Linguaggio Del Corpo

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www.formavisione.it LA COMUNICAZIONE Il linguaggio del corpo a cura di Fabrizio L. Lago www.formavisione.it

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LA COMUNICAZIONE

Il linguaggio del corpo

a cura di Fabrizio L. Lago

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IL LINGUAGGIO CORPOREO NON VALE COME LEGGE MATEMATICA

LA DISTANZA LA VOCE

LA MIMICA

LA GESTUALITA’

L’ATTEGGIAMENTO

Non è sicuro che ad un segnale corrisponda un determinato stato interiore, ma esiste una possibilità, ed è molto probabile, che si venga interpretati in base al linguaggio del corpo.

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LA MIMICA Segnali dal volto

FRONTALE

MEDIANA

BOCCA

PARTI DEL VOLTO

I primi segnali ad essere percepiti sono quelli che provengono dal nostro volto; veniamo spesso ricordati per le nostre espressioni facciali o i nostri occhi e quanto comunicano.

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FRONTALE

LE PIEGHE ORIZZONTALI DENOTANO L’ATTENZIONE VERSO QUALCOSA

LE PIEGHE VERTICALI DENOTANO LA CONCENTRAZIONE SU QUALCOSA

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Accede alla memoria visiva: ricorda.

Costruisce immagini visive, ricorre all’immaginazione.

Crea immagini sonore.

Accede alla

memoria uditiva: ricorda.

Pensa a sensazioni cinestesiche.

Ha un dialogo interiore.

MEDIANA: I MOVIMENTI OCULARI

La direzione degli occhi ci può trasmettere le seguenti attività interiori. ALTO

DX

BASSO

SX

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I segnali della bocca, in base alle pieghe, agli angoli, alle chiusure delle labbra, non solo sono molto intuitivi e generalmente riconoscibili (anche simulabili), ma in diretta connessioni con zone cerebrali, per cui se assaggio qualcosa di amaro, meccanicamente le mie labbra assumeranno l’aspetto definito “amaro”.

Perfino se sorridiamo forzatamente per qualche decina di secondi lo stato d’animo risulterà relativamente migliore e poi il sorriso più naturale.

LA BOCCA

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SEGNALI DI RIFIUTO Ci sono alcuni gesti e atteggiamenti che sono frequentemente associabili all’espressione di un rifiuto. In seguito alla produzione di tali atti, da parte del nostro interlocutore, sarà opportuno escludere il tipo di argomento, il segno o la parola che sono stati causa del rifiuto. Alcuni esempi:

1. Sfregamento del naso da parte del dito indice con movimento orizzontale.

Il soggetto rifiuta l'argomento, il segno, il gesto, il comportamento espresso dall'operatore.

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SEGNALI DI RIFIUTO

2. Sfregamento del naso da parte del dito indice con movimento verticale. Il movimento viene eseguito dal basso in alto, a "stappare" le narici come se il soggetto volesse "prendere fiato": l'operatore è stato troppo incalzante.

3. Spostamento di oggetti lontano da sé.

Lo spostamento riguarda piccoli oggetti occasionalmente vicini, generalmente posti sul tavolo o sulla scrivania. Il soggetto registra negativamente la stimolazione subita tramite argomenti, parole, gesti o comportamenti. Se l'oggetto era stato toccato qualche istante prima dall'operatore, allora è questi ad essere registrato, al momento, come negativo.

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SEGNALI DI RIFIUTO

5. Atto del ripulirsi o spolverarsi.

4. Atto dello "spolverare" o "spazzare via" qualcosa da una superficie.

Rifiuto istintivo del discorso che il soggetto sta ascoltando. Rifiuto del gesto o del segno espresso dall'operatore.

Il discorso dell'operatore è simbolicamente scartato, rifiutato, buttato via. Il soggetto registra come negativa la fonte di stimolazione o l'oggetto della comunicazione.

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SEGNALI DI RIFIUTO

7. Braccia conserte e gambe accavallate.

6. Raschiamento della gola.

Il raschiamento rappresenta un tentativo di espellere simbolicamente, allontanare un argomento, un gesto, un segno, una parola, un fatto, un evento, una persona.

Tipico atteggiamento di chiusura del soggetto. Tale postura indica una chiusura nei confronti dell'operatore o dell'argomento trattato. La chiusura nasce da una natura di rapporto mal impostata da parte dell'operatore (occorre cambiare atteggiamento in funzione della tipologia comportamentale dell’interlocutore).

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SEGNALI DI RIFIUTO

8. Variazione della postura del corpo all'indietro. Spesso ciò avviene effettuando piccoli passi all'indietro, con allontanamento dall'operatore. Significato come precedente.

9. Variazione della postura del tronco all'indietro. Ciò avviene normalmente quando il soggetto si trova seduto, per cui lo spostamento può avvenire solo con una parte del corpo. Medesimo significato associato al punto 7.

