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Linea diretta Socio Rivista trimestrale della Cassa Rurale di Pergine 03 2014 Linea diretta Socio è stata registrata presso il Tribunale di Trento in data 20/1/2010 n. 29. Iscrizione al ROC n. 20818 Una serata speciale, una serata sociale I capitali servono per produrre La notte di Natale alla Feldkappelle Dossier storia. I caduti del Perginese nel conflitto mondiale [1] [Negli ultimi sette anni, nell’ordine di cinque sono stati i milioni di euro che abbiamo destinato al sostegno delle iniziative e delle attività sociali e del volontariato] NE/TN0277/2009

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Linea diretta SocioRivista trimestrale della Cassa Rurale di Pergine

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Una serataspeciale,una serata sociale

I capitaliservonoper produrre

La notte di Natalealla Feldkappelle

Dossier storia.I caduti del Perginese nel conflitto mondiale [1]

[Negli ultimi sette anni, nell’ordine di cinque sono stati i milioni di euro che abbiamo destinato al sostegno delle iniziative e delle attività sociali e del volontariato]

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Direttore editoriale: Franco Senesi

Direttore responsabile: Gabriele Buselli

Comitato di redazione: Franco Senesi, Mauro de Manincor, Elio Carlin, Carla Zanella, Alessandra Morelli, Gabriele Buselli

Hanno collaborato: Lino Beber, Luciano Dellai, Alessandra Morelli, Marianna Moser, Giovanna Valcanover, Carla Zanella

Per le fotografie: Daniele Celva, Gabriele Buselli, Giorgio Mariotti, archivio Publistampa, archivio CRP

Redazione presso la sede centrale della Cassa Rurale di Pergine

Studio grafico: Roberti Festi

Impaginazione e stampa: Publistampa Arti Grafiche

In copertina un dettaglio del Salone Carlo Jellici a Palazzo Tomelin, sede della Cassa Rurale di Pergine. Sopra, il Municipio di Pergine circondato dai mercatini di Natale.

Cassa Rurale di Pergine Banca di Credito CooperativoSocietà Cooperativa 38057 - Pergine Valsugana (TN)Piazza Gavazzi, 5 c.p. 36tel. 0461.500111 - fax 0461.531146e-mail: [email protected] www.cr-pergine.net

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Cari Soci, sette anni sono passati dall’inizio di questa pesante crisi, sette anni durante i quali le cose sono andate continua-mente peggiorando e coinvolgendo sempre più aziende grandi e piccole, famiglie e persone. Il calo dei fatturati, la mancanza di investimenti, la perdita di posti lavoro, la disoccupazione

giovanile sono tutti fenomeni che si ripercuotono negativamente sulla vita quotidiana e di prospettiva sia delle aziende che delle famiglie. E in questo contesto, come abbiamo avuto modo di illustrare nella nostra recente Assemblea sociale, anche la nostra Cassa Rurale ne ha risentito. Sono comunque stati anni nei quali, nonostante tutto, siamo riusciti a cre-scere nei valori sia di raccolta che di impieghi, di patrimonio e di fondi rischi; nell’ordine di cinque, sono stati i milioni di euro che abbiamo desti-nato al sostegno delle iniziative e delle attività sociali e del volontariato. Sono però purtroppo cresciuti in modo significativo, come in tutto il sistema bancario, anche i crediti deteriorati, sia in incagli che in sofferenze. D’al-tronde, una realtà come la nostra, che opera in un territorio limitato con scarsa possibilità di diversificare i settori economici, non può che risentire e rispecchiare la realtà di quel territorio. Edilizia, porfido e immobiliare con il relativo indotto sono i settori più colpiti e che maggiormente hanno caratterizzato la nostra economia degli ultimi decenni e ovviamente quelli che ci vedono più esposti. Sono però anche i settori che sul finire del secolo scorso e l’inizio di questo ci hanno consentito di crescere nelle masse e nel patrimonio. Basti pensare che all’inizio del 1990 il nostro patrimonio era di circa 18 milioni e ora sfiora i 115 garantendoci un coefficiente di solvibilità superiore al 20% quando il limite richiesto è in questo momento dell’8% e sarà a breve del 10,5. Abbondante come si può notare è il margine che ci consente di fronteggiare eventuali manovre di rettifica del nostro attivo.Ora ci dobbiamo preparare alle conseguenze e alle evoluzioni che que-sta crisi comporta. In termini generali non vi sarà sfuggito come molte banche abbiano operato pesanti accantonamenti prudenziali chiudendo i propri bilanci in rosso e coerentemente apportando significativi aumenti di capitale. Sono manovre che si rendono necessarie per mantenere i coefficienti patrimoniali obbligatori per lo svolgimento dell’attività ban-caria secondo gli accordi di Basilea, sono però operazioni che le Casse Rurali non possono fare. Le Casse Rurali infatti devono contare sul proprio patrimonio che contiene quindi anche la componente di fondi rischi.A livello provinciale la nostra Federazione, insieme con Cassa Centra-le, per fronteggiare i problemi attuali e dare prospettiva con fiducia al futuro che ci attende e che dovrà vederci pronti ad accompagnare la ripresa che non potrà mancare, ha individuato una strategia precisa. Si tratta di un progetto di riordino e razionalizzazione delle realtà bancarie,

Contiamosul nostro patrimonio

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finanziarie, informatiche e assicurative di secondo livello (società nate dalle Casse Rurali per supportare le loro attività) e di rafforzamento della rete del primo livello (le Casse Rurali) che passa attraverso ope-razioni di accorpamento tra casse confinanti e omogenee. L’evidente obiettivo è quello di aumentare la solidità, l’organizzazione e l’efficien-za mantenendo il legame al territorio e alla comunità, caratteristiche imprescindibili della nostra ragion d’essere. È un progetto che ha sol-levato molti interrogativi e molte discussioni, ma ha il pregio di aver scosso l’ambiente e costretto i consigli a ragionare. Io non so se gli accorpamenti più adeguati e possibili sono quelli previsti dal piano, ma che se ne parli e si affronti con determinazione la tematica è sicura-mente un fatto estremamente positivo. Sono tante le Casse che hanno iniziato a parlarsi e, si sa come vanno queste cose, il dialogo può origi-nare anche qualche fidanzamento. Gli aspetti che dovranno esser poi valutati per poter sfociare in un matrimonio sono naturalmente molte-plici e di varia natura: da quelli economici a quelli statutari, da quelli organizzativi a quelli di governance, ma in assoluto il più importante è sicuramente quello di adottare le opportune preventive decisioni che consentano di presentarsi all’altare “puliti dentro e belli fuori”. Concludo con una speranza che di bancario non ha nulla, ma che vuole essere di fiducia nel prossimo futuro prestando fede a Giuseppe, figlio di Giacobbe, che nella Bibbia, sezione della Genesi, interpreta il sogno del faraone “delle sette vacche grasse e delle sette vacche magre” come i sette anni di abbondanza che faranno seguito ai sette di carestia e noi i sette di carestia li avremmo già passati.Con questo auspicio, rivolgo a tutti l’augurio di buone feste e di un buon anno nuovo che possa essere finalmente quello della riscossa.

Franco SenesiPresidente Cassa Rurale Pergine

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L’impegnodi essereCassa Rurale

“Operiamo in modo coerente e cercando di pesare il meno possibile sui bilanci di famiglie e imprese, sempre fedeli ai principi e ai valori del credito cooperativo e di una banca a responsabilità sociale”.

Mauro de Manincor | Direttore Cassa Rurale Pergine

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Su questo numero di “Linea diretta” che entra nelle case di tutti i Soci con una veste grafica rinnovata, prima di tutto vorrei ricordare l’Assemblea sociale

che abbiamo appena concluso e che ha evidenziato la “presenza” della Cassa Rurale in tanti ambiti, diretta-mente e anche indirettamente, tramite Cooperazione Reciproca. Sono convinto che Soci, Associazioni e tutti i porta-tori d’interesse (stakeholder) abbiano apprezzato l’impegno, notevole, prestato anche in campo sociale.Non credo sia banale aver erogato, in tempi di crisi, oltre 700mila euro per sostenere il territorio e le comunità. È una cosa che facciamo da sempre, che fa parte dell’essere “Cassa Rurale”, e il rischio è che diventi scontata, come si usa dire, come spesso accade alle cose che si fanno da tanto tempo. Lo sottolineo perché ogni lettore prenda coscienza di quello che la Cassa Rurale fa per mantenere vivo il territorio e sostenere il volontariato e le tantissime

iniziative e associazioni meritevoli, senza le quali, crisi o non crisi, tutti saremmo più “poveri”.

Passando a parlare di economia reale, più volte è sembrato che il tanto atteso risveglio fosse alle porte; purtroppo così non è stato e continuiamo ad attendere un qualcosa che sembra essere immi-nente, ma che continua a non realiz-zarsi. Infatti, seppure all’orizzonte si manifesti qualche segnale di schiarita, sia sul piano economico che finanziario, una ripresa vera stenta a manifestarsi; la soluzione dei più acuti problemi che soffocano il Paese continua ad essere rinviata e l’anno si chiuderà presumibil-mente con una riduzione del PIL intorno allo 0,3-0,4%, con i riflessi che perdu-rano soprattutto sull’occupazione e con una nuova fase di recessione.È intervenuta anche la BCE, che dopo aver ridotto ai valori minimi il tasso di intervento (e posto su valori negativi il tasso di remunerazione delle riserve bancarie in eccesso), ha lanciato una

In tempi di crisi la Cassa Rurale ha erogato oltre 700mila euro per sostenere il territorio e le comunità. Tutto questo fa parte dell’essere “Cassa Rurale”.

