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Progetto di catalogazione dei manoscritti delle biblioteche venete Linee guida per la catalogazione dei manoscritti delle biblioteche venete a cura di Barbara Vanin, Paolo Eleuteri, Francesco Bernardi Venezia, ottobre 2004 1

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Progetto di catalogazione dei manoscritti delle biblioteche venete

Linee guida per la catalogazione dei manoscritti delle biblioteche venete

a cura di

Barbara Vanin, Paolo Eleuteri, Francesco Bernardi

Venezia, ottobre 2004

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Presentazione

La Regione del Veneto, a partire da settembre 2003, ha avviato un progetto di catalogazione dei manoscritti moderni, con l’intenzione di mettere a disposizione degli utenti tutto il complesso e articolato insieme delle testimonianze culturali scritte presenti nel Veneto, dal Rinascimento alla piena età moderna. Tale progetto si affianca alle iniziative di catalogazione già avviate, che hanno come ambito i codici medievali.

Uno degli obiettivi prioritari del Progetto di catalogazione dei manoscritti delle biblioteche venete sarà di mettere in rete i risultati della catalogazione e consentire così un più agevole accesso al patrimonio manoscritto veneto. In quest’ottica sarà anche incoraggiata la pubblicazione in rete di materiali già esistenti per lo studio dei manoscritti (vecchi cataloghi cartacei, saggi e studi di difficile reperibilità, ecc.).

Le biblioteche del Veneto avranno un ruolo di compartecipazione al Progetto nelle sue diverse fasi, affiancando la Regione, cui spetterà la promozione e l’onere finanziario; a esperti del settore sarà affidata la revisione scientifica delle schede catalografiche prodotte. Un gruppo di lavoro facente capo alla Biblioteca del Museo Correr di Venezia avrà il compito di coordinare il Progetto.

Il Progetto interesserà in una prima fase le seguenti biblioteche:

Bassano, Museo Biblioteca e Archivio (circa 400 unità, intero fondo manoscritti) Belluno, Biblioteca civica (circa 300 manoscritti e 80 unità, manoscritti della Biblioteca

Lolliniana) Este, Gabinetto di Lettura Viesseux (ricognizione sui fondi) Rovigo, Accademia dei Concordi (circa 2000 lettere del fondo autografi) Treviso, Biblioteca del Seminario (ricognizione sui fondi) Venezia, Biblioteca del Museo Correr (500 manoscritti) Venezia, Biblioteca della Fondazione Scientifica Querini Stampalia (150 manoscritti) Venezia, Biblioteca di San Francesco della Vigna (216 unità, intero fondo manoscritti) Verona, Biblioteca Civica (recupero di 250 schede non incluse nel catalogo a stampa di Biadego) Vicenza, Biblioteca Bertoliana (circa 320 unità, manoscritti non catalogati) Vittorio Veneto, Biblioteca del Seminario vescovile (circa 60 unità, intero fondo manoscritti)

Per la catalogazione informatizzata verrà utilizzato il programma Manus, prodotto dal

Laboratorio del Manoscritto dell'Istituto Centrale per il Catalogo Unico, corredato da un manuale d’uso: Guida al software Manus, Roma 2001.

Per meglio affrontare la descrizione dei manoscritti moderni e per un orientamento comune nelle scelte di catalogazione si è ritenuto utile elaborare queste Linee guida per la catalogazione dei manoscritti delle biblioteche venete, destinate ai catalogatori partecipanti al Progetto. Considerato il numero complessivo delle unità catalografiche, che presumibilmente si aggira sulle 90.000, e un tempo di realizzazione ragionevole, si suggerisce un modello di catalogazione agile, di tipo inventariale, ma comprensivo di quelli che, secondo i moderni modelli di descrizione, vengono ritenuti gli elementi più significativi, inserendo tuttavia alcuni dati suppletivi di descrizione esterna e offrendo le informazioni essenziali per quella interna.

Si ringrazia Lorena Dal Poz per il contributo dato all’elaborazione del capitolo relativo alla decorazione.

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DESCRIZIONE ESTERNA

1. Identificazione del manoscritto

L’area Identificazione del manoscritto si compone degli elementi: Città - sede, Fondo, Segnatura e Numeri di inventario. Fondo e Segnatura sono gli unici dati obbligatori richiesti dal programma Manus: senza l’inserimento di essi non si procede nella descrizione. È possibile inserire anche soltanto l’elenco di segnature e fondi di appartenenza: questo permette eventualmente di verificare la reale consistenza del patrimonio manoscritto e di assegnare un numero di inventario ad ogni pezzo, senza procedere immediatamente alla descrizione.

1.1 Città - sede

Si trovano qui il codice alfanumerico assegnato dall’ICCU e la denominazione della Biblioteca, inseriti automaticamente dal programma: es.: VE0039 - Biblioteca del Museo Correr

1.2 Fondo (campo obbligatorio)

Spazio dove inserire il nome del fondo di appartenenza del manoscritto. 1.3 Segnatura (campo obbligatorio)

La segnatura del manoscritto va qui inserita, formalizzata in maniera univoca.

Indicare il numero di collocazione, di preferenza in cifre arabe. Relativamente alla segnatura, l’unità codicologica si indica facendo seguire al numero di collocazione principale una barra (/) e la numerazione in cifra araba; per ulteriori specificazioni di unità far seguire punto (.) e numerazione progressiva araba (vedi di seguito).

Considerando le varie tipologie di manoscritti presenti in biblioteca, è necessario prestare un’attenzione preliminare all’identificazione delle unità codicologiche che compongono il manoscritto, anche in rapporto alla segnatura.

Segnatura e Composizione materiale sono due campi importanti per l’impostazione di una corretta descrizione e di una precisa individuazione fisica del manoscritto.

I manoscritti sotto forma di libro, omogenei o compositi, non presentano, di regola, problemi per l’indicazione della segnatura:

es.: Correr 240

Tuttavia, non è infrequente, incontrare manoscritti che si presentano raccolti in cartelle o buste, contenenti varie tipologie di documenti: fogli sciolti, manoscritti in forma di libro, parti di libro a stampa, carte geografiche, fotografie, altre cartelle che a loro volta

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raccolgono fogli, piccoli fascicoli etc. Si tratta di casi in cui un’unica segnatura identifica la cartella o la busta, e in cui sarà necessario specificare esattamente le singole unità codicologiche. È indispensabile partire proprio dal riconoscimento dell'unità codicologica per procedere alla definizione della sua posizione all’interno del raccoglitore.

