l’incontro Auguri di CONERO DENTAL news Buone

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Aut. Trib. Ancona n. 17/06 Reg. periodici Trib. di Ancona - DIRETTORE RESPONSABILE Nicola Di Francesco - DIRETTORE Isidoro Carancini GRAFICA &IMPAGINAZIONE Punto&Virgola di Paola Ponzetti JESI - STAMPA Errebi Grafiche Ripesi FALCONARA M.MA CN/AN1406/2010 valido dal 30/11/2010 l’incontro news 20 dicembre 2012 N° 25 A tutte le famiglie e agli operatori economici S i parla da molto tempo di questa pre- visione scientifica dei Maya (la chia- mano anche “profezia”) e vi sono molte apprensioni e timori al riguardo anche se, assicurano, non succederà nulla. Tut- tavia abbiamo ritenuto doveroso appro- fondire l’argomento – attraverso Inter- net – per fornire, in uno spazio molto contenuto, le informazioni necessarie per capire quanto annunciato dai Maya. Secondo i Maya ci furono cinque Ere cosmiche, corrispondenti ad altrettante civiltà. Le precedenti quattro Ere (dell’Ac- qua, Aria, Fuoco e Terra) sarebbero tutte L’evento annunciato dai Maya deriva dal calendario chiamato del “contolungo”, che aveva caratteristiche simili a quello usato dai nostri Astronomi ed era composto di 365 giorni; iniziava il 13 agosto 3114 e termina il 21 dicembre 2012. dell’umanità sono innumerevoli. Im- manuel Velikvosky, scienziato russo, nel suo libro “Mondi in collisione”, pubblicato nel 1955, presuppone la fine della vita sul pianeta terra. Per le persone che ignorano la fisica, può sembrare eccessivo, ma nell’universo eventi del genere sono all’ordine del giorno. SEGUE A PAG. 2 > periodico del circolo culturale filottrano 21 dicembre 2012: la fine del mondo... L’attuale Età dell’Oro (la quinta), se- condo il calendario Maya, terminerà nel 2012. I Maya erano del tutto sicuri della fine dell’attuale ciclo ed erano altrettan- to convinti che fosse l’ultimo. Quando il mondo avrà completato questo ciclo, di- cevano, finirà fra disastrose inondazioni, terremoti, maremoti ed incendi. La civiltà Maya raggiunse notevo- li traguardi scientifici; per contare gli anni utilizzava stelle e pianeti. Essi di- visero il tempo in un serie di cicli che cominciavano dalla nascita di Venere. Ogni ciclo durava un milione e 872.00 giorni. Il ciclo che ora stiamo vivendo ha avuto inizio il 13 agosto dell’anno 3114 prima di Cristo e finirà il 21 di- cembre 2012 dopo Cristo. Questo calendario, fatto da sacerdoti che erano anche astronomi, filosofi e scienziati, è estremamente preciso tan- to che la previsione dell’eclissi solare dell’11 agosto 1999 si è verificata con appena 33 secondi di ritardo rispetto al tempo previsto dai Maya, previsione fatta intorno al 3000 a.C. Secondo vari ricercatori, i cataclismi che caratterizzarono la fine delle Ere Maya furono causati da una inversione del cam- po magnetico terrestre, dovuto allo spo- stamento dell’asse del pianeta. La terra infatti subirebbe periodicamente una va- riazione dell’inclinazione assiale rispetto al piano dell’ellittica del sistema solare. Ciò provocherebbe scenari apocalittici. Le profezie che riguardano la fine di Isidoro Carancini saldami e leghe non preziose CONERO DENTAL Via Grandi, 9 60131 ANCONA Tel e Fax 071 2861660 www. lincontro filottrano.it Celebrata “Virgo Fidelis” terminate con degli immani sconvol- gimenti ambientali. Alcuni studiosi affermano che la prima civiltà – quel- la distrutta dall’acqua – era Atlantide. Auguri di Buone Feste! A PAG. 6 >

Transcript of l’incontro Auguri di CONERO DENTAL news Buone

Aut. Trib. Ancona n. 17/06 Reg. periodici Trib. di Ancona - Direttore responsabile Nicola Di Francesco - Direttore Isidoro CaranciniGrafica & impaGinazione Punto&Virgola di Paola Ponzetti Jesi - stampa Errebi Grafiche Ripesi falconara m.maCN/AN1406/2010 valido dal 30/11/2010

l’incontronews

20 dicembre 2012 N° 25A tutte le famiglie

e agli operatorieconomici

Si parla da molto tempo di questa pre-visione scientifica dei Maya (la chia-

mano anche “profezia”) e vi sono molte apprensioni e timori al riguardo anche se, assicurano, non succederà nulla. Tut-tavia abbiamo ritenuto doveroso appro-fondire l’argomento – attraverso Inter-net – per fornire, in uno spazio molto contenuto, le informazioni necessarie per capire quanto annunciato dai Maya.

Secondo i Maya ci furono cinque Ere cosmiche, corrispondenti ad altrettante civiltà. Le precedenti quattro Ere (dell’Ac-qua, Aria, Fuoco e Terra) sarebbero tutte L’evento annunciato dai Maya

deriva dal calendario chiamato del “contolungo”, che aveva

caratteristiche simili a quello usato dai nostri Astronomi

ed era composto di 365 giorni; iniziava il 13 agosto 3114 e

termina il 21 dicembre 2012.

dell’umanità sono innumerevoli. Im-manuel Velikvosky, scienziato russo, nel suo libro “Mondi in collisione”, pubblicato nel 1955, presuppone la fine della vita sul pianeta terra. Per le persone che ignorano la fisica, può sembrare eccessivo, ma nell’universo eventi del genere sono all’ordine del giorno.

segue a pag. 2 >

periodico del circolo culturale filottrano

21 dicembre 2012: la fine del mondo...L’attuale Età dell’Oro (la quinta), se-condo il calendario Maya, terminerà nel 2012. I Maya erano del tutto sicuri della fine dell’attuale ciclo ed erano altrettan-to convinti che fosse l’ultimo. Quando il mondo avrà completato questo ciclo, di-cevano, finirà fra disastrose inondazioni, terremoti, maremoti ed incendi.

La civiltà Maya raggiunse notevo-li traguardi scientifici; per contare gli anni utilizzava stelle e pianeti. Essi di-visero il tempo in un serie di cicli che cominciavano dalla nascita di Venere. Ogni ciclo durava un milione e 872.00 giorni. Il ciclo che ora stiamo vivendo ha avuto inizio il 13 agosto dell’anno 3114 prima di Cristo e finirà il 21 di-cembre 2012 dopo Cristo.

Questo calendario, fatto da sacerdoti che erano anche astronomi, filosofi e scienziati, è estremamente preciso tan-to che la previsione dell’eclissi solare dell’11 agosto 1999 si è verificata con appena 33 secondi di ritardo rispetto al tempo previsto dai Maya, previsione fatta intorno al 3000 a.C.

Secondo vari ricercatori, i cataclismi che caratterizzarono la fine delle Ere Maya furono causati da una inversione del cam-po magnetico terrestre, dovuto allo spo-stamento dell’asse del pianeta. La terra infatti subirebbe periodicamente una va-riazione dell’inclinazione assiale rispetto al piano dell’ellittica del sistema solare. Ciò provocherebbe scenari apocalittici.

Le profezie che riguardano la fine

di Isidoro Carancini

saldami e leghenon preziose

CONEROD E N T A L

V i a G r a n d i , 96 0 1 3 1 A N C O N A

T e l e F a x 0 7 1 2 8 6 1 6 6 0w w w . l i n c o n t r o f i l o t t r a n o . i t

Celebrata “Virgo Fidelis”

terminate con degli immani sconvol-gimenti ambientali. Alcuni studiosi affermano che la prima civiltà – quel-la distrutta dall’acqua – era Atlantide.

AuguridiBuoneFeste!

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A G E N D A & M E M O{2} E V E N T I {3}

P erdoni la mia ignoranza,come in confessionale, assolva i peccati.

Ma per questa circostanza,dei pensieri si son rinnovati.

Il Prevosto, Don Roberto, ora compie cinquant’anni, da quando prete fu eletto, sempre pronto e senza affanni.

Alla Messa degli sposi,che arrivavano con ritardo,Lui, con gli orari ben precisi,li aspettava zampettando.

