L'ISTITUTO DEL TRUST -...

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26 ABRUZZOMAGAZINE NOVEMBRE/DICEMBRE 2012 PASSIONE FINANZA PASSIONE FINANZA NOVEMBRE/DICEMBRE 2012 ABRUZZOMAGAZINE 27 avvocato Gerardo Marsicano spiazza un po' la platea, intro- ducendo i lavori, e dedica le prime battute ed un applauso al professor Maurizio Lupoi, che del trust in Italia è un po' la balia, il precursore. Anzi il vessillifero. Perché, come dei moderni Templari, Lupoi, Marsicano, il (nostro) notaio De Matteis e non molti altri hanno dovuto abbandonare alcuni confortevo- li agi mentali e culturali («certe categorie del diritto romano germanico» dice un po' a muso storto Marsicano) per iniziare la missione della conoscenza di quest'istituto, e delle sue crescenti potenzialità applicative per un tipo di ”utenza” non sempre associata ai discorsi sul trust, e cioè quella generalizzata, non solo ricconi o portatori di enormi patrimoni. Marsicano - “templare del trust” - ricorda di sé di aver voluto lasciare la pro- fessione forense tradizionale 16 anni fa apposta per dedicarsi al mondo delle imprese, facendo della consulenza, e del Corporate in particolare, il suo campo di lavoro. La citazione dei Templari non è casuale, perché sempre Marsicano rivela che l'origine dell'istituto risale proprio al tempo dei crociati che, partendo per un destino per nulla scontato, avevano la necessità di affidare i propri beni con la certezza di rientrarne in pieno pos- sesso al ritorno, ovvero di disporne con precise anticipate indicazioni in caso di morte o mancato L' Trust con Marsicano e Banca Fideuram Studio Marsicano Corporate, Banca Fideuram e Abruzzo Magazine hanno radunato i massimi esperti per fare il punto su un istituto ancora ostaggio di equivoci e diffidenza di Maurizio O. Delfino e Donato Parete rientro dalle missioni. Dunque un istituto giu- ridico di matrice anglosassone che, grazie alla ratifica di due Convenzioni dell'Aia, dal 1992 è uno strumento a disposizione del e nel nostro or- dinamento senza se e senza ma. Ma allora perché tanti dubbi, tante incertezze, qualcuno (Gazzoni, punta di diamante del diritto civile italiano) che continua a negarne la piena legittimità? Perché ancora e sempre l'ombra dell'ambiguo “escamo- tage” per raggirare fondamentalmente le norme sulla garanzia patrimoniale? ”Il trust non si può intuire ma va studiato approfonditamente” dice Lupoi in una bella riflessione del 2010 citata da Marsicano. E l'avvocato romano nel disegnare la cornice del problema e le innumerevoli sfu- mature offerte dall'intensa esperienza pratica in tutto il mondo, non ha paura di dire la sua: «Il problema è che molti professionisti e giudici in Italia non lo conoscono». De Matteis («uno dei migliori tecnici e conoscitori dell'istituto», dice più volte Marsicano mentre il notaio teatino schermisce i complimenti) conferma l'assunto con tanti esempi, a partire da una sentenza del Tribunale di Velletri, potremmo dire (giornali- sticamente) talmente sbagliata da aiutare a ca- pire di più di cosa si sta parlando. Per rispettare Lupoi allora cerchiamo di comprendere: con il trust è possibile separare (segregare si dice nel caso specifico) un complesso di beni (di qualun- que tipo) in vista (con il vincolo quindi) di un certo scopo e nell'interesse di qualcuno. Questa segregazione (separazione di beni vincolata ad uno scopo) crea una sorta di corazza che impe- disce le azioni contro questi beni o quelle per farli rientrare nel patrimonio di partenza. Si può agire pressocché solo per sostituire questa sorta di nuovo proprietario/gestore (il trustee) se non agisce in coerenza con lo scopo. Di solito ci sono infatti tre soggetti, uno che decide di questi beni, uno che li amministra con facoltà e poteri del tutto analoghi a un proprietario e uno che ne beneficia prima o poi in qualche modo. Ma po- trebbero essere solo due oppure addirittura uno (che decide di vincolare determinati beni ad un qualche scopo al cui fine lui stesso si impegna), salvi i problemi applicativi sollevati per lo più dalle autorità fiscali e tributarie. Questo atto di destinazione può essere sottoposto alla giurisdi- zione e quindi legislazione di uno qualunque dei GIOVANNI DE MATTEIS, NOTAIO IN CHIETI ANTONIO GRISAFFI, PRIVATE BANCA FIDEURAM LORENZO DEL FEDERICO, DOCENTE DI DIRITTO TRIBUTARIO GERARDO MARSICANO, STUDIO MARSICANO CORPORATE L'Ordine dei commercialisti di Pescara (con il presidente uscente Tracanna e il neopresidente Domenico Di Michele, in rappresentanza della Fondazione dell'Ordi- ne) ha promosso l'affollatissimo convegno, in collaborazione con lo Studio Marsicano Corporate dell'avvocato d'affari romano Gerardo Marsicano, molto presente in Abruzzo, con Banca Fideuram e con Abruz- zo Magazine. Il video integrale dei lavori è su www.studiomarsicanocorporate.com Quasi 250 persone hanno gremito l'auditorium Petruzzi a Pescara l'8 novembre scorso: “Il trust, grande istituto di libertà o ambiguo escamotage?Il trust è nato in Inghilterra al tempo delle crociate per permettere ai crociati, che lasciavano le loro proprietà terriere per recarsi in Terra Santa, di nominare un fiduciario che gestisse i beni e che svolgesse il ruolo di esecutore testamentario in caso di morte in guerra. Dal primo gennaio del 1992 è in vigore nel nostro Paese la legge sedici ottobre 1989, numero trecentosessantaquattro, dal titolo “Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla legge applica- bile ai trust e sul loro riconoscimento”, adottata a L’Aja il primo luglio del 1985. L'avvocato Gerardo Marsicano ha presentato il trust istituito nel Regno Unito. La sua struttura dedicata ai trust, Studio Marsicano Corporate, ha sedi a Roma e a Londra, nella City in prossimità dei grat- tacieli di Canary Wharf, tra studi blasonati e brand di finanza internazionale. L'ISTITUTO DEL TRUST Paolo Tracanna, presidente uscente commercialisti Pe Giuseppe Magliulo, capoarea Banca Fideuram

