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CONVENZIONE PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO “CULTURA E COMPETENZE DELLE/PER LE AUTONOMIE SOCIALI” TRA IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA CONFERENZA PERMANENTE DELLE AUTONOMIE SOCIALI, E L’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE, DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE E PSICOLOGIA Linee di attuazione CoPAS e SCIFOPSI Report delle attività 2016

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CONVENZIONE PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO “CULTURA E

COMPETENZE DELLE/PER LE AUTONOMIE SOCIALI”

TRA

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA – CONFERENZA PERMANENTE

DELLE AUTONOMIE SOCIALI, E L’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE,

DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE E PSICOLOGIA

Linee di attuazione CoPAS e SCIFOPSI

Report delle attività 2016

1. VERSO UN PROGETTO DI RICERCA “CULTURA E COMPETENZE DELLE/PER

LE AUTONOMIE SOCIALI”

Un primo prodotto della Convenzione è stata la definizione condivisa di linee di ricerca e la

formulazione di un Piano di lavoro di massima, con la definizione di aree di interesse e bisogni

emergenti, obiettivi, priorità e azioni.

1.1. Area di interesse e bisogni emergenti

Il campo di interesse condiviso è l’innovazione nel Terzo Settore, nel quadro della nuova legge

delega, con particolare riferimento alle prospettive di evoluzione del ruolo stesso delle

organizzazioni nonché della cultura e delle competenze sia del personale strutturato (soci e

dipendenti) che dei volontari.

I bisogni emergenti dalle organizzazioni di volontariato, di promozione sociale e dalle

cooperative sociali, in una fase di profonda revisione del ruolo e delle modalità operative del

Terzo Settore, riguardano:

la necessità di trovare equilibri tra nuovi ruoli sociali e responsabilità del Terzo Settore;

lo sviluppo di una nuova cultura condivisa basata su meccanismi di partecipazione, senso

di identità e appartenenza, tutela dei valori originali;

la promozione di competenze per favorire il riposizionamento delle organizzazioni e

superare la difficoltà di fare accogliere l’innovazione;

la necessità di far fronte alla difficoltà di gestione, nell’ambito di una stessa

organizzazione, delle attività di volontariato e delle attività più strettamente

caratteristiche dell’impresa sociale (commerciale, progettazione di servizi, …) per

carenza di integrazione tra dimensione economica e identità, tra funzione sociale e

imprenditorialità;

l’accoglimento delle istanze, provenienti in particolare dalle organizzazioni composte da

giovani, maggiormente coinvolti – ad esempio – nel settore della sharing economy e

della progettazione partecipata, di una maggiore flessibilità nella creazione e nello

sviluppo di impresa.

In tale ambito il contributo del Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia,

dell’Università degli Studi di Firenze, in virtù delle sue competenze educative e psicologiche, è

finalizzato a sviluppare ricerca e interventi finalizzati alla riqualificazione delle risorse umane;

all’individuazione di nuovi profili professionali; al supporto alla ridefinizione di modelli

gestionali e organizzativi dei servizi; al supporto alla realizzazione di modelli di valutazione.

1.2. Obiettivi e fasi della ricerca

Il Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze (SCIFOPSI)

e la Conferenza permanente delle autonomie sociali della Toscana (COPAS), hanno pertanto

condiviso di sviluppare un progetto di ricerca che prevede:

1. una analisi di sfondo sulla situazione attuale

2. la realizzazione di un piano per il coinvolgimento delle organizzazioni di Terzo settore

3. l’analisi e la sistematizzazione dei risultati dell’attività partecipata sulla quale basare il

successivo confronto

4. lo sviluppo di progetti di formazione continua.

Al fine di procedere all’analisi di sfondo iniziale e ad un primo coinvolgimento di alcune

organizzazioni, si è convenuto di realizzare un primo seminario di lavoro, finalizzato a:

approfondimento degli obiettivi e dei contenuti della Convenzione e dei possibili sviluppi

progettuali in termini di ricerca;

analisi della situazione e programmazione delle modalità di coinvolgimento attivo delle

organizzazioni di Terzo settore, propedeutico alla definizione di contenuti e metodi per la

realizzazione dell’attività seminariale;

Il seminario, realizzato il 16 e 17 dicembre 2016, ha consentito l’avvio della fase di

approfondimento degli obiettivi, configurandosi come momento essenziale dell’analisi di sfondo

e della focalizzazione degli ambiti specifici di interesse per il successivo approfondimento,

offrendo così un significativo contributo, come di seguito illustrato (cfr. § 2).

Le giornate seminariali sono state organizzate con risorse del Dipartimento SCIFOPSI

dell’Università di Firenze. Il COPAS ha coordinato le operazioni di contatto con le

organizzazioni del Terzo Settore rappresentate.

2. IL SEMINARIO DEL 16-17 DICEMBRE 2016

2.1. Il contesto e i cambiamenti in atto nelle organizzazioni del terzo settore

Il seminario ha esplorato il tema della innovazione ed evoluzione delle organizzazioni del Terzo

Settore1, con particolare riferimento alle cooperative (incluse quelle di minore grandezza) e alle

associazioni di promozione sociale che fondano le proprie attività sia su personale strutturato che

su personale volontario, procedendo da:

1. un’analisi dei bisogni emergenti da tali organizzazioni e imprese cooperative: tale analisi

è partita dai dati prodotti riguardanti il Terzo settore e non profit in Toscana e le risorse

del welfare toscano; sono state esaminate tipologie e caratteristiche delle organizzazione

del Terzo settore nel contesto toscano2.

2. i nuovi bisogni che le organizzazioni si trovano a fronteggiare, con un’analisi focalizzata

in particolare sui bisogni di welfare3;

3. l’esplorazione dei bisogni ha quindi affrontato l’ambito delle associazioni di promozione

sociale, sottolineando il cambiamento del ruolo del dirigente dell’ente non profit4; è stata

inoltre posta attenzione alle esperienze di ricerca per l’innovazione svolta dal Cesvot5.

2.2. Aggiornare i profili e i percorsi formativi per far fronte alle sfide

La seconda macroarea di studio ha riguardato l’analisi di come i percorsi formativi si sono

attrezzati per l’offerta di proposte di percorsi universitari in grado di fornire personale

competente di fronte ai bisogni emersi.

2.2.1. Offerta formativa e disciplina delle professioni educative e formative

Un secondo Step di approfondimento è stata un’attenta e puntuale disamina dell’offerta

formativa e della disciplina delle professioni educative e formative, vedendo il rapporto fra

1 Si veda il contributo di P. Federighi, in Allegato 1

2 S. Lomi, in Allegato 1

3 M. Campedelli, in Allegato 1

4 M. Mini.

5 R. Andreini.

Università e mercato del lavoro. Sono state esaminate le trasformazioni nella risposta formativa

e le prospettive future, così come emergono dai corsi di laurea e dalla formazione post-laurea,

con un focus su formazione continua, Embedded e on the Job, aggiornamento professionale

lavoro6.

