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1 Terzo Millennio – periodico on line per l’organizzazione dei moderati www.terzomillennioabruzzo.it ; [email protected] ; ANNO XVI n.12 – on line – Lunedì 3 Agosto 2009 Ai lettori Abbiamo raggiunto la quota di 5.000 indirizzi!!! Grazie della collaborazione. Il nostro è un giornale per Pescara, per l’Abruzzo, per dare idee alla politica moderata e centrista. Aiutaci ad incrementare la diffusione. Inviaci indirizzi di posta elettronica di tuoi amici e conoscenti. [email protected] ; Buone Ferie…………..ci vediamo a settembre!

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Terzo Millennio – periodico on line per l’organizzazione dei moderati

www.terzomillennioabruzzo.it; [email protected];

ANNO XVI n.12 – on line – Lunedì 3 Agosto 2009

______________

Ai lettori

Abbiamo raggiunto la quota di 5.000 indirizzi!!! Grazie della collaborazione. Il nostro è un giornale per Pescara, per l’Abruzzo, per dare idee alla politica moderata e centrista. Aiutaci ad incrementare la diffusione. Inviaci indirizzi di posta elettronica di tuoi amici e conoscenti.

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Incredibile! Castellamare colpisce ancora.

Oltre 700 presenze alla narrazione di Licio Di Biase. Un evento incredibile. La narrazione della storia di Castellamare tenuta giovedì 30 luglio da Licio Di Biase si è trasformata nell’evento culturale dell’estate pescarese. Oltre 700 persone hanno assistito ad una serata indimenticabile in cui, a fianco della narrazione fatta da Licio Di Biase, ci sono state le letture di Rossella Micolitti e i suoni e canti del gruppo etnico-abruzzese “Il Passagalle”, nello splendido scenario del Parco dei Gesuiti. Una serata, introdotta da Fabio Diodato, in cui tutti sono rimasti per due ore ad ascoltare, affascinati, la genesi, lo sviluppo e la fine di Castellamare nell’attento e puntuale racconto di Licio Di Biase, il quale ha così commentato la serata: “Sono stato per nove anni assessore alla cultura del Comune di Pescara, ho pensato e realizzato l’evento ‘il fiume e la memoria’, che si è tenuto fino al 2002, ma mai mi era accaduto di essere presente e protagonista di una simile serata. Rimarrà nel mio cuore la grande partecipazione di gente, attenta e desiderosa di conoscere la storia del proprio territorio. Rimarrà nel mio cuore la moltitudine di gente sconosciuta, gli autorevoli personaggi della cultura cittadina, i tanti amici che mi hanno ringraziato per la serata…ma io ringrazio loro per avermi dato l’opportunità di parlare delle mie ricerche e del lavoro che sto facendo per dare una storia, una memoria ad una città che rischia di disperdere il proprio ricco ed importante passato. Ringrazio Padre Pino, parroco di Cristo Re, e Roberto Falone, presidente dell’Associazione Il Parco, per avermi dato l’opportunità di vivere una così stimolante ed indimenticabile esperienza. Ringrazio la bravissima Rossella Micolitti, attrice di prosa, per le letture e il gruppo “Il Passagalle” che con la musica e i canti della nostra terra d’Abruzzo, ha ritmato la serata. Il Sindaco Mario Muzii il 13 novembre 1948 disse, in occasione del centenario degli avvenimenti del 1848, rivolgendosi a Luigi Polacchi: ‘Questa celebrazione è per Pescara particolarmente significativa perché, nell’atto di rivendicare la sua ricca partecipazione al Risorgimento Italiano con avvenimenti ed uomini che spesso assursero a interessi nazionali, spera si determini finalmente la cessazione di una gratuita qualifica di città senza tradizioni e senza storia attribuitale dal pregiudizio di persone e di ceti scarsamente informati in materia’. Questo mio lavoro è teso proprio alla ‘cessazione di una gratuita qualifica di città senza tradizioni’. Inoltre, come diceva Tolstoj: ‘Se vuoi essere universale, parla del tuo villaggio’, e noi, che vogliamo essere nel mondo globalizzato, dobbiamo esserci con la nostra identità”. Qualcuno ha chiesto di replicare. Ma ora Licio Di Biase è impegnato a pubblicare il libro sulla storia complessiva della città di Pescara, che uscirà a fine anno con il titolo: “La grande storia – Pescara e Castellamare dal mille a.C. alla contemporaneità”.

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Il numeroso pubblico in un momento della manifestazione

Licio narra la storia di Castellamare del periodo romano-altomedioevale e Rossella legge alcuni brani

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“Licio Di Biase narra la storia di Castellamare”

Serata eccezionale.

Il Parco dei Gesuiti stracolmo di gente.