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La presenza della Cassa Rurale si evidenzia in tanti ambiti, direttamente ma anche indirettamente tramite CooperAzione Reciproca.

nuova serie di operazioni “eccezio-nali” di rifinanziamento, tra le quali le TLTRO (operazioni mirate di rifinan-ziamento a più lungo termine), in cui la T iniziale ricorda che il loro scopo precipuo è quello di favorire una ripresa della concessione di credito. A breve dovrebbe anche partire un programma di acquisti di covered bond (obbliga-zioni bancarie garantite) e ABS, titoli cartolarizzati emessi da veicoli finan-ziari delle banche garantiti da mutui o da prestiti alle imprese.

Circa gli aspetti più strettamente connessi con la nostra attività caratte-ristica, stiamo vivendo, assieme a tutto il sistema bancario, una fase di passag-gio. Come noto, dopo la creazione della moneta unica europea (Euro), l’ado-zione di una politica monetaria unica e di una unica banca centrale europea (BCE), si è deciso di realizzare l’Unione bancaria con gli obiettivi, tra gli altri, di spezzare il legame tra il rischio-Banca e il rischio-Stato, proteggere sempre di più il risparmiatore, garan-tire l’uniformità delle condizioni del credito in un mercato bancario europeo ancora troppo frammentato. L’Unione bancaria è un processo complesso, che avrà bisogno di parecchio tempo per essere completato. Ma già si stanno ridefinendo alcune regole che produ-cono cambiamenti rilevanti e vedono controllori sempre meno nazionali: mi riferisco alla normativa che va sotto

il nome di Basilea 3, alla vigilanza accentrata presso la BCE, agli schemi di protezione dei depositi, alle misure per il risanamento e la risoluzione delle banche in crisi. Nuove norme e ulte-riori disposizioni che anche noi, banca locale, dovremo giustamente osservare: la speranza è che vengano riconosciute le caratteristiche delle piccole banche, soprattutto in termini di proporzionalità per quanto attiene a regole e burocra-zia, distinguendo meglio gli istituti per dimensione, modello di business, forma giuridica e appetito per il rischio.

Per quanto ci riguarda più da vicino, la crisi persistente e le nuove norme ci obbligano ad affrontare problemi di tipo strutturale, impegnando prima di tutto il Consiglio nella redazione del Piano strategico per i prossimi tre anni e nella pianificazione delle azioni per raggiun-gere gli obiettivi fissati che coinvolge-ranno tutti i collaboratori.Già abbiamo avuto modo, durante l’Assemblea sociale, di fare il punto sul bilancio semestrale della Cassa, il bilan-cio di un anno pesante all’interno di un periodo che sicuramente sarà ricordato come il più difficile del dopo guerra.Va però sottolineato che, in questo scenario incerto e mutevole, dall’inizio della crisi (2008) ad oggi tutti i valori economici e patrimoniali della nostra Cassa sono positivi: sono aumentati la raccolta complessiva (con il calo dell’indiretta ampiamente compensato

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dall’aumento della diretta), gli impie-ghi (nonostante il calo degli ultimi due anni), le riserve patrimoniali e le retti-fiche di valore su crediti. Rettifiche che rappresentano uno degli aspetti negativi causati dal notevole peggioramento della qualità del portafoglio crediti e si ripercuotono su un conto economico già contratto da margini sempre più ridotti per l’andamento dei tassi, per la recente diminuzione dei prestiti e, soprattutto, per il costo del rischio. Proprio le politiche che il Consiglio adotterà in materia di crediti deteriorati condizioneranno la chiusura d’esercizio e il rispetto di un budget che, comun-que, prevede di accantonare ancora somme ingenti per valutare il porta-foglio crediti in modo assolutamente prudenziale. Somme che, in caso di chiusura di bilancio negativa, dovremmo poi coprire con le riserve patrimo-niali, che abbiamo fatto crescere nei periodi buoni, proprio per averne la

disponibilità nei momenti difficili e che resterebbero comunque considerevoli anche dopo eventuali, parziali, utilizzi. La Cassa ha cercato di pesare il meno possibile sui bilanci di famiglie e imprese, sempre fedele ai principi e ai valori del credito cooperativo, di una banca a responsabilità sociale, di una banca che cerca di creare valore sul territorio per conto dei propri soci e clienti, mantenendo la rotta anche in acque burrascose. Può continuare a farlo se riprenderà quel circolo virtuoso che finora ha permesso di crescere, sviluppare masse adeguate e sostenere tutte le attività, comprese quelle sociali; un circolo alimentato prima di tutto da famiglie e imprese soddisfatte, da soci e clienti fedeli che si rendono conto di contribu-ire, anche tramite la Cassa rurale, al benessere comune.

Con i migliori auguri di Buone Feste.

Dall’inizio della crisi (2008) ad oggi tutti i valori economici e patrimoniali della Cassa sono positivi.

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Una serataspeciale, una serata sociale

“Nel 2013 oltre 701mila euro per Soci e Comunità. Un bilancio sociale sempre importante nonostante l’economia segni il passo”.

Gabriele Buselli

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Oltre 400 le persone presenti all’appuntamento dell’As-semblea sociale della Cassa Rurale di Pergine presso il Nuovo Teatro Comunale:

un momento di confronto e di dialogo con i Soci e i Clienti. Sociale in primo piano, dunque, con i numeri dell’im-pegno profuso nel 2013: oltre 701mila euro per i Soci e la comunità. Numeri sempre importanti, che ci sono, nero su bianco, nonostante l’economia segni il passo. Una situazione ben illustrata nel corso del talk show che ha aperto la serata. Sono stati il Presidente della Cassa Rurale Franco Senesi, il Direttore Mauro De Manincor, il Direttore di Cassa Centrale Mario Sartori e il Coordinatore di CooperAzione Reciproca Elio Carlin a entrare nel dettaglio degli aspetti che, nel credito cooperativo, legano indissolubilmente economia e sociale. In particolare il Presidente Senesi ha voluto puntualizzare che la Cassa Rurale c’è: «Il 2013 è stato un anno importante per il sociale»: sono state

le sue parole per esprimere un forte concetto di comunità. «Anche in tempi di vacche magre si fa il massimo per lo sviluppo della comunità – ha aggiunto – con investimenti sulle persone e sull’associazionismo. Certo che – ha sottolineato ancora – dobbiamo dimo-stare la nostra fedeltà confermando la nostra fiducia, anche quando le Casse Rurali, a causa della crisi, non sono in grado di garantire le condizioni più van-taggiose. Forniscono però una garanzia: l’impegno a lavorare per soci, clienti, territorio. Sempre. Da qui il nostro slogan: sempre insieme con fiducia». Lo sforzo in questa direzione è notevole, ha sottolineato il Direttore Mauro De Manincor, che ha anticipato alcuni dati di questo 2014. «Cresce, paradossalmente, la raccolta – ha spiegato il Direttore – probabilmente si tende a non spendere, o a spendere meno, magari per avere risorse per i propri figli che faticano a trovare lavoro». Raccolta che, tra diretta e indiretta, al 30 giugno ammon-tava a 792 milioni di euro con un +1,16%

I numeri del bilancio sociale 2013 sono sempre importanti, nero su bianco, nonostante l’economia segni il passo. Concetti sottolineati nel talk show che ha aperto l’Assemblea.È stata inoltre l’occasione per investire sul futuro con i Premi allo studio (nella foto in alto).

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rispetto al 31 dicembre 2013. L’utile netto al 30 giugno è stato di 422mila euro. «La situazione economica della comunità perginese non è avulsa da un contesto trentino e nazionale – ha specificato il direttore di Cassa Centrale Mario Sartori –. In un mondo globalizzato che intreccia rapporti finanziari e commerciali in un mercato vastissimo – ha aggiunto ancora – è pura utopia pensare di essere risparmiati dalle dinamiche internazionali». Sartori ha sottolineato come la Cassa Rurale di Pergine sia solida, anche se soffre della contrazione dell’economia locale. Il Direttore di Cassa Centrale Banca si è soffermato, anche, sul significato della parola crisi=dividere. «Ciò sta a significare – ha detto – che siamo tra due fasi diverse, ed è su questo che dobbiamo ragionare, sapendo che le cose non saranno più come prima». E sul tasto del cambiamento ha pigiato Elio Carlin, che ha centrato il suo intervento sulla “mission” del braccio sociale della Cassa Rurale. Il tutto partendo da un principio di reciprocità che è attecchito bene e che sta dando

ottimi risultati, «Sperimentiamo – sul campo – ha detto nuove forme di welfare “generativo”, che superano il concetto di assistenza chiedendo anche agli utenti una partecipazione attiva. Sono nate così – ha concluso Carlin – moltissime iniziative di carat-tere sociale, culturale, relazionale che hanno lasciato un segno positivo nella nostra comunità».A entrare nel dettaglio dell’attività di CooperAzione Reciproca è stata la referente Carla Zanella: una lunga lista di progetti relativi all’insegna-mento delle lingue, al supporto delle attività scolastiche, alla promozione della salute, dello sport, della cultura, alla facilitazione a entrare nel mondo del lavoro per i giovani fino alla collabo-razione per le attività e i bisogni della terza età. «Un progetto nato nel 2007 – ha concluso – che si sta espandendo sempre più con l’obiettivo di produrre valore e benessere per tutta la comuni-tà». Un impegno della Cassa Rurale nel sociale sottolineato dai numeri: negli ultimi 10 anni ha distribuito al territorio ben 10 milioni di euro.

In un mondo globalizzato che intreccia rapporti finanziari e commerciali in un mercato vastissimo è pura utopia pensare di essere risparmiati dalle dinamiche internazionali.

Nella foto Carla Zanella, referente CooperAzione Reciprocacon Cristiano Carlin, esperto di previdenza integrativa.

