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LIBRO DELLANIMATORE

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LIBRO DELL’ANIMATORE

(D)IO, LA GRANDE BELLEZZA - Campo scuola settore Giovani per l’estate 2017

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(D)IO, LA GRANDE BELLEZZA

Introduzione

Il nostro è il tempo del “mordi e fuggi” e del “tutto e subito”, un tempo sempre più scandito

da corse tra università, lavoro, parrocchia, amici, casa, palestra. Le relazioni personali vengono col-

tivate tra impegni programmati e scadenze alla mano, e così sempre più limitato appare il tempo

dedicato a sé stessi e al rapporto con Dio. “Non fermarsi mai” sono le parole d’ordine. Eppure la

fretta che caratterizza ogni nostra azione, trascinandola nel vortice del tempo e dell’“ora non pos-

so”, rischia di farci perdere le coordinate e di non cogliere il valore bello che risiede in quello che ci

circonda e in quello che viviamo. Eppure arriva un tempo prezioso, atteso, preparato e cercato, il

tempo estivo in cui, liberi dagli ultimi esami o attività lavorative, ci riscopriamo bisognosi di cose

semplici, leggere, meno cariche ma non per questo svuotate di senso. Una giornata in spiaggia o in

montagna, quel libro in cui aspettavamo di immergerci da un po’, quella passeggiata con il nostro

migliore amico che vive lontano, un tuffo tra luoghi da visitare e gente da incontrare. È un affac-

ciarsi al bello, quello che l’ordinarietà della vita con i suoi ritmi sembra quasi offuscarci.

(D)io, la grande bellezza è la proposta di un tempo dedicato, quello del campo estivo, in cui

il giovane sarà accompagnato a riconoscere quanto di bello arricchisce la propria vita e a ritrovare il

senso autentico della Bellezza: quella che può apprezzare in un prato fiorito, in un tramonto, in un

paesaggio, nella luce che promana dagli occhi di un amico, in un quadro, in una musica, in alcune

città, in culture diverse... in tutto ciò che è visibile agli occhi, insomma. Ma non basta vedere. Il fi-

losofo Jiddi Krishnamurti, nelle sue Meditazioni, nell’affrontare il tema della bellezza dice che «se

volete imparare qualcosa che riguardi una foglia, un fiore, una nuvola, un tramonto o un essere u-

mano, dovete guardarli con tutta l’intensità del cuore». È uno scorgere l’anima e non la facile appa-

renza delle cose. Vuol dire innanzitutto lasciarsi toccare dal bello, che secondo la visione agostinia-

na eleva l’animo al Signore, origine di tutta la Bellezza creata, e di conseguenza uscirne persone

rinnovate.

Per un giovane cos’è la Bellezza e cosa vuol dire farne esperienza? Quale approccio viene

vissuto con ciò che lo circonda? Il bello viene associato ad un’immagine che colpisce l’emotività o

che porta ad ammirare la natura profonda delle cose? Costituisce ancora un valore, un obiettivo o

uno strumento?

Il richiamo all’atteggiamento della peccatrice, ma ancor di più allo sguardo misericordioso di Gesù

che riesce a cogliere la sua bellezza autentica, ci riporta all’esortazione «Beati i puri di cuore, per-

ché vedranno Dio» (Mt 5,8), invitandoci a utilizzare l’alfabeto semplice del cuore, genuino, sgom-

bro da pregiudizi e capace di cogliere la bellezza del Creato e del suo Creatore.

Ad accompagnare i nostri giovani in questo percorso, sarà un testimone laico, del quotidiano, come

Giuseppe Impastato, a tutti noto come “Peppino”. Un testimone limite, ma al tempo stesso un e-

sempio alto di qualcuno che nonostante tutto è stato in grado fare delle autentiche scelte rivoluzio-

narie.

Obiettivo generale

Il giovane sarà accompagnato a scoprire nel proprio cammino i segni di vita bella, a com-

prendere di essere figlio amato da Dio, a scorgere la bellezza interiore propria e degli altri, e ricono-

scersi strumento per poter parlare di Dio e per arrivare al cuore degli uomini.

