Lloyd Hotel and Cultural Embassy - Amsterdam

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HOTEL DOMANI l u g l i o 2 0 1 1 52 N egli anni della Prima Guerra Mondiale uno dei porti più importanti dai quali gli emi- granti si imbarcavano sulle immense na- vi a vapore per affrontare la faticosa tra- versata dell’oceano della durata di diver- se settimane in cerca di miglior fortuna era quello di Amsterdam, dove i giganteschi magazzini chiamati come i Paesi di destinazione: Brasile, Panama, Argentina, Stati Uniti, testimoniano chiaramente ancora oggi la storia di quel doloroso periodo. Uno di questi magazzini era la sede della “De Kroninklijke Hol- landsche Lloyd” (KHL), allora una delle più importanti imprese di navigazione e proprietaria di alcune delle più grandi navi adi- bite al trasporto dei poverissimi passeggeri. La KHL, con l’obiet- tivo di differenziarsi dall’agguerrita concorrenza esercitata dalle altre imprese navali che operavano sulle stesse rotte, nel 1918 de- cise di affidare all’architetto Evert Breman l’incarico di progetta- re e costruire un albergo destinato a ospitare queste persone in attesa dell’imbarco, edificio nel quale potevano anche sbrigare le adempienze sanitarie obbligatorie per imbarcarsi, accelerando in questo modo i tempi della partenza. L’hotel, subito battezzato “Al- bergo degli Emigranti”, realizzato con la facciata in mattoni ca- ratteristica dello stile olandese del tempo con elementi Art Deco e richiami rinascimentali che contribuivano a conferirgli già al- lora una connotazione decisamente eclettica, apre le sue porte nel 1921. La sua imponenza fa immediatamente capire che si trattava di un edificio destinato a durare per l’eternità, anche se non per svolgere la sua funzione originaria, dato che l’emigrazione non è decollata come la KHL pensava, ragion per cui la stessa impresa HOTEL DI TENDENZA Lloyd Hotel & Cultural Embassy Un Concept Hotel ad Amsterdam Nel porto di Amsterdam l’albergo aperto nel 1921 dalla compagnia di navigazione KHL per ospitare gli emigranti in attesa di imbarco, adibito poi a istituto penitenziario fino al 1989, è diventato un hotel di tendenza. Oltre cinquanta designer e artisti hanno sperimentato idee nuove, spesso azzardate, per ridare vita a un triste edificio di oltre 7000 mq trasformandolo in uno degli alberghi più inusuali d’Europa Federico Belloni, [email protected]

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Negli anni della Prima Guerra Mondiale uno dei porti più importanti dai quali gli emi-granti si imbarcavano sulle immense na-vi a vapore per affrontare la faticosa tra-versata dell’oceano della durata di diver-se settimane in cerca di miglior fortuna

era quello di Amsterdam, dove i giganteschi magazzini chiamati come i Paesi di destinazione: Brasile, Panama, Argentina, Stati Uniti, testimoniano chiaramente ancora oggi la storia di quel doloroso periodo. Uno di questi magazzini era la sede della “De Kroninklijke Hol-landsche Lloyd” (KHL), allora una delle più importanti imprese di navigazione e proprietaria di alcune delle più grandi navi adi-bite al trasporto dei poverissimi passeggeri. La KHL, con l’obiet-tivo di differenziarsi dall’agguerrita concorrenza esercitata dalle altre imprese navali che operavano sulle stesse rotte, nel 1918 de-cise di affidare all’architetto Evert Breman l’incarico di progetta-re e costruire un albergo destinato a ospitare queste persone in attesa dell’imbarco, edificio nel quale potevano anche sbrigare le adempienze sanitarie obbligatorie per imbarcarsi, accelerando in questo modo i tempi della partenza. L’hotel, subito battezzato “Al-bergo degli Emigranti”, realizzato con la facciata in mattoni ca-ratteristica dello stile olandese del tempo con elementi Art Deco e richiami rinascimentali che contribuivano a conferirgli già al-lora una connotazione decisamente eclettica, apre le sue porte nel 1921. La sua imponenza fa immediatamente capire che si trattava di un edificio destinato a durare per l’eternità, anche se non per svolgere la sua funzione originaria, dato che l’emigrazione non è decollata come la KHL pensava, ragion per cui la stessa impresa

Hotel di tendenza

Lloyd Hotel & Cultural Embassy

Un Concept Hotel ad

AmsterdamNel porto di Amsterdam l’albergo aperto nel 1921 dalla compagnia di navigazione KHL

per ospitare gli emigranti in attesa di imbarco, adibito poi a istituto penitenziario fino al 1989,

è diventato un hotel di tendenza. Oltre cinquanta designer e artisti hanno sperimentato idee nuove,

spesso azzardate, per ridare vita a un triste edificio di oltre 7000 mq trasformandolo in uno

degli alberghi più inusuali d’Europa

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SCHEDA ALBErgo

Lloyd Hotel & Cultural EmbassyOostelijke Handelskade 341019 BN AmsterdamTel. +31 (0)20 561 3636Fax + 31 (0)20 561 [email protected]: 117

Ristoranti

Meeting room: da 2 a 100 persone

cessò poco dopo la sua attività dichiarando bancarotta. Durante la Seconda guerra Mondiale l’edificio venne trasformato dai tede-schi in una prigione, e tra il 1965 e il 1989 in istituto carcerario per i minorenni, anno nel quale la città di Amsterdam dona l’edi-ficio alla Spinoza Foundation, con lo scopo di affittare i suoi spazi agli artisti destinandolo così a spazio di creatività.

