Libro 4 Dell'Eneide

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Eneide Libro4

Ma la regina era ferita da una profonda pena e la ferita era alimentata nelle vene e consumata da un cieco furore, e ritorna in mente il grande valore delleroe e la gloria della stirpe e rimangono fissi nel cuore lespressione e le parole e laffanno non concede e non rasserena quiete ai corpi .L Aurora seguente con la luce di Febo illuminava la terra e dal cielo aveva scacciato lumida ombra , ella come impazzita parl cos: . Dopo aver parlato cos riemp la veste di lacrime . Anna rispose : Con queste parole infiamm lanimo pieno damore e diede speranza al cuore pieno di dubbi eliminando il pudore. Allinizio vanno nei templi e chiedono la pace intorno agli altari , sacrificano a scelta le pecore secondo i riti per Cerere legislatrice . per Febo per il padre Lieo e per Giunone fra tutti poich si prende cura dei rapporti coniugali . Lei stessa la bellissima Didone tenendoli dalla parte destra versa la coppa tra le corna di una candida vacca o nelle statue degli dei avvicinandosi nei ricchi altari , comincia di giorno con doni chiusi nel petto delle bestie , consulta agitata le viscere palpitanti . Ahi mente ignara degli indovini ! A che cosa giovano i voti ad una folle? A che cosa i templi ?La fiamma negli animi deboli intanto tacita vive sotto il petto la ferita . Brucia linfelice Didone e vaga furente per tutta la citt . Quale cerbiatta ferita da una freccia che da un lontano un pastore ignaro cacciando con le armi la trafisse tra i boschi cretesi lasciando il ferro alato, quella in fuga percorre i boschi e le gole ditte; la freccia letale rimase fissa ai lati . Ora conduce Enea in mezzo alle mura e mostra i beni sidoni e la citt gi preparata , comincia a parlare e la voce si ferma a met , ora che sta tramontando chiede lo stesso banchetto (Virgilio fa riferimento a quanto accaduto nel libro II ) come se fosse pazza pi volte chiede di riascoltare il viaggio e i tormenti di Ilio e nuovamente pende dalla bocca del narratore. Dopo che si separarono la luna oscurata copre a sua volta la luce e le stelle tramontando esortano al sonno , rimasta sola nella vuota reggia piange e si distende sui tappeti abbandonati. Pur essendo lontana e anche lui lontano lei lo sente e lo vede , o trattiene Ascanio in grembo poich catturata dallimmagine del padre , se mai potesse ingannare lindicibile amore! Le torri cominciate non sinnalzano , i giovani non si allenano con le armi non preparano nei porti una difesa sicura per la guerra , pendono le opere interrotte e le minacce ingenti di muri e una macchina simile dal cielo . Quando si accorse di ci la cara moglie di Giove che ella era dominata da questa malattia tanto che nemmeno lonore riusciva a fermare la follia, la Saturnia assal Venere con queste parole : Cap che le aveva parlato in maniera finta per volgere il regno dItalia alle spiagge libiche , cos di contro Venere rispose : Allora cos continu la regale Giunone : Cos aveva sentenziato e Mercurio si preparava ad obbedire agli ordini del padre, prima si allaccia i calzini d'oro ai piedi che cos lo portano altissimo con le ali, per mare e per terra allo stesso modo. Allora prende la verga e con questa chiama le anime pallide dall'Orco oppure le altre dai Tartari cui toglie il sonno e gli libera gli occhi dalla morte. Munendosi di essi spinge i venti e trapassa le torbide nuvole. Ormai volando vede la vetta e i fianchi ripidi del duro Atlante che con il capo regge il cielo di Atlante cui la testa ricca di pini frequentemente cinta di nere nubi, ed battuta da pioggia e vento, la neve scesa copre le spalle, poi i fiumi precipitano dal mento del vecchio e l'insipida barba s'irrigidisce per il ghiaccio. Dapprima qui Mercurio si ferm splendente con le ali appaiate e con tutto il corpo si lanci a capofitto nelle onde, simile ad un uccello che attorno alle spiagge e attorno agli scogli vola basso vicino alle acque. Allo stesso modo volava tra cielo e terra, verso il lido sabbioso di Libia, la sua prole tagliava i venti . Appena con le alti tocca i sobborghi vede Enea che fonda le rocche e crea nuove case. Enea aveva una spada costellata di rosso e un mantello di porpora fenicia che scendeva dalle spalle e splendeva, questo dono gliela fatto la ricca Didone e poi l'aveva trapuntato con una stoffa d'oro. Quando Mercurio lo vede subito lo assale: Dopo aver parlato cos Mercurio, lasci le sembianze mortale e nel mezzo del discorso scomparve alla vista e si dilegu in cielo. Enea ammutol davvero alla vista e anche il suo corpo ne risent. Trama di andarsene in fuga e lasciare le dolci terre, rimane attonito