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    uando linverno fu arrivato davvero, sul fiume si formava il ghiaccio e venne il momento di tagliarlo. Pap doveva sempre penare per distribuire il lavoro ai montacarichi per il ghiaccio, il lavoro alle centinaia di carichi di ghiaccio che i contadini trasportavano coi carri, perch ogni carico era ben pagato. Pap doveva farela voce grossa, perch a lavorare col ghiaccio non ci voleva andare nessuno, soloPepin era contento e non vedeva lora che venisse il tempo del taglio del ghiaccio, per gli altri operai era come andare ai lavori forzati e cercavano tutti di s

    ottrarsi, minacciavano addirittura pap che sarebbe venuto il giorno in cui sarebbe stato lopposto e gli operai sarebbero stati in ufficio e i padroni a tagliare il ghiaccio, tutti, anche il signor Dimcek, il nuovo presidente della fabbrica dibirra. Pap a queste osservazioni taceva, forse se lo augurava anche lui che quelgiorno arrivasse e nel mondo le cose si capovolgessero, neanche pap amava i padroni, specialmente il nuovo presidente, che allevava maiali e aveva tre verri di razza, era cos preso dallallevamento dei maiali, ci metteva lanima, al punto che assomigliava a una testa di maiale, a un verro, aveva pure il labbro inferiore cascante e gli sporgevano i denti dalle gengive, e in ufficio aveva introdotto un sistema per cui gli impiegati stavano seduti con le penne sempre pronte, in modo che quando il signor presidente entrava tutti stessero scrivendo e facendo conti.E se qualcuno non scriveva o non faceva conti, subito il signor presidente impa

    llidiva e rimproverava a pap, in quanto amministratore e capo contabile, che in ufficio non si lavorava e che cera una forza superflua. E mentre il signor dottoreGruntord, che era stato presidente prima, andava il calesse, questo presidente compariva, allimprovviso girava la maniglia ed entrava negli uffici e nelle cantine di fermentazione e nella malteria e nei laboratori e nelle falegnamerie, faceva finta di non vedere niente, ma vedeva tutto, e cos non solo gli operai soffrivano a causa sua, ma anche pap, ogni sera la mamma doveva abbracciarlo sotto i pendaglietti della lampada e pap, dopo essersi confidato con lei, tutta un tratto faceva una faccia terribile e, indicando se stesso, si prendeva per i mento, ma quello non era il suo mento, era la barba de nuovo presidente, la strappava con unostrattone e la lanciava con ribrezzo lontano da s, e strappare la barba del signor presidente gli faceva bene, perch solo cos si calmava. Cos pap divise gli operai per il taglio del ghiaccio e di tutti gli addetti prese nota il vice del mastro b

    irraio quello che alla fabbrica di birra era stato anche operaio ed era riuscitoa diventare caposquadra di tutti gli operai, segnava i turni sul taccuino e nelle sue annotazioni teneva conto dellorario di arrivo al lavoro e del comportamento sul lavoro di ogni operaio, il caposquadra era cos contento di s che non potevacredere alla fortuna che gli era toccata, di avere potere sugli operai, certo lamattina non vedeva lora di guardarsi allo specchio e di vestirsi e di prendere la giacca con le quattro tasche coi bottoni e di infilarci il taccuino con i nomie i dati di tutti gli operai della fabbrica di birra, ed era cos con tento di s che mezzora prima della sirena era gi davanti allufficio e, in piedi a gambe larghe,con gli stivali e i pantaloni alla cavallerizza, con sguardo pungente osservavagli operai che arrivavano al lavoro, notando non solo se arrivavano in orario,ma con che voglia e se sbadigliavano ancora, e cos via. Lo zio Pepin non piaceva

    al signor caposquadra, siccome lo zio sul lavoro gridava tanto lo mandava semprenella caldaia quando bisognava scrostarla, togliere il salnitro, anche quel lavoro non lo voleva fare nessuno, perch nella caldaia cera polvere e le lampadine accese e due operai con i martelli battevano come picchi centimetro quadrato per centimetro quadrato, un pezzetto dopo laltro, e il salnitro si polverizzava e glioperai dovevano tenere sciarpe e fazzoletti avvolti intorno alla bocca. Ma lo zio Pepin lavorando cantava e strepitava, perch loperaio che lavorava con lui altrimenti si sarebbe disperato, lunica difesa contro la polvere e laria soffocante della caldaia era per tutti divertirsi a spese dello zio che sbraitava, ogni momentoqualcuno entrava nella sala macchine e urlava nella polvere rosa della caldaia:Il vecchio Repa ha detto che lei al fronte pascolava le capre. E lo zio con martellate possenti scrostava la caldaia e tenendo il ritmo urlava: Ma le pare, imbecille, che al fronte ci sono le capre? La capra delicatina, come sente uno sparo q

    uella se la batte. Ah! E quando c battaglia, al fronte, proprio il momento di stare a combattere con le capre!. E i meccanici avevano aperto le bocchette di ventilazione e la voce dello zio tuonava sulla fabbrica di birra come mandata da un me

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    gafono e il signor caposquadra arriv di corsa e apr il taccuino gridando nella caldaia: Come si permette di urlare sul lavoro? Non pensi che visto che suo fratello il signor amministratore lei pu permettersi tutto, questa cosa me la segno!. E annot qualcosa sul taccuino e guardandosi intorno con aria vittoriosa sorrideva pieno di boria ed esultante, perch fra tutti gli operai solo lui era riuscito a diventare caposquadra, che sugli operai ha molto potere. E quando il lavoro di pulitura della caldaia fu terminato, il signor caposquadra organizz lo spurgo dei cana

    li, anche in questo caso lo zio Pepin spariva, si infilava sottoterra come in unsottomarino, e un operaio stava fuori con la carriola di latta e lo zio nelle viscere e negli intestini della fabbrica di birra prendeva la fanghiglia con unapiccola pala e vuotava nel secchio una palata dopo laltra e quello che lavorava con lui tirava su il secchio, lo svuotava nella carriola, e quando si annoiava oquando un altro operaio passava vicino alla fogna aperta, allora si inginocchiava e urlava nel canale: Evenuta Zaninka, diceva che si sta cucendo un pigiamino per le nozze. E se ne andava e dalla fogna come un enorme geyser sgorgava e risuonava gioioso e batteva sulle pareti e si sollevava in alto verso il cielo lurlo dello zio: Cosa, quel vecchiaccia? Cammina come se ci ha una poppa tra gambe, e io dovrei sposarmi con quel coso? Io, quello che miete successi con le primarie bellezze?. E la voce dello zio era cos penetrante che attraversava il frutteto della f

    abbrica di birra e volava fino a noi, arrivava fin a pap entrando dalla finestraaperta dellufficio, e il signor caposquadra correva, ancora in corsa apriva il taccuino e poi si inginocchiava sulla puzza della fogna gridava verso il basso: Signor Jozef, non pensi che su fratello abbia alcun potereSugli operai qui decido io! Si dedichi immediatamente al lavoro e non perda tempo in chiacchiere!. Fu quando arriv il tempo del taglio del ghiaccio che il signor caposquadra mise lo zio Pepin al lavoro pi duro. Era ancora buio quando gli operai addetti cominciavano atagliare dalla superficie del fiume i lastroni di ghiaccio, delle lunghe striscedi ghiaccio che poi presso la riva un operaio divideva in lastre e in ogni lastra ritagliava un occhiello e allocchiello si agganciavano gli operai sulla riva,e poi in due coi ganci tiravano a riva le lastre di ghiaccio, e poi, sempre in due, coi guanti viola gli operai prendevano le lastre e le lanciavano sui carri e, dato che il ghiaccio si pesava, ogni contadino voleva avere un carico pesante,

    cos con altre lastre di ghiaccio rialzavano le sponde e le fiancate dei carri, ei carichi di ghiaccio lucente splendevano iridati nel rosso sole gelato del mattino e i cavalli cominciavano a tirare, la pelle sulle cosce posteriori gli si raggrinziva, ogni volta era come se le gambe gli si spezzassero, come se cadessero in ginocchio, i loro ferri taglienti si conficcavano nella riva ghiacciata, sotto gli zoccoli il ghiaccio si frantumava e le sale di ferro si incollavano e ogni carico cigolava e gemeva, ogni ruota era come una pompa male oliata, e cos unodopo laltro, come le sfere sul quadrante, i carri si muovevano verso la pesa della fabbrica di birra e poi ancora avanti, a volte cerano tre, quattro carichi fermi davanti alle macine del ghiaccio, ai frantumatori del ghiaccio, che le tazzedellelevatore, passando per il vano di corsa del montacarichi, sollevavano fin sotto il tetto della ghiacciaia alta sei piani, l vuotavano il contenuto della lorotasca e tornavano indietro sul nastro trasportatore. Nel pomeriggio dal fiume si levava il suono del grammofono, su un tavolo bolliva il punch e bambini e studenti pattinavano e io soltanto avevo paura, io soltanto vedevo il lavoro sul fiume ghiacciato, io soltanto vedevo i cavalli stanchi con la criniera e le code fiorite e intrecciate di brina, io soltanto vedevo e vivevo la gravezza del ghiaccio che veniva sollevato, vedevo caricare sui carri lintera superficie del fiume,una catena di lavoro spaventoso, durante il quale non cera dove scaldarsi o, se pure, solo nella capanna attaccata alla parete della ghiacciaia, dove sopra la stufa infuocata erano sempre protese alcune paia mani intirizziteE dal frantumatore si levavano sonori il canto e le urla dello zio, le sue grida allegre, irose,solo le bizze dello zio Pepin riuscivano a scaldare gli operai e, soprattutto, riuscivano a fargli venire voglia lavorareLo zio stava in piedi vicino al frantumatore con un gancio, e quando arriv un carico, si mise a gridare: Un soldato austr

    iaco sempre vincitore, vince sempre e dovunque!. E prese il piccone e con due colpi sganci il fermo della fiancata, che si apr, e il ghiaccio si vers nella macina ela macina golosa con gran gusto frantumava quel ghiaccio trasparente e lattigin

