Liturgia della Parola Tempo di vacanze L P...

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Tempo di vacanze Il tempo libero è il tempo del disimpegno oppure è tempo di qualcosa di grande e da vivere alla grande? Vacanza è tempo libero: libero sta per non obbligato da impegni e responsabilità ma non sta per tempo vuoto. Il tempo libero è il tempo che dedico a ciò che mi dà gioia. Vacanza è tempo per il Signore: Tante volte ci si lamenta perché in questa nostra vita frenetica non si riesce più a fermarsi per pregare e dedicare momenti al Signore. Le vacanze possono essere l’occasione per ravvivare l’amicizia con Dio. Di solito le nostre. Le chiese proprio d’estate sono più vuote perché, terminati gli incontri, non si pensa più a Gesù quasi fosse un compito scolastico. Proprio ora, in quanto più liberi dovremmo dare più spazio a Dio perché riempia della sua presenza anche i momenti passati e li illumini. Vacanza è tempo per le persone care: quante volte ci si intravede appena per un fugace pasto e sembra che la famiglia serva solo per rispondere ai problemi di sopravvivenza. La vacanza può e deve essere tempo per la famiglia, per regalarsi del tempo e condividere momenti che fanno diventare l’altro importante per me . Vacanza è tempo per l’amicizia: scuola, lavoro ci portano a non aver tempo di andare trovare persone che hanno condiviso una stagione di vita con noi e poi la storia ci ha portato lontane. La vacanza può essere occasione per ritrovarsi e rinnovare l’amicizia che non si è interrotta ma si è fermata. Vacanza è tempo per la mente: Non solo il corpo ha bisogno di attenzioni ma anche la nostra mente per non ridursi ad essere persone che si lasciano condizionare da chi ha qualche strumento culturale in più e ci può abbindolare per i suoi scopi. Il tempo libero può essere occasione della lettura di un buon libro. Non accontentiamoci delle proposte che promettono solo disimpegno ma cogliamo l’occasione di questo bel tempo estivo per fare il pieno di esperienze grandi che fanno bene e danno gioia a tutto noi stessi. Buone vacanze nel Signore Giovedì, 16 agosto 2007 San Rocco, laico Liturgia della Parola Gs 3,7-10a.11.13-17; Sal 113A,1-6; Mt 18,21 -19,1 LA PAROLA DEL SIGNORE È ASCOLTATA In quel tempo, Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello». Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. È MEDITATA Alla domanda di Pietro sui limiti del perdono da accordare al fratello che si comporta male nei suoi confronti, Gesù risponde che il perdono deve essere illimitato: «settanta volte sette». Nella risposta di Gesù a Pietro, trovo un’indicazione decisiva riguardo ai rapporti con le persone (familiari, amici, colleghi, fratelli della comunità). Senza la pratica del perdono questi rapporti non reggono. Le relazioni fraterne, non le posso regolare con la giustizia, (quello mi ha fatto questo…io gli faccio quest’altro), ma devono essere ispirate dall’amore che guarda più lontano della giustizia ed è in grado di giungere fino al perdono. Un’altra considerazione importante traggo da questo brano: si può chiedere il perdono a Dio Padre nella misura in cui si è disposti a perdonare i fratelli. Riesco a perdonare chi mi fa del male, mi fa soffrire? È PREGATA O Signore, ti confesso che non è facile perdonare chi mi fa del male, mi offende, mi fa soffrire. Aiutami a non dimenticare mai che Dio è un Padre ricco di misericordia, sempre pronto al perdono. Insegnami a perdonare i miei fratelli con la stessa gratuità e misura con cui sono perdonato da Lui. Amen. MI IMPEGNA Oggi mi impegno a perdonare le persone che mi hanno fatto qualche torto, mettendo da parte la logica umana. UNA STORIA PER LANIMA IL PESCATORE di Bruno Ferrero Inun villaggio di pescatori in cui gli uomini si allontanavano da casa per lunghi periodi sulle loro barche vigeva una legge antica molto severa. L’adulterio veniva punito con la morte. La moglieche, durante 1'assenza, fosse stata sorpresa a tradire il marito doveva essere gettata in mare dall'alto della scogliera con le mani e i piedi legati. Avvenne che una giovane donna del villaggio tradì il marito, mentre questi era lontano, per la pesca in alto mare. La gente del villaggio indignata decise che la legge do veva essere applicata. Invano la povera ragazza invoco pietà. La legarono e poi la spinsero giù dalla scogliera. Ma, prima che la donna finisse in mare, una grande e robusta rete da pesca, spuntata come d'incanto dalle rocce, la trattenne. Il marito era venuto a salvarla. La coppia celebrava i trent'anni di matrimonio. Qualcuno, come d'abitudine, chiese alla donna: «Qual è il tuo segreto?». La donna rispose sorridendo: «ll giorno del mio matrimonio, decisi di stilare una lista delle dieci mancanze di mio marito sulle quali era disposta, in ogni caso, a sorvolare. Decisi che avrei potuto convivere almeno con quelle dieci». Quando le chiesero quali erano i difetti elencati nella lista, la donna rispose: «Non ho mai scritto quella lista. Cosi ogni volta che mio marito fa qualcosa che mi fa proprio arrabbiare, io dico a me stessa: "E’ fortunato che è una della lista!"».

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Tempo di vacanzeIl tempo libero è il tempo del disimpegno

oppure è tempodi qualcosa di grande e da vivere alla grande?

Vacanza è tempo libero:libero sta per non obbligato da impegni e responsabilitàma non sta per tempo vuoto. Il tempo libero è il tempo

che dedico a ciò che mi dà gioia.

Vacanza è tempo per il Signore:Tante volte ci si lamenta perché in questa nostra vitafrenetica non si riesce più a fermarsi per pregare e

dedicare momenti al Signore. Le vacanze possono esserel’occasione per ravvivare l’amicizia con Dio. Di solito le

nostre. Le chiese proprio d’estate sono più vuote perché,terminati gli incontri, non si pensa più a Gesù quasi fosse

un compito scolastico. Proprio ora, in quanto più liberidovremmo dare più spazio a Dio perché riempia della sua

presenza anche i momenti passati e li illumini.

Vacanza è tempo per le persone care:quante volte ci si intravede appena per un fugace pasto e

sembra che la famiglia serva solo per rispondere aiproblemi di sopravvivenza.

La vacanza può e deve essere tempo per la famiglia, perregalarsi del tempo e condividere momenti che fanno

diventare l’altro importante per me.

Vacanza è tempo per l’amicizia:scuola, lavoro ci portano a non aver tempo di andare

trovare persone che hanno condiviso una stagione di vitacon noi e poi la storia ci ha portato lontane.

La vacanza può essere occasione per ritrovarsi erinnovare l’amicizia che non si è interrotta ma si è

fermata.

Vacanza è tempo per la mente:Non solo il corpo ha bisogno di attenzioni ma anche lanostra mente per non ridursi ad essere persone che si

lasciano condizionare da chi ha qualche strumentoculturale in più e ci può abbindolare per i suoi scopi.

Il tempo libero può essere occasione della lettura di unbuon libro. Non accontentiamoci delle proposte che

promettono solo disimpegno ma cogliamo l’occasione diquesto bel tempo estivo per fare il pieno di esperienzegrandi che fanno bene e danno gioia a tutto noi stessi.

Buone vacanzenel Signore

Giovedì, 16 agosto 2007San Rocco, laico

Liturgia della ParolaGs 3,7-10a.11.13-17; Sal 113A,1-6; Mt 18,21 -19,1

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quantevolte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino asette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino asettanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un reche volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fupresentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendoperò costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fossevenduto lui con la moglie, con i figli econ quanto possedeva, e saldasse così ildebito. Allora quel servo, gettatosi aterra, lo supplicava: Signore, abbipazienza con me e ti restituirò ognicosa. Impietositosi del servo, il padronelo lasciò andare e gli condonò il debito.Appena uscito, quel servo trovò unaltro servo come lui che gli dovevacento denari e, afferratolo, losoffocava e diceva: Paga quel che devi!Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbipazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo,andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato ildebito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati eandarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora ilpadrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: Servo malvagio, io tiho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non doveviforse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avutopietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini,finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mioPadre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore alvostro fratello». Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea eandò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano.

…È MEDITATAAlla domanda di Pietro sui limiti del perdono da accordare al fratello chesi comporta male nei suoi confronti, Gesù risponde che il perdono deveessere illimitato: «settanta volte sette». Nella risposta di Gesù a Pietro,trovo un’indicazione decisiva riguardo ai rapporti con le persone(familiari, amici, colleghi, fratelli della comunità). Senza la pratica delperdono questi rapporti non reggono. Le relazioni fraterne, non le possoregolare con la giustizia, (quello mi ha fatto questo…io gli faccioquest’altro), ma devono essere ispirate dall’amore che guarda più lontanodella giustizia ed è in grado di giungere fino al perdono. Un’altraconsiderazione importante traggo da questo brano: si può chiedere ilperdono a Dio Padre nella misura in cui si è disposti a perdonare i fratelli.Riesco a perdonare chi mi fa del male, mi fa soffrire?

…È PREGATAO Signore, ti confesso che non è facile perdonare chi mi fa del male, mi offende,mi fa soffrire. Aiutami a non dimenticare mai che Dio è un Padre ricco dimisericordia, sempre pronto al perdono. Insegnami a perdonare i miei fratellicon la stessa gratuità e misura con cui sono perdonato da Lui. Amen.

…MI IMPEGNAOggi mi impegno a perdonare le persone che mi hanno fatto qualchetorto, mettendo da parte la logica umana.

…UNA STORIA PER L’ANIMAIL PESCATORE di Bruno FerreroIn un villaggio di pescatori in cui gli uomini si allontanavano da casa per lunghiperiodi sulle loro barche vigeva una legge antica molto severa. L’adulterio venivapunito con la morte. La moglie che, durante 1'assenza, fosse stata sorpresa atradire il marito doveva essere gettata in mare dall'alto della scogliera con lemani e i piedi legati.Avvenne che una giovane donna del villaggio tradì il marito, mentre questi eralontano, per la pesca in alto mare.La gente del villaggio indignata decise che la legge doveva essere applicata. Invano lapovera ragazza invoco pietà.La legarono e poi la spinsero gi ù dalla scogliera. Ma, prima che la donna finisse inmare, una grande e robusta rete da pesca, spuntata come d'incanto dalle rocce,la trattenne. Il marito era venuto a salvarla.

La coppia celebrava i trent'anni di matrimonio. Qualcuno, come d'abitudine, chiesealla donna: «Qual è il tuo segreto?».La donna rispose sorridendo: «ll giorno del mio matrimonio, decisi di stilare una listadelle diecimancanze di mio marito sulle quali era disposta, in ogni caso, a sorvolare. Decisi cheavrei potuto convivere almeno con quelle dieci».Quando le chiesero quali erano i difetti elencati nella lista, la donna rispose: «Non homai scritto quella lista. Cosi ogni volta che mio marito fa qualcosa che mi fa proprioarrabbiare, io dico a me stessa: "E’ fortunato che è una della lista!"».

Mercoledì, 1 agosto 2007Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, vescovofondatore della Congregazione del SS. Redentore (Padri Redentoristi)

Liturgia della ParolaEs 34,29-35; Sal 98,5-7.9; Mt 13,44-46

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse alla folla: «Il regno dei cieli è simile a untesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde dinuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quelcampo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca diperle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti isuoi averi e la compra».

…È MEDITATALe due brevissime parabole del tesoro nascosto e della perla preziosa,raccontano vicende simili, scanditedagli stessi verbi trovare, vendere,comprare. L’idea centrale è quella delritrovamento, la scoperta del tesoroche porta gioia. Gesù, annunciando ilRegno dei cieli, rivela che Dio siprende cura di ognuno di noi. Questoè il tesoro prezioso e la perla di grandevalore, da cercare e apprezzare comefortuna grande per la mia vita. Devolasciarmi conquistare, come ilcontadino e il mercante delle parabole, dal fatto che Dio, il Suo Amoreper me, la mia comunione con Lui, sono di valore inestimabile ed unico.Gesù mi ricorda che questo tesoro può essere trovato e posseduto solocon un serio impegno, con la libertà di chi non si lascia attirare da altritesori che sembrano più promettenti e meno esigenti. Certo questorichiede fatica, impegno e rinuncia.Che valore riconosco, nella mia vita, al grande e fedele Amore di Dio perme, all’amicizia con Gesù? Che cosa impegno per Esso? So essere, liberodi fronte alle persone, alle cose, per il Signore?

…È PREGATATu paragoni, o Signore, il Regno dei cieli a un tesoro prezioso, a una perla digrande valore. Io ancora non mi rendo conto di quanto sia prezioso ciò che mihai fatto conoscere e intendi donarmi. Fammi comprendere che, quanto Tu mihai rivelato, è prezioso e decisivo per la mia vita, cosi che io vinca ogni indugio emi decida a seguirti; donami la gioia grande di essere amato dal Padre ecercato da Te. Amen.

…MI IMPEGNADi fronte a una rinuncia per il Signore non penserò soprattutto a quelloche lascio, ma al «tesoro» che posso guadagnare: l’amore di Dio, l’amiciziacon Gesù.

…UNA STORIA PER L’ANIMAIL CUOCO di Bruno FerreroUna studentessa irrequieta aveva avuto una brutta «overdose» all'Università. Invecedi essere consegnata alla polizia fu accompagnata dagli amici in una comunità diaccoglienza. Quando la situazione lo permise, il prete che guidava la comunità, unuomo colto e preparato, professore di teologia e di psicologia, la invitò nel suoufficio.Così ricorda: «Ogni sua parola era intercalata da una bestemmia. Devo ammettereche in quel momento mi chiesi se mangiasse con la stessa bocca con cui parlava.Cominciò col raccontarmi del suo "brutto viaggio". Disse che una montagna la stavaper schiacciare e che i suoi "amici" dovevano tenerla giù».I colloqui, nonostante tutto, continuarono.«Ero semplicemente e completamente sconvolto dalle cose che mi descriveva adogni nostra seduta», riferisce il prete, che cercava di cambiare la ragazza con iragionamenti più sottili e convincenti.Quando per gli studenti iniziarono le vacanze estive, finirono gli incontri tra ilprofessore e la ragazza. Alla ripresa autunnale, la ragazza non si fece vedere.Il prete domandò alla sua migliore amica dove fosse. «Oh» disse l'amica, «si èconvertita. Adesso vive in una comunità cristiana da qualche parte nel Nord, e scrivelettere come una suora».II prete rimase di stucco: non se lo sarebbe proprio aspettato.Passarono diversi mesi e un giorno, la ragazza tornò per vedere la famiglia e gliamici. Andò anche nell'ufficio del prete e per prima cosa lo abbrac ciò. Eraevidentemente molto cambiata. Il prete le chiese come fosse avvenuta la suaconversione e soprattutto se era stato grazie ai loro colloqui, ma lei rispose: «Oh,no. Lei mi ha trattata con i guanti di velluto. Il cuoco della pizzeria in cui ho lavoratoquest'estate, invece, ha usato dei modi diversi. Più di una volta mi ha detto, con ilsuo forte accento: "Certo che sembri proprio triste, ragazza. Perché non permetti aGesù Cristo di entrare nella tua vita? Lascia che Gesù esca dalle pagine della Bibbiaper entrare nella tua vita!"».La ragazza sorrise e continuò: «Io gli rispondevo: "Taglia con queste fesserie", ma, asua insaputa, cominciai a leggere la Bibbia tutte le sere. E, una di quelle sere, GesùCristo uscì veramente da quelle pagine per entrare nella mia vita».Il prete professore con tutti i suoi gradi accademici era stato completamentesuperato dal cuoco di una pizzeria.

