L'indagine scientifica e il mistero...

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I Come procede l'indagine scientifica? Che cosa non riesce a spiegare la scienza? Concezione che ravvisa nelle facoltà della ragione e nei metodi razionali il fondamento della conoscenza e del giudizio umano in ogni ambito teorico e pratico, considerando la realtà come fondata su un principio esclusivamente razionale e sottraendosi a qualsiasi influenza di tipo dogmatico, morale o religioso . 32 e CI HAI MAI PENSATO? "La ricerca della scienza è utile, la ricerca di Dio è essenziale". AOlAND BENZ • Che differenza c'è tra gli aggettivi utile e essenziale? • Perché, secondo te, la ricerca di Dio è essenziale? • Nella tua vita quali cose ritieni utili e quali essenziali? L'indagine scientifica e il mistero dell'esistenza Come la religione anche la scienza cerca delle spiegazioni al mistero deUa vita ma sulla base di leggi precise e inderogabili. Questo tuttavia non esclude che anche gli scienziati si trovino spesso di fronte a situa- zioni che la mgione non basta a spiegare. Piergiorgio Odrfreddi", lmo scienziato che si dichiara apertamente non credente, OsseIVa: "Le do- mande da qjJronlare sono owie , e sempre le soli te: Da dove veniamo? Chi siamo ? Dove andianw? Di solilo gli scienziati si accontentano di dichiarare che queste domande o non hanno senso, o 1wn hanrw 1"i.sposta. Ma illo1YJ stesso I llV01'O li contraddice, poiché da esso q[Jìo- Ta.rw a volle 1'isposle che non sona né ovvie né nole". Gli scienziati arrivano infatti a esprimere, formalizzandolo, tutto ciò che avvie ne nel mondo dei fatti e possono comunicarlo e descriverlo. Ma qualcosa a questa fomlalizzazione sfugge, ed è l'esi- stenza del mondo stesso, che non è comunicabile semplice- mente con illillguaggio. L'eccesso di razlonallamo rischia di sc hi acciare le prospettive spi- rituali della nostra esistenza, le quali, che si sia religiosi o no, costi- tuiscono una componente importante del nostro essere e non vanno pertanto trascurate, anche se si ambisce (come fa la scienza) a ot- tenere lffi sapere pubblico e verificabil e. Per questo gli scienziati sono i primi a riconoscere Wla dimensione di mistero nell 'wll- verso. Quando essi parlano di "mistero" usano, in genere, il signifi- cato che il temline ha nel linguaggio ordinario, cioè si riferiscono a qualcosa di sconosciuto e attraente, che s uscita l'interesse di

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I

Come procede l'indagine scientifica?

Che cosa non riesce a spiegare la scienza?

Concezione che ravvisa nelle facoltà della ragione e nei metodi razionali il fondamento della conoscenza e del giudizio umano in ogni ambito teorico e pratico, considerando la realtà come fondata su un principio esclusivamente razionale e sottraendosi a qualsiasi influenza di tipo dogmatico, morale o religioso.

32

e

CI HAI MAI PENSATO?

"La ricerca della scienza è utile, la ricerca di Dio è essenziale".

AOlAND BENZ

• Che differenza c'è tra gli aggettivi utile e essenziale? • Perché, secondo te, la ricerca di Dio è essenziale? • Nella tua vita quali cose ritieni utili e quali essenziali?

L'indagine scientifica e il mistero dell'esistenza Come la religione anche la scienza cerca delle spiegazioni al mistero deUa vita ma sulla base di leggi precise e inderogabili. Questo tuttavia non esclude che anche gli scienziati si trovino spesso di fronte a situa­zioni che la mgione non basta a spiegare. Piergiorgio Odrfreddi", lmo scienziato che si dichiara apertamente non credente, OsseIVa: "Le do­mande da qjJronlare sono owie, e sempre le soli te: Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andianw? Di solilo gli scienziati si accontentano di dichiarare che queste domande o non hanno senso, o 1wn hanrw 1"i.sposta. Ma illo1YJ stesso IllV01'O li contraddice, poiché da esso q[Jìo­Ta.rw a volle 1'isposle che non sona né ovvie né nole". Gli scienziati arrivano infatti a esprimere, formalizzandolo, tutto ciò che avvie ne nel mondo dei fatti e possono comunicarlo e descriverlo. Ma qualcosa a questa fomlalizzazione sfugge, ed è l'esi­stenza del mondo stesso, che non è comunicabile semplice­mente con illillguaggio. L'eccesso di razlonallamo rischia di schiacciare le prospettive spi­rituali della nostra esistenza, le quali, che si sia religiosi o no, costi­tuiscono una componente importante del nostro essere e non vanno pertanto trascurate, anche se si ambisce (come fa la scienza) a ot­tenere lffi sapere pubblico e verificabile. Per questo gli scienziati sono i primi a riconoscere Wla dimensione di mistero nell'wll­verso. Quando essi parlano di "mistero" usano, in genere, il signifi­cato che il temline ha nel linguaggio ordinario, cioè si riferiscono a qualcosa di sconosciuto e attraente, che suscita l'interesse di

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chi ricerca. Per la scienza sono fonte di stupore il mistero della vita, il mistero dell 'esistenza dell'universo, della sua origine o del1a sua intelligibilità.

