LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DEL CORPO UMANO · ESTREMAMENTE ELASTICA) E DA FIBRILLINA FIBRE...

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LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DEL CORPO UMANO Livello cellulare (Biologia Animale) Livello tessutale (Istologia) Livello di organi ed apparati (Anatomia) www.fisiokinesiterapia.biz

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LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DEL CORPO UMANO

• Livello cellulare (Biologia Animale)

• Livello tessutale (Istologia)

• Livello di organi ed apparati (Anatomia)

www.fisiokinesiterapia.biz

I tessuti del nostro organismo

Il corpo umano è una entità multicellulare. Le cellule si organizzano in

tessuti, cioè raggruppamenti cellulari che hanno origine embriologica

comune e che collaborano per svolgere una o più funzioni.

I TESSUTI DEL CORPO UMANO SI DISTINGUONO IN QUATTRO GRANDI

CATEGORIE:

1. TESSUTI EPITELIALI

2. TESSUTI CONNETTIVI O DI SOSTEGNO O DI SUPPORTO

3. TESSUTO MUSCOLARE

4. TESSUTO NERVOSO

CIRCA I 2/3 DELLE CELLULE DEL NOSTRO ORGANISMO APPARTENGONO AI

TESSUTI EPITELIALI.

I tessuti epiteliali

QUESTI TESSUTI FORMANO DELLE LAMINE CELLULARI CONTINUE

I TESSUTI EPITELIALI SI POSSONO SUDDIVIDERE IN:

1. EPITELI DI RIVESTIMENTO

2. EPITELI GHIANDOLARI (ESOCRINI, ENDOCRINI)

3. EPITELI SENSORIALI (OLFATTO, GUSTO)

4. EPITELI RIPRODUTTIVI (TUBULI SEMINIFERI DEL TESTICOLO)

QUESTA CLASSIFICAZIONE E’ PERO’ TROPPO RIGIDA (COME TUTTE LE

CLASSIFICAZIONI) E VEDREMO CHE VI SONO EPITELI DI

RIVESTIMENTO IN CUI COESISTE UNE FUNZIONE GHIANDOLARE

ESOCRINA (EPITELIO DELLO STOMACO)

Caratteristiche generali dei tessuti epiteliali

Tutti i tessuti epiteliali sono appoggiati su di una membrana basale che li separa dal tessuto sottostante (di solito un tessuto connettivo). Questa membrana basale è costituita per la maggior parte da proteine ed è prodotta dalle cellule epiteliali e dalle cellule del tessuto sottostante.

La maggior parte dei tessuti epiteliali (esclusi i tessuti epiteliali ghiandolari endocrini) non sono vascolarizzati e si nutrono per fenomeni di diffusione a partire dai vasi capillari del tessuto connettivo sottostante.

I tessuti epiteliali (esclusi i tessuti epiteliali sensoriali) si rinnovano costantemente. Questa caratteristica è particolarmente evidente nei tessuti epiteliali di rivestimento (epidermide, intestino tenue). Esistono negli epiteli delle particolari cellule, dette cellule staminali, che hanno la capacità di mantenere costante il proprio numero ma anche di maturare per sostituire le cellule che muoiono.

S

S M

CELLULA STAMINALE

Classificazione degli epiteli di rivestimento

IN QUESTI EPITELI, COME DEL RESTO IN TUTTI I TIPI DI EPITELI, LE

CELLULE APPAIONO A STRETTISSIMO CONTATTO L’UNA CON L‘ALTRA. GLI

SPAZI INTERCELLULARI NON SUPERANO MAI I 20 nm.

GLI EPITELI DI RIVESTIMENTO SI CLASSIFICANO IN BASE A DUE

CRITERI:

1. NUMERO DI STRATI DI CELLULE (EPITELI SEMPLICI O

MONOSTRATIFICATI; EPITELI COMPOSTI O

PLURISTRATIFICATI)

2. FORMA DELLE CELLULE (EPITELI PAVIMENTOSI; CUBICI

O ISOPRISMATICI; CILINDRICI O BATIPRISMATICI)

IL NUMERO DEGLI STRATI E LA FORMA DELLE CELLULE

RIFLETTONO LE FUNZIONI SVOLTE DALL’EPITELIO DI

RIVESTIMENTO:

Gli epiteli monostratificati offrono scarsa protezione ai tessuti sottostanti (che

comunque aumenta all’aumentare dell’altezza delle cellule e per la presenza di

muco o di ciglia sulla superficie dell’epitelio). Pertanto questi epiteli saranno

presenti là dove avvengono fenomeni di assorbimento, scambio gassoso,

escrezione, secrezione, in modo da non ostacolarli.

Gli epiteli pluristratificati offrono invece una buona protezione ai tessuti

sottostanti.

Funzioni degli epiteli di rivestimento

GLI EPITELI DI RIVESTIMENTO SVOLGONO MOLTEPLICI FUNZIONI:

1. RIVESTONO LA SUPERFICIE ESTERNA E LE CAVITÀ INTERNE DEL

CORPO CHE COMUNICANO COLL’ESTERNO.

2. PROTEGGONO I TESSUTI SOTTOSTANTI DA DANNI DI VARIA

NATURA (MECCANICI, FISICI, CHIMICI).

3. RIDUCONO LA PERDITA D’ACQUA (EVAPORAZIONE).

4. REGOLANO I RAPPORTI TRA ORGANISMO E AMBIETE ESTERNO

MEDIANTE GLI SCAMBI METABOLICI (SECREZIONE, ESCREZIONE,

ASSORBIMENTO), GLI SCAMBI GASSOSI (RESPIRAZIONE) E LA

RICEZIONE DEGLI STIMOLI.

Polarità degli epiteli di rivestimento

L’ESTREMITÀ DELLA CELLULA PIÙ VICINA ALLA LAMINA BASALE SI CHIAMO POLO BASALE, MENTRE L’ESTREMITÀ OPPOSTA SI CHIAMA POLO APICALE.

NEGLI EPITELI BATIPRISMATICI IL NUCLEO E’ DI SOLITO SPOSTATOVERSO IL POLO BASALE.

IL POLO APICALE PUÒ PRESENTARE SPECIALIZZAZIONI DELLA MEMBRANA PLASMATICA, TIPO I MICROVILLI O LE CIGLIA.

AL POLO BASALE LA MEMBRANA PLASMATICA PUÒ PRESENTARE DELLE PIEGHE, AL CUI INTERNO MOLTO SPESSO SONO CONTENUTI DEI MITOCONDRI.

Gli epiteli ghiandolariQuesti epiteli sono formati da cellule che si sono specializzate nella secrezione.

Le cellule di questi epiteli sintetizzano e riversano all’esterno del loro corpo cellulare

(secrezione o esocitosi) prodotti di varia natura biochimica (proteica, glucidica,

lipidica).

Questi prodotti, detti secreti, vengono riversati all’esterno del nostro corpo (sudore,

prodotto dalle ghiandole sudoripare) o all’interno di cavità del nostro corpo (bile,

prodotta dal fegato). Parliamo in questi casi di ghiandole esocrine.

Alle volte però i secreti vengono riversati all’interno dei vasi sanguigni (ormoni

tiroidei prodotti dalla tiroide). Parliamo allora di ghiandole endocrine ed il secreto è

definito ormone. Gli ormoni vengono trasportati dal circolo sanguigno e di solito

esercitano la loro funzione a distanza da dove sono stati secreti.

Classificazione delle ghiandole esocrineCRITERI SEGUITI:

1. NUMERO DELLE CELLULE (GHIANDOLE UNICELLULARI; GHIANDOLE

PLURICELLULARI)

2. LOCALIZZAZIONE (GHIANDOLE INTRAEPITELIALI (RARE); GHIANDOLE

EXTRAEPITELIALI, CHE SONO PIÙ COMUNI; QUESTE ULTIME POSSONO POI

ESSERE INTRAMURALI, SE SONO NELLO SPESSORE DELLA PARETE DI UN

ORGANO; O EXTRAMURALI, SE SONO LOCALIZZATE LONTANO

DALL’ORGANO IN CUI INVIANO IL LORO SECRETO; ESEMPIO: PANCREAS)

3. FORMA DELL’ADENOMERO (GHIANDOLE TUBULARI; GHIANDOLE

ALVEOLARI; GHIANDOLE ACINOSE; GHIANDOLE TUBULO-ALVEOLARI;

GHIANDOLE TUBULO-ACINOSE)

4. RAMIFICAZIONI DEI DOTTI ESCRETORI (GHIANDOLE SEMPLICI;

GHIANDOLE RAMIFICATE; GHIANDOLE COMPOSTE)

5. MODALITA’ DI ELIMINAZIONE DEL SECRETO (GHIANDOLE MEROCRINE

OD ECCRINE; GHIANDOLE APOCRINE; GHIANDOLE OLOCRINE)

6. NATURA BIOCHIMICA DEL SECRETO (GHIANDOLE SIEROSE; GHIANDOLE

MUCOSE)

Gli epiteli ghiandolari endocrini

• Sono formati da cellule sparse o raggruppate, che possono essere ospitate entro altri tessuti (epitelio di rivestimento dell’intestino tenue) od organi (testicolo), oppure organizzate a formare vere e proprie ghiandole endocrineghiandole endocrine (tiroide)

• Le ghiandole endocrine si classificano in base alla disposizione delle cellule che le compongono: -ghiandole a cordoni (ipofisi)-ghiandole ad isole (pancreas endocrino)-ghiandole a follicoli (tiroide)Le ghiandole endocrine hanno moltissimi capillari sanguigni a decorso tortuoso (capillari sinusoidi)

I tessuti connettivi o di sostegno o di supportoI corpo umano e gli organi che lo compongono sono sostenuti

e tenuti assieme da tessuti tradizionalmente denominati

TESSUTI CONNETTIVI. Tale nome implica un ruolo

essenzialmente strutturale, di sostegno. Tuttavia la continua

acquisizione di nuove conoscenza, ha evidenziato che la loro

funzione va molto oltre quella di sostegno.

Tutti i tessuti connettivi sono costituiti da cellule disperse in

una matrice extracellulare. Sono tessuti molto

vascolarizzati, ad eccezione della cartilagine che è

avascolare.

Funzioni dei tessuti connettivi

1. SOSTEGNO O SUPPORTO (DI ALTRI TESSUTI, DI ORGANI, DEL CORPO

UMANO)

2. DIFESA

3. NUTRIMENTO DI ALTRI TESSUTI (T. EPITELIALI)

4. INTERVENGONO NEI FENOMENI DELLO SVILUPPO EMBRIONALE E

FETALE

Classificazione dei tessuti connettivi o di sostegno

1. TESSUTI CONNETTIVI PROPRIAMENTE DETTI:

TESSUTO CONNETTIVO FIBRILLARE LASSOTESSUTO CONNETTIVO FIBRILLARE DENSO TESSUTO CONNETTIVO ELASTICO TESSUTO ADIPOSOTESSUTO RETICOLARE

2. TESSUTI DI SOSTEGNO:

TESSUTO CARTILAGINEOTESSUTO OSSEO

3. TESSUTI A FUNZIONE TROFICA (NUTRITIZIA):

SANGUELINFA

I TESSUTI CONNETTIVIPROPRIAMENTE DETTI

La matrice extracellulare è formata da:-fibre (collagene, elastiche, reticolari)-componente amorfa: una specie di gel viscoso altamente idratato,

costituito da PROTEOGLICANI [grosse molecole con un asse centrale proteico a cui sono attaccate numerosissime molecole di natura glucidica, dette glicosoaminoglicani (esempio: acido ialuronico)] e da glicoproteine (molecole con grossa componente proteica e piccola componente glucidica)

Le cellule sono rappresentate da:-fibroblasti/fibrociti-macrofagi-mastociti-plasmacellule-cellule adipose-cellule del sangue migrate nei tessuti connettivi (linfociti, granulociti)

Fibre dei tessuti connettivi p.d.

LE FIBRE DEI TESSUTI CONNETTIVI SONO DELLE STRUTTURE

ALLUNGATE FORMATE DA PROTEINE

FIBRE COLLAGENE: SONO MOLTO RESISTENTI ALLA TRAZIONE E SONO

FORMATE DA COLLAGENE, LA PROTEINA PIÙ ABBONDANTE DEL CORPO

UMANO

FIBRE ELASTICHE: SONO FORMATE DA ELASTINA (CHE E’ APPUNTO

ESTREMAMENTE ELASTICA) E DA FIBRILLINA

FIBRE RETICOLARI: SONO ANCH’ESSE FORMATE DA COLLAGENE, MA

SONO MOLTO PIÙ SOTTILI

1. Caratteristiche dei t. connettivi propriamente detti

T. C. FIBRILLARE LASSO: è il più diffuso nel ns. organismo, è formato soprattutto da fibre

collagene, ma anche da fibre reticolari ed elastiche. È abbondante la componente amorfa

della matrice cellulare. Troviamo molti fibroblasti/fibrociti, ma anche, in misura variabile a

seconda degli organi, tutte le altre cellule tipiche dei t. c. propriamente detti, incluse le cellule

adipose.

T. C. FIBRILLARE DENSO: è costituito soprattutto da fibre collagene. La componente

amorfa è scarsa. Le cellule sono per lo più rappresentate da fibrociti. Può essere a fasci

paralleli, incrociati, intrecciati, a seconda dell’orientamento spaziale delle fibre collagene.

T. C. ELASTICO: è costituito soprattutto da fibre elastiche. Le cellule sono rappresentate

da fibrociti.

T. C. RETICOLARE: è costituito soprattutto da fibre reticolari. Le cellule sono rappresentate da fibrociti.

T. C. ADIPOSO: nel tessuto fibrillare lasso si possono trovare adipociti (cellule adipose).

Tuttavia, se gli adipociti sono molto numerosi si parla di tessuto adiposo. Distinguiamo un t.

adiposo univacuolare o grasso bianco e un t. adiposo multivacuolare o grasso bruno.

Nel t. adiposo univacuolare o grasso bianco gli adipociti sono vicini gli uni agli altri e la

matrice extracellulare è molto scarsa. Ci sono molte fibre reticolari che costituiscono una

specie di impalcatura.

FUNZIONI DEL GRASSO BIANCO

- riserva energetica (1Kg = 7000 Cal)

- ammortizzatore meccanico

- isolante termico

- produzione di ormoni (adipocitochine)

- leptina

- fattore di necrosi tumorale-α

- Interleuchina 6

- adipisina

Tessuto adiposo.2

In base a quanto detto in precedenza, il grasso bianco costituisce nel suo complesso un

organo che svolge importantissime funzioni endocrine. Sta sempre più emergendo che gli

ormoni prodotti da questo tipo di tessuto sono alla base di malattie molto diffuse (ipertensione

arteriosa, aterosclerosi, diabete di tipo 2). Inoltre si sta affermando il concetto che

specialmente il tessuto adiposo localizzato nella cavità addominale è molto attivo dal

punto di vista endocrino.

Per questo motivo un suo eccessivo sviluppo costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo

delle suddette malattie.

GRASSO BRUNO: anche in questo tipo di tessuto gli adipociti sono contigui gli uni agli altri e

la matrice cellulare è scarsa.

È tipico dei roditori (ratti) e degli animali ibernanti (orsi, marmotte). È abbondante durante la

vita fetale dell’uomo, nell’adulto lo troviamo solo in certe zone del ns. corpo (cavità

addominale, collo).

Svolge un ruolo chiave nella produzione di calore (termogenesi) e quindi nella regolazione

della temperatura del ns. corpo.

La cartilagineÈ un t. c. con funzione di sostegno. È formata da cellule (condroblasti/condrociti)

e da abbondante matrice extracellulare, a sua volta costituita da fibre (collagene

od elastiche) e da componente amorfa.

La cartilagine è molto idratata ed è l’unico t. c. non vascolarizzato.

La cartilagine (ad esclusione della cartilagine ialina articolare) è pertanto

circondata da uno strato di tessuto connettivo denso (pericondrio), ricco di vasi

sanguigni, che le permettono di nutrirsi per diffusione.

CARTILAGINE IALINA: è il tipo più abbondante nel ns. organismo. Costituisce lo

scheletro fetale. Nell’adulto forma lo scheletro delle vie aeree (trachea). La

cartilagine articolare e’ di tipo ialino. Contiene FIBRE COLLAGENE, che non sono

però visibili.

CARTILAGINE ELASTICA: è ricca di FIBRE ELASTICHE, che sono visibili. La

troviamo nel padiglione aurricolare.

CARTILAGINE FIBROSA: è ricca di FIBRE COLLAGENE, che sono visibili. La

troviamo nei dischi intervertebrali ed nelle sinfisi.

Classificazione della cartilagine

L’osso

È un t. c. con funzione di sostegno e di protezione, la cui matrice extracellulare

e’ mineralizzata, dunque solida. Inoltre funge da deposito di ioni Ca2+

(l’organismo umano contiene circa 1200 grammi di Ca2+ quasi tutti nell’osso) e di

ioni fosfato.

L’osso, una volta disidratato, può essere separato in una componente

inorganica (minerale, 70%, composta per lo più da un tipo speciale di fosfato di

Ca2+, detto idrossiapatite) ed una organica (30%).

L’osso e’ rivestito in periferia da tessuto connettivo denso molto vascolarizzato

(periostio). Anche le cavità interne dell’osso sono rivestite allo stesso modo

dall’endostio, che è però più sottile. L’osso e’ molto vascolarizzato, i vasi

sanguigni percorrono canali (Havers, Volkmann) che sono scavati nell’osso.

CELLULE DELL’OSSO:

1 - CELLULE OSTEOPROGENITRICI (PERIOSTIO/ENDOSTIO)

2 - OSTEOBLASTI

3 - OSTEOCITI

4 - OSTEOCLASTI

Esistono due tipi di osso: non lamellare (vita fetale/stadi iniziali della riparazione

di fratture) e lamellare. L’osso lamellare può poi essere di tipo compatto o

spugnoso (trabecolare).

Rimodellamento dell’ossoNell’adulto gli osteociti rimuovono e sostituiscono continuamente i sali di calcio circostanti. Anche osteoblasti ed osteoclasti rimangono attivi per tutta la vita. Quindi l’osso viene continuamente rimodellato. Ogni anno circa 1/5 dello scheletro adulto viene demolito e poi ricostruito. L’osso spugnoso della testa del femore può essere sostituito 2 o 3 volte l’anno, mentre l’osso compatto della diafisi ha un rimodellamento molto più lento. Ciò è importante per rispondere a nuove sollecitazioni di carico. Negli anziani prevalgono i fenomeni di demolizione dell’osso rispetto a quelli di ricostruzione, quindi le ossa progressivamente si indeboliscono

LE CAVITA’ DELL’OSSO

• Le cavità interne dell’osso (sia trabecolareche compatto) contengono midollo osseo.

• Il midollo osseo può essere di due tipi:-midollo giallo: è molto ricco di adipociti

univacuolari ed ha un colorito giallastro-midollo rosso: ha un colorito rossastro e

da esso prendono origine gli elementi corpuscolati (cellule) del sangue

Il sangue

Il sangue è un t. c. con funzione nutritizia, in cui la matrice extracellulare è liquida

e si chiama plasma. Il volume del sangue è di 5-6 l. nell’uomo e di 4-5 l. nella donna.

Il pH del sange è 7.35-7.45

Le cellule del sangue sono meglio definite elementi corpuscolati (figurati) del

sangue, perché alcune di esse, le piastrine, non sono cellule ma frammenti del

citoplasma di grosse cellule dette megacariociti.

L’ematocrito rappresenta in media il 45% del volume del sangue, e varia fra il 37

ed il 54%, essendo più alto nei maschi (40-54 contro 37-47).

Lo straterello grigio al di sopra dell’ematocrito (buffy coat) rappresenta l’1% del

volume totale del sangue ed e’ formato da piastrine e globuli bianchi (leucociti).

- H20 91-92

- PROTEINE [albumina (60%), globuline(35%), fibrinogeno (4%), etc.] 7-8

- ALTRI SOLUTI 1-2

ELETTROLITI (Na+, K+, Ca2+, Mg2+, etc.)

PRODOTTI DI SCARTO (urea, acido urico, creatinina)

NUTRIENTI (glucosio, lipidi, amino acidi, vitamine)

GAS (ossigeno, anidride carbonica, azoto)

ORMONI

Il fegato produce più del 90% delle proteine del plasma

Composizione percentuale del plasma

Elementi figurati (corpuscolati) del sangue

ERITROCITI (GLOBULI ROSSI): 4-6 X 106/mm3

LEUCOCITI (GLOBULI BIANCHI): 5000-9000/mm3

PIASTRINE: 150.000-400.000/mm3

FORMULA LEUCOCITARIA

GRANULOCITI NEUTROFILI: 50-70%

GRANULOCITI EOSINOFILI: 2-5%

GRANULOCITI BASOFILI: 0.5-1%

LINFOCITI: 20-40%

MONOCITI: 2-10%

Caratteristiche degli eritrociti (globuli rossi)

Nei mammiferi sono cellule prive di nucleo (anucleate) e di altri organuli.