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Icona biblica

Dal Vangelo secondo Luca (7,36-50) 36

Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a ta-

vola. 37

Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fari-

seo, portò un vaso di profumo; 38

stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli

di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39

Vedendo que-

sto , il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale

genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!”. 40

Gesù allora gli disse: “Simone, ho da dirti qualcosa”. Ed egli rispose: “Di’ pure, mae-

stro”. 41

”Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquan-

ta. 42

Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà

di più?”. 43

Simone rispose: “Suppongo sia colui al quale ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai

giudicato bene”. 44

E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato

in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e

li ha asciugati con i suoi capelli. 45

Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato,

non ha cessato di baciarmi i piedi. 46

Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso

i piedi di profumo . 47

Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto

amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco”. 48

Poi disse a lei: “I tuoi peccati sono per-

donati”. 49

Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è costui che perdona anche i pecca-

ti?”. 50

Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!”.

Commento e riflessione

Questo episodio del Vangelo è sempre attuale; ci rivela Gesù come perfetta icona del volto

di bellezza e di amore: la bellezza del suo sguardo amorevole che scruta i cuori non per giudicare,

ma per riaccendere in essi il desiderio della santità vera, la pazienza di un amore che mai si stanca

delle cadute che macchiano quella bellezza originaria che è in noi, ma che sempre cerca nuove vie

per raggiungerci. Ci dice inoltre che anche la creatura umana è capace di amore e di grande bellez-

za.

Durante una cena in casa di un fariseo, in cui era presente Gesù, mentre i convitati sono a ta-

vola, entra all’improvviso – inattesa – una donna, «una peccatrice di quella città» (v. 37) nota per la

sua condotta disordinata immorale da macchiare ed offuscare la sua bellezza interiore. Quale scan-

dalo per il fariseo irreprensibile e per tutti i commensali che senza dubbio sono tutti di buona repu-

tazione attenti all’esteriorità e alle apparenze. E’ una donna coraggiosa ed intraprendente, affronta il

rischio del rifiuto, del disprezzo e della condanna, non si cura degli sguardi di sdegno e del segreto

giudizio spietato dei presenti. Entra e subito, senza dir nulla, va verso Gesù, si prostra ai suoi piedi

e, quasi stando nascosta, glieli lava con le proprie lacrime, glieli asciuga con la sua lunga capigliatu-

ra, glieli bacia e li unge con olio profumato. I gesti sono spontanei e sicuri, di colei che dinanzi al

Signore riconosce i suoi errori e vuole recuperare la sua bellezza originaria macchiata dalle sue a-

zioni negative.

«Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé...» (v. 39). L’uomo non ha il co-

raggio di dire ad alta voce quello che pensa, non gode di quello che vede, avviluppato in se stesso e

sicuro della sua rispettabilità e saggezza, formula dentro di sé un duplice giudizio: la donna è una

peccatrice e Gesù non è un profeta, altrimenti saprebbe che specie di donna è colei che lo tocca.

È Gesù che rompe il silenzio.

«Simone ho da dirti qualcosa...» (v. 40). Gesù è l’unico che scruta i cuori, che conosce il

cuore della donna e per questo l’accoglie; come pure conosce il fariseo e legge nei suoi pensieri, e

per questo vuole parlargli, vuole toccare il cuore di quell’uomo molto deferente che chiuso

all’amore e prigioniero dei suoi pregiudizi non riesce a guardare “oltre”, cieco nel suo sguardo.

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Gesù invece di commentare o di discutere sulla situazione, racconta una storia: «Un credito-

re aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che

restituire, condonò il debito a tutti e due» (vv. 41-42). Simone risponde bene ma non capisce che la

parabola lo tocca personalmente, non si sente chiamato in causa, tanto è arroccato nella sua giustizia

umana soddisfatta. Gesù, allora, deve penetrare ancora più in profondità per convertire i suoi occhi

e il suo cuore; da esperto Maestro, fa lui stesso l’applicazione della parabola alla situazione concre-

ta. «Vedi questa donna?» (v. 44). Gesù invita il fariseo a guardare la donna in maniera nuova,

nell’intimo, nei suoi occhi sinceri e penitenti. E’ vero che è una peccatrice, come lo è anche Simone

che giudica con apparenza, ma questa donna ha desiderio di riconquistare la sua identità di donna, la

sua bellezza. Per ben tre volte Gesù mette a confronto il comportamento del fariseo con quello della

donna: «tu non hai (...), lei invece». Non vuole essere un elenco di inadempienze. Gesù vuol far u-

scire da quest’uomo dal suo mondo chiuso, fatto di separazioni e di proibizioni. Lo invita ad ammi-

rare la bellezza dell’effusione del cuore, ad inebriarsi del profumo, a contemplare i gesti inaspettati

e creativi di gratuità e libertà, a stupirsi della generosità disinteressata, ad apprezzare il coraggio ca-

pace di rischiare. Il fariseo è chiamato ad una conversione interiore, a riscoprire la bellezza che gli

permette a sua volta di guardare alla donna peccatrice con occhi nuovi.