È la migliore delle ricette: lascia che Gesù esca dalle pagine della Bibbia per entrare nellatua vita!

Venerdì, 17 agosto 2007San Nicolò Politi, eremita

Liturgia della ParolaGs 24,1-13; Sal 135,1-3,16-17.21-24; Mt 19,3-12

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, si avvicinarono alcuni farisei per metterlo allaprova e gli chiesero: «É lecito ad un uomo ripudiare lapropria moglie per qualsiasi motivo?». Ed egli rispose: «Nonavete letto che il Creatore da principio li creò maschio efemmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e suamadre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carnesola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quellodunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi». Gliobiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’attodi ripudio e mandarla via?». Rispose loro Gesù: «Per ladurezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare levostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico:Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso diconcubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio». Glidissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell’uomorispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro:«Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è statoconcesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dalventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resieunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchiper il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

…È MEDITATAIl brano evangelico riporta unacontroversia di Gesù con i fariseie un dialogo con i discepoli. Lacontroversia riguarda la liceità deldivorzio. Gesù dichiara che ilmatrimonio è indissolubile!!! Ildialogo con i discepoli èprovocato dalla loroconsiderazione che a unmatrimonio senza possibilità discioglimento è preferibile nonsposarsi. Gesù risponde che larinuncia al matrimonio non puòessere motivata dalla convenienza,ma è dono di Dio. Gesù mi invita,anche in questo caso, a riscoprire la volontà di Dio per me. Ponendoil celibato «per il regno dei cieli» accanto al matrimonio, Gesù miricorda che il matrimonio non è l’unica strada dell’Amore; non ènemmeno la configurazione definitiva dell’Amore ma solo una Suaespressione, in quanto ciò che è definitivo, che vale di più, rimane ilRegno di Dio, il Suo Amore fedele per noi, la comunione con Lui. Adalcuni, il Signore dona di manifestare con la propria vita donata,questa grande e unica realtà che è il Suo Amore e la comunione conLui («per il regno dei cieli»). Gesù fa riferimento alla verginità che,resa possibile per dono di Dio, dice a tutti che Dio, il Suo Amore,l’unità con Lui, restano il bene più grande per l’uomo.Conosco il progetto di Dio su di me?Se già vivo nel matrimonio o mi sento orientato ad esso, o laverginità, riesco ad essere espressione dell’Amore di Dio neiconfronti di chi mi incontra?

…È PREGATA

Tu, o Signore, ci fai conoscere il progetto di Dio sull’Amore coniugale.Quello tra lo sposo e la sposa è un amore chiamato ad essere segnodell’Amore grande e fedele che Dio nutre per ogni uomo. Per questovoglio pregarTi per tutte le persone sposate, perché non perdano maidi vista nel loro volersi bene questo progetto del Padre. Tu proponianche un altro modo di amare, che impegna totalmente la vita per ilRegno dei cieli. Resta vicino, Signore, a tutte le persone consacrate,chiamate ad offrire il proprio cuore e la propria vita a Te, perchésappiano testimoniare a tutti che il valore di ogni amore, è servire,essere strumenti dell’Amore del Padre per gli uomini. Ti chiedo, infine,di aiutarmi a vivere la mia vocazione con gioia e fiducia. Amen.

…MI IMPEGNAMi impegno a fondo a vivere nella gioia la mia vocazione o a farmiguidare per scoprire cosa il Signore vuole da me.

Giovedì, 2 agosto 2007San Pietro Giuliano Eymard, sacerdotefondatore della Congregazione dei Sacerdoti del SS. Sacramento (Padri Sacramentini)

Liturgia della ParolaEs 40,16-21.34-38; Sal 83,3-6.11; Mt 13,47-53

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse alla folla: «Il regno dei cieli è simileanche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere dipesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi,raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Cosìsarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno icattivi dai buoni e li getteranno nellafornace ardente, dove sarà pianto estridore di denti. Avete capito tuttequeste cose?». Gli risposero: «Sì». Edegli disse loro: «Per questo ogni scribadivenuto discepolo del regno dei cieli èsimile a un padrone di casa che estraedal suo tesoro cose nuove e coseantiche». Terminate queste parabole,Gesù partì di là.

…È MEDITATAIl brano del Vangelo, presenta l’ultimaparabola del regno e un breve dialogo traGesù e i suoi discepoli. Con la parabola,Gesù richiama nuovamente l’attenzione sul giudizio finale e suldestino diverso dei buoni e dei cattivi. Gesù termina il Suo discorsocon una domanda: «Avete capito tutte queste cose?». La risposta è«Sì». Ma siamo noi oggi che dobbiamo rispondere positivamente. Ildiscepolo di Gesù, non è un aderente a una scuola o a una dottrina,ma è colui che conosce e comprende la realtà grande e preziosa diGesù, del Suo Vangelo, dell’Amore del Padre («tutte queste cose»).Conoscere e comprendere non significa, però, soltanto capire, maaccettare e attuare nella propria vita. Infatti, mettersi in ascolto dellaParola di Gesù, non può ridursi a un semplice udire ma devediventare comprensione profonda e risposta generosa a quanto ilSignore vuole comunicarmi. Il mio dev’essere un ascolto che diventaimpegno: il discepolo è chiamato a testimoniare, insegnare agli altricon la propria parola ma soprattutto testimonianza, stile di vita.M’impegno a comprendere sempre più la Parola di Gesù, a farlaentrare in me, per viverLa con maggior concretezza e pertestimoniarLa con slancio e gioia?

…È PREGATAAiutami, o Signore, a conoscere più a fondo «le cose del Regno», perchérealizzi nella mia vita, quella «nuova giustizia» che Tu hai portato inmezzo a noi instaurando il regno di Dio. Che la mia, non sia solo unaconoscenza intellettuale, ma un comprendere, pieno d’amore, di quanto Tumi vai dicendo attraverso la Tua Parola, così che nessuna resistenza enessun ostacolo mi impediscano di aderire a Te. Fammi capire che, quantopiù metterò in pratica la Tua Parola, tanto più sarò un testimone credibiledel Tuo Amore per ogni uomo. Amen.

…MI IMPEGNASarò un ascoltatore attento della Parola di Gesù, cercando dicomprenderLa più a fondo, per coglierne tutta la Sua ricchezza etrasmetterLa, con amore, con la mia vita.

…UNA STORIA PER L’ANIMALA BILANCIA di Kociss FavaSognai che non ero più. Avendo concluso i miei giorni su questaterra, mi trovavo tra le soffici nubi del cielo. Appena gli occhi sifurono abituati alla luce accecante e bianchissima, vidi una lunga filadi persone davanti a me. Me l'aspettavo: tutti in coda, anche inattesa del giudizio!Man mano che avanzavo, cominciai a intravedere una figurabarbuta. L'espressione era mite, eppure le rughe che solcavanol'ampia fronte, gli conferivano un aspetto autoritario. Appese allacandida tunica un mazzo di grosse chiavi dorate; in mano reggevauna bilancia. Allora era tutto vero!Per ogni anima che gli si presentava davanti, vidi che annotavaqualcosa su una pergamena. In breve fu quasi il mio turno. Deciso anon farmi cogliere impreparato, ripercorsi la mia vita, da cima afondo ricordando tutte le colpe commesse, perfino le piùinsignificanti marachelle compiute da bambino. Toccò a me:timidamente mi avvicinai, mentre il giudice protendeva la bilancianella mia direzione.Stavo per cominciare il resoconto dei miei peccati, ma qualeenorme sorpresa mi colse, quando lo sentii chiedere:"Figliolo, quanto hai amato?".

Sabato, 18 agosto 2007Santa Elena, madre di Costantino

Liturgia della ParolaGs 24,14-29; Sal 15,1-2.5.7-8.11; Mt 19,13-15

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, furono portati dei bambini perché imponesseloro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesùperò disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me,perché di questi è il regno dei cieli». E dopo avere impostoloro le mani, se ne partì.

…È MEDITATAL’episodio del bramo di Vangelo vede come protagonisti alcunibambini, i discepoli e Gesù. I bambini sono condotti a Gesùperchè li benedica. I discepoli cercano di ostacolare questoincontro, mentre Gesù lo desidera «Lasciate che i bambinivengano a me», giustificandolo: perché ad essi appartiene il Regnodi Dio, il Suo Amore. Il Regno di Dio è dei piccoli…ai piccoli nonin età,s’intende!!! SeDio ha rivelato imisteri del SuoRegno, laricchezza del SuoAmore, nontanto ai sapientie agli intelligenti,ma ai piccoli, aisemplici,l’atteggiamento di Gesù nei confronti dei bambini è pienamentegiustificato. Altre volte Gesù ha presentato il bambino comemodello da imitare per entrare nel Regno dei cieli, perpartecipare alla comunione con Dio (cfr Mt 18, 1-5). Ancora unavolta mi viene ricordato che il Regno dei cieli, cioè la pienezzadella vita con Dio e in Dio, è di quelle persone che diventanocome i bambini, che si aprono cioè con semplicità, umiltà edisponibilità alla novità dell’annuncio di Gesù, alla freschezza dellasua Parola e di Essa si fidano.

… È PREGATA

Signore Gesù, fa’ che nel mio cuore non abiti la superbia, che io noncerchi di fare il «grande» a tutti i costi. Rendimi capace di stupirmi ognigiorno del Tuo Amore per me e per ogni persona; di stupirmi quantovai operando nella mia vita, perché possa accoglierTi con semplicità e,con grande fiducia, corrispondere al dono del Tuo Amore. Amen.

…MI IMPEGNA

Cercherò di abbandonare gli atteggiamenti di superbia, diarroganza e di presunzione, che non mi consentono di accogliereil Signore e il dono del Suo Amore.

…UNA STORIA PER L’ANIMATUTTE LE SERE di Bruno Ferrero

Uno del ricordi più vivi della mia infanzia si riferisce a quando miopadre tornava a casa dal lavoro alle sei e mezzo di sera. Io e miofratello lo sentivamo suonare il campanello più e più volte, pergioco, fino a quando uno di noi due non andava ad aprirgli la porta.Di solito, noi eravamo in cucina, a fare i compiti o a guardare latelevisione e lanciavamo grida d'entusia smo nel sentire quelfamiliare scampanellio. Ci precipitavamo giù per le scale,spalancavamo la porta di casa e a quel punto lui ci diceva: «Be',come mai ci avete messo tanto?».Era il momento migliore della giornata quando lui tornava a casa.C'e un altro ricordo che mi accompagnerà per sempre e si riferiscea quello che per lui era un vero rito quo tidiano: la cena.Ci accomodavamo a tavola tutti insieme e poi lui, po sando unamano sul braccio della mamma, diceva: «Ma voi due lo sapete cheavete la mamma più straordinaria del mondo?». Era una frase cheamava ripetere tutte le sere.

I riti sono gli esercizi del cuore.

Venerdì, 3 agosto 2007Santa Lidia di Tiatira

Liturgia della ParolaLv 23,1.4-11.15-16.27.34b-37; Sal 80,3-6.10-11; Mt 13,54-58

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nellaloro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dovemai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non èegli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiamaMaria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? Ele sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengonodunque tutte queste cose?». E si scandalizzavano per causasua. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato senon nella sua patria e in casa sua». E non fece molti miracolia causa della loro incredulità.

…È MEDITATAIl centro del brano del Vangelo,è la sentenza conclusiva con laquale Gesù risponde alla serie didomande che gli sono rivolte eche esprimono la diffidenza degli abitanti di Nazareth, suoiconcittadini, verso di Lui, determinata da un pregiudizio:presumono di conoscere bene Gesù, perché sanno di chi è figlio,«il figlio del carpentiere», e non sono disposti a riconoscerlodiversamente. Non contestano la Sua sapienza e i Suoi miracoli,ma non sanno spiegarsi da dove questi provengano; non riesconoad ammettere che tutto ciò possa provenire da Dio, per questo siscandalizzano a causa sua. La radice di questa diffidenza o rifiuto,sta nell’assolutizzare il punto di vista personale riguardo a Gesù,nella pretesa di ridurLo ai loro schemi e a ciò che pensano…a unGesù a mio uso e consumo!!! Ma Cristo non accetta di lasciarsi«definire» da me! Mi chiede di stare di fronte a Luinell’atteggiamento della semplicità di cuore e dell’accoglienza,perché solo così posso conoscere la Sua Identità.Occorre allora interrogarsi seriamente: quali sono i mieipregiudizi su Gesù che ostacolano la mia fede in Lui? Sonodisposto a metterli da parte per avere una comunione piena conLui?

…È PREGATAAnch’io, spesso, Signore, mi lascio vincere dalla tentazionedi fidarmi solo di ciò che capisco e decido da me stesso. In questomodo non divento disponibile alla Tua Parola, non seguo Te anzi, mitiro indietro, mi rinchiudo nella mie sicurezze, nei mie punti di vista.Liberami da questo atteggiamento, dalla presunzione di confidare soloin me stesso.Apri il mio cuore al Tuo Mistero, Tu, figlio del falegname di Nazareth,Messia liberatore. Amen.

…MI IMPEGNAStarò attento affinché, nei confronti di Gesù, non abbiano aprevalere le mie opinioni e le mie attese.

…UNA STORIA PER L’ANIMAL’ASCOLTO di Bruno FerreroUn giovane invitato al matrimonio di un amico fu incuriosito dal grannumero di persone che si recava a porgere gli auguri agli sposi e aiparenti degli sposi, che in fila li ricevevano.Aveva notato che ospiti e parenti degli sposi si scambiavanomeccanicamente frasi rituali, senza neppure ascoltarsireciprocamente.Perciò si mise in fila e, quando arrivò di fronte al primo parente, dissecon tono pacato e col sorriso sulle labbra: «Oggi è morta miamoglie».La risposta fu: «Mille grazie, molto gentile».Ripetè la stessa frase a un altro parente e gli fu risposto: «Moltogentile, grazie infinite».Alla fine arrivò allo sposo, sempre ripetendo la stessa frase.Questa volta la risposta fu: «Grazie. Adesso tocca a te vecchio mio!».

L'antica profezia biblica si è avverata, oggi, tra gli esseri umani: hanno gliocchi e non vedono, hanno le orecchie e non sentono.Dovremmo seguire il consiglio che da la natura: la nostra bocca puòchiudersi, le nostre orecchie no.

XX Domenica, 19 agosto 2007San Giovanni Eudes, sacerdote

Liturgia della ParolaGer 38,4-6.8-10; Sal 39,2-4.18; Eb 12,1-4; Lc 12,49-57

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto aportare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato,finché non sia compiuto! Pensate che io siavenuto a portare la pace sulla terra? No, vidico, ma la divisione. D’ora innanzi in unacasa di cinque persone si divideranno trecontro due e due contro tre; padre controfiglio e figlio contro padre, madre controfiglia e figlia contro madre, suocera contronuora e nuora contro suocera». Dicevaancora alle folle: «Quando vedete unanuvola salire da ponente, subito dite: Vienela pioggia, e così accade. E quando soffia loscirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapetegiudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questotempo non sapete giudicarlo? E perchè non giudicate da voistessi ciò che è giusto?».

…È MEDITATAIl Vangelo di questa domenica, ad una prima lettura, può apparire incontrasto con un valore che il cristianesimo ha sempre salvaguardatoe promosso, quale è la pace. Gesù dice di non essere venuto aportare la pace ma la divisione, Lui che è stato definito il principedella pace! Di quale divisione si tratta? È la pace che divide, cioè ladivisione provocata dalla radicalità della sequela del Signore, dallascelta di seguire solo Lui! Chi vuole seguire il Signore, molte voltesperimenta la divisione nei rapporti umani, proprio perchè la logicadegli uomini spesso, è totalmente opposta a quella di Dio. Gesù usale immagini meteorologiche, per insegnare che il cristiano è chiamatoa saper discernere, a saper individuare i segni che vengono dalSignore che ci invita alla sua sequela nell’adempimento dei nostriimpegni quotidiani.