Onoriamo la sua storia, che ha vissuto a Filottrano, lo terremo nella memoria, lo vogliamo al primo piano.

Capo squadra di una fede,di una splendida speranza.Per un Dio che non si vede,che cerchiamo con costanza.

Tanti anni a Filottrano, con l’aiuto del Signore, li ha trascorsi, da sovrano. Tanti auguri, Monsignore.

Giuseppe Piervittori

Tantucci, un uomo costretto da alcuni anni in un sedia a rotelle.

Lui abitava vicino la mia casa. Tra noi era nata una vera amicizia nella bella stagione; stava fuori della sua abita-zione con il suo amato cane, sempre vicino a lui come se lo proteggesse. Alcune macchine che passavano da-vano un colpo di clacson per salutar-lo, chi passava a piedi davanti al suo cancello aveva l’abitudine di fermarsi a scambiare due chiacchiere. Essendo nato a Filottrano, aveva molti amici come ha confermato la Chiesa piena di gente per l’ultimo saluto, un saluto speciale ad una meravigliosa persona. Il 13 novembre 2011 è venuto a man-care Silvio, giorno del suo funerale.

Silvio era emigrato giovanissimo a Torino dove inizialmente faceva il carabiniere, poi l’operaio della Fiat ed infine, per tanti anni, aveva fatto il tassista. Mi raccontava che aveva avu-to modo di portare anche personaggi famosi nel suo taxi.

L’amore per il suo paese nativo e per la piccola proprietà lasciata dal

padre lo aveva riportato a Filottra-no da alcuni anni con le sue adorate donne: la moglie e la figlia. Quan-te chiacchierate facevamo insieme, quando avevo tempo, davanti ad una tazza di caffè con un dolce prepara-to da lui stesso. Il destino purtrop-po non gli è stato amico. Nella sua vita ha superato tanti ostacoli, ma nell’ultimo ne è uscito sconfitto.

Silvio, ti voglio salutare con una frase pronunciata da Don Carlo al tuo funerale: ”Eri tornato per essere cittadino di Filottrano, invece ora sei cittadino del cielo”. Conosco le cose semplici che piacevano a te. In quel mondo dove ti trovi ora, sono sicura che avrai tanti tramonti da ammirare e albe da toccare. Il tuo sguardo sere-no si perderà nell’azzurro degli abissi del tuo adorato mare. Da lassù pro-teggi la tua famiglia ed i tuoi amici. Riposa in pace nel piccolo cimitero del tuo amato paese.

Come eri solito salutarmi...”Ciao, e al prossimo caffè”.

La tua vicina Giulietta Cenci

> segue dalla prima pagina

Inoltre basterebbe un asteroide di grosse dimensioni che colpisse il nostro pianeta per evocare scenari apocalittici. L’assurdo è che tutto ciò sarebbe naturale, quello che non è naturale è credere che sia impossibile.

Al riguardo è degli ultimi anni la di-ramazione ufficiale in tutti i giornali della notizia che esiste un fascia di aste-roidi che si sta avvicinando molto peri-colosamente alla Terra e che, con pro-babilità discutibili, che vanno dal 20% al 75%, una di queste asteroidi potreb-be impattare sulla terra. Tutti pertanto sono allerta per una tale eventualità e gli astronomi inglesi, per ultimi, hanno dichiarato di aver provveduto ad istitui-re una “task force”, con una spesa altis-sima, affinché “nel caso” e “per ipotesi” che un asteroide venisse dall’universo per impattare sulla terra, dei missili sarebbero pronti per distruggerlo. Gli

americani invece, alla NASA, sono in possesso di una “task force” già da di-versi anni.

Gli studi e le previsioni Maya sono oggetto di continua ricerca e le interpre-tazioni sono varie e spesso in evidente contraddizione. Tutto il mondo Maya ci viene trasmesso attraverso incisioni su pietra e su muri e le ricerche sono sem-pre in continua evoluzione ed appro-fondimento. Una recente scoperta, nel corso di uno scavo del sito archeologico di Xultun, nella regione di Peten (Guate-mala), sono state scoperte delle registra-zioni astronomiche risalenti al IX secolo d.C. e non prevedono che il mondo fini-rà quest’anno, infatti alcune annotazio-ni sembrano riferirsi a date lontane nel futuro, ben oltre il 2012. È evidente per-tanto che le previsioni catastrofiche Maya narrano della fine di un ciclo e non della fine del mondo, ma qualche apprensione

resta largamente diffusa su tutta la terra. Sono certo che, alla vigilia di Natale,

riuscirete a leggere questo articolo su quanto da molto tempo sta agitando il mondo e, guardando il Cielo, riuscirete a scorgere una luminosa Cometa che ci annuncia la Nascita di Gesù, che ci ha fatto una grande previsione, la previsio-ne della salvezza. È il mio più cordiale augurio di Buon Natale e Buon Anno.

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Possiamo ormai definire una tradizione la nostra più che decennale festa delle

zucche, promossa e organizzata dall’Asso-ciazione “Quelli di Vicolo Beltrami”. Que-sto evento è il risultato di un’interessante evoluzione che punta a riscoprire e rivalu-tare le nostre tradizioni agricole e quanto di apprezzabile esse ci offrono.

Nata come una della tante feste che celebrano la notte di Halloween, si è evoluta in “La festa delle zucche”, dove il macabro e l’horror sono soltanto alcuni degli ingredienti. Quello della zucca è un tema tipico di tante feste che nella sta-gione autnnale si svolgono nel Nord Ita-

lia, mentre nelle nostre zone si può dire che essa è una festa del tutto singolare ed originale.

Intrattenimenti, sapori e divertimento per grandi e piccini, occasione per festeggia-re la stagione fredda ormai alle porte con molti dei suoi prodotti più caratteristici.

Infatti numerosi ed interessanti sono stati gli assaggi di dolci con marmellate a base di zucca, pizza con crema di zucca, castagne e vin brulé. Inoltre, nella bro-chure della manifestazione, ogni anno, vengono inserite delle ricette particolari

Onoriamo Don RobertoA Silvio...

21 dicembre 2012: la fine del mondo...

Auguri

e accattivanti, che propon-gono la zucca dall’antipa-sto al dolce, fino a potervi realizzare un intero menu a tema.

La zucca è un vero e pro-prio “oggetto trasformi-sta”, poiché con fantasia e abile maestria pittorico-decorativa viene trasfor-mata in simpatici anima-letti, orologi, casette per gli uccellini e diventa an-che supporto per pitture decorative di vario genere.

La zucca è en-trata a far parte inoltre della vita filottranese nelle quattro stagioni dell’anno, grazie alla gara a chi coltiva la zuc-ca più piccola o addirittura a chi riesce a portare in piazza l’esem-plare più grosso o pesante. Anche diversi coltivato-

ri della zona hanno messo a disposizio-ne parte del loro terreno per seminare e coltivare queste preziose zucche, che una volta mature vengono consegnate per usarle nei modi più disparati, dalla cuci-na alle decorazioni.

Portare in piazza questa festa significa portarvi anche un pezzo della nostra tra-dizione contadina, facendo della mani-festazione un simbolo della cultura della terra, della cucina ed anche della cultura goliardica italiana. In una metafora mol-to stringente, potremmo dunque definire la zucca la signora dell’allegria per i suoi colori, dell’abbondanza per le sue forme e dello stare insieme per il pubblico che essa richiama.

Il Presidente dell’Ass. Giovanni Serrani ci tiene a precisare come tutto questo non sia opera soltanto degli organizzatori, ma è il frutto di tante collaborazioni con va-rie Associazioni del territorio, così come con la stessa Amministrazione Comuna-le. Inoltre grande supporto viene offerto da parte di giovani e meno giovani, che

portano avanti tutta la parte manuale: al-lestimenti scenografici, angoli espositivi, addobbi, stands gastronomici, ecc.

Ovviamente, ad arricchire il tutto, ci sono stati spettacoli di danza e giocoleria; la carto-mante Margarete e una richiestissima trucca bimbi, che ha trasformato i più piccoli parte-cipanti in fate, farfalle, folletti, animali.

Non è passata certo inosservata al visi-tatore la presenza di un bravo fumettista, orgoglio filottranese, che per due giorni si prodiga nella decorazione di piccole zuc-che. Stiamo parlando del giovane Stefano Carloni che, presso l’“Angolo delle zuc-che”, ha attirato un gran numero di gio-vani in attesa di una zucca personalizzata.

