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LINGUAGGIO E APPRENDIMENTO
Disturbi specifici di apprendimento. Raccomandazioni cliniche
Meeting S.S.L.I.-F.L.I. - Padova 11-12 maggio 2012
Laura Breda- U.O.C. di N.P.I. ASS6 Friuli Occidentale
La relazione fra disturbi di linguaggio e disturbi di apprendimento
della lingua scritta è stata oggetto di molti studi, alcuni di questi di
natura retrospettiva. Le casistiche sono generalmente anglosassoni
(Bishop et al 1990, Rescorla, 2002, 2005)
e spesso non distinguono tra decodifica e comprensione del testo o fra
soggetti trattati e non.
nella storia di bambini con DSA si riscontra una percentuale elevata di
ritardi/disturbi di linguaggio
nei bambini con ritardo/disturbo del linguaggio pregresso o in atto si
riscontra un’elevata incidenza di difficoltà di acquisizione del codice
scritto
Fra i bambini con pregresso Disturbo specifico di linguaggio si riscontra
una incidenza fra 30-40 % di disturbi di apprendimento.
( Kinsbourne e Warrington 1963, Tomblin et alii 1982, 2000, Catts
1993)
DSL e DSA
comorbilità o espressioni della stessa patologia?
nei bambini con DSL e nei bambini con DSA si riscontrano gli stessi deficit caratteristici in vari compiti linguistici orali, come la denominazione rapida, l’accesso al lessico fonologico, la segmentazione fonemica, la ripetizione di parole a bassa frequenza d’uso ( Snowling 1987)
questi dati orientano alcuni autori a valutare in modo molto forte la continuità fra DSL e DSA considerandoli come due diverse manifestazioni di uno stesso continuum, con una stessa origine causale.
la natura dei rapporti fra linguaggio orale e scritto
è complessa e non sono ancora chiariti a sufficienza
i fattori predittivi più significativi in relazione all’entità
e alla tipologia del disordine linguistico
gli studi prospettici a lungo termine possono essere
lo strumento metodologico migliore per capire il
rapporto che esiste fra il tipo di disturbo linguistico, la
sua evoluzione nel tempo ed i rapporti con le
difficoltà di apprendimento della lingua scritta.
Bishop e Adams (1990), Catts (1993), Bird,
Bishop e Freeman (1995)
Ipotizzano un diverso peso dei deficit fonologici, morfosintattici e semantico-lessicali nei processi di decodifica e di comprensione
I deficit fonologici sembrano ostacolare l’acquisizione del codice alfabetico
Deficit associati semantico-sintattici influiscono sulla comprensione del testo
Raccomandazioni
della Consensus Conference
Istituto Superiore Sanità 2011
Le evidenze di letteratura identificano come 2° elemento di rischio
per lo sviluppo di DSA la presenza di un disturbo del linguaggio
( bambini che all’età di 5 anni cadono sotto il 10° percentile in più di
una prova del linguaggio e che mantengono questo livello di
prestazione a 8 anni presentano un rischio 6 volte superiore rispetto
al gruppo di controllo di sviluppare DSA)
Raccomandazione di ricerca: si raccomanda che vengano condotti
studi per valutare meglio la relazione fra specifici profili di disturbo
del linguaggio e DSA ( attualmente le tipologie non sono
sufficientemente distinte e descritte)
Nelle Raccomandazioni cliniche del Panel
PARCC
Per completare l’iter diagnostico e prognostico
( influenza della comorbilità)
Per definire un profilo di funzionamento utile alla predisposizione di un intervento riabilitativo
Il linguaggio è SEMPRE DA VALUTARE A tutti i livelli di organizzazione:
• Fonologico-metafonologico
• Semantico-lessicale
• Morfo-sintattico
• Testuale
• Pragmatico
Utile prevedere una indagine essenziale
da approfondire se emergono
difficoltà
in base all’anamnesi
In base all’età/scolarità
In base alle funzioni compromesse
lettura, ortografia, calcolo
• Capacità di manipolare i suoni della lingua.
