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LINEA PROGETTUALE 5
Valutazione degli effetti tossicologici dell’aria prelevata in prossimità degli impianti di incenerimento
LP5 – Valutazione degli effetti tossicologici dell’aria prelevata in prossimità degli impianti di incenerimento
• Modelli in vitro per la valutazione della risposta infiammatoria
• Studio dell’impatto ambientale da sostanze genotossiche derivanti dall’attività degli impianti di incenerimento
• Modelli in vitro predittivi del rischio cancerogeno
• Approcci di tossicogenomica per l’individuazione di profili genici di espressione in linee cellulari esposte al particolato
• Valutazione dl rischio cancerogeno
• Arpa ER – Laboratorio tematico Mutagenesi Ambientale
• Arpa ER – Centro tematico regionale Cancerogenesi Ambientale e Valutazione del Rischio
• Università di Bologna – Dipartimento Patologia Sperimentale – Sezione Cancerologia
• Università di Ferrara – Dipartimento di Medicina sperimentale e diagnostica
• Università di Parma – Dipartimento di Genetica, biologia dei microorganismi, antropologia, evoluzione
Responsabile: dott. Annamaria Colacci
Cosa e’ stato indagato
• Base razionale– L’esposizione a
contaminanti ambientali può innescare una serie di eventi che si traducono in effetti a carattere acuto o cronico
– La risposta immediata è di tipo infiammatorio
– Gli effetti acuti, al perdurare dell’esposizione, tendono a cronicizzarsi e a creare un ambiente ideale per l’insorgenza di effetti più gravi e a lungo trmine
• Domande– È possibile tracciare a
livello biologico e molecolare le diverse fasi dell’eventuale risposta a una esposizione ambientale puntiforme, quale quella rappresentata da un inceneritore?
– E’ possibile identificare marcatori di esposizione precoci che potessero esser utili in una predizione del rischio per la salute umana?
Cosa e’ stato indagato
AZIONE 1
AZIONE 1
AZIONE 2
AZIONE 2
AZIONE 3
AZIONE 3
AZIONE 4
AZIONE 4
AZIONE 5
AZIONE 5
S. Pietro Capofiume
(fuori dominio)
NE 44.6, 11.6
Calamosco
Giardini Frullo EST
Veduro
F19
Frullo Ovest
Pianeta
Analisi tossicologica Stima del rischio cancerogenoFrullo EST Frullo ESTCalamosco Calamosco
Giardini Margherita Giardini MargheritaS. Pietro Capofiume S. Pietro Capofiume
Frullo OvestF19
VeduroPianeta
Siti considerati
Rurale
Frullo Biancovs
Urbano
Analisi tossicologica: i
confronti
Gli esiti del confronto
I risultati ottenuti nella LP5 sono concordi nel mostrare un profilo tossicologico simile nei campioni di aria prelevati nel sito di massimo impatto dell’inceneritore (Frullo Est) e nel sito appartenente allo stesso dominio, ma non interessato dalla ricaduta dei fumi dell’impianto (Calamosco). Molti indici, anzi, imputano al sito Calamosco un’attività tossicologica più elevata. Sulla base dei risultati ottenuti si può concludere che l’inceneritore oggetto di questo studio non incrementa il rischio da esposizione a aria inquinata
Fondamenta delle conclusioni
L’analisi tossicologica
Azione 5
Il materiale raccolto per l’analisi tossicologica
I campioni analizzati
Per ogni sito di raccolta, e’ stato ottenuto un unico campione per stagione derivato dall’estrazione in acetone di tutti i filtri
Endpoint misurati
Gli endpoint biologici: infiammazione
La risposta infiammatoria
Figura 7 - Studio comparativo dell’attività di rilascio di IL-1beta stimolata da particolato raccolto nei quattro siti prescelti. Monociti sono stati isolati dal sangue periferico di donatori , incubati in piastra (5 x 105/ml/piastra, 24 piastre) per 5 giorni e poi esposti a particolato alle concentrazioni di 80, 160, 320 µg/ml per 6 ore, I dati sono riportati come media di 3 repliche per punto per 2 donatori (totale 6 repliche)
Effetto analizzato Modello/Test Endpoint misurato Significato biologico
Risposta Infiammatoria
monociti primari di donatori sani
Rilascio di ATP e di IL1-beta
Le molecole ricercate sono rilasciate come risposta immediata a uno stress cellulare
Mutagenesi - Ames
Test su Salmonella - PM2,5 Inverno 2009
Salmonella assay - PM2,5 Winter 2009
0
20
40
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SuperSite C. Calam. S. Pietro C. G. Margh.