Il grande apprezzamento di questa manifestazione lo possiamo testare ogni anno vedendo l’affluenza sempre cre-scente di visitatori che, quest’anno, grazie all’autunno ancora mite, hanno affollato le vie del centro cittadino nelle giornate di sabato 20 e domenica 21 ottobre.

La Redazione

Un’invasione di zuccheWeekend di Halloween a Filottrano all’insegna di intrattenimenti,

sapori e divertimento per grandi e piccini

Ho avuto il piacere e l’onore di partecipare alla presentazione in

anteprima della Mostra itinerante di Ivo Batocco, “La rotta della speranza”, presso il museo dell’Emigrante a San Marino, il 20 ottobre u.s.

Alla presenza di molte autorità e qua-lificati invitati il maestro Batocco ci ha presentato questa mostra che è la memo-ria di un’Italia povera e misera della fine dell’800 e l’inizio del 900 allorchè molti cittadini decisero di cercare lavoro e fortu-na nelle Americhe. E fu un vero esodo se si stima che solo nel periodo 1876-1915 partirono circa 14 milioni di cittadini, un dato impressionante se si considera che nel 1900 l’Italia aveva circa 33 milioni di abitanti. La storia dell’emigrazione è la storia della sofferenza e del coraggio che ha coinvolto tanta parte del popolo italiano, che ha toccato in maniera consi-stente anche la nostra Filottrano e pochi di noi non hanno avuto un parente più o meno prossimo che ha varcato il confine con poca misera roba accompagnati dal

Molti avranno sentito parlare di Mar-cello Trappolini e alcuni avranno

avuto l’occasione di parlare con lui du-rante la Festa delle zucche a Filottrano, presente con la sua Vespa Px 125 rossa del 1984, Emma, e le foto del suo viaggio straordinario all’insegna dell’avventura. Il sessantatreenne originario di Filottrano, ma da anni residente a Civitanova, tra feb-braio e maggio 2012 ha infatti percorso 16 mila chilometri tra Perù, Cile e Argentina arrivando fino a Ushuaia, la città più a sud del mondo. Chi ha avuto modo di cono-scerlo sarà certamente rimasto colpito dai suoi racconti; per chi invece è mancato all’appuntamento spero possa trovare in-teressante il resoconto della piacevolissi-ma chiacchierata che ho avuto con lui.

“Come mai il nome Emma?” “Emma è il nome di una delle barche di Garibaldi, l’eroe dei due mondi.”

“Come mai ha scelto di viaggiare in questo modo?” “Il sogno era attraversa-

MARCELLO TRAPPOLINI

P E R S O N E & P E R S O N A G G I{4} C U L T U R A {5}

Avrei partecipato volentieri alla festa del suo com-pleanno, ma ne ho avuto notizia solo dall’ul-

timo numero di “Filottrano Notizie”; desidero per-tanto esprimere a Maria il più cordiale augurio per i suoi ottanta nel ricordo più vivo di ciò che Lei ha rappresentato per me e per Filottrano quando ho strenuamente voluto che la antica tradizione agri-cola fosse validamente rappresentata da questo gruppo, “La Castellana“, in un contesto più ampio come la Festa del Folklore e della Tradizione Marchigiana. Fi-lottrano, allora, era veramente il centro della tradizione agricola regionale anche per la presenza del Museo del Biroccio dell’indimenticato Glauco Luchetti, uomo di grande cultura che sul biroccio marchigiano aveva anche pubblicato un libro. Maria era il fulcro della Castellana, prima ballerina che faceva coppia con Cesare Casarola, ma la sua vivacità era accompagnata dal marito Vittorio Transilvani, dotato di grandi qualità umane che sapeva trasmettere serenità ed allegria. Maria non solo era una eccezionale ballerina, ma una sopraffina cantante di “stornelli a dispetto“ che eseguiva in coppia con il marito Vittorio. I successi della Castellana in Europa sono dovuti alla genuinità tradizionale di questo gruppo, rappresen-tato da vera gente di campagna e il successo alla “Sagra del Mandorlo in fiore“ di Agrigento, 2° dopo i “neri“ del Ghana, sono la conferma del valore internaziona-le di Maria e di Filottrano con la sua Castellana, che qualcuno, non si sa perché ha voluto far morire. Nel ribadire il mio più affettuoso augurio a Maria desidero esprimere la mia più viva soddisfazione nell’ammirare ancora un po’ del nostro “Folklore” in “Quilli sull’Ara“, dove militano alcuni di quelli che, allora più gio-vani, con Maria hanno inziato a ballare il “saltarello”. [Isidoro Carancini]

con 1 foto da scansionare

re l’Argentina in camper con mia moglie, come avevo già fatto anni prima in Euro-pa, fino a Capo Nord, in Turchia… poi l’anno scorso ho pensato di riprendere il progetto. Ora che sono solo però inve-ce del camper ho preferito la mia Vespa perché è più economico. Lo sarebbe stato ancora di più affittarne una là ma sarebbe stato diverso, perché un mezzo tuo è tuo.”

“È un viaggiatore esperto ma imma-gino saranno stati molti i momenti dif-ficili…” “Sì, al passo di Jama, a più di 4000 metri, la frontiera tra Argentina e Cile, mancava l’ossigeno sia a me che a lei (Emma N.d.R.) e ho dovuto spingerla. Poi in Argentina lungo la Ruta 40 dopo quattro giorni di pioggia continua su strada sterrata ho dovuto deviare su una più praticabile lungo l’Atlantico così non sono potuto arrivare al ghiacciaio Perito Moreno come volevo.” Racconta anche della lunga traversata del deserto dove il sole a picco gli ha procurato brutte bru-ciature alle mani e alle ginocchia, le uni-che parti esposte al sole, e delle notti in

cui alle 23 ancora non riusciva a trovare un posto in cui dormire. Ma poi sembra dimenticarsi il tema della domanda o più probabilmente non riesce a reprimere il ricordo delle sensazioni straordinarie che anche i momenti meno piacevoli del viaggio portano con sé: la vista dei piccoli struzzi della Patagonia, i pinguini e i le-oni marini nelle isole di Ballestas (Perù), il paesaggio di Bariloche, San Pedro de Atacama, l’affetto e la curiosità della gen-te che lo fermava per strada incuriosita.

“Non si sente mai solo?” “Là posso contare sull’aiuto di alcuni parenti e ami-ci di diversi moto club locali, comunque, certo, capita ma in queste occasioni non bisogna fermarsi mai, altrimenti…”

Marcello ha poi raccontato del suo nuovo progetto in America Latina, inizia-to proprio nei giorni in cui il giornalino viene messo in stampa, da Antofagasta (Cile) ri-percorrendo la Ruta della muerte, attraversando la Bolivia, il Perù (lago Titi-caca, Cuzco, Machu Picchu, Lima, Iquitos, Piura), l’Ecuador (Guayaquil, Quito), la Colombia (Bogotà, Medellin, Cartagena, Barranquilla) e infine il Venezuela (Mara-caibo, Merida, Valencia, Coro e Caracas).

“Perché un’altra volta in Sud America?” “Perché mi piace molto e fa quasi sempre caldo. Voglio ritornare in alcuni posti già toccati nel precedente viaggio e scoprirne altri. Ad esempio sono già stato a Machu Picchu ma stavolta vorrei provare ad arrivar-ci in Vespa, anche se so che sarà difficile…”

Il 9 dicembre Marcello ha raggiunto la sua Emma, imbarcata circa un mese fa, e ha iniziato questa nuova avventura, con maggiori precauzioni e più esperienza, mi ha detto, per questo ha acquistato solo il biglietto di andata! Non possiamo che augurargli buon viaggio e tanti chilo-metri sereni!.

Marcello ed Emma di nuovo in Americadi Silvia Brunori

MARIA TRANSILVANI ( LOREN-ZINI ) HA COMPIUTO 80 ANNI

Maria Transilvani (Lorenzini) ha compiuto 80 anni

di Silvia Brumoridi Isidoro Carancini

Marcello ed Emmadi nuovo in America

“La rotta della speranza”L’ex filottranese e la sua Vespa di nuovo pronti ad

attraversare 6 Statie 9.000 chilometri

grande livello, riescono a farci rivivere, con sofferenza, i momenti difficili dei nostri padri, le figure sembra che parlino ed esprimano comunque tutta la triste storia del Popolo italiano.

