelot non sfuggirà quanto osservato da D. Branca Delcorno: «alcuni ms. italiani paiono avvicinarsi - all'interno della 'version de paris' - al testo di una redazione intermedia, la cosiddetta 'version 1430': e sono i parigini fr. 773 (che forma sottogruppo con il fr. 1430), fr. 16998, i frammenti b. 11.5 di Modena».

Utile inoltre per comprendere

  The Lancelot-Grail Project:Chronological and Geographical Distribution of Lancelot-Grail

Manuscripts© Alison Stones 2007, rev. 2008, 2009, 2010, 2013, 2016

I use the symbol + to indicate manuscripts which I consider were made by the same craftspeople or are closely related to each other stylistically.  Justification of the stylistic groupings of thirteenth and early fourteenth-century manuscripts can be found in A. Stones, The Illustrations of the French prose Lancelot (Ph.D. University of London, 1970-71) and F. Avril in Les Fastes du gothique, le siècle de Charles V (Paris, 1981); for the late fourteenth-century copies see M. Meiss, French Painting in the Time of Jean de Berry, I, The Late Fourteenth Century and the Patronage of the Duke, 2 vols., London, 1967; for Jacques d'Armagnac's manuscripts, see S.A. Blackman, The Manuscripts and Patronage of Jacques d'Armagnac, Duke of Nemours (1433-1477), 2 vols. (Ph.D., University of Pittsburgh, 1993, Ann Arbor, Mich. University Microfilms, 1994); and for other fifteenth-century copies, see F. Avril and N. Reynaud, Les manuscrits à peintures en France 1440-1520 (Paris, 1993). Carol Chase verified the Estoire list; Irène Fabry verified the Suite Vulgate manuscripts and reviewed the entire list; Martine Meuwese and Roger Middleton gave valuable assistance.  I have published several partial lists (1977, 1988, 2000, 2003...) which the present list supercedes.  For a list by library, see Lancelot-Grail Library List.  Not every manuscript on that list can be firmly attributed.  Here I include only those whose attribution is reasonably assured; the others can be consulted via the Library List.

Textual components are indicated as follows: E=Estoire, M=Merlin, SV=Suite Vulgate du Merlin, L=Lancelot (L1=En la marche de Gaulle; L2=Journey to Sorelois, L3=Conte de la Charette, L4 Suites de la Charette, L5=Agravain); Q =Queste, MA=Mort Artu. Other Versions: J=Joseph in prose, based on Robert de Boron's verse version, often copied as selections interpolated into Estoire; for details, see O'Gorman's edition; SM=Suite du Merlin (Huth Version, not to be confused with Suite Vulgate du Merlin,

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see Text Editions Page), Didot-Perceval; Post-Vulgate Q ueste. For editions see Text Editions Page.  Square brackets [ ] enclose references to manuscripts containing non-Lancelot-Grail  texts.

Links are to libraries' sites or to our descriptions; some sites include images. 

Date Place Library and Shelf Number Text Branches Number of Illustrations

[c. 1210-20 ?]

North France: Champagne ?

Modena, Bibl. Estense E 39 [J, M, Didot-Perceval, Lapidaire]

15

c. 1220 North France

Nottingham, UL WLC Lm7 E (beginning incomplete) M fragment

unillustrated

c. 1220 Paris ? Champagne ?

Rennes, BM 255 E, M, L1, L2 incomplete, L3 incomplete

64

c. 1220 Champagne ? attr. England

Paris, BNF fr. 752 L1 unillustrated

c. 1220 Champagne ?

London, BL Landsdowne 757 L1 unillustrated

c. 1220 North France

Berkeley, UCB 73 (ed. Bogdanow) QMA 1

c. 1220 Champagne ?

Paris, BNF fr. 768Gallica bw

L1-L2 (MS de base of Kennedy's edition of the non-cyclic Lancelot)

1

c. 1220-30

Savoie ? Copenhagen, KB Thott1087

MA unillustrated

c. 1230-40 ?

North France

Paris, BNF fr. 337Gallica bw

M[Livre d'Artus] unillustrated

c. 1230-50

North or East France

London, BL Royal 19 C.XIII L1L2L3L4L5QMA 1; distinctive penflourishing

c. 1230- Thérouanne or South France ?

Paris, BNF fr. 748   +Paris, BNF fr. 754Gallica bw+ Gallica bw

JM L1 incomplete

15

c. 1230-50

North France

Paris, BNF fr. 747Gallica bw

EMSV, L1 announced but absent [MS de base of Micha's ed. of M]

3

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c. 1230-50

North France

Paris, BNF fr 751

Gallica bw

L1L2L3L4L5 incomplete, QMA

1

c. 1225-50

North France

Paris, BNF n.a.fr. 4380 MA unillustrated

c. 1240-50

North France

Paris, BNF fr. 771Gallica bw

L5Q 2

c. 1250 Soissons or Laon ?

Oxford, Bodl. Rawl. D. 899 L5QMA 2

mid-13th c. ?

North France

Paris, BNF fr. 423

Gallica bw

[J]Mabridged unillustrated

mid-13th c.

Cistercian ?

Paris, BNF fr. 1430Gallica bw

L1L2L3 unillustratedpenflourishing cf. Pontigny

c. 1250 Paris ? Berkeley, UCB 107(ex-Phillipps 1279)

L1L2L3L4 5

c. 1250 Paris ? Paris, BNF fr. 339Gallica bw

L1L2L3L4L5QMA 120

c. 1250 Paris ? London, BL Royal 19 C.XII E unillustrated

c. 1250 Paris Brussels, BR 9627-8 QMA 37c. 1250 Paris Chicago, Newberry f21Ry.34

12261+Paris, Ars. 3347 Gallica

L1L2L3L4L5QMA

33

c. 1250-75 ?

Paris ? London, BL Add. 17443 QMA 2

c. 1250-75 ?

Jumièges ?

Berkeley, UCB 106 (ex-Phillipps 3643) 

[Vies des pères] EMSV 21

13th c., second half

England ?

Cambridge, Corpus Christi College 45

L1L2L3L4L5 (copied in BL Roy. 19.B. VII)

unillustrated

13th c., second half

England ?

London, BL Royal 20 B.VIII L5

13th c., second half

North France

Paris, BNF fr. 20047

Gallica bw

Robert de Boron, Estoire  in verse

unillustrated

1271 nsIduM written by

North France

Chantilly, Musée Condé 476(644) [Image du monde, Health Treatise] EQMA

unillustrated

Page 9: LM... · Web viewCome è noto, secondo Micha, la tradizione del Lancelot en prose procederebbe sostanzialmente compatta fino dalla partenza di Galeotto, Lancillotto e Ginevra verso

Jacquemin d'Acrec. 1275 for Blanche d'Artois and Edmund Crouchback

London Paris, BNF fr. 123Gallica bw

L5QMA 90

1274 written by a female scribe

Douai ? Paris, BNF fr. 342mandragore

L5QMA 92

c. 1280 Douai Oxford, Bodl. Digby 223 L5QMA 12c. 1280 written by Walterus deKayo

Douai Le Mans, MM 354

enluminures

E with J interpolations 17

c. 1285 Douai Paris, BNF fr. 770Gallica bwLe Mans and BNF fr. 770 compared

EMSV[Histoire d'Outremer et du roi Saladin, La fille du Comte de Ponthieu, L'Ordre de chevalerie]

140

c. 1285 Douai ? Oxford, Bodl. Douce 303 E 21284 written by Michael nomine felix

Champagne ?

Paris, BNF fr. 12581

Gallica

Q[literary miscellany] 1

c. 1275-85

Saint-Omer or Thérouanne

Paris, BNF fr. 19162Gallica bw

EMSV 83

c. 1275-85

Saint-Omer orThérouanne

Paris, BNF fr. 24394BNF fr. 19162 and 24394 comparedGallica bw

EMSV 71

1286 written by Arnulphus de Kayo

Amiens andCambrai or Thérouanne

Bonn UB 526 EMSVL1L2L3L4L5QMA 346

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c. 1270-1300

Bologna ?Venice ?

Oxford, Bodl. Douce 178 EMSV 162

1288 written by Bonifacio de Gualandis for Brexianus de Salis, Podesta of Modena

Genoa ? Modena ?