Ulteriori riflessioni hanno precisato le trasformazioni nella risposta formativa e le prospettive

future7.

2.2.2. Evoluzione dei bisogni formativi ed esperienze del Terzo Settore

Sono stati quindi esaminati gli aspetti relativi alla evoluzione dei bisogni formativi, alle

esperienze del Terzo Settore, del volontariato, della promozione sociale e della cooperazione

sociale, approfondendo gli aspetti psicosociali del monitoraggio e della valutazione degli

interventi8.

E’ stata quindi portata la voce del volontariato per quanto riguarda la promozione modelli di

identificazione, messa in trasparenza, riconoscimento e validazione delle competenze acquisite

in contesti non formali e informali e nell’elaborazione di strumenti per valorizzare i volontari e

le esperienze di volontariato, a partire da ricerche e interventi di alcuni Centri di Servizio per il

Volontariato (CSV)9.

Importanti riflessioni sulle peculiarità delle associazioni di volontariato rispetto alle esperienze

di impresa sociale sono state portate dalle ANPAS10

.

Si è dato quindi spazio a nuove esperienze di impresa sociale, promosse da giovani laureati,

attraverso la costituzioni di spin-off accademici. Lo spin-off è una forma di impresa attraverso la

quale si possono realizzare percorsi per trasformare un’idea ad alto tasso di innovazione,

risultanti della ricerca prodotta nell’Università, in una impresa che viene riconosciuta

dall’Università di Firenze.

6 V. Boffo, in Allegato 2.

7 F. Torlone, in Allegato 2; G. Del Gobbo in Allegato 2.

8 P. Meringolo, in Allegato 1.

9 K. Orlandi, in Allegato 2.

10 L. Remaschi

E’ stato presentato uno spin-off al suo terzo anno di attività, LabCom, finalizzato alla ricerca e

azione nel campo del benessere psicosociale11

, e CAMBI-App, un progetto di spin-off al suo

esordio, che si propone di rispondere a bisogni di apprendimento trasformativo12

.

3. ELEMENTI DI RIFLESSIONI EMERSI

Nelle riflessioni conclusive13

sono stati sottolineati:

la tematica dei valori;

le sfide, che riguardano non solo il re-design dell’offerta di servizi, non solo la qualità

dell’offerta, e non solo l’adeguamento normativo;

la necessità di un cambio di passo culturale, in cui non è sufficiente rivendicare le differenze

(rappresentanza, fiscali, etc.), ma è necessario affrontare i bisogni emergenti facendo tesoro

della ricerca che emerge sia nello stesso terzo settore sia in ambito accademico;

l’attenzione al linguaggio e ai linguaggi, per riuscire a connettersi con il mondo giovanile,

anche sul piano della adesione a principi valoriali;

il tema delle competenze, come spendibilità di quelle acquisite nell’università, la capacità di

lettura della complessità della persona, i profili delle competenze attese nell’ambito del

management.

Ulteriori aspetti di riflessione hanno riguardato le Evidence Based Policies, come valutazione di

impatto delle politiche, l’attenzione alla domanda e non solo all’offerta, e infine la sottolineatura

del bisogno di innovazione: comunità, welfare occupazionale, produzione e offerta di tecnologie

ad alto impatto relazionale.

Si riconferma quindi, in conformità al Protocollo di intesa, l’attuazione di un programma di

lavoro pluriennale, che sviluppi e aggiorni l’analisi dei bisogni, rafforzi la rete tra università e

imprese, organizzazioni e associazioni di Terzo Settore, e sviluppi progetti di formazione

continua.

11

LabCom, in Allegato 3 12

CAMBI-App, in Allegato 1 13

P. Federighi, in Allegato 2

CONVENZIONEPERLAREALIZZAZIONEDELPROGETTO“CULTURAECOMPETENZEDELLE/PERLEAUTONOMIESOCIALI”TRAILCONSIGLIOREGIONALEDELLATOSCANA–CONFERENZAPERMANENTEDELLEAUTONOMIESOCIALI,EL’UNIVERSITA’DEGLISTUDIDIFIRENZE-DIPARTIMENTODISCIENZE

DELLAFORMAZIONEEPSICOLOGIA.

Reportattività2016Primabozza(raccoltadocumenti)

Linee di attuazione del Protocollo di intesa tra CoPAS e SCIFOPSI

Allegato al Protocollo di intesa

Progetto di ricerca

Un primo campo di interesse riguarda l’innovazione nel Terzo Settore, nel quadro della nuova legge

delega, con particolare riferimento alle cooperative (incluse quelle di minore grandezza) e alle

associazioni di promozione sociale che fondano le proprie attività sia su personale strutturato che su

personale volontario.

I bisogni emergenti da tali organizzazioni e imprese cooperative, in una fase di profonda revisione

del ruolo e delle modalità operative del Terzo Settore, riguardano:

• la necessità di trovare equilibri tra nuovi ruoli sociali e responsabilità del Terzo Settore;

• lo sviluppo di una nuova cultura condivisa basata su meccanismi di partecipazione, senso di

identità e appartenenza, tutela dei valori originali;

• la promozione di competenze per favorire il riposizionamento delle organizzazioni e

superare la difficoltà di fare accogliere l’innovazione;

• la necessità di far fronte alla difficoltà di gestione, nell’ambito di una stessa organizzazione,

delle attività di volontariato e delle attività più strettamente caratteristiche dell’impresa

sociale (commerciale, progettazione di servizi, …) per carenza di integrazione tra

dimensione economica e identità, tra funzione sociale e imprenditorialità;

• l’accoglimento delle istanze, provenienti in particolare dalle organizzazioni composte da

giovani, maggiormente coinvolti – ad esempio – nel settore della sharing economy e della

progettazione partecipata, di una maggiore flessibilità nella creazione e nello sviluppo di

impresa.

Una seconda area di interesse, che sarà precisata successivamente con la creazione di partenariati

adeguati e il reperimento di bandi che ne consentano il finanziamento, riguarderà la progettazione e

la sperimentazione di presidi tecnologici innovativi e a basso impatto per le residenze assistite o in

altri contesti di assistenza rivolte a soggetti con ridotta autonomia.

In tale ambito il ruolo del Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia, in virtù delle sue

competenze educative e psicologiche, sarà riconducibile a: riqualificazione delle risorse umane;

individuazione di nuovi profili professionali; supporto alla ridefinizione di modelli gestionali e

organizzativi dei servizi; supporto alla realizzazione di modelli di valutazione.