Il conceptProprio nel 1989 la città di Amsterdam indice un concorso sulla base del quale decide di assegnare l’edificio a chi ne avrebbe fatto il miglior uso. L’imprenditrice Suzanne oxenaar e otto Nan, che ri-spettivamente ricoprono attualmente il ruolo di Direttore Artistico e Direttore generale dell’hotel, accettano la sfida di riconvertire l’e-dificio in albergo di lusso, affidando il progetto allo studio MVrDV

Il ristorante è un grande spazio aperto che include il bar/negozio dove si può acquistare cibo fatto in casa, oggettistica varia, lenzuola, asciugamani e persino i tavoli disegnati in esclusiva per il lloyd

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di rotterdam, fino ad allora semisconosciu-to. La decisione fu molto azzardata, e senza esagerare “con licenza di fallire”, visto che si trattava di una ex prigione abbandonata, di uno studio di architettura senza esperien-za nella riqualificazione di edifici antichi e di uno staff operativo assolutamente entusia-sta ma senza nessuna esperienza nel busi-ness del settore alberghiero. Ma nei fatti il Lloyd Hotel di Amsterdam, ridisegnato da MVrDV, nel 2004 si trasforma nel primo indirizzo di design nel cuore del oostelijk Havengebied, l’area orientale dei Docks, che ridefinisce completamente il concetto di lus-so, in un nuovo modo totalmente creativo. È assolutamente riduttivo chiamarlo Boutique Hotel, più adeguata quindi la definizione di Concept Hotel, anche perché alla sua realiz-zazione partecipano oltre cinquanta designer e artisti, che hanno sperimentato idee nuove e spesso azzardate per ridare vita a un tri-ste edificio di oltre settemila metri quadra-ti, trasformandolo in uno degli alberghi più inusuali d’Europa. Il lavoro di riconversione non si è infatti basato tanto sul cambiamen-to quanto sul rinnovamento, spalancando in senso metaforico le sue finestre e lasciando entrare leggerezza, ariosità, colori brillanti e un sacco di nuove idee fresche, una sor-ta di esorcismo culturale intrapreso in due direzioni opposte ma allo stesso tempo coe-renti: da un lato l’attenzione alle radici e al rispetto della sua continuità storica e fun-zionale, facendo rivivere lo spirito origina-rio dell’“Albergo degli Emigranti” e le sue successive trasformazioni, proiettandolo allo stesso tempo a un nuovo futuro, rendendolo

le 117 camere, distribuite su

sei piani, sono collegate con la hall attraverso

un percorso fatto di un eccitante e

un po’ misterioso intreccio tra

spazi pubblici e privati

l’hotel è una fucina di eventi culturali:

esposizioni, presentazioni,

letture, proiezioni e concerti vengono

organizzati nelle aree comuni, spesso in

collaborazione con i numerosi artisti ospiti

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ideale per ospiti che hanno diverse definizioni di lusso. Un luogo dalle porte sempre aperte e dove tutti sono i benvenuti, dai resi-denti dell’area agli artisti in cerca di un posto dove incontrarsi e nel quale presentare le loro creazioni, così come gli uomini d’affa-ri in cerca di pace e tranquillità in un’atmosfera inusuale; un luo-go dove senti di essere ad Amsterdam e allo stesso tempo a casa tua, dove puoi incontrare persone con differenti idee, background culturale e status, con ognuna delle quali puoi socializzare e con-frontarti, degustare cibo locale di stagione ed entrare in contatto con attività ed esposizioni organizzate direttamente nell’albergo, così come con quelle che si svolgono in città.

