L’Impero carolingio. La riunificazione del Regno franco Nel VII secolo il territorio dei Franchi...
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L’Impero carolingio
La riunificazione del Regno francoNel VII secolo il territorio dei Franchi era frantumato in vari regni autonomi, i
più importanti dei quali erano la Neustria (a ovest) e l’Austrasia (a est)
La riunificazione di Austrasia e Neustria fu realizzata nel 687 da Pipino di Heristal, maestro di palazzo di Austrasia, della dinastia dei Pipinidi (dal fondatore Pipino di
Landen) o Carolingi (da Carlo Magno, il rappresentante più illustre)
A. Maignan, Omaggio a Clodoveo II (1883)
I re merovingi erano ridotti a un ruolo puramente rappresentativo, che valse
loro l’etichetta di “re fannulloni”
Il potere effettivo era detenuto dai maestri di palazzo, che assistevano il sovrano
nell’esercizio del potere
La battaglia di PoitiersAlla morte di Pipino di Heristal, nel 714, gli succedette il figlio Carlo Martello
(«piccolo Marte»), che nel 732 sconfisse gli Arabi presso Poitiers
La battaglia di Poitiers fu uno degli eventi militari fondamentali della storia europea del Medioevo,
perché impedì che gli Arabi si insediassero anche nelle regioni occidentali dell’Europa
La vittoria assunse un enorme valore simbolico, come trionfo della cristianità
europea sull’islamismo, ma la sua portata va ridimensionata: gli Arabi avevano già
esaurito le loro capacità espansive
La battaglia di Poitiers, miniatura (XV sec.)
In oriente, l’imperatore Leone III sconfisse nel 739
gli Arabi ad Akroinos
La fine dei re merovingiIl successo dei Franchi sugli altri popoli dell’Europa contemporanea fu
determinato dall’organizzazione dell’esercito, fondato sul rapporto di vassallaggio, e dal legame con la Chiesa
Pipino il Breve incoronato re da Bonifacio, miniatura (XV sec.)
Il figlio di Carlo Martello, Pipino il Breve, depose, con l’appoggio papale, l’ultimo
sovrano merovingio, Childerico III
Pipino fu consacrato re nel 751 dal vescovo Bonifacio e nel 754 da papa Stefano II
Nel 754 intervenne in Italia contro il re longobardo Astolfo, che minacciava il papa
L’incoronazione papale conferiva alla dinastia pipinide
un carattere sacro inedito
L’ascesa di Carlo MagnoAlla morte di Pipino il Breve, nel 768, il Regno fu diviso tra i figli Carlomanno e Carlo: nel 771, con la morte di Carlomanno, tutto il potere passò a Carlo
Carlo Magno (860-870)
Sfruttando l’apparato bellico ereditato dai predecessori, Carlo avviò una decisa politica espansionistica
Conquistò la Baviera (788), sconfisse gli Àvari (796) e i Sassoni (804)
Condusse campagne militari contro gli Arabi di Spagna (801-813): la Catalogna e Barcellona
andarono a costituire la Marca Hispanica
In questo contesto si colloca la celebre battaglia di Roncisvalle (778), cantata nella Chanson de Roland
La fine del Regno longobardoDi fronte alla potenza militare dei Franchi e alla loro alleanza con Roma, il re
longobardo Desiderio (756-774) era stato costretto a intraprendere una politica cauta, coronata dal matrimonio delle sue due figlie con Carlo e Carlomanno
Alla morte di Carlomanno, Carlo ripudiò la moglie longobarda e, chiamato da papa Adriano I, scese
in Italia (773): nel 774 Desiderio fu catturato e Carlo assunse il titolo di re dei Longobardi
Adelchi, figlio di Desiderio, in un codice dell’XI sec.
Il papato ottenne notevoli acquisizioni territoriali
Il potere politico in Italia si frammentò definitivamente:• i Franchi al centro-nord• i Longobardi nel ducato di Benevento• i Bizantini nelle isole e in alcune città costiere
La rinascita dell’imperoIl coronamento dei successi di Carlo fu un evento destinato a influenzare tutta
la successiva storia europea: la rifondazione di un impero in occidente
affermava definitivamente la propria indipendenza da Costantinopoli, legandosi all’Impero carolingio
stabiliva il principio che il potere proveniva da Dio e che spettava al papa il diritto di conferirlo
Nasceva un nuovo impero, germanico e cristiano, innestato sulle radici della cultura romana:
il Sacro romano impero
L’incoronazione di Carlo Magno, vetrata (XIII sec.)
