LIBESKIND E IL VOLO DEGLI UCCELLI - leconversazioni.it · Daniel Libeskind è nato a Lódz nel...

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Intervista Larga Domande brevi, risposte no LIBESKIND E IL VOLO DEGLI UCCELLI di Francesco Pacifice), i lustrazione di Giacomo Gambineri (f/'ÀU ''6. Daniel Libeskind Nato a fcódz, in Polonia, il 12 maggio 1946, è cittadino americano dal 1964. Prima di dedicarsi ali'architettura è stato un virtuoso della fisarmonica. Ha appena inaugurato a Milano, davanti alla Pinacoteca Ambrosiana, Leonardo Icon, scultura ispirata al genio rinascimentale. Il 6 giugno, nell'ambito della Biennale Architettura, aprirà a Venezia una sua mostra di disegn:.: Sonnets in Babylon. L'archi-star dei grattacieli curvi (e di molto altro) spiega come nascono i suoi progetti a Singapore e altrove: «Devi fluttuare unpo' in mezzo al cielo per vedere davvero qual è lo spirito di una città» Daniel Libeskind è nato a Lódz nel 1946: i genitori, ebrei polacchi, sopravvissero all'O- locausto. Come archistar, fa parte dell'im- maginario contemporaneo grazie al Museo ebraico di Berlino e il progetto del rinnova- to World Trade Center, che poi però nei fat- ti ha conservato, del progetto di Libeskind, solamente l'idea simbolica di fare una tor- re di 1.776 piedi, a ricordare l'anno della Di- chiarazione d'indipendenza. La torre in via di completamento sopra Ground Zero non è lo snello grattacielo curvo progettato da Libe- skind, ma qualcosa di più standard e più cor- poso, per aumentare la metratura. So che ne avrei dovuto parlare in questa intervista, ma a fronte di questi drammatici confronti con il passato recente e meno recente di Undici set- tembre e Olocausto (i due temi forti dei due primi libri di Jonathan Safran Foer, mi viene da dire), ciò di cui voglio parlare nei venti mi- nuti concessi su Skype, prima che lui venga in Italia al festival Le Conversazioni di Capri, è un suo progetto di grattacieli e case basse a Singapore: un assurdo sfondo da fantascien- za, una serie di grattacieli curvi vicini tra loro come pinguini in letargo, piantati fra parco tropicale e mare. INTERVISTATORE Vorrei cominciare da Reflections at Keppel Bay (1), che ho visto quest'inverno. Stavo camminando sulle Henderson Waves ( 2 ) nel Southern Ridges e a un certo punto di colpo vedo questa cosa folle all'orizzonte sulla de- stra. E a me e alla mia fidanzata sono venute le vertigini perché sembrava, boh, una cosa di effetti speciali, Computer Generated Ima- gery. Allora abbiamo fatto un sacco di foto, 97

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Intervista LargaDomande brevi, risposte no

LIBESKINDE IL VOLODEGLI UCCELLIdi Francesco Pacifice),i lustrazione di Giacomo Gambineri

(f/'ÀU ''6.

Daniel LibeskindNato a fcódz, inPolonia, il 12 maggio1946, è cittadinoamericano dal 1964.Prima di dedicarsiali'architetturaè stato un virtuosodella fisarmonica.Ha appena inauguratoa Milano, davanti allaPinacoteca Ambrosiana,Leonardo Icon, sculturaispirata al geniorinascimentale. Il6 giugno, nell'ambitodella BiennaleArchitettura, apriràa Venezia una suamostra di disegn:.:Sonnets in Babylon.