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    oso, e lo zio Pepin prese il gancio e si pieg e, come Don Chisciotte che ingaggiabattaglia contro i mulini a vento, conquist la posizione alla baionetta e cacci uno strillo e loperaio dallaltra parte assunse pure lui una posizione ridicola e lozio comand: Einfacher Stoss! Vorwrts!. E attacc le lastre incastrate, e gridava stava e distribuiva colpi, e il ghiaccio si versava nella macina, varie volte dovettero tenere lo zio abbracciandolo con tutte e due le braccia, perch non sgobbasse tanto, perch non si ammazzasse di fatica, a bracciavano lo zio amorevolmente, d

    ei giganti a cui arrivava a mala pena alla spallama lo zio Pepin non si arrendeva, gridava: Un soldato austriaco deve solo e soltanto vincere!. E si mise a lottare con il cocchiere, un gigante, anche gli altri cocchieri accorsero e risero fino alle lacrime, perch lo zio Pepin aveva steso il cocchiere che rideva, lo avevaschienato e gridava agli altri: Cos Fristensky batt il negroe io cos stendo chiunque!. E minacciava agitando il pugno viola sopra il naso rosso di quellorso, ma il rumore della macina vuota richiam lo zio e gli operai, bisognava tirare gi gli ultimi resti del carico, e quando lelevatore a tazze ebbe portato su gli ultimi restidi ghiaccio e li ebbe versati nella ghiacciaia, in un certo senso respir anche lui, allegramente a vuoto, con battiti regolari si rilass, si ripos anche luiA volteil ghiaccio era tanto duro che la macina non riusciva ad attaccarlo, gli operaidovevano spezzarlo con le mazze, con i ganci e con i pali, bisognava per fare at

    tenzione che la macchina non prendesse anche gli attrezzi, che poi frantumava enon solo, spezzava anche i manici e li scagliava verso lalto, mandandoli a conficcarsi nel soffitto del sottotetto. E lo zio non aveva paura, lottava per qualsiasi manico di qualche cosa, mentre gli altri cadevano a terra e si allontanavanodi corsa per ripararsi dietro le travi, lo zio rideva e gridava e urlava di gioia: Un soldato austriaco vince su tutti i fronti anche in tempo di pace!. E laiutante url: Se solo Zaninka potesse vedere!. E lo zio urlava: Cosa potesse vedere, che cosa blatera, imbecille! Quella vecchiaccia non sa neanche ballare il tango. E in disparte se ne stava inosservato il signor caposquadra, si avvicin e sorrise e disse: Zaninka guarda caso il tango lo sa ballare eccome, sapete?. Cos disse, e si volt verso i tagliatori e gli operai, poi verso lo zio, ma lo zietto Pepin divenne silenzioso e disse piano: Che cosa te ne frega, e cominci a fare pulizia intorno alfrantumatore, si era inginocchiato e prendeva il ghiaccio frantumato coi guanti

    viola, e gli operai, come se avessero capito dopo un momento, si inginocchiaronoaccanto allo zio e si misero a gettare i pezzettini di ghiaccio nel montacarichi e i cocchieri si allontanarono verso i loro carri e il signor caposquadra rimase l da solo, il sorriso gli si gel in faccia e prefer far finta di non capire quello che era appena successo, tir fuori il taccuino, ci scrisse qualcosa, e gli operai erano pi silenziosi, come con lo sguardo fisso sul fuoco guardavano il frantumatore che girava, finch il signor caposquadra cap e se ne and, infil il cancello della fabbrica di birra, perch da tempo ormai gli operai non lo consideravano pi unodi loro. Ah, comerano diverse le arrabbiature che sapeva prendersi il nonno! Allora, durante le vacanze ero seduto col nonno in giardino e il nonno voleva accendersi il sigaro e, dato che cera vento, il nonno cominci ad arrabbiarsi e a imprecare contro il vento, che gli spegneva i fiammiferi uno dopo laltro, finch gli spense anche lultimo. E il nonnino chiamava: Nanynka, portatemi fiammiferi, capito?. Manessuno portava i fiammiferi e il nonno url: Nana, i fiammiferi!. E rimase in ascolto, ma i fiammiferi non li portava nessuno e allora il nonno grid: Nanka, per lamiseria, che fate con questi fiammiferi?. E si teneva alla poltrona di vimini lanciava occhiate alle finestre aperte dietro di lui, da cui uscivano le tende gonfiandosi. E io dissi: Nonnino, vado io a prenderli!. E il nonno urlava: Per lamiseriaporcomondoeporcaputtana, ragazze, possibile che non mi portate i fiammiferi?. Allora corsi in casa e la nonna e la serva stavano correndo da una finestra allaltra e non riuscivano a srotolarsi dalle tende e attraverso la finestra aperta arrivavano le urla del nonno: Puttane, dove sono i fiammiferi?. E io presi i fiammiferi alla nonna e feci finta di mettermi a correre, ma mi fermai nel corridoio ad ascoltare il nonno che sbraitava e sbatteva non solo la poltrona, ma anche il tavolino e urlava Puttane, io vi ammazzo tutte quante, dove sono sti fiammiferi?. E la

    nonna e la serva Anicka stavano gi tirando fuori dalla legnaia un vecchio armadio e diedero laccetta al nonno e il nonno in due minuti spacc tutto larmadio e poi si accasci nella poltrona e io gli diedi i fiammiferi, ma il nonno non li voleva p

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    i, rimase per un poa riposarsi, come se fosse stato reduce da una terribile lotta, come nel film, quando il marito viene a sapere che la moglie lo tradisce, e intanto la nonna e la serva mettevano nel cesto per la stipa le schegge dellarmadioe portavano nella legnaia i pezzi pi grossi, il nonno guardava fisso davanti a scon espressione terribile e roteava gli occhi, ma un quarto dora dopo ritorn in s,rise, si scosse ed era di nuovo allegro e giocherellone. La mamma mi raccontavache a suo padre piaceva arrabbiarsi come a questo mio nonno, e io pensavo che fo

    sse una cosa usuale in passato, ma lui si arrabbiava volentieri anche adesso cheera gi in pensione. Prima che andassi via, alla fine delle vacanze, mi port allagiostra, mi compr tutto quello che volevo, tanto che mi sentii male, ma mentre tornavamo, il fatto che la nonna aveva messo le tende ad asciugare in giardino sudei lunghi pali, le quattro stagioni dellanno e i dodici mesi erano ricamati su quelle grandi tende, che la nonna aveva fatto lei stessa alluncinetto, e quando misvegliavo guardavo la finestra e leggevo quelle tende come un libro illustratoa fisarmonica o un libro con le figure, insomma il nonno mentre passavamo si impigli i pantaloni a un chiodo dei pali su cui le tende erano stese al sole e se listrapp un pochinoe subito il sorriso sul volto gli si rovesci, come nella paginaper i pi piccini del Piccolo lettore, se girate verso lalto la faccia che ride la stessa testa diventa una faccia che piange, e cos, come se il nonno si fosse strapp

    ato non i pantaloni, ma lanima, la risata in cui eravamo stati tutto il pomeriggio lo abbandon e il nonno tir col dito nel buchino e lo allarg, forse perch cos poteva

    gridare e arrabbiarsi: Chi ce li ha ficcati apposta qui sti chiodi? Chi? urlava rivolto alle finestre aperte della casa. Dov Anka? Nanynka, dove siete? urlava, ma letende sventolavano e la casa era silenziosa. Dunque cos che fate, chi quella puttana che ce lha messi? Confessate, o non confessate?. Nonnino faccio io, vado a vederedov la nonna. Ed entrai nella casa e da dietro le tende mi misi a guardare il giardino, e nonno stava l in piedi e guardava le finestre, le fissava pieno di rabbia,come se fossero state occhi, e urlava e pestava i piedi: Quindi voi fate cos? Nonvi fate vive Puttane, questi sono pantaloni nuovi! Venite a cucirmeli, di corsa!.Ma in casa nessuno si mosse, cera silenzio, le tende sventolavano e il nonnino splendeva nei fiori vicino al prato verde su cui si asciugavano le tende splendenti, erano stese ad asciugare imbevute di amido con le quattro stagioni dellanno e

    i dodici mesi, tutte le figurine erano figure di angioletti, anche in inverno gli angeli avevano le alucce, come li aveva ricamati la nonna per il corredo quando era giovane. Allora voi fate cos grid il nonno, e salt sopra le tende pestandole ele tende si strapparono dalla cornice e dai chiodi e il nonno si avvolgeva gliangioletti sulle scarpe e ci si rigirava dentro e, siccome avevano almeno mezzosecolo, le tende si strapparono, sentii lo strappo e il rumore, e anche questo fu poco per il nonno, quando si strapp via dalle tende, per lultima volta chiam e grid ancora: Anka, prendete il filo, Nanyna, puttane, portate il filo, riparatemi questi pantaloni!. Ma la casa era silenziosa e il nonno infil il dito e poi tutta lamano nella fessura e si strapp i pantaloni fino a sotto e si chin e prese la gamba sana e mentre la strappava cadde, tanto la stoffa era forte, ma per terra si spogli rimanendo in mutande e poi strapp i pantaloni ormai senza ostacoli e poi simise a saltarci sopra e a pestarli, ma anche questo era poco per lui, li port dicorsa nella lavanderia, li ficc sotto la caldaia, ma anche questo per lui era poco, prese i fiammiferi dalla caldaia e accese e diede fuoco ai pantalonie in quelmomento arrivarono la serva e la nonna e si disperarono e posarono il cesto coni panni stirati e per prima cosa tirarono fuori un armadio e il nonnino lo buttper terra con le mani e sfasci quel vecchio armadio con le mani e col peso del corpo e poi con laccetta spacc le ante e la nonna tir fuori da sotto la caldaia i pantaloni che bruciavano e corse fuori e tolse dalle tasche i documenti e la borsacon i soldi, perch il nonno quando aveva un dispiacere era terribilmente sensibile, ma quando ritornava in s era di nuovo il pi caro nonnino del mondo e scaricavatutta la colpa sulla razza, diceva: Gli slavi sono spaventosamente sensibili. E cos stavo l con i pattini a tracolla, le lampadine erano gi accese, si sentivano i treni in lontananza e gli operai addetti al taglio del ghiaccio dicevano che entro

    due giorni sarebbe arrivato il disgelo, e io guardavo arrivare dal buio i carichi di ghiaccio, sembravano i Tatra quegli iceberg caricati di traverso sui carri, i cocchieri e gli operai erano avvolti nelle coperte e ai piedi avevano dei sa

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    cchi zuppi legati con delle corde, alcuni agitavano le braccia e i guanti violaerano come pesanti ali di uccelli che non potranno mai alzarsi in volo, dunque agitavano almeno le braccia per riscaldarsi e lo zio Pepin gridava e cantava In riva al lago gorgheggia un usignolo, e attaccava col gancio i lastroni che dalle fiancate dei carri opponevano resistenza, come San Giorgio con la lancia lottava contro il drago di ghiaccio, dal fiume arrivava la musica del grammofono e nellaluce delle lampadine colorate coppie di studenti e studentesse ballavano e si po

    teva vedere il vapore uscire dalla pentola sotto la luce della lampadina, dallapentola da cui venivano tolti mestoli dacqua bollente e si faceva il punch caldoe io guardavo lo zio, che da noi non veniva pi perch aveva fatto di nuovo la sua rivolta, e io ero infelice, gli portavo il pane imburrato con la scusa che lo imburravo per me, non sopportavo pi di vedere che lo zio Pepin, dopo aver speso in due giorni tutta la paga con le signorine, gi il mercoled prendeva il pane vecchioalle galline e mangiava con loro le patate. Quando mi ricordai che dovevo andarea casa non ebbi voglia, preferivo starmene l, in un angolino in penombra, nel libro di lettura avevamo la figure dellOrfanello, me ne stavo l cos e non avevo voglia di andare a casa, anche se a casa avevo tutto e il caldo e grammofono, di certo l cera di nuovo la compagnia di bella gente, la gente della citt, che la sera siscambia visite e conversa di teatro e di cultura e beve birra, era gi successo tr

    e volte che la mamma il giorno successivo, dopo che i nostri ospiti avevano bevuto tre casse d birra, lei la mattina dopo aveva bestemmiato perch qualcuno degliospiti aveva confuso il gabinetto con la dispensa e invece che nella tazza del water aveva pisciato nel secchio dello struttoE la mamma la mattina aveva fatto scolare il liquido, e la sera, quando arriv la compagnia, vidi che aveva portato il secchio e offriva agli ospiti il coltello e il pane fresco e li pregava di spalmarsi il pane con lo strutto, quanto ne volevanoe gli ospiti si spalmavano il pane e lo assaggiavano e dicevano: Altroch, questo s che strutto, si riconosce il mangime della fabbrica di birra. E io li guardavo come la mamma e la mamma gli avevasolamente restituito quello che loro le avevano fatto, ma io glielo auguravo, ai nostri ospiti, perch mi erano tutti antipatici, erano troppo perfetti, tanto che mi facevano venire i complessi e non sapevo cosa gli dovevo dire, e diventavorosso e tacevo e nessuno riusciva a tirarmi fuori una parola. Mi facevano ridere