Si prevede pertanto l’avvio del Protocollo di intesa attraverso la messa a punto di un programma

di lavoro pluriennale a partire da:

• una analisi di sfondo sulla situazione attuale,

• la realizzazione di un piano per il coinvolgimento delle organizzazioni e cooperative,

• lo sviluppo di progetti di formazione continua.

Dell’accordo quadro tra CoPAS e SCIFOPSI faranno parte le seguenti azioni, da attivarsi nel breve

periodo:

• una Conferenza Stampa a settembre 2016 per la presentazione del Protocollo e delle Linee

di attuazione del lavoro per i prossimi 3 anni;

• un Seminario di due giorni da realizzarsi con un duplice target di riferimento: gli studenti

dei Corsi di Laurea e di Laurea Magistrale dell’area di Scienze della Formazione e di

Psicologia e il mondo delle Cooperative e del Non Profit. Il seminario si inserirà nella fase

di analisi di sfondo. L’organizzazione delle giornate seminariali sarà un compito a carico del

Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze;

• la partecipazione alla prossima Conferenza annuale dello stato delle Autonomie Sociali.

Progetto di ricerca “Cultura e competenze delle/per le autonomie sociali” 1. Area di interesse e bisogni emergenti

Il campo di interesse riguarda l’innovazione nel Terzo Settore, nel quadro della nuova legge delega,

con particolare riferimento alle prospettive di evoluzione del ruolo stesso delle organizzazioni

nonché della cultura e delle competenze sia del personale strutturato (soci e dipendenti) che dei

volontari.

I bisogni emergenti dalle organizzazioni di volontariato, di promozione sociale e dalle cooperative

sociali, in una fase di profonda revisione del ruolo e delle modalità operative del Terzo Settore,

riguardano:

• la necessità di trovare equilibri tra nuovi ruoli sociali e responsabilità del Terzo Settore;

• lo sviluppo di una nuova cultura condivisa basata su meccanismi di partecipazione, senso di

identità e appartenenza, tutela dei valori originali;

• la promozione di competenze per favorire il riposizionamento delle organizzazioni e

superare la difficoltà di fare accogliere l’innovazione;

• la necessità di far fronte alla difficoltà di gestione, nell’ambito di una stessa organizzazione,

delle attività di volontariato e delle attività più strettamente caratteristiche dell’impresa

sociale (commerciale, progettazione di servizi, …) per carenza di integrazione tra

dimensione economica e identità, tra funzione sociale e imprenditorialità;

• l’accoglimento delle istanze, provenienti in particolare dalle organizzazioni composte da

giovani, maggiormente coinvolti – ad esempio – nel settore della sharing economy e della

progettazione partecipata, di una maggiore flessibilità nella creazione e nello sviluppo di

impresa.

In tale ambito il ruolo del Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia, dell’Università

degli Studi di Firenze, in virtù delle sue competenze educative e psicologiche, sarà riconducibile a:

riqualificazione delle risorse umane; individuazione di nuovi profili professionali; supporto alla

ridefinizione di modelli gestionali e organizzativi dei servizi; supporto alla realizzazione di modelli

di valutazione.

2. Obiettivi e modalità della ricerca

Il Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze (SCIFOPSI) e

la Conferenza permanente delle autonomie sociali della Toscana (COPAS), collaboreranno per la

realizzazione di un progetto di ricerca che prevede:

1. una analisi di sfondo sulla situazione attuale

2. la realizzazione di un piano per il coinvolgimento delle organizzazioni di Terzo settore

3. l’analisi e la sistematizzazione dei risultati dell’attività partecipata sulla quale basare il

successivo confronto

4. lo sviluppo di progetti di formazione continua.

Dell’accordo tra CoPAS e il Dipartimento SCIFOPSI faranno parte le seguenti azioni, da attivarsi

nel periodo luglio-dicembre 2016:

- presentazione degli obiettivi e dei contenuti della ricerca e dei possibili sviluppi progettuali;

- analisi della situazione attuale e programmazione delle modalità di coinvolgimento attivo

delle organizzazioni di Terzo settore, propedeutico alla definizione di contenuti e metodi per

la realizzazione dell’attività seminariale;

- seminario di due giorni da realizzarsi con un duplice target di riferimento:

• gli studenti dei Corsi di Laurea e di Laurea Magistrale dell’area di Scienze della

Formazione e di Psicologia dell’Università di Firenze

• il mondo delle organizzazioni del Terzo settore.

Il seminario si inserirà nella fase di approfondimento dell’analisi di sfondo e della focalizzazione

degli ambiti specifici di interesse per il successivo approfondimento.

Le giornate seminariali saranno organizzate con risorse del Dipartimento SCIFOPSI

dell’Università di Firenze. COPAS coordinerà le operazioni di contatto con le organizzazioni del

Terzo Settore rappresentate;

- produzione, da parte del Dipartimento SCIFOPSI dell’Università di Firenze, di un report

dell’attività svolta, entro dicembre 2016, riguardante i quattro obiettivi di ricerca.

COPAS provvederà alla stampa e alla diffusione degli esiti della ricerca e a fornire supporto

organizzativo per le iniziative pubbliche di presentazione dei risultati conseguiti.

Nell’ambito del progetto di collaborazione sono inoltre previsti momenti di confronto fra i

referenti per la migliore aderenza del progetto alle esigenze e alla valorizzazione dei contributi dei

soggetti coinvolti.

Il lavoro di ricerca ed eventuali proposte di sviluppo saranno presentati in occasione della

Conferenza annuale sullo stato delle autonomie sociali, prevista dalla l.r. 21/2014, che COPAS

organizzerà in collaborazione con il Consiglio regionale della Toscana.

3. Oneri finanziari

Per la realizzazione del progetto di ricerca, il Consiglio regionale-CoPAS corrisponderà al

Dipartimento SCIFOPSI dell’Università di Firenze un rimborso spese forfettario di euro 2.000,00 a

seguito della presentazione del report sull’attività svolta.