L'archi-star deigrattacieli curvi (e dimolto altro) spiega comenascono i suoi progettia Singapore e altrove:«Devi fluttuare un po'in mezzo al cielo pervedere davvero qual è lospirito di una città»

Daniel Libeskind è nato a Lódz nel 1946: igenitori, ebrei polacchi, sopravvissero all'O-locausto. Come archistar, fa parte dell'im-maginario contemporaneo grazie al Museoebraico di Berlino e il progetto del rinnova-to World Trade Center, che poi però nei fat-ti ha conservato, del progetto di Libeskind,solamente l'idea simbolica di fare una tor-re di 1.776 piedi, a ricordare l'anno della Di-chiarazione d'indipendenza. La torre in viadi completamento sopra Ground Zero non èlo snello grattacielo curvo progettato da Libe-skind, ma qualcosa di più standard e più cor-poso, per aumentare la metratura. So che neavrei dovuto parlare in questa intervista, maa fronte di questi drammatici confronti con ilpassato recente e meno recente di Undici set-tembre e Olocausto (i due temi forti dei dueprimi libri di Jonathan Safran Foer, mi vieneda dire), ciò di cui voglio parlare nei venti mi-nuti concessi su Skype, prima che lui vengain Italia al festival Le Conversazioni di Capri,è un suo progetto di grattacieli e case basse aSingapore: un assurdo sfondo da fantascien-za, una serie di grattacieli curvi vicini tra lorocome pinguini in letargo, piantati fra parcotropicale e mare.

INTERVISTATOREVorrei cominciare da Reflections at KeppelBay (1), che ho visto quest'inverno. Stavocamminando sulle Henderson Waves ( 2 ) nelSouthern Ridges e a un certo punto di colpovedo questa cosa folle all'orizzonte sulla de-stra. E a me e alla mia fidanzata sono venutele vertigini perché sembrava, boh, una cosadi effetti speciali, Computer Generated Ima-gery. Allora abbiamo fatto un sacco di foto,

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Intervista Larga

1. Reflections on Keppel Bay

È un complesso residenziale da oltre mille

unità abitative completato a Singapore nel

2011 su progetto di Daniel Libeskind: sei

torri di vetro con vista sul Mount Faber.

2. Henderson Waves

È un ponte pedonale di forma ondulata sospeso

a un'altezza dì 274 metri che connette il

Mount Faber Park al Telok Blangah Hill Park.

Fa parte dei percorsi che collegano i parchi

nella zona Sud di Singapore: Southern Ridges.

Note

3. Le Conversazioni

Festival ideato nel 2006 da Davide Azzolini e

Antonio Monda: incontri con gli intellettuali

della nostra epoca, quest'anno sul tema

Corruzione e Purezza. Tradizionalmente a

Capri, da qualche anno anche a New York e dal

17 al 19 giugno per la prima volta a Roma. Dal

27 giugno al 6 luglio tornerà nella consueta

cornice della terrazza di Punta Tragara, a

Capri. Il giorno di Libeskind sarà il 29

giugno.

di video, avevamo le vertigini perché il pontepedonale era altissimo. Insomma, vorrei par-lare un po' di che cos'è una città, dell'utopia,e volevo cominciare da qui perché Singapo-re è una città impressionante. Insomma, qualera il progetto, qual era il suo obiettivo?

LIBESKINDII progetto... Be', Singapore è una piccola cit-tà Stato in via di sviluppo e le case costanomolto, per cui ho pensato a questa cosa: co-me si può dare unicità a ogni persona che vi-vrà qui? E poi ho inventato una cosa che nonè mai stata fatta e che forse non sarà mai ri-petuta, ossia delle torri, dei grattacieli, chesono doppiamente curvi: non sono curvi suun lato solo, è l'intero spazio a essere curvo,doppiamente curvo, il che significa che tutticoloro che vivono in quelle torri hanno unaposizione diversa nello spazio, letteralmente,sembra una specie di mondo galleggiante, in-fatti hai detto che ti è sembrato di sognare. Esono anche riuscito a fare dei palazzi più bas-si ad alta densità e ho potuto lasciare liberomolto spazio, sai, per farci un'area pedonale,per le strutture ricreative, per gli spazi verdi.La sfida è stata come costruire palazzi ad al-ta densità. In un certo senso è una soluzionedel tutto unica, e ovviamente, visto che è unazona tropicale, ci sono i giardini in cima alletorri, i giardini e i ponti e le strutture ricreati-ve, e molto spazio. E comunque, in una cittàin cui ci sono molti grandi artisti dell'archi-tettura, è diventato il progetto immobiliarepiù redditizio.E poi la gente ama abitare spazi nuovi, sco-prire nuove idee, come sarà la città del futuro.