…È PREGATAO Signore, aiutami ad essere forte nella Tua sequela, aiutami a sapervincere le divisioni esterne che mi impediscono molte volte di seguirTi;rendimi attento nello scorgere i segni della Tua volontà affinché io possasempre compiere ciò che piace a Te. Amen.

…MI IMPEGNACercherò di intravedere nelle situazioni di oggi un segno dell’amoreche il Signore nutre nei miei confronti e mi impegnerò ad esserefedele nell’adempimento dei miei doveri.

…UNA STORIA PER L’ANIMAUNA FAVOLA TRISTEdi Bruno FerreroII primo messaggero disceso dal cielo rimase molto poco sulla terra. Appena la gentesentì l'inizio del suo Messaggio cominciò a rumoreggiare, prese delle pietre e locacciò via a sassate.Ma poi ci ripensarono ed ebbero paura. Per placare il cielo innalzarono una colonnanella piazza del mercato.Il cielo fu molto comprensivo e invece di vendicarsi, mandò sulla terra il secondoMessaggero. Il suo Messaggio era infuocato, vibrante, ma duro, impietoso. Il secondoMessaggero diceva la verità. E la gente non vuoi sentire la verità. Presero bastoni earchibugi e fecero fuggire anche il secondo Messaggero.Ma di nuovo la gente ebbe paura della vendetta del cielo e per placarlo collocò nellapiazza del mercato un'altra colonna. Sulle due colonne pose ro un tetto. Avevanocosì costruito un tempietto per onorare il cielo.Venne così il terzo Messaggero. Parlava ancora meglio del secondo, curava i malati,giocava con i bambini, consolava gli anziani. Diceva a tutti perché gli ammalati eranoinfelici, i bambini impauriti e gli anziani sempre soli. La sua parola penetrava fino alcuore. La gente non lo voleva più sentire. Assalirono il terzo Messaggero con lespade e i fucili, lo ferirono e lo buttarono fuori delle mura. Questa volta, quando sipentirono, ebbero davvero una gran paura. Aggiunsero numerose colonne altempietto, fecero una facciata stupenda, ricca d'oro e di marmo. Misero nell'internoquadri e statue, e candelabri e ceri accesi. Ne risultò un tempio fantastico. Lochiamarono la Casa del Cielo. La gente si diceva: «Che cosa possiamo fare di più?».Il cielo non si vendicò, ma la gente dopo un po' si accorse che mantenere lasplendida costruzione era troppo costoso.La chiusero e la affidarono alla Sovrintendenza dei Musei e dei Monumenti Storici.Misero dei cartelli, fecero pubblicità presso le agenzie turistiche. Arrivarono anchegli stranieri con i loro autobus colorati e le macchine fotografiche. Per entrare nellaCasa del Cielo, ora, bisognava pagare un biglietto, ma così la gente aveva i soldi permantenerla in piedi.Un quarto Messaggero dal cielo nessuno lo vide più.Non trovò più la strada? Nessuno si accorse di lui? Forse non aveva i soldi perpagare il biglietto d'ingresso.

Fare del Vangelo una favola e delle chiese monumenti per turisti: ci stanno riuscendo.

Sabato, 4 agosto 2007San Giovanni Maria Vianney, sacerdote (Curato d’Ars)

Liturgia della ParolaLv 25,1.8-17; Sal 66,2-3.5.7-8; Mt 14,1-12

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia dellafama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani:«Costui è Giovanni il Battista risuscitato daimorti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui». Erode avevaarrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigioneper causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infattigli diceva: «Non ti è lecito tenerla!». Benché Erode volesse farlomorire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. Venuto ilcompleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico epiacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darletutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre,disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Ilre ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensaliordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere.La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, edella la portò a sua madre. I suoi discepoli andarono a prendere ilcadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.

…È MEDITATALa reazione di Erode, alla notizia della fama di Gesù, è un pretesto pernarrare la morte di Giovanni il Battista, morte che anticipa e predicequella di Gesù. Giovanni Battista è il discepolo che è, in tutto, simile aGesù anche nella tragica morte a causa della sua opposizione al male. IlBattista, diventa per noi, modello da imitare nell’impegno a opporsi almale senza cedere a nessun compromesso o lusinga, disposti anche apagare di persona. Ancora una volta ci viene detto, attraverso unaconcreta testimonianza, come la via di Gesù non sia comoda, larga,attraente, ma stretta: una via che esige la fedeltà che non si arrestanemmeno di fronte alle proprie resistenze…una via che esige amore! Lavicenda di Giovanni Battista ci fa capire ancora meglio, le parole di Gesù:«Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi».Ed io, so oppormi, con decisione e chiarezza, al male, alla menzogna eall’ingiustizia, pagando anche di persona? oppure scendo a compromessi?

…È PREGATADonami, o Signore, il coraggio di Giovanni il Battista nell’oppormi al male eall’ingiustizia. Insegnami a non tollerare la menzogna e la malvagità. Nonpermettere che le minacce e le lusinghe di un mondo che rifiuta chi non è tra isuoi, si facciano breccia nel mio cuore, perché possa continuare a lavorare perla giustizia del Regno, per la quale Ti sei fatto uomo, e hai offerto la Tua vitasul legno della croce. Amen.

…MI IMPEGNANon cercherò il compromesso né mi nasconderò quando sarò chiamato aprendere le distanze dal male per essere testimone autentico del Vangelonegli ambienti di vita quotidiana.…COME IL S.CURATO D'ARS HA CONQUISTATO LA PARROCCHIA

Il Curato d'Ars veniva nel paesino vicino a Lione che non vedeva un prete davent'anni. Quasi nessuno parve accorgersi di lui. Il popolo non entrava nella chiesaneanche adesso che la porta era aperta e il lumicino acceso. Lavorava nei campianche di domenica, dannato ad una fatica senza luce di riscatto. Restava chiuso nellecase, prigioniero di un egoismo familiare, tipico dei provinciali e caratteristico deitempi di aridità e sfiducia. Il Curato d'Ars non uscì sul sagrato, per chiamare gente.Non corse lungo le strade per scuotere l'indifferenza dei parrocchiani. Nonrimproverò, non si dolse. Ricordò - o forse non aveva mai dimenticato - uno dei piùdifficili insegnamenti di Gesù: quello di pregare e di digiunare. S'inginocchiò davanti alTabernacolo e restò lungamente in preghiera: senza mangiare e senza dormire, oalmeno mangiando appena il necessario per mantenersi vivo - poche patate fredde emezze marce - e dormendo tre ore per notte sul pavimento. Per quanto distratti eindaffarati, gli abitanti di Ars cominciarono a chiedersi cosa facesse il loro Curato, ecome vivesse. Una vecchina, più curiosa che devota, entrò in chiesa. Lo videimmobile, dinanzi al Tabernacolo, con la tonaca stinta che gli scendeva sulle spallemagrissime, la testa appena sorretta da un filo di collo. Un'altra entrò in canonica. Lacucina era spenta; la dispensa vuota; il letto senza materasso, né coperte."Signor Curato, come vivete?"."Vedete - rispose - vivo ".Ed ecco, dopo la prima curiosa, entrare in chiesa altra gente. E vedendo il Curatoinginocchiato, inginocchiarsi. E udendolo pregare, pregare con lui. E pregare fino allelacrime, perché le preghiere del Curato d'Ars erano così commosse checommuovevano. Ed ecco altra gente entrare in canonica, con la scusa di un consiglio.E i consigli del Curato erano talmente buoni che qualcuno chiese di confessarsi. E laconfessione era così angelica, che la gente si sentiva edificata, sollevata finalmente adaltezze da troppo tempo dimenticate. Ars cominciò a cambiar volto. "Ars non erapiù Ars". Nel giro di pochi anni era diventato il paese più devoto del Lionese.Visitare i tabernacoli - "Scrivi che io voglio che si predichi l'adorazione davanti altabernacolo. Sono tanti coloro che entrano in Chiesa e non mi salutano e non si soffermanoun momento per adorarmi. Io vorrei molte guardie fedeli, davanti all'altare per non lasciareaccadere tanti e tanti crimini... Di' al tuo padre spirituale che predichi fino a consumarsi cheio sia visitato e amato nella SS.Eucaristia: sono Io a chiederlo. Mi chiedano tutto quantovogliono, stando alla mia presenza: è da lì che viene il rimedio per tutti i mali". (Gesù adAlessandrina M. da Costa)

Lunedì, 20 agosto 2007San Bernardo, abate e dottore della Chiesa

Liturgia della ParolaGdc 2,11-19; Sal 105 ,34-40.43-44; Mt 19,16-22

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, ecco un tale gli si avvicinò e gli disse:«Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vitaeterna?». Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che èbuono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osservai comandamenti». Ed egli chiese: «Quali?». Gesù rispose:«Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, nontestimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama ilprossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Hosempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?».Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello chepossiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vienie seguimi». Udito questo, il giovane se ne andò triste; poichéaveva molte ricchezze.

…È MEDITATAL’uomo del Vangelo odierno, si presenta a Gesù con il desideriodi dare pienezza alla propria vita: ha sempre osservato icomandamenti ma percepisce che gli manca ancora qualcosa, chenon rientra in ciò che egli hafatto fino a quel momento.Gesù lo invita ad una sceltaradicale che lo introdurrànella perfezione, lasciandololibero di attuarla: Se vuoiessere perfetto; il giovane,ancora troppo legato ai benie alle realtà materiali, rimanedeluso alla proposta di Gesù;la sua felicità dipendetotalmente da ciò chepossiede e non si mostradisponibile a rinunciarvi. La perfezione indicata da Gesù si realizzapienamente solo seguendolo, dopo aver messo da parte tutto ilresto.

…È PREGATASignore Gesù, rendimi capace di seguirTi anteponendoti ad ogni altracosa; sostienimi nel cammino verso la santità rifuggendo ogni forma dipigrizia e di superficialità. Amen.

…MI IMPEGNAOggi rinuncerò a qualcosa che mi sta particolarmente a cuore infavore di chi ne ha bisogno aderendo sempre più al progetto cheil Signore ha per la mia vita.

San Bernardo di ChiaravalleAbate e dottore della Chiesa1090 -1153

Bernardo, dopo Roberto, Alberico eStefano, fu padre dell'OrdineCistercense. A ventidue anni si famonaco, tirando con sé una trentinadi parenti. Il monastero è quellofondato da Roberto di Molesmes aCîteaux (Cistercium in latino, da cuicistercensi). A 25 anni lo mandano a

fondarne un altro a Clairvaux, campagna disabitata. È riservato,quasi timido. Ma c’è il carattere. Papa e Chiesa sono le sue stellefisse. L'obbedienza e il bene della Chiesa lo spinsero spesso alasciare la quiete monastica per dedicarsi alle più gravi questionipolitico-religiose del suo tempo. Maestro di guida spirituale ededucatore di generazioni dei santi, lascia nei suoi sermoni dicommento alla Bibbia e alla liturgia un eccezionale documentodi teologia monastica tendente, più che alla scienza,all'esperienza del mistero. Ispirò un devoto affetto all'umanità diCristo e alla Vergine Madre.

XVIII Domenica, 5 agosto 2007Madonna della Neve

Liturgia della ParolaQo 1,2; 2,21-23; Sal 94,1-2.6-9; Col 3,1-5.9-11; Lc 12,13 -21

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, uno della folla gli disse: «Maestro, dì a miofratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «Ouomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra divoi?». E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ognicupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza la sua vitanon dipende dai suoi beni». Disse poi una parabola: «Lacampagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre imiei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini ene costruirò di più grandi evi raccoglierò tutto il granoe i miei beni. Poi dirò a mestesso: Anima mia, hai adisposizione molti beni,per molti anni; riposati,mangia, bevi e datti allagioia. Ma Dio gli disse:Stolto, questa notte stessati sarà richiesta la tua vita.E quello che hai preparatodi chi sarà? Così è di chiaccumula tesori per sé, enon arricchisce davanti aDio».

…È MEDITATACosa vale di più nella vita? Accumulare ricchezze, accrescere ilproprio potere economico, il proprio prestigio sociale e perquesto investire senza risparmio tempo, interesse, energie?Questa non è un’operazione saggia, ma stolta e senza senso!!! Aquesto ci aiuta a riflettere Gesù nella parabola narrata nelVangelo di oggi. Gesù offre ai Suoi discepoli - quindi, anche a noi -un nuovo insegnamento sul rapporto con i beni materiali. Laqualità e la riuscita della vita non sono determinate dai beni cheuno possiede. L’errore del ricco della parabola, e di quanti eglirappresenta, sta nell’aver concentrato il suo interesse unicamentesulle cose materiali, terrene che “passano”, senza darsi pensierodelle realtà più vitali e importanti…che non passano. Il suoorizzonte è racchiuso nella formula classica: mangiare, bere,divertirsi,… da questo orizzonte sono esclusi Dio e il prossimo.Come fare per diventare, veramente ricchi?Gesù ha gia risposto a quest’interrogativo, quando ha affermatoche, per ottenere la ricchezza più grande, cioè la vita eterna, ènecessario l’amore verso Dio e verso il prossimo (Cfr. Lc 10, 25-37). Ai tanti fratelli “gemelli” di quel ricco (chi è sicuro di nonesserlo, almeno a livello di tentazione?) Gesù non si stanca dichiedere una sincera conversione. Occorre passare dai “beni” al“BENE” che è Dio, dall’ “io” al “noi”, dal “mio” al “nostro”. Chebello vivere mettendo a disposizione degli altri i propri talenti, leproprie energie e perchè no i proprio soldi… è possibile tuttociò, basta volerlo!!!“Nulla ti turbi. Nulla ti spaventi. Tutto passa. Dio solo resta…Achi ha Dio nulla può mancare. Dio solo basta” (S. Teresa diGesù). Capire ciò è una grazia da chiedere per sé e per gli altri.

…È PREGATASignore, aiutami a essere vigilante per superare le mille forme dicupidigia che come altrettanti idoli tentano di incatenare il mio cuore.Liberami dalla tentazione di accumulare tesori in terra che ostacolanoil mio rapporto con Te, unico vero Bene. In Te, o Signore, è la Vita; inTe, o Signore, ogni Bene. Amen.

…MI IMPEGNACercherò di condividere con gli altri, specialmente con chi è piùbisognoso, qualcosa di mio.

Martedì, 21 agosto 2007San Pio X, papa

Liturgia della ParolaGdc 6,11-24a; Sal 84,9-14; Mt 19,23-30

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico:difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: èpiù facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che unricco entri nel regno dei cieli». A queste parole i discepolirimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?». EGesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibileagli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro prendendola parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamoseguito; che cosa dunque ne otterremo?». E Gesù disse loro: «Inverità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione,quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria,siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù diIsraele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, opadre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà centovolte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primisaranno ultimi e gli ultimi i primi».

…È MEDITATAGesù afferma chiaramente chenon si può accogliere il donodel regno dei cieli se si rimanelegati a delle realtà materialiche ci impediscono l’apertura aciò che ci trascende. Davanti aquesta situazione, forse anchenoi rimaniamo sconcertati cosìcome rimasero i discepoli, ma ilSignore ci rassicura dicendociche, anche le cose che apparentemente sembrano impossibili,possono essere realizzate dal Signore. Pietro è il portavoce non solodegli altri discepoli, ma anche di tutti gli altri uomini che desideranoavere una ricompensa per ciò che fanno: la logica del tornaconto,talvolta, può avere il sopravvento sulla logica del servizio! Il Signore cirassicura, che il premio riservato a chi ha lasciato tutto per seguirlo,sarà di gran lunga maggiore e non si può ridurre a dei beni materiali.

