L’industria dei brevetti sta prendendo il controllo sul nostro cibo?

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Brevetti europei su piante e animali – L’industria dei brevetti sta prendendo il controllo sul nostro cibo? Rapporto pubblicato da “No Patent on Seeds!” 2014 Christoph Then & Ruth Tipp www.no-patents-on-seeds.org n o p a t e n t s o n s e e d s

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Brevetti europei su piante e animali – L’industria dei brevetti sta prendendo il controllo sul nostro cibo?

Rapporto pubblicato da “No Patent on Seeds!” 2014 Christoph Then & Ruth Tipp

www.no-patents-on-seeds.org

n o p a t e n t s o n s e e d s

1 | European patents on plants and animals |

Publiziert von “Keine Patente auf Saatgut!”, 2014

E�uropean patents on plants and animals – is the patent industry taking control of our food?

Report published by “No Patents on Seeds!”, 2014 Christoph Then & Ruth Tippe

www.no-patents-on-seeds.org

no patents on seeds

1 | European patents on plants and animals |

Publiziert von “Keine Patente auf Saatgut!”, 2014

E�uropean patents on plants and animals – is the patent industry taking control of our food?

Report published by “No Patents on Seeds!”, 2014 Christoph Then & Ruth Tippe

www.no-patents-on-seeds.org

no patents on seeds

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Brevetti europei su piante e animali – L'industria dei brevetti sta prendendo il controllo sul nostro cibo?

Rapporto pubblicato da “No Patents on Seeds!” 2014 Christoph Then & Ruth Tippe

Desideriamo ringraziare particolarmente Emile Lapprand, Fabio Leipert, Francois Meienberg, e Teshoma Hunduma Mulesa per i loro contributi e la discussione che ne è seguita.

Il documento è stato redatto in seguito a discussioni tenutesi all'interno della coalizione “No Patents on Seeds!”. Non riflette necessariamente in dettaglio la posizione di ciascuna organizzazione.

Le organizzazioni che appartengono a “No Patents on Seeds!”sono: Bionext (Olanda), The Berne Declaration (Svizzera), GeneWatch (Regno Unito), Greenpeace, Misereor (Germania), Utviklingsfondet (Norvegia), No Patents on Life (Germania), Red de Semillas (Spagna), Rete Semi Rurali (Italia), Reseau Semences Paysannes (Francia) e Swissaid (Svizzera).

Grafica: Claudia Radig-Willy.

Traduzione italiana di Francesca Rispoli – revisione del testo a cura di Riccardo Bocci, Bettina Bussi e Riccardo Franciolini. Edizione italiana a cura di Rete Semi Rurali con il contributo di WWOOF, disponibile on line sul sito www.semirurali.net. Stampato nel dicembre 2014.

No patents on seeds! Frohschammerstr. 14 80807 München www.no-patents-on-seeds.org [email protected]

Stampato nell’ambito del Progetto RGV/FAO/RSR 2014-2016 del MiPAAF !2

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INDICE

Introduzione 4 1. Un breve profilo della situazione 6 2. Visione d'insieme dell'industria dei brevetti e inquadramento legale 8 2.1 Ufficio Brevetti Europeo 8 2.2 Unione Europea, WIPO, TRIPs eTTIP 10 3. Brevetti su piante e animali: situazione attuale e problemi legali 13 3.1 Come la proibizione dei brevetti sulle piante è divenuta insignificante 13 3.2 Come è stata erosa la proibizione dei brevetti su processi essenzialmente biologici 14 4. Brevetti concessi su piante e animali 16 4.1 Stato dell’arte 16 4.2 Casi studio: brevetti su piante concessi recentemente 17 4.3 Casi studio: brevetti concessi recentemente su animali 21 5. L'impatto dei brevetti sulle sementi 22 5.1 Panoramica sulla concentrazione nel mercato dei semi 24 5.2 La situazione negli Stati Uniti 28 5.3 Concentrazione nel mercato europeo 30 6. Analisi legale: perché il processo decisionale dell'EPO non risolverà il problema 34 6.1 Che cos'è il miglioramento genetico “essenzialmente biologico”? 35 6.2 Che cosa non è “essenzialmente biologico”? 35 6.3 E sulle domande abilmente formulate 36 6.4 E sulle varietà vegetali? 37 6.5 L'opinione preliminare della Commissione Allargata d’Appello 37 7. Il futuro: il compito dei regolatori 39 7.1 La Risoluzione del Parlamento Europeo 39 7.2 Azioni da intraprendersi da parte degli stati appartenenti all’EPO 40 8. Conclusione e richieste 43 Riferimenti 44 Abbreviazioni 45 Campagna Free Pepper 46

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Introduzione

Questo documento illustra come i brevetti stiano per infrangere i confini accettabili, mettendo a rischio le nostre risorse genetiche. Il nostro pane quotidiano presto sarà controllato dalle grandi multinazionali e dall'industria dei brevetti o i politici prenderanno decisioni per assicurare che i brevetti sulle piante e gli animali siano proibiti? Ci troviamo in una fase critica. Il mercato delle sementi è già fortemente concentrato in diversi settori: secondo rapporti recenti cinque aziende controllano il 75% del mercato comunitario del mais e lo stesso numero di aziende controlla il 95% del mercato europeo delle ortive. L'Ufficio Brevetti Europeo (EPO, European Patent Office) ha già concesso diverse migliaia di brevetti su piante e semi, e un numero in costante aumento di brevetti su piante e animali derivati dal miglioramento genetico convenzionale. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, sono stati concessi circa 2.400 brevetti su piante e 1.400 su animali. Sono in attesa più di 7.500 richieste di brevetti per le piante e circa 5.000 per gli animali. L'EPO ha già concesso più di 120 brevetti riguardanti il miglioramento genetico convenzionale e un migliaio di richieste circa sono in attesa di approvazione. Il campo di applicazione di molti dei brevetti concessi è molto vasto e spesso copre l'intera catena alimentare, dalla produzione al consumo. Questi brevetti costituiscono un abuso della legge sui brevetti, progettati per accaparrarsi il controllo delle risorse necessarie alla vita quotidiana. Nel 2013, EPO ha concesso diversi brevetti sulle piante. Tra essi sono compresi alcuni riguardanti peperoni coltivati a partire da varietà selvatiche originarie della Giamaica, pomodori che sono stati sviluppati per mezzo della banca internazionale dei semi in Germania, girasoli da una mutagenesi casuale e una selezione di parenti selvatici del fagiolo di soia, presenti in Asia e Australia. Le analisi dei processi decisionali di EPO negli anni recenti mostrano come i divieti stabiliti nella legge sui brevetti che fanno riferimento a piante o animali e processi essenzialmente biologici, vale a dire metodi convenzionali di miglioramento genetico di piante e animali (art. 53 (b) della Convenzione Europea sui Brevetti (EPC, European Patent Convention)) siano stati sistematicamente erosi. È evidente che EPO ha di fatto creato intenzionalmente una situazione fatta di assurdità legali mai vista prima. Se viene fatta richiesta per tutte le piante con caratteristiche specifiche e tutti i processi per il miglioramento genetico e la selezione (che potrebbero teoricamente essere applicati), esiste una forte probabilità che il brevetto venga concesso. Il richiedente deve solo assicurarsi di non riferirsi esplicitamente a varietà o processi specifici per il miglioramento genetico essenzialmente biologico per essere in accordo con le parole utilizzate nella legge. Ad ogni modo, in sintesi, questi brevetti coprono sia varietà di piante, sia prodotti e procedimenti essenzialmente biologici per il miglioramento genetico. Brevetti simili sono già stati concessi. I casi documentati nel presente report dimostrano chiaramente e in dettaglio le assurdità legali, e indipendentemente dall'esito dei casi in attesa di approvazione (quali i brevetti sui broccoli e pomodori, G2/12 e G2/13), è assai probabile che questa situazione continui.

Questi brevetti concessi da EPO promuovono la concentrazione dei mercati, impediscono la competizione e sono volti a promuovere ingiusti diritti monopolistici. Brevetti del genere non hanno nulla a che vedere con la consueta interpretazione della legge sui brevetti o con l'assegnare le giuste ricompense e incentivi nei confronti dell'innovazione e delle invenzioni. Ampiamente basati su caratteristiche tecniche non scientifiche, costituiscono un abuso della legge sui brevetti, che viene usata come strumento di appropriazione indebita (biopirateria, in effetti) che trasforma le risorse agricole necessarie alla vita quotidiana nella cosiddetta proprietà intellettuale di pochissime grandi aziende. Questo stato di cose non è solo un problema per mercati o regioni specifiche: metterà in pericolo la stessa agro-biodiversità e l'adattabilità dei nostri sistemi di produzione alimentare a reagire alle sfide poste dai cambiamenti climatici. Di conseguenza, stiamo mettendo a rischio la nostra sovranità alimentare regionale oltre a quella globale sulla sicurezza del cibo.

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Il documento mette in guardia rispetto al fatto che le decisioni sull'ammissibilità dei brevetti su piante, animali e sementi non possono essere demandate all'EPO, spinto dai suoi interessi. EPO ha sistematicamente eroso i divieti presenti all'articolo 53 (b) dell’EPC a favore di quelle aziende che ricevono i profitti da prodotti brevettati e da istituzioni che guadagnano dalla concessione dei brevetti. Questi gruppi d'interesse all'interno dell'industria dei brevetti hanno costituito la spinta principale nell'allontanare il sistema dei brevetti dall'essere strumento per promuovere l'innovazione trasformandolo in sistema che permette l'appropriazione indebita delle risorse biologiche necessarie per produrre il cibo che mangiamo tutti i giorni. Mantenere e salvaguardare il libero accesso al materiale necessario al miglioramento genetico animale e vegetale deve divenire una priorità politica. Qualsiasi misura presa deve primariamente ottemperare ai bisogni degli agricoltori, dei selezionatori tradizionali e dei consumatori e non gli interessi dell'industria dei brevetti. Il punto chiave è che i brevetti sulle risorse necessarie alla nostra vita quotidiana possono essere fermati solo dal processo decisionale politico. Due i passi da fare:

▪ in primo luogo, assicurare un voto dagli Stati dell'Organizzazione Europea dei Brevetti (EPOrg, European Patent Organization) per fare in modo che l'interpretazione dell'EPC sia in linea con una recente risoluzione del Parlamento Europeo che dichiara l'impossibilità di garantire in generale i brevetti sul miglioramento genetico e la selezione convenzionale;

▪ in secondo luogo, attivare il processo per cambiare le leggi europee sui brevetti in modo da escludere brevetti su risorse genetiche animali e vegetali.

Un punto ulteriore è assicurare che gli attuali negoziati sugli accordi di libero commercio tra l'Unione Europea, il Canada e gli Stati Uniti (TTIP) rispettino la possibilità da parte dell'Europa e dell'Unione Europea di far rispettare in futuro i divieti presenti nella legge sui brevetti.

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1. Breve profilo della situazione

I prodotti e i processi possono essere brevettati se soddisfano criteri quali novità, innovazione e applicazione industriale. Se un brevetto è concesso, il detentore può impedire ad altri la riproduzione, l'uso, la vendita e la distribuzione dell'invenzione per 20 anni. In origine, i brevetti erano stati concepiti per i prodotti chimici e meccanici. Oggi è fatto un sempre maggior numero di richieste di brevetto europeo su piante e animali. Sono già stati concessi quasi 2.400 brevetti sulle piante – in maggioranza coprono l'ingegneria genetica. Nello stesso tempo, esiste una costante ascesa nella cifra delle richieste di brevetti sul miglioramento genetico convenzionale: ci sono state circa 1.000 richieste e sono stati concessi quasi 120 brevetti

Figura 1: Numero di richieste di brevetto e brevetti concessi su piante all’EPO. Ricerca svolta secondo le classificazioni ufficiali (IPC A01H oppure C12N001582).

Il campo di applicazione di molti di questi brevetti è molto vasto e spesso copre l'intera catena alimentare dalla produzione al consumo. Questi brevetti costituiscono un abuso della legge e sono progettati per prendere il controllo sulle risorse necessarie alla vita quotidiana. In particolare, le attività di Monsanto, la maggior multinazionale biotecnologica e numero uno del mercato internazionale delle sementi, sono particolarmente preoccupanti: Monsanto ha acquisito, tra le altre, le grosse ditte sementiere Seminis e De Ruiter e adesso possiede una posizione dominante nel mercato sementiero di cotone, mais e soia. Secondo l'ETC Group (2011), le tre maggiori aziende - Monsanto, DuPont e Syngenta - controllano circa il 50 % del mercato delle sementi. Sono queste che prenderanno le decisioni rispetto a quali piante debbano essere migliorate, coltivate e raccolte in futuro e su quanto verranno a costare.

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6 | European patents on plants and animals | 1. A brief outline of the problem

1. A brief outline of the problem

Products or processes can be patentable if they fulfill criteria such as novelty, inventiveness and industrial applicability. If patents are granted, the patent holder can prevent others from the reproduction, use, sale and distribution of the invention for 20 years. Patents were originally developed for chemicals and mechanical products.

At present, an increasing number of European patent applications are being filed on plants and animals. Around 2400 patents on plants have already been granted – most of them covering genetic engineering. At the same time there is a steady increase in the number of patent applications being filed for con-ventional breeding. Around 1000 such applications have been filed and around 120 patents have been granted.

Figure 1: Number of patent applications and patents granted on plants at the European Patent Office in Munich (ac-cumulated) Research according to official classifications (IPC A01H or C12N001582).

The scope of many of the patents is extremely broad and very often covers the whole food chain from production to consumption. These patents are an abuse of patent law designed to take control of re-sources needed for our daily lives. In particular, the activities of Monsanto, the biggest multination biotechnology company and number one in the international seed market, are especially concerning: Monsanto has bought up, amongst others, the large vegetable breeders Seminis and De Ruiter and now has a very dominant position in seed markets for cotton, maize and soybeans. According to ETC-Group (2011), the three biggest companies Monsanto, Dupont and Syngenta control around 50 percent of the global proprietary seed market. They are the ones who will make the decisions on which plants will be bred, grown and harvested in future, and how much they will cost.

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Figura 2: Prodotti alimentari brevettati sono già presenti sul mercato: ad esempio, i broccoli brevettati introdotti dalla Monsanto nel 2011 in Gran Bretagna sotto il marchio commerciale “Beneforte”.

I brevetti su piante e animali possono limitare o impedire l'accesso alle risorse biologiche, intralciare i processi d'innovazione nel miglioramento genetico e impedire le attività dell'agricoltore e la sua libertà di scelta. Questa situazione sta già avendo impatto su molti degli interessati, che includono gli agricoltori tradizionali, quelli che conservano, moltiplicano o addirittura selezionano i propri semi, i paesi in via di sviluppo che potrebbero essere costretti a permettere la brevettabilità delle sementi, gli orticoltori che diverrebbero dipendenti da poche multinazionali, i produttori biologici in cerca di sementi certificate, i consumatori, i trasformatori di alimenti e i commercianti, che si accorgono che prezzi e scelta dei prodotti alimentari vengono decisi da aziende quali Monsanto. In generale, questi brevetti favoriscono la concentrazione del mercato, intralciano la competizione e servono a promuovere ingiusti diritti monopolistici. Simili brevetti non hanno nulla a che fare con l’interpretazione tradizionale delle leggi sui brevetti o con il fornire le giuste ricompense e incentivi per invenzioni e innovazioni. Largamente basate su aspetti tecnici di scarsa importanza, questi brevetti abusano della legge in questione, usandola come strumento di un'appropriazione indebita (in effetti si tratta di biopirateria) che trasforma le risorse agricole necessarie alla produzione degli alimenti quotidiani nella cosiddetta proprietà intellettuale di alcune multinazionali. Se la tendenza attuale non viene fermata, aziende come la Monsanto, DuPont e Syngenta si troveranno sempre più nella posizione di decidere cosa viene coltivato, raccolto e servito come cibo sulle tavole in Europa e in altre regioni. Inoltre, l'agro-biodiversità declinerà se soltanto poche aziende sono in grado di determinare quali super sementi brevettate debbano essere seminate nei campi. L'agro-biodiversità è una delle principali precondizioni per il futuro dell'agricoltura, dell'agricoltura sostenibile e per l'adattabilità della nostra produzione alimentare a condizioni mutevoli quali, ad esempio, i cambiamenti climatici. Da questo punto di vista, si tratta di uno sviluppo problematico non solo per settori o regioni specifiche, in grado di minacciare l'agro-biodiversità, gli ecosistemi e l'adattabilità dei nostri sistemi di produzione alimentare a sostenere sfide quali i cambiamenti climatici. Tutto ciò rappresenta un rischio enorme per la sicurezza alimentare globale e la sovranità alimentare regionale.