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Page 1: L'ISTITUTO DEL TRUST - studiomarsicanocorporate.comstudiomarsicanocorporate.com/wp-content/uploads/26.pdf · Magazine hanno radunato i massimi esperti per fare il ... L'Ordine dei

26 ABRUZZOMAGAZINE NOVEMBRE/DICEMBRE 2012

PASSIONE FINANZA PASSIONE FINANZA

NOVEMBRE/DICEMBRE 2012 ABRUZZOMAGAZINE 27

avvocato Gerardo Marsicano spiazza un po' la platea, intro-ducendo i lavori, e dedica le prime battute ed un applauso al professor Maurizio Lupoi, che del trust in Italia è un po'

la balia, il precursore. Anzi il vessillifero. Perché, come dei moderni Templari, Lupoi, Marsicano, il (nostro) notaio De Matteis e non molti altri hanno dovuto abbandonare alcuni confortevo-li agi mentali e culturali («certe categorie del diritto romano germanico» dice un po' a muso storto Marsicano) per iniziare la missione della conoscenza di quest'istituto, e delle sue crescenti potenzialità applicative per un tipo di ”utenza” non sempre associata ai discorsi sul trust, e cioè quella generalizzata, non solo ricconi o portatori di enormi patrimoni. Marsicano - “templare del trust” - ricorda di sé di aver voluto lasciare la pro-fessione forense tradizionale 16 anni fa apposta per dedicarsi al mondo delle imprese, facendo della consulenza, e del Corporate in particolare, il suo campo di lavoro. La citazione dei Templari non è casuale, perché sempre Marsicano rivela che l'origine dell'istituto risale proprio al tempo dei crociati che, partendo per un destino per nulla scontato, avevano la necessità di affidare i propri beni con la certezza di rientrarne in pieno pos-sesso al ritorno, ovvero di disporne con precise anticipate indicazioni in caso di morte o mancato