Innovazione ed evoluzione delle organizzazioni del Terzo Settoreanalizzare i bisogni, sviluppare le competenze

16 — 17 dicembre 2016via Laura 48 — Firenze

14.30 | 17.30Sala SM4 — III Piano

Apertura dei lavoriEugenio GianiPresidente del Consiglio regionale della ToscanaPaolo FederighiDirettore Dipartimento SCIFOPSI | Università di FirenzeEleonora VanniPresidente Copas

Sono previsti contributi di approfondimento sui temiLa presenza delle organizzazione del Terzo settore nel contesto toscanoStefano LomiOsservatorio Sociale Regionale | Regione ToscanaEvoluzione normativa e impatto sul cambiamento culturale all’interno delle organizzazioni di TSFederico GelliPresidente CesvotI nuovi bisogni che le organizzazioni si trovano a fronteggiareMassimo CampedelliProfessional Affiliate | Sant’Anna PisaLe associazioni di promozione sociale. Nuovi bisogni, nuovi strumenti, il cambiamento del ruolo del dirigente dell’ente non profitMarco MiniARCI ToscanaL’esperienza delle ricerche per l’innovazione del CesvotRiccardo AndreiniResponsabile formazione e progettazione Cesvot

Sintesi dei lavoriPaolo FederighiDirettore Dipartimento SCIFOPSI | Università di FirenzeGianluca MengozziVicepresidente Copas | Arci Toscana

16 dicembre 2016

9.30 | 13.00Sala Altana — III Piano

Apertura dei lavori e Introduzione Patrizia MeringoloDipartimento SCIFOPSI | Università di FirenzeGiovanna Del GobboDipartimento SCIFOPSI | Università di Firenze

Evoluzione dei bisogni formativi, esperienze del Terzo Settore e del volontariato, promozione sociale, cooperazione sociale, valutazione degli interventi

CoordinaPatrizia MeringoloDipartimento SCIFOPSI | Università di FirenzeInterventiKatia OrlandiVicepresidente Copas | CIF ToscanaLuigi RemaschiDirettore ANPAS ToscanaLabCom - Ricerca e Azione per il benessere psicosociale, l’esperienza dello Spin-off AccademicoCAMBI-App, il progetto dello Spin-off

Trasformazioni nella risposta formativa e prospettive future: corsi di laurea e formazione post-laurea, formazione continua Embedded e on the Job, aggiornamento professionale.

CoordinaGiovanna Del GobboDipartimento SCIFOPSI | Università di FirenzeInterventiVanna BoffoPresidente CdLM 57/85 | Delegata del Rettore per il Placement Università di FirenzeFrancesca TorloneDipartimento SCIFOPSI | Università di FirenzePatrizia MattioliPresidenza nazionale AuserAugusto BorsiResponsabile qualità, accreditamento e formazione Consorzio Zenit

Sintesi dei lavoriEleonora VanniPresidente CopasPaolo FederighiDirettore Dipartimento SCIFOPSI | Università di FirenzePatrizia MeringoloDipartimento SCIFOPSI | Università di FirenzeGiovanna Del GobboDipartimento SCIFOPSI | Università di Firenze

17 dicembre 2016

IL CONTESTO E I CAMBIAMENTI IN ATTO NELLE ORGANIZZAZIONI DEL TERZO SETTORE

AGGIORNARE I PROFILI E I PERCORSI FORMATIVI PER FAR FRONTE ALLE SFIDE

La cultura e le competenze del Terzo Settore stanno cambiando passo a seguito delle trasformazioni sociali in corso e del rinnovato ruolo che nella vita del Paese viene loro richiesto anche a seguito dell’importante revisione normativa in atto. A questo proposito, nell’ambito del Protocollo di collaborazione tra Copas e Dipartimento Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze, sono organizzati due incontri di approfondimento con testimoni privilegiati e protagonisti diretti del cambiamento. I due momenti di confronto sono finalizzati a fare emergere e raccogliere i bisogni che esprimono le organizzazioni di volontariato, di promozione sociale e di cooperazione sociale, ad individuare percorsi e azioni comuni, utili a sostenere e promuovere nel Terzo Settore la capacità di giocare un ruolo appropriato e rispondente ai cambiamenti in atto e alle sfide future, a riflettere insieme per valutare l’impatto che la riforma potrà avere sul sistema toscano di Welfare. L’impostazione è quella di un workshop, per favorire il dibattito su alcuni temi centrali: il futuro del terzo settore e la domanda di nuovi servizi, l’esigenza di innovazione dei modelli organizzativi di fronte a inedite sfide gestionali, la necessità di valorizzare pienamente il patrimonio di risorse umane della Toscana nel Terzo Settore, i cambiamenti delle figure professionali e i profili attesi come sollecitazione per percorsi innovativi di formazione.

InnovazioneedevoluzionedelleorganizzazionidelTerzoSe1ore

analizzareibisogni,svilupparelecompetenze

Riflessioniintrodu7veProf.PaoloFederighi

Socialeconomyeservizieduca?vi

NellasocialeconomyleorganizzazionichehannomostratounpiùaltopotenzialediaBrazionedeigiovaniconelevatecompetenzenelcampodell’educazioneedellaformazionesonoleimpresesociali,anchedinaturacoopera?va,compreseleNon-profitins?tu?onsservingsocialeconomyen??es.seBori–elenca?inordinedipeso-concoperturadialmenoil75%dell’offertadell’economiasociale:Socialassistanceservices(e.g.childcare,eldercare,disabilitysupport)Educa?onandtrainingCultureandrecrea?onWorkintegra?on,employmentEconomic,socialandcommunitydevelopmentIseBorichecopronoilrimanente25%sonocos?tui?da:HousingHealthcareandmedicalservicesAgriculture,forestry,fishing,cleaning,maintenance,construc?on,energy,water,manifacturing,retailtrading,tourismLaw,advocacy,poli?cs

L’operatoredellaformazione

L’operatoredellaformazioneimpegnatonell’economiasocialepresidiasiaiservizispecialis?civol?allacrescitadelleconoscenze,competenzeecapacitàdellepersonecuiiservizisonorivol?,chedellepersonecheoperanoall’internodelleimpresesociali.Nelleimpresecheges?sconoserviziallapersonasonochiamateincausaentrambiicompi?neglialtri?pidiimpresaicompi?sonolimita?prevalentementeallacuradellacrescitapersonaleeprofessionaledegliadde7.

Condizionidilavoro

“thesocialeconomyischaracterisedbypoorworkingcondi?ons,short-termcontractsandmarginalratesofpay”(Oecd,2013:22).“Theshort-termnatureofgovernmentcontractsandunpredictablerevenuefromsalesofgoodsandservicesinachallengingeconomicenvironmentmadeitdifficulttoofferlongertermposi?onstoemployees”einoltredicurarework/lifebalanceissues,equalityofpayandasafeworkingenvironment”(Oecd,2013:59).Thefinancialimpera?vetobringinfundingtopaywagesprevaleinmol?casisugliaspe7dellaqualitàdellecondizionidilavoro

Condizionidilavoro

•  progressivomiglioramentodellecondizionidilavoro.•  Taledinamicavariaasecondadel?podiorganizzazioneconsiderata(delledimensioni,delseBoremerceologicoincuiopera,dellaposizionenelmercato,dellivellodimodernizzazione,dellaculturaorganizza?va).