Chantilly, Musée Condé 1111(649) MA 4

c. 1280-1300

Genoa Berlin, DSB Ham. 49 L1 incomplete 24

c. 1280-1300

Genoa London, BL Harley 4419 L2L3L4 1

c. 1280-1300

Genoa Paris, BNF fr. 354Gallica bw

L4L5 incomplete 22

c. 1280-1300

Genoa Venice, BMarciana XI (254) L5 incomplete

c. 1280-1300

Genoa Venice, BMarciana XII (255) L5 incomplete

c. 1290 Genoa Udine, Bibl.Arcivescovile 64/177     Facsimile

Q 34

c. 1290 Bologna Paris, BNF fr. 16998Gallica

L2L3L4 1

c. 1290 Bologna Paris, BNF fr. 773Gallica bw

L1 incomplete 1

c. 1300 Tuscany Paris, BNF fr. 767Gallica bw

L1L2L3L4L5incomplete2 distinct parts (composite manuscript)

unillustrated

c. 1300 Naples ? Venice, BMarciana Fr.Z.15 (228) [Roman d'Artus]c. 1300 Naples ? Private Collection L fragment 1c. 1280-1300

London London, BL Roy. 20.C.VI L5QMA 3

c. 1290-1300

England Paris, BNF fr. 25520

Gallica bw

QMA 1

c. 1300 England Cambridge, UL Add. 7071 EMSM unillustrated; distinctive penflouris

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hingc. 1300 England London, BL Royal 19.B.VII L1L2L3L4L5 ending

incompleteunillustrated; distinctive penflourishing

c. 1300 England London, BL Egerton 2515 Hue de Rotelande, Ipomedon and Prothesiliaus; L5 ending incomplete

unillustrated; distinctive penflourishing

copied from a MS that says on f. 293 it was made for Philippe Auguste († 1223)

Paris ? Paris, BNF fr. 2455

Gallica   bw

EM unillustrated

c. 1290-1300

Metz or Verdun

Private Collection (Lebaudy, olimPhillipps 1047)

EM 129

c. 1290-1300

Metz or Verdun

Paris, BNF fr. 344(see Private Collection Lebaudy)Gallica

EMSVL1L2L3L4L5QMA 344 (sic)

c. 1290 Acre, Cyprus, or Italy ? 

Tours, BM 951enluminures

EJMSVcatchword for L1 133 by the Hospitaller Master and a Mediterranean artist

c. 1290 Paris or Acre ?

Paris, BNF fr. 12580Gallica bw

L5QMA 3 by the Hospitaller Master

c. 1295 Thérouanne or Cambrai

Paris, BNF fr. 110

 

EMSVL1L2L3L4L5QMA 99

c. 1295 Thérouanne or Cambrai

London, BL Add.5474 [Tristan] L5 interpolations 23

c. 1290-1300

Thérouanne orCambrai

Paris, BNF n.a.fr. 5237 ML5MA fragments elegant penflourished initials

c. 1290 Thérouanne

Paris, BNF fr. 95

Gallica

EMSV[Sept Sages, Pénitence Adam]

163

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c. 1290 Thérouanne

New Haven, Yale Univ. Beinecke 229Beinecke 229

L5QMA 166

c. 1300 Thérouanne or Ghent

Oxford, Bodl. Ash. 828 (see Bologna AS b.1.bis and Turin BN L.III.12)

L1 incomplete 40

c. 1300 Thérouanne or Ghent

Paris, BNF fr. 749Gallica bw

E[Jfragments]MSV 126

c. 1300 Thérouanne or Ghent

Bologna, AS b.1.bis E, fragments

c. 1300 Thérouanne or Ghent

Turin, BN L.III.12 MSV 20

c. 1300 Arras ?East France ?South France ?

Geneva-Cologny, Bodmer Foundation 147 (ex-Ph.1046) 

E[Gospel extracts, Genesis extracts and other interpolations including J interpolations]M[Histoire de Troie]SV[interpolations][Maurice de Sully, Sermons]QMA

167

c. 1300 Arras Darmstadt, HLB 2534 EMSV 31301 Norman

dy ?Paris, BNF n.a.fr. 4166 [J]M [Didot-Perceval,

Prophécies de Merlin]unillustrated

c. 1300-10

Paris St Petersburg, NLR Fr. F.v.XV.5 E with J interpolations 43

c. 1300-10

Pariswritten by Ernoul d'Amiens

Oxford, Bodl. Rawl.Q.b.6 L1L2L3L4L5QMA 212

c. 1310 Laon or Saint-Quentin ?

Paris, BNF fr. 12573Gallica bw

L5QMA 78

c. 1310 Laon or Saint-Quentin ?

London, BL Add. 38117 (Huth) JMSM  67

c. 1310-20

Amiens, Laon, Noyon or Saint-Quentin

New York, The Pierpont Morgan Lib. M.805-6

L1L2L3L4L5 175

c. 1315 Arras London, BL Royal 20 D. IV L2 incomplete, L3L4L5 12 by the

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incomplete Maître aux Mentons fuyants

c. 1317 ns

Saint-Omer, Tournai or Ghent

London, BL Add. 10292-4 EMSVL1L2L3L4L5QMA 747

c. 1310-20

Saint-Omer, Tournai or Ghent

Amsterdam, BPH 1 (ex-Phillipps 1045/7[numbering problematical],   and 3630)/Oxford, Bodl. Douce 215/Manchester, Ryl.fr.1

EML12345QMA 189

c. 1310-20

Saint-Omer, Tournai or Ghent

London, BL Royal 14 E.iii EQMA 116

1319 Avignon Florence, Laur. Ash. 121(48) Q 62c. 1320 England London, BL Add. 32125 EMSV unillustrat

ed; distinctive penflourishing

c. 1320 England London, BL Royal 20.A.II L2 fragment; Q incomplete unillustrated

c. 1320 Paris Paris, BNF fr. 333 L5 36c. 1320-30

Paris Paris, BNF fr. 105Gallica bw

BNF fr. 105 and 9123 compared

EMSVL1 announced but absent

127by the Sub-Fauvel Master

c. 1320-30

Paris Paris, BNF fr. 9123+Paris, Ars. 3481Gallica bw + Gallica

Rubric List, EMSV Rubric List, L1L2L3L4

16778by the Sub-Fauvel Master , the Maubeuge Master and the Montbaston Master

c. 1320-30

Paris Oxford, Bodl. Douce 199 L5Q 32

c. 1330-45

Tournai Paris, BNF fr. 1422-4 L5incomplete,QMA 73

c. 1340 ? Tournai and

Paris, BNF fr. 769 E 5 and unfinished

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England ?

later drawings

1345 Tournai Paris, BNF fr. 122 L3 incomplete, L5QMA 1201351 written, illuminated and boundby Pierart dou Thielt

Tournai Paris, Ars. 5218 Q 3 

1357 written by Jean de Loles

Tournai New Haven, Yale Univ. Beinecke 227Beinecke 227

JEMSV 164

mid-14th c.

North France

Paris, Ars. 2996 [J]M unillustrated

c. 1340-50

Paris Paris, BNF fr. 16999Gallica

L1L2L3L4 115

c. 1350 Paris Paris, Ars. 3482Gallica

MSVL5 incomplete,QMA 136

14th c. North France or England ?

Paris, BNF fr. 341Paris, BNF fr. 24367

L1L2 incompleteMA

unillustrated; elegant penflourishing

14th c. Aberystwyth, NLW 5018 L5 unillustrated

14th c. France Chantilly, Musée Condé 643(307) E with J interpoplationsMSV 1 miniature, 3 spaces for illustrations

14th c. Spain Escorial, BR P.II.23 L unillustrated

c. 1380 Milan Paris, BNF fr. 343Gallica

Post-Vulgate Q[Tristan]MA 119

late 14th c.

Western France ?

Paris, BNF n.a.fr. 934 no. 28 M fragment 1

c. 1400-1410

Paris ? Private Collection Switzerland (olim Bodmer unnumbered, Günther Cat. 3 no. 11, Tenschert Cat. 16 no. 6-7, Kraus Cat. 165 no. 9, olim Clumber, Newcastle 937)

EMSV[Vie de du Guesclin]

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1402 Turin, BN *1688 (L.V.30) L5c. 1406 sold by Jacques Raponde to Jean Duc de Berry

Paris Paris, BNF fr. 117-120Gallica (117)Gallica (118)Gallica   (119)Gallica (120)

EMSVL1L2L3L4L5QMA 131 by the Master of Berry's Cleres Femmesc. 1470 repainted by Jacques d'Armagnac

1405 sold by Jacques Raponde to Jean Duc de Bourgogne ?

Paris Paris, Ars. 3479-80Gallica (3479)Gallica (3480)

EMSVL1L2L3L4L5QMA 130 various artists

c. 1425-1450

Metz ? Paris, BNF fr. 98

Gallica bw

EMSVL12345QMA Decorative borders for EML no miniatures

c. 1440-55

Angers or Poitiers

Paris, BNF fr. 96

Gallica bw

EMSVL1L2L3L4 36 + spacesby the Maître d'Adelaïde deSavoie

c. 1450 Paris olim London, Alpine Clubnow dispersed

L1L2L3L4L5QMA for Prigent de Coëtivy, Admiral of France (d. 1450)

34 by the Dunois Master, Jean Haincelin

c. 1450-60

Tours-Angers

Dijon, BM 527Facsimile

Q[Tristan] 45 by the Master of Charles du Maine (younger brother of René d'Anjou)

c. 1450 Central France ?

New York, Pierpont Morgan Lib. M.207-8http://ica.themorgan.org/manuscript/thumbs/77100

EMSV 32

1466, Paris ? Paris, Ars. 3349 E unillustrat

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paper, watermark similar to Briquet 10005-60

ed

c. 1470 Central France ?

