Libretto di campo voglio coraggio

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Campo Scuola 2013 Dolomiti - Ornella - Arabba (BL) Giovanissimi 95-96-97 Parrocchia S. Maria della Neve - Latiano (BR)

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P R I M O G I O R N OP R I M O G I O R N O : : S a b a t o 1 7 A g o s t o 2S a b a t o 1 7 A g o s t o 2 0 10 1 33

Tema: Coraggio... Si Parte

Frase del giorno:

Voglio Coraggio – The sun

Notte fonda, buio pesto fisso il vuoto che detesto il mondo piange in un inferno voglio uscire dal silenzio i dubbi sono insistenti le risposte spesso assenti ma chiudo qui col mio passato il futuro non va aspettato

E' adesso il momento di dareil meglio a viso aperto questo è coraggio:buttarsi anche se c'è il vuoto svegliati orgoglio difendi chi è più nel bisogno voglio coraggio chi cambia sé, cambia il mondo

Scarpe nuove appese al chiodo c'è esclusione, non c'è gioco senza spazio il tempo è morto non ci sto, gli tengo un posto il Bel Paese è in affanno, deriso e vinto,un urlo spento ma tutto inizia dall'interno un uomo nuovo è un nuovo inizio

E' adesso il momentodi dare il meglio a viso aperto questo è coraggio:buttarsi anche se c'è il vuoto svegliati orgoglio difendi chi è più nel bisogno voglio coraggio chi cambia sé, cambia il mondo

Se tutti gli sforzi, le attese,le lotte non bastano a dire quello che sei stringi un po' i denti il domani ci chiama è un appello, è il momento atteso, lo sai, tutto parte da noi.

E' adesso il momento di dare il meglio a viso aperto questo è coraggio:buttarsi anche se c'è il vuoto svegliati orgoglio difendi chi è più nel bisogno voglio coraggiochi cambia sé, cambia il mondo

Voglio Coraggio... Io credo in Te e cambio il Mondo... 2

“Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia.L'audacia reca in sé genialità, magia e forza. Comincia ora.”

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V. O Dio, vieni a salvarmi.R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlioe allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e semprenei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

INNO

Non dire “Padre” se ogni giorno non ti comporti come figlio.Non dire “Nostro” se vivi isolato dal tuo prossimo.Non dire “che sei nei cieli” se pensi solo alle cose terrene.Non dire “sia santificato il tuo nome” se non lo onori.Non dire “venga il tuo regno” se lo confondi con un risultato materiale.Non dire “sia fatta la tua volontà” se non l’accetti quando è dolorosa.Non dire “il nostro pane quotidiano” se non ti preoccupi della gente che ha fame.Non dire “perdona i nostri debiti” se conservi rancore verso il tuo fratello.Non dire “liberaci dal male” se non prendi posizione contro il male.

1 ant. La pace sia con te, Gerusalemme!

SALMO 121Saluto alla città santa di GerusalemmeVoi vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente,alla Gerusalemme celeste (Eb 12, 22).

Quale gioia, quando mi dissero: *«Andremo alla casa del Signore».E ora i nostri piedi si fermano *alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita *come città salda e compatta.

Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore, †secondo la legge di Israele, *per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i seggi del giudizio, *i seggi della casa di Davide.

Domandate pace per Gerusalemme: *sia pace a coloro che ti amano,sia pace sulle tue mura, *sicurezza nei tuoi baluardi.

Per i miei fratelli e i miei amici *io dirò: «Su di te sia pace!».Per la casa del Signore nostro Dio, *chiederò per te il bene.

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1 ant. La pace sia con te, Gerusalemme!

2 ant. Più che la sentinella il mattino, l’anima mia attende il Signore.

SALMO 129 Dal profondo a te gridoEgli salverà il suo popolo dai suoi peccati (Mt 1, 21).

Dal profondo a te grido, o Signore; *Signore, ascolta la mia voce.Siano i tuoi orecchi attenti *alla voce della mia preghiera.

Se consideri le colpe, Signore, *Signore, chi potrà sussistere?Ma presso di te è il perdono, *perciò avremo il tuo timore.

Io spero nel Signore, *l’anima mia spera nella sua parola.L’anima mia attende il Signore *più che le sentinelle l’aurora.

Israele attenda il Signore, *perché presso il Signore è la misericordia,grande è presso di lui la redenzione; *egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

2 ant. Più che la sentinella il mattino, l’anima mia attende il Signore.

3 ant. Cielo e terra si pieghino al nome di Cristo Signore, alleluia.

CANTICO Fil 2, 6-11 Cristo, servo di Dio

Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, *non considerò un tesoro gelosola sua uguaglianza con Dio;

ma spogliò se stesso, †assumendo la condizione di servo *e divenendo simile agli uomini;

apparso in forma umana, umiliò se stesso †facendosi obbediente fino alla morte *e alla morte di croce.

Per questo Dio l’ha esaltato *e gli ha dato il nomeche è al di sopra di ogni altro nome;

perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi †nei cieli, sulla terra *e sotto terra;

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e ogni lingua proclamiche Gesù Cristo è il Signore, *a gloria di Dio Padre.

3 ant. Cielo e terra si pieghino al nome di Cristo Signore, alleluia.

Dal Vangelo di Luca 11,9-13“Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi saràaperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa gli sarà aperto. Qualepadre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede ilpesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà unoscorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli,quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!”

VIDEO: I Promessi Sposi in 10 Minuti

Cosa è per voi il coraggio? Chi è coraggioso tra i personaggi appena visti e chi no?____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________RESPONSORIO BREVER. Dal sorgere del sole fino al tramonto * lodate il nome del Signore.Dal sorgere del sole fino al tramonto lodate il nome del Signore.V. L’immensa sua gloria supera i cieli:lodate il nome del Signore. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.Dal sorgere del sole fino al tramonto lodate il nome del Signore. Ant. al Magn. Sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo, e non riconoscete i segnidei tempi?

CANTICO DELLA BEATA VERGINE Lc 1, 46-55Esultanza dell’anima nel Signore

L’anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. * D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, *

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ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. Ant. al Magn. Sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo, e non riconoscete isegni dei tempi?

RIFLESSIONE

Che cos’è in realtà il coraggio?

ü Uno scalatore che decide di raggiungere la vetta dell’Everest è un coraggioso o è una persona che decide di sfidare se stessa?

ü Un timido che chiede a una ragazza di uscire è un coraggioso o si è solo stancato di far decidere gli altri per lui?

ü Un sedicenne che pur essendo in punizione esce di nascosto rischiando di essere beccato è un coraggioso o è solamente un giovane con un forte istinto di ribellione alle regole imposte?

ü Un neo laureato che decide di trasferirsi a vivere in un paese lontano e stranierodi cui non sa quasi niente è un coraggioso o è una persona che ha bisogno di sentirsi libero di decidere della propria vita?

Il coraggio non nasce da un gesto che noi decidiamo di compiere, non è buttandosi da un ponte per fare bungee jumping e non è lanciandosi in una cascata da 200 metri d’altezza che si dimostra di avere uno spirito coraggioso. Il coraggio si dimostra quando di fronte a una situazione estremamente difficile si è in grado di rialzarsi, di ricominciare a vivere e talvolta anche di saper sorridere.

ü è coraggioso chi si sveglia alla mattina e decide di affrontare la giornata pur essendo consapevole che dovrà fare cose che non gli piacciono;

ü è coraggioso chi trova la forza di ammettere di avere un problema e decide di farsi aiutare;

ü è coraggioso chi sacrifica la propria vita per gli altri senza pensare nemmeno unmomento alla possibilità che un giorno avrà la sensazione di aver buttato via sé stesso;

ü è coraggioso chi dopo una storia che considerava la più bella della sua vita viene lasciato ma riesce a tirare fuori la forza che ha dentro e il coraggio di amarsi

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al punto di smettere di soffrire;

ü è coraggioso chi aspetta un bambino che non vedrà mai e deve trovare la forza di ricominciare;

ü è coraggioso chi deve trovare la forza di riorganizzare da sola la propria vita e quella della figlia perché non riesce più a vivere insieme al suo sposo;

ü è coraggioso chi è finito in prigione per sbaglio ed ha la forza di scontare una pena che non merita;

ü è coraggioso chi subisce per troppo tempo abusi e decide di reagire a questa ingiustizia pur sapendo che le conseguenze potrebbero rovinarlo;

ü è coraggioso chi scopre di avere una malattia inguaribile e decide di affrontarla con dignità;

ü è coraggioso chi decide di far nascere un bambino che avrà bisogno di essere affiancato per tutta la sua vita.

Queste sofferenze implicano una forma di coraggio che non ha niente a che vedere con la voglia di sfidarsi e con la ricerca di un gesto che dia gratificazione. E’ una conquista che ognuno deve fare per cercare di sopravvivere di fronte alle situazioni che nella vita si presentano, una forza che scaturisce dal più profondo della nostra anima anche se spesso viene turbata.Il vero coraggioso è colui che non si accorge di averne abusato, ma sa riconoscerlo solo quando tutto è finito, superato, quando quella battaglia contro il suo ego vede un unico vincitore con un unico alleato: sé stesso e il proprio coraggio!

ORAZIONE O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi ladolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo ibeni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo,tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti isecoli dei secoli. R. Amen

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen.

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S E C O N D O G I O R N OS E C O N D O G I O R N O : : D o m e n i c aD o m e n i c a 1 8 A g o s t o 2 0 1 31 8 A g o s t o 2 0 1 3

Tema: Con Coraggio...

Frase del giorno:

Prima Escursione: ARABBA – VIA DEL PAN

Grado di Difficoltà: facileQuota massima: 2565 m (Portavescovo)Comune: LivinallongoProvincia: BL

Percorso...