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I capitali servono per produrre

Giovani, lavoro, autonomia. Parla l’ex Ministro allo Sviluppo economico Flavio Zanonato. Un’intervista che mette in luce la necessità di un rinascimento industriale.

Gabriele Buselli

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Industria, giovani, lavoro, Europa e autonomia.Argomenti a ruota libera, ma con il denominatore comune dello sviluppo, con l’ex ministro, e ora europarlamen-

tare, Flavio Zanonato in una mattinata di settembre in Piazza Municipio a Pergine. Un appuntamento organizzato dal locale circolo del Pd. Un’occasione per appro-fondire una serie di argomenti di stretta attualità. Un’intervista di soli cinque minuti con l’ex Sindaco di Padova ed ex Ministro allo Sviluppo economico del Governo Letta. Una sintesi, comunque, esauriente su temi che investono il quotidiano di ogni cittadino.

Onorevole Zanonato, si parla spesso di un rinascimento industriale. C’è veramente la volontà?La volontà, in una parte delle forze politiche europee, c’è e si stanno atti-vando per questo. L’obiettivo è quello di far riprendere l’economia dell’Eu-ropa a partire dalla re-industrializza-zione di questa parte del mondo,

di questo continente, perché le poli-tiche tutte finanziarie basate sulla rendita hanno prodotto il disastro che abbiamo sotto gli occhi.

Lei sottolinea spesso che il capitale, purtroppo, tende alla speculazione e non alla produttività, com’è possibile invertire la tendenza?Con la fiscalità! Con politiche di fiscalità adeguate. Bisogna fare in modo che sia più conveniente per chi ha un capitale investirlo in attività produttiva e non in una rendita. Fortunatamente abbiamo anche tanti imprenditori che sono appas-sionati del loro lavoro, della loro atti-vità. Forse qualcuno non ha alternative, ma se uno ha un grosso capitale e fa un conto: mi conviene produrre dei beni manifatturieri o mi conviene metterli in credito sovrano italiano o di un altro Paese, è tentato di fare la seconda cosa. Questo non deve avvenire. Chi si impe-gna, chi costruisce ricchezza deve avere qualcosa di più di chi mette i soldi in speculazione.

L’obiettivo principale, sottolinea Zanonato (nella foto in alto), è quello di far riprendere l’economia dell’Europa a partire dalla re-industrializzazione di questa parte del mondo.

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AAA lavoro cercasi. Tra i giovani la nuova imprenditoria si crea, soprattutto, favorendoli quando hanno idee originali, quando hanno voglia di fare.

L’euro è stata una fortuna?Secondo me è stata una grande fortuna che ha stabilizzato l’economia di que-sta area del mondo. Che ci ha permesso di avere con gli Stati Uniti un rapporto importante, quasi alla pari. Adesso ha posto nuovi problemi che, ovviamente, bisogna risolvere. Non può essere l’euro che ferma la crescita, dobbiamo avere la possibilità di mettere liquidità nel mercato, di fare gli investimenti non per aumentare la spesa pubblica, attenzione, la spesa pubblica deve calare, ma per aumentare gli investimenti.

Com’è possibile creare nuova impren-ditoria, soprattutto giovane?Tra i giovani la nuova imprenditoria si crea, soprattutto, favorendoli quando hanno idee originali, quando hanno voglia di fare. Con politiche di credito e politiche fiscali. Non possono esserci norme di accesso al credito che prati-camente danno i soldi a chi li ha già. In questo modo non succederà mai che un giovane si impegna, rischia… perché non ha le condizioni di partenza. E poi la fiscalità, anche le regole del lavoro nella partenza di un’attività produttiva per un certo numero di anni devono essere tali da consentire questo avvio.

Abbiamo molti esempi interessanti, un ambito è quello delle start up, queste aziende innovative. Dobbiamo puntare molto su questo.

Ultima domanda. In Veneto siete sempre invidiosi dell’autonomia del Trentino? Io personalmente penso che il Veneto non possa avere l’autonomia del Trentino e che il Trentino con la sua autonomia rappresenti, pur sempre, un modello a cui ci si può ispirare. Quindi una specie di esperimento che abbiamo in casa. È una realtà interes-santissima, piena di vivacità e lo si vede anche nello stato di manu-tenzione e di qualità delle città e dei centri urbani. Mi piace tantissimo il Trentino e le montagne del Tren-tino le frequento moltissimo. Ma non è possibile che il meccanismo che ha consentito al Trentino di fare que-sto esperimento sia esteso all’intero Paese, perché il Paese è più com-plicato di una semplice provincia e, quindi, non ha senso invidiare. Andiamo invece a vedere come fanno e quante cose hanno inventato e poi vediamo di funzionare come Paese che si proietta in Europa.

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Il 17 novembreè venuto a mancare Diego Moltrer, Presidente del Consiglio Regionale.

Resta il suo esempio di persona generosa, di temperamento e sincera. Doti di uomo prima che di politico.

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La notte di Natale alla Feldkapelle

Il Natale del 1915. Il coro dei soldati, immerso nella neve, cantava la Messa tedesca di Schubert. A celebrare la funzione il cappellano Rief di Tanneheim.

Gabriele Buselli

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La storia me la racconta Elio Moltrer, presidente del Gruppo alpini di Fierozzo. Perché si tratta di storia, ma anche di un racconto. La data è quella del

1915, la notte di Natale per l’esattezza. Una notte particolare, che nel mondo cristiano invita ed esorta a guardarsi dentro in maniera profonda. Cercando di scoprire quegli angoli positivi che, proprio per la loro difficoltà a espri-mersi compiutamente, sono destinati a essere solo spigoli nella quotidianità. Quello che per una notte li fa diventare speciali è il grande senso di fratellanza universale che scatena la venuta del Figlio di Dio sulla terra. Succedono, così, cose straordinarie. E la foto del Natale alla Feldkapelle in

Val dei Mocheni (Sennsattel - la busa della mungitura) lo evidenzia distinta-mente nei suoi semplici colori in bianco e nero. È sempre Elio Moltrer che, in una giornata di leggera pioggia, mi dispone sul tavolo di larice i documenti che testimoniano la grande devozione che, in quel 1915, smorzava il tuono dei cannoni e il fischiare dei proiettili. Sono documenti che Elio Moltrer ha recupe-rati grazie alla sua instancabile passione per la memoria della Grande Guerra: un diario scritto dal cappellano militare Raimund Zobl, cronista e fotografo del Battaglione Reutte II che sul fronte trentino della Val dei Mocheni stazionò nel ’15 e nel ’16. Il cappellano Zobl descrive con grande dovizia di partico-lari, ma anche con grande emozione, quella Notte Santa. Parole da leggere piano, immergendosi completamente in quella atmosfera. In ogni baracca degli Standschützen era stato eretto un albero di Natale proprio bello.

Il capitano Schlager fece un discorso e distribuì doni. Cantava un coro maschile polifonico sotto la direzione dell’Oberjäger Josef della sanità. Seguivano coro, chitarra e canzoni. A mezzanotte si tenne la Messa al campo, celebrata dal Cappellano Rief di Tanneheim. Sotto l’albero di Natale illuminato ci fu un discorso e il coro cantò la Messa tedesca di Schubert. Nonostante tutta la povertà e le ristret-tezze di quella Messa vi era tanta devozione e commozione. Nella sua povertà la Messa esprimeva proprio il senso della Bibbia e molto più che una solenne Messa in città. Lo si percepiva chiaramente.Parole semplici, ma cariche di gran significato come la fotografia che ritrae

la lunga fila di soldati immersi nella neve trentina. Il capo chino davanti al luogo sacro della Feldkapelle. Un luogo che gli alpini di Fierozzo hanno ripristinato nella sua memoria. Dal 2000 ogni prima domenica di luglio si celebra la Santa Messa in ricordo dei caduti delle guerre e in partico-lare per quelli della Grande Guerra. Per il Natale 2015 Elio Moltrer ha però in mente un’altra iniziativa che vuole rendere ancora più forte l’omaggio ai milioni di morti della Prima guerra mondiale. L’idea è quella di celebrare il centenario con una Messa nella notte di Natale alla Feldkapelle. Proprio nello stesso luogo che un secolo fa ascoltò le speranze di uomini che potevano con-fidare solo nella fede. Nelle ore della Notte Santa – Elio ne è sicuro – al coro di Fierozzo si aggiungerebbero anche le voci di quei ragazzi, di quegli uomini che hanno sofferto e che sono morti su queste cime. Le voci degli angeli.

La storia e il recupero della memoria nel Natale del 1915.Quando la passione e le emozioni si incrociano portano alla luce i sentimenti più nobili.

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Un sorrisolungo291 giorni

Mauro Lunelli, un clown in cammino che ha portato serenità dal Sudamerica all’Alaska. Un lungo viaggio iniziato il 13 novembre 2013 e terminato il 30 agosto 2014.

Gabriele Buselli

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È tornato il 30 agosto, ma que-ste tre storie le ha impresse ancora nitide nella sua mente. Mauro Lunelli, 35 anni di Bosco di Civezzano, è il prota-

gonista di un lungo viaggio iniziato il 13 di novembre 2013: meta il Suda-merica, fino a portarsi in Alaska pas-sando per il West Virginia, dove sorge l’Istituto di Patch Adams, il padre della clownterapia. Obiettivo? Portare anche in quei continenti la clowntera-pia, sorridere e far sorridere per stare meglio con se stessi e con gli altri. Un lungo viaggio con tante storie, ma tre, in particolare, lo hanno colpito e segnato. Ce le racconta, con gli occhi ancora stupiti di un’esperienza che vale come una vita.