di Rita Pagliara

Nella suggestiva cornice naturale offerta dal Parco dei Gesuiti della Chiesa di Cristo Re, si è svolta la serata culturale dedicata alla storia di Castellamare, con un’incredibile presenza di pubblico, che ha occupato ogni spazio disponibile e con tanti cittadini in piedi. Narratore d’eccezione è stato lo storico e saggista Licio Di Biase, diffusamente noto per la passione e l’interesse verso la storia locale e la tradizione della nostra città e che, recentemente, è stato nominato Ispettore archivistico onorario dal Ministero dei Beni Culturali ed è divenuto socio della Deputazione di storia Patria dell’Abruzzo. Alla presenza di Roberto Falone, Presidente dell’Associazione Culturale “Il Parco”, che ha patrocinato l’evento, attraverso le letture dell’attrice Rossella Micolitti e al ritmo di brani della tradizione musicale del pescarese eseguiti da Marco Giacintucci, Carlo Di Silvestre, Graziella Guardiani e Guerino Marchegiani del gruppo “Il Passagalle”, Licio Di Biase ha ripercorso le tappe più significative della storia di Castellamare, una storia lunga 3000 anni, dal 1000 a.C. fino al 1927, anno della fusione di Pescara con Castellamare ed anno della fine dell’esistenza di Castellamare stessa. A fare gli onori di casa è stato Roberto Falone, presidente dell’associazione “Il Parco” nonché da sempre promotore di iniziative culturali nel suggestivo ed incantevole scenario naturale; all’intervento di Falone ha fatto seguito il saluto del Parroco della Chiesa di Cristo Re, padre Pino: “Sono lieto che, ancora una volta, questo bellissimo parco assolva alla sua funzione di porsi come naturale luogo di aggregazione e scambio culturale, in particolar modo in questa occasione in cui si narra e si fa rivivere la storia di Pescara”. Tra una “Quadriglia abruzzese”, una dolcissima “Nannarella” e altri canti tipici della tradizione etnomusicale abruzzese, magistralmente eseguiti dal gruppo musicale “Il Passagalle”, Licio Di Biase ha accolto con gioia e gratitudine il pubblico numeroso oltre misura, che ha affollato la platea e che ha manifestato un genuino e partecipe interesse verso le tematiche snocciolate durante l’incontro. “L’intento che vorrei perseguire in questa sede” – ha esordito Licio Di Biase – “è, innanzitutto esprimere profonda riconoscenza nei riguardi dell’amico Roberto Falone e di Padre Pino, grazie al cui invito mi appresto a narrare una storia alla quale tengo molto, una storia che appartiene a tutti noi”. “Se vuoi essere universale, parla del tuo villaggio”: con questo pensiero di tolstoiana memoria Licio Di Biase ha introdotto il proprio intervento e motivato anche il suo lavoro di ricerca e studio nel corso degli anni: “In un’età sempre più caratterizzata dalla globalizzazione, fenomeno che si traduce, in ultima analisi in un vero e proprio livellamento culturale e in una dispersione identitaria, è dovere di ciascuno di noi recuperare quella che è la nostra storia, le nostre radici. Occorre, inoltre superare la visione stereotipata di Pescara come città priva di storia, bisogna interrogarsi sul chi siamo e su chi prima di noi ci sia stato”. Di Biase ha convinto e appassionato gli animi dei suoi ascoltatori suscitando ricordi e rievocando tradizioni fortunatamente non ancora dimenticate:

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“Il vero problema della nostra città è che non ha più gli elementi visivi del proprio passato, della propria storia. Quante polemiche ci sono state per l’abbattimento del Teatro Pomponi, così come per tanti altri simboli di un passato che, scavando, ci appare nella sua dignità di città importante? E così sorge la necessità di salvare quei pochi simboli, quei pochi elementi rimasti che appartengono al nostro passato. In tale direzione si muovono le mie pubblicazioni che vogliono essere delle testimonianze di un passato che c’è, che è lì e che ci aspetta, ma è soprattutto un sollecito a coloro che operano nelle istituzioni a darsi da fare”. Con la lucida analisi e la passione dello storico, ha sintetizzato secoli di storia di Castellamare, soffermandosi sulle dinamiche evolutive che da sempre hanno fortemente caratterizzato quei territori a nord, appunto Castellamare, e a sud, Pescara, dell’omonimo fiume, confine oltre che territoriale, anche sociale e culturale. Con una serie di intermezzi musicali e letterari, che hanno impreziosito l’evento, Licio Di Biase ha dunque ripercorso un interessante e avvincente cammino, partendo dall’età pre-romana fino a toccare il primo Novecento e quindi approdando all’anno 1927, momento di fondamentale importanza che sancisce l’unificazione delle due cittadine e la nascita del Comune di Pescara e l’istituzione della quarta provincia abruzzese. “I primi insediamenti abitativi del territorio a nord del fiume, e che sarebbe diventato Castellamare, risalgono al 1000 a.C.” – ha proseguito Di Biase nella narrazione – “e tracce di questa presenza umana sono state attestate dal ritrovamento, anni fa, di una necropoli a valle di Colle Marino e di Colle del del Telegrafo, proprio qui, nella zona dei Gesuiti. Un tratto caratteristico di Pescara è rappresentato dall’aver subito trasformazioni territoriali così da non aver sempre avuto l’aspetto con cui oggi la si conosce. Esisteva una Pescara citra flumen ed una ultra flumen, ove il fiume Aterno deteneva un ruolo importantissimo come confine naturale: linea di demarcazione che per molto tempo ha diviso il territorio cittadino”. Licio Di Biase ha poi analizzato i tratti più incisivi del periodo pre-romano e romano: “Intorno al I secolo dc, acquista importanza la zona portuale di Pescara, mentre nei secoli precedenti a svolgere un ruolo più importante era stata la zona collinare con i suoi insediamenti sparsi. Al di là, adesso, dell’avvicendarsi delle fasi storiche, è da tener conto della doppia dinamica che ha da sempre caratterizzato Pescara nei suoi poli castellammarese e portuale: nel tempo si è verificata un’alternanza significativa di posizione predominante ora dell’uno ora dell’altro. L’età augustea si connota per la riorganizzazione amministrativa e la suddivisione nelle 11 regiones: 2 di esse, divise dall’Aterno, erano proprio il Samnio e il Piceno…E il fiume è ancora una volta limite naturale per la distinzione netta tra una zona portuale a sud dedita al commercio e alla pesca, e una collinare a nord con insediamenti sparsi ma di poca consistenza”. Un’altra tappa storica posta in rilievo è stata quella del periodo longobardo-bizantino (dall’anno 500 in poi ) che apre lo scenario a continue invasioni ai danni della zona litoranea della città per ragioni di controllo del porto. “Notiamo anche qui” – ha spiegato Di Biase – una riprova della dinamica delle due realtà cittadine, un parallelismo che mostra come ad uno sviluppo della zona portuale faccia da contraltare la perdita di rilevanza di quella collinare. In questo clima di invasioni, lo spostamento delle popolazioni dal porto alla collina determinò la creazione di un abitato importante sulla Piana di Colle del Telegrafo dove venne realizzato una torre di avvistamento che diede il nome al luogo: Castellum ad marem. Nacque in questo periodo il borgo altomedievale, intorno alla torre di avvistamento e la zona collinare riacquista prestigio e accoglie gli abitanti del porto in fuga dalle incursioni dei popoli longobardi e bizantini nell’ avvicendarsi per la supremazia sulla costa”. La narrazione è proseguita, poi con una rapida menzione del periodo medievale fino a toccare i secoli XVI e XVII, quando cioè il borgo di Pescara si avvia ad una metamorfosi.