Dal passo Pordoi si raggiunge Portavescovo rimanendo in quota con la spettacolarevisione della Marmolada e del lago Fedaia.Il primo tratto del percorso si snoda lungo un sentiero chiamato Viel del Pàn usatodalle carovane per il trasporto di merci fra le valli dell'Isarco e quelle dell'Agordino,poichè il fondovalle, ricoperto di fitte foreste, era ritenuto meno sicuro e più impervio.Il percorso è conosciuto anche con il nome di Bindelweg o Bindelsteig, in onoredell'alpinista tedesco di Bamberg, Karl Bindel, che riattivò il sentiero all'inizio delsecolo. Al Pordou, a sinistra della Casa Alpina (centro internazionale di alpinismo,medicina sportiva e convegni), si prende il sentiero C.A.I. 601 (Alta Via) che conduce allaCappella. Tale edificio fu costruito in memoria delle guide alpine e dei maestri di scitravolti da una valanga staccatasi dal Sas Becè il 14 dicembre 1937, mentre sisvolgeva un corso di aggiornamento diretto da Hans Steger. Si prosegue tagliando idetriti alla base del Sas Becè, risalendo una ripida scarpata fino al rifugio omonimo(m.2423). Lasciando sulla sinistra il Teriòl de le Créste (it.9) si prosegue piùcomodamente a destra, tagliando in quota, con spettacolare veduta sul versanteNord della Marmolada, Lièch de Fedaia e Alta Val di Fassa. Si passa sotto il Còlde Cuch (m.2563) e si giunge al Rifugio Viel del Pàn (m.2432); da qui si proseguesotto le pendici del Sas Ciapel (m.2557) fino ad arrivare allo sperone erboso delBelvedere (m.2648) dove il sentiero si biforca. Si prende a sinistra per salire a PortaVescovo; da qui si scende lungo il sentiero n.680, che coincide nel primo tratto con lastrada di servizio della funivia. Il sentiero prosegue poi su una mulattiera militare chepassa sotto il Sas Ciapèl e conduce al 33` tornante della SS 48 e quindi al Pordou. Sicompleta cosG l'anello attorno al Sas Ciapèl.

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“Nulla si ottiene senza sacrificio e senza coraggio. Se si fa una cosaapertamente, si può anche soffrire di più, ma alla fine l'azione sarà più efficace.

Chi ha ragione ed è capace di soffrire, alla fine vince.”

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T E R Z OT E R Z O G I O R N O G I O R N O : : L u n e dL u n e d ìì 11 99 A g o s t o 2 0 1 3 A g o s t o 2 0 1 3

Tema: Coraggio di Amare...

Frase del giorno:

Dalla Prima Lettera di S. Paolo Apostolo ai Corinzi (12,21 13,1-13)

Non può l'occhio dire alla mano: "Non ho bisogno di te"; né la testa ai piedi: "Non hobisogno di voi".

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sonocome un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, epossedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi lacarità, non sono nulla.E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato,ma non avessi la carità, niente mi giova.La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non sigonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene contodel male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Leprofezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostraconoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che èperfetto, quello che è imperfetto scomparirà.Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo dabambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato.Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia afaccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, comeanch'io sono conosciuto.Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tuttepiù grande è la carità!

Commento alla lettura

➔ Video S. Agostino: Discorso sull'Amore

➔ Testimonianze

ATTIVITA' DI GRUPPO...

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“La misura dell'amore è amare senza misura.”

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Alleghe – Stadio del Ghiaccio

Alleghe – Giro del Lago

Grado di Difficoltà: nessunaQuota massima: 1030 mComune: Alleghe – Rocca PietoreProvincia: BL

Percorso...Dalla borgata di Vallazza ci si incammina in direzione sud verso Alleghe, costeggiandoil lago, piegando a destra dopo il primo albergo per la strada sulla sponda; si aggiracosì la penisola su cui sorge il centro del paese e su cui svetta l'aguzzo campaniledella chiesa.Oltrepassato il torrente Zunaia l'itinerario segue il marciapiede fino all'abitato diMasarè. Varcato il ponte s'imbocca a destra la prima rotabile, in direzione Chalet alLago che si segue fino all'inizio di una ripida rampa. La strada costeggia in salita, lacinta muraria della Villa Paganini (costruzione completata nel 1893, residenza estivadell'ingegner Paganini di Agordo, senatore del Regno ed eminente personalità dellavallata), toccando in località Crépa un bel punto panoramico. Si scende fino allo Chaletal Lago dove inizia uno dei tratti piu' panoramici del percorso. La rotabile si impennaper pochi metri fino all'abitato di Savinèr, qui continua una buona mulattiera verso ilponte sul Cordevole.

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Tema: Coraggio di _____________

Frase del giorno:

Seconda Escursione: ARABBA – PASSO PORDOI

Grado di Difficoltà: facileQuota massima: 2239 m (passo Pordoi)Comune: LivinallongoProvincia: BL

Percorso...

Inizialmente destinato ai caduti della Prima Guerra Mondiale, il Sacrario è stato alungo desiderato dal Volksbund Deutscher Kriegsgraeberfursorge (associazione reduci); futerminato soltanto nel 1956 poiché lo scoppio della Seconda Guerra non consentì diportare a termine il progetto e fu così destino che i loculi ospitassero anche i caduti diquest'ultima. La maggior parte dei sacelli ospita però i caduti nei duri combattimentidel 1915-1918.Il Sacrario si trova ai piedi delle incombenti pareti rocciose del Gruppo Sella; da qui lavista spazia all'infinito; verso Est emerge il Còl de Lana, tristemente famoso per icruenti scontri che causarono la morte di migliaia di soldati di entrambi i fronti; a Sudsi stagliano dapprima la scura costiera del Padon e poi il ghiacciaio della Marmolada dacui spuntano Punta Rocca e Punta Penia.Piz Boé è la cima più alta del gruppo del Sella, il punto culminante di questa vastacatena montuosa che si estende al centro di 4 passi e domina dall'alto la Val di Fassa,Val Gardena, Val Badia e, naturalmente, anche la Valle di Arabba.È considerato il più popolare nelle Dolomiti grazie alla sua facilità di accesso e losplendido panorama dalla sua cima.

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“Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è vivere, ma vivacchiare...”

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Dalla Seconda Lettera ai Corinzi – Cap. 12

1 Se bisogna vantarsi - ma non conviene - verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore. 2So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori delcorpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo. 3E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio - 4fu rapito in paradiso e udì parole indicibiliche non è lecito ad alcuno pronunciare. 5Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze. 6Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me 7e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni.

Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. 8A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. 9Ed egli mi ha detto: "Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza". Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.

Personaggio del Giorno...

“Mi basta la Tua grazia”

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Tema: Coraggio di Servire

Frase del giorno:

“Ma Rut rispose: "Non insistere con me perché ti abbandoni e torni indietro senza dite; perché dove andrai tu andrò anch'io; dove ti fermerai mi fermerò; il tuo popolosarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio;dove morirai tu, morirò anch'io e vi sarò sepolta. Il Signore mi punisca come vuole, sealtra cosa che la morte mi separerà da te”.

dal Libro di Rut (1,16-17)

✔ Genesi: 3, 9 “Dove sei?”✔ Genesi: 4, 8-12 “Dov'è Abele tuo fratello?”✔ Vangelo di Luca: 10, 38-42 “ Marta e Maria”✔ Vangelo di Luca: 10, 30-37 “ Il Buon Samaritano”

Video su Giovanni Falcone

ATTIVITA'...

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“L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, e saper convivere con lapropria paura e non farsi condizionare dalla stessa.

Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza...”

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Passeggiata Meditativa...

Maria, donna dei nostri giorniRosario Meditato in compagnia di Don Tonino Bello...

I° Mistero della Gioia: l'annunciazione dell'angelo a Maria Vergine

Canto

In ascolto (Lc 1, 26-38)

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamataNazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. Lavergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è conte». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelole disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lodarai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio glidarà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno nonavrà fine».

Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «LoSpirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui chenascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nellasua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di mequello che hai detto». E l'angelo partG da lei.

Maria, donna accogliente

Santa Maria, donna accogliente, aiutaci ad accogliere la Parola nell'intimo del cuore. A capire,cioè, come hai saputo fare tu, le irruzioni di Dio nella nostra vita. Egli non bussa alla porta perintimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine. Non entra in casa per mettercile manette, ma per restituirci il gusto della vera libertà.Lo sappiamo: è la paura del nuovo a renderci spesso inospitali nei confronti del Signore cheviene. I cambiamenti ci danno fastidio. E siccome lui scombina sempre i nostri pensieri, mette indiscussione i nostri programmi e manda in crisi le nostre certezze, ogni volta che sentiamo i suoipassi, evitiamo di incontrarlo, nascondendo ci dietro la siepe, come Adamo tra gli alberidell'Eden. Facci comprendere che Dio, se ci guasta i progetti, non ci rovina la festa; se disturba inostri sonni, non ci toglie la pace. E una volta che l'avremo accolto nel cuore, anche il nostrocorpo brillerà della sua luce.

(don Tonino Bello)

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In preghiera con Maria

1 Padre nostro 10 Ave Maria 1 Gloria al Padre

Preghiamo insieme:Sposa amata dello Spirito,ricevendo nel grembo il Verbo di Dio,hai dato al mondo la vita:in te l’uomo divenne dimora dell’Eterno.Fa’ che edifichiamo con te il regno del Signore,regno di lode perenne,regno di giustizia e di pace,per tutti e per sempre. Amen.

2° Mistero della Gioia: la visita di Maria Vergine a Santa Elisabetta

Canto

In ascolto (Lc 1, 39-45)

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria,il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre delmio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambinoha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle paroledel Signore».