La prima storia. Ero a Missiones, città turistica in Argentina dove il confine con Brasile e Paraguay è segnato dalle cascate dell’Iguazù. Posto straordinario. Ero nell’ospedale locale con Santiago, il mio amico argentino che ha fatto il

viaggio con me. Quel giorno ci mancava un po’ di energia. Non riuscivamo a entrare in contatto con i pazienti. Fin-ché arrivammo in una stanza dove una signora accudiva, stanca, il padre di 93 anni. A un certo punto, dopo due chiac-chiere, lei ci ha chiesto un abbraccio. Per dieci minuti è rimasta attaccata a noi e ha continuato a piangere. È stata una lezione di vita che ci ha insegnato come, spesse volte, non serva molto per fare molto. Insomma non servono grandi imprese, basta la presenza, un con-tatto, un sorriso, una stretta di mano sincera per fare ed avere del bene. Una piccola grande storia.

La seconda storia ci vede a Bucara-manga, in Colombia a nord, una città da mezzo milione di abitanti. Ero sempre in ospedale, vestito da clown. Nel let-tino c’era un ragazzino di 13 anni. Era ingessato e pieno di contusioni. Aveva fatto un incidente, con un amico, dopo aver rubato il motorino allo zio. La madre, al suo fianco, era decisamente

Quando un sorriso vale più di una medicina. La clownterapia, un toccasana per affrontare le difficoltà della vita.Donarsi agli altri significa arricchire se stessi.

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Tanti gli amici incontrati nel lungo viaggio. Ognuno con una storia da raccontare e da non dimenticare.

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arrabbiata. Il costo della sanità in Colombia lo pagano i pazienti e per quella famiglia quell’incidente signifi-cava spendere soldi, e tanti. Questo noi lo abbiamo saputo solo dopo e, infatti, non capivamo il motivo di tanta rabbia e rancore. Sta di fatto che siamo riu-sciti a far riconciliare la mamma e il suo bambino. Prima abbiamo abbracciato lei e poi ci siamo abbracciati tutti insieme, delicatamente, per non far sentire ulteriore dolore al piccolo infortunato. Prima di uscire dalla stanza la signora ci ha ringraziato. «Mi avete fatto ritornare la sua mamma» ci ha detto. E veniamo alla terza storia che rappre-senta tutto il viaggio. In Costarica il mio amico Santiago si è rotto un braccio. Un problema, visto che eravamo senza contanti e lui senza assicurazione sani-taria. Servivano 5mila dollari, e subito, per l’operazione in una clinica privata. È stato in quel momento che è apparso un angelo camuffato da presidente di un’associazione di clownterapia. Un angelo di 30 anni, alta e bionda e bella come solo gli angeli sanno essere. Ci ha

messo in mano la sua carta di credito e ha aggiunto: «I soldi, ridatemeli solo quando li avete». Ma il volo nel cielo dei cherubini e serafini non era ancora finito. Il professore, che ha operato Santiago, non ha voluto nulla. Ha rinun-ciato alla sua parcella. «Il vostro lavoro è più importante del mio» sono state le sue parole. E non è finita. usciti dalla clinica siamo planati leggermente in una famiglia fatta di amore e sem-plicità dove ci hanno ospitati per una settimana.

Adesso Mauro Lunelli è tornato a quella che si definisce normalità. Ma ha sco-perto che essere normali non significa essere grigi. Essere normali significa essere generosi. Lui ha realizzato il sogno della sua vita, da dividere con tante persone che lo hanno aiutato. Dice così: «Grazie per l’aiuto econo-mico, ma soprattutto per la vostra vicinanza. Nel mio viaggio avete tutti camminato al mio fianco, tenendomi stretta la mano. Tra le mie dita ho ancora le vostre dita: un calore che ancora sento e che non scorderò. Mai».

I colori della clownterapia sono i colori dello “sciroppo della risata”. Fanno bene e presto!

PER APPROFONDIMENTIwww.hagamosmile.com hagamos sonreir al mundo

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R rubriche

Raffaele Fanton“Paesaggio”1991olio su tela, 70x57 cmParticolareDalla collezione di opere d’artedella Cassa Rurale di Pergine

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Un libro ricco di fotografie a cura dell’associazione di volontariato AUSER ricorda l’evento della “SCIAR-

PALONGA” che sfilò per le vie di Pergine Valsugana il 12 settembre 2010, partendo dal Palazzo Ippoliti e raggiungendo Piazza Municipio.L’idea, concepita dall’artista Marisa Fontanesi, trovò immediato attec-chimento e nacque un comitato organizzatore composto dai seguenti enti e persone del perginese:• AUSER Pergine: Marisa Fontanesi,

Maria Sartori, Elìa Bernardi, Bruna Lazzeri;

• ACS-Canale: Cesira Bianchi;

• APSP - S.Spirito: Giovanna Mene-ghini;

• Banca del tempo: Claudio Caliari, Halyna Grys;

• Movimento Pastorale Decanale: Remo Targa;

• Circolo Anziani: Carmen Osler, Rina Berlanda.

Circa 350 persone, ovviamente in prevalenza del sesso femminile, “sferruzzarono” 1.100 km di filato di lana del peso di 4,5 quintali rea-lizzando una sciarpa lunga 3.150 metri, dalla quale furono poi rea-lizzate 1.500 sciarpe e delle piccole coperte vendute per beneficenza ai mercatini natalizi per raccogliere

fondi per il Villaggio del Fanciullo di Trento.L’opera è stata curata da Sergio Grisenti, Maria Sartori con la figlia Paola per la grafica e Lino Beber che nel capitolo introduttivo presenta una breve storia della lana, alla quale seguono i momenti della rea-lizzazione della sciarpa da autentico Guinness dei primati e della sfilata per le vie della nostra cittadina con una ricca documentazione fotogra-fica. Il libro, in vendita ai mercatini natalizi e una buona occasione per un regalo, avrà finalità solidaristiche.

[Lino Beber]

A associazioni

Il libro della Sciarpalonga dell’Auser

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Festa per la nuova sede dell’ACS Canale

La Comunità di Canale con tre giorni di festa ha inaugurato venerdì 5 settembre 2014 la nuova struttura con l’augurio

che diventi «la Casa di tutte le per-sone che della Cultura, dello Sport e del Sociale in genere, fanno una loro importante ragione di vita e di spe-ranza». Con queste parole Fabio Per-gher, lo storico presidente dell’ACS - Canale, con le lacrime agli occhi per la commozione ha così voluto espri-mersi per il sogno finalmente realiz-zato di un centro sociale per Canale.La popolazione di Canale ha parte-cipato in massa all’evento e, alla presenza delle autorità, è avvenuto il taglio del nastro da parte del sin-daco Roberto Oss Emer aiutato da un gruppo di bambini. La folta schiera di persone attraversando i nuovi locali ha poi raggiunto l’am-pia e bella palestra dove sono avve-nute le celebrazioni iniziate con la benedizione del parroco don Christian Moltrèr a cui sono succe-duti i discorsi del Sindaco, del Pre-sidente ACS - Canale Fabio Pergher,

del fiduciario Luciano Biasi, del presidente della Cassa Rurale Franco Senesi e delle autorità politiche intervenute. Conduttore il giornalista Gabriele Buselli ed Elio Carlin nelle vesti di regista della manifestazione.Due sedie erano state lasciate libere con due fogli sui quali erano scritti i nomi di quanti, non più tra di noi, hanno collaborato alla crescita dell’associazione della cultura e dello sport di Canale, a indicare la loro presenza seppur virtuale tra di noi. In prima fila era presente anche Cesira Bianchi che, nono-stante le sue precarie condizioni di salute, ha voluto essere presente ed è stato ricordato Pio Piva che dal suo letto dell’ospedale S. Chiara ci assisteva spiritualmente.È seguita la presentazione del libro “Canale Maso Puller e San Cristoforo ricordano i loro figli della guerra” con introduzione del dottor Camillo Zadra, Direttore del Museo Storico Italiano della guerra di Rovereto e del giovane Luigi Oss Papot a nome dell’Associa-zione Amici della storia di Pergine.Lino Beber ha quindi spiegato i vari capitoli del libro, realizzato dalla casa editrice perginese Publistampa, con l’aiuto di una carrellata di immagini proiettate sullo schermo. È seguito un accorato assolo di Seve-rino Cristel e in chiusura la locale

Filodrammatica “ACS - Punto3” si è esibita in una gaia e applaudita rap-presentazione, che con una punta di sottile ironia metteva in luce il trava-gliato iter che ha portato alla realiz-zazione della nuova casa sociale. Una mostra di fotografie allestita in una saletta attigua alla palestra ha fatto rivivere i tempi passati e le fotografie dei caduti e reduci, che si trovano anche nel libro, erano espo-ste su due pannelli nella palestra.Alla fine della manifestazione i volontari dell’ACS – Canale hanno preparato un’ottima “macchero-nata al ragù” e brindisi offerto a tutti i presenti e la Banda Sociale di Pergine ci ha allietato con le note dei suoi strumenti guidati dalla bac-chetta del maestro Claudio Dorigato. Sono seguiti altri due giorni di festa con manifestazioni varie: torneo di calcio e giochi vari con “Gio-cherete”, musica con i complessi musicali locali “Spanner Head”, “Leathermask” e “Made in Italy” e le note allegre della “Bifolk Band”, il pranzo della sagra con partecipa-zione di oltre trecento persone e cucina tipica e bar hanno lavorato fino alla cena della domenica.