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Così Licio Di Biase ha ricordato che: ”…Il 1500 e il 1600 si sono rivelati anni cruciali per la città, poiché al 1500 risale la costruzione, ad opera di Carlo V, della Piazzaforte, espediente militare e politico per l’esercizio del controllo sull’attività portuale, di fondamentale importanza fino al periodo successivo all’Unità d’Italia, mentre al 1600 risale la nascita della chiesa e della parrocchia della Madonna dei Sette Dolori. Due eventi che hanno determinato gli scenari di Castellamare e di Pescara. La prima, cittadina agricola con case sparse nell’ampia collina, con contadini provenienti dal teramano che ottennero in enfiteusi i terreni da coltivare dai d’Avalos e che furono protagonisti della creazione della parrocchia della Madonna dei Sette Dolori; mentre, la seconda, Pescara, divenne una città-piazzaforte e rimase tale fino alla metà del 1800”. Con chiarezza Di Biase ha disegnato le due realtà nel settecento, fino ad affacciarsi all’ottocento quando, altri eventi, determinarono grandi cambiamenti. Ha proseguito Di Biase: “Purtroppo, non posso dilungarmi nell’articolare in maniera esaustiva tutti i risvolti storici e sociali in merito, poiché richiederebbe tempo, tuttavia, un’ultima riflessione la riservo a due eventi, entrambi risalenti al XIX secolo: da una parte la Riforma francese del Regno di Napoli di Giuseppe Bonaparte che segnò la nascita dei comuni autonomi di Pescara e Castellamare, che si scissero rispetto alle precedenti esperienze amministrative, dall’altra l’avvento della ferrovia, costruita sulla pianura di Castellammare. Con la ferrovia il mondo cambia, le prospettive mutano e soprattutto si affacciano all’orizzonte nuove possibilità di sviluppo e traffici. Castellamare cambia fisionomia. Da cittadina agricola e collinare, diventa città diffusa nell’ampia pianura, dedita ai nuovi commerci e alle nuove attività legate alla borghesia emergente”. Ancora una volta Licio Di Biase si è dimostrato amante e profondo conoscitore della propria terra, verso la quale nutre un profondo ed intenso legame, quel legame che rinsalda e rinverdisce ogni volta attraverso le pubblicazioni, i saggi, i romanzi storici che hanno conquistato l’interesse e il cuore stesso della gente. In chiusura, ha narrato i fatti che condussero nel 1926 alla fusione tra Pescara e Castellamare che determinò la nascita del Comune di Pescara, della quarta provincia abruzzese e la definitiva scomparsa di Castellamare. Far rivivere il passato per comprendere il presente e preparare il futuro rappresenta l’importante missione assunta da Di Biase, secondo anche l’insegnamento tratto dall’autore da una delle citazioni forse a lui più care: “L’ignoranza del passato non solo nuoce alla conoscenza del presente, ma compromette, in questo, l’azione”(Marc Bloch, Apologia della storia).

Licio impegnato nella narrazione della fase finale dell'esistenza di Castellamare - 1926

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Rossella legge brani su Castellamare dell'ottocento

Il gruppo Il Passagalle ai saluti finali

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venerdì 18 – sabato 19settembre ore 21.00

serate spettacolo per raccolta fondi

PARCO dei GESUITI via del Santuario 160

“Simpaticamente cantando 3 “ Venerdì 18 settembre

Luigi Albore Mascia

Berardino Fiorilli

Fausto Di Nisio e la sua Band

Moreno Di Pietrantonio

Guerino Testa

Carlo Masci

Lanfranco Venturoni

Maurizo Acerbo

Alberto Balducci

Elena Seller

Gianni Teodoro

Guido Cerolini Forlini

Sabato 19 settembre

Roberto Renzetti

Marco Alessandrini

Geremia Mancini

Antonio Blasioli

Stefania Pezzopane

Carla Panzino

Giuria Andrea Pastore, Nicoletta Verì, Paolo Mastri de il “ Messaggero “ Licio Di Biase, Camillo D’Angelo, Pasquale Pacilio di rete 8 Biglietto d’ingresso 5 €, per due grandi serate all’insegna della solidarietà, a favore degli amici Aquilani le 4 canzoni, prime classificate, verranno ripetute, per determinare il vincitore della manifestazione

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ANIMAMMERSA al FESTIVAL TRA IL SOLE E LA LUNA

di MONTONE (Te)

5 Agosto 2009 con le riprese di Rai News

Il progetto culturale ANIMAMMERSA - lettere dal terremoto, rabbia e dolore degli aquilani dopo il 6 Aprile - nasce dall'idea di due aquilani, l'attrice di cinema e teatro Antonella Cocciante ed il musicista Carlo Pelliccione (docente di contrabasso al Conservatorio di Campobasso) del Piccolo Teatro Rocchigiano di Rocca di Mezzo. Il progetto prende forma presso il C.E.d'A. (Centro Etnomusicologico d'Abruzzo) di Pineto (Te) e vede coinvolti il gruppo di musica popolare abruzzese Il passagallo ed il filmaker Dino Viani in un format di letture, canti e musiche popolari, immagini e filmati. Le lettere sono la testimonianza diretta della gente aquilana che esterna la propria rabbia ed il proprio dolore attraverso un linguaggio crudo e penetrante. Il medesimo linguaggio e la stessa forma di comunicazione riaffiorano nei canti di tradizione orale in cui nulla è banale, nulla è censurato e proibito, nulla è casuale. Le immagini proposte sono quelle del film Canto 6409 che, presentato da Dino Viani al Festival di Cannes, nasce dall'esigenza di dare una risposta al senso d'impotenza e frustrazione che il terremoto ha portato non solo nella vita delle popolazioni aquilane. "Questo lavoro - aggiunge Viani - vuole essere una delicata neve di primavera che scende su questa terra martoriata come un lungo sudario bianco per coprire le urla dei morti e il pianto dei loro cari rimasti soli".

ANIMAMMERSA

Lettere degli aquilani dalla voce di Antonella Cocciante

Proiezione del film Canto 6409

di Dino Viani

Musiche eseguite dal gruppo di riproposta Il passagallo Graziella Guardiani, canto, flauti dritti, tamburo e castagnole

Guerino Marchegiani, fisarmonica, organetti, voce Marco Giacintucci: violino

Carlo Di Silvestre: chitarra ottocentesca, chitarra battente, voce Davide Conte: tamburi a cornice

con la partecipazione di: Carlo Pelliccione: viola da gamba, canto

Angelo Giuliani: tamburi a cornice

Musiche di Carlo Pelliccione, Carlo Di Silvestre

su testi tradizionali e d'autore.