Maria, donna gestante

«Rimase con lei circa tre mesi. Poi tornò a casa sua». Il Vangelo stavolta non dice se vi tornò «infretta», come fu per il viaggio di andata. Ma c'è da supporlo.Da Nazaret era quasi scappata di corsa, senza salutare nessuno. Quell'incredibile chiamata di Diol'aveva sconvolta. Era come se, improvvisamente, all'interno della sua casetta si fosse spalancatoun cratere e lei vi camminasse sul ciglio in preda alle vertigini. E allora, per non precipitarenell'abisso, si era aggrappata alla montagna.Ma ora bisognava tornare. Quei tre mesi di altura le erano bastati per placare i tumulti interiori.Vicino a Elisabetta aveva portato a compimento il noviziato di una gestazione di cui cominciavalentamente a dipanare il segreto.Ora bisognava scendere in pianura e affrontare i problemi terra a cui va incontro ogni donna inattesa. Con qualche complicazione in più.Santa Maria, donna gestante, mettiti, ti preghiamo, accanto a Marilena che, a quarant' anni, sidispera perché non sa accettare una maternità indesiderata. Sostieni Rosaria che non sa comeaffrontare la gente, dopo che lui se n'è andato lasciandola col suo destino di ragazza madre.Suggerisci parole di perdono a Lucia che, dopo quel gesto folle, non sa darsi pace e intride ogninotte il cuscino con lacrime di pentimento. Riempi di gioia la casa di Antonietta e Marco che nonrisuonerà mai di vagiti, e di' ad essi che 1'indefettibilità del loro reciproco amore è già unacreatura che basta a riempire tutta 1'esistenza.

(don Tonino Bello)

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In preghiera con Maria

1 Padre nostro 10 Ave Maria 1 Gloria al Padre

Preghiamo insieme:

Santa Maria, donna gestante ,grazie perché,se Gesù l'hai portato nel grembo nove mesi,noi ci stai portando tutta la vita.Donaci le tue fattezze.Modellaci sul tuo volto.Trasfondici i lineamenti del tuo spirito.Perché, quando giungerà per noi il dies natalis,se le porte del Cielo ci si spalancheranno dinanzi senza fatica,sarà solo per questa nostra,sia pur pallida, somiglianza con te.

(don Tonino Bello)

3° Mistero della Gioia: la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme

Canto

In ascolto (Lc 2, 1-7)

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti afarsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia diDavide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamataBetlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre sitrovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlioprimogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loronell'albergo.

Maria, donna del primo sguardo

SG, è stata lei la prima a posare gli occhi sul corpo nudo di Dio. E l'ha avvolto immediatamentecon lo sguardo. Prima ancora di avvolgerlo in fasce. Anzi, l'ha coperto subito nei panni, quasi percomprimere la luce di quel corpo e non rimanerne accecata.Ed ecco lo finalmente lì, l'Emmanuele, bagnato dalle lacrime della puerpera, che scintillanocome gemme al guizzare della lanterna.Gli occhi di Maria tremano d'amore sul corpo di Gesù. Nella loro profondità si riaccende unalunga catena di sguardi inesauditi del passato. Nelle sue pupille si concentra la trepidazione diattese secolari. E nell'iride le si destano all'improvviso fuochi sopiti sotto le ceneri del tempo.Maria diventa così la donna del primo sguardo.Solo una creatura come lei, d'altra parte, poteva dare degnamente il benvenuto sulla terra alFiglio di Dio, accarezzandolo con occhi trasparenti di santità.Donna del primo sguardo: prescelta, cioè, dai secoli eterni per essere, dopo una foresta diattese, riviera limpidissima bagnata dal fiume della grazia.

(don Tonino Bello)

Voglio Coraggio... Io credo in Te e cambio il Mondo... 16

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In preghiera con Maria

1 Padre nostro 10 Ave Maria 1 Gloria al Padre

Preghiamo insieme:

Santa Maria,donna del primo sguardo,donaci la grazia dello stupore.Tu che hai provato le sorprese di Dio,restituiscici, ti preghiamo,il gusto delle esperienze che salvano,e non risparmiarcila gioia degli incontri decisiviche abbiano il saporedella "prima volta".Santa Maria,donna del primo sguardo,donaci la grazia della tenerezza.Soprattutto quando sperimentiamo che, a volerci bene,non ci sei rimasta che tu.

(don Tonino Bello)

4° Mistero della Gioia: la presentazione di Gesù al tempio

Canto

In ascolto (Lc 2, 21-32)

Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, comeera stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre. Quando venneil tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemmeper offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito saràsacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, comeprescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giustoe timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gliaveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia delSignore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano ilbambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

«Ora lascia, o Signore, che il tuo servovada in pace secondo la tua parola;perché i miei occhi han visto la tua salvezza,preparata da te davanti a tutti i popoli,luce per illuminare le gentie gloria del tuo popolo Israele».

Maria, donna in cammino

Santa Maria, donna della strada, «segno di sicura speranza e di consolazione per il peregrinantepopolo di Dio», Prendici per mano e facci scorgere la presenza sacramentale di Dio sotto il filodei giorni, negli accadimenti del tempo, nel volgere delle stagioni umane, nelle attese disolidarietà che si colgono nell'aria.

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Page 18: Libretto di campo voglio coraggio

Verso questi santuari dirigi i nostri passi.

Restituisci sapori di ricerca interiore alla nostra inquietudine di turisti senza meta. Se ci vedi allosbando, sul ciglio della strada, fermati, Samaritana dolcissima, per versare sulle nostre feritel'olio della consolazione e il vino della speranza. E poi rimettici in carreggiata. Dalle nebbie diquesta "valle di lacrime", facci volgere gli occhi verso i monti da dove verrà l'aiuto. E allora sullenostre strade fiorirà l'esultanza del Magnificat.

(don Tonino Bello)

In preghiera con Maria

1 Padre nostro 10 Ave Maria 1 Gloria al Padre

Preghiamo insieme:

O Maria,Madre di Cristo e Madre nostra,ti ringraziamo per la premuracon cui ci accompagninel cammino della vita,e ti chiediamo:presentaci nuovamente a Dio,nostro unico bene,perché la nostra vita,consumata dall’Amore,sia sacrificio vivente,santo e a lui gradito.Amen!

(Giovanni Paolo II)

5° Mistero della Gioia: il ritrovamento di Gesù fra i dottori del tempio

Canto

In ascolto (Lc 2, 41-52)

I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbedodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentreriprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori sene accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero acercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui aGerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre liascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la suaintelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perchéci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché micercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi noncompresero le sue parole.

Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte questecose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

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Maria, donna del silenzio

Tra i tanti appellativi mariani, ne ho trovato uno di straordinaria suggestione: Maria, cattedraledel silenzio. Maria è appunto come una cattedrale gotica che custodisce il silenzio.Gelosamente. Non lo rompe neppure quando parla. Ma perché Maria è cattedrale del silenzio?Intanto, perché è una donna di poche parole. Nel Vangelo parla appena quattro volte.All'annuncio dell'angelo. Quando intona il Magnificat. Quando ritrova Gesù nel tempio. E a Canadi Galilea.Ma il suo silenzio non è solo assenza di voci. Non è il vuoto di rumori. È, invece, l'involucro diuna presenza. Il guscio di una pienezza. Il grembo che custodisce la Parola.Maria è stata costituita simbolo per chi vuol mantenere segreti d'amore. E per noi tutti,devastati dal frastuono, è rimasta scrigno silente della Parola: «Serbava tutte queste cose nelsuo cuore».

(don Tonino Bello)

In preghiera con Maria

1 Padre nostro 10 Ave Maria 1 Gloria al Padre

Preghiamo insieme:

Maria, sono tante le voltein cui noi non comprendiamo il disegno di Dio.Fa’ che l’umiltà e la sofferenzaDel tuo non capire le parole di Gesù al tempio,siano sostegno alla insofferenza, all’orgoglioe talora alla superbia del nostro non capire.Medica, con la tua dolcezza e perseveranza,col tuo silenzio paziente,la ribellione che spesso accompagnale nostre riflessioni sulla nostra vita,sulla vita delle comunità e della Chiesa.Donaci di partecipare al tuo “sG”che rimane tale nella più dolorosa oscurità,nella sofferta incomprensione,fino al momento della Crocee della Risurrezione.

(Carlo Maria Martini)

Canto e preghiera finale: Salve regina

Salve Regina, madre di misericordia. Vita, dolcezza, speranza nostra salve! Salve Regina! (x2)

A te ricorriamo, esuli figli di Eva. A te sospiriamo, piangenti in questa valle di lacrime. Avvocatanostra, volgi a noi gli occhi tuoi, mostraci dopo questo esilio il frutto del tuo seno, Gesù.

Salve Regina, madre di misericordia: clemente, o pia, o dolce vergine Maria, Salve Regina! SalveRegina, salve, salve!

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S E S T OS E S T O G I O R N O G I O R N O : : G i o v e dG i o v e d ìì 2 22 2 A g o s t o 2 0 1 3 A g o s t o 2 0 1 3

Tema: Coraggio di Ammirare

Frase del giorno:

Terza Escursione: LAGAZUOI – PASSO FALZAREGO

Grado di Difficoltà: Media difficoltàQuota massima: 2800 m (rifugio)Comune: Cortina d'AmpezzoProvincia: BL

Museo all'aperto ed Escursioni del Lagazuoi - Passo Falzarego

Il monte Lagazuoi è un vero e proprio "castello di roccia", con guglie, torrioni e basimilitari nascosti nelle sue viscere.Nel corso della Grande Guerra gli eserciti italiano e austro - ungaricoscavarono al suo interno ricoveri per uomini e armi, trasformandolo in un'impenetrabile fortezza del XX secolo. Oggi si possono visitare gallerie, trincee epostazioni di mitragliatrici restaurate.Il museo è raggiungibile a piedi o con la veloce funivia. Grazie a moltissimi percorsi, siconoscono i retroscena di una guerra drammatica combattuta ad alta quota, unicanella storia dell’uomo.La presenza di numerose testimonianze della Grande Guerra, l'ambienteincontaminato in cui ci si muove, gli straordinari paesaggi che mutano ad ogni nuovaprospettiva, sono alla portata di tutti.Grazie alla veloce funivia, in soli 3 minuti si arriva a 2.800 metri d'altitudine.I percorsi di visita di difficoltà facile o media, sono tutti accuratamente segnalati eaccompagnati da cartelli informativi. Commenti sonori nelle postazioni restaurateillustrano le vicende della Prima Guerra Mondiale.A pochi metri di distanza dall'arrivo della funivia, c'è il rifugio Lagazuoi, famoso per laterrazza panoramica a 360 gradi sulle vette dolomitiche. Da qui si possonoammirare montagne famose delle Dolomiti: la Tofana, la Marmolada,il Civetta, laVetta d'Italia e il Picco Tre Signori (Zillertaler Alpen).

