Ara Pacis E Valentino 2007

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ARA PACIS e VALENTINO Roma, 6 ottobre 2007 d.C.

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celebration of Valentino talented career as designer in fashion world in an antique roman masterpiece landscape, the ARA PACIS, 9 b.C

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ARA PACIS e VALENTINO

Roma, 6 ottobre 2007 d.C.

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L'Ara Pacis Augustae è un altare dedicato da Augusto

nel 9 a.C. alla Pace, intesa come dea romana, e posto in una zona del Campo Marzio consacrata alla celebrazione delle vittorie, luogo emblematico perché posto a un miglio (1 472 m) dal pomerium, limite della città dove il console di ritorno da una spedizione militare perdeva i poteri ad essa relativi (imperium militiae) e rientrava in possesso dei propri poteri civili (imperium domi).

Augusto

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Campo Marzio in epoca romana

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Storia

Questo monumento rappresenta una delle più significative testimonianze dell'arte augustea ed intende simboleggiare la pace e la prosperità raggiunte come risultato della Pax Romana. Il 4 luglio del 13 a.C., infatti, il Senato decise la costruzione di un altare dedicato a tale raggiungimento in occasione del ritorno di Augusto da una spedizione pacificatrice di tre anni in Spagna e nella Gallia meridionale.

La dedica, cioè la cerimonia di consacrazione solenne, non ebbe però luogo fino al 30 gennaio del 9 a.C., data importante perché compleanno di Livia, moglie del princeps.

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Caratteristiche artisticheL'Ara Pacis è costituita da un recinto rettangolare (m 11,65 x 10,62),

elevato su podio, nei lati lunghi del quale si aprivano due porte, cui si accedeva da una scala; all'interno, sopra una gradinata, sorgeva l'altare vero e proprio. La superficie del recinto presenta una raffinata decorazione a rilievo.

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Decorazioni interne e altareLa superficie interna del monumento reca nel registro superiore corone (festoni)

sorrette da bucrani, cioè crani di buoi con ghirlande,

ed in quello inferiore scanalature verticali simulanti uno steccato. Questo steccato rievocherebbe le recinzioni presenti attorno agli altari romani più antichi nelle foreste sui colli attorno alla città di Roma intorno al 7-6 secolo a.C.

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Decorazioni interne e altare

L'altare è decorato con personaggi femminili sullo zoccolo, mentre nel fregio superiore che gira all'interno ed all'esterno della mensa vi è la raffigurazione di un sacrificio con le Vestali ed il pontefice massimo .

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da wikipedia e renzo fotografoDecorazioni esterneI lati lunghi all'esterno, ai lati delle porte, i pannelli marmorei si possono

dividere, come nell'interno, in lastre superiori e inferiori.Nella parte bassa si ha un'ornamentazione naturalistica di girali d'

acanto e, tra essi, piccoli animali (per esempio lucertole e serpenti). Possiamo notare un'eleganza che riconduce all'arte alessandrina e una finezza d'esecuzione. La natura viene infatti vista come un bene perduto, questo infatti è uno dei temi della poesia di quel tempo: basti pensare a Virgilio e Orazio.

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da wikipedia e renzo fotografoDecorazioni esterneNella sezione superiore dei lati lunghi troviamo la rappresentazione del

Lupercale, la grotta dove la lupa avrebbe allattato Romolo e Remo, ed il sacrificio di Enea ai Penati, entrambi di importanza artistica ben minore rispetto agli altri fregi. Infatti sulla fronte opposta vi sono la Pace o Tellus e la dea Roma, delle quali la saturnia tellus è la parte scultoreamente più prestigiosa dell'Ara Pacis.

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da wikipedia e renzo fotografoDecorazioni esterneSui lati brevi è raffigurata la processione per il voto dell'Ara, con la

scena più importante sul fianco destro, con personaggi della famiglia imperiale (Augusto, Agrippa, Giulia, Tiberio, etc.): indossano tutti una toga (persino un bambino) e ciò rievoca le Panatenèe del fregio continuo del Partenone di Atene.

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da wikipedia e renzo fotografoDecorazioni esterneLa profondità dello spazio è ottenuta mediante la gradualità del rilievo.

In tutta la decorazione manca una logica strutturale (ad esempio non c'è una netta distinzione tra le decorazioni naturalistiche e la sovrastante figurazione).