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2. Visione d'insieme dell'industria dei brevetti e inquadramento legale

Negli anni, il sistema dei brevetti si è evoluto in quello che oggi è sostanzialmente un closed shop [espressione americana che designa un'azienda che subordina l'assunzione di un dipendente all'appartenenza sindacale; n.d.t.] retto da gruppi d'interesse commerciale e in maggioranza privo di qualunque rappresentanza istituzionale della più vasta società civile.

2.1 Ufficio Brevetti Europeo

EPO appartiene all’Organizzazione Europea dei Brevetti (EPOrg, European Patent Organization), istituita come organizzazione intergovernativa sulla base della Convenzione Europea sui Brevetti (EPC, European Patent Convention), siglata nel 1973 . Secondo il testo dell'EPC, i brevetti su piante 1

o animali sono in maggioranza esclusi dalla brevettabilità. Come si legge nell'Art 53(b) dell’EPC, non può essere rilasciato nessun brevetto riguardante piante o animali: I brevetti europei non possono essere rilasciati riguardo a: (b) varietà di piante e animali o processi essenzialmente biologici per la produzione di piante e animali. Questa disposizione non si applica ai processi microbiologici e ai prodotti ottenuti tramite questi procedimenti.

Nell’Unione Europea (EU) le sementi vendute commercialmente devono soddisfare i requisiti per la registrazione delle varietà vegetali, per cui i termini usati in questo articolo non dovrebbero significare altro che una proibizione generale dei brevetti sulle sementi. Però, come vedremo di seguito, la pratica attuale dell'EPO ha completamente eroso il divieto di brevettare i semi, così come il divieto di brevettare processi di miglioramento genetico essenzialmente biologici.

L’EPO attualmente consta di 38 stati, comprendenti tutti gli stati membri dell'Unione Europea oltre a Albania, Croazia, Macedonia, Islanda, Liechtenstein, Principato di Monaco, Norvegia, San Marino, Serbia, Svizzera e Turchia. Le due principali istituzioni all'interno dell'EPOrg sono l'EPO e il Consiglio di Amministrazione. L'EPO esamina e rilascia i brevetti ai richiedenti, il Consiglio di Amministrazione, composto da rappresentanti degli stati appartenenti, è un ente di supervisione che sovrintende all'operato dell'EPO. Il Consiglio di Amministrazione nomina il presidente dell'EPO e può decidere sull'interpretazione della Convenzione Europea sui Brevetti e del suo cosiddetto Regolamento Attuativo. L’EPOrg non è parte dell'Unione Europea, il che significa che le decisioni EPO non si trovano sotto la giurisdizione della Corte di Giustizia Europea. Al contrario, l'EPO possiede tre livelli decisionali interni per concedere i brevetti:

• Le Divisioni Esame/Opposizione, che rispondono in primo grado della concessione dei brevetti e dei motivi di opposizione;

• La Commissione Tecnica d’Appello, che risponde dei casi che non abbiano trovato soluzione in primo grado;

• La Commissione Allargata d’Appello, che rappresenta il massimo livello decisionale legale dell'EPO: la Commissione Allargata d’Appello non decide la concessione dei singoli brevetti, ma è responsabile delle questioni legali coinvolte e dell'esame e della concessione in generale.

Le due Commissioni d’Appello dovrebbero essere, almeno in parte, indipendenti dall'EPO nelle loro decisioni. Al contempo, tutti gli appartenenti alle commissioni e alle divisioni sono nominati o stipendiati dall'EPOrg, compresi soggetti esterni che fanno parte della Commissione Allargata d’Appello. Non è possibile rivolgersi direttamente alla Commissione Allargata d’Appello in qualità di proponente o appellante. La sentenza a proposito del rinvio a giudizio o meno e su quali argomenti debbano essere inoltrati alla Commissione Allargata d’Appello, viene presa da organi dell'EPO quali

http://www.epo.org/about-us/organisation/foundation.html1

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la Commissione Tecnica d’Appello e il Presidente. La struttura dell’EPOrg non è progettata per prevedere una vera supervisione legale indipendente e non è sottoposta al controllo dei tribunali internazionali. Tutto ciò crea una situazione critica per il funzionamento complessivo dell'EPO. Inoltre, l’EPO guadagna concedendo ed esaminando i brevetti e il suo bilancio (2014: 2 miliardi di euro) si basa in gran parte sulle quote pagate dai detentori di brevetto (il reddito proveniente dai 2

brevetti e dalle spese di istruttoria nel 2013 ammontava a 1,5 miliardi di euro) . Di conseguenza, 3

l'ufficio brevetti ha tutto l'interesse a ricevere richieste e a concedere brevetti. L'industria (i richiedenti brevetto) e l'EPO hanno interessi in comune. I richiedenti – non la società nel suo complesso – sono i veri clienti dell'EPO. L'industria e l'EPO sono due facce della stessa medaglia, prive di controlli giuridici indipendenti. Il Consiglio di Amministrazione agisce in misura limitata come ente legislativo dell'EPO, i suoi statuti gli conferiscono un grado di controllo politico. Il consiglio è formato dai seguenti membri e osservatori che prendono parte regolarmente alle riunioni:

• Gli stati appartenenti all'EPO sono rappresentati da due delegati per ciascun paese. I rappresentanti provengono per la maggioranza dagli uffici brevetti nazionali o sono esperti appartenenti allo staff di autorità nazionali. In quanto tali è difficile vederli come efficace controllo politico dell'EPO – fanno piuttosto parte del “sistema dei brevetti”. Sono comunque impegnati dai mandati ricevuti dai loro governi – che possono assumere il controllo della guida politica nei casi in cui gli stati appartenenti lo richiedano;

• Altri partecipanti alle riunioni del Consiglio di Amministrazione sono il presidente dell'EPO, uditori e diversi impiegati dell'EPO. Sono presenti osservatori provenienti dalle organizzazioni intergovernative: l'Unione Europea (EU), l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà

http://documents.epo.org/projects/babylon/eponet.nsf/0/125011cc1d9b8995c1257c92004b0728/$FILE/epo_ 2

facts_and_figures_ 2014_en.pdf

http://documents.epo.org/projects/babylon/eponet.nsf/0/094DF1067B07003EC1257D040040A402/$File/financial- 3

_statements_2013_en.pdf!9

Convenzione Europea sui Brevetti (EPC)

Fondamenti giuridici dell’EPOrg all’interno dei 38 Stati membri

Organizzazione Europea dei brevetti (EPOrg)

38 Stati membri

Ufficio Europeo Brevetti (EPO) (esecutivo)

Esamina la richiesta di brevetti, il rilascio dei

brevetti e le opposizioni legali contro i brevetti

Consiglio di Amministrazione

(legislativo)

Sovraintende all’Ufficio e revisiona la legislazione della

convenzione

Commissioni d’Appello

Sono indipendenti dall’Ufficio nelle decisioni ma subordinate rispetto all’EPC. La Commissione Allargata d’Appello esplicita e

interpreta importanti passaggi legislativi legati all’EPC e assicura l’applicazione coerente della legge.

Figura 3: Struttura dell'EPOrg (fonte: Lebrecht & Meienberg, 2014).

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Intellettuale (WIPO, World Intellectual Property Organization), l’Ufficio per l'Armonizzazione nel Mercato Interno (OHIM, Office for Harmonization in the Internal Market), e l’Istituto Nordico del Brevetto (NPI, Nordic Patent Institute);

• Inoltre due organizzazioni non governative partecipano alle riunioni del Consiglio di Amministrazione in qualità di osservatori e con interessi diretti. Si tratta di BUSINESSEUROPE e dell'Istituto dei Rappresentanti Professionali all'Ufficio Europeo Brevetti (EPI);

• BUSINESSEUROPE è un organizzazione che raccoglie le confederazioni padronali nazionali e l'industria di 35 paesi ; 4

• L'Istituto dei Rappresentanti Professionali all'Ufficio Europeo Brevetti (EPI) rappresenta i legali europei nel campo dei brevetti . Ci sono quasi 4.000 legali autorizzati al trattamento dei 5

brevetti europei nella sola Germania e più di 2.000 nel Regno Unito . Gli avvocati 6

specializzati in brevetti, gli studi legali, gli esperti e i consulenti guadagnano tutti dalle richieste di brevetto, dalla loro concessione o opposizione e da altri servizi legali. Può considerarsi un'attività dei brevetti a se stante, altamente remunerativa.

Se i partecipanti alle riunioni del Consiglio di Amministrazione sono decisamente orientati a favore dell'ottenimento dei brevetti, le organizzazioni della società civile non sono rappresentate affatto. Al contempo i delegati degli stati appartenenti fanno parte per la maggioranza del “sistema dei brevetti” ed è quindi molto difficile attendersi un controllo politico efficace e una rappresentanza degli interessi generali della società. Di conseguenza, EPO deve essere vista come un meccanismo progettato per far passare i brevetti, per soddisfare gli interessi economici in gioco; non ci sono controlli indipendenti in vigore, né alcun controllo politico e sicuramente nessuna partecipazione pubblica. Nelle sue decisioni, EPO continua a ripetere che la considerazione degli impatti economici dei brevetti esula dalle sue competenze. Ma uno sguardo più attento rivela che EPO è spinta solo dai propri interessi economici e da quelli collegati dell'industria dei brevetti.

2.2 Unione Europea, WIPO, TRIPs e TTIP

Esistono altri attori importanti e regolamenti internazionali all'interno dell'industria dei brevetti. Il più significativo tra essi è la Direttiva EU (Protezione Legale delle Invenzioni Biotecnologiche) (Legal Protection of Biotechnological Inventions 98/44 EC) adottata dal Parlamento Europeo e dagli 7

stati membri dell'Unione nel 1998. La Direttiva è stata dibattuta per vent’anni prima di essere finalmente approvata, dopo una forte azione lobbistica da parte dell'industria. In alcune delle sue misure il testo della Direttiva si spinge aldilà di quelle previste nella legislazione americana sui brevetti. Per esempio, l'articolo 3 (2) permette esplicitamente i brevetti sulle scoperte se rese possibili da strumenti tecnici:

Il materiale biologico isolato dal proprio ambiente naturale o prodotto per mezzo di uno processo tecnico può essere il soggetto di un'invenzione anche se precedentemente accaduta in natura.

Sebbene l'EPO non faccia parte dell'Unione Europea, la Direttiva 98/44 è diventata parte del Regolamento Attuativo della Convenzione Europea sui Brevetti a seguito di una votazione avvenuta in Consiglio di Amministrazione nel 1999. Le regole pertinenti sono quelle che nel Regolamento vanno dalla numero 26 alla 34. Le più importanti rispetto al nostro contesto sono:

http://www.businesseurope.eu/content/default.asp?PageID=6004

http://www.patentepi.com/en/the-institute/list-of-professional-representatives/5

http://www.epo.org/applying/online-services/representatives.html6

http://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:31998L00447

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i. L'articolo 4.2 della Direttiva è diventato la norma 27b dell'EPC. Tratta dei brevetti sulle piante e gli animali che non sono limitati a una particolare varietà di pianta o animale (vedi capitolo 3);

ii. L’articolo 2.1 (b) della Direttiva è diventato la norma 26(5) dell'EPC. Tratta della definizione dei metodi di miglioramento genetico essenzialmente biologici (vedi capitolo 3).

Tanto l'industria quanto EPO hanno considerato la Direttiva Europea sui Brevetti come una svolta determinante per l'industria, dato che permette di brevettare piante e animali (Articolo 4). Esistono comunque diverse interpretazioni del suo testo. Il Parlamento Europeo, che ha adottato la Direttiva nel 1998, richiede che i divieti vengano interpretati in maniera molto più stringente di quanto non stia avvenendo nella prassi attuale dell'EPO (vedi capitolo 7). In futuro, EPO concederà brevetti dall'effetto comunitario, secondo un nuovo sistema, il cosiddetto “sistema comunitario dei brevetti” , inteso a garantire una protezione sovranazionale nei 25 stati 8

membri dell'Unione Europea. Per la prima volta ci sarà un Tribunale Europeo dei Brevetti, il cosiddetto “Tribunale Unificato dei Brevetti” . 9

È comunque improbabile che questo tribunale dei brevetti riesca a sciogliere le attuali difficoltà. Per molti anni si è atteso che l'Unione Europea creasse un sistema dei brevetti EU che permettesse il controllo legale indipendente dei brevetti europei attraverso la Corte di Giustizia Europea. Sembra però che il nuovo Tribunale Unificato dei Brevetti non verrà posto sotto la giurisdizione della Corte di Giustizia Europea, come originariamente previsto. Secondo le minute delle riunioni, è stato il governo britannico, assieme a BUSINESSEUROPE, a impedire che la Corte di Giustizia Europea divenisse il massimo organo legale, durante una riunione dell'ultimo minuto svoltasi nell'ottobre del 2012, poco prima della votazione decisiva. Il risultato è che l'influenza dell’industria dei brevetti sulla giurisdizione del nuovo tribunale potrebbe assomigliare molto a quella esercitata sulle istituzioni interne all’EPO. Un’ulteriore problematica del Tribunale Unico dei Brevetti è data dall'assenza di regole specifiche per permettere alle organizzazioni non profit di aprire cause a costi ridotti. In questo modo, i costi potenzialmente proibitivi per portare un’opposizione alla corte renderanno molto improbabile che gli interessi non commerciali possano avere un ruolo importante. In generale, la maggioranza dei brevetti richiesti e concessi in Europa passano dall'EPO – gli enti nazionali degli stati membri dell'Unione giocano un ruolo del tutto secondario nell'esame e nella concessione dei brevetti. È però possibile fare richiesta di brevetto presso l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (WIPO, World Intellectual Property Organization) all'interno del 10

Trattato di Cooperazione sui Brevetti (PCT, Patent Cooperation Treaty). WIPO non concede brevetti, ma inoltra le richieste europee all'EPO affinché vengano esaminate.

