IL LIBRO D’ORO DELLE PROFESSIONI - Italia...

IL LIBRO D’OROIL LIBRO D’ORODELLEDELLE

PROFESSIONIPROFESSIONI

I primi 25 anni di ItaliaOggia fi anco dei professionisti:

personaggi, battaglie, prospettive

25anni

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Direttore ed editore: Paolo PaneraiDirettore ed editore associato: Pierluigi Magnaschi

Condirettore: Marino LongoniRegistrazione del tribunale di Milano n. 602 del 31/7/91 - Direttore responsabile Paolo PaneraiItaliaOggi - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02/58219.1, fax 02/58317598

Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano - Distribuzione Erinne srlStampa: Litosud Srl - Via C. Pesenti, 130, Roma

Ideazione e progettazione grafi ca a cura di Alessandra Superti

AIG Europe Limited Rappresentanza Generale per l’Italia è la sede Secondaria di AIG Europe Limited - Registrata in Inghilterra e nel Galles con il numero 01486260 con sede le-gale in: The AIG Building, 58 Fenchurch Street, Londra EC3M 4AB, Regno Unito - Capitale Sociale Sterline 197.118.478. American International Group, Inc. (AIG) è una compa-gnia di assicurazione leader mondiale con clienti in oltre 130 paesi e giurisdizioni. Le compagnie del gruppo AIG servono clienti commerciali, istituzionali e individuali attraverso uno dei più estesi network assicurativi al mondo nel ramo Danni. Negli Stati Uniti le compagnie del gruppo offrono inoltre servizi assicurativi nei rami Vita e Previdenza. Le azioni ordinarie di AIG sono quotate sulle Borse valori di New York e di Tokyo.AIG è il nome commerciale delle imprese di assicurazione che fanno capo ad American International Group, Inc. e che operano in tutto il mondo nei rami Danni, Vita e Previdenza e Assicurazione generale. Per ulteriori informazioni, visitate il nostro sito web all’indirizzo www.aig.com.I prodotti e i servizi assicurativi sono emessi o prestati da società controllate o collegate di American International Group, Inc. In Europa la principale impresa che eroga le copertu-re assicurative è AIG Europe Limited. La presente documentazione è fornita a scopo informativo. In alcuni paesi, determinati prodotti e servizi potrebbero non essere disponibili; la copertura assicurativa è soggetta ai termini e alle condizioni della polizza o del contratto di assicurazione. Alcuni prodotti e servizi potranno essere forniti da soggetti terzi indipen-denti. I prodotti assicurativi potranno essere distribuiti attraverso società collegate o non collegate.

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Business in mobilità senza pensieri? Samsung Knox offre la soluzione

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di dispositivi mobili per la gestione del business, sta infatti spingendo sempre più le aziende all’adozione di efficaci soluzioni di sicurezza dei dati e delle ap-plicazioni aziendali. La suite Samsung Knox include componenti pensate per rispondere alle nuove esi-genze della mobilità aziendale, offrendo strumenti semplici da utilizzare, gestire e aggiornare.Samsung Knox Workspace è la soluzione che permette la separazione di dati e applicazioni aziendali da quelli personali, su un unico dispositivo garantendo sicurezza e flessibilità. L’ambiente azien-dale offerto da Knox Workspace mantiene la stessa interfaccia d’uso di quello personale, per semplifi-care l’adozione e l’operatività degli utenti. E’ sup-portato dalle principali soluzioni di Mobile Device Management (MDM) presenti sul mercato e anche le applicazioni presenti su Google Play Store sono compatibili con l’interfaccia. Samsung Knox Wor-kspace rappresenta una robusta implementazione di sicurezza hardware e software integrata sui dispo-sitivi mobili Samsung. Garantisce una protezione multilivello, partendo da quello applicativo fino a raggiungere il livello hardware: Trusted Boot garan-tisce il processo di avvio sicuro attraverso azioni di sicurezza basate su misurazioni registrate; SE per Android migliora la protezione isolando le appli-cazioni e i dati; TIMA assicura che i meccanismi di sicurezza non possano essere modificati o disattivati da software dannosi. Knox Workspace garantisce una sicurezza certificata Common Criteria.

La suite innova i servizi hardware e software legati alla sicurezza sui dispositivi della casa coreana

Tutti i dati e le informazioni contenuti nel presente focus sono stati forniti dall’azienda, che ne garantisce la correttezza e veridicità, a soli fini informativi

sentire agli stessi dipendenti di gestire i propri di-spositivi attraverso un portale utente. Le policy del container Knox, consentono agli amministratori IT di implementare facilmente le linee guida aziendali e di controllare il flusso di informazioni tra il container e il resto del dispositivo. Samsung Knox Customization offre invece un siste-ma completo di servizi e strumenti che trasformano i dispositivi Samsung in apparati costruiti ad hoc per soddisfare al meglio i bisogni aziendali in ogni business. Grazie al custom configurator, uno stru-mento di configurazione dei dispositivi basato sul cloud, le aziende possono configurare da remoto un elevato numero di dispositivi Samsung e distribuire applicazioni e contenuti in maniera massiva.

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FOCUS

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I dati dell’entedi previdenzamostrano un calodel 55% del reddito tra il 2006 e il 2014

Lavazza Firma: la qualità e la varietà del bar, direttamente in ufficio

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te miscele introdotte negli ultimi mesi: “Espresso Gustoso”, perfetto equilibrio tra dolce e amaro ed “Espresso Vivace”, che coniuga l’eccellenza di un 100% Arabica alla sostenibilità, grazie alla certi-ficazione Rainforest Alliance. L’azienda torinese continua così a proporre novità all’insegna della qualità, dell’innovazione e del design, garantite da un’azienda leader in Italia che ha diffuso nel mon-do l’eccellenza dell’autentico espresso italiano.

FOCUS

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Il futuro dellaprofessione passadalle specializzazioni e da un nuovorapportocon la p.a.

La struttura

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Tra i successi dellaCnpadc la pronuncia della Consulta sulla destinazione deirisparmi di spesadel governo Monti

Un patrimonio in rosa

Bernoni Grant Thornton: cresce la richiesta di competenze per industry

«Se dovessi suggerire oggi a un giovane co-me prepararsi per la professione di com-mercialista gli direi di specializzarsi e di fare pratica in uno studio associato in-

tegrato con varie specializzazioni, imparando a la-vorare in team. Il nostro lavoro è diventato molto complesso e sempre più le imprese, soprattutto se di grandi dimensioni e internazionali, richiedono ser-vizi e prestazioni altamente specialistiche, tanto che la competenza non è più solo per grandi linee pro-fessionali, ma anche per “industry”, cioè per setto-ri economici». Sono le parole di Giuseppe Berno-ni, socio fondatore dello Studio Bernoni, oggi Ber-noni Grant Thornton e uno dei decani in Italia della professione di dottore commercialista, oltre che uno dei padri nel nostro Paese del modello organizzati-vo dello studio associato. Modello che si è talmen-te evoluto per rispondere ai cambiamenti del merca-to da estendersi ormai a campi di attività inediti, ma sempre più richiesti. Sono oltre due milioni in Italia i professionisti iscritti agli Albi, ma ancora pochi gli studi associati, per non parlare delle società tra pro-fessionisti. «È molto difficile oggi – sostiene Bernoni – iniziare un’attività professionale senza il supporto di uno studio organizzato. In Italia però, purtroppo, prevale un esasperato individualismo, che limita lo sviluppo, tanto nel tessuto imprenditoriale, quanto in quello professionale».Le imprese invece chiedono consulenze sempre più strategiche e performanti, in grado di valorizzare il loro business nei confronti delle sfide della compe-titività. «Così come l’azienda di oggi non si può più permettere di affrontare queste sfide a compartimenti stagni – spiega Bernoni – allo stesso modo non si può chiedere al professionista di essere un tuttologo. L’u-nica strada percorribile è quella dell’integrazione del-le competenze, che può sfruttare al massimo il patri-monio individuale di preparazione, di attitudini e di esperienze. Va da sé che la competenza specifica dei singoli e la conseguente ripartizione dei compiti porta-no a una trasformazione dell’iniziale divisione del la-voro in un’unitaria prestazione altamente qualificata». Questa è stata da sempre la visione di Bernoni sulla sua professione, tanto da essere stato probabilmen-te il primo in Italia a costituire uno studio associato nel lontano 1968, per di più con una socia, che per i tempi era un fatto addirittura rivoluzionario. Risa-le addirittura al 1971 una proposta legislativa della Commissione dell’Ordine sugli Studi Associati, da lui presieduta, per regolamentarne la costituzione e da allora Bernoni è stato uno dei più attivi (era sopran-nominato “l’apostolo della professione”) nel porta-re avanti il credo dell’associazione tra professioni-sti, dell’aggregazione di competenze. Tanto da ri-cordare nel suo libro “Una vita per la professione – Cinquant’anni di ricordi e incontri di un professioni-

Giuseppe Bernoni, fondatore dell’Associazione professionale Bernoni Grant Thornton, uno dei promotori dell’aggregazione tra professionisti e parte di uno dei più grandi network internazionali, rileva i nuovi trend

della professione e chiede più certezza sull’applicazione della nuova legge sulle società professionali