A questi segnali fanno seguito espressioni verbali coerenti: durante il dialogo un interlocutore del genere userà probabilmente atti linguistici simmetrici e competitivi nei confronti dell'operatore.

Bisogna tuttavia tenere sempre presente che la negazione espressa dal soggetto in questi modi va interpretata come verifica momentaneamente negativa e non come reale o finale diniego, quindi adattarsi di conseguenza.

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SEGNALI DI GRADIMENTO Di seguito vengono descritti e raffigurati alcuni deI segnali più significativi esprimenti gradimento da parte del soggetto. Quando l’interlocutore compie uno di questi atti ci consente l’accesso alla sua emotività, come se intendesse dire: "vai avanti così che vai bene". Alcuni esempi:

1. Bacio

Le labbra assumono questa posizione, come se si stesse dando un bacio a se stessi. Il segnale è una verifica subliminale con esito positivo, l’operatore è perciò invitato ad approfondire l'argomento espresso in quel preciso momento. L'atto comunicativo con effetto stimolante può essere stato una parola, una frase, un gesto, un segno, un comportamento.

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SEGNALI DI GRADIMENTO

3. Linguino

2. Pressione della lingua sulla zona maxillofacciale.

Si evidenzia come rigonfiamento della guancia. Indica che un vincolo preesistente nel soggetto non permette al momento il completo riconoscimento dell'operatore o del tema da questi trattato come fonte di stimolazione. Il segnale, di solito, si trasforma in “linguino” dopo che l'operatore ha amplificato il discorso già introdotto; in altri termini, rafforzando l'aspetto quantitativo della stimolazione

Si tratta di una rotazione della punta della lingua sulle labbra o della semplice esposizione della lingua. Il soggetto registra come fonte di stimolazione l'operatore e/o l'argomento esposto. Ciò comporta un innalzamento dell'indice di tolleranza del soggetto e conseguentemente la possibilità per l'operatore di "osare" di più.

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SEGNALI DI GRADIMENTO

5. Mordicchiamento interno delle labbra o della lingua.

4. Accarezzamento delle labbra.

Il soggetto vi appoggia sopra la punta del dito oppure il palmo o il dorso della mano, compiendo un movimento strisciante avanti e indietro. Il soggetto riconosce gradito l'argomento o altri atti stimolanti espressi dall'operatore. Se l'atto viene compiuto osservando di proposito l'operatore stesso, il gradimento emotivo è nei suoi confronti.

Decisamente l'inconscio del soggetto ha riconosciuto come fonte di stimolazione l'operatore e lo invita ad ampliare il tema oggetto del dialogo. Il mordicchiamento delle labbra è una tipica espressione di intenso desiderio.

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SEGNALI DI GRADIMENTO

7. Suzione di un oggetto.

6. Suzione del dito o delle dita.

Estrema gratificazione dell'inconscio nei confronti dell'operatore; questi è riconosciuto come simbolo stimolante ed anche l'argomento risulta essere interessante.

Ad esempio una matita, una penna ecc. Tutto come nel caso precedente, però con maggiore consapevolezza.

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SEGNALI DI GRADIMENTO

9. Variazione della postura in avanti con tutto il corpo

8. Accarezzamento dei capelli

Il soggetto esprime gradimento accarezzandosi dolcemente i capelli con il palmo della mano. L'atto è una netta espressione di bisogno affettivo e, se viene espresso con sguardo deciso nei confronti dell'operatore, indica che questi è ritenuto idoneo a compensare tale bisogno.

Spesso ciò avviene effettuando dei piccoli passi in direzione dell'operatore.

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SEGNALI DI GRADIMENTO

11. Spostamento di oggetti verso se stessi

10. Variazione della postura in avanti del tronco

Ciò avviene per lo più quando il soggetto è seduto, per cui egli sposta verso l'operatore il capo ed il tronco.

Il soggetto sposta verso se stesso oggetti che si trovano occasionalmente vicino a lui (posacenere, penna). Se l'oggetto era stato toccato qualche istante prima dall'operatore, significa che è questi ad essere gradito.

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SEGNALI DI GRADIMENTO

13. Inserimento di un dito nell'orecchio o lieve massaggio del padiglione auricolare

12. Il soggetto tocca amichevolmente con la mano l'operatore

Per eseguire questo atto, il soggetto deve usare prossemica, cinesica e digitale: indubbiamente l'operatore è gradito.

Le stimolazioni in atto hanno sollecitato positivamente emozioni di tipo sessuale (dito nell'orecchio) o affettivo (massaggio del padiglione).

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SEGNALI DI GRADIMENTO

14. Il soggetto allarga braccia e gambe

Estrema disponibilità nei confronti dell'operatore o dell'argomento trattato.

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LA PROSSEMICA Una forma di comunicazione non verbale che caratterizza spesso le relazioni interpersonali è costituita dai diversi modi con cui avviene (o non avviene) la vicinanza e il contatto corporeo con le altre persone. Durante le interazioni, a seconda dei diversi gradi di intimità e conoscenza, le persone utilizzano diversi modi corporei, per segnalare il tipo di relazione in cui sono coinvolti. L’utilizzo dello spazio relazionale, definito appunto “prossemica”, è fondamentale.