New York, Morgan Lib. M.807http://corsair.themorgan.org/cgi-bin/Pwebrecon.cgi?BBID=147056

QMA 2

c. 1470 Central France

Paris, BNF fr. 112Gallica (vol. 1)Gallica   (vol. 2) bwGallica   (vol. 3)

Special Version for Jacques d'Armagnac (ed. Pickford)

258 by Evrard d'Espingues

c. 1475 Central France

Paris, BNF fr. 113-116Gallica   (113)Gallica (114)Gallica   (115)Gallica   (116)

EML1L2L3L4L5QMA 209 by Evrard d'Espingues

1479 Bruges New York, Pierpont Morgan Lib. M.38

Graal abrégé written by Lois Daymereyes for Ysembert des Rolin (d. 1528), seigneur de Rymeries, bailly Dayweryres, chancellor of the Duc de Bourgogne

unillustrated

c. 1480 paper

Champagne ?

Geneva-Cologny, Bodmer Foundation 105

L1L2L3L4L5QMAowned by Guyot le Peley de Troyes (d. 1485)

45 miniatures on parchment added

1480-82 Bourges  ?

Brussels, BR 9246Paris, BNF fr. 91

Gallica bw

EMSVGuillaume de la Pierre's adaptation for Jean-Louis de Savoie, Bishop of Geneva

5216part by Jean Colombe

c. 1480-85 for Yvon le Fou, sénéchal de Poitiers, grant veneur de France (d. 1488)

Poitiers Paris, BNF fr. 111Gallica bw

L1L2L3L4L5QMA over 50 by the artist of BNF fr. 22500

15th c. West Paris, BNF fr. 121 L1L2L3incomplete 1

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France Gallica bw15th c. Aberystwyth, NLW 445 L2L3 unillustrat

ed15th c. Chantilly, Musée Condé 307(643) EM unillustrat

ed15th c. paper, no watermarks

Paris, Ars. 3350 An abridged version of the whole cycle (cf. Morgan M.38)

unillustrated

15th c. paper

Paris, BNF fr. 1469Gallica   bw

[J]M unillustrated

15th c.  paper

Paris, BNF fr. 753 L1 incomplete unillustrated

15th c. paper

Paris, BNF fr. 1426Gallica bwParis, BNF fr. 332Gallica   bw

EMSV

unillustrated; note for a miniature on BNF fr. 1426, f. 158v

15th c. Giessen, UB 93-94 LQMA unillustrated

15th c. London, BL Harley 6340 MSV unillustrated

15th c. paper (watermark Lyon 1483-84, Briquet 13042)

London, BL Harley 6341-2 L2L3L4L5, Q announced but absent

unillustrated

1504, written by F[r]. J. de Rochemeurepaper

Paris, BNF fr. 1427Gallica bw

E unillustrated

II parte

Ci concentreremo sulla sezione chiamata in molto codici “Galehaut” che si apre sul

secondo viaggio nel Sorelois e si chiude sul rapimento di L. da parte di Meleagant. Si

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compone di quattro episodi tutti costruiti intorno al rapimento di un personaggio della corte,

rapimento che crea un vulnus all’interno della corte.

1- Rapimento di Artù da parte della falsa Ginevra

2- Rapimento di Gauvain da parte di Caradoc

3- Lancillotto rapito da Morgana

4- Lancillotto rapito da Meleagant

Al centro troneggia l’inquietante figura di Morgana sorella di Artù.

In particolare per questa parte, come ha mostrato Micha, la tradizione manoscritta si divide nelle due redazioni ALFA e BETA. Per la redazione ALFA molto interessante il Paris 752 il quale ha il pregio di copiare con fedeltà l’antigrafo ed è molto antico

Galvano nipote del re è stato rapito. L. e due compagni partono per liberarlo. Lancillotto che in questa sezione del testo appare chiaramente come eroe liberatore, cercherà anche di distruggere il maleficio della torre dolorosa. Durante la ricerca di Galvano L. porterà anche a termine l’impresa della liberazione della valle dolorosa

VERSIONE LUNGAMicha III

XXII. l. Ce dist li contes tot avant que li vals estoit apelés le Val sans Retor et li Vals as Faus Amans. Li Vals sans Retor avoit il non por ce que nus chevaliers n’en retornoit ; et si avoit non li Vals as Faus Amans ce que tuit li chevalier i remanoient, s'il avoient fausé a lor amies de quel que meffet que ce fust, neis de pensé, et si [97c] orrois coment ce avint. Il fu voirs que Morgue le suer al roi Artu sot d'enchantement et de caraies sor totes femes et par la grant entente que ele i mist en laissa ele et deguerpi tot la covine des gens et conversoit jor et nuit es grans forés sotaines a si que maintes gens dont a cel tens avoit molt de foles par tot le païs ne disoient mie qu'ele fu feme, ançois l’apeloient Morgue la dieuesse. 2. Al termine que les aventuresfurent commenciees avint chose que ele avoit un chevalier amé molt : si i avoit mis son cuer tot, kar ele l'amoit sor tos homes et ele cuidoit que il amast autresi li sor totes femes. Mais il amoit une damoisele plus de li, qui molt estoit de grant bialté, si ne trovoit mie lieu ne aise de parler a li si sovent com il volsist,

Qui dice il racconto che la valle era chiamata la valle senza ritorno e la Valle dei falsi amanti. Aveva nome Valle dei falsi amanti perché nessun cavaliere ne ritornava (indietro) e aveva nome Valle dei falsi amanti perché tutti i cavalieri rimanevano lì se avevano ingannato le loro amiche, qualsiasi fosse la colpa, anche nel pensiero. E ascolterete ora come questo avvenne. In verità Morgana, sorella del re Artù, sapeva di magie e sortilegi più di qualsiasi altra donna e per il grande impegno che vi aveva dedicato lasciò e abbandonò la consuetudine con le persone e giorno e notte conversava nelle grande foreste solitarie così che molte persone (…) non dicevano che era una donna, ma la chiamavano Morgana la dea. 2. All’inizio delle avventure avvenne che lei aveva molto amato un cavaliere: aveva messo in lui tutto il suo cuore, perché l’amava su tutti gli altri uomini e credeva di essere amata altrettanto su ogni

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altra donna. Ma quello amava una donzella, che era di grande bellezza, più di lei e non trovava né luogo, né agio di parlarle come avrebbe voluto.

VERSIONE corta XXII. l-2. (ed Micha III)ll fu voirs que li rois Artus ot une soror qui avoit a non Morgain ; cele soror savoit molt d'enchantement et de carnins et tout ce li aprist Merlin. Et ele amoit tant .I. chevalier que plus ne pot, mes chevaliers amoit une damoisele de molt grant biauté et mainte fois se penoit Morgue de prendre les prové car bien en savoit la verité, ensi comme on le pu savoir par oïr dire. Tant les gaita et nuit et jor que ele les trova ensamble gisant en .I. val et c'estoit des plus beaus vals del monde. 3-4. Et por le grande doel qu'ele en avoit si destina au val sa destinee que jamais a nul jor ne s'en istroit ses amis ne chevalier qui i entrast ansi, por tant qu'il eust amors fause. En tel maniere avoit duré li vaus plus de XX.an que onques chevaliers n'i estoit entrés que del tout remansist: [57c] .1. terme avoit de lor issue et c'este se aucuns chevaliers i venoit, qui onques n'eust fau envers amors et dont eust le cuer dous et humele et les poroit delivrer ne ja autrement ne seroient delivrés.

In verità il re Artù ebbe una sorella che aveva nome Morgana; quella sorella era molto esperta di sortilegi e di magie e tutto questo le insegnò Merlino. Ella amava tanto un cavaliere che più non si poteva, ma il cavaliere amava una damigella di grande bellezza e molte volte si sforzò Morgana di sorprenderli sul fatto perché ben sapeva la verità per averla sentita dire. Tanto li spiò notte e giorno che li sorprese che giacevano insieme in una valle che era la valle più bella del mondo. 3-4. E per il grande dolore che ne ebbescagliò un sortilegio sulla valle che mai per sempre il suo amico sarebbe uscito né il suo amico, né un cavaliere che vi fosse entrato che non vi rimanesse per sempre. L’uscita sarebbe stata possibile solo se fosse giunto un cavaliere che mai si fosse comportato con falsità nei confronti dell’amore e che avesse un cuore dolce e umile, solo costui avrebbe potuto liberare, e allora avrebbe potuto liberare, né mi diversamente il luogo sarebbe stato liberato.

____________

1. Micha LUNGAXXII. 39. Cele haine estoit montee entre les .II. si com vos orrois. Il fu voirs que Morgue fu fille al duc de Tintajuel et a Egerne sa feme, qui puis fu roine de Bretaigne et feme Uterpandragon, et de li fu nes li rois Artus qui en li fu engendrés al vivant le duc par la traison que Merlins fist. Quant Egerne s'en vint a Uterpandragon ki l'esposa, si amena avec li Morgain, sa fille, et un vaslés remest en la duchee de Tintajuel, qui estoit filz le duc d'une autre feme k'il avoit eue devant Egerne. Li dux estoit molt lais chevaliers et Morgue retraioit a lui, kar molt estoit laide; et quant ele vint en aage, si fu si chaude et luxuriose que plus chaude feme ne convint a querre. 40. Lors avoit li rois Artus pris novelement la roine, si avoit en la maison le roi un chevalier ki niés la roine estoit, si avoit non Guiamors de Tarmelide et estoit molt preus bials chevaliers Et en cel termine estoit Morgue pucele la roine, si comennça a amer Guiamór dä Tarmelide de si grant que ne se pooit consierrer de iui veoir.