LE PRESTAZIONI E I SERVIZI DI BERNONI GRANT THORNTON, UN APPROCCIO BASATO SUL MODELLO INTEGRATO PER COMPETENZE

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ti, distribuiti in 130 Paesi, che operano in stretta col-laborazione fra loro. Una grande struttura con oltre 47 mila professionisti specializzati nelle diverse aree di business. In Italia, Bernoni Grant Thornton è arti-colata in diverse società specialistiche, complessiva-mente circa 200 collaboratori, dottori commerciali-sti, avvocati e consulenti del lavoro, tra cui 20 Soci, in quattro capoluoghi: Milano, Roma, Padova e Bre-scia, oltre ad avere studi “di corrispondenza” a Tori-no, Trento e Trieste. In questo modo, viene garantita alle imprese clienti la costante presenza presso le lo-ro sedi sparse sul territorio italiano. «Abbiamo incon-tri mensili con i colleghi europei di Grant Thornton e periodicamente con quelli mondiali, esperti nel-le varie specializzazioni, alle quali partecipano an-che i nostri giovani collaboratori – fa sapere Bernoni – questo rappresenta una grande occasione di con-fronto e di crescita».Nonostante i 50 anni di credo nel modello aggrega-tivo, la Bernoni Grant Thornton è ancora oggi un’as-sociazione professionale e non una “Società tra pro-fessionisti” (Stp), Società introdotta dalla Legge di sta-bilità del 2012 che, abrogando la vecchia Legge n. 1815 del 1939, ha creato i presupposti per l’avven-to della nuova forma organizzativa professionale. «Il problema è che a distanza ormai di quattro anni dal-la firma del Decreto attuativo da parte del Guarda-sigilli – lamenta Bernoni – resta del tutto indefinito lo scenario fiscale e quello della contribuzione pre-videnziale, cioè non è chiaro il trattamento fiscale a cui è soggetta la nuova Stp e nemmeno a quali oneri è assoggettata la relativa trasformazione da associa-zione professionale. Alla loro definizione si è arrivati per via interpretativa». Infatti, come chiarito dall’Uf-ficio legislativo del Ministero di Giustizia (e ripreso

-sociarsi per competere”): «il Ministero si è potuto oc-cupare solo dell’attuazione della legge e quindi non poteva andare oltre la delega conferita».

sta milanese” la massima di Teilhard de Chardin an-cora incorniciata in casa sua: «Niente nell’Univer-so può resistere all’ardore convergente di un nume-ro sufficientemente grande di intelligenze raggrup-pate e organizzate». Grazie a questo impegno Bernoni è stato dapprima Presidente dell’Unione Giovani Commercialisti e successivamente Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Milano e del Consiglio Naziona-le, ricoprendo in seguito la carica europea di Vice-

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di Milano, nonché membro di numerosi collegi sin-dacali e consigli di amministrazione. La stessa visione l’ha portato circa 20 anni fa a entrare

-noni Grant Thornton è oggi “member firm” italiana

-le tra i leader della fornitura di prestazioni e servizi di consulenza tributaria, societaria e di advisory alle imprese, nonché legale. Caratteristica di Grant Thorn-ton è l’organizzazione basata su affiliati indipenden-

www.bgt-grantthornton.it

Nella foto, Giuseppe Bernoni (quarto da sinistra) tra un gruppo di associati e con Ed Nusbaum, Ceo di Grant Thornton International (terzo da sinistra)

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F I commercialistidevono riappropriarsi del loro ruolodi consulenti

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Nel 1990 gli avvocati erano 42.366. Oggii numeri di Cassaforense dicono che sono 235.055 mila

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U Le politichestrettamenteprevidenziali hanno lasciato il postoa un nuovo modellodi assistenza

Finanziamenti

Voluntary Disclosure conveniente, se fatta con il consulente giusto

Il conto alla rovescia è cominciato e pare che non ci siano proprio alternative economicamente valide. Poco più di quattro mesi per mettersi in regola con il fisco italiano aderendo alla Voluntary Disclosu-

re Bis (VD), prevista per legalizzare le violazioni degli obblighi di dichiarazione annuale dei capitali detenuti all’estero. La VD potrebbe essere l’ultima occasione per regolarizzare le attività finanziarie non dichiarate con-sentendo di usufruire di sanzioni ridotte e agevolazioni.Un termine che ha particolarmente valore per tutti colo-ro che hanno un patrimonio non dichiarato in Svizzera. La scadenza è infatti fissata al 31 luglio prossimo e a meno di eventuali proroghe nei mesi successivi, resta ormai poco tempo per evitare le pesanti sanzioni che quasi certamente arriveranno a partire dal 2018, cioè da quando con il cosiddetto “scambio automatico di infor-mazioni” tra Italia e Svizzera cadrà il segreto bancario in questo Paese e l’Agenzia delle Entrate italiana verrà a conoscenza di tutti i nominativi di possessori di conti correnti oltralpe. «Il problema è che chi “evade” – ricor-da Enzo Caputo, dello studio legale Caputo & Partners di Zurigo – non ha certo perso tempo e negli anni scorsi o ha smobilizzato dalla Svizzera o si è già regolarizzato con la Voluntary Disclosure del 2015, mentre molti di coloro che ancora non hanno regolarizzato la propria posizione non sono affatto evasori fiscali ma cittadini italiani emigrati negli anni passati in Svizzera e ades-so rientrati a godersi la pensione nel proprio Paese. Per questi cittadini italiani rimpatriati, la possibilità di veder-si bloccato il conto dalla banca svizzera è alto. E molti di loro non sono a conoscenza che stanno rischiando di andare incontro al disastro, al dramma di perdere tutti i risparmi accumulati dopo anni di lavoro a seguito di un eventuale accertamento fiscale. Anzi, è probabile che in questo caso non bastino nemmeno i soldi del conto svizzero per il pagamento delle sanzioni. Senza consi-derare le sanzioni penali per i reati tributari, riciclaggio e

autoriciclaggio che vanno da quattro a otto anni di reclusione».

Lo studio legale Caputo & Partners aiuta clientela internazionale a ri-solvere problemi con le banche svizzere. Circa il 30% del capitale mondiale gestito su conti banca-ri si trova in Svizzera. Lo studio

fondato dallo stesso Enzo Caputo con sede a Zurigo ha un’approfondita cono-scenza delle tematiche di natura legale e fiscale relative al possesso di un conto bancario in Svizzera. Con oltre 20 anni di esperien-za, Caputo e il suo team di specialisti

Con la caduta del segreto bancario in Svizzera a partire dal 2018 anche gli ex emigranti italiani con conti correnti nel Paese elvetico dovranno regolarizzarsi, per evitare le pesanti sanzioni previste dalla legge italiana sul rientro dei capitali. Ma fatti due conti, conviene


MEGLIO IL CALCOLO FORFETTARIO O ANALITICO? IL SECONDO, FINO A DUE MILIONI DI EURO

Sono due le modalità previste dalla legge per regolarizzare le pendenze con l’Agenzia delle Entrate attraverso la Voluntary Disclosure: calcolare forfettariamente le imposte da pagare con un coefficiente di redditività fisso, oppure calcolarle analiticamente tenendo conto dei rendimenti, dividendi e plusvalenze di ogni singolo prodotto finanziario. Bisognerà quindi contemplare la consistenza del capitale al 31 dicembre di ogni anno e il rendimento annuo prodotto, calcolandoci sopra imposte e sanzioni. Ma quale risulta più conveniente? «Secondo i nostri calcoli – afferma Enzo Caputo, dello studio legale Caputo & Partners – per patrimoni di modeste dimensioni, e in considerazione degli scarsi rendimenti sui titoli avuti negli ultimi anni il metodo forfettario non conviene.In ogni caso, nel nostro studio per ogni richiesta ricevuta applichiamo entrambi i criteri, al fine di confermare quale sia più conveniente, in quanto utilizziamo un software specifico messo a punto da noi, in grado di calcolare esattamente per ogni caso costi e sanzioni».Importante è sottolineare che si può optare per il metodo forfettario necessariamente per tutti i periodi d’im-posta e non solo per qualche annualità e che tale opzione vale solo per i patrimoni la cui giacenza media non superi i due milioni di euro, altrimenti vale solo il metodo analitico.

come esempio, ci permette invece di essere il partner ideale per chi si volesse regolarizzare aderendo alla leg-ge sul rientro dei capitali in piena sicurezza. Aver aiutato numerosi clienti americani con conti segreti in Svizzera, insieme a Jeffrey Neiman, fiscalista americano con sede in Florida, durante tutta la complessa procedura ci ha permesso di individuare quali sono i rischi e le modalità operative che, indipendentemente dalla collaborazione del cliente, possono rendere il processo un vero e pro-prio incubo». Molti studi legali e di commercialisti non sono quindi attrezzati per farla, soprattutto nel Sud Italia, dove risie-de la maggior parte degli ex emigranti. L’alternativa è rivolgersi alle organizzazioni del Nord Italia e in que-sto caso o non si è presi in considerazione per l’esiguità dei valori o si devono fare i conti con commissioni di consulenza molto elevate. «Noi invece proponiamo fee accessibili anche per chi dispone di piccoli patrimoni – sottolinea Caputo – faccio un esempio per un conto in Svizzera con capitale di 100 mila euro e accredito di pensione pari a 10 mila euro all’anno. Considerando gli anni di adesione alla VD dal 2009 al 2015, il costo della stessa è di soli 7.700 euro, a cui si devono aggiungere imposta Ivafe e interessi. Non farla invece, implichereb-be in caso di accertamento da parte del fisco un esbor-so da 73 mila euro (sanzione minima) a 321 mila euro (sanzione massima),cioè si rischia di pagare fino a tre volte il patrimonio.Per il contribuente indeciso è fondamentale capire che gli anni da sanare raddoppiano se non aderisce alla VD e proprio il raddoppio con l’aumento delle sanzioni genera cifre spropositate. Questo è il motivo per cui siamo diventati degli specialisti in queste operazioni per la clientela italiana».Per chi invece è ancora in dubbio sulla convenienza economica della regolarizzazione, Caputo non ha dub-bi. «Tanto per essere chiari e senza tanti giri di parole… certamente conviene – afferma Caputo – non ci sono alternative. Il problema semmai è vedere quale dei due criteri previsti dalla legge, forfettario o analitico, sia il più conveniente. Noi, per i nostri clienti, propendiamo sempre per il calcolo analitico, che comporta un lavoro maggiore per il nostro studio ma un risparmio notevole in termini di costi per il contribuente».