L' Trust con Marsicano e Banca FideuramStudio Marsicano Corporate, Banca Fideuram e AbruzzoMagazine hanno radunato i massimi esperti per fare ilpunto su un istituto ancora ostaggio di equivoci e diffidenza

di Maurizio O. Delfino e Donato Parete

rientro dalle missioni. Dunque un istituto giu-ridico di matrice anglosassone che, grazie alla ratifica di due Convenzioni dell'Aia, dal 1992 è uno strumento a disposizione del e nel nostro or-dinamento senza se e senza ma. Ma allora perché tanti dubbi, tante incertezze, qualcuno (Gazzoni, punta di diamante del diritto civile italiano) che continua a negarne la piena legittimità? Perché ancora e sempre l'ombra dell'ambiguo “escamo-tage” per raggirare fondamentalmente le norme sulla garanzia patrimoniale? ”Il trust non si può intuire ma va studiato approfonditamente” dice

Lupoi in una bella riflessione del 2010 citata da Marsicano. E l'avvocato romano nel disegnare la cornice del problema e le innumerevoli sfu-mature offerte dall'intensa esperienza pratica in tutto il mondo, non ha paura di dire la sua: «Il problema è che molti professionisti e giudici in Italia non lo conoscono». De Matteis («uno dei migliori tecnici e conoscitori dell'istituto», dice più volte Marsicano mentre il notaio teatino schermisce i complimenti) conferma l'assunto con tanti esempi, a partire da una sentenza del Tribunale di Velletri, potremmo dire (giornali-sticamente) talmente sbagliata da aiutare a ca-pire di più di cosa si sta parlando. Per rispettare Lupoi allora cerchiamo di comprendere: con il trust è possibile separare (segregare si dice nel caso specifico) un complesso di beni (di qualun-que tipo) in vista (con il vincolo quindi) di un certo scopo e nell'interesse di qualcuno. Questa segregazione (separazione di beni vincolata ad uno scopo) crea una sorta di corazza che impe-disce le azioni contro questi beni o quelle per farli rientrare nel patrimonio di partenza. Si può agire pressocché solo per sostituire questa sorta di nuovo proprietario/gestore (il trustee) se non agisce in coerenza con lo scopo. Di solito ci sono infatti tre soggetti, uno che decide di questi beni, uno che li amministra con facoltà e poteri del tutto analoghi a un proprietario e uno che ne beneficia prima o poi in qualche modo. Ma po-trebbero essere solo due oppure addirittura uno (che decide di vincolare determinati beni ad un qualche scopo al cui fine lui stesso si impegna), salvi i problemi applicativi sollevati per lo più dalle autorità fiscali e tributarie. Questo atto di destinazione può essere sottoposto alla giurisdi-zione e quindi legislazione di uno qualunque dei

GIOVANNI DE MATTEIS,NOTAIO IN CHIETI

ANTONIO GRISAFFI,PRIVATE BANCA FIDEURAM

LORENZO DEL FEDERICO,DOCENTE DI DIRITTO TRIBUTARIO

GERARDO MARSICANO,STUDIO MARSICANO CORPORATE

L'Ordine dei commercialisti di Pescara (con il presidente uscente Tracanna e il neopresidente Domenico Di Michele, in

rappresentanza della Fondazione dell'Ordi-ne) ha promosso l'affollatissimo convegno, in collaborazione con lo Studio Marsicano

Corporate dell'avvocato d'affari romano Gerardo Marsicano, molto presente in

Abruzzo, con Banca Fideuram e con Abruz-zo Magazine. Il video integrale dei lavori è

su www.studiomarsicanocorporate.com

Quasi 250 persone hanno gremito l'auditorium Petruzzi a Pescara l'8 novembre scorso: “Il trust, grande istituto di libertà o ambiguo escamotage?”