INTERVISTATORECerto, soprattutto a Singapore. Durante ilviaggio, leggevo che lì hanno una tradizionedi caseggiati popolari, che è stata la base del-la loro ricostruzione postcoloniale a partiredagli anni Sessanta. Quindi ora stanno cer-cando di ritornare a sviluppare edifici ad al-ta densità in onore di quella tradizione. Sem-bra una cosa che gli piace molto. Crede sia unmodello esportabile? Non so, noi romani po-tremmo mai adattarci a quelle forme? O c'en-tra con la storia di un Paese?

LIBESKINDCredo che si bilancino fattori diversi. Credo

che non puoi fare un progetto senza farlo de-rivare dalla città, dal posto in cui sei. Ma ilposto, come per esempio Roma, è qualcosadi molto sorprendente, non è una cosa uni-voca, con un contesto visibile scontato, ov-vio: devi immergere il cervello nella terra, inprofondità, e devi pure, sai, fluttuare un po'in mezzo al cielo per vedere davvero qual èlo spirito di una città. Non è solo ciò che èvisibile, ma anche ciò che è invisibile, nonè solo ciò che è udibile ma anche ciò che levoci sussurranti degli uccelli dicono. E de-vi osservare il volo degli uccelli da vicino, icieli, per vedere com'è veramente il posto incui devi costruire. Credo che ogni luogo me-riti di farsi reinventare, perché viviamo inun'epoca in cui le nazioni cadono a pezzi,ora sono le città a competere per la creativi-tà, l'economia, il benessere: sono gli enormimagneti del futuro.

INTERVISTATOREPensando ai singaporiani, si vede l'impattodell'ambiente tropicale, combinato alla sto-ria di alta densità abitativa. L'effetto che han-no sulle torri costruite nel nuovo millennio èincredibile. Vedi alberi su balconi e passerel-le a piani altissimi: concetti che noi non ab-biamo. Per noi, in cima, i grattacieli devonoessere una cosa chiusa, ermetica.

LIBESKINDCerto, ma Singapore ha una latitudine mol-to particolare, un clima molto particolare.Secondo me ciò che rende unica Singapore,e il mio progetto Reflections on Keppel Bay,è che i costruttori hanno accettato di correreun rischio: nessuno ha mai costruito un grat-tacielo doppiamente curvo, e la gente ha det-to: «Ma siete matti? Non è una torre come lealtre». Ma credo che senza il rischio non puoiinventare qualcosa di nuovo.

INTERVISTATOREPuò farmi capire cosa significa «grattacielidoppiamente curvi»?

LIBESKINDSignifica che la torre non è una torre verticale.Significa che ogni appartamento e ogni pianonon è precisamente sopra o sotto un altro, maè spostato completamente, a formare pianosu piano un pezzo di vegetazione tropicale

che si spinge verso il cielo in maniere diverse.

INTERVISTATOREQuindi, per dire, condiziona tutto pure il mo-do in cui si fanno le rampe di scale?

LIBESKINDSì. Le scale in effetti sono integrate in manie-ra molto molto razionale, in modo che l'infra-stnittura e tutti gli elementi siano realmentemeccanici, come una macchina, a un angologiusto con la terra, ma l'intero volume di ognipalazzo si esprime in questa curvatura, chenon è una decorazione, non è solo una cosache ha un bell'aspetto vista da un certo puntodi osservazione. È interna, è nello spazio ef-fettivamente vissuto. Non so se hai visitato leunità abitative...

INTERVISTATORENo, sono stato solo nella foresta, e c'era la tuaroba sulla destra, e invece dal lato sinistro delponte pedonale si vedevano i vecchi caseg-giati colorati tutti dì colori diversi.

LIBESKIND

Giusto.

INTERVISTATOREUna visione pazzesca. Comunque. Quest'e-state va a Capri al festival di Antonio Monda(3) a parlare di Purezza e Corruzione, chemi pare un buon argomento per l'architet-tura: dov'è l'architettura e che posta in gio-co morale si da con un progetto grande comeReflections, in una città controversa comeSingapore?