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STATI GENERALI DEL CENTRO

BOZZA PROGRAMMA IN SINTESI

11-13SETTEMBRE 2009 - CHIANCIANO PARCO FUCOLI

venerdì 11 settembre

ore 11.00 APERTURA LAVORI STATI GENERALI intervengono: On. Lorenzo CESA Segretario Nazionale UDC On. Savino PEZZOTTA Coordinatore Costituente di Centro • I lavori continueranno in ASSEMBLEA PLENARIA ore 18.30 ASSEMBLEA NAZIONALE con i Consiglieri Provinciali e Comunali dell’UDC

sabato 12 settembre ore 09.30 INIZIO LAVORI intervengono: On. Rocco BUTTIGLIONE Presidente Consiglio Nazionale UDC On. Ferdinando ADORNATO Presidente FONDAZIONE LIBERAL • I lavori continueranno in ASSEMBLEA PLENARIA con l’intervento di ospiti vari

domenica 13 settembre ore 09.00 SANTA MESSA ore 11.15 interviene: On. Pier Ferdinando CASINI

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11-13SETTEMBRE 2009 - CHIANCIANO PARCO FUCOLI prenotazioni alberghiere Agenzia Clante Hotels Tel. 0578/63360 - 0578/63037 Fax 057864675 Mail: [email protected] come arrivare a Chianciano Terme In auto Autostrada A1 – uscita 29 (Chiusi-Chianciano Terme) A circa 8 km dall’uscita della A1 si trova il centro di Chianciano In aereo Gli aeroporti di Firenze e di Roma sono i più vicini, e distano da Chianciano rispettivamente km 120 e km 170 In treno Linea ferroviaria Roma- Firenze; Stazione Ferroviaria Chiusi-Chianciano Distanze in km dalle principali città italiane Aosta: 600 - Bolzano: 500 - Cagliari: 490 - Firenze: 120 - Milano: 425 - Napoli: 395 - Trieste: 530 Trento: 440 - Venezia: 385 - Roma: 170 - Palermo: 1200 area dell’evento (Parco Fucoli)

Intervento del Segretario Nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa, all’Assemlbea Nazionale della Costituente di Centro

Care amiche, Cari amici, Voglio innanzitutto ringraziarvi per essere intervenuti a questo nostro incontro di oggi. Come avrete notato, in sala non ci sono soltanto i componenti del Consiglio Nazionale dell’Udc, ma anche molti altri amici di tutte le componenti politiche e del mondo dell’associazionismo laico e cattolico che condividono e partecipano a pieno titolo al progetto della costruzione di un centro forte e nuovo e che stanno lavorando con noi nelle regioni, nelle province e nei comuni per gettare le basi del nuovo partito. Non a caso quella di oggi è la prima assemblea generale dell’Unione di Centro. Il punto di partenza verso un percorso che nei prossimi mesi dovremo affrontare speditamente, ma anche un ulteriore segnale che vogliamo dare all’esterno che il processo che abbiamo avviato è serio, ambizioso e non si fermerà. Solo poche settimane fa, del resto, abbiamo chiesto agli elettori se la strada che abbiamo intrapreso alle elezioni politiche dello scorso anno era giusta e da mantenere. Abbiamo chiesto cioè agli italiani di confermare o respingere attraverso il voto alle elezioni europee ed amministrative la nostra proposta politica, l’idea di costruire un’alternativa concreta di governo a questo bipolarismo ormai rachitico ed inefficiente. Ci siamo presentati da soli alle Europee e nell’85% dei casi da soli alle elezioni amministrative. Gli elettori ci hanno detto di andare avanti: due milioni di italiani hanno dimostrato di avere fiducia in noi e in decine di Province e Comuni i voti dell’Unione di Centro sono risultati fondamentali per costruire alleanze vincenti, mentre Pd e Pdl hanno perso milioni di voti e i referendari che volevano fare al Paese un trapianto di bipartitismo hanno subito una sconfitta durissima e definitiva. 1 Si apre insomma davanti a noi un’occasione grande, forse irripetibile, ed è il Paese ad offrircela. Un Paese che sta comprendendo ogni giorno che passa che questo bipolarismo governato dagli estremi non è in grado di risolvere nessuno dei grandi problemi che lo affliggono, con due scatoloni grandi ma vuoti e fragilissimi come Pdl e Pd tirati con la cordicella da due partiti più piccoli ma capaci di gridare più forte degli altri con la loro carica di populismo come la Lega e L’Italia dei Valori. E’ il momento di cogliere questa occasione e di costruire, dal Centro, un’alternativa moderata e