Un altro trattato internazionale di rilievo è l’accordo TRIPs (Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale) , governato dall'Organizzazione sul Commercio Mondiale (WTO). In 11

questo contesto, vale la pena notare che secondo il TRIPs non è necessario emettere brevetti sulle piante o gli animali (Art. 27,3) . Nel 2013, sono cominciati i negoziati sul Partenariato Transatlantico 12

su Commercio e Investimento (TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership) tra Stati Uniti e Unione Europea . I brevetti e i diritti di proprietà intellettuale (DPI) fanno parte della negoziazione. 13

Secondo fonti informate, i brevetti sul software o sui metodi per fare affari sarebbero sulla lista dei desiderata della delegazione statunitense. Questi brevetti (per esempio, sull'uso di un click del mouse per condurre attività commerciali online) non possono essere concessi in Europa, dato che non

http://www.epo.org/news-issues/issues/unitary-patent.html8

http://www.unified-patent-court.org/9

http://www.wipo.int/portal/en/index.html10

http://www.wto.org/english/tratop_e/trips_e/trips_e.htm11

http://www.wto.org/english/docs_e/legal_e/27-trips.pdf12

http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/ttip/13

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vengono considerati come “invenzioni”. Se gli Stati Uniti avranno successo nel negoziato del TTIP, potrebbero verificarsi enormi ricadute sui brevetti legati al miglioramento genetico e all’agricoltura.

Le conseguenze degli accordi sul libero commercio quali il TTIP sono importanti anche per il futuro della legge sui brevetti: per esempio, un'eventuale proibizione da parte dell'Unione Europea dei brevetti sul vivente dopo l'entrata in vigore del TTIP, potrebbe essere considerata una violazione della protezione degli investimenti delle aziende americane.

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3. Brevetti su piante e animali: situazione attuale e problemi legali

In Europa, brevettare piante e animali è divenuto un fenomeno importante negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, con la creazione dei primi organismi geneticamente modificati. Sin dall'inizio si trattò di una questione scottante. La concessione di brevetti del genere venne fermata nel 1995 a causa di un'opposizione presentata da Greenpeace contro un brevetto su piante geneticamente modificate (Decisione T356/93, EP 242236). La decisione si basava sul testo della Convenzione Europea sui Brevetti (EPC) che al tempo escludeva (e tuttora esclude!) i brevetti su varietà animali e vegetali, così come sui procedimenti essenzialmente biologici per il miglioramento genetico (vedi capitolo 2). Dato che i brevetti sulle piante geneticamente modificate comprendevano anche le varietà, EPO decise di fermare la concessione di questo genere di brevetti.

3.1 Come la proibizione dei brevetti sulle piante è divenuta insignificante

Nel 1998/1999 vennero emesse due sentenze per superare le barriere legali esistenti e servire gli interessi dell'industria. Le sentenze portarono un cambiamento, non nella legge ma nella diversa interpretazione dell'EPC esistente. La Commissione Allargata d’Appello di EPO prese una decisione fondamentale (G1/98) secondo la quale potevano essere concessi brevetti non diretti a specifiche varietà animali o vegetali, ma ad animali e vegetali in senso più generale. Contemporaneamente, la Commissione Europea propose la stessa interpretazione della legge sui brevetti, che venne alla fine adottata come testo della Direttiva Europea sui Brevetti (Protezione Legale delle Invenzioni Biotecnologiche Legal Protection of Biotechnological Inventions, 98/44 EC). Come detto, questa Direttiva è divenuta parte del Regolamento Attuativo dell'EPC – anche se EPO non è soggetto alla legislazione europea. La dicitura usata nella Direttiva EU (articolo 4.2) e nella similare Norma 27 del Regolamento Attuativo dell'EPC suonano così:

Le invenzioni riguardanti piante o animali saranno brevettabili se la fattibilità tecnica dell'invenzione non è confinata a una particolare varietà di pianta o animale.

Uno schema presentato da un rappresentante dell'EPO durante una conferenza tenutasi nel 2011 illustra l'effetto avuto da questa interpretazione (vedi figura 4). Questa schema mostra che, ad esempio, nonostante un brevetto non possa essere concesso per una varietà specifica di mele contenenti una maggior quantità di vitamine, è possibile richiederlo per tutte le piante con caratteristiche attinenti (nello specifico vale a dire un maggior contenuto in vitamine), quali le mele e i pomodori. Ciò significa che un brevetto può essere rilasciato per piante con un maggior contenuto di vitamine che coprano tutte le varietà di piante d'interesse specifico. Di conseguenza, il divieto di brevettare varietà vegetali e animali non ha più importanza nel processo decisionale dell'EPO. E – come indica lo schema – essenzialmente l'EPO ha fornito all'industria la possibilità di aggirare i regolamenti.

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Figura 4: La figura mostra come l'EPO interpreta attualmente il divieto sulla brevettabilità delle varietà vegetali. Se non è possibile brevettare una particolare varietà di mele con un contenuto maggiore di vitamina C, è invece possibile concedere una richiesta generale su piante con un elevato contenuto di vitamine come invenzione. Quindi, tutte le varietà di mele che presentano questa caratteristica sono incluse nell'ambito del brevetto e sono coperte da quel brevetto de facto. (Fonte: EPO, 2011).

3.2 Come è stata erosa la proibizione dei brevetti su processi essenzialmente biologici

Nel 2010, è stata presa un'altra decisione fondamentale sulla brevettabilità di piante e animali. La Commissione Allargata d’Appello dell'EPO ha fornito un'interpretazione sui “processi essenzialmente biologici” usati per coltivare piante e animali in sentenze riguardanti sia il rinvio G2/07 del brevetto sui broccoli (EP 1069819) che il rinvio G1/08 (EP 1211926) del brevetto sui pomodori. Entrambi i brevetti riguardano il miglioramento genetico convenzionale e coprono sia i procedimenti per la selezione, che i semi e i frutti (il cibo).

Il processo decisionale riguarda la seconda parte dell'Articolo 53 (b) dell’EPC (“I brevetti europei non saranno concessi riguardo a […] processi essenzialmente biologici per la produzione di piante e animali”). In questo contesto, l'articolo 2,1 (b) della Direttiva Europea 98/44 fornisce un'interpretazione che si esprime (in maniera simile alla Regola 26,5 EPC) come segue:

Un processo per la produzione di piante o animali è essenzialmente biologico se consiste solo di fenomeni naturali quali la selezione o l'incrocio.

Nei casi G2/07 e G1/08 venne emanata una sentenza per la quale i procedimenti basati su incrocio e successiva selezione non potevano essere brevettati. Nel primo paragrafo della sentenza si legge:

Un processo non microbiologico per la produzione di piante che contenga o consista delle fasi dell'incrocio sessuale tra interi genomi di piante e della seguente selezione delle piante stesse è escluso in principio dalla brevettabilità in quanto 'essenzialmente biologico' come ricompreso nel senso dell'Articolo 53 (b) dell’EPC.

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Piante contro varietà

mele

piante

pomodori

Golden Delicious: Non brevettabili (varietà)

Boskop contenenti il gene X: Non brevettabili (varietà)

Piante contenenti il gene X per incrementare il contenuto di Vitamina C: brevettabili

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La sentenza manca di chiarezza legale e apre nuovi quesiti:

i. Fa riferimento solo ai processi e non dice niente sui prodotti derivati da questi processi (come semi, piante e frutti);

ii. Non si esprime su processi di miglioramento basati sulla selezione delle piante o degli animali prima dell’incrocio;

iii. Non considera processi che comprendono passi aggiuntivi quali la mutagenesi; iv. Non considera processi quali la riproduzione vegetativa.

Dopo le sentenze G2/07 e G1/08 emesse dalla Commissione Allargata d’Appello, EPO ha continuato (fino a settembre 2014) a concedere brevetti su prodotti quali piante, sementi e frutti derivati dal miglioramento genetico convenzionale. L'unico cambiamento apportato è stato la cancellazione delle richieste di quei brevetti diretti al procedimento di miglioramento genetico (vedi capitolo 4). Attualmente i processi di miglioramento genetico quali la selezione prima dell'incrocio e la propagazione, che non sono una combinazione di incrocio e seguente selezione, sono ancora considerati brevettabili. Lo stesso è vero anche per processi e piante che provengono da mutagenesi casuale. Vengono concessi anche brevetti su processi per l'incrocio e la selezione, usando richieste scritte ingegnosamente.

Di conseguenza, anche dopo le sentenze G2/07 e G1/08, il divieto di brevetti sui processi essenzialmente biologici continua a essere eroso.

La maniera in cui EPO affronta le norme riportate nell'articolo 53 (b) dell’EPC spiana la strada al facile aggiramento dei divieti da parte delle aziende e dei loro avvocati. La maniera più semplice è fare richiesta per determinate caratteristiche di una pianta (o di un animale), ad esempio, descrivendone il genoma, i suoi composti o caratteristiche agronomiche e formulare le richieste in modo da comprendere tutte le specie animali o vegetali e tutti i procedimenti che potrebbero essere teoricamente usati (compresa l'ingegneria genetica) per produrre una pianta dalle caratteristiche descritte. Tanto più ampia è la domanda, tanto più alta è la probabilità che il brevetto venga concesso e possa comprendere tutti i prodotti con le caratteristiche indicate nella domanda. Per rientrare nel testo della legge il richiedente deve solo assicurarsi che non vengano richieste esplicitamente varietà o procedimenti specifici di miglioramento genetico essenzialmente biologico. Comunque questi brevetti copriranno tanto le varietà vegetali quanto il miglioramento genetico essenzialmente biologico. Nel capitolo 4 sono presentati diversi casi per spiegare questa vera e propria assurdità legale.

Tabella 1: Riassunto di alcune sentenze rese dalla Commissione Tecnica d’Appello all'EPO riguardo a brevetti

su piante e animali.

n° sentenza domanda risposta

T 356/93 Possono essere rilasciati brevetti sulle piante geneticamente modificate o questi brevetti sono in conflitto con il divieto di brevetto sulle varietà vegetali? (Art. 53 (b) EPC)?

No, questi brevetti non possono essere rilasciati.

G 1/98 Possono essere rilasciati brevetti sulle piante geneticamente modificate o questi brevetti sono in conflitto con il divieto di brevetto sulle varietà vegetali? (Art. 53 (b) EPC)?

Si, questi brevetti possono essere rilasciati.

G 2/07 e G 1/08

Che cosa significa che non sono permessi i brevetti sui processi essenzialmente biologici di miglioramento genetico vegetale e animale?

Non possono essere brevettati processi basati sull’incrocio sessuale di interi genomi e seguente selezione.

G 2/12 e G 2/13

Possono essere brevettati prodotti come sementi, piante e frutti derivati da processi essenzialmente biologici?

Non è stato ancora deciso.

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4. Brevetti concessi su piante e animali

In Europa sono stati concessi circa 2.400 brevetti su piante e 1.400 su animali a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso. Ci sono oltre 7.500 richieste di brevetto su piante e quasi 5.000 su animali ancora in attesa di approvazione. EPO ha già concesso più di 120 brevetti riguardanti il miglioramento genetico convenzionale e circa un altro migliaio di richieste sono in attesa di approvazione. Il paragrafo che segue contiene uno sguardo d'insieme dei brevetti concessi da EPO nel 2013 e nella prima parte del 2014. I brevetti concessi nel 2013 mostrano che l’Ufficio brevetti sta sistematicamente erodendo le eccezioni alla brevettabilità contenute nell'Articolo 53 (b) dell’EPC. Esistono diversi esempi di brevetti concessi che hanno violato il divieto riguardante varietà vegetali e razze animali e i procedimenti essenzialmente biologici di miglioramento genetico.

4.1 Sguardo d'insieme Nel 2013 sono stati concessi circa 200 brevetti su piante (includendo sia le piante sia i processi di miglioramento genetico). La nostra ricerca mostra che almeno 25 dei brevetti riguardano il miglioramento genetico convenzionale (in alcune o in tutte le richieste – vedi la tabella 2 per uno sguardo d’insieme). In seguito alle proteste pubbliche del settembre 2013, EPO ha sospeso tutte le richieste pendenti riguardanti il miglioramento genetico convenzionale, di fatto una moratoria sui brevetti riguardanti le piante derivate da processi di incrocio e selezione a partire da interi genomi. Alcuni di questi brevetti, che stavano per essere concessi, sono stati fermati all'ultimo minuto. Altri, quali quelli riguardanti la selezione di piante o la mutagenesi possono ancora essere concessi. Quindi, senza questa moratoria che potrebbe terminare presto, molti altri brevetti sarebbero stati concessi nel 2013. Nel 2013, sono state protocollate circa 400-500 richieste di brevetto sul miglioramento genetico di piante e processi per il miglioramento. Secondo la nostra ricerca circa 130 di queste richieste interessano totalmente o in parte il miglioramento genetico convenzionale. Per quanto riguarda gli animali, abbiamo riscontrato più di 100 nuove richieste, alcune delle quali riguardanti il miglioramento genetico animale convenzionale.

Figura 5: Numero di richieste di brevetto su tutte le piante secondo il PCT/WIPO (linea scura) e brevetti concessi da EPO (linea in basso) dal 1980 ad oggi. La ricerca è stata condotta secondo le classificazioni ufficiali

IPC A01H o C12N001582.

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Figura 6: Numero di richieste di brevetti e di brevetti concessi annualmente da EPO, riguardanti il miglioramento genetico convenzionale delle piante (linea in basso) (nostra ricerca).

4.2 Casi studio: brevetti su piante concessi recentemente

Peperoncino selvatico Nel maggio 2013 EPO ha concesso un brevetto a Syngenta, richiesto su piante di peperoni e peperoncini resistenti agli insetti derivate da miglioramento genetico convenzionale (EP 2140023). Il brevetto riguarda piante, frutti e sementi e rivendica addirittura il processo di crescita e di raccolta delle piante come invenzione. Le piante sono state prodotte incrociando un peperoncino selvatico (dotato di resistenza agli insetti) proveniente dalla Giamaica con piante di varietà prodotte commercialmente. Sono stati identificati i geni marcatori che denotano la resistenza agli insetti desiderata. Sebbene questo tipo di resistenza sia già esistente in natura, Syngenta ha richiesto e ottenuto i diritti sulle piante di peperoni resistenti agli insetti, sui loro semi, e sui loro frutti come invenzione proprietaria. La concessione di questo brevetto dimostra che EPO crede ancora che i prodotti derivati da procedimenti essenzialmente biologici siano brevettabili. Mostra come tutte le fasi di miglioramento genetico e dell'utilizzo delle piante, compresa selezione, crescita e raccolta dei semi siano considerate brevettabili, e che tale concetto possa estendersi a tutte le varietà di piante con caratteristiche simili. Tutto questo rende nulla l'interpretazione del divieto di brevettabilità sul miglioramento genetico essenzialmente biologico. Il brevetto concesso a Syngenta è stato oggetto di ricorso nel febbraio 2014 da parte di una coalizione di 34 organizzazioni non governative che comprendono organizzazioni contadine e di selezionatori provenienti da 28 paesi.

Broccoli recisi Nel giugno 2013 Seminis, un’azienda di proprietà di Monsanto, ha ottenuto il brevetto EP 1597965 sui broccoli. Tale brevetto riguarda piante derivate da miglioramento genetico convenzionale, coltivate in maniera tale da semplificarne il raccolto meccanizzato. Il brevetto riguarda le piante, i semi e la “testa di broccolo recisa”. In aggiunta riguarda una “pluralità di piante di broccoli […] coltivate in un campo di broccoli.” Il metodo usato per produrre queste piante è stato puramente convenzionale. Si è deciso che il metodo di miglioramento genetico non era brevettabile, ma che i prodotti derivanti fossero considerati un'invenzione tecnica. Infatti, il broccolo, come viene descritto nel brevetto, è semplicemente una varietà vegetale. La stessa caratteristica brevettata negli Stati Uniti è ancor più esplicitamente definita una varietà vegetale, ma negli Stati Uniti è ammesso brevettare le varietà. Nel maggio 2014, “No Patents on Seeds!” ha presentato un’opposizione legale a questo brevetto.