fornisce supporto a centinaia di privati nel mondo su problematiche relative a conti bloccati, ottimizzazione fiscale, successioni internazionali, recupero addebiti non dovuti e illeciti bancari. Ha fornito la propria con-sulenza a numerosi clienti americani aiutandoli a rego-larizzare la propria posizione con il fisco del loro Paese attraverso l’adesione alla “Offshore Voluntary Disclo-sure Program”, così come ai clienti italiani che hanno aderito alla precedente regolarizzazione del 2015 e ora all’attuale, mettendo al loro servizio tutta la professio-nalità e competenza maturata in questi anni, oltre a un team in Italia di commercialisti esperti sulla procedura della cosiddetta “collaborazione volontaria”.Perché aderire alla nuova normativa sul rientro dei capitali dall’estero, è secondo Caputo sicuramente conveniente. Il problema semmai per questi “piccoli” possidenti è trovare il consulente giusto per effettuare la regolarizzazione, che richiede un expertise particolare e la conoscenza approfondita dei modelli di contabilizza-zione utilizzati dalle banche svizzere, alquanto compli-cati. In molti casi infatti non si tratta di patrimoni elevati ma di cifre che a fatica superano i 500 mila euro. «Que-sto è un punto delicato – fa notare Caputo –. Sono tanti gli studi di commercialisti o legali che ultimamente si pubblicizzano facendo credere al cliente che la proce-dura sia semplice, pur non avendo nessuna esperienza per affermarlo. Le stesse banche svizzere raccomandano alcuni studi di commercialisti loro amici, consegnando ai clienti liste con indicati i nomi. Si tratta di una legge completamente nuova per l’Italia, non di uno scudo fi-scale, con una procedura molto più complessa e un’in-finità di variabili, con trappole sia per il contribuente sia per lo stesso commercialista. L’esperienza acquisita con la Voluntary Disclosure americana, che l’Italia ha preso

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NBisogna guardareagli anni 30 perscoprire l’originedella professione

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Con Cash Trading la fattura si trasforma in asset class più conveniente

Tra i vari strumenti online di finanza alternati-va, le piattaforme digitali per il trading di fat-ture commerciali stanno riscuotendo sempre più successo, tanto che in Europa il loro tas-

so di crescita è in assoluto il più alto tra i 10 princi-pali sistemi digitali di scambio di prodotti finanziari. Tra il 2013 e il 2015, secondo l’Annual European Al-ternative Finance Industry Report dell’Università di Cambridge, i volumi trattati su piattaforme di “invoi-ce trading” ha avuto una crescita dell’877% passan-do da uno a 81 milioni di euro e conquistando una quota dell’8% dell’intero mercato della finanza al-ternativa. Anche perché nuovi operatori, sempre più attrezzati ed evoluti, stanno emergendo nel mondo.In Italia l’ultimo nato è Cash Trading (www.cashtra-ding.it, [email protected]), marketplace finanzia-rio 100% Made in Italy dedicato a investitori isti-tuzionali ma anche a privati alla ricerca di forme alternative d’impiego della liquidità. Si tratta in particolare di una piattaforma dedicata a coloro che intendono investire nell’acquisto pro-soluto dei cre-diti commerciali di imprese (in particolare medio-piccole) che li cedono in cambio di liquidità. Ci sono tre caratteristiche che distinguono netta-mente Cash Trading dagli altri marketplace già attivi sul mercato italiano: non si tratta di un’asta online bensì di un più lineare e-commerce, i tempi di com-pravendita dei crediti sono molto più rapidi e mai oltre le 48 ore, infine offre la possibilità di assicu-rarsi sul pagamento del credito. Il concetto è chia-ro: un prezzo fisso per ogni fattura, determinato da Cash Trading in modo rapido e certo. Caratteristiche importanti sia per le imprese che cedono i loro cre-diti in cambio di liquidità (in questo caso la celerità dell’operazione è vitale) sia per gli investitori che in questo modo non si trovano costretti a competere con altri compratori per aggiudicarsi le fatture mi-gliori, mentre con l’opzione assicurativa sono anche garantiti sul pagamento. Il funzionamento della piattaforma è semplice: attra-verso Cash Trading le imprese offrono agli investitori i crediti commerciali che desiderano vendere a un costo determinato dallo scoring attribuito alle socie-

La nuova piattaforma per il trading online di crediti commerciali si propone come un marketplace innovativo per le sue caratteristiche, basate su semplicità di funzionamento, velocità di esecuzione, elevati rendimenti e possibilità di assicurare il pagamento


CRESCE VELOCEMENTE IN ITALIA, PIÙ DEL RESTO D’EUROPA, LA FINANZA ALTERNATIVA

Una quota e un volume ancora minuscoli se rapportati ai big europei e mondiali, ma la finanza online in Italia sta crescendo a una velocità molto superiore agli altri Paesi, segno che la partenza è stata un poco ritardata rispetto agli altri, ma l’interesse e la vitalità non mancano. Sono alcune delle conclusioni contenute nel secondo rapporto dell’Università di Cambridge sull’industria della finanza alternativa. L’Annual European Alternative Finance Industry Report, realizzato dal Cambrid-ge Centre for Alternative Finance in partnership con Kpmg, traccia una mappa del mercato europeo degli strumenti e delle piattaforme di finanza alternativa esistenti. L’indagine ha raccolto i dati di 367 intermediari finanziari online (di cui 94 solo in Gran Bretagna) e piattaforme di crowdfunding situati in 32 Paesi europei, compreso Russia e Turchia. La Gran Bre-tagna rappresenta di gran lunga il principale mercato europeo in questo settore emergente della finanza, con una quota dell’81% e 4,5 miliardi di euro scambiati nel 2015. Sulla base dei volumi sviluppati, seguono in classifica Francia, Germania e Olanda, rispettivamente con 319, 249 e 111 milioni di euro, mentre l’Italia si ferma a 32 milioni di euro, ottava nel ranking europeo subito dietro Belgio, Spagna e Finlandia. Volumi ancora bassi (solo il 3% di quota di mercato in Europa), ma in compenso nel nostro Paese si sono registrati i più alti tassi di crescita tra tutte le principali economie prese in considerazione dal rapporto: il 287% anno su anno tra il 2014 e il 2015 e addirittura il 580% tra il 2013 e il 2014, quando si è passati da un milione di euro scambiato a otto milioni. Delle 30 piattaforme di finan-za alternativa online operative nel 2015, il 46% ha iniziato la propria attività proprio quell’anno, dimostrando che solo a partire da allora in Italia si è cominciato seriamente a sviluppare strumenti di finanza alternativa. Se si considera che i volumi pro capite sono appena 0,52 euro e pongono il nostro Paese al 19esimo posto nel ranking continentale (subito dietro la Slovenia con 0,80 euro e lontanissima dalla Gran Bretagna con 65,88 euro) si può facilmente intuire che i potenziali di svi-luppo in Italia sono notevoli.

tà cedute. La compravendita dei crediti si realizza con la proposta di acquisto online da parte dell’in-vestitore. L’efficacia del contratto di cessione però è sospesa sino alla verifica del credito e alla notifica al debitore ceduto, effettuata da una società specializ-zata entro 48 ore dalla proposta. Completati questi adempimenti l’investitore viene istruito da Cash Tra-ding per effettuare il pagamento concordato.«Il prezzo è fissato sulla base di una specifica analisi di rischio del ceduto – spiega Stefano Gentile, Cfo di Cash Trading – uno speciale algoritmo ne defini-sce il pricing analizzando parametri precisi e l’intera operazione si realizza in tempi molto inferiori sia a quelli di un’equivalente pratica bancaria sia a quelli di un’asta online». Gli investitori sono normalmente fondi istituzionali specializzati in cerca di impiego della liquidità per grandi importi e durate brevi. I crediti commerciali costituiscono un’importante strumento per integrare e migliorare l’allocazione sulla parte a breve con un asset class trasparente e liquida. I vantaggi di Cash Trading per loro diventano molteplici: rendimenti molto elevati (i tassi variano tra il 6% e il 12%) con duration entro i 180 giorni (con una media di 90) e asset class assicurabile con rapporto rischio/ren-dimento positivo. Per la verifica e valutazione del rischio legato all’azienda Cash Trading si basa sugli scoring di merito sul credito prodotti da Cribis D&B, mentre come piattaforma per i flussi di pagamento è stata scelta PayTipper, istituto di pagamento online autorizzato da Banca d’Italia. «I vantaggi di utilizza-re Cash Trading per gli investitori istituzionali sono anche la decorrelazione del rischio con i mercati fi-nanziari – aggiunge Alessandro Mizzi, fondatore di Cash Trading –. Il rischio del credito è infatti relativo a una transazione commerciale reale, con elevata diversificazione settoriale. Ed è noto che la perdita sui crediti commerciali non recuperati in Italia è in-feriore alla media europea, mentre i tassi di default delle fatture scambiate sulle piattaforme online sono ancora più bassi e vicini allo zero, grazie alla traspa-renza e al risk management di questi mercati».