    , i nostri ospiti, adesso che guardavo camminare intorno a me una dozzina e pi dipesanti scarpe bagnate, avvolte nei sacchi e legate con le corde, e vedevo tutti i nostri ospiti l da noi dallaltra parte del frutteto, vicinissimi, che in quello stesso istante avevano scarpette su misura, adesso per gli uomini era addirittura di moda avere il piede piccolo, spesso vedevo i nostri ospiti che, dopo avercamminato lungo il fiume attraverso i campi per il tratto che ci separa dalla citt, si appoggiavano al muro della fabbrica di birra, alzavano la gamba e si chinavano e cercavano di riattivare la circolazione e si massaggiavano le scarpine ele dita, che gli facevano male solo perch avevano le scarpe di un numero pi piccole, ma erano elegantiE dissi allo zietto: Zio, tornate da noi. Ma lo zio fece un gesto con la mano: Il lavoro viene prima di tutto, ma poi cosa te ne frega!. E mostrava come si agganciano i fermi in modo impeccabile, e come il suo braccio con energia incrollabile, quasi fosse stato ubriaco, lavorava col gancio e faceva scendere le lastre di ghiaccio nella macina. E attraversai il cancello aperto, le lampade agli angoli erano accese, dal fiume tirava il vento profumato che portavail disgelo, i treni in lontananza sferragliavano era come se passassero proprioaccanto al muro della fabbrica di birraE vicino alla malteria il vento si alz come sempre, mi soffiava forte nella schiena, dovetti sdraiarmici sopra, se mi fossi piegato in avanti solo un podi pi avrei volato e incespicato, sarei caduto, tanto era forte il vento in quel punto, adesso mi soffiava vicino alle orecchie e mi prendeva i pattini che avevo a tracolla, me li scostava di dossoma dopo alcunimetri il vento cess di colpo e i pattini si scontrarono rumorosamente e io vidile finestre illuminate delle case assegnate ai dipendenti, gettai unocchiata in cucina, ma vicino alla stufa della cucina cera pap, assorto, beveva il caff lentamente e con espressione assente, vidi che i fornelli erano pieni di tegamini e pent

    olini, poi arriv il signor direttore della scuola e rideva e la mamma era in piedi sulla porta che conduceva nelle stanze e rideva anche lei, e poi vidi che sultavolo cerano degli straccetti tagliati a forma di quadrati, la mamma e il signor

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    direttore della scuola li prendevano al centro e li scuotevano e poi li legavano con dei fili e li immergevano nei pentolini sulla cucina, poi dallaltra stanzavennero anche il signor consigliere del tribunale e il signor farmacista ed erano tutti di buon umore, anche pap sorrideva, e poi gli diedero gli straccetti e pap li stringeva, si divertivano tutti enormemente in quel lavorio, e io non riuscivo a spiegarmi che scopo avesse tutto ci. Cosa ne faranno? E poi lo vidi. la mamma scioglieva le cordicelle e i fili e quando li spiegava gli straccetti erano be

    lli come lala di una farfalla, come unocchio di pavone, su ogni straccetto giocavano colori metallici, blu e verdi e nerie i nostri ospiti portavano i fazzolettidi batista nellaltra stanza dove non arrivavo a vederee allora feci il giro dellecase dei dipendenti passando silenziosamente per il giardino, sentivo che i montacarichi della ghiacciaia stavano frantumando un altro carico di ghiaccio, le luci delle lampadine sistemate lungo la ghiacciaia verso lalto tagliavano violentemente gli spigoli delle travature di quelledificio, era come se l dietro, dietro la fabbrica di birra, ci fosse unincendio, era come un quadro sacro del giudizio universale, le lampadine mandavano nella notte un segno di sventura che ardeva dizolfo e di mercurio, tanto che i contorni della fabbrica di birra e le ombre misembravano verdidalla finestra invece vedevo dentro casa nostra, su lunghe corde erano stese ad asciugare centinaia di fazzoletti di batista, e la mamma e gli

    ospiti ne portavano continuamente degli altri dalla cucina, era una cosa meravigliosa quello che vedevo accadere in casa nostra, avevo voglia di entrare ad aiutare, ma quando mi ricordai dello zio Pepin avvolto nelle sciarpe e con le scarpeavvolte nei sacchi e nelle corde e degli altri operai che tagliavano il ghiaccio, cominciai a sorridere con amarezza, era come se stessi cominciando a intuirelesistenza di due mondi completamente differenti, ci che vedevo l e ci che vedevo qui, tremai per quella percezione di un mondo differente, di un mondo diviso in due parti come il mantello di S. Martino diviso dalla sciabola, due parti che malgrado ci continuano a esistere luna accanto allaltra, come i fazzolettini di batista, che il signor direttore della scuola stava stirando dopo essersi messo il grembiule della mamma, e le scarpe e i vestiti zuppi l dietro la fabbrica di birra, dietro la ghiacciaia, da cui il nastro a tazze continuava a portare verso lalto ilsuono del ghiaccio frantumato e la luce delle lampadine appesa nel livido cielo

    buio. E la mamma aveva avviato la macchina da cucire schiacciando il pedale e aveva misurato i pantaloni a pap, mentre gli prendeva la misura al cavallo gli ospiti strillavano eccitati e si soffocavano dal ridere, solo pap era serio e si vergognavae la mamma metteva i fazzoletti di batista asciutti e stirati uno accantoallaltro e la macchina da cucire cigolava e gli ospiti osservavano e chiacchieravano, e ridevano e bevevano birra, e la mamma dopo un popestando sul pedale della macchina da cucire cigol fuori un bel paio di pantaloni, e poi prese a pap la misura dellaltezza, del torace e delle braccia e continu a cucire e cucire, e il signor direttore, seduto su una sedia, con ago veloce cuciva le maniche al corpo eattaccava dei pompon al posto dei bottoni, delle specie di bacche nere, e dopo unora pap and a cambiarsi e quando torn era Arlecchino, gli diedero anche un berrettonero aderente con una lunga piuma di struzzo, la mamma gli infil le scarpe nerenuove di vernice con lo stesso pompon invece della fibbia e ritagli anche un quadratino di nastro nero e lo attacc a pap sulla guancia e lo incipri di cipria biancafino a farlo tossiree tutti si meravigliavano, anchio ero stupito, perch pap non era semplicemente bello, era il pi bello di tutti gli uomini, eppure lui continuava a immaginarsi brutto, una specie schiavetto dellinfinito. E il direttore dellascuola e consigliere del tribunale portarono lo specchio ovale dalla camera da letto e quando pap si guard me ne accorsi, mi sembrava di vedere me stesso, come mepap in se stesso non ci credeva, come pap io avevo paura di guardarmi allo specchio, ma adesso pap doveva vedere, e infatti vedeva, si guard a lungo, poi alz un, mano, forse non ci credeva che era proprio lui, io facevo il tifo per lui l fuori dalla finestra, adesso guardati per bene, pap! E guarda gli altri nostri ospiti! Epapi si mise in una posizione da vero Arlecchino e rise di una risata sana, perla prima volta, bench fosse vestito come un buffone da circo, riconobbe se stess

    o, si ritrov. E sollev la gamba con la scarpa elegante di vernice e la mise sullosgabello, si appoggi col gomito al ginocchio piegato, pos il viso nel palmo dellamano, faceva il personaggio malinconico di Arlecchino, I milioni di ArlecchinoE la

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    mamma dal corridoio port un secchio e lo mise sul tappeto sotto la bocca di pap come al ballo, quando ad Arlecchino viene da vomitare si sente cos malevedevo e capivo ogni cosae vedevo la compagnia a casa nostra continuare a stirare e continuare a cucire, e la macchina da cucire continuava a cigolare, mentre adesso dietro la ghiacciaia lelevatore a tazze cigolava a vuoto, ormai non veniva pi portata su nemmeno una scheggia di ghiaccio, adesso solo la macchina da cucire allegramente sbatteva le cinghie e sfregava gli ingranaggie io mi sentii sollevato, il sen

    so di oppressione spar, ero riuscito a sentirmi tanto in sintonia con la macchinache ero stato lei per tutto il pomeriggio di oggi, ma poi le luci si spenseroele cinghie si raffreddarono e il signor Vantko, il guardiano notturno, imbracci ilfucile messicano e tolse la sicura al revolver, erano armi che non potevano sparare, e con il suo cagnolino si addentr lentamente tra gli alberi, per tutta la notte avrebbe sorvegliato terrorizzato le cinghie vere, perch quelle costavano cinquantamila corone e Vantko aveva sottoscritto a pap che le avrebbe dovute ripagare. Poi allangolo della malteria comparve il berretto bianco da ufficiale di marinadello zio, come quello che portava il vecchio Hans Albers, lo zio lo teneva contutte e due le mani contendendolo al vento, alla fine riusc a trasportare il suoberretto in un punto riparato, vidi lo zio saltare il cancelletto e correre via, per fare ancora in tempo a trovare le belle signorine di Zofn e a ballare con l

    oro e a regalare loro gli ultimi due biglietti da dieci corone che sabato si eramesso nelle scarpe, perch le ragazze domenica non glieli prendessero. E poi scivolai in casa, aspettai un poin silenzio sulla porta e mi svestii e mi misi a letto, nessuno mi cercava, e poi, come esaudendo un mio desiderio, le porte si aprirono da sole e io di sotto al piumino e dal buio guardavo la fila illuminata delle stanze e vedevo che col passare delle ore sotto le dita della mia mamma scorrevano fuori dalla macchina per cucire altri pantaloni di batista e maniche e lunghe giacche, vedevo abili mani maschili attaccare infaticabili i pompon neri, econtinuamente altre casse di birra e una stanchezza incrollabilee. verso mezzanotte vidi che lentusiasmo della compagnia non accennava a diminuire, per arrivareal culmineE io ero vecchio, io ebbi allimprovviso la sensazione di essere vecchissimo, pi vecchio della compagnia della mia mamma, loro erano dei bambini che cucivano i vestitini alle bambole. ma quando la compagnia si vest con i costumi da Arl

    ecchino e tutti si furono messi i berretti neri attillati e le piume e si furonorimirati a sufficienza negli specchi e negli specchi degli occhi degli altri, equando ormai non trovavano pi parole per lodarsi, dicendosi lun laltro come gli stava bene il costume, e quei vestiti stavano davvero bene a tutti, il signor direttore della scuola batt le mani e diede lordine e la compagnia si mise le mascherenere sul viso e, dopo che si furono incipriati, il direttore della scuola dichiar iniziate le prove della scena di mezzanotte degli Arlecchini per il ballo in maschera del Sokol.6.Dopo che lo zio Pepin fu dimagrito di cinque chili, dopo che lo zietto ebbe smesso di farsi il bagno, e, semmai, una settimana si lavava una mano e la settimanasuccessiva un piede e la terza settimana laltra mano e la quarta il piede rimanente, dopo una settimana poi lavava il collo e dopo unaltra ancora il torace, quando, dunque, cominci a essere fisicamente malridotto, sfumarono in lui la rivoltae la rivoluzione. Ritorn da noi mortificato, in segno di umilt portava il berrettoda ufficiale di marina in un sacchetto di carta trasparente and a sedersi in cucina come faceva tre mesi prima. E la mamma gli diede solo la salsa al cren con iknedlkie lo zio la mangi avidamente e nelle pause gridava con la bocca piena: Robacos la mangia solo larcivescovo!. E quando poi la mamma riscald i knedlkycoi crautl pranzo del giorno prima, lentusiasmo e le lodi dello zio Pepin non finivano pi,prima di passare direttamente alla pentola grid: Questo era il cibo pi caro al defunto imperatore Cecco Beppe!. E poi baci la mano alla mamma e le stamp sul dorso della manina la salsa al cren e un podi crauti e disse che la mamma funzionava proprio come la baronessa Schratt, lamante dellimperatore, altrimenti attrice e a queltempo la pi bella donna non solo di Vienna, ma di tutta lAustria, compresa la Tra

    nsilvania, dove cerano le pi belle puttane di tutta la Cisleitania. E poi preg pap di tenergli di nuovo i conti e di dargli quello che gli serviva ogni giorno per le spese e per le sigarette e per il bucato e per lorganizzazione. E pap, vedendo s