Gesù riassume i gesti delicati e appassionati della donna in una parola: amore. L’amore na-

sce dal sapersi amato, l’amore spinge al dono e provoca il per-dono, l’amore salva la bellezza. Ecco

la dichiarazione di Gesù: «sono perdonati i suoi molti peccati perché ha molto amato. Invece colui

al quale si perdona poco, ama poco» (v. 47). È una bellezza a volte sepolta, quasi soffocata da tante

durezze, da tanti giudizi e pregiudizi e per questo bisognosa di venire liberata, salvata, convertita.

Una bellezza che, infine, nel silenzio, non punta il dito contro il fratello ma tutto attende, che ha il

volto dell’amore di chi, sapendosi amato e perdonato, sa a sua volta donare amore e perdonare sen-

za indugio. «La tua fede ti ha salvata; va in pace!».

Un’attività per tutti i giorni di campo Ogni giorno occorre trovare una parola che sintetizzi quanto vissuto durante la giornata, in

modo tale che al termine del campo sia più agevole effettuare una sorta di ripasso di quello che è

stato affrontato nei giorni passati insieme. Questo compito potrebbe essere affidato alla squadra che

si occupa del servizio di cronaca e giochi.

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Primo giorno

VORREI MA NON POSSO La bellezza delle piccole cose

MATTINA

Obiettivo: Riconoscere la bellezza nelle cose semplici, quelle di cui ci serviamo ogni giorno per conoscere il mon-

do.

Idee di fondo: Tramite la privazione dei cinque sensi si vorrebbe metaforicamente esprimere quanto siano indi-

spensabili per arrivare a comprendere che le cose più belle della vita le abbiamo sotto gli occhi tutti

i giorni spesso senza rendercene conto.

Attività del mattino MATERIALE: Tappi per le orecchie e mollette tappa naso, video, bende, guanti di plastica.

DESCRIZIONE: L’attività dovrà essere molto pratica:

- OLFATTO e GUSTO: Durante la colazione i ragazzi mangeranno con il naso tappato, ver-

ranno quindi privati della sensibilità olfattiva e gustativa attraverso un “tappa naso” come

quello utilizzato dai nuotatori.

- UDITO: Pensare a un video, un’intervista, uno spezzone di un film. Mostrarlo ai ragazzi to-

gliendo l’audio nei pezzi clou.

- VISTA: I ragazzi vengono bendati. L’attività consiste nel fare descrivere ad alcuni una cosa

bella: un quadro, il paesaggio (essendo il primo giorno, non conosceranno bene il panorama

che si può apprezzare dalla casa del campo scuola). Oppure i ragazzi vengono raggruppati in

una stanza al buio e si organizza una ricerca di oggetti.

- TATTO: Si utilizzano dei guanti (di plastica) per parte della mattinata, privando i ragazzi

dell’esperienza sensoriale più comune. In più si prevedono dei percorsi da fare scalzi (o

prima con le scarpe e poi scalzi): sulla ghiaia, poi sull’erba, poi sul pavimento, eccetera.

POMERIGGIO

Obiettivo:

Prendere coscienza di come la bellezza possa essere riscoperta nelle esperienze quotidiane, facen-

dosi aiutare da chi questa consapevolezza l’ha già raggiunta (testimonianza).

Idee di fondo: Proviamo a guardare le piccole cose dalla prospettiva di chi apparentemente è privato di strumenti

per godere delle bellezze quotidiane.

Attività del pomeriggio MATERIALE: Intervista a Ezio Bosso, il libro Oscar e la dama in rosa, il libro Il Resto è Tuo di

Ale T., il video di Simona Atzori, il film Quasi amici o simili.

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DESCRIZIONE: Ci si confronta sull’esperienza della mattina: quali sensazioni, emozioni si sono

provate? Sarebbe interessante potersi confrontare con una persona disabile che possa raccontarsi e

raccontare come sperimenta la bellezza nella propria vita.

Per approfondire, ci si può aiutare con il materiale dell’Allegato 1.1.

Canzone del giorno:

«L’unico pericolo che sento veramente

è quello di non riuscire più a sentire niente».