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riformatrice, laica e rivolta al futuro ma con un grande bagaglio di valori. A partire da quelli della nostra identità di europei cattolici, seria e responsabile ma inflessibile nella difesa delle istituzioni e della Repubblica. Per coglierla dobbiamo dimostrare a noi stessi e agli italiani che siamo in grado di vincere una doppia sfida: farci trovare pronti e crederci. Altrimenti sarà meglio che ci dedichiamo tutti ad altro. Per farci trovare pronti dobbiamo muoverci rapidamente. Prendendo decisioni ragionate ma senza tentennamenti. Subito dopo la sosta di agosto, dall’11 al 13 settembre a Chianciano, nei giorni in cui negli anni passati celebravamo la nostra festa di partito, daremo vita agli Stati Generali del Centro. Non sarà una festa dunque, non è proprio tempo di feste, con gli italiani e le famiglie lasciati soli ad affrontare una crisi drammatica che proprio a settembre rischia di diventare ancora più dura con migliaia di piccoli e medi imprenditori che non sanno se potranno riaprire le loro aziende e centinaia di migliaia di lavoratori che trascorreranno il mese di riposo con l’angoscia di non trovare più il posto di lavoro fra qualche settimana. Feste, festicciole e festini le lasciamo agli altri. E se nemmeno chi ha la responsabilità del Governo in questo momento sente l’urgenza di trovare soluzioni concrete ai problemi del Paese, noi non intendiamo sottrarci e sentiamo ancora più pressante il dovere di fare la nostra parte. 2 Gli Stati Generali saranno una full immersion di lavoro attraverso cui elaboreremo una serie di tesi che costituiranno la piattaforma, insieme al Manifesto di Todi, del nostro nuovo partito. E saranno aperti a tutti coloro che si sentono di Centro e che vogliono tirare fuori il Paese dalle sabbie mobili del bipolarismo. Chianciano dunque ci darà l’occasione per trovarci insieme e discutere della forma partito del nuovo soggetto che vogliamo costruire, del modello organizzativo aperto e plurale che intendiamo darci, delle modalità e dei tempi di adesione in vista del congresso fondativo che si terrà l’anno prossimo, della democrazia interna che vogliamo assicurare a tutti i livelli, dello spazio agli organismi periferici, regionali e provinciali, che dovremo garantire. Non sappiamo ancora quali contorni precisi avrà e come si chiamerà il nuovo partito, perché lo decideremo tutti insieme. Posso già anticipare però quello che non faremo: non faremo né un partito-caserma né una torre di Babele. Subito dopo dovremo dedicarci regione per regione a costruire i nostri programmi per le prossime elezioni regionali del 2010 attraverso una serie di assemblee programmatiche. La nostra bussola saranno i programmi e non le alleanze. E qui vengo all’altra sfida che abbiamo davanti a cui accennavo prima. Oltre a farci trovare pronti, dicevo, dovremo dimostrare di crederci. Credere nel Centro. Solo se saremo all’altezza dell’obiettivo che intendiamo darci – e l’obiettivo è il Governo del Paese, dal Centro – potremo dire la nostra. Cosa vuol dire essere di centro oggi, nel 2009?Vuol dire prima di tutto credere che il Centro è l’unica chance che questo Paese può avere per uscire da una situazione ingessata da quindici anni. Per dargli quella spinta di innovazione e di riforme che gli italiani aspettano da troppo tempo e che destra e sinistra, così svuotate di ogni significato, non sono in grado di imprimere. Vuol dire che dobbiamo smettere di chiedere con chi ci alleeremo. 3 Perché se riduciamo tutti i nostri pensieri, tutta la nostra azione politica, alla scelta di un alleato significa semplicemente che ci consegniamo prigionieri a questo o a quello. E siccome questo o quello sono le due metà uguali e decadenti del sistema che vogliamo mandare in soffitta, se limitiamo il nostro orizzonte a pensare alle alleanze significa che non crediamo in quello che stiamo facendo. E allora meritavano più comprensione quelli che se ne sono già andati perché onestamente hanno preso atto che non ci credevano e avevano capito che stiamo facendo sul serio, rispetto a chi è rimasto per convenienza ma non ci crede o chi non ha capito niente. In un caso o nell’altro non sono queste le persone su cui contiamo per costruire il nuovo partito. Anche perché proprio alle ultime elezioni europee si è visto che è la nostra alternatività a destra e sinistra ad essere capita ed apprezzata. E allora a novembre, in ognuna delle Regioni in cui si voterà, partiremo dai programmi, i nostri programmi, contenenti le proposte concrete di interventi che riteniamo indispensabili per risolvere i

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problemi economici e sociali di quelle regioni. Proposte che presenteremo ai cittadini e agli altri partiti a livello regionale. E solo allora, se qualcuno sarà disposto a condividerle e a realizzarle con noi, potremo allearci. Altrimenti ognuno per la sua strada. Di questo hanno bisogno le nostre regioni e, badate bene, di questo ha bisogno anche l’Italia intera. Oggi il bipolarismo italiano è rappresentato da due grandi contenitori assemblati alla bell’e meglio che si sfaldano e da due partiti più piccoli che approfittano dello sfaldamento dei grandi per rubargli voti e sfaldare l’Italia con il loro populismo irresponsabile. Ho trovato molto efficace la frase di Rutelli sul Pd che sta friggendo. Frigge da quando è nato e purtroppo per loro friggerà ancora, con Franceschini che alza il fuoco sotto la pentola in cui si trova pure lui, tornando a sventolare la bandiera del bipolarismo e della vocazione maggioritaria che rappresentano la migliore garanzia di sconfitta per il presente ed il futuro del Pd. E questo proprio mentre cadono a uno a uno i veli dietro cui si è coperto in tutti questi anni Berlusconi, con gli italiani che assistono sempre più increduli alla distanza tra i loro problemi e le incoerenze del premier, e mentre lo stesso Pdl si sfalda a sua volta. 4 Su questo punto vorrei invitarvi ad una riflessione. Vorrei che rifletteste sul fatto che non è un caso che il Pd soffre la sua crisi più nera soprattutto al nord, dove in teoria dalla dissoluzione dei partiti della Prima Repubblica una forza riformatrice e progressista di centrosinistra avrebbe dovuto riscuotere i maggiori consensi. Come non è un caso che il Pdl stia deludendo di più i suoi elettori proprio a partire dal sud, la terra in cui ha vinto a mani basse fino ad un anno fa, dove la destra aveva fatto cappotto e che ora il Governo si ricorda che esiste solo quando ha bisogno di sottrargli i fondi per destinarli ad altro. E’ proprio dove avevano alimentato le maggiori aspettative che i bluff di Pd e Pdl sono stati smascherati. E fortuna che i cittadini meridionali ormai sono vaccinati e sanno riconoscere gli imbonitori, altrimenti la boutade del Partito del Sud, un partito che mira a raccogliere chiunque sia pronto a tutto pur di conservare il proprio potere personale, finirebbe per rendere ancora più acuti i problemi di questa nostra Italia. Un Paese che la Lega dal nord e il Partito del Sud dal Mezzogiorno vorrebbero tirare come una fune, senza sapere che se si spezza i primi a rimanere a terra sarebbero gli italiani. Tutti gli italiani. Ecco, di un’Italia governata dalla Lega che vorrebbe dividerla col suo federalismo confusionario, con la sua voglia di spaventarci e chiuderci tutti dentro un recinto lasciando fuori il mondo, e di un’opposizione al seguito di Di Pietro che punta pure lui allo sfascio cannoneggiando il Paese dall’estero comprando pagine dei giornali stranieri per sbeffeggiare le istituzioni, siamo stanchi. E come noi credo siano stanchi sempre più italiani. Per questo ci sentiamo in dovere di costruire qualcosa di nuovo. Un nuovo partito che dovrà essere l’architrave del sistema che prenderà il posto di questo bipolarismo dannoso. Dobbiamo farlo da subito, cominciando a imporre la nostra agenda. Difesa del diritto alla vita, riforme economiche, riforma dei servizi pubblici locali, liberalizzazioni, abolizione delle province, tagli mirati alle spese improduttive e incentivi ai lavoratori e alle imprese più produttive, rilancio del sistema infrastrutturale, incentivi allo sviluppo sostenibile, piano straordinario per un rilancio dell’economia meridionale. 5 Quanto il Governo sia sordo a queste esigenze, o timido, lo abbiamo visto anche in questi giorni. Parlano di dialogo e poi non hanno più il coraggio di presentare un provvedimento al Parlamento senza blindarlo con la fiducia. Giustificano per mesi la mancanza di riforme dicendo che non si fanno in tempi di crisi, perdendo mesi preziosi, e poi finalmente si decidono ad ascoltarci sulle pensioni introducendo un collegamento tra aspettativa di vita e età pensionabile. Ma anche qui si dimostrano così timidi da rinviare tutto al 2015, quando servirebbero risorse immediate per impedire che la disoccupazione l’anno prossimo salga al 10% come purtroppo sta avvenendo. Fanno la faccia feroce con le banche, le accusano di strozzare l’economia non concedendo prestiti alle imprese in difficoltà per la crisi, e poi non appena l’Abi alza la voce scopriamo che Robin Hood era un agnellino, pronto a battere in ritirata . Illudono per mesi tutti i proprietari di case che potranno costruirsi una stanza in più, con Berlusconi che passa da una tv all’altra a disegnare villette e condomini e poi si ricordano delle competenze