[Lino Beber]

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Narciso Zampedri è nato a Pergine Valsugana l’8 gennaio 1938. Ha conseguito la matu-rità classica presso il Liceo

“Giosuè Carducci” di Bolzano con successiva laurea in scienze moto-rie presso l’Università degli Studi di

Bologna. Dopo i suoi primi quattro anni di lavoro come impiegato presso la Cassa di Risparmio in varie sedi del Trentino, per 30 anni fu inse-gnante di educazione fisica presso scuole superiori e medie sempre in Trentino (Castello Tesino, Borgo Valsugana e Pergine Valsugana). Si dedicò anche al giornalismo come corrispondente locale per il quoti-diano “L’Adige” dal 1967 al 1972. Coniugato, un figlio e una figlia, vive a Pergine e da molti anni presta atti-vità di volontariato presso il Centro Turistico Acli di Pergine Valsugana.Nel 1956 partecipò a Bolzano al VI Festival Studentesco classificandosi al primo posto con la poesia “Mise-ria” e nel 1959 pubblicò la raccolta di poesie, da lui composte dal 1954 al 1959, “Le briciole del povero”, arricchita da illustrazioni a penna di Luigi Senesi.

C cultura

«Le briciole del povero». La raccolta di poesie di Narciso Zampedri

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A teatro è iniziata la seconda Stagione

Il 7 settembre è iniziata la seconda Stagione del Teatro Comunale di Pergine. Il primo anno è andato in archivio con numeri impor-

tanti. La sala è stata aperta al pub-blico per 179 giornate, registrando oltre 53mila presenze. La Stagione 2013/2014 ha offerto 35 giornate di teatro, 56 giornate di cinema, 19 concerti musicali, 4 eventi di danza, e ha, inoltre, ospitato numerosi saggi di fine anno. Più di 20 associazioni coordinate dall’Asso-ciazione culturale Aria hanno colla-borato a questo successo.Alla giovane direttrice Marilena Gadler, laurea in Lettere moderne, master in Art and Culture Manage-ment, il compito di fare un bilan-cio, ma anche quello di gettare lo sguardo oltre i numeri.

Un bilancio del primo anno?Il bilancio in termini di pubblico e di soddisfazione da parte di ariaTeatro (gestisce il teatro) è molto positivo. Non osavamo sperare in un’acco-glienza così calorosa. Ci sono ancora molte cose da migliorare, ma molti passi sono stati fatti. I riconoscimenti ricevuti, non solo dal pubblico, ma anche dagli enti pubblici e privati con cui abbiamo collaborato, ci per-mettono di dire che è stato fatto un ottimo lavoro. Per quanto riguarda il bilancio economico, siamo riusciti ad andare in pareggio: un grandissimo risultato. A questo proposito, oltre al Comune, dobbiamo ringraziare in par-ticolare la Cassa Rurale di Pergine e i tanti sponsor che ci hanno sostenuto.

Vi aspettavate un successo così quando avete colto questa sfida?Speravamo di farcela! Il merito del successo va certamente alla grinta dei nostri collaboratori e volontari, ma soprattutto ai perginesi che hanno capito l’importanza della

proposta culturale. Tante persone ci hanno aiutato, chi con il lavoro di un anno, chi con il biglietto di una sera. Insomma è stato perce-pito il valore sociale e culturale del teatro.

Quali sono per te gli ingredienti per la buona riuscita di una gestione di questo tipo?Avere collaboratori motivati, par-lare costantemente degli eventuali problemi, coinvolgere il territorio d’appartenenza, ricercare spon-sor e non scoraggiarsi nel sentirsi rispondere “No, non ci sono soldi in questo momento”. Una certa testar-daggine di certo aiuta. E soprattutto fare di tutto per godersi la bellezza di un lavoro artistico.

Problemi/segnalazioni?Certamente i pochi fondi che abbiamo a disposizione sono il limite principale della nostra gestione, ma cerchiamo di far funzionare il tutto con quello che abbiamo. È, inoltre, importante che il pubblico segnali le criticità che incontra. Tanti cambia-menti li abbiamo apportati proprio su indicazione degli spettatori.

Novità per la Stagione che sta per iniziare?La novità più rilevante, e che ci rende l’unico teatro in provincia ad adottare una politica di questo tipo, è la card “Giovani a teatro”. Questa card, riservata ai giovani under 30, può essere acquistata al costo di 12 euro e permette di accedere a 24 spettacoli teatrali al costo di 3 euro a biglietto. Grazie all’intervento di CooperAzione Reciproca, i soci e clienti under 30 della Cassa Rurale di Pergine avranno un vantaggio in più, potranno ricevere la card gratu-itamente rivolgendosi allo sportello soci della Cassa Rurale di Pergine, pagando quindi solamente 3 euro a biglietto per gli spettacoli di prosa. Si tratta di un’operazione di politica culturale molto importante, attuata

in accordo anche con Asif Chimelli. Il progetto mira ad avvicinare i gio-vani alla prosa, a stimolarli cultural-mente con una forma d’arte viva e reale. Il nuovo pubblico sono loro.

Consigli ai ragazzi che vogliono cimentarsi in un’attività d’impresa?Trovo i consigli ai giovani sempre un po’ paternalisti. Un mio consiglio lavorativo è quello di lavorare con la testa e con il cuore, impegnan-dosi perché tutto sia fatto bene, in maniera etica, indipendentemente dal lavoro che si fa. È un dovere prima di tutto verso se stessi ma anche nei confronti della società. Ricordo di un aneddoto divertente di questo primo anno?Ci sono stati molti momenti partico-lari e, certamente, le discussioni con il pubblico sono tra gli episodi più divertenti. Uno su tutti, accaduto a uno spettacolo a ingresso gratuito con i posti disponibili già esauriti. Molte persone erano rimaste fuori, alcune molto arrabbiate, ma una in particolare continuava a insi-stere per entrare. Spiegai che, per questioni di sicurezza, non potevo far entrare neanche una persona in più… se fosse successo qualcosa sarei andata in prigione. La risposta fu lapidaria: mi disse che potevo tranquillamente farlo entrare, per-ché tanto in Italia non va in prigione neanche il Comandante Schettino... Scoppiai in una risata, ma non lo feci entrare ugualmente.

[Marianna Moser]

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«La mano e il fuoco». La mostra di Gianni Anderle

Una mostra che non è di sole opere d’arte, ma che si arric-chisce di riflessi e di giochi di luce che obbligano a moti

personali che si pensavano scono-sciuti. È questo il valore aggiunto ai lavori dell’artista perginese Gianni Anderle esposti per 15 giorni a cavallo tra ottobre e novembre all’Hotel al Ponte nella mostra “La mano e il fuoco”. Un percorso affascinante tra fragilissimi fogli di sottile ceramica. Materia che, sotto le mani di Anderle, prende vita nelle sue visioni. E sono opere straordinarie per la loro espres-sione uscita da un animo che riesce a giocare con forme e colori, fino ad arrivare a impensabili e sottilissimi giochi di luce. E per farlo si misura con una tecnica sopraffina. Anni di prove, esperimenti dettati da un’os-sessiva ricerca della perfezione. Il risultato non è scontato e non limita le persone all’osservazione. Anzi, evidenzia la necessità dei visi-tatori di entrare in questo “circuito” artistico. Creazioni quasi ipnotiche, immediate, che trascinano in mondi fantastici e surreali. Quei mondi che

albergano dentro di noi, sopiti dal tempo e dalla quotidianità. È questa la forza di Gianni Anderle: risvegliare emozioni e sentimenti che non sono solo di contemplazione, ma che obbli-gano a diventare lo stesso spettatore un “artista”, a prendere parte, cioè, alle sue creazioni. Castelli, forme che si prestano a mille interpretazioni, argilla che diventa scudo, albero, cratere. Una semplicità di approccio che apre interrogativi nell’inconscio. E tutto grazie alle forme, ai colori e alle luci che riflettono sogni, desideri ma anche illusioni. E allora è un vero peccato che Gianni Anderle non abbia avuto il tempo di accompagnare ogni visitatore in questo percorso. La sua presenza schiva, quasi austera, le sue parole misurate, i suoi occhi grandi e timidi arricchiscono i mondi imma-ginari che le sue opere rivelano. Un equilibrio perfetto con tutte le opere che diventano un’opera sola. Con lui al centro a fare da Virgilio. La ragione

umana nella visione fulminante della tridimensionalità. Il tutto grazie a un percorso artistico lungo decenni che lo ha portato dalla tela alla mate-ria. Con le dita che creano e il fuoco che fissa.

[Gabriele Buselli]

Biografia Gianni Anderle vive a Pergine Valsugana, si forma artisticamente negli anni ’70 col maestro Raffaele Fanton, con cui frequenta il cenacolo di artisti locali come Luigi Senesi, Aldo Caron, Ivo Fruet e Carlo Girardi. A metà anni ’80 inizia a sperimentare la pittura su iuta, legno e altre basi per dare ancor maggiore vividezza ai dipinti. Negli anni ’90, lo stacco definitivo: prima un periodo dedicato al legno, al recupero in chiave artistica e cromatica di oggetti degradati, poi l’approdo alle terre, alla ceramica: l’argilla diventa una materia familiare, dove il colore piglia ancor più vita nella lavorazione di secondo fuoco, con riflessi cangianti che mutano l’oggetto nella sua rotazione a 360 gradi.

Sotto, da sinistra: “Il pieno e il vuoto”, 2013 - ceramica 42x70x42; “La scia”, 2014 - ceramica, 75x65x4; “La fine del mondo”, 2013.

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Il 22 dicembre presso la Sala C. Jellici a Palazzo Tomelin si terrà il Concerto a Natale. Momento atteso che la Cassa Rurale dedica

in particolare a Soci e Clienti. Occasione gradita per un brindisi e lo scambio di auguri con la Comunità.