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    uo fratello cos sottomesso, pianse e disse: Sai cosa, Pepin? Ti insegner a smontarela Skoda quattrocentotrenta!. Lo zio Pepin disse: Bisogna poi vedere se ci ho talento criminale, come forzare la cassaforte con una chiave inglese. Ma pap disse che con la buona volont si impara tutto, e aggiunse: E dove sta scritto che devi rimanere per tutta la vita maltatore e operaio? Infatti puoi diventare autista, abbiamo venduto i cavalli e ora abbiamo due camion!. E quello che aveva detto era vero, anche la mamma rimase assorta, Bubik, lenorme castrato, lavevano rapato a zero

    e verso sera lavevano portato al mattatoio, Bubik al mattatoio si sleg e si apr ilcancello e attravers tutta la citt, poi il ponte, conosceva a memoria le strade di tutto il distretto, e dopo mezzanotte nitr vicino al cancello, ma Vantko, il guardiano notturno, dormiva profondamente e pap riconobbe il nitrito di Bubik e allora si alz, apr il cancello e poi anche la scuderia e Bubik nitrendo and dritto al suo posto, la mattina nitr agli operai che era venuto da loro, dagli amici, ma ilcocchiere non cera, il cocchiere aveva tre giorni di permesso, perch quando un cocchiere va in giro per diciotto anni con gli stessi cavalli e poi quei cavalli vengono mandati al macello, pap aveva deciso che era come un lutto in famiglia e che quindi gli spettavano tre giorni, perch potesse piangere tutte le sue lacrime ebere per il dolore di aver perso il cavallo, come se gli fosse morta la mamma oun fratello, insomma uno dei membri pi stretti della famigliae allora riportaron

    o Bubik al mattatoio, ormai camminava mogio, non nitriva pi, dal suo aspetto si capiva che non cera pi niente da fare, che per lui era la fine, perch a fiuto avevagi capito che al mattatoio ne va della vita di qualsiasi essere vivente. E allorapap camminava insieme allo zio Pepin, pap mise persino un braccio intorno alle spalle del fratello, quel sabato si allontanavano cos, intimi e affettuosi, e pap con entusiasmo spiegava allo zio Pepin che la Orion doveva essere smontata perch aveva un guasto tecnico, mentre la Skoda quattrocentotrenta funzionava cos bene, che pap la smontava solo per capire perch quella macchina funzionava in maniera cos precisa, perch partiva, marciava cos perfettamente, che per quanto era perfetta papnon ci dormiva. Uno deve capirle le cose urlava lo zio Pepin. E pap annuiva soddisfatto: Eh s, proprio cos, io non solo le capisco, ma ho il desiderio, come un filosofo, di capire la causa della perfezione dellordine, perch ricordati, Jozinek, cheil motore di una Skoda quattrocentotrenta perfetto come la natura, come lUniverso.

    E pap stese per terra giacche sacchi, ci mise sopra Pepin e a marcia indietro spost la macchina sopra Pepin, poi ci strisci sotto pure lui, si ficc sotto il telaio, trascinandosi dietro le chiavi per smontare. Quando si fu sdraiato accanto a Pepin, pap disse: Allora, quei fili portano ai freni e noi adesso vediamo perch questi freni frenano cos bene. E pap si mise a smontare e porse una chiave allo zio pregandolo di scrostare piano il fango secco. E Pepin gridava Uno non deve sapere troppe cose, senn sono guai! In guerra un certo Jencek, un Sacher, voleva sapere checos un cannone, e lo domandava al maresciallo maggiore. E il maresciallo glielo spieg per tutta la mattina e tutto il pomeriggio del sabato e Jencek alla fine domand come si fa a sbloccare il cannone. E il maresciallo lo portava come esempio a tutti e gli insegn come si sbloccava il cannone. E domenica pomeriggio Jencek sblocc il cannone, che si trovava nella caserma di Jicri, il cannone sfond il catenaccioe usc dal portone e si lanci dalla collina lungo il viale diretto verso Jicn. La gente riusciva a mala pena a ripararsi dietro gli alberi e il cannone fin poi conun salto nel verziere. Il fatto che uno non deve sapere troppe cose aggiunse lo zio e, siccome il fango non veniva via, colp tre volte con la chiave il fondo asciutto della Skoda quattrocentotrenta e pap non se lo aspettava e il fango gli si sparse negli occhi e pap url: Jozka, porco a pelo lungo, che cavolo fai?. E sdraiatosulla schiena sbatteva le palpebre e si puliva le ciglia con le mani sporche, epoi dovette girarsi sulla pancia, perch le lacrime facessero scorrere via quelloschifo. Quindi constatarono che i freni erano a posto, e pap si meravigliava di non trovare nulla di visibile, perch i freni della Orion smettevano di funzionarequando bisognava usarli e quando li smontava e li rimontava, proprio cos, con lastessa attenzione con cui aveva rimontato i freni della Skoda, smettevano di funzionare quando servivano proprio come prima. Non pi bello smontare che andare diet

    ro alle ragazze nei locali? disse pap, e aveva gi aperto il cofano e mostrava allozio dove erano le candele e dovera la testata del motore e dove il filtro dellaria, e poi smont i vari pezzi e poi la testata, e batt le mani e con passione spiegav

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    a e mostrava allo zio cosa sono i cilindri e cosa sono i pistoni e dove si trovail perno con la bronzina. E lo zio annuiva e raccontava: E ci hai ragione, fratello, una certa Vlasta, dagli Havrda, senti questa fratello, gli uomini stavano giocando a carte, a Gottes, e Vlasta mi fa: Ehi, maschio, dedicati un poa me!. Ma ilvecchio Svec mi aveva dato dei mille da tenere, stavo seduto vicino a lui come una specie di Roscild, chi altro avrebbe ricevuto quellonoranza, eh? E Vlasta si toglie la camicetta e mette una mano dietro la schiena e fa: Discutiamo un podel r

    inascimento europeo, mi senti?. E io tenevo quei mille e non prestavo attenzionee allimprovviso Vlasticka slacci il bottone del reggiseno e il suo seno sgorg comedue boccali da mezzo litro di birra e uno dei seni mi colp alla testa e laltro mistese e il vecchio Svec cadde pure lui e trascin gi il telo con le carte e tutti quanti i giocatori furono travolti dal seno di Vlasticka e lei stava sopra di noi, e come il quadro sacro, Ges risorge dalla tomba, anche noi eravamo stati stesi aterra come quei soldati. E Vlasta era in piedi e si rimetteva i seni nel reggiseno e il vecchio Svec fa: Le caprette devono tornare allovile, e ordin due Martell e mi disse: Tu starai seduto vicino a me, tu s che sei un ragazzo cattolico, tu mi porti fortuna. E pap disse: Qui mi devi tenere il contro dado, per vi divertite, eh?.se raggiante lo zio, davvero!. Uhm disse pap con ribrezzo, oggi per la prima volta tiamo fuori anche la coppa dellolio, va bene?. Ma s disse lo zio, allora lo riconosci

    he un bel divertimento dagli Havrda! Se conoscessi Vlasta. Quella prima di mettersi a fare la chellerina era parrucchiera a teatro, era famosa anche in quel teatro, Franzin, faceva le parrucche, e una volta, mi ha raccontato, avevano dimenticato larmadietto con i trucchi e le barbe ed erano in tourne e recitavano una commedia spagnola, si chiamava Cidoppure Kide sai come ha fatto Vlasta a procurare barbe e baffetti?. Pap prefer dire: Adesso viene una delle operazioni pi belle, ci riinfiliamo sotto la macchina e sganciamo la coppa dellolio!. E poi strisciando sulla pancia si ficc sotto la Skoda e lo zio continuava: Allora Vlasticka si tir su la gonna e poi prese le forbici e zac, zac, si tagli i peletti, si rap tutta, e siccomeper fare i baffi non bastava, tagli met dei peli dellaiutante parrucchierali incollarono a delle strisce di cerotto ovverosia pecetta ed ecco fatto, dieci cavalieri passeggiavano per il teatro arricciandosi i baffi, e Vlasticka ricevette poi dal direttore un encomio scritto. Puah sput pap, e s che potevano prendersi la lebb

    e piattole, ma, per lamor di Dio, adesso concentrati, queste viti che ti passo mettile sullassicella, poi quando arrivo allultima io sorregger la coppa sul petto etu poi ti tiri fuori e mi porti il barattolo dei cetriolini e io ci verso lolio. Loso disse lo zio Pepin, questo lolio della pigna, vero?. Ma che pigna e pigna, il pnone nel differenziale, l daremo unocchiata sabato prossimo, o, se tu volessi, anche domani mattina, il pignone e il differenziale sono dietro, questa la coppa dellolio, dal motore, l, come ti ho gi detto, scende lolio e la pompa lo spinge nuovamente verso lalto, vedi?. Vedo disse lo zio, anche se non vedeva un bel niente, lolioa su allo spinterogeno, vero?. Al culo! grid pap, al culo e non allo spinterogeno, aculo! urlava, e lolio gli col sul petto. Adesso per piet concentrati, io mi faccio scendere la coppa sul petto. E lo zio strillava entusiasta: Questo s, a Caruso ci mettevano i libri sul petto perch gli venisse una voce pi bella, e cantava come la mucca destra del tiro, una gioia, un collo da giovenca svizzera, ma lo sai che Vlasta dice che come chellerina deve pagare la tassa sullattivit artistica? E letteraria? Come una scrittrice o una pittrice?. E pap ormai dimorava nel motore con tutta lanima e rantolava per leccitazione Reggi la coppa, ancora una vite, tirala su, cos, con tutte e due le mani. Lo so disse lo zio, perch non cada il carburatore. Sddio, non mi torturare, il carburatore sopra.. Lo so disse lo zio fiducioso, questaa camma che spinge la benzina allo spinterogeno. Quale spinterogeno? mugol pap. S,odo che ti vengono le scintille nel cardano, lo diceva un cliente del City bar,si chiamava Jarunka, quello che fa laiutante alla stazione, la divisa gli sta unsacco bene, come al generale Gajda, lo sai che gli successo? Si era addormentatoin servizio e il telegrafista gli ha tirato fuori luccello e il signor manovratore glielha spalmato di inchiostro per i timbri e Jarunka la mattina, arrivato a casa, cos comera, in divisa, volle dalla signora Jarunkov la pi bella prova damore e l

    a signora disse di s, ma quando il signor Jarunka ha tirato fuori luccello per eseguire conformemente al trattato del signor Batista una copula ovverossia coito,la signora Jarunkov ha avuto paura di quelluccello tinto di viola ed corsa dal cap