(Jovanotti, Fango)

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Secondo giorno

DI CHE BELLEZZA SON CREATO? Bellezza e Interiorità

MATTINA

Obiettivo: Riflettere sul concetto di bellezza che il mondo propone, provando a:

- scoprire i limiti insiti nella visione consumistica della bellezza che conduce l’uomo a con-

formarsi all’altro;

- far emergere ciò che i giovani sentono e vivono come realmente bello.

Idee di fondo: «Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la pa-

ura e l’omertà». Le parole di un giovane, Peppino Impastato, ci dicono che la bellezza va insegnata,

va trasmessa, ma soprattutto sentita e vissuta. La bellezza è così! Bisogna sentirla dentro di sé, deve

trasmettere qualcosa di diverso, di nuovo, che smuove i sensi e le emozioni. Tuttavia una società

volta al consumismo, alla moda massificante rischia di dimenticare che il bello nasconde un signifi-

cato più profondo di quello puramente esteriore. La riscoperta della Bellezza intrinseca delle cose si

traduce nel concreto invito a leggere i segni belli dei tempi nella propria vita, in quella degli altri,

nella storia e nel mondo.

Attività del mattino MATERIALE: riviste, cartelloni pennarelli, PC e quant’altro può risultare utile alla presentazione

del progetto (approfondimento per gli animatori nell’Allegato 2.1).

DESCRIZIONE:

- 1a parte del gioco: i ragazzi vengono suddivisi in quattro squadre, ognuna delle quali dovrà

presentare a una giuria di animatori e alle altre squadre concorrenti la visione della Bellezza

nel loro contesto assegnato. I contesti sono: social network, magazine, Chiesa, scienza, a-

genzia di fotomodelle, arte, ecc... Per esempio, la squadra dei social network dovrà prima

presentare “cos’è considerato bello” nel proprio contesto, in modo da convincere la giuria a

preferirlo sugli altri.

“Bello”: non deve essere il bello buonista e meramente estetico, ma ciò che attrae in quel

contesto (il gossip spiccio del magazine, misure perfette per le fotomodelle, l’amore di Dio

nella Chiesa e il numero di like del social).

- 2a parte del gioco (opzionale): si possono preparare degli stimoli mirati (domande, provoca-

zioni) a cui ogni gruppo può rispondere a suo modo aprendo un dibattito tra le squadre con-

correnti. Si può prevedere infine una discussione in gruppi in cui i giovani potranno condi-

videre come si è vissuto il gioco e provare a riflettere sulla bellezza, letta con gli occhi del

giovane che vive questo tempo e questa realtà.

POMERIGGIO

Obiettivo: Riconoscersi come bellezza pensata e creata da Dio, partendo dal riscoprire l’esperienza di un

Dio che si è fatto uomo e di un uomo fatto a Sua immagine e somiglianza.

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Idee di fondo: «Il Signore replicò a Samuele: “Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scar-

tato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il

cuore”» (1 Samuele 16,7). Quante volte è capitato di sentirci fuori luogo, incapaci, imperfetti?

Quante volte abbiamo vissuto situazioni in cui abbiamo sentito il peso dei nostri limiti, dei nostri di-

fetti? E seppur imperfetti, come la peccatrice, Dio ci conosce da sempre e ci guarda con sguardo

misericordioso perché ci ama. Il giovane, che prende consapevolezza di sé alla luce del suo legame

con il Creatore, scopre il desiderio di seguire il Padre, di stringere questo legame, di coltivarlo nel

quotidiano, di sedimentarlo soprattutto quando quel filo sembra rompersi. In questo scopre la sua

Bellezza, quella di uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio.

Attività del pomeriggio MATERIALE: Allegato 2.2, eventuali altri personaggi esterni e relative domande in base

all’approfondimento proposto.

DESCRIZIONE: I giovani saranno condotti in un luogo in cui potranno entrare in contatto con il

Creato (se non è possibile, si ricostruisce un’ambientazione legata alla natura). In questo luogo, vi-

vranno un momento di deserto guidato (con la scheda Io e il creato, Io nel creato dell’Allegato 2.3),

in cui tra i tanti doni naturali (gli alberi, il mare, il cielo, ...) ci sono anche loro.