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Selezione di soia Nel febbraio 2014 EPO ha concesso un brevetto a Monsanto su preselezione e selezione di piante di soia adattabili a determinate zone climatiche (EP2134870). Le piante dovrebbero produrre raccolti più abbondanti in determinate condizioni ambientali. La soia di cui si è chiesto il brevetto proviene da piante selvatiche e varietà coltivate asiatiche e australiane. Secondo il brevetto, sono state preselezionate più di 250 piante di specie “esotiche” in cerca di quelle varianti in grado di garantire un maggior adattamento climatico e il tempo necessario alla maturazione dei fagioli. Monsanto ha così guadagnato il monopolio sull'uso futuro di centinaia di varianti nelle sequenze di DNA nel miglioramento genetico convenzionale della soia. Il brevetto è stato rilasciato sulle tecniche di selezione che precedono l'incrocio, cosa che – secondo l'interpretazione dell'EPO (G1/07) – non è un procedimento essenzialmente biologico per il miglioramento genetico poiché non comprende l'incrocio. Di conseguenza Monsanto ha avuto ciò che voleva: un ampio monopolio sui prerequisiti di base per il miglioramento genetico delle piante, usando la variabilità presente in natura.

Decolorazione fogliare della lattuga Nel marzo 2013 Rijk Zwaan, azienda olandese, ha ottenuto il brevetto su una lattuga che presenta minor decolorazione superficiale dopo il taglio (EP 1973396). Il brevetto descrive un banale processo di selezione (“creazione di una lesione superficiale sulla pianta o sulle parti di essa da selezionare”) alla ricerca dei fenotipi desiderati. Riguarda inoltre le piante intere o le sue parti, la progenie, il seme e il cibo prodotto. Anche tutte le varietà che presentano questo fenomeno sono coperte da questo brevetto. In questo caso il divieto di concedere brevetti per il miglioramento genetico essenzialmente biologico è stato aggirato semplicemente evitando di parlare di selezione e incrocio. Al contrario, un banale metodo di selezione delle piante (tagliarle e osservarle) viene definito “invenzione”. Nel 2013 è stato concesso alla stessa azienda un brevetto simile, che riguarda molte altre specie di piante (EP 1988764). Il testo della richiesta comprende la lattuga, l'indivia, la cicoria, la patata, la patata dolce, il sedano, i funghi, il carciofo, la melanzana, le mele, le banane, l'avocado, le pesche, le pere, le albicocche, i manghi e altre ancora.

Pomodori resistenti alle malattie fungine Nell’agosto 2013 è stato concesso a Monsanto/De Ruiter un brevetto riguardante pomodori resistenti alla botrite, un fungo che attacca le piante (EP 1812575). Le piante originali erano state ricevute dalla banca internazionale di Gatersleben (Germania). Il brevetto riguarda sia i marcatori necessari per la selezione delle piante che le piante stesse, i semi e i frutti. Inoltre, tutte le varietà simili rientrano nel brevetto. Come si evince dalla descrizione del brevetto, le piante in oggetto sono state prodotte semplicemente per mezzo di incroci e selezione, tuttavia il punto 1 del brevetto parla genericamente di “trasferimento di un determinato acido nucleico per mezzo di incrocio, trasformazione, fusione protoplasmica […]”. La scelta dei termini è stata usata in maniera ingannevole per nascondere che si tratta semplicemente di selezione e incrocio. Esistono altri casi simili, come il brevetto EP 1874935 (DuPont) che adopera la parola “introgressing” (“introgressione”). Si potrebbe dire che la concessione di tutti questi brevetti si sia basata su una truffa da parte dell’industria con la complicità di EPO.

Mutagenesi casuale nei girasoli Nell'aprile 2013 il Consiglio Superiore per la Ricerca Scientifica spagnolo riceveva un brevetto riguardante le piante di girasole e l'olio da queste prodotto, derivate da mutagenesi casuale per mezzo di radiazioni (EP 0965631). Questo procedimento è stocastico, i suoi risultati dipendono dal background genetico delle piante ed è soggetto alla regolazione genetica delle piante stesse. Questa tecnica non è affatto nuova. Esistono buoni motivi per discutere se possa essere considerato “tradizionale” un metodo di miglioramento genetico attivato da composti chimici e radiazioni. A ogni modo, nel contesto della legge sui brevetti e anche alla luce della Direttiva EU 2001/18, il livello

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d'interazione tecnica col materiale della pianta rappresenta un criterio assai più utile del semplice definire qualcosa come “tradizionale” o “non tradizionale”. La mutagenesi ha a che vedere con un basso livello tecnico, dato che mutagenesi significa interagire in maniera non mirata con intere cellule e interi genomi. La differenza è evidente facendo il paragone con l'ingegneria genetica. Quest'ultima prevede l'inserimento di DNA isolato, che viene incorporato nelle cellule con mezzi tecnici e agisce direttamente a livello di DNA. Perciò i metodi quali la mutagenesi casuale ricadono all'interno del divieto previsto dall'Articolo 53 (b) EPC e non sono brevettabili in quanto essenzialmente biologici, anche se possono non essere considerati “tradizionali”. Comunque, come dimostrato da questo caso, e data la sentenza G2/07, l'utilizzo delle mutazioni nel miglioramento genetico è considerato brevettabile dall'EPO. Inoltre, brevetti quali l'EP 0965631 costituiscono un problema nei confronti del divieto dei brevetti sulle varietà delle piante.

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n°brevetto Azienda Specie metodo di riproduzione richieste

EP 1786901

Dow AgroSciences

cereali piante

mutagenesi o ingegneria genetica

semi, foraggio, piante

EP 1708559

Arcadia cetriolo mutagenesi DNA, selezione

EP 1931193

Enza Zaden cetriolo selezione di marcatori piante, semi, frutti, marcatori

EP 2142653

Monsanto cottone esposizione a fattori esterni metodi

EP 2240598

Enza Zaden cetriolo selezione di marcatori selezione

EP 1973396

Rijk Zwann lattuga scolorimento selettivo piante, semi, prodotti

EP 1420629

Northwest Plant Breeding

frumento mutagenesi e ingegneria genetica

piante, parti di piante, DNA

EP 0965631

Consejo Supe- rior

girasoli mutagenesi olio, piante, progenie

EP 2115147

Enza Zaden lattuga mutagenesi piante, metodi

EP 1261252

DuPont girasoli mutagenesi piante, metodi, semi, polline

EP 1804571

De Ruiter Seeds /Monsanto

peperone selezione con marcatori piante, selezione, metodi di introduzione di geni

EP 2140023

Syngenta peperone selezione con marcatori piante, semi, frutti

EP 1853710

Rijk Zwann tutte le specie

piante omozigote arresto della meiosi (anche ingegneria genetica), metodi

EP 1597965

Seminis/ Monsanto

broccoli incroci e selezione piante, semi, raccolto

EP 2244554

Nunhems BV cipolle selezione per i componenti della pianta piante, semi, raccolto

EP 1263961

Limagrain frumento selezione di marcatori pianta, grani, farina

EP 1874935

DuPont mais DNA, selezione con marcatori, incroci e selezione, ingegneria genetica

piante, semi, progenie, incrocio e selezione, incroci, (“introgressione”)

EP 1947925

Syngenta a.o. frumento selezione con marcatori, mutagenesi, ingegneria genetica

piante, semi, metodi di produzione del cibo

EP 1503621

Syngenta anguria riproduzione triploide anguria

EP 2114125

Università del Kansas

sorgo selezione con marcatori, ingegneria genetica

piante, semi, DNA

EP 2255006

Semillas Fito pomodori selezione con marcatori selezione

EP1988764

Rijk Zwaan molte specie

scoloramento selettivo, mutagenesi selezione

EP 2158320

Bayer mais selezione del contenuto di amilosio, ogni metodo

Farina e alimenti che contengono amido

n°brevetto

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Tabella 2: Alcuni dei brevetti riguardanti il miglioramento genetico convenzionale concessi da EPO nel 2013

4.3 Casi studio: brevetti concessi recentemente su animali

Nel 2013 sono stati concessi diversi brevetti riguardanti il miglioramento genetico animale, specialmente i metodi per la selezione degli animali prima e dopo l’incrocio. Tra questi metodi sono compresi la selezione con marcatori per la resistenza alla mastite (EP 2069531), con marcatori genetici per il colore della carne e le mutazioni affini (EP 2331710) e con marcatori per la tenerezza della carne bovina (EP 2061902). Questi brevetti nelle loro richieste non parlano di animali. Ad ogni modo, a seconda dei termini usati nelle richieste di brevetto, possono essere usati per controllare l'ulteriore miglioramento genetico se gli animali nelle generazioni seguenti possiedono ancora le condizioni descritte nel brevetto. Perciò questo tipo di brevetto può interferire con il miglioramento genetico convenzionale degli animali e può, per esempio, essere usato per impedire agli agricoltori di continuare a selezionare vacche da latte. Presso EPO è attualmente in corso un appello contro un brevetto sulla selezione di mucche da latte per mezzo di un marcatore (EP 1330 552 B1). Un altro caso è stato discusso nel 2014 durante una procedura di opposizione al brevetto EP 1263521 (Ovasort, GB) riguardo la selezione del sesso negli animali. EPO ha deciso di ritenere che una richiesta particolare rivolta alla produzione di embrioni sia un procedimento basato sull'incrocio e la selezione e perciò non brevettabile. Per motivi procedurali EPO ha revocato l'intero brevetto notando però esplicitamente che in generale è possibile ammettere richieste rivolte allo sperma animale (materiale per il miglioramento genetico) e alla selezione degli animali. Come scrive EPO nella sentenza finale:

Un metodo diretto con diversi procedimenti tecnici che avvengano prima del miglioramento genetico e non comprendenti la fase del miglioramento genetico in sé, non ricade nel divieto previsto dall'Articolo 53 (b) dell’EPC.

EP 2173887

Biogemma mais selezione di marcatori grani, uso in alimentazione

EP 1812575

De Ruiter Seeds /Monsanto

pomodori selezione di marcatori, incroci, “introduzione”

piante, semi, frutti, incroci, (“trasferimento di acido nucleico”)

Azienda Specie metodo di riproduzione richiesten°brevetto

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5. L'impatto dei brevetti sulle sementi

La concessione di brevetti su sementi, frutti e prodotti derivati potrebbe influenzare l'intera catena alimentare (selezionatori, agricoltori, moltiplicatori, trasformatori, distribuzione al dettaglio e consumatori). Richieste come queste si trovano all'interno di molti dei brevetti che sono stati presentati e concessi in Europa. Quanti più brevetti del genere sono richiesti e concessi, tanto maggiore sarà il loro impatto sul mercato. Finora la preoccupazione più pressante viene dalla concentrazione del mercato sementiero, a livello globale e in Europa, descritta in maggior dettaglio nei paragrafi seguenti. Diversi settori hanno già risentito dell'impatto di questo sviluppo:

• I selezionatori tradizionali, che si affidano sull’esenzione del selezionatore (breeder’s exemption) in base a quanto previsto dal sistema di privativa vegetale che consente l'uso di varietà e materiale genetico esistente per ulteriore sperimentazione (vedi sotto);

• Gli agricoltori che conservano, moltiplicano o selezionano i propri semi; • I paesi in via di sviluppo, che potrebbero vedersi costretti dagli accordi commerciali bilaterali

a concedere brevetti sulle sementi come in Europa o negli Stati Uniti; • Gli orticoltori che si ritrovano quasi totalmente dipendenti da poche aziende sementiere; • I coltivatori biologici che dipendono dalla disponibilità di semi certificati; • I produttori di energia che usano prodotti provenienti da piante; • I consumatori che scoprono che neppure le varietà regionali possiedono più una vera diversità

di qualità alimentare; • I commercianti che si accorgono che i prezzi e i loro guadagni verranno decisi da aziende

come Monsanto.

È necessario porre l'accento sul fatto che molti agricoltori in Europa sono ancora in grado di fare selezione e ricerca in azienda. Questo vale soprattutto per gli allevatori, ma anche per i coltivatori che si riproducono le sementi in azienda. Questi agricoltori si avvalgono dell'esenzione per i selezionatori prevista dal sistema di protezione delle varietà vegetali secondo il modello dell’UPOV (International Union for the Protection of New Varieties of Plants - www.upov.int). Per i loro scopi non possono comunque usare piante o animali brevettati. In Europa gli agricoltori possono ancora adoperare sementi tramandate di generazione in generazione per coltivare piante adattate al proprio ambiente locale. Le grandi aziende biotech che selezionano le piante dai tratti nativi interessanti (come la resistenza alla siccità o ai parassiti) usano il medesimo pool genetico. Se questi tipi di piante vengono brevettate possono determinarsi situazioni in cui gli agricoltori non sono più liberi di usare le varietà locali. Inoltre i campi potrebbero essere contaminati dal polline proveniente dalle piante brevettate. Anche se in Europa le leggi che regolano i brevetti dichiarano che questi casi non possono essere considerati come una violazione del brevetto, le incertezze legali permangono in quei paesi che non possiedono questa norma all'interno delle leggi sui brevetti.

In generale, se i brevetti sulle piante coltivate e gli animali selezionati convenzionalmente vengono permessi in Europa, gli agricoltori si troveranno ad affrontare gli stessi problemi degli agricoltori americani, oggetto di investigazioni private commissionate dalle multinazionali per identificare le potenziali violazioni dei propri brevetti. Quando gli agricoltori vengono trascinati in tribunale si trovano di fronte avvocati, altamente qualificati e dalle parcelle esorbitanti, a sostenere le posizioni dell'industria. Qualora brevetti simili vengano fatti rispettare, chi difenderà gli agricoltori?

Una panoramica di alcune delle conseguenze possibili si trova nella figura 7, tratta dal rapporto (Lebrecht & Meienberg, 2014) sul brevetto di piante di peperoncino (EP2140023). Nei paragrafi seguenti troverete una panoramica su alcune delle conseguenze già in atto per il mercato sementiero e gli agricoltori.

Aldilà di questo scenario, la biodiversità agricola si ridurrà drasticamente nel caso in cui poche multinazionali saranno in grado di determinare quali super semi brevettati debbano essere coltivati nei campi. La biodiversità agricola è una delle precondizioni più importanti per il futuro del

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miglioramento genetico, dell'agricoltura sostenibile e dell'adattabilità della nostra produzione alimentare a condizioni in via di mutamento come il cambiamento climatico. Da questo punto di vista, i monopolisti dei semi non s'impadronirebbero soltanto del nostro cibo quotidiano, ma metterebbero in pericolo il futuro degli ecosistemi, la sicurezza alimentare globale e la sovranità alimentare regionale.

Figura 7: Alcune delle conseguenze dei brevetti sui semi (Fonte: Lebrecht & Meienberg, 2014)

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> GLI ORGANISMI VIVENTI NON POSSONO ESSERE INVENTATI // Piante e animali si sono evoluti per milioni di anni per mezzo della selezione naturale. Vari metodi di miglioramento genetico ci permettono di manipolare questo procedimento. Ciò significa che siamo in grado di alterare varietà animali e vegetali a nostro piacere. Ma non possiamo inventarle. Un organismo vivente non può essere, anche dal punto di vista etico, proprietà intellettuale di un'azienda.

> AUMENTATA CONCENTRAZIONE DEL MERCATO // Concedere brevetti del genere permette alle grandi aziende di escludere la competizione dal mercato e quindi promuovere ulteriormente la concentrazione del mercato sementiero. Le aziende medie e piccole, dotate di minori mezzi finanziari per richiedere e costringere a concedere i brevetti, verranno spiazzate dalle grandi. Questo processo è ulteriormente accelerato dal fatto che un brevetto può incorporare in sé molte varietà, oppure, all'opposto, che una singola varietà può essere bloccata da brevetti diversi. Per esempio, esiste un brevetto sulla lattuga che incorpora almeno 158 varietà diverse.