•  Processievolu?vi–favori?anchedaglistandarddiqualitàrichies?dallanorma?vapubblica-.

•  Questofenomenoèdovutoadunaprogressiva–manonancoracompletata-professionalizzazionedelpersonaleoperanteall’internodelleimpresesociali.

TERZO SETTORE E NON PROFIT IN TOSCANA

RISORSA DEL WELFARE TOSCANO

Firenze, 16 dicembre 2016 a cura di stefano lomi

Alcuni dati dai registri regionali

Per dare conto della presenza del ts sul territorio toscano possiamo, ad oggi,

ricorrere a due differenti fonti: •  I registri regionali delle organizzazioni di

volontariato (LR 28/93 e s.m.), dell’associazionismo di promozione sociale (LR 42/02) e della cooperazione sociale (LR 87/97).

•  I risultati dei censimenti Istat delle Istituzioni non profit del 2001 e 2011 che permettono di prendere in considerazione anche il ts non formalizzato

Al 31/12/2015 risultano iscritti quasi 6.300 soggetti:

• Oltre 3.300 organizzazioni di volontariato • Oltre 2.300 associazioni di promozione

sociale • 589 cooperative sociali

L’indice di diffusione del ts in Toscana è di 17

organizzazioni ogni 10 mila abitanti, ed è in crescita.

A livello locale si può riscontrare una maggiore diffusione nelle province di Siena, Lucca e Pistoia

Alcuni dati dai registri regionali

Alcuni dati dai registri regionali

• Leoltre3.300associazionidivolontariatosonoa3veprincipalmenteneise6orisocialeesanitario.Sioccupano,inpar:colare,didisabilità,anziani,

immigra:eprofughi,bambini,adolescen:egiovani

• Leoltre2.300associazionidipromozionesocialesonoa3veprincipalmenteneise6oriculturale-

educa:vo,spor:vo-ricrea:vo,sociale

• Lequasi600coopera:vesociali,a3venell’erogazionediservizisocialiesocio-sanitari,sicara6erizzanoperunapresenzapar:colareneise6orisocio-sanitarioededuca:vo(:poA50%),

integrazionesocio-lavora:vadeisogge3svantaggia:(:poB41%)

Alcuni dati dai registri regionali

PARTECIPAZIONE ALLA COSTRUZIONE DEGLI SCENARI DEL WELFARE LOCALE

• CONSULTA DEL VOLONTARIATO (in taluni casi vi è locale, da

rinominare)

• CONSULTA DELLA COOPERAZIONE SOCIALE • CONSULTA DELLA PROMOZIONE SOCIALE (in corso di

nomina)

Gli istituti di partecipazione zonale nelle SDS:

• COMITATO DI PARTECIPAZIONE: coinvolge membri rappresentativi della comunità locale, rappresentanze dei beneficiari dei servizi, dell’associazionismo di tutela, purché non siano erogatori di prestazioni • CONSULTA DEL TERZO SETTORE: raccoglie le organizzazioni del terzo settore erogatori di prestazioni

Alcuni dati dal censimento Istat 2011

SE CONFRONTIAMO I DATI DEI REGISTRI REGIONALI (2015) CON QUELLI DEL

CENSIMENTO ISTAT (2011) VEDIAMO CHE IL QUADRO SULL’UNIVERSO NON PROFIT CAMBIA

SOSTANZIALMENTE

INFATTI RISULTANO CENSITE DA ISTAT 23.899 ISTITUZIONI DEL NON PROFIT A

FRONTE DI 6.297 ORGANIZZAZIONI ISCRITTE AI TRE REGISTRI REGIONALI

Alcuni dati dal censimento Istat 2011

Da chi è rappresentato il variegato mondo del non profit secondo l’Istat:

• Associazioni riconosciute

• Associazioni non riconosciute • Comitati

• Cooperative sociali • Enti ecclesiastici

• Fondazioni • SMS • Altro

Alcuni dati dal censimento Istat 2011

Perlatoscanasiparladida:quadrupli(quasi24.000Is:tuzioni)rispe6oaisogge3presen:neiregistriregionali

(6.297)eciòfaintenderecheesisteuntessuto,unarealtànonprofitmoltopiùampioebenpresentesulterritoriotoscano

Tral’altroilconfrontotraida:censuari2001/2011mostraunincrementodicirca5.500unitàinvaloriassolu:edi14,5

nell’indicedipresenzadelnonprofitinToscana

Dall’analisideida:Istat2011ise6oriprevalen:risultanoesserequelloculturale,spor:voericrea:vo,conil68%delleIs:tuzionicensite.Aseguireassumonorilevanzaaltriambi::sociale,sanitario,relazionisindacali,istruzioneericerca

Alcuni dati dal censimento Istat 2011

Qual è la mission dichiarata del non profit toscano?

1. Promozione e tutela dei diritti (massima espansione delle

garanzie) 2. Sostegno e supporto dei soggetti deboli (attenzione civica

a chi fa più fatica) 3. Cura dei beni collettivi (responsabilità sociale)

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

•  6 istituzioni su 10 dichiarano di avere un orientamento improntato alla pubblica utilità (attività d’interesse collettivo) e servizi rivolti a soggetti esterni

•  4 istituzioni su 10 dichiarano di avere una vocazione più mutualistica, ovvero servizi a favore dei soci/

associati

Alcuni dati dal censimento Istat 2011

ASPETTISTRUTTURALIEORGANIZZATIVI

Quasiil70%sonoassociazioninonriconosciute(quindiunnonprofittoscanoancorainformaleeconscarsa

stru6uraorganizza:va)

Nelrestante30%sonopresen:inmodopar:colareassociazioniriconosciute,coopera:vesociali,fondazioni(conunamaggioredotazionestru6uraleeorganizza:va)

Circal’85%dichiaradiavere“zeroadde3”,reggendosidunqueesclusivamentesuivolontari,il10%dichiaradi

averetra1e9adde3,soloil4%riferisce10opiùadde3

Alcuni dati dal censimento Istat 2011

ASPETTISTRUTTURALIEORGANIZZATIVI

Secondol’Istat(2011)lerisorseumanecheinToscanaoperanonelnonprofitsonooltre491.000,ovvero13personeogni100abitan:,dicuioltre430.000sonovolontari,circa40.000sonolavoratoridipenden:equasi19.000sono

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Alcuni dati dal censimento Istat 2011