Il deserto individuale può essere preceduto da presentazioni di alcuni personaggi (animatori, perso-

ne esterne esperte e altri) che evidenziano le tante diverse bellezze presenti nel Creato: come la bel-

lezza dei cicli naturali, la biodiversità delle specie e la perfezione del corpo umano... e ogni perso-

naggio può suggerire al ragazzo un nuovo spunto di riflessione con domande specifiche ulteriori.

Per esempio un eventuale esperto in botanica/zoologia potrebbe proporre ai ragazzi le seguenti do-

mande:

- Hai mai pensato a quante specie diverse vivono in un semplice prato?

- Hai mai riflettuto su quanto è complessa l’organizzazione delle catene alimentari?

- Ti sei mai reso conto di quanto sia profondamente vera l’affermazione “la vita sulla Terra

dipende dal Sole”?

Oppure un medico che venga a parlare del funzionamento del corpo umano può chiedere:

- Vi rendete conto di quanto è perfetta la “macchina” che ci tiene in vita?

- Riflettete mai sulla complessità del nostro sistema nervoso che ci garantisce una “coscienza

di se”?

- Capite che è un delitto contro il Creatore avere atteggiamenti autolesionisti o sfidare la mor-

te a spregio della bellezza della vita?

Un ingegnere/scienziato che venga a raccontare i grandi progressi ottenuti dall’uomo può chiedere:

- Vedete quanto prodigioso è il raziocinio di cui siamo stati dotati (noi e non gli altri animali

presenti sulla Terra!)?

- Cosa ne pensate del mandato a impiegare al meglio le risorse per il benessere di sempre più

uomini sulla Terra?

Si scopriranno pensati e creati da Dio e allo stesso tempo di essere creature poste nel Creato per a-

verne cura e per vivere in armonia col bello che li circonda. Prenderanno consapevolezza che tutto

ciò è dono d’amore di un Dio creatore e padre amorevole. È l’incontro con il suo Amore che con-

verte i nostri cuori.

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Terzo giorno

OLTRE I CONFINI DI UNO SGUARDO

MATTINA

Obiettivo: Imparare a guardare in profondità sé stessi e gli altri per riscoprire la bellezza di accogliere e di a-

mare.

Idee di fondo: Il brano del Vangelo di Giovanni presenta una situazione in cui è semplice cadere nell’errore di giu-

dicare l’altro, evidenziando i suoi errori e i suoi limiti, piuttosto che i suoi doni e le sue potenzialità.

Gesù però invita il fariseo e ognuno di noi a guardarsi dentro e a maturare un’interiorità semplice e

umile; solo in questo modo si riesce a riscoprire la bellezza dell’altro, quella nascosta, che va al di

là dell’estetica, che si trova solo guardando nel profondo.

Aiutiamo i ragazzi a riflettere sulla propria interiorità, ponendo attenzione a come le proprie inten-

zioni ed emozioni si manifestano in realtà attraverso parole e segnali che non sempre vengono per-

cepiti dall’altro come crediamo. Questo permetterà di capire l’importanza di andare al di là di tutto

quello che si osserva, per conoscere davvero l’altro.

Attività del mattino MATERIALE: Specchi (uno per coppia), fogli con le domande, griglia per l’osservazione, penne.

DESCRIZIONE: Si introduce ai ragazzi l’incontro spiegando loro sommariamente che si toccherà

il tema delle relazioni con l’altro, senza aggiungere spiegazioni su ciò che succederà in seguito.

A ciascun ragazzo verrà consegnato un foglio con scritte le seguenti domande (Allegato 3.1):

1. Qual è la prima cosa a cui pensi la mattina?

2. Ti senti amato? Se rispondi sì, da chi? Altrimenti, perché?

3. Racconta un’occasione in cui ti è capitato di giudicare qualcuno.

4. Racconta quando invece ti sei sentito giudicato.

5. Qual è la cosa che ti rende più felice?

6. Qual è il tuo film preferito?

7. Cosa ti piace fare di più per gli altri?

8. C’è stata un’occasione in cui ti sei sentito diverso?

9. E una in cui sei stato tu a far sentire diverso qualcuno?

Viene concessa ai ragazzi una decina di minuti per riflettere singolarmente su questi spunti.