Hanno una forma a lente (disco) biconcava, che garantisce il maggior rapporto

superficie/volume, per favorire al massimo gli scambi gassosi con i tessuti.

Diametro medio: 7-8 micrometri

Sono cellule molto deformabili e riescono a passare attraverso capillari sanguigni

con un diametro di 4-5 micrometri. Hanno una vita media di 120 giorni. Ogni girono

viene sostituito l’1% degli eritrociti.

Sono delle “cisterne” cariche di emoglobina, una proteina contenente ferro che

lega l’ossigeno a livello polmonare e lo rilascia nei tessuti.

Il ferro e’ responsabile del colore rosso del sangue.

midollo emopoietico

midollo emopoietico

midollo emopoietico

midollo emopoietico

midollo emopoietico

midollo emopoietico

midolloemopoieticoOrigine

intravasaleextravasaleextravasaleextravasaleextravasaleextravasaleintravasaleFunzione

8-12 giornimesi/anni??8-12 giornida 6 ore ad alcuni giorni120 giorniTempo di

sopravvivenza

-2-10%20-40%0.5-1%2-5%50-70%-Formula leucocitaria

150.000-400.000-----4-6 x 106Numero/mm3

1.5-3.5 μm16-20 μm6-15 μm14-16 μm12-17 μm12-14 μm7-8 μmDimensioni

PiastrineMonocitiLinfocitiBasofiliEosinofiliNeutrofiliEritrocitiTipo cellulare

Tipi cellulari maturi nel sangue circolante

Il midollo osseoIl midollo osseo è costituito da due componenti principali:

-fibre reticolari e cellule reticolari (fibroblasti specializzati), che

rappresentano la struttura di supporto per le cellule ematiche in via di sviluppo

-un sistema di sinusoidi (capillari sanguigni) collegati tra loro che

defluiscono verso le vene

MIDOLLO ROSSO: midollo osseo in attività, ripieno di cellule staminali in

replicazione e di precursori delle cellule ematiche; la prevalenza degli eritrociti in via

di sviluppo sugli altri tipi cellulari ne determina una colorazione rosso scura

MIDOLLO GIALLO: con il passare del tempo, il midollo delle ossa lunga diventa

meno attivo ed è progressivamente sostituito da adipociti che gli conferiscono una

colorazione giallastra

Nell’adulto i linfociti sono meno numerosi dei granulociti neutrofili (20-

40% vs 50-70%), mentre nei bambini è vero il contrario

FORMULA LINFOCITARIA (adulto)

LINFOCITI T: 70-80% (IMMUNITA’ CELLULO-MEDIATA)

LINFOCITI B: 5-15% (IMMUNITA’ UMORALE O ANTICORPALE)

LINFOCITI Natural Killer (NK): 5-15% (altro tipo di immunità cellulo-mediata)

I LINFOCITI

Il sistema immunitario

Questo sistema ha come scopo quello di proteggere il ns. organismo da molecole

estranee e quindi potenzialmente dannose.

Tali molecole vengono definite antigeni e sono per lo più di natura proteica. Gli

antigeni possono essere rappresentati da proteine solubili (ad esempio tossine

batteriche quali la tossina del tetano, o proteine virali) oppure da molecole

proteiche presenti sulla membrana di microorganismi o di cellule estranee

all’organismo.

L’antigene deve prima essere riconosciuto: a questa fase prendono parte diversi

tipi di cellule, quali linfociti, macrofagi, antigen-presenting cells, cellule dendritiche).

Successivamente i linfociti del sistema immunitario cercano di neutralizzare

l’antigene.

Il tessuto linfoideIl tessuto linfoide è uno speciale tipo di t.c. caratterizzato dalla particolare ricchezza

in linfociti che, insieme ad cellule di altre linee (cellule reticolari, macrofagi e cellule

che presentano l’antigene) formano la maggior parte degli organi linfoidi. Una rete di

fibre reticolari fornisce un supporto alla popolazione di linfociti in continuo ricambio.

Si trova anche nella parete delle vie digestive e respiratorie, localizzato soprattutto

nella lamina propria della mucosa e della sottomucosa. In queste ultime sedi il

tessuto linfoide si organizza in formazioni anatomicamente definite:

TONSILLE (nell’istmo delle fauci e nella faringe);

NODULI LINFATICI SOLITARI, AGGREGATI E PLACCHE DI PEYER

(nell’intestino tenue);

APPENDICE VERMIFORME;

Tali strutture costituiscono nel loro insieme il complesso MALT (Mucosa-Associated

Lymphoid Tissue).

Gli organi linfoidi si distinguono in:

ORGANI LINFOIDI PRIMARI O CENTRALI (TIMO E MIDOLLO

OSSEO). Vi hanno luogo tutte le tappe differenziative che, a partire da cellule

staminali già orientate verso la linea linfoide, portano alla generazione di linfociti

maturi.

ORGANI LINFOIDI SECONDARI O PERIFERICI (MILZA,

LINFONODI, MALT). Rappresentano le sedi in cui i linfociti svolgono le loro

funzioni.

La linfa

È un liquido di colore lievemente giallastro che circola nei vasi linfatici.

I capillari linfatici iniziano a fondo cieco e sono provvisti di una parete molto

sottile formata da un endotelio discontinuo.

I capillari linfatici confluiscono fra di loro per formare vasi linfatici di maggior calibro

e con parete più spessa detti collettori linfatici.

I collettori linfatici portano la linfa ai linfonodi, che agiscono come delle stazioni di

filtraggio.

Dai linfonodi escono vasi linfatici efferenti che andranno poi a confluire in un

grosso vaso linfatico, detto dotto toracico, che riporta la linfa nel circolo venoso.

La linfa e’ formata da una parte liquida ed una corpuscolata.

La parte liquida assomiglia al plasma, essendo costituita soprattutto da acqua, con

quantità variabili di sali minerali, colesterolo, proteine, lipidi.

La parte corpuscolata è costituita quasi esclusivamente da linfociti che, tramite il

circolo linfatico, passano dai tessuti al sangue.

La linfa

I tessuti muscolariQuesti tessuti sono caratterizzati dalla capacità che hanno le cellule che li

costituiscono di CONTRARSI (ridursi in lunghezza) e di RILASSARSI (ritornare alla

lunghezza iniziale) in risposta a stimoli di varia natura (nervosa, ormonale).

Esistono 3 tipi di tessuti muscolari:

TESSUTO MUSCOLARE SCHELETRICO (STRIATO): costituisce i

muscoli scheletrici ed altri muscoli del ns. organismo. È controllato dalla volontà.

TESSUTO MUSCOLARE MIOCARDICO (STRIATO): costituisce il

miocardio, ovvero uno dei tre strati (il più spesso) della parete del cuore. Non è

controllato dalla volontà.

TESSUTO MUSCOLARE LISCIO: lo troviamo nella parete dei vasi

sanguigni (arterie, vene), nella parete degli organi cavi (stomaco, intestino),

all’interno del globo oculare, nei muscoli erettori dei peli. Non è controllato dalla

volontà.

Il tessuto muscolare scheletrico

È costituito da cellule che sono lunghe da 1 mm a 20 cm. Per questo motivo

vengono dette fibrocellule muscolari o più brevemente fibre muscolari.

Ogni fibra muscolare deriva dalla unione, durante il periodo di sviluppo

embrionale, di molteplici cellule, dette mioblasti, che si fondono insieme.

Pertanto, ogni fibra muscolare e’ un sincizio.

Tutte le parti del muscolo sono rivestite da guaine connettivali:

EPIMISIO, rivestimento esterno che si continua con il tendine e si

inserisce sull’osso;

PERIMISIO, avvolge i singoli fasci di fibre;

ENDOMISIO, inguaina ogni singola fibra muscolare.

La fibra muscolare striata è caratterizzata dall’alternanza di bande chiare e scure

lungo l’asse maggiore. Tali bande sono formate dalla sovrapposizione di elementi

fibrillari, le miofibrille, lunghe strutture cilindriche altamente specializzate per la

contrazione. Le miofibrille sono a loro volta formate da miofilamenti proteici. La

disposizione ordinata dei miofilamenti nell’ambito della miofibrilla conferisce alla

fibra muscolare striata una caratteristica striatura trasversale.

BANDE SCURE: anisotrope o bande A. È occupata al centro da una

regione più chiara, banda H, attraversata, a sua volta, da una linea trasversale,

stria o linea M.

BANDE CHIARE: isotrope o bande I. Ciascuna banda I è divisa in due

da una stria Z.

Proteine contrattili del muscolo scheletrico e miocardico

ACTINA

MIOSINA

TROPONINA

TROPOMIOSINA

Queste proteine, insieme ad altre (titina, nebulina,connettina), formano i miofilamenti i quali, unendosi gli uni agli altri, formano le miofibrille

La contrazione muscolareLa contrazione muscolare è determinata dallo scorrimento dei filamenti di actina sui

filamenti di miosina grazie all’attività ATPasica delle teste di miosina. La formazione

dei legami trasversali transitori tra un filamento di actina ed uno di miosina è un

fenomeno ciclico ATP-dipendente, che richiede la presenza di Ca2+.

Il legame tra il Ca2+ e la troponina provoca un riarrangiamento conformazionale

delle proteine regolatrici che si trovano lungo il filamento sottile, rendendo disponibili

i siti di legame (normalmente occupati dalla subunità I della tropomiosina) tra

l’actina e le teste di miosina. Le teste di miosina, in cui è concentrata l’attività

ATPasica, idrolizzano ATP e sfruttano l’energia liberata da tale reazione per legare

l’actina e flettersi determinando lo scorrimento dei miofilamenti. Dopo la flessione, le

teste di miosina si distaccano dall’actina e riprendono la loro conformazione

originale.

Sistema di conduzione dello stimolo contrattilePer permettere la contrazione sincrona di tutti i sarcomeri di una fibra muscolare,

un sistema di estensioni della membrana plasmatica (sarcolemma) si estende

trasversalmente nella cellula muscolare per circondare ogni miofibrilla, a livello

della giunzione tra le bande A e I (nei Mammiferi).

All’interno della fibra muscolare è presente un sistema tubulare, il sistema T, il

cui lume è in continuità con lo spazio extracellulare.

Un secondo sistema di membrane derivate dal reticolo endoplasmico liscio

(reticolo sarcoplasmatico) è strettamente associato ai tubuli T.

Ogni tubulo T, con i suoi due elementi associati di reticolo sarcoplasmatico

(cisterne terminali) forma una triade a livello della giunzione delle bande A e I.

Il tessuto miocardicoEsistono due tipi di tessuto miocardico:

T. MIOCARDICO COMUNE

T. MIOCARDICO SPECIFICO

Il tessuto miocardico comune e’ formato da cellule dette cardiomiociti.

Costituisce il 99.9% del miocardio ed ha una funzione contrattile.

Il tessuto miocardico specifico e’ formato da diversi tipi cellulari (cellule P,

cellule di transizione, cellule di Purkinje) che hanno perso la funzione

contrattile. La sua funzione e’ quella di generare e di condurre ad alta

velocità lungo direttrici specifiche l’impulso per la contrazione del

miocardio comune.

Il tessuto muscolare liscioÈ costituito da unità morfologicamente distinte, le fibrocellule muscolari lisce, di

forma allungata e prive di striature trasversali, rivestite da una lamina basale.

Le fibrocellule muscolari lisce si possono trovare:

isolate oppure riunite in piccoli gruppi in seno ai tessuti connettivi (es.:

muscoli erettori del pelo);

affiancandosi tra di loro in fascetti o lamine, costituiscono le tonache

muscolari degli organi cavi (tubo digerente, dalla porzione media dell’esofago

fino allo sfintere interno dell’ano; vie respiratorie, dalla trachea ai condotti

alveolari; apparati urinario e genitale);

nella parete dei vasi arteriosi, venosi, e linfatici maggiori;

nella parete di grossi dotti ghiandolari;

formano i muscoli dell’iride e del corpo ciliare.

Il tessuto nervoso

È formato da NEURONI e da CELLULE GLIALI

CELLULE GLIALI:

ASTROCITI FIBROSI

ASTROCITI PROTOPLASMATICI (S.N.C)

CELLULE EPENDIMALI (S.N.C.)

CELLULE DELLA MICROGLIA (S.N.C.)OLIGODENDROCITI (S.N.C.)CELLULE DI SCHWANN (S.N.P.)

CELLULE SATELLITI (S.N.P.)

Proprietà dei neuroni

I neuroni sono cellule particolarmente differenziate ai fini di generare, condurre e

trasmettere l’impulso nervoso, cioè una variazione del potenziale di membrana

(DEPOLARIZZAZIONE) che si genera a seguito di stimolazione (stimoli di natura

chimica o fisica) del neurone.

I neuroni hanno le seguenti proprietà caratterizzanti:

ECCITABILITÀ

CONDUCIBILITÀ

TRASMISSIBILITÀ

MEMORIZZAZIONE

+ + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -+ + ++ + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +

- - - - - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + - - - - - - - - - - - - - - - - - -

+ + + + + + + + + + + + - - - - - - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + +

- 72 mV

DEPOLARIZZAZIONE (ENTRA Na+)

- 72 mV+ 30 mV

+ + + + + + + + + + + + - - - - - - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + +

- - - - - - - - - - - - - - - - - + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + - - - - - - - - - - - - - - - - - -

+ 30 mV- 72 mV

RIPOLARIZZAZIONE (ESCE K+)

Rappresentazione schematica dell’insorgenza del potenziale d’azione

Sinapsi e giunzioni cito-neurali

Le sinapsi sono i dispositivi di collegamento fra i neuroni. Tramite esse si

formano dei circuiti (catene), più o meno complesse, di neuroni.

Le giunzioni cito-neurali sono i dispositivi di collegamento tra un neurone ed

una cellula non neuronale (muscolare, epiteliale).

Tuttavia il meccanismo di trasmissione dell’impulso nervoso (potenziale d’azione)

è molto simile a livello delle sinapsi e delle giunzioni cito-neurali.

I neuromediatori (neurotrasmettitori)

Dal punto di vista chimico possono essere:

AMINE:

SEROTONINA

ISTAMINA

DOPAMINA

NORADRENALINA

AMINO ACIDI:

GLICINA

ACIDO ASPARTICO

ACIDO GLUTAMMICO

ACETILCOLINA

ACIDO γ-AMINO BUTIRRICO (GABA)

PICCOLE PROTEINE (PEPTIDI)

A livello di una sinapsi possono essere presenti e liberati uno o più

neuromediatori.

Cellule della glia

Queste cellule svolgono molteplici funzioni che dipendono dal tipo cellulare.

ASTROCITI: recuperano il K+ fuoriuscito dai neuroni; recuperano parte dei

neutrasmettitori a livello delle sinapsi; costituiscono la barriera emato-

encefalica a livello del S.N.C..

OLIGODENDROCITI: costituiscono la guaina mielinica delle fibre nervose

(assoni) del S.N.C.

CELLULE EPENDIMALI: rivestono le cavità interne del S.N.C. ed intervengono

nella produzione del liquido cefalo-rachidiano.

CELLULE DELLA MICROGLIA: sono cellule con capacità fagocitarie ed in

grado di muoversi. Sono simili ai macrofagi e si attivano in seguito a traumi,

infiammazioni o malattie degenerative del S.N.C.

CELLULE DI SCHWANN: costituiscono la guaina mielinica delle fibre nervose

(assoni) del S.N.P.

CELLULE SATELLITI: sono presenti nei gangli del Sistema Nervoso Autonomo

(S.N.P.)

Il sistema nervoso centrale (S.N.C.) e’ formato dall’encefalo e dal midollo

spinale.

Il sistema nervoso periferico (S.N.P.) e’ formato dai nervi periferici e dai gangli

(spinali e del sistema nervoso viscerale) che sono raggruppamenti di neuroni

posti al di fuori del S.N.C.

Nel S.N.C. gli assoni formano i fasci della sostanza bianca. Nel S.N.P. gli assoni

formano i nervi periferici.

SOSTANZA GRIGIA DEL S.N.C.

È costituita dai corpi dei neuroni, dai dendriti, dalle parti iniziali e finali di

assoni, da cellule gliali (astrociti, oligodendrociti, cellule della microglia), vasi

sanguigni.

SOSTANZA BIANCA DEL S.N.C.

È costituita da assoni, da oligodendrociti, da vasi sanguigni.

Organi, sistemi, apparati del corpo umano

Per organo si intende una parte del ns. corpo di forma definita, separabile e

costituita da vari tessuti. Gli organi sono raggruppati in sistemi o apparati.

Il sistema è un insieme di organi che sono omogenei per struttura, funzione

ed origine embriologica (esempio: sistema nervoso centrale o S.N.C.).

L’apparato è un insieme di organi che sono diversi per funzione, struttura e

per origine embriologica, ma che lavorano insieme per svolgere una o più

funzioni in comune (apparato digerente).

Gli organi del corpo umano

Gli organi del nostro corpo si dividono in organi cavi (esempio: stomaco,

vescica urinaria) ed organi pieni o parenchimatosi (esempio: fegato, rene).

Inoltre gli organi possono essere pari (ne abbiamo due, tipo i polmoni) od

impari (ne abbiamo uno solo, tipo il cuore).

La parete degli organi cavi ha una struttura tipica detta a tonache (strati)

sovrapposte. Partendo dall’interno e procedendo verso l’esterno si trovano:

1. TONACA MUCOSA, costituita sempre da un epitelio di

rivestimento, una membrana basale ed una lamina propria (t.c. lasso).

2. TONACA SOTTOMUCOSA, costituita da t.c. lasso.

3. TONACA MUSCOLARE, costituita da tessuto muscolare liscio.

4. TONACA AVVENTIZIA (T.C. LASSO) O TONACA SIEROSA

(formata da uno strato di cellule appiattite, dette mesoteliali, e da un sottile

strato di t.c. lasso). Esempi di tonache sierose sono: il pericardio (cuore), il

peritoneo (app. digerente), le pleure (polmoni).

Cuore e vasi sanguigni

Sono esempi di organi cavi particolari.

La parete del cuore e’ formata da 3 strati (dall’interno all’esterno):

1. ENDOCARDIO (formato da uno strato di cellule molto appiattite, una

membrana basale ed un sottilissimo strato di t.c. lasso).

2. MIOCARDIO (formato da t. muscolare miocardico)

3. EPICARDIO (è una parte del pericardio, che e’ una tonaca sierosa).

I vasi sanguigni di maggiori dimensioni (arterie, vene) hanno la parete formata da tre

tonache (dall’interno all’esterno):

1. TONACA INTIMA, costituita da uno strato di cellule appiattite (cellule

endoteliali), una membrana basale ed un sottilissimo strato di t.c. lasso.

2. TONACA MEDIA, la cui struttura cambia a seconda del tipo di vaso

sanguigno. Pertanto la tonaca media è quella che più caratterizza e permette di

distinguere i vari tipi di vasi sanguigni.

3. TONACA AVVENTIZIA, costituita da t.c. lasso.

TIPI DI ARTERIE

• Grosse arterie o arterie di tipo elastico, con diametro > 7 mm (aorta, arteria carotide comune, arterie renali)

• Arterie di medio e piccolo calibro o arterie muscolari, con diametro compreso fra 0,5 e 7 mm (arterie coronarie)

• Arteriole, con calibro inferiore a 0,5 mm

I capillari

Sono i vasi sanguigni di calibro minore (4-40 μm). I capillari di calibro maggiore

sono detti sinusoidi e di solito hanno un decorso ondulato (fegato, gh. endocrine).

La loro parete e’ molto sottile per facilitare gli scambi metabolici con i tessuti.

Essa è formata da uno strato di cellule endoteliali molto appiattite che

appoggiano sopra ad una membrana basale. Alle volte la membrana basale può

presentare delle interruzioni. All’esterno della membrana basale possono essere

presenti altre cellule dette periciti.

Distinguiamo tre tipi di capillari:

1. Continui, con un rivestimento ininterrotto di cellule endoteliali.

2. Fenestrati, con cellule endoteliali il cui citoplasma presenta grandi

pori (fenestrazioni). Sono tipici dei glomeruli renali.

3. Discontinui, in cui esistono discontinuità fra una cellula endoteliale

e l’altra. In questi capillari la membrana basale è assente o presenta delle

interruzioni.

I sinusoidi sono i capillari col diametro maggiore e di solito sono fenestrati e/o

discontinui (ad esempio nel fegato).

VENE

• Ai capillari fanno seguito le venule post-capillari (eccezione: nei corpuscoli renali ai capillari fanno seguito altre arteriole)

• Seguono poi vene di piccolo-medio calibro ed infine le grandi vene

Organi pieniGli organi pieni o parenchimatosi (esempio: pancreas) sono circondati da una

capsula di tessuto connettivo fibrillare denso.