rev
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re
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TA98 TA98+S9 TA100 TA100+S9
Figura 9 – Comparazione degli effetti mutageni dei campioni invernali
Differenze non significative nell’ambito dello stesso ceppo batterico
Effetto analizzato Modello/Test Endpoint misurato Significato biologico
Danno genetico
Salmonella typhimurium (Test di Ames)
Retromutazioni E’ il test di elezione per individuare l’induzione di mutazioni puntiformi
mutagenesi - COMET
Figura 10 - Studio comparativo dell’attività mutagena (Test della cometa) di particolato raccolto nei quattro siti prescelti. Leucociti di donatori sani (106 leucociti/piastra) sono stati incubati con concentrazioni scalari (1.25, 2.5, 5 m3) di estratto per 1 h. Il DNA da cellule lisate, sottoposto a corsa elettroforetica su vetrino e marcato con bromuro di etidio viene osservato in fluorescenza. Il valore quantitativo del danno è dato dal coefficiente angolare delle rette di regressione dose-effetto dei campioni positivi e di quelli che presentano, comunque, un R2 ≥ 0,60. La significatività viene calcolata rispetto al controllo non trattato tramite test della medianaSupersite = Frullo EST
Inverno 2009_PM2,5_ Test della CometaWinter 2009_PM2,5_ Comet assay
0
5
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0 1,25 2,5 5 0 1,25 2,5 5 0 1,25 2,5 5 0 1,25 2,5 5
SuperSite C. Calamosco S.Pietro C. G. Margheritam 3
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Estate 2008_PM2,5_ Test della CometaSummer 2008_PM2,5_ Comet assay
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0 1,25 2,5 5 0 1,25 2,5 5 0 1,25 2,5 5 0 1,25 2,5 5
SuperSite C. Calamosco S.Pietro C. G. Margherita
m 3
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I%
Effetto analizzato Modello/Test Endpoint misurato Significato biologico
Danno genetico
rotture a singolo e/o doppio filamento del DNA e siti in cui la struttura del DNA è deformata
Evidenzia danno primario a carico del DNA nelle singole cellule non ancora riparato, né fissato.
rotture a singolo e/o doppio filamento del DNA e siti in cui la struttura del DNA è deformata
Mutagenesi - Micronucleo
Figura 11 - Studio comparativo dell’attività mutagena (test del micronucleo) di particolato raccolto nei quattro siti prescelti. Linfociti di donatori sani (105 leucociti/piastra) sono stati incubati con concentrazioni scalari (0, 3, 6, 12 m3) di estratto in due repliche indipendenti .Supersite = Frullo EST
Estate 2008_PM2,5_ Test dei Micronuclei
Summer 2008_PM2,5_ micronucleus assay
0
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0 3 6 12 0 3 6 12 0 3 6 12 0 3 6 12
SuperSite Ch. Calamosco S. Pietro C. G. Margherita
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MN mean Citokynesis-Block P roliferation Index (CBP I) mean
Inverno 2009_PM2,5_ Test dei MicronucleiWinter 2009_PM2,5_ Micronucleus assay
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SuperSite Ch. Calamosco S. Pietro C. G. Margherita
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CB
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MN mean Citokynesis-Block P roliferation Index (CBP I) mean
Effetto analizzato Modello/Test Endpoint misurato Significato biologico
Danno genetico
Micronucleo in linfociti periferici
Formazione di micronuclei (frammentazione del nucleo)
Evidenzia rotture dei cromosomi (sostanze clastogene) o perdita dei medesimi (sostanze aneugeniche)
Cancerogenesi in vitro
• L’endpoint di citotossicità misura il grado di sopravvivenza della cellula all’effetto tossico acuto del trattamento
FRULLO EST
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Estate 2008 Inverno 2009
Figura 12– Effetti citotossici misurati in cellule BALB/c 3T3 dopo esposizione a particolato raccolto nei quattro siti prescelti. Le cellule (250 cellule/piastra) sono state incubate per 48 ore con concentrazioni scalari di estratto. I dati sono riportati come numero di colonie per piastra w sono una media (±ES) di 5 repliche. Significatività statistica: * p<0.05, vs controllo solvente, Student t test; ** p<0.01, vs controllo solvente, Student t test.