L’emigrazione è una parte molto im-portante della storia del nostro Paese. Il titolo della mostra è una chiara indica-zione per farci comprendere gli aspetti più crudi dell’emigrazione che è una “rotta della speranza”, affrontata con

coraggio e abnegazione per pro-gettare un futuro migliore per se e i propri familiari.

La “rotta della speranza”, con-cepita come una mostra “migran-te”, sarà esposta a Roma, Lussem-burgo, Belgio e Marche per essere chiusa in Assisi nel 2013. Al ma-estro Batocco desidero esprimere, a nome di tutto il Circolo Cultu-rale L’Incontro, tutta la mia am-mirazione ed il plauso più sentito per questa mostra che non è solo l’esposizione di vere opere d’arte, ma la ricostruzione storica di un grande fenomeno sociale che ha toccato la nostra gente.

pianto delle madri e delle mogli e con il cuore pieno di sofferenza nel lasciare la propria terra. Ivo Batocco ha vissuto questa espe-rienza perché anche la sua fami-glia è stata coinvolta nel dolore del distacco dell’emigrazione.

“Le opere in mostra narrano del lungo viaggio della speranza, della mace-rante nostalgia di chi parte ma anche della promessa di una nuova vita. Raccontano dell’an-gosciante povertà e della speranza in un futuro nuovo, di un possibile riscatto sociale e di af-frontare con pochi mez-zi linguistici, culturali ed economici società ben più complesse del mondo spesso arcaico che si lasciava.” Le opere esposte esprimono con chiarez-za la cruda realtà, la povertà de-gli indumenti e degli oggetti che sono fagotti e valigie di cartone, la sofferenza delle madri e delle mogli, la stanchezza che viene

da un lavoro duro, i risparmi inviati a casa; tante immagini che, con un’arte di

La mostra itinerante di Ivo Batocco

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significato della vita di Maria e della Sua missione di Madre e di Corredentrice del genere umano affidatole da Dio, non ha mai avuto una risonanza universale e un culto particolare nella Chiesa. Il merito della diffusione e dell’affermazione del culto alla “Vergine Fedele” è della “Bene-merita e Fedelissima Arma dei Carabinie-ri.” Il 21 novembre 1948 si è celebra la cerimonia di consacrazione dell’Arma dei Carabinieri alla Madonna “Virgo Fidelis”. L’ 8 dicembre 1949 S.S. Pio XII, procla-mava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis“ Patrona dei Carabinieri, fissando la ce-lebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Ma-ria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber.

Domenica 18 novembre ’12 l’Asso-ciazione Nazionale Carabinieri ha

celebrato a Loreto la festa della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma. Sono giunti numerosissimi da tutto il centro Italia e dalle Marche; erano oltre 5000 prove-nienti dall’Emilia Romagna, Umbria, San Marino, Abruzzo e Molise, Lazio, Tosca-na e da molte città delle Marche. I Cara-binieri e le Benemerite si sono radunati a Porta Marina e, preceduti dalla Fanfara del IV Reggimento a cavallo dei Carabi-nieri di Roma hanno formato un lungo corteo che ha attraversato il centro stori-co fino a raggiungere la Basilica sulla cui gradinata le Benemerite hanno dispiega-to un grande tricolore. Quindi il sindaco Nicoletti con i tanti colleghi giunti dalle città vicine, il Generale di Corpo d’Arma-

C R O N A C A & A T T U A L I T À{6} C R O N A C A & A T T U A L I T À {7}

ta, Libero Lo Surdo, Presidente dell’Asso-ciazione Nazionale Carabinieri, l’Ispet-tore regionale Gen. Tito Baldo Honorati, hanno assistito alla S. Messa celebrata da Mons. Tonucci. Il Vescovo di Loreto, nella sua omelia, ha ricordato l’impor-tanza dell’Arma nella vita della Nazione e come i Carabinieri svolgano da sempre il difficile compito di aiutare i cittadini ad essere onesti, sempre pronti per ogni esigenza della società civile. Al termine della cerimonia religiosa, il Vescovo Ha benedetto cavalieri e cavalli del IV Reggi-mento schierati in Piazza della Madonna, di fronte al numerosissimo pubblico che, a conclusione della ricorrenza, ha ascol-tato in silenzio l’inno nazionale.

LA PATRONA DEI CARABINIERI-Il ti-tolo “Virgo Fidelis” che esprime tutto il

“Grillo Parlante”in festa a Filottrano

Celebrata dai Carabinierila “Virgo Fidelis”

“Una storia di straordinaria normalità”

Inaugurata ed aperta la nuova Scuola dell’Infanziache ospita più di cento alunni

di Sabina Tombesi(dirigente scolastica)

Sabato 10 novembre è stata inaugu-rata la Scuola dell’Infanzia “Grillo

parlante” alla presenza delle Autorità cittadine. In realtà, però, hanno fatto gli onori di casa non solo i rappresen-tanti dell’Amministrazione comunale, ma soprattutto le insegnanti, i bambini ed i collaboratori scolastici che fin da

settembre occupano il nuovo edificio. Difatti la struttura, nella quale sono sta-ti riuniti i bambini della Scuola dell’In-fanzia “Alveare” e della Scuola dell’In-fanzia “Pinocchio”, ospita più di cento alunni ed è stata aperta a settembre in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico 2012/13. Contestualmente all’inizio delle attività didattiche l’Ammini-strazione comunale ha portato a termine anche i lavori di ade-guamento funzionale della mensa centraliz-zata, che a partire dal 12 novembre serve i pasti a tutte le scuole del Comune di Filot-trano, fornendo così un servizio di prima-ria importanza per tutta la comunità. Di conseguenza si è deciso di posticipare l’inaugurazione della struttura scolasti-ca al momento in cui fosse in funzione anche la cucina centralizzata.

Per l’occasione, dopo il consueto taglio del nastro ed il saluto delle Au-torità, i bambini, che sono stati i veri protagonisti del festoso evento, hanno accolto i molti partecipanti con canti e balli ed hanno allietato gli astanti con la loro spontaneità e l’allegria contagio-sa che li contraddistingue. La loro gio-

L’iNAuGurAzioNe di queStA SCuoLA mAterNA rAppre-SeNtA uN trAGuArdo moLto importANte per L’AmmiNi-StrAzioNe ComuNALe e per tuttA LA Città. dopo tANte diffiCoLtà e poLemiChe, Ciò Che CoNtA È iL riSuLtAto fi-NALe rAppreSeNtAto dA uNA StrutturA moderNA CoN Ampi SpAzi ed uNA orGANiz-zAzioNe iNterNA di ottimA quALità. LA SoddiSfAzioNe deLLA Città È StAtA eSpreSSA dA uNA GrANde pArteCipA-zioNe dei CittAdiNi.

Lo scultore Giuliano Leonardi rappresentò la Vergine

in atteggiamento raccolto mentre, alla luce della lam-

pada, legge in un libro le parole profetiche dell’Apoca-

lisse “Sii fedele sino alla morte“ (Apoc.2,10). La scelta

della Madonna “Virgo Fidelis” come celeste Patrona

dell’Arma, è ispirata alla fedeltà che propria di ogni

soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma

dei Carabinieri che ha per motto: “Nei secoli fedele“.

Desiderio, passione, amore e dolore ecco come si presenta a Palazzo Accorretti Una storia di straordinaria normalità, pri-

mo romanzo della giovane filottranese Eleonora Santoni.Venerdì 30 novembre in una delle stanze più belle del nostro

comune l’associazione culturale Don Milani ha dato spazio ad una serata diversa dai soliti canoni. Non si parla di filottranesi che hanno fatto la storia, ma si parla di una storia, una storia d’amore, una che può essere di chiunque, una storia di amanti vissuta all’ombra in un qualsiasi luogo, in un qualsiasi tempo. Una storia di amore imperfetto che vali-ca la quotidianità per raggiungere l’intimità. Un breve romanzo che tenta di sviluppare la fantasia dei propri lettori. Tutto questo è il romanzo edi-to da Caosfera.