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La scoperta dei primi blocchi scolpiti, appartenenti all'altare, risale alla metà del XVI secolo, in corrispondenza di Palazzo Fiano (già Peretti, ora Almagià). Solamente nel 1859 furono recuperati il rilievo di Enea e la testa di Marte del rilievo del Lupercale. Nei primi anni del XX secolo furono intrapresi scavi regolari, conclusi nel 1938 quando, ricomposte tutte le parti, l'altare fu collocato presso il Mausoleo di Augusto, a ridosso del lungotevere e ad una certa distanza dal luogo in cui il reperto fu originariamente ritrovato.

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La scoperta dei primi blocchi scolpiti, appartenenti all'altare, risale alla metà del XVI secolo, in corrispondenza di Palazzo Fiano (già Peretti, ora Almagià). Solamente nel 1859 furono recuperati il rilievo di Enea e la testa di Marte del rilievo del Lupercale. Nei primi anni del XX secolo furono intrapresi scavi regolari, conclusi nel 1938 quando, ricomposte tutte le parti, l'altare fu collocato presso il Mausoleo di Augusto, a ridosso del lungotevere e ad una certa distanza dal luogo in cui il reperto fu originariamente ritrovato.

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da wikipedia e renzo fotografoModifiche attuali L'edificio progettato da Richard Meier che custodisce l'Ara PacisDopo sette anni di lavori, è stato ultimato l'edificio destinato a

racchiudere l'Ara Pacis, progettato dall'architetto Richard Meier in acciaio, travertino, vetro e stucco che è stato inaugurato e aperto ufficialmente al pubblico il 21 aprile 2006 in occasione del Natale di Roma. Ancora incompleto era stato aperto ai turisti anche nel settembre 2005.

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da wikipedia e renzo fotografoModifiche attuali

I lavori sono stati più volte interrotti a causa di polemiche riguardanti l'aspetto della struttura. Sono state quindi concordate varie modifiche del progetto originale tendenti ad alleggerire l'impatto visivo di alcune superfici originariamente previste in alluminio e successivamente realizzate in travertino. Questo non ha impedito, tuttavia, che l'opera venisse accolta con pareri complessivamente negativi. Il New York Times l'ha definita senza mezzi termini un "flop", mentre il famoso critico d'arte e polemista Vittorio Sgarbi l'ha liquidata spregiativamente definendola "una pompa di benzina texana nel cuore di uno dei centri storici più importanti del mondo" - nonché il primo passo verso una "internazionalizzazione" della Città di Roma.

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dal webMeier Nato a New York, star internazionale dell’architettura, Richard Meier ha

firmato progetti come il Getty Center di Los Angeles, il museo di Arti decorative di Francoforte, la sede di Canal Plus a Parigi. A Roma ha progettato anche la chiesa di Tor Tre Teste

L’intervistaNel giorno dell’inaugurazione … «L’edificio non è troppo grande: c’è una

esatta proporzione tra le dimensioni dell’Altare e il volume che lo circonda». Quanto al non allineamento con il profilo di via Ripetta, «è dovuto alla necessità di inglobare nella costruzione la scritta delle Res Gestae». Il progettista di New York, che utilizza la luce come materiale da costruzione, sostiene di aver voluto accompagnare il visitatore in un percorso scandito da diverse intensità luminose. Inoltre, ha evitato l’uso di elementi curvilinei anche perché «è impossibile tracciare qualsiasi altra curva avendo di fronte il grande cerchio del Mausoleo di Augusto».

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dal webMeier D. ci vuole presentare la «sua» Ara Pacis? Cosa ispira il progetto?

«Sono stato molto attento a creare un rapporto tra vecchio e nuovo, tra opera e contesto. Tra gli elementi naturali, come la luce, i colori, gli alberi, e ciò che invece è fatto dall’uomo. L’architettura è statica ma deve riflettere le dinamiche naturali, i cambiamenti della luce e dei colori durante il giorno, nel corso delle stagioni: questo vuole esprimere l’edificio, pensato per accompagnare via via, in una sequenza di luce diversa, il visitatore ad ammirare l’Ara di Augusto».

Il museo non è allineato sul profilo di via Ripetta, sporgendone in modo evidente. Ha rotto un equilibrio: l’ha fatto apposta? «Mi è stato detto di conservare la scritta delle Res Gestae. Così ho dovuto inglobarla nell’edificio, spostandone in fuori il profilo».