T orna anche quest’anno il fantastico mondo del Villag-gio delle Meraviglie.Dal 15 novembre 2014 al 6

gennaio 2015 Pergine Valsugana cele-bra la leggenda di gnomi ed elfi che nel periodo dell’Avvento scendevano a valle per offrire giochi, preziosi, decori e dolcezze di Natale.Il mercatino è anche una festa con cori, musici e giocolieri, spettacoli, luci e colori oltre a piccoli labora-

tori, mostre e degustazioni per le vie del centro. Al mercatino di Natale del Villaggio delle Meraviglie anche tanti labora-tori artigianali dove verranno creati oggetti unici con diversi materiali, enogastronomia tipica locale, espo-sizioni e mostre in luoghi d’ecce-zione, eventi dedicati a grandi e piccoli e una sezione dedicata alle associazioni no-profit: il Natale è anche solidarietà!

E eventi

Concerto a Natale 2014 con l’Orchestra Giovanile Trentina

A Pergine la quinta edizione dei mercatini di Natale

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Oltre 400 persone al Teatro Comunale di Pergine per la presentazione del Bilancio Sociale e la consegna dei

Premi allo Studio. Sono stati pre-miati 78 giovani che hanno ottenuto risultati di eccellenza al termine del proprio percorso scolastico (scuole medie, stuperiori, laurea e dotto-rato). Tra i premiati si sono contati 19 stu-denti delle medie, 14 diplomati, 42 lauree e 3 dottorati per un totale di 25.225,00 euro assegnati.

G giovani

Molti giovanimeritevoli

ELENCO PREMIATI

Scuole medieANDREATTA GIULIABAINO SARABERNARDI SAMUELEBERNARDI ANNA D’AGOSTINICALDONAZZI ELEONORACALZÀ STEFANOCASAGRANDA LUCACASAGRANDE ANNACHESINI LETIZIAD’ANGELO LORENZAFERRARI VALERIAFRUET LORENZOLUCHI DAVIDEMEZZENA MIRIAMOSS ELIZABETH CLAIREPEDROLLI BENEDETTASALOMON SARASPADARO GIULIAVALCANOVER PIETRO

DiplomaBRUGNARA MICHELECARLIN LUCACASPANI VALERIA FRANCESCACHESINI FEDERICODALSASO JESSICADI GERARDO MARCELLOGRISENTI MAUROLIBARDI CHIARAMINELLI SONIAMOSNA ANNAPOLETTO ELISATRISOTTO CHIARAXAUSA DEBORAZANGONI MATILDE

LaureeALESSANDRINI FEDERICAANDERLE ALESSANDROANDERLE MARCO

ANDERLE MATTEOBAITELLA MARCOBEBER FRANCESCABENEDETTI GRETABOI FRANCESCABORTOLOTTI VALENTINACASAGRANDE GIULIACASSINARI CRISTIANACESTARI FRANCESCACIOLA VALENTINADALMASO EMANUELEDUCATI ALICEFACCHINELLI STEFANOFRONZA MARZIAGADLER LUCAGANDINI SUSANNAGRETTER ELISAISEPPI LORENZOKOEHRING DESIREE MARIELAZZERI DEBORALIBARDI ANNAMAGNANI VERAMARCHEL DANIELMATTIVI MATTIAMERLO GIULIAMONSORNO DAVIDEMOSER ELISANDIMURWANKO ARANNISCO SILVIAOSS CAZZADOR DANIELEPINTARELLI AGNESEPODETTI FEDERICAPONTALTI GIORGIAPRADA FABRIZIOPRADA MATTIASTELZER EMANUELVINCIGUERRA SERENAZAMBONI ELISAZANDONAI DONATELLA

DottoratoCARRARO NICOLAFONTANARI DANIELEFONTANARI EDDI

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Da Vignola a Tokyo.Il campione degli origami Alessandro Beber

Alessandro Beber, di Vignola, nato nel 1992, è stato invi-tato come ospite d’onore al XX Convegno della Società

Accademica di Origami Giapponese (= J.O.A.S.) che si è tenuta a Tokyo dal 15 al 17 agosto 2014. In occasione della prestigiosa trasferta in terra nipponica ha inoltre partecipato al VI Convegno di “Origami nella Scienza, nella Matematica e nell’Educazione” che si è tenuto sempre a Tokyo dal 10 al 13 agosto 2014. Il primo convegno fu organizzato in Italia a Ferrara nel 1989 da Humiaki Huzita (1924-2005), professore di matematica e fisica dell’Università di Padova e in amici-zia con il professor Claudio Manduchi (1924-2010), il quale mi ha raccontato che in una sua visita a Canale Humiaki si prostrò a terra sulla tomba di Teresa Russo, moglie di Claudio.Alessandro ha cominciato a piegare la carta da bambino e nel tempo la sua passione ha raggiunto livelli sem-pre più alti vincendo numerosi premi in Italia e all’estero con modelli

origami di sua creazione. Nel 2012 una sua spettacolare creazione “Gar-goyle”, realizzata con un unico foglio di carta, meritò la pubblicazione su un calendario realizzato selezio-nando vari modelli di gargoyle creati da origamisti di tutto il mondo in ricordo dell’origamista francese Eric Joisel deceduto nel 2010.In Italia l’associazione che raccoglie gli appassionati di quest’arte del pie-gare la carta, infatti in giapponese ori significa piegare e gami è la carta, prende il nome di Centro Diffusione Origami e suo Presidente è il pergi-nese Roberto Gretter, grande appas-sionato di quest’arte che dalla Cina si diffuse in Giappone colonizzando nel tempo il mondo intero.Anche a Pergine Valsugana vi è un gruppo di origamisti chiamato “Le Sette Pieghe”, perché in origine si trovarono in sette persone guidate da Roberto Gretter.Al convegno, al quale hanno parte-cipato circa 500 origamisti da tutto il mondo, Alessandro Beber era l’unico ospite invitato dalla Società Accademica di Origami Giapponese.Dopo il primo intervento di Erick Demaine, ricercatore al MIT di Boston (USA), è iniziato il discorso in lingua inglese – con traduzione in giappo-nese – di Alessandro che ha sviluppato il tema su alcuni tipi particolari di ori-gami che sta realizzando negli ultimi anni, in particolare alcuni tipi di tassellazioni, disegni geometrici for-mati da pattern ripetuti su uno stesso foglio di carta e le tecniche usate per progettarli. È seguito un interessante dibattito con numerose domande a lui rivolte. Al termine della conferenza Alessandro ha avuto modo di con-frontarsi con molti dei personaggi più noti tra gli origamisti. Nei successivi due giorni di congresso Alessandro ha tenuto due laboratori con gruppi ristretti di persone nei quali ha spie-gato alcuni dei suoi ultimi lavori.Il 18 agosto ha partecipato a un’e-

scursione organizzata a Shizuoka per visitare un museo della carta (“Tokushu Tokai Paper” legato a una fabbrica di carte particolari) e un’esposizione di opere di Akira Yoshizawa al Sano Art Museum. Akira Yoshizawa (1911-2005) è considerato, nel mondo degli origamisti, il “padre” di quest’arte, per essere stato uno dei primi a scoprire che era possibile inventare figure nuove e originali con l’origami, mentre prima venivano soltanto riprodotti gli stessi origami tradizionali. Yoshizawa ha inoltre inventato gran parte dei diversi stili di origami e varie tecniche di piega-tura creando un sistema grafico per rappresentare il procedimento di piegatura potendo in tal modo tra-smetterlo ad altri con un sistema di istruzioni, chiamate “diagrammi”.Il 19 agosto Alessandro è ritornato da Tokyo a Milano raggiungendo subito Madesimo in Val Chiavenna (Sondrio) dove, dal 20 al 31 agosto 2014, ha organizzato il “Mountain Folding” (= “piegando in montagna”), un convegno sperimentale dedicato principalmente all’aspetto creativo dell’origami con possibilità di effet-tuare escursioni in montagna in un luogo che fu caro a Giosuè Carducci. Al convegno hanno partecipato 35 origamisti, tra i quali un terzo erano stranieri (Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Polonia, Belgio) e molti famosi nel mondo dell’origami.La scorsa estate Alessandro ha esposto due sue creazioni origami a una mostra a New York. Dal 31 ottobre al 2 novembre Alessandro è stato invitato come ospite a un convegno in Francia a Lione dal 31 ottobre al 2 novembre assieme ad altri tre ospiti: Robert Lang (USA), Beth Johnson (USA), Victor Coeurjoly (Spagna).

[Lino Beber]

A destra: Alessandro oratore al congresso di origami a Tokyo; una spettacolare tassellazione, il Gargoyle e due granchi, creazioni di Alessandro Beber.Come per magia, da un unico foglio di carta, piegando e ripiegando, nascono questi capolavori!

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Nel 1832 l’edificio della filanda Chimelli, poi Gavazzi fu costruito in soli cento giorni.Nel 1890 fu costruita la cimi-

niera, che venne insediata sul retro dell’edificio. Sono manufatti che rac-

contano un pezzo importante della storia della città: l’allevamento dei bachi da seta per la produzione di pregiati tessuti. L’attività della seta raggiunse il periodo di massimo splendore tra il XVIII e XIX secolo, quando l’allevamento del baco da seta entrò a far parte dell’economia rurale diventando la fonte di ric-chezza primaria per la maggior parte dei contadini trentini. Il clima del Trentino, infatti, era favorevole alla coltivazione del gelso e quindi all’allevamento del baco da seta. Successivamente la sericoltura entrò in crisi a causa di una serie di infe-zioni che colpirono il baco da seta. Quindi, nel periodo tra le due guerre mondiali, la produzione di bozzoli in Italia iniziò a declinare fino a scomparire definitivamente negli anni ’40. Incisero negativamente la

M memoria

L’arte della seta alla filanda Chimelli

produzione di fibre sintetiche e il cambiamento dell’organizzazione agricola. In conseguenza di ciò la filanda Chimelli–Gavazzi nel 1948 cessò definitivamente la sua attività. Dal 1980 al 1990 l’edificio è stato completamente ristrutturato. Attual-mente è sede della Comunità di valle alta Valsugana Bersntol, ma ospita anche alcuni uffici del Comune di Pergine. A piano terra vi sono la Sala Senesi, intitolata al pittore perginese Luigi Senesi, e la Sala Filanda, dove trovano spazio convegni, mostre e manifestazioni culturali. L’edi-ficio della filanda è anche il tema della foto storica allegata a questo numero di “Linea diretta Socio”.