ASPETTISTRUTTURALIEORGANIZZATIVI

Dunque,secondoIstat,unnonprofittoscanoafortevocazionevolontaria,maanchecapacedigenerare

unpotenzialeoccupazionalecheimpiega,dire6amenteoindire6amente,circa60.000persone

Ques:da:pongonolaToscanainposizionedi

ver:cenelconfrontoconleregioniitaliane,conunsignifica:voindicedipresenzanonprofit(65%Toscana,50%Italia–ogni10.000residen:)edellerisorseumane(13%Toscana,9,6Italia–ogni10.000residen:)

Alcuni dati dal censimento Istat 2011

ASPETTISTRUTTURALIEORGANIZZATIVI

L’indicedipresenzadelnonprofitconsenteancheunconfrontotraildatomedioitalianoetu6eleZone

sociosanitarie(34adoggi)toscane.Adoggiquestoconfrontoponetu6eleZonealdi

sopradelcontestonazionale

Quindic’èun’ampiadiffusionedelnonprofitsulterritoriotoscano,conpuntesignifica:ve–comegiàde6o-inLucchesia,nelSeneseenelPistoieseeconunapresenzaanchenellezonecollinariemontane

In conclusione

Dalconfrontotraildatoregionaleequellonazionaleemergeunsinte:cobilanciodalqualelaToscanamostradunqueunasignifica:vapresenzadelnonprofit,unamaggioreincisivitàdelpropriocapitalesocialeeunaspiccatapropensionealvolontariato

(chesappiamoavereinToscanaradiciprofondissime)

Quindicolle3vitàcheesprimonocara6eris:chedellatoscanità,doveresponsabilitàsocialeesenso

civicocostruisconoancoratramaeorditodicomunitàvolteall’accoglienzaeall’inclusione

In conclusione

Tramaeorditoche,apar:redallasignifica:va

spesasocialemessaincampodalpubblico(7%deltotalenazionale),puòcontaresuunareteregionaledove:

• terzose6ore

• lavorodomes:codicura• serviziocivile

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In conclusione

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• RegioneToscana,Copas,Cesvot,Anci,Unfi,Unipiedaltrisogge3stannolavorandoperprodurreunprimoreport/rapportoregionalesulterzose6oreapar:redallavalorizzazioneesistema:zzazionedelleinformazionipresen:dinaturaqualiquan:ta:va

Innovazione ed evoluzione delle organizzazioni del Terzo Se1ore

analizzare i bisogni, sviluppare le competenze

INUOVIBISOGNICHELEORGANIZZAZIONISITROVANOAFRONTEGGIARE

Firenze

[email protected]

0) …..Parliamo di welfare …..

2

•  Is2tuzioninonprofit–censimentoIstat2011:•  300mila-dicui45milanonrilevatenelcensimento2001-Barbe<a?•  4,7mlnvolontari•  1mlncircadioccupa2,70%inistruzione,sanitàeassistenza•  64mld€dibudget,2/3dafon2private

•  Is2tuzioninonprofit–differenzatra1999/2001e2011(Istat,PavolinieLori,BarbeNa):•  +28%o+9%?•  +52,4%nuovee20,9%cessateo47%nuovee43%cessate?•  +61,5%occupa2o+43,9%occupa2?

•  5x1000:16milionidiciNadinilodes2naannualmentealTs(Novarino)

1) Superare l’emianopsia

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1PILASTROCOPERTURAPUBBLICA

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2) Superare l’emianopsia es.:la spesa sanitaria

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1PILASTROCOPERTURAPUBBLICA115mld

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3) Superare l’emianopsia es.:il budget di salute

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1PILASTROInterventosanitario

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4) Come cambiano bisogni/domande?

5) Come reagisce l’offerta? ESEMPI DI “TRANSIZIONI”

•  Ass.volontariatocheGEMMAunafondazione/coopera2vasocialeae-ob/societàdicapitalinonprofit/profitperaprireunanuovalineadiaevità(sanitario,editoriale,assistenziale,inserimentolavora2vo)GRUPPOABELE/COMUNITA’DIVIAGAGGIOLECCO

•  Ass.volontariatochePARTECIPAadunaassociazionediassociazionicheasuavoltaGEMMAfondazione/coopera2vasocialeae-ob/societàdicapitaliprofit/nonprofitperREALIZZAREASSOCIATIVAMENTEunanuovaareadiaevità(loNaperlalegalità,finanzae2ca,ecc.)LIBERA–BANCAETICA

•  Societàdimutuosoccorso/associazionemutualis2cacheGEMMAunafondazione/impresasocialeinformadisocietàdicapitaliperaprireunanuovalineadiaevità(sanitario,assistenzaalleimpreseperilw.a.)CESAREPOZZO

•  SocietàdimutuosoccorsochePARTECIPAadunconsorziopergaran2reunanuovalineadiaevità(serviziperilmutualismo)COMIPA-MUSA

•  SocietàprofitcheGEMMAfondazionee-oimpresasocialeperaevitànonprofit(beneficenzadireNae-ofinanziamentoalnonprofit)–FONDSANZENO

•  FondazionedipartecipazionenonprofitcheGEMMA/societàprofitcheSITRASFORMAinimpresasocialeperaevitàtemporaneamentenonprofit(rescuecompany)COOPDAIMPRESEPROFIT

•  SocietàprofitchePROMUOVEilvolontariatodiimpresaericomprendequestenellapropriaaevitàprofit(beneficenzadireNa)piùomenocomeazionediresponsabilitàsocialediimpresaUNICREDIT

•  EntepubblicocheGEMMA/PROMUOVE,solooinpartnershipconprofite-ononprofit,fondazionidipartecipazione(aevitàculturali,socioeduca2ve)fondisanitariregionalidiprimoe-osecondolivello(sanitàesociosanitario),associazionidiassociazionidivolontariato(trasportoanziani)FONDAZIONEASILINIDO

•  Coopera2vasociale,qualificataomenocomeimpresesociale,cheGEMMAE-OPARTECIPAasocietàdicapitaliprofit-nonprofit/contraedirete,peraprireunanuovalineadiaevità(sanitario,servizidiw.a.perleaziende,ges2oneimmobiliare)COMETE,UPUMANAPERSONE,EASYCARE

7

6) Come reagisce l’offerta? “TRANSIZIONI”

TRANSIZIONINP–P–Peritorno LOGICHEVERTICALI-TOPDOWN,BOTTOMUP–E/OORIZZONTALI

DINAMICHEEVOLUTIVE

NB.VARIABILE:ORGANIZZAZIONENAZIONALE/ORGANIZZAZIONELOCALE/MIXVARIABILE:“PATHDEPENDENCY”

Dalnonprofitalnonprofit Strategie/esigenzedellesingole

organizzazioni/enOelorovalutazionidelleopportunitàprevistedallediversenorme

INTERNA,pergemmazionee/oacquisizione–modelloholding

Dalnonprofitalprofit INTERNA,pergemmazionee/oacquisizione–modelloholding

Dalprofitalnonprofit ESTERNA,pergemmazionediassociazionidiscopo,fondazioni,ecc.–daCsr