Per la condivisione si dividono i ragazzi in coppie: a turno un ragazzo sarà l’osservatore e porrà le

domande e l’altro risponderà alle domande ad alta voce. I componenti della coppia si siedono uno di

fronte all’altro. Il ragazzo che si racconta dovrà tenere davanti a sé uno specchio e guardarsi mentre

risponde alle domande che il compagno gli pone (saranno le stesse domande su cui hanno riflettuto

in precedenza). L’altro ragazzo, l’osservatore, ascolterà le risposte e avrà a disposizione una griglia

che lo guida nell’osservazione di alcune caratteristiche dell’altro. La griglia chiederà di attribuire un

punteggio da 1 a 5 nelle seguenti categorie: sincerità, spontaneità, imbarazzo, paura, altro...

Quando il primo ragazzo finisce, si invertono i ruoli.

Nel momento di condivisione finale si chiederà a ciascuno di riportare quanto osservato mentre il

compagno parlava e si inviterà il ragazzo, che si è guardato allo specchio, a riferire se ciò che l’altro

(D)IO, LA GRANDE BELLEZZA - Campo scuola settore Giovani per l’estate 2017

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ha percepito coincide con quello che lui ha visto guardandosi allo specchio. Per guidare la riflessio-

ne finale, rimandiamo gli animatori all’Allegato 3.2.

POMERIGGIO

Obiettivo: Imparare a conoscersi e a conoscere l’altro per costruire la cultura dell’incontro e limitare

l’isolamento nella comunità.

Idee di fondo: La chiusura verso l’altro, così come trapela dal brano di Vangelo, rischia di imprigionarci nelle eti-

chette che gli altri ci impongono. Quante volte i paletti del pregiudizio verso un passato, una situa-

zione non bella, limitano la possibilità di crescita e di riscatto nella comunità in cui viviamo? Basti

pensare all’esperienza di una persona che ha commesso un reato o che ha un brutto passato. Portia-

mo i ragazzi a riflettere su come evitare l’isolamento e favorire l’integrazione dell’altro, visto come

portatore di bellezza.

Attività del pomeriggio MATERIALE: Fogli, smartphone o altro per realizzare il video.

DESCRIZIONE: Al gruppo viene chiesto di stilare un decalogo: 10 regole su come vivere le rela-

zioni per far risplendere la bellezza dell’altro e del vivere insieme all’interno del contesto in cui vi-

vi. Quando il gruppo avrà terminato di scriverle, dovrà scegliere quella che secondo loro è la più si-

gnificativa e, in pochi minuti, realizzare un video che la rappresenti al meglio. Al termine

dell’incontro, i video di tutti i gruppi verranno montati insieme in un unico filmato. È quindi consi-

gliabile che prima di realizzare i video gli animatori dei vari gruppi si confrontino sulla regola scel-

ta, per evitare di mettere in evidenza più volte lo stesso atteggiamento. Le regole potranno poi esse-

re riportate a tutti, come frutto della giornata, durante la celebrazione, scegliendo di mostrare il vi-

deo o di prevedere diverse modalità.

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Quarto giorno

LA BELLEZZA DELLA DIVERSITÀ

MATTINA

Obiettivo: Riflettere sull’importanza di coltivare un atteggiamento di apertura, conoscenza e rispetto verso chi

ha una cultura diversa dalla nostra, facendo maturare nei ragazzi un senso critico che non li porti ad

accontentarsi della prima notizia estrapolata da un qualsiasi social network, ma ad approfondire, per

farsi una propria opinione personale che possa predisporli ad un dialogo.

Idee di fondo: «Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai

un capretto per far festa con i miei amici» (Lc 15,29); un figlio che sente di non aver ricevuto quan-

to merita per essere stato sempre impeccabile, un figlio che si ritiene vittima di un’ingiustizia da

parte del padre. E poi il puntare il dito verso l’altro fratello, «ma ora che è tornato questo tuo figlio,

il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso» (Lc

15,30). È viva la difficoltà, quindi, di accogliere il fratello nonostante la diversità, il limite, la diffi-

coltà. Non è forse quello che accade nella società odierna? Non evitiamo forse l’altro perché è di-

verso e non simile a noi? La diversità tra culture è vissuta come limite o come ricchezza? Si riesce a

ragionare in una logica di apertura al dialogo e al confronto, diventando collaboratori per la costru-

zione della pace e dell’accoglienza?

Attività del mattino MATERIALE: Articoli di giornale, commenti tratti da social network, video, ... (vedi a esempio

Allegato 4.1)

DESCRIZIONE: L’attività si suddividerà in due parti: una più personale e l’altra da svolgere nei

rispettivi gruppi. Nella prima, i ragazzi saranno liberi di muoversi fisicamente e senza un percorso

prestabilito in mezzo a notizie (posizionate in maniera sparsa in una zona circostante la casa) ri-

guardanti un tema che tocchi la questione della diversità culturale, come può essere quello forte-

mente attuale dell’immigrazione.