…È PREGATA

Fa’, o Signore, che io possa liberarmi da tutto ciò che mi impedisce diaccogliere il dono della salvezza che Tu elargisci a me nonostante imiei limiti; non permettere che io ricerchi i miei interessi o ricompenseimmediate che distolgano la mia attenzione dalla dedizione e dalservizio ai fratelli più bisognosi. Amen.

…MI IMPEGNA

Adempirò ciò che sono chiamato a compiere con il massimosenso di responsabilità non preoccupandomi di ricevere unaricompensa che mi esalti più degli altri.

San Pio X (Giuseppe Sarto) PapaTreviso 1835 – Roma 1914Giuseppe Sarto, vescovo di Mantova(1884) e patriarca di Venezia (1893), salealla cattedra di Pietro con il nome di PioX. Amò i poveri, ai quali donava tuttoquello che possedeva, giunto a Venezianon volle una porpora cardinalizia nuova,ma fece riadattare dalle sue sorelle chel’avevano seguito, quella vecchia del suopredecessore, donando ai poveri la somma equivalente per unanuova. È il primo Papa dell’età contemporanea a provenire dalceto contadino e popolare, seguito 65 anni dopo da PapaGiovanni XXIII. È uno dei primi pontefici ad aver percorso tuttele tappe del ministero pastorale, da cappellano a Papa. È ilpontefice che nel Motu proprio «tra le sollecitudini» (1903)afferma che la partecipazione ai santi misteri è la fonte prima eindispensabile alla vita cristiana. Difende l’integrità delladottrina della fede, promuove la comunione eucaristica anchedei fanciulli. Cura la formazione dei sacerdoti, fa elaborare unnuovo catechismo (il catechismo di Pio X) , favorisce ilmovimento biblico, promuove la riforma liturgica e il cantosacro. In vita era indicato come un “Papa Santo”, perchécorreva voce di guarigioni avvenute toccando i suoi abiti, ma luisorridendo correggeva: “Mi chiamo Sarto non Santo”.

Lunedì, 6 agosto 2007TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE - Festa

Liturgia della ParolaDn 7,9-10.13-14; Sal 96,1-2.5-6.9; Lc 9,28b -36

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro,Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava,il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida esfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè edElia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita cheavrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoicompagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli evidero la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentrequesti si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è belloper noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè euna per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così,venne una nube e li avvolse;all’entrare in quella nube,ebbero paura. E dalla nubeuscì una voce, che diceva:«Questi è il Figlio mio, l’eletto;ascoltatelo». Appena la vocecessò, Gesù restò solo. Essitacquero e in quei giorni nonriferirono a nessuno ciò cheavevano visto.

…È MEDITATA«Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e salì sul monte apregare». Quanto è bella e profonda questa espressione e com’èsignificativo il comportamento di Gesù che si ritira a pregare spesso sulmonte coinvolgendo i sui amici. Questa volta avviene qualcosa di“meraviglioso”: quella manifestazione particolare che chiamiamoTRASFIGURAZIONE, perchè il suo volto cambiò d’aspetto e sue le suevesti divennero candide e sfolgoranti. Gesù si fa vedere nello splendoredella gloria di Figlio di Dio…e, soprattutto, si rende udibile la voce delPadre: «Questo è il mio Figlio prediletto, ascoltatelo». Sulla strada cheporta a Gerusalemme, quindi, verso la sua passione e la croce, Gesù vienetrasfigurato. Ma che cosa è accaduto ai tre discepoli che erano con Lui? APietro, Giacomo e Giovanni viene offerta la possibilità di vedere quelloche a molti potrebbe sfuggire: la possibilità di percepire la vicinanza diDio, la Sua bellezza, la Sua bontà infinita. Ma vedere non basta, anzi, ci sipotrebbe fare un’idea sbagliata di Gesù. È necessario ascoltare: è questol’invito che il Padre fa’ a tutti noi!!! È interessante notare che i trediscepoli, saranno gli stessi che troveremo nel monte degli ulivi. Sul Taborprovano gioia, stupore e desiderano che quel momento non finisca più: «èbello per noi stare qui…». Potesse ognuno di noi sperimentare questagioia e alimentare questo desiderio, quando siamo in preghiera, quandosiamo vicini al Signore!!! Ma Gesù, invita i suoi discepoli a tornare alla vitaordinaria… dove anche noi siamo chiamati a portare la luce, la gioia, laforza dell’incontro avuto con il Signore. Verranno i momenti difficili, letentazioni, le sofferenze: occorre, allora, ricordare “ciò che abbiamovisto” che ci ha dato luce, gioia e proseguire con fede il nostro camminocon Gesù. Egli non ha rifiutato la sofferenza e la passione, ma l’hasantificata e l’ha fatta diventare la prova più grande del Suo Amore. IlSignore è sempre con noi, anche quando viviamo momenti di buio; anchequando siamo visitati dalla sofferenza o assaliti dallo scoraggiamento. Aidiscepoli, coloro che affronteranno la prova quando vedranno il volto diGesù, sfigurato dai patimenti, dalle umiliazioni, dall’abbandono, vienemostrato il volto trasfigurato dalla gloria, perché, avvinti da questabellezza, sappiano riconoscere il Figlio di Dio in Colui che accetterà diessere condannato e di morire per quell’amore che lo ha trasfigurato.Chiediamo anche noi questa fede e lasciamoci avvincere dalla gloria di Diopresente attorno a noi e in noi per camminare, in ogni situazione, con laluce del Signore nel cuore.

…È PREGATAHai sentito anche Tu, Signore, il bisogno di evadere dalla folla e Ti sei ritiratosulla vetta del Tabor con alcuni apostoli. Non è stato per fuggire dalla gente maper rientrare in Te stesso e porti vicino al Padre, in modo visibile, manifestandocosì lo splendore della gloria che sempre tenevi nascosta. Insegna anche a me,Signore, a distaccarmi dalla corsa quotidiana non per evadere dai miei impegni,ma per ritrovare me stesso nel silenzio di un luogo appartato, nellacontemplazione orante della bellezza del creato, nel dialogo aperto con i mieifamiliari. Fa’ che possa vivere negli ambienti di lavoro quotidiani, con il cuorevestito della Tua luce, per testimoniare a tutti la freschezza e la novità di unavita vissuta nella fede. Amen.

…MI IMPEGNACon la fede, e la forza che da questa scaturiscono, santificherò le prove ele sofferenze unendole a quelle di Cristo, per il bene dei fratelli.

Mercoledì, 22 agosto 2007Beata Maria Vergine Regina

Liturgia della ParolaGdc 9,6-15; Sal 20,2-7 ; Mt 20,1-16a

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Ilregno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba perprendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi conloro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscitopoi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sullapiazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella miavigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì dinuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscitoancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disseloro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero:Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andateanche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone dellavigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga,incominciando dagli ultimi fino aiprimi. Venuti quelli delle cinque delpomeriggio, ricevettero ciascuno undenaro. Quando arrivarono i primi,pensavano che avrebbero ricevuto dipiù. Ma anch’essi ricevettero undenaro per ciascuno. Nel ritirarloperò, mormoravano contro il padronedicendo: Questi ultimi hanno lavoratoun’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamosopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone,rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto.Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo evattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te.Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu seiinvidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e iprimi ultimi».

…È MEDITATALa parabola che Gesù racconta ai suoi discepoli, sconvolgetotalmente i criteri di giustizia puramente umana: coloro che hannolavorato un’ora soltanto ricevono la stessa paga di coloro che hannolavorato tutta la giornata! Gesù mostra il vero volto di Dio, ricco dimisericordia e di bontà che provvede a tutti una ricompensa per illavoro svolto, un Dio che molte volte diventa oggetto dimormorazione da parte di coloro che si ritengono migliori degli altrie desiderano essere trattati meglio degli altri. Dio scardina ognipresunzione umana e si mostra padre amorevole nei confronti di tuttii suoi figli.

…È PREGATAO Padre onnipotente, che hai mostrato il Tuo vero volto nel tuo FiglioUnigenito, fatto uomo per la nostra salvezza, concedimi di guardarecon occhi misericordiosi i miei fratelli che sono stati chiamati come mea lavorare nella tua vigna; dammi la possibilità di portare acompimento il lavoro che mi è stato affidato senza giudicare il Tuomodo di ricompensare. Amen.

…MI IMPEGNADurante questa giornata non mi farò giudice del mio prossimo macercherò di edificarlo con una condotta onesta e ispirata agliinsegnamenti del Vangelo.

Beata Maria Vergine ReginaLa memoria odierna, di origine devozionale,fu istituita nel 1955 da Pio XII. Vienecelebrata a pochi giorni dalla solennitàdell'Assunzione. I cristiani vedono evenerano in Maria la sovrabbondante generosità dell'amore divino, chel'ha colmata di ogni bene. Ma ella distribuisce regalmente e maternamentequanto ha ricevuto dal Re; protegge con la sua potenza i figli acquisiti invirtù della sua corredenzione e li rallegra con i suoi doni, poichè il Re hadisposto che ogni grazia passi per le sue mani di munifica regina. Perquesto la Chiesa invita i fedeli a invocarla non solo col dolce nome dimadre, ma anche con quello reverente di regina, come in cielo la salutanocon felicità e amore gli angeli, i patriarchi, i profeti, gli apostoli, i martiri, iconfessori, le vergini. Maria è stata coronata col duplice diadema dellaverginità e della maternità divina: "Lo Spirito Santo verrà su di te, e lavirtù dell'Altissimo ti adombrerà. Per questo il Santo che nascerà da tesarà chiamato Figlio di Dio".

Martedì, 7 agosto 2007San Gaetano da Thiene, sacerdote

Liturgia della ParolaNm 12,1-13; Sal 50,3-6.12-13; Mt 14,22-36

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quei giorni, dopo che ebbe saziato la folla, Gesù ordinò aidiscepoli di salire sulla barca e di precederlo sull’altrasponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedatala folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli sene stava ancora solo lassù. La barca intanto distava giàqualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causadel vento contrario. Verso lafine della notte egli venneverso di loro camminando sulmare. I discepoli, a vederlocamminare sul mare, furonoturbati e dissero: «É unfantasma» e si misero agridare dalla paura. Masubito Gesù parlò loro:«Coraggio, sono io, nonabbiate paura». Pietro glidisse: «Signore, se sei tu,comanda che io venga da tesulle acque». Ed egli disse:«Vieni!». Pietro, scendendodalla barca, si mise acamminare sulle acque eandò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s’impaurì e,cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». Esubito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo dipoca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca,il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostraronodavanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!».Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. E lagente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tuttala regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano dipoter toccare almeno l’orlo del suo mantello. E quanti lotoccavano guarivano.

…È MEDITATANel brano evangelico, Gesù si presenta come il Signore checontrolla le forze minacciose (il vento e le onde agitate) e come ilSalvatore che ci viene incontro nelle prove, nelle difficoltà,facendoci coraggio («Coraggio sono io») e invitandoci ad averefiducia in Lui («Perché hai dubitato?»).Egli ci viene incontro e mi fa uscire dalla mia «poca fede», spessoprigioniera della paura (quella dei discepoli sulla barca) e dubbiosadella Sua reale presenza (come è stato per Pietro). Ognuno di noipuò affermare: la mia è una fede che deve ancora crescere,maturare e ciò può avvenire solo accogliendo il Signore presentein ogni avvenimento per lasciarsi incoraggiare e prendere permano da Lui. L’episodio di Pietro è una catechesi per ciascuno dinoi: siamo invitati ad affidarci totalmente al Signore, sempre! Edimostra chiaramente che credere è osare. Chi osa credere èsorretto da Colui nel quale crede.So riconoscere le situazioni in cui emerge la mia poca fede inGesù? So osare nella mia vita per Colui che ha a cuore la miasalvezza?

…È PREGATA

Signore, Tu sei veramente il Figlio di Dio che ha sconfitto le forze delmale, nemiche dell’uomo; Tu sei il Signore che non lascia i suoidiscepoli soli in questa lotta, ma è al loro fianco ogni giorno, fino allafine dei tempi. Ti chiedo, Signore Gesù, nelle situazioni in cui la miafede sembra venir meno e naufragare sotto le difficoltà e la paura: cheanch’io sappia invocarTi come Pietro: «Signore, salvami!», per poterriconoscere, come i discepoli, che «Tu sei veramente il Figlio di Dio».Amen.

…MI IMPEGNA

Quando la mia fede sarà messa alla prova, invocherò con fiducia ilSignore, facendo mia la preghiera di Pietro: «Signore, salvami!».

Giovedì, 23 agosto 2007San Rosa da Lima, vergine

Liturgia della ParolaGdc 11,29-39a; Sal 39,5.7-10; Mt 22,1-14

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: «Ilregno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozzeper suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati allenozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servia dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i mieianimali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite allenozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al propriocampo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, liinsultarono e li uccisero. Allora il re si indignò e, mandate le suetruppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gliinvitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle stradee tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nellestrade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi,e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere icommensali e, scorto un tale che non indossava l’abito nuziale,gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz’abito nuziale?Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani epiedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore didenti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

…È MEDITATA

Gesù attraverso il raccontodella parabola del banchettodi nozze presenta sé stessocome lo Sposo per il quale ilPadre prepara il banchettonuziale; gli invitati a questobanchetto rifiutando l’invito a prendervi parte rigettano il piano disalvezza; tutti sono presi da qualche impegno e sminuisconol’importanza della partecipazione al convito nuziale; alcuni non solorifiutano l’invito alle nozze ma ne sono così tanto infastiditi al puntoda insultare e uccidere i servi che avevano loro rivolto l’invito. IlPadre, però, non si tira indietro e invia di nuovo i suoi servi affinchérivolgano a tutti quelli che incontreranno l’invito alle nozze: i Giudeiche erano stati gli invitati privilegiati rispetto agli altri popoli nonhanno saputo riconoscere in Gesù il Messia e hanno rifiutato l’invito aprendere parte alla salvezza, per tal motivo il messaggio di salvezzaverrà rivolto a tutti i popoli che lo accoglieranno con gioia. Tuttavia,non è sufficiente accogliere l’invito alle nozze, è necessario indossarel’abito nuziale cioè assumere un atteggiamento di ascolto neiconfronti della Parola di Dio ed essere pronti a metterla in pratica.

…È PREGATAO Dio, Padre provvidente che hai mandato nel mondo il Tuo unico Figliorifiutato, maltrattato e ucciso, fa’ che tutti possiamo preferire il Tuo invitoalle nozze rispetto a tutte le altre attrazioni affinché prendendovi parte,rivestiti dell’abito nuziale, possiamo essere ammessi un giorno al convitoeterno nel Tuo Regno. Amen!

…MI IMPEGNAMi impegnerò a rispondere con gioia e riconoscenza all’invito che ilSignore mi rivolge ad accogliere la sua Parola cercando di attuarlagiorno dopo giorno.

…UNA STORIA PER L’ANIMAIL POVEROC'era una volta una famiglia serena e tranquilla che viveva in una piccola casa diperiferia. Una sera i membri della famiglia erano seduti a cena, quando udironobussare alla porta. Il padre ando alla porta e 1'aprì. C'era un vecchio in abiti laceri,con i pantaloni strappati e senza bottoni. Portava un cesto pieno di verdura. Chiesealla famiglia se volevano acquistare un po' di verdura. Loro lo fecero subito, perchèvolevano che se ne andasse.Con il tempo, il vecchio e la famiglia fecero amicizia. L’uomo portava la verdura perla famiglia ogni settimana. Scoprirono che soffriva di cataratta e che era quasi cieco.Ma era così gentile che impararono ad aspettare con ansia le sue visite e adapprezzare la sua compagnia.Un giorno, mentre consegnava la verdura, il vecchio disse: «Ieri ho ricevuto ungrande regalo! Ho trovato fuori della mia casa un cesto di vestiti che qualcuno halasciato per me».Tutti quanti, sapendo quanto lui avesse bisogno di vestiti, dissero: «Meraviglioso!». Eil vecchio cieco disse: «Ma la cosa più meravigliosa è che ho trovato una famiglia cheaveva davvero bisogno di quei vestiti».La gioia di donare e più forte della vita. E veramente povero solo chi non la prova mai.