Da questa capsula nascono dei setti che si dirigono in profondità suddividendo

l’organo in parti più piccole (lobi e lobuli). Tali setti costituiscono una specie di

impalcatura dell’organo.

Gli organi pieni di solito presentano sulla loro superficie una zona detta ilo che

rappresenta il punto in cui i vasi sanguigni entrano (arteria) o escono (vena)

dall’organo stesso. Inoltre a livello dell’ilo esce il condotto (dotto) escretore

dell’organo, se questo e’ una ghiandola esocrina. Nell’ilo entrano anche i nervi

ed escono i vasi linfatici. I vasi sanguigni si ramificano decorrendo nei setti

connettivali, che contengono anche le radici del condotto escretore.

Fra i setti sono presenti le cellule che formano il parenchima dell’organo. Si tratta

per lo piu’ di cellule di natura epiteliale o linfoide. Fra le cellule sono presenti

fibre reticolari che formano un’ulteriore impalcatura.

Schema di un organo pieno con organizzazione in lobi e lobuli.1, dotto escretore;

2, vasi sanguiferi;

3, capsula;

4, lobulo;

5, ilo;

6, lobo;

7, setto interlobulare (parte dello stroma)

8, parenchima.

Le articolazioni sono quei dispositivi che, unendo le ossa, formano lo scheletro.

Le articolazioni si dividono in:

ARTICOLAZIONI FISSE O SINARTROSI

ARTICOLAZIONI SEMI-MOBILI O ANFIARTROSI (SINFISI)

ARTICOLAZIONI MOBILI O DIARTROSI

-Le sinartrosi (articolazioni per continuità) vengono classificate in base al tipo di

tessuto che unisce la ossa:

SUTURE O SINDESMOSI: T. CONNETTIVO DENSO

SINOSTOSI: TESSUTO OSSEO

SINCONDROSI: CARTILAGINE IALINA

Le articolazioni

-Nelle sinfisi il tessuto presente tra le due ossa e’ cartilagine fibrosa.

-Le diartrosi sono articolazioni per contiguità che si classificano in base alla forma

delle superfici articolari.

Tutte le diartrosi presentano delle caratteristiche comuni:

CAPSULA ARTICOLARE

LEGAMENTI

CAVITA’ ARTICOLARE

CARTILAGINE ARTICOLARE

MEMBRANA SINOVIALE

LIQUIDO SINOVIALE

IN ALCUNE DIARTROSI SONO PRESENTI MENISCHI O CERCINI ARTICOLARI.

1. ARTRODIA

2. ENARTROSI

3. CONDILOARTROSI

4. ARTICOLAZIONE A SELLA

5. GINGLIMO ANGOLARE

6. GINGLIMO LATERALE

Tipi di diartrosi

LA COLONNA VERTEBRALE

• E’ formata dalla sovrapposizione di 32-34 ossa brevi o corte, le vertebre:

• 7 vertebre cervicali• 12 vertebre toraciche• 5 vertebre lombari• 5 vertebre sacrali• 3-5 vertebre coccigee

IL DIAFRAMMAE’ il principale muscolo inspiratorio. Ha la forma di una doppia cupola con concavità inferiore. La parte centrale piatta è il centro frenico (tendineo). Presenta due facce: una superiore (toracica),una inferiore (addominale). Quando si contrae, il diaframma si appiattisce, causando un aumento di volume della cavità toracica. Contemporaneamente il volume della cavità addominale diminuisce e la pressione intraddominale aumenta. Pertanto il diaframma si contrae anche in tutte quelle condizioni in cui è necessario un aumento della pressione intraddominale (parto, vomito, minzione, defecazione)

IL DIAFRAMMA PELVICO

Il diaframma pelvico è un insieme di muscoli e strutture connettivali che chiudono inferiormente la piccola pelvi, creando un pavimento che ha la forma di un imbuto. Il principale di questi muscoli è il muscolo elevatore dell’ano. Nella parte anteriore ed inferiore, il diaframma pelvico è rinforzato dal trigono uro-genitale. Il diaframma pelvico ed il trigono uro-genitale sono attraversati nell’uomo dall’uretra e dall’intestino retto; nella donna, a queste strutture bisogna aggiungere la vagina.

Apparato cardiovascolare

È formato da un organo centrale, il cuore, e da numerosi canali ramificati, i vasi

sanguiferi o sanguigni, nei quali circola il sangue.

I vasi sanguiferi si dividono in arterie, vene e capillari.

Il cuore è un organo cavo diviso in due metà (destra e sinistra) non

comunicanti tra loro. Ogni metà è formata da due cavità sovrapposte e

comunicanti fra loro: atrio, superiormente, e ventricolo, inferiormente.

Il cuore è situato nella cavità toracica, precisamente nel mediastino anteriore,

fra i due polmoni, sopra il diaframma. È per i 2/3 spostato a sinistra. È

contenuto in un sacco connettivale, il pericardio fibroso, rivestito internamente

da una membrana sierosa, il pericardio sieroso.

L’apparato circolatorio è suddiviso in due grandi settori:

Grande circolazione, o circolazione sistemica. Ha inizio dal ventricolo sinistro

del cuore con l’arteria aorta, che mediante le sue numerose ramificazioni e la formazione di

capillari sanguiferi, distribuisce il sangue arterioso all’intero organismo. La grande circolazione

termina nell’atrio destro dove sboccano la vena cava inferiore, la vena cava superiore e il

seno coronario. Nella grande circolazione le arterie contengono sangue ricco di O2, le vene

sangue ricco di CO2.

Piccola circolazione, o circolazione polmonare. Ha inizio dal ventricolo destro

del cuore con l’arteria polmonare che, biforcandosi in un ramo destro ed uno sinistro, porta

sangue venoso ai polmoni. All’interno di questi il sangue venoso perde CO2 ed acquista O2.

La piccola circolazione termina nell’atrio sinistro dove confluiscono le vene polmonari. La

piccola circolazione è pertanto caratterizzata da sangue povero di O2 nelle arterie e da

sangue ricco di O2 nelle vene.

IL PERICARDIOIl pericardio è un sacco che avvolge il cuore.

Esternamente troviamo il pericardio fibroso, costituito da t.c. fbrillare denso. Il pericardio fibroso è ancorato al centro frenico del diaframma, alla faccia posteriore dello sterno e si continua con la tonaca avventizia dei grossi vasi (arterie e vene) che nascono dal o terminano nel cuore.Più all’interno vi è il pericardio sieroso, formato da 2 foglietti che si continuano uno coll’altro: il più interno dei due (foglietto viscerale) è detto anche epicardio; il piùesterno è detto foglietto parietale del pericardio sieroso. Fra questi due foglietti è presente una cavità, detta cavità pericardica, che contiene una piccolissima quantità di liquido, il liquido pericardico.

IL CUORE

• L’asse maggiore del cuore (12 cm.) è diretto dall’alto verso il basso, dall’indietro in avanti e da destra a sinistra

• L’asse trasversale misura circa 9 cm.• L’asse antero-posteriore circa 6 cm.

• Il peso del cuore è compreso fra 250 e 300 g. circa (maggiore nell’uomo rispetto alla donna)

Scheletro fibroso del cuoreÈ composto da tessuto connettivo denso e si trova sul piano valvolare del

cuore, interposto fra atri e ventricoli.

Ha 3 principali funzioni:

SERVE PER SOSTENERE LE VALVOLE DEL CUORE.

SERVE COME PUNTO DI AGGANCIO PER IL MIOCARDIO COMUNE

DEGLI ATRI E DEI VENTRICOLI.

SERVE PER ISOLARE ELETTRICAMENTE ATRI E VENTRICOLI, IN

MANIERA TALE CHE L’IMPULSO PER LA CONTRAZIONE DEL CUORE

PUÒ PASSARE DAGLI ATRI AI VENTRICOLI SOLO TRAMITE IL

FASCIO ATRIO-VENTRICOLARE COMUNE DI HIS.

Sistema di conduzione (degli stimoli per la contrazione) del cuore

È costituito da miocardio specifico, cioè da cellule che hanno perso la funzione

contrattile ma che si sono specializzate nella genesi e nella conduzione ad alta

velocità lungo direttrici specifiche dello stimolo elettrico che serve a far

contrarre il miocardio comune.

Distinguiamo un sistema SENO-ATRIALE ed un sistema ATRIO-VENTRICOLARE.

1. SISTEMA SENO ATRIALE

Comprende il nodo SENO-ATRIALE, localizzato nella parete dell’atrio destro,

vicino allo sbocco della vena cava superiore. In questo nodo sono presenti le

cellule P (= PALLIDE) che sono le cellule SEGNAPASSI (PACEMAKER) del

cuore, poiché si eccitano (depolarizzano) 60/70 volte al minuto (a riposo) e danno

così origine allo stimolo per la contrazione del miocardio comune.

2. SISTEMA ATRIO VENTRICOLARE

Comprende:

Il NODO ATRIO-VENTRICOLARE, localizzato nel versante destro del setto

interatriale sopra alla zona di impianto del margine aderente della cuspide mediale

della valvola tricuspide. In questo nodo presenti cellule dette di transizione, il cui

compito è quello di rallentare la conduzione dello stimolo elettrico in modo tale

che gli atri completino di contrarsi prima che inizi la contrazione dei ventricoli.

Il FASCIO ATRIO-VENTRICOLARE COMUNE DI HIS (lungo circa 1 cm),

formato dalle cellule del Purkinje, che scavalca lo scheletro fibroso del cuore.

Le BRANCHE DESTRA E SINISTRA che portano lo stimolo al rispettivo

ventricolo.

La RETE SUB-ENDOCARDICA DI PURKINJE che trasmette lo stimolo al

miocardio comune dei ventricoli.

PARTICOLARITA’ DELLA

CIRCOLAZIONE FETALE (I)

• Il sangue ossigenato giunge al feto dalla placenta materna tramite la vena ombelicale

• La vena ombelicale confluisce nella vena cava inferiore

• I due atri comunicano tramite il foro ovale• I polmoni non funzionano e la pressione

sanguigna nel circolo polmonare è molto alta• Pertanto il sangue dall’atrio destro passa quasi

tutto nell’atrio sinistro

PARTICOLARITA’ DELLA

CIRCOLAZIONE FETALE (II)

• Inoltre, parte del sangue che transita nell’arteria polmonare viene deviato nell’aorta tramite il dotto arterioso

• Il sangue ritorna alla placenta per riossigenarsitramite le arterie ombelicali, rami delle arterie iliache interne

Apparato respiratorio

È composto dai polmoni e dalle vie aeree.

Le vie aeree si distinguono in superiori (cavità nasali e faringe) ed inferiori

(laringe, trachea, bronchi).

Funzioni dell’apparato respiratorio

Scambi gassosi (O2/CO2) fra aria e sangue.

Regolazione del pH ematico

Fonazione (emissione suoni)

Olfatto

LA FARINGELa faringe è un organo impari e cavo che si estende dalla base del cranio fino all’altezza della 6° vertebra cervicale. Si trova nel collo, anteriormente alle vertebre cervicali. Procedendo dall’alto in basso si divide in:-Rinofaringe: fa parte solo dell’app. respiratorio-Orofaringe: fa parte dell’app. respiratorio e di quello digerente-Laringofaringe: fa parte dell’app. respiratorio e di quello digerente

LA LARINGE

E’ un organo impari e cavo che serve per la fonazione, ovvero la produzione di suoni. E’ situata nella parte anteriore del collo e ha la forma di una piramide tronca rovesciata. Fa parte dell’app. respiratorio. In alto comunica con la laringofaringe, in basso si continua con la trachea. La laringe ha uno scheletro cartilagineo (cart. ialina). Le cartilagini sono unite da legamenti e possono muoversi in quanto unite da piccole articolazioni mobili. I movimenti sono permesse da muscoli scheletrici che sono sotto il controllo della volontà. La laringe èrivestita internamente da una tonaca mucosa con epitelio respiratorio.

LA TRACHEAE’ un organo impari e cavo, situato in parte nel collo e in parte nel mediastino. Ha la forma di un tubo che si estende dalla 6° vertebra cervicale alla 4° vertebra toracica, dove si biforca dando origine ai 2 bronchi principali. Ha uno scheletro cartilagineo, formato da 15-20 anelli incompleti di cartilagine ialina. La parte posteriore (floscia) è detta parte membranaceadella trachea.Le tonache della parete della trachea sono: t. mucosa, t. sottomucosa, t. muscolare (presente solo posteriormente), t. avventizia.

I POLMONI

I polmoni sono organi pieni e pari situati nella cavitàtoracica. Hanno la forma di un cono molto appiattito in senso latero-mediale. Pertanto mostrano: un apice, una base (concava, che si appoggia sul diaframma), una faccia costale o laterale, una faccia mediastinica o mediale, un margine anteriore ed un margine posteriore. Il polmone destro ha un volumesuperiore al sinistro ed è diviso in 3 lobi, separati da 2 scissure. Il sinistro ha 2 lobi separati da 1 scissura. Ogni lobo è poi suddiviso in centinaia di parti piùpiccole, dette lobuli, che hanno la forma di piramidi tronche.

STRUTTURA DI BRONCHI E BRONCHIOLI

I bronchi principali e lobari hanno una struttura analoga a quella della trachea. Nei bronchi zonali (segmentari) gli anelli cartilaginei si trasformano in placche. Nei bronchioli le placche scompaiono. Nel contempo aumenta il tessuto muscolare liscio ed elastico presente nella parete e questo fatto impedisce il collasso della parete dei bronchioli. Nei bronchioli scompare la sottomucosa e l’epitelio di rivestimento si trasforma da pseudostratificato a batiprismatico (ciliato) e poi a isoprismatico.

Alveoli polmonari

Sono delle cavità a forma di sacchetto che cominciano ad apparire a livello dei

bronchioli respiratori.

Sono rivestiti internamente da un epitelio pavimentoso semplice (molto sottile)

formato da due tipi di cellule:

pneumociti di tipo I (più numerosi e più piccoli)

pneumociti di tipo II meno numerosi e più grandi. Sintetizzano e

secernono all’interno dell’alveolo un materiale detto surfactante polmonare.

Tale materiale è ricco di fosfolipidi (in particolare fosfatidicolina), si stratifica

sulla superficie interna dell’alveolo e agisce da tensioattivo, ovvero abbassa la

tensione superficiale. In questa maniera l’alveolo non collassa troppo durante

l’espirazione né si dilata eccessivamente durante l’inspirazione.

All’interno degli alveoli troviamo anche dei macrofagi, la cui funzione è quella di

fagocitare le particelle solide, inalate con l’aria, giunte fino agli alveoli.

Nel connettivo presente fra gli alveoli polmonari troviamo moltissimi capillari

sanguigni, con diametro di 5-6 µm.

Tali capillari derivano dai due rami dell’arteria polmonare (destro e sinistro). Da

tali capillari prenderanno origine le vene polmonari (due per ogni polmone).

L’apparato digerenteL’apparato digerente è costituito da una serie di organi cavi posti in continuità fra

di loro che formano il tubo digerente o canale alimentare.

Ha inizio con l’apertura della cavità orale e termina con l’orifizio anale.

Il tragitto misura complessivamente circa 9 metri.

All’apparato digerente sono annesse delle ghiandole extramurali (organi pieni)

quali le ghiandole salivari maggiori, il fegato ed il pancreas.

Inoltre l’apparato digerente contiene moltissime ghiandole intramurali,

localizzate cioè nello spessore delle pareti dei vari organi. Queste ghiandole sono

presenti nella lamina propria della mucosa o nella sottomucosa. Infine vi sono

ghiandole intraepiteliali (gh. caliciformi mucipare).

ASSUNZIONE DALL’ESTERNO DI ACQUA E CIBO

TRITURAZIONE DEL CIBO (MASTICAZIONE)

SCOMPOSIZIONE DEGLI ALIMENTI IN MOLECOLE

ASSORBIBILI (DIGESTIONE)

ASSORBIMENTO DELLE MOLECOLE TRAMITE LA

CIRCOLAZIONE SANGUIGNA E LINFATICA

ELIMINAZIONE DEI RESIDUI ALL’ESTERNO

Funzioni dell’apparato digerente

LA LINGUALa lingua è un organo muscolo-mucoso che occupa quasi interamente la cavità orale propriamente detta. E’ costituita da una radicee da un corpo. Presenta una faccia superiore, una inferiore e un apice. La superficie superiore della lingua non è liscia, ma presenta dei piccoli rilievi detti papillelinguali (p. filiformi, p. fungiformi, p. vallate). La lingua è rivestita da una tonaca mucosa con un epitelio pavimentoso composto. In profondità è forma da muscoli scheletrici(intrinseci ed estrinseci) e da una specie di scheletro fibroso (t. connettivo denso).

LA SALIVA

-E’ prodotta dalle ghiandole salivari minori e maggiori. -Ogni giorno produciamo fino a 1 litro e ½ di saliva. -La saliva è composta soprattutto di acqua, e contiene ioni,

proteine (alfa-amilasi, un enzima che inizia la digestione dei carboidrati; immunoglobuline; lisozima), glicoproteine.

-Esistono due tipi di saliva: sierosa (fluida) e mucosa (vischiosa).

-Funzioni della saliva: mantiene umida la mucosa della cavitàorale, contribuisce alla formazione del bolo alimentare, solubilizza le molecole dei cibi affinchè stimolino l’organo del gusto, ci protegge da microrganismi dannosi (funzione antibatterica).

Epitelio

Cavità orale – Faringe – Esofago – parte inf. del Retto epit. PAVIMENTOSO COMPOSTO Stomaco e intestino epit. CILINDRICO SEMPLICE.

Lamina propria

Connettivo denso ricco di fibre elastiche contenente ammassi di tessuto linfatico (MALT) deputato all’immunità locale. Può contenere ghiandole.

Muscolaris mucosae

Presente dall’esofago in poi. Favorisce l’emissione del secreto delle ghiandole presenti nella lamina propria e l’assorbimento da parte delle cellule epiteliali.

Organizzazione dell’apparato gastrointestinale

TONACA MUCOSA

TONACA SOTTOMUCOSAConnettivo lasso. Ricca di vasi sanguigni, linfatici e nervi. Permette lo scorrimento delle tonache mucosa e muscolare una sull’altra. Può contenere ghiandole.

TONACA MUSCOLARE

Cavità orale – Faringe – parte sup. dell’Esofago – Orifizio anale MUSCOLATURA STRIATA Dal tratto inf. dell’esofago all’ano MUSCOLATURA LISCIA, disposta solitamente in due strati:

- circolare interno

- longitudinale esterno

L’attività antagonista di questi due strati differentemente orientati determina ONDE PERISTALTICHE (progressione del contenuto nel lume) e MOVIMENTI PERISTOLICI (adattamento del volume del viscere al contenuto).

TONACA AVVENTIZIA O SIEROSA

Connettivo denso. Riveste la faringe e la porzione sopradiaframmatica dell’esofago.

Al di sotto del diaframma (in cavità addominale) è rivestita da una tonaca sierosa (o peritoneo viscerale) costituita da epitelio pavimentoso semplice + membrana basale (mesotelio).

•Nelle tonache SOTTOMUSOSA e MUSCOLARE si trovano terminazioni nervose del sistemanervoso autonomo che formano plessi deputati al controllo di secrezione ghiandolare

contrazione muscolatura liscia

ESOFAGOL’esofago è un organo impari e cavo. Collega la

laringofaringe con lo stomaco. Si estende dalla 6°

vertebra cervicale alla 1° vertebra lombare. E’ situato

nel collo, nel mediastino e per un piccolo tratto nella

cavità addominale, nella quale penetra tramite l’orifizio

esofageo del diaframma. E’ lungo circa 25 cm.

Anteriormente è in rapporto con la trachea e poi con il

cuore, posteriormente con la colonna vertebrale.

La parete dell’esofago ha una struttura a tonache

sovrapposte (mucosa, sottomucosa, muscolare,

avventizia).

Lo stomaco svolge fondamentalmente le funzioni di:

accumulo e trasformazione meccanica del cibo ingerito

rottura dei legami chimici per azione di acidi ed enzimi

scarsi fenomeni di assorbimento

Il rimescolamento delle sostanze ingerite con il succo gastrico secreto dalla

ghiandole gastriche produce una zuppa viscosa definita chimo.

PARTI DELLO STOMACO:

CARDIAS

FONDO

CORPO

REGIONE PILORICA

-ANTRO PILORICO

-CANALE PILORICO

Stomaco

Lo stomaco e’ rivestito internamente da un epitelio di tipo batiprismatico

(cilindrico) semplice.

Le cellule che compongono questo epitelio hanno una importante particolarità:

producono e secernono grandi quantità di muco che si stratifica sulla superficie

interna dello stomaco. Questo muco ha il compito di proteggere la parete dello

stomaco dall’azione corrosiva del succo gastrico (pH: 1-2). Si tratta

pertanto di un epitelio di rivestimento che è secernente.