> CONTROLLO DA PARTE DI POCHE MULTINAZIONALI // Questo significa che la competizione verrà eliminata e solo poche multinazionali controlleranno il mercato proprietario dei semi e quindi la base della nostra alimentazione. Oggi 10 multinazionali controllano già quasi il 75%. del mercato internazionale dei semi. Le tre maggiori, Monsanto, DuPont e Syngenta, controllano più del 50% del mercato. Nel caso dei peperoni, due sole aziende, Monsanto e Syngenta, sono proprietarie di oltre il 60% di tutte le varietà protette in Europa.

> PREZZI MAGGIORATI PER AGRICOLTORI E CONSUMATORI // Attraverso la monopolizzazione del mercato sementiero, le multinazionali sono libere di determinare i prezzi dei semi da loro prodotti a spese degli agricoltori e, alla fine, dei consumatori.

> MINORE BIODIVERSITÀ // La diversità di varietà coltivate e piante selvatiche costituisce la maggior risorsa per lo sviluppo di nuove varietà. Se l'accesso a questa diversità viene intralciato, ci sarà meno innovazione. Meno innovazione porta a meno varietà nuove, facendo diminuire la biodiversità.

> LA SICUREZZA ALIMENTARE VIENE MINACCIATA // Data la diversità ridotta, i raccolti sono meno capaci di adattarsi alle malattie o ai cambiamenti nelle condizioni ambientali (quali il cambiamento climatico). Perciò un'alta biodiversità agricola è essenziale per la nostra sicurezza alimentare.

> CACCIA AGLI AGRICOLTORI // Le infrazioni ai brevetti possono avere conseguenze serie per gli agricoltori e i selezionatori. Se un agricoltore ha piantato, conservato o venduto semi brevettati, non ha importanza che sapesse o meno cosa stava facendo. Ad esempio, i suoi semi potrebbero essere stati contaminati da semi brevettati. Specialmente negli Stati Uniti, si sono verificati casi nei quali i contadini hanno dovuto sborsare fino a 35.000 dollari per giungere a un accordo extragiudiziale con Monsanto ed evitare un processo penale. Inoltre, gli agricoltori hanno dovuto permettere a Monsanto di prelevare campioni dalle loro terre negli anni a venire e hanno dovuto firmare accordi confidenziali nei quali si impegnano a non divulgare quanto accade. Altri agricoltori che hanno scelto di lottare e difendersi in tribunale si sono trovati coinvolti in processi lunghi e costosi. Possono essere perseguiti non solo selezionatori e coltivatori, ma anche le aziende che commercializzano i prodotti.

I brevetti sulle sementi non sono etici. Favoriscono le multinazionali a danno degli agricoltori e dei selezionatori. Intralciano l'innovazione, portano a una minore biodiversità agricola e mettono a rischio la sicurezza alimentare.

> MINORE INNOVAZIONE // Contrariamente agli scopi dichiarati, i brevetti sui semi intralciano sostanzialmente l'innovazione. Agli agricoltori e selezionatori non è permesso coltivare usando varietà brevettate senza il permesso del detentore del brevetto. Se il permesso viene ottenuto, è necessario pagare l'uso della licenza al detentore del brevetto.

Page 24: L’industria dei brevetti sta prendendo il controllo sul nostro cibo?

5.1 Panoramica sulla concentrazione nel mercato sementiero

Nel 2013, la Commissione Europea ha presentato un rapporto sulla struttura europea del mercato sementiero, fornendo anche uno sguardo d'insieme sulla situazione del mercato mondiale (Commissione EU, 2013a). Secondo questo documento, la concentrazione nel mercato internazionale è aumentata drammaticamente negli ultimi anni. Se nel 2009 le tre maggiori aziende possedevano una fetta di mercato pari a circa il 35%, nel 2012 tale quota era salita al 45%. Nel contempo, la quota di mercato di Monsanto, la più grande azienda produttrice di sementi, è aumentata dal 17,4 al 21,8%. Questi dati forniscono percentuali leggermente inferiori rispetto a quelle fornite dall’ETC Group (vedi capitolo 1), ma in generale confermano una preoccupante tendenza in atto. Su questi dati si basa il grafico della figura 8 che mostra i cambiamenti intervenuti nel mercato globale delle sementi tra il 1985 e il 2012 (vedi anche Meienberg & Lebrecht, 2014). I cambiamenti sono stati spinti principalmente dalle aziende agrochimiche come Monsanto e DuPont che stanno acquisendo sempre più aziende nel settore (vedi Howard, 2009). I brevetti promuovono sempre più questo processo di concentrazione e pongono le maggiori aziende in una posizione dominante di mercato. Acquistando altre aziende, le multinazionali acquisiscono sempre più varietà e materiale genetico dalle loro banche genetiche. Se decidono di far arrivare sul mercato le loro sementi brevettate, il materiale genetico contenuto nel seme non sarà più in condizione di essere utilizzato liberamente da altri coltivatori, come succede ora con il sistema UPOV di protezione delle varietà vegetali. Il sistema UPOV - anche denominato privativa vegetale - è di per sé un diritto di proprietà intellettuale che dà ai selezionatori l'esclusiva alla produzione e vendita delle nuove varietà per un periodo che va dai 25 ai 30 anni. Le varietà protette possono essere usate da altri selezionatori per lo sviluppo di nuove varietà (esenzione del selezionatore) e gli agricoltori possono riusare il loro seme in azienda (privilegio dell’agricoltore). I brevetti, al contrario, possono bloccare o intralciare l'accesso alle risorse genetiche per ulteriore miglioramento e commercializzazione. Perciò, se passano i brevetti sulle sementi si verificherà un effetto molto più forte sul processo di concentrazione che non sotto il sistema della privativa vegetale. Le acquisizione delle aziende di selezione, del materiale e l'uso del monopolio sui brevetti stanno ottenendo un effetto sinergico sul processo in atto. Alla fine, col declinare della competizione, agricoltori, selezionatori e consumatori diverranno via via sempre più legati alle multinazionali.

!24

Page 25: L’industria dei brevetti sta prendendo il controllo sul nostro cibo?

La concentrazione del mercato non riguarda solo le colture di pieno campo, come cereali, mais o soia, ma anche le specie ortive. Secondo lo studio della Commissione Europea (2013a), basato su informazioni raccolte dalla ditta sementiera Vilmorin, sei aziende controllano oltre il 50% del mercato globale delle sementi di ortive.

!25

© Infographic: Berne Declaration / Clerici Partner Design, Zurich

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Syngenta (CH) 6.1 %

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Limagrain (FR) 2.8 %

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Market share of other companies 56.0 %

Market share of other companies 83.3 %

Market share of other companies 87.5 %

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Total Market $ 30.0 billion

Total Market $ 41.8 billion

Total Market $ 44.0 billion

The share of the nine largest seed companies on the global seed market rose from 12.5 % to 60.7 % between 1985 and 2012.

1 Acquired later by Monsanto2 Formed by the merger of Sandoz and Ciba-Geigy, and later became Syngenta3 Pioneer, the largest seed producer at the time, was purchased by the DuPont chemical company

in 1999

Source: The EU Seed and Plant Reproductive Material Market in Perspective: A Focus on Companies and Market Shares, European Parliament, 2013

Figura 8: Concentrazione del mercato sementiero (Fonte: EU Commission, 2013a; Meienberg & Lembrecht, 2014)

Page 26: L’industria dei brevetti sta prendendo il controllo sul nostro cibo?

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26 | European patents on plants and animals | 5. The impact of patents on seeds 5. The impact of patents on seeds | European patents on plants and animals | 27

Figure 9: Global overview of market concentration driven by acquisitions made by Monsanto, Dupont, Syngenta and other corporations in recent years (source: Howard, 201314 )

http://www.msu.edu/~howardp

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Figura 9: Struttura e concentrazione del mercato sementiero dovuta alle acquisizioni compiute da Monsanto, DuPont, Syngenta e altre aziende negli ultimi venti anni (Fonte: Howard, 2013).

Page 27: L’industria dei brevetti sta prendendo il controllo sul nostro cibo?

Figura 10: sei aziende controllano più del 50% del mercato globale dei semi per ortive. (Fonte: Commissione Europea, 2013a; elaborazione basata su dati provenienti dal rapporto annuale agli azionisti Vilmorin, 2012*: i dati riguardanti “Altre aziende” e “Totale del mercato mondiale dei semi per ortive” sono stati stimati sulla base di informazioni provenienti da Vilmorin).

Figura 11: vendite nette annuali (in migliaia di USD) della Monsanto nel settore delle sementi. (Fonte: Rapporti annuali agli azionisti di Monsanto; le cifre per le vendite di mais, soia e cotone comprendono anche i profitti ricavati dalle tariffe per l'uso di tratti geneticamente modificati).

Il ruolo dominante di Monsanto nel mercato mondiale delle ortive è dovuto all'acquisizione di Seminis e De Ruiter, entrambe aziende leader nel settore. Secondo i rapporti annuali agli azionisti di Monsanto , il volume di affari delle sementi è cresciuto costantemente negli ultimi anni. Come 14

mostrato nella figura 11, le vendite nette di sementi di mais sono aumentate in maniera significativa e si è verificato anche un aumento nelle vendite delle sementi di soia e ortive.

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Valore stimato di mercato

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Altre aziende 2.400

Totale del mercato mondiale delle sementi ortive

4.800

Monsanto, Annual Reports, www.monsanto.com/investors/pages/archived-annual-reports.aspx14

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28 | European patents on plants and animals | 5. The impact of patents on seeds 5. The impact of patents on seeds | European patents on plants and animals | 29

Figure 11: Net Sales (US Dollars in thousands) of Monsanto in the seed business, globally, per year. (Source: Monsanto annual reports; the figures for net sales of corn, soybean and cotton also include fees for traits of genetically engineered traits).

5.2 The situation in the US

The seed market in the US is more exposed to patents than in the EU. There are two reasons for this: (1) There is no exclusion in patent law regarding plant breeding. (2) Plants derived from genetic engineering play a much larger role in US agriculture. Thus, patenting and licensing of the genetically engineered traits (such as herbicide resistance) have had a major impact on breeding and agriculture.

There are several reports showing a high level of concentration in US seeds market for crop species such as maize (corn) and soybeans (for example, the Center for Food Safety & Save our Seeds, 2013). Recent figures can also be derived from seed company reports such as KWS (Germany)16 According to their figures, Monsanto and DuPont/Pioneer together have a market share of 70 percent in the US corn (maize) market17 .

Monsanto and DuPont are also the number one companies when it comes to the number of relevant patents in the US. According to Pardey et al. (2013), the overall number of US utility plant patents granted from 2004-2008 was 1789, with Monsanto owning 640 (36 percent) and DuPont /Pioneer 516 (29 percent).

KWS has a cooperation with the French company, Limagrain, to sell seeds for corn producer in the US under the brand AgReliant.

https://www.kws.de/global/show_document.asp?id=aaaaaaaaaaffxwn

Page 28: L’industria dei brevetti sta prendendo il controllo sul nostro cibo?

5.2 La situazione negli Stati Uniti

Il mercato sementiero negli Stati Uniti è più esposto ai brevetti di quello europeo per due motivi principali: • nella legge sui brevetti negli USA non esiste esclusione riguardante il miglioramento genetico

delle piante; • le piante derivate dall'ingegneria genetica giocano un ruolo molto più importante nell'agricoltura

statunitense. La brevettazione e le licenze sulle caratteristiche geneticamente modificate (quali la resistenza agli erbicidi) hanno avuto quindi un forte impatto sul miglioramento genetico e sull'agricoltura.

Esistono diversi rapporti che mostrano un alto livello di concentrazione nel mercato sementiero statunitense per specie come mais e soia (ad esempio, il Center for Food Safety & Save our Seeds, 2013). Dati recenti si possono ricavare anche dai rapporti delle aziende del settore come quello di KWS (Germania) . Secondo le loro stime, Monsanto e Pioneer assieme possiedono una fetta di 15

mercato pari al 70% nel settore del mais . Negli Stati Uniti, Monsanto e DuPont sono le aziende ai 16

primi posti per numero di brevetti attinenti. Secondo Pardley et al. (2013), il numero complessivo di brevetti su piante concessi tra il 2004 e il 2008 è di 1.789, con Monsanto proprietaria di ben 640 brevetti (36%) e DuPont/Pioneer a quota 516 (29%).

Come conseguenza della concentrazione, il mercato statunitense sta soffrendo per la mancanza di competizione e gli agricoltori hanno molta meno scelta (Hubbard, 2009). Le iniziative sui semi open source (vedi Kloppenburg, 2014) stanno cercando di portare la questione all'attenzione dell'opinione pubblica, ma permangono dubbi sulla possibilità di cambiamenti a breve scadenza. L'impatto economico complessivo sugli agricoltori statunitensi lo si può dedurre dai dati ufficiali del Dipartimento di Stato per l’Agricoltura (USDA) . Le cifre che seguono danno una visione d'insieme 17

dell’andamento dei costi per sementi e prodotti chimici e delle relative rese di mais, soia e cotone. Si rileva chiaramente l'ascesa dei prezzi delle sementi di tutte e tre le colture senza un corrispondente aumento nella loro resa. I coltivatori statunitensi di soia e mais riescono ancora a sopravvivere grazie alle sempre crescenti richieste per l'alimentazione, i foraggi e i biocarburanti, che hanno portato a un aumento dei prezzi della granella. Tuttavia si tratta di una situazione caratterizzata da prezzi in

KWS coopera con l'azienda francese Limagrain nella vendita di semi a marchio AgReliant ai produttori di mais 15

statunitensi.

https://www.kws.de/global/show_document.asp?id=aaaaaaaaaaffxwn16

http://www.ers.usda.gov/Data/CostsAndReturns/testpick.htm17

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30 | European patents on plants and animals | 5. The impact of patents on seeds

As a consequence of market concentration, the US seeds market is now suffering from a lack of com-petition and farmers have a much reduced choice (Hubbard, 2009). Open source seed initiatives (see Kloppenburg, 2014) are trying to raise public awareness, but doubts remain whether changes can be made in the near future.

Part of the overall financial impact on US farmers can be deduced from the official USDA data18 . The following figures (based on these data) give an overview of the development in costs for seeds and chemi-cals, as well as for yields in the US for corn (maize), soybean and cotton. It clearly reveals soaring seed prices in all three crops without a corresponding increase in yields. US soybean and maize farmers can still survive because soaring demand for food, feed and agrofuels leads to higher prices for the harvest. Nevertheless, it is a situation determined by steadily increasing seed costs and a seed market without any real competition, in addition to stagnating yields – all in all, a frightening scenario for the future of US agriculture.

Figure 13: Development of costs for seeds (seed, US dollar per acre), costs for chemicals (chemicals, US dollar per acre) and yields (yield, bushel per acre) for soybean cultivation in the United States from 1996-2013 (source: USDA data)

http://www.ers.usda.gov/Data/CostsAndReturns/testpick.htm

Figure 12: Structure of US seed market for corn (maize) (source: KWS)..

Figura 12: Struttura del mercato delle sementi di mais negli Stati Uniti (Fonte: KWS).

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costante ascesa e da un mercato sementiero senza una vera competizione, in cui le rese rimangono immutate. A conti fatti si tratta di uno scenario terrificante per il futuro dell'agricoltura statunitense.