• Permette di discriminare e confrontare le parole in
base alla loro struttura fonologica
• Permette di riprodurre strutture nuove e
complesse, di percepire e identificare gli elementi
costituenti (sillabe e/o suoni, nell’ordine naturale
dell’input)
• Permette manipolazioni (segmentazione o sintesi
fonetica, rime, anagrammi, delezioni, spoonerismi).
• Richiede integrità delle capacità percettive uditive,
della memoria a breve termine, della memoria di
lavoro.
• Abilità cruciale nelle prime fasi dell’apprendimento:
lettura e scrittura per via fonologica
-Permanenza di processi fonologici di
semplificazione, sul piano espressivo o
recettivo/ espressivo, nel linguaggio
spontaneo oltre l’età di abbattimento
-Difficoltà di ripetizione/ produzione di
parole a struttura complesse/nuove
-Difficoltà nell’individuare il primo suono di
una parola
-Difficoltà di segmentazione di una parola
nei fonemi costituenti
-Difficoltà nell’individuare una parola
fondendone i suoni costituenti
FONOLOGIA E METAFONOLOGIA
SIGNIFICATO DEL LIVELLO DI ANALISI INDICATORI
Prove di accertamento analisi delle strutture e dei processi fonologici mediante l’esame di
un campione di enunciati spontanei raccolti in contesto ecologico
PFLI : Prove per la valutazione fonologica (Bortolini)
CMF: Valutazione delle competenze metafonologiche (Marotta et al.)
PRCR-2: subtest “Ripetizione di non parole” (Cornoldi et al.)
Test discriminazione uditiva (Pinton, Zanettin)
Prova di ripetizione non parole Batteria BVN 5-11 (Bisiacchi et al.)
Prova anali fonemica e sintesi fonemica Batteria BVN 5-11 (Bisiacchi et al.)
• Capacità di costruire,
organizzare ed utilizzare
sia in comprensione che
in espressione l’insieme
di lessemi e di vocaboli
necessari a codificare e
a veicolare significati.
- Inventario lessicale
ristretto (in input e/o in
output)
- Scarsa organizzazione
e integrazione lessicale
/ semantica
- Difficoltà o eccessiva
lentezza nel recupero
delle unità lessicali
LESSICO
SIGNIFICATO DEL LIVELLO DI ANALISI INDICATORI
Prove di accertamento - TFL : Test Fonologico Lessicale (Vicari
et al.)
- Test di denominazione (Brizzolara)
- PPVT Peabody (Stella et al.)
- Test RAN – denominazione automatica rapida (Zoccolotti et al.)
- Prove multidimensionali di vocabolario
<valuta linguaggio scritto>
(Boschi, Aprile e Scibetta)
- Boston Naming Test 4-10 ( Riva)
• Capacità di manipolare le parole in
funzione della struttura frasale.
• morfologia struttura e forma
delle parole e processi che
intervengono nella loro formazione o
trasformazione.
• La sintassi regole e principi che
sovrintendono al collegamento e alle
relazioni tra le categorie
grammaticali
• analizza e governa il modo con cui
le parole si combinano in unità di
estensione maggiore, quali ad
esempio le frasi.
- Difficoltà a comprendere e a
produrre frasi congruenti e
compatibili con le regole
linguospecifiche
- Difficoltà ad attivare i
meccanismi di integrazione e
anticipazione nella lettura
che si avvalgono della
conoscenza implicita delle
regole morfosintattiche
MORFOLOGIA E SINTASSI SIGNIFICATO DEL LIVELLO DI ANALISI INDICATORI
Prove di accertamento
TROG 1 e 2 (Bishop)
TCGB: test di comprensione grammaticale (Chilosi et al.)
Test di Comprensione Linguistica (Rustioni- Lancaster)
Test di ripetizione frasi (Zardini)
Test di ripetizione frasi ( Vender et al.)
TESTO SIGNIFICATO DEL LIVELLO DI ANALISI INDICATORI
• Capacità di comprendere e produrre un testo, inteso come una occorrenza comunicativa
• Nel testo esistono relazioni precise fra gli
elementi superficiali (le parole, le frasi scritte), i concetti sottostanti e gli atteggiamenti di coloro che accedono al testo stesso.
