la Storia della Liranella Repubblica Italiana

le Ultime coniazioniOgni moneta ha una sua storia da raccontare.Alcune in particolare racchiudono i nostri ricordi.

Abbiamo convissuto con la Lira per oltre cinquant’anni, la sua storia l’abbiamo scritta tutti insieme. Oggi più che mai, con le Ultime Coniazioni, questo

racconto è vivo e diventa prezioso più di un ricordo. Sono queste le ultime monete che abbiamo avuto con noi: le ultime che abbiamo risparmiato,

le ultime che abbiamo speso, le ultime alle quali abbiamo attribuito un significato importante perché hanno fatto parte di un progetto che abbiamo realizzato, di un desiderio che abbiamo esaudito quando ancora tutti noi facevamo i conti “in lire”.

Siamo abituati a pensare alle monete semplicemente tenendo conto del loro valore economico. Consideriamo però

che sono anche testimoni della storia e degli ideali di un Paese. Guardiamo indietro nel tempo, soffermiamoci di fronte a questi

sei esemplari della Lira, tra i più belli e celebri dell’intera monetazione repubblicana.

Ognuno di noi ricorderà un momento particolare della propria vita, e potrà legare ai simboli aulici e beneauguranti che sono impressi

su queste coniazioni un significato personale e importante.

Le Ultime Coniazioni sono un’insostituibile testimonianza per noi che abbiamo avuto queste monete fra le mani e un’eredità per chi allora non era ancora nato. Per tutti, un valore da trasmettere nel futuro.

La tiratura limitata e certificata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato2999 esemplari per ogni singola coniazione

Lire 1 1950

Lire 500 1967

Lire 50 1989

Lire 100 1989

Lire 5 1998

Lire 10 1999

L’espositoreUn elegante espositore in legno massello di frassino con inserto in pelle – realizzato artigianalmente con materiali e manifattura italiani – consente di custodire la coniazione e di esporla da entrambi i lati grazie all’elemento centrale di plexiglass.

Le caratteristiche delle coniazioniGli esemplari de La Storia deLLa Lira - Le ULtime Coniazioni sono coniati dalla Zecca dello Stato a partire dal materiale creatore originale, in oro 750‰ fondo specchio, nelle dimensioni originali e nel loro ultimo anno di emissione.

Lire 1 1950

aUtore dei modeLLi Giuseppe RomagnoliinCiSore Pietro Giampaoli

Ø 21,6 mm 6 g ca. Lire 500

1967

aUtore dritto Pietro GiampaoliaUtore roveSCio Guido Veroi

Ø 29 mm 14 g ca. Lire 50

1989

aUtore Giuseppe Romagnoli

Ø 24,8 mm 11 g ca. Lire 100

1989

aUtore Giuseppe Romagnoli

Ø 27,8 mm 14 g ca. Lire 5

1998

aUtore Giuseppe Romagnoli

Ø 20,2 mm 5 g ca. Lire 10

1999

aUtore Giuseppe Romagnoli

Ø 23,3 mm 8 g ca.

Recto: con le spighe fra i capelli, la personificazione dell’Italia appare qui nelle vesti della dea romana Cerere, signora della terra coltivata, dei raccolti e della fertilità.

VeRso: l’arancia, frutto dal colore “solare”, è un simbolo di luce e, anch’essa, di fecondità come lo sono in generale i frutti che contengono molti semi.

Recto: un raffinato busto di donna dagli echi rinascimentali raffigura l’Italia circondata dagli stemmi di città e regioni.

VeRso: sempre al Rinascimento rimandano le tre caravelle che veleggiano verso il Nuovo Mondo. Giudicata al suo apparire come “una delle più belle monete emesse negli ultimi trent’anni”, fu celebre soprattutto per il caso delle bandierine che, nei primi coni, apparivano con-trovento.

Recto: un serto di foglie di quercia attribuisce forza e stabi-lità alla Repubblica, sia in senso fisico sia morale.

VeRso: forte e determinato è anche il dio Vulcano, colto nell’atto di battere il martello sull’incudine. Signore del fuoco e dei metalli, che forgia le armi degli dèi, qui sta creando uno strumento di pace: una vanga per lavorare la terra.

Recto: la severa testa d’Italia è coronata con un serto di foglie di alloro, antichissimo emblema di purificazione e di gloria immortale poiché le foglie rimangono verdi anche d’inverno.

VeRso: L’albero campeggia su questo lato della moneta quale attributo di Minerva, dea della sapienza che simbo-leggia l’ingegno e l’intelligenza. La pianta di alloro che la dea – elmata e vestita di una lunga tunica drappeggiata – stringe in una mano rappresenta così le condizioni della vittoria per mezzo della saggezza.

Recto: il timone con la barra manuale è un simbolo antico pari al suo uso. Chiamato in latino gubernaculum, come nel linguaggio marinaro il suo messaggio simbolico è quello di guida sicura, di buon governo.

VeRso: il delfino – amico degli dèi e degli uomini già nelle leggende e nella mitologia greca – nel tempo si è arricchito di significati sempre positivi: dalla rigenerazione e divinazio-ne alla saggezza e alla prudenza. Grazie a queste qualità, nei primi secoli del cristianesimo, il delfino è stato l’emble-ma stesso di Gesù.

Recto: con l’aratro si traccia il solco nella terra che andrà seminata: universalmente un atto sacro nelle tra-dizioni e nelle culture più antiche. Simboleggia l’azione volitiva dell’uomo e insieme la speranza di raccolti ab-bondanti.

VeRso: il concetto di abbondanza introdotto dall’aratro descritto nel recto, si rafforza attraverso le due grandi spighe di grano colme di chicchi, che sono una testimo-nianza di fertilità.

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