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Figura 13: andamento del costo della semente (dollari US per acro) e dei prodotti chimici (dollari US per acro) e andamento delle rese (bushel per acro [1 bu =35.23 litri]) per la coltivazione di soia negli Stati Uniti dal 1996 al 2013 (Fonte: dati USDA).

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Figura 14: andamento del costo della semente (dollari US per acro) e dei prodotti chimici (dollari US per acro) e andamento delle rese (libbre per acro, i valori equivalgono al 10% delle rese reali) per la coltivazione di cotone negli Stati Uniti dal 1996 al 2013. (Fonte: dati USDA).

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Figura 15: Andamento del costo della semente (dollari US per acro) e dei prodotti chimici (dollari US per acro), e andamento delle rese (bushel per acro; i valori equivalgono al 10% delle rese reali) per la coltivazione del mais negli Stati Uniti dal 1996 al 2013. (Fonte: dati USDA).

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5.3 Concentrazione nel mercato europeo

Il mercato sementiero europeo è il terzo a livello mondiale con un volume di affari pari a 7 miliardi di euro, circa il 20% del mercato globale (Commissione EU, 2013a). Complessivamente, Syngenta è la maggiore azienda presente sul mercato europeo, mentre Monsanto è l'azienda leader per i semi di colza da olio e DuPont/Pioneer per il mais. Nonostante vi siano ufficialmente 7.000 aziende presenti nel settore dei selezionatori e costitutori di sementi in Europa, non molte tra loro giocano un ruolo significativo. Come spiega una relazione al Parlamento Europeo redatta dai Verdi, cinque aziende si dividono il 75% del mercato europeo del mais (Mammana, 2013) e lo stesso numero di aziende controlla il 95% del mercato delle ortive (vedi anche Commissione EU, 2013b).

Nonostante i giganti delle sementi stiano ampliando la loro fetta di mercato in Europa, tra gli esperti non esiste consenso unanime a proposito delle conseguenze per il mercato europeo, specialmente nel settore del miglioramento genetico. Uno studio commissionato dal governo olandese (Kocsis et al., 2013) giunge alla conclusione che il mercato delle sementi di peperoni e pomodori è esposto a una crescente concentrazione, ma che questo non significa automaticamente una mancanza di competizione. Questa dichiarazione non è molto convincente rispetto all’andamento complessivo del settore. È vero che il mercato europeo possiede ancora un livello di differenziazione molto più alto di quello statunitense ma la situazione attuale non può mettere a tacere le preoccupazioni esistenti. Secondo la Commissione Europea (2013a), le differenze tra il mercato europeo e statunitense dipendono in gran parte dal fatto che l'Unione Europea è ancora un mercato convenzionale delle sementi, mentre negli Stati Uniti le piante dotate di caratteri geneticamente modificati, quali soia, mais e cotone, hanno avuto un forte impatto sull'agricoltura. Infatti, le licenze sui caratteri brevettati di piante geneticamente modificate rappresentano un fattore importante rispetto alla competizione, ai prezzi delle sementi e al peso esercitato sul mercato dalle aziende agrochimiche negli Stati Uniti. Ad ogni modo, le attuali differenze tra i due mercati potrebbero venire cancellate nel prossimo futuro per varie ragioni:

• acquisizioni e fusioni stanno interessando anche il settore sementiero convenzionale in Europa. Come già detto, esiste un livello altissimo di concentrazione nel settore delle ortive in Europa (Commissione Europea, 2013b);

• il numero dei brevetti sul miglioramento genetico convenzionale è ancora relativamente basso paragonato a quelli nell'ingegneria genetica, ma si è visto un sostanziale aumento nel numero di richieste di brevetto in questo campo a partire dal 2000 (vedi capitolo 4);

• anche un basso numero di brevetti può creare dipendenze dalle implicazioni enormi nel settore del miglioramento genetico, ad esempio, i caratteri naturali brevettati, come la resistenza alle malattie, possono essere concessi su licenza come i caratteri modificati con l’ingegneria genetica e avere un impatto simile sul mercato.

Dare in licenza caratteri legati al miglioramento genetico convenzionale sta diventando una realtà. Nel 2004, un brevetto è stato concesso alla Rijk Zwaan su una lattuga resistente agli afidi ottenuta con il miglioramento convenzionale (EP 0921720). Dato che questa resistenza interessa molti selezionatori, sono state presentate cinque opposizioni da aziende competitrici come Syngenta, Seminis (Monsanto) e Gautier, ma il brevetto è stato mantenuto, sia pure con alcuni cambiamenti. Come emerge dal database PINTO , fondato dall’Associazione Europea dei Sementieri (ESA - European Seeds 18

Association), 548 varietà registrate in Europa contengono caratteri sottoposti a licenza. Questo è solo un esempio e dimostra quanto importanti possano divenire per un gran numero di selezionatori le caratteristiche native brevettate. Il materiale brevettato può venire concesso in licenza oppure si può bloccarne l'accesso non concedendo la licenza e a quel punto anche un solo brevetto può avere un vasto impatto, in maniera molto simile ai brevetti sui caratteri modificati con l’ingegneria genetica che costituiscono una delle forze motrici nella concentrazione del mercato sementiero negli Stati Uniti. Ci

http://pinto.azurewebsites.net/18

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sono altri esempi presenti nel database PINTO a dimostrazione che singoli brevetti su caratteri derivati convenzionalmente possono avere un impatto simultaneo sul miglioramento di molte varietà. Come mostra la Tabella 3, fino a maggio 2014 il database conteneva solo una ventina di brevetti ma il numero di varietà interessate era quasi 800. Bisogna notare che il database PINTO non è completo poiché non viene sostenuto dall'intero settore: alcune aziende, in particolare DuPont/Pioneer e Monsanto/Seminis/De Ruiter si rifiutano di fornire dati.

È probabile che le attuali differenze tra il mercato americano e quello europeo siano ridotte in breve tempo se l'Europa continuerà a concedere brevetti sul miglioramento genetico convenzionale. Anche se l’evoluzione della situazione è di difficile previsione sembra altamente probabile che il mercato europeo vada incontro a un'ulteriore concentrazione, con conseguenze disastrose. Una relazione dell'Università olandese di Wageningen (Louwaars et al., 2009) afferma chiaramente:

Poche grandi aziende controllano la maggior parte delle colture su scala mondiale. Una parte sempre più grande dell'approvvigionamento alimentare mondiale dipende da quelle stesse aziende. […] Gli agricoltori e i coltivatori temono che la loro libertà di scelta sia minacciata e che non verrà sviluppata nessuna varietà per piante che rispondano specificamente alle loro richieste […].

Non si possono attendere soluzioni dall'EPO (vedi capitolo 6) né dal settore della ricerca. Ad esempio, il database PINTO è stato sviluppato dall'Associazione Sementieri Europea (ESA) per fornire più trasparenza sui brevetti vegetali. Però, nonostante le molte aspettative suscitate dall'ESA, questa iniziativa non viene sostenuta dall'intero comparto e, come menzionato sopra, molte delle aziende maggiori non cooperano. Di conseguenza, non c'è trasparenza per i selezionatori o i coltivatori riguardo a potenziali violazioni di brevetti nel caso usino varietà in vendita sul mercato. Ciò porta a un alto livello d'incertezza, a costi importanti per le consulenze legali ed è particolarmente frustrante per le aziende più piccole. Tutta la situazione ha infatti creato un ostacolo sistematico all'innovazione e l'incertezza viene enormemente aumentata da richieste di brevetto che coprono ambiti estremamente vasti come emerge dal rapporto elaborato dall’Università di Wageningen (Louwaars et al., 2009). Questa incertezza viene usata per intralciare il miglioramento genetico. Un rapporto del 2012 (Then & Tippe, 2012) sottolineava il caso di un selezionatore di girasole che aveva richiesto e ottenuto sementi da Syngenta e Pioneer per utilizzarle come materiale genetico per sviluppare le proprie nuove varietà. Contrariamente alle regole sulla privativa vegetale, che permettono l’uso senza restrizioni del materiale genetico al fine di ulteriori selezioni, il selezionatore in questione scoprì dalle diciture applicate sulle confezioni delle sementi che il loro uso era fortemente ristretto. Ad esempio, Pioneer poneva il seguente tipo di precondizioni:

Aprendo questo sacchetto[…] accettate le condizioni stabilite di seguito: Il materiale contenuto in questo campione di semi è brevettato ed è di proprietà o è stato concesso in licenza alla Pioneer Overseas Corporation (“Pioneer”) […] L'Acquirente s'impegna espressamente: […]

• A non vendere, trasferire o usare i semi, le piante, il polline delle piante o i chicchi per la selezione, la ricerca e la riproduzione senza autorizzazione […]

• A non usare, né permettere a terzi l'uso dei semi, delle piante, di parti delle piante stesse, polline o semi prodotti da questi semi allo scopo di selezionare piante.[…]

Dato che nella dicitura non vi era indicazione chiara su quale tipo di brevetto fossero basate le pretese (la Pioneer ha comunque fatto richiesta di brevetti su alcuni tipi di girasoli) e su come potessero essere fatte rispettare, né se i semi fossero protetti da privativa vegetale, il selezionatore si trovò imbrigliato in enormi incertezze legali che gli impedirono di utilizzare quel materiale per fare ricerca. Syngenta ha tentato di imporre restrizioni legali molto simili:

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[…] Avviso importante: L'uso di questo prodotto è limitato […]. Aprendo e usando questo sacchetto di semi, confermate il vostro impegno a ottemperare a queste limitazioni di uso. Questo prodotto […] è proprietà di Syngenta Crop Protection AG o dei suoi licenziatari ed è protetto da diritti di proprietà intellettuale […] Se non espressamente permesso a termini di legge, l'uso del seme per produrre seme allo scopo di ripiantarlo, ricerca, caratterizzazioni genetiche o molecolari o composizione genetica è strettamente proibito.

Syngenta non detiene brevetti sul girasole, ma potrebbe darsi che abbia la licenza sui brevetti di altre istituzioni. È interessante che poco dopo la pubblicazione del rapporto di “No Patents on Seeds!”, Syngenta abbia creato un nuovo database e informato le altre aziende a proposito dei suoi brevetti sulle ortive , apparentemente allo scopo di fornire più trasparenza. In ogni caso queste informazioni 19

non hanno aiutato il nostro selezionatore al lavoro sui girasoli. Occorre notare che il database Syngenta fornisce informazioni solamente sui brevetti di proprietà dell'azienda, ma non sui brevetti che utilizza su licenza, non risolvendo assolutamente, quindi, la questione dell'incertezza nel caso specifico del girasole.

Non dicendo che tipo di Diritto alla Proprietà Intellettuale (DPI) protegge le sementi, le aziende come Syngenta o Pioneer possono intimidire i selezionatori, e lo fanno, affinché non usino più le varietà per ulteriori selezioni. Nell’esempio riportato, qualora il DPI fosse una privativa vegetale il selezionatore sarebbe libero di usare il materiale per ulteriori ricerche come espressamente previsto dalla legge; qualora il DPI fosse un brevetto, l’uso per selezioni successive non sarebbe ammesso, almeno in determinati paesi. È ingannevole non dire al consumatore quale tipo di DPI protegge le sementi che usa.

http://www.sg-vegetables.com/elicensing/about/3-overview-of-technologies19

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Tabella 3: esempio del legame tra alcuni brevetti concessi in Europa e il numero di varietà coinvolte (Fonte: database PINTO http://pinto.azurewebsites.net, maggio 2014).

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Proprietà del brevetto

Numero del brevetto

Nome del brevetto Specie Varietà (numero)

Bejo Zaadeen B.V.

NL 10231796 Piante di Brassica con alti livelli di glucosinolati antivarcinogeni.

Broccoli violacei in germoglio (Brassica

oleracea L.)

5

EP 2645849 Pianta di Brassica resistente alla Plasmodiophora Brassicae, semi, parti della pianta e metodi per

ottenere la stessa.

Cavolo rosso (Brassica oleracea L. )

1

EP 2139311 Piante di Brassica oleracea con resistenza alla Candid a Albugo Xantomona Campestris pv.

Campestris

Cavolo bianco (Brassica oleracea L. )

1

EP2393349 Pianta di Brassica e sua preparazione Cavolo bianco (Brassica oleracea L. )

4

Enza Zaaden Beheer B.V.

EP 1179089 Metodo per ottenere una pianta con una resistenza di lunga durata ai patogeni

Lattuga (Lactuca sativa L.) 158

Goldmith Seeds Inc.

EP 0740504 Gene di Chataranthus resistente alla Phytophthora e suo uso

Vinca (Chataranthus roseus) 8

Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica (Francia)

EP 0784424 Sistema di sterilità citoplasmatica maschile che produce ibridi di colza

Colza oleaginosa (Brassica napus)

24

EP 1198577 Gene mutante della famiglia GRAS e piante con sviluppo ridotto contenenti detto gene

Colza oleaginosa (Brassica napus)

3

EP 1586235 Sistema di sterilità citoplasmatica maschile che produce ibridi di colza

Colza oleaginosa (Brassica napus)

27

EP 2179643 Metodo di produzione di linee di Brassica Napus con un buon valore agronomico

Colza oleaginosa (Brassica napus)

1

Limagrain Europa

EP 2461666 Pianta di Brassica per il ripristino della fertilità nel sistema di sterilità citoplasmatica maschile

Colza oleaginosa (Brassica napus)

3

Nickerson Zwann B.V.

EP 1819217 Resistenza a muffa lanuginosa della cipolla Cipolla (Allium cepa) 1

Rijk Zwaan EP 0921720 Resistenza agli afidi Lattuga (Lactuca sativa L.) 439

EP 0942643 Lattuga Multileaf Lattuga (Lactuca sativa L.) 26

EP 2586294 Peronospora resistente nella Spinacea oleracea Spinacio (Spinacea oleracea)

7

Semillas Fito, S.A.

EP 2255006 Processo per produrre pomodori con caratteristiche di lunga conservabilità

Pomodoro (Solanum lycopersicum)

3

Syngenta Participations AG

1525317 & EP 23020

Piante di Brassica oleracea resistenti al Clubroot Cavoletto di Bruxelles Cavolfiore

Cavolo bianco

5 3 9

EP 2219432 Pigmentazione del fiore nel Pelargonium Hortorum Geranio (Pelargonium Hortorum)

1

EP 2164970 Meloni resistenti alla razza 1,2 di F. Oxysporum F.SP. Melonis

Melone (Cucumis melo) 5

EP 1973397 Nuove piante di cucurbita Zucca (zucchini – Cucurbita pepo)

9

EP 2121982 & EP 2242850

Piante di mais caratterizzate da un particolare tratto quantitativo (QTL)

Mais (Zea Mays) 25

N. totale varietà

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6. Analisi legale: perché il processo decisionale di EPO non risolverà il problema

La storia della legge sui brevetti dà l’impressione che industria e EPO si siano più o meno uniti nei loro sforzi per trovare scappatoie legali sul rilascio di brevetti su piante e animali. Di conseguenza, la proibizione in termini di legge dell’articolo 53 (b) è stata in gran parte erosa e può difficilmente essere applicata in modo significativo. In breve, nella pratica attuale dell’EPO ciò che segue è considerato brevettabile:

• prodotti derivati da incrocio e selezione (sementi, frutti, piante, materiale per il miglioramento genetico);

• tutti i passaggi nel processo di riproduzione ad eccezione della combinazione di incrocio e successiva selezione;

• piante e animali descritti o selezionati per il loro stato genetico o fenotipico (caratteristiche come la crescita, i componenti, la resistenza);

• tutte le piante e gli animali con differenze nel loro patrimonio genetico non dovute alla ricombinazione dell’intero genoma, come la mutagenesi casuale;

• varietà di piante se nella richiesta non si menziona una specifica varietà.