Adorazione Eucaristica

Film: Il Club degliImperatori

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“L'aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo Magia e Bellezza in loro; ma, in realtà, Magia e Bellezza sono in NOI...”

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S E T T I M OS E T T I M O G I O R N O G I O R N O : : V e n e r dV e n e r d ìì 2 32 3 A g o s t o 2 0 1 3 A g o s t o 2 0 1 3

Tema: Coraggio di Perdonare...

Frase del giorno:

Personaggi da conoscere meglio su cui meditare:

Simona AtzoriRenzo FoaEdmond DantesMonsignor BienvenuM.T.

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“La più grande gioia della vita è la Convinzione di essere AMATI...”

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Simona Atzori

Perché ci identifichiamo sempre con quello che nonabbiamo, invece di guardare quello che c’è? Spessoi limiti non sono reali, i limiti sono solo negli occhidi chi ci guarda.Dobbiamo fermarci in tempo, prima di diventarequello che gli altri si aspettano che siamo. E’ nostraresponsabilità darci la forma che vogliamo, liberarcidi un po’ di scuse e diventare chi vogliamo essere,manipolare la nostra esistenza perché ci assomigli.Non importa le hai le braccia o se non le hai, se seilunghissimo o alto un metro e un tappo, se sei bianco, nero, giallo o verde, se ci vedio se sei cieco o hai occhiali spessi così, se sei fragile o una roccia, se sei biondo o sehai i capelli viola o il naso storto, se sei immobilizzato a terra o guardi il mondo dalleprofondità più inesplorate del cielo. La diversità è ovunque, è l’unica cosa che ciaccomuna tutti. Tutti siamo diversi, meno male, altrimenti in un mondo di formiche.Non c’è nulla che non possa essere fatto, basta trovare il modo giusto per farlo. Iotengo il microfono con i piedi, altri con le mani, altri ancori lo tengono sull’asta. Sta anoi trovare il modo giusto per noi. Io credo nella legge dell’attrazione: quello che dairicevi. Se trasmetti amore, attenzione, serenità; se guardi alla vita con un sguardocostruttivo; se scegli di essere attento agli altri e al loro benessere; se conservi lecose che ami e lasci scivolare via quelle negative, la vita ti sorriderà.Se avessi avuto paura sarei andata all’indietro, invece che avanti. Se mi fossipreoccupata mi sarei bloccata, non mi sarei buttata, avrei immaginato foschi scenari emi sarei ritirata. Io invece ho immaginato. Adesso sono felice, smodatamente,spudoratamente felice. Ed è una gioia raccontarla, questa mia felicità.

Simona

Video su Simona Atzori

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Renzo Foa

L’ex comunista Renzo Foa e la sua conversione

Molti pensano che l’esistenza del male sia la prova della non esistenzadi Dio. Renzo Foa invece, davanti all’eccesso di sofferenza e alla suamancanza di senso, si è domandato se c’era Qualcuno che potessedavvero rispondervi. La storica e giornalista Lucetta Scaraffia rende

omaggio al grande intellettuale, a un anno dalla sua morte, su “L’OsservatoreRomano“. Avviatosi fin da subito all’ideologia del Pci, divenne giornalista e poidirettore dell’Unità. Va in Vietnam e nelle terre ateo-comuniste della Cambogia di PolPot e in Corea del Sud. Comincia così a conoscere il comunismo vero, quello reale,dall’interno, comincia a capire come funziona il sistema, e la sua fede nel partito entrain crisi. Aiutato anche dalla figura di Papa Wojtyla, come ha raccontato in “In cattivacompagnia” (Liberal 2007), rompe con il comunismo ed entra nell’impresa di “Liberal”e poi de “Il Giornale”. In questi anni avviene anche la conversione spirituale,avvicinandosi al mondo cattolico, grazie agli incontri con lo storico cattolico GiorgioRumi, monsignor Rino Fisichella e padre Balducci. Cresce l’affezione per GiovanniPaolo II che, come ha detto lui stesso agli studenti de La Sapienza, sapeva parlare atutti, cattolici e non. Ha letto negli anni più recenti il libro di Benedetto XVI su Gesù dacui ne è nata una riflessione pubblica, che rivela un’imprevista volontà di capire Cristo,un’inattesa capacità di intuire e amare le sue caratteristiche essenziali. Ha scritto: “ilprima e il dopo Cristo non è solo una data sul calendario, è l’inizio di una lezione sullaresistenza dell’uomo alle avversità, alle sofferenze e alle ingiustizie in nome della vitae della ricerca della verità. Quando mai, prima di lui, un pescatore o un falegname ouna prostituta erano stati considerati degni di nota, degni di entrare nella memoria,uguali agli altri?”. E ancora: “il Pater noster è la poesia più coinvolgente mai ascoltatae recitata, non c’è nulla di simile, da nessuna parte, in nessuna altra epoca”. Einfine: “so che Cristo può appartenere a tutti, al di là della fede, ma so che senza lafede non ci sarebbe”. Proprio l’eccesso del male, l’eccesso di dolore a cui il destino l’hasottoposto, l’ha portato a incontrare Dio. Muore il 9 giugno 2009.

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Monsignor BienvenuTratto da: I Miserabili di Victor Hugo

Personaggi: Monsignor BienvenuJean ValjeanSig. na Baptistine Sig.ra Magloire

Vescovo di DigneForzatoSorella del VescovoGovernante

...La porta s'aprì, con impeto, spalancata come se qualcuno l'avesse spinta conenergia e risolutezza; e un uomo entrò.

Lo conosciamo già, poiché era il viaggiatore che abbiam visto testè girovagarein cerca d'asilo.

Entrò, fece un passo e si fermò, lasciando alle spalle la porta aperta; in ispalla ilsacco e in mano il bastone, negli occhi un'espressione aspra, insolente, spossata eviolenta. Era ripugnante come una sinistra apparizione.

La signora Magloire non ebbe neppure la forza di gettare un grido; trasalì erimase a bocca aperta. La signorina Baptistine si voltò, scorse l'uomo che entrava e sirialzò sulla sedia, sgomenta; poi, girando a poco a poco il capo verso il camino,guardò il fratello ed il suo viso ritornò profondamente calmo e sereno. Il vescovofissava sull'uomo uno sguardo tranquillo.

Mentr'egli stava per aprir bocca, senza dubbio per chiedere al nuovo venuto checosa desiderasse, l'uomo appoggiò le mani sul bastone e girò alternativamente losguardo sul vecchio e sulle donne; poi, prima che il vescovo parlasse, disse ad altavoce:

«Ecco. Mi chiamo Jean Valjean. Sono un galeotto ed ho passato diciannove annial bagno penale; m'hanno liberato da quattro giorni, son partito da Tolone, e nonfaccio che camminare; oggi ho fatto dodici leghe a piedi. Stasera, giunto in questopaese, sono andato ad un albergo e m'hanno scacciato, per via del passaporto gialloche avevo dovuto presentare in municipio; sono andato in un altro albergo e m'hannodetto: Vattene! Sì, tanto l'uno che l'altro; nessuno m'ha voluto. Sono andato allaprigione, ma il carceriere non m'ha aperto; sono stato nella cuccia d'un cane e quelcane m'ha morsicato e m'ha scacciato, come se fosse un uomo: si sarebbe detto chesapeva chi ero. Sono andato lungo i campi per cercare un giaciglio sotto le stelle; manon c'erano stelle ed ho pensato che sarebbe piovuto, che non c'era buon Dio cheimpedisse di piovere, e sono rientrato in città per trovare riparo sotto una porta. Lànella piazza, stavo per coricarmi sopra una panca di pietra, quando una buona donnam'ha indicato la vostra casa e m'ha detto: 'Bussa lì.' Ed io ho bussato. Che luogo è,questo? Siete albergatori? Ho denaro, un gruzzoletto: centonove franchi e quindicisoldi guadagnati al bagno, col lavoro di diciannove anni. Pagherò; che m'importa? Hodenaro, sono stanchissimo, ho fatto dodici leghe a piedi, ho fame. Volete cherimanga?»

«Signora Magloire,» disse il vescovo «mettete un'altra posata.»L'uomo fece tre passi e s'avvicinò alla lucerna che stava sulla tavola:«Badate,» disse, come se non avesse ben capito; «non si tratta di questo.

Avete sentito? Sono un galeotto, un forzato; vengo dalla galera.» E levò di tasca ungrande foglio di carta gialla, che dispiegò: «Ecco il mio passaporto. È giallo, comevedete, e questo basta per farmi scacciare dovunque vada. Volete leggere? Io soleggere: ho imparato in prigione, c'è una scuola per quelli che vogliono farlo: guardateche cos'hanno messo sul passaporto: 'Jean Valjean, forzato liberato, nativo di...'questo non v'importa. 'È stato diciannove anni in carcere, cinque anni per furto conscasso, quattordici per aver tentato quattro volte d'evadere. È un uomopericolosissimo' Ecco! Tutti m'han gettato fuori della porta; e voi volete ricevermi? Èun albergo questo? Volete darmi da mangiare da dormire? Avete una stalla?»

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«Signora Magloire,» disse il vescovo «mettete delle lenzuola pulite al lettodell'alcova.»...

...«Sedetevi e scaldatevi, signore; fra un momento ci metteremo a tavola e,mentre cenerete, vi sarà fatto il letto.»...

...«Ma è vero? Come! Voi mi ospitate e non mi scacciate? Un forzato! E michiamate signore! Non mi date del tu, non mi dite: Vattene, cane! come mi diconsempre! Ero certo m'avreste scacciato e per questo avevo detto subito chi ero; oh,che brava donna, quella che m'ha indirizzato qui! Avrò da cenare! Avrò un letto, unletto con materassi e lenzuola come tutti! Sono diciannove anni che non mi corico inun letto! E voi avete la bontà di trattenermi? Siete delle degne persone; del resto, hodenaro e pagherò bene. Perdono, signor albergatore, come vi chiamate? Pagherò quelche vorrete, perché siete un brav'uomo. Siete albergatore, vero?»