[Gabriele Buselli]

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Un nome simpatico e scherzoso e una bravura da veri profes-sionisti. Sono i “The Four de B.”, il gruppo musicale nato

in occasione dell’Assemblea sociale della Cassa Rurale e formato da quattro dipendenti della stessa Cassa Rurale: Nadia Osler/tastiere – Mauro Nadalini/sax – Marco Casagrande/batteria – Alessandro Giovannini/chitarra. Un gruppo che per un mese ha soggiornato, è proprio il caso di dirlo, nel salotto di casa Osler, la tastierista. Una batteria a ridosso della cucina, le tastiere a fianco del divano, chitarra e amplificatore appoggiati sulla poltrona, solo il sax gelosamente riposto nella custodia, al sicuro. È qui che hanno provato e riprovato i pezzi che hanno eseguito in occasione dell’assemblea. Brani stile anni ’70 che tutti hanno gradito con lunghi applausi. Così come un lungo applauso ha sottolineato la decisione (come lo scorso anno) di destinare alla Caritas la spesa previ-sta per il buffet. A dire il vero il buf-fet c’è stato lo stesso, ma è stata una sorpresa a costo zero. Lo ha allestito nel foyer del teatro lo Zock Gruppe. pane, nutella e lucanica in gran quan-tità. Dolce e salato per tutti i palati.

Il 12 ottobre don Antonio Brugnara è arrivato a Pergine, ma meglio sarebbe dire è tornato a Pergine, visto che dal 1986 al 1990, era

già stato da noi svolgendo la sua missione come vicario dell’allora parroco don Giuseppe Zadra. Non ha avuto dubbi a dire sì al Vescovo per un ritorno nella parrocchia dove aveva fatto la sua prima esperienza di sacerdote. 58 anni di Lavis, è arrivato da Mattarello di Trento, dove è stato parroco per 19 anni, a partire dal 1° ottobre del 1995. Al suo arrivo, a Pergine, è stato festeggiato con un lungo corteo che

N news

Sociale significa vivere insieme. La «band» e lo Zock Gruppe

Don Antonio Brugnara parroco a Pergine

lo ha accompagnato davanti alla Pieve della Natività di Maria, dove ad attenderlo c’erano centinaia di persone, con in testa don Remo Vanzetta, trasferito a Rovereto e che a Pergine ha lasciato un ricordo vivo e forte. Nei giorni seguenti don Antonio Brugnara è intervenuto in occasione della presentazione del bilancio sociale della Cassa Rurale: ha citato lil brano di Luca sull’uomo ricco che ragionava sul futuro basandosi unicamente sulla sua situazione economica. Adesso, come allora, il rischio è di cadere nello stesso pericolo e, quindi, di non cambiare mentalità. Serve invece l’umilità di dare il giusto valore ai beni terreni. Parole che ci riportano a una visione dell’attualità più spi-rituale e meno legata alle cose ter-rene. Una socialità fatta di relazioni improntate ai valori della persona. Un altro movimento di sacerdoti riguarda la parrocchia di Canale: don Christian Moltrer il 19 ottobre ha salutato i suoi fedeli. Adesso pro-segue la sua opera a Nago-Torbole. Il 26 ottobre, al suo posto, è arri-vato padre Marco Dematté.

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Niente è più necessario del sale e del sole… (detto di saggezza popolare). Il cloruro di sodio, noto

come il sale più conosciuto dal genere umano, da sempre è conside-rato un bene prezioso e importante per la conservazione degli alimenti; molte guerre sono state combattute per il possesso di saline. Bovini e ovini hanno bisogno di molto sale; gli animali più avidi sono le capre e a loro dobbiamo la scoperta di molte fonti saline e di miniere di sale. Dove ci sono pascoli nel terreno non c’è il sale; dove c’è il sale non ci sono pascoli.Nell’età della pietra e del bronzo gli uomini rimediavano alla carenza di

sale bevendo sangue e urine di ani-mali. Il sale ben presto diventò una merce di baratto e i soldati ne rice-vevano una dose fissa, il salario, che tuttora indica lo stipendio mensile. Nell’antico Egitto solo ai faraoni si poteva offrire il sale e nel processo d’imbalsamazione delle mummie era utilizzato il natron (= carbonato idrato di sodio). Il simbolo chimico del sodio, Na, deriva dal latino natrium che origina dal greco nitron, a sua volta nato dal nome egizio.In molte religioni è attribuito al sale un carattere sacro, di purificazione e simbolo dell’alleanza tra Dio e gli uomini. Nell’Antico Testamento il sale era segno della collera di Dio: nei Salmi sta scritto che Dio può mutare una pianura fertile in deserto e la moglie di Lot, disob-bedendo all’ordine divino, si voltò a guardare Gomorra dalla quale stava fuggendo e fu trasformata in una statua di sale (Genesi 8). Nel Vangelo di Matteo, 5-13, Gesù dice: «Voi siete il sale della terra». Il sale del battesimo purificava dal peccato originale. Fino al Concilio Vaticano II nel rito del battesimo si poneva un granello di sale sulle labbra del bambino.Dopo le guerre il sale era sparso sulle rovine delle città nemiche per simboleggiare la sterilità che

S salute

L’uomo e il sale, l’oro bianco

avrebbe colpito la terra dei vinti. Famoso il Carthago delenda est (= Cartagine dev’essere distrutta) pronunciato da Marco Porcio Catone (234-149 a.C.), passato alla storia come Catone il censore. Si dice che quando Catone il censore pronunciò questa frase per la prima volta, egli tirò fuori da sotto la tunica un cesto di fichi provenienti da Cartagine, volendo così dimostrare che se il fico, frutto assai delicato, resisteva al viaggio da Cartagine, la città africana era troppo vicina a Roma, quindi andava distrutta.

Gaio Plinio Secondo, nato a Como nel 23 d.C. e morto a Stabia nel 79 d.C. per esalazioni sulfuree dell’eruzione vulcanica del Vesu-vio che distrusse Ercolano, Pompei e Stabia, detto Plinio il Vecchio per distinguerlo dal nipote Plinio il giovane, figlio di un sua sorella, scrisse l’enciclopedica opera “Naturalis Historia” in 37 volumi, nella quale troviamo scritto che «i Galli fanno evaporare l’acqua marina su fuochi di legna». A lui è attribuito il celebre detto “cum grano salis” (= grano di sale come antidoto a certi veleni), che nel tempo è passato a indicare un piz-zico di buon senso, la giusta misura che dovremmo avere.

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Ben presto il sale fu oggetto di tasse e di monopoli e le strade per il trasporto del sale erano molto traf-ficate; in Italia una via prese il suo nome, Via Salaria.Dividere il pane e il sale divenne segno di amicizia e di fraternità, la saliera sulla tavola un segno di offerta e di ospitalità.Marco Polo vide tavolette di sale pressato recanti l’immagine del Gran Khan usate come monete e in alcune regioni della Cina il sale veniva scambiato con l’oro.In alcune regioni dell’Africa il valore di uno schiavo equivaleva a un pezzo di sale grande quanto il piede del povero uomo; a quel tempo il sale contava più dell’oro e purtroppo anche più dell’uomo.Nella tradizione popolare il sale rovesciato ha significato di discordia e malaugurio. In una copia dell’Ul-tima Cena di Leonardo da Vinci, eseguita da Marco d’Oggiono nel 1520 e che ora si trova nel Museo del Rinascimento al castello di Ecouen, vicino a Parigi, Giuda ha davanti a sé una saliera rovesciata.La Riforma sminuì la liturgia del sale, che rimase in molte tradi-zioni e superstizioni diventando l’arma principale degli esorcisti per scacciare il diavolo e tenere lontane le streghe. In Francia il sale proteggeva dalle tempeste e gli animali dalle malattie. I medici inventarono fantasiose medicine a base di sale contro la pigrizia, la pellagra, i dolori e le malattie reumatiche. Dal 1400 al 1700 era diffusa la “sala-tura del coniuge”: le mogli insoddi-sfatte, aiutate da comari esperte, denudavano a forza il marito e lo cospargevano di sale per far recupe-rare virilità, prestigio e autorevolezza.Ancora oggi vecchi impianti di

estrazione del sale vengono bonificati e usati come luoghi di benessere e nella miniera di sale di Wieliczka, vicino a Cracovia (Polonia), si trova la più lunga gal-leria di sale d’Europa e a 226 metri di profondità ospita un centro di cura per le malattie respiratorie e soprattutto gli asmatici ne trag-gono beneficio. Già alla fine del diciottesimo secolo si era costa-tato che gli operai che lavoravano nelle miniere di sale beneficiavano delle proprietà del microclima creato naturalmente e nel 1843 un medico polacco, il dottor Felix Boczkowski, decise di approfondire e studiare il caso, da lui descritto e pubblicato nel suo libro “O Wie-licze pod wzgledem historyi natu-ralney”, attribuendone l’influenza positiva del sale e dei suoi microe-lementi.Anche a Pergine Valsugana ci sono le “Terne di Sale” dove il cloruro di

sodio micronizzato è utilizzato in particolare come coadiuvante nelle malattie respiratorie e dermatolo-giche. Nel marzo del 1930 il Mahatma Gandhi (1869 - 1948) intraprese una campagna contro la tassa del sale organizzando la “marcia del sale” camminando per 200 miglia (380 km) da Ahmedabad a Dandi dal 12 marzo al 6 aprile. Arrivati sulle coste dell’Oceano Indiano Gandhi e i suoi sostenitori estrassero il sale in aperta violazione del monopolio reale e vennero imitati dalle migliaia di indiani unitisi durante la marcia. Questa campagna, una delle più riuscite della storia dell’indipen-denza non-violenta dell’India, venne brutalmente repressa dall’impero britannico, che reagì imprigionando più di 60mila persone, tra le quali anche Gandhi e molti membri del Congresso.