Mercoledì, 8 agosto 2007San Domenico di Guzman, sacerdotefondatore dell’Ordine dei Predicatori (Domenicani)

Liturgia della ParolaNm 13,1-2.25-14,1.26-30.34-35; Sal 105 ,6-7.13-14.21-23; Mt 15,21 -28

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, partito da Genesaret, Gesù sidiresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed eccouna donna Cananèa, che veniva da quelleregioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore,figlio di Davide. Mia figlia è crudelmentetormentata da un demonio». Ma egli non lerivolse neppure una parola. Allora i discepoli glisi accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci gridadietro». Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecoreperdute della casa di Israele». Ma quella venne e si prostròdinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Nonè bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini». «Évero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibanodelle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». AlloraGesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti siafatto come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

…È MEDITATAQuante volte chiedendo una sola volta, pretendiamo di essere esauditi dalSignore? E quante volte ci scoraggiamo mancando di fede?L’atteggiamento della donna, riportata in questo brano di Vangelo, ciinsegna che la fede è un dono da far maturare. Gesù pone la donna in unaprogressiva presa di coscienza, mettendola nelle condizioni di compiereun cammino che la porta ad una chiara consapevolezza del suo rapportocon il Signore. In tal modo ciò che la donna richiede, cioè la liberazionedella figlia dal male, non è frutto di un capriccio, ma deriva dallaconoscenza di essere dinanzi al Cristo Liberatore venuto per portare lasalvezza a tutti. Mi fa riflettere l’atteggiamento di Gesù: perché nonesaudisce subito la donna? Forse desidera che siano i discepoli adintervenire? Vuole, forse, verificare la loro apertura verso il bisogno diquella donna, che non è della casa d’Israele? Oppure desidera verificare laloro compassione, la loro capacità di mettersi in ascolto e di assumersi ilproblema dell’altro? I discepoli avrebbero potuto rimproverare la donna edirle di lasciare in pace Gesù, come altre volte hanno fatto. Ma invece siuniscono alle suppliche della donna: «Esaudiscila!». La preghiera didomanda, da sola, sarebbe poca cosa. Gesù stesso chiede che siasupportata dalla fede e dalla preghiera di intercessione della Chiesa, dellacomunità dei credenti. Quanto siamo capaci di farci carico della situazionidegli altri? Quanto siamo capaci di assumere il dolore dell’altro e farlonostro, fino a portarlo nella nostra preghiera?

…È PREGATANon so, Signore, se, nella situazione della donna Cananea,avrei avuto la sua stessa perseveranza. Tante volte la mia fede in Te va in crisisolo perché non ottengo quello che chiedo o perché non lo ottengo subito. Tichiedo una fede perseverante, che non si abbandoni al dubbio o alloscoraggiamento quando Tu non sembri ascoltare le mie richieste. Rendimicapace di una fede semplice, essenziale, piena di speranza in Dio Padre cheoffre a tutti il pane del Suo Amore, della Sua cura paterna. Amen.

…MI IMPEGNARipenserò alla fede della donna Cananea, quando sarò tentato di lasciarperdere con Dio, di dubitare del Suo cuore grande di Padre.

San Domenico di GuzmanSacerdote e fondatore dei Predicatori ,1170- 1221

Nato in un villaggio montano della Vecchia Castiglia (Spagna),si distinse fin da giovane per carità e povertà. Convinto chebisognasse riportare il clero all’ austerità di vita fondò aTolosa l'Ordine dei Frati Predicatori che, nato sulla Regolaagostiniana, divenne nella sostanza qualcosa di totalmentenuovo, basato sulla predicazione itinerante, la mendicità (perla prima volta legata ad un ordine clericale), una serie diosservanze di tipo monastico e lo studio approfondito. La

fisionomia spirituale di S. Domenico è inconfondibile; egli stesso negli anni duridell'apostolato si era definito: "umile ministro della predicazione". Dalle lunghe nottipassate in chiesa accanto all'altare e da una tenerissima devozione verso Maria, avevaconosciuto la misericordia di Dio e "a quale prezzo siamo stati redenti", per questocercherà di testimoniare l'amore di Dio dinanzi ai fratelli. Egli fonda un Ordine cheha come scopo la salvezza delle anime mediante la predicazione che scaturisce dallacontemplazione: contemplata aliis tradere sarà la felice formula con cui s.Tommasod'Aquino esprimerà l'ispirazione di s. Domenico e l'anima dell'Ordine. Per questonell'Ordine da lui fondato hanno una grande importanza lo studio, la vita liturgica, lavita comune, la povertà evangelica. Ardito, prudente, risoluto e rispettoso versol'altrui giudizio, geniale sulle iniziative e obbediente alle direttive della Chiesa,Domenico è l'apostolo che non conosce compromessi né irrigidimenti: "tenerocome una mamma, forte come un diamante", lo ha definito Lacordaire.

Venerdì, 24 agosto 2007SAN BARTOLOMEO, APOSTOLO – FESTA

Liturgia della ParolaAp 21,9-14; Sal 144,10-13.17-18; Gv 1,45-51

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamotrovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e iProfeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Natanaèleesclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?».Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèleche gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita incui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come miconosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo tichiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico».Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio diDio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù:«Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto ilfico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». Poigli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete ilcielo aperto e gli angeli di Dio salire e scenderesul Figlio dell’uomo».

…È MEDITATAL’apostolo Bartolomeo viene solitamente identificato con Natanaele,l’amico dell’apostolo Filippo di cui ci parla il Vangelo di oggi. Non abbiamonotizie storiche precise circa la sua attività apostolica ma il Vangelo cinarra del suo primo incontro con Gesù grazie alla mediazione dell’amicoFilippo. Natanaele che prima di incontrare Gesù si era dimostrato scetticonei suoi confronti è totalmente trasformato dall’incontro personale conColui che lo definisce un israelita in cui non c’è falsità. Gesù apprezza laschiettezza di quell’uomo che non esita a professare la sua fede in Lui ed èpronto a seguirlo mettendo tutta la sua esistenza nelle sue mani.Natanaele grazie all’amico Filippo ha incontrato colui che darà pienosignificato alla sua vita.

…È PREGATA

Signore Gesù, che chiami alla Tua sequela coloro che sono pronti a seguirti eprofessano la loro fede in Te Verbo incarnato, concedimi di rispondere conpiena disponibilità alla chiamata che Tu, nonostante tutti i miei difetti, continui arivolgermi; dammi la grazia di incontrare, sul mio cammino quotidiano, uominiche sappiano condurmi a Te, affinché tutte le mie azioni possano avere il loroinizio e il loro punto di arrivo in Te. Amen.

…MI IMPEGNAMi lascerò guidare da chi ha fatto prima di me l’esperienza di stare allapresenza del Signore cosciente che Gesù mi parla attraverso gli uomini eattraverso azioni concrete.

…UNA STORIA PER L’ANIMAIL CONCORSO di Bruno FerreroUn giorno, quando la Creazione era ancora nuova, gli abitanti del luogoorganizzarono un concorso di canto al quale si iscrissero rapidamente quasi tutti ipresenti, dal cardellino al rinoceronte.Sotto la guida del gufo, venne decretato che la votazione per il concorso sarebbestata a scrutinio segreto e universale; avrebbero quindi votato tutti i partecipanti,componendo essi stessi la giuria.Così fu. Tutti gli animali, compreso l'uomo, salirono sul palco a cantare e ricevetteromaggiori o minori applausi da parte del pubblico. Poi scrisse ro il voto sopra unfoglietto e lo infilarono, piegato, dentro una grande urna sotto il diretto controllodel gufo.Quando giunse il momento del conteggio, il gufo salì sul palcoscenico improvvisatoe, con a fianco due anziane scimmie, aprì l'urna per iniziare il computo dei voti. Unodegli anziani estrasse il primo voto e il gufo, nell'emozione generale, gridò: «II primovoto, fratelli, è per il nostro amico asino!».Calò il silenzio, seguito da alcuni timidi applausi.«Secondo voto: l'asino!». Sconcerto generale.«Terzo: l'asino!».I concorrenti iniziarono a guardarsi sorpresi, poi si scambiarono occhiateaccusatorie e alla fine,visto che continuavano a uscire voti per l'asino, erano semprepiù vergognosi sentendosi in colpa per come avevano votato. Tutti sapevano chenon c'è canto peggiore del disastroso raglio dell'equino. Eppure, uno dopo l'altro, ivoti lo designavano come il miglior cantante.E così avvenne che al termine dello scrutinio, per «libera scelta della giuriaimparziale» venne deciso che lo stonato e stridente raglio dell'asino era il vincitore.E venne dichiarato la «miglior voce del creato e dintorni».In seguito il gufo spiegò l'accaduto: ogni concorrente, certo di essere lui il vincitore,aveva dato il proprio voto al partecipante meno probabile, a colui che non avrebberappresentato nessuna minaccia.La votazione fu quasi unanime. Soltanto due voti non andarono all'asino: quellodell'asino, che riteneva di non avere nulla da perdere e aveva votato in tutta sinceritàper l'allodola, e quello dell'uomo che, ovviamente, aveva votato per se stesso.

«La gente da nulla, i disonesti, vanno in giro seminando bugie.Strizzano l’ occhio, fanno segni con le dita, e altri gesti per trarre in inganno.Sono pieni di malizia, non pensano che a far del male.La loro rovina sarà completa, improvvisa e senza rimedi» (Libro dei Proverbi 6,12-15).

Giovedì, 9 agosto 2007SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE, VERGINE E MARTIRE,PATRONA D’EUROPA - Festa

Liturgia della ParolaOs 2,16-17.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse ai suoidiscepoli questa parabola: «Il regno deicieli è simile a dieci vergini che, prese leloro lampade, uscirono incontro allosposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stoltepresero le lampade, ma non presero con sé olio; le saggeinvece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio inpiccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte edormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo,andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono eprepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge:Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noie per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò losposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui allenozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche lealtre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliatedunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

…È MEDITATAL’incontro definitivo con il Signore risorto lo preparoconservando e alimentando l’olio nella mia lampada. La lampadarappresenta la mia vita. Non devo preoccuparmi, però, solo dellalampada, cioè dell’esteriorità della mia vita, che mi è statadonata….essere sapiente significa riconoscere che la lampada insé non conta molto, ma ha senso e valore solo se è dotatadell’olio. E l’olio di cui dotare la lampada è l’amore di Dio, da Luistesso «riversato nei nostri cuori» (Rm 12,5). Alimentare l’oliodell’Amore di Dio, perché non venga mai meno nella lampadadella mia vita, significa bruciarlo con un’esistenza che si consegnaall’Amore, che si fa dono perchè faccia luce attorno,consentendomi di accogliere l’invito del Signore che viene e michiama a partecipare alla festa di nozze con Lui…altrimentianch’io potrei sentirmi dire «non ti conosco». La parabolasottolinea, ancora, la necessità di essere sempre pronti, evitandoquei calcoli inutili sulla venuta del Signore!!! Proprio perché il Suoritorno è improvviso, bisogna attendere nella vigilanza…nelpresente.La lampada della mia vita, del mio cuore, è colma dell’oliodell’Amore gratuito e generoso che la mantiene accesa, oppure sista spegnendo in una vita mediocre, chiusa in sé, egoista?

…È PREGATA

Signore, aiutami a non lasciar mancare alla mia lampadal’olio del Tuo Amore. Che io viva alimentando questo olio conun’esistenza donata a Te, attenta a chi aspetta da me una parola diconforto, un gesto di fraternità, una disponibilità generosa. Così quandoti incontrerò per celebrare con Te la “festa gioiosa” porterò con me,non una lampada spenta, inservibile, ma una lampada che fa luce eche rallegrerà la nostra “festa”. Amen.

…MI IMPEGNAAlimenterò l’olio della mia lampada con un gesto di servizio, dicarità.

…UNA PICCOLA STORIA PER L’ANIMAParlare di Dio"Quante discussioni si sono fatte e si fanno ancora su Dio. Tu che nepensi?", chiese un giorno un discepolo al grande maestro."Vedi quell'ape?", rispose il maestro. "Senti il suo ronzìo? Esso cessaquando l'ape ha trovato il fiore e ne succhia il nettare.Vedi quest'anfora? Ora vi verso dell'acqua. Ne senti il glu-glu?Cesserà quando l'anfora sarà colma.Ed ora osserva questo biscotto che pongo crudo nell'olio bollente.Senti come frigge e che rumore fa? Quando sarà ben cotto tacerà.Così è degli uomini. Fino a quando discutono e fanno del granrumore su Dio, è perché non l'hanno ancora trovato. Chi invece l'hatrovato tace e, nel silenzio, adora ed agisce".

Sabato, 25 agosto 2007San Ludovico (Luigi IX), Re di Francia

Liturgia della ParolaRut 2,1-3.8-11; 4,13-17; Sal 127,1-6; Mt 23,1-12

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepolidicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e ifarisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fatesecondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Leganoinfatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente,ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte leloro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini:allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano postid’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i salutinelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì’’ dallagente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì’’, perché uno soloè il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamatenessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padrevostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare “maestri”,perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grandetra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassatoe chi si abbasserà sarà innalzato».

…È MEDITATANel brano evangelico di oggiGesù pronuncia un durodiscorso nei confronti degliscribi e dei farisei cheaccentuerà sempre di più la loroira nei suoi confronti. Gesùriconosce l’autorevolezza deiloro insegnamenti; vanno ascoltati perchè siedono sulla cattedradi Mosè ma bisogna guardarsi dall’imitare le opere che compiono.Gesù non esita a denunciare la loro incoerenza che li porta ainsegnare bene e a comportarsi male; rifuggendo da ogniprospettiva di servizio essi approfittano della loro condizione permettersi al centro dell’attenzione e affermare, quindi, sé stessi.Gesù non si stanca, invece, di ribadire l’atteggiamento di servizionei confronti di chi ci sta accanto e in modo particolare neiconfronti delle persone che vengono affidate alle nostre cure;l’umiltà che lungi dall’esaltare sé stessa sa abbassarsi davanti a chiha veramente bisogno.

…È PREGATA

O Signore, che sei venuto nel mondo per metterti al servizio di tuttifino a donare la vita per la salvezza degli uomini, concedimi diassumere, nelle azioni che compio, un atteggiamento di servizio;allontana da me la tentazione, tanto frequente, dell’autoaffermazione;aiutami ad essere coerente affinché la mia appartenenza a Te possatrasparire più dai fatti che dalle parole. Amen.

…MI IMPEGNA

Porterò a compimento gli incarichi che mi sono stati affidati conprofondo spirito di servizio, senza ricercare elogi ericonoscimenti ufficiali, avendo sempre a cuore oltre al mio beneanche quello degli altri.

San Ludovico (Luigi IX)Re di Francia, 1215 - 1270Luigi IX, incoronato re di Francia, siassunse il compito, davanti a Dio e agliuomini, di diffondere il Vangelo.Nell'anno 1244 fu sorpreso da unafortissima febbre. Guarito, volle di persona guidare una crociata perla liberazione della Terra Santa. Sbarcato in Egitto, presso la città diDamietta, attaccò con successo i Saraceni. Ma una terribilepestilenza decimò l'esercito crociato, colpendo lo stesso re. Assalitonuovamente dai Turchi, venne sconfitto e fatto prigioniero. Dopoessere stato rilasciato, proseguì come pellegrino per la Terra Santa,dove compì numerose opere di bene. Tornato in Francia, governòcon giustizia e cristiana pietà, fondando la Sorbona e preparandouna nuova crociata. Ma a Tunisi una nuova epidemia colpì l'esercito.Luigi IX, sentendosi morire, si fece adagiare con le braccia incrociatesopra un letto coperto di cenere e cilicio, spirò pronunziando leparole: “Entrerò nella tua casa, o Signore, ti adorerò nel tuo tempiosanto e glorificherò il tuo nome”. Era il 25 agosto del 1270.