Facciamo in modo di mettere a loro disposizione documentazioni di ogni genere, da quelle positive

e favorevoli all’accoglienza, a quelle negative e inclini al razzismo, soprattutto provenienti da fonti

varie (articoli di diversi giornali, screenshot di commenti tratti da Facebook e Twitter, video, docu-

menti online, ecc...).

Una volta tornati nei rispettivi gruppi, può iniziare la seconda parte dell’attività, che consisterà nel

creare un dialogo tra i ragazzi chiedendo loro, alla luce di quello che hanno potuto leggere e vedere,

cosa li ha maggiormente colpiti. È importante che si crei un sano clima di confronto, nel quale tutti

si sentano liberi di parlare e di esporre le proprie idee, siano esse positive o negative. L’animatore

avrà un ruolo fondamentale all’interno di questo dialogo, per guidare i ragazzi a capire le vere mo-

tivazioni che li portano a fare determinati pensieri e a capire se questi siano realmente nati da loro o

se siano invece frutto di un’influenza esterna. È importante confrontare fonti diverse per leggere

una notizia sotto più punti di vista, non dimenticando mai di avere al riguardo forte occhio critico.

Cerchiamo di far vedere ai ragazzi come in ogni situazione sia necessario un compromesso tra i due

estremi o “estremismi”. Nell’accogliere una diversa cultura serve la giusta apertura, che sia ben di-

stante da una concezione razzista, consapevole del fatto che chi ci troviamo davanti è un essere u-

mano esattamente come noi ma, proprio per questo, tale apertura non deve neanche sfociare nel

“buonismo”, che non è certamente la soluzione migliore per operare il bene comune. La via corretta

(D)IO, LA GRANDE BELLEZZA - Campo scuola settore Giovani per l’estate 2017

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sarebbe quella della collaborazione tra più parti, perché per accogliere e aiutare non si può mai esse-

re da soli.

POMERIGGIO

Obiettivo: Cogliere nella diversità culturale non un limite, bensì una ricchezza donata che matura

nell’incontro, nello scambio e nel confronto con culture diverse. Rendersi conto che siamo tutti figli

di un unico Padre e per questo dunque, bisognosi di amore e rispetto.

Idee di fondo: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, per-

ché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (Lc 15,31-

32). La parabola del padre misericordioso sembra aprirci uno spaccato fondamentale della diversità:

bisogna ricordare che si è tutti figli di un unico Padre e tutti quindi bisognosi di amore e rispetto. Le

difficoltà di incontro e dialogo sono dettate, molto spesso, dal pregiudizio e dall’essere restii verso

chi non la pensa come noi o non professa il nostro stesso credo. Il dialogo interreligioso diventa,

dunque, una via privilegiata per far crescere, nella società odierna, una cultura della Pace. La diffi-

denza o la convinzione che la propria religione sia quella “giusta” sono ostacoli da superare per cre-

are ponti, favorendo così un dialogo fecondo e rispettoso.

Attività del pomeriggio MATERIALE: Testimoni.

DESCRIZIONE: Per dare un senso compiuto all’attività svolta precedentemente, si consiglia una

testimonianza che riprenda le tematiche affrontate in mattinata (se ad esempio si è deciso di parlare

di immigrazione, si potrebbe pensare di coinvolgere qualche operatore che è in stretta collaborazio-

ne con i rifugiati presenti nelle case di accoglienza, oppure una qualsiasi altra affine realtà parroc-

chiale o diocesana).

Far entrare i ragazzi a contatto diretto con una realtà di cui hanno solamente sentito parlare, di cui

hanno provato a farsi un’idea senza un riscontro effettivo, può offrir loro la possibilità di dare o me-

no veridicità alle notizie lette e alle fonti da cui sono state attinte, diventando loro in prima persona,

in un futuro, fonte per altri. Questa volta il confronto sarà possibile non più solo all’interno di un

gruppo culturalmente omogeneo, ma avrà modo di aprirsi con ciò che siamo soliti etichettare come

“diverso”.