per quanto gli stato ordinato dagli dei. Che fare ? Con quali parole avvicinarsi alla regina impazzita ? Quali delle due iniziative prendere per prima ? E ora divide la mente ora qua ora l, la strappa in vari pezzi e si volge dappertutto. A questo punto altalenante parve migliore far cos e per questo chiam Mnesteo , Segesto e Seresto affinch in silenzio allestiscano la flotta, riuniscano i compagni nei lidi e preparino le armi, dissimulando la causa per il cambiamento dei piani, intanto lui poich l'ottima e tenera Didone non sa e non crede che questo grande amore possa spezzarsi, tenter le strade e i momenti pi teneri per parlare cercando il modo giusto per dire queste cose. Subito tutti lieti obbediscono agli ordini ed eseguono i comandi. La regina tuttavia (chi potrebbe ingannare un amante ? ) present per prima e colse i movimenti futuri temendo ogni sicurezza. La stessa Fama rifer a lei impazzita che si allestiva la flotta e si preparava la rotta e cos impazza annichilita nel cuore, furiosa per la citt, smania come una baccante, come Tiade scossa inizia i riti quando udito Bacco viene stimolata e Citerone notturno la chiama con il frastuono, le decide di affrontare Enea spontaneamente e gli parla cos : > Detto questo, tace intanto il pallore occupa il volto. Anna tuttavia non crede che la sorella nei riti strani nasconda la morte, n con la mente concepisce queste grandi pazzie o teme che possa accadere qualcosa di grave come accadde quando mor Sicheo. Perci esegue gli ordini. La regina tuttavia eretto il grande rogo nella parte interna, sotto i cieli con i rami di pino e leccio tagliato, riveste il luogo di ghirlande e lo incorona di fronde funerea, pone sul letto le spoglie e la spada lasciata, effigie non ignara del futuro. Gli altari stanno attorno e la sacerdotessa, sciolti i capelli trecento volte grida agli dei Erebo e Caos e la triplice Ecate, i tre volti della vergine Diana. Aveva pure sparso le acque, simulate dalla fonte d'Averno, si cercano erbe rigonfie con latte di nero veleno, mietute sotto la luna con falci di bronzo , si cerca anche l'amore strappato dalla fronte di un cavallo nascente rubato alla madre. Lei stessa con farina e mani pie, presso gli altari, toltasi un piede dai calzari in veste discinta, destinata a morire invoca gli dei e le stelle consce del fato, poi se c' qualche potenza giusta e benevola che ha a cuore gli amanti con sorte ingiusta , la prega . Era notte e i corpi stanchi prendevano placido riposo sulle terre, i boschi e i mari crudeli erano quieti, quando le stelle compiono met del giro, quando ogni campo tace, quando le mandrie e gli uccelli variopinti che occupano i limpidi laghi e le aspre campagne sono riposti nel sonno nella notte silenziosa e addolcivano gli affanni e i cuori dalle fatiche. Non dormiva invece Didone , la fenicia che era infelice nel cuore e non riusciva a prendere sonno o ad accogliere nel cuore e negli occhi la notte . Cos risorgono e raddoppiano gli affanni, mentre l'amore diventa sempre pi crudele e vacilla nella grande vampa delle ire. Cos di pi insiste e tra s medita in cuore : > Dette queste parole si confuse nella notte. Allora Enea atterrito dalle ombre improvvise, strappa il corpo dal sonno e sprona i compagni ad essere rapidi : > Disse e usc la spada fulminea e impugnata l'arma tagli gli ormeggi, lo stesso ardore prende tutti, si buttarono , corsero e lasciarono i lidi , il mare nascosto sotto le flotte sforzandosi tagliano le spume e spazzano l'azzurro. Gi la prima Aurora lasciando il giaciglio illuminava le terre di nuova luce . La regina delle vendette, come vide biancheggiare la prima luce e la flotta procedere a vele spiegate e si accorse dai lidi e dai che non c'era un rematore , percuotendo il petto con la mano tre o quattro volte e sciolti i biondi capelli disse : > Dopo aver parlato cos sali gli scalini e abbracci la sorella scaldandole il petto e piangendo asciugava con la veste il sangue . Nel frattempo Didone che era ancora semiviva tent di alzare gli occhi ma svenne, nel petto vi la piaga. Tre volte si alz appoggiandosi levando il gomito e per tre volte cadde sul letto con gli occhi al cielo cercando la luce e gemendo. L'onnipotente Giunone allora commiserando il lungo dolore del difficile trapasso , mand Iride dall'Olimpo affinch separasse l'anima che lottava dal corpo incatenato e siccome stava morendo n per destino n per morte merita, ma poich infelice e presa da improvviso furore, Non ancora Proserpina le aveva tolto i biondi capelli (simbolo che ancora non era morta del tutto) Perci Iride con le sue penne vol creando mille colori nel sole, vol e si ferm sopra la testa :