Il trust è nato in Inghilterra al tempo delle crociate per permettere ai crociati, che lasciavano le loro proprietà terriere per recarsi in Terra Santa, di nominare un fiduciario che gestisse i beni e che svolgesse il ruolo di esecutore testamentarioin caso di morte in guerra.

Dal primo gennaio del 1992 è in vigore nel nostro Paese la legge sedici ottobre 1989, numerotrecentosessantaquattro, dal titolo “Ratifica edesecuzione della convenzione sulla legge applica-bile ai trust e sul loro riconoscimento”, adottata a L’Aja il primo luglio del 1985.

L'avvocato Gerardo Marsicano ha presentato il trust istituito nel Regno Unito. La sua struttura dedicata ai trust, Studio Marsicano Corporate, ha sedi a Roma e a Londra, nella City in prossimità dei grat-tacieli di Canary Wharf, tra studi blasonati e brand di finanza internazionale.

L'ISTITUTO DEL TRUST

Paolo Tracanna,presidente uscentecommercialisti Pe

Giuseppe Magliulo,capoareaBanca Fideuram

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28 ABRUZZOMAGAZINE NOVEMBRE/DICEMBRE 2012

PASSIONE FINANZA

Maurizio Delfino, pescarese, legale ban-

cario in Veneto Banca presso la sede di

Montebelluna, è l'editorialista di Abruzzo

Magazine che ha curato la cronaca del

convegno, insieme al direttore Donato

Parete. Primo evento pub-

blico del nostro giornale

nei sette anni di nuova

edizione, visto il succes-

so ne seguiranno altri, su

temi di finanza per-

sonale e d'impresa

L'EVENTO DEL GIORNALEpaesi che hanno ratificato la Convenzione (e fra questi «non ci sono i paesi offshore», ci tiene a sottolineare Marsicano).«Non occorre che lo scopo risponda a requisi-ti di liceità e meritevolezza» - spiega il notaio De Matteis sulla trama della sbrigativa sentenza laziale - «perché questi valgono per la verifica di un contratto atipico italiano, mentre il trust è un contratto tipico di ordinamento straniero. Se quindi è vero che le eccezioni al principio dell'u-nicità del patrimonio (il principio generale del diritto civile secondo cui ciascuno risponde con il proprio intero patrimonio) devono essere sta-bilite solo dalla legge, qui una legge, recependo una Convenzione internazionale, ha introdotto una di queste eccezioni». Salvi solo ovviamente i limiti delle norme imperative, ordine pubbli-