L’odio era montato fra le due per le ragioni che ascolterete. Secondo verità Morgana fu la figlia del duca di Tintagel e di sua moglie Ygerne, colei che poi fu regina di Bretagna e moglie di Uterpendragon, e da lei nacque Artù che fu concepito quando il duca era ancora vivo grazie al tradimento di Merlino. Quando Igerne venne* da Uterpendragon che la prese in moglie condusse con sé Morgana, sua figlia, ed un

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giovane che era rimasto nel ducato di Tintagel ed era figlio del duca e di una moglie che aveva avuto prima di Ygerne. Il duca era un cavaliere davvero laido e Morgana gli somigliava perché era molto laida e quando fu cresciuta fu così calda e lussuriosa che era impossibile trovarne un’altra così calda. Nel tempo in cui il re Artù aveva preso da poco in moglie la regina vi era nella dimora del re un cavaliere nipote della regina che si chiamava Guiamor de Tamerlinde ed era un cavaliere prode e bello. In quel periodo Morgana era damigella della regina e cominciò ad amare Guiamor de Tamelinde con tale forza che non poteva trattenersi dal vederlo.

Un jor avint k’il estoient cochié entr’els deus ensamble et la roine en avoit ja esté garnie, si s’en faisoit molt prendre garde, kar ele detornast volentiers Morgue de folie fere por la honte le roi et Guiamor, d’autre part por son damage eschiever, kar li rois l’en haïst s’il le seust. Tant fist la roine qu’ele les prist ensamble tos provés et que cele ne s’en pot celer. Elle vint a Guiamor si li dist que mort estoit, se li rois le pooit savoir et si fist tant que par proieres que par manaces, que il la forjura: et il le fist legierement, que il ne l'amoit mie de tele amor que bien ne s’en consierrast. Quant Morgue vit que cil l’avoit laissie por la roine si en ot grant duel, et ele estoit de lui ençainte, et ot assés greignor duel ; et quant ele vit qu’ele avóit del tot a li failli, si pensa qu'ele s'en fuiroit et querroit tant Merlin par totes terres qu’ele qu’ele le troveroit, kar ele ne cuidoit pas trover conseil a sa dolor par nul autre homme.

Un giorno avvenne che giacevano insieme e la regina era già stata avvertita; la faceva sorvegliare perché desiderava volentieri stornare Morgana dal fare follia per la vergogna del re e di Guiamor e d’altra parte per schivare il suo danno, perché il re l’avrebbe odiata se lo avesse saputo. Tanto fece la regina che li colse in flagrante e così che lei non poteva nascondersi. Venne poi da Guiamor e gli disse che era morto se il re lo avesse saputo e tanto fece con preghiere e con minacce che quello acconsentì: e lo fece con leggerezza perché non l’amava poi così tanto. Quando Morgana vide che l’ aveva lasciata per la regina ne ebbe un grande dolore, e lei era incinta di lui e ne ebbe un grandissimo dolore; e quando vide che lo aveva perso del tutto pensò che sarebbe fuggita ed avrebbe cercato Merlino per ogni dove fino a trovarlo perché non credeva di poter trovare conforto al suo dolore da nessun altro.

Si osservi che nella Suite vulgate (da cui parrebbe prendere la versione lunga o viceversa) si narra come alla corte di Artù Morgana et Guiomar de Carmélide, cugino di Léodegan (padre di Ginevra), si innamorano

MICHA Corta vol IIIXXIV. 39. Et Morgain haoit la roine sor toutes les dames del monde et bien sot qu'ele amoit Lancelot sor tous les hommes del monde, et cele hayne mut de molt lonc tans, car ce fu voirs, quant Ygerne la roine, la mere le roi Artu et la mere Morgain, vivoit, estoit de chierté avoec la roine ; et ele fu laide et chaude et luxurieuse, 40. si ama .I. chevalier par amors qui estoit cousins a la roine. Et la roine en castioit sovent et l'un et l’autre et il le noioient ambedoi, tant c'a .I. jor les prist provés. 41. Et ele dist a son cousin qu'il s'en alast u ele le feroit destruire ; et cil li a crié merci et li jura que jamais en cel forfet ne cheroit. Quant Morgue vit que il l'ot laissiée, si en ot tel duel qu'ele s'enfui et en aporta tant de ricoise comme en pot avoir 42. et tant chevaucha amont et .aval qu'ele trova Merlin que ele amoit par amors. Et il li ensegna [61c] canqu'ele savoit d'encantement : et de la mut le grant hayne qu'ele of envers la roine tous jors; El por chou assaioit ele se ja a Lancelot porroit traire l'anel. Mes atant laisse li contes a parler de Morgain et de Lancelot et vous dirons de ceus del val.

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E Morgana odiava la regina su tutte le altre dame del mondo e quell’odio nasceva da molto lontano perché in verità quando la regina Ygerne, madre di Artù e di Morgana viveva, M. era cara alla regina. Ed ella fu laide e calda e lussuriosa ed amava di grande amore un cavaliere che era cugino della regina. E la regina li rimproverava spesso e loro ne erano infastiditi, finché un giorno li colse in flagrante. E disse a suo cugino che andasse via o lo avrebbe fatto distruggere; e quello invocò pietà e le giurò che mai sarebbe ricaduto in quell’errore. Quando Morgana vide che l’aveva lasciata, provò un tale dolore che fuggì via e portò tante ricchezze come poté averne. E tanto cavalcò per monti e valli che trovò Merlino e lo amò d’amore. E quello le insegnò tutto ciò che sapeva d’incantesimi: e di là nacque il grande odio che lei nutrì verso la regina per sempre. E per questo cercava di capire se era possibile toglierle l’anello. Ma ora lascia il racconto di parlare di Morgana e di L. e vi diremo di quelli della valle 26

MIcha, vol. I versione lunga

XXVI. Quant Morgue et sa compaignie en ot Lancelot mené en la forest, dont li contes a ça devant un poi parlé, si le fist oster de la litiere si endormi com il estoit et le fist avaler en un lieu parfont et noir, ki molt estoit bien taillíés a estre chartie ennuiose. Qant Lancelot i fu avalés, si li furent les mains liees et li pié tot en dormant; et lors fu li anials ostés que Morgueli avoit mis el doi, por tenir endormi. Et tantost s'esveilla et se vit el lieu noir et hidus et en fu molt esbahis.

Quando Morgana e la sua compagnia ebbero condotto Lancillotto nella foresta, di cui il racconto ha già parlato prima, lo fece levare dalla lettiga* addormentato com’era e lo fece collocare in un luogo profondo e nero, che era molto ben preparato per essere un rifugio di tormenti. Quando L vi fu collocato gli furono legati mani e piedi mentre dormiva; ed allora gli fu tolto l’anello che Morgana gli aveva messo al dito per addormentarlo. E dunque svegliò e si vide nel luogo nero e terribile e ne fu molto spaventato.

2. Lors commence a regreter mon seignor Gauvain molt durement et mon seignor Yvain et le duc, k'il li estoit avis que tot ce soit songe quanqu'il avoit fet et veuel Val des Faus Amans; si cuide bien que mesire Yvain et li dus soient autresi traî com il est, si les apele molt sovent et regrete et regarde entor lui; mais il ne voit ne n'ot nului qui mot li responde: si se merveille comment ce li est avenu. Et quant il se fu longuement dementés, si vint a lui Morgue et l'apele par son non, si li dist : «Lancelos, or vos ai je en ma prison, or vos covendra il fere une partie de mon talent»

Allora inizia a rimpiangere messer Galvano con forza e messer Ivano e il duca, e gli pareva che fosse tutto un sogno quanto aveva fatto e visto nella valle dei Falsi Amanti; crede davvero che messer Ivano e il duca siano stati traditi come lui, li chiama spesso e rimpiange e si guarda intorno; ma non vede né ode nessuno che gli risponda e si meraviglia come questo sia successo. E quando si fu a lungo disperato, venne da lui Morgana e lo chiama per nome e gli dice: “Lancellotto, ora vi ho in prigione e vi converrà assecondare il mio desiderio”.