Consideriamo, ad esempio, una busta con segnatura Correr 241, che contenga tre unità codicologiche già identificate e numerate (1, 2 e 3) o riconosciute e numerate dal catalogatore. La busta riporterà sul dorso la segnatura principale e ad ogni unità codicologica sarà assegnata una numerazione, con la quale potrà essere esattamente identificata e recuperata:

es.: Correr 241/1 prima unità codicologica Correr 241/2 seconda Correr 241/3 terza

Nei casi in cui le unità codicologiche, ad es. delle lettere, siano raccolte in cartelle, a loro volta contenute in una busta, le singole unità si indicheranno facendo seguire alla numerazione della cartella punto (.) e assegnando a ciascuna un numero progressivo:

es.: Correr 242/1.1 Correr 242/1.2 Correr 242/1.3

Si procederà via via in questo modo per ogni sottounità in cui l’unità codicologica è contenuta:

es.: Correr 242/1.3.1

Avvertenza: la scheda di Manus non consente di creare una gerarchia superiore ai due livelli, può cioè articolarsi solo in scheda principale e schede secondarie; le schede secondarie non possono contenere a loro volta unità codicologiche. Qualora i livelli in cui si articolano le unità codicologiche siano più di due, essi devono essere distinti attraverso la segnatura, cioè creando schede secondarie che riportano la numerazione delle sottounità:

es.: Correr 242 (scheda principale) Correr 242/1 (scheda secondaria) Correr 242/2 (scheda secondaria)

ma anche

es.: Correr 922 (scheda principale)

Correr 922/1 (scheda secondaria) Correr 922/2 (scheda secondaria) Correr 922/2.1 (scheda secondaria) Correr 922/2.2 (scheda secondaria)

1.4 Numeri di Inventario

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Si possono indicare uno o più numeri di inventario del manoscritto, o dei manoscritti, corrispondenti alla Segnatura.

Recupero da catalogo

Non si esclude la possibilità di recuperare le descrizioni da cataloghi già esistenti, da segnalare attraverso questa opzione.

Note

Nelle Note si consiglia di indicare una sigla del catalogatore e la data di compilazione. Usare le Note anche per citare il catalogo in caso di recupero.

2. Composizione materiale 2.1 Composito

In questo campo si sceglie la struttura della descrizione del manoscritto. È in ogni caso necessario segnalare qui quando il manoscritto sia Composito, accertandosi se si tratti di un composito o r ga n i zz a t o o f a t t i z i o .

Un manoscritto viene considerato o mo ge n e o se è stato prodotto per costituire una sola unità codicologica, anche se composto da testi diversi (mi s c e l l a ne a ) o scritto da più mani. Nel caso di manoscritto o moge ne o la descrizione interna dà notizia del testo, o dei testi, indicando gli estremi delle carte in cui sono contenuti.

Un manoscritto è c ompos i t o quando è il risultato di un assemblaggio di più parti non prodotte, in origine, per essere raccolte in un’unica legatura o contenitore. Un manoscritto c ompo s i t o si può presentare come un insieme di più manoscritti o parti di manoscritto, ma anche di parti a stampa, fotografie o materiali non propriamente librari. Se l’unione di questi elementi è avvenuta con un intento preciso (raccolta di opere di uno stesso argomento, di uno stesso autore, di epistole etc.), il manoscritto c o mpos i t o si dice o r ga n i zz a t o ; se invece più parti sono state raggruppate senza nesso logico o solo per caratteristiche esterne (stesso formato, stessa lingua, stesso materiale, etc.), si avrà un manoscritto c omp os i t o f a t t i z i o .

Di seguito si distinguono le diverse procedure da seguire secondo i casi che si possono presentare. Le buste si devono trattare sempre come manoscritti compositi.

A seconda dei casi scegliere di:

a) segnalare soltanto la natura di manoscritto c o mp o s i t o , attivando l’opzione (2.1

Composito) e indicando possibilmente il numero degli elementi.

Soprattutto nei casi di manoscritti compositi organizzati formati da manoscritti diversi, uniti in un’unica legatura per un nesso logico, le varie unità codicologiche non sono sempre nettamente distinguibili. Normalmente è più agevole per il lavoro di catalogazione, e per la stessa consultazione della scheda di descrizione, trattare i manoscritti compositi organizzati come manoscritti omogenei (miscellanea), senza descrivere le unità codicologiche.

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Si avrà un’unica descrizione esterna e più descrizioni interne comprese in un determinato intervallo di carte, come per una miscellanea.

Si deve valutare di volta in volta se la presenza di rilevanti elementi distintivi tra le parti (per es. datazione, scrittura, ornamentazione) non suggerisca l’opportunità di descrivere singolarmente le unità codicologiche.

Per punti:

- segnalare che si tratta di manoscritto Composito; - (indicare il numero degli elementi) - non attivare l’opzione Descrizione delle singole unità codicologiche; - numerare, se non sono già numerate, tutte le carte del manoscritto.

Nelle Note alla Datazione si distingueranno i diversi intervalli cronologici:

es.: cc. 1r-10v: 1675-1700; cc. 11r-20v: 1320-1330; cc. 21r-37v: 1380-1400

Se necessario o opportuno, utilizzare il campo Camicia per dare anche un titolo d’insieme.

Casi:

- composito organizzato - fattizio rilegato - buste contenenti fogli sciolti - sono esclusi i codici anteriori all’anno 1500.

b) segnalare la sua natura di c ompo s i t o (2.1 Composito), indicando il Numero degli

elementi di cui si compone il manoscritto e procedere alla descrizione delle singole unità codicologiche.

Per punti:

- indicare il numero degli elementi che corrispondono alle unità codicologiche; - nel caso di opera in più volumi indicare solo il numero dei volumi; - selezionare la Descrizione delle singole unità codicologiche.

La descrizione delle singole unità codicologiche articola la descrizione su due livelli: una scheda superiore di sola descrizione esterna che raccoglie gli elementi comuni a tutte le parti che compongono il manoscritto: Città, Sede, Fondo, Segnatura, Composizione materiale, Legatura, Storia del manoscritto, Storia - nomi, Storia - Antiche segnature, Camicia; un secondo livello di descrizione esterna e interna dell’unità codicologica.

Ogni unità codicologica viene quindi descritta come un manoscritto omogeneo, riportando nella descrizione esterna: Città, Sede, Fondo, Segnatura (segnatura principale e specificazione dell’elemento), Palinsesto, Datazione, Materia, Carte, Dimensioni, Decorazione, Legatura e elementi metallici (se l’unità codicologica ha una sua legatura), Restauro, Storia del manoscritto, Storia - nomi, Storia - Antiche segnature, Camicia, e nella descrizione interna: Carte, Nomi, Titoli.