Quali cambiamenti ha apportato al progetto originale, oltre l’eliminazione del «muro» di fronte alla chiesa? «Il muro era pensato per separare lo spazio del museo e della piazza dal traffico del Lungotevere. So che il problema sarà risolto con un tunnel, che consentirà la creazione di uno spazio continuo tra la piazza e il Tevere. Sarà terrific !».

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dal webMeier Perchè pretende che il segno verticale sulla scalinata sia un monolito?

Perchè non ha accettato che sia composto da più parti? «Poteva essere una colonna, ma non si è trovata delle dimensioni giuste. Si tratta di un segno che simboleggia l’essenzialità, e quindi non puo’ che essere un monolito, come gli obelischi».

Lei ha uno stile architettonico inconfondibile. Questo suo museo romano cos’ha di particolare rispetto alle altre sue opere? «In tutti i miei lavori esiste un rapporto tra spazio aperto e spazio chiuso, risolto con la trasparenza che consente il passaggio della luce all’interno degli edifici. In questo caso, mi sono impegnato a rispettare in modo particolare il valore dell’Altare avvolgendolo in una aura luminosa appropriata. Inoltre, ho voluto accompagnare la "passeggiata" del visitatore verso l’Ara con un’intensità di luce diversa».

La geometria per lei è quasi un’ossessione. In questo museo perfino il taglio del travertino evidenzia l’incrocio delle linee. «La geometria crea un rapporto tra gli elementi architettonici. E aiuta l’uomo a porsi in relazione con l’edificio che ha davanti».

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dal webMeier Dell’architettura di Roma cosa la colpisce di più?

«La sua stratificazione di stili. E la ricchezza della scala dei suoi spazi. Rispetto a Parigi, Roma è molto più adatta alla dimensione umana».

Quale edificio preferisce, qui a Roma? «Sant’Ivo alla Sapienza. Per i rapporti tra le sue parti, per il movimento creato all’interno, per la sua scala volumetrica».

Lei è l’architetto della luce, che tratta come un materiale da costruzione. Come l’ha usato all’Ara Pacis? «Come elemento che accompagna il visitatore a vedere l’Altare».

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dal webMeier Il travertino: l’ha utilizzato al Getty Center di Los Angeles e qui. Come mai

questo legame? «Semplice: a LA mi è stato detto che non potevo usare il colore bianco, per una norma edilizia. Allora ho scelto una pietra che non è un semplice rivestimento: ha una forte espressione, profondità, è luminosa. In questo museo l’ho utilizzata perchè il travertino è il marmo di Roma».

C’è una differenza tra la luce di LA e quella di Roma? «Quella di Los Angeles è tagliente, forte. Qui c’è una luce calma, tranquilla».

La sua chiesa a Tor Tre Teste ha raccolto solo consensi. L’Ara Pacis, invece, molte polemiche. Perchè? « La chiesa è in periferia, non interessa a nessuno. E poi il committente è il Vaticano: qui chi osa toccarlo? Il museo cambia gli equilibri in una zona del centro storico, e ogni cambiamento è accolto da polemiche. Questo edificio dice che Roma non è solo passato, ma anche presente e futuro».

Perchè lei preferisce progettare musei? «Perchè sono spazi pubblici, perchè amo l’arte che contengono. Anche se mi chiedessero di progettare una scuola lo farei volentieri: infatti amo i bambini».

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dal webMeier Come gli architetti del gotico, lei usa strutture essenziali e grandi

vetrate. Le piace considerarsi un neo-gotico, un mistico? «Lascio questa definizione agli storici di architettura. Mistico? Forse: amo la luce, e Dio è luce».

Quando progetta, si preoccupa di lasciare il suo segno o pensa a chi userà il suo edificio? «Penso all’uso che la gente farà del mio lavoro. Per questo cerco di dare una scala umana agli spazi che disegno».

Che responsabilità ha l’architettura nei confronti della società? «Deve rispettare la funzione che è assegnata all’oggetto architettonico. Ma poi bisogna andare oltre: l’opera deve anche essere bella».

La teca di Morpurgo che avvolgeva l’Ara Pacis è durata 60 anni. Quanto durerà il suo museo? «Almeno altrettanti. Ma spero di più».

«Archistar» di New York -

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dal webMeier Richard Meier (Newark, 12 ottobre 1934) è un architetto statunitense.

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dal webMeier - Le sue opere

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