le camereIl Lloyd Hotel conta 117 camere distribuite su sei piani, tutte col-legate con la hall che si trova al centro dell’edificio attraverso un percorso da attraversare fatto di un eccitante e un po’ misterioso intreccio tra spazi pubblici e privati. Elemento particolare è la ca-tegoria delle camere, classificate da una a cinque stelle, studiate una per una con il preciso scopo di offrire agli ospiti diversi tipi di esperienze grazie al lavoro di architetti del calibro di Claudy Jongstra, Hella Jongerius, De Blazer, Mercel Wanders e richard Hutter, tanto per citarne alcuni, ognuno dei quali ha creato per-sonalmente molti dei pezzi dell’arredo così come i complementi. Le stanze cinque stelle, “Amazing”, sono ovviamente le migliori, e ognuna racchiude almeno una sorpresa in grado di stupire anche l’ospite più esperto. Una per esempio contiene un letto quadrato di quattro metri, ai piedi del quale è presente una vera altalena per far vivere all’ospite la “leggerezza dell’essere” che caratterizza la città olandese; un’altra ha un grande bagno con le pareti in fibra di vetro posizionato esattamente al centro, aiutando in questo mo-do chi varca la sua soglia a rompere gli stereotipi mentali ai qua-li siamo abituati. In un’altra è presente una grande gabbia sospe-sa, dove venivano rinchiusi i prigionieri quando l’albergo aveva la funzione di prigione, mentre in un’altra si può trovare una specie di piccolo museo che richiama il periodo nel quale vi erano rin-chiusi i giovani delinquenti, creando così un’antitesi tra i diversi ambienti che vi convivono. Insomma, ognuna delle stanze è stu-diata per non far mai dimenticare all’ospite di avervi soggiornato. Le camere a quattro stelle si chiamano “Exceptional”, così come il loro design. gli arredi ideati dai designer olandesi in stile mo-derno si amalgamano perfettamente con lo stile classico Anni ’20 dell’architetto De Bazel, che lascia una traccia del suo passaggio in ognuna di queste; inoltre, tutte godono di una splendida lumi-nosità grazie alle finestre alla francese che occupano una consi-stente porzione delle pareti. Passando alla categoria tre stelle si in-contrano le “remarkable”, caratterizzate dall’opera di artisti con-temporanei come richard Hutter, Ineke Hans e Tjalko Lokhorst, e dalla particolarità delle soluzioni di design scelte per le stanze da bagno, contraddistinte da colori brillanti e dalla presenza di vere e proprie sculture posizionate come complementi d’arredo. Le ca-mere due stelle, “Surprising”, tutte disegnate e arredate con gu-sto e semplicità da Seyferth, si affacciano direttamente sui Docks. Questo designer ha lavorato anche alla realizzazione delle camere classificate una stella, della dimensione di soli sette metri quadra-ti, sfruttando perfettamente il poco spazio a disposizione, e dise-gnando appositamente un letto la cui parte bassa svolge la funzio-

le camere classificate una stella, senza bagno privato, sfruttano perfettamente il poco spazio a disposizione

elemento particolare è la categoria delle camere, classificate da una a cinque stelle, studiate una per una per offrire agli ospiti diversi tipi di esperienze

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ne di contenitore, sostituendo in questo modo l’armadio, a questo punto superfluo. Allo stesso modo non è presente il bagno, che gli ospiti che scelgono questa categoria di camera condividono nella hall, dopo un piccolo percorso tra gli spazi comuni. Altro elemen-to molto singolare presente in questa camera è l’illuminazione, ot-tenuta grazie a una lampada dalla base magnetica che si può po-sizionare in qualsiasi punto, grazie alla presenza una striscia di materiale altrettanto magnetico applicata per tutto il suo perimetro.

la cultural emBassy e glI altrI amBIentIIl Lloyd Hotel grazie alla sua Cultural Embassy dà una mano agli ospiti per utilizzare il più efficacemente possibile il tempo più o meno lungo a loro disposizione per fare nuove e ricche esperienze all’insegna di arte e cultura. Consigli personalizzati, biglietti per il teatro, suggerimenti per vivere fino in fondo l’offerta ludica del-la città: sono questi alcuni dei servizi messi a disposizione dall’al-bergo, oltre alle esposizioni, presentazioni, letture, proiezioni e concerti che organizza nelle parti comuni, al centro dell’edificio,

anche in collaborazione con i numerosi artisti ospiti, che possono addirittura scegliere di presentare i loro lavori attraverso il cana-le televisivo interno. Tra le esposizioni spicca la Permanente inti-tolata “Lloyd History”, basata sull’eredità culturale dell’hotel, che fa rivivere tutte le tappe della sua lunga storia. Il ristorante Snell è un grande spazio aperto realizzato in stile design, con grandi ta-voli rettangolari che richiamano quelli usati molti anni prima dai detenuti, disegnati da Liesbeth Mijnlieff in esclusiva per il Lloyd, sui quali ancora oggi gli ospiti mangiano insieme, sottolineando lo spirito di amicizia che si crea e che qui si concretizza nella condi-visione delle esperienze gastronomiche. richard Hutter si è occu-pato anche della miracolosa realizzazione del bar/negozio con food display all’interno dello stesso spazio occupato dal ristorante, cre-ando un ambiente ibrido molto arioso e innovativo. Da ogni punto del ristorante, guardando verso l’alto, lo sguardo può attraversare tutti i sei piani dell’albergo per vedere l’enigmatico e un po’ ma-linconico cielo di Amsterdam, sempre in grado di trasmettere mol-tissime emozioni a chi ha la fortuna di guardarlo.© RIPRODUZIONE RISERVATA ■

le diverse sale meeting consentono

di organizzare vari tipi di eventi:

dalle riunioni di lavoro alle feste di

compleanno per bambini

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