«Sono un prete che abita qui,» disse il vescovo.«Un prete!» riprese l'uomo. «Oh, che bravo prete! non mi chiederete denaro,

vero? Siete il curato, dunque? Il curato di quella gran chiesa; to', è vero, bestia chesono! Non avevo visto la vostra calotta!»

Mentre parlava, aveva deposto il sacco e il bastone in un angolo e, rimesso intasca il passaporto, s'era seduto; la signorina Baptistine l'osservava con dolcezza. Eglicontinuò:

«Voi siete umano, signor curato, e non mi disprezzate; che bella cosa un pretebuono. Allora, non avete bisogno che vi paghi?»

«No!» disse il vescovo. «Tenete il vostro denaro. Quanto avete? Mi pare cheabbiate detto centonove franchi.»

«E quindici soldi,» soggiunse l'uomo.«Centonove franchi e quindici soldi. E quanto tempo ci avete messo a

guadagnarli?»«Diciannove anni.»«Diciannove anni?»E il vescovo sospirò profondamente.L'uomo continuò: «Ho ancora tutto il denaro; da quattro giorni a questa parte

ho speso solo venticinque soldi, che ho guadagnati a Grasse, aiutando a scaricare deicarri. Poiché siete abate, vi dirò che al bagno abbiamo un cappellano. E un giorno, poi,ho visto un vescovo, monsignore, come lo chiamano; era il vescovo della cattedrale diMarsiglia, cioè il curato che sta sopra i curati. Perdonatemi se dico male queste cose;ma per me sono così lontane! Noialtri, capirete bene! Ha detto la messa in mezzo alcarcere sopra un altare e aveva in testa una cosa puntuta, tutta d'oro, che brillava allaluce del mezzodì. Noi eravamo in fila su tre lati; sì, coi cannoni in faccia, colla micciaaccesa. Ma non si vedeva bene; ha parlato, ma era troppo lontano e noi nonsentivamo. Ecco cos'è un vescovo.»

Mentre parlava, il vescovo era andato a chiudere la porta, rimasta spalancata.Intanto la signora Magloire rientrò, portando una posata, che mise in tavola.

«Signora Magloire,» disse il vescovo «mettete quella posata più che potetevicino al fuoco.» E, volgendosi all'ospite: «Il vento della notte è rigido, nelle Alpi:dovete aver freddo, signore.»

Ogni qual volta egli diceva quella parola signore, colla sua voce dolcementegrave e carezzevole, il volto dell'uomo si rischiarava. Dare del signore a un forzato, ècome dare un bicchier d'acqua a un naufrago della Medusa; l'ignominia ha sete distima.

«Questa lucerna,» disse il vescovo «rischiara malissimo».La signora Magloire capì e andò a cercare nella stanza da letto di monsignore i

due candelieri d'argento, che mise accesi sulla tavola.«Voi siete buono, signor curato,» riprese l'uomo. «Non mi disprezzate, mi

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ricevete in casa vostra e accendete le vostre candele per me. Eppure non v'honascosto donde vengo, non v'ho nascosto che sono un disgraziato.»

Il vescovo, seduto vicino a lui, gli toccò dolcemente la mano: «Potevate anchenon dirmi chi eravate. Questa non è la mia casa, è la casa di Gesù Cristo; questaporta non chiede a colui che entra se abbia un nome, ma se abbia un dolore. Voisoffrite, avete fame e freddo: siate il benvenuto. E non state a ringraziarmi, non midite che vi ricevo in casa mia; poiché nessuno è qui in casa sua, se non colui che habisogno d'un asilo. Ve lo dico, a voi che passate, che qui voi siete in casa vostra più dime stesso. Tutto quello che è qui è vostro; che bisogno ho di sapere il vostro nome?Del resto, prima che me lo diceste, ne avevate già uno che conoscevo.

L'uomo aperse due occhi stupiti.«Davvero? Sapevate come mi chiamo?»«Sì,» rispose il vescovo «vi chiamate mio fratello.»«Guardate, signor curato!» esclamò l'uomo. «Quando sono entrato qui avevo

tanta fame; ma siete così buono, che ora non so più cos'abbia. Mi è passata.»Il vescovo lo guardò e gli chiese: «Avete tanto sofferto?»«Oh! Il camiciotto rosso, la palla al piede, una tavola per dormire; il caldo, il

freddo, il lavoro, gli aguzzini, le bastonate! Per niente, la catena doppia; per unaparola, la segreta; anche in letto, malato, la catena. I cani sono più fortunati.Diciannove anni! E ore ne ho quarantasei ed ho il passaporto giallo! Ecco!»

«È vero,» rispose il vescovo «voi uscite da un luogo di tristezza. Uditemi: visarà maggiore allegrezza in cielo per il viso lagrimoso di un peccatore che si ravvede,che per la bianca veste di cento giusti. Se uscite da quel doloroso luogo con pensierid'odio e di collera contro gli uomini, siete degno di compassione; ma se ne uscite conpensieri di benevolenza, di dolcezza e di pace, siete più meritevole di ognuno dinoi.»...

...Ad un tratto il vescovo disse: «Mi sembra che manchi qualche cosa, su questatavola.»

Infatti, la signora Magloire aveva messo in tavola solo le tre posateassolutamente necessarie; ora, l'uso della casa voleva che, quando il vescovo avevaqualcuno a cena, venissero disposte sulla tavola le sei posate d'argento, innocentepompa. Quella graziosa apparenza di lusso era una specie di affascinantefanciullaggine, in quella casa dolce e severa, che elevava a dignità la povertà.

La signora Magloire comprese l'osservazione ed uscì senza dir parola; unmomento dopo le tre posate richieste dal vescovo scintillavano sulla tovaglia,simmetricamente allineate davanti a ciascuno dei tre convitati...

Jean Valjean apparteneva ad una povera famiglia di contadini della Brie. Daragazzo non aveva imparato a leggere e, fatto uomo, era divenuto potatore aFaverolles; sua madre si chiamava Jeanne Mathieu e suo padre Jean Valjean o Vlajeanch'era probabilmente un soprannome, a contrazione di Voilà Jean (Ecco Giovanni).

Jean Valjean era di carattere meditabondo, senz'esser triste, caratteristica deglianimi affettuosi; però, tutto sommato, lo si poteva dire piuttosto pigro e insignificante,almeno all'apparenza. Aveva perduto il padre e la madre da piccino. La madre eramorta per una febbre da latte mal curata e il padre, potatore come lui, s'eraammazzato, cadendo da un albero; ed a Jean era rimasta soltanto una sorella piùanziana di lui, vedova con sette figli e figlie. Quella sorella aveva allevato Valjean e, finche le era vissuto il marito, aveva dato alloggio e vitto al giovane fratello. Alla mortedel marito, il maggiore dei sette figli aveva sette anni e il minore uno. Jean Valjeanentrava allora nel venticinquesimo anno; sostituì il padre e soccorse a sua volta lasorella che l'aveva allevato, il tutto semplicemente, come un dovere, anzi conqualcosa di burbero da parte di Jean. In tal modo la sua gioventù si consumava in unlavoro faticoso e mal retribuito. Nessuno gli aveva mai conosciuto una «buona

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amica»: non aveva avuto il tempo d'innamorarsi.La sera, rincasando stanco, mangiava la minestra senza dire una parola. La

sorella, mamma Jeanne, gli levava spesso dalla scodella, mentre stava mangiando, ilmeglio del suo pasto, il pezzo di carne, la fetta di lardo, il cuore del cavolo, per darlo aqualcuno dei figli; ed egli, sempre mangiando, chino sulla tavola, colla testa quasinella minestra e coi lunghi capelli che ricadevano intorno alla scodella e glinascondevan gli occhi, aveva l'aria di non veder nulla e lasciava fare. C'era aFaverolles, poco lontano dalla capanna dei Valjean, dall'altra parte della stradicciola,una fattoressa che si chiamava Maria Claudia; i bimbi Valjean, di solito affamati,andavano qualche volta a farsi prestare, in nome della mamma, una pinta di latte daMaria Claudia e se la bevevano dietro una siepe o in qualche angolo d'un viale,strappandosi il vaso l'un l'altro e con tanta furia, che le bambine se lo rovesciavano sulgrembiule o nell'apertura del vestito. Se la madre avesse saputo di quel furto, avrebbeseveramente corretto i delinquenti; ma Jean, brusco e brontolone, pagava a MariaClaudia, di nascosto dalla madre, la pinta di latte, ed i bambini non erano puniti.

Nella stagione della potatura egli guadagnava ventiquattro soldi al giorno, poi sicollocava come mietitore, come manovale, come garzone bovaro, come uomo difatica; faceva, insomma, quel che poteva. La sorella lavorava per conto suo; ma comefare, con sette ragazzi? Essi formavano un triste gruppo, che la miseria avvolse estrinse a poco a poco nelle sue spire. Avvenne che un inverno fu aspro e Jean nonebbe lavoro. La famiglia restò senza pane: sette fanciulli senza pane, proprio così.

Una sera di domenica, Maubert Isabeau, fornaio sulla piazza della chiesa aFaverolles, si coricava, quando sentì un violento colpo nella vetrina a inferriata dellabottega; accorse e fece in tempo a vedere un braccio che passava attraverso il foropraticato con un pugno nel vetro, attraverso l'inferriata. Il braccio afferrò un pane e loportò via. Isabeau uscì in fretta; il ladro se la diede a gambe, ma l'altro lo rincorse elo fermò. Era Jean Valjean; aveva buttato via il pane, ma gli sanguinava ancora ilbraccio.

Questo accadeva nel 1795. Jean Valjean fu tradotto davanti ai tribunali deltempo «per furto notturno con scasso in una casa abitata»...

...Jean Valjean fu dichiarato colpevole....