La notte di Natale dell’anno 800, il nuovo papa, Leone III, pose la corona
imperiale sul capo del re franco
Leone III
Un nuovo imperoAssumendo la dignità imperiale, Carlo Magno si poneva in aperto contrastocon l’Impero d’oriente, il cui trono era occupato allora dall’imperatrice Irene
Dopo lunghe trattative, nell’812 venne stipulato il trattato di
Aquisgrana, con cui Costantinopoli (nella persona di Michele I) riconosceva a Carlo
Magno il titolo imperiale
L’Impero carolingio, più che un impero rinnovato, era un nuovo impero: continentale e cristiano
L’organizzazione dell’ImperoL’Impero era suddiviso in
Sull’operato di conti e marchesi vigilavano i missi dominici («inviati del signore», cioè del re), nominati in coppia (solitamente un laico e un ecclesiastico)
marche (territori di confine, dotati di
maggiore autonomia), governate da marchesi
contee, governate da conti, talvolta
affiancati da visconti e da giudici (scabini)
L’organizzazione stataleIl governo centrale dell’Impero era costituito dal palatium («palazzo»), dove
vivevano l’imperatore e la sua corte itinerante di chierici e cavalieri
Il cancelliere era un chierico che presiedeva agli affari ecclesiastici, compilava gli atti legislativi e curava gli archivi di Stato
Il conte palatino esercitava la giustizia in assenza dell’imperatore
Il camerario amministrava il patrimonio imperiale
Le leggi, dette capitolari (perché costituite da brevi capitoli), venivano emanate durante le
assemblee dei nobili
Carlo Magno detta le sue disposizioni ai funzionari, miniatura (IX sec.)
La capitale era Aquisgrana, ma Carlo risiedeva spesso
anche nelle residenze periferiche dell’Impero
La riforma monetariaPer sostenere i commerci e i mercati Carlo creò un nuovo sistema monetario
La riforma, destinata a rimanere in uso per secoli, prevedeva che l’unità di misura detta “libra” (circa 400 grammi) divenisse anche l’unità monetaria (da
cui la parola “lira”): da una libbra di argento si coniavano 240 monete dette denari, prive di
multipli e sottomultipliDenaro di Carlo Magno (VIII sec.)
Alle modeste esigenze dell’economia occidentale rispondeva meglio l’argento; le unità monetarie bizantina (solidus e
nomisma) e araba (dinar) si basavano invece sull’oro
Il sistema vassallaticoNell’Alto Medioevo si profilò la struttura politica fondamentale di tutto il mondo
medievale: il vassallaggio (dal germanico gwas, «servitore»)
L’uomo del Medioevo fu in primo luogo un vassallo, legato a una
persona più potente da un vincolo di fedeltà personale
Il signore legava a sé il vassallo per mezzo di un beneficio, che consistette sempre più
spesso in una porzione di territorio
Un vassallo rende omaggio al suo signore, miniatura (XIV sec.)
Inizialmente revocabili, intorno alla metà dell’XI secolo queste assegnazioni
divennero ereditarie: per indicarle si usò sempre più spesso il termine feudo
L’uomo della civiltà classica era un cittadino sottoposto alle leggi di
uno Stato
≠
Il feudalesimoIl feudalesimo fu un’istituzione di origine germanica: in una società guerriera tribale, la solidarietà tra il capo e i suoi uomini di fiducia costituisce la principale
forza aggregante
Con Carlo Magno, il feudalesimo divenne la struttura portante del Regno franco e del
Sacro romano impero
Dalla Francia si diffuse nell’Italia settentrionale, nei Paesi germanici e in Inghilterra
Il legame aveva valore vincolante fino alla morte: violarlo era il più
grave dei delitti (fellonia)
Una scena di investitura, miniatura (XIII sec.)
Il beneficio feudale veniva concesso durante una cerimonia detta investitura, con cui il vassallo donava al signore la
propria persona (omaggio)
Il feudalesimo e la ChiesaAnche la Chiesa seppe inserirsi pienamente nel sistema vassallatico
Vasti latifondi ecclesiastici si formarono grazie a donazioni e lasciti dei fedeli, che cercavano
così di garantirsi la salvezza dell’anima
Un padre affida il figlio a un convento, miniatura (XII sec.)