La parete dello stomaco è formata da 4 tonache: mucosa, sottomucosa, muscolare,sierosa

Cellule mucose del colletto: producono muco

Cellule principali: producono pepsinogeno, un enzima proteolitico inattivo che

si attiva (pepsina) grazie al pH acido (1-2) dell’ambiente gastrico. producono

anche rennina , un enzima che, nel lattante, e’ importante per la digestione del latte.

Cellule parietali: producono HCl e il fattore intrinseco, una proteina che serve per

l’assorbimento della vitamina B12 (importante per la produzione di eritrociti). Tale

assorbimento ha luogo nell’intestino.

Cellule del sistema endocrino gastro-enterico: producono vari ormoni.

Cellule staminali: con funzione di rimpiazzo.

Cellule delle ghiandole gastriche

SEROTONINA: stimola la contrazione della muscolature liscia dello stomaco

GASTRINA: stimola la secrezione del succo gastrico

GRELINA: agisce a livello dell’ipotalamo (parte del S.N.C.) e ci fa venire fame

Ormoni secreti dalle cellule del sistema endocrino gastroenterico localizzate nelle ghiandole gastriche

1. DUODENO (circa 25-30 cm). Si estende dal piloro alla flessura duodeno-

digiunale

PARTI DEL DUODENO

SUPERIORE (BULBO DUODENALE)

DISCENDENTE

ORIZZONTALE

ASCENDENTE

2. INTESTINO TENUE MESENTERIALE (6-7 m). Si estende dalla flessura

duodeno-digiunale alla valvola ileo-cecale

PARTI DELL’INTESTINO TENUE MESENTERIALE

DIGIUNO (2/3)

ILEO (1/3)

Intestino Tenue

FUNZIONI DELL’INTESTINO TENUE

Nell’intestino tenue vengono COMPLETATI I PROCESSIDIGESTIVI iniziati nella CAVITÀORALE e proseguiti nello STOMACO

Al termine della digestione avviene l’ASSORBIMENTO dei materiali digeriti (enorme superficie assorbente, data non tanto dalla lunghezza quanto dai diversi ordini di rilievi: pieghe circolari, villi, microvilli).

Papille duodenali

Sono dei rilievi presenti sulla superficie mediale interna della parte discendente del

duodeno.

1. PAPILLA DUODENALE MAGGIORE (inferiore): vi sboccano il dotto coledoco

(porta la bile dalla colecisti) ed il dotto pancreatico principale (porta la maggior parte

del secreto esocrino del pancreas).

2. PAPILLA DUODENALE MINORE (superiore): vi sbocca il dotto pancreatico

accessorio (che porta una piccola parte del secreto esocrino del pancreas).

Strutture che aumentano la superficie interna dell’intestino tenue

PIEGHE CIRCOLARI (formate da mucosa e sottomucosa), visibili a occhio

nudo.

VILLI INTESTINALI (formati da mucosa), visibili bene con lente di

ingrandimento.

MICROVILLI (espansioni del polo apicale degli enterociti), visibili con

microscopio elettronico.

IN TOTALE LA SUPERFICIE ASSORBENTE DELL’INTESTINO TENUE È

PARI A 100 m2.

STRUTTURA PARETE INTESTINO TENUESono presenti 4 strati: mucosa, sottomucosa, muscolare,avventizia (duodeno) o sierosa (digiuno, ileo).L’epitelio di rivestimento è batiprismatico semplice con enterociti, cellule caliciformi mucipare, cellule del sistema endocrino gastro-enterico. I fenomeni di assorbimento avvengono attraverso gli enterociti. L’epitelio dell’intestino tenue si rinnova totalmente ogni 3-5 giorni.Nella lamina propria sono presenti ghiandole tubularisemplici. Nel duodeno vi sono anche ghiandole tubulo-acinose composte localizzate nella sottomucosa (gh. di Brunner) che secernono un muco alcalino che contribuisce a neutralizzare il pH acido del chimo.Nella lamina propria, specialmente nell’ileo, vi sono ammassi di tessuto linfoide.

Tratti dell’intestino crassoINTESTINO CIECO

COLON ASCENDENTE

FLESSURA DESTRA (EPATICA) DEL COLON

COLON TRASVERSO

FLESSURA SINISTRA (SPLENICA) DEL COLON

COLON DISCENDENTE

COLON ILEO-PELVICO (SIGMOIDEO)

RETTO

CANALE ANALE

LUNGHEZZA TOTALE: 1.6 METRI, DALLA

VALVOLA ILEO-CIECALE ALL’ORIFIZO ANALE

FUNZIONI DELL’INTESTINO CRASSO

1. Assorbimento H2O2. Assorbimento sali minerali3. Produzione ed assorbimento vitamine4. Produzione feci

STRUTTURA DELL’INTESTINO CRASSO

La parete presente 4 strati: t. mucosa, t. sottomucosa,t. muscolare, t. avventizia o sierosa. La t. mucosa è liscia (senza villi o pieghe circolari) e presenta un epitelio batiprismatico semplice costituito da enterociti e cellule caliciformimucipare.Nella lamina propria della t. mucosa troviamo molte ghiandole esocrine di tipo tubulare semplice.La tonaca muscolare ha la particolarità di presentare 3 ispessimenti dello strato longitudinale (quello piùesterno) detti tenie. Le tenie scompaiono nell’intestino retto.

IL FEGATOE’ una grossa ghiandola extramurale annessaall’apparato digerente. E’ l’organo più pesante del ns. corpo (1,5 kg), inoltre contiene 0,5 l. di sangue. Occupa quasi tutto l’ipocondrio dex., parte dell’epigastrio e dell’ipocondrio sin. Presenta una faccia antero-sup. (diaframmatica) ed una postero-inf.(meglio detta viscerale). Presenta anche un margineanteriore.La faccia diaframmatica, tramite il diaframma, è in rapporto con: base del polmone dex. e cuore. La faccia viscerale è in rapporto con: rene e ghiandola surrenale dex., colon ascendente e flessura epatica del colon, stomaco, duodeno.

FACCIA VISCERALE DEL FEGATO

Sulla faccia viscerale del fegato sono presenti tre solchi: due sagittali (dex. e sin.) ed uno trasversale (ilo del fegato), che formano una specie di H maiuscola.

H Dex.Sin.

ILO

Post.

Ant.

FOSSA CISTICA

FOSSA VENA CAVA INF.

FOSSA LEGAMENTO ROTONDO

FOSSA LEGAMENTO VENOSO

LA FOSSA CISTICA CONTIENE LA COLECISTI O CISTIFELLEA(SERBATOIO DELLA BILE).

LA FOSSA DELLA VENA CAVA INF. CONTIENE UN BREVE TRATTO DELLA VENA OMONIMA. SUL FONDO DI QUESTA FOSSA SI APRONO LE VENE EPATICHE (2-3) CHE SBOCCANO NELLA VENA CAVA INF.

LA FOSSA DEL LEGAMENTO ROTONDO CONTIENE IL LEGAMENTO OMONIMO, UN RESIDUO DELLA VENA OMBELICALE.

LA FOSSA DEL LEGAMENTO VENOSO CONTIENE IL LEGAMENTO OMONIMO, RESIDUO DEL DOTTO VENOSO.

ILO DEL FEGATO: ENTRANO L’ARTERIA EPATICA E LA VENA PORTA. ESCONO I DOTTI EPATICI DEX. E SIN. (TRASPORTANO BILE IN USCITA DAL FEGATO).

FUNZIONI DEL FEGATO

Produzione della bile.

Deposito di glucosio, Fe, vitamine A, B12, D, E, K.

Interconversione di sostanze nutritizie, ad es. quando la dieta non è bilanciata, come nel caso di eccesso di proteine, nel fegato avviene la scissione degli a.a e tramite complesse vie enzimatiche si producono ATP, lipidi e glucosio.

Detossificazione di sostanze che possono risultare tossiche, se acculate come alcool, farmaci e altre sostanze (gli epatociti trasformano l’ammonio, sottoprodotto tossico del metabolismo degli a.a, in urea che viene poi eliminata dai reni.

Fagocitosi ad opera delle cellule di Kuppfer che fagocitano gli eritrociti e i linfociti deteriorati, i batteri e le sostanze di scarto che entrano nella circolazione epatica.

Sintesi di proteine ad es. le proteine plasmatiche: albumina, fibrinogeno, globuline, eparina e fattori della coagulazione.

Assorbimento e inattivazione di farmaci Assorbimento e degradazione di ormoni circolanti (inclusi insulina e adrenalina) e di immunoglobuline

Accumulo di sangue (principale contributo alle riserve venose)

Fagocitosi (tramite le cellule del Kupffer) degli eritrociti invecchiatiSintesi dell’ angiotensinogeno→controllo pressione sanguignaSintesi di fattori della coagulazioneSintesi di proteine plasmatiche

Altre funzioni fondamentali

Accumulo di vitamine liposolubili

Accumulo di riserve di FeInattivazione di tossineSintesi e rilascio di colesterolo legato a proteine vettrici

Sintensi e interconversione di sostanze nutritizie (es. transaminazione di aminoacidi, o conversione di carboidrati in lipidi)

Controllo delle concentrazioni ematiche di glucosio, aminoacidi e acidi grassiAccumulo di glicogeno e di lipidi di riservaSintesi e secrezione della bile

Funzioni digestive e metaboliche

Principali funzioni del fegato

Il fegato, a differenza degli altri organi del nostro organismo, riceve una quota di

sangue arterioso ricco di ossigeno (20% del totale) tramite l’arteria epatica ed una

quota di sangue venoso povero di ossigeno (80% del totale) tramite la vena porta.

La vena porta si forma dalla confluenza di tre vene maggiori (la vena splenica, la

vena mesenterica superiore e la vena mesenterica inferiore) più altre vene

minori (v. gastriche). Nel loro complesso queste vene raccolgono il sangue che

ha circolato attraverso gli organi dell’apparato digerente situati nella cavità

addominale (stomaco, intestino tenue, intestino crasso). Dopo un pasto, quindi, il

sangue convogliato al fegato dalla vena porta è ricco di sostanze nutritizie che

sono state assorbite a livello intestinale (zuccheri, aminoacidi, vitamine).

L’arteria epatica e la vena porta entrano nel fegato attraverso l’ilo epatico. Quindi

cominciano a ramificarsi in vasi arteriosi e venosi di calibro sempre più piccolo.

La circolazione epatica

Dalle arterie e dalle vene interlobulari derivano vasi più piccoli che entrano nei lobuli epatici e si fondono insieme, formando così i sinusoidi epatici. Pertanto, il sangue che circola in senso centripeto nei sinusoidi epatici è un sanguemisto, provenendo in parte dall’arteria epatica ed in misura maggiore dalla vena porta. I sinusoidi sono capillari con endotelio fenestrato ed hanno anche discontinuità nel loro rivestimento endoteliale e nella membrana basale. Tutto ciò favorisce gli scambi metabolici fra il sangue che circola nei sinusoidi e gli epatociti. All’interno dei sinusoidi si trovano anche speciali cellule fagicitarie (cellule di Kupffer, derivate dai monociti) che fagocitano e distruggono gli eritrocitiinvecchiati e anche eventuali batteri presenti nel sangue.

I sinusoidi di un singolo lobulo epatico confluiscono nella

vena centrolobulare. Le vene centrolobulari dei vari lobuli

confluiscono nelle vene sottolobulari, le quali a loro volta

confluiscono nelle vene epatiche. Le vene epatiche escono dal

fegato tramite la parte posteriore del solco sagittale destro

(fossa della vena cava inferiore) e sboccano dentro la vena

cava inferiore. Pertanto le vene epatiche non escono

dall’ilo del fegato.

STRUTTURA DEL FEGATOIl fegato è un organo pieno, la cui unità funzionale di base è il lobulo epatico. I lobuli epatici hanno la forma di piramidi tronche o di poliedri. Se visti in sezione orizzontale hanno forma di un poligono (pentagono/esagono). Al centro del lobulo è presente la vena centrolobulare che si forma per confluenza dei sinusoidi epatici. Fra i sinusoidi sono presenti dei cordoni formati da epatociti, le cellule tipiche del fegato. In alcuni animali i lobuli epatici sono nettamente delimitati da t. connettivo denso,ma nell’uomo i confini dei lobuli si apprezzano con difficoltà. Alla periferia dei lobuli, a livello della confluenza degli spigoli, sono presenti gli spazi porti-biliari, dove troviamo ramificazioni della vena porta e dell’arteria epatica e un dotto biliare.

BILESecreta dal polo biliare degli epatocitie immessa nei capillari biliari

600-1000 ml al giorno

ACQUAACIDI BILIARI, dal catabolismo del colesteroloFOSFOLIPIDIBILIRUBINA, dal catabolismo dell’emoglobinaELETTROLITIPROTEINE (IgA con funzione protettiva)

Costituita da:

La bile è prodotta nel fegato: tramite le vie biliari raggiunge il duodeno.

Le vie biliari si dividono in intra-epatiche ed extra-epatiche.

FUNZIONI DELLA BILE

contribuisce ad eliminare cataboliti

endogeni: bilirubina

esogeni: farmaci

metabolismo del colesterolo

A livello sistemico

facilita la digestione dei lipidi

funzioni difensive di superficie – IgA

effetto trofico sulla mucosa

A livello intestinale

Iniziano a fondo cieco all’interno dei lobuli epatici sotto forma di capillari biliari.

Nel loro primo tratto, i capillari biliari non hanno una parete autonoma, ma sono

delimitati da docce (solchi) scavate sulle superfici adiacenti di due epatociti.

Verso la periferia dei lobuli, i capillari biliari si trasformano in duttuli biliari

intralobulari (colangiòli) e acquisiscono una parete autonoma, formata da un

singolo strato di cellule appiattite.

I duttuli biliari intralobulari escono poi dai lobuli e prendono il nome di duttuli

biliari periportali che confluiscono a formare condotti biliari di dimensioni

sempre maggiori. Questi sono dotati di un epitelio di rivestimento di tipo

isoprismatico.

In seguito a molteplici confluenze, si formano i due dotti epatici destro e sinistro

che escono dall’ilo del fegato.

Vie biliari intraepatiche

Le vie biliari extra-epatiche iniziano con i due dotti epatici, destro e sinistro, che

escono dall’ilo del fegato.

I due dotti epatici confluiscono per formare il dotto epatico comune.

Il dotto epatico comune confluisce con il dotto cistico (proveniente dalla colecisti

o cistifellea) per formare il dotto coledoco.

Il dotto coledoco sbocca nel duodeno (porzione discendente) a livello della

papilla duodenale maggiore.

Vie biliari extra-epatiche

STRUTTURA DELLA COLECISTI

La colecisti è un organo cavo, impari, che ha la forma di una pera. Ha una capacità di 60/70 ml.La sua parete è formata dai seguenti strati: t. mucosa, t. fibro-muscolare, t. sierosa.Nella tonaca mucosa è presente un epitelio di rivestimento di tipo batiprismatico semplice con cellule dotate di microvilli.

IL PANCREAS

E’ una ghiandola extramurale annessa all’apparato digerente. E’ un organo pieno, impari localizzato nella regione epigastricaed ombelicale. Viene in rapporto con lo stomaco (anteriormente), con il duodeno ( a dex.), con la milza ed il rene di sin. (a sin.).Pesa circa 80 g. ed è per la maggior parte una ghiandola esocrina. Tuttavia contiene anche una importantissima componente endocrina.

Il pancreas esocrino e’ una ghiandola tubulo-acinosa composta a secrezione

sierosa.

Il secreto del pancreas esocrino, detto anche succo pancreatico, e’ un liquido

acquoso che viene prodotto in misura di circa 1 litro/giorno.

Esso contiene:

IONI BICARBONATO (HCO3-), che hanno la funzione di

neutralizzare l’acidità del chimo gastrico riversato nel duodeno

ENZIMI DIGESTIVI, che servono appunto per digerire i nutrienti

introdotti con la dieta (zuccheri, proteine, lipidi, acidi nucleici)

Il pancreas esocrino

Il succo pancreatico e’ riversato nel duodeno tramite il condotto pancreatico

principale (che sbocca nella papilla duodenale maggiore) ed il condotto

pancreatico accessorio, che sbocca in quella minore.

Il pancreas endocrino e’ costituito da piccoli raggruppamenti di cellule detti isolotti

pancreatici o isole di Langerhans.

Il pancreas contiene circa un milione di isolotti ed ogni isolotto e’ costituito da

qualche migliaio (al massimo 10.000-20.000) di cellule.

Le cellule degli isolotti pancreatici sono di tre tipi:

CELLULE ALFA (α): sono circa il 10-15%. producono l’ormone

glucagone, che ha funzione iperglicemizzante, ovvero innalza i livelli di

glucosio presente nel plasma.

Il pancreas endocrino

CELLULE BETA (β): sono circa il 70-80%. producono l’ormone insulina,

che ha funzione ipoglicemizzante, ovvero abbassa i livelli di glucosio presente

nel plasma.

Sia il glucagone che l’insulina vengono riversati all’interno dei vasi capillari

che sono presenti in misura molto abbondante all’interno degli isolotti pancreatici.

Questi ormoni esercitano il loro effetto agendo su organi o tessuti bersaglio

(esempio: fegato, tessuto adiposo bianco, tessuto muscolare scheletrico).

CELLULE DELTA (δ): Sono circa il 5% e producono l’ormone

somatostatina. Questo ormone, oltre ad essere riversato nei vasi sanguigni,

agisce in loco sulle cellule alfa e beta, regolandone l’attività.

E’ formato da due organi parenchimatosi (i reni) e da una serie

di strutture cave (calici renali minori e maggiori, pelvi o

bacinetto renale, ureteri, vescica ed uretra) che formano le

vie urinarie.

I reni hanno come compito principale la filtrazione del sangue

per depurarlo da sostanze di rifiuto tossiche per l’organismo e

la produzione di urina. L’urina viene poi eliminata all’esterno

tramite le vie urinarie.

Apparato urinario

Funzioni dell’apparato urinarioEliminazione di scorie metaboliche organiche (soprattutto azotate, come urea, acido

urico, creatinina), sostanze tossiche, farmaci.

Regolazione del volume e della pressione del sangue tramite:

modulazione H2O persa con le urine;

rilascio di eritropoietina ematocrito;

rilascio di renina pressione sanguigna.

Regolazione della concentrazione plasmatica di sodio, potassio, cloro, calcio ed

altri ioni, tramite il controllo della loro eliminazione con le urine.

Stabilizzazione del pH ematico (circa 7.3-7.4).

Sintesi della forma attiva della vitamina D3, importante per il metabolismo del calcio.

I RENISono organi pari e pieni, localizzati nelle regioni lombari, ai lati delle vertebre lombari. Il rene sin. è un poco più alto del dex.

Hanno la forma di grossi fagioli. Il loro peso si aggira sui 120-150 g. Sono alti 12 cm, larghi 6 cm, spessi 3 cm.

Il rene di destra viene in rapporto con: gh. surrenale dex., fegato, colon ascendente, flessura dex. del colon, duodeno (parte discendente).

Il rene di sin. viene in rapporto con: gh. surrenale sin., stomaco, milza, pancreas, flessura di sin. del colon, colondiscendente.

Ogni rene presenta una faccia ant. ed una post., un polo superiore ed uno inferiore, un margine laterale ed uno mediale. Nel margine mediale troviamo l’ilo del rene che porta ad una cavità interna detta seno renale.

IL SENO RENALE

Questa cavità contiene tessuto adiposo, vasi sanguigni (arterie, vene) ed una serie di strutture cave:

-PELVI O BACINETTO RENALE-CALICI RENALI MAGGIORI (DI SOLITO 3)-CALICI RENALI MINORI (12-20)

DI SOLITO 4-7 CALICI RENALI MINORI CONFLUISCONO IN UN CALICE RENALE MAGGIORE. A LORO VOLTA I CALICI RENALI MAGGIORI CONFLUISCONO PER FORMARE LA PELVI RENALE

Diagramma della circolazione renaleArteria renale Arterie segmentali

Arterie interlobari

Arterie arcuate

Arterie interlobulari

Arteriole afferenti

Glomerulo

Arteriole efferentiCapillari peritubulari,

vasa recta

Vena renale

Venule

Vene interlobari

Vene arcuate

Vene interlobulari

NEFRONE

(unità anatomo-funzionale del rene)

Corpuscolo renale

Tubulo contorto prossimale

Ansa di HenleTubulo contorto

distale

Tubulorenale

Glomerulo arterioso

Capsula di Bowman

OGNI RENE CONTIENE 1 X 106 NEFRONI

ESISTONO 2 TIPI DI NEFRONI

-NEFRONI CORTICALI (80% DEL TOTALE), I CUI CORPUSCOLI SI TROVANO NEI 2/3 ESTERNI DELLA CORTICALE (HANNO ANSA DI HENLE CORTA)

-NEFRONI IUXTAMIDOLLARI (20% DEL TOTALE), I CUI CORPUSCOLI SI TROVANO NELLA CORTICALE AL CONFINE CON LA MIDOLLARE (HANNO ANSA DI HENLE LUNGA)

È costituito da:

1. GLOMERULO ARTERIOSO

2. CAPSULA DI BOWMANN

Corpuscolo renale

TUTTI I CORPUSCOLI RENALI SONO SITUATI NELLA CORTICALE DEL RENE

È formato da un gomitolo di una trentina di capillari fenestrati che

prendono origine dall’arteriola afferente al glomerulo. I capillari del

glomerulo arterioso confluiscono poi per formare l’arteriola efferente

che ha un calibro inferiore rispetto all’arteriola afferente.

