LINGUAGGIO E MEDIA

Linguaggio e media

LE PAROLE CHE USIAMO

RAPPRESENTANO QUELLO CHE PENSIAMOE CIO’ CHE SENTIAMO

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UNA DONNA RIFERENDOSI A LEISOLO PER LA SUA

BELLEZZA CANCELLA IL RESTO

DELLE QUALITÀ CHE POSSIEDE

(COMPETENZE –PROFESSIONALITÀ –

AMBIZIONE –PREPARAZIONE)

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ATTRAVERSOLA SCELTA DELLE

PAROLENOI ESPRIMIAMO

LA NOSTRA VISIONE DEL MONDO, IL NOSTRO PUNTO DI

VISTALinguaggio e media

I NOSTRI PENSIERI SONO FATTI DI PAROLE, SENZA PAROLE NON ESISTE PENSIERO ARTICOLATO, COMPLESSO, EVOLUTOLinguaggio e

media

SIAMO IN GRADO DI PENSARE SOLO CIO’ CHE SAPPIAMO DIREI

L’UNIVERSO LINGUISTICO ORGANIZZATO INTORNO ALL’UOMO

COMPORTA LA CANCELLAZIONE DEL RUOLO DELLADONNA A LIVELLO LINGUISTICO,BIOLOGICO, SOCIALE

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CIO’ CHE NON SI NOMINANON ESISTE

Linguaggio e media SENZA LA PAROLA

LA NOSTRA MENTE FATICA A COSTRUIRSI UN’IDEA

LA GRAMMATICA ITALIANA NON E’ SESSISTA

BASTA APPLICARE LE REGOLE GIA’ ESISTENTI E SCEGLERE LE PAROLE PER UN USO RISPETTOSO DELLA LINGUA

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I NOMI CHE TERMINANO IN –O HANNO IN FEMMINILE IN –A

AVVOCATO AVVOCATADEPUTATO DEPUTATAMINISTRO MINISTRASINDACO SINDACAMEDICO MEDICANOTAIO NOTAIA

NEI NOMI CHE TERMINANO IN –E –ENTEIL GENERE E’ DETERMINATO DALL’ARTICOLO

IL PRESIDE LA PRESIDEIL PRESIDENTE LA PRESIDENTEIL VIGILE LA VIGILE

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CASI CHE TERMINANO IN –A

INGEGNERE INGEGNIERAINFERMIERE INFERMIERAASSESSORE ASSESSORA

I NOMI CHE TERMINANO IN – TOREHANNO IL FEMMINILE IN –TRICE

ATTORE ATTRICEDIRETTORE DIRETTRICEPITTORE PITTRICE

CASI MASCHILI IN –A GENERE DETERMINATO DALL’ARTICOLO

L’(O) ASTRONAUTA (gli astronauti) L’(A) ASTRONAUTA (le astronaute)L’(O) ATLETA) (gli atleti L’(A) ATLETA (le atlete)IL POETA (i poeti) LA POETA (le poete)

SUONA MALE?

ARCHITETTA PROTETTAPREFETTA PERFETTAMINISTRA MAESTRASINDACA MONACAASSESSORA SUORAAVVOCATA DISOCCUPATAINGEGNERA INFERMIERADIRETTRICE ADESCATRICENOTAIA OPERAIA

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SCELTA DI PAROLE NON DISCRIMINANTI

UOMO = ESSERE UMANO

PERSONA

CITTADINI

CITTADINI E CITTADINEO LA POPOLAZIONE

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DAL NON DETTO ALL’INESISTENTEIL PASSO E’ BREVE

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DECLINARE LE PAROLE AL FEMMINILE

E’ IL PRIMO PASSO VERSOIL RICONOSCIMENTO

DELL’IDENTITA’DELLA DONNA

IL MASCHILISMO NEI PROVERBI

Donna al volante pericolo costante

Chi dice donna dice dannoLinguaggio e media

NARRAZIONE RIDUTTIVA PER PER DEFINIRE E RACCONTARE

LE DONNE

DEBOLI POSSESSIVEFRAGILI GELOSE

SENTIMENTALI INGENUE GALLINELLE– ANGELI

DEL FOCOLARE

INSULTI LEGATI AL SESSO, ALL’ASPETTO FISICO O IMMAGINI

STEREOTIPATE

……………………………

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MA DAI, FATTELA UNA RISATA NO?

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NO. NON C’E’ NIENTE DA RIDERE

E’ UNA QUESTIONE DI RISPETTO E DIGNITA’

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ERA UNA BELLA EMILIANA

SIMPATICA E PROSPEROSA ….