La serata è stato un dialogo tra la protagoni-sta, Eleonora Santoni e i suoi due presentatori Juri Barboni e Paola Locatelli; il primo introdu-ce l’autrice e la seconda ha delineato un tratto più analitico del libro e di ciò che emerge da questo piccolo romanzo, il tutto ravvivato dal-

iosa e coinvolgente presenza ha fatto comprendere a tutti gli adulti presenti che ciascuno in questa collettività è re-sponsabile della crescita e della forma-zione dei più piccoli e che, al di là delle polemiche e delle critiche sterili, solo con un’unità di intenti si può costruire un clima positivo e propositivo in cui

tutti collaborino. Costruire una nuova struttura scolastica, del resto, significa proprio investire sul futuro delle nuove generazioni ed offrire loro una oppor-tunità di crescita sociale e culturale in un ambiente gradevole ed accogliente. La speranza nel futuro è doverosa per una comunità che ha a cuore i suoi fi-gli, si augura il meglio per loro e propo-ne loro un modello di comportamento solidale e benevolo.

la voce di Valentina Zitti che ha interpretato alcuni brani scelti.Qual è il vero amore? Cosa spinge due persone ad aversi, a cer-

carsi? Dove si cela il limite tra la felicità e l’illusione di un appaga-mento? Ed il dolore prodotto dalla vita, cosa comporta nel rapporto con l’altro? Sembra tutto facile quando un rapporto è spinto dal

sesso,quando si nega la possibilità di vivere pie-namente i propri sentimenti, quando ci si impo-ne di non amare...tutto troppo semplice o trop-po pericoloso? Ecco gli interrogativi di una serata sui quali con una buona verve si è ragionato.

La platea, composta da circa 60 persone, tra cui il sindaco Francesco Coppari, ascolta e inter-viene a fine serata per scoprire cosa si cela dietro a poche pagine così intense. Una serata diversa che cavalca l’onda di un nuovo fermento, quello dello scrivere con la speranza che spinga, a sua volta, con la sua forza quello del leggere. Ecco cos’è Una Storia di Straordinaria Normalità, la sto-ria di chiunque rappresentata in questo libro, leggerlo farò in modo che diventi anche la vo-stra, come ha scritto qualcuno.

Il paese di Filottrano è circondato da colline. Camminare per questo bor-

go medievale è veramente suggestivo. Guido Lamberti, cantante conosciuto tra gli anni sessanta e settanta con il nome d’arte di Ugolino, ha un rappor-to speciale con questo paese. Nel 1976 infatti ricevette dal comune di Filottra-no il Premio Speciale per la Poesia in occasione della seconda Festa del Folk-lore e della Tradizione Marchigiana. Ma c’è qualcosa di più importante che lega Lamberti a Filottrano, come la gran-de amicizia con Franco Carancini, un “fratello” con cui ha condiviso la vita romana. E proprio una sera a Campo dei Fiori che prende vita un progetto te-atrale dal nome Pinocchiaccio. Parlia-mo degli anni settanta. Purtroppo per una serie di motivi il progetto rimase nel cassetto nonostante l’approvazione dei fratelli Zard.

Questo fino a quando la Compagnia teatrale ligure Gli Amici Di Jachy non decide di mettere in scena l’opera di Lamberti, composta con il musicista Pino Cappelletti, ottenendo un discre-to successo con serate nei teatri di Ge-nova e Aosta. Ma Guido Lamberti non

Una serata di antichi legami e coinvolgente musica quella di sabato 27 ottobre al Teatro Torquis di Filot-

trano. “Pinocchiaccio”, l’opera “quasi” rock di Guido Lam-berti (con le musiche di Giuseppe Cappelletti) andata in scena davanti ad un attento pubblico che occupava gran parte di platea e gradinate, ha portato l’atmosfera di fine

anni ’60 (periodo in cui è stata ideata) riversata e contaminata su una visione illuminante del mondo attuale, dove si rincorro-no e si contraddicono sentimen-ti e valori. La favola di Pinocchio diventa la chiave disincantata e un po’ pessimista con cui i per-sonaggi aprono visioni di mondi ideali e (ahinoi) reali, facendoli incontrare e scontrare.

Il personaggio principale esce dalla favola per ritrovarsi spae-sato in un mondo reale e cinico, fino al punto di voler ritornare sui suoi passi. Un viaggio spi-rituale tra frammenti di video e spezzoni di cronaca storica e contemporanea, che si amalga-

mano in una visione disincantata che lascia allo spettatore il gusto e l’onere di interpretare il corso dello spettacolo, in un tumulto di contraddittorie sensazioni.

L’autore Guido Lamberti, sul palco all’inizio e alla fine dello spettacolo, ha sottolineato (insieme ad Isidoro Ca-rancini del Circolo Culturale L’Incontro di Filottrano che

Lo scorso 27 Ottobre, gli alunni delle classi Seconde e Terze del-la Scuola Secondaria dell’Istituto Comprensivo di Filottrano si

sono recati al Teatro Torquis per assistere al musical “Pinocchiaccio” opera di Guido Lamberti, d’intesa con l’ATAMAS teatro di Aosta.

I ragazzi della Scuola Media si sono trovati di fronte ad un Pinocchio diventato grande, maturo e più responsabile; un Pi-nocchio uscito dalla fiaba classica e approdato in una realtà cinica, avida e falsa, in cui poco spazio è concesso ai sogni individuali, ai valori sociali, al vivere etico.

Attraverso il viaggio nostalgico del burattino smarritosi in un mondo che non gli appartiene, gli alunni hanno avuto l’occa-sione di riflettere su grandi temi d’attualità come il sentimen-to d’inquietudine che caratterizza il nostro tempo, il senso di solitudine e di isolamento in cui molto spesso si trovano a vivere giovani, adulti e anziani, l’assenza di dialogo tra queste generazioni rese sterili dalla povertà dei legami sentimentali e

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Pinocchiaccio, opera (quasi) rock a FilottranoSUCCESSO DEL MUSICAL A FILOTTRANO

Serata tra musica eantichi legami con il territorio

di Paola Ponzetti

di Jacopo Aloisi

ha presentato lo spettacolo) il forte legame ancora vivo che lo lega da decenni al nostro territorio: nel ’76 ottenne infat-ti dal Comune di Filottrano (sindaco Isidoro Carancini) il “Premio speciale per la poesia”. Allora era conosciutissimo (tra gli anni ’60 e ’70) con il nome di Ugolino proponendo canzoni e musiche apparentemente strampalate ma di forte denuncia sociale per l’epoca.

Ma ciò che lo ha ripor-tato su quel palcoscenico del “Torquis” è anche e so-prattutto una indissolubi-le amicizia nella memoria dell’amico Franco con cui aveva ideato proprio “Pi-nocchiaccio” ed a cui ha voluto dedicare dei pensieri che concludono: “Per questo ad ottobre verrò nella tua Fi-lottrano, voglio mostrartene intatti alcuni momenti. Ne parleremo girando un po’ come allora, così tra fratelli insieme alle nostre famiglie, perché il tuo sorriso per noi ha il sapore di gioia”.

“Perché amici si nasce – con-clude – poi ci si incontra...”.

sociali in cui spesso sono costretti a vivere.In questo scenario, carico di suggestioni e amare con-

siderazioni sul tempo moderno, l’unica nota “stonata” è proprio “Pinocchiaccio” che, con la sua genuinità e pu-rezza dei suoi sentimenti, invita tutti, adulti e piccini, a sognare ancora, a non arrendersi, a cercare di migliorare quel che si può del nostro tempo, perché è grazie al sogno, alla fantasia, alle illusioni che ognuno di noi può far ritor-no al mondo della purezza, a quell’età di innocenza che ci permette di sperare in un domani migliore.

Un caloroso ringraziamento, dunque, all’associazione cul-turale l’Incontro e alla Compagnia Teatrale, sensibili, come l’Istituzione Scolastica, all’impegno morale e alla riflessione sociale che permette di educare ed indirizzare verso scelte più consapevoli i nostri ragazzi, adulti di un domani migliore.

Le Insegnanti della Scuola Secondaria

poteva scordarsi del suo fratello filot-tranese, purtroppo scomparso, e della promessa che gli aveva fatto:

“Per questo a ottobre verrò nella tua Filottrano, voglio mostrartene infatti alcuni momenti. Ne parleremo girando un po’ come allora, così tra fratelli in-sieme alle nostre famiglie, perché il tuo sorriso per noi ha il sapore di gioia”.