ECCEZIONE: I CAPILLARI DEL GLOMERULO ARTERIOSO

SONO INTERPOSTI FRA DUE ARTERIOLE (RETE MIRABILE

ARTERIOSA) E NON FRA UN’ARTERIOLA ED UNA VENULA,

COME NELLA MAGGIORANZA DEGLI ORGANI.

Il glomerulo arterioso

È costituita da due foglietti, uno parietale ed uno viscerale.

Quello viscerale è formato da cellule dette podociti, che presentano dei

caratteristici prolungamenti (pedicelli). I podociti rivestono esternamente i capil-

lari glomerulari.

Il foglietto parietale si continua, a livello del polo urinifero della capsula, con

l’epitelio di rivestimento del tubulo contorto prossimale.

La capsula presenta anche un polo vascolare, a livello del quale entra l’arteriola

afferente ed esce quella efferente.

Fra i due foglietti della capsula è racchiuso uno spazio, detto spazio capsulare,

dove si raccoglie il filtrato glomerulare o preurina.

La capsula di Bowmann

L’ultrafiltrazione è quel fenomeno in base al quale un liquido, in parte simile al

plasma, passa attraverso il filtro renale e si raccoglie nello spazio capsulare (o

glomerulare) compreso fra i due foglietti della capsula di Bowmann (parietale e

viscerale).

Questo liquido si chiama ultrafiltrato glomerulare o preurina. Ogni giorno si formano

160-180 litri di preurina. Il 99% della preurina verrà riassorbito lungo il tubulo renale.

La preurina è formata da acqua, ioni, glucosio, vitamine, amino acidi, e piccolissime

quantità di proteine a basso peso molecolare. Sole molecole con un diametro < 7 nm

passano nella preurina.

IL FILTRO RENALE E’ COSTITUITO DA TRE STRATI:

1. ENDOTELIO FENESTRATO DEI CAPILLARI GLOMERULARI

2. MEMBRANA BASALE (IN COMUNE FRA ENDOTELIO E PODOCITI)

O LAMINA DENSA

3. FESSURE DI FILTRAZIONE DEI PODOCITI

Ultrafiltrazione

È costituito da:

1. TUBULO CONTORTO PROSSIMALE (CORTICALE)

2. ANSA DI HENLE (MIDOLLARE)

3. TUBULO CONTORTO DISTALE (CORTICALE)

Tramite il tratto reuniente, il tubulo renale si continua con i

canali (dotti) collettori. A loro volta i canali collettori si versano

nei condotti papilliferi che si aprono nei fori posti all’estremità

delle papille renali.

Nel tubulo renale avvengono non solo fenomeni di

riassorbimento ma anche di secrezione.

Tubulo renale

RIASSORBIMENTO NEL TUBULO RENALE

TUBULO CONTORTO PROSSIMALE: H20, glucosio, aminoacidi, vitamine, ioni bicarbonato, piccole proteine, (65% del totale)

ANSA DI HENLE: H20, Na+, Cl- (15% del totale)

TUBULO DISTALE: H2O, Na+ (riassorbimento dipendente da ormone: aldosterone )

DOTTO COLLETTORE: H2O (riassorbimento dipendente da ormone: ADH o ormone anrtidiuretico )

È formato da 3 tipi di cellule:

1. CELLULE IUXTAGLOMERULARI, poste nella parete (tonaca

media) dell’arteriola afferente al glomerulo. Sono dei pressocettori,

ovvero sono cellule che costantemente misurano la pressione

sanguigna vigente all’interno dell’arteriola afferente.

L’apparato iuxtaglomerulare

2. CELLULE DELLA MACULA DENSA, poste nell’epitelio del tubulo

contorto distale, nel punto in cui tale tubulo passa vicino al

corpuscolo renale di origine. Sono degli osmocettori, ovvero sono

cellule che costantemente misurano la concentrazione di sodio

(Na+) vigente all’interno del tubulo contorto distale.

3. CELLULE DEL MESANGIO EXTRAGLOMERULARE, poste a

livello del polo vascolare del glomerulo.

Le cellule iuxtaglomerulari, quando la pressione sanguigna

scende sotto certi livelli, secernono la renina, un enzima che ha

come substrato l’angiotensinogeno, una proteina del plasma

prodotta dal fegato (epatociti) e dal tessuto adiposo

univacuolare (grasso bianco).

La renina trasforma l’angiotensinogeno in angiotensina I.

L’angiotensina I e’ trasformata in angiotensina II da parte di un

enzima detto ACE (Angiotensin Converting Enzyme) che e’

prodotto dalle cellule endoteliali dei vasi sanguigni polmonari.

L’angiotensina II ha i seguenti effetti:

stimola la contrazione della muscolatura liscia delle

arteriole→ aumento pressione sanguigna;

stimola le ghiandole surrenali a produrre l’ormone aldosterone

che fa riassorbire più Na+ ed H2O a livello del tubulo contorto

distale del nefrone→ aumento pressione sanguigna;

ci fa venire sete agendo sull’ipotalamo (S.N.C.) → aumento

pressione sanguigna.

Le cellule della macula densa, se rilevano che l’urina contenuta nel

tubulo contorto distale ha un contenuto troppo basso in Na+

(perdita col sudore), mandano un segnale alle cellule

iuxtaglomerulari tramite le cellule del mesangio extraglomerulare

che fanno da intermediari. Le cellule iuxtaglomerulari secernono

renina.

Le cellule del miocardio dell’atrio destro producono, in seguito ad un aumento

della pressione sanguigna, un ormone detto fattore natriuretico atriale che:

diminuisce la secrezione di aldosterone;

stimola l’eliminazione di H20 e di sodio a livello renale.

Questi fenomeni portano ad un abbassamento della pressione sanguigna.

Regolazione della pressione sanguigna

LA VESCICA URINARIA

E’ un organo impari e cavo, con una capacità di 500 ml nell’uomo e di 300-350 ml nella donna. Quando è vuota è localizzata nella piccola pelvi ed ha la forma di un cono ad apice superiore o della prua di una barca. Quando è piena ha forma globosa e si espande verso l’alto nella cavitàaddominale.

TRIGONO VESCICALE

ORIFIZIO INTERNO DELL’URETRACON SFINTERE INTERNO (LISCIO)DELL’URETRA

ORIFIZI DI SBOCCO DEGLI URETERICON SFINTERE

E’ formato dagli organi genitali interni e da quelli esterni.

Gli organi genitali interni comprendono i testicoli (= gonadi

maschili che producono spermatozoi e ormoni androgeni),

le vie spermatiche (che hanno il compito di veicolare gli

spermatozoi fino all’uretra prostatica) ed una serie di

ghiandole esocrine il cui secreto contribuisce, insieme agli

spermatozoi, a formare il liquido spermatico.

Apparato genitale maschile

I TESTICOLI

Sono organi pieni e pari, localizzati nello scroto, una specie di borsa presente fra la radice delle cosce. I testicoli si formano all’interno della cavità addominale e poi iniziano una discesa verso lo scroto, che si completa poco prima o poco dopo la nascita.

Il testicolo è diviso in varie logge, ognuna delle quali contiene 2-4 tubuli

seminiferi contorti. Ciascuno di tali tubuli ha una lunghezza di 100-120 cm

ed è ripetutamente avvolto su se stesso.

Gli spazi fra i tubuli seminiferi contengono le cellule interstiziali del

testicolo (cellule di Leydig). Queste cellule hanno una funzione endocrina,

poiché producono ormoni sessuali maschili (androgeni→testosterone).

I tubuli seminiferi contorti sono rivestiti internamente da un epitelio

composto, detto epitelio germinale o germinativo.

Tale epitelio è composto dalle cellule germinali nei loro vari stadi maturativi

e dalle cellule di Sertoli.

Contenuto del testicolo

SPERMATOGONI A (CELLULE STAMINALI)

SPERMATOGONI B

SPERMATOCITI I ORDINE

SPERMATOCITI II ORDINE

SPERMATIDI

SPERMATOZOI

Cellule germinali nell’uomo

1. Mantenimento della barriera emato-testicolare (concetto

simile alla barriera emato-encefalica), che permette di avere

all’interno dei tubuli seminiferi contorti un’elevata

concentrazione di androgeni, di potassio e di aminoacidi.

2. Supporto alla maturazione delle cellule germinali

3. Produzione e secrezione di una proteina legante gli

androgeni, che aumenta la concentrazione di androgeni

all’interno dei tubuli seminiferi, stimolando la spermatogenesi.

Funzioni delle cellule di Sertoli

TUBULI SEMINIFERI RETTI↓

RETE TESTIS↓

CONDOTTINI EFFERENTI↓

CANALE DELL’EPIDIDIMO↓

DOTTO DEFERENTE↓

DOTTO EIACULATORE↓

URETRA PROSTATICA

Vie spermatiche

VESCICHETTA SEMINALE

PROSTATA

Ghiandole annesse alle vie spermatiche

Vescichette seminali: costituite da un dotto che si ripiega su se stesso più volte dotato di diverticoli ampollari.

Secernono una sostanza vischiosa, gialllastra, leggermente alcalina, ricca di proteine, fruttosio, sorbitolo, acido citrico e prostaglandine.

Il secreto costituisce il 60% del liquido seminale.

Prostata: organo ghiandolare costituito da 30-50 ghiandole otricolari, tubulo che mostra dilatazioni irregolari.

Secerne un liquido lattescente leggermente acido, ricco di enzimi (fibrinolisina, fosfatasi acida, proteasi, amilasi, ecc.), prostaglandine, spermina, spermidina, ecc.

Il secreto costituisce il 30% del liquido seminale.

Gh. Bulbo-uretrali: sono tubulo-alveolari composte.

Secernono glicoproteine neutre con funzione lubrificante.

Il secreto costituisce il 5% del liquido seminale.

È formato dai genitali esterni e dai genitali interni.

I genitali interni comprendono:

OVAIE [gonadi femminili, ovvero gli organi che

producono i gameti (cellule uovo o oociti) e gli ormoni

sessuali femminili (estrogeni e progesterone)]

TUBE UTERINE

UTERO

VAGINA

Apparato genitale femminile

Le ovaie sono organi pari e parenchimatosi localizzati sulla

parete laterale della piccola pelvi. Hanno la forma e le

dimensioni di una piccola mandorla. La superficie delle ovaie e’

liscia prima della pubertà, mentre dopo la pubertà si presenta

irregolare, con presenza di cicatrici.

Nell’ovaie troviamo una zona midollare (interna) ed una

corticale (esterna).

I follicoli ovarici (oofori) sono localizzati nella corticale.

Ovaie

Alla nascita sono presenti circa 1 milione di follicoli

primordiali (primitivi) costituiti da una cellula uovo (oocita)

circondata da un singolo strato di cellule epiteliali appiattite.

Fino alla pubertà i follicoli primordiali non maturano, anzi una

notevole quantità di essi degenera e scompare.

Alla pubertà, per ogni ciclo della donna, un certo numero di

follicoli (25-30) inizia un processo maturativo organizzato in

vari stadi. Tuttavia, di solito, un solo follicolo arriva alla

maturazione finale, mentre gli altri degenerano prima. Così in

ogni ciclo la donna produce di solito una sola cellula uovo.

GLI STADI MATURATIVI DEL FOLLICOLO

OOFORO SONO:

-FOLLICOLO PRIMORDIALE o PRIMITIVO

-FOLLICOLO PRIMARIO

-FOLLICOLO SECONDARIO

-FOLLICOLO VESCICOLOSO/MATURO

FOLLICOLI PRIMORDIALI: sono formati da un singolo strato di

cellule follicolari appiattite che circondano una cellula uovo

(ovocito) bloccato nella profase della I divisione meiotica.

FOLLICOLI PRIMARI: le cellule follicolari diventano isoprismatiche

e l’ovocito aumenta di volume.

FOLLICOLI SECONDARI: le cellule follicolari proliferano e si

dispongono in più strati. Producono e secernono un liquido che si

accumula all’interno del follicolo. All’esterno della membrana basale

che circonda il follicolo compaiono degli strati concentrici di cellule

che formano la teca esterna e la teca interna.

Follicoli oofori (ovarici)

FOLLICOLI VESCICOLOSI/MATURO: è aumentata la quantità di liquido

che forma una specie di cavità all’interno del follicolo. Le cellule

follicolari che rivestono la cavità del follicolo e circondano l’ovocito

prendono il nome di cellule della granulosa. L’ovocita completa la I

divisione meiotica. Le cellule della teca interna cominciano a produrre

estrogeni.

Il diametro raggiunge i 15 mm e sporge dalla superficie dell’ovaio. Il

follicolo scoppia ed espelle l’ovocito circondato dalle cellule della

corona radiata.

Il corpo luteo deriva dalla trasformazione che subisce un follicolo

maturo dopo l’ovulazione. Dopo l’ovulazione la cavità del follicolo si

riempie di un coagulo di sangue. Il coagulo e’ invaso da fibroblasti e

da piccoli vasi sanguigni che provengono dalle teche. Le cellule

follicolari rimaste proliferano e si trasformano in cellule luteiniche che

producono progesterone (ormone sessuale femminile). Le cellule della

teca interna continuano a produrre estrogeni. Il corpo luteo ha un

colore giallastro, da cui il suo nome.

Il corpo luteo

Se l’ovocita ovulato non viene fecondato, il corpo luteo rimane attivo

per 12 giorni (corpo luteo mestruale). Se invece l’ovocito viene

fecondato, il corpo luteo rimane attivo per 3-4 mesi (corpo luteo

gravidico).

Alla fine del periodo di attività, il corpo luteo (mestruale o gravidico) si

trasforma in una specie di cicatrice fibrosa.

L’insieme delle trasformazioni a cui è soggetto il follicolo ooforo

prende il nome di ciclo ovarico e dura in media 28 giorni.

L’utero è l’organo della gestazione, ovvero l’organo in cui si

sviluppa l’embrione e si accresce il feto. Al momento del

parto la muscolatura liscia dell’utero si contrae per espellere il

feto.

E’ un organo impari e cavo. Quando non è gravidoi è situato

nella piccola pelvi, quando è gravido si espande nella cavità

addominale. È formato da un corpo (superiore) e da un collo

(inferiore) separati in superficie da un istmo. La parte superiore

del corpo e’ detta fondo.

Utero

All’interno del corpo troviamo la cavità del corpo dell’utero, in

cui sboccano le tube uterine.

All’interno del collo troviamo il canale cervicale.

Superiormente questo canale si continua con la cavità del

corpo dell’utero mentre inferiormente, tramite l’orifizio uterino

esterno, comunica con la vagina.

Parte del collo dell’utero sporge dentro la cavità della vagina

(porzione intravaginale del collo dell’utero).

TONACA MUCOSA = ENDOMETRIO

TONACA MUSCOLARE = MIOMETRIO

TONACA AVVENTIZIA O SIEROSA = PERIMETRIO

Strati della parete uterina

L’endometrio è la tonaca mucosa dell’utero. È costituito da un

epitelio di rivestimento e da una lamina propria.

L’epitelio di rivestimento è di tipo batiprismatico semplice.

Nella lamina propria, costituita da tessuto connettivo lasso,

sono presenti molte ghiandole esocrine di tipo tubulare

semplice.

Endometrio

L’epitelio di rivestimento e gli strati più superficiali della lamina

propria formano la zona funzionale dell’endometrio, mentre gli

strati più profondi della lamina propria formano la zona basale

dell’endometrio.

ZONA FUNZIONALE: EPITELIO DI RIVESTIMENTO +

STRATI PIÙ SUPERFICIALI DELLA LAMINA PROPRIA.

ZONA BASALE: STRATI PIÙ PROFONDI DELLA LAMINA

PROPRIA.

Fase mestruale: ha una durata di 1-5 giorni. La zona funzionale

dell’endometrio viene completamente distrutta perché le arterie spirali si

chiudono e poi si rompono (↓↓↓ progesterone).

Fase rigenerativa: ha una durata di 2-3 giorni. Le cellule rimaste nella zona

basale dell’endometrio cominciano a moltiplicarsi (↑ estrogeni).

Fase proliferativa: ha una durata di 7-8 giorni. Si ha una completa

riformazione delle ghiandole, delle arteriole e dell’epitelio. Le ghiandole

dell’endometrio cominciano a secernere (↑↑↑↑ estrogeni).

Fase secretiva: ha una durata di 12-14 giorni. Le ghiandole si dilatano ed

aumentano la loro secrezione. Le arteriole si allungano e divengono più

tortuose (↑↑↑ estrogeni↑↑↑↑ progesterone)

Ciclo uterino (mestruale)

Esso e’ costituito da ghiandole vere e proprie (es. Tiroide) o da cellule

isolate (cellule endocrine della mucosa del duodeno → CCK) o da

gruppi di cellule (isole pancreatiche di Langerhans) sparse in vari

organi, che producono ormoni. Possiamo considerare gli ormoni dei

messaggeri chimici che regolano numerose funzioni del nostro corpo.

Nella maggior parte dei casi gli ormoni agiscono a distanza e sono

trasportati agli organi bersaglio dalla corrente sanguigna.

Alle volte però gli ormoni possono agire sulle stesse cellule che li hanno

prodotti (autocrinia) o su cellule circostanti (paracrinia, esempio delle

cellule delta delle isole pancreatiche, che producono l’ormone

somatostatina che agisce sulle cellule alfa e beta).

Apparato endocrino

Tireociti: sono le cellule che rivestono internamente i

follicoli e producono la colloide, materiale che riempie i

follicoli.

Cellule parafollicolari (cellule C): sono localizzate o fra i

tireociti e la membrana basale, oppure fra un follicolo e

l’altro. Producono la tireocalcitonina.

Cellule della tiroide

Ormoni della tiroide

TETRA-IODO-TIRONINA

(TIROXINA)Ormoni tiroidei prodotti dalle cellule follicolari (tireociti)

TRI-IODO-TIRONINA

CALCITONINA Prodotta dalle cellule parafollicolari

Produzione di tiroxina e tri-iodo-tironina

1. I tireociti sintetizzano una proteina, la TIREOGLOBULINA,

che va a depositarsi nel lume del follicolo, formando la

colloide.

2. Nel sangue circola I- che viene captato dai tireociti. Tramite

un enzima lo I- viene ossidato a I2 che andrà a depositarsi

nel lume del follicolo. La tireoglobulina è molto ricca di

tirosina, un amminoacido. Ogni molecola di tirosina può

legare 1 o 2 atomi di iodio.

Ormoni delle ghiandole surrenaliCORTICALE:

ZONA GLOMERURALE → MINERALCORTICOIDI

(ALDOSTERONE)

ZONA FASCICOLATA → GLICOCORTICOIDI

(CORTISOLO)

ZONA RETICOLARE → ORMONI STEROIDI

ANABOLIZZANTI (DEIDROEPIANDROSTERONE, DHEA)

MIDOLLARE:CATECOLAMINE (ADRENALINA; NORADRENALINA).

EFFETTI DELL’ALDOSTERONE:

↑ RIASSORBIMENTO H2O E Na+ A LIVELLO DEL

TUBULO CONTORTO DISTALE DEL NEFRONE.

EFFETTI DEI GLICOCORTICOIDI:

↑ GLICEMIA

↑ UTILIZZO DEI GRASSI

↓ SISTEMA IMMUNITARIO

↓ SENSAZIONE DI FATICA

E’ costituito dalla cute (o pelle) e dagli annessi cutanei (follicoli

piliferi, peli, capelli, unghie, ghiandole sebacee e sudoripare).

FUNZIONI DELLA CUTE:

Protegge da danni meccanici, chimici, fisici (calore, freddo,

radiazioni)

Partecipa alla regolazione della temperatura corporea

Previene la disidratazione del ns. organismo

Protegge dalla penetrazione di microorganismi

Elimina prodotti di rifiuto del ns. metabolismo

Produce vitamina D3

È un importante organo di senso

Apparato tegumentario

Essa ha uno spessore variabile da 0,5 mm (palpebre) fino a 4

mm (pianta dei piedi). La sua estensione e’ in media pari a 1,5-2

m2.