Riconoscere il mistero L'esperienza con cui si percepisce la presenza del mistero è un'espe­rienza di stupore, di riverenza ma anche di rivelazione: è la natura stessa a mostrarsi, a svelarsi. Lo scienziato, semplicemente, ci si im­batte. Se il mondo è un mistero, lo è nel senso che non contie­ne in sé la risposta ultima del proprio essere, delle leggi che ne regolano l'esistenza, la coerenza e il divenire. È un mistero perché rimanda, come un grande segnale indicatore, a qualcosa che lo trascende, cioè che sta oltre esso. Quando la scienza parla, in modo più o meno diretto, della nozione di mistero, riconosce tale apertura e l'esistenza di Wl simile limando. Dunque la contrapposizione tra la scienza e la religione, tra ragione e fede, considerata da molti come inevitabile dal XVll secolo in poi (periodo in cui, in Occidente, si col­loca la nascita di quella che noi intendiamo come sciell7..3 e che fino a quel momento non era differenziata dalla filosofia) in realtà è inqui­nata da vari pregiudizi e non ha ragione di essere.

Scienza e fede: due modi per cercare la verità Papa Giovanni Paolo Il'' nell'enciclica dedi­cata al rapporto tra scienza e fede, la Pides et m/io (Fede e ragione) del 1999, mmotava che "lajede e la -ragione sono le due ali con le quali lo spi1'ito uma?w si innalza verso la conlern· plazione della vetilà". Dopo le recenti posizio­ni assunte dalla Chiesa (per esempio l'mumis­sione dì aver commesso un errore nella con­dmma di Galileo") non c'è alcun dubbio che Wl contrasto scienza-fede non ha più ragione di essere: è dato per assodato che si tratta di due ambiti diversi, che hanno competen­ze diverse. Riassumendo questo problema in lIna fOffimla potrenmlo dire che "la scienza ci dice il come, la Bibbia invece il perché"; oppu­re che la scienza e la religione sono due map-. pe per orientarsi nella realtà, ma non offrono i medesimi tipi di orientamento. Le scienze offrono stnunenti per "analizzare" e "fare", la religione per "essere", "vivere" e "morire" .

... Galileo Galilei (1564·1642) sostenne il sistema eliocentrico delineato da Copernico. in cui la Terra e I pianeti girano Intorno al Sole, Ipotesi avversala dalla Chiesa perché ritenuta contrana alle Sacre ScritbJre. Processato per eresia e giudicato colpevole nel 1633, fu costret1D ad abiurare. la sua vicenda è COOSIderata lI'l esempio classico del conflitto tra SCieoZa e fede.

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Che cosa significa che il mondo è un mistero?

Qual è la posizione della scienza di fronte al mistero?

e una lettera, abitualmente redatta in latino e intitolata con le prime due parole del lesto, che il Papa rivolge ai vescovi o ai fedeli. LetterAimentt' significa '"lettera circolare" (dal greco enkyk/ws) .

Che cos'hanno in comune religione e scienza?

In che cosa sono diverse?

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se vuoi approfondire

~ Il mistero dell'origine: una tappa difficile : del rapporto scienza-fede ..

Da dove viene l'uomo? Per i credenti la risposta è owia: è Dio che lo ha creato. la fede nella creazione e in un Dio crea­tore sono infatti una base insostituibile del credo ebraico-cristiano. Un'inter­pretazione letterale delle origini della terra, dei viventi e della storia dei pri­mi uomini, così come sono trasmesse dalle narrazioni della Bibbia, farebbero pensare, a prima vista, che l'universo si sia formato in un intervallo di tempo assai ridotto e alla creazione immediata e completa deUe specie dei viventi, s0-

prattutto dell'uomo e della donna. Tut­to questo però fu contraddetto nel XIX secolo da una serie di scoperte scienti­fiche inaugurate da Char1es Darwin", che riguardavano la storia dell'uomo e che dimostravano come l'essere uma­no, nella forma attuale, fosse l'esito di lunghi cambiamenti awenuti in un arco di tempo lunghissimo. A partire dalla fine dell'Ottocento co­minciarono a contrapporsi, soprattut· to in ambiente anglosassone, due po­sizioni note come creIIZIonluno ed ... uzlo....,..,... La prima propende­va per una comprensione letterale del testo biblico, disinteressandosi quasi completamente della valenza dei ri· sultat! scientifici, mentre la seconda assumeva in pieno l'orizzonte storico-