Ed eccoci qui al Teatro Torquis di Fi-lottrano dove sta per andare in scena Pinocchiaccio – Opera Quasi Rock. Sotto la direzione del regi-sta Paolo Pignero gli attori della compagnia Gli Amici Di Jachy danno vita a un’opera musica-le dove la recitazione si unisce a quell’atmosfera tipica del ’68 fatta di rock e manifestazioni. Una narrazione attuale fatta di momenti reali e fiabeschi. Un Pinocchio adulto, disgusta-to dalla realtà di tutti i giorni, che intraprende il suo viaggio immaginario verso il sogno di tornare ad essere un burattino di legno. In questo peregrinare incontra persone normali che la sua immaginazione scambia per i classici personaggi della

fiaba di Collodi. L’opera racchiude in sé una grande morale velata da questo continuo chiedersi se le vicende narrate si riferiscono al classico Pinocchio del-la fiaba o a un uomo che trasforma la realtà con l’immaginazione.

Lo spettacolo si chiude con gli ap-plausi delle persone accorse allo spet-tacolo (tra cui Dori Zard e Marcello Faneschi), ma soprattutto nel ricordo commovente del “fratello” Franco…

LA PARTECIPAZIONE DELLA SCUOLA AL “PINOCCHIACCIO”

La Compagnia con il regista Paolo Pignero

C R O N A C A & A T T U A L I T À {11}E V E N T I F L A S H{10}

MICHELE SCARPONI FESTEGGIATODAL NOSTRO CIRCOLOLa sera del 14 dicembre ’12 il circolo L’Incontro ha festeggiato, con la cena dei soci riuniti per gli

auguri di Natale, Michele Scarponi. La presenza del nostro campione di ciclismo ha arricchito la serata di grande significato sportivo. Il ciclismo a Filottrano ha avuto sempre molta importanza – come ricordava il Presidente Carancini – Stacchiotti, Montesi, Lancioni, Casarola, Storani sono i nomi più noti di una passione sportiva molto antica della nostra cittadina, ma Michele è riuscito ad esaltare questo sport fino ai livelli più alti e il suo nome resterà per sempre nella storia del Ciclismo per aver vinto un Giro d’Italia. Ma Michele, nella piena maturità atletica, non vuole mol-lare e ci auguriamo che il prossimo Giro d’Italia possa rappresentare la conferma delle sue grandi capacità atletiche e della sua forte personalità. Nella serata a lui dedicata, Michele ha ricevuto la tessera di “socio onoraraio“ del Circolo, dove campeggerà un quadro con la sua figura vincente in bicicletta. Ad onorare il nostro campione è intervenuta anche una rappresentanza di “Quilli sull’Ara“ che hanno allietato la serata con i balli e i canti della nostra più genuina tradizione.

Reportage, gialli ambientati nelle Marche, musica dal vivo, il buon cibo raccontato come una storia, romanzi di pura invenzione, letture d’autore sono alcuni degli elementi

degli “Aperitivi d’autore”, che si tengono al Circolo L’Incontro fino a maggio, l’ultima do-menica del mese. Ha inaugurato gli incontri Lerry Arabia con il suo libro dedicato a Ivan Graziani, “Viaggi e intemperie” edito da Minerva. L’autore ha raccontato la parabola musi-cale e esistenziale del cantautore abruzzese accompagnato dalla Gang dei fratelli Severini, in versione quasi unplugged. L’appuntamento diventa una sorta di festa comandata, una festa culturale dove si avvicenderanno autori soprattutto marchigiani come Umberto Pier-santi e il ’68 di “Cupo tempo gentile”, stampato da Marcos y Marcos, come Cesarina Tril-lini, giornalista filottranese ormai trapiantata a Roma, che racconterà di un suo viaggio in Iran lungo settemila kilometri, percorsi per lo più su autobus e treni, insieme alla collega Barbara Nepitelli. Un resoconto contenuto in “Le rose e il chador”, edito da “Fasi di luna”, nella collana dedicata alle scienze sociali. Il format degli incontri con l’autore segue lo schema classico del talk-show, con ospiti musicali a sorpresa e letture teatrali di brani dei volumi presentati: l’attore e regista maceratese Rodolfo Craia ha promesso la sua presenza.

Antonio Prenna

LE TANTE ATTIVITà DEL CIRCOLOCorSo di fotoGrAfiA, tutti i martedì ore 21: il corso è tenuto da Lorenzo Fabbri, Luca Carbonari e Michele Gobbi, l’ini-ziativa terminerà a gennaio.

StoriA deLLA muSiCA AttrAverSo iL CiNemA, proiezione film musicali, tutti i giovedì alle ore 21.30.

CorSo di reGiA e moNtAGGi video, a gennaio partirà questa iniziativa in stretto collegamento tra fotografia e film.

CoNCerti Live, tutti i sabati ore 21.30.

Aperitivo d’Autore a cura di Antonio Prenna, ul-tima domenica di ogni mese:• 30 dicembre 2012 - AAVV - MARCHE NOIR - ITALIC• 27 gennaio 2013 – ADRIAN BRAVI - IL RIPORTO -

NOTTETEMPO• 24 febbraio 2013 - CESARINA TRILLINI - LE ROSE E

IL CHADOR - FASI DI LUNA• 31 marzo 2013 - UMBERTO PIERSANTI - CUPO

TEMPO GENTILE – MARCOS Y MARCOS• 28 aprile 2013 - MICHELE MARZIANI - NEL PAESE

DEI GHIOTTONI - GUIDO TOMMASI EDITORE• 26 maggio 2013 - da definire

1) HA ABOLITO IL 100% DEL-LE AUTO BLU E LE HA MESSE

ALL’ASTAIl ricavato va al fondo welfare da

distribuire alle Regioni con il più alto numero di centri urbani con le peri-ferie dissestate. Ha fatto inviare un documento di dodici righe a tutti gli Enti statali dipendenti dall’ammini-strazione centrale in cui comunicava l’abolizione delle “vetture aziendali” sfidando e insultando provocatoria-mente gli alti funzionari, con frasi del tipo “un dirigente che guadagna 650.000 euro all’anno, se non può permettersi il lusso di acquistare una bella vettura con il proprio guadagno meritato, vuol dire che è troppo ava-ro o stupido, oppure è disonesto. La nazione non ha bisogno di nessuna di queste tre figure”. Via pertanto le Peugeot e le Citroën, con un rispar-mio di 345 milioni di euro, spostati per creare subito (15 agosto 2012) 175 Istituti di ricerca scientifica avan-zata ad alta tecnologia assumendo 2.560 giovani scienziati disoccupati “per aumentare la competività e la produttività della Nazione“.

2) HA ABOLITO IL CONCETTO DI SCUDO FISCALE DEFINITO SO-CIALMENTE IMMORALE e ha ema-nato un urgente decreto presidenzia-le stabilendo un’aliquota del 75% di tassazione per tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro l’anno. Con quei soldi, sen-za intaccare il bilancio di un euro, ha deciso di assumere 59.870 laureati

fondo garanzia welfare che attribu-isce a “donne mamme singole”, in condizioni finanziarie disagiate, uno stipendio garantito mensile per la du-rata di cinque anni, finchè il bambino non va alle scuole elementari, e per tre anni se il bambino è più grande.

6) HA VARATO UN PROVVEDI-MENTO MOLTO COMPLESSO NEL QUALE SI OFFRE ALLE BANCHE UNA SCELTA: Chi offre crediti agevo-lati ad aziende che producono merci francesi, riceve agevolazioni fiscali, chi offre strumenti finanziari paga una tassa supplementare-prendere o lasciare.”

riSuLtAto? Lo SpreAd CoN i BuNd tedeSChi e’ SCeSo, Come per mAGiA-L’iNfLAzioNe NoN e’ SALitA- LA CompetivitA’ e LA produttivitA’ NAzioNALe e’ Au-meNtAtA NeL meSe di GiuGNo, per LA primA voLtA dA tre ANNi A queStA pArte-

hoLLANde e’ forSe uN GeNio deLL’eCoNomiA’? o i NoStri poLitiCi SoNo deGLi iNCApACi?