Cancerogenesi in vitro
A B
Figura A3 - Piastre di un esperimento di trasformazione. A – controllo negativo - cellule trattate con il solvente (DMSO). B – controllo positivo - cellule trattate con il cancerogeno (3-MCA)
Figura A4- Focus ottenuto per trattamento con il cancerogeno (3-MCA) (ingrandimento 40x)
cancerogenesi in vitro
Figura 13 – Frequenza di trasformazione in cellule BALB/c 3T3 dopo esposizione a particolato raccolto nei quattro siti prescelti. Le cellule (30.000 cellule/piastra) sono state incubate per 48 ore con concentrazioni scalari di estratto. I dati sono riportati come Trasformation frequency (TF) un indice ricavato dal numero di foci maligni di origine monoclonale riscontrato in ogni trattamento per il numero delle cellule a rischio (cellule sopravvissute all’effetto tossico acuto dell’estratto). Significatività statistica: ** p<0.01, vs controllo solvente, , Poisson rates comparisonMCA = 3-metilcolantrene, utilizzato come controllo positivo (cancerogeno) alla concentrazione di 2.5 µg/ml/piastra
Estate 2008 Inverno 2009
FRULLO EST
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DMSO MCA 1 2 6 12
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10
-4)
Gli endpoint biomolecolari:trascrittomica (profili genici)
• Tossicogenomica– (disciplina) studia in quale modo il genoma di un organismo risponde ai fattori
ambientali di stress e agli inquinanti. – combina la tossicologia con la genomica per comprendere il ruolo delle
interazioni gene-ambiente nella insorgenza dei disturbi e delle patologie legate a specifiche esposizioni
• Trascrittomica – Una delle tecnologie omiche della tossicogenomica– Mediante l’utilizzo della tecnica di DNA microarray si valuta la variazione di
espressione di migliaia di geni (l’intero genoma che, a seconda dell’organismo, va da qualche migliaio di geni a decine di migliaia) in cellule che siano state esposte a singoli composti, chimici, miscele complesse di composti o, come nel caso di questo studio, a estratti di matrici ambientali.
– Con questo approccio è anche possibile identificare il modo d’azione o il meccanismo d’azione di composti chimici. Ogni esposizione determina uno specifico profilo trascrizionale, cioè un certo numero di geni che risulta differentemente espresso in seguito all’esposizione
Gli endpoint biomolecolari:trascrittomica (profili genici)
esposizione
Gli endpoint biomolecolari:profili genici
Gli endpoint biomolecolari :profili genici di cellule T47D
Figura 15 - Analisi delle componenti principali (PCA) in cellule T47D esposte agli estratti di particolato raccolto in tre siti prescelti. I dati sono il risultato di tre repliche biologiche. Il controllo è rappresentato da cellule non trattate
FES
CS
GMS
GMW
FEW
CW
.• Frullo Est e Calamosco differiscono tra loro per un
numero esiguo di geni, mostrando, anche in questo approccio biomolecolare, che i campioni d’aria raccolti in questi due siti hanno un profilo tossicologico sostanzialmente simile e differiscono in egual misura dal profilo identificato per il campione Giardini Margherita
Gli endpoint biomolecolari :profili genici di cellule T47D
• I risultati danno evidenza che la gran parte dei processi modulati sia in FrulloEst che in Calamosco si raggruppano nei seguenti percorsi biologici:– Attivazione del sistema immunitario e della risposta
infiammatoria, – Regolazione della coagulazione ed emostasi – Modulazione di processi di regolazione della crescita
cellulare.
Gli endpoint biomolecolari :profili genici di cellule T47D
• HuMI– ha risentito del forte effetto citotossico degli estratti in esame, che ha
determinato uno spegnimento a carico di molti geni, tanto da non risultare particolarmente informativa. Infatti, gia’ dopo solo 4 ore di trattamento con la dose 8 m3 l’effetto trascrizionale prevalente nella popolazione cellulare trattata è quello di un massiccio arresto della proliferazione dovuta all’insulto tossico.