A destra: Cartagine (Tunisia).In basso: Sulla facciata del Duomo di Como le statue di Plinio il vecchio e del nipote Plinio il giovane.

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I salumi sono così detti perché per la conservazione della carne sono usate generose dosi di sale (= cloruro di sodio) e nella corporazione dei salumieri di Bologna vi è una sezione specializzata detti “salaroli”.Molti cibi – in particolare olive, peperoni, melanzane, pesce e carni – sono trattate in salamoia, che consiste nell’immersione in acqua satura di sale, a una con-centrazione superiore a quella dell’acqua di mare (3,5% variabile a seconda del luogo di rilevazione), dell’alimento da conservare. L’effetto osmotico della salamoia preserva gli alimenti dal degene-rarsi per l’azione dei batteri, per-ché inibisce il loro sviluppo. Nelle salamoie è importante la purezza e la qualità dell’acqua utilizzata; la presenza di composti diversi dal cloruro di sodio (= NaCl) può cau-sare inconvenienti di varia natura: ad esempio i sali di magnesio confe-riscono sapore amaro e il rame e il ferro determinano ingiallimento dei vegetali verdi oppure imbru-nimento reagendo con i tannini. Le salamoie sono molto corrosive, pertanto il materiale che viene in contatto con esse deve essere resi-stente alla corrosione.I purganti salini (fosfato di sodio, solfato di magnesio, idrossido di magnesio) sono usati come lassativi sfruttando il loro effetto osmotico (dal greco osmos = spinta, impulso). L’osmosi è un processo di diffusione di liquidi attraverso una membrana. L’introduzione nell’intestino di sali di magnesio e di sodio crea all’interno del tubo intestinale una pressione che favorisce il passaggio di acqua dalle cellule intestinali al lume inte-stinale con idratazione del contenuto intestinale e conseguente effetto

Dall’alto: la “salatura del coniuge”, il viagra di quel tempo (Le mogli salano i mariti, incisione del 1557); cartolina delle miniere di sale di Wieliczka (Polonia) con i capolavori in salgemma scolpiti nel corso degli anni dai minatori;statua ricordo del Mahatma Gandhi in India.

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lassativo. Agiscono in circa tre ore e come effetto collaterale possono causare disidratazione e perdita di sali (sodio, potassio, cloro).

Purtroppo oggi si consuma sale in modo esagerato con problemi per la nostra salute, in particolare un aumento della nostra pressione arteriosa, che causa malattie car-diovascolari a essa correlate (infarto miocardico, ictus cerebrale).È quindi buona norma, soprattutto per chi è iperteso, non aggiungere sale a tavola. Le spezie e le erbe aromatiche possono sostituire il sale; il succo di limone e l’aceto consentono di ottenere cibi ugual-mente saporiti. Ogni grammo di sale contiene circa 0,4 grammi di sodio; in condizioni normali il nostro organismo elimina giornalmente da 0,1 a 0,6 grammi di sodio e questa quantità va reintegrata con la dieta. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non consu-mare più di 5 grammi di sale (un cucchiaino da tè) da cucina corri-spondente a circa 2 grammi di sodio.

[Lino Beber]

In alto: il Salar de Uyuni a 3660 metri sul livello del mare in Bolivia è un enorme deserto di sale che, con i suoi 10.582 kmq, è la più grande distesa salata del mondo; mucchi di sale ricavati dal Salar.In basso: Mali, fiume Niger al tramonto e mercato di lastre, sassi e sacchetti di sale.

Cibi più salati mg/ettogrammo

Prosciutto crudo magro 2.440

Salmone affumicato 1.880

Formaggio pecorino 1.800

Ketchup 1.120

Salsiccia di maiale 1.100

Grissini 757

Crackers 660

Maionese 450

Crauti 355

Patatine fritte in busta 340

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D opo il successo della prima edizione del contest dedi-cato alla realizzazione di un cortometraggio sul tema del

futuro, i giovani trentini sono nuo-vamente chiamati a valorizzare la propria creatività. Il nuovo concorso a premi, orga-nizzato dalle Casse Rurali Trentine in collaborazione con Cooperative musicali e Federazione Trentina della Cooperazione, si pone l’o-biettivo di recuperare e rivedere il patrimonio musicale della canzone italiana o inglese degli anni Ses-santa e Settanta per proiettarlo nel futuro attraverso la realizzazione e l’interpretazione di un brano ine-dito o la rappresentazione di una cover. Possono partecipare i giovani di età compresa tra 11 e 25 anni che risiedono in provincia di Trento, intenzionati a mettersi in gioco e proporre le proprie qualità canore da soli, con una band o con la pro-pria classe. Le canzoni saranno valu-tate da una giuria di esperti. I premi saranno consegnati nel concerto conclusivo del 23 maggio 2015.

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Il 6-7-8 dicembre è in programma l’ultima gita del nostro fortunato programma 2014. L’ultima meta prevede la visita dell’affascinante

Annecy, cittadina francese adagiata sull’omonimo lago, nota per i carat-teristici quartieri, su tutti quello medioevale, e Lione con il suo Festival delle Luci, manifestazione conosciuta a livello mondiale per lo spettacolo delle sue vie illuminate da milioni di giochi di luce. Anche quest’anno la partecipazione dei soci è stata numerosa. Cogliamo l’occasione per ringraziare quanti hanno partecipato con entusiasmo invitando a suggerirci nuove e affa-scinanti mete per il 2015.

Gite con i soci. Si conclude il programma con la visita a Lione

Dall’alto: foto di gruppo con i Soci a Maribor; i Soci a Berlino.

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DO YOU SPEAK ENGLISHRiparte a gennaio 2015 l’apprezzato corso Do you speak english. Si tratta di un corso di inglese avanzato desti-nato a giovani studenti e lavoratori Soci – o figli di Soci – della Cassa Rurale di Pergine. Il percorso è fina-lizzato anche all’ottenimento della certificazione Toefel.

CORSI DI TEDESCO PER BAMBINI DELLE SCUOLE ELEMENTARIIn collaborazione con l’Associazione Italo Tedesca per l’Europa, Coope-rAzione Reciproca organizza corsi di tedesco per i ragazzi delle scuole elementari, tenuti da insegnanti di madrelingua. I corsi sono aperti a tutti i ragazzi delle elementari: figli di Soci e Clienti della Cassa Rurale di Pergine beneficiano di un intervento sulla quota di partecipazione.

OCCHIO ALLA SALUTEProsegue il servizio gratuito di con-trollo della pressione arteriosa e della glicemia, attivato in collabora-zione con la Casa di Riposo A.P.S.P. Santo Spirito. Attivo a Pergine, Canale, Canezza, Civezzano. Orari sul sito della Cassa Rurale di Pergine www.cr-pergine.net

PROGETTO “A TU PER TU”L’Associazione APBPS Psicologi di Base, associazione di promo-zione sociale che risponde ai biso-gni di autostima, relazione con i figli, stress lavorativo, problemi di coppia dal dicembre 2011 ha atti-vato, presso la Comunità di Valle dell’Alta Valsugana e Bersntol, il servizio “A tu per tu”, indirizzato a persone in difficoltà mediante contatto diretto con il terapeuta.

CHECK-UP STRUTTUREContinua il sostegno alle Associazioni con il check-up periodico della loro situazione contabile, amministrativa e fiscale, tramite dei commercialisti che prestano, previo appuntamento, la loro consulenza presso la sede di CooperAzione Reciproca.

VOLONTARIATO. UN BENE COMUNEIl progetto mira a creare rete sul territorio coinvolgendo in modo particolare il Volontariato e prevede tre classificazioni di interventi che già si stanno realizzando sul nostro territorio. Si tratta di:• Generazioni a braccetto per

l’inserimento dei Giovani nelle Associazioni con compiti di respon-sabilità e progetti specifici.

• Associazioni a braccetto per pro-getti in coproduzione con almeno tre Associazioni.

• Mestieri e passioni a braccetto, riferito a progetti di carattere sociale costruiti e gestiti da Enti e/o Cooperative con il coinvolgi-mento delle Associazioni.

SPORTELLO FORMAZIONESportello di orientamento al lavoro per dare un supporto nella predispo-sizione del curriculum vitae, della lettera motivazionale e per la pre-parazione del colloquio di lavoro. Servizio attivato per i figli di Soci e clienti della Cassa Rurale di Pergine.

CR reciprocacooperazione

Appuntamentiin evidenza

INFO E ISCRIZIONIUFFICIO SOCI CASSA RURALE DI PERGINEnumero verde 800 36 58 22www.cr-pergine.net

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Concertoa Natale 2014

La Cassa Rurale di Pergineè lieta di invitare Soci e Clienti al

Il Presidente con il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, la Direzione e tutto il personaleaugurano un sereno Natalee un Felice Anno Nuovo

con l’Orchestra Giovanile Trentina

LUNEDì 22 DICEMBRE ORE 20.15PALAZZO TOMELIN - SALA C. JELLICISede Cassa Rurale di Pergine - Piazza Gavazzi, 5