...Partì per Tolone, dove arrivò dopo un viaggio di ventisette giorni, su unacarretta, colla catena al collo; laggiù, gli fu fatto indossare il camiciotto rosso. Tuttoquello ch'era stato la sua vita si cancellò, perfino il suo nome; non fu nemmeno piùJean Valjean, ma il numero 24601. Che fu della sorella? E dei sette fanciulli? Ma diquesto nessuno si occupa: si sa forse che avvenga del pugno di foglie cadutedall'alberetto segato al piede?...

...Quando giunse l'ora d'uscire dalla prigione, quando Jean Valjean sentìall'orecchio quelle strane parole: Sei libero! fu un attimo inverosimile e inaudito; unraggio di luce vivida, della vera luce dei vivi penetrò d'un tratto subito in lui. Ma quelraggio non tardò ad impallidire. Valjean era stato abbagliato dall'idea della libertà eaveva creduto in una vita nuova; ma vide ben presto che cosa fosse una libertà allaquale si dà il passaporto giallo...

...Suonavano le due all'orologio della cattedrale, quando Jean Valjean si svegliò.S'era svegliato perché il letto era troppo buono. Da quasi vent'anni non si

coricava in un letto e, sebbene non si fosse svestito, la sensazione era troppo nuovaper non turbargli il sonno. Del resto, aveva dormito più di quattr'ore e la stanchezzaera scomparsa; era avvezzo a non concedere troppe ore al riposo.

Aprì gli occhi, guardò un momento l'oscurità che lo circondava e li richiuse perriaddormentarsi.

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Quando molte sensazioni diverse hanno agitato la giornata e vi son cose chetengono occupata la mente, ci si addormenta, ma non si può riaddormentarsi. Il sonnogiunge più facilmente che non ritorni; e questo capitò a Valjean che, non potendoriaddormentarsi, si mise a pensare...

...Era uno di quei momenti in cui le idee che passano per la mente sono torbide.Nel suo cervello v'era una specie di oscuro andirivieni; i ricordi antichi e quelliimmediati vi galleggiavano alla rinfusa, incrociandosi confusamente, perdendo forma,ingrandendosi a dismisura, per sparire improvvisamente, come se cadessero inun'acqua fangosa ed agitata. Gli venivan molti pensieri ma uno si ripresentavacontinuamente e scacciava gli altri; quel pensiero, diciamolo subito, gli presentava lesei posate d'argento ed il cucchiaione che la signora Magloire aveva messo in tavola.

Quelle sei posate d'argento l'ossessionavano. Erano lì, a pochi passi da lui...

...Stava dunque in quella situazione e vi sarebbe rimasto indefinitivamente finoal sorger del giorno, se l'orologio non avesse battuto un colpo: il quarto o la mezz'ora.E gli parve che quel colpo gli dicesse: Suvvìa!...

...Jean Valjean stette in ascolto; nessun rumore.Allora spinse la porta colla punta del dito, colla dolcezza furtiva e inquieta d'un

gatto che vuole entrare; e la porta cedette alla pressione, con un movimentoimpercettibile e silenzioso che allargò un poco l'apertura.

Attese così un momento, poi spinse la porta una seconda volta, piùenergicamente. Essa continuò a cedere in silenzio, così che ormai l'apertura erasufficiente perché egli potesse passare; ma vicino alla porta v'era un tavolino, chefaceva con essa un angolo incomodo e sbarrava l'ingresso.

Valjean riconobbe la difficoltà. Era necessario allargare ancora l'apertura aqualunque costo, e perciò si decise e spinse una terza volta la porta, più fortemente.Stavolta, un cardine mal unto gettò all'improvviso, in quell'oscurità, un suono rauco eprolungato. Valjean trasalì; il rumore di quel cardine gli risuonò all'orecchio lacerante eformidabile, come la tromba del giudizio universale. Con la fantasia paradossale diquell'attimo, si figurò perfino che quel cardine si fosse animato, avesse presoall'improvviso una vita terribile; gli parve abbaiasse come un cane, per avvertir tutti esvegliare gli addormentati.

Si fermò, fremente e smarrito, ricadendo sui talloni. Sentiva le arterie batterglicontro le tempie come martelli, gli sembrava che il respiro gli uscisse dal petto colrombo del vento da una caverna. Gli pareva impossibile che l'orribile fracasso di quelcardine irritato non avesse scrollato tutta la casa come una scossa di terremoto; laporta, spinta da lui, aveva dato l'allarme, aveva chiamato: il vecchio stava certo peralzarsi e le due donne per strillare; gente sarebbe corsa in loro aiuto, ed entro unquarto d'ora, la città sarebbe stata a rumore e la gendarmeria in piedi. Per unmomento si credette perduto.

Rimase immobile al suo posto, impietrito come la statua di sale, senza osare unmovimento. Trascorsero così alcuni minuti; poiché la porta era spalancata, s'arrischiòa guardare nella camera. Nulla si era mosso. Tese l'orecchio: nulla si moveva nellacasa. Il rumore del cardine arrugginito non aveva svegliato nessuno...

...Ad un tratto si fermò. Era vicino al letto e c'era arrivato più presto di quantonon avrebbe creduto.

La natura mescola talvolta i suoi effetti e spettacoli alle nostre azioni, con unaspecie d'opportunità cupa e intelligente, come volesse farci riflettere. Da circamezz'ora una gran nuvola copriva il cielo; nel momento in cui Jean Valjean si fermòdavanti al letto, quella nuvola si lacerò, come se l'avesse fatto apposta, ed un raggiodi luna, attraversando l'alta finestra, venne ad illuminare d'un sùbito il pallido viso del

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vescovo...

...Il suo occhio non si staccava dal vecchio. La sola cosa chiara del suoatteggiamento e della fisionomia era una strana indecisione; si sarebbe detto esitassefra due abissi, quello in cui ci si perde e quello in cui ci si salva, altrettanto pronto afendere quel cranio come a baciar quella mano...

...All'improvviso Jean Valjean si rimise in testa il berretto, si mosserapidamente, lungo il letto e senza guardare il vescovo, verso lo stipo ches'intravedeva vicino al capezzale. Sollevò il paletto di ferro, come per sforzarne laserratura; ma la chiave era dentro e l'aperse; la prima cosa che gli apparve fu ilpaniere dell'argenteria. Lo prese, attraversò la camera a grandi passi, e, senza darsipensiero del rumore, raggiunse la porta, rientrò nell'oratorio, aperse la finestra e,afferrato il bastone, scavalcò il davanzale della finestra, ficcò nel sacco l'argenteria,buttò via il paniere, traversò il giardino, balzò oltre il muro come una tigre, e fuggì...

..L'indomani, al sorger del sole, monsignor Bienvenu passeggiava in giardino,quando la signora Magloire accorse, tutta sconvolta.

«Monsignore, monsignore,» gridò. «Sa vostra grandezza dove sia il cestodell'argenteria?»

«Sì,» disse il vescovo.«Gesù sia benedetto!» ella riprese. «Non sapevo più che ne fosse.»Il vescovo aveva raccattato allora allora il cesto in un'aiuola e lo presentò alla

signora Magloire.«Eccolo.»«Ma come!» ella fece. «Non c'è dentro nulla! E l'argenteria?»«Ah!» ribatté il vescovo. «Allora è l'argenteria che vi preoccupa. Non ne so

nulla.»«Oh, grande e buon Dio! L'hanno rubata! L'ha certo rubata l'uomo di ieri sera!»E in un batter d'occhio, con tutta la vivacità di vecchietta svelta, la signora

Magloire corse all'oratorio, entrò nell'alcova e tornò dal vescovo, che s'era chinato estava osservando, con un sospiro, una pianta di coclearia dei Guillons che il paniereaveva rotta, cadendo attraverso l'aiuola. Si rialzò al grido della signora Magloire.

«Monsignore! L'uomo è partito e l'argenteria è sparita!»E, mentre gettava questa esclamazione, i suoi occhi si fissavano sopra un

angolo del giardino dove si scorgevan le tracce d'una scalata; la sommità del muro erasgretolata.

«Guardate: se n'è andato di là! È saltato nel vicolo Cochefilet! Che vergogna! Edha rubato la nostra argenteria!»

Il vescovo restò un momento silenzioso, poi alzò gli occhi seri e disse condolcezza alla signora Magloire:

«Prima di tutto, era nostra quell'argenteria?»La signora Magloire rimase stupefatta. Vi fu una pausa ancora, poi il vescovo

continuò:«Signora Magloire, da troppo tempo, ed a torto, io mi tenevo quell'argenteria.

Essa era dei poveri. Ora, chi era quell'uomo? Evidentemente un povero.»«Oh mio Gesù!» replicò la signora Magloire. «Non parlo per me e per la

signorina. A noi fa lo stesso; ma è per monsignore. Con che cosa mangeràmonsignore, adesso?»

Il vescovo la guardò con aria stupita.«O bella! Non ci son forse posate di stagno?»La signora Magloire alzò le spalle.«Lo stagno ha un certo odore...»«E allora, posate di ferro.»

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La signora Magloire fece una smorfia significativa.«E il ferro ha un certo sapore!»«E sia!» disse il vescovo. «Posate di legno.»Poco dopo, egli faceva la colazione mattutina a quella stessa tavola dove

Valjean s'era seduto la sera prima. Mentre mangiava, monsignor Bienvenu facevaallegramente notare alla sorella, che non diceva nulla, ed alla signora Magloire, chebrontolava fra i denti, che non v'è alcun bisogno di cucchiaio o forchetta, neppur dilegno, per intingere un pezzo di pane in una tazza di latte...

...«Ma si può immaginare una cosa simile?» diceva fra sé la signora Magloirementre andava e veniva. «Ricevere un uomo come quello! Dargli alloggio vicino a sé!E meno male che non ha fatto che rubare! Oh, mio Dio, c'è da tremare solo apensarci!»

Mentre il fratello e la sorella stavano per alzarsi da tavola, bussarono alla porta.«Entrate,» disse il vescovo.La porta s'aperse con violenza ed un gruppo strano apparve sulla soglia. Tre

uomini ne tenevano un quarto per il bavero; tre erano gendarmi, il quarto JeanValjean. Un brigadiere, che pareva guidasse il gruppo, stava presso alla porta; entrò es'avanzò verso il vescovo, facendo il saluto militare.