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La datazione di un manoscritto co mp o s i t o f a t t i z i o nella scheda superiore non dovrà indicare l’intervallo cronologico delle unità codicologiche, mentre, nelle schede secondarie, sarà specificata la datazione della singola unità.

Casi:

- composito fattizio - buste contenenti varie unità codicologiche - opera in più volumi - i manoscritti compositi anteriori all’anno 1500.

Parti a stampa:

La presenza di parti a stampa nei manoscritti compositi va sempre segnalata, procedendo come segue, secondo i casi:

a) se le parti a stampa sono descritte come singole unità codicologiche:

nella descrizione esterna:

- inserire nel campo Datazione la data di stampa; - in Storia del Manoscritto: luogo di stampa, luogo di edizione, editore, tipografo, e il riferimento ad un repertorio autorevole (quali Hain, GW, IGI);

nella descrizione interna:

- nel campo Nomi inserire autore dell’opera a stampa; - in Titoli, il titolo del testo;

b) se le parti a stampa sono in un manoscritto composito organizzato (descritto in un’unica scheda):

- inserire nel campo Osservazioni della descrizione interna: editore, tipografo, luogo di edizione, luogo e anno di stampa (se tratti dal colophon vanno posti tra parentesi tonde), riferimento ad un repertorio autorevole ed eventuali osservazioni:

es.: c. 211r: parte a stampa, “In Ferrara, per Vittorio Baldini. 1605. Con licenza dei Superiori”.

Postillati

I libri a stampa, che a causa della presenza significativa di note manoscritte si trovano collocati nei fondi manoscritti, si descrivono come le parti a stampa nei manoscritti compositi fattizi.

Opera in più volumi

Come si è già visto (pag. 6) per la descrizione di un’opera in più volumi si procede come per i compositi fattizi e le buste contenenti più unità codicologiche.

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Per punti:

- indicare il numero dei volumi (e non il numero degli elementi); - descrivere le singole unità codicologiche; - nel campo Camicia indicare il titolo d’insieme dell’opera.

Nel caso di segnature diverse per ogni singolo volume, la scheda superiore avrà come segnatura l’intervallo in cui l’opera è compresa:

es.: Correr 120-126 (opera in 7 volumi)

Le schede secondarie avranno ciascuna la segnatura corrispondente al volume:

es.: Correr 120

Correr 121

Nel caso di opera in più volumi aventi tutti la stessa segnatura, riportare nella scheda superiore la segnatura senza ulteriori specificazioni.

Nelle schede secondarie la segnatura è riferita al singolo volume:

es.: Correr 145/1

Correr 145/2

Fogli volanti inseriti in manoscritti con legatura

In alcuni manoscritti in forma di libro si possono trovare fogli volanti tra le carte, inseriti per vari motivi da antichi possessori o lettori e che sono entrati a far parte del manoscritto. Il loro contenuto può essere attinente o meno al testo del manoscritto e la loro presenza anche del tutto casuale, ma necessariamente va attestata. Secondo la natura dei documenti che si trovano inseriti (fogli volanti, piccoli fascicoli, fotografie, cartoline, etc.) si propone, secondo i casi, quanto segue:

- procedere alla catalogazione del manoscritto come composito, descrivendo le singole unità codicologiche, ricostruendo in Storia del manoscritto le vicende che lo hanno unito al codice i documenti inseriti:

es.: Correr 234/1: manoscritto sotto forma di libro

Correr 234/2: foglio volante Correr 234/3: fascicolo sciolto

- procedere alla catalogazione del manoscritto come omogeneo e valutare, sulla base del testo contenuto, se sia opportuno semplicemente menzionare il foglio volante nella Storia del manoscritto o se fare un’apposita descrizione interna, indicando, oltre agli estremi delle carte, la forma nelle Note: “foglio volante”.

2.2 Struttura materiale

Il campo è finalizzato alla descrizione della struttura attuale del manoscritto.

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Fascicoli legati

Se il manoscritto si presenta legato in fascicoli attivare l’opzione. Altra forma

Se non si sceglie l’opzione Fascicoli legati la diversa struttura si descrive sinteticamente in questo campo.

es.: fogli sciolti;

fogli sciolti raccolti in cartella; fascicoli non rilegati tra loro; insieme di fogli sciolti, fascicoli, manoscritti sotto forma di codice; rotolo di pergamena.

Note

Indicare qui il caso di un codice legato in fascicoli sprovvisto di coperta, aggiungendo qui anche la descrizione dei tagli:

es.: privo di coperta; privo di coperta; tagli dorati

3. Palinsesto

Segnalare la presenza di palinsesto integrale o parziale, indicando le Carte palinseste. Il testo inferiore avrà una propria Descrizione interna, nel cui campo Note dell’area Carte si segnalerà nuovamente la natura di palinsesto.

4. Datazione

In questo campo, attraverso indizi materiali, dati paleografici, storici e testuali, etc., si fornisce la Datazione del manoscritto, con la specificazione della tipologia: Espressa, Desumibile, Stimata. Manus riserva ad altre aree la datazione della decorazione e della legatura.

Espressa

La data è presente nel manoscritto e indica esplicitamente l’anno in cui è stato copiato. In Carta va riportata obbligatoriamente la carta o le carte in cui è presente la data. In Note si citano testualmente, fra virgolette, gli elementi della datazione solo in casi significativi, per esempio per indicazioni cronologiche non corrispondenti all’anno giuliano.

La sottoscrizione del copista, il colophon e altre datazioni, qualora forniscano informazioni utili alla storia del manoscritto, vanno riportate nel campo 25.1 Storia del Manoscritto.

Desumibile

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La datazione è da considerarsi Desumibile nei casi in cui sia stata tratta da elementi interni o da altre fonti. In Note motivare brevemente i criteri usati per la datazione. es. 1570-1610 Note opera scritta nel 1570, morte del copista 1610

Stimata

E’ da considerarsi Stimata la datazione attribuita dal catalogatore sulla base della valutazione del tipo di scrittura, dell’ornamentazione, delle tecniche di produzione, etc.