I re concedevano spesso immunità a vescovadi, monasteri e abbazie: esenzioni dal pagamento di tributi o da una giurisdizione locale
Gli enti ecclesiastici concedevano in beneficio terre del loro patrimonio a potenti vassalli, dai
quali ricevevano protezione
La scomparsa del potere centraleL’amministrazione centrale, la burocrazia e l’esercito, espressioni dell’autorità
pubblica, furono sostituiti da una rete fitta ma disorganica di rapporti personali di dipendenza
Il sovrano, insieme alla concessione di terre come beneficio, delegava anche alcuni poteri pubblici, come la riscossione delle imposte o l’amministrazione della giustizia: si creò una stretta relazione tra sfera privata e pubblica
Dal punto di vista storico, il feudalesimo colmò un vuoto: sostituì i poteri dello Stato, sopperendo alla mancanza di
una solida amministrazione centrale e di un esercito
Castello di Beynac, Francia (XIII sec.)
La cultura nell’Alto Medioevo
Gregorio Magno in un avorio del X sec.
I secoli che vanno dalla fine dell’Impero romano all’epoca carolingia segnarono un profondo stacco culturale rispetto al mondo antico
La cultura divenne gradualmente monopolio della Chiesa: veniva trasmessa solo nelle scuole religiose per la formazione del clero e dei monaci
Si formò un ceto intellettuale nuovo, composto essenzialmente da chierici: era la Chiesa il luogo in cui si conservavano le tradizioni culturali romane (la lingua latina e il patrimonio letterario antico)
Si verificò una scissione tra cultura ufficiale (scritta, in latino, patrimonio della Chiesa) e cultura popolare (orale, basata su tradizioni e leggende)
La rinascita carolingia
Si adoperò per migliorare e moltiplicare le scuole: la cultura classica fu recuperata come modello di
lingua latina pura in un’epoca in cui il latino, non più parlato, andava sempre più inquinandosi
Presso la Scuola palatina (cioè del palatium) – l’unica non dipendente da istituzioni
ecclesiastiche – studiavano i figli dei funzionari
Allo scopo di fornire un’istruzione adeguata alla futura classe dirigente e rinforzare la formazione culturale del clero, Carlo Magno diede grande
impulso al ruolo della Chiesa come detentrice della cultura
Favorì la rinascita degli studi e la copiatura delle opere cristiane e classiche
Uomini di cultura confluirono alla corte di Carlo Magno: tra essi Alcuino di York,
al centro di questa miniatura (IX sec.)
La nascita delle lingue nazionaliNel clima di frammentazione etnica del primo Medioevo, in cui ogni comunità
formava un gruppo isolato, si rafforzarono le lingue nazionali, mentre il latino rimase la lingua della cultura
Dall’incontro tra i due ambiti linguistici ebbero origine, tra il IX e il X secolo, le lingue volgari (da vulgus, «popolo»)
Estratto del giuramento di Strasburgo (IX sec.)
Il giuramento di Strasburgo dell’842, tra Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico, rappresenta la prima testimonianza di una lingua romanza (il
francese) e una delle prime della lingua tedesca
Nell’813, al Concilio di Tours, la Chiesa autorizzò per la prima volta i sacerdoti a predicare nel
dialetto usato dalla popolazione locale
L’epica medievaleMentre monaci e chierici scrivevano in latino per i dotti, tra le masse illetterate e nelle corti aristocratiche si sviluppava una cultura orale, con il compito di
trasmettere i valori fondamentali della società
Attraverso la tradizione epica, diffusa da cantori di professione, la cultura del primo Medioevo trasmetteva la propria
memoria storica
Carlo Magno piange la morte di Orlando, miniatura (XIV sec.)
Il paladino Orlando, caduto nella battaglia di Roncisvalle (evento militarmente poco
significativo), divenne il prototipo del cavaliere
L’immaginario medievaleLa mentalità delle classi colte e quella delle classi illetterate erano
accomunate da una visione del mondo di tipo pre-scientifico
La convinzione che esistesse un mondo soprannaturale suscitava una costante
attenzione a qualsiasi specie di segni, sogni e visioni
Un cacciatore uccide un unicorno tra le braccia di una vergine, bestiario (XIII sec.)