Dalpubblicoalnonprofit ESTERNA,fondazioni–dapartenrship

Dalpubblicoalprofit,condentroilnonprofit ESTERNA,soc.capitali–dapartenrship

NbCONLARIFORMAILTSE’UNACOMPONENTEREGOLAMENTATA/AGEVOLATA/CONTROLLATADELNONPROFIT

8

SOGGETTIGIURIDICI DECLINAZIONI ARTICOLAZIONIDIII°LIV.prevalenO

QUALIFICHE NOTE

Associazioni/OdvL.266/91* Federazioni/Associazionidiassociazioni*

OnlusD.Leg.460/97*

Associazioni/ApsL.383/00* Federazioni/Associazionidiassociazioni*

ImpresesocialiD.Leg.*155/06

CoopsocialiL391/91* Consorzicoopera2viContraedirete

FondazioniCCart.14essgg.

Eroga2ve/Opera2vaesexOnlusTradizionali/Partecipazione

SmsL.3818/1886eL.221/12s.m.i.

Federazioni/associazioni*Consorzi

Startupinnova2veL.221/12(nodistr.u2litemporaneo)

Avocazionesociale(vediseNorinorma2vaimpresasociale)

DocumentodidescrizionediimpaNosociale*

SocietàbenefitL.208/15(profitavocazionesociale)

Rendicontazioneannualedelbeneficiocomunerealizzato*

*OGGETTORIFORMAT.S9

7)DINAMICHE EVOLUTIVE ”DENTRO, FUORI, AI MARGINI” DEL T.S. – G. Taffari

gli strumen] giuridici

8) Quali priorità?

1.  Interrogareida2:•  evidencebasedpolicies;

2.  Organizzare-rappresentare-governareladomandavsriconfigurarel’offerta;

3.  Misurarsiconl’innovazione:•  Comunità–riconoscersiinundes2nocomune-comecompito;•  Riemergeredelwelfareoccupazionale(contraNuale,aziendale,ecc.)ovverorideclinareilnessolavoro-produzione-protezione-promozione•  TecnologieadaltoimpaNorelazionaleeassistenziale(Ict,Aal)

10

Grazieperl’a<enzione11

AGGIORNARE I PROFILI E I PERCORSI FORMATIVI PER FAR FRONTE ALLE SFIDE

Evoluzione dei bisogni formativi, esperienze del Terzo Settore e del volontariato, promozione sociale, cooperazione sociale, valutazione degli interventi

Patrizia Meringolo

Dipartimento SCIFOPSI Università di Firenze

Il lavoro di questo workshop • Percorso partecipato di analisi dei bisogni • Confronto tra i «testimoni significativi» delle esperienze di terzo settore

• Distinzione tra volontariato/promozione sociale/ cooperative sociali

Alcune riflessioni dal dibattito della sessione precedente

• Necessità di interrogare i dati [e di decodificare i dati] e di rappresentare la domanda

• Quali dati per quale progettazione? Evidence-based policies/empowering policies

• Valutazione di processo e di impatto (esiti potenziali) [basata su «conoscenze sistematiche e pubblicamente condivise»]

• Sul volontariato: trasformazione del concetto di gratuità [siamo sicuri che la reciprocità non sia una chiusura nel proprio gruppo di riferimento?]

Ambiti di intervento (cooperazione sociale) •  Si è parlato di settore sanitario o sociosanitario. Ma il sanitario è solo sanitario? [nel senso che il bisogno di prestazioni sanitarie è intrecciato con il bisogno di socialità] Analogamente il bisogno sociale ha a che fare con la qualità della vita e con il benessere [nel senso che contribuisce a prevenire condizioni di fragilità e a produrre «salute»]. E oltre al sanitario e al sociale? [I bisogni culturali-espressivi sono bisogni di socialità].

ICT e terzo Settore •  Robotizzazione e relazioni interpersonali •  ICT finora è stata prevalentemente pensata per un uso

individuale •  Progetti «collettivi» di e-health indirizzati al caregiver (familiare

e/o operatore) e a mettere in rete i servizi.

Quali profili e quali saperi (ambito psicologico)

• Saper leggere la complessità (ANALISI e ricerca) • Metodologia dell’INTERVENTO [e etica dell’intervento]

• Monitoraggio e supervisione dell’intervento (competenze psicologiche) [che non significa lo psicologo/a impiegato invece dell’educatore, ma la ridefinizione della figura psicologica dall’approccio individuale all’approccio sociale-comunitario]

• Saper lavorare in ambito interdisciplinare • VALUTAZIONE di processo e di impatto partecipata.

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ARCI Comitato Regionale Toscano – Piazza Dei Ciompi 11 – 50122 Firenze Tel. 055.262971 – www.arcitoscana.it – mail: [email protected]

Innovazione ed evoluzione delle organizzazioni del Terzo settore. Analizzare i bisogni, sviluppare le competenze.

Firenze, 16 dicembre 2016.

Relazione dell’avv. Marco Mini - ARCI Toscana

Per analizzare il tema oggetto del seminario nel contesto attuale è indispensabile prendere

avvio dal procedimento di riforma generale del terzo settore attualmente in corso.

Con legge n. 106/2016 è stata approvata la legge di delega per la riforma del terzo settore ed

è attualmente in corso l'elaborazione dei decreti attuativi. A prescindere dal risultato, dall'assetto

che potrà uscire dalla procedura di riforma, questa ci fornisce importanti elementi per comprendere

come sia mutata negli anni la percezione del fenomeno del terzo settore e della sua funzione sociale

ed economica.

Non potendo in questa sede svolgere un'approfondita disamina del contenuto, voglio fare

riferimento ad alcuni elementi significativi del cambiamento di approccio rispetto all'impianto nato

a decorrere dal 1991 quando veniva approvata la legge 266/1991 sulle organizzazioni di

volontariato e la legge 381/1991 sulle cooperative sociali, alle quali faceva seguito solo nel 2000 la

legge 383 sulle associazioni di promozione sociale1.

Possiamo partire dalla volontà di introdurre un sistema di valutazione dell'impatto

sociale al quale si connettono molti spunti di analisi e riflessione. La valutazione d'impatto, nella

riforma, si collega alla volontà di definire le attività che caratterizzeranno le varie tipologie di enti,

ad un sistema di autocontrollo attraversi le organizzazioni di riferimento ed alla connessione tra

1 Il contesto disciplinare dell’attuale non profit è composto, oltre che dalle norme richiamate (legge 266/91 e

legge 381/1991, legge 383/2000), dal d. Lgs. 460/97 che, sotto il profilo tributario, istitutiva il regime ONLUS e

disciplinava compiutamente gli enti non commerciali di tipo associativi. Con il d. Lgs 155/2006 veniva istituita, poi,

l'impresa sociale, anche se non completamente sviluppata, almeno sino ad oggi.