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    ostazione, che razza di casino ovverosia pasticci fate in servizio, e facendo irruzione di prima mattina nellufficio ha beccato il capostazione a testa nuda, chesul tavolo aveva la parrucca sul manichino e la pettinava proprio perch stava per prendere servizio, e allora la signora Jarunkov ha dovuto prendere il sapone emettersi a strofinare luccello al signor Jarunka sulla tavola per il bucato, ma non funzionava, allora ha preso lacido, quello per pulire i gabinetti, ma il signor Jarunka si messo urlare e a correre per tutto il quartiere fino alla stazione

    e ritorno e la gente si spaventava, un poperch era in divisa, un poperch ci avevaluccello viola, e un poperch strillava tanto. E pap estrasse lultima vite e la copli si appoggi sul petto e pap urlava: Non mi urlare nelle orecchie, o comincio a urlare anchio, vai a prendere le assicelle e portale qui e sollevami sta coppa, pesante. Lo zio Pepin sdraiato sulla pancia dava consigli: Fratello, prova a cantare come Jrinek Pospsil, si deve allenare un tenore, si deve allenare un allenatore biascic e poi strisci fuori, ma in ginocchio ci ripens unaltra volta e chin la faccia e chiese: Non che dovrei andare a pagare per lorganizzazione?. Ma pap url: Non andareessuna parte, porta quelle assicelle, mi scorre gi negli occhi! Cosa ti scorre? chiese lo zio. Negli occhi, lolio!. E lo zio si meravigli: Negli occhi e lolio? Ma, pernire di raccontarti, quel Jarunka, quello che abbassava le sbarre, ha anche scritto allAccademia una comunicazione, corredata dalle osservazioni proprie e da que

    lle dei capotreni e dei capostazione, che i passerotti, gratis e in gruppo, salivano in un vagone vuoto e se ne andavano in gita nella Boemia meridionale, altrevolte poi andavano alle terme Bohdanec, e una volta addirittura sono partiti daKostomlaty per fare una gita a Vienna, senza permesso scritto, cos, solo per dare unocchiata a Vienna dallo Stefiovverosia cattedrale di S. Stefano, e poi nei vagoni vuoti sono arrivati a Vrsovice e hanno preso la coincidenza del merci che trasporta il latte e sempre nei vagoni sono tornati a Kostomlaty, giusto a Praga hanno fatto un voletto per dare unocchiata al Castelloma mi chiudono, non dovrei fare un salto a prendere il bucato?. E pap ormai non ce la faceva pi, vers met delloldella coppa e con le ultime forze la sollev e la adagi con cautela accanto a s, cos non andava, era come sepolto in miniera, dovette trascinarsi fuori, perch la coppa e pap combaciavano come due fette di pane imburratee poi pap strisci fuori allaluce del sole, sporco e imbevuto dolio, poi si gir ed estrasse con cautela la copp

    a, si raddrizz e la port fuori tenendola sulle braccia e teneramente, come un bimbo nel lettuccio, la adagi nel vecchio smielatore. Allora questa la coppa dellolio fece allegro lo zio Pepin quando vide che pap era arrabbiato. Questa la coppa dellolio si addolc Franzin, e adesso vieni a vedere che meraviglia troviamo di sotto!. Si inginocchi e chiam Pepin, perch si infilasse dietro a lui sotto il telaio della Skoda. Non che dovrei piuttosto andare a comprarmi il latte e il pane? si spavent lo zio. Sei di nuovo a mangiare da noi disse pap e, appoggiandosi sui gomiti, si introdusse con circospezione in quello spargimento dolio e Pepin lo segu, poi si giraronosulla schiena, stavano sdraiati nellolio e pap indicava col cacciavite e con vocesommessa e piena di ardore nominava come una preghiera i pezzi della macchina,che pendevano sopra di loro attaccati allalbero e ai giunti, qua e l gli gocciolava una grassa lacrima dolio sul viso, ma pap continuava a parlare e a illustrare, elo zio Pepin aveva nostalgia dei tempi doro, il giorno prima mangiava ancora lacrusca con le patate alle galline, ma a quellora era gi in cammino col berretto daufficiale di marina diretto dalle belle signorine, mentre andava da loro, le finestre e le porte della cittadina si aprivano, la gente usciva di corsa e lo ziofaceva il saluto come Hans Albers. In quel momento vicino alla Skoda 430 si fermarono un paio di pantaloni bianchi visibili fino al ginocchio, poi delle scarpebicolori fecero alcune volte avanti e i dietro, e poi si abbass accosciandosi una figura in un completo bianco da terme. Il signor Burtek, il macellaio, gi in tenuta da terme, la faccia rossa e piena emanava t, il signor Burtek il rum lo chiamava t, aveva gi finito di lavorare, al mattatoio non aveva importanza che bevesse,ogni settimana quando arrivavano i due vagoni di porcellini ungheresi con laiutante attaccavano una passerella che andava a restringersi, poi si mettevano ai duelati con i coltelli, appena i porcellini correvano fuori alla luce del sole, un

    o per uno gli tagliavano la gola col coltello, e i porcellini poi continuavano acorrere nel sangue e a rantolare finch non cadevano, e quando lultimo porcellinosi era deciso a venir fuori, gli facevano anche dei tagli perch, come diceva il s

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    ignor Burtek, solo cos, correndo di qua e di l, il porco si dissangua per bene. E poi il signor Burtek non era un macellaio qualunque, si lanciava su un maiale grande, su una troia di due quintali, lottava con lei da solo col coltello, che lo volesse o no, affrontava il maiale, e, quando si faceva la maialatura casalinga,dopo averlo schienato gli bucava il collo con il coltello e resisteva e ne sopportava lo spasmo mortale. Era capace di affrontare tutto, quel macellaio, solo sua moglie no, quella gli stava a casa nella bottega, vero, ma le piaceva bere, a

    volte quando era ubriaca si spogliava completamente e non si rendeva conto dellesue azioni, e i vicini le versavano addosso dellacqua e, se non bastava, anche il piscio delle bestie. E il signor Burtek, accosciato, pregava pap: Signor amministratore, ormai la cosa grida vendetta al cielo, per favore, verso sera si fermi da noi e convinca mia moglie a smettere di bere, capisce? diceva malinconico il signor Burtek. Io vado a rimettermi alle terme di Houstka, passegger nel colonnato, non sar a casa stasera, per misericordia, la convinca. Si accese il sigaro e si alz lentamente e con fatica, perch gli facevano male le gambe, come a tutti i macellaidella sua et. E si guardava intorno, pap come una tartaruga che spunta dal guscioaveva solo la testa che sporgeva da sotto il telaio della Skoda, vicino a lui sbuc anche lo zio Pepin e il signor Burtek si guardava intorno e prima che pap potesse impedirlo si mise a sedere nella coppa dellolio, comodamente e con soddisfazion

    e accavall i pantaloni bianchi, si accese il sigaro e guardando pap insisteva: E poi siamo amici, per due volte ho smontato con lei lOrion per due giorni, mia moglie ha imparato a bere per colpa sua, perch ha pensato che per due giorni me ne siastato da qualche parte a giocare a Frbel, che me ne sia andato a donne per due giorni, e noi intanto stavamo smontandoE un poanche colpa sua se lei si messa a bere, e se la convince, a un intellettuale dar retta, allora smonter con lei anche questa macchina. E pap, quando vide la faccia implorante del macellaio, quando vide che lolio imbeveva i calzoni e il macellaio continuava a stare seduto in posa voluttuosa nella coppa dellolio come in poltrona, quella coppa gli stava addiritturaa pennello, sembrava fatta su misura, pap disse: Stia tranquillo, buon uomo, gli prometto, far un salto da voi, tenter E si ficc sotto la macchina e lo zio strisci diro di lui, preferiva stare sdraiati negli immensi laghi dolio sotto la macchina elimitarsi a guardare dalla penombra, come sotto un tettuccio o da sotto il capp

    ello calato sugli occhi, il signor Burtek che si tocc il sedere, poi si port davanti agli occhi la mano nera, poi lentamente si alz, prese il panno sulla chiappa, stacc i calzoni appiccicati, poi rimase in equilibrio su una gamba scuotendo 1altra, poi si volt, si chin e appoggi tutte e due le mani nella coppa, e guardava lolio chiudersi sul suo anello nuziale. Lo zio Pepin raccontava: Una volta viaggiavo conuna bella di Bruck e non ci staccavo gli occhi di dosso e lei imbarazzata preferiva leggere un romanzetto diventava rossa, di fronte a noi stava seduto un colonnello e leggeva il Prager Tagblatt, e io guardo e dallalto dal palchetto scorrevalentamente una treccina, un rivoletto, un serpentello dorato, e il serpentello si appoggi sulle spalline del colonnello, ma il colonnello probabilmente stava leggendo la pagina umoristica, sorrideva, e il serpentello si allargava e continuava a scorrere sempre pi grosso, e io guardo ed era miele, scendeva dalla borsa rovesciata della signorina che, quando se ne accorse, si avvolse nel cappotto facendo finta di dormiree il colonnello allimprovviso si gratt una spalla ci lasci le dita, poi salt su e poi arriv il controllore and a finire che altri due civili si ritrovarono pure pieni di miele e io ci avevo ancora miele nei capelli quando sonoarrivato a casa, dove stavo andando in licenza Il signor Burtek si volt e minacci colpugno la Skoda 430 e grid: Armagedon! Armagedon!. E poi gir langolo della malteria,per fare in tempo a prendere il treno per le terme di Houpska, come aveva detto,per una passeggiata, una passeggiata, s, ma andava da un suo amico che era pure macellaio, perch tutti e due erano membri dellassociazione dei predicatori, quandotagliava la gola ai maialini che stridevano dal dolore il signor Burtek sentiva in quei rantoli la voce di Dio, che lo colorava col sangue di maiale, e cos il signor Burtek si mise a fare il predicatore ambulante, predicava la parola di Dio secondo il Messaggero di Dio, secondo il programma e i libri che gli avevano mandato

    dallAmerica, e il compito del signor Burtek era predicare che sarebbe arrivata lultima battaglia, Armagedon, e i macellai lo prendevano in giro, ma il signor Burtek quando tornava dal mattatoio predicava lultima battaglia e perci andava ogni sab

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    ato alle terme di Houstka e con un amico si esercitavano nellattivit predicatoria esaminandosi a vicenda. La settimana precedente per il signor Burtek aveva ricevutodallAmerica un grammofono e dei dischi e sui dischi cera il messaggio di Dio in ceco, bastava caricare il grammofono e mettere il disco con la voce che invocavala preparazione dellultima battaglia, Armagedon, che era sopraggiuntae il signorBurtek, che andava in bicicletta, si era fatto rinforzare il portapacchi di dietro e ci aveva

    legato il grammofono e la sera andava in giro per le birrerie di campagna e di periferia perannunciare Armagedon col grammofono e con la voce impostata del grammofono. Poipap e lo zio Pepin sostavano davanti alla bottega del macellaio in periferia, alla luce di una lampada schermata con dei giornali attaccati con gli spilli sedevala macellaia, la signora Burtkov, si mordeva il labbro inferiore e tirava fuori la punta della lingua e cercava di toccarsi la punta del naso. Non le riusc e allora si alz e prese un lungo filo di salsicce e si diede a contarle, come dicendo il rosario. Quando fin di contare si ferm assorta e poi riprese a contare, pi concentrata, ma a met del filo probabilmente si confuse, gett via le salsicce e prese uncoltello e con cura si mise a gratta via dal tagliere le ossa spezzettate e ilgrasso spiaccicato. Poi si mise a sedere, lentamente scart una caramella per la t

    osse e soprappensiero mise in bocca la carta e gett nel cestino la caramella e cerc la maniglia tastando il muro, alla fine riusc a trovarla e la gir ed entr in cucina e port il grammofono, caric la molla, sistem la puntina, ma il grammofono non suonava, girava, ma la puntina era fuori. La macellaia prese una mannaia e prima piano, poi con un colpo possente piatto, fece in modo che la puntina saltasse direttamente sulla musica, musica da chiesa: Langelo dellamore santo arde nellombra delle stelle sante. E zio Pepin, ripulito e col berretto da ufficiale di marina entr nella macelleria, fece il saluto, la macellaia si mise a ridere, batt le mani e grid: Maestro, arriva proprio al momento giusto, balliamo? Recitiamo?. Ma zio Pepin indic il grammofono e disse: Che roba lezioni di catechismo? Mettiamolo pi veloce, esollev il coperchio e spost la levetta dei giri e veramente langelo dellamore si mise a girare a ritmo di polka nel lucore santo delle stelle. E la signora macellaia allung braccia sulle spalle dello zio, lo zietto le baci la mano unta e ball con