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delle Regioni e finalmente varano un piano casa realistico destinato alle famiglie più numerose e alle giovani coppie come avevamo chiesto da tempo. Parlano di tolleranza zero contro la criminalità e poi tagliano i fondi alle forze dell’ordine per affidarsi alle ronde caserecce. Deboli con i forti, si dimostrano forti coi deboli imponendo un tetto minimo di reddito per regolarizzare le badanti, come se le famiglie che soffrono di più anche sul piano economico non fossero quelle che molto spesso hanno più bisogno di un aiuto. E potrei andare avanti con decine di altri esempi, ma mi fermo qui perché sono certo che gli amici che interverranno dopo elencheranno altre contraddizioni di questa maggioranza. Quelle della sinistra poi sono sotto gli occhi di tutti. Questo Paese insomma non ha un governo in grado di governare utilmente nonostante una maggioranza senza precedenti e non ha nemmeno un’opposizione in grado di fornire un’alternativa credibile. 6 Noi ci candidiamo a costruire questa alternativa, pronti a lavorare fianco a fianco con chiunque si senta di Centro, senza rivendicare primogeniture. Questo infatti non è un progetto che guarda al passato. Il nostro orizzonte è davanti a noi. E’ il momento di conquistarlo tutti insieme per realizzare l’unica alleanza che ci interessa davvero, quella con l’Italia. Grazie

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Intervento dell’On. Casini alla Camera dei Deputati il 28 luglio 2009

Informativa urgente del Governo sugli intendimenti in materia di partecipazione delle Forze armate italiane alle missioni internazionali (ore 19).

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, onorevole Ministro, se c'era ragione per dubitare dell'utilità di questo dibattito, le parole dell'onorevole Dal Lago hanno adesso provveduto a spazzare via ogni valutazione critica in ordine all'opportunità del medesimo perché, con molta Pag. 79chiarezza, ha ribadito le perplessità della Lega su missioni fondamentali per noi, per la Repubblica italiana, per le Forze armate, per la pace nel mondo, Libano e Kosovo e ha riaffermato sostanzialmente tutto il suo scetticismo dicendo testualmente: vedremo se sarà così facile esportare democrazia. Onorevoli colleghi, siamo venuti in quest'Aula convinti che fosse necessario ristabilire la centralità del Parlamento. Ne siamo lieti e ringraziamo il Presidente della Camera per la sollecitudine con cui ha investito il Governo di questo problema. In secondo ordine, abbiamo ascoltato le parole del Ministro La Russa. Ministro, non mi soffermo - le devo dire la verità: non ne sarei neanche in grado - sui particolari tecnici in ordine alle dotazioni militari di cui lei ha parlato, mi soffermo sui chiarimenti politici che lei ha dato. Cito le sue parole: «Per noi la missione dell'Afghanistan è irrinunciabile e imprescindibile. Il nostro Paese» - ha detto il Ministro della difesa - «sta facendo il suo dovere e intende continuare a farlo». Io sono totalmente d'accordo con lei, mi sento rassicurato dalle sue parole su un punto fondamentale e ritengo che, come me, si debba sentire rassicurato tutto il Parlamento. Il Ministro La Russa ha aggiunto: «Ho chiarito subito gli intendimenti del Governo dopo le parole di Bossi per rispetto ai nostri militari, l'ho fatto prima dello stesso dibattito in Aula». Queste parole di La Russa sono, da parte mia, sottoscrivibili, ma dimostrano, ancora una volta, che se lo stesso Ministro La Russa ha sentito il bisogno, prima del nostro dibattito, di rassicurare i militari, c'era stato qualcosa che aveva creato una situazione di evidente disinvoltura istituzionale con parole inaccettabili da parte non di un cittadino normale, ma del Ministro Bossi, che è il detentore evidente della golden share del Governo in Parlamento, alla Camera e al Senato. Devo dire la verità: in quanto ha detto l'ex Ministro della difesa, l'onorevole Parisi, ho ritrovato una totale condivisione. Condivido l'approccio che ha voluto dare al suo discorso, un discorso di grande significato e caratura istituzionale, ma direi che nelle parole di Parisi e anche in tante parole che lei, Ministro, ha riportato in quest'Aula parlando di missione imprescindibile ed irrinunciabile trovo un filo comune. Sapete qual è il filo comune? È la continuità della Repubblica. Le maggioranze passano, ma i principi fondamentali, i principi che hanno portato l'onorevole Parisi a vincere sui veti della sinistra, di Rifondazione comunista sono gli stessi principi che portano lei, oggi, a rassicurare i nostri militari (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Partito Democratico). Non voglio continuare questo mio intervento, però, voglio terminare rivolgendomi all'onorevole Dal Lago, dicendo alla collega che stimo, pur nella diversa visione politica, una cosa semplice e chiara. Io credo che il Ministro Bossi non abbia parlato né da Ministro né da padre: non ho parlato da Ministro, perché un Ministro deve calcolare gli effetti politici e istituzionali delle sue parole, a meno che, cinicamente, sulle spalle dei militari, non scelga di fare il partito di lotta e di Governo, ma non ha parlato nemmeno da padre, perché come padre avrebbe dovuto avere più rispetto per i padri dei nostri militari, in apprensione dalla mattina alla sera (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Popolo della Libertà - Congratulazioni - Commenti della deputata Dal Lago).