26 Paris bn 1430, Il fu voirs que quant Ygerne la mere le roi Artu et Morgain vivoient la reine tenoit moult chiere Morgain. Ele fu leide et chaude e luxuriose e si ama par amors un danzeus qui ert cousins de la reine Guinevre et ele enchastoit sovent. Et il li renioient mult bien andui Un ior les prist tot provez et dist a son cousin qu’il s’en alast ou ele le feroit destruire au roi……. Et li iura que iamais en ceste forfet ne charroit

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3. Quant Lancelos la conut, si li dist: «Ha, dame, ou deservi je que vos me teignois en prison ? - Je ne vos tieng mie, fet ele, en prison por forfet que vos me fuissiés onques, mais por ce que tele est ore ma volentés.- biens, fet il, et de mes compaignons qu'avés vos fet ? » Et cele respont qui plus le velt fere anguoisseus : «Vostre compaignon, fet ele, sont sain et sauf et ont tant fet vers moi que je les ai laissiés aler; et se vos vos voliés raiembre, je vos en lairoie aler, kar tant poés demorer en ma prison que .1. autres avra l'onor et vos l'avrois perdue. » 4. Et quant il l'entent, si est molt anguoisseus et dist: « Ha, dame,ne m'ociés mie, kar bien sachiés de voir que, se mesire Gauvain estoit rescos sans moi par home de la maison le roi et je n'estoie al rescorre, je voldroie autresi bien estre mors. »

Quando L. la riconobbe, le disse: «Ah Signora, dove ho mancato che mi trattenete in prigione?- Io non vi tengo mica- risponde- in prigione per una colpa che mai mi faceste, ma perché è quello che ora voglio.-Bene, dice lui- e dei miei compagni che avete fatto?”. E lei risponde, lei che desidera provocargli angoscia: «I vostri compagni sono sani e salvi e hanno fatto tanto di bene verso di me che li ho lasciati andare; e se voi li volete raggiungere io vi lascerò andare, perché tanto potete rimanere nella mia prigione che un altro avrà l‘onore e voi l’avrete perduto». E quando la sente è profondamente angosciato e dice: «Ah Signora, non uccidetemi perché se ben sapete in verità che se messer Galvano è soccorso dagli uomini del re senza di me ed io non sono fra loro, io preferirei essere morto».

Morgana gli promette allora di liberarlo se lui le rivela chi è la donna da lui amata:

“Je vos deviserai, fet ele, de quoi je demant la fiance: Il vos covient a dire ki vos amés par amors si avrai trait de vos ce que la dame de Maloaut n’em pot traire”. Et il respont: “Dame, dame je n’amai onques tant nul home, s’il avenist chose que je amaisse par amors, ki je le deisse devant k’il le seust par autrui. Et s’il estoit chose que je amaisse par amors, certes vos ne le savriés par moi. “Certes-fet ele- si savrai par vostre langue meismes.” “Si voirement m’ait Diex-fet il- ce n’iert ja.” Et ele dist que dire li convendra; et quant il ot ce, si se coroce et li eschaufe li cuers et li vis li rogist, et il dist:”Certes, dame, ancois que vos i seuissiés, i avriés vos usés tos les jors de vostre vie.”

Io vi dirò ciò che richiede il patto: Vi conviene rivelare chi voi amate di vero amore, avrò così ottenuto da voi ciò che la dama di Malehaut non può ottenere. Ed egli risponde: “Signora, signora io mai amai tanto nessuno che se avvenisse che io amassi di vero amore, che io lo rivelassi (…). E se pure fosse che io amassi, certo non lo saprete da me”- “Certo -dice lei- io lo saprò dalla vostra lingua stessa. “ “Dio mi aiuti, disse lui- questo non sarà”. E lei disse che gli converrà rivelarlo; e quando sente questo, si corruccia e il cuore s scalda e il viso diventa rosso, e disse: “Certo, signora, prima di saperlo avrete consumato tutti i giorni della vostra vita”.

«M'ait Diex, fet ele, je vos lairai aler un poi plus legierement, par si que vos me creantereis que vos revendrés en ma prison si tost com vos avreis acheveela besoigne mon seignor Gauvain et si me laireis en gages cel anel que vos avés en vostre doi. - Certes, dame, de revenir vos ferai je si seure com vos plaira par fiance et par sairement, mais li anials ne remaindra ja a nul home sans mon cors, si s'en partira las vie». 7. Lors pensa bien Morgue que la roine li avoit doné, si li poise molt qu'ele ne l'a bien avisé savoir mon s'ele le coneust, et si feist ele sans faille, s'ele le veist, kar la roine li avoit doné le jor qu'ele li dona s'amor: si estoit li anials petis o une

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piere plate bise ki estoit de si grant force qu'ele deschantoit vers celui ki le portoit, si tost com il l'avoit regardee.

“Che Dio mi aiuti, risponde lei, io vi lascerò più facilmente se voi mi prometterete che tornerete nella mia prigione non appena avrete terminato di aiutare Messer Galvano e se mi lascerete in pegno quell’anello che avete nel vostro dito. -Certo Signora del mio ritornare voglio rendervi sicura come più vi piacerà sulla fede o sotto giuramento, ma l’anello non cadrà in mano di nessuno, senza il mio corpo, se non mi toglierà la vita”-7.Allora Morgana si convinse che glielo aveva donato la regina (…) perché la regina glielo aveva donato il giorno in cui gli aveva donato il suo amore: era un piccolo anello con una pietra piatta che era di grande forza al punto che chiunque la guardasse provava incanto verso chi la portava.

8. Quant Morgue voit k'il ne li voldra l'anel laissier, si li dist qu'ele ne velt que la delivrance mon seignor Gauvain remaigne par li, «et je vos laisserai, fet ele,aler, mes vos creantereis comme loials chevaliers que vos retornereis en ma prison, si tost com mesire Gauvain sera delivrés ou par vos ou par autrui; ne ja ne ferés savoir en quel lieu vos irés, mais si tost come vos verrois mon message, vos en vendrois et vos remetrois en tel prison com vos estes orendroit».

Quando Morgana vide che non avrebbe voluto lasciare l’anello, gli disse che non voleva che la liberazione di Galvano fosse differita per colpa sua “ed io vi lascerò- dice- andare, ma mi giurerete come leale cavaliere che ritornerete nella mia prigione non appena messer Galvano sarà liberato o da voi o da altri, né mai farete sapere in quale luogo voi andrete, ma non appena vedrete il mio messaggio, voi verrete e rientrerete in questa prigione come siete ora”.

Micha III vers corta27

27XXIV. 1. Quant il fu jus de la litiere, si le mist en une parfonde chartre et le fist esveillier. Et quant il se regarde, si fu molt esbahis et ele li dist: «Lancelos, or vous tieng jou en ma prison et si n'en istrés jamais, non pas por vostre cors, mes por l’autrui. Mes se vous voles finer a moi, fet ele, toutes voies vous laisserai je aler». Et il dist que il se raimbera volentiers. 6-7. «Vous serés quite, fait ele, por l'anelqui est en vostre doit”. Et ce estoit l’aneaus que la roine li avoit doné avoec s'amor et celuy portoit il en la main destre, et en la main senestre [6lb] portoit il .i. autre anel qu'il avoit aporté du lac. «Dame, fet il, vous ferés de moi comme de vostre prison, mes l'anel n'avrés vous ja, se vous n'avés le doit avoec.»Quant ele oï qu'ele ne le poroit avoir, si en laisse la parole atant; et ele sot bien que il ot esté a la roine et qu'ele li ot doné;

Quando egli fu posto giù dalla lettiga, fu messo in una prigione profonda e fatto svegliare. E appena si guardò intorno fu molto turbato ed ella gli disse: “L. ora vi tengo nella mia prigione dalla quale non uscirete mai più (…) Ma se voi volete scendere a patti con me, io vi lascerò andar via”. E quello rispose che volentieri sarebbe sceso a patti. “ “Voi sarete libero in cambio dell’anello che portate al dito” E questo era l’anello che la regina gli aveva donato con il suo amore e quello lo portava nella mano destra e nella mano sinistra portava un altro anello che lui aveva portato dal lago. “Dama, dice lui, voi vi comporterete verso di me come vostro prigioniero, ma l’anello non lo avrete a meno che non prendiate tutto il dto”. Quando lei ebbe capito che non poteva averlo, smise di chiedere e capì con chiarezza che era la regina e che era lei ad averlo dato.