    lei, facendo attenzione a non ungersi il berretto da ufficiale di marina, perch la macellaia di continuo lo mandava a finire sul polmone di maiale o su carnacciadi manzo. E la macellaia ansimava e con la mano si asciugava il sudore dalla fronte. Poi piant l lo zio e and in cucina e quando torn si ferm nuda sulla porta dellabottega. Solo i suoi capelli erano coperti da un grande fazzoletto. Dopo un poentr pap con una valigetta, con cura chiuse la porta dietro di s e si inchin alla signora Burtkov e disse: Mi manda il signor parroco Spurny, e guardando la macellaia nuda si innervos. Poi sollev il coperchio del grammofono, rallent i giri e rimise lapuntina sul disco e nella macelleria dalle mattonelle e dalle piastrelle del banco si levava ora un canto corale da chiesa, Langelo dellamore santo arde. Venite deno, voi due invitava la macellaia, entrate, entrate, faceva cenno di entrare chinando la testa e si sedette sulla sedia. Non vorrebbe mettersi il grembiule? propose pap. No, fa caldo, spogliatevi anche voi nudi, mettetevi comodi, signori disse, e simise una mano sul ventre. Ma cosa mi portate? disse sospettosa. Guardi, signora macellaia, la chiesa stessa non tanto contraria alla gola quanto allalcolismo, il signor parroco. Il signor parroco che cosa? esclam la macellaia e alz un braccio, sie sedici quartini di vermut al giorno, e quando fatto fradicio lo guidano alla canonica lalano o il macellaio Trvncek. Questo vero disse pap, ma un minuto primani la mezzanotte vuota il bicchiere e poi fino alle messe mattutine non manda gineanche un sorso, e lei qui, come sappiamo, beve alcolici, vergogna. Perch beve tanto? chiese pap, e apr la valigetta che aveva portato e infil nella presa la spinadellapparecchio per le folgorazioni, poi si alz e spense la luce, chiuse la bottega e quando torn in cucina laria violetta profumava e scintillava e pap inser gli anodi per gli epilettici e le irregolarit mestruali, si avvicin alla fronte la piastrina di vetro, viola, scintillante e cava e piena di fumo azzurro, poi la sollev v

    erso lalto e tocc la fronte di Pepin, poi prese a muoverla intorno al volto dellozio, intorno a tutto il viso, e poi accost lapparecchio alla fronte della signoraBurtkov e il fazzoletto e i capelli crepitarono e le scintilline volavano e sprizz

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    avano, poi pap tocc le spalle della macellaia e lo zio sussurr estasiato: Questo coso me lo devi prestare quando vado dalle belle quelle pisceranno olio. Staa vedere disse pap, e continu come un mago ipnotizzatore ad avvolgere con lapparecchio la nuvola viola e il profumo intorno al seno e al cuore della signora macellaia, i suoiseni si gonfiavano non per lagitazione, ma di piacere, di meraviglia. Ecco disse pap sottovoce, se smetter di bere verr a farle il massaggio elettrico ogni sabato, esignora macellaia si alz, tir una cordicella sulla nuca e il fazzoletto scivol e p

    oi i lunghi capelli rossi si sparsero quasi a toccare terra, e quando Franzin scorse quei capelli lapparecchio cominci a tremargli tra le ditaPoi diede lapparecchio in mano alla macellaia, prese il grembiule di lei e copr la macellaia nuda, leglui stesso il nastrino bianco, e in pi la macellaia era vestita dei suoi capelli,e pap prese quei suoi capelli, li avvolse attorno alla macellaia, erano come unaccappatoio quei suoi capellie pap fece sedere la macellaia sulla sedia e inser ilpettine al neon e si mise a pettinare quei capelli ribelli fuori moda, e la macellaia chin la testa e chiuse gli occhi e si poteva sentire il tubare amoroso delpettine e il tubare voluttuoso dei raggi ultravioletti. Dove lo tiene lalcol? chiese teneramente pap alla macellaia nellorecchio. Lei tir fuori una piccola chiave dal seno e gliela diede e pap le diede in mano lapparecchio che profumava di temporale e di viole e indic larmadio: Qui?. Ma la macellaia scosse la testa. Qui? Qui no. A

    llora qui?. Pap si inginocchi e infil la chiave e apr e su un palchetto cerano i vasti col timo e la maggiorana e il pepe e la papricaQui?. Pap spost i vasetti e dietro

    cerano tre bottiglie, una di Nuntius, una di Sagavir e una di cerasella. Pap misele bottiglie sul tavolo e disse: Ubriacarsi peccato ma, dico, se ci si limita adassaggiare non pu far male disse cos e la macellaia gli diede lapparecchio e port ibicchieri. Ma lei no, lei mai pi! se la prese pap, ma fu di nuovo affascinato dai capelli della macellaia, erano come quelli che aveva la mamma, i capelli che si era tagliata senza chiedere il permesso a pap. Date un poqua disse lo zio Pepin, ne verso un po, cos assaggiamo, il vecchio Holub, quando ci consegnavo i panini, pure lui mi offriva un bicchierino. E vers nel bicchiere il Nuntius e poi lui e pap bevvero e giudicarono quella bevanda corroborante per lo stomaco e curativa per tuttii problemi di fegato e di digestione. Dice che mi verr a curare ogni sabato? dissela macellaia e la voce le trem. Ogni sabato, io sono lagnello suo, che le porter un

    a vita nuova disse pap, la cura molto semplice, baster che la pettini con questo pettine disse pap, e non riusc a trattenersi e attir a s i capelli e ne aspir il profumera un profumo che non aveva dimenticato, era lo stesso profumo del grembiule di sua madre, dove andava a nascondersi quando era piccolinoAdesso l, dalla macellaia ubriaca, aveva trovato la cosa da cui era stato tagliato via da otto anni ormai, i capelli di sua moglie, che li aveva riportati dal barbiere Boda Cervinka sul portapacchi posteriore della bicicletta come una treccia di Natale o quattrochili di salsicce da vino. Lo zio Pepin disse: Eh s, questo qui se lo beve volentieri Vlasta, dice sempre -bevi pure tu, ragazzo, cos ci hai una cosa giusta nellostomaco. E la macellaia si gir e guardava pap con occhi pieni di gratitudine e non riusc a trattenersi e gli accarezz il dorso della mano, in cui pap continuava a tenere il pettine luminoso Io per penso disse lei teneramente, che per voi sia meglio questo qui nella bottiglia col ragazzone, il Sagavir, il Nuntius anche nel sapore traditore come il saio di un monaco francescano, apparentemente curativo ma, come tutte le medicine, appena ne prendi un podi pi hai chiuso, amen, e credetemi ione so qualcosa, ma il SagavirHa un bel colore verdino chiaro che d sul giallo, come bere larcobaleno dalle sfere celesti, e il suo sapore speziato, il suo tono principale somiglia al gusto del miglior vino da dessert e il retrogusto come ildistillato della gonna di una pastorella che al pascolo si sia seduta un posul timo posulla menta piperita e poi sullanice. E pap e lo zio volevano versarlo, ma lamacellaia reag violentemente Siete due barbari!, e si alz e si chiuse con cura capelli e and a sciacquare i bicchieri nel secchio e li riport, vers il liquore, preseteneramente il pettine dalla mano di pap e avvicin il fulgore ai bicchieri alla bottiglia, la bevanda emetteva un leggero bagliore e brillava invitante. Assaggiarono il liquido, poi vuotarono il bicchiere, poi ci fu silenzio, solo le mosche r

    onzavano nella bottega e impazzite andavano a sbattere alle finestre. Il grammofono smise di suonare e pap col bicchiere entr nella bottega, invece della manovella del grammofono gir la manovella della vecchia cassa, che si apr con un tintinnio

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    . Poi pap trov tastoni il grammofono, lo caric, sistem la puntina e, quando il coroda chiesa ricominci Langelo dellamore santo arde nellombra azzurra delle stelle santepap spost la levetta dei giri, la musica da chiesa divent un chiassoso galopPap torn e bevve ancora, la macellaia era sdraiata sulla sedia, i capelli scostati dallespalle, qualcosa laveva colpita, i capelli giacevano per terra, era come se scorressero dalla spalliera. Cos pap bevve ancora un bicchiere e quando lo fin la macellaia lo accarezz sul dorso della mano e gli disse in modo incredibilmente tenero:

    Non cos. E ora non barcollava pi, entr anzi nella bottega orgogliosa e altera, comequel pettine al neon lavesse consacrata, and al grammofono e rallent la musica e lamusica da chiesa era da chiesa e avanzava maestosa nella macelleria come in unacappella romanica. Dopo essersi seduta tocc nuovamente pap e pap immerse il viso nei suoi capelli e non riusc a trattenersi, gli era stato negato per tanti anni, per otto anni non aveva potuto sentire il profumo dei capelli lunghi di una donna, vi si immerse e prese piano quei capelli in bocca e avevano proprio quel sapore e la macellaia sentiva le labbra di un uomo che tremavano e si avvicin pure lei, si accost tanto che mand un gemito sonoro, erano otto anni e pi che non gemeva cos al contatto di labbra maschili, da tanti anni ormai era come priva di sensibilit, mai pi, pensava, mai pi sar santa, per essere con qualcosa che sia pi di meE, sri disse la macellaia quando pap si tir su, perch doveva tornare a casa, non c due

    a tre, la cerasella, signori, questo s che un liquore, tutti gli esercizi dEuropahanno sempre questo liquore, in tutto il mondo tutti i ristoranti con linsegna de

    l gallo, tutti i ristoranti del mondo hanno la cerasella, seicento alberi di visciole coltiva il signor Wantoch per la cerasella, e la preparazione un segreto, una bevanda famosa proprio come la Becherovka di Becher, come la slivovice di Jelnek o di Gargulk, come la birra di Plzen. Quando la prendete in bocca, uno dei suoi toni vi ricorda il profumo delle mandorle amare, ma pap annusava i capelli della macellaia e ripeteva: S, il profumo delle mandorle amare, e la macellaia continuava: S, delle mandorle amare, il secondo tono della cerasella alto, il tono di luglio delle ciliegie che maturano, delle visciole gonfie fin quasi a scoppiare, e il terzo tono il profumo che lascia il lampo estivo quando spacca in due un tiglio e tutte le foglie si drizzanosignori, perdonate il mio comportamento, ma io hofatto il liceo e dopo un inizio cos brillante mi sono ridotta in queste condizio

    ni, la macellaia si inchin e pap la prese per le spalle e tirandola su disse: Non dno di lei, lei una donna buona e lo sar ancora, deve solo lasciarsi curare con lefolgorazioni di corrente, e le sussurr con voce profumata di una sintesi di Sagavir e di Nutius, e solo da me. E la macellaia fece cenno di s con espressione seria: Ssolo da lei, e apr gli occhi che teneva sempre socchiusi, da quanti anni ormai aveva gli occhi socchiusi, guardava il mondo come un selvaggio da una fratta, comeuna bestia, come una fuggiascaapr gli occhi e guard pap negli occhi e pap alz il ptine luminoso e le illumin gli occhi e vide che erano belli e pieni di bagliori eche occhi cos non glieli aveva mai mostrati neanche sua moglie, con occhi cos tanti, proprio tanti anni prima lo guardava la sua mamma. E Franzin vers un bicchiere di cerasella e la macellaia salt in piedi, lo prese teneramente per mano e disse: Siete dei barbari, e mise il bicchiere nella credenza e prese dei bicchierini puliti e ci vers la cerasella, un liquore pesante, sciropposo, oscuramente passionale. Pap disse: Potrebbe brindare con noi, un bicchierino non le fa niente. Ma la macellaia scosse la testa: Io ho bevuto un liquore pi forte di questo. Pap indag: Moltoi forte di questo?. Bevve e annu. Molto, molto pi forte, pi di tutto.Lo zio Pepin beveva soltanto, taceva, si versava da bere e vedeva che la macellaia e suo fratello si guardavano, pap beveva, la macellaia sospirava dolcemente quando poi si separarono la macellaia dolcemente pianse. Nella bottega, tra gli enormi polmoni e cuori di manzo appesi ai ganci, pap riusc a estorcere alla macellaia il giuramento che la settimana successiva sarebbe potuto venire di nuovo a curarle lalcolismo. Quando poi i due fratelli girarono langolo, il vento soffiava e laria li faceva barcollare tutti e due. Sotto un lampione pap prima cadde su un ginocchio e poi allimprovviso mand un grido, un grido di gioia, non era voce umana, era un urlo di gioia che si spandeva fluido e il suo tono fondamentale era la gio

    ia. E lo zio Pepin torn sul ponte, poi in citt e poi ritorn portando con s il vigileHoloubek, che era appena tornato dalla Zingara, si stava togliendo lelmo, che ivenditori ambulanti gli avevano calcato impietosamente, ce laveva mandato il capo