evolutivo offerto dalle scienze naturali, non curandosi di approfondire gli ele­menti di compatibilità suggeriti da una corretta teologia della creazione. In realtà gli insegnamenti biblic i, secondo cui l'uomo sarebbe sta· lo creato da Dio il sesto giorno della creazione, contrariamente a quanto spesso si crede, non sono in con­traddizione con le scoperte della scienza: ciononostante il rapporto tra creazione ed evoluzione ha costituito uno dei maggiori terreni di confronto fra la visione scientifica del mondo e la rivelazione biblica. Difficoltà nel dialogo sono venute sia dalla scienza sia dalla fede religiosa: dalla scienza, nel momento in cui ab­bia avuto la pretesa di rispondere a tutti gli interrogativi che si pongono sulle origini e sul significato dell'uni­verso e dell'uomo; dalla religione, nel momento in cui abbia voluto assume­re un analogo atteggiamento totaliz­zante rispetto alla descrizione delle modalità con cui si è formato l'univer­so e sono comparse le specie viventi. Non si può far dire alla scienza quello che "non può" dire. perché esorbita dalla sfera delle sue conoscenze, né si può far dire alla Bibbia quello che essa ~non vuole" dire, perché non

'" MiChelangelo Buonarroti, La creazione di Adamo (particolare). 1508-1512, VOlta della cappella Sistina, Città del Vaticano.

rientra nel suo messaggio religioso. La vera alternativa non è dunque tra evoluzione e creazione, bensi tra due diverse visioni di un mondo in evo­luzione, l'una dipendente da un Dio trascendente e Creatore, l'altra au­tosufficiente, capace di crearsi e tra­sformarsi da sé. Non siamo dunque di fronte a una contrapposizione fra let­tura scientifica e rivelazione cristiana, ma tra una visione atea e materia­lIata e una visione religiosa di tutta la realtà, aperta al trascendente.

Creazlonl.mo ~ un movimento che ha come obiettivo la difesa dell'attendibilità lellerale del racconto biblico descritto nella Genesi e che si oppone alla teoria dell'evoluzione. Nalo dall'opposizione alle teorie di Danvin, pennane ancora oggi in alcuni strati dell'opinione pubblica. Nelle ultime decadi del XX secolo alcuni Stati degli V.SA. (è quanto accaduto in Kansas) sono stati testimoni di dispute legali fra diversi gruppi sociali a motivo dei programmi e dei libri di testo da utilizzarsi nell'istruzione scolare.

Evoluzlonl.mo Il termine ~evoluzionismo"! tuttora largamelllc utilizzato, non indica la I.eoria dell 'evoluzione in senso stretto, ma quella visione filosofica del mondo che fa dell'intera nalura un grande llrocesso storico in continua mutazione, nel quale non sarebbe possibile riconoscere né la persistema di un soggetto stabile, né l'esistenza di un fine.

&tel ..... o Vedi p. 1:3,

Mlltertan.mo Concezione filosofica che si ronda sul principio che tutto ha una natura materiale, e per la quale l'unica cosa che veramente esiste e può essere oggetto di discorso è la materia.

Trascendente Vedi p. 20.

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L'universo ha un fine? Chi ha creato il cielo e la terra? Dio o una perturbazione del campo gravitazio­nale? Come tutti i misteri che stanno in equilibrio tra fede e ragione, anche in questo caso è impossibile sapere come siano andate precisamente le cose, ma è possibile fornire una spiegazione verosimile del fatto che esista un disegno intelligente all'origine dell'universo. Secondo molti scienziati tutto il creato sembra stato fatto in vista dell'uomo, per permettergli di esistere. Il cosmo e l'esistenza umana in esso presuppongono un progetto, una traccia del­l'esistenza di un'intelligenza ordinatrice. I reperti fossili ci dicono molte cose sulla storia del nostro pianeta: i fossili più antichi sono microrganismi marini, alcuni dei quali risalgono a 3,5 miliardi di anni fa. Le prime piante e i primi organismi multi cellulari sono comparsi solo 3 miliardi di anni dopo. La specie umana è arrivata quando l'universo aveva già 4,5 miliardi di anni. Perché ci è voluto cosi tanto tempo? Rispondono gli scienziati: perché si è trattato di un processo molto complesso e probabilmente unico, perché il nostro universo è una struttura molto improbabile e la vita può svilupparsi solo se emergono determinate condizioni. A questa affermazione, che formula in modo rinnovato il rapporto tra l'essere umano e l'universo, alcuni scienziati hanno dato il nome di uprincipio antropico": in base ad esso possiamo affelTIlare che noi esistiamo e siamo qui a osservare l'universo propria perché esso ha queste particolari caratteristiche, appositamente progettate per consentire l'esistenza di una vita cosciente, un universo cioè che appare perfettamente impostato per la nostra esistenza. Da questa prima affelTIlazione si può passare a una formulazione che vede l'espressione di un disegno finale nella storia dell'universo: tutta l'evoluzione cosmica sarebbe diretta, fin dal suo inizio, proprio verso l'apparizione della vita e della coscienza; e infine dire che ~deve necessariamente svilupparsi una elaborazione intel­ligente dell'informazione nell'universo, e una volta apparsa, questa non si estinguerà mal' che è palesemente un credo religioso.