marketplace di fatture garantite

FOCUS

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T

Il Consulentedel lavoro può avereun ruolo chiave nelpromuovere progetti di welfare aziendale

I giovani consulenti

BPER BANCA, UNA STORIA DI VALORI

Nel gennaio 1992, quando il quotidiano “Italia Oggi” venne rilanciato dalla casa editrice italiana di Class Editori, la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, nata il 1°

maggio dello stesso anno dalla fusione della Banca Popolare dell’Emilia con la Banca Popolare di Cesena, compì l’ultimo passo per accreditarsi come banca regionale. Una rivoluzione passata attraverso la nascita della Banca Popolare dell’Emilia, nata qualche anno prima, nel 1984, dalla fusione della Banca Popolare di Modena e della Banca Cooperativa di Bologna, che proclamava orgogliosamente che ognuna delle sue filiali – diffuse essenzialmente nelle provincie di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma – avrebbe mantenuto “l’identità propria di una banca locale, secondo la tradizione del credito popolare”.Sul piano del bilancio di BPER la fusione con Cesena del 1992 ebbe un notevole impatto: gli sportelli aumentarono del 37%, i dipendenti del 21%, il patrimonio del 16%.

Da quel punto in poi, il processo subì un’accelerazione inarrestabile e nel 1994 partì il progetto di costituzione di un Gruppo bancario federale con l’acquisizione di numerose banche locali in varie zone d’Italia, delle quali vennero preservate autonomia e radicamento territoriale.

Il modello federale ha accompagnato le attività della Banca fino al piano industriale 2012-2014, con cui la politica dell’Istituto si è indirizzata verso una semplificazione dettata dalle nuove esigenze di mercato, ottenuta mediante la fusione per incorporazione della maggior parte delle banche del Gruppo. Questo passaggio è culminato nel 2015 con la ridefinizione del brand e del nome stesso dell’Istituto, diventato appunto BPER Banca, oggi uno dei principali Gruppi bancari italiani, presente in 18 regioni con 1.200 filiali, 12.000 dipendenti e 2 milioni di clienti.

Per un’azienda la perdita della memoria della propria storia e dei propri valori fondanti avrebbe potuto essere una conseguenza quasi naturale, dopo un processo di cambiamento così radicale. Invece, nel caso di BPER Banca non solo non si è assistito a questa sorta di rimozione, ma è stato vero il contrario: uno degli ingredienti fondamentali per favorire il successo degli ultimi trent’anni è stato proprio il non aver dimenticato le proprie radici e l’esempio di coloro che nei precedenti 120 anni di vita dell’Istituto avevano consentito una crescita sicura e costante, grazie a una politica imperniata su “prudenza senza paura, tolleranza senza debolezza”.

Le origini di BPER Banca, infatti risalgono al 1867 – anno di fondazione della Banca Popolare di Modena – e affondano le radici nel movimento post-unitario, in un clima fecondo per la nascita e diffusione di Banche popolari come strumento per promuovere il credito a favore delle classi


lavoratrici. In questo ambito si delinea il progetto di creazione della Banca Popolare di Modena, voluta dal gruppo dirigente della locale Società Operaia di Mutuo Soccorso.

Le attività della banca iniziarono nel 1869 e incontrarono immediatamente il “manifesto favore e la confidenza la più benevola dei nostri concittadini”. Fin dalle origini fu evidente il legame tra la Banca e il proprio territorio, in un costante scambio che avrebbe portato benefici a tutte le parti coinvolte: “Il nostro istituto ha acquistato una base così solida, ed acquista tutto giorno un’importanza così crescente da poter essere in istato di guarantire alla nostra Città il decoro, ed il vantaggio di una così benefica istituzione, quale è la Banca Popolare, ed agli Azionisti un conveniente profitto su quelle somme colle quali sono concorsi benevolmente a costituirla”.

Queste parole, contenute nella relazione del primo bilancio, riecheggeranno in molte relazioni sottoposte ai soci nei successivi decenni, a testimoniare che i principi fondativi erano parte di un Dna condiviso dal tessuto sociale in cui la banca aveva scelto di operare.

Rileggendo i documenti custoditi presso l’archivio di BPER Banca è evidente una continuità di ispirazione e di azione che ha permesso alla Banca Popolare di Modena di costruire solidissime fondamenta, su cui sono stati poi eretti tutti i successivi edifici, dalla trasformazione in Banca Popolare dell’Emilia in poi.

L’immagine che più si adatta alla storia della Banca Popolare nei suoi primi 120 anni di vita è quella del

“sicuro navicello che solca limpida e placida onda” descritto nel 1899 per presentare ai soci un altro anno di buoni risultati di gestione. Una navigazione che ha seguito una rotta sicura, capace di superare indenne le più terribili tempeste, come testimoniato dalle parole della relazione del bilancio 1930: “La crisi economica che si è verificata in quasi tutta Europa e che ha, anche in Italia, cagionato dissesti di organismi già ritenuti forti e sani sotto ogni aspetto, può dirsi che non abbia avuto ripercussione sul nostro Istituto”.

Una navigazione che subì una prima sostanziale accelerazione nel secondo dopoguerra, quando la Banca divenne attore principale nel processo di ricostruzione dell’economia locale dilaniata dal conflitto e favorì il boom industriale e artigianale di una delle provincie più povere del Nord, assistendo nello sviluppo dell’economia dei distretti.

Nello stesso periodo iniziò una capillare diffusione delle filiali a livello provinciale e un aumento del patrimonio immobiliare della Banca, che proprio in quel periodo inaugurò la sua sede principale nella centralissima Via San Carlo a Modena. La nuova sede, presentata ai soci nell’assemblea del 1957, era stata realizzata con un’attenzione particolare alla “modernità degli impianti, l’ampiezza degli uffici e dei servizi, la razionalità della loro disposizione ed anche un certo decoro, che ci consente, fra l’altro, di disporre finalmente di una più appropriata sede per queste annuali convocazioni”.

Alla fine degli anni Sessanta vi furono i primi timidi tentativi di superare i confini provinciali con l’apertura di alcune filiali nelle provincie limitrofe e con l’acquisizione di alcune piccolissime banche locali. Si trattò in sostanza delle prove generali della grande espansione dei decenni successivi che, come dichiarato nel bilancio del 1967, potevano contare su oltre cento anni “fecondi di successi, ininterrottamente segnati da crescente sviluppo”.

Fin qui la storia della banca, che ha vissuto proprio pochi mesi fa una svolta epocale. Il 26 novembre scorso, infatti, l’assemblea dei soci ha approvato la trasformazione della banca da società cooperativa a società per azioni, nel rispetto della legge di riforma delle maggiori Popolari, con la conseguente adozione di un nuovo statuto sociale. La delibera è stata assunta a larghissima maggioranza in presenza di 4.071 soci (in proprio, per delega o per rappresentanza legale): i voti a favore hanno raggiunto il 99,80% dei voti espressi.

I ratios patrimoniali, calcolati sulla base della metodologia standard, risultano i seguenti:

CET1 Ratio – Phased in pro-forma: 13,80%

CET1 Ratio – Fully Phased pro-forma: 13,27%

Total capital ratio Phased in pro-forma: 15,21%

CAPITAL RATIOS REGOLAMENTARI

PRINCIPALI AGGREGATI PATRIMONIALI AL 31.12.2016

€/miliardi 31-12-2016

Raccolta diretta: 47,7

Impieghi netti: 45,5

Raccolta indiretta: 32,9

Sofferenze nette: 3,0

La prima sede della Banca Popolare tra corso Canalgrande e via Emilia a Modena

FOCUS

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C Più servizi agliiscritti grazie airisparmi dellaspending review delle Casse di previdenza

Sempre più welfare integrativo

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U

Nonostantele diffi coltàdel settore in Italiaci sono piùdi 155 mila architetti

La rigenerazione

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L I concorsi sono uno dei migliori modi per creare occasionidi lavoro per ineoprofessionisti

I piani di studio Spazio ai giovani architetti

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C

Il decreto 328/2001 ha diviso gli ingegneri in tre settori:civile e ambientale, industrialee dell’informazione

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L Servono strutture più forti che possano competerecon il mercatointernazionale

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R Promozione esviluppo ai liberiprofessionisti alcentro delle attività di FondazioneInarcassa

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L

Trimestrale della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti

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C

Negli ultimi dieci anni la quota di laureati tra le fi gure tecniche intermedie èaumentata del 10%

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O La categoria risente ancora di una forte connotazionedi genere. Sonodonne solo il 2,7%degli iscritti