• A549, – citotossicita’ indotta dagli estratti e’ stata piu’ modesta, e l’ inibizione
trascrizionale ha riguardato solo certi processi biologici relativi alla migrazione leucocitaria nei tessuti e ai sistemi di adesione tra cellule.
– E’ inoltre rilevante sottolineare che il solo trattamento con l’estratto di Calamosco comparato a G. Margherita interferisce con l’assemblaggio della cromatina, processo questo che viene riportato come significativo nella risposta a forti contaminazioni ambientali in bambini che vivono in zone altamente impattate dalla presenza di miniere di carbone.
• BALB/c 3T3, – è stato evidenziato un maggior effetto tossico da parte di Calamosco, attivati con
una attivazione anche dei marcatori di morte cellulare per apotosi.
Gli endpoint biomolecolari:altre linee cellulari
Fondamenta delle conclusioni
La valutazione del rischio cancerogeno
La valutazione del rischio tossicologico
• La valutazione del rischio si basa sull’utilizzo di modelli predittivi che consentono di stimare la probabilità che, in seguito a una specifica esposizione, un effetto avverso si verifichi in misura maggiore di quanto non accade in assenza di tale esposizione
• Questo concetto di “eccesso” di rischio sottolinea che la linea di partenza non corrisponde mai al rischio zero (assenza di
rischio).
Tossicità e rischio: le definizioni secondo l’OCSE
• Toxicity (= tossicità)– Capacità intrinseca di un composto chimico o di una
miscela di sostanze di indurre danno
• Hazard (= pericolosità)– Manifestazioni tossiche osservate indotte una quantità
nota di una sostanza in condizioni note di esposizione• Tossicità intrinseca
• Risk (rischio)– Probabilità che un pericolo (o più pericoli)
identificato(i) si possa realizzare in condizioni di esposizione prevedibili
– Risk = Hazard x Exposure
La valutazione del rischio tossicologico
– Stima del rischio cancerogeno
• UR (unità di rischio) (o potenza o hazard), – numero di tumori in eccesso attesi entro una certa dimensione
di popolazione come conseguenza di una esposizione quotidiana per tutta la vita a una dose unitaria del cancerogeno.
–
• Ci si basa sulla reale esposizione giornaliera, misurata o stimata (esposizione = E).
• Il rischio è pertanto dato da: UR x E.
Rischio in eccesso non deve superare 1 x 10-6
Siti considerati Campioni MicroinquinantiFrullo EST PM 2.5 IPA
Calamosco PM 1 nitroIPAGiardini Margherita diossine/furaniS. Pietro Capofiume PCB
Frullo OvestF19
VeduroPianeta
Stima del rischio cancerogeno
Rischio di cancro
PM2.5 Estate Inverno
B(a)PFrullo est 1.10 x10-8 3.99 x10-7
Calamosco 1.43 x10-8 10.22 x10-7
Frullo ovest 1.21 x10-8 1.94 x10-7
F19 1.98 x10-8 3.72 x10-7
Castenaso 1.32 x10-8 3.31 x10-7
Margherita 0.99 x10-8 2.96 x10-7
Pianeta 1.76 x10-8 2.09 x10-7
Veduro 0.44 x10-8 4.42 x10-7
I microinquinanti: IPA e NitroIPA (risultati)
Rischio di cancro
PM2.5 Estate Inverno
B(a)P eqFrullo est 0.93 x10-5 1.04 x10-4
Calamosco 0.58 x10-5 2.15 x10-4
Frullo ovest 0.75 x10-5 0.64 x10-4
F19 1.04 x10-5 0.88 x10-4
Castenaso 0.61 x10-5 0.85 x10-4
Margherita 0.51 x10-5 0.65 x10-4
Pianeta 0.61 x10-5 1.35 x10-4
Veduro 0.42 x10-5 1.17 x10-4
Fattori di equivalenza (Potency Equivalence factors, PEF)
derivanti da studi di cancerogenesi nei piccoli roditori dove disponibili, correlano il potenziale cancerogeno di IPA e NIPA a quello del Benzo(a)pirene [B(a)P] pari a 1
Potenza cancerogenaè stimata sulla base della somma dei valori trasformati in B(a)P equivalenti di ogni singolo componente
I microinquinanti: Diossine e PCB
• WHO (World Health Organization)
– TDI– 2 pg/kg p.c./die – assunzione massima senza
effetti sia tossico-riproduttivi (a soglia) che cancerogeni (la TCDD è un promovente)
• USA– cancerogeno con relazione
lineare tra dose e risposta e quindi senza soglia
– UR = 3.8 x10-5 per assunzione di 1 pg TCDD/mc/die per tutta la vita.