• È caratterizzato da coesione, coerenza,
intenzionalità, accettabilità, informatività, situazionalità e intertestualità. Dipende dalla capacità di generare e integrare gli elementi linguistici e cognitivi necessari a soddisfare lo scopo comunicativo.
• Competenza complessa – apprendimento
progressivo legato a scolarità e acculturazione.
• Competenza spesso deficitaria, anche in
età avanzate, nei soggetti con pregresso disturbo di linguaggio.
- Difficoltà a produrre testi dotati di coerenza, coesione, informatività, ad esempio con uno scarso uso delle anafore, dei marker tipici dello stile narrativo o di quello descrittivo procedurale
- Difficoltà a mantenere la continuità
concettuale fra il testo e l’idea/argomento che l’ha generato
- Difficoltà a comprendere i testi scritti
(inferenze lessicali, sintattiche, collegamento delle informazioni, gerarchia testuale, tipologia del testo)
- Difficoltà ad essere informativi
rispetto alle aspettative del ricevente
Prove di accertamento Per testo scritto
Nuova guida alla comprensione del testo
( De Beni et al.)
Prove di Metacomprensione (Pazzaglia, De Beni, Cristante )
Per testo orale TEST TOR (Levorato)
analisi del testo in base ai criteri forniti dalle teorie di riferimento come ad esempio:
modello di Kintsch e Van Dijk 1978
modello di Castefranchi e Parisi 1980
Modello delle occorrenze Testuali di Beaugrande e Dressler 1981
PRAGMATICA SIGNIFICATO DEL LIVELLO DI ANALISI INDICATORI
• riguarda la capacità di rendere
efficace l’atto comunicativo scritto
• all’interno di una determinata
situazione comunicativa e sociale
• attraverso il rispetto delle regole che
governano l’uso del linguaggio.
- Scelte inappropriate della tipologia, della gerarchia testuale e dei registri stilistici, in relazione agli scopi comunicativi del testo e ai suoi destinatari.
- Scelte inappropriate
relative alla quantità di testo, alla sua organizzazione spaziale, alla leggibilità dei caratteri grafici rispetto ai destinatari
Modalità di accertamento
analisi del testo in base ai criteri forniti dalle
teorie di riferimento come ad esempio:
i principi di cooperazione di Grice (1975-
1989)
il modello scopistico di Castelfranchi e
Parisi (1980 )
Per un approfondimento sui modelli di riferimento , in particolare
per l’analisi del livello testuale e pragmatico : “La valutazione della comunicazione linguistica”
a cura di Pinton A. , Lena L., Imprimenda , 1998
I rapporti fra linguaggio e letto-
scrittura sono cruciali e complessi variano a seconda della fase evolutiva del
bambino e del compito da svolgere
linguaggio orale e linguaggio scritto condividono:
* finalità comunicative e organizzatrici del pensiero
* strutture
linguaggio orale e linguaggio scritto si
differenziano per :
* strutture e processi che ne permettono la
realizzazione
DIFFERENZE FRA LINGUAGGIO ORALE E LINGUAGGIO SCRITTO
STILE ORALE STILE SCRITTO
Funzione
Per regolare le interazioni
sociali
Per richiedere oggetti e
azioni
Per comunicare faccia a
faccia con poche persone
Per condividere informazioni
su oggetti o eventi concreti
Oggetti e eventi quotidiani
QUI E ORA
Argomenti che si modificano
in funzione dei partecipanti
Il senso è basato sul
contesto
Per organizzare il pensiero
Per riflettere o richiedere
informazioni
Per comunicare al di là del tempo e
della distanza e per trasmettere
informazioni a un grande numero di
persone
Per costruire teorie astratte e
discutere idee
Oggetti e eventi non familiari
LA’ E IN QUEL MOMENTO
Il discorso è centrato su argomenti
pre-selezionati
Il senso si ricava dalle inferenze e
dalle conclusioni tratte dal testo
Tratto da Westby O. 1991 (modificato)
DIFFERENZE FRA LINGUAGGIO ORALE E LINGUAGGIO SCRITTO
STILE ORALE STILE SCRITTO
Struttura
• Parole con alta
frequenza d’uso
• Ricorsività, prevedibilità,
ridondanza sintattica e di
contenuti
• Pronomi, modi di dire,
gergo
• La coesione è basata
sull’intonazione.