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A L’Autonomia delle casse deve essereassicurata per latutela degli iscritti

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A Effi cientamentoenergetico,adeguamentoantisismico, il futuro della professione

I NUMERI DELLA CIPAGEtà Uomini Donne Totale

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7.581 47 7.628

Totale 81.334 8.529 89.863

Associazione dei Geometri Fiscalisti

Per vincere le sfide del cambiamento i manager devono lavorare su se stessi

Nella storia delle imprese e dei manager che ne determinano le sorti, ci sono mo-menti in cui è necessario riflettere sulle proprie strategie, lavorando sul ruolo, le

responsabilità e le potenzialità che si possono svi-luppare per generare un cambiamento spesso cru-ciale per il loro futuro. In questi casi servono certo strumenti classici, come le tradizionali ricerche di mercato, ma è ancora più importante agire sulle persone. E’ l’obiettivo di Humantek, società specia-lizzata in executive coaching, formazione umana e strategia d’impresa, fondata nel 2008 da Walter Fer-rero e Marta Residori. “Operiamo in un’epoca difficile – afferma Marta Residori – protagonisti di uno scenario caratterizza-to da forte instabilità economica, turbolenza e in-certezza sul futuro. Nell’ultimo decennio abbiamo assistito a una crescente accelerazione e a un ver-tiginoso aumento del tasso di cambiamento. Il mix di fattori in gioco presenta una portata globale: la crescente saturazione dei mercati, la forte spinta all’innovazione, la competizione globale, la comu-nicazione in real time, la speculazione finanziaria in-ternazionale, la convivenza e l’integrazione di etnie diverse, hanno esploso le dinamiche locali verso ter-ritori assai più vasti, accelerando i processi. La crisi internazionale, l’incertezza economica, l’instabilità sociale ci inducono a mutare la nostra percezione del tempo. E’ l’epoca del “qui ed ora”, che velocizza i processi, presuppone una mente sveglia e reattiva nella lettura consapevole dei segnali dell’ambiente e richiede flessibilità, gestione emotiva e capacità di adattamento e comunicazione. Emerge forte la ne-cessità di accedere alle risorse potenziali dell’indivi-duo, sviluppando il suo reale potere personale”Humantek (www.humantek.it) utilizza il proprio bagaglio di conoscenze provenienti dalle scienze umane più antiche, integrate in un sistema plasmato sulle specificità dell’uomo contemporaneo, e la sua profonda esperienza nelle organizzazioni. Questo approccio consente ai consulenti, docenti e coach della società di intervenire a livello sia macro-siste-mico (mercati e organizzazioni), sia micro-sistemico (team e individui). L’obiettivo di fondo è generare cambiamenti nelle persone, lavorando sui meccanismi all’origine dei comportamenti attraverso metodi e tecniche tesi a risvegliare le abilità di imprenditori, manager, pro-

È l’approccio di Humantek che, con una metodologia peculiare, in questi anni ha affiancato imprese protagoniste nei loro mercati in progetti di executive coaching, formazione umana e strategie d’impresa


LE EXPERTISE DI HUMANTEEKHumantek sviluppa la propria competenza in tre macro-aree:Executive coaching. I fondatori e il loro team svolgono attività di coaching da oltre 20 anni, convinti che il lavoro individuale sia il più efficace sia nei casi di potenziamento che nelle situazioni in cui è richiesta una profonda trasformazione comportamentale. I programmi proposti sono: Coaching base (formazione umana), Coaching avanzato (formazione interiore) e Coaching per imprenditori (forma-zione al potere). Humantek opera su due binari - il ruolo e il sé - tarando ogni percorso sull’individuo e sulle sue specificità. Sono quattro i pilastri portanti sui quali si poggia il lavoro di potenziamento: la strategia del sè, la strategia relazionale, la strategia del risultato e la strategia del guidare gli altri. Formazione umana. Il sistema formativo messo a punto da Humantek aiuta a lavorare sulle cause strutturali, conducendo gli individui e i team alla comprensione delle dinamiche mentali, emotive e comportamentali. I contenuti e le tecniche vengono di volta in volta integrati considerando le speci-fiche esigenze dell’azienda, del team, dei ruoli e degli individui. In particolare, nella formazione ma-nageriale la società lavora sui fattori del successo, sviluppando programmi specifici volti a sviluppare o potenziare le abilità cognitive, emotive e relazionali. Humantek interviene su competenze e abilità quali strategia e tattica, cambiamento, innovazione, arte del vivere il tempo, autorevolezza, guida e potere, comunicazione carismatica, negoziazione relazionale, focalizzazione e realizzazione. Nella formazione in ambito commerciale, Humantek sviluppa tre percorsi diversi: Human Sales Approach, Ability & Sales Techniques e Persuasion & Negotiation Techniques Strategia d’impresa. Humantek lavora sia a livello del pensiero strategico, focalizzando e motivando lo staff direttivo verso nuovi orizzonti, sia a livello sistemico, utilizzando partner specializzati nella rilevazione di dati (mercato mondiale, prodotti, concorrenza ecc) e nella identificazione delle aree di ottimizzazione dell’impresa. Gli strumenti utilizzati spaziano dai focus group allo start up manage-ment, dal change management all’assessment center, una metodologia d’indagine utile a individuare il possesso delle capacità necessarie per svolgere un’attività manageriale o professionale.

strumenti adeguati nell’ambito del marketing e delle vendite, del public speaking e della motivazione dei collaboratori.“L’intento di migliorare ciò che ha trovato sul pro-prio percorso – sottolinea Walter Ferrero – è una del-le migliori qualità dell’essere umano. Tuttavia, da soli possiamo fare ben poco. Per questo le grandi impen-nate delle civiltà si sono verificate quando i singoli hanno saputo sentirsi un popolo e quando le tecno-logie del momento hanno messo in grado gli uomini di condividere le conoscenze. Imprendere vuol dire “cominciare qualcosa” e implica il senso di “scelta”. Presuppone quindi una consapevolezza iniziale – la possibilità di scegliere – e il senso del “nuovo”, inteso come la concezione di mettere in atto un’azione che va a trasformare la situazione preesistente.Ma per “trasformare” occorre poter concepire qual-cosa di diverso e questo è tanto più difficile quanto più la nostra mente – e le nostre emozioni – restano legate al passato o all’esistente. Nulla di nuovo può essere intrapreso se non si sviluppa un’emancipazio-ne dal “vecchio”. Per ottenere questo, occorre innan-zitutto lavorare sulla trasformazione di se stessi, non temere il cambiamento, né l’essere paralizzati dalla paura di ciò che non conosciamo ancora. Imprende-re vuole anche dire far tesoro dell’esperienza degli altri, in termini di capacità, idee ed entusiasmo. Se noi cerchiamo il nostro scopo, può essere che nel nostro progetto altri possano collocare il loro, con il risultato di sviluppare un’energia unica e straor-dinaria”.Specializzata nell’abito dell’impresa, Humantek ha prestato la propria consulenza a numerose multina-zionali leader nei loro mercati, oltre che nel mondo dello sport e in quello medicale.

fessionisti alle prese con le sfide dei mercati in cui operano. Quello di Humantek - che sin dal nome richiama il concetto di “tecnologia umana” - è dun-que un modello che mira a intervenire sull’hardware ancor prima che sul software dell’uomo. Insegnando a gestire il pensiero, la concentrazione, le emozio-ni, la parola, il corpo, il tempo. Humantek fornisce

WALTER FERRERO, manager e imprenditore di lungo corso, coltiva da sempre un forte interesse per gli studi filosofici, umanistici e religiosi, oltre che per la storia e la cultura di civiltà diverse, che lo ha portato a viag-giare in tutto il mondo e a diventare un esperto di yoga

e zen. Ferrero non trascura la tradizione occidentale e, mettendo a confronto le varie culture incontrate, ne ravvisa un indirizzo comune, legato al bisogno umano di fornire adeguate risposte al senso dell’esistenza. Il

terzo millennio porta con sè la consapevolezza di una centralità dell’individuo nel processo di crescita della

società, inducendo le aziende a investire nello sviluppo e accrescimento dello standard qualitativo di addetti e

management: così, in seguito alle numerose richieste di consulenza, Ferrero decide di fondare Humantek.

MARTA RESIDORI, Laureata in psicologia ad indiriz-zo clinico presso l’Università degli Studi di Padova,

Marta Residori ha maturato una profonda esperienza nelle risorse umane in società quali CGT Caterpillar

e Motorola. Nel frattempo, Residori continua lo studio e l’approfondimento dei meccanismi umani, frequentando la scuola di psicoterapia di Firenze. È del 1994 l’incontro con Walter Ferrero, con il quale inizia un lungo e intenso percorso di coaching in-dividuale. Seguono viaggi ed esperienze formative, fino alla fondazione di Humantek. Ad oggi, Residori

si occupa di executive coaching e di formazione umana nelle aziende, contribuendo allo sviluppo di

imprese e persone, partecipando a progetti di change management e di sviluppo organizzativo.