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    della polizia Prochzka, che quando aveva visto che alla Zingara ricominciavano apicchiarsi, era corso via e aveva detto al primo poliziotto che aveva incontrato: Signor Holoubek, non sente niente? Ho limpressione che alla Zingara stiano perdarsele. E quando Holoubek fece irruzione alla Zingara era troppo tardi, gli schiacciarono lelmo tra le porte e lo presero a bastonate sullelmo facendogli ronzare le orecchie. Signor Holoubek disse lo zio Pepin, l per terra c un ubriaco che urla, va a fargli la multa, dobbiamo proprio starlo a sentire?. E cos pap fu riportato all

    a fabbrica di birra da quel gigante del signor Holoubek, pap ubriaco, mentre lo zio Pepin con la valigetta correva dalle belle al locale notturno, per far loro provare le radiazioni luminose e guarirle, come aveva letto nel manuale, dalla mancanza di mestruazioni.7.Fu nel mezzo della guerra, agli arrestati si aggiunse anche il signor Burtek, laGestapo lo arrest con tutto il grammofono. Lo caricarono con tutta la biciclettae il Signor Burtek risplendeva di felicit, urlava: Armagedon! Armagedon!, ma poi lobuttarono gi e la gente ricordava che in fondo quel macellaio lo diceva gi da tanti anni che era scoppiata lultima battaglia, Armagedon, e loro lo prendevano in giro e quando passava bicicletta gli gridavano dietro: Armagedon!. E lui si limitavaa chinare la testa e ripeteva, ma con un altro senso: Armagedon, Armagedon. E all

    a fabbrica di birra era venuta una commissione militare e aveva requisito le cantine di germinazione e disposto che il malto la fabbrica di birra lavrebbe comprato altrove e nelle cantine di germinazione sarebbe venuta una fabbrica di munizioni, ma la fabbrica di munizioni non venne, solamente si stabil nellalloggio deglioperai uno di Vienna, lingegner Friedrich, passava la giornata a disegnare progetti, come avrebbe sistemato nelle cantine macchine e quali, e la sera usciva perandare in citt, si fermava a Zofn, chiacchierava con le signorine in ceco storpiato, ma Vlasta, quella che conosceva perfettamente il tedesco, da quando erano arrivati i tedesco nella cittadina dove il tempo si fermato lei parlava solo e soltanto in ceco. E quel Friedrich, quando andava con i padroni in giro per la fabbrica di birra salutava rispettosamente tutti gli operai, ma gli operai lo guardavano come se non ci fosse, come se fosse trasparente, non rispondevano, ma il signor Friedrich continuava salutarli tutte le volte. E quando faceva buio cera 1scu

    ramento e quando scendeva la sera le luci stradali si spegnevano, ma lo zio Pepin continuava a fare il giro delle sue birrerie con le chellerine, continuava sempre a portare i fiori alle belle signorine, continuava a portare il berretto bianco da ufficiale di marina e, quando entr nel locale di Zofn oscurato, url: Che ci fate l seduti come funghi del fiele? Suonatemi un pezzo scatenato!. E offr a Marta delle rose sfiorite e Marta le odorava. Sono solo per lei disse lo zio, e ordin un caff nero. E com agghindato oggi, maestro! disse Bobinka, non star mica andando a fie le nozze? indagava, e pass la mano sul polpaccio dello zio Pepi e tastando gli cont addosso tre paia di mutandoni e sopra la tuta da ginnastica. Non le stanno salendo addosso le formiche? disse Marta, e tu, Bobinka, lasciamelo, una visita per me, va be?, e lo zio giocherellava con le dita e nel locale entr un vecchietto, aveva i capelli ricciuti come un cappello di pelle di pecora, portava un pacco e sulla porta gi gridava e sbraitava allegro: Gente, la vita bella, ma tanto bella, offro un bicchierino a tutti!. E si sedette subito vicino allo zio Pepin, strapp il pacco e mostr allo zio che dentro cerano una stoffa chiara e una scura. Poi disse: Io ormai ci vedo poco, ma vedo giusto, vedo che lei un uomo di mondo, che ne pensa, come me lo devo far cucire un vestito con questa roba?. Bobinka port un vassoiodi bicchierini, di quelli grandi, distribu i bicchieri e il vecchietto alz il suoe disse: Alla salute, alla fine della guerra! Ho ottantatr anni, gente, non vedolora che venga la pace! E per la pace mi faccio cucire subito due vestiti! Allora, signore, come me li devo far cucire?. Lo zio Pepin disse: Con la stoffa chiara si faccia cucire un completo sportivo con le tasche applicate e ci metta un cappello da cacciatore con un ciuffo di pelo di camoscio o una piuma colorata, come quello che portava limperatore Cecco Beppe quando in land andava a caccia di camosci a Ischl. Doveva essere bello come lei, eh? disse Bobinka. Che? Io sono un belluomo,

    ma a quel tempo il pi bello non solo tra i civili, ma tra le famiglie regnanti di tutto il mondo era limperatore Cecco Beppe, una bella boccia pelata, qui sottoil naso baffoni come quelli di una tigre e un naso meraviglioso, come quello di

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    un bimbo. Una meraviglia!. Bobinka accarezz i capelli radi dello zio e disse pienadi stupore: Come le sono diventati folti i capelli, maestro, quando si pettina non ce la fa a passarci il pettine, vero? Ci deve mettere lolio!. Ma che gliene frega, lo zio fece un gesto con la mano e staccandosi dalla mano della signorina perse lequilibrio e cadde sulla schiena con tutta la sedia, le signorine sollevaronolo zio e si misero a pulirlo, gli pulivano con cura i pantaloni sulla patta Bobinka in ginocchio alz gli occhi e disse: Egi eletrizzato?. Ma lo zio Pepin alz il di

    davanti al naso del vecchietto e disse: E per il vestito bianco prenda una camiciola azzurra e una cravatta bianca a pallini come quella che portava Hans Albersne La Paloma, da questa stoffa blu si faccia cucire una giacca a doppiopetto, come quella che porta Jrynek Pospsil nel commedia Io ho nove canarini, e ci metta una camicia bianca e una cravatta blu. Il vecchietto sbatt ripetutamente il pacco sul tavolo, appoggi la testa sulla tovaglia e grid ridendo: Gente, io sono felice, come sono felice, oggi pago tutto io!. E la signora ostessa entr col coltello, fece un gesto di disperazione, poi gir il bottone della radio e si sent una voce mesta informare che era stato assassinato il Reichsprotektor Heydric, che erano vietati tutti i teatri e i cinematografi e che erano vietati tutti i divertimenti e le feste in cui si ballava. E lo Zio Pepin salt in piedi e grid: Cristo, che razza di schifo ? Noi cechi non possiamo mai fare niente; Cristo! Nel Venti abbiamo occupato

    un pezzo di Ungheria e poi ci hanno detto che non potevamo! Abbiamo occupato unpezzo del territorio di Tesn, e, di nuovo, dice che non potevamo prenderlo ai polacchi. E poco tempo fa volevano darle ai tedeschi, e ancora dice che non possiamo! Ancora lInghilterra e la Francia! Cristo, se io mi lascerei svegliare cos a mezzanotte dagli ambasciatori, che non possiamo attaccare la Germania! Se fossi stato io i1 presidente ci avrei detto al portiere e ai servitori: Buttate gli ambasciatori sul marciapiede a calci nel culo!. E mi sarei circondato dei portabandierae dei marescialli della vecchia Austria e avrei fatto la guerra e i tedeschi liavremmo sbaragliati! E adesso perch hanno ammazzato Heydrich non possiamo ballare? Bobinka, metti su un pezzo bello scatenato!. E Bobinka mise il disco Io ho novecanarinie lo zio la invit a ballare, e il vecchietto batteva il tempo col paccodelle stoffe che si era comprato per i vestiti che avrebbe portato appena la guerra fosse finita e la pace fosse incominciata, quel vecchiettino ricciuto contin

    uava a urlare: Gente, la vita bella! Portate i bicchierini, io rimarr qui fino a novantanni! Ascoltate!. E lo zio ballava veloce con Bobinka, prima se la appoggiavasulla schiena, poi la prese, la lanci verso lalto e se la mise sulle spalle e laportava in giro per il locale a passo di danza e la signora ostessa intanto chiudeva a chiave la porta principale e si disperava e il vecchietto gridava: Mio padre, anche se non aveva le gambe, aveva il vantaggio che era il pi vecchio della Invalidovna, e allora deponeva ogni anno per il compleanno del conte Strozzi, cheaveva fondato lInvalidovna per i veterani, ogni anno gli deponeva una corona almonumento! Gente mia, io sono felice! I soldati spingevano pap sulla sedia a rotelle verso il monumento, gli mettevano la corona in mano e lo sollevavano e lo portavano fino al monumento, passando accanto ai drappelli donore dei veterani e della guarnigione! Solo il fante Valsek invidiava a pap questa cosa, ma che ci poteva fare, dal momento che pap aveva novantadue anni e lui solo novanta! Mentre pap deponeva la corona Valsek sussurrava: Che tu possa crepare subito, carogna. E poi ogni giorno quando la mattina Valsek, pure lui sulla sedia a rotelle, quando uscivanel corridoio, l tutti i veterani andavano in sedia a rotelle, solo alcuni fortunati camminavano, ma a quelli in compenso mancavano tutte e due le braccia. allora Valsek ogni giorno veniva a vedere, apriva la porta della stanza dovera il letto di pap, e domandava a pap: Ancora non sei crepato?E pap gridava dal letto: Valseo sono vivo e vivr fino a centanni, per altri dieci anni andr a deporre corone al monumento del conte Strozzi, e tu intanto sarai crepato e la rabbia ti avr divorato! E il vecchietto si alz, allimprovviso era cos bello, il viso liscio, e il berrettodi pelle di pecora dei suoi capelli duri, irti e ricciuti fremette come il crine di cavallo sullelmo romano, Marta lo prese per le mani e si misero a ballare una danza infantile, Pascolava le pecorelle nel bosco nero, e lo zio sollev Bobinka e

    se la tolse dal collo e in quattro si misero a ballare, Io a lei tralla lalla l,lei poi tara tara t e tenendosi per mano muovevano le gambe di qua e di l e il disco ricominci Io ho nove canarini. E si apr la porta del corridoio e dal corridoio ent