Note

Nel caso di manoscritti o moge ne i aventi note o aggiunte con data diversa da quella del manoscritto (es. matricole) o di co mpos i t i che si descrivano senza creare le unità codicologiche, riportare in Datazione l’intervallo complessivo delle date e specificare in Note gli intervalli delle carte con la relativa datazione.

es.: cc. 1-10: 1675-1700; cc. 11-20: 1320-1330; cc. 21-37: 1380-1400;

ma anche aggiornamenti fino al sec. XVIII

6. Materia 6.1-2 Corpo del codice – Guardie

Si opera la scelta tra Membranaceo e Cartaceo, oppure Misto/altro: in quest’ultimo caso è possibile dare una Descrizione, in cui si devono specificare le carte in cui il manoscritto è cartaceo, membranaceo o di altro materiale.

es.: cc. 1-5 cartaceo. cc. 6-49 membranaceo

8. Carte Corpo del codice

Il campo rileva la consistenza del codice e vi si riporta il numero delle carte che compongono il manoscritto, indipendentemente dalla numerazione presente.

Per quanto riguarda la numerazione:

- se il codice è già cartulato, utilizzare la numerazione presente; - nel caso sia necessario completare la numerazione, integrare la numerazione secondo la

tipologia (cartulazione o paginazione) e la posizione presente; - soprattutto nel caso di manoscritti moderni con una numerazione priva di errori, che non

inizia dalla prima carta effettiva, cartulare a matita in cifre romane le carte che

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precedono la numerazione originale.

Per cartulare un manoscritto, qualora non sia numerato o perché lo si ritiene necessario ai fini di una più agevole descrizione (come nei manoscritti compositi): - apporre la numerazione sul recto di ogni carta, a matita, sul margine superiore esterno; - distinguere le carte di guardia iniziali, il corpo effettivo del codice e le carte di guardia

finali; - cartulare il corpo del codice in cifre arabe; - non cartulare le carte di guardia, nel caso in cui si debbano citare indicare:

recto prima guardia ant. verso seconda guardia post.

Mancanze Segnalare le mancanze indicando le carte:

es.: mancano le cc. 43 e 46 strappate le cc. 1-3 mancanti alcune carte in fine, probabilmente bianche.

Le corrispondenti mancanze testuali andranno descritte nella descrizione del contenuto in nota al titolo.

Frammenti (maculature)

Segnalare le carte (o frammenti di esse) appartenute ad altri manoscritti o documenti e indicarne l’epoca; il testo eventualmente identificato andrà descritto in un’apposita descrizione interna.

Parti a stampa

Segnalare la presenza di parti a stampa, riportando le carte fra cui sono comprese, secondo la numerazione presente o aggiunta dal catalogatore.

Note

Indicare il tipo di numerazione presente:

- cartulazione; - paginazione; - paginazione originale (coeva al testo); - cartulazione a matita, - cartulazione moderna;

Segnalare gli errori di numerazione e le particolarità:

es.: guardie non numerate

non numerate cc. 1-6, 282, 283 cartulazione a matita I-XII

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paginazione 1-112 cartulazione a matita 1, 45-66; cartulazione originale 2-44 duplicazione c. 4

9. Dimensioni

Dare le dimensioni in millimetri di una carta rappresentativa. E’ possibile segnalare in nota se il manoscritto non è stato rifilato. In caso di manoscritto composito che si intenda descrivere come omogeneo, segnalare le diversità di formato più evidenti, dandone le misure e le carte. In caso di descrizione delle unità codicologiche, il campo Dimensioni si compila nelle schede secondarie.

Decorazione

La descrizione della decorazione si articola su quattro aree principali: 19.1 Decorazione – Datazione, 19.2 Decorazione Iniziali, 19.3 Decorazione Pagine / Altri Elementi / Oro, 19.6 Decorazione – Scuola Autore. La descrizione risultante dalla compilazione di tutti i campi delle suddette aree, prevede un’analisi precisa di tutti gli elementi che compongono la decorazione e si rivolge alla miniatura prodotta fino al secolo XVI.

Per la descrizione delle miniature si faccia riferimento a: V. PACE, Miniatura e decorazione dei manoscritti, in “Guida a una descrizione uniforme di manoscritti e al loro censimento”, Roma, ICCU, 1990, 91-102. In generale si tengano presente i seguenti criteri nel descrivere la decorazione, in particolare per la compilazione del campo Scuola/Autore: - la descrizione della decorazione deve dare conto, nel modo più stringato e preciso

possibile, della funzione e rilievo che occupa nel codice; - si descrivono innanzitutto gli elementi salienti della decorazione a partire dai più

importanti, in quest’ordine: pagine illustrate, pagine ornate, iniziali istoriate, iniziali figurate, iniziali ornate;

- rilevare la presenza di iniziali filigranate, segnalando eventualmente particolari tipi di ornati, colori che si discostino dalla normale alternanza di blu e rosso o variazioni significative entro il testo (ad esempio il subentrare di iniziali a cadelle dopo una serie di rubricate “normali”);

- segnalare la presenza di iniziali semplici, mentre gli elementi decorativi minori (rubriche, titoli correnti, ritocchi delle maiuscole) si potranno indicare con la formula riassuntiva “rubricatura”;

- la descrizione procede tenendo conto anche dell’ordine in cui essa si presenta; se una pagina ornata precede una pagina illustrata o una lettera istoriata segue una grande iniziale solo ornata, si valuti l’opportunità di descriverle così come si presentano nel testo anziché secondo l’ordine gerarchico, se si reputa che, nel caso specifico, sia importante rispettare la sequenza del progetto decorativo;

- si eviti di descrivere dettagliatamente i singoli personaggi che compaiono entro pagine o lettere istoriate, dando preferibilmente l’identificazione dell’iconografia della scena; una descrizione più particolareggiata può essere opportuna in alcuni casi, quali scene dedicatorie, iconografie non chiaramente identificate, etc.;

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- sono da escludersi generalmente anche precise indicazioni sui colori, a meno che non siano caratterizzanti di epoca, stile, committenza;

- ugualmente sintetica dovrà essere la descrizione delle cornici o fregi che completano la decorazione di pagine ornate o illustrate: anche in questo caso si cerchi però di fornire una definizione esatta del tipo di ornamentazione;

- per la decorazione a tralci bianchi ottenuti ‘risparmiando’ la pergamena su fondo a colori esiste la definizione di bianchi girari; se si tratta invece di tralci di foglie e fiori a colore si può indicarli come racemi o eventualmente racemi fioriti;

- si può specificare la presenza entro i racemi o i girari di altri elementi: sarà necessario indicare quella di stemmi, così come quella di santi o altri personaggi ben individuabili; è opzionale invece indicare la presenza di elementi decorativi minori, che potranno eventualmente essere indicati con espressioni riassuntive:

cornice a bianchi girari con putti, animali, gemme motivi (oppure ornati) all’antica (alludendo con questi ultimi a tutto quel repertorio ornamentale umanistico costituito da vasi, fontane, mascheroni, cammei, elementi di architetture classiche)

- nei codici veneti del Rinascimento è molto frequente l’uso di inquadrature

architettoniche (colonne sormontate da timpano, prospetti di edifici classici) come cornice della pagina: si potranno indicare semplicemente come ‘cornici architettoniche’;

- cornici o fregi con ornati all’antica, spesso arricchite da cammei, perle e pietre preziose entro campi rettangolari, si potranno semplicemente definire ‘fregi, cornici, ornati all’antica’, specificando ‘entro cornici modanate’ se profilate da sottili cornici di tipo architettonico;

- si potrà indicare col termine cornice il fregio che corre lungo i quattro i lati della pagina; se i fregi si limitano ad occupare 2 o 3 lati si possono chiamare fregi, usando descrizioni come ‘fregi a racemi fioriti, con ornati all’antica lungo i margini interno, superiore ed esterno’ o simili.