FOCUS

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C

Con cinque Congressinazionali e unomondiale gliagronomi puntanoa diffondere progetti sostenibili

La Waa-Amia

Enpaia, la previdenza per la categoria

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I

Fomazione a 360° puntando sulrafforzamento delle conoscenze tecniche

L’attività

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C

La possibilità didiversifi carela professione deve essere sfruttataal meglio soprattutto dai giovani

I numeri del Collegio

UNA LOCATION POLIFUNZIONALE ALL’INSEGNA DELL’INNOVAZIONE

Ospitare e organizzare congressi, eventi e manifestazioni di associa-zioni, enti, imprese, ordini profes-sionali: è la missione del Palacon-

gressi di Rimini e della Event & Conference Di-vision di IEG - Italian Exhibition Group spa, so-cietà nata dalla fusione delle Fiere di Rimini e Vicenza. L’obiettivo è consolidare e migliora-re ogni anno il proprio posizionamento all’in-terno della meeting industry nazionale e inter-nazionale. Il Palas e la città di Rimini, infatti, sono una destinazione sempre più apprezzata da PCO a da aziende che cercano una struttura e servizi in grado di offrire le condizioni ideali per un evento di successo. Una collocazione raggiunta grazie a tre decenni d’esperienza e lavoro in questa tipologia di manifestazioni, e a una struttura progettata e realizzata, nel 2011 su progetto dell’architetto Volkwing Marg dello Studio GMP di Amburgo, per rispondere al me-glio alla richiesta di cambiamento ed evoluzio-ne espressa dalla meeting industry. “La costru-zione del nostro Palacongressi, nato sull’area fieristica della città, ha dato una risposta alla necessità di mantenere la leadership di Rimini all’interno del comparto congressuale italiano di essere presenti su quello internazionale gra-zie alla competitività di una struttura innova-tiva e di grande funzionalità”, spiega Stefania Agostini, direttrice dell’Event & Conference Di-vision di IEG. “Nel progetto del palazzo abbia-mo riversato tutto il nostro know how. Dal nu-mero delle sale, alle loro dimensioni e flessibi-lità, abbiamo pensato a una struttura che fos-se in grado di accogliere eventi con migliaia di partecipanti, così come meeting con poche decine di persone”. Il risultato è un Palas che può trasformarsi in auditorium per concerti di musica classica, in palcoscenico di program-mi TV, oppure offrire accoglienza di alto livel-lo anche a piccoli gruppi di lavoro o di studio. “I PCO con cui collaboriamo trovano la nostra destinazione e offerta perfettamente corrispon-dente ai loro bisogni, e addirittura, dopo aver svolto la manifestazione ci chiedono se il pool di aziende riminesi che opera con il Palas per i servizi possa essere utilizzato anche in altre location del Paese. Dimostrazione di un’offer-ta congressuale avanzata ed efficiente”. Ulti-mo esempio delle opportunità della piattafor-ma Palas è arrivata dal XX congresso AICCER svoltosi all’inizio di marzo con la collaborazio-ne di AIM Group International: un nuovo mo-dello di appuntamento medico-scientifico che coniuga un programma articolato e differenzia-to per i congressisti, con una formula innovati-

Palacongressi di Rimini e Event & Conference Division IEG è all’avanguardia della meeting industry nazionale e internazionale


UN PROGETTO MODULARE ED ECO-FRIENDLY AL 100%Tutela dell’ambiente, sostenibilità e risparmio energetico. Sono le idee alla base del Palacongressi di Rimi-ni, realizzato dall’architetto Volkwing Marg dello Studio GMP di Amburgo, una delle firme dell’architettura contemporanea mondiale. Con, alla base, un concept progettuale 100% eco-friendly: per la costruzione delle trentanove sale e dei novemila posti a sedere sono stati utilizzati materiali eco-compatibili, quali legno, vetro, pietra. Mentre è la luce naturale, grazie alle ampie vetrate a illuminare spazi e ambienti. Le lampade fluorescenti dell’illuminazione artificiale sono dotate di sistemi «dimmerabili» mentre quelle per la segnalazione delle vie di fuga sono equipaggiate con tecnologie LED, grazie a cui si è ottenuta massima luminosità con il minimo spreco energetico ed economico. Un’attenzione eco green a 360°, espressa anche dalle policy commerciali e di marketing del Palacongressi per congressi e eventi, con pieno sostegno all’utilizzo di materiali, strumenti e impianti a basso impatto ambientale. Accompagnate dalla presenza di trasporti e sistemi di mobilità eco-compatibili attraverso le aree verdi urbane, come i percorsi ciclopedonali negli spostamenti dal Palacongressi agli alberghi.

ge di uno showcooking del Masterchef Bruno Barbieri, sul tema alimentazione e salute; sale attrezzate per incontri e workshop interattivi, con mediazione e interventi on line dal con-gresso e da remoto. Un realtà che visto il rico-noscimento del Palas come migliore location nella categoria centri congressi e auditorium italiani da parte del “BEA 2016 - il Festival de-gli eventi e della live communication”. Del re-sto, secondo Stefania Agostini all’interno della meeting industry c’è un nuovo bisogno sempre più diffuso: aprirsi a una logica di comunica-zione e costruzione dell’evento diversa dal pas-sato. “Dotazioni tecnologiche up to date, App, servizi di marketing sul territorio, interattività web tra relatori e partecipanti, insieme all’ac-coglienza e a catering di alta qualità, sono di-ventati peculiarità di ogni appuntamento con-gressuale. Rispondono alla richiesta dei nostri clienti di innovare continuamente le formule di convention, eventi e congressi in modo da realizzare manifestazioni di alto profilo. Il tut-to mantenendo sempre un rapporto costo qua-lità estremamente favorevole”.

va e coinvolgente per i partecipanti. Trasmis-sioni satellitari live e full HD di interventi chi-rurgici per più di mille partecipanti; un palco pronto a trasformarsi in tempo reale nello sta-

FOCUS

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L

Diritto alla salute e di difesa da garantire in ugual misura

Tutela del cittadino

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C Progetto QuadrifoglioPolitiche di protezione sempre più ampieper medici e dentisti

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I

Ambulatorioin condivisioneper i mediciprossimialla pensione

L’ultima cura contro l’alopecia è la rigenerazione cellulare

Dottor Conti, ci parli in breve dell’alopecia, cos’è e a cosa è dovuta?Per parlare dell’alopecia non basterebbero al-cune ore. In breve, l’alopecia è più comune

di quanto si immagini; sia negli uomini sia nelle donne, è dovuta a cause di vario genere. Scientificamente, le al-terazioni ormonali (i responsabili sono sia il testosterone sia la proteina prostaglandina PGD2) sono le principali indiziate, ma la caduta dei capelli ha anche altre con-cause dovute alla psicologia del paziente, soprattutto se colpito da forti stress, o ancora all’alimentazione e allo stile di vita errato.

Quali sono le cure più serie per combattere l’alopecia o calvizie?Davanti a una chioma che si dirada e ai capelli persi, il dubbio della cura giusta attanaglia chi ne soffre: da un lato c’è il trapianto capelli, che fino a pochi anni fa era considerato, in modo errato, la giusta cura della calvizie; dall’altro c’è l’utopia di fiale e shampoo che prometto-no risultati miracolosi. Ma in mezzo a rimedi, da un lato blandi e inefficaci nel lungo periodo, dall’altro altamen-te invasivi e costosi, l’ultima e più promettente cura per combattere in modo significativo l’alopecia e il dirada-mento è la Medicina rigenerativa avanzata.Nello specifico parliamo del Protocollo medico non chi-rurgico bSBS (Advanced regenerative medicine protocol and genomic analysis), che usa le cellule ad alta capacità rigenerativa e le staminali del paziente stesso, “risveglian-dole” per ripopolare letteralmente il capo di URC (Unità rigenerative cellulari) e Matrice ExtraCellulare nativa, che sono quelle cellule presenti nel follicolo pilifero, interes-sate alla rigenerazione e allo sviluppo del follicolo stesso.

Queste cellule rigeneratrici e riparatrici da dove vengo-no prese?Le URC vengono prelevate dal paziente stesso in modo completamente indolore attraverso un prelievo di san-gue, per farlo viene usata la tecnologia di separazione cellulare hCRP, il più avanzato e performante device me-dico disponibile in questo campo.

A chi è indicata la terapia di Medicina rigenerativa?Oltre a essere considerato un approccio necessario an-che nei casi di calvizie più avanzata per creare le basi

I benefici vanno “oltre” a quelli del trapianto capelli, i risultati sono più duraturi e completi: il Protocollo di Medicina rigenerativa è la cura avanzata per alopecia e calvizie. Ne parliamo con il dottor Mauro Conti, direttore scientifico di HairClinic Italia


Il dottor Mauro Conti, nato ad Alessandria nel 1964, laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Genova, è il direttore scientifico di HairClinic, dove coordina tutte le terapie rigenerative rivolte ai pazienti

affetti da alopecia.

Il Protocollo di Medicina rigenerativa è disponibile in Italia in HairClinic BioMedicalGroup, uno dei centri di Medicina rigenerativa per la cura della calvizie più avanzati al mondo, dove l’alopecia viene curata in modo mirato e avanzato.

pre-chirurgia e promuovere risultati più duraturi e di alto valore estetico, il terreno ideale per questo approccio è il diradamento localizzato o diffuso (situazione che riguar-da il 93% dei pazienti trattati). Perché promuove effica-cemente l’inversione del processo di miniaturizzazione che nel tempo porta all’atrofia del follicolo: questo effetto dona maggiore densità e qualità dei capelli, favorisce la ricrescita dei follicoli non atrofici e ricettivi alla stimola-zione. Agisce su tutti follicoli ricettivi alla stimolazione, rinforzando sia i follicoli presenti sul capo ancora non atrofizzati sia sui follicoli dormienti, creando il terreno perfetto per fiorire nuovamente e producendo natural-mente capelli sani e forti, proprio com’erano prima di iniziare a perderli.