XXIX. 2. Et ele en avoit l’ autre qui estoit contrefés a celuy, car la roine li avoit doné jadis, si avoit en cascune piere .ll. ymagenes, si s'entrebaisoient et l'image Lancelot

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tenoit .1. cuer entre ses .ll. mains et l'anel Morgain avoit les mains jointes: tant y avoit il de desconissance entre les .II. aneaus.E lei ne aveva un altro che era stato contraffatto su questo, perché la regina glielo aveva dato un tempo. Ed aveva su ogni pietra due figure che si baciavano e la figura di L. teneva un cuore fra le manu mentre nell’ anello di Morgana aveva le mani giunte: tanto vi era di differenza fra i due anelli. XXVI. l-7. La nuit qu'ele en ot Lancelot enmené, si li demanda : «Qu'est chou, Lancelos, ne finerés vous pas a moi ? - Dame, fet il, oïl, mes il ne vous plaist pas. - Il ne me samble pas, fet ele, que vous äiés talent d'estre delivrés, quant por issir de prison ne me volés doner qui gaires ne vaut.» Et il li dist qu'ele ne l'avra ja. «Tant en sachiés, fet ele, qu'entre ci et samedi au soir sera la Dolerouse Tor conquise, et se vous n'en estes au conquerre, tant serés vous plus honis a tous jors mes. - L'anel, fet il, n'avrés vous mie, se vous ne me trenchiés le doit; et sachiés, se mes sire Gauvain est rescous et je n'i sui, jamais de la bouche ne mangerai: lors si sera vostre desloiautés plus grans. - Se ge vous laissoie aler, fait ele, a la doleruse Tour, revendrés vous aprés la prise del castel en ma prison ? » Et il dit oil. « Or i para, fet ele, se vous serés loiaus envers moi si comme vous fustes envers la dame de Malohaut. 1 8. Je vous i lairai aler, mes vous me fiancerés loiaument que, si tost comme message vous en somondra, revendrés arriere

La notte che ebbe condotto L. gli chiese: “non ve ne andrete mai?- Signora, sì, ma non vi piace- Non mi pare che abbiate voglia d’essere liberato, quando per uscire di prigione non volete cedermi ciò che non vale nulla”. Ed egli rispose che non lo avrà mai. “Tanto sappiate- risponde quella- che fra oggi e sabato sera la Dolorosa guardia sarà conquistata, e se voi non parteciperete alla conquista, tanto sarete umiliati ogni giorno di più”. “L’anello -dice lui- non lo avrete mai a meno che voi non mi tagliate le dita; e sappiate che se messer Galvano sarà liberato e io non ci sarò, mai più mangerò: ed allora la vostra slealtà sarà massima-Se io vi lascio andare alla dolorosa torre ritornerete, dopo la presa del castello- nella mia prigione?” Ed egli rispose di sì. “Ora si vedrà- dice lei- se voi sarete leale nei miei confronti come lo foste verso la dama di Malehaut. Io vi lascerò andare ma voi mi giurerete che non appena avrete il mio messaggio tornerete indietro.

VERSIONE LUNGA

Morgana non riuscendo in alcun modo ad ottenere l’anello prepara una bevanda per addormentarlo

XXIX. 3Lors prist une herbe que l'en apele sopite: si n’est nus home que, s'il en avoit gosté, ki jamés finast de dormir tant que l'en l'esveillast a force. Cele herbe li dona

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Morgue a beivre, si la destempra de fort vin et por samblant qu'ele le volsist aaisier li mist desos le chief l'oreillier qu'ele li avoit mis com il parti del Val as Faus Amans, quant ele le mena en prison. 4. Cele nuit dormi Lancelos molt durement et lors li osta Morgue l'anel del dei et li mist le suen el lieu, et fu fet al plus celeement qu'ele pot, kar bien savoit que, s'il s'apercevoit, que nus ne le porroit garder que il ne se corocast

Allora prese un’erba che si chiama “sopore” e nessun uomo dopo averla gustata può svegliarsi se non a forza . Quell’erba gli diede Morgana da bere e la stemperò con del vino e per far finta di volerlo aiutare gli mise sotto al capo il cuscino che le vaeva messo quando era partito dalla valle dei falsi amanti, quando lo aveva condotto in prigione. 4. Quella notte L. dormì di un sonno profondo ed allora Morgana gli sottrasse l’anello dal dito e gli mise il suo, e lo fece nel modo più nascosto possibile perché ben sapeva che se se ne fosse accorto nessuno poteva evitare di non farlo arrabiare.

Versione cortaXXIX. I et 3. Quant Lancelos fu revenus en la prison Morgain, si mist toutes les paines qu'ele pot,coment ele peust son anel avoir que il avoit en son doit : mes onques ne pot tant fere qu'ele le peust avoir por manache ne por proiere qu'ele seust fere. Une nuit li dona assés a boire, qui le fist assés dormir et fermement, et ele en vient a luy et li osta l'anel du doit, et i mist celuy qui auques le resambloit. Et puis qu'ele li ot emblé, li moustra par maintes fois por savoir se il le conistroit, car se il l'apercheust et il ne l'eust tantost, ele se cremoit qu'il n'issist du sens tantost, et por voir si fesist il. Et quant ele li ot moustré par maintes fois et ele vit qu'il ne s'en aperchut mie, si fist une des gregnors desloiautés del monde: ele prist une soie damoisele et l'envoia a la cort le roi Artu et li encarga teus paroles comme vous orés.

Quando L.fu tornato nella prigione di Morgana, mise tutto lo sforzo possibile per ottenere l’anello che portava al dito: ma non riuscì a fare tanto da poterlo ottenere attraverso minacce o preghiere. Una notte gli donò molto da bere al punto che lo fece dormire pesantemente, e venne da lui e gli tolse l’anello che portava al dito e gliene mise un altro che gli somigliava. E dopoché glielo ebbe infilato, glielo mostrò più volte per verificare se lo riconoscesse, perché se se ne fosse accorto e non lo avesse avuto più indietro, temeva che sarebbe uscito di senno (…) E quando glielo ebbe mostrato più volte e vide che non se ne sarebbe accorta, fece una delle più grandi azioni sleali del mondo: prese una sua damigella e la inviò alla corte di Artù e le incaricò di riferire queste parole che ascolterete.

Morgana invia dunque una fanciulla a denunciare Lancillotto e il suo amore adulterino con la regina. Ecco che, riprendendo un tipico topos del romanzo troviamo la corte riunita e un elemento altro che irrompe sulla scena:

Versione corta XXIX 6. Et la damoisele en vient au roi qui encore demoroit a Londres et atendoit se il oroit nules noveles de Lancelot, et avoec luy si estoit Galahos et Lyonel et maint des autres

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compaignons. 5. Et cele en vient devant le roi et le salua de par Lancelot du Lac et li dist que par li li mandoit paroles, mes il le voloit que tout cil et celes de sa cort l'oïsent. De ces noveles ot li rois molt grant joie, si envoie tout avant querre Galahot et puis tous les autres et la roine et toutes les dames qui od luy sont et les damoiseles ausi et l'un et l'autre.

E la fanciulla giunse davanti al re che ancora dimorava a Londra e attendeva di udire nitizie di L. e con lui era Galeotto, Lionello ed altri compagni. E quello venne davanti al re e lo salutò da parte di L. del lago e gli disse che parlava da parte di quello, ma voleva che tutte e tutti quelli della corte l’udissero.Per queste notizie il re provò grande gioia, mandò a cercare Galeotto e poi tutti gli altri e la regina e tutte le dame e le damigelle che sono con lei

Quant tout et toutes furent venu, si dist la damoisele ansi: «Sire, anchois que je vous die que Lancelos vous mande, voel ge que vous me creantés que je n'avrai garde de nulluy et me ferés conduire a sauveté, car je ne sai se jou aports noveles qui anoient a homme ne a feme de ceste cort.». Et il l'aseure molt volentiers. 7. Et ele dist: «Sire, Lancelos vous mande ensi come a son droiturier segnor et a ceaus de la Table Reonde; si vous mande, segnor qui si compaignonavés esté, se il riens vous a mesfet, que vous li pardonés, car vous ne le verrés jamais ne nus qui le conoisse.»

Quando tutte e tutti furono radunati così disse la fanciulla: “Sire, prima che vi riveli quanto L. vi manda a dire, voglio che mi giuriate che non avrò timore di nessuno e che vi farete garante della mia salvezza, perché non so se porto notizie che dispiaceranno a uomini o a donne di questa corte”. Ed egli la rassicura volentieri. E lei disse: “Sire, L. v manda a dire come al suo giusto Signore e a voi della Tavola rotonda; vi manda a dire, Signore, che suo compagno siete stato, se egli ha qualche colpa verso di voi che voi lo perdoniate, perché non lo vedrete mai più, né lo vedrà nessuno che lo conosce.

Atant est une noise levee par laiens; et Lyoneans n'atent pas tant que il ait la parole oie, ains chiet pasmes dales la roine u il seoit. 8. Et Galahos saut sus qui est si dolans que por .I. poi qu'il n'ist du sens, si dist a la damoisele: «Por Dieu, douce amie, dites moi coment il est sans riens celer». Et la roine n'ose plus atendre ne oïr chou que la damoisele dira, car de males noveles a ele molt grant paour; si se lieve et s'en vait ele vers ses cambres. Et quant la damoisele l'en voit aler, si dist au roi, se nus ne nule s'en vait d'iluec, jamais n'en oront plus. 9. Et quant li rois ot ce, si fist la roine retorner.

Dunque si leva un rumore lì dentro; e Lionello non aspetta di avere ascoltato il discorso, ma cade svenuto davanti alla regina dove lui siede. E Galeotto trasalisce perché è così dolente che per poco non esce di senno e dice alla damigella: «In nome di Dio, dolce amica, ditemi di che si tratta senza nascondere nulla». E la regina non osa più attendere né ascoltare ciò che la regina dirà, perché ha grande paura di

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ricevere cattive notizie; si alza e se ne va verso le sue camere. E quando la damigella lo vede andar via, dice al re che se qualcuno si allontana, non udiranno più nulla. E quando la regina sente questo, comanda alla regina di tornare.