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    r il San Bernardo Dedek, quello che non sopportava il ballo, ma ormai non ce la faceva pi a buttare per terra nemmeno lo zio Pepin, cos si limitava a camminare peril locale e a rosicchiare con le gengive sdentate, tent di rosicchiare allo ziola tuta che gli spuntava dai pantaloni, ma lo zio indietreggiava e cos alla finele ragazze smisero di ballare e anche il vecchietto e lo zio si ritrov a ballareda solo con il San Bernardo Dedek, in realt ormai non ballava, si difendeva, perch Dedek lo voleva buttare per terra, ma lo zio saltava allindietro, saltava in alt

    o, sempre a ritmo di foxtrot, e le signorine Marta e Bobinka battevano le mani epiangevano e urlavano per le risate, mentre il vecchietto rimase soprappensiero, poi sbatt alcune volte le stoffe sul tavolo, poggi la testa sulla tovaglia e ridendo gridava: Gente, la vita bella!. E dalla stessa porta da cui era entrato il San Bernardo ora entr silenziosamente con luniforme del Reich lingegner Friedrich, stanco, ma dun tratto irritato si sedette e si mise a guardare la compagnia. Bobinka aveva preso lo zio e ballava con lui e il signor Friedrich allimprovviso batt ilpugno sul tavolo e disse: Basta!. E Bobinka si mise a sedere e lo zio Pepin indicil militare e disse: Sarebbe quello?. E si sedette e ansimava e Marta gli asciug ilsudore dalla fronte e con la mano gli ravviava i capelli. Non avete sentito la radio? disse Friedrich, Un uomo cos nobile caduto, e voi ballate?. Bobinka disse: Ha, ricordati che se ci combini qualcosa non voglio pi avere niente a che fare con

    te. Ma Friedrich continuava: Il Reich tedesco combatte anche per voi. Bobinka disse: Ma noi non siamo tedeschi. Hans, bada di non denunciarci!. Friedrich Si alz, sollev il coperchio del grammofono e ferm la musica. Lo zio Pepin grid: Se solo ci fossero cento divisioni austriache, per la madonna, vi cacceremmo via! Basterebbe cheil FreiherrVon Wucherer comandasse: Vorwrts! Nach Bertin!, e i tedeschi li avremmogi cacciati via!. Bobinka prese il signor Friedrich per la manica e disse: Lui, ilmaestro, si riferisce agli eserciti dellimperatore, non vero, Pepinek?. Ma lo zioSi infuri: Macch, penso proprio a quelli uncinati, quelli li cacceremmo fino a Berlino, se solo ci fossero cento divisioni austriache al comando dellarciduca Carlo!.E Bobinka cambiava discorso: Adesso, maestro, qualcosa di pi delicato, qualcosa sulligiene sessuale, qualcosa di adatto alle signorine. Secondo il trattato del signor Batista, maestro, qual la cosa pi importante?. E lo zio ansimava e lanciava occhiate al signor Friedrich, ma Bobinka lo accarezzava e gli girava la testa fac

    endo in modo che la guardasse negli occhi e implorava: Dopo le faccio vedere le federe nuove del piumino, va bene?. E lo zio Pepin si mise a ridere e disse: La diverte? Allora, lei lo sa che la cosa principale un sesso sviluppato come si deve,testicoli e pene. Appunto di questo si tratta disse Marta e aspir con volutt il fumodella sigaretta. Lo zio continuava: Il vecchio Havrnek voleva farsi investire pervia della copula ovverosia coito, sua moglie durante la copula mangiava delle mele, e allora Havrnek prese delle pillole per dormire e si sdrai sui binari e si addorment, e al mattino si svegli e vicino a lui passavano i treni, infatti quel binario lo stavano riparando e avevano girato il traffico su un solo binario e quindi il vecchio Havrnek non lavevano investito, perch secondo il trattato del signorBatista il coito deve essere eseguito nel letto e nel silenzio e in concentrazione, e non mentre la vecchia intanto sgranocchia delle meleMa cento divisioni austriache quello, lo zio indic il signor Friedrich, lo sconfiggerebbero. Il signor Friedrich bevve un podi liquore dalla coppa, accavall le gambe e disse: Non lo sconfiggerebbero. Lo zio Pepin cacci un urlo: Lo sconfiggerebbero. Bobinka cercava di salvare la situazione: E com che io e Marticka potremmo fare delle brutte esperienze,eh, come?. E lo zio Pepin disse: Come? Per caso ce ne sono pochi di delitti e di disgrazie? I giornali ne sono pieni! Un membro sessuale maschile come si deve bisogna che ci ha il pene e lo scroto e poi i testicoli e una bella prostata, il pene secondo il trattato del signor Batista ci deve avere il cosiddetto prepuzio,la parte superiore ovverosia linizio del pene il glande, poi c un frenulo come si deve, e lo scroto importante, una specie di sacchetto che contiene le ghiandole imaschili. Marta respir: Le cosiddette tiroidi?. Ma che cosa blaterate come delle gni gazze? Quelle sono da qualche parte nel petto, queste qui sono le ghiandole ovverosia palle, il signor Batista usa un brutto termine, testicoli, tastando pot

    rete convincervi, conformemente a quanto dice il trattato del signor Batista, che c anche una prostata, ma a volte non ci so no neanche i testicoli, cio, ci sono,ma attraverso linguine sono saliti nella cavit addominale, oppure sono nel canale

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    inguinale, e questo il cosiddetto criptorchidismo. Che cosa? si spavent Bobinka, cheaveva portato dei bicchieri di caff, il criptorchidismo, ovverosia criptopallismo?. E scoppi a ridere rivolta al signor Friedrich, che ordin una tazza di cioccolatae intanto aggiunse: Non vincerebbero!. Lo zio Pepin si alz e punt il gomito verso il signor Friedrich: Vincerebbero! Sarebbero vittoriosi! Su quei cazzo di tedeschi!. E il signor Friedrich scosse la testa e disse: Non vincerebbero!. E Marta si inginocchi davanti allo zio Pepin e giunse le mani: Allora devo fare prima unispezione

    di tutto quanto?. Lo zio Pepin continuava a urlare: Deve fare unispezione, perch cisarebbe poco da ridere se invece di un giovanotto focoso le capitasse un finocchio ovverosia un frocio, oppure la pagherebbe cara, se come a una nel trattato del signor Batista le capitasse un ermafrodito, un certo Gottliesch, ci aveva loscroto conformemente al trattato del signor Batista composto di due testicoli, al posto del pene ci aveva un clitoride ovvero un caporalino, se gliene capitasseuno cos, lei si metterebbe a piangere. Bobinka, quando vide che lo zio voleva gridare al signor Friedrich: Vincerebbero!, gli mise una mano sulla bocca e disse dolcemente: Come mai ha le orecchie tutte belle screziate, maestro?. E lo zio rise allegramente: Vero? Eper via del colore con cui abbiamo dipinto lo steccato con unabella, che in cambio mi ha cucito dei bei calzoncini. Su misura, vero, su misura,oh, lei un fedifrago! si adir Marta, e correva di qua e di l per il locale e inciam

    p nel vecchietto che dormiva beatamente, se ne stava abbracciato al pacco con lestoffe e si era addormentato sul pavimento. Cosa c tra lei e quella bella che le cuce le mutande? esclam Bobinka, che portava un calice fumante, una tazza di cioccolata. Deve decidersi, o lei o me, oppure nessuna, batteva per terra con la scarpina, se poi succede qualcosa, se poi faccio una sciocchezza, allora vedr!, punse lo zio al petto tanto forte che lui si spavent, Mi avr sulla coscienza!. Non vincerebbero!disse il signor Friedrich dopo aver riflettuto. Ma cosa sta cianciando? Vincerebbero e gloriosamente! url lo zio, ma Bobinka gli muoveva un dito avanti e indietrodavanti agli occhi, Un momento, me che deve vincere, ma lo dica qui, quando ci sposiamo?. E lo zio Pepin si intener, giocherellava con le dita e disse: Quando ci avr larmadio nuovo, e poi lei deve anche andare dal dottore, lo scrive trattato delsignor Batista, che alla sua et ed essendo stata nubile per tanti anni, potrebbeavere la tendenza allonanismo ovverosia masturbazione. Che cos? Cosa si sta insinuan

    sul mio conto? batt le mani Bobinka. E che invece di un membro maschile come si deve lei utilizza le dita, o secondo il trattato del signor Batista magari anche una bottiglia della birra o altri oggetti che hanno la forma del membro maschilee suppliscono cos la sensazione di piacere, come adesso che c la guerra e invece del caff vero si bevono orzo e cicoria come Perola o Caro Franckovka di Pardubice,perci la cosa migliore sar che lei si sposi, perch quel primo presupposto ce lha, ed un coso ben sviluppato. Veramente? arross Bobinka. Per sei fortunata, tu esclamfortunata, tuttavia durante la copula secondo il trattato del signor Batista nondeve passare un treno sotto la nostra finestra, n martellare lofficina di un fabbro, questo disturba moltissimo istruiva lo zio Pepin raggiante di felicit. Non vincerebbero! disse il signor Friedrich. Che cosa? grid lo zio, ma Bobinka disse: Lasci perdere! Adesso mi istruisca, sono una stupida ochetta, ho imparato solo qui al locale, mi dica, come stanno le cose riguardo a membro come si deve? Come?. Be, come, c chi ce lha fatto in modo tale che quando si infila nella vasca deve prima mandare avanti il membro e poi seguirlo nellacqua, altri, invece, quando ci hanno voglia di pisciare devono prendere le pinzette, ma soprattutto deve fare attenzionea non prendersi malattie veneree come il tifo, il colera, la dissenteria e linfluenzaChe cosa? Vincerebbero!, lo zio si alz e il signor Friedrich pure e stando inpiedi uno di fronte allaltro si gridarono trenta volte in faccia: Vincerebbero! Non vincerebbero! Sarebbero vittoriosi! Non sarebbero vittoriosi!, e le ragazze correvano di qua e di l e separavano il tedesco urlante e lo zio Pepin, gli tappavano la bocca, ma lo zio riusciva sempre a divincolarsi e url: Vinceremmo!. E il signor Friedrich allimprovviso si infiamm di rabbia, punt il dito e scandendo col ditogrid: E voi qui ballavate, mentre proditoriamente sparavano al Reichsprotektor Heydrich assassinandolo, mentre veniva commesso un attentato contro di lui! Una pa

    rola di pi e io vi denuncio! Vinceremmo!. E lo zio Pepin taceva, giocherellava conle dita e guardava per terra, e Bobinka disse piano: Non vincereste!. E Friedrichbutt i soldi sul tavolo e se ne and, e quando ebbe aperto la porta e fu uscito ne

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    l buio, Bobinka url dietro alle sue spalle che si allontanavano: Hans, non fare nessuna denuncia, ricordati che poi da me non ci puoi venire!. E il signor Friedrich la denuncia la fece, ma non alla Gestapo, che lo zio Pepin ballava per festeggiare lattentato al Reichsprotektor lo disse a pap. E pap ne fu atterrito, ma il signor Friedrich fece un gesto con la mano e disse che non lo sapeva nessuno, sololui e le signorine di Zofn, e cos pap ide un piano e lo confid al maresciallo dei gendarmi Klohn, e il maresciallo dei gendarmi venne alla fabbrica di birra e pap la

    sera convoc Pepin nellufficio della fabbrica di birra, nella sala delle riunioni,e il maresciallo si sedette e accese una candela e si mise a fare domande allo zio, dove era nato e come si chiamava, e poi gli comunic che era stato presentatoun rapporto, secondo cui lo zio Pepin ballava, mostrando cos di approvare lattentato al Reichsprotektor, e poneva allo zio delle domande e lo zio rispondeva, e quando lesse il verbale allo zio, lo zio Pepin giocherellava con le dita ed era imbarazzato, soprattutto quando il signor maresciallo disse che in questo modo aveva danneggiato specialmente suo fratello, lamministratore della fabbrica di birra, perch i tedeschi non hanno piet e tr