È adatto anche a chi ha già una calvizie avanzata?Il Protocollo di Medicina rigenerativa non è una terapia miracolosa. Una situazione molto compromessa va af-frontata con l’associazione tra Medicina rigenerativa e microchirurgia. Nel caso di una calvizie avanzata, con necessità di autotrapianto dei capelli, il Protocollo bSBS evita al massimo delle possibilità offerte dalla scienza il cosiddetto effetto “shock loss”, un indebolimento e una miniaturizzazione dei capelli più deboli dovuta allo

shock del trapianto stesso. Con un benefico più comple-to: i capelli hanno tutti uno spessore omogeneo e i risul-tati sono duraturi e di alto valore estetico.

Come agisce il Protocollo bSBS? Il Protocollo bSBS si svolge in una sessione eseguita in sala operatoria anche se non è chirurgica, non è invasiva, non ci sono segni post sessione, e la ripresa della vita sociale, lavorativa e sportiva è immediata. Medici esperti eseguono analisi avanzate della situazione specifica del paziente (esame genomico, lipidomico della membrana cellulare, ormonale): l’obiettivo è promuovere la rigene-razione dei follicoli indeboliti dalle cause sopra citate e la ricrescita dei capelli proprio dove sono caduti. Per farlo, si procede con un solo intervento ad alta den-sità, che stimola le cellule staminali presenti e riattiva le loro funzioni vitali. Si comincia con un prelievo del san-gue; da questo si selezionano ed estraggono le cellule ad alta capacità rigenerativa grazie al sistema hCRP, il più sofisticato e sicuro sistema di separazione cellulare e prodotto dalla più importante azienda al mondo. Sono queste ultime, non trattate e non contaminate, a conte-nere i preziosi fattori di crescita utili per la ricomparsa dei capelli: le ricerche scientifiche hanno dimostrato che queste sostanze sono fino a 19 volte più forti e concen-trate, per via dei fattori di crescita contenuti, rispetto alle provette utilizzate per altri tipi di interventi per la ricresci-ta dei capelli, come il Prp (plasma ricco in piastrine). A queste cellule viene associata la Matrice ExtreCellulare nativa liquida, che viene estratta dallo stesso prelievo di sangue ed è isolata attraverso un emoconcertatore avan-zato.Nel corso della stessa seduta, dopo il prelievo arriva il momento della piccola infiltrazione sottocutanea – in-dolore, senza cicatrici, rapida, in una sola somministra-zione – che riguarda l’intero capo, a partire dalla fronte verso tutta la nuca, con una concentrazione del 35% dell’infiltrazione nelle aree in cui l’alopecia ha colpito maggiormente. Le infiltrazioni non avvengono con la classica siringa meso terapeutica, ma con uno strumento brevettato collegato a un micro ago calibrato. Situazione che permette da una parte di non rischiare di danneggia-re i bulbi durante le infiltrazioni come può avvenire con una classica siringa, dall’altra di essere completamente indolore.

È necessario un periodo di degenza dopo aver eseguito il Protocollo bSBS?Assolutamente no! Il paziente torna a casa senza segni, non vi è degenza né una fase di ripresa più o meno lun-ga, e può ricominciare subito le sue attività. Proprio per questo il Protocollo di Medicina rigenerativa è consiglia-to anche in gravidanza, a ogni età, anche se si è sotto cura con medicinali di qualsiasi genere.Completa il Protocollo la fase di controllo e una serie di azioni volte a rinforzare e aiutare il lavoro delle cellule staminali e dei bulbi piliferi stimolati con l’infiltrazione, dalla nutraceutica alla nutrigenomica a seguito degli esa-mi eseguiti. I risultati sono significativi e imparagonabili rispetto ad altre soluzioni conosciute.

Vai al sitoHairClinic.it

Video: Come agisce il Protocollo bSBS

Video: Perché ��

Video: La strategia di ��

Per informazioni e dettagli: HairClinic.it -

Numero Verde 800 168 668email: info@hairclinicit

canale video: vimeo.com/hairclinic

FOCUS

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L

La disponibilità di farmaci su tutto il territorio nazionale è prioritaria

La storia

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U

L’accesso alle facoltà deve avveniretenendo conto del fatto che il ricambio generazionale non può venire meno

25

L’ Serve il passaggiodal sistema dellaprestazione defi nita al sistemacontributivo

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V

Professionisti perl’organizzazionedi servizi diconsulenza aziendale

I presidentiInsieme ai veterinari

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G

I laureati con ilmaggior potenziale devono poter contare su una formazioneretribuita sul campo

Il futuro

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G

Prioritario trovare spazi che permettano una maggioreformazionenell’interessedella popolazione

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I

In Italia su 42.322assistentisociali iscrittiall’albo 39.409sono donne

srl

srl

srl

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S

La priorità deveessere data allacontinuità d’assistenzaal paziente al di fuori dell’ospedale

L’Ipasvi in pilloleIl fabbisogno

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L Le risorse che l’ente riesce ad accantonare devono poter esserea disposizionedegli iscritti

Colleghi prima di tutto

I numeri dell’ente

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I

Biologia forense,citologia e tuteladei beni culturalii settori su cui puntare

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L’

Alimentazionee nutrizione i settori in cui il biologo sarà chiamato semprepiù ad operare

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L’

Formazioneal passo con i tempi grazie all’e-learninge corsi ad hocsu tutto il territorio

Migliore formazione

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T Ancot, Ancite Lait insiemenella Federazioneitalianatributaristi

La Fit

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T

Far conoscere ciò che il chimico puòfare è il puntodi partenza per rafforzare l’attivitàprofessionale

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I

�

In Europa su 2.373 progetti solo 391 sono stati presentati da donne

I giovani

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D

Le peculiaritàdell’Italia nonpossono esseresottovalutate

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A

Allo studioprestazioni ad hoc per chimici,attuari, geologi,dottori agronomie forestali

25

«Q

Il professionista moderno lavorasulla prevenzionedi disturbi gravicon il miglioramento dello stile di vita

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U Lo psicologodeve porsi comepromotore delbenessere nella societàmoderna semprepiù complessa

La formazione continua: un asset per gli agenti di commercio di domani

In un contesto economico nazionale nel quale i ser-vizi rappresentano il 73% del mercato, c’è anco-ra grande spazio per la figura dell’agente di com-mercio. A patto che sappia garantire una professio-

nalità che, oggi come e più che in passato, passa at-traverso una formazione continua di livello eccellen-te, capace di rispondere con efficacia alle esigenze di uno scenario in costante evoluzione. Basti pensa-re alla crescente affermazione dell’e-commerce, che sta dettando nuove regole nel rapporto tra aziende e consumatori . Ne è convinto Franco Damiani, presidente di ATSC-Agenti Teramo Senza Confini, che con i suoi oltre 1500 associati rappresenta una delle più dinamiche realtà del settore non solo in Abruzzo, ma a livello na-zionale. “L’alta formazione rappresenta un’occasione cruciale per ripensare la figura dell’agente di commer-cio e riconoscergli il ruolo fondamentale che assume nell’attuale contesto socio-economico italiano. Non a caso, il nostro è il paese con il più alto numero di agenti a livello europeo, a conferma del fatto che la cultura imprenditoriale italiana è fortemente focaliz-zata sulla fase commerciale. Ecco perchè dotare gli agenti di commercio del know-how, delle competen-ze e degli skill richiesti da mercati sempre più com-petitivi, è un compito imprescindibile per organizza-zioni come la nostra”.E così, dimostrando in concreto dinamismo e lungi-miranza, ATSC sin dal 2013 ha stretto una partner-ship con l’Università degli Studi di Teramo, varando un progetto pilota unico in Italia: un corso di laurea triennale in Scienze della Comunicazio-ne con particolare interesse all’intermedia-zione commerciale. “La mission di ATSC è non solo la tutela - afferma Damiani - ma anche e soprattutto la qualificazione dell’a-gente di commercio. D’altronde, sono fini-ti i tempi in cui questa professione era vista da molti come una sorta di ripiego, all’in-segna dell’improvvisazione e dell’indivi-dualismo. E oggi non basta aprire una par-tita Iva per diventare automaticamente im-prenditori: spesso va a finire che l’entusia-smo lascia presto il posto alla disillusione e ci si rimette un sacco di denaro. Da que-sta consapevolezza è nato il progetto di un corso di laurea professiona-lizzante sviluppato in collaborazione con l’ateneo teramano, che ha sposato in pie-no i nostri obiettivi, confermando che c’è spazio per occasioni di dialogo concreto tra università e mondo del lavoro”. Si trat-ta dunque di un’opportunità sia per aprirsi

E’ la mission di ATSC-Agenti Teramo Senza Confini, che ha stretto una partnership con l’Università di Teramo per il primo corso di laurea triennale in Scienze della Comunicazione con interesse all’intermediazione commerciale