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Giovani UDC Abruzzo

Domenica 2 agosto alle ore 9:30 i Giovani dell'Unione di Centro Abruzzo, condividendo in pieno quelli che da sempre sono stati i cardini del Matteotti e quindi la promozione del senso di appartenenza alla comunità locale, pace e solidarietà (va infatti ricordato che il Trofeo Matteotti è nato con l'obiettivo di ricompattare la Città di Pescara dopo il martirio subito dai pescaresi durante il Secondo conflitto mondiale) hanno garantito la loro presenza a Piazza Duca degli Abruzzi, storica sede di partenza e arrivo della corsa professionistica abruzzese, per promuovere e ribadire la voglia di fare chiarezza sulla base dei fatti accaduti. “La diffusione della pratica sportiva in quasi tutte le società del mondo contemporaneo è il segno evidente dell'importanza che lo sport ha assunto nelle diverse realtà da un punto di vista sociale, economico e politico. Così è stato anche il Matteotti per Pescara” afferma il Responsabile provinciale Giovani UDC Claudio Fasoli. E' impensabile che una manifestazione come quella del Matteotti che tutti gli anni registrava un boom di partecipanti sia stata annullata per mancanza di fondi proprio nell'anno in cui nella città si sono svolti i Giochi del Mediterraneo. “Se è vero che lo sport è parte integrante della cultura di una società e si sviluppa in simbiosi con i cambiamenti che la contraddistinguono” confema il responsabile comunale Giovani Udc Giampiero Di Biase “possiamo senza dubbio affermare che il Matteotti fa parte del bagaglio di tradizioni delle discipline sportive della nostra città e quindi rappresenta parte della memoria storica della stessa”. Il Trofeo Matteotti appartiene alla storia della città di Pescara del dopoguerra e non può essere abolita a causa delle disattenzioni delle istituzioni locali distanti dal territorio. I Giovani UDC parteciperanno all’iniziativa auspicando che per il 2010 la famosa gara ciclistica che ha caratterizzato la città di Pescara possa essere ripristinata. “Noi del giovanile siamo dell'idea” commenta il coordinatore Regionale dei Giovani UDC Francesco Ciattoni “che lo sport debba essere considerato un mezzo di trasmissione di valori universali e una scuola di vita che insegna a lottare per ottenere una giusta ricompensa e che aiuta alla socializzazione ed al rispetto tra compagni ed avversari. Per questo non possiamo accettare passivamente quanto accaduto. Siamo vicini al presidente Renato Ricci e come lui vogliamo chiarezza sui fatti”. Ufficio stampa Giovani Unione Di Centro -Abruzzo- Piazza Della Rinascita, 18; 65122 – Pescara; tel. e fax: 085.27586 e-mail: [email protected]

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UDC – Giovani

A favore del Trofeo Matteotti.

“Carissimi, il Trofeo Matteotti è una competizione ciclistica internazionale per professionisti che si svolge tutti gli anni a Pescara. La competizione è nata nel 1945 grazie all’impegno di un gruppo di appassionati di ciclismo guidati da Fulvio Perna: dopo le macerie della guerra, la gara rappresentava per gli organizzatori un messaggio di pace e libertà. La 64a edizione si sarebbe dovuta tenere il 2 agosto 2009 ma è stata annullata a causa della mancanza di fondi. Quello che non è riuscito a fermare nemmeno la guerra, sarà cancellato dalla cattiva politica Pescarese e Abruzzese. Portiamo il nostro saluto al presidente dell’Unione ciciclistica “Fernando Perna”, Renato Ricci, ricordando che la politica deve essere una missione a servizio del cittadino. FIRMA LA NOSTRA PETIZIONE

http://www.firmiamo.it/”

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Regione Abruzzo Interrogazione del consigliere regionale dell’Udc, Luciano Terra Una interrogazione è stata presentata dal Consigliere Regionale dell’U.D.C. Luciano Terra all’Assessore Regionale ai Trasporti a seguito della chiusura del tratto della Strada Statale n° 5, Tiburtina Valeria tra i comuni di Raiano e Molina Aterno a seguito del sisma del 6 aprile. “Il provvedimento in questione” sottolinea Terra “ sta provocando forti disagi alla popolazione della Valle Subequana, segnatamente agli aspetti che interessano la vita sociale ed economica.” “ La mancata riapertura in tempi brevi di questa importante arteria di comunicazione” ha continuato Terra “ provocherebbe certamente un inasprimento dei disagi derivanti dal rischio di un isolamento di tutto il comprensorio considerato che la stagione invernale è oramai prossima e quanto le precipitazioni in quella zona possano essere abbondanti.” L’interrogazione si conclude con la richiesta di notizie circa i motivi che, ad oggi, impediscono la riapertura di questo tratto di strada e delle iniziative a tal proposito intraprese. L’Aquila i 30 luglio 2009

Interpellanza del Capogruppo Udc alla Regione Abruzzo, Antonio Menna

Una interpellanza è stata presentata oggi, dal Capogruppo dell’UDC in Consiglio Regionale, avv. Antonio Menna, tendente ad ottenere notizie circa il rilascio del nulla-osta necessario per la copertura di un posto da Direttore Medico di Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale di Lanciano, a seguito del trasferimento del dott. Ponziani ad altra Struttura ospedaliera. “L’urgenza della sostituzione del dott. Lorenzo Ponziani” ha esordito Menna “ scaturisce dall’analisi dei dati che mi sono stati forniti, infatti fino al 2005 si è registrato un massiccio ricorso alla mobilità fuori regione, riferita alle sole patologie di competenza ortopedica, con punte di oltre 1000 casi in un anno. A seguito dell’affidamento della Direzione della Struttura in questione nel 2007 al dott. Ponziani si è registrato, immediatamente, un abbattimento della mobilità fuori regione, ma soprattutto, grazie alle pratiche innovative introdotte, una considerevole diminuzione dei ricoveri così detti impropri.” “E’ chiaro” ha proseguito Menna “che del miglioramento del Servizio in termini qualitativi ne hanno beneficiato i residenti e che, un ritorno alla situazione ante 2007, come la mancata sostituzione del dott. Ponziani lascia presagire, risulti inaccettabile.” “Per questi motivi” ha concluso Menna “ho interpellato l’Assessore alla Sanità, Venturoni per sapere se intende concedere il nulla-osta, per altro già richiesto dalla ASL Lanciano-Vasto necessario alla sostituzione del dott. Ponziani, e quali sono i relativi tempi.” L’Aquila li 31 luglio 2009