II> Il fatto che l'universo appaia rego­lato in modo da pennettere la no­stra esistenza, secondo te implica la presenza di un progetto?

II> Se invece l'apparizione della spe­cie umana è casuale non credi che altrettanto casualmente potrebbe sparire?

II> Ritieni probabile l'esistenza di altri mondi?

~ Principio antropico r Antropico deriva dal greco allthropos, uomo.

... Il sistema copemicano: il sole al centro dell'universo. Andrea Cellario, Atlas Coelestis seu Harmonia Macrocosmica, 1661 , Amsterdam.

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rifleHiamo

hai le idee chiare? • Ti poni mai delle domande sul senso della vita? • Perché queste domande esprimono un bisogno spirituale?

• Quali risposte si possono dare?

• Come si comporta rispetto all'esperienza del sacro chi si dichiara ateo?

• Come si passa dal senso religioso alla religione?

• Come si possono classificare le religioni? • Perché è importante studiare e conoscere le diverse religioni?

in biblioteca ABRAHAM JOsHUA HEsCHEL Chi è l 'uomo SE, Milano 1965

Un libro che affronta il problema della totalità della persona, dando alcune de­finizioni di "uomo" e cercando di circoscrivere che cosa significa essere uomo. L'impulso a riflettere sull'umanità deU'uomo nasce dalla coscienza e dalla curio­sità intellettuale e scaturisce daU'inquietudine e dalle domande esistenziali. Che cosa implica essere uomimi? L'umanità dell'uomo è affrontata nella sua totalità. non per uno specifico aspetto. senza le limitazioni alla totalitàdell'individuo che di solito le singole scienze (antropologia. medicina, psicologia ecc.) impongono al problema uomo.

al cinema Ma che c; faccio qui Italia 2006 Regia di Francesco Amato

Alessio ha 18 anni e, a causa di una bocciatura a scuola. i genitori gli negano l'interail organizzato con gli amici. Il ragazzo decide allora di scappare in motorino, ma resterà bloccato sul litorale la· ziale dove troverà lavoro in uno stabilimento balneare. Amori, disavventure e feste in spiaggia ini· ziano Alessio al viaggio della vita, facendogli lasciare alle spalle la fanciullezza e guardare al mon· do adulto. alla ricerca di una propria identità.

The famify man USA 2000 Regia di Brett Ratner

Jack Campbell è un consulente finanziario che fa soldi a paiate e a cui, in apparenza, non manca nulla. Ma un bei giorno si risveglia in un'altra vita. quella che avrebbe avuto se 13 anni prima non avesse deciso di specializzarsi in economia a Londra, lasciando Kate. Vive così come una specie di visione, una seconda vita in cui è sposato a Kate, ha dei figli e poco denaro, scoprendo durezza, ma anche vantaggi e gioie, che avreb· be procurato una scelta diversa, per poi ritrovarsi, con un po' di amaro in bocca, nella prima vita.

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L'uomo ha coscienza di sé.

Si significato dell'esistenza.

Vari tipi di religione • monoteismo • politeismo • monolatria • panteismo

• pagane o rivelate

• della natura o del soprannaturale

È l'unico essere in grado progettare il Muro e

di esprimersi con i simboli.

Il bisogno di dare un senso alla vita costituisce I complesso dei bisogni spirituali.

è un'esigenza religiosa primaria.

Risposte • agnosticismo • ateismo • esperienza del sacro

= senso religioso

Religione: la religiosità. si trasforma in un sistema di credenze e pratiche comuni a tutta una società.

Conoscere le religioni è importante per capire e rispettare, cioè convivere pacificamente.

Capacità progettuale e simbolica consentono la

~fc>rn",;,iionle dell ' insieme di pratiche e conoscenze che definiamo cuttura.

Filosofia e religione:

.~:~~~~~d~o~m~:.ande, diverse vie di

Credenze religiose • c'è una realtà superiore • il sacro può rivelarsi • narrazioni sacre

fiducia nella salvezza

Comportamenti e organizzazioni religiose • luogo sacro • tempo sacro

• rito • sacerdoti

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