Per quanto riguarda la decorazione eseguita a partire dal secolo XVII, si ritiene facoltativo compilare i campi relativi alle Iniziali e alle Pagine / Altri Elementi / Oro. Alla descrizione della decorazione saranno riservati solamente i campi: Datazione e Scuola/Autore:

- in Datazione indicare la data in cui è stata eseguita la decorazione, la stessa del

manoscritto se coeva - in Scuola/Autore indicare gli intervalli di carte e descrivere sinteticamente gli elementi

decorativi, esplicitando l’iconografia, i simboli e i soggetti della decorazione 22.1 Legatura - Datazione/Origine Datazione

Indicare sempre l'epoca in cui si ritiene sia stata realizzata la legatura. Se la legatura è originale, indicare la stessa datazione del manoscritto. Se la legatura non è originale, ma è stata rifatta in epoca successiva, indicare il secolo.

es.: 1701-1800

Se la legatura è di poco posteriore al manoscritto, in caso di incertezza indicare come termine post quem la datazione del manoscritto.

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es.: 1357-1400 Origine

In questo campo è possibile descrivere la legatura in modo più esteso rispetto allo spazio riservato alla descrizione di assi, coperta e decorazione. Quando è possibile approfondire la descrizione della legatura, indicare qui il luogo in cui la legatura è stata realizzata o dare notizie relative alla sua origine (segnalando sempre la fonte da cui è tratta l'informazione). Eventualmente far seguire a questa indicazione le misure in mm della legatura.

22.6 Legatura - Materia / Decorazione

I campi Materia delle assi (22.3), Materia della coperta (22.4) e Decorazione della coperta (22.5) vanno sempre compilati. Per le legature prive di assi compilare solo Materia della coperta. Se si sceglie l’opzione Altro, è obbligatorio fornire una descrizione sintetica del materiale utilizzato o del tipo di decorazione. In ogni caso, è possibile descrivere sinteticamente la legatura in Descrizione:

es.: tutta coperta in pergamena 22.7 Legatura - Elementi metallici / Restauro Restauro

Indicare se il manoscritto ha subito interventi di restauro e, se nota, indicazione del restauratore.

es.: restaurato dall’Istituto di patologia del libro nel 1984 Note

Riportare qui in forma normalizzata il titolo presente su cartellini o etichette o impresso sui piatti o sul dorso; segnalare se guardie e controguardie sono in carta decorata e indicare i tagli dorati o di altro tipo e se sono presenti scritte:

es.: sul dorso impresso in oro il titolo “Cronaca”; contropiatto in carta marmorizzata guardia e controguardia in carta marmorizzata taglio dorato taglio dorato impresso taglio cesellato taglio dipinto 25.1 Storia del manoscritto Trascrizione/Descrizione di Elementi Storici

In quest’area vanno date notizie sulla storia del manoscritto, dalla sua origine fino all'attuale

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sede di conservazione, desunte dal manoscritto stesso e da fonti esterne (manoscritte e a stampa). Indicare sempre la posizione (la carta) da cui si cita o in cui si trovano elementi di interesse per la storia del manoscritto e l’epoca a cui risalgono.

In modo sintetico si possono inserire qui notizie della tradizione del testo. Per una trattazione più approfondita utilizzare il campo Osservazioni della Descrizione interna.

Segnalare:

- responsabilità: nomi di persone, di enti, di luoghi legati alla storia del manoscritto; nomi

di coloro che hanno commissionato, posseduto, ornato, postillato, donato, prestato il manoscritto, e che verranno indicizzati e normalizzati nell’area 25.2 Storia – Nomi;

- stemmi; - ex libris e antiche segnature; - timbri di proprietà; - sigilli; - raccoglitore (in caso di manoscritto composito spesso è possibile identificarlo); - luoghi di copia (se chiaramente espressi); - luogo di conservazione (attuale sede in cui il manoscritto è conservato, nei casi in cui il

manoscritto sia in deposito o in prestito presso un ente diverso da quello di appartenenza);

- notizie su acquisti e vendite.

In caso si ritenga indispensabile trascrivere elementi storici (come antiche segnature, sottoscrizione del copista e formule finali, note di possesso, di acquisto, di vendita, di provenienza, antichi titoli, cartellini con titolo che possono indicare un vecchio ordinamento della biblioteca, sede di conservazione o della biblioteca di provenienza, note) utilizzare, per i manoscritti anteriori al XVII secolo, la trascrizione diplomatica.

Ogni citazione dal testo deve essere posta tra virgolette. Le diverse notizie vanno separate dal punto e virgola (;). Ove si dovessero dare approfondimenti di una certa ampiezza, porre un punto dopo l’ultima notizia e far seguire le spiegazioni. Dare notizia della presenza di fogli o foglietti inseriti nel codice e valutare se la rilevanza del testo contenuto renda necessaria un’autonoma descrizione interna, oppure se trascrivere o riassumerne qui il contenuto.

Per la descrizione degli elementi storici presenti sul manoscritto si procederà di norma dal dorso al piatto anteriore a quello posteriore:

es.: sul dorso cartellino con l’attuale segnatura sul contropiatto anteriore ex libris della Biblioteca sul contropiatto post. ex libris del fondo sul recto della prima guardia anteriore precedente segnatura. Alla fine del testo mettere un punto (.). 25.2 Storia – Nomi

In questo campo vanno riportati tutti i nomi di persone o enti legati alle vicende di

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produzione e alla storia del manoscritto. Si indicizzano i nomi che abbiamo utilizzato nei campi:

Decorazione - Scuola/Autore, Storia del manoscritto - Trascrizione/Descrizione di Elementi storici, Legatura - Datazione/Origine.