PCDD and PCDF WHO-TEF (1998) WHO-TEF (2005)2,3,7,8-TCDD 1 11,2,3,7,8-PnCDD 1 11,2,3,4,7,8-HxCDD 0.1 0.11,2,3,6,7,8-HxCDD 0.1 0.11,2,3,7,8,9-HxCDD 0.1 0.11,2,3,4,6,7,8-HpCDD 0.01 0.01OCDD 0.0001 0.00032,3,7,8-TCDF 0.1 0.11,2,3,7,8-PnCDF 0.05 0.032,3,4,7,8-PnCDF 0.5 0.31,2,3,4,7,8-HxCDF 0.1 0.11,2,3,6,7,8-HxCDF 0.1 0.11,2,3,7,8,9-HxCDF 0.1 0.12,3,4,6,7,8-HxCDF 0.1 0.11,2,3,4,6,7,8-HpCDF 0.01 0.011,2,3,4,7,8,9-HpCDF 0.01 0.01OCDF 0.0001 0.0003
PCB (n. IUPAC)3,4,4',5-TCB (81) 0.0001 0.00033,3',4,4'-TCB (77) 0.0001 0.00012,3,4,4',5-PnCB (123) 0.0001 0.000032,3',4,4',5-PnCB (118) 0.0001 0.000032,3,4,4',5-PnCB (114) 0.0005 0.000032,3,3',4,4'-PnCB (105) 0.0001 0.000033,3',4,4',5-PnCB (126) 0.1 0.12,3',4,4',5,5'-HxCB (167) 0.00001 0.000032,3,3',4,4',5-HxCB (156) 0.0005 0.000032,3,3',4,4',5'-HxCB (157) 0.0005 0.000033,3',4,4',5,5'-HxCB (169) 0.01 0.032,3,3',4,4',5,5'-HpCB (189) 0.0001 0.00003
I microinquinanti: Diossine e PCB
Rischio di cancro
PM2.5 Estate Inverno Estate Inverno
PCB totali TCDD+PCDF+DL-PCB TCDD eq
Frullo est 4.27 x10-8 6.05 x10-8 6.59 x10-7 6.77 x10-7
Calamosco 3.59 x10-8 7.34 x10-8 6.54 x10-7 9.23 x10-7
Pianeta 4.20 x10-8 6.68 x10-8 5.99 x10-7 9.01 x10-7
Considerazioni conclusive
• I risultati ottenuti nella LP5 sono concordi nel mostrare un profilo tossicologico simile, anche se non completamente identico, nei campioni di aria prelevati nel sito di massimo impatto dell’inceneritore (Frullo Est) e nel sito appartenente allo stesso dominio, ma non interessato dalla ricaduta dei fumi dell’impianto (Calamosco).
• Molti indici, anzi, imputano al sito Calamosco un’attività tossicologica più elevata. Anche l’analisi dei microinquinanti rilevati in tutti i siti dove è stata eseguita la raccolta dei campioni e la caratterizzazione chimica del particolato non mostra situazioni preoccupanti legate alla predizione di un eccesso di rischio di tumori imputabili all’attività dell’impianto di incenerimento.
Considerazioni conclusive
• Ci sono rischi per la salute della popolazione attualmente residente nelle aree interessate dall’inceneritore di Bologna (Frullo)?– Dai risultati di questo studio, l’inceneritore non incrementa il rischio da
esposizione a aria inquinata.
• E’ possibile applicare questi risultati ad altri inceneritori?– Sì, se questi inceneritori hanno la stessa tecnologia dell’inceneritore
studiato
• Che significato ha questo studio? Si può considerare completo e definitivo?– Applicando test e procedure internazionalmente riconosciuti per valutare
la pericolosità delle sostanze, abbiamo delineato un metodo sensibile e specifico che potrà essere applicato in futuro per l’eventuale monitoraggio degli inceneritori e per studiare nuove, eventuali, situazioni di esposizione.