10. Et la damoisele dist au roi: «Il fu voirs que quant Lancelos fut retornés de la Dolorouse Tour, si fu navres d'un glaive par mi le cors et molt ot grant paor de morir sans confession; mes toutes voies [6gc] fu il confés, la Dieu merci. Et li fu encargiés que- il se feist confes devant tout le comun de vostre cort u par sa bouce u par l'autrui. Et il me requist por Dieu que jou li feisse ceste voie; et il vous mande tout avant, qui ses sires aves esté, que vous ne le verrés jamais ne nus de tous ceaus de chaens, car il s'en va en tel lieu u iamais nus ne le verra ne jamais escus ne li pendra au col. Mes tout premierement aprés Dieu vous crie il merci que vous li pardones la grant desloiauté qu'il a lonc tans demené envers vous, de ce qu'il vou trai de vostre feme qui ci est, qu'il amoit par amors et ele luy.

E la damigella disse al re: «In verità quando Lancillotto fu ritornato dalla Dolorosa Torre, fu ferito da una spada in mezzo al corpo ed ebbe grande paura di morire senza confessarsi; ma tuttavia, grazie a Dio, si confessò. E gli fu imposto di confessarsi davanti alla vostra corta o di persona o attraverso un altro. E mi fu chiesto da Dio di fare questo; e dunque lui vi manda a dire, a voi che siete stato il suo Sovrano, che voi, né voi altri che siete qui dentro, non lo vedrete mai più perché lui se ne va in un luogo dal quale nessuno più lo vedrà né mai uno scudo gli penderà più al collo. Ma per prima cosa vi chiede pietà di perdonargli la grande slealtà che ha compiuto nei vostri confronti dal momento che vi ha tradito con vostra moglia che è qui, che ha amato d’amore e lei lui ».

11 A cel mot sailli sus Lyoneaus et l'eust morte, se il peust a li avenir; mes Galahos li saut a l’encontre, qui bien savoit qu'ele mentoit; si comande que on li laist dire tout son talent, car li rois I'a aseuree. Et il dist tant sace ele bien que s’il le puet as poins tenir, il ne li sera garans ne rois ne roine qu'il ne le honisse du cors a to¡ls jors mes. Et ele dist au roi: «Sire, vous me serés mauvais garans, ce m'est vis. -. Damoisele, fet Galahos, vous n'avés garde; puis que li rois vous e aseuree, ja nus ne vous fera mal tant que vous soiés a sauveté ; et jou meesmes vous preng en conduit encontre tous homes. Et qui croire vaudra desloiauté, si le croie ! > Tant dist Galahos que Lyoneaus est ar[69d]riere assis. Et la damoisele dist : «Ensi vous mande Lancelos comme vous avés oi. Et a vous, segnor qui estes compaignon de la Table Reonde, mande il por Dieu que vous ne por cachiés a vos segnor honte ensi comme il a fait.11. Mes por çou que jou voel qe vous sachiés que par sa bouce sui ci venue, dirai jou teus noveles qui bien font a croire : car il dist a mon segnor Gauvain qui ne fet pas a mescroire que il aloit en tel lieu que on ne deust pas avoir paor de li.

Di fronte alla terribile accusa, la voce di Ginevra si leva alta e appassionata a difendere la purezza e la nobiltà dell’amore che pure ammette di nutrire nei confronti di L.:

12. Et encore aport jou ci autres ensegnes plus 1 vraies. Dame, fet ele a la roine, il vous envoie cest anel par coi vous donastes vostre cuer a luy et vostre amors. ». Lors

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li gete l'anel en son giron, et la roine s'est levee et dist : «Certes l'anel conois jou bien, car je le donai a Lancelot de mes drueries, bien le sachent toutes et un et autre, si come loiale dame les puet doner a loial chevalier. Et tant en sachiés, sire, fait ele au roi, et tout cil et toutes celes qui chaiens sont, que se jou ai doné l'amor a Lancelot que ceste damoisele dist, jou conois tant la grant hautece de son cuer qu'il ne le deist, ançois se laisast la langhe traire hors de la bouce. Mes il est voirs que Lancelos a tant fet por moi que iou li ai doné de mon cuer canque iou en pooie veer ne escondire a chevalier ni a autrui doner. Et s'il fust teus qu'il m'eust requise amors vilaine et force d'amors li feist fere, ja por moi n'en fust escondis.

«Ed ancora io reco questa insegna più vera. Signora-dice alla regina- vi invia questo anello attraverso il quale voi donaste il vostro cuore a lui e il vostro amore». Allora lancia l’anello al centro e la regina si è alzata e dice: «Certo io riconosco l’anello, perché lo donai a L. in pegno del mio amore, lo sanno bene tutti, così come una donna leale può donarla ad un cavaliere leale. E tanto sappiate, sire e voi che siete qui che se io ho donato l’amore a L. come dice questa damigella, pure conosco la grande altezza del suo cuore (…) Ma è vero che lui ha fatto tanto per me io gli ho dato una parte così grande del mio cuore che io non potrei dare ad altri.E se lui fosse stato tale da richiedermi di un amore vile e fosse stato spinto dalla forza dell’amore, sarebbe stato rifiutato da me.

Et qui vaudra, [70a] si m'em blasme, car chou est blasme sans confort. Et qui fust la dame, se Lancelos u autres chevaliers eust tant fet por luy come ila fet por moi, qui l'escondesist ? A certes, sire, se il vous en sovenoit, Lancelos vous rendi a .I. jour honor et terre et Lancelos vous a mis ausi comme desous sesest le plus proudome del monde de son eage, c’est Galahos qui ci est. Et Lancelos me rescousi par sa proece la jou fui jugié a destruire desloiaument, Lancelos delivra le vostre cors de la Roce as Senes et Gauvain et Gaheriet et Estor, et par conquist le castel sa proece. Lancelos conquist avant ier la Dolerouse Tour et ocist le plus fort chevalier du monde. Il jeta de prison mon segnor Gauvain et mon segnor Ywain et le duc de Clarence. Lancelos ocist a Camaalot les .II. jaians. Lancelos ramena la clarté al Castel Tenebros. Lancelos abati les enchantemens del Val sans Retor et delivra .C. et .LIII. chevaliers par proece d'armes. Lancelos estoit li nonpers de tous les chevaliers du monde ne Dieus ne fist onques bone teche en chevalier qu'en Lancelot n'en fust toute parfaite. Lancelos estoit beaus et boins. Lancelos passast de bonté et de cortoisie tous les chevaliers äu monde, se il vesquist.»

E chi vorrà potrà anche biasimarmi perché è un biasimo senza conforti. Ma quale sarebbe stata la donna che se L. avesse fatto tanto per lei, come ha fatto per me che lo avrebbe rifiutato? E poi Sire se ricordate, Lancellotto in un giorno vi ha restituito onore e terra e vi ha sottomesso l’uomo più valente del suo tempo, cioè Galeotto che si trova qui. E L. mi difese grazie alla sua prodezza quando io fui condannata a morte, L. vi liberò dalla Roce au Senes e con voi Galvano, Gahriet e Estor, e per la sua prodezza conquistò il castello. Lancillotto l’altro ieri conquistò la dolorosa guardia ed

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uccise il più forte cavaliere del mondo. Gettò in prigione messer Galvano e messer Ivano ed il duca di Clarence. L. uccise a Camelot i due giganti. L. riportò la luce al castello Tenebroso. L. abbatté gli incantamenti della Valle senza ritorno e liberò 153 cavalieri grazie alla prodezza nelle armi. L. fu superiore a tutti i cavalieri del mondo e Dio non diede mai a un cavaliere delle qualità che in L. non fossero perfette. L. era bello e buono. L. supererebbe per bontà e cortesia tutti i cavalieri del mondo se fosse vivo »

Così Ginevra riesce ad allontanare da sé la terribile accusa che pesa su di lei. Allora Galeotto, Lionello e Galvano partono per cercarlo e Galeotto viene a sapere che si trova in prigione. Intanto, come si narra sia nella versione breve che in quella lunga, Morgana promette a L. di liberarlo se accetta di non tornare a corte. Lui rifiuta, ma dopo il terribile incubo che lei gli provoca, accetta il patto:

LUNGA XXXI.33. Atant laissent la prison et c'estoit une des plus beles chambres del mondeet des plus delitables. De celui jor en avant ne fu riens nule k'il volsist mangier de trois jors avant, de tant que il ne se puet sostenir. Et a quant ele vit queforce n'i avroit mestier, si li dist: «Lancelos, est ce a certes que issi vos lerois morir? - Dame, fet il, c'est ore une chose que je plus desir. - Et voldriez vos, fetele, que je vos rendisse? - Dame, fet il, je ai veu tel hore que je le volsisse mielz que hore, mes lors n'envolsistes vos rien fere; et ore quant je sui mort mevolez rendre. Et neporquant je me raiembrai, si vos volés: dites coment. 4. - Jel vos dirai, fet ele, et se vos nel volez fere, jamés n'istrois de prison, se vos ne me jurez sor sainz que vos n'enterrois en la maison le roi Artu devant un an et que vos ne tendrés compaignie ne a home ne a feme de sa maison une hore entiere.»

