L'INCENDIO E' CAMBIATO - DI VALENTINO GRAIFF

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F ORMAZIONE VFV MARZO/APRILE 2011 12 L e abitazioni vecchie, coinvolte dal fuoco, rispetto a quelle di nuova concezione, rappresentavano per i VVF molti rischi e pericoli in meno. Lʼincendio, quasi sempre, riusciva a crearsi degli sfoghi verso lʼesterno: dal tetto fatto solo di travi, cantinelle 1 e tegole, o dalle finestre a vetro semplice che con il calo- re si rompeva facilmente e quindi il fuoco non era mai in carenza di aria. In questo caso lʼincendio era gestito dal combustibile, si propagava in base alla quantità ed alla posizione del materiale infiammabile ed al tipo di struttura. Era un incendio magari molto grande e violento, ma non rap- presentava il pericolo di fenomeni ESPLOSIVI particola- ri quali il Flashover, il Backdraft o lʼesplosione dei fumi. L’EVOLUZIONE NELLA COSTRUZIONE DELLE NUOVE ABITAZIONI L’INCENDIO E’ CAMBIATO LA FORMAZIONE E LE TECNICHE PER COMBATTERLO Rispetto a un passato, tutto sommato recente, le tecniche ed i materiali di costruzione degli edifici sono cambiate notevolmente. Esistono rischi nuovi, legati all’incendio, per i vigili del fuoco che intervengono. Quali le nuove tecniche e quali le attrezzature per contrastarlo? A CURA DI VALENTINO GRAIFF*

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Articolo apparso sul n°2/2011 di "VFV Tecnica Antincendio e PC" (organo uff.le dell'Ass.ne Naz. VVF. Vol.)

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Le abitazioni vecchie, coinvolte dal fuoco, rispetto aquelle di nuova concezione, rappresentavano peri VVF molti rischi e pericoli in meno.

Lʼincendio, quasi sempre, riusciva a crearsi degli sfoghiverso lʼesterno: dal tetto fatto solo di travi, cantinelle1 etegole, o dalle finestre a vetro semplice che con il calo-re si rompeva facilmente e quindi il fuoco non era mai incarenza di aria.In questo caso lʼincendio era gestito dal combustibile, sipropagava in base alla quantità ed alla posizione delmateriale infiammabile ed al tipo di struttura. Era unincendio magari molto grande e violento, ma non rap-presentava il pericolo di fenomeni ESPLOSIVI particola-ri quali il Flashover, il Backdraft o lʼesplosione dei fumi.

L’EVOLUZIONE NELLA COSTRUZIONE DELLE NUOVE ABITAZIONI

L’INCENDIOE’ CAMBIATOLA FORMAZIONE E LE TECNICHEPER COMBATTERLO

Rispetto a un passato, tutto sommato

recente, le tecniche ed i materiali di

costruzione degli edifici sono cambiate

notevolmente. Esistono rischi nuovi,

legati all’incendio, per i vigili del

fuoco che intervengono. Quali

le nuove tecniche e quali le

attrezzature per contrastarlo?

A CURA DI VALENTINO GRAIFF*

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Nelle nuove abitazioni - fatte appositamente per essereconfortevoli, calde ed economiche, quindi con copertureadatte a rendere abitabile il sottotetto (doppio tetto, tettoventilato ecc.) - sono installate finestre rinforzate e nonsolo in legno. Serramenti in alluminio (con “taglio termi-co”), vetri doppi tripli e magari antisfondamento, hannoreso lʼincendio molto pericoloso in quanto quasi sempre

in carenza di ossigeno.Questo cambio di strutture ha reso lʼopera dispegnimento assai più difficile e rischiosa quindi:se aumentano le difficoltà tecniche presentatedallʼincendio, dobbiamo contrapporre unʼade-guata evoluzione nei mezzi tecnici (attrezzatureda taglio e rimozione, lance di nuova concezio-ne, schiume e bagnanti). Occorre anche investi-re nella FORMAZIONE e nello studio di nuoveTECNICHE DʼINTERVENTO.

PERCHÉ CAMBIARE METODOPerché sono cambiate le costruzioni, lʼisolamen-to, gli arredi sono aumentati e costruiti quasi tutticon materiali derivati dal petrolio (con basse tem-perature di infiammabilità e grande produzione digas e vapori altamente infiammabili) - numerosiincendi si sviluppano quindi in locali chiusi osemiaperti - le protezioni antintrusione (porte blin-date, grate, vetri antisfondamento) ritardano lʼin-tervento dando un grande vantaggio al fuoco.Altro grosso problema, negli incendi al chiuso siusa ancora troppa acqua e, nel mondo, ci sonoancora troppe vittime a causa d fenomeni di fla-

shover e backdraft.