LIBESKINDBe', sai, devi cercare dentro la tua anima eguardare con i tuoi occhi e cercare di fare unprogetto veramente integrato. Reflectionsnon è qualcosa di esterno, non è un falso, nonsi limita a presentare un'immagine o un'ico-na: evolve in qualcosa che ha a che fare conle idee pure e la poesia. E ovviamente deviaffrontare, nel lavoro, tutte le complessità, icosti, i permessi, e in qualche modo devi su-perare tutto questo per portare la tua idea inun mondo che è nel XXI secolo.

INTERVISTATORESe capisco bene, sta dicendo che la purezza

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Intervista Larga

4. World Trade CenterNel 2003, lo studio di Daniel Libeskind vinseil concorso per il masterplan del complessodel nuovo World Trade Center. Ad oggi, dopoanni di ritardi e modifiche, sono statirealizzati i grattacieli 1 (l'One World TradeCenter, conosciuto precedentemente comeFreedom Tower) e 4; il Memoriale e il Museodell'11 settembre.

5. Jùdisches Museum BerlinUltimato nel 1999, è stato inaugurato nel

ha a che fare con un'idea di spazio, e pensoa Keppel Bay, che non è solo una superficie.

LIBESKINDSì, hai ragione. La purezza può implicare unacerta innocenza, una certa ingenuità: non lesi addice il cinismo, l'essere sardonici, scetti-ci, come stanchi esperti della professione: laquestione è fare una cosa innocente. Ovvia-mente all'inizio quando presentai il progettoil cliente disse no, è impossibile, costa trop-po: è una storia molto interessante, dovevoovviamente considerare i problemi ingegne-ristici, dovevo cambiare il progetto e rende-re le torri a curvatura singola invece che dop-pia, ma poi le autorità di Singapore dissero:«No, no, daremo il permesso per le torri adoppia curvatura: ci piace la forma». Poi al-lora ovviamente thè developers dissero: «Macerto, anche noi vogliamo fare le torri a dop-pia curvatura, ci daranno molto più terreno»,insomma la verità è che a volte fare le coseche ami e che ritieni vere ti fa convincere gliscettici e la gente, che alla fine si innamoradei progetti.

INTERVISTATOREDiventa più facile, via via che aumenta l'e-sperienza, affrontare queste incertezze, o ri-mane una parte spaventosa del lavoro?

LIBESKINDNon lo diventa mai, anzi peggiora, perchédevi sempre liberarti la testa da tutte le coseche ti ci hanno ficcato dentro l'istruzione, ilsenso comune, la storia, la propaganda. Devisvuotare la testa completamente, e poi pro-vare ancora una volta a pensare come un no-vizio, perché gli esperti sono quelli che fic-cano a forza le solite idee nelle cose. L'ideadi fondo è che ogni progetto si merita unosguardo fresco. E uno sguardo fresco portasempre polemiche. I clienti dicono: «Sei mi-ca pazzo? Non puoi fare una cosa del gene-re»... Anche il pubblico, a opera completa-ta, viene e dice: «Chi ci vorrà mai andare avivere?». Ma poi si vede che il successo, an-che quello economico, oltre a quello estetico,viene esattamente dall'aver superato i limitidi quanto fatto prima.

INTERVISTATOREA proposito del liberarsi la testa, pensavo che

Note

2001. Raccoglie in un edificio spezzato,a forma di fulmine (o di stella di Davidedestrutturata) due millenni di storia ebraicain Germania. L'idea di partenza di Libeskindera di costruire uno spazio intorno a duelinee: una frammentata, l'altra tortuosa macontinua, simboli di dolore e di speranza, ditradizione e di futuro.

6. Zhang Zhidong And Modern Industriai MuseumII museo è dedicato alla storia dello sviluppoeconomico della città cinese di Wuhan: ruota

sul fronte occidentale lei è famoso per museie monumenti, dal World Trade Center ( 4 ) alMuseo ebraico a Berlino ( 5 ) : insomma lì de-ve affrontare il peso del passato, la storia del-la sua famiglia...