NeLLA poLitiCA itALiANA deL riGore AttuALe, GuidAtA dA uN teCNiCo di GArNde LiveLLo Come moNti, tutti GLi SpreChi e priviLeGi SoNo rimASti iN-toCCABiLi. perChe’? LA GrANde mAGGiorANzA Che AppoGGiA moNti quALi CoNdizioNAmeN-ti hA CreAto AL GoverNo ?

Come ANdremo ALLe proSSi-me eLezioNi? A Chi potremo dAre LA NoStrA fiduCiA ?

disoccupati, di cui 6.900 dal 1° luglio 2012, altri 12.500 dal 1° settembre come insegnanti nella pubblica istru-zione.

3) HA SOTTRATTO ALLA CHIESA SOVVENZIONI STATALI PER IL VALO-RE DI 2,3 MILIARDI DI EURO-che fi-nanziavano licei privati esclusivi- Con quei soldi ha varato un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole elementari avviando un piano di rilancio degli investimenti nelle in-frastrutture nazionali.

3) HA ISTITUITO IL “BONUS CUL-TURA” PRESIDENZIALE- Dispositivo che consente di pagare tasse zero a chiunque si costituisca come coopera-tiva e apra una libreria indipendente assumendo almeno due laureati disoc-cupati iscritti nella lista disoccupati o cassintegrati, in modo da far risparmia-re soldi alla spesa pubblica e dare un minimo di contributo all’occupazione.

4) HA ABOLITO TUTTI I SUSSIDI GOVERNATIVI A RIVISTE, RIVISTU-COLE, FONDAZIONI E CASE EDITRI-CI- Comitati di “imprenditori statali” finanzieranno- con quei soldi- aziende culturali sulla base di presentazione di piani business legati a strategie di mer-cato avanzate.

5) HA DECURTATO DEL 25% LO STIPENDIO DI TUTTI I FUNZIONARI GOVERNATIVI, DEL 32% DI TUTTI I PARLAMENTARI E DEL 40% DI TUT-TI GLI ALTI DIRIGENTI STATALI CHE GUADAGNANO PIU’ DI 800 MILA EURO L’ANNO-Con quella cifra (circa 4 miliardi di euro) viene istituito un

I primi 56 giorni diGoverno in Francia

Questi sono i provvedimenti presi dal Presidente franceseHollande; abbiamo ritenuto doveroso darne conoscenza

ai cittadini in un momento tanto difficile

APERITIVO D’AUTORE AL CIRCOLO L’INCONTRO

CIRCOLO CULTURALE L’INCONTROCorso del Popolo, 22 - Filottranowww.lincontrofilottrano.it - email: [email protected] 329 9012362 - Jerry 348 5482879

La sede del Circolo dispone di tutti gli impian-ti necessari per conferenze, incontri, dibatti-ti ed è disponibile gratuitamente anche per compleanni, feste di famiglia, associazioni.

Scrivi! Pubblicheremo quanto ci invierai!

Sabato 13 ottobre, in una tiepida mattina di sole, la famiglia di Um-

berto Focante, circondata da amici, pa-renti, autorità civili e militari, ha dato l’estremo saluto alla salma del proprio congiunto riportata in Italia dal cimite-ro militare di Amburgo.

A lui e ad altri sei nostri concittadini deceduti e dispersi in Germania il no-stro giornalino aveva dedicato la prima pagina del n.22 del 30 marzo 2012.

Umberto, come tanti ragazzi del suo tempo, ha vissuto gran parte della gio-ventù nell’esercito, prima come milita-re di leva dal 1931 al 1932, poi trasfe-rito nel Regio Corpo Truppe Coloniali della Somalia e inviato a Mogadiscio con la Divisione di Artiglieria.

Ritornato dalla Somalia, rientrò in famiglia,ma nel 1940, quando l’Italia en-trò in guerra, venne richiamato alle armi e inviato in Albania. Il 13 ottobre 1943, dopo l’armistizio, venne fatto prigionie-ro dai Tedeschi e portato in un campo di concentramento in Germania, dove tra stenti, fame e freddo si ammalò di bron-copolmonite e morì il 23 gennaio 1944.

Umberto lasciava il figlio maggiore Giuseppe di appena 3 anni e la moglie Ida in attesa del figlio Guerrino che

M E M O R I E{12}

il padre ha visto soltanto una volta, quando aveva circa diciotto mesi, du-rante una breve licenza...

La famiglia venne a conoscenza della sua morte soltanto alla fine della guer-ra, ma non venne mai informata sul luogo di sepoltura.

Il figlio Guerrino, pur avendo cono-sciuto suo padre soltanto attraverso il racconto dei familiari, ha sempre for-temente desiderato ritrovarne la salma per avere almeno una tomba sulla qua-le portare un fiore, dire una preghiera. Appena venuto a conoscenza del ritro-vamento dei dispersi da parte di Rober-to Zamboni, ha avviato con impegno e tenacia le pratiche per il rimpatrio dei resti mortali, riportati a Filottrano lo scorso 26 settembre.

Alla cerimonia funebre hanno parte-cipato l’Ass.Combattenti e Reduci-- se-zione di Filottrano, l’ANPDI di Ancona, il Presidente Regionale dell’Ass.Naz.Bersaglieri-sezione di Jesi, tutti con la-bari e bandiere, l’Esercito con due arti-glieri e il Maggiore Rocchetti del Comi-tato Militare delle Marche.

Erano inoltre presenti il Sindaco di Filottrano Francesco Coppari con alcu-ni consiglieri comunali, la Protezione civile, i Carabinieri in congedo e tan-ti cittadini filottranesi oltre ai parenti

Dimenticati di StatoIl ritorno di Umberto Focante

provenienti anche dai paesi vicini.La messa funebre celebrata dal parro-

co Don Carlo Carbonetti è stata seguita con commozione dai numerosi presen-ti che al termine della funzione si sono stretti attorno ai familiari, in particola-re a Guerrino congratulandosi con lui per aver tanto desiderato e portato a temine il “ritorno” di suo padre.

A chi si complimenta con lui Guerri-no risponde con semplicità:- Mio padre non è morto solo per la nostra famiglia, ma per tutti, per la nostra libertà, per i nostri figli, quindi ho sentito il dovere di riportarlo al suo paese per onorarne la memoria con una degna sepoltura.

di Gabriella Focante

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Nel 1950 a Roma c’era l’Anno Santo e nella cucina della nostra casa colonica di Bartoluccio, dopo cena si parlava

spesso del grande evento che tutti avremmo voluto vedere per una volta nella vita. Ma in famiglia eravamo in tanti ed i soldi erano pochi, per cui alla fine nessuno poté andare a vedere il Papa ed il Giubileo.

Avevo 11 anni ed ero stato promosso in quinta elementare e pure all’esame di ammissione alla prima media, per cui spen-sierato e felice scorrazzavo per campi e boschi con gli amici d’infanzia Monà, Doà, Nello e Peppe il grosso.

A fine giugno, dopo San Pietro e Paolo, terminata la mietitura,i cavalletti di covoni di grano allineati al centro dei filoni faceva-no bella mostra in attesa d’essere radunati sull’aia per la trebbia-tura, che noi bambini attendevamo con ansia frenetica.

In un pomeriggio di grande calura il cielo si oscurò improv-visamente quasi fosse notte, con lampi e tuoni che sembravano cannonate ed in pochi minuti s’abbatté sulle campagne a sud di Filottrano la più violenta e disastrosa grandinata che i vec-chi ricordassero a memoria d’uomo. C’eravamo rinchiusi tutti in casa e la nonna aveva iniziato a recitare il rosario, mentre suonavano a tocchi sinistri le campane di tutte le chiese del paese, per rompere le nubi incombenti. Chicchi di grandine grandi come uova di gallina s’abbattevano violentemente con-tro le traballanti imposte delle finestre, fino a sfondarle e cadere all’interno, con nostra grande paura. Circa mezz’ora infuriò la tempesta e fu un vero disastro. Andarono completamente di-strutti i raccolti di granoturco, uva, olive e verdura di stagione. S’era salvato parzialmente il grano, pesantemente martellato nel campo. Senza polenta, olio e vino, si prospettava un inver-no durissimo per noi contadini.

Passato l’uragano, corsi a vedere il nido di verdoni che avevo scovato sul vecchio olmo dell’orto e che conteneva cinque uc-cellini implumi. Lo trovai distrutto. solo uno dei piccoli s’era salvato e pigolava, bagnato a tremante, tra gli arbusti recisi dei pomodori. Non v’era traccia dei genitori, probabilmente uccisi dalla grandinata che aveva letteralmente sfrondato l’albero.