• Parole a bassa frequenza d’uso
• Sintassi e contenuti concisi
• Lessico specifico, astratto
• La coesione è basata su markers
linguistici e lessicali.
Tratto da Westby O. 1991 (modificato)
Deficit o ritardo
nello sviluppo fonologico
(prima infanzia)
Deficit dell’accuratezza,
velocità di riconoscimento,
decodifica e spelling di parole
(6 anni)
Deficit
della consapevolezza fonologica
(5 anni)
Deficit o ritardo di altri domini linguistici:
lessicale, semantico o sintattico
(prescolare )
Deficit secondario di comprensione del
testo scritto e del linguaggio orale
(dai 7 anni)
Il modello fonologico, rete complessa (adattato da Scarborough, 2005)
Lettura competente
Esecuzione fluente e
coordinazione fra la decodifica
e la comprensione del testo
Comprensione del linguaggio Conoscenze di fondo (fatti, concetti ecc..)
Lessico (ampiezza, precisione, associazioni ecc…
Strutture linguistiche
(morfo-sintassi, semantica…)
Ragionamento verbale
(inferenze, metafore…)
Consapevolezza letteraria
(tipi testuali)
Riconoscimento delle parole
Consapevolezza fonologica
(sillabe, fonemi)
Decodifica
( fase alfabetica-
corrispondenza fra stringa fonologica
e stringa grafemica)
Riconoscimento visivo
(parole familiari
utilizzo della via lessicale)
“the reading rope”
Tratto da Scarborough 2003
Intervenire sul linguaggio, in rapporto ai DSA
L’importanza di intervenire precocemente
Nei bambini ex DSL che poi evolvono in DSA alcune competenze rimangono deficitarie per lungo tempo.
Il deficit di processamento fonologico è cruciale nelle prime fasi di apprendimento, permane come marker del DSA anche in fasi avanzate.
I deficit associati semantico-sintattici continuano ad interferire sulla comprensione del testo , limitando significativamente il percorso scolastico e la vita quotidiana.
Il testo è l’unità minima di analisi della comunicazione linguistica.
A partire da fasi precoci è importante migliorare la comprensione e la produzione testuale, perché questa dimensione orale e/o scritta accompagna tutto il percorso di apprendimento e può favorire il massimo utilizzo delle competenze non solo nel corso accademico, ma anche nella vita sociale-lavorativa.
Le raccomandazioni dell’I.S.S. sull’intervento precoce insistono sulla lettura-narrazione di storie come intervento precoce sui bambini a rischio di DSA.
Come favorire la comprensione/produzione dei
testi orali?
L’evoluzione delle competenze narrative nei bambini tipici
sembra seguire questo percorso:
Le storie “cumulo”: il bambino usa etichette e descrizioni
di eventi o azioni. Non c’è tema centrale. 2-3 anni
Le storie in sequenza: gli eventi sono ordinati attorno a
un tema centrale o a un personaggio. Non c’è trama ma
la descrizione di quello che fa il personaggio. 3 anni
Narrazione primitiva: le storie hanno un nucleo, un
personaggio o un evento centrale. Contengono 3
elementi della Grammatica delle storie ( es. evento
iniziale, un tentativo e una conseguenza) 4 ; 4 anni e
mezzo.
Come favorire la comprensione/produzione dei testi orali?
Narrazione a catena: le storie mostrano relazioni di causa-effetto o temporali. La struttura della trama non è solida. La fine non deriva logicamente dagli eventi. Sono presenti 4 elementi della grammatica delle storie: evento iniziale, una azione e le conseguenze intorno al tema centrale; possono essere presenti concetti di pianificazione o le motivazioni dei personaggi : 4 anni e mezzo - 5.