Quindi dobbiamo aggiornare il metodo per affronta-re lʼincendio in locali chiusi, lo scenario dellʼincen-dio è radicalmente diverso per il cambio di duevariabili:1) LOCALI PIÙ STAGNI;

2) ARREDI AUMENTATI (e più rapidamenteinfiammabili): questo comporta che il fuoco è repressoma potenzialmente più esplosivo con rischi gravissimiper il personale della squadra dʼattacco.

Tutto questo ha ridotto i tempi di sviluppo di un incendiogeneralizzato dai circa 20 minuti di un tempo, agli attua-li 5-6 minuti circa. Possiamo gestire questi fenomeni conla ventilazione e la STRATEGIA OFFENSIVA; a nullaserve riversare valanghe di acqua dallʼesterno.

...A NULLA SERVE RIVERSARE VALANGHE DI ACQUA DALLʼESTERNO.

E ORA CHE FACCIAMO

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Per i vigili del fuoco, poter gestire questi nuoviincendi vuol dire:1) essere formati e preparati nel capire quale saràil comportamento del fuoco sui vari tipi di fabbricato ecoperture;2) lavorare allʼinterno di una struttura di comandoorganizzata e gestita con una continua revisione e pia-nificazione sia delle azioni in atto che di tutto quello chepuò servire per risolvere lʼemergenza;3) conoscere e saper gestire sia la ventilazionenaturale che le attrezzature per la ventilazione Forzata;4) essere preparati ed aver fatto già, in addestra-mento, quello che poi ci viene richiesto in emergenza. Èimpensabile durante le fasi concitate dellʼincendio farecose che non abbiamo fatto nella formazione e provatein addestramento.

Perché i tetti bruciano più spesso che in passatoNegli ultimi anni sono aumentati notevolmente gli incen-di tetto, sia durante le operazioni di costruzione, siaincendi dovuti a canna fumaria per incendio fuliggine odei combustibili adiacenti al camino.

Oltre il 74 % delle cause derivano da camini rea-lizzati non a regola dʼarte o con mancata manutenzioneo pulizia; il 17% da incendi avvenuti in cantiere; ad un12% altre cause.

La diffusione sempre maggiore di tetti ventilati e struttu-ra portante in legno comporta sicuramente: una facile erapida propagazione dei gas caldi delle fiamme e deifumi, una difficile individuazione del focolaio a causa dinumerosi percorsi che il fumo ha a disposizione. In fasedi spegnimento, molte sono le difficoltà per lʼattacco allezone interessate dal fuoco; grande è inoltre il rischio pergli operatori di rimanere bloccati dalla rapida propaga-

zione del fuoco (sbarramento delle vie difuga).

Le tecniche da applicareLa rapidità dʼintervento è essenziale e quindi, per velo-cizzare, allʼinizio dobbiamo: rompere, tagliare, sfondareper salvare il resto della struttura; molte volte è difficilefarlo capire al proprietario e questo comporta la perditadi minuti preziosi.Se si spiegasse anche alla popolazione cosa vuol direincendio, come fare per prevenirlo, o come noi vigili delfuoco dobbiamo operare per estinguerlo, questi proble-mi con i proprietari non ci sarebbero.

Per lʼincendio tetto sono sufficienti naspi di piccoledimensioni con portate relativamente basse circa 50-100 litri min.

Per bloccare la propagazione e scaricare i gas caldie infiammabili, è importante aprire il colmo del tettoper impedire a questi gas di saturare tutta la coper-tura, magari intervenire con acqua o schiuma nellospazio ventilato della copertura.

L’addestramento non è mai troppoMigliorare la formazione in modo da portare il personalead essere più aggressivo nelle fasi dʼintervento, ossiaentrare nei fabbricati trovare il fuoco ed estinguerlo.Lʼincendio tetto comporta un intervento molto aggressi-vo fin dalle prime fasi, a nulla serve lʼintervento dallʼe-sterno (perdita di tempo e grande vantaggio per il fuoco)gravi danni da acqua ai piani sottostanti. Serve capireanche che, prima di spegnerlo, il fuoco va bloccato equindi la pianificazione dellʼintervento va fatta con que-sta priorità.