Venerdì, 10 agosto 2007SAN LORENZO, DIACONO E MARTIRE - Festa

Liturgia della Parola2Cor 9,6-10; Sal 111,1-2.5-7.9; Gv 12,24-26

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità vidico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimanesolo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vitala perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà perla vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, làsarà anche il mio servo. Se uno mi serve, ilPadre lo onorerà».

…È MEDITATA«Se il chicco di grano caduto in terra non muore…»La liturgia, oggi, ci pone innanzi la figura di unmartire: san Lorenzo. La sua vita è stata unincessante e generoso servizio a favore dei poveri,nei quali ha servito il Signore. Il brano evangelicorievoca la sua vita: egli è stato come il chicco digrano che, caduto in terra, ha subito il martirio e haportato molto frutto; è stato il servo che, incurante della propria vita, haseguito Gesù fino alla fine. Il servizio e il martirio stanno alla base dellavita cristiana. Attraverso di questi la fede trova la sua pienezza e la suaragion d’essere. Sarebbe interessante sapere quale risonanza ha avutonella vita dei santi, la parola che abbiamo letta e come percepivano il daretestimonianza; come si relazionavano all’esperienza della morte che essiaffrontavano, coerentemente e coraggiosamente, con la loro scelta di vitacristiana. Ma andando oltre questa, pur sana, curiosità, concentriamoci sulnostro presente. Accorgiamoci quante persone attorno a noi, vivono illoro cristianesimo con slancio e semplicità. Il ricordo dei santi martiri hasenso in quanto, in essi, celebriamo tutti quei cristiani che nella vitatestimoniano Cristo attraversi piccoli ma altrettanti dolorosi, martiriiquotidiani. Pensiamo a quei genitori che soffrono per i loro figli senzaperdere la speranza in Dio; a coloro che sono oppressi dalla malattia esanno fare del dolore una fonte positiva di bene; a tutti coloro che purvivendo situazioni disagiate economicamente, fisicamente e moralmente,sanno tenere sempre viva e ardente la lampada della loro fede. Non èforse anche questo martirio? E se vissuto in unione alle sofferenze diCristo non diventa forse, servizio a favore di tutti i fratelli?

…È PREGATAO Signore, insegnami a seminare: il grano della speranza in Te; il Tuo sorriso,perché risplenda intorno a me; le Tue energie, per affrontare le battaglie dellavita; il Tuo coraggio per sollevare quello altrui; la Tua pace per vedere sorgereun nuovo orizzonte; il Tuo Amore per veder fiorire la civiltà dell’amore. Amen

…MI IMPEGNAMarcire e morire è disponibilità a dare tutto senza trattenersi nulla, adamare senza aspettarsi nulla in cambio…voglio essere, oggi, seme chemuore per farsi dono disinteressato, per far fiorire le meraviglie che ilSignore vorrà.

…UNA STORIA PER L’ANIMAL’OSTRICA di Bruno FerreroPasseggiando sul fondo del mare, un giorno un Cavalluccio marino vide una giovaneOstrica. Doveva essere arrivata da poco, perché il Cavalluccio, appassionato dipasseggiate e molto estroverso, non l'aveva mai vista prima.«Buongiorno!», disse gentilmente il Cavalluccio bussando piano sul gusciodell'Ostrica. Stava per proseguire, pronto a godere le meraviglie del mare e delle suecreature, quando una voce dolcissima gli rispose : «Per me sarà certamente un buongiorno: ti sei accorto di me!».«Tu non sei di qua, vero?» domandò il Cavalluccio, che cominciava a essereincuriosito da quella strana creatura, grigia e rugosa.«No, però qualche volta le correnti mi avevano già portata dove ci troviamo ora...».«Allora conoscerai i miei amici! Il Granchio forte e loquace, la Medusa affascinante eun po' pungente...».«Veramente no... Io non ho amici».«Davvero? Mi sembra impossibile!».«Vedi, io sono molto timida, non sono bella, non so fare tante cose...».«Che cosa dici? Tutti sanno fare compagnia a qualcuno».Il Cavalluccio fu felice di rimanere ancora in compagnia dell'Ostrica, e l'Ostricacominciò a rilassarsi, tanto da schiudersi un po': non aveva mai compreso che potevaessere così facile donare e ricevere gioia!Scese la notte e il riflesso della luna brillò sul fondo del mare. Solo allora ilCavalluccio e l'Ostrica si sentirono un po' stanchi. Rimasero qualche istante insilenzio, poi l'Ostrica mormorò: «Sono stata tanto felice, oggi. Voglio offrirti unregalo che spero ti faccia piacere». E davanti agli occhi ammirati del Cavalluccio,l'Ostrica si aprì e porse una bellissima perla dalle venature rosate, che brillava alchiarore della luna. «Questo è il mio regalo per te. Prendila!», trillò l'Ostrica.Il Cavalluccio prese la perla con delicatezza. Era luminosa e calda... e il Cavallucciosentì tutto l'amore dell'Ostrica fluire dentro di lui.

Potete rendere felici tutti quelli che vivono con voi. Scoprireste tesori inimmaginabili chefinirebbero altrimenti sprecati. Lo potete fare con molto poco. Allora, perché non lo fate?

XXI Domenica, 26 agosto 2007San Alessandro di Bergamo, martire

Liturgia della ParolaIs 66,18-21; Sal 116,1-2; Eb 12,5-7.11-13; Lc

13,22-30LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù passava per città evillaggi, insegnando, mentre camminavaverso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelliche si salvano?». Rispose: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta,perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno.Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimastifuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Maegli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Alloracomincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tuhai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che nonso di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità!Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isaccoe Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori.Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e damezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, cisono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi chesaranno ultimi».

…È MEDITATAGesù rispondendo alla domanda rivoltargli da un tale riafferma ancora unavolta che seguirlo non è un’impresa facile, richiede un impegno quotidianoe assiduo. Gesù insiste sull’esigenza di passare per la porta stretta primache essa venga chiusa definitivamente dal padrone di casa: non abbiamodinanzi a noi un’eternità di giorni per decidere di metterci alla sequela diGesù; occorre impegnarsi fin da oggi senza rimandare l’inizio del nostrocammino cristiano ad un lontano domani. Gesù interpella personalmenteciascuno di noi, lasciandoci sempre liberi di scegliere la via che conduce aLui; Egli propone a tutti gli uomini il suo messaggio di felicità e di pienezza,ma non lo impone a nessuno; se lo accogliamo, certamente Egli non cideluderà.

…È PREGATA

Sostienimi, o Signore, nel cammino che attraverso la porta stretta conduce a Te;Ti ringrazio per essermi venuto incontro e perchè non mi abbandoni mainonostante io non ti sia sempre fedele. Concedimi di impegnarmi, ogni giorno,nel cammino che Tu mi proponi, affinché io possa essere riconosciuto come Tuodiscepolo quando mi presenterò davanti a Te. Amen.

…MI IMPEGNANon presterò ascolto a tutte quelle proposte allettanti che non miconsentono di aderire alla tua volontà e che mi allontanano dalla tuasequela; approfitterò del tempo presente senza rimandare a domani ciòche posso fare oggi.

…UNA STORIA PER L’ANIMALA STORIA DEL MONDO di Bruno FerreroC’era una volta una topolina che voleva diventare la regina degli animali. Si fece costruireun trono di mollica di pane e una corona con la carta dei cioccolatini poi dichiarò: «Sono laregina degli animali! Quadrupedi, bipedi, alati e striscianti sono tutti invitati a rendermiubbidienza, onore, omaggi e a farmi un regalo per il mio compleanno!». La notizia si diffusein fretta, perché gli animali sono dei grandi pettegoli. Le prime ad arrivare furono le apiche, in fretta e furia, omaggiarono alla regina un po' di miele ronzando e borbottando:«Con tutto quello che abbiamo da fare! Ci mancava anche questo! Comunque noi abbiamodato e chi s'è visto s'è visto...».Pian piano arrivarono altri animali, che non avendo niente di meglio da fare, prestaronoomaggio alla regina.Giunse anche una bella volpe rossa, che invece di fare la riverenza alla regina, sogghignandose la pappò. E già che c'era si mangiò anche il trono. Poi si fece fare un bel trono di legnoscolpito dai castori e dichiarò: «Adesso la regina sono io!».Dopo qualche giorno arrivò una grossa tigre dall'aria sorniona che ad andatura felpata siavvicinò a Regina Volpe, sorrise melliflua e la sbranò. Poi si voltò e con gli occhi chemandavano lampi d'oro proclamò: «II re sono io! Cominciate pure a portare i regali!».Dopo un po' di tempo, con un fracasso formidabile, arrivò alla reggia un mastodonticoelefante che giunto davanti alla tigre la schiacciò. E appiattì anche il trono. Poi barrìminaccioso: «II re sono io! Tutti i miei sudditi facciano tre urrà per Elefante I Magno!». E sifece costruire un trono di pietra adeguato al suo enorme posteriore.Gli uomini della savana, quando seppero che l'elefante si era proclamato re, lo attaccaronocon lance e spade, lo fecero a pezzi e lo mangiarono con le patate dolci. Poi misero sultrono il loro capo.Gli uomini del mare ne sentirono parlare e arrivarono in forze, gridando: «Noi siamo i piùforti! Dobbiamo regnare noi!». Gli uomini della savana si schierarono a difesa del loro re ene venne fuori una battaglia con morti e feriti. Vinsero gli uomini del mare e il loro capodivenne re.Gli uomini del deserto, selvatici e crudeli, arrivarono quasi subito con i loro cammelli e lelunghe scimitarre e fecero strage degli uomini del mare.Il loro capo si sedette sul trono e fu acclamato re. Il suo regno durò poco. Gli uomini dellecittà si coalizzarono e mossero contro il regno degli uomini del deserto. Questa volta labattaglia fu terribile. Rimasero solo pochi sparuti abitanti che misero un bambino sul tronoe dissero: «II re sei tu!», ma in quel momento davanti al trono passò una topolina, il ReBambino si spaventò e scappò via piangendo.La topolina salì sul gran trono vuoto, si sedette e disse: «Sono la regina degli animali!».Dopo tanto sangue e tanti morti tutto tornò come all'inizio.

Ne valeva la pena?

Sabato, 11 agosto 2007Santa Chiara, verginefondatrice delle Monache Clarisse

Liturgia della ParolaDt 6,4-13; Sal 17 ,3-4.19-20.47.50; Mt 17,14-20

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che, gettatosi inginocchio, gli disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli èepilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e spessoanche nell’acqua; l’ho già portato dai tuoi discepoli, ma nonhanno potuto guarirlo». E Gesù rispose: «O generazioneincredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino aquando dovrò sopportarvi? Portatemelo qui». E Gesù gliparlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da quelmomento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli, accostatisia Gesù in disparte, gli chiesero: «Perché noi non abbiamopotuto scacciarlo?». Ed egli rispose: «Per la vostra poca fede.In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino disenapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, edesso si sposterà, e niente vi saràimpossibile».

…È MEDITATALa fede in Gesù è la condizioneper combattere e vincere ognimale. Il male che aggredisce la miavita, non lo posso sconfiggere conle mie forze ma solo con lapotenza del Signore Onnipotente.Occorre avere fede in Lui: la fede capace di sostenermi nellaprova, nei momenti bui, nei momenti di crisi, in cui latestimonianza si scontra con un ambiente ostile e indifferente, equando le prove della vita sembrano non lasciare spazio allasperanza. «Tutto ciò che nato da Dio vince il mondo; è questa èla vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede» (1Gv 5,4). Ilprincipio di una fede efficace è significato dall’immagine delgranello di senapa: inizialmente è una realtà molto piccola,insignificante ma che porta in se la capacità di diventare un grandealbero. Questa deve essere la nostra fede: una realtà dinamicache, da umili inizi, (dal battesimo) può arrivare a produrre grandicose.Esaminiamoci seriamente: la fede mi sostiene davanti alledifficoltà, oppure si rivela fragile e inconsistente?Santa Chiara ci illumini e ci sostenga nel nostro cammino di fedecon il suo esempio e la sua intercessione.

…È PREGATAQuante volte, Signore Gesù, mi indichi la strada per sconfiggere il male,che sembra invincibile e di fronte al quale sperimento la mia fragilità.Rafforza la mia fragile fede, rendila decisa, sostienila nella lotta controil male, perché non abbia a soccombere. Amen

…MI IMPEGNANella lotta contro il male, mi terrò vicino al Signore, lo invocheròe ascolterò le sue indicazioni.

Santa Chiara VergineAssisi, 1194 -11 agosto 1253Aveva appena dodici anni Chiara quandoFrancesco d'Assisi compì nella pubblica piazza ilgesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirlial padre Bernardone. Conquistata dall'esempiodi San Francesco, la giovane Chiara, della nobilee ricca famiglia degli Offreducci, sette annidopo lo raggiunse alla Porziuncola. Fondòl'Ordine femminile delle «povere recluse di San Damiano» (chiamatein seguito Clarisse) di cui fu nominata badessa e di cui Francescodettò una prima Regola. Chiara scrisse poi la Regola definitivachiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà».Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della suacella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a SantaMaria degli Angeli, è stata scelta da Pio XII quale protettrice dellatelevisione. Erede dello spirito francescano, si preoccupò didiffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento chesalvò il loro convento dai Saraceni.

Lunedì, 27 agosto 2007Santa Monica, madre di S. Agostino

Liturgia della Parola1Ts 1,2b-5.8b-10; Sal 149,1-6a.9b; Mt 23,13-22

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e fariseiipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perchécosì voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli chevogliono entrarci. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorreteil mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendetefiglio della Geenna il doppio di voi. Guai a voi, guide cieche, chedite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l’oro deltempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l’oro o iltempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: Se si giura per l’altarenon vale, ma se si giura per l’offerta che vi sta sopra, si restaobbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l’offerta o l’altare cherende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altaree per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per iltempio e per Colui che l’abita. E chi giura per il cielo, giura per iltrono di Dio e per Colui che vi è assiso».

…È MEDITATAGesù nel brano odierno prosegue l’invettiva controgli scribi e i farisei che non solo non mettono inpratica i precetti che insegnano ma arrivano adimpedire l’accesso al regno dei cieli a coloro che videsiderano entrare; essi cercano in tutti i modi didistogliere chi desidera spendere la propria vita conformandola al SignoreGesù. Sono così presi dal desiderio di possedere da far passare insecondo piano le cose più sacrosante come il tempio e l’altare. Essi nonhanno Dio come fine della loro esistenza ma il tornaconto personale cheli chiude a Dio e a coloro che desiderano incontrarlo. Gesù non ha pauradi denunciare la loro pessima condotta anche se questo suoatteggiamento attirerà sempre di più l’inimicizia e l’odio nei suoi confronti.

…È PREGATA

Signore Gesù, che non hai esitato a denunciare la condotta ipocrita degli scribi edei farisei, rendimi capace di denunciare, in me, tutti quegli atteggiamenti che sipongono in dissonanza con il Tuo Vangelo e non mi consentono di crescere nellafede che Tu mi hai donato; assistimi nei momenti di maggiore difficoltà affinchénon mi lasci mai sopraffare dalle forze del male. Amen.