co e buon costume. Insomma un emblematico esempio di «filosofia giuridica premiale di diritto comune equitativo inglese» insiste il notaio, per spiegare come e quanto il trust possa rispondere meglio e di più ad esigenze di solito sottese a istituti interni più noti come il fondo patrimo-niale (che può essere solo vincolo patrimoniale su beni registrati in presenza di matrimonio, etc.) oppure l'atto di destinazione o i patti di famiglia. E per spiegare anche un aspetto essenziale, psi-cologico e culturale, per cui oltre che i tecnici poco attenti anche i potenziali interessati talvolta si irrigidiscono di fronte alla circostanza che il bene conferito in trust esce dalla propria sfera soggettiva, di controllo e decisione e passa nelle mani di un altro. Che deve gestire (e ne risponde se fa male) con pieni poteri nel rispetto del pro-gramma, della finalità stabilita. Il trust è una cosa seria, altro che escamotage. «Non esiste richiesta di annullamento nel Regno Unito che sia stata ac-colta dal Tribunale dell'Equity», aveva ricordato all'inizio Marsicano, dando anche conto di alcu-ne interessanti peculiarità del sistema giuridico e giurisdizionale inglese (ed esprimendo la sua schietta e motivata preferenza per i trust costruiti direttamente e interamente in Inghilterra).Si comincia a capire di più lo sforzo culturale a cui si riferiscono continuamente i relatori, l'incompatibilità del trust con uno schema, uno qualunque, ad essere schematizzato. Antonio Grisaffi di Fideuram conferma l'assunto rife-rendo dell'esperienza che «molti si ritraggono dopo aver approcciato l'ipotesi». E i numeri e la storia di Fideuram sono un test di non poco conto in Italia, considerando l'offerta precisa e ampia di intervento appunto nel campo dei servizi fiduciari, che vengono dettagliatamente spiegati da Grisaffi e prima di lui da Giuseppe Magliulo nei saluti dei promotori del convegno. Per esempio il delicato tema dei passaggi gene-razionali (nota dolente e cruciale negli studi sul nostro sistema produttivo), della separazione dei patrimoni nella gestione di imprese e professioni, della garanzia di riservatezza quando questa è funzionale a progetti finanziari o industriali, ec-cetera, per non parlare delle tante comunissime situazioni, a cui fa cenno il notaio De Matteis mostrando forse la vera faccia del trust, la sua duttilità a rispondere ad aspettative spesso in-castrate fra loro, come in tema di convivenza, figli da relazioni con diversa natura giuridica, sostentamento non diversamente garantito dagli schemi tipici (e forse un po' vecchiotti?) del no-stro sistema giuridico tradizionale. Insomma è sbagliato continuare ad associare il trust solo alle

vicende finali della vita di un impresa, che sono quelle più esposte all'equivoco del trucco o della furbata, nonché quelle più bersagliate da prov-vedimenti talvolta un po' ottusi o pregiudiziali, di cui Gerardo Marsicano ha voluto dar conto, anche per ricordare - all'opposto - la potenzialità dello strumento, se ben usato, proprio ed anche su questo piano. L'atmosfera anglosassone pervade la sala e il tavolo dei relatori... Si torna però in Italia con il professor Lorenzo Del Federico, che pur con pacatezza e ordine anglosassone (nonché personale fisionomia, per la verità) racconta e spiega la bizzarria delle norme tributarie capaci di rendere ente o soggetto ciò che è un negozio, ma solo in parte.«Le imposte di registro e catastali lo odiano, quelle reddituali lo proteggono», sintetizza il docente e avvocato, che illustra anomalie, preoc-cupazioni, prassi e assetto delle regole tributarie in tema di trust. Rivelando che almeno per il fisco il trust è presente e noto con il suo nome (art. 73 del Tuir), salvo quelle dicotomie accennate (soggetto Ires per dividendi, profitti e rendite, ma poi la più aspra applicazione di imposte ipo-tecarie e catastali anche nella modalità e tempi di applicazione, tutte anticipate), e lanciando la provocazione della sua attenta (e sollecita) con-siderazione prima che nuove imposte mordano ancora patrimonio e transazioni (posto che sem-bra ancora solo questa la via per far quadrare i conti, ma questa è un'annotazione nostra). D'altra parte il presidente dei commercialisti di Pescara Paolo Tracanna, un po' padrone di casa, con lo Studio Marsicano, Banca Fideuram e Abruzzo Magazine, era stato esplicito nel domandare a nome della categoria schiettezza e spiegazioni. In buona parte è stato accontentato. Per il resto, siccome il trust “non si può intuire ma va studiato approfonditamente”, noi ci torneremo.

Gerardo Marsicano. Studio legale a Roma,Verona, Bolzano e Francoforte. La strutturaStudio Marsicano Corporate, uffici a Londra e a Roma, si occupa di trust e risanamenti finanziari, info su www.studiomarsicanocorporate.com