Nomi presenti nel manoscritto e/o aggiunti da altre fonti

È possibile trascrivere la forma testuale del nome (se è in latino, il nome va al nominativo), indicando sempre la posizione nel manoscritto in Carta. Se il nome presente è aggiunto da altra mano, sia essa coeva o posteriore, se ne segnala la posizione e si specificano in nota informazioni come: epoca, eventuale identificazione della mano, altro. Se il nome è presente sull’ex libris, indicare in Carta: “ex libris Biblioteca”. Manus offre la possibilità di inserire più forme testuali di uno stesso nome presente nel manoscritto (con l’opzione Nuovo) e di legarle alla forma normalizzata. Nel caso in cui il nome sia identificato è superfluo riportare la forma testuale.

Forma normalizzata

Per ogni nome è obbligatorio dare anche la forma normalizzata, applicando le modalità di trascrizione previste dalla Guida alla catalogazione in SBN. Libro antico, 119-142 (oppure Guida alla catalogazione in SBN, pubblicazioni monografiche, pubblicazioni in serie, 187-208) e dalle Regole italiane di catalogazione per Autori (R.I.C.A.), 72-119, anche per quanto riguarda i segni e la punteggiatura. Le qualificazioni del nome vanno riportate in tutti i casi possibili, non solo in casi di ambiguità.

- se il nome non è identificato, va riportato nella forma testuale e normalizzata, indicando

in Note alla forma normalizzata eventualmente la fonte o i criteri della normalizzazione;

- se il nome è presente nel manoscritto ed è identificabile sulla base di un repertorio, scegliere l’opzione Nome identificato e indicare il repertorio nella Nota all’id. in forma abbreviata, che verrà data per esteso nel campo Fonti;

- tra i casi di Nome identificato rientra anche quello in cui il nome non sia presente nel manoscritto ma sia individuabile a partire da altri elementi, in questo caso si potranno specificare in Nota all’id. le motivazioni dell’identificazione (es.: Barbaro, Francesco, in Note all’Id. scrittura).

- la Forma normalizzata del nome deve riportare, nei casi in cui il nome non sia identificato, una qualificazione cronologica che dia un’idea almeno del secolo (es. Barbaro, Marco <fl. s. 17.>).

- le qualificazioni da preferire sono sempre le date di nascita e morte (<1546-1605>, in mancanza di uno dei dati solo la nascita o la morte (es. <n. 1546>, <m. 1605>), se la data è incerta <n. 1546 ca>, altre indicazioni di cariche o altre qualificazioni possono essere scritte in Note alla Forma normalizzata o in Nota all’Id. (es. Correr, Angelo <m. 1625>, in nota: Podestà di Vicenza 1612-1613); qualificazioni diverse dalla data di nascita o di morte vanno usate solo nel caso in cui siano le uniche informazioni disponibili (es. Barbarigo, Agostino <procuratore di San Marco 1485-1486>).

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- le pubblicazioni ufficiali si intestano all’ente, es. Chiesa cattolica, Venezia <Repubblica>

Se non viene attivata l’opzione Nome identificato, si è obbligati a indicare il nome presente.

Per evitare duplicazioni, verificare sempre che il nome non sia già presente nella Lista, cliccando l’opzione Lista e catturando poi il nome senza ridigitarlo.

25.3 Storia - Antiche segnature

Riportare qui le segnature precedenti, redatte in forma univoca, citate anche nella Storia del manoscritto. Per ogni antica segnatura, stabilire quali siano le parti fondamentali di cui è composta e riporla sempre in un’unica forma ‘normalizzata’, per una corretta indicizzazione.

es.: Cr. Libr. A Sc. 1 N. 3 Cr. Libr. A scaff. 4 n. 12 Correr Libr. A sc. 1 nr. 13 forme ‘normalizzate’ Correr A 1.3 Correr A 4.12 Correr A 1.13 Altre informazioni

Area 18 Scrittura e mani: individuare il tipo di scrittura (carolina, gotica, etc.) fino al XVI secolo, riportare i nomi dei copisti, con l’eventuale sottoscrizione. Area 21 Sigilli e timbri: indicare se presenti sigilli; Area 24 Stato di conservazione: indicare molto sommariamente lo stato di conservazione.

Osservazioni

Campo da utilizzare per approfondimenti, per la spiegazione di eventuali incertezze, per esporre difficoltà e dubbi sorti durante la descrizione esterna, per motivare scelte metodologiche e completare informazioni che superano la lunghezza dei campi, rispettando l'ordine delle sezioni della scheda e riportando la numerazione dei campi.

Camicia

Si utilizza il campo Camicia nei casi di opera in più volumi, miscellanee, buste contenenti materiale di tipo diverso al quale si voglia dare un titolo d’insieme o si voglia riportare un titolo complessivo già presente (sul dorso, sulla busta, sul piatto anteriore, nelle prime carte, etc.). In Note indicare la posizione del titolo se tratto dal manoscritto o la fonte utilizzata per la sua formulazione o trascrizione.

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DESCRIZIONE INTERNA

Creare una descrizione interna per ogni testo presente nel manoscritto, anche per frammenti, brevi testi presenti in guardie e controguardie, palinsesti. Per descrizioni sommarie creare un’unica descrizione interna, trascrivendo o elaborando un titolo d’insieme. 1. Descrizione Interna - Carte Carte

Dare gli estremi delle carte in cui è contenuto il singolo testo, specificando anche il recto e il verso, secondo la numerazione descritta in Note alle Carte (area 8. della Descrizione Esterna). Nel caso di paginazione indicare p. o pp.

es.: 1r-9v pp. 1-22 Note

Indicare tutte le carte bianche:

es.: bianche: cc. 5v, 8v, 10r-12v bianche: pp. 23-25

2. Nomi Responsabilità Nomi presenti nel manoscritto e/o aggiunti da altre fonti Vedi: 25.2 Storia – Nomi Forma normalizzata

Sono qui indicizzati i nomi di persone o enti che hanno un legame con il testo. In particolare, nel caso in cui l’autore o il traduttore etc. sia anche copista scegliere l’opzione Autografo.

3. Titoli

I titoli non vanno citati tra virgolette.

Il testo del manoscritto può essere edito in tutto o in parte. Se si ritiene opportuno il rinvio all’edizione si utilizzerà il campo Note. Per i testi classici di norma non si rinvia all’edizione.