La narrazione vera : le storie hanno un tema centrale, un personaggio e una trama; sono presenti le motivazioni delle azioni dei personaggi; le sequenze degli eventi sono ordinate temporalmente e logicamente. Sono presenti 5 elementi della grammatica delle storie: evento iniziale, l’azione, la reazione interna, le conseguenze, la risoluzione del problema. I bambini tipici le strutturano dai 5 ai 7 anni di età
Esistono diversi tipi di testo: Lo script ( o copione) : indica una sequenza di
eventi tipica delle situazioni routinarie e relative a certi contesti . Esempio “il risveglio”: dormire, svegliarsi, andare in bagno, lavarsi, vestirsi, fare colazione”. Il filo conduttore è il comportamento abitualmente attivato in questo conteso.
Richiede conoscenze di tipo linguistico e conoscenze generali relative al tema trattato.. Consente al bambino di attivare un dominio di conoscenze specifico, utile poi a comprendere la trama delle narrative
Esempio di script
Esistono diversi tipi di testo
Narrativo: si impernia su azioni umane dirette a raggiungere uno scopo, riguarda un protagonista, presenta una strutturazione spaziale e temporale che esplicita i rapporti causali tra gli eventi. Solitamente segue un andamento predeterminato:
ambiente, evento iniziale, uno o più tentativi di soluzione, reazioni interne, fino al raggiungimento della conclusione-meta
(vedi modello della “Grammatica delle storie di Stein e Glenn” 1979)
Esistono diversi tipi di testo:
Testi espositivi
Procedurali : la sequenza delle azioni
che servono a raggiungere una certa meta.
Descrittivi : elencano le caratteristiche di qualcosa,
utilizzano frasi che non sono collegate
né causalmente, né temporalmente.
sono coerenti perché viene mantenuta la
continuità referenziale.
Come ricostruire il robot ?
Testo procedurale
Com’è fatta questa macchina?
Testo descrittivo
Come favorire la comprensione di testi?
Tipologia dell’intervento
Scelta del materiale ( testi scritti / orali con immagini)
Gradualità: a seconda del livello di competenza del bambino
Contenuti: familiarità e interessi del bambino
Misto
ambulatoriale-domiciliare
Indiretto
a cura del familiare o dell’insegnante
con supervisione del logopedista
Come favorire la comprensione di testi?
Forma
Struttura della storia : numero degli eventi
Struttura linguistica: complessità morfo-
sintattica
Lessico: complessità semantica e struttura
fonologica delle parole
Come favorire la comprensione di testi?
Procedure
Interattive
Regolazione dell’input
Regolazione della risposta
• posizione
• focus attentivo condiviso
• Velocità dell’eloquio
• Enfasi
• Lunghezza dell’enunciato
• Ridondanza
• Buildup-breakdown
denominare/esplicitare
riformulare/ricomporre
ripetere
espandere
sollecitare a individuare
errori / assurdi
fare domande
su porzioni di testo
Come favorire la produzione del bambino
Tipologia del testo
Procedure
• Partire da scripts autobiografici di complessità crescente
(le fotografie hic et nunc) - collaborazione della famiglia
• Testi procedurali di complessità crescente
(come faccio a costruire il robot, come faccio a fare il the)
• Verbalizzazione di storie “in sequenza” o
“narrazioni a catena” di complessità crescente con supporto
di immagini
•Verbalizzazione di racconti ben formati
Marcature
( indicazione dell’oggetto o dell’immagine con cui iniziare
la produzione frasale)
• Prompting /fading…di tipo fonologico, per facilitare l’emissione
della parola target,
o di tipo gestuale, per facilitare l’emissione del “verbo” target
• Break-down build-up
• Riformulazione, espansione
Script
“ la colazione”
Storia in sequenza
Storia in sequenza
Tratto da “Ti racconto una storia” C. Antoniotti ( ed Omega)
Racconto
“ben
formato”
Trattamento indiretto/misto
Criticità
L’operatore
Impegno per la
pianificazione
La famiglia
Limiti socio-culturali
• Scegliere obiettivi realistici, per quanto semplici
• Mettersi nei panni del genitore: spiegare in modo semplice
• Fare esempi
• Sedute partecipate in cui il genitore prova
• Rispettare le abitudini del bambino/ famiglia
GRAZIE
PER L’ ATTENZIONE