…MI IMPEGNANon mi lascerò influenzare da coloro che non desiderano il mio bene evogliono impedire il mio cammino di vita cristiana giustificando sempreogni loro azione scorretta.

…UNA STORIA PER L’ANIMALO SPECCHIO di Bruno FerreroIn un pittoresco, stravagante, chiassoso bazar di una città orientale una ricca turistaamericana scovò una strana specchiera incastonata in una preziosa corniced'argento. Il prezzo di vendita richiesto era però troppo alto, esageratamente alto.Ma nel corso della lunghissima trattativa lo scaltro padrone del bazar, con faresegreto e misterioso, confidò alla cliente che quello specchio possedeva un poteremagico che produceva un incantesimo unico al mondo.Bastava specchiarsi e sfiorare leggermente con l'indice della mano destra la superficiedel vetro. Immediatamente, insieme con la persona riflessa, sullo specchio apparivauna scritta, comprensibile in ogni lingua, che rivelava la verità più profonda dellapersona rispecchiata.Era un'occasione unica e stupefacente di successo! Da non perdere assolutamente!Possedere uno specchio «che dice la verità su tutto e su tutti» era un affaroneeccezionale!L'americana non resistette alla tentazione e fece subito una prova: si vide riflessa allaperfezione nello specchio e, sfiorandolo con l'indice, vide apparire a pie di specchio,in un ottimo inglese americano, la scritta luminosa: «Ricca signora texana carica disoldi».Saldò immediatamente il conto senza discutere e si affrettò a ritirare lo specchioche, adeguatamente avvolto, protetto, imballato e assicurato, venne spedito in Texasper via aerea.Naturalmente, mediante quell'acquisto magico, la ricca ereditiera era certa diriuscire a conquistare il centro dell'attenzione della gente che conta nella sua città.Quello specchio diventò invece, per lei, fonte inesauribile di guai.Lo fece sperimentare a una delle sue migliori amiche. Sulle prime lo presero comeun gioco divertente. Si specchiarono in mezzo a risatine fatue e poco convinte, ma leparole dello specchio arrivarono inesorabili: «Ha rubato al supermercato labiancheria che indossa» sentenziò alla prima, «Ha undici anni in più di quello chedichiara» alla seconda, «È piena d'invidia e diffonde calunnie su voi tutte» alla terza.Le amiche imbarazzate si accomiatarono in fretta. Più tardi si specchiò, quasidistrattamente anche il marito della miliardaria e il verdetto fu: «Tradisce la moglie».Volarono parole terribili e furono convocati gli avvocati.Naturalmente la cosa si riseppe in tutta la città. In breve tempo più nessunofrequentò la ricca casa della miliardaria.Quel souvenir portentoso le fece il vuoto intorno. Delusa e pentita, l'ingenua e riccatexana un giorno, infuriata, spaccò lo specchio magico a martellate.E mentre lo specchio andava in frantumi apparve a grandi lettere, quasi come unsacrosanto testamento, la sua ultima scritta: «Anche tu, sciocca texana, anche tu...hai paura della verità?!».

La verità ci farà liberi. Ma si paga a caro prezzo.

XIX Domenica, 12 agosto 2007Santa Giovanna Francesca di Chantal, religiosaFondatrice dell’Ordine della Visitazione (Monache Visitand ine)

Liturgia della ParolaSap 18,3.6-9; Sal 32,1.12.18-22; Eb 11,1-2.8-19; Lc 12,32-48

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccologregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che noninvecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivanoe la tignola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là saràanche il vostro cuore. Siate pronti, con la cintura ai fianchi e lelucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padronequando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli;in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola epasserà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o primadell’alba, li troverà così, beati loro! Sappiate bene questo: se ilpadrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbescassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figliodell’uomo verrà nell’ora che non pensate». Allora Pietro disse:«Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». IlSignore rispose: «Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio,che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempodebito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando,troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti isuoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda avenire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, abere e a ubriacarsi, il padrone diquel servo arriverà nel giorno incui meno se l’aspetta e in un’orache non sa, e lo punirà conrigore assegnandogli il posto fragli infedeli. Il servo che,conoscendo la volontà delpadrone, non avrà disposto oagito secondo la sua volontà,riceverà molte percosse; quelloinvece che, non conoscendola,avrà fatto cose meritevoli dipercosse, ne riceverà poche. Achiunque fu dato molto, moltosarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

…È MEDITATAViviamo giorni difficili. Le cose diventano sempre più complicate. Ci sonopericoli ovunque: conflitti internazionali; difficoltà interne ad un paese;rapinatori all’angolo di ogni strada… Ogni settimana ci sono voci di nuoveguerre, nuovi conflitti, autobomba, violenze di ogni genere… Anche se nonsiamo direttamente coinvolti in tutto questo, ciascuno di noi è colpito. Tuttipaghiamo il prezzo di questa situazione. In mezzo a tutto ciò, rimane vivo illieto annunzio del Vangelo: «Non temere piccolo gregge, perché è piaciuto alPadre di darvi il Regno». Una promessa: è la sola cosa che abbiamo, nientealtro. È sufficiente per aiutarci a sopravvivere, a tener duro a renderciabbastanza motivati per continuare a credere tra tanta miseria umana? Talvoltain assemblee riunite, come oggi, Giorno del Signore, ci sono famiglie che non siamano, non si stringono la mano, dicono ai bambini di non giocare fra diloro…non si siedono accanto a qualcuno, non pregano gli uni per gli altri, nonsi scambiano un saluto di pace… «Non temere piccolo gregge, perché èpiaciuto al Padre di darvi in dono il Regno». Questa parola non è solo unapromessa ma è una realtà, è la speranza certa di un futuro migliore!!! Dio haacceso nei nostri cuori una grande luce: ci invita ad essere attenti e vigilanti, afare noi il primo passo perché le cose cambino, a trafficare i nostri talentiperché, invece di giudicare e condannare, possiamo offrire ciò che di meglioabbiamo per realizzare la pace, la concordia, l’armonia nel creato, l’unità nellefamiglie, nelle comunità. Il Signore, a coloro che resistono alle tentazioni, chesperano, che amano, che spendono la loro vita, dà la giusta ricompensa: «Vieniservo buono e fedele entra nella gioia del tuo Signore». Questa è la grazia piùbella, l’unica grazia di cui abbiamo bisogno: entrare nella Sua Gioia!!! perché,come dice S. Ignazio di Antiochia: Quando sarò giunto là, sarò veramenteuomo.

…È PREGATASignore, ti devo dire grazie per tutti i tuoi doni. Grazie per l’amore dei miei genitori edi tutte le persone che mi circondano. Grazie per i membri della mia comunità nellaquale sperimento la gioia di essere figlio di Dio e di esser raggiunto dal Tuo Amore.Grazie per la mia intelligenza, i miei sentimenti, per la voglia di conoscere amici e dicreare legami veri. Grazie per il Tuo perdono, per la Tua Parola, che anche in questadomenica ci viene donata insieme con il Pane della vita. Aiutami, o Gesù, a sfruttareal meglio i miei talenti per diventare ricco della Tua grande amicizia. Amen.

…MI IMPEGNA“A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto”. Siamo amici di Gesù,conosciamo le Sue proposte e le Sue attese. Sta a noi decidere comecomportarci. Quali talenti voglio mettere a servizio degli altri?

Martedì, 28 agosto 2007Sant’ Agostino, vescovo e dottore della Chiesa

Liturgia della Parola1Ts 2,1-8; Sal 138,1-6; Mt 23,23-26

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi efarisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’anètoe del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi dellalegge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cosebisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche,che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi,scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e delpiatto mentre all’interno sono pieni di rapina ed’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno delbicchiere, perché anche l’esterno diventi netto!»

…È MEDITATADenunciando il formalismofarisaico basato sull’osservanzascrupolosa delle prescrizionidella legge che non fanno altroche allontanare da Dio, Gesùrichiama l’attenzione sul valoredella testimonianza che le guidespirituali sono chiamati a rendere nel pieno adempimento dellagiustizia che garantisce un’equa valutazione delle opere compiute,della misericordia che ci spinge al perdono degli altri e dellafedeltà che ci spinge a proseguire lungo la via intrapresa. IlSignore Gesù ci spinge ad andare oltre l’adempimento scrupolosodi norme esteriori per concentrarci su ciò che è essenziale:l’amore nei confronti di Dio e dei fratelli.

…È PREGATA

Gesù misericordioso, che hai insegnato ad amare Dio e il prossimo,aiutaci ad andare oltre il formalismo che caratterizza molto spesso leazioni delle nostre giornate affinché possiamo renderTi testimonianzacon uno stile di vita autentico nel pieno rispetto di chi ci sta accanto.Amen.

…MI IMPEGNAEviterò di essere formale nelle azioni e nelle parole rivolte a chimi sta accanto per poter così lasciar trasparire la miaappartenenza al Signore.

Sant' AgostinoVescovo e dottore della Chiesa354 –28 agosto 430

Educato nella fede, ebbe unagiovinezza dissipata finché non lessel'Ortensio di Cicerone che lo riaccostòalla vita dello spirito. Fu attratto dalmanicheismo ma l'incontro conSant'Ambrogio, da cui fu battezzato,lo riportò alla fede. Tornato penitentein Africa dopo la morte della madre, fuordinato sacerdote e vescovo diIppona. Filosofo, teologo, mistico, oratore e sommo polemista(parte della sua vita fu dedicata alla lotta contro l'eresie), a lui sideve la prima sintesi tra Filosofia e Fede, che dimostra come siapossibile un perfetto accordo tra la città terrena e la cittàceleste. In un mondo come quello attuale, in cui la città terrenasembra essere in contrasto con quella celeste, il suo messaggio èancora un monito e una speranza per l'umanità.

Il suo libro le “Confessioni” è ancora oggi ricercato, ristampato,letto e meditato. “Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica etanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro dime e io ero fuori e là ti cercavo…. Ti ho gustato e ora ho fame esete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguirela tua pace”; così scrive Agostino Aurelio nelle “Confessioni”,perché la sua vita fu proprio così in due fasi: prima l’ansiainquieta di chi, cercando la strada, commette molti errori; poiimbroccata la via, sente il desiderio ardente di arrivare allameta per abbracciare l’amato.

Lunedì, 13 agosto 2007Santi Ponziano papa e Ippolito sacerdote, martiri

Liturgia della ParolaDt 10,12-22; Sal 147,12-15.19-20; Mt 17,21-26

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesùdisse ai suoi discepoli: “Il Figlio dell’uomo sta per esserconsegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzogiorno risorgerà”. Ed essi furono molto rattristati.Venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori dellatassa per il tempio e gli dissero: “Il vostro maestro non paga latassa per il tempio?”. Rispose: “Sì”.Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: “Che cosa tipare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e itributi? Dai propri figli o dagli altri?”. Rispose: “Dagli estranei”.E Gesù: “Quindi i figli sono esenti. Ma perché non siscandalizzino, va’ al mare, getta l’amo e il primo pesce cheviene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una monetad’argento. Prendila e consegnala a loro perme e per te”

…È MEDITATA

Alla breve informazione data da Gesù, sul Suo destino di «Figliodell’uomo» segue l’episodio evangelico, con il dialogo che ha perprotagonisti Gesù stesso e Pietro, sul problema della tassa da versareper il tempio. Gesù ha coscienza di essere Figlio di Dio; il Suorapporto particolare con il Padre lo distingue da ogni altro uomo,ponendolo in una condizione singolare. Con lui sono “i figli nellalibertà”, i discepoli, coloro che hanno accolto il Suo annuncio disalvezza e lo hanno seguito. Gesù si preoccupa però di nonscandalizzare. Diverso è scandalizzare gli arroganti, i presuntuosi(come sono considerati nel Vangelo gli scribi e i farisei, checomunque si scandalizzerebbero), dallo scandalizzare i piccoli, isemplici. La preoccupazione di Gesù diventa monito per ognuno dinoi, perché anche noi facciamo attenzione a non creare ostacoli eincomprensioni in quelle persone che, non per arroganza opresunzione, non sono in grado di comprendere certi nostriatteggiamenti, anche se corretti. Ripenso all’esortazione di Paolo allacomunità di Corinto: «Badate che questa vostra libertà non divengaoccasione di caduta per i deboli» (1 Cor 8,9).Sono attento nell’esercizio della mia libertà a chi è piccolo, debole?

…È PREGATA

Ancora una volta, Signore Gesù, Ti comporti diversamente da tanti«liberatori» che, in nome della libertà dai condizionamenti, non badano allepersone, ma solo a se stessi, ai propri progetti. Tu ti preoccupi che lepersone semplici, quelle che Ti cercano e Ti ascoltano, non trovino in Tealcun motivo d’inciampo, di ostacolo alla loro ricerca. Per questo rinuncianche a quella libertà che Ti appartiene in quanto Figlio di Dio. Insegnamia fare come Te: a rinunciare ai diritti della mia libertà quando potrebberocausare incomprensione e ostacoli. Amen.

…MI IMPEGNANel rivendicare i diritti della mia libertà farò attenzione a chi fa faticaa comprendere le mie scelte, i miei comportamenti.

…UNA STORIA PER L’ANIMAIL CONTOdi Bruno FerreroPreoccupato del senso della vita e dell'ultimo giorno, e soprattutto del GiudizioFinale a cui prima o poi certamente sarebbe andato incontro, un uomo fece unsogno.Dopo la morte, si avvicinò titubante alla grande porta della casa di Dio. Bussò e unangelo sorridente venne ad aprire. Lo fece accomodare nella sala d'aspetto delParadiso.L'ambiente era molto severo. Aveva il vago aspetto di un'aula di tribunale.L'uomo aspettava, sempre più intimorito.L'angelo tornò dopo un po' con un foglio in mano su cui, in alto, campeggiava laparola «conto». L'uomo lo prese e lesse:«Luce del sole e stormire delle fronde, neve e vento, volo degli uccelli e erba. Perl'aria che abbiamo respirato e lo sguardo alle stelle, le sere e le notti...».La lista era lunghissima.«...il sorriso dei bambini, gli occhi delle ragazze, l'acqua fresca, le mani e i piedi, ilrosso dei pomo-dori, le carezze, la sabbia delle spiagge, la prima parola del tuobambino, una merenda in riva ad un lago di montagna, il bacio di un nipotino, le ondedel mare...».Man mano che proseguiva nella lettura, era sempre più preoccupato.Quale sarebbe stato il totale? Come e con che cosa avrebbe mai potuto pagare tuttequelle cose che aveva avuto?Mentre leggeva con il batticuore, arrivò Dio.Gli battè una mano sulla spalla.«Ho offerto io» disse ridendo, «fino alla fine del mondo. È’ stato un vero piacere!».Dio conosce solo la parola «gratis».

Mercoledì, 29 agosto 2007Martirio di San Giovanni Battista

Liturgia della ParolaGer 1,17-19; Sal 70 ,1-4°.5-6b.15ab.17; Mc 6,17-29

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni elo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suofratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva aErode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello». Perquesto Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlouccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni,sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche senell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltavavolentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per ilsuo compleanno fece un banchetto per i grandi della suacorte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figliadella stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e aicommensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quelloche vuoi e io te lo darò». E le fece questo giuramento:«Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metàdel mio regno». La ragazza uscì e disse alla madre: «Checosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni ilBattista». Ed entrata di corsa dal re fece la richiestadicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa diGiovanni il Battista». Il re divenne triste; tuttavia, a motivodel giuramento e dei commensali, non volle opporle unrifiuto. Subito il re mandò una guardia con l’ordine che glifosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò inprigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazzae la ragazza ladiede a suamadre. Idiscepoli diGiovanni,saputa la cosa,vennero, nepresero ilcadavere e loposero in unsepolcro.