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Se il testo è interamente edito dare l’indicazione in forma abbreviata dell’edizione, fornita in forma estesa in Fonti ovvero in Bibliografia a stampa se il testo edito è tratto dal nostro manoscritto. es. ed. P. Rossi, Venezia 1990, pp. 1-190 (se monografia) ed. P. Rossi, 1994, pp. 23-45 (se in periodico o in miscellanea) Se il testo è parzialmente edito specificare quale parte del testo è edita. es. cc. 1r-39v ed. P. Rossi…. primi tre capitoli ed. P. Rossi… Se il testo è frammentario, acefalo o mutilo rinviare all’edizione anche se si tratta di testi classici. Se il testo è segnalato in un repertorio o altra pubblicazione che rinvia a uno o più manoscritti con lo stesso testo rinviare al repertorio o alla pubblicazione segnalando anche il manoscritto citato. In caso di testo inedito è possibile rinviare a uno o più testimoni manoscritti. es. stesso testo nel Vat. Lat. 1980, c. 1r

Presente

Si intende Presente il titolo dato al testo al momento della copia. Trascrivere il titolo presente nel manoscritto in tutta la sua estensione, in forma normalizzata, ma riproducendone le particolarità grafiche. E’ obbligatorio indicare sempre la posizione del titolo nel manoscritto in Carta. Il t i t o l o p re s e n t e va sempre riportato. Se il titolo presente contiene l’indicazione dell’autore o altri elementi estranei al titolo, affiancarvi un Titolo elaborato, in cui si esclude il nome dell’autore e gli altri elementi:

es. Consilium Montagnanae junioris pro muliere patienti quedam accidentia post partum

Titolo elaborato: Consilium pro muliere patienti quedam accidentia post partum Andreae Danduli Chronica brevis Titolo elaborato: Chronica brevis Rime fatte l’anno 1569 Titolo elaborato: Rime

Aggiunto

Si intende Aggiunto il titolo apposto da mano coeva o posteriore. In Nota specificare la sua posizione ed eventualmente l'epoca a cui risale. Sono considerati t i t o l i a gg i u n t i anche quelli desunti da fonti esterne, come inventari o cataloghi, purché n o n a s t a mp a : in questo caso, in Nota si indicheranno la posizione, l’epoca, l’identificazione della mano e il riferimento bibliografico della fonte non a stampa da cui è stato tratto.

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Il t i t o l o ag g i u n t o va indicizzato quando corrisponde pienamente al contenuto, da solo o a complemento del t i t o l o p r e s e n t e . Non si indicizza, ma si riporta in Nota, nei casi in cui si indichi un t i t o l o e l a bor a t o o i d e n t i f i c a t o .

Elaborato

Se l’opera non ha il titolo presente o aggiunto, il catalogatore dovrà elaborare un titolo (in italiano) adatto al contenuto. Il titolo elaborato va indicizzato da solo o a complemento del titolo presente. Dare un titolo elaborato può essere utile soprattutto per manoscritti di carattere documentario. es. Documenti amministrativi della famiglia Venier Commissione del doge Giovanni Corner a Benedetto Giustinian podestà di Padova Libro d’oro

Identificato

Si intende Identificato il titolo che è stato reperito in fonti a stampa o in edizioni autorevoli: i riferimenti bibliografici abbreviati dovranno essere riportati in Nota (e per esteso nel campo Bibliografia – 4 Fonti). Il titolo identificato va indicizzato da solo o a complemento del titolo presente. Se la lingua del titolo non coincide con la lingua del testo, occorrerà specificarlo di seguito al titolo, usando la virgola come elemento di separazione. es.: Eneide, in latino

3.1 Nomi nel titolo

Si riportano in forma normalizzata tutti i nomi di persona, di enti e i toponimi presenti nel titolo. Le fonti riguardanti i nomi nel titolo vanno eventualmente inserite in Osservazioni in forma discorsiva, citando la bibliografia in forma abbreviata (poi per esteso in Fonti).

4. Incipit/Explicit E’ opportuno segnalare incipit ed explicit per i testi anonimi non editi. Osservazioni

I campi vanno utilizzati per motivare scelte metodologiche e approfondire informazioni. Va segnalato qui se il testo è acefalo o mutilo per caduta meccanica oppure se è stato copiato incompleto. Si riportano qui considerazioni riguardanti la tradizione del testo.

Bibliografia del manoscritto

Spazio dedicato alla bibliografia a stampa e non a stampa, alle riproduzioni del manoscritto (specificare il supporto), alle fonti utilizzate per datazione, identificazione di autori, opere,

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luoghi, eventuali collazioni del testo. Le indicazioni bibliografiche devono essere elencate in ordine cronologico. In Bibliografia del manoscritto indicare sempre anche la pagina in cui il manoscritto viene citato. Nel caso in cui il testo sia edito, si dovrà citare l’edizione in Fonti e qualora sia citato anche in Bibliografia del manoscritto.

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IN GENERALE

- All’interno delle aree Note e Osservazioni alla descrizione esterna ed interna specificare o

approfondire notizie date nelle aree precedenti, rispettando l'ordine delle sezioni della scheda e riportando la numerazione dei campi;

- ogni citazione dal testo va preceduta dall’indicazione della carta in cui si trova (tranne in Note alla Datazione espressa), seguita dai due punti (:) e trascritta tra virgolette “…”:

es.: c. 5r: “……..”

- all’interno delle aree di scrittura non si deve iniziare con la maiuscola (tranne nel riportare i

titoli) e ogni informazione va separata con il punto e virgola (;) (ma vedi sopra per 25.1 Storia del Manoscritto);

- non mettere il punto finale (tranne che in Storia del Manoscritto); - non si deve andare a capo (con tasto invio); - fare attenzione a non inserire spaziature in eccesso (spesso può succedere a fine parola); - nei campi in cui va indicato il numero delle carte, in presenza di paginazione, indicare p. o pp.

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TRASCRIZIONI

Per le trascrizioni vedi:

A. STUSSI, Introduzione agli studi di filologia italiana, Bologna 1997, 142-43, 150-51; A. PETRUCCI, La descrizione del manoscritto, Roma 1984, 174-76 (dalle Regole per la descrizione dei manoscritti, a cura della Commissione per la pubblicazione degli indici e cataloghi delle biblioteche italiane, 1941)

- usare trascrizione normalizzata per titoli, incipit, explicit e citazioni: punteggiatura,

maiuscole e minuscole si adattano all’uso moderno. Si mantengono le particolarità linguistiche, mentre si interverrà sulla grafia delle parole per ricondurla ad uniformità:

- distinzione secondo l’uso moderno tra u e v; - forma unica di i invece dell’alternanza i, j, y (in quest’ultimo caso trascrivere ii quando

non si tratta di y); - la e caudata viene resa con ae oppure oe; - apostrofi secondo l’uso moderno; - trascrizione diplomatica nell’area Storia del manoscritto: note di possesso, antiche

segnature, sottoscrizioni e note; - le abbreviazioni vengono sciolte fra parentesi tonde; - le abbreviazioni dubbie non devono essere sciolte; - le lettere illeggibili vanno indicate con punti posti fra parentesi quadre; - parti non trascritte dal catalogatore sono indicate con tre puntini; - integrazioni (non dovute a lacune) tra parentesi uncinate <>; - barra ( / ) a indicare l’a capo; - doppia barra ( // ) a indicare il cambio di pagina. Utilizzare la minuscola iniziale per i seguenti casi: - chiesa quando denota luogo; - mesi e giorni, titoli nobiliari, cavallereschi, accademici delle cariche, della gerarchia

ecclesiastica (re, papa, marchese, cavaliere, maestro, ministro, abate…); - nomi generici di circoscrizione territoriale, istituzioni, forme di governo, uffici, enti,

associazioni (impero, repubblica, senato, curia, confraternita, ospedale…); - santo, beato (come attributo); - aggettivi relativi ad un nome o ad una carica (eccellentissimo, reverendissimo, etc.); Utilizzare la maiuscola iniziale nei seguenti casi: - chiesa come istituzione; - aggettivi formati da nomi propri e designanti biblioteche, raccolte, codici, edizioni,

manoscritti, archivi, musei (biblioteca Laurenziana, raccolta Borghesiana, codice Marciano);

- nomi di popoli e di luoghi, di predicati di una carica ecclesiastica, iniziale dei nomi degli ordini regolari e cavallereschi (populus Reginus, abbas Farfensis, ordo Praedicatorum, cavaliere del Nodo);

- nelle parole santo, beato, usate per designazioni locali (ecclesia Sanctae Agnetis).

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ABBREVIAZIONI

È preferibile evitare l’uso di abbreviazioni. Nel caso fossero necessarie, soprattutto per problemi di spazio:

ant. = anteriore bibl. = biblioteca c. = carta cc. = carte cc. 1-5 = intervalli di carte cart. = cartaceo col. = colonna coll. = colonne expl. mut. = il testo finisce mutilo per caduta meccanica fasc. = fascicolo/i inc. acef. = il testo inizia acefalo per caduta meccanica lin. = linea linn. = linee marg. = margine membr. = membranaceo ms. = manoscritto mss. = manoscritti n. = nota nr. = numero post. = posteriore p. = pagina pp. = pagine

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PER LA CITAZIONE BIBLIOGRAFICA:

Monografie

Autore (sempre iniziale del nome e cognome), Titolo, Luogo di stampa (sempre nella lingua originale), Editore (fino al 1830), Anno di edizione, pagina o pagine citate senza p. o pp. M. Zorzi, La libreria di San Marco, Milano 1987, 54-60 Autore, Titolo, Luogo di stampa, Editore Anno di edizione con in esponente il numero dell’edizione: A. Cappelli, Lexicon abbreviaturarum. Dizionario di abbreviature latine ed

italiane, Milano 19296

Se sono più autori, separare con lineetta corta:

P. Bolognini-I. Pedrini, Manuale del catalogatore. Una guida per le biblioteche pubbliche, Milano 1990, 36

Inserire l’eventuale collana tra parentesi tonde e far seguire il numero della collana in tondo preceduto da virgola:

R. Pensato, La raccolta locale. Principi e gestione, Milano 2000 (Bibliografia e biblioteconomia, 59), 45

Non citare i titoli tra virgolette, tranne per l’intestazione dei periodici (vedi sotto: Articoli in periodici).

Opera in più volumi

Indicare il numero volumi subito dopo il titolo, indicare l’intervallo delle date di stampa:

M. Parenti, Aggiunte al dizionario dei bibliotecari e bibliofili di Carlo Frati, 1-3, Firenze 1952-1960

Se vogliamo citare solo uno dei volumi, indicare il numero del volume e la data di stampa:

M. Parenti, Aggiunte al dizionario dei bibliotecari e bibliofili di Carlo Frati, 1, Firenze 1952, 47

Indicare il curatore subito dopo il titolo:

Local studies collections, ed. by M. Dewe, Aldershot 1990 Atti di convegni

Mettere il punto dopo il titolo e specificare se atti di convegno, di seminario e simili:

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Gli archivi storici degli enti locali in biblioteca. Atti dello stage del 23 gennaio 1998 a San Miniato, a cura di M. Tani, San Miniato 1999

Saggi contenuti in opere miscellanee

Autore, Titolo, in Titolo dell’opera in cui è contenuta l’opera…:

R. Oberschelp, La Niedersachsen Dokumentation, in La memoria lunga, Milano 1985, 206-214.

Cataloghi di mostre

Titolo, catalogo della mostra a cura di (se ci sono curatori)…:

Grado, Venezia, i Gradenigo, catalogo della mostra a cura di M. Zorzi, S. Marcon, Venezia 2001.

Articoli in periodici

Autore, Titolo dell’ articolo, in “Titolo del periodico”, numero del periodico (anno), pagine:

G.M. Zuccolo Padrono, Sull’ornamentazione marginale di documenti dogali del XVI secolo, in “Bollettino dei Civici Musei Veneziani”, 17 (1972), 3-25.

Indicazione del numero della serie in numero romano:

Razzolini, Considerazioni, in “Archivio Veneto”, s. V, 109 (1977), 5-35

Trascrivere il corsivo presente nel titolo in tondo, indicare Nuova Serie con n.s.:

Rosada, Il Chronicum Venetum di Giovanni Diacono, n.s., 28 (1990), 79-94.

Abbreviazioni Per citazioni in altri campi della descrizione che non siano bibliografia:

Ageno, Rime estravaganti = F. Ageno, Rime estravaganti del Sacchetti, 1-4, in “Lettere italiane”, 13 (1961)

Ageno, Rime estravaganti, 4, p. 10 Indicazione dell’edizione:

Dante, Divina Commedia, ed. M. Barbi Nel riportare la citazione in forma abbreviata indicare sempre la pagina o le pagine di riferimento.

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

A. PETRUCCI, La descrizione del manoscritto. Storia, problemi, modelli, Roma, Carocci Editore,

2001 Guida a una descrizione uniforme dei manoscritti e al loro censimento, a cura di V. IEMOLO e M.

MORELLI, Roma, ICCU, 1990 Guida al software Manus, a cura di L. Merolla e L. Negrini. Roma, ICCU, 2001

Utile, in ogni caso, per problemi terminologici: M. MANIACI, Terminologia del libro manoscritto, Roma, Istituto centrale per la patologia del libro,

1998