Portai a casa il superstite, lo asciugai, l’avvolsi in un panno di lana e lo depositai in una rustica gabbietta che io stesso ave-vo fabbricato, non potendo certo permettermi la bella gabbia grande e luminosa come quella che aveva in casa il mio amico Lucio, cui avevo regalato un cardellino pazientemente allevato.

L’uccellino piava insistentemente “cirì” spalancando il bec-cuccio in cerca di cibo, che faceva tenerezza a vedersi. Ero esper-to in materia e senza por tempo in mezzo approntai un piccolo impasto di farina di mais e semi di rapa e con uno stecchino incominciai a depositarlo nella gola famelica. Ripetevo l’opera-zione ogni due o tre ore, alzandomi talvolta anche di notte nel timore che il passerotto morisse di fame.

Lo chiamai subito Cirì, come il suono petulante che emana-va quand’era affamato. Mangiava di tutto con grande voracità ed allorché era sazio chiudeva gli occhi e reclinava il capo sul gozzo gonfio, quasi in posizione di sonno. Acquistò ben presto un bel piumaggio verde brillante,con sfumature dorate al petto ed alle ali,che sbatteva cinguettando felice. Dopo una settima-na spiccò il primo volo dalla mia mano alla gabbietta aperta e qualche giorno dopo venne a beccare direttamente il cibo che gli porgevo, posandosi poi sulla mia spalla. Lo portavo con me

Le sue opere più note sono:- “Documenti storici intorno all’origine del-

la città di Filottrano”, Foligno 1874.- “Memorie di Tornazzano, di Storaco e degli

altri castelli filottranesi, Foligno 1875.- “Memorie istorico-critiche sopra Veragra,

colonia romana che sorge nel territorio di Filottrano e Montefano, Osimo 1881.

Il Bianchi è uno scrittore dell’800, cui va il merito, sulle orme di Silvestro Rondìni, che ricorderemo prossimamente, di avere por-tato alla luce il passato remoto della nostra città. Dai suoi scritti hanno poi attinto sia il Natalucci con la sua opera “Filottrano nella storia”, sia il nostro Mario Filippi con le sue tante monografie su storie, personaggi e luo-ghi di Filottrano, sia il sottoscritto con il suo recente saggio di toponomastica “Filottrano, le contrade raccontano”.

Del Bianchi mi ha particolarmente colpito l’incipit di un suo libro, che, nel linguaggio proprio dell’800, dice così:

“Nella ricerca delle origini delle umane cose, raro è che si possa pervenire alla co-gnizione di esse per diretta via; poiché tutto quaggiù corre dietro al tempo senza lasciare traccia di sé, non altrimenti che pietra gittata in mare cala sul fondo non lasciando vesti-gia della sua via: e questo avviene non solo delle cose, ma sì anche degli uomini, onde

nelle scorribande sui campi, facendolo volare e richiamandolo al ritorno con il semplice ordine “cirì”, cui lui rispondeva allo stesso modo, frullando sulla mia mano tesa. Mostravo orgo-gliosamente il verdone ai miei amici, che non si capacitavano del simpatico rapporto che s’era instaurato tra noi, rifuggendo la loro compagnia.

Ormai si procurava da solo il cibo abbondante nella campa-gna, ma la sera tornava a dormire nella gabbietta appesa ad un ramo del gelso secolare vicino al pozzo. Mi meravigliavo e gioi-vo di tanto affetto che la bestiola aveva per me e mi domandavo se un giorno o l’altro se ne sarebbe andato per sempre, magari a fare un nido con la sua compagna nel vecchio olmo in cui era nato; cosi é la vita, anche per gli uccelli.

Ma in quel luogo ameno e felice viveva anche una gatta bian-ca e nera, come la mia amata Juventus di Sivori a Boniperti. Era una bestia selvatica, magra, spelacchiata e sempre affamata, capitata chissà come a casa nostra, che nonna Angelina aveva adottato poiché diceva, era molto intelligente, le faceva compa-gnia e la capiva molto più di qualcuno di noi. La nonna sedeva tutto il santo giorno all’ombra dall’enorme gelso a la gatta, ac-covacciata ai suoi piedi, le faceva le fusa, soffiando ferocemente e mostrando gli artigli quand’io mi avvicinavo col mio amico Cirì, che lei traguardava golosamente. L’uccellino però volava alto e la gabbia era a circa due metri da terra.

Nondimeno, una domenica mattina che la nonna non s’ara ancora alzata ed io ero in cucina a fare i compiti sotto stret-ta sorveglianza della mamma, udii un trambusto proveniente dall’aia, seguito dallo strido disperato di Cirì. Balzai fuori ap-pena in tempo di vedere la gabbietta dondolare nel vuoto e la gatta che scappava con il mio amico in bocca. Cacciai un feroce urlo di rabbia e di dolore, inseguendo vanamente la predatrice nel vicino campo di granturco distrutto dalla grandine. Mi get-tai a terra tra gli arbusti desolati e piansi calde lacrime, maledi-cendo quella bestia ingrata, giurando a me stesso che l’avrebbe pagata cara. Covai nel mio cuore un rancore profondo per la gatta, che mai avevo provato in vita mia e che niente a nessuno avrebbe potuto lenire.

Due giorni dopo, nel caldo primo pomeriggio, mentre tut-ti erano in casa per la siesta,dalla finestra della mia cameretta vidi la gatta placidamente sdraiata all’ombra dal pagliaio. Scesi dabbasso, uscii dal retro e presi la lunga pertica di frassino che mio padre usava per tramortire i conigli che vagavano liberi nella cinta del cortile. Aggirai cautamente il pagliaio per portar-mi a tergo dal felino e quando fui a tiro le sferrai un violento colpo che le spezzò la spina dorsale. La gatta cacciò un orrendo miagolio tentando di scappare, riuscendo solo a trascinarsi di qualche metro, fino a ricevere un secondo, tremando colpo alla testa, che la lasciò stecchita.

Seppellii immediatamente la carogna in una profonda buca del canneto e tornai placato in camera mia a leggere l’ultima avventura del “piccolo sceriffo”.

[P.S. Chiedo scusa ai lettori per le brutalità dell’atto finale del rac-conto ma, allora, in campagna, i bambini erano avvezzi ad assistere a scene agresti cruente, quali l’uccisione sull’aia di polli e conigli, quella rituale del maiale a gennaio e dell’agnello pasquale, per cui non fui turbato più di tanto per aver “giustiziato” la gatta assassina].

M E M O R I E {15}

la storia di Cirìdi Pietro Albanesi

I N O S T R I S C R I T T O R I ( 3 ){14}

bene cantò il Poeta: “Tutti tornate alla gran madre antica e il

vostro nome appena si ritrova”.

La terra è il gran seno che ingoia le cose prodotte dalla natura, la quale sempre è nell’opera di creare e distruggere, disfacendo il fatto; del quale se si vuole qualche orma, bisogno è di non lieve studio… Questo che noi vediamo con ammirazione nel regno della natura, lo vediamo pure nelle azioni dell’uomo, che, disvolendo ciò che volle, sempre riedifica guastando; sicché il tempo consuma le cose, la natura le varia, l’uomo le rinnova, e però nulla quaggiù è stabile, tutto si cangia e rimuta. Chi pertanto vuole la cognizione di ciò che fu innanzi di noi, di molto acume abbisogna; e non potendo andare alla certezza per via diretta, vi sale per gradi indiretti, riguardando le cose che lo intorniano, come il tempo, il luogo, le circostanze…”.

emidioBianchi

di Giovanni Santarelli

Nel novero dei nostri scrittori, dopo Igino Lardinelli e Ma-

ria Teresa Camilloni, già ricorda-ti nei numeri precedenti di questo News, un posto preminente spet-ta all’abate prof. Emidio Bianchi (1835-1890), il quale, seppure parzialmente, ha saputo ricostru-ire la storia di Filottrano.

A mio parere è il punto ideale

di riferimento per ogni ricerca-

tore di storia locale.

Le opere del Bianchi sono

consultabili nella nostra Bi-

blioteca, che s’intitola, appun-

to, “Biblioteca Comunale Emi-

dio Bianchi”.