Sembra che EPO abbia, in verità, creato intenzionalmente una situazione senza precedenti piena di controsensi giuridici. I brevetti contenenti le richieste più ampie sono quelli che molto probabilmente EPO rilascerà se non sono menzionati esplicitamente una specifica varietà o uno specifico processo di riproduzione essenzialmente biologica. Recentemente, EPO ha deciso di rinviare altri casi alla Commissione Allargata d’Appello. Le nuove richieste G2/12 e G3/13 alla Commissione Allargata d’Appello sulla brevettabilità delle piante sono direttamente collegate alle prime richieste di brevetti sui broccoli (EP 1069819, G2/13) e sui pomodori (EP 1211926, G2/12). Il motivo delle nuove richieste è che la Commissione Tecnica d’Appello ha espresso perplessità sul fatto che se venissero permessi i brevetti sui prodotti come sementi e piante derivati da processi di miglioramento genetico essenzialmente biologici questi:

in molti casi si potrebbe raggirare l’esclusione con un’attenta scelta dei termini nella stesura della richiesta.

La Commissione Tecnica d’Appello ha avvisato che il divieto dei brevetti sui processi di miglioramento convenzionali ha un senso solo se i prodotti derivati dai processi brevettati sono esclusi dal brevetto stesso. Se non lo sono allora i selezionatori non possono fare uso di quei particolari processi di miglioramento, poiché questo condurrebbe inevitabilmente ai prodotti brevettati. Così secondo la Commissione Tecnica d’Appello, questo potrebbe creare una situazione in cui: chi fa miglioramento genetico vegetale sarebbe limitato severamente nell'eseguire i processi essenzialmente biologici.

È difficile dire perché la Commissione Tecnica di Appello abbia fatto queste osservazioni. Potrebbe essere una strategia messa a punto proprio per dare l’impressione all’opinione pubblica che EPO si stia occupando di queste criticità. Potrebbe anche essere che la presidenza della Commissione Tecnica di Appello abbia davvero avuto interesse nell’affrontare tali questioni. Qualunque sia la ragione dei nuovi rinvii, c’è un problema più generale che riguarda i casi in sospeso e che probabilmente avrà un impatto importante sugli esiti futuri. Entrambi i casi G2/12 e G2/13 sono il diretto risultato delle sentenze G2/07 e G1/08. Tuttavia, queste decisioni precedenti non forniscono una spiegazione sufficientemente chiara e completa di ciò che è considerato miglioramento genetico essenzialmente biologico o convenzionale o tradizionale e di cosa non lo sia (vedi sotto).

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In ogni caso, la domanda decisiva su come i brevetti sul miglioramento genetico vegetale possano essere esclusi in modo che non sia ostacolato l'accesso alle risorse genetiche non è ancora all'ordine del giorno di EPO e non è stata ancora formulata in nessuno dei casi in sospeso. Qualunque cosa decida la Commissione Tecnica di Appello è improbabile che fermi i brevetti sulla selezione convenzionale di animali e piante. Il processo decisionale politico è il solo modo di risolvere questa situazione (vedi il capitolo 7).

6.1 Che cosa è il miglioramento genetico “essenzialmente biologico”?

I rinvii del G2/12 e del G 2/13 poggiano su una questione nodale: i prodotti derivati da processi di miglioramento genetico essenzialmente biologico sono brevettabili? Precisamente la Commissione Tecnica di Appello deve rispondere alla seguente domanda:

L’esclusione dei processi essenzialmente biologici per la produzione di piante nell’Articolo 53 (b) dell’EPC può avere un effetto negativo sull’ammissibilità della richiesta di un prodotto rivolta a piante o a materiale vegetale come un frutto?

Non c’è dubbio che si tratti di una questione importante. Ma come mostrato sopra, essa riguarda solo una delle diverse questioni problematiche. Anche se EPO decidesse che la risposta a questa domanda fosse positiva (e i prodotti derivati da processi essenzialmente biologici venissero dichiarati non brevettabili) questo potrebbe non cambiare molto perché ciò che è considerato essenzialmente biologico da EPO (incrocio sessuale e successiva selezione) è solo una parte di ciò che è rilevante per il miglioramento genetico convenzionale di piante e animali. Sarebbe ancora possibile rilasciare brevetti su prodotti derivati da mutagenesi, su processi per la selezione prima dell’incrocio (come fenotipi o genotipi), su materiale per miglioramento genetico e altro ancora. Alcuni esempi sono la selezione di varietà native di soia prima dell’incrocio (EP 2134870) o brevetti basati sulla descrizione fenotipica delle piante (EP1973396) o brevetti sulle cellule spermatiche degli animali (EP 1263521) e su altri materiali necessari per il miglioramento genetico convenzionale.

Per risolvere il problema EPO dovrà fornire una definizione più ampia di che cosa intende per miglioramento genetico “essenzialmente biologico”, incluse tutte le sue fasi, i processi e i materiali utilizzati o prodotti dal miglioramento genetico convenzionale. In questo contesto, il miglioramento genetico convenzionale dovrebbe essere definito in contrasto all’ingegneria genetica, come previsto dalla Direttiva UE 2001/18 (vedi sotto). L'interpretazione della legge sui brevetti dovrebbe inoltre tener conto delle pratiche “come avvengono nella vita reale” e di tutte le implicazioni per il miglioramento genetico convenzionale. Tutto questo non è stato stabilito nelle sentenze G2/07 e G1/08, e le sentenze G2/12 e G2/13 risentiranno probabilmente delle stesse carenze.

6.2 Che cosa non è “essenzialmente biologico”?

Le sentenze G2/07 e G1/08 hanno creato ulteriori incertezze riguardo a che cosa esattamente dovrebbe essere considerato brevettabile. In particolare, non esiste un confine chiaro tra l’ingegneria genetica (che EPO considera brevettabile) e il miglioramento genetico “essenzialmente biologico” convenzionale. Invece di riferirsi a definizioni già stabilite come quelle della Direttiva EU, le sentenze G2/07 e G1/08 dichiarano vagamente:

Se, comunque, tale processo contiene, all’interno delle fasi di incrocio sessuale e selezione, un passaggio addizionale di natura tecnica, il quale in sé introduce una caratteristica nel genoma o modifica una caratteristica del genoma della pianta prodotta, di modo che l’introduzione o modificazione di quella caratteristica non è il risultato della miscela dei geni delle piante scelte per l’incrocio sessuale, allora il processo non è escluso dalla brevettabilità in riferimento all’Articolo 53(b) dell’EPC.

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La terminologia usata nella sentenza (“la caratteristica non è il risultato della miscela dei geni delle piante scelte per l’incrocio sessuale”) può essere interpretata in molti modi. Come già citato, ad esempio, la mutagenesi casuale potrebbe soddisfare le condizioni del brevetto secondo questa decisione.

Il chiarimento sarebbe stato maggiore se fosse stato usato l'approccio regolatore della Direttiva 2001/18 della Unione Europea. Questa direttiva definisce gli OGM (organismi geneticamente modificati) che necessitano di essere regolamentati in quanto organismi prodotti da processi che fanno uso di DNA isolato o di fusione cellulare che non sono presenti in condizioni di miglioramento genetico convenzionale (allegato 1 A, parte 1). Sono esclusi altri metodi di modificazione genetica che non rientrano in questa definizione. Ad esempio, il miglioramento per selezione è nominato nell'articolo 3 e nell’allegato 1B come qualcosa che non rientra nelle finalità regolatrici della Direttiva.

Come detto, dal punto di vista di chi fa miglioramento genetico per l'agricoltura biologica ci sono buoni motivi per discutere se un metodo di miglioramento genetico possa essere considerato “tradizionale” qualora preveda l’uso di composti chimici o radiazioni. Comunque, nel contesto della legge sui brevetti, e alla luce della Direttiva UE 2001/18, il livello di interazione tecnica con la materia vegetale è un criterio molto più utile del far uso semplicemente di termini come “tradizionale”. Nella mutagenesi la tecnicità del processo è bassa, poiché implica un'interazione in modo non mirato con intere cellule e interi genomi . 20

La differenza diventa evidente dal confronto con l’ingegneria genetica: questa tecnologia è eseguita inserendo DNA isolato precedentemente, entrando dentro le cellule con mezzi tecnici ed agendo direttamente al livello del DNA. Quindi metodi come la mutagenesi casuale ricadono all'interno della proibizione dell’articolo 53 (b) dell’EPC, e non sono brevettabili perché sono essenzialmente biologici, anche se non sono “tradizionali”.

Inoltre la decisione si riferisce agli organismi che sono prodotti usando materiale genetico isolato (che potrebbe essere brevettabile) e quindi questa decisione sembra condividere con la Direttiva UE 2001/18 un ragionamento e una terminologia simili. Ma questo ragionamento non è stato seguito in G2/07 né in G1/08. Di conseguenza, permangono le incertezze circa i processi considerati come non essenzialmente biologici.

6.3 E sulle domande abilmente formulate?

I termini adoperati in diversi brevetti (vedi capitolo 4) sembrano essere abilmente formulati per aggirare le proibizioni. Ad esempio, alcune delle domande di brevetto sulle piante sono descritte molto genericamente come prodotti di un’introgressione di un tratto genetico particolare. Questa terminologia può comprendere qualsiasi metodo come incrocio e selezione, fusione delle cellule o ingegneria genetica. La stesura di tali richieste comprende l'incrocio di interi genomi, ma non è limitata ad essi. È un principio generale legale che i brevetti sui prodotti non siano limitati ai metodi impiegati per la loro produzione, in quanto prevedono un diritto alla protezione assoluta, che riguarda tutti i prodotti indipendentemente da come sono ottenuti. Quindi se tali brevetti vengono concessi, la loro finalità riguarderà tutte le piante con le caratteristiche genetiche richieste, senza tenere conto di come sono state introdotte le modifiche genetiche.

Monsanto, ad esempio, utilizza tali giochi di parole in un brevetto sui meloni (PE 1962578). In questo brevetto, si richiede la proprietà di una pianta di melone resistente a virus “che comprende un’introgressione” da un'altra pianta di melone. Così formulata la dicitura della domanda non ha alcun limite così che il brevetto non è stato concesso solo su un metodo particolare. Questo brevetto infatti riguarda tutte le piante di melone che presentano le condizioni genetiche descritte, comprese quelle

Entro certi limiti, esso può essere considerato “naturale” poiché può essere concepito come un’accelerazione di processi 20

che accadono in natura e nell’evoluzione.

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derivate da incrocio e selezione. È molto improbabile che questo problema sia risolto dalle prossime delibere G2/12 e G2/13. 6.4 E sulle varietà vegetali? Come detto, la pratica corrente di EPO rende l'esclusione dal brevetto di varietà vegetali e razze animali più o meno insignificante. Questa pratica si sta riconfermando nei casi in sospeso. Nel caso del pomodoro (G2/12), la Commissione Tecnica d'Appello (T1246/06) ha discusso se il brevetto violasse la proibizione di rilasciare brevetti sulle varietà vegetali. Tuttavia queste preoccupazioni sono state respinte. La Commissione Tecnica d’Appello ha dichiarato:

una domanda in cui non sono richieste singolarmente varietà di piante specifiche non è escluso dalla brevettabilità secondo l'articolo 53 (b) dell’EPC, anche se può comprendere varietà vegetali.

Di conseguenza, la Commissione Tecnica d'Appello sembra confermare che le varietà vegetali possano realmente essere coperte dai brevetti malgrado siano escluse esplicitamente dalla dicitura dell'Articolo 53 (b) dell’EPC (vedi anche il capitolo 3). Questo ragionamento non prende in considerazione il problema principale: se vengono rilasciati brevetti che riguardano le varietà, l'intenzione del legislatore di escluderle viene completamente annullata. Quindi, la cosiddetta esenzione del selezionatore, stabilita come elemento di base della privativa vegetale con l’obiettivo di favorire il miglioramento genetico e l'innovazione, ne verrebbe indebolita e si otterrebbe l’effetto opposto di quello desiderato. Sono poche le speranze che EPO possa risolvere questo problema nell'ambito dei casi in sospeso.

6.5 L'opinione preliminare della Commissione Tecnica d’Appello

Nel luglio 2014, la Commissione Tecnica d'Appello ha pubblicato un parere preliminare su G2/12 e su G2/13, fornendo le prime osservazioni e ponendo alcune domande pertinenti in preparazione dell'audizione pubblica del 27 ottobre 2014. La Commissione ha già dichiarato esplicitamente che la decisione imminente non affronterà la questione delle varietà vegetali. Inoltre, ha precisato che nel testo di legge non c'è indicazione secondo cui i prodotti derivati dal miglioramento genetico essenzialmente biologico non siano brevettabili. La Commissione non vede la necessità che la definizione dei processi essenzialmente biologici necessiti di ulteriore discussione. Pare che la Commissione Tecnica d'Appello seguirà l'approccio adottato nelle sentenze precedenti. Allo stesso tempo, la Commissione dichiara che le domande inoltrate non collegano i problemi con il punto di discussione ma con l’interpretazione della legge:

Bisogna notare che le questioni presentate alla Commissione Allargata riguardano aspetti giuridici piuttosto che aspetti economici o generali citati in alcune delle memorie presentate dagli amici curiae . 21

Ma come mostrato, il testo di legge è aperto all’interpretazione e non risolve la domanda decisiva su quali interessi guideranno la Commissione nel suo processo decisionale. Agirà nell’interesse dell’industria dei brevetti o in quello della società in generale? Il tentativo di limitare la questione al suo aspetto legale è semplicemente una strategia per nascondersi dietro ad un testo di legge che presenta zone grigie sufficienti a soddisfare i bisogni dell’industria. Per decenni il sistema decisionale di EPO è stato caratterizzato principalmente dalla doppiezza delle interpretazioni della legge sui brevetti e dell'abile dicitura delle domande presentate. Non è stato risolto nessuno dei problemi reali in sospeso nell’ambito dei brevetti su piante e animali. Esaminando questa recente comunicazione della Commissione Allargata d'Appello, sembra difficile fare previsioni sulla domanda principale se i

Con questa espressione ci si riferisce a chiunque, che non sia parte in causa, offra volontariamente informazioni alla corte 21

su un aspetto della legge o su altre parti del caso, per aiutare la corte a decidere.!37

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prodotti derivati dai processi essenzialmente biologici possano essere invenzioni brevettabili o meno. Ma comunque sembra altamente improbabile che il comitato sia disposto a rispondere alle domande concrete.

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7. Il futuro: il compito dei regolatori

La proibizione dei brevetti su varietà vegetali e razze animali, così come sui prodotti e processi per il miglioramento genetico convenzionale non deve essere vista come concetto legale strettamente basato su criteri tecnici come l’inventiva. Piuttosto deve essere ricompresa nel contesto dei bisogni e degli interessi di consumatori, agricoltori e selezionatori tradizionali. Come descritto, i brevetti su piante e animali possono essere tali da interrompere il processo di innovazione del miglioramento genetico, bloccare l'accesso alle risorse genetiche animali e vegetali essenziali, ostacolare l'attività agricola e limitare la libertà di scelta. Indiscutibilmente, questi brevetti promuovono la concentrazione del mercato, ostacolano la concorrenza e servono a promuovere ingiusti diritti di monopolio. L’ambito dei brevetti rilasciati è spesso estremamente vasto e copre l’intera catena di produzione alimentare. Di fatto essi sono concepiti per assumere il controllo sulle risorse necessarie nella vita quotidiana. Se la tendenza attuale non sarà fermata e invertita, nell'immediato futuro solo poche grandi aziende potranno decidere quali piante migliorare, far crescere e raccogliere. Da questa prospettiva, mantenere e garantire il libero accesso ai materiali necessari per il miglioramento genetico vegetale e animale deve diventare una priorità politica. Ogni misura presa deve conformarsi in primo luogo alle esigenze di agricoltori, selezionatori tradizionali e consumatori, e non agli interessi dell’industria dei brevetti.