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Regione Abruzzo – Interpellanza del capogruppo Udc, Antonio Menna

Il sottoscritto Capogruppo UDC avv. Antonio Menna; VISTI i dati forniti relativi alla ASL Lanciano-Vasto, che certificano, inequivocabilmente come, negli anni 1996, 1997 e 1998 la mobilità fuori regione riferita alle sole patologie di competenza ortopedica ammontavano rispettivamente a 681, 743 per toccare i 1038 dell’ultimo anno in esame; CONSIDERATO che, a seguito dell’affidamento nel 2007 al dott. Lorenzo Ponziani della Direzione della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia dello Stabilimento Ospedaliero di Lanciano, si è registrato, immediatamente, un abbattimento del ricorso alla mobilità fuori regione dovuta soprattutto alle pratiche innovative introdotto dal Direttore Medico in questione, oltre ad una considerevole diminuzione dei ricoveri cosi detti impropri, cosa che ha generato un risparmio notevole in termini finanziari per la ASL; CONSIDERATO altresì che il dott. Ponziani ha prodotto domanda di trasferimento ad altra ASL e che, senza una sua immediata sostituzione il percorso virtuoso intrapreso verrebbe inevitabilmente a cessare con danni notevoli per le popolazioni residenti in quel comprensorio; ACCERTATO che, al momento attuale le tre Strutture Complesse di Ortopedia (Lanciano, Vasto, Atessa) della ASL Lanciano-Vasto sono governate dal solo Direttore dello stabilimento ospedaliero di Atessa; RITENUTO, quindi, urgente e non rinviabile la nomina del sostituto del dott. Ponziani

INTERPELLA L’Assessore alla Sanità Venturosi per sapere se intende concedere il nulla-osta alla ASL Lanciano-Vasto, necessario per la sostituzione del dott. Ponziani ed i tempi relativi. L’Aquila luglio 2009

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Regione Abruzzo –

Interrogazione del Consigliere Regionale dell’Udc, Luciano Terra sull’interdizione al traffico sulla Tiburtina Valeria

Il sottoscritto Consigliere Regionale del Gruppo consiliare UDC, Luciano Terra; CONSIDERATO che, a causa del sisma del 6 aprile, le Autorità competenti hanno adottato un provvedimento di interdizione al traffico sulla S.S. n° 5 (Tiburtina Valeria); ACCERTATO come il provvedimento in questione ha provocato forti disagi alla popolazione della Valle Subequana, segnatamente agli aspetti che coinvolgono la vita sociale ed economica; RITENUTO altresì che la mancata riapertura in tempi brevi di questa importante arteria di comunicazione potrebbe provocare un inasprimento dei disagi sopra rappresentanti in quanto ci avviciniamo alla stagione invernale ed il comprensorio in questione rischierebbe un sostanziale isolamento;

interroga l’Assessore ai trasporti della Regione Abruzzo per conoscere i motivi che impediscono la riapertura di questa importante strada statale e quali sono le iniziative intraprese. L’Aquila li 30 luglio 2009

Chieti, 1 Agosto ’09 – Sabato, S. Alfonso - Anno XXX n. 261 - www.abruzzopress.info - [email protected] - Tr. Ch 1/81

Nuovo ABRUZZOpress >>> Nazionale Servizio Stampa - CF 93030590694 - Tel. 0871 63210 - Fax 0871 404798 - Cell. 333. 2577547 - Dir. Resp. Marino Solfanelli

La Diocesi di Pescara-Penne “cambia” in comunione

Continua l’avvicendamento dei parroci PESCARA, 1 Agosto ’09 - Annunciate oggi le nomine dei nuovi parroci della Arcidiocesi di Pescara-Penne.

Dopo aver affidato la parrocchia dei Santi Innocenti Martiri in Montesilvano a don Remo Chioditti e la parrocchia del Cuore Immacolato in Pescara a don Emilio Lonzi e a don Christian Di Biase (vicario parrocchiale), Mons. Tommaso Valentinetti muove ancora alcune pedine «per completare il cambiamento – afferma lo stesso presule – per dare maggiore organicità al servizio pastorale e per rispondere alle esigenze delle comunità». I nuovi “nomi” sono don Antonio Del Casale, già parroco di Gesù Buon Pastore in Pescara che nel pomeriggio del 30 agosto si insedierà nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova in Montesilvano. Il sacerdote, classe ’65, sostituirà don Antonio Rapagnetta. Il posto di don Del Casale, invece, sarà affidato all’amministrazione di don Rodolfo Soccio, parroco della B.V.Maria del Rosario e al servizio di don Luca Anelli, ex rettore del santuario del Beato Nunzio Sulprizio.

In attesa del nuovo parroco è anche Spoltore: la parrocchia di San Panfilo, del centro cittadino, sarà consegnata nel mattino del 30 agosto a don Rinaldo Lavezzo, cappellano della Polizia e parroco della Trasfigurazione del Signore in Pescara. Il sacerdote, classe ‘46, sostituisce don Augusto Gobeo, già trasferito come amministratore parrocchiale di Santo Stefano Protomartire in Cugnoli. La comunità della Trasfigurazione sarà invece assegnata al parroco di San Giovanni Battista e San Benedetto, don Massimo Di Lullo e a don

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Venanzio Dell’Aquila (vicario parrocchiale). «Continuano in questo modo – specifica l’arcivescovo – progetti di collaborazione fra le parrocchie, segni evidenti del cammino di comunione già avviato in diocesi. Sono certo che i fedeli saranno lieti di collaborare con i parroci e andranno oltre i particolarismi aiutando i pastori nel loro servizio».

Nominati inoltre nuovi Canonici del Capitolo Metropolitano dell’Arcidiocesi. Sono don Camillo

Smigliani, don Umberto Franchi, don Ermete Palombo, don Pietro Leone, don Mario Masneri, don Arturo Fatibene, don Michele D’Andrea. Canonici onorari, invece, don Roberto Bertoia, don Antonio Di Giulio, don Antonio De Grandis, don Remo Chioditti, don Giovanni Gaspari. «È un segno di stima e riconoscenza della Chiesa locale – conclude Valentinetti – nei confronti di quei sacerdoti che hanno dato loro stessi per questa diocesi e per la Chiesa».

Per informazioni: don Simone Chiappetta, 3393693135

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