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La zona intima: dalla persona fino a 50 cm; è rappresentata dalla nostra sfera intima, in cui concediamo di entrare solo alle persone che hanno con noi relazioni molto confidenziali. Raggiungendo questa distanza in situazioni formali o con estranei, si vive l’altro come un intruso o un aggressore e si mette solitamente in atto una serie di comportamenti di difesa (barriere) che consentono di tutelare la propria intimità (incrocio delle braccia e delle gambe, sguardo sfuggente, rigidità posturale ecc..).

La zona personale: da 50 a 120 cm; (corrispondente circa alla lunghezza di un braccio). Una persona ne concede l’accesso a colui/colei con il quale è particolarmente “affiatato”, al buon conoscente e a tutte quelle persone che, pur non essendo così “vicine” da concedere loro la zona intima, non considera così “lontane” da doverle “arginare” nella zona più esterna (sociale).

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La zona sociale: da 120 a 240 cm; (corrispondente circa alla lunghezza di due braccia distese). La zona sociale viene anche definita come la zona della neutralità, dove per neutralità non si intende che i rapporti in essa intrattenuti siano o debbano essere considerati non importanti, bensì quei rapporti che si sviluppano sul piano analitico, oggettivo e per questo emozionalmente neutrali. Difatti è la distanza alla quale dovrebbe rimanere un buon capo, un consulente professionale, un conoscente o il collega in rapporti formali.

La zona pubblica: fino a 8 mt e oltre. E’ la distanza nella quale rimane normalmente l’insegnante durante la spiegazione, quella in cui si tengono le riunioni aziendali e, più genericamente, quella che divide un oratore dalla platea. All’interno della zona pubblica assumono grande importanza comunicativa le espressioni accentuate del volto (sorrisi, sguardi….), la postura, la camminata, la gestualità, l’abbigliamento, per questo è definita anche come la zona del carisma.

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CANALE % TIPOLOGIA DESCRIZIONE

Vista 50 % Visivi Mentre parlano vogliono essere ascoltati/ comunicano maggiormente attraverso segnali visivi

Udito 25 % Uditivi Mentre parlano cercano una risposta di conferma dai suoni dell’interlocutore, danno molta importanza ai segnali uditivi

Tatto 25 % Cinestesici Prediligono il contatto fisico

Olfatto Olfattivi Fanno molto caso alle impressione legate agli odori

Non sempre una persona che non ci guarda non ci sta seguendo ma è probabile che ci dia questa idea perché durante la comunicazione in presenza prediligiamo i seguenti canali che ci classificano nelle seguenti tipologie soggettive:

GLI STILI PERCETTIVI

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Le persone soprattutto “visive” tendono a vedere il mondo per immagini e siccome tentano di stare al passo con le immagini che gli scorrono nella mente, hanno la tendenza a parlare in fretta. Non si curano di come pronunciano le parole, ma si sforzano di attribuire parole alle immagini. Amano esprimersi con metafore visive, dicendo come le cose appaiono loro, quali sono gli elementi che vedono profilarsi, quali sono gli aspetti chiari e quelli oscuri. Vi sono una miriade di comportamenti che identificano la persona primariamente visiva. Si tratta di tracce verbali, di frasi come: “io la vedo così” oppure “non mi vedo a fare questo”. L’eloquio in questi casi è di solito rapido, la respirazione prevalentemente toracica, il tono di voce acuto, nasale, spesso teso; di solito si nota tensione muscolare, soprattutto delle spalle e dell’addome. Le persone ad orientamento visivo hanno frequente tendenza ad indicare col dito.

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Le persone prevalentemente “uditive” si mostrano invece più selettive circa le parole che usano. Hanno voce più sonora, il loro eloquio è più lento, più ritmico, più misurato, la voce tende ad una tonalità chiara, risonante, il respiro ad essere regolare e profondo, diaframmato. Le parole per loro hanno una grande importanza e stanno attenti a quel che dicono. Amano espressioni come: “questo mi suona bene” oppure “ti sento perfettamente”. E’ indicativo di una persona ad orientamento uditivo intrecciare le mani o incrociare le braccia.

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Ancora più lenti sono le persone con modalità in prevalenza “cinestesiche”, le quali reagiscono soprattutto a ciò che sentono tattilmente. Il loro tono di voce è di solito basso e profondo, spesso le parole escono lentamente dalla loro bocca, quasi fossero impastate con lunghe pause tra una parola e l’altra. I cinestesici si servono di metafore tratte dal mondo fisico: sono sempre intenti a cogliere qualcosa di “concreto”, le cose per loro sono ”pesanti” e ”intense” come “non lo sento giusto” oppure “non riesco ad afferrarlo bene”.