Retaggi pagani, classici e germanici (antichi riti della natura, la credenza
nell’esistenza di presenze soprannaturali) si mescolavano con elementi cristiani
Il mondo sensibile era svalutato: importante era la dimensione che si celava dietro di esso
Il diavolo nel MedioevoMolte manifestazioni della cultura medioevale sono percorse dalla presenza quasi ossessiva del diavolo (Satana, Belzebù, Lucifero), incarnazione del
Male in perenne lotta con il Bene
Il diavolo in un manoscritto del XV sec.
Nell’immaginario comune l’aspetto del diavolo richiama quello della divinità pagana Pan, dio campestre e lascivo, con testa e piedi di capra, capace di provocare la follia
Le religioni pagane classiche non conoscevano questa figura, la cui
presenza è peraltro molto antica nelle religioni orientali (ebraismo, zoroastrismo)
La lotta tra Cristo e il diavolo è uno degli elementi fondamentali della teologia cristiana
La dissoluzione dell’Impero
La Germania toccò a Ludovico il Germanico
La fascia centrale andò a Lotario, insieme al titolo
imperiale
La Francia venne assegnata a Carlo il Calvo
Seguendo la tradizione franca, Carlo Magno suddivise l’Impero tra i figli: al momento della sua morte, nell’814, l’unico rimasto in vita era Ludovico il Pio
Quando nell’840 Ludovico morì, l’Impero fu spartito tra i suoi figli
La dissoluzione dell’ImperoPoiché Lotario si opponeva alla divisione dell’Impero, nell’842, a
Strasburgo, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo strinsero un patto di alleanza contro di lui
Nell’882 Carlo il Grosso, l’ultimo sovrano carolingio, riuscì a riunificare l’Impero; nell’887 fu però deposto dai suoi feudatari
Con il trattato di Verdun, nell’843, Lotario riconobbe la spartizione dell’Impero
Lotario, miniatura (IX sec.)
Impegnati a lottare gli uni contro gli altri, i discendenti di Carlo Magno cercarono
l’appoggio dell’aristocrazia: la cessione di feudi indebolì il loro potere
L’Italia dopo i Carolingi
Poiché l’elezione del papa era nelle mani delle famiglie aristocratiche di Roma, Ugo sposò la nobile romana Marozia (929): le sue
ambizioni furono però frustrate dagli intrighi dell’aristocrazia della città
Dopo la deposizione di Carlo il Grosso il Regno d’Italia, corrispondente all’attuale Italia centro-settentrionale, venne disputato fra i vari feudatari
Berengario I e la sua corte in un manoscritto del XII sec.
Gli successe Ugo di Provenza (926-947), che tentò di estendere il suo controllo al papato
Prevalse infine Berengario I, duca del Friuli, che mantenne il Regno dall’888 al 923, senza tuttavia riuscire a conferirgli forza e stabilità
Marozia e il papato nobiliareNemmeno il papato si sottrasse al prevalere dei poteri locali successivo alla fine dell’Impero carolingio: la carica di pontefice fu disputata tra le famiglie
nobiliari romane
Nel clima di violenze emerse la figura di Marozia; Senatrix e patricia, fu arbitro indiscusso della politica romana anche grazie a una politica matrimoniale spregiudicata:
fece eleggere tre papi e sposò Ugo di Provenza
Morì tra il 932 e il 937, incarcerata dal figlio di primo letto Alberico, che aveva assunto il controllo di Roma
Marozia e Ugo di Provenza, incisione (XIX sec.)
Per indicare le vicende pontificie tra il X e l’XI secolo, gli storici utilizzano il temine papato nobiliare
L’istruzione dal Medioevo a oggiNell’Europa medioevale la scuola era gestita quasi esclusivamente dalla Chiesa
Dopo l’unità d’Italia (1861), lo Stato ha emanato leggi relative all’obbligatorietà scolastica:
• la legge Casati (1860) riordinò il sistema scolastico
• la legge Coppino (1877) rese gratuita la scuola elementare
• la legge Gentile (1923) riordinò i cicli scolastici
Con il passare dei secoli, gli Stati si sono preoccupati di creare una rete di scuole pubbliche; tuttavia solo dopo la Rivoluzione Francese l’istruzione si è aperta a
tutti e laicizzata
La Costituzione italiana stabilisce che chi insegna deve essere libero
da costrizioni ideologiche di qualsiasi tipo (art. 33)
Classe elementare femminile, foto degli anni Cinquanta