liberUscita Apriel 2011 edizione cartacea

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Edizione straordinaria Aprile 2011 di liberUscita con intervista alla Protezione civile di San Vito Romano.

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Probabilmente questa è ladomanda che ti stai facendoimpugnando questo foglio. Rispondere, però, significa erger-si a portavoce della redazionetutta espondendo un messaggiocondiviso, oppure una decisionepresa, cosa che, purtroppo, non èpossibile. Perciò, citando il cele-bre Quelo, si può affermare chela domanda è mal posta.. Forse tuvolevi chiedere: perché questonumero targato liberUscita? Ecco,ora rispondere è molto piùfacile… Perché la redazione sanvitese si èsentita in dovere di dare voce achi con impegno aveva scrittodegli articoli per il numero diMarzo dell’Empolitan, a chi ciaveva contattato cercando unarisposta ai suoi quesiti, a chi siera impegnato al fine di promuo-vere le brillanti menti degli alun-ni delle scuole medie sanvitesi.Questo è il motivo principale. Ilsecondo, altrettanto importanteè il rispetto verso i lettori che inquesti anni ci hanno seguito, cihanno letto, ci hanno fermato perstrada per commentare dal vivoqualche pezzo oppure semplice-mente hanno sfogliato le nostrepagine grigie, incuriositi da ungiornale che voleva essere il por-tavoce del nostro territorio.Queste le ragioni, questa l’unicaverità. Non è possibile fare previsioni sulfuturo, prossimo o remoto che

sia, riguardo le sorti del’Empolitan o la nascita di altrieventuali giornali, questo foglioperciò non è né l’inizio né la finedi un qualcosa. E’ una parentesi,un segno di vitalità, un’esca versochiunque si senta di poter offrireun contributo al fine di man-tenere viva un’informazione neu-trale nel nostro piccolo comune. Chiunque voglia contattarci puòfarlo, oltre che di persona,scrivendo una mail all’[email protected].

la redazione sanvitese

N.B. Gli articoli qui pubblicati sonostati scritti intorno alla fine diMarzo.

Anno 1 numero 0 in attesa di registrazione DISTRIBUZIONE GRATUITAA

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http://vollica.forumfree.it

Vollica: sorgente di idee

Questo è il nome dello spaziovirtuale nato sul web conl’ambiziosa idea di rappre-sentare una piazza, un puntodi incontro per i sanvitesiinternauti. Abbastanzagrande da raccogliere le ideee le voci di tutti, abbastanzafuori dal tempo da attendereanche chi, causa lavoro ovoglia, partecipa poco allavita sociale del paese, abba-stanza libera da trattare lapolitica con l’occhio criticodel cittadino, piuttosto checon quello del partito diturno. La Vollica perciò vuole esserela fucina delle nuove ideesanvitesi, crocevia di mentidiverse che pensano, ragio-nano e discutono solo esoltanto del nostro paese,dall’arte alla cultura, dallapolitica ai rapporti con laP.A., dal dialetto allatradizione culinaria, conun’unica regola: la civiltà!

Perché non è

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Pagina 2 - liberUscita - Aprile 2011 San Vito e Dintorni

In che modo sintetizzereste quantoaccaduto nell’ultimo mese relativa-mente agli smottamenti che hannointeressato San Vito Romano? È possi-bile fare un bilancio dei danni? Quantesono le famiglie che hanno dovutoabbandonare la loro abitazione?La stazione pluviometrica installatasopra la nostra sede, ha registrato nelcorso del mese di Marzo una quantitàdi pioggia precipitata pari a 322 mmcomplessivi, 212 dei quali solo nell’ar-co di tempo compreso tra il 16 e il 17Marzo, una quantità nettamente supe-riore alla media registrata nel corsodegli anni passati nello stesso lassotemporale sul territorio nazionale.Tale evenienza, come si può facil-mente intuire e vedere, ha scatenatouna situazione particolarmentegravosa dal punto di vista del nostroterritorio il quale non è stato in gradodi accogliere un tale quantità d’acquain un arco di tempo così limitatoprovocando grandi frane e smotta-menti. Tali fenomeni sono dislocati invarie zone del paese e delle cam-pagne limitrofe, all’interno dell’abita-to urbano le zone maggiormente col-pite sono via Sisto Jella, portaOlevano e colle S.Paolo. Il numero difamiglie evacuate tramite ordinanzadel sindaco ammonta a circa 10nuclei. Il bilancio dei danni è difficileda effettuare, si tratta sicuramente diuna situazione che richiederàl’impiego di risorse economiche a dirpoco sostanziose, ci troviamo davantiad un territorio massacrato, dilaniato,che versa in una situazione grave. Perquanto riguarda la nostra analisi e lanostra opinione, possiamo dire cheoltre alle condizioni meteorologichedel tutto sfavorevoli, una delle causedi quanto accaduto deve essere ricer-cato della cattiva gestione emanutenzione del territorio.In che modo la Protezione Civile èstata presente?Purtroppo nel modo e nella quantità