7.1 La risoluzione del Parlamento Europeo

I brevetti sul miglioramento genetico convenzionale di piante e animali possono essere fermati solamente se tutti i processi, i materiali e i prodotti usati o sviluppati dal miglioramento tradizionale verranno chiaramente definiti come non brevettabili perché essenzialmente biologici. Tale interpretazione della legge sui brevetti potrebbe essere realizzata senza cambiare la legge attuale e senza che ci siano reali contraddizioni. Questo era stato reso esplicito nella risoluzione del Parlamento Europeo del 2012 , in cui si dava un’interpretazione sostanzialmente diversa della Direttiva UE 22

98/44 riguardo alla definizione dei processi essenzialmente biologici, anche rispetto a quella attualmente applicata da EPO. Secondo il testo della risoluzione, il Parlamento Europeo:

3. Accoglie la sentenza della Commissione Allargata d’Appello dell’EPO per i cosiddetti casi dei ‘broccoli’(G 2/07) e dei ‘pomodori’ (G 1/08), che si è occupata della corretta interpretazione del termine ‘processi essenzialmente biologici per la produzione di piante (o di animali)’ utilizzato nella Direttiva 98/44/EC e nella Convenzione sul Brevetto Europea per escludere tali processi dalla brevettabilità; 4. Invita anche l’EPO a escludere dalla brevettabilità i prodotti derivati dal miglioramento genetico convenzionale e da tutti i metodi convenzionali di miglioramento genetico, compreso il miglioramento genetico SMART (Selection with Markers and Advanced Reproductive Technologies - miglioramento genetico di precisione) ed il materiale genetico usato per il miglioramento genetico convenzionale; […]

6. Accoglie la recente decisione dell'Ufficio Brevetti Europeo sul caso WARF e del Tribunale Europeo di Giustizia sul caso Brüstle, dato che queste decisioni interpretano in modo appropriato la Direttiva 98/44/EC […]; Invita la Commissione Europea a trarre le opportune conseguenze da queste decisioni anche in altre aree della politica pertinenti, per portare la politica della UE in linea con queste decisioni.[…]

http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-20120202+0+DOC+XML+V0//EN22

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Da una lettura attenta della risoluzione, il Parlamento Europeo ha richiesto che tutti i metodi convenzionali di miglioramento genetico (quali la selezione prima dell'incrocio, l’uso delle mutazioni, la riproduzione senza incrocio), come pure tutti i prodotti e il materiale per il miglioramento genetico derivato devono essere esclusi dalla brevettabilità. Sono escluse anche le nuove tecnologie di miglioramento genetico, conosciute come miglioramento genetico SMART (miglioramento genetico di precisione). Inoltre, si dichiara che durante l'esame di un brevetto devono essere presi in considerazione non solo la terminologia (capziosa) delle richieste, ma l’intero contenuto del brevetto (“approccio complessivo al contenuto"). Di conseguenza, non sarebbe più possibile aggirare le attuali eccezioni di brevettabilità semplicemente attraverso la scrittura ingegnosa delle richieste. Allo stesso modo deve essere considerato il contesto dell'invenzione così come le fasi di pre-trattamento, le conseguenze e gli usi del brevetto. Questa risoluzione è molto importante per il processo decisionale dell’EPO: il Parlamento Europeo ha adottato la Direttiva UE 98/44 ed essa è diventata parte del Regolamento Attuativo dell’EPC. Di conseguenza, questa interpretazione dell’attuale legge sui brevetti dell’Unione dovrebbe anche applicarsi alla pratica dell’EPO. L'azione politica è richiesta nel caso in cui EPO non adotti questo interpretazione della risoluzione del Parlamento Europeo nel suo Regolamento Attuativo.

7.2 Azioni da intraprendersi da parte degli stati appartenenti all'EPO

In una certa misura l'interpretazione adottata dal Parlamento Europeo è già integrata nella normativa tedesca e olandese sui brevetti. In queste leggi nazionali, i brevetti sui prodotti derivati dal miglioramento genetico convenzionale sono esplicitamente esclusi. Inoltre, il Trattato di Coalizione del governo tedesco ha annunciato un'iniziativa europea per proibire i brevetti sul miglioramento genetico essenzialmente biologico. Tuttavia queste leggi nazionali non definiscono come una tale proibizione può essere implementata in modo che il miglioramento genetico vegetale convenzionale non sia ostacolato dai brevetti.

La decisione sulla brevettabilità di piante alimentari e animali da allevamento non può essere lasciata all'EPO, che è guidato dai propri interessi. Ci sono tre modi in cui gli stati membri di EPO possono agire:

• introducendo un'esenzione completa di agricoltori e selezionatori nella normativa sui brevetti;

• facendo un cambiamento legale nella Direttiva 98/44;

• cambiando il Regolamento di Attuazione dell’EPC.

Queste tre possibilità hanno alcuni punti di forza e di debolezza:

• L'esenzione completa di agricoltori e selezionatori potrebbe essere inclusa nel sistema del Brevetto Unitario, di conseguenza l'accesso alle risorse genetiche non sarebbe più bloccato. Questo approccio potrebbe anche richiedere un cambiamento nella Direttiva 98/44 della UE che non prevede una tale esenzione. C'è già stato un acceso dibattito circa l’introduzione di un'esenzione per i selezionatori nel Brevetto Unitario per consentire l'accesso a materiale brevettato come previsto dalla privativa vegetale. Finora, il Brevetto Unitario fornisce soltanto un'esenzione limitata che non permette l'uso commerciale di nuove piante derivate da materiale di piante brevettate. È improbabile che i selezionatori investano nella creazione di nuove varietà se la loro commercializzazione verrà controllata dal titolare del brevetto. Questa situazione costituisce un incentivo dannoso ed è probabile che crei una frustrazione significativa almeno per i soggetti piccoli e medi che fanno miglioramento genetico. Oltre all'introduzione di un'esenzione completa del selezionatore, ci deve essere certezza legale sul fatto che gli agricoltori non dovranno affrontare cause legali per la violazione dei diritti di

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brevetto e, allo stesso tempo, ci deve essere un rafforzamento dei diritti degli agricoltori nella normativa sulla privativa vegetale;

• Un cambiamento nella Direttiva 98/44 EC potrebbe creare una maggior certezza del diritto, una chiara proibizione dei brevetti su piante, animali e risorse genetiche risolverebbe la maggior parte dei problemi in questo contesto, e si rifletterebbe nell'interpretazione pratica di EPC ed EPO. Tuttavia, la Commissione Europea non sembra attualmente disposta a riaprire il testo della Direttiva. Il progresso sostanziale su questa materia richiederebbe molta più pressione da parte degli stati membri della UE;

• Un cambiamento nel Regolamento Attuativo dell’EPC non richiederebbe un cambiamento della legge e potrebbe essere ottenuto tramite la maggioranza dei voti del Consiglio Amministrativo dell’EPO. La maggior parte dei punti sollevati dal Parlamento Europeo potrebbe essere risolto da un cambiamento nell'interpretazione dell’EPC che potrebbe essere rettificato nella dicitura del Regolamento Attuativo (vedi la tabella seguente). Tuttavia, rimarrebbe una certa ambiguità giuridica per alcune delle disposizioni della Direttiva 98/44, che ancora non avrebbe escluso i brevetti su piante e su animali. Tuttavia, un cambiamento nel Regolamento Attuativo sarebbe un primo passaggio importante.

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Cambiamenti del Regolamento Attuativo della Convenzione Europea sui Brevetti (EPC) e della legislazione nazionale sui brevetti proposti per soddisfare le richieste della risoluzione del Parlamento Europeo del 10 maggio

2012 sul brevetto dei processi essenzialmente biologici (2012/2623 (RSP)) e per chiarire che gli animali da allevamento sono esclusi dalla brevettabilità

Regolamento esistente Aggiunte proposte Commenti

Norma 26 Generale e definizioni

(1) Per le richieste di brevetto europeo e i brevetti che riguardano le invenzioni biotecnologiche le disposizioni pertinenti della Convenzione saranno applicate e in terpre ta te conformemente a l le disposizioni di questo capitolo. La Direttiva 98/44/EC del 6 luglio1998 sulla protezione legale delle invenzioni biotecnologiche sarà usato come s t r u m e n t o s u p p l e m e n t a r e d i interpretazione.

Nel valutare le invenzioni e le richieste di brevetto nell'ambito delle disposizioni di esclusione dell'art. 53 dell’EPC l’intero contenuto della specificazione della richiesta di brevetto sarà considerato indipendente dalle richieste redatte per gli scopi dell'esame. L'esclusione delle invenzioni dal brevetto secondo l'art. 53 dell’EPC non sarà aggirata dalla redazione intenzionale delle richieste di brevetto. Le fasi tecnicamente inevitabili del pre-processo e del post-processo e/o gli usi inevitabili di post-processo dei prodotti costituiranno parte dell'invenzione, anche se non sono rivelati esplicitamente nella specificazione e/o nei reclami sulla richiesta di brevetto.

Nel passato le esclusioni esistenti (var ie tà vegeta l i , process i biologici) sono state spesso aggirate dalla redazione astuta delle richieste. Questo modo di aggirare l’esclusione dovrebbe e s se re f e rma to da ques to emendamento, in coerenza con la Risoluzione del Parlamento Europeo, richiesta Nr.6

(5) Un procedimento per la produzione di piante e animali essenzialmente biologico consiste solo di fenomeni naturali come l’incrocio e la selezione.

I prodotti derivati dal miglioramento convenzionale, tutti i metodi usati, inclusi la tecnologia SMART e i materiali usati saranno esclusi dalla brevettazione secondo l’Art.53(b) dell’EPC

Questo è coerente con la Risoluzione del Parlamento Europeo, richiesta Nr. 4.

Norma 28 Eccezioni alla brevettabilità

Secondo l’Articolo 53 (a), i brevetti europei non saranno rilasciati per le invenzioni biotecnologiche che, in particolare, riguardano ciò che segue: (d) processi per modificare l’identità genetica degli animali che probabilmente causano loro sofferenza senza nessun beneficio medico per uomini e animali, e anche gli animali esito di questi processi

Questa esclusione sarà appl icata generalmente agli animali per scopi agricoli, in particolare agli animali usati per la produzione alimentare

Mentre l’ingegneria genetica n e g l i a n i m a l i p u ò e s s e r e considerata in generale come cosa che probabilmente genera sofferenza, gli animali per la produzione alimentare non servono per benefici medici e quindi sono considerati non brevettabili. Questo è coerente con il testo e il ragionamento che sta dietro alla Direttiva Europea 98/44

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Tabella 4: Proposta di alcuni cambiamenti nel Regolamento Attuativo. Fonti: www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2012-0202+0+DOC+XML+V0//EN See http://documents.epo.org/projects/babylon/eponet.nsf/0/7bacb229e032863dc12577ec004ada98/$FILE/EPC_14th_edition.pdf, corrispondente al diritto nazionale dell’EU e alla Direttiva Europea sui Brevetti 98/44, http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31998L0044:EN:HTML

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8. Conclusioni La decisione se i brevetti su sementi, piante e animali siano permessi non può essere presa dall'EPO, che è guidata dai propri interessi. È stato EPO ad erodere sistematicamente i divieti presenti nell’articolo 53 (b) dell’EPC nell'interesse delle aziende che traggono profitti dai prodotti brevettati e delle istituzioni che usufruiscono dall'assegnazione dei brevetti. EPO e gli interessi dell'industria sono stati i fattori guida negli anni passati, che hanno contribuito a trasformare il sistema del brevetto in uno strumento che permette l'appropriazione indebita delle risorse biologiche necessarie per produrre cibo ed energia al di fuori di ciò che promuove l'innovazione negli interessi di tutta la società. C’è un chiaro bisogno di riorganizzare completamente l’EPO in modo che esso possa incontrare i bisogni della società nel futuro. Allo stesso tempo c’è un bisogno urgente di prendere decisioni politiche sui brevetti su sementi e animali nell’immediato futuro. Siamo già a un punto critico: la concentrazione del mercato sementiero è estremamente alta, particolarmente nel caso delle ortive, del mais e della soia. Sono state presentate o concesse parecchie migliaia di brevetti sulle piante e sulle sementi, con un numero crescente di brevetti sul miglioramento genetico convenzionale. Questa situazione non è un problema solo per specifici settori o regioni, ma può mettere in pericolo la biodiversità, gli ecosistemi e l'adattabilità dei nostri sistemi di produzione alimentare nel reagire alle sfide poste dai cambiamenti climatici. Di conseguenza, ciò costituisce un rischio enorme per la sicurezza alimentare globale, come pure per la sovranità alimentare. Mantenere e salvaguardare il libero accesso ai materiali necessari per il miglioramento genetico di piante e animali e per la produzione agricola deve diventare una priorità politica. Ogni misura presa deve in primo luogo adattarsi ai bisogni degli agricoltori, dei selezionatori tradizionali e dei consumatori, e non agli interessi dell’industria dei brevetti. Devono essere prese decisioni politiche per fermare i brevetti sulle risorse necessarie alla vita quotidiana. Questo significa intraprendere due azioni importanti:

• a breve termine, cambiare il testo del Regolamento Attuativo di EPO per renderlo coerente con l’interpretazione della Direttiva Europea 98/44, come previsto dal Parlamento Europeo;

• un cambiamento nella legge europea sui brevetti per escludere i brevetti sulle risorse genetiche, su piante e animali.

Inoltre, dobbiamo assicurarci che i negoziati correnti sugli accordi di libero commercio come CETA e TTIP non neutralizzino le possibilità dell’Europa e dell'UE di vietare in futuro i brevetti che attualmente sono considerati come brevettabili dall'EPO.

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Riferimenti

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Abbreviazioni

DPI - Diritti di Proprietà Intellettuale EPC - Convenzione europea sui Brevetti (European Patent Convention) EPI - Istituto dei Rappresentanti Professionali all'Ufficio Europeo Brevetti EPO - Ufficio europeo sui Brevetti (European Patent Office) EPOrg - Organizzazione Europea dei Brevetti (European Patent Organization) ESA - Associazione europea dei Sementieri (European Seed Association) NPI - Istituto nordico del Brevetto (Nordic Patent Institute) OHIM - Ufficio per l'Armonizzazione nel Mercato Interno (Office for Harmonization in the Internal Market) PCT - Trattato di Cooperazione sui Brevetti (Patent Cooperation Treaty) TRIPs - Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale TTIP - Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimento (Transatlantic Trade and Investment Partnership) UPOV - Unione internazionale per la protezione delle nuove varietà vegetali (International Union for the Protection of New Varieties of Plants) WIPO - Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (World Intellectual Property Organization) WTO - Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organisation)

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n o p a t e n t s o n s e e d s

1 | European patents on plants and animals |

Publiziert von “Keine Patente auf Saatgut!”, 2014

E�uropean patents on plants and animals – is the patent industry taking control of our food?

Report published by “No Patents on Seeds!”, 2014 Christoph Then & Ruth Tippe

www.no-patents-on-seeds.org

no patents on seeds

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