LIBESKINDSì...

INTERVISTATOREE invece in Oriente deve affrontare una cosacompletamente diversa: pensare da zero, pernazioni tutte rivolte al futuro.

LIBESKINDNon sono d'accordo. Secondo me l'Orienteha altrettanta storia, e una memoria spessodimenticata o repressa, ma presente, tantaquanta ne ha l'Occidente. Sto costruendo unmuseo in Cina, a Wuhan ( 6 ) : è il primo mu-seo privato della storia cinese.

INTERVISTATORECome si fa a cambiare atteggiamento da unprogetto all'altro?

LIBESKINDIn ogni progetto, in Asia o altrove, in Europao Sudamerica, dovunque costruisco, vedraiche c'è qualcosa nel posto, nella storia, nellaterra, nel cielo, che è unico, e credo che nonesista una formula, va scoperto caso per caso,ogni volta è come la prima.

INTERVISTATOREQuindi non sente le diverse velocità a cuivanno i diversi continenti in cui lavora: nonsente un cambio di marcia passando da unoall'altro?

LIBESKINDBe', sì, vanno a marce diverse. L'Asia si stasviluppando molto rapidamente dopo annidi colonizzazione e sfruttamento. Voglio di-re, nel VI e VII secolo, per dire, l'India e la Ci-na erano Paesi ricchi, l'Europa era un poveropiccolo continente, l'America era selvaggia,quindi le economie cambiano di continuo lanostra concezione del mondo, ma credo chedobbiamo pensare al mondo come a una cosasola, intera, e dobbiamo pensare al divario fraricchi e poveri, fra Nord e Sud, per occupar-ci di questo genere di ineguaglianza e a come

intorno all'industria dell'acciaio che venneimpiantata qui nel XIX secolo grazie allepolitiche di Zhang Zhidong, che fu anche ilresponsabile del piano regolatore della città.

dare a ogni persona la possibilità di avere unposto decente, ma non solo decente, un postobello in cui vivere.

INTERVISTATOREAl momento, nel mondo dell'architettura,quanto si riflette sulle abitazioni per stratisociali a basso reddito?

LIBESKINDZero, assolutamente nulla. Ho intrapresoprogetti per redditi bassi di cui al momen-to non posso parlare, e non solo il tema so-no i redditi bassi ma la ricerca del più bassoprezzo per metro quadro al mondo combina-ta con il tentativo di creare abitazioni belle edignitose. Certamente non è stato fatto abba-stanza. È chiaro che il lusso ha un suo postospeciale nell'architettura, ma dobbiamo pen-sare pure alle necessità della grande maggio-ranza delle persone. Quando lavoriamo inBrasile, in India o in Cina o nelle Filippine,in Corea, dobbiamo pensare a una popolazio-ne in crescita, dobbiamo chiederci come pos-siamo creare città che siano belle e non so-lo incubi ad alta densità, non solo una massadi persone che vivono come api o formiche,è un ambiente orribile che non è più umano.Ma come facciamo a dare alla gente spazio,creatività, come dare alla giovinezza una cor-nice in cui un ragazzo possa trovare ispirazio-ne per crescere. È la sfida del XXI secolo.

INTERVISTATORESarà una questione prevalentemente urbana,vero?

LIBESKINDCertamente. Non c'è dubbio che la popola-zione mondiale stia spostandosi rapidamen-te verso la città, e la sfida è proprio questa.Come facciamo... specie con le città storiche:diventeranno città museo del passato? O sa-ranno ancora in grado di avere il ruolo creati-vo avuto in passato? Per le nuove città, il fattointeressante, per esempio in Cina, è che ci so-no centinaia e centinaia di città da tre milionidi abitanti in cui non vuole abitare nessuno.Tutti vogliono andare a Shangai, Pechino, ecosì via. Come si fa a tenere le persone in unacittà: come si fa a trasformare certe città inveri luoghi in cui sentirsi a casa e non in qual-cosa di astratto? •

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