Dunque lasciano la priione che era una delle camere più belle del mondo e più piacevoli. Da quel giorno in avanti non vi fu niente che accettò di mangiare (…) al punto che non poteva più sostentarsi. E quando vide che aveva perso ogni forza, disse:«L. è sicuro che qui vi lascerete morire? -Signora, è la cosa che desidero di più- E vorreste che io vi liberassi? – Signora ho trascorso momenti in cui desideravo questo anco più di adesso, ma allora non ne voleste sapere nulla; ed ora quando sono morto mi volete liberare. E tuttavia io accetterò , se volete, ditemi come. 4. Io ve lo dirò, e se voi non lo volete fare, mai uscirete di prigione, a meno che non mi giuriate sopra i santi che voi non entriate nella dimora di Artù prima che sia trascorso un anno e che voi non teniate compagnia, né a uomo, né a donna della sua casa per un’ora.»

Et il respont: «Dame, autresi bien voldroie je que vos me ocissiés. Et si vos volés, vos le ferés, ce me samble; ne ja Diex ne vos aît se vos ne me coupez la teste comme la plus traîtresse et la plus desloials feme qui onques fuist. » 5. Lors si vit bien cele qu'i estoit corociez outre mesure, si li dist : « Coment, Lancelos, si ne sofferiez nule paine por issir de ma prison ? Par la rien que je plus aim, se vos ne prenés la premiere

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ransom que je vos nomerai, vos ne me eschaperoiz tantque je vos averai autretant tenu comme fist la dame de Maloaut. Et savez vos k'il vos covendra a jurer? Que vos n'enterroiz de ci a Noël en liu ou la roine soit.»Idonc out il tel duel que par un poi que li cuers ne li est partis el ventre et maldist l'ore qu'il onques fu nez. Lors dist a Morgain qu'ele face de li comme de sonprison, que ja en sa vie ne fera son sairement. Et cele jure que donc il porrira tot.

Ed egli risponde : “Signora, preferirei che voi mi uccideste. E se volete credo che lo farete. E Dio, se mi tagliate la testa vi tratti come la donna più sleale e traditrice che mai ci fu” . Quando lei si accorse che era in preda all’ira disse: “Come L. non siete disposto a sopportare nessuna pena pur di uscire di prigione? In nome di ciò che più amo, se voi non accetterete la prima condizione che io vi porrò, voi non vi allontanerete da me finché non vi avrò trattenuto tanto tempo quanto la dama di Malehaut. E sapete voi cosa dovete giurare: che non entrerete in un luogo dove sia la regina da qui a Natale”. Allora egli ebbe un tale dolore che per un poco il cuore non gli si strappò dal ventre e maledisse l’ora della sua nascita. Allora disse a Morgana che facesse di lui come un suo prigioniero, che mai per tutta la vita non accetterà questo giuramento. Ed allora quella gli giura che imputridirà tutto. XXXI 6. Atant l’eront mis en sa chambre, si refu tote icele nuit sanz mengier et Morgue ne fet se penser non coment ele le porra decevoir; mes por ce qu'ele ne le poet fere mengier, si li a mis poisons en son beivre qui furent confites a conjurement et a charies: si li troblerent la cervelle tant que la nuit li fu avis en son dormant qu'il trovoit la roine sa dame gisant avec un chevalier. Et il corut a s'espee, si le voloit ocire, quant la roine sailoit sus et disoit: «Lancelos, que voiez cest chevalier ocire? Ne seez ja si hardis que i metois la main, kar je sui soe. Et gardes que james, si chier com vos avez vostre cors, ne venés en liu ou je soie.».

Dopo che lo ebbero riportato nella sua camera, restò tutta la notte senza mangiare e Morgana non smise di pensare come poterlo ingannare, ma poiché non poteva costringerlo a mangiare, gli mise pozioni nella sua bevanda che furono preparate con pratiche magiche e sortilegi: gli turbarono a tal punto il cervello che la notte, durante il sonno, gli sembrò di trovare la regina, la sua signora, che giaceva con un cavaliere. E corse alla sua spada, voleva ucciderla, quando la regina saltò su e disse: “L. perché volete uccidere questo cavaliere? Non osate alzare le mani su di lui, perché io gli appartengo. E guardatevi, se avete caro il vostro corpo, di non venire più in un luogo ove io sia.”

Ensi le fist Morgue songier por lui fere hair la roine, et por ce qu'il tenist sa vision al demain a plus voire, le fist porter a mie nuit hors de la chambre et metre en une litiere autresi comme ele avoit fet el Val sans Retor, si le fist porter tout endormi en une des plus beles landes del monde bien trois lieues loing d'iluec; et ele meisme i ala, si le fist a ses gens gaitier de pres. Al matin fu avis a Lancelot k'il estoit en un des plus e bials paveillons del monde et vit devant lui une autretel coche

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comme cele ou il avoit veue la roine et le chevalier et que encore tenoit l'espee de quoi il le voloit ocire.Così Morgana lo fece sognare per fargli odiare la regina e affinché considerasse la visione ancora più veritiera il giorno dopo, a mezza notte lo fece portare fuori dalla camera e metterlo in una lettiga così come aveva fatto nella valle senza ritorno, così lo fece portare , profondamente addormentato in una delle terre più belle del mondo ben tre leghe lontano da lì; e lei stessa vi andò e lo fece controllare da presso dai suoi. Al mattino sembrò a L. di trovarsi in uno dei più bei padiglioni del mondo e vide davanti a lui un giaciglio dove aveva visto la regina ed il cavaliere e ancora teneva in pugno la spada con la quale lo voleva uccidere.

8. Et lors est si dolens a poi que il n'enrage, k'il cuidoit bien que voirs fust ce qu'il avoit songé. Mes encore est il plus dolens de la deffense que la roine li avoitfete qu'il n'est del chevalier, kar il ne voe mie a fere tel hardement que james mete le pié la ou ele soit. Quant il vit les gens Morgain, si fu molt honteos et dolens; et ele meismes vint avant, si li dist: “Coment Lancelos? Estes vos si loiaus que vos en iestes fuiz sans mon congié?». Et quant il l'ot, si cuide bien qu'ele l'ait ataint de desloialté, si en a tel duel que pur un poi que il ne forsané; si prent l'espee qu'il cuidoit tenir, si s'en volt boter par mi le cors, quant Morgue le tient, si le chastie et dist que maintes gens trespassent lor lialté qui puis vivent loialment tute lor vie.

Ed allora è così dolente che per poco non impazzisce, perché chiedeva che fosse vero ciò che aveva sognato. Ma ancora è lui più dolente dell’attacco che la regina gli aveva riservato di quanto non fosse per il cavaliere (…) Quando vide le genti di Morgana fu molto vergognoso e dolente e lei si fece avanti e disse “Come L? Siete voi così leale da andarvene senza prendere congedo da me?” “E quando la sente, capisce la sua slealtà e ne prova un tale dolore che per poco non esce di senno; prende la spada che credeva di tenere e vuole colpirsi nel cuore, ma Morgana lo trattiene, lo rimprovera e dice che molti dimenticano la lealtà pur vivendo lealmente tutta la vita.

9. «Dame, fet il, ie ne me porroie mie longuement durer en tel maniere et miels me vendroit tot le monde guerpir et forjurer que ci morir. Et vos me devisastes iersoir que vos me laisseries aler se je vos juroie que je n'enterroie en lieu ou ma dame laroine fust devant Noël: ore sui prest que je vos face te serement. - Et je le prendrai, fet ele, mes bien gardez que vos ne fauces le serement, kar je vos en honiroieen la maison le roi Artu mon frere» Et il dist qu'il voldroit mielz morir. “

“Signora, dice, io non potrei resistere in questo modo e meglio preferirei abbandonare il mondo e rinunciare ad ogni patto che morire qui. E voi mi giuraste ier sera che mi avreste lasciato andare se avessi giurato di non entrare in un luogo dove la mia signora fosse prima di Natale: ora sono pronto a fare questo giuramento . -Ed io lo accetterò -dice lei-ma guardatevi bene da non rispettare il giuramento, perché io vi disonorerei alla corte di mio fratello, re Artù”. Ed egli disse che preferirebbe morire.

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Così Morgana dopo averlo aiutato a recuperare le forze lo lascia partire:

10. Et il prent congié de lui, quant il out fet son sairement; si s’en part dolens et pensis comme cil qui ne set quel part il puist retorner, ne n'est riens a quoi il se confort ne mes a plorer et a penser nuit et jor. Ensi chevalche armés de molt riches armes et de molt beles que Morgue li avoit bailliez. Mes ci se test un poi li contes et si retorne a Lionel qui chevalche si a mesaise qu'il cuide bien que ses cosins soit mors por les noveles que il a oies.

Ed egli prende congedo da lei dopo aver fatto il suo giuramento; se ne parte poi dolente e pensoso come colui che non sa in quale direzione ritornare e non c’è nulla che lo conforti se non piangere e pensare giorno e notte.