«Monsignore...» disse.A quella parola, Valjean, ch'era cupo e pareva abbattuto, rialzò il capo con aria

stupita.«Monsignore?» mormorò. «Non è dunque il curato?»«Silenzio!» disse un gendarme. «È monsignor vescovo.»Intanto monsignor Bienvenu s'era avvicinato con tutta la vivacità concessagli

dalla sua tarda età.«Oh, eccovi!» esclamò, guardando Valjean. «Sono lieto di vedervi. Ma come?

V'avevo regalato anche i candelieri che sono d'argento come il resto e dai qualipotrete ben ricavare duecento franchi; perché non li avete portati con voi, insieme allevostre posate?»

Jean Valjean alzò gli occhi e fissò il venerabile vescovo con un'espressione chenessuna lingua umana potrebbe esprimere.

«Allora, monsignore,» disse il brigadiere «sarebbe vero quello che ci ha dettoquest'uomo? L'abbiamo incontrato mentre se ne andava come uno che ha molta frettae l'abbiamo fermato per vedere. Aveva questa argenteria.»

«E v'avrà detto,» interruppe il vescovo sorridendo «che gliel'aveva regalata unvecchio prete dabbene presso il quale aveva passato la notte. Vedo come stanno lecose. E voi l'avete ricondotto qui? È un equivoco.»

«Se la cosa sta così,» riprese il brigadiere «possiamo lasciarlo andare?»«Ma certo,» rispose il vescovo.I gendarmi lasciarono libero Valjean, che indietreggiò.«È proprio vero che mi lasciano andare?» disse con voce quasi inarticolata,

come se parlasse nel sonno.«Sì, ti lasciamo in libertà: non hai sentito?» disse un gendarme.«Amico mio,» rispose il vescovo «prima d'andarvene, ecco i vostri candelieri:

prendeteli.»Andò verso il camino, prese i due candelieri d'argento e li portò a Valjean. Le

due donne lo guardavano fare senza una parola, un gesto, uno sguardo che potessedisturbare il vescovo. Jean Valjean tremava tutto; prese macchinalmente i duecandelieri, con aria smarrita.

«Ed ora,» disse il vescovo «andatevene in pace. A proposito: quando tornerete,amico mio, sarà inutile che passiate dal giardino. Potrete sempre entrare ed usciredalla porta della strada, che è chiusa giorno e notte solo col saliscendi.»

Poi, volgendosi verso i gendarmi, disse loro:

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Page 31: Libretto di campo voglio coraggio

«Signori gendarmi, potete andare.»Jean Valjean pareva stesse per svenire. Il vescovo gli si avvicinò e gli disse a

bassa voce:«Non dimenticate, non dimenticate mai che m'avete promesso di impiegare

questo denaro per diventare un uomo onesto.»...

...Valjean, che non si ricordava d'aver promesso, rimase stupefatto; il vescovoaveva accentuato quelle parole in particolar modo, mentre le pronunciava, e ripresepoi con una specie di solennità:

«Jean Valjean fratello mio, voi non appartenete più al male, ma al bene.Acquisto la vostr'anima, la tolgo ai cupi pensieri ed allo spirito di perdizione e la do aDio.»...

...Jean Valjean uscì dalla città come se fuggisse e si diede a camminarefrettoloso per i campi, prendendo le prime vie, i primi sentieri che gli capitavanodavanti senz'accorgersi che tornava sui suoi passi; girovagò in tal modo tutta lamattina, digiuno e senza fame. Era in preda ad una folla di nuove impressioni, sentivain sé una specie di collera, pur non sapendo contro chi, non avrebbe potuto dire se eracommosso od umiliato; a tratti, si sentiva preso da una strana tenerezza che cercavadi combattere, con l'indurimento dei suoi ultimi vent'anni; e ciò lo stancava. Vedevacon inquietudine vacillare in lui quella sorta di spaventosa calma che l'ingiustizia delsuo male gli aveva dato e s'andava chiedendo come l'avrebbe sostituita. Talvoltaavrebbe preferito finire in prigione coi gendarmi, piuttosto che veder le cose andare inquel modo; sarebbe stato meno agitato. Benché la stagione fosse avanzata, v'eranoancora, qua e là nelle siepi, fiori tardivi e l'odore gli richiamava alla memoria ricordi diinfanzia, quasi insopportabili, dopo così gran tempo dimenticati...

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Page 32: Libretto di campo voglio coraggio

Modesto T.

Il personaggio che voglio presentarvi era un uomo mite, come il nome che portava.Nacque il 2 marzo 1935 in un paese dove visse solo pochi anni della sua vita.

Fu l’ultimo di sette fratelli e quando suo padre mori’, ancora giovane, sua madre siprese cura di loro con enormi sacrifici.

Fu costretta ad allontanarlo da casa per proteggerlo dalla fame e dalla poverta’ in cuila famiglia precipito’.

Aveva appena sette anni e questa lontananza dalla famiglia, oltre alla perdita del papa’,fecero di lui un adulto speciale.

ho scelto di parlarvi di lui perché benché visse una vita normale e’ il piu’straordinario degli uomini che hanno attraversato la mia vita.

Da un’infanzia triste ne venne un adulto forte, sempre gioioso ed aperto al confronto.

Seppe godere di ogni giorno della sua vita donando a quanti lo conobbero la certezzache è nella normalità che si gioca la partita della nostra vita.

donò se stesso pienamente alla sua famiglia, mai lasciando trasparire i sacrificiche ogni giorno sosteneva.

quando, ancora giovane, una grave malattia lo colpì, visse il tempo dellasofferenza con serenità e forza spesso offrendo consolazione agli altri.

se per essere coraggiosi si pensa che occorra essere eroi…lui fu il mio.

Il suo nome fu Modesto ed io ho avuto l’onore di essere sua figlia.

Con Amore, Alda

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“Mi ha posto del fangoMi ha posto del fangosopra gli occhi, mi sonosopra gli occhi, mi sonolavato e ci vedo”lavato e ci vedo”

Canto d’ingresso

Cel.: Nel nome del Padre…

Tutti: Amen.

Cel.: A voi fratelli e sorelle, santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tuttiquelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo: grazia e pace daDio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.

Tutti: E con il tuo spirito.

Cel.: Carissimi fratelli e sorelle, siamo qui riuniti per celebrare e accogliere nella nostra vitala misericordia di Dio e il suo amore infinito per ciascuno di noi.

Perché possiamo presentarci in verità e sincerità al Signore e celebrare i frutti del suoperdono, invochiamo lo Spirito Santo, perché illumini le nostre menti e ci insegni a chiedere eaccogliere il perdono di Dio. Preghiamo insieme:

Tutti: Spirito di Dio scendi su di noi (2 volte)L. Vieni, purificatore dei peccati, medico delle ferite.

Vieni fortezza dei fragili, ristoratore di quelli che cadono

Tutti: Spirito di Dio scendi su di noi (2 volte)Vieni maestro degli umili, speranza dei poveri, ristoro dei sofferenti.

Vieni Spirito di sapienza: donaci la luce

per scegliere le vie della riconciliazione e della pace.

Tutti: Spirito di Dio scendi su di noi (2 volte)L. Rivestici di te ed esaudiscici, affinché secondo l’abbondanza della tuamisericordia, piaccia la nostra piccolezza alla tua grandezza, La nostra debolezza allatua forza.

Tutti: Spirito di Dio scendi su di noi (2 volte)

Prima della proclamazione della Parola, viene ora acceso il cero e aperta la bibbia.

La proclamazione del Vangelo avverrà in modo dialogato. Le parole del cieco sarannopronunciate da tutti noi.

Tutti: Apri o Signore, i nostri occhi alla tua luce.

Cel.: Signore, tu che per noi sei sole senza tramonto, fa’ che la tua Parola risuoni sempre tranoi, sia luce vera a nostri passi, gioia e pace ai nostri cuori. Fa’ che illuminati dal tuo Spiritol’accogliamo con fede viva per scorgere nel buio delle vicende umane i segni della tua

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Page 34: Libretto di campo voglio coraggio

presenza.

Tutti: Apri o Signore, i nostri occhi alla tua luce.

Canto: Il Signore è la luce vince la notte.

GLORIA, GLORIA CANTIAMO AL SIGNORE.

GLORIA, GLORIA CANTIAMO AL SIGNORE.

Cel. Il Signore sia con voi

Tutti: E con il tuo Spirito

Cel. Dal Vangelo secondo Giovanni (9, 1-43)

Tutti: Gloria a te Signore

L1=Cronista; G=Gesù; L2=Altri personaggi; L3=Genitori Tutti=Cieco

L1. Gesù, passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lointerrogarono:

L.2: RabbG, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco? L.1 Rispose Gesù:

G Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è cosG perché si manifestassero in luile opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché ègiorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo,sono la luce del mondo

L1. Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi delcieco e gli disse:

G “Va’ a lavarti nella piscina di Siloe”

L.1 (che significa Inviato). Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano:

L.2 “Non è egli quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?”.

L.1 Alcuni dicevano:

L.2 “È lui”;

L.1 altri dicevano:

L.2 “No, ma gli assomiglia”.

L.1 Ed egli diceva:

Tutti “Sono io! ”.

L1 Allora gli chiesero:

L2 “Come dunque ti furono aperti gli occhi? ”.

L1 Egli rispose:

Tutti “Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi emi ha detto: Va’ a Siloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, hoacquistato la vista”.

L1 Gli dissero:

L2 “Dov’è questo tale? ”.

L1 Rispose:

Tutti “Non lo so”.

L1 Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato ilgiorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei

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dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: Tutti “Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo”.

L1 Allora alcuni dei farisei dicevano:

L2 “Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato”.

L1 Altri dicevano:

L2 “Come può un peccatore compiere tali prodigi? ”.

L1 E c’era dissenso tra di loro. Allora dissero di nuovo al cieco:

L2 “Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi? ”.

L1 Egli rispose:

Tutti “È un profeta! ”.

L1 Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato lavista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E liinterrogarono: L2 “È questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede? ”.

L1 I genitori risposero:

L3 “Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda,non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l’età,parlerà lui di se stesso”. L1 Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudeiavevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulsodalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: “Ha l’età, chiedetelo a lui! ”. Allorachiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero:

L2 “Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore”.

L1 Quegli rispose:

Tutti “Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo”. L1 Allora gli dissero di nuovo:

L2 “Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi? ”.

L1 Rispose loro:

Tutti “Ve l’ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli? ”.

L1 Allora lo insultarono e gli dissero:

L2 “Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia”.

L1 Rispose loro quell’uomo:

Tutti “Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se unoè timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non s’è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla”.

L1 Gli replicarono:

L2 “Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi? ”.

L1 E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse:

G “Tu credi nel Figlio dell’uomo?”.

L1 Egli rispose:

Tutti “E chi è, Signore, perché io creda in lui?”.

L1 Gli disse Gesù:

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Page 36: Libretto di campo voglio coraggio

G “Tu l’hai visto: colui che parla con te è proprio lui”.

L1 Ed egli disse:

Tutti “Io credo, Signore! ”.

L1 E gli si prostrò innanzi. Gesù allora disse:

G “Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi”.

L1 Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero:

L2 “Siamo forse ciechi anche noi? ”.

L1 Gesù rispose loro:

G “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane”.

Parola del SignorePausa di silenzio Breve omeliaMentre reciteremo il salmo, viene ora portata una brocca d’acqua ed un catino. L’acqua sarà versata nel catino, e sarà poi benedetta; essa ci ricorderà il nostro battesimo.Come il cieco anche noi siamo invitati a lavarci. Perciò, dopo le confessioni, ognuno di noi si laverà gli occhi con quest’acqua. L1 Dio fa cose grandi e incomprensibili, meraviglie senza numero, dà la pioggia alla terra e manda le acque sulle campagne (Gb 5,9-10)TUTTI Dalle tue alte dimore irrighi i monti, con il frutto delle tuo opere sazi la terra.L2 Fai crescere il fieno per gli armenti e l’erba al servizio dell’uomo, perché tragga alimento dalla terra (Sal 104,13-14)

TUTTI Tu visiti la terra e la disseti: la ricolmi delle sue ricchezze. Il fiume di Dio è gonfio di acque;

tu fai crescere il frumento per gli uomini.L1 Così prepari la terra: ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.TUTTI Coroni l’anno con i tuoi benefici,

al tuo passaggio stilla l’abbondanza.L2 Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza.TUTTI I prati si coprono di greggi,

le valli si ammantano di grano;tutto canta e grida di gioia

Canto Benedizione dell’acqua

Cel.: Signore onnipotente, ascolta la preghiera del tuo popolo: Tu che in Gesù hai saputo attendere la Samaritana al pozzo ed offrirle la tua acqua vivache disseta per l’eternità; tu che in Gesù hai lavato gli occhi del cieco donandogli la luce della fede,(immerge la mano nell’acqua)ravviva in noi Signore, nel segno dell’acqua benedetta, il ricordo del nostro Battesimo.Come hai sciolto dalle bende della morte Lazzaro, cosG liberaci dai nostri peccati e donaci il tuo perdono.Per Cristo nostro Signore.

TUTTI: Amen

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Cel.: Ora fratelli, riconosciamo i nostri peccati davanti a Dio, e chiediamogli perdonodicendo…

Tutti: Confesso a Dio onnipotente…

Come sottolineato prima, dopo l’assoluzione siamo invitati a venirci a lavare gli occhi.Durante questo tempo, pregheremo e canteremo assieme, e ci saranno anche momenti disilenzio per la riflessione personale. CONFESSIONI INDIVIDUALI ESAME DI COSCIENZA 1) Prossimo: Desidero il bene di coloro che sono accanto a me al di là delle loro opinioni,diversità e posizioni? Sono solidale con i deboli? Sono paziente, benevolo, mite e portatore dipace? So perdonare? Sono uno che serve o che attende di essere servito? Una parte del miotempo è donato gratuitamente al piccolo, all’umile? Nel mio piccolo lotto contro ogni forma diingiustizia sociale? Nutro sospetti nei confronti del mio prossimo, invece di scusare, speraree sopportare? Mi dimentico per servire Cristo nei fratelli o vivo da egoista? Ho cura di darebuone testimonianza con le parole, atteggiamenti, silenzi?

2) Chiesa: Considero la Chiesa come corpo di Cristo e ho amore per la parrocchia, comunitàin cui vivo, sapendo che Cristo ama la Chiesa e ha donato se stesso per lei? Ho rispetto degliadulti e di coloro che mi guidano e animano la vita parrocchiale? Sono uno che divide lacomunità?

3) Vita personale: vado alla ricerca delle lodi umane? Mi ritengo un peccatore o unomigliore di tanti altri? Ho il desiderio di dominare i miei istinti? So valorizzare e apprezzaregli altri? So essere amico e aperto a tutti? Abuso o scialo i beni a me affidati? Sono convintoche il mio corpo è tempio dello Spirito Santo? So essere povero e semplice o sono distrattodai risultati dei miei lavori (soldi per chi lavora, voti per chi studia)? So resistere alle miereazioni con il silenzio esteriore e interiore? Sono geloso e in competizione con gli altri? Soche la preghiera autentica è fatta anche di fatiche? Sono ipocrita? Ho amore per la verità erispetto per chi è nel torto? Sono una persona pigra, negligente, indifferente, superficiale?Sono uno che si lamenta o uno che ricerca continuamente la pace e la gioia dellarisurrezione? So che Gesù mi giudicherà sull’amore e sull’amicizia donata? Ho fede nellarisurrezione dei morti e nel suo perdono? Facci tornare a te, Signore, e noi ritorneremo! Facci tornare a te, Signore, e noi ritorneremo! O Dio, grazie al quale distinguiamo il bene dal male, grazie al quale fuggiamo il male e perseguiamo il bene:

Dal salmo 118 Beato l’uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore. Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore. Come potrà un giovane tenere pura la sua vita? Custodendo le tue parole. Con tutto il cuore ti cerco: non farmi deviare dai tuoi precettiSii buono con il tuo servo e avrò vita, custodirò la tua parola. Aprimi gli occhi perché io veda

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Le meraviglie della tua legge. Io sono prostrato nella polvere; dammi vita secondo la tua parola. Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto; insegnami i tuoi voleri. La mia sorte, ho detto, Signore È custodire le tue parole. Con tutto il cuore ti ho supplicato, fammi grazia secondo la tua promessa. Hai fatto il bene al tuo servo, Signore, secondo la tua parola. Insegnami il senno e la saggezza, perché ho fiducia nei tuoi comandamenti. Mi consumo nell’attesa della tua salvezza, spero nella tua parola. Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa, mentre dico: “Quando mi darai conforto?” La tua parola, Signore, è stabile come il cielo. La tua fedeltà dura per ogni generazione; hai fondato la terra ed essa è salda.

Canto

Dopo le confessioni:

Cel.: O Dio, nostro Padre, tu hai mandato il tuo unico figlio, Gesù il nostro Signore, perchéassumesse la nostra natura umana e condividesse con noi tutto eccetto il peccato. Egli ci hailiberati dal peccato e dalla morte e ha aperto per noi le porte del tuo Regno.

Padre buono, concedi a noi tuoi fedeli, che ci siamo riconciliati con te, la tua misericordia.Accetta il nostro grazie. Vogliamo benedire oggi e per sempre il tuo nome con le parole chetuo Figlio Gesù ci ha lasciato:

Padre nostro che sei nei cieli…

Scambio della pace:

Cel.: Signore Gesù Cristo che hai detto ai tuoi apostoli:

TUTTI: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato”

Cel.: Perdona le nostre divisioni e dona alla tua Chiesa unità e pace. Tu che vivi e regni neisecoli dei secoli.

Tutti: Amen.

Cel.: Scambiamoci ora un segno di pace.

Conclusione

Cel.: Il Signore sia con voi.

Tutti: E con il tuo spirito.

Cel.: O Dio, Padre misericordioso, che conosci i pensieri e vedi i segreti dei cuori, concedici di

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vivere alla tua presenza, resi figli nel tuo Figlio Gesù, purificati nell’intimo e rinnovatinell’amore e nella fedeltà alla tua Parola. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

Cel.: E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo scenda su di voi e con voi rimanga sempre.

Tutti: Amen.

Cel.: Il Signore vi ha perdonato. Andate in pace e camminate sulla via dei suoi comandamenti.

Tutti: Rendiamo grazie a Dio.

Canto

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O T T A V OO T T A V O G I O R N O G I O R N O : : S a b a t oS a b a t o 2 42 4 A g o s t o 2 0 1 3 A g o s t o 2 0 1 3

Tema: Coraggio... Si rientra a casa...

Frase del giorno:

Ciao Ragazzi,

ci piacerebbe dirvi tante cose ancora, ci piacerebbe trascorrere ancora tanti giorni

insieme ma, è arrivato il momento di riprendere le nostre normali e stupefacenti

attività quotidiane.

Ogni momento della nostra vita è un momento unico per cui viviamolo pienamente; non

corriamo il rischio di sprecarlo, non facciamoci intrappolare dal pensiero di altri

inseguendo risultati che non sono i nostri; non lasciamo che il rumore delle opinioni

altrui offuschi i nostri pensieri, la nostra mente, la nostra voce interiore. Cerchiamo

invece di trovare il coraggio di Faticare, di Servire , di Ammirare, di Perdonare, di

Amare e soprattutto di seguire il nostro cuore. Troviamo il coraggio di trasformare la

nostra vita in una vita Straordinaria.

Don FrancescoAgneseAlda

AngeloGreta

VincenzoVincenzo

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“Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di Sognare e dicorrere il rischio di vivere i propri sogni...”

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Ora tocca a Te...

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Ora tocca a Te...

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Ora tocca a Te...

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