La pelle è costituita da un epitelio di rivestimento

pavimentoso composto cheratinizzato (epidermide) al di

sotto del quale e’ presente uno strato di T. connettivo denso a

fasci intrecciati detto derma.

In profondità rispetto al derma troviamo poi il sottocutaneo, cioè

del T. connettivo lasso più o meno ricco (a seconda delle zone

e degli individui) di cellule adipose.

La pelle

L’EPIDERMIDE E’ COMPOSTA DA VARI TIPI DI

CELLULE:

1. CHERATINOCITI, più numerosi, (→CHERATINE)

2. MELANOCITI (→MELANINA, PIGMENTO SCURO)

3. CELLULE DI LANGERHANS (→FAGOCITOSI)

4. CELLULE DI MERKEL (→PERCEZIONE SENSITIVA)

L’EPIDERMIDE PRESENTA 5 STRATI, DALLA

PROFONDITA’ IN SUPERFICIE:

1. BASALE O GERMINATIVO

2. SPINOSO

3. GRANULOSO (→GRANULI DI CHERATOIALINA)

4. LUCIDO

5. CORNEO

Le ghiandole sebacee sono ghiandole alveolari

ramificate o composte a secrezione olocrina.

Esse sono per lo più annesse ai follicoli piliferi in quanto

che il loro dotto escretore sbocca in un follicolo pilifero.

In alcune zone della cute però, ve ne sono con uno

sbocco indipendente.

Ghiandole sebacee

Il sebo e’ un impasto di cellule morte e lipidi.

Ha un’azione lubrificante per l’epidermide e la

protegge dall’umidità e dall’essiccamento.

Contribuisce alla formazione del film idrolipidico

cutaneo, una sottile pellicola protettiva che, per il suo

pH lievemente acido (4.2-5.6, più alto nelle donne), ha

azione antibatterica.

7,5Paraffine2,5Squalene (idrocarburo insaturo)2,5altri steroidi2,5colesterolo legato 2,5colesterolo libero

Steroidi

Esteri del colesterolo15

Cere32,5Trigliceridi15saturi15insaturi

Acidi grassi liberi

Quantità (%)Componenti lipidicheCaratteristiche e composizione del sebo *

* Miscela di lipidi, detriti cellulari e residui di cheratina a pH 3-4.

Seconda parte

Il sistema nervoso è un insieme di formazioni in stretta continuità

anatomica e funzionale l’una con l’altra, che servono alla percezione e

al riconoscimento di stimoli provenienti sia dall’ambiente esterno che

dall’interno del nostro organismo, ed all’elaborazione di una risposta

appropriata a tali stimoli. Le risposte possono essere volontarie od

involontarie. Le risposte volontarie sono rappresentate da movimenti

dei muscoli scheletrici oppure consistono in processi molto più

complessi, come la memoria, l’immaginazione, il giudizio, il pensiero

creativo, le emozioni.

Le risposte involontarie (indicate come risposte riflesse) consistono

soprattutto nella contrazione o nel rilassamento della muscolatura

Il sistema nervoso

liscia dei visceri, nella secrezione ghiandolare, nel rallentamento o

nell’accelerazione del ritmo cardiaco. Va tuttavia rilevato che vi sono

risposte riflesse che portano contrazione (ovviamente involontaria) di

muscoli scheletrici.

Il fine ultimo di tutte le risposte è far sì che il nostro

sistema si trovi sempre nelle migliori condizioni funzionali.

Gli stimoli vengono rilevati mediante il Sistema Nervoso Periferico,

che li invia poi al Sistema Nervoso Centrale. Questo li riconosce, li

elabora e provvede a selezionare le risposte adeguate.

Tali risposte vengono poi inviate in periferia (a muscoli, ghiandole, etc.)

nuovamente tramite il Sistema Nervoso Periferico.

Il SISTEMA NERVOSO viene diviso in un SISTEMA

NERVOSO SOMATICO (o della vita di relazione) e in un

SISTEMA NERVOSO VISCERALE (o autonomo).

Il sistema nervoso somatico controlla i muscoli scheletrici striati

e tramite esso noi camminiamo, parliamo, scriviamo, disegniamo.

Inoltre esso ci permette di riflettere, programmare, memorizzare,

provare emozioni e sentimenti, etc….

Il sistema nervoso viscerale controlla invece funzioni non

dipendenti dalla volontà, quali la contrazione della muscolatura

liscia del tubo gastro-enterico, delle vie urinarie e delle vie

respiratorie, la secrezione ghiandolare, la frequenza cardiaca, il

calibro dei vasi, etc….

Tuttavia i due sistemi non si possono considerare totalmente

separati ed esistono aree dell’encefalo dove essi si integrano

per esempio le manifestazioni viscerali associate alle emozioni

(sistema limbico; aspetti sensitivi del sistema viscerale).

Il SISTEMA NERVOSO VISCERALE viene diviso in una

branca PARASIMPATICA ed in una SIMPATICA, ognuna delle

quali comprende centri nervosi (localizzati nel S.N.C.) e gangli

e nervi (che appartengono al S.N.P.).

SISTEMA NERVOSO DELLA VITA DI RELAZIONE (O SOMATICO)

SIST. NERV. CENTRALE

SIST. NERV. PERIFERICO

SISTEMA NERVOSO VISCERALE (O AUTONOMO O VEGETATIVO)

SIST. NERV. CENTRALE

SIST. NERV. PERIFERICO

Il SISTEMA NERVOSO CENTRALE è composto dal

MIDOLLO SPINALE (contenuto all’interno del canale

vertebrale) e dall’ENCEFALO (contenuto all’interno della

scatola cranica). L‘encefalo ed il midollo spinale si

continuano l’uno con l’altro a livello del GRANDE FORAME

OCCIPITALE.

Il SISTEMA NERVOSO PERIFERICO è costituito da:

FIBRE NERVOSE (ovvero assoni) nati o da

motoneuroni somatici o viscerali delle corna anteriori

del midollo spinale (fibre efferenti) o da protoneuroni

sensitivi somatici o viscerali dei gangli encefalici e

spinali (fibre afferenti).

PROTONEURONI SENSITIVI DEI GANGLI

ENCEFALICI E SPINALI.

STRUTTURE (dette recettori) che servono per la

captazione degli stimoli, presenti sia a livello somatico

che viscerale.

CENTRI ASSIALI:MIDOLLO SPINALE

TRONCO ENCEFALICO

BULBO PONTEMESENCEFALO

CENTRI SOPRAASSIALI:CERVELLETTO

DIENCEFALO

TELECENFALO (EMISFERI CEREBRALI)

SISTEMA NERVOSO CENTRALE

Il neurone e le catene neuronaliL’unità anatomo-funzionale di base del sistema nervoso è il neurone, ovvero

una cellula che possiede le seguenti caratteristiche peculiari:

eccitabilità

conducibilità

trasmissibilità

memorizzazione

Nel sistema nervoso dell’uomo sono presenti circa 100 x 109 neuroni che si

organizzano a formare catene neuronali.

La più semplice catena neuronale è formata da 2 neuroni:

a) un neurone sensitivo primario (o protoneurone sensitivo), localizzato nel

sistema nervoso periferico (per lo più in un ganglio spinale o di un nervo

cranico) che raccoglie informazioni sensitive o sensoriali provenienti dalla

periferia (cute, ossa, muscoli, tendini, articolazioni, mucose) tramite il

sistema nervoso periferico;

b) un neurone effettore (o motoneurone di tipo somatico o viscerale)

localizzato nel sistema nervoso centrale (midollo spinale o tronco

encefalico) che invia il suo assone, tramite il sistema nervoso periferico,

ad innervare muscoli scheletrici, muscoli lisci, ghiandole esocrine, il

sistema di conduzione del cuore, etc.

Queste catene bineuronali sono alla base di sole risposte riflesse. Tuttavia,

vi sono anche catene con più di 2 neuroni (in cui fra il neurone sensitivo e

quello effettore si interpongono uno o più interneuroni) che danno origine

sempre a risposte riflesse.

Esistono poi catene polineuronali (con decine, centinaia e migliaia di neuroni

collegati) che portano le informazioni a livelli superiori del S.N.C. (centri

sopraassiali, come diencefalo e telencefalo). Qui le informazioni subiscono

complessi processi di elaborazione e di integrazione, alla fine dei quali i

centri soprassiali elaborano una risposta ottimale che potrà essere di tipo

motorio, ma che potrà anche consistere in quelle funzioni superiori che sono

proprie della specie umana (apprendimento, memorizzazione, pensiero

creativo, pianificazione del futuro, emozioni).

Un aspetto che va rilevato è il seguente: il messaggio che viaggia lungo una

catena polineuronale viene continuamente modificato ad ogni stazione

nervosa che esso attraversa. Pertanto il segnale che esce da tale catena è

diverso, per vari aspetti, da quello che era entrato. Infatti, ogni stazione può

aggiungere o togliere qualcosa al segnale.

Sensibilità speciale

Per sensibilità speciale (detta anche sensoriale) si

devono intendere i seguenti sensi:

vista

udito

gusto

olfatto

equilibrio

ENTEROCETTORIENTEROCETTIVASENSIBILITÀVISCERALE

PROPRIOCETTORICOSCIENTE O INCOSCIENTEPROPRIOCETTIVA

NOCICETTORIDOLORIFICATERMOCETTORITERMICA

PRESSORIA

MECCANOCETTORI

VIBRATORIA

ESTEROCETTIVASENSIBILITÀSOMATICA

Sensibilità generale

EPICRITICA

PROTOPATICATATTILE

DURA MADRE

ARACNOIDE

SPAZIO SUBARACNOIDEO → LIQUIDO

CEFALO-RACHIDIANO

PIA MADRE

Le meningi

I NEURONI DELLA SOSTANZA GRIGIA SI POSSONO

SUDDIVIDERE IN:

a neuroni radicolari (motoneuroni somatici o viscerali), i cui

assoni escono dal midollo spinale con le radicole anteriori;

b neuroni funicolari, i cui assoni entrano nella sostanza bianca

del midolo spinale, raggiungendo così mielomeri più alti o più

bassi rispetto a quello di origine, oppure centri nervosi

soprastanti (midollo allungato, cervelletto, talamo, etc.);

Neuroni della sostanza grigia del midollo spinale

c interneuroni, ovvero le cellule con assone breve che non

abbandona la sostanza grigia.

Le cellule di cui ai punti a e b sono anche dette del I tipo di

Golgi; quelle di cui al punto c sono dette del II tipo di Golgi.

Neuroni della sostanza grigia delle corna anteriore

Sono presenti motoneuroni somatici (che innervano con i loro

assoni le fibrocellule muscolari scheletriche) ed

interneuroni.

Neuroni della sostanza grigia delle corna laterali

Sono presenti motoneuroni viscerali (che innervano con i loro

assoni le fibrocellule muscolari lisce e le cellule secernenti

delle ghiandole esocrine) ed interneuroni.

Qui troviamo fondamentalmente cellule funicolari (che

proiettano a centri soprastanti, ad altri mielomeri del midollo

spinale, od alla metà controlaterale del midollo spinale) ed

interneuroni, che modulano l’attività delle cellule funicolari. Le

cellule funicolari ricevono impulsi dai proteneuroni sensitivi,

oppure da neuroni di centri soprassiali (con funzione

modulatoria) o da altre cellule funicolari.

Cellule della sostanza grigia del corno posteriore

CONCETTO DI NUCLEO NEL SISTEMA

NERVOSO CENTRALE

Si definisce nucleo un raggruppamento di neuroni, posto

all’interno del Sistema Nervoso Centrale, che svolgono

funzioni in comune.

Per ganglio deve invece intendersi un raggruppamento di

neuroni posti al di fuori del Sistema Nervoso Centrale

(gangli spinali, gangli dei nervi cranici, gangli del Sistema

Nervoso Viscerale).

Il corno anteriore è motore somatico perché contiene i

motoneuroni motori somatici (neuroni effettori somatici).

Il corno laterale è motore viscerale perché contiene i

motoneuroni viscerali (neuroni effettori viscerali).

Il corno posteriore è sensitivo somatico perché contiene i

neuroni sensitivi somatici di secondo ordine.

Corna del midollo spinale

CORDONE POSTERIORE:FASCIO GRACILE (A.)

FASCIO CUNEATO (A.)

CORDONE LATERALE:SPINO-CEREBELLARE DORSALE (A.)

SPINO-CEREBELLARE VENTRALE (A.)

SPINO-TALAMICO LATERALE (A.)

CORTICO-SPINALE LATERALE (D.)

RETICOLO-SPINALE LATERALE (D.)

Fasci della sostanza bianca del midollo spinale

CORDONE ANTERIORE: SPINO-TALAMICO ANTERIORE (A.)

CORTICO-SPINALE ANTERIORE (D.)

RETICOLO-SPINALE ANTERIORE (D.)

VESTIBOLO-SPINALE (D.)

NOTA BENE: (A.)= ASCENDENTE; (D.): DISCENDENTE

Il tronco encefalico è una parte dell’encefalo ed è

costituito (dal basso verso l’alto) da:

MIDOLLO ALLUNGATO (BULBO)

PONTE

MESENCEFALO

Il limite fra il midollo spinale e midollo allungato è a

livello del contorno del grande foro occipitale.

Il tronco encefalico (tronco cerebrale)

IL PONTE

È costituito da una parte anteriore (parte basilare) e da

una posteriore (tegmento).

IL MESENCEFALO

È costituito da una parte antero-laterale (peduncolo

cerebrale, pari) e da una parte posteriore (lamina

quadrigemina, impari).

A sua volta il peduncolo cerebrale è formato da un :

piede, anteriormente (sostanza bianca)

tegmento, posteriormente (sostanza bianca/grigia)

Nel tronco encefalico troviamo sostanza bianca (fasci

di fibre ascendenti e discendenti) e nuclei di

sostanza grigia.

I nuclei di sostanza grigia si possono suddividere in:

NUCLEI PROPRI DEL TRONCO ENCEFALICO

NUCLEI DEI NERVI CRANICI

Organizzazione strutturale del tronco encefalico

Possiamo schematicamente dividere il midollo allungato in tre livelli:

livello basso (DECUSSAZIONE DELLE PIRAMIDI): qui

l’organizzazione è fondamentalmente ancora quella del midollo

spinale, quindi con la sostanza grigia posta al centro e la sostanza

bianca posta in periferia;

livello intermedio (INCROCIAMENTO DEI LEMNISCHI): la

sostanza grigia comincia a spostarsi verso l’indietro, ma costituisce

ancora una massa unica;

livello alto (NUCLEO OLIVARE INFERIORE) la sostanza grigia

non costituisce più una massa unica, ma è frammentata in tanti

nuclei di sostanza grigia separati da fasci di sostanza bianca.

Organizzazione interna del midollo allungato

All’esterno il mesencefalo è formato antero-lateralmente dai 2

peduncoli cerebrali che divergono verso l’alto formando una

specie di lettera V e si dirigono nel diencefalo. Posteriormente

troviamo invece la lamina quadrigemina, formata da due coppie

di tubercoli quadrigemini (superiori ed inferiori) separati del

solco crociato.

All’interno ogni peduncolo cerebrale è separabile in:

Il mesencefalo

PIEDE DEL PEDUNCOLO, costituito solo da sostanza bianca

(fasci cortico-pontini e cortico-spinali, ovvero fibre

discendenti)

Il ponte può essere suddiviso in una parte anteriore detta parte basilare

ed una parte posteriore detta tegmento del ponte. Il confine fra queste

due parti è rappresentato dai lemnischi mediali (fibre dirette al talamo ed

originate dai nuclei gracile e cuneato del bulbo).

La parte anteriore contiene i nuclei basilari del ponte che ricevono

fibre da neuroni della corteccia cerebrale (fibre cortico-pontine) ed

inviano i loro assoni al cervelletto (fibre ponto-cerebellari). Nella

parte anteriore troviamo anche le fibre cortico-spinali (discendenti).

La parte posteriore contiene nuclei dei nervi cranici e fasci di fibre

ascendenti (ad esempio i lemnischi mediali ed i fasci spino-

talamici).

Il ponte (organizzazione interna)

TEGMENTO O TETTO DEL PEDUNCOLO, costituito da nuclei di

sostanza grigia (ad esempio: nuclei propri del mesencefalo →

nucleo rosso; nuclei dei nervi cranici → nucleo del nervo

oculomotore) e da fasci di sostanza bianca (ad i lemnischi mediali

ed i fasci spino-talamici). Nel tetto troviamo anche l’acquedotto

mesencefalico che collega il IV con il III ventricolo. Attorno

all’acquedotto mesencefalico c’è della sostanza grigia (sostanza

grigia periacqueduttale).

Il confine tra piede e tetto del peduncolo è formato dalla sostanza

nera, un nucleo di sostanza grigia i cui neuroni producono un

pigmento simile alla melanina, donde il colorito nerastro.

La lamina quadrigemina ha una struttura molto complessa con

sostanza grigia e sostanza bianca.

È formata da neuroni con dendriti molto arborizzati e lunghi.

Questi neuroni formano dei nuclei di sostanza grigia che però

sono meno delineati degli altri nuclei di sostanza grigia che

troviamo nel tronco encefalico (ad esempio dei nuclei dei nervi

cranici).

I neuroni della sostanza reticolare ricevono assoni da molte

altre parti del sistema nervoso centrale (cervelletto, corteccia

cerebrale, diencefalo, etc.). Inoltre questi neuroni inviano i loro

assoni al midollo spinale (fasci reticolo-spinali), al cervelletto

(fasci reticolo-cerebellari), etc.

Sostanza reticolare del tronco encefalico

I neuroni della sostanza reticolare svolgono importanti

funzioni dal punto di vista motorio (sia somatico che

viscerale) e sensitivo (trasmissione dei segnali

dolorifici, ad esempio).

Inoltre alcuni nuclei della sostanza reticolare

regolano la pressione sanguigna, la frequenza

cardiaca e respiratoria.

ARCHICEREBELLO: è la parte filogeneticamente più

antica, presente anche nei rettili e negli anfibi

PALEOCEREBELLO: è comparsa successivamente

NEOCEREBELLO: è la parte più recente, sviluppata

soprattutto nei primati e nell’uomo.

Parti del cervelletto

Sono le connessioni fra il cervelletto e le 3 parti del tronco

encefalico.

Ogni peduncolo è formato da fasci di fibre che possono essere

afferenti (che vanno al cervelletto) oppure efferenti (che

provengono dal cervelletto).

I peduncoli cerebellari inferiori collegano il cervelletto

con il bulbo.

I peduncoli cerebellari medi collegano il cervelletto al

ponte.

I peduncoli cerebellari

I peduncoli cerebellari superiori collegano il

cervelletto al mesencefalo.

I fasci di fibre che compongono i peduncoli cerebellari

entrano (fibre afferenti) o escono (fibre efferenti) a

livello dell’ilo del cervelletto che si trova sulla sua faccia

anteriore, ovvero quella rivolta verso il tronco encefalico.

Nel cervelletto la sostanza grigia è localizzata in superficie

(corteccia cerebellare) mentre all’interno troviamo la sostanza

bianca. Tuttavia, nell’ambito della sostanza bianca, si trovano

dei nuclei di sostanza grigia (nuclei profondi del cervelletto).

La corteccia cerebellare è organizzata in tre strati che

procedendo dalla superficie verso la profondità sono:

STRATO MOLECOLARE

STRATO DELLE CELLULE DEL PURKINJE

STRATO GRANULARE

Struttura del cervelletto

STRATO MOLECOLARE: è formato da interneuroni (cellule

stellate esterne e cellule dei canestri) e dai loro prolungamenti

(assoni e dendriti), dai dendriti delle cellule di Purkinje, dalle fibre

parallele (assoni dei granuli) e dalle fibre rampicanti (fibre afferenti al

cervelletto, provenienti solo dal nucleo olivare inferiore del bulbo).

STRATO DELLE CELLULE DI PURKINJE: è formato dai

corpi delle cellule di Purkinje che sono grossi neuroni con un

diametro di 60-90 µm. Ogni cellule di Purkinje possiede 1 o 2

dendriti che si ramificano nello strato molecolare.

Strati della corteccia cerebellare

Le ramificazioni di una cellula di Purkinje sono tutte nello stesso

piano. Gli assoni delle cellule di Purkinje sono le uniche fibre

efferenti (che lasciano) della corteccia cerebellare. Esse vanno a fare

sinapsi con i neuroni dei nuclei profondi del cervelletto.

STRATO GRANULARE: è formato dai granuli (piccoli neuroni

con diametro di 5-6 µm) il cui assone risale nello strato molecolare e

si divide a T, formando le fibre parallele che fanno sinapsi con i

dendriti delle cellule di Purkinje. Nello strato granulare troviamo

anche le cellule di Golgi (o cellule stellate interne) e le fibre

muscoidi (fibre afferenti al cervelletto) che fanno sinapsi con i

dendriti dei granuli.