Sarebbe bene che anche questa attività venisse affrontata in due momenti: il primo tutti insieme,

dove i testimoni abbiano la possibilità di raccontarsi come un’unica realtà comune; il secondo mo-

mento di nuovo raccolti nei gruppi, tra i quali verranno distribuiti anche i vari testimoni, per dare

spazio a un confronto ancora più diretto. In questo modo si avrà la possibilità di vedere come

quell’unica realtà comune, così apparentemente diversa dalla nostra, sia costituita da tante singole

individualità, ciascuna con la propria diversa storia, come diverse sono le storie che ognuno di noi si

porta alle spalle. È in questa diversità che sta la bellezza che ci accomuna e ci identifica come fra-

telli di un unico Padre, tutti ugualmente bisognosi di amore, ma altrettanto capaci di donarne. Non

sono i confini territoriali che ci impediscono di vedere l’altro come bellezza donata, bensì i limiti

della nostra mente, i quali ci fanno credere di non poter essere cittadini di un unico grande paese: il

mondo.

(D)IO, LA GRANDE BELLEZZA - Campo scuola settore Giovani per l’estate 2017

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Quinto giorno

BELLI AL CENTO PER CENTO

MATTINA

Obiettivo: Il giovane, dopo aver fatto esperienza della Bellezza, accoglie il mandato di vivere la gioia e la re-

sponsabilità della testimonianza nel suo vissuto quotidiano, prendendo spunto da un testimone.

Idee di fondo: Peppino Impastato è un personaggio che testimonia un tipo di bellezza che va oltre all’estetica e che

è destinata a rimanere nel tempo. La sua vicenda, le sue scelte, ci sono tutt’oggi di esempio.

Attività del mattino MATERIALE: Proiettore, casse, video scaricato da YouTube, elenco personaggi con relativa carta

d’identità, elenco di luoghi, situazioni/azioni e periodi storici.

DESCRIZIONE:

Prima parte: visione di uno spezzone del film I cento passi (https://youtu.be/uqw2Gr4ir2g) e presen-

tazione di Peppino Impastato e di alcuni personaggi che saranno poi ripresi nel gioco della seconda

parte.

Seconda parte: si propone il gioco dei Soliti ignoti con i personaggi della vicenda di Peppino Impa-

stato. Alla presentazione di ogni personaggio, il personaggio si presenta con due indizi, ovviamente

senza dire il nome. Vince la squadra che, rispondendo a turno, riuscirà a prenotarsi per prima e a in-

dicare il nome corretto del personaggio. Alla fine di questa parte, ogni squadra vince un personag-

gio con la relativa carta d’identità (con le caratteristiche del personaggio) da usare nella parte se-

guente (cfr. Allegato 5.1).

Terza parte: in base all’ordine di vittoria del gioco precedente, le squadre dovranno sorteggiare, dai

rispettivi cesti, un luogo, una situazione/azione e un periodo storico, che dovranno rappresentare

come meglio credono in una scenetta, provando a evidenziare come quella situazione/azione possa

essere espressione della stessa bellezza testimoniata da Peppino Impastato. È un modo per far pen-

sare ai giovani come si possa tradurre un cammino esemplare in scelte rivoluzionarie che non hanno

contesto o periodo, ma che si addicono ad ogni tempo. Al termine delle rappresentazioni, gli anima-

tori valuteranno la migliore sulla base di quest’ultimo criterio. (cfr. Allegato 5.2).

POMERIGGIO

Obiettivo: Con l’ausilio di alcune brevi parole, i giovani sono invitati a condividere i passi di questo percorso...

tanti passi, molti più di cento, segno che questo cammino di Bellezza può proseguire anche grazie a

noi.

Idee di fondo: Non è sufficiente ammirare questi “santi” del quotidiano. La loro speranza è infatti quella di essere

emulati, non solo evocati in occasioni ufficiali, fin quando non ce ne sarà più bisogno perché il mu-

ro dell’indifferenza sarà definitivamente abbattuto dalla spinta rivoluzionaria che ognuno porta in

sé.

(D)IO, LA GRANDE BELLEZZA - Campo scuola settore Giovani per l’estate 2017

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Attività del pomeriggio MATERIALE: Una sagoma di una valigia stampata su un cartoncino per ogni giovane.

DESCRIZIONE: A ogni ragazzo viene data la sagoma di cartone di una valigia dietro la quale o-

gnuno scrive una parola, un’emozione o qualsiasi cosa si porti a casa dal periodo del campo. Uno

alla volta possono poi parlarne con gli altri, instaurando un confronto riassuntivo della settimana.

ESEMPIO

Speranza

CAMPO SCUOLA 2017