ARCI Comitato Regionale Toscano – Piazza Dei Ciompi 11 – 50122 Firenze Tel. 055.262971 – www.arcitoscana.it – mail: [email protected]

agevolazioni fiscali ed esito della valutazione d'impatto. Questo assetto ci consegna una prima

riflessione: l'attenzione del legislatore si sposta dall’attribuzione di rilevanza alla natura del

soggetto in sé all’attribuzione di maggior attenzione al risultato prodotto.

Questo passaggio rappresenta un cambiamento che influirà in maniera rilevante sulle

dinamiche gestionali degli enti, soprattutto delle piccole o medie associazioni a base volontaria e

non professionale. I dirigenti dovranno imparare a documentare e raccontare il risultato degli enti

che amministrano, attrezzandosi con servizi necessari alla produzione di questi adempimenti. Non

solo. L'impostazione incentrata sulla documentazione del risultato presuppone programmazione e

progettazione preventiva, approccio spesso di difficile realizzazione in dinamiche sociali a base

volontaria.

Altro elemento ritraibile dalla riforma - sempre con le cautele del caso essendo la legge

delega molto ampia e mancando i decreti attuativi - è il mantenimento di una sorta di settorialità

delle varie tipologie di enti. Nella definizione di terzo settore, contenuta all’art. 1 della delega, si

legge come siano considerati enti di terzo settore quelli che “realizzano attività di interesse

generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio

di beni e servizi”. Queste modalità vengono poste in rapporto alternativo, come si evince

dall'utilizzo della congiunzione "o", richiamando al mantenimento di una separazione di campi,

propria dell’attuale disciplina, tra organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione

sociale, imprese sociali. Questo argomento apre a svariate possibilità di analisi delle quali si

richiama il rapporto tra amministrazione pubblica e terzo settore in relazione al sistema di

finanziamento e ai sistemi di valutazione d'impatto. Il terzo settore è un rilevante fornitore di servizi

della p.a., principalmente nell'ambito dei servizi alla persona. Le normative richiamate sopra

descrivono un sistema di welfare legato ai principi di sussidiarietà e partecipazione attraverso i c.d.

corpi intermedi grazie alla loro governance democratica. In questo sistema – che giustamente

richiedeva un’attenta revisione considerato il tempo trascorso dalla sua genesi – il legislatore pare

voler dare maggiore protagonismo all'impresa sociale quale soggetto erogatore di servizi alla p.a. in

ambito sociale. Se così sarà, avremo ancor più di oggi una separazione tra soggetti di terzo settore la

cui precipua attività sarà la realizzazione di servizi delegati dalla p.a. e enti la cui funzione sociale

sarà quella autonomamente realizzata in attuazione delle specifiche finalità istituzionali.

La distinzione tra enti la cui attività è delegata dalla p.a. e si finanziamo mediante

risorse pubbliche e enti che vivono di autofinanziamento dovrà influire necessariamente sui

sistemi di valutazione d'impatto. Il nuovo sistema di valutazione dell'impatto sociale dovrà,

quindi, tenere sempre presente questa differenza. Se è appropriato parlare di misurazione di impatto

ARCI Comitato Regionale Toscano – Piazza Dei Ciompi 11 – 50122 Firenze Tel. 055.262971 – www.arcitoscana.it – mail: [email protected]

nella valutazione dei risultati di un progetto, anche al fine di decidere circa la continuità del

finanziamento, non è altrettanto scontato che il medesimo meccanismo possa servire a valutare i

risultati della funzione istituzionale quotidiana, svincolata dal uno specifico progetto. Si pensi alle

associazioni di comunità, siano esse i circoli o le associazioni parrocchiali (in sostanza le

associazioni di promozione sociale) ed alla loro funzione di ricreazione dei legami sociali,

solidarietà, delle produzioni culturali. In questi casi sarebbe più appropriato parlare di misurazione

del valore sociale piuttosto che d'impatto. Alcuni enti associativi, come ARCI Toscana, stanno

infatti rielaborando basi teoriche per questo lavoro, avviando una riflessione sulla produzione di

beni relazionali e capitale sociale.

Altro elemento è l'inserimento di criteri di efficienza, efficacia, economicità ai quali il terzo

settore dovrebbe ispirarsi. Il terzo settore, e principalmente l'associazionismo, veniva regolato, nel

codice civile e nelle legislazione speciale, con forti semplificazioni delle dinamiche relative

all'amministrazione dell'ente proprio in funzione di una riconosciuta assenza di professionalità data

la dinamica volontaria, non imprenditoriale del fenomeno. Quello che si legge tra le righe della

riforma è un'inversione di questa concezione, riferendosi al terzo settore come soggetto

professionale e come tale destinatario di norme maggiormente stringenti in materia di

amministrazione, responsabilità e risultato.

Fatti questi sommari richiami, in conclusione, si segnalano cinque spunti per una riflessione

sui bisogni degli enti di terzo settore, e maggiormente dell'associazionismo, oltre che sulle

competenze che il contesto sociale attuali richiede loro:

le associazioni e gli enti di terzo settore in generale avranno necessità - e questo a

prescindere dalle sito della riforma - di adeguati strumenti di misurazione del proprio

impatto o valore sociale, differenziato a seconda della specifica natura.

Strettamente connessa a questa necessità sarà poi lo sviluppo di capacità di programmazione

e progettazione.

Necessario presupposto, o conseguenza, di questo lavoro, sarà poi lo sviluppo della cultura

dirigenziale degli amministratori degli enti, elemento di non trascurabile complessità in

realtà a base democratica dove i dirigenti sono elettivi e, nella maggior parte dei casi,

volontari.

Sarà indispensabile, per garantire la qualità delle attività e la peculiarità dell'intervento del

terzo settore, valorizzare sistemi di formazione dei volontari ovvero dei lavoratori addetti

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alle varie attività, in maniera da scaricare in queste il valore aggiunto del terzo settore quali i

valori identitari e costitutivi della partecipazione, della solidarietà, dell'inclusione, ...

Infine, deve ricordarsi che lavorare con un ente di terzo settore significa conoscerne le

caratteristiche e l'organizzazione. Non è possibile fare consulenza o erogare servizi ad un ente di

terzo settore senza averne capita la dinamica sociale di base che lo rappresenta e costituisce.

Lavorare con il terzo settore significa, quindi, anche viverlo e parteciparvi.