È formata da assoni che possono essere:

originati dalle cellule di Purkinje e diretti ai neuroni dei nuclei

profondi del cervelletto;

originati dai neuroni dei nuclei profondi del cervelletto e dirette

ad altre parti dell’encefalo (fibre efferenti del cervelletto, ad

esempio cerebello-talamiche → talamo, cerebello-vestibolari →

nuclei vestibolari del tronco encefalico;

originati da altre parti del sistema nervoso centrale (fibre

afferenti al cervelletto).

Sostanza bianca del cervelletto

Le fibre afferenti al cervelletto possono essere di due tipi:

FIBRE RAMPICANTI che provengono solo dal nucleo olivare

inferiore del bulbo (omogenee per origine) e vanno a fare sinapsi con

i dendriti delle cellule di Purkinje (dunque sono fibre olivo-

cerebellari);

FIBRE MUSCOIDI che sono eterogenee per origine (nuclei

vestibolari → fibre vestibolo-cerebellari; nuclei basilari del ponte →

fibre ponto-cerebellari; corna posteriori del midollo spinale → fibre

spino-cerebellari).

CONNESSIONI AFFERENTI:

1. FASCIO SPINO-CEREBELLARE DORSALE (peduncolo cerebellare inf.)

2. FASCIO SPINO-CEREBELLARE VENTRALE (peduncolo cerebellare sup.)

3. FASCIO CUNEO-CEREBELLARE (peduncolo cerebellare inf.)

4. FASCIO SPINO-CEREBELLARE ROSTRALE (peduncolo cerebellare

inf.) ???

5. FASCIO RETICOLO-CEREBELLARE (peduncolo cerebellare inf.)

6. FASCIO OLIVO-CEREBELLARE (peduncolo cerebellare inf.)

7. FASCIO VESTIBOLO-CEREBELLARE (peduncolo cerebellare inf.)

8. FASCIO PONTO-CEREBELLARE (peduncolo cerebellare medio)

Principali connessioni del cervelletto

CONNESSIONI EFFERENTI:

1. FASCIO CEREBELLO-VESTIBOLARE (peduncolo cerebellare inf.)

2. FASCIO CEREBELLO-RETICOLARE (peduncolo cerebellare inf.)

3. FASCIO CEREBELLO-RUBRO (peduncolo cerebellare sup.)

4. FASCIO CEREBELLO-TALAMICO (peduncolo cerebellare sup.)

5.FASCIO CEREBELLO-RUBRO-TALAMICO (peduncolo cerebellare

sup.)

Inoltre il cervelletto riceve fibre anche da: ipotalamo, tubercolo

quadrigemino superiore, locus coeruleus nuclei del rafe della

sostanza reticolare del tronco encefalico, nuclei del trigemino.

È una cavità delimitata anteriormente dal tronco

encefalico (pavimento del IV ventricolo, formato da

midollo allungato e ponte) e posteriormente dal

cervelletto (tetto del IV ventricolo, formato dalla

faccia anteriore del cervelletto).

Il IV ventricolo

Il pavimento del IV ventricolo ha la forma di un rombo

ed è costituito da due triangoli uniti per la base. Il

triangolo inferiore appartiene al bulbo (faccia posteriore)

e si chiama triangolo bulbare, quello superiore

appartiene al ponte e si chiama triangolo pontino.

Il IV ventricolo contiene liquido cefalo-rachidiano e,

tramite l’acquedotto mesencefalico, comunica con il III

ventricolo, una cavità contenuta all’interno del

diencefalo.

A livello del tetto del IV ventricolo sono presenti 3

piccoli fori che permettono al liquido cefalo rachidiano

di uscire nello spazio subaracnoideo che circonda

l’encefalo ed il midollo spinale.

TALAMO

SUBTALAMO

IPOTALAMO

EPITALAMO

Parti del diencefalo

ORMONI EPIFISARI

TRIPTOFANO SEROTONINA MELATONINA

NOR-ADRENALINA liberata dalle fibre ortosimpatichepostgangliari che innervano i pinealociti

Azioni della melatoninaNell’animale da esperimento:

azione gonadica (blocco ovulazione)

inibizione del metabolismo dello iodio nella tiroide

inibizione della secrezione dei corticosteroidi surrenalici

Nell’uomo:non dimostrata azione gonadica

la somministrazione di melatoninainduce manifestazioni di tipo sedativo: sonno

Controllo della secrezione

L’epifisi è un trasduttore neuroendocrino:

trasforma impulsi nervosi afferenti (nor-adrenalina) → secrezione ormonale

Influiscono sulla produzione di melatonina:LUCE - (↓ liberazione di nor-adrenalina)

STRESS + (↑ liberazione di nor-adrenalina e stimolazione di tutto il S.N.C.)

RITMO CIRCADIANO (max secrezione di giorno, min di notte)

BUIO dal ganglio cervicale superiore → fibre postgangliari che a livello dell’epifisi producono nor-adrenalina →stimolazione dell’epifisi a produrre melatonina

L’ipotalamo e’ costituito da nuclei di sostanza grigia da cui partono

(fasci efferenti) ed arrivano (fasci afferenti) fibre nervose che lo

collegano con molte altre parti del sistema nervoso centrale.

Struttura dell’ipotalamo

Fasci efferenti (esempio): l’ipotalamo invia fibre ai nuclei della sostanza

reticolare del tronco encefalico ed ai motoneuroni viscerali delle corna

laterali del midollo spinale. Questi collegamenti ci spiegano come

l’ipotalamo possa controllare funzioni viscerali (frequenza cardiaca,

pressione sanguigna, etc.)

Fasci afferenti (esempio): l’ipotalamo riceve fibre che provengono dalla

retina dell’occhio. In questa maniera alcuni neuroni dell’ipotalamo sono

sempre informati se è giorno o notte. Così l’ipotalamo è in grado di

regolare i ritmi circadiani e quelli sonno-veglia.

Funzioni dell’ipotalamo

PRODUZIONE ORMONALE (nucleo sopraottico e nucleo

paraventricolare):

VASOPRESSINA (ormone ANTIDIURETICO o ADH) →

TUBULO CONTORTO DISTALE

OSSITOCINA → MIOMETRIO (PARTO)

CONTROLLO DELLA SECREZIONE ORMONALE DELLA

ADENOIPOFISI

REGOLAZIONE DEI RITMI CIRCADIANI (nucleo

soprachiasmatico)

REGOLAZIONE DELLA TEMPERATURA CORPOREA

REGOLAZIONE DELLA INGESTIONE DI LIQUIDI(centro della sete)

REGOLAZIONE DELL’ASSUNZIONE DI CIBO: centro della

fame e della sazietà → GRELINA (fame); LEPTINA e INSULINA

(sazietà)

REGOLAZIONE FREQUENZA CARDIACA E PRESSIONE

SANGUIGNA

REGOLAZIONE RITMI SONNO-VEGLIA

Questi due ormoni sono sintetizzati da neuroni dei nuclei

sopraottico e paraventricolare.

Le molecole di questi ormoni sono trasportate all’interno

degli assoni che nascono da questi neuroni. Gli assoni

costituiscono il fascio ipotalamo-ipofisario che collega

appunto l’ipotalamo con la parte posteriore della ghiandola

ipofisi (= neuroipofisi).

La parte terminale di questi assoni si pone in rapporto con

capillari sanguigni della neuroipofisi. Gli ormoni vengono

secreti a questo livello ed entrano nel circolo sanguigno.

Secrezione dell’ADH e dell’ossitocina

Pertanto, ADH ed ossitocina non sono

prodotti dalla neuroipofisi (che non produce

nessun ormone) ma dall’ipotalamo.

I due ormoni entrano in circolo a livello della

neuroipofisi.

Il talamo è un grosso ammasso pari di sostanza grigia che fa

parte del diencefalo. Ha una forma ovoidale con asse maggiore

(circa 4-5 cm) anteroposteriore. Fra i due talami e’ compreso il III

ventricolo, che è la cavità del diencefalo.

Il talamo è costituito da numerosi nuclei di sostanza grigia che

sono collegati a doppio binario con varie zone della corteccia

cerebrale (emisferi cerebrali).

I nuclei del talamo sono interposti su circuiti nervosi sia di tipo

sensitivo che motorio.

Il talamo

ESEMPI:CIRCUITO (via) SPINO → TALAMO → CORTICALE

(SENSITIVO: sensibilità tattile protopatica, termica, dolorifica)

CIRCUITO (via) DEI CORDONI POSTERIORI: FASCI

GRACILE E CUNEATO → NUCLEI GRACILE E CUNEATO

(LEMNISCO MEDIALE) → TALAMO → CORTECCIA

CEREBRALE (SENSITIVO: sensibilità tattile epicritica,

propriocettiva cosciente, pressoria, vibratoria)

CIRCUITO (via) CEREBELLO → TALAMO → CORTICALE

(MOTORIO)

È una ghiandola endocrina intracranica collegata all’ipotalamo

tramite il peduncolo ipofisario.

L’ipofisi e’ accolta nella sella turcica, una cavità dell’osso

sfenoide, ed e’ posta al di sotto dell’ipotalamo.

L’IPOFISI E’ DIVISIBILE IN DUE PARTI:

IPOFISI ANTERIORE O ADENOIPOFISI

IPOFISI POSTERIORE O NEUROIPOFISI

Ipofisi

IPOFISI ANTERIORE:Internamente è costituita da nidi e cordoni di cellule, fra le quali

sono presenti molti capillari sinusoidi.

VECCHIA CLASSIFICAZIONELE CELLULE DELL’IPOFISI SONO DI DUE TIPI :

CELLULE CROMOFOBE (NON COLORABILI) = CELLULE CHE

NON PRODUCONO ORMONI (FASE DI RIPOSO

FUNZIONALE?)

CELLULE CROMOFILE (COLORABILI) = CELLULE CHE

PRODUCONO ORMONI

IPOFISI POSTERIORE:

È costituita da cellule simili alle cellule della nevroglia (pituiciti),

da capillari sinusoidi e dalla parte terminale delle fibre nervose

ipotalamo-ipofisarie, nate da neuroni dei nuclei sopraottico e

paraventricolare dell’ipotalamo.

CELLULE ACIDOFILE: ORMONE DELL’ACCRESCIMENTO O SOMATOTROPO (GH O

STH): 50% DELLE CELLULE IPOFISARIE (SOMATOTROPE)

PROLATTINA (LTH): 10-25% (LATTOTROPE)

CELLULE BASOFILE:ADRENOCORTICOTROPO (ACTH): 10-20% (CORTICOTROPE)

CELLULE CROMOFOBE:TIREOTROPO (TSH): 10%

GONADOTROPINE (FSH/LH-ICSH): 10% (GONADOTROPE)CELLULE FOLLICOLO-STELLATE: NON PRODUCONO ORMONI

Ormoni prodotti dalla parte anteriore dell’ipofisi

Alcuni nuclei dell’ipotalamo (nucleo arcuato, nucleo paraventricolare) producono degli ormoni che controllano l’attività endocrina delle cellule dell’adenoipofisi

-Releasing hormones (RH): sono fattori di rilascio, che stimolano la produzione di uno o più ormoni dell’adenoipofisi

-Inhibiting hormones (IH): sono fattori di inibizione, che inibiscono la sintesi e la secrezione di ormoni dell’adenoipofisi

I RH e gli IH vengono secreti nel sangue e raggiungono quindi l’ipofisi anteriore dove esercitano il loro effetto.

CONTROLLO IPOTALAMICO DELLA SECREZIONE ADENOIPOFISARIA

ESEMPI DI RH E DI IH

•TRH (thyrotropin-releasing hormone)→ TSH

•CRH (corticotropin releasing hormone)→ACTH

•GHRH (growth hormone releasing hormone) →GH

•SOMATOSTATINA (growth hormone inhibitinghormone) → GH

Nel telencefalo la sostanza grigia è localizzata all’esterno

(corteccia cerebrale o pallio), mentre la sostanza bianca e’

localizzata internamente (centro semiovale).

Nell’ambito della sostanza bianca troviamo poi dei nuclei di

sostanza grigia detti nuclei della base del telencefalo.

LA SOSTANZA BIANCA DEL TELENCEFALO E’

COSTITUITA DA:

Struttura del telencefalo

Fibre che dalla corteccia cerebrale si portano a centri

nervosi sottostanti (esempi: cortico-spinali; cortico-pontine;

cortico-reticolari);

fibre che dalla corteccia cerebrale si portano al talamo

(cortico-talamiche) o viceversa (talamo-corticali);

fibre che collegano aree diverse di uno stesso emisfero

cerebrale;

fibre che collegano aree dei due emisferi cerebrali.

(N.B. La principale via di collegamento fra i due

emisferi e’ il corpo calloso che è una specie di ponte

fra i due emisferi).

Classificazione dei tipi di corteccia cerebrale

ALLOCORTECCIA (10%). Ha meno di 6 strati e comprende:

ARCHEOPALLIO, 3 strati (ippocampo ventrale);

PALEOPALLIO, 4-5 strati (aree olfattive).

ISOCORTECCIA (90%). Ha sei strati e si divide in:

OMOTIPICA, gli strati sono facilmente distinguibili; è

tipica delle aree associative;

ETEROTIPICA, gli strati non sono facilmente

distinguibili ed è ulteriormente suddivisibile in:

DI TIPO GRANULARE (tipica delle aree sensitive);

DI TIPO AGRANULARE (tipica delle aree motorie).

Aree della corteccia cerebraleLe aree della corteccia cerebrale sono zone che si sono specializzate

nell’esecuzione di una o più funzioni.

Si dividono in:

AREE MOTORIEAREE SENSITIVEAREE ASSOCIATIVE (sono quelle più sviluppate nell’uomo).

Le aree associative sono sede di:CAPACITÀ INTELLETTIVA E RAGIONAMENTOCAPACITÀ DI PIANIFICARE IL FUTUROCAPACITÀ DI MEMORIZZAREABILITÀ COMUNICATIVAABILITÀ LINGUISTICACARATTERE E PERSONALITÀ DELL’INDIVIDUO

AREE MOTORIEDistinguiamo un’area motoria primaria ed una secondaria. L’area motoria primaria (area 4) occupa la circonvoluzione precentrale. La stimolazione elettrica di questa area causa movimenti fini prevalentemente a carico delle estremità. Da quest’area nascono molte delle fibre cortico-spinali. In quest’area è possibile riconoscere un’organizzazione somatotopica dei muscoli del nostro corpo (homunculus motorius).Tale raffigurazione èsproporzionata, in quanto i muscoli capaci di compiere movimenti molto fini (muscoli dell’avambraccio e della mano) “occupano” molto spazio a livello corticale, in quanto sono controllati da molti neuroni corticali.

AREA MOTORIA SECONDARIA

L’area motoria secondaria (area 6) si trova nel lobo frontale al davanti dell’area primaria. La sua stimolazione elettrica produce movimentigrossolani a carico del tronco e degli arti. Da questa area originano parte delle fibrecortico-reticoli-spinali.

AREE SENSITIVE

Anche queste si dividono in primarie e secondarie. Nelle primarie avviene la percezione cosciente degli stimoli elementari. Queste aree sono collegate con il talamo, attraverso cui passano tutte le informazioni sensitive prima di raggiungere la corteccia cerebrale.Le aree secondarie sono implicate nelle varie forme di “gnosie”, ovvero permettono il riconoscimento dello stimolo attribuendogli un significato sulla base delle esperienze pregresse.

AREA SOMATOSENSITIVA PRIMARIA

Occupa la circonvoluzione postcentrale (aree 1,2,3). A questa area giungono le informazioni dalla periferia, dopo essere passate attraverso il talamo (sens. tattile, pressoria, vibratoria, dolorifica, termica, propriocettiva cosciente). Anche a questo livello è presente una rappresentazione distorta del nostro corpo (homunculus sensitivus), in quanto le aree piùsensibili (dita della mano, lingua, labbra) possiedono più recettori e quindi necessitano di più neuroni (e di più spazio) a livello corticale.

Dal punto di vista topografico comprendono:

NUCLEO CAUDATO

NUCLEO LENTICOLARE:

PUTAMEN

GLOBO PALLIDO ESTERNO

GLOBO PALLIDO INTERNOLa testa del nucleo caudato ed il putamen sono uniti da “ponti” di

sostanza grigia: questa associazione prende il nome di corpo striato.

Dal punto di vista funzionale anche la sostanza nera (mesencefalo) ed

il nucleo subtalamico (subtalamo) fanno parte dei nuclei della base del

telencefalo.

I nuclei della base del telencefalo

Aggiustamenti volontari e modificazioni dei comandi motori volontari

Nucleo caudato

Nucleo lenticolare (putamen e globuspallidus)

Corpo striato

Gioca un ruolo incerto nell’elaborazione dell’informazione visiva

Claustro

Componente del sistema limbico

Corpo amigdaloideoFunzioniNucleiRegione

I nuclei cerebrali

Questi nuclei sono inseriti su circuiti nervosi assai complessi

che originano dalla corteccia cerebrale, passano per i

nuclei della base (inclusa la sostanza nera del

mesencefalo), per il talamo e ritornano poi alla corteccia

cerebrale.

Questi circuiti nervosi svolgono un ruolo molto importante

per il controllo dell’esecuzione dei movimenti, ma hanno

però anche altre funzioni (ad esempio cognitive).

Circuiti nervosi passanti attraverso i nuclei della base del telencefalo

Il liquido cefalo-rachidiano è prodotto dai plessi coriodei che si

trovano nei ventricoli laterali, nel III e nel IV ventricolo. Ha un

aspetto simile ad acqua limpida e contiene soprattutto ioni, la

cui concentrazione è però differente da quella presente nel

plasma. Pertanto esso non è il prodotto di una semplice

filtrazione del plasma ma viene secreto in maniera attiva

dalle cellule ependimali che rivestono i plessi corioidei.

Il liquido cefalo-rachidiano passa nello spazio subaracnoideo

a livello dei fori presenti sul tetto del IV ventricolo.

Il liquido cefalo-rachidiano

In un giorno i plessi corioidei producono circa 500 ml

di liquido cefalo-rachidiano. All’interno dei ventricoli,

dell’acquedotto mesencefalico e dello spazio

subaracnoideo vi sono in ogni momento 150 ml di

liquido. Ciò vuol dire che deve esistere un sistema

che permette il continuo riassorbimento del liquido

cefalo-rachidiano.

Il riassorbimento avviene a livello delle granulazioni

aracnoidee o villi aracnoidei.

Si dividono in:

VIE MOTORIE PRINCIPALI:

CORTICO-SPINALI (PIRAMIDALI)

CORTICO-RETICOLO-SPINALI

VESTIBOLO-SPINALI

CIRCUITI DI CONTROLLO:

CORTICO-PONTO-CEREBELLO-TALAMO (NUCLEI

VENTRALE LATERALE)-CORTICALE

CORTICO-RUBRO-OLIVO-CEREBELLARE

CIRCUITI PASSANTI PER LA BASE DEL

TELENCEFALO

Circuiti (vie) motorie

Vie cortico-spinali (piramidali)Neuroni delle aree motorie della corteccia cerebrale (+++ circonvoluzione precentrale)→ fasci cortico spinali→ interneuroni delle corna anteriori del midollo spinale→ motoneuroni somatici delle corna anteriori→ radici anteriori dei nervi spinali→ nervi spinali→ muscoli scheletrici volontari (per movimenti precisi e fini).

Vie cortico-reticolo-spinaliNeuroni delle aree motorie della corteccia cerebrale→ fasci cortico reticolari→ neuroni della sostanza reticolare del ponte e del bulbo→ fasci reticolo spinali→ interneuroni delle corna anteriori del midollo spinale→ motoneuroni somatici delle corna anteriori→ radici anteriori dei nervi spinali→ nervi spinali→muscoli scheletrici volontari (per movimenti grossolani).

Vie vestibolo-spinali Nuclei vestibolari del tronco encefalico→ fasci vestibolo spinali→ interneuroni delle corna anteriori del midollo spinale→ motoneuroni somatici delle corna anteriori→radici anteriori dei nervi spinali→ nervi spinali→ muscoli scheletrici volontari (muscoli antigravitari).

L’UNITA’ MOTORIAPER UNITA’ MOTORIA SI INTENDE IL COMPLESSO FORMATO DA UN MOTONEURONE SOMATICO DELLE CORNA ANTERIORI DEL MIDOLLO SPINALE E DALLE FIBRE MUSCOLARI SCHELETRICHE DA QUESTO INNERVATE.IL NUMERO DI FIBRE MUSCOLARI INNERVATE DA UN SINGOLO MOTONEURONE VARIA DA 5-6 FINO AD ALCUNE CENTINAIA (400-500). MUSCOLI CAPACI DI MOVIMENTI FINI HANNO UNITA’MOTORIE PICCOLE, MUSCOLI CAPACI DI MOVIMENTI GROSSOLANI HANNO UNITA’ MOTORIE GRANDI.

VIA CORTICO-PONTO-CEREBELLO-TALAMO- CORTICALE

CORTECCIA CEREBRALE→FIBRE CORTICO-PONTINE →NUCLEI BASILARI DEL PONTE →FIBRE PONTO-CEREBELLARI →CORTECCIA CEREBELLARE →NUCLEI PROFONDI DEL CERVELLETTO →FIBRE CEREBELLO-TALAMICHE → TALAMO →FIBRE TALAMO-CORTICALI →CORTECCIA CEREBRALE

VIA CORTICO-RUBRO-OLIVO-CEREBELLARE

CORTECCIA CEREBRALE →FIBRE CORTICO-RUBRE →NUCLEO ROSSO (MESENCEFALO) →FIBRE RUBRO-OLIVARI →NUCLEO OLIVARE INFERIORE (BULBO) →FIBRE OLIVO-CEREBELARI (FIBRE RAMPICANTI) →CORTECCIA CEREBELLARE

VIE DEI CORDONI POSTERIORI (sensibilità tattile

epicritica, propriocettiva cosciente, pressoria, vibratoria).

Recettori periferici (meccanocettori, propriocettori)→ neuroni

dei gangli spinali→ neuroni dei nuclei gracile e cuneato→

lemnisco mediale (crociato)→ nucleo ventrale posteriore del

talamo→ corteccia somatosensitiva (circonvoluzione post-

centrale).

VIA SPINO-TALAMICA (sensibilità tattile protopatica,

dolorifica, termica, prurito, solletico).

Recettori periferici (meccanocettori, nocicettori, termocettori)→

Circuiti (vie) sensitive

neuroni dei gangli spinali→ neuroni funicolari delle corna

posteriori del midollo spinale→ fasci spinotalamico laterale e

anteriore (crociati)→ nucleo ventrale posteriore del talamo→

corteccia somatosensitiva (circonvoluzione post-centrale).

VIA SPINO-CEREBELLARE (sensibilità propriocettiva

incosciente).

Recettori periferici (propriocettori muscolari, articolari,

tendinei)→ neuroni dei gangli spinali→ neuroni funicolari delle

corna posteriori del midollo spinale→ fasci spinocerebellari

ventrale e dorsale→ corteccia cerebellare.

CORTECCIA CEREBRALE→ NUCLEI DELLA

BASE DEL TELENCEFALO→ SOSTANZA

NERA→ TALAMO (N. VENTRALE

ANTERIORE→ AREE MOTORIE DELLA

CORTECCIA CEREBRALE

Circuito passante per i nuclei della base del telencefalo

È formato dai nervi spinali; dai gangli spinali contenenti i

protoneuroni sensitivi; dai nervi cranici; dai gangli

sensitivi (contenenti protoneuroni sensitivi) che si trovano

annessi a certi nervi cranici (trigemino, faciale); dai

recettori sensitivi (terminazioni nervose libere, corpuscoli

di Messner, Pacini ecc.).

Inoltre fanno parte del sistema nervoso periferico tutte quelle

formazioni del sistema nervoso autonomo che si trovano

al di fuori del S.N.C. (gangli parasimpatici ed ortosimpatici,

nervi del sistema nervoso autonomo, ecc.).

Il sistema nervoso periferico

Il compito del sistema nervoso

periferico è di captare gli stimoli e di

condurli al sistema nervoso centrale.

Inoltre il sistema nervoso periferico porta agli

effettori (muscolatura striata volontaria, muscolatura

liscia, ghiandole esocrine) gli impulsi, generati nel

sistema nervoso centrale, che servono a far contrarre

i muscoli, a far secernere le ghiandole esocrine, ecc.

Per origine apparente di un nervo o di una

radice nervosa si intende il punto in cui le fibre

nervose escono dal (o entrano nel) sistema

nervoso centrale.

Invece per origine reale si intendono i neuroni

da cui da cui originano le fibre nervose.

Origine apparente e reale dei nervi periferici (spinali e cranici)

I nervi spinali sono 31 coppie, ognuna delle quali nasce da un

mielomero. La nomenclatura dei nervi spinali è uguale a quella dei

mielomeri:

8 coppie di nervi cervicali (C1-C8)

12 coppie di nervi toracici (T1-T12)

5 coppie di nervi lombari (L1-L5)

5 coppie di nervi sacrali (S1-S5)

1 nervo coggigeo (Co1)

Ogni nervo spinale si costituisce per confluenza di: radicole

anteriori in una radice anteriore e di: radicole

posteriori in una radice posteriore.

I nervi spinali

L’origine apparente delle radicole anteriori (motorie o

efferenti) è a livello del solco antero-laterale del midollo

spinale.

L’origine apparente delle radicole posteriori (sensitive

o afferenti) è a livello del solco postero-laterale del midollo

spinale.

L’origine reale delle radicole anteriori è a livello dei

motoneuroni somatici e viscerali del corno anteriore del

midollo spinale.

L’origine reale delle radicole posteriori è a livello dei

protoneuroni sensitivi dei gangli spinali.

RADICOLE ANTERIORI: MOTORIE (efferenti

somatiche e viscerali), ESCONO dal midollo spinale.

RADICOLE POSTERIORI: SENSITIVE (afferenti

somatiche) ENTRANO nel midollo spinale.

RADICE ANTERIORE: MOTORIA (efferente somatica e

viscerale), si forma per confluenza delle radicole anteriori.

RADICE POSTERIORE: SENSITIVA (afferente

somatica), si forma per confluenza delle radicole posteriori e

sul suo decorso presenta il ganglio spinale, contenente i

protoneuroni sensitivi.

I nervi spinali si formano nel seguente modo:

NERVO SPINALE: MISTO (motorio e sensitivo),

si forma per unione della radice anteriore con quella

posteriore.

RAMO ANTERIORE DEL NERVO

SPINALE: MISTO, si forma per divisione del nervo

spinale .

RAMO POSTERIORE DEL NERVO

SPINALE: MISTO, si forma per divisione del nervo

spinale.

La maggior parte dei rami anteriori dei nervi spinali dà origine a dei

plessi nervosi, ovvero complesse strutture a livello delle quali avviene

uno scambio di fibre fra i rami anteriori. Dai plessi nascono poi la

maggior parte dei nervi periferici del nostro corpo.

I rami posteriori non danno MAI origine a plessi e vanno ad

innervare la cute e la muscolatura scheletrica del dorso.

C1-C4: PLESSO CERVICALE

C5-T1: (parte) PLESSO BRACHIALE

L1-L4: (parte) PLESSO LOMBARE

L4 (parte) -S5: PLESSO SACRALE/PUDENDO

T1 (parte)-T12: NERVI INTERCOSTALI (disposizione

segmentaria)

Rami anteriori nervi spinali

1. MOTRICE SOMATICA (per muscolatura

scheletrica)

2. SENSITIVA SOMATICA (tattile, pressoria,

propriocettiva, termica, dolorifica)

3. SENSITIVA SPECIALE (o SENSORIALE)

4. MOTRICE VISCERALE (parasimpatica per

muscoli lisci e ghiandole)

5. SENSITIVA VISCERALE (parasimpatica)

Componenti dei nervi cranici

I nervi craniciI nervo cranico: nervo OLFATTIVOOrigine apparente: BULBO OLFATTIVO

Tipo di fibre: SENSITIVE SPECIALI

Origine reale: CELLULE OLFATTIVE

Strutture innervate: MUCOSA OLFATTIVA

II nervo cranico: nervo OTTICOOrigine apparente: CHIASMA OTTICO

Tipo di fibre: SENSITIVE SPECIALI

Origine reale: CELLULE MULTIPOLARI DELLA RETINA

Strutture innervate: RETINA (OCCHIO)

III nervo cranico: nervo OCULOMOTOREOrigine apparente: MESENCEFALO

Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE, MOTRICI VISCERALI

Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI E VISCERALI

Strutture innervate: MUSCOLI ESTRINSECI OCCHIO, MUSCOLI

INTRINSECI OCCHIO

IV nervo cranico: nervo TROCLEAREOrigine apparente: MESENCEFALO

Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE

Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI

Strutture innervate: MUSCOLI ESTRINSECI OCCHIO

VI nervo cranico: nervo ABDUCENTEOrigine apparente: PONTE

Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE

Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI

Strutture innervate:MUSCOLI ESTRINSECI OCCHIO

V nervo cranico: nervo TRIGEMINOOrigine apparente: PONTE

Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE (+), SENSITIVE

SOMATICHE (+++)

Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI, PROTONEURONI

SENSITIVI DEL GANGLIO SEMILUNARE

Strutture innervate: MUSCOLI MASTICATORI, FACCIA E

CAVITÀ FACCIALI

VII nervo cranico: nervo FACIALEOrigine apparente: SOLCO-BULBO PONTINO

Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE (++++), MOTRICI

VISCERALI (++), SENSITIVE SPECIALI GUSTO (++)

Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI, MOTONEURONI

VISCERALI, PROTONEURONI SENSITIVI DEL

GANGLIO GENICOLATO

Strutture innervate: MUSCOLI MIMICI, GHIANDOLE VARIE

(SALIVARI, LACRIMALI, NASALI),

RECETTORI GUSTATIVI (LINGUA)

VIII nervo cranico: nervo ACUSTICO o

VESTIBOLO/COCLEAREOrigine apparente: SOLCO BULBO-PONTINO

Tipo di fibre: SENSITIVE SPECIALI (EQUILIBRIO/UDITO)

Origine reale: PROTONEURONI SENSITIVI (GANGLIO

VESTIBOLARE/GANGLIO SPIRALE)

Strutture innervate: ORGANO EQUILIBRIO/ORGANO UDITO

IX nervo cranico: nervo GLOSSO-FARINGEOOrigine apparente: BULBO

Tipo di fibre: SENSITIVE SOMATICHE, SENSITIVE SPECIALI

(GUSTO), MOTRICI VISCERALI

Origine reale: PROTONEURONI SENSITIVI (2 GANGLI),

MOTONEURONI VISCERALI

Strutture innervate: FARINGE/LINGUA, RECETTORI GUSTATIVI

(LINGUA), GHIANDOLA PAROTIDE

X nervo cranico: nervo VAGOOrigine apparente: BULBO

Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE, SENSITIVE SPECIALI

(GUSTO), MOTRICI VISCERALI (+++)

Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI, PROTONEURONI

SENSITIVI, MOTONEURONI VISCERALI

Strutture innervate: FARINGE/LARINGE, RECETTORI

GUSTATIVI (LINGUA), VISCERI

XI nervo cranico: nervo ACCESSORIOOrigine apparente: BULBO

Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE

Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI

Strutture innervate: LARINGE

XII nervo cranico: nervo IPOGLOSSOOrigine apparente: BULBO

Tipo di fibre: MOTRICI SOMATICHE

Origine reale: MOTONEURONI SOMATICI

Strutture innervate: LINGUA

Regola tutte quelle funzioni che non sono sotto il

controllo della volontà (secrezione delle ghiandole

esocrine, contrazione della muscolatura liscia, frequenza

cardiaca, ecc.).

È organizzato in:

SISTEMA ORTOSIMPATICO (SIMPATICO)

SISTEMA PARASIMPATICO

Sistema nervoso autonomo (viscerale, vegetativo)

ORTOSIMPATICO (SIMPATICO)

PARASIMPATICO

Dove sono localizzati i neuroni pregangliari?

Dove decorrono le fibre pregangliari?

Dove è il ganglio?

Quali sono i bersagli (muscoli lisci, ghiandole, ecc.)?

Sistema nervoso autonomo (viscerale, vegetativo)

La maggior parte degli organi ha una duplice innervazione

(app. digerente, respiratorio, cuore) ed in questo caso

ortosimpatico e parasimpatico hanno effetti opposti.

L’ortosimpatico stimola il metabolismo, l’attenzione e le

funzioni vitali per preparare l’organismo a situazioni di stress ed

emergenza (risposta “LOTTA E FUGGI”).

Il parasimpatico favorisce il risparmio energetico ed esercita

un’azione di stimolo nei confronti di attività che si svolgono

meglio quando siamo a riposo (digestione) (risposta “RESTA

E RIPOSA).

Ortosimpatico e parasimpatico

Per questi motivi quando siamo svegli (e comunque nelle

prime ore della giornata) predomina l’ortosimpatico, mentre

quando siamo addormentati (e comunque nella seconda metà

della giornata) tende ad essere più attivo il parasimpatico.

Vi sono però casi in cui ortosimpatico e parasimpatico

collaborano per controllare ciascuno una fase di un processo

complesso (app. genitale maschile).

Infine, vi sono casi in cui una struttura anatomica riceve un solo

tipo di innervazione (ortosimpatica: vasi sanguigni, ghiandole

sudoripare; parasimpatica: ghiandole lacrimali).

Funzioni del sistema nervoso viscerale

RallentamentoAccelerazione Ritmo cardiaco-DilatazioneVasi coronarici

-Aumento di secrezioneGh. sudoripare

Secrezione acquosa, profusa-Gh. nasali

Secrezione acquosa, profusa

Secrezione viscosa, spessaGh. salivari

Secrezione acquosa, profusa-Gh. lacrimali

CostrizioneDilatazionePupilla

Effetti parasimpatici

Effetti ortosimpatici

Organo o funzione

Effetti parasimpatici

Effetti ortosimpaticiOrgano o funzione

-ContrazioneMuscoli erettori dei peli

ErezioneEiaculazioneOrgani genitali maschili

-DiminuzioneProduzione di urina

AumentoDiminuzionePeristalsi intestinale

CostrizioneDilatazione Bronchi

-AumentoLivello di glucoso nel sangue

-Aumento Coagulazione del sangue

-CostrizioneVasi cutanei

I neuroni pregangliari sono localizzati:nel corno laterale della sostanza griglia del midollo spinale (mielomeri

T1-L2).

Le fibre pregangliari (brevi) decorrono:nelle radicole anteriori e poi nelle radici anteriori che escono dal

midollo spinale.

I gangli sono tutti lontani dagli organi bersaglio:GANGLI PARAVERTEBRALI (acetilcolina)

GANGLI PREVERTEBRALI (acetilcolina)

MIDOLLARE DEL SURRENE (acetilcolina)

Le fibre postgangliari sono sempre lunghe (noradrenalina,

per lo più).

Sistema nervoso ortosimpatico (toraco-lombare)

I neuroni pregangliari sono localizzati:in nuclei presenti a livello del tronco encefalico

(mesencefalo, ponte, midollo allungato);

• nel corno laterale della sostanza grigia del midollo spinale

(mielomeri S2-S4).

Le fibre pregangliari (brevi) decorrono:associate ai nervi cranici (III, VII, IX, X paio);

nei nervi splancnici pelvici.

Sistema nervoso parasimpatico (encefalico-sacrale)

I gangli sono:vicini agli organi bersaglio (acetilcolina);

vicini agli organi bersaglio (acetilcolina).

Le fibre postgangliari sono:brevi (acetilcolina);

brevi (acetilcolina).

Nervi cranici con fibre parasimpatiche

III PAIO (n. oculomotore) mesencefalo→ ganglio ciliare→ muscolo

ciliare e muscolo costrittore dell’iride (sfintere della pupilla).

VII PAIO (n. faciale) ponte→ ganglio sfeno-palatino e ganglio

sottomandibolare→ gh. lacrimali, gh. della mucosa nasale, gh. sottolinguali e

sottomandibolari, gh. salivari minori della cavità orale (secrezione sierosa

solamente).

IX PAIO (n. glosso-faringeo) bulbo→ ganglio otico→ gh. parotide.

X PAIO (n. vago) bulbo→ vari gangli vicini agli organi bersaglio→

ghiandole e muscolatura liscia (app. respiratorio, digerente), sistema di

condizione del cuore.

Strati o tonache del bulbo oculareSTRATO ESTERNO

CORNEA (ANTERIORE)

SCLERA (POSTERIORE)

STRATO INTERMEDIO (UVEA)

IRIDE (ANTERIORE)

CORPO CILIARE (INTERMEDIO)

COROIDE O CORIOIDEA (POSTERIORE)

STRATO INTERNO (RETINA)

PARTE CIECA (ANTERIORE)

PARTE VISIVA (POSTERIORE)

Queste cellule sono i nostri fotorecettori, sono cioè

sensibili ed eccitabili da stimoli luminosi. Si tratta di

neuroni modificati.

I coni sono circa 5-6 milioni e sono soprattutto concentrati

nella macula lutea della retina, specialmente nella fovea

centrale. I coni possiedono dei pigmenti visivi (sostanze

fotosensibili) detti iodopsine. Esistono tre tipi di iodopsine e, per

questo motivo, esistono tre tipi di coni: quelli più sensibili alla

luce rossa, quelli più sensibili alla luce verde, quelli più sensibili

alla luce blu (colori fondamentali del sistema RGB,

Coni e bastoncelli

RED-GREEN-BLU, sul quale si fonda il principio di funzionamento

degli schermi televisivi, dei monitor dei computer, dei sensori

delle macchine fotografiche digitali). I coni servono per la

visione a colori e ben definita quando c’è una buona

illuminazione (VISIONE FOTOPICA).

I bastoncelli sono circa 100-120 milioni e si trovano

principalmente al di fuori della macula lutea. Tutti i bastoncelli

sono uguali e possiedono lo stesso pigmento visivo

(rodopsina). I bastoncelli servono per la visione in bianco e nero

non ben definita ed in condizioni di scarsa illuminazione

(VISIONE SCOTOPICA).

Circuiti nervosi alla base della visione (via ottica)

FOTORECETTORI (CONI E BASTONCELLI)

CELLULE BIPOARI

CELLULE MULTIPOLARI (GANGLIARI DELLA RETINA)

NERVO OTTICO

(PARZIALE INCROCIAMENTO NEL CHIASMA OTTICO)

CORPO GENICOLATO LATERALE (TALAMO)

CORTECCIA VISIVA (LOBO OCCIPITALE)

Si tratta di tutte quelle formazioni trasparenti

dell’occhio (solide e liquide) il cui potere

diottrico (indice di rifrazione) è diverso da quello

dell’aria (= 1) e che si comportano come lenti,

deviando i raggi luminosi che li attraversano. Si

tratta di lenti di tipo convergente il cui compito è

quello di mettere perfettamente a fuoco le

immagini sulla retina.

I mezzi diottrici dell’occhio

Procedendo dall’avanti all’indietro, i mezzi diottrici

dell’occhio sono:

CORNEA

UMORE ACQUEO

CRISTALLINO (l’unica formazione che ha

la capacità di variare il proprio potere diottrico

= proprietà di accomodazione del cristallino)

CORPO VITREO

Sono muscoli lisci localizzati all’interno del bulbo

oculare. Sono innervati dal sistema nervoso viscerale e,

pertanto, la loro contrazione non è controllabile dalla nostra

volontà.

MUSCOLO SFINTERE (COSTRITTORE) DELLA

PUPILLA: si trova nell’iride, è innervato dal S.N.

parasimpatico, contraendosi fa diminuire il calibro della

pupilla (MIOSI). Entra in funzione in condizioni di buona

illuminazione.

I muscoli intrinseci dell’occhio

MUSCOLO DILATATORE DELLA PUPILLA: si trova

nell’iride, è innervato dal S.N. ortosimpatico, contraendosi

fa aumentare il calibro della pupilla (MIDRIASI). Entra in

funzione in condizioni di scarsa illuminazione.

MUSCOLO CILIARE: si trova nel corpo ciliare, è

innervato dal S.N. parasimpatico, contraendosi fa

diminuire la tensione del legamento sospensore del

cristallino, che aumenta così il suo diametro antero-

posteriore ed il suo potere diottrico. Entra in funzione

nella visione da vicino.

ORECCHIO INTERNOE’ formato dal labirinto osseo (insieme di cavità e canali scavate nell’osso temporale) e dal labirinto membranoso (un sistema di vescicole e di canali con parete formata da una sottile lamina di tessuto connettivo denso). Il labirinto membranoso contiene un liquido detto endolinfa, mentre al suo esterno vi è la perilinfa. Questi due liquidi derivano dal plasma, ma hanno differente composizione chimica (ad esempio l’endolinfa è più ricca in K+ e molto più povera in Na+ e proteine).

LABIRINTO OSSEO

E’ formato da:

-vestibolo

-3 canali semicircolari [laterale, superiore (anteriore), posteriore] che corrispondono ai piani orizzontale, frontale e saggittale, rispettivamente

-chiocciola ossea

LABIRINTO MEMBRANOSOE’ costituito da:

-utricolo-sacculo-tre canali semicircolari membranosi-condotto endolinfatico ●●-canale cocleare membranoso

Tutte queste parti sono comunicanti tra loro e sono rivestite internamente da epitelio semplice pavimentoso o isoprismatico