GRANDE IN CUCINA E GRANDE

A LETTO

STAFFETTA PARTIGIANA

PRIMA PRESIDENTE DELLA CAMERA DONNA DELLA STORIA PARLAMENTARE ITALIANA

MADRE COSTITUENTE

LA ONOREVOLE NILDE IOTTI

LA PRESIDENTE NILDE IOTTI

NARRAZIONE TOSSICA

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Definizione Wu Ming«Per diventare “narrazione

tossica”, una storia deve essere raccontata sempre dallo stesso punto di vista, nello stesso modo e con le

stesse parole, omettendo sempre gli stessi dettagli,

rimuovendo gli stessi elementi di contesto e complessità»

LA VIOLENZA SULLE DONNE CONTINUA A ESSERE RAPPRESENTATA E NARRATA SUI MEDIA CON STEREOTIPI

E PREGIUDIZI PERCHÉ I CONDIZIONAMENTI CULTURALI DISTORCONO LA LETTURA DEL

FENOMENO E NEI CASI PEGGIORI, SCONFINANO IN CIALTRONERIA O

SFACCIATE PROVOCAZIONI CHE GIUSTIFICANO LA VIOLENZA

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LA RESPONSABILITA’ DEI MEDIA I MEDIA SVOLGONO UN RUOLO STRATEGICO NELL’ALIMENTARE O CONTRASTARE LA VIOLENZA MASCHILE SULLE LE DONNE

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FEMMINICIDIO

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UCCISIONE DI UNA DONNA IN QUANTO DONNA DA PARTE

DI UN UOMO L’ATTEGGIAMENTO CULTURALE

DOMINANTE CHE CONSIDERA UNA MOGLIE, UNA COMPAGNA,

FIDANZATA, FIGLIA, SORELLA, MADRE COME QUALCOSA DA POSSEDERE E

NON QUALCUNO CON PARI

DIRITTI E DIGNITA’

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chi subisce violenza di genere

NON NE È MAI RESPONSABILE:

va evitata qualsiasi forma di

“rivittimizzazione”

(vittimizzazione secondaria)

NON SE L’E’ CERCATA!

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LA VIOLENZA NON È AMOREoccorre

riconoscere la cultura sessista alla base della

violenza smettendo di parlare di raptus,

gelosia, delitto passionale

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GLI UOMINI CHE AGISCONO VIOLENZA NON SONO MOSTRI,

BELVE, PAZZI, DEPRESSI: OCCORRE EVITARE LA PATOLOGIZZAZIONE

DELL’UOMO VIOLENTO, CHE ANCORA UNA VOLTA

INDIVIDUALIZZA IL FENOMENO E DERESPONSABILIZZA

L’AUTORE DI UN DELITTO O DI

UNA VIOLENZA.

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LA VIOLENZA È STRUTTURALEe come tale deve

essere raccontata: occorre evitare di presentarla come

emergenza o di trattare i fatti di cronaca come episodi privi di legami

fra loro

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LA VIOLENZA NON RIGUARDA GLI ALTRI:

evitiamo di esorcizzarla raccontandola come agita da uomini che appartengono ad

altre, e più “primitive”, culture, ad ambienti “degradati”, perché

ciò crea allarme sociale e una percezione distorta del

fenomeno, strumentalizzandolo in chiave razzista e repressiva

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UNA NARRAZIONE CORRETTA E’ POSSIBILE

L’importanza dei media è stata assunta anche dalla

Convenzione di Istanbul del 2011, che disciplina la

“partecipazione dei mass media” (Art.17), sollecitandoli ad adoperarsi per prevenire la

violenza contro le donne.

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OGGETTIVAZIONE DEL CORPO FEMMINILE

FORMA DI DEUMANIZZAZIONE CHE RIDUCE IL CORPO DELLE DONNE

A OGGETTO, STRUMENTO, MERCE

CONSIDERATO UNA COSA DI PROPRIETÀ

SPESSO SESSUALIZZANDOLO(il suo valore dipende soltanto

dall'abilità di attrarre sessualmente)

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BASTA SFOGLIARE UNA RIVISTA

GUARDARE UNA PUBBLICITA’ TELEVISIVA

O UN CARTELLONE PUBBLICITARIO PER CAPIRE

COME LA RAPPRESENTAZIONE

DELL’IMMAGINE DELLA DONNA SPESSO CANCELLA

LA PERSONALITA’ E LA DIGNITA’ DELLA STESSA

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COSA POSSIAMO FARE NOI?

Linguaggio e media

VALUTARE LA QUALITA’ DEI MESSAGGI (TESTI E IMMAGINI) CHE RICEVIAMO SUL TEMA

LEGGERE LE NOTIZIE DA PIU’ PUNTI DI VISTA E CON SPIRITO CRITICO

NON BANALIZZARE E NON SMINUIRE L’ACCADUTO

UTILIZZARE CONSAPEVOLMENTE IL LINGUAGGIO, CHE SIA RISPETTOSO DEI GENERI E CHE RESTITUISCA LA

STORIA DELLE DONNE