Importante il coordinamento fra le squadredʼattacco, di ventilazione e di aperturafabbricato; lʼautoscala - o i getti dʼac-qua sopraelevati - vanno utilizzatisotto stretto controllo del ROS(Responsabile Operazioni di soc-corso). La sicurezza degli opera-tori, nelle prime fasi, va assicu-rata dallʼautoscala o da scaleitaliane ancorate alla grondadel tetto in quanto, non sempreè possibile lʼutilizzo dellecorde, non sempre ci sonopunti di ancoraggio o non èpossibile utilizzarli.

Per lʼimitare il rischio ènecessario anche ridurre ilSERRAMENTI IN ALLUMINIO (CON “TAGLIO TERMICO”), VETRI DOPPI

TRIPLI E MAGARI ANTISFONDAMENTO, HANNO RESO L’INCENDIO MOLTO

PERICOLOSO IN QUANTO QUASI SEMPRE IN CARENZA DI OSSIGENO.

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numero dei vigili nelle zone pericolose, utilizzare letabelle di controllo per le squadre che entrano con auto-respiratori ed accertarsi che i collegamenti radio sianosempre garantiti; ovvio lʼutilizzo completo di tutti i DPI indotazione.

Va ribadita ancora una volta lʼimportanza della preven-zione, a volte un semplice muro può salvare gran partedella struttura, la conoscenza delle più elementarinorme costruttive delle canne fumarie ridurrebbe al mini-mo il rischio incendio tetto.Molto spesso progettisti e costruttori edili sottovalutanoil rischio incendio, manca la cultura della sicurezza.

È altissima la percentuale di roghi che interessano abi-tazioni NUOVE (questo deve far riflettere);norme e decreti sono spesso disattesi ed i camini utiliz-zati per ogni tipo di combustibile, senza pensare a qualetemperatura può passare allʼinterno (combustibili solidi,gas, gasolio).

Lʼattenzione e la manutenzione periodica degli impiantia gas è entrato ormai nel bagaglio culturale (verificaannuale e controllo biennale dei fumi da parte di un tec-nico abilitato), purtroppo i camini vengono consideratiETERNI ed INNOCUI.

Forse un freno al pericolo camini viene posto dalMinistro dello sviluppo economico che, con il decreto 37del 2008, impone che lʼinstallazione dei nuovi impiantisia seguita dalla presentazione in comune di una “dichiarazione di conformità” fornita dallʼinstallatore. Inquesto caso il legislatore mette in mano agli enti locali

un controllo importante, ma solo verso i nuovi caminifabbricati dal 2008. E tutti i camini installati prima diquella data?

Due proposte da valutare ed eventualmenteapprofondire:1) Riunirsi intorno a un tavolo, Architetti, Ingegneri,Costruttori edili e VVF per cercare di ridurre questi rischidʼincendio coperture, e rendere anche più agevole lʼo-pera di spegnimento.

2) Lʼapertura del tetto per la ventilazione è sempre diffi-cile e rischiosa, è possibile ipotizzare di creare - gia infase costruttiva - dei punti dove, in caso di necessità, iVVF possono facilmente aprire la copertura. Oppure farmontare dei lucernari più grandi in maniera tale chebasti rompere il vetro per ottenere degli ottimi fori di ven-tilazione.

Ordine di priorità per aumentare la sicurezza nellʼat-tività di soccorso:1) formazione ed informazione del personale;2) pianificazione ed organizzazione dellʼintervento;3) scelta ed impiego dei dispositivi di protezione

individuale (DPI);4) uso delle attrezzature in dotazione;5) impiego automezzi.

In conclusione si può affermare che:- le conoscenze e la formazione aumentano

-a tutti i livelli - la sicurezza per gli operatori,lʼefficacia dellʼintervento e rendono al cittadinoun miglior servizio.

- La corretta applicazione della catena diComando e Controllo, permette di pianificaree gestire correttamente sia il piccolo che ilgrande evento. Se riusciamo a creare unabuona organizzazione sul campo, anche lealtre forze di soccorso sʼintegrano facilmentenel sistema.

È giusto che dopo aver lavorato sodo, sudato e magaririschiato la vita, il soccorritore possa ritornare alla pro-pria famiglia, dopo aver svolto un duro lavoro magari perun palpito di VITA.

Note:1Asta di legno dolce, a piccola sezione, per armature leggeredi tetti, soffitti, scenari

*ISTRUTTORE PROFESSIONALE DELLA SCUOLA PROVINCIALEANTINCENDI DI TRENTO - VIGILE DEL FUOCO NEL CORPO

VOLONTARIO DI TASSULLO TN - GIÀ C.R. DEL CORPO PERMANENTE

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