OLTRE VENT’ANNI DI ATTIVITÀ SUL CAMPO

Fondata il 23 dicembre 1995 aderendo alla UILTuCS Agenti Senza Confini, l’Associazione Agenti Teramo Senza Confini - con sede a Giulia-nova (Te) - è una delle più importanti realtà della Federazione nel centro Italia. Già nel 2006 ha attivato il CAAF, primo centro di assistenza fiscale per agenti di commercio. Nel 2010 è entrata a far parte dell’Osservatorio Provinciale dell’E-conomia e dello Sviluppo della Provincia di Teramo (OPES). Tre anni più tardi l’associazione ha avviato la partnership con l’Università di Teramo.Il 6 agosto 2014, con deli-bera n.126 della camera

di commercio, viene validata la partecipazione dell’Associazione alla consulta dei liberi profes-sionisti l’unica per la categoria degli agenti di commercio in Italia.Oggi ATSC conta oltre 1.500 iscritti, in rappre-sentanza non solo dell’Abruzzo, ma praticamente di tutta Italia, confermandosi realtà decisamente dinamica e attiva. Se l’attività di formazione con-

tinua è centrale nella sua mission, ATSC eroga i servizi classici nelle aree di assi-stenza sindacale e legale, tributaria e fiscale, finanzia-menti e previdenziale. Per saperne di più: www.atsc.info - [email protected].

numerosi sbocchi nella professione, sia per arricchi-re il professionista attraverso specifiche competenze orientate alla complessa realtà del marketing e dell’in-termediazione commerciale. La laurea triennale in Scienze della comunicazione, esclusiva dell’Università degli Studi di Teramo che per prima ha incluso un corso di “Tecniche di vendi-ta” nel piano di studi di Scienze della Comunicazio-ne, si articola in 180 crediti, 60 per ciascun anno, e 15 esami complessivi. In questi primi quattro anni gli iscritti hanno raggiunto quota 363 e già oltre un cen-tinaio hanno manifestato l’intenzione di iscriversi al prossimo anno accademico 2017/2018. “Oltre al nu-mero complessivo - rileva il presidente di ATSC - vale la pena di sottolineare che gli iscritti provengono pra-ticamente da tutta Italia: una prova tangibile di quan-to fosse atteso un corso di alta formazione a livello universitario. Tra l’altro, abbiamo già i primi laurea-ti: 39 nella sessione dello scorso ottobre, cui stanno per aggiungersene altri otto”. E proprio l’eterogeneità nella provenienza degli iscritti ha convinto l’ateneo a implementare una piattaforma Internet, che offre l’ac-cesso a risorse multimediali utili per l’apprendimento a distanza. In più, dall’ottobre 2015 i docenti del cor-so di laurea per agenti di commercio tengono lezio-ne anche a Roma, presso la prestigiosa sede nazio-nale di UILTuCS, che in passato ha ospitato la facol-tà di Sociologia dell’Università Sapienza di Roma e il CNR (Consiglio Nazionale della Ricerca).“Mi piace rimarcare - prosegue Franco Damiani - che le finalità del progetto nato dalla collaborazione tra

ATSC e Università degli Studi di Teramo sono state comprese e condivise anche da Enasarco, il nostro istituto previdenziale, che ha deciso di stanziare 2,5 milioni di eu-ro da destinare alla formazione. Attraverso Enasarco, puntiamo anche a far conoscere sempre di più il corso di laurea a livello na-zionale. Un altro motivo di soddisfazione per noi è il fatto che non poche aziende ci stanno contattando per avere l’elenco degli iscritti e dei laureati: mai come oggi nelle vendite e nel marketing c’è bisogno di te-am composti da professionisti qualificati”.Tutto questo senza dimenticare che negli ultimi due anni numerose Camere di Com-mercio, da Nord a Sud, hanno riconosciu-to la validità del corso di laurea terama-no, fornendo una valutazione positiva sul percorso formativo relativo all’abilitazio-ne alla professione di agente di commercio e sull’opportunità di accrescere la profes-sionalità di tale figura. Tutte hanno espres-

so parere positivo sull’idoneità del corso di laurea ai sensi della Legge n. 204/85 disciplinante l’attività di agente e rappresentante di commercio. In sostanza, gli studenti che includano nel percorso formativo gli insegnamenti di “Marketing” e “Tecniche di vendita” vengono qualificati e abilitati per l’attività di agente di commercio.Naturalmente, ATSC non si limita a seguire la part-nership con l’Università degli Studi di Teramo. Coe-rentemente con lo spirito della formazione continua, l’associazione sta perfezionando il corso di informa-tica: “Dobbiamo padroneggiare sempre meglio - am-monisce Damiani - gli strumenti informatici e il web, per poter fronteggiare con efficacia l’avanzare dell’e-commerce senza farcene travolgere. Stiamo anche implementando un’iniziativa di formazione itineran-te focalizzata sui temi della persuasione e della tec-nica di vendita”.Infine, a novembre partirà un master dedicato al project management e all’ economia aziendale: un appuntamento attorno al quale c’è già molta attesa.

Franco Damiani, 56 anni, sposato con due figli, è iscritto al ruoloAgente di Commercio dal 1982. La sua società di rappresentanza

Sinergia FD da oltre trent’anni annovera come partner rinomate aziende nazionali e internazionali. Laureato il 19 Ottobre 2016, con la tesi

“Il ruolo strategico dell’etica nella professione dell’agente di commercio”, Damiani è Presidente ATSC, Delegato Assemblea Enasarco e Tutor

per la Coorte ATSC Università di Teramo.

FOCUS

SCUOLA PERSONALIZZATA NEL COLLEGIO SVIZZERO

L’Institut auf dem Rosenberg, di proprietà della famiglia Gademann che lo gestisce da quattro generazioni, è una delle più antiche e note boarding school internazionali, fondata nel

1889 a San Gallo, nella Svizzera tedesca. Ma se qual-cuno pensa che l’ambiente e lo studio in questo collegio siano austeri e tradizionali, come potrebbe far pensa-re la severa architettura degli edifici in cui è ospitato, si sbaglia di grosso. Gli allievi sono guidati come in nessun’altra scuola al mondo, l’insegnamento è estre-mamente personalizzato e si può scegliere se studiare in tedesco (lingua madre nel cantone di San Gallo), in inglese o in italiano (caso unico per le scuole all’estero). Le classi sono composte mediamente da soli otto allievi e il corpo docente è numeroso e molto qualificato. La didattica si pone l’obiettivo di trasmettere, in aggiunta ai contenuti delle singole discipline, un metodo di studio individualizzato ed efficace, che permetta la prosecu-zione degli studi all’università e favorisca lo sviluppo della fiducia nelle proprie capacità. «Una personalità equilibrata», spiega Bernhard Gademann, direttore ge-nerale dell’Institut auf dem Rosenberg, «non è solo il risultato di una buona formazione accademica, bensì anche dell’assimilazione e comprensione di importan-ti competenze sociali e di una buona dose di autodi-sciplina. Lo studio e le esperienze di vita al Rosenberg permettono agli studenti di acquisire la capacità di comunicare in più lingue, di inserirsi efficacemente in una comunità internazionale, di comportarsi in modo responsabile e di risolvere conflitti di natura interperso-nale». La scuola offre agli allievi un ambiente di studio sereno e sicuro, oltre a un’ampia scelta di sistemi scola-stici. In particolare, per quanto riguarda il sistema sco-lastico italiano, il Rosenberg è l’unica boarding school in territorio non italofono ad annoverare una scuola paritaria italiana con due indirizzi liceali (scientifico e linguistico), entrambi di durata quadriennale (invece dei


cinque anni richiesti in un’equivalente scuola in Italia), i cui titoli consentono l’accesso alle università di tutto il mondo. «Nella convinzione che sia di primaria impor-tanza fornire un’educazione ben articolata», sottolinea Gademann, «la scuola propone uno spettro davvero completo di attività integrative, fra le quali ogni allievo può trovare qualcosa di adatto ai propri interessi e pre-disposizioni personali». Notevole è infatti l’attività ex-tradidattica fra corsi, stage e laboratori specialistici, che prevedono al termine il conseguimento di un attestato valido per i crediti formativi dello studente. Le materie dei corsi sono quanto mai attuali e attraenti per i giova-ni, potendo scegliere, per esempio, tra fashion design, presentation skills, digital media e molti altri temi.

INSTITUT AUF DEM ROSENBERG

Tel. +41 71 277 92 [email protected]

www.instrosenberg.ch

United NationsEducational, Scientific andCultural organization

FOCUS

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I

Ragionieri egeometri sonole categoriepiù rappresentatenel settore

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F

La formazioneparte dalla base.Chi ha l’ambizionedi formare deveessere per primacosa competente

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SPer continuare a fare il docente servono passione, pazienzae dedizionetotale alla causa

Da presidi a manager

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A

Dopo anni dipromesse inattuatela scuola èin cerca d’identità

La mission

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L

Il successodell’intermediazione passa dalla capacitàdi saper comunicare e conciliare

Il profi lo dello Sna

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D

La riuscita delFondo di categoria deriveràdall’avvicinamento dei giovani

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U

Abolizione dell’Irap, formazione continua e lingue straniere. Queste le priorità per i professionisti del futuro

I numeri della Fnaarc

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U La Fondazione guarda a infrastruttureed equityper contribuirealla crescita e al rilancio del paese

Le sigle sindacali

IL LIBRO D’ORO DELLE PROFESSIONI - Italia...

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