…È MEDITATASan GiovanniBattista suggellò la sua testimonianza a favore di Gesù con ladecapitazione: con la sua stessa morte egli ha completato la suamissione di precursore; egli che aveva preparato la strada alMessia gli rende la suprema testimonianza del sangue. Nel branodi Vangelo che la liturgia oggi ci propone Giovanni viene definitogiusto e santo: egli aveva annunciato la venuta del Messia, avevatrascorso la sua vita in penitenza e in preghiera, aveva sempreparlato con schiettezza. La giustizia e la santità che locaratterizzano lo spingono ancora una volta a denunciare lacondotta errata di Erode che convive illecitamente con la mogliedi suo fratello; è questa denuncia che provoca il rancore diErodiade nei confronti di Giovanni, un rancore che lo porterà alladecapitazione. San Giovanni Battista è il modello del cristiano cheè chiamato ad essere fedele al Signore e a denunciare tutto ciòche è contrario alla vita cristiana.

…È PREGATAO Signore Gesù, annunziato e preceduto dalla testimonianza diGiovanni Battista, donami la forza di testimoniare, giorno dopo giorno,la mia appartenenza a Te, non anteponendo nulla all’annuncio del TuoVangelo per edificare quanti incontrerò sul mio cammino. Amen.

…MI IMPEGNA

Mi impegnerò a testimoniare concretamente il mio esserecristiano dinanzi a coloro che non credono in Te e fanno di tuttoper allontanarmi da Te.

Martedì, 14 agosto 2007San Massimiliano M. Kolbe, sacerdote e martire

Liturgia della ParolaDt 31,1-8; Cant. Dt 32,1-4,7-9.12; Mt 18,1-5.10.12-14

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo:«Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesùchiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «Inverità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come ibambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunquediventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grandenel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questibambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi daldisprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che iloro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mioche è nei cieli. Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecoree ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove suimonti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce ditrovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che perle novantanove che non si erano smarrite. Così il Padrevostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo diquesti piccoli».

…È MEDITATAI discepolipongono unadomanda a Gesù:in rapporto alRegno di Dioquali personeall’interno dellacomunità devonoessere ritenute lepiù degne diconsiderazione e distima? Gesù risponde, indicando un bambino, che nella tradizionebiblica rappresenta colui che ha fiducia e si abbandona a Dio (cfr.Sal 131). Con questa risposta Gesù esorta i discepoli a farsipiccoli di fronte a Dio e agli uomini, cioè a rinunciare agliatteggiamenti di orgoglio ed esaltazione. Gesù poi si identifica inquesti piccoli che vivono nella comunità, per cui, accogliere unodi questi e accogliere Lui stesso. Raccomanda infine di nondisprezzare i piccoli all’interno della comunità, coloro cioè chesono deboli e fragili. Questi non vanno emarginati ed esclusi, anzi,vanno cercati e aiutati a camminare nuovamente sulla strada dellafedeltà. Gesù, con queste Sue parole, indica l’atteggiamento chemi fa grande davanti a Dio: non l’orgogliosa autosufficienza, ma laconsapevolezza della propria debolezza, dei propri limiti epeccati. Egli descrive, inoltre, quale deve essere il miocomportamento nei confronti delle piccoli della comunità in cuimi trovo (famiglia, gruppo, lavoro…): quelli che sbagliano, chesono fragili. Per loro non il disprezzo, la critica, ma il farsi attento,la vicinanza, la preghiera.Chiediamoci: che immagine ho di me stesso? so contare sulSignore o mi sento autosufficiente?E: come tratto le persone a me vicine, che sbagliano e fanno faticaa fare il bene?

…È PREGATAQuando ho la presunzione di bastare a me stesso, o Signore, quandomi sento forte delle mie capacità, mi chiudo a te, al dono del tuoamore; non so più amare il fratello che sbaglia, ha smarrito la strada,ma lo condanno e lo emargino: Ti chiedo di darmi la consapevolezzadella mia debolezza e povertà, perché possa apprezzare il Tuo dono epossa amare ancora di più chi sbaglia, è debole e fa fatica adaccogliere la Tua Parola. Amen.

…MI IMPEGNAEviterò nei confronti delle persone che mi sono vicine (familiari,amici, fratelli della comunità…) di comportarmi da «grande», dapresuntuoso che giudica severamente e disprezza.

Giovedì, 30 agosto 2007Beato Alfredo Ildefonso Schuster, cardinale arcivescovo di Milano

Liturgia della Parola1Ts 3,7-13; Sal 89,3-4.12-14.17; Mt 24,42-51

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate dunque, perchénon sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questoconsiderate: se il padrone di casa sapesse in qualeora della notte viene il ladro, veglierebbe e nonsi lascerebbe scassinare la casa. Perciò anchevoi state pronti, perché nell’ora che nonimmaginate, il Figlio dell’uomo verrà.Qual è dunque il servo fidato e prudenteche il padrone ha preposto ai suoidomestici con l’incarico di dar loro il ciboal tempo dovuto? Beato quel servo che il padrone al suo ritornotroverà ad agire così! In verità vi dico: gli affiderà l’amministrazionedi tutti i suoi beni. Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo:Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i suoicompagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà ilpadrone quando il servo non se l’aspetta e nell’ora che non sa, lopunirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano:e là sarà pianto e stridore di denti».

…È MEDITATAIl Vangelo di oggi ci invita a riflettere sul tema della vigilanza e della fedeltàal Signore; vigilare non significa vivere nella paura e nell’angoscianell’attesa della venuta del Signore ma essere sempre pronti a rispondereal Signore che ci chiama e che un giorno ci giudicherà in base alle operecompiute. Il Signore continua ad avere fiducia in noi e ci continua adaffidare l’amministrazione dei suoi beni; vivere ogni giorno nella coscienzadi essere amministratori dei beni dei quali Dio è il padrone deve spingercia rimanere fedeli agli impegni ricevuti sempre pronti a rendere contodella nostra amministrazione. Non si tratta di compiere operestraordinarie ma di adempiere ciò che la nostra condizione di vita cirichiede con dedizione e costanza.

…È PREGATAO Signore, concedimi di assumere un costante atteggiamento di vigilanza perpoterTi accogliere al Tuo arrivo; dammi la possibilità di amministrare i Tuoi beninon dimenticando che, un giorno, mi chiederai conto della mia amministrazione.Amen.

…MI IMPEGNAVivrò questo giorno nella consapevolezza che ciò di cui dispongo nonappartiene a me ma mi è stato affidato affinché io possa farlo fruttificareper il bene mio e degli altri.

…UNA STORIA PER L ’ANIMADUE CAVALIERI di Bruno FerreroC’erano una volta due arditi e coraggiosi cavalieri. Avevano affrontato battaglie,avventure rischiose e messo a repentaglio la vita al soldo di molti signori.Una sera, uno dei due, guardando il sole che tramontava, disse: «Mi resta un'ultimaimpresa».«Che cosa?».«Voglio salire sulla montagna dove abita Dio».«Perché?».«Voglio sapere perché ci carica di pesi e fardelli gravosi per tutta la vita e continua apretendere sempre di più, invece di alleggerire il nostro carico, ogni tanto almeno»disse amaro il primo cavaliere.«Verrò con te. Ma io penso che Dio sappia quello che fa» concluse l'altro.Il viaggio fu lungo e faticoso. Giunsero al monte di Dio. Salivano in silenzio, accantoai cavalli perché il sentiero era ripido e tormentato. Già si intravedeva la sommitàdella montagna nella nebbia, quando una voce tuonò dall'alto: «Prendete con voitutte le pietre che trovate sul sentiero!».«Lo vedi?» protestò il primo cavaliere. «È sempre la stessa storia! Dopo tutta questafatica, Dio ci vuole oberare ancora. Io non ci sto più al suo gioco!». E tornò indietro.L'altro cavaliere invece fece quello che la voce aveva ordinato.Ci mise molto tempo e l'erta fu penosa. Ma quando il primo raggio di sole del giornole sfiorò, le pietre ammassate sul cavallo e sulle braccia escoriate i del pio cavalierebrillarono di luce limpidissima.Si erano trasformate in splendidi diamanti di inestimabile valore.

Signore, faccio più domande di quante ne fai tu. Credo che il rapporto sia di dieci a uno.Io chiedo:Perché permetti la sofferenza?Per quanto tempo posso sopportarla?Che scopo ha?Hai dimenticato di essere misericordioso?Ti ho stancato?Ti ho offeso?Mi hai rigettato?Dove ho perso la tua guida?Quando mi sono smarrito?Vedi la mia totale disperazione?

Tu mi chiedi: Hai fiducia in me?

Mercoledì, 15 agosto 2007ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA – Solennità

Liturgia della ParolaAp 11,19; 12,1-6.10; Sal 44,10-12.15b-16; 1Cor 15,20-26; Lc 1,39-56

LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunsein fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutòElisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, ilbambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santoed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto ilfrutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signorevenga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai mieiorecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beatacolei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spiritoesulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della suaserva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: digenerazione in generazione la sua misericordia si stende su quelliche lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso isuperbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni,ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, harimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo,ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostripadri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre». Maria rimasecon lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

…È MEDITATANel cuore dell’estate la Liturgia ci fa celebrare l’Assunzione della Beata VergineMaria. Dio sceglie Maria come Madre terrena per il Suo Figlio; la scegliequando è ancora molto giovane e Le affida Gesù, il Cristo, cioè il Messia. Mariasi impegna e accetta… Dio confida in Lei, ed Essa confida in Dio. Maria èmodello per tanti, giovani e adulti, che intendono portare avanti un ideale, unavita impegnata, ricca di progetti, di speranze e di ottimismo. La generositàgiovanile di Maria, Madre di Gesù, stimola i giovani alla gratuità, alladisponibilità, alla fiducia, a impegnarsi per i loro fratelli con il cuore aperto aCristo che non si stanca di bussare alla porta, per realizzare grandi cose. Mariaci apre un nuovo cammino da percorrere, a partire dalla realtà concreta in cuiogni giorno ci troviamo a vivere. Imitare Maria, non significa compiere operestraordinarie. In Lei c’è una donna della nostra stessa natura. Lei ha vissuto lavita comune di una giovane donna, all’interno di una comune famiglia, con lecomuni abitudini proprie degli israeliti del suo tempo. Non è sensato separarladalla nostra comune esperienza umana, con i suoi limiti e desideri. Ella ha glistessi sogni dei giovani; è fidanzata e guarda al futuro di una vita familiaresemplice…ma attende, come tutti gli israeliti, il compimento della promessadel Signore: l’arrivo del Messia. Dio interviene nella sua vita e determina il suofuturo rendendola, per la sua disponibilità, Madre di Suo Figlio… Qui inizia lanuova Era. Maria, donna credente, risponde con generosità alla chiamata diDio... Con il suo Sì, dimostra la Sua fede, la Sua fiducia, la disponibilità el’impegno a lasciare a Dio la realizzazione del suo sogno. Il nostro amore allaMadonna per essere vero e profondo, deve partire dal cuore e manifestarsiattraverso l’affidamento a Lei con preghiere semplici, con i sentimenti delcuore, con la recita del S. Rosario. Abbiamo bisogno di aiuto, diincoraggiamento: Lei che è davanti a Dio può ottenerci dal Figlio quello chechiediamo. Lei, la più tenera fra le madri, ci aiuta con il Suo esempio a viverenella fede, nella preghiera, nella bontà, nella generosità di cuore,nell’accoglienza del progetto di Dio…per poter anche noi cantare il Magnificatcon la vita...per sempre.

…È PREGATALITANIE DELL’ASSUNTA

Rit. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noiTu che hai detto «sì» all’angelo. Rit.Tu che hai accolto Cristo nella fede. Rit.Tu che sei stata sollecita nel visitare Elisabetta. Rit.Tu che hai esultato in Dio salvatore. Rit.Tu che hai creduto nella misericordia di Dio. Rit.Tu che hai generato il Figlio di Dio. Rit.Tu che hai accolto i pastori a Betlemme. Rit.Tu che hai mostrato Gesù ai Magi. Rit.Tu che hai presentato Gesù al tempio. Rit.Tu che hai chiesto il miracolo a Cana. Rit.Tu che hai seguito il tuo Figlio fino alla croce. Rit.Tu che hai accolto Giovanni come figlio. Rit.Tu che hai sperato al di là di ogni speranza umana. Rit.Tu che hai perseverato con gli apostoli in preghiera. Rit.Tu che hai implorato il dono dello Spirito. Rit.Tu che hai collaborato all’opera della salvezza. Rit.Tu che intercedi continuamente in nostro favore. Rit.Tu che sei nostra madre e regina. Rit.

…MI IMPEGNAMaria ci insegna a vivere guardando a Dio. In questo giorno di riposo e didivertimento loderò il Signore per tutte le meraviglie che ha compiutonella mia vita.

Venerdì, 31 agosto 2007Sant’Aristide

Liturgia della Parola1Ts 4,1-8; Sal 96,1-2.5-6.10-12; Mt 25,1-13

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:«Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le lorolampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse eranostolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma nonpresero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade,presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposotardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte silevò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tuttequelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Ele stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché lenostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, chenon abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto daivenditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano percomprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronteentrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardiarrivarono anche lealtre vergini eincominciarono a dire:Signore, signore, aprici!Ma egli rispose: Inverità vi dico: non viconosco. Vegliatedunque, perché nonsapete né il giorno nél’ora».

…È MEDITATA

Attraverso il racconto diquesta parabola Gesùrichiama alla nostra attenzione il tema della vigilanza; egli insisteancora una volta sull’importanza di rimanere desti e di farsitrovare pronti per l’incontro con lo Sposo. Il Signore Gesù siidentifica con lo Sposo del quale non si conosce il momento diarrivo e che, quindi, deve essere sempre atteso perchè potrebbearrivare da un momento all’altro. Tra coloro che attendono loSposo vi sono alcuni saggi che prevedono la mancanza di olio eprovvedono in tempo, altri, invece, che non se ne curano affatto.L’olio che alimenta la fiamma della lampada rappresenta l’alimentospirituale della nostra fede che venendo meno può farci arrivarein ritardo all’incontro con lo Sposo e ci può far correre il rischiodi rimanere esclusi dal banchetto nuziale. Come alimentare,quindi, la nostra fede in modo da farci trovare pronti all’arrivodello Sposo? Attraverso l’ascolto della parola di Dio che ci devespingere non soltanto a meditarla ma anche a metterla in praticaper la crescita nel nostro cammino di fede.

…È PREGATA

Signore Dio, aiutami ad accrescere il dono della fede che viene da Te eche deve vedermi impegnato in prima persona, per non correre ilrischio di rimanere escluso dal banchetto che Tu imbandisci per i Tuoiservi fedeli che sanno attenderti; infondi in me la virtù della prudenzaaffinché possa sempre essere pronto per l’incontro con Te. Amen.

…MI IMPEGNACercherò di accrescere sempre di più il dono della fedeprestando un maggiore ascolto alla Parola del Signore, lampadaluminosa che rischiara le tenebre del peccato.

…UNA STORIA PER L’ANIMAL’IMPORTANTE di Bruno Ferrero

Papa, quanto ti pagano per un'ora di lavoro?». «40 euro».«Eccoti 40 euro. Compro un'ora del tuo tempo. Per me».

«L'avevo invitata al ristorante e a teatro. Ero in ritardo e ho urtato con violenza unmarciapiede. Più avanti l'ho vista che mi attendeva già. Quando sono sceso dalla macchina,mi sono affrettato a controllare i danni subiti dal mio pneumatico, ma questo non avevaniente. Quando, sorridente, mi sono girato verso di lei si è voltata, corrucciata, è diventatacome un pezzo di ghiaccio e io... un idiota. Per tutta la serata mi ha fatto notare chesicuramente il mio pneumatico era più interessante e importante di lei...».