in cui avrebbe voluto; ci siamo occu-pati della pulizia della strada dietro ilcimitero, la circonvallazione Vitellia,abbiamo lavorato per controllare lestrade e un nostro volontario staattualmente occupandosi della guidadel mezzo messo a disposizione dallaprovincia per il servizio navetta.Tornando al discorso dei purtoppo, in

tantissime occasioni la nostra associ-azione di volontari ha manifestato inmaniera ufficiale, tramite documentiinviati al comune, la propria disponi-bilità per effettuare interventi dimonitoraggio, manutenzione e pre-venzione del rischio idrogeologico nel-l’ambito del nostro territorio.Soprattutto a seguito di quantoaccaduto nel corso del 2008, la nostradisponibilità nei confronti di una col-laborazione tra P.C. e amminis-trazione comunale è stata pratica-mente totale, non siamo mai statifavorevoli ad interventi d’urgenza neicasi in cui sarebbe possibile inter-venire e soprattutto prevenire anchein funzione della conoscenza di unterritorio e dei suoi problemi, visibili enon. Purtroppo per ragioni che ci sonooscure, non abbiamo mai ricevutorisposte ma solo chiamate nei casiurgenti, quello che è accaduto recen-temente è un amaro remake di ciòche accadde nel 2008. La ProtezioneCivile ha a disposizione molti mezziche ha acquistato tramite finanzia-menti stanziati dalla regione, mezziche servono per la manutenzione delterritorio; se non ce ne fosse bisognosarebbe ragionevole tenerli fermi mavista la situazione in chi versa SanVito, è un vero peccato. A che cosa èservito il nostro impegno se non veni-amo presi in considerazione ( se nonnelle emergenze)?Ritenete che la situazione odierna siapiù grave di quella del 2008?Sicuramente sì, sia per quanto riguar-da l’estensione territoriale che la lorogravità relativa. A parte le zone col-pite dentro il paese, ce ne sono unnumero elevato nelle campagne, neiboschi, ovunque attorno all’abitatourbano, si è verificata la rottura del-l’acquedotto del Simbrivio in localitàle Cese. Anni di incuria del territoriosi stanno facendo sentire prepotente-mente, sembra una considerazionebasata sulle voci di paese ma non lo èaffatto, sapere cosa ci accade attornoè il primo passo per poter agire inmaniera intelligente, adesso chi è chese ne va a passeggio tra i boschi o con-trolla se le caditoie sulle strade sonofunzionanti? Adesso sappiamo che nonlo sono, che sono piene di foglie, chela manutenzione non esiste e non per-ché non ci siano i mezzi per farla.

Che analisi potete fare del nostro ter-ritorio?Noi siamo un’associazione di volon-tari, non possiamo fare un’analisidella zona che non faccia riferimentoa ciò che esperti del campo ci hannodetto; non si tratta di un fenomenoche cesserà senza altri danni. È unterritorio a rischio su cui per secolinon si è costruito.Quali sono le prospettive future?Investimenti, prevenzione, manuten-zione di strade e di zone rurali a ris-chio, una rete di contatti tra associ-azioni e istituzione che permetta lostudio del fenomeno non soltantoquando accadono eventi tragici comequelli appena trascorsi. Lo scenarioche abbiamo davanti è fin troppochiaro, adesso la mobilitazione èobbligatoria, sia per reperire fondi peril risanamento dei danni che per lavalutazione del rischio e la salva-guardia. A seguito di quanto accaduto laregione ha inoltrato una richiesta perl’installazione di una stazione telei-drometereologica in zona colle delleCese al fine di effettuare un monitor-aggio e una raccolta dati che, comegià detto, viene oggi già effettuatadalla Protezione Civile, la qualetramite l’associazione Bernacca èentrata in possesso di un pluviometro.Se potessimo auspicare una collabo-razione tra regione e amministrazionecomunale/ associazioni, la presenzadi due strumenti come quelli sopracitati assumerebbe maggior significa-to e produrrebbe risultati assai utili aifini di studio e di risoluzione problemi.Inoltre come già evidenziato, l’ele-mento cooperazione risulta di fonda-mentale importanza anche nella ges-tione economica degli interventi, ciòche in condizioni di normalità puòessere realizzato con associazioni divolontariato e con costi modici, nel-l’emergenza va realizzato con costimaggiori e tempi brevi dunque conl’impiego di maggiori risorse.

Roberta Proietti,Claudio Ruggeri

Incontro con la Protezione Civile sanviteseCommento a caldo post alluvione del 16-17 Marzo con Roberto Quaresima e Daniele Ronzani

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San Vito e Dintorni Pagina 3 - liberUscita - Aprile 2011

Lettera per la RedazioneMi presento, sono Maccaroni Vito Presidente dell’Associazione Culturale San Vito Arte.Vorremmo qualche delucidazione in merito all’articolo dell’ultima edizione (febbraio 2011 ndr) del Vostro giornaleL’Empolitan. Dall’analisi dell’articolo suddetto riguardante le attività culturali che vengono svolte a San Vito Romanoabbiamo letto, con nostro immenso dispiacere che il nostro paese non ha una tradizione carnevalesca e che manca diiniziative culturali in genere. Sono due anni che a San Vito Romano viene organizzato il Carnevale con il patrocinio delComune di San Vito Romano. A queste manifestazioni hanno partecipato la banda Cav. Luigi Paolacci, il gruppo dellemajorettes di San Vito Romano; sono stati realizzati carri allegorici di un certo livello con ampia partecipazione di grup-pi mascherati con immenso sacrificio di tempo ed economico. Ma…..ve ne siete accorti?Forse ricordate il concerto dei Nomadi avvenuto a San Vito Romano nell’agosto 2004. Non è stato mai organizzato unevento di questa portata nel nostro paese. Durante quel concerto inserito nella scaletta nazionale del gruppo eranopresenti circa 4.000 paganti e molti fans club provenienti da tutte le parti d’Italia. L’evento era stato organizzato ascopo benefico. L’evento è stato ripetuto nello scorso Luglio. Cosa dobbiamo fare per poter essere minimamente presiin considerazione dal Vostro giornale? Cosa aspettavate i Rolling Stones o i Pink Floyd?In conclusione vorremmo farmi notare che a San Vito Romano sono state organizzate due mostre di pittura a livelloINTERNAZIONALE appoggiato dall’Associazione Cento e Più Artisti Uniti per il Mondo” alle quali hanno partecipato arti-sti di livello mondiale. Anche in questo il Vostro giornale ha scritto soltanto poche righe al riguardo.

Prima di entrare nel merito della let-tera e delle delucidazioni richiestevorrei premettere che mi fa estrema-mente piacere scrivere questa rispos-ta perché ci dà l’opportunità di ampli-are il discorso, trasformandolo daragionamento personale ad un qual-cosa di ampio respiro. Ricevere ques-ta lettera significa quindi che, nelbene o nel male, ho colpito nel segno,stimolando le persone a cui sta acuore la sorte del paese.Detto ciò, vorrei chiarire l’equivocosul Carnevale, generato forse da unacattiva interpretazione, oppure dauna mala esposizione del sottoscritto.L’organizzazione del Carnevale san-vitese, negli ultimi due anni, ha difatto colmato un vuoto che si protrae-va da molto tempo ed è perciòapprezzata ed incoraggiata, ma unevento così giovane, a mio modestoparere, non può essere ancora consid-erato “tradizione”. La continuità neltempo, che mi auspico, trasformeràquesta iniziava da evento singolo, inappuntamento ricorrente, in puntofermo di questo periodo, in tradizioneappunto. Pertanto, con il rimarcarel’assenza di questa consuetudine nonvolevo sminuire lo sforzo fatto inquesti due anni, oppure ignorarequesta manifestazione, ma soltantosottolineare l’assenza di un qualcosadi storico, di univocamente legato alnostro patrimonio culturale. Tuttoqui. Nella stessa ottica vanno quindiinquadrati i miei giudizi sulle altreattività, nessuna delle quali richiamanelle menti di un ipotetico parteci-pante, il nome di San Vito Romano.Non nascondo che scrivendo questeparole sull’assenza di tradizioni miviene in mente l’esempio più ecla-tante tra i tanti: la Sagra di Pizza gial-la e Broccolitti. Vero marchio san-vitese, culinariamente legato alla nos-tra storia, ed ora, a causa proprio deimotivi elencati nella mia lettera aper-

ta, dimenticata ed abbandonata. Riguardo gli altri eventi citati, invece,il discorso è, a mio parere, diverso,data che diversa è la domanda che sipone. Perché l’Empolitan non si èaccorto di essi? Beh, sostanzialmenteperché essi non si sono accortidell’Empolitan. Una delle parti fondamentali dell’or-ganizzazione di un evento è la pub-blicità, senza la quale difficilmente siavrà il giusto richiamo di pubblico. Levie che si possono percorrere a questoscopo sono diverse: annunci radiofoni-ci, manifesti, locandine in giro per ilocali, articoli su testate giornalis-tiche locali e non, pubblicità su inter-net. Ogni organizzatore sceglie il gius-to mix tra le proposte e, da promotoredi questo giornale, così come del san-vitese LiberUscita, mi devo rammari-care del fatto che la scelta, per moltedelle attività sanvitesi, non è ricadutasulla carta stampata locale. Vuoi permancanza di tempo, vuoi per scarsaconsiderazione di questo mezzo, vuoiper semplice dimenticanza, la nostraredazione è stata tirata in ballosoltanto in pochissime occasioni, nellequali però non ha mai negato lepagine. Esempio tipico e recente èproprio il Carnevale, per cui è statopubblicato un articolo sul numero diGennaio e per il quale ci erano statefornite le relative informazioni, manulla sul numero più appropriato diFebbraio, nonostante i nostri canali dicomunicazione (mail, incontri person-ali, telefoni) siano sempre attivi.Stesso identico discorso può esserefatto per le mostre di pittura citate.Non lo stesso, invece, possiamo direper i concerti dei Nomadi, promossinel 2004 dall’allora giornale sanviteseliberUscita e segnalato tra gli eventi acui partecipare nell’edizione estiva diquesto mensile per quanto riguardo il2009.Sia ben chiaro, questo non è un rim-

provero a te o alla vostra associ-azione, perché lo stesso comporta-mento è stato adottato in questi annianche dagli organizzatori di altrieventi ufficiali che si sono affacciatisul panorama sanvitese, ma piuttostoun suggerimento per il futuro, rimar-cando come un giornale locale non siasoltanto un mezzo per discutere dellescelte politiche, piuttosto che di fattidi cronaca, quanto bensì uno strumen-to gratuito ed utile alla promozionedel nostro territorio e degli eventi adesso connessi. L’Empolitan oqualunque altro giornale di zonadovrebbe lavorare in sinergia con tuttii soggetti attivi nel nostro paese, per-ché, è esso stesso una sua creatura. E’il mezzo per esprimere ciò che il nos-tro territorio produce sia in terminiculturali che di cronaca locale. E’ l’e-spressione di associazioni di volontarie soffre allo stesso modo del ristagnoe della poca partecipazione analiz-zate nel corso del mio precedentearticolo, è concettualmente identicoalla festa di Carnevale, alla mostra dipittura oppure alla serata danzanteestiva con i quali condivide gli stessifini, utilizzando però mezzi diversi,anzi, essendo esso stesso un mezzoper le altre attività. Spero di aver fornito, con questarisposta, le delucidazioni richieste e diaver colto nello stesso tempo l’occa-sione per stimolare ulteriormente ildibattito su questa tematica, fonda-mentale per il futuro di San Vito.

Claudio Ruggeri

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Spazio scuole

Dalla grida, al giornale, dallaradio, alla televisione, dal cellu-lare ad internet, l’informazioneha sempre raggiunto chiunque.Avere questo mezzo a disposizio-ne ha reso possibile un parzialeacculturamento degli ascoltatoried un aumento vertiginoso degliinteressati. Sapere ciò che acca-de intorno a noi è diventata quasiun’esigenza. Persino spettegola-re con la vecchia del paese èsempre stato un ottimo modo diinformarsi, poiché sapere sem-pre di più apre la mente e gliocchi verso il mondo. Ma sembrache oggi, nonostante si abbianoinfiniti mezzi a disposizione,l’uomo è quasi disinteressato. Lavita odierna è diventata semprepiù frenetica, senza attimi dipausa, si è stati abituati a rispo-ste tempestive e coincise (pren-diamo per esempio internet),perciò tutto ciò che un lettorevuole è conoscere la rispostaimmediata. Bisogna ammetterloed anche le statistiche non men-tono: più del 50% degli italianinon conosce ciò che gli accadeintorno e tantomeno ne sonointeressati. È pur vero che aprimo impatto, alla vista deltelegiornale serale, ci si ritrovisullo schermo giornalisti fin trop-po seriosi; ma è pur vero che intelevisione si vedono soltantoveline e vallette quasi nude, eovviamente non si può pretende-re di averne due anche nel tele-giornale. Non si è più abituati aduna figura diversa dalle inqua-drature, molto spesso troppoesagerate ed oscene, delleragazze che si esibiscono nei pro-grammi. Agli italiani piace lospettacolo e non le tragiche noti-zie che tempestano la televisio-ne. Cosa è successo allora? Ancheil telegiornale si sta spettacola-rizzando, perdendo l’importanzadella serietà ed il valore dellenotizie. Si parla sempre più discoop di cantanti, attori e perso-naggi dello spettacolo, i cui pro-blemi e stravolgimenti di vitainteressano di più gli ascoltatori.L’uomo ha così ottenuto la rispo-sta immediata che vuole, cioèsapere se quell’attore si è divor-ziato dopo nemmeno un anno dimatrimonio, oppure se quel can-tante è drogato o meno. Untempo per sapere tutto questobastava “attaccare bottone” conla pettegola del paese, la qualeriferiva, come una vipera che

getta tutto il suo veleno sulla suavittima, tutti i fatti dell’interes-sato. Oggi invece basta accende-re la televisione che si è inonda-ti di queste notizie sciocche, chenon meritano la priorità su fattimolto più gravi ed ingenti. Siparla sempre meno delle proble-matiche del Paese, della famedel Mondo, del rischio di forteinquinamento globale, tematicheche meritano la prima pagina diun giornale occupata invecedalla valletta fidanzata col cal-ciatore. Sarebbe opportunolasciare queste tematiche, peresempio ai magazine, poiché èinaudito ed insensato che untelegiornale o un quotidiano trat-ti certi argomenti. Muore ufficia-le dell’esercito italiano nellaguerra per la pace in mediooriente, ma nessuno, o pochi nesanno nulla, è accaduta la trage-dia in Giappone, ma effettiva-mente non si conoscono bene glisvolgimenti di tutte le vicendepoiché i notiziari parlano deinuovi bolidi appena sfornati dallecase automobilistiche o del figlioadottato dal cantante Elton Johne del suo compagno. Sapete unacosa? “CHI SE NE FREGA!” Hopreferito interpretare il mio pen-siero alla lettera senza mezzitermini perché non esistono altreparole per descriverlo. Io, cometutti i miei coetanei, sono il futu-ro, e non mi interessa tutto que-sto; ho bisogno di sapere deimigliaia di bambini che ogni gior-no muoiono di fame, devo saperedegli eroi che muoiono per lapatria, devo sapere che se l’uo-mo non smette di sfruttare l’am-biente e di inquinarlo, non riu-scirò a vivere la mia vita, devosapere delle migliaia di personelasciate nel dimenticatoio datutti dopo che i giornali hannoannunciato il fatterello clamoro-so. A cosa mi serve sapere dellavita privata dei personaggi delmondo dello spettacolo? Perdiventare una buona giornalista,cosa che spero accada, ho ildovere di diffondere l’informa-zione più importante e non darepriorità ai piaceri dell’attore.L’informazione sta perdendod’importanza, quella della cono-scenza, adesso anche i telegior-nali sono diventati programmispazzatura. Che è successo allanotizia?

Elisa De Paolis

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Cosa è successo alla notizia? La legge è uguale per tutti?“La legge è uguale per tutti” , chi non conoscequesta frase? È l’iscrizione che padroneggianelle sale dei tribunali, è uno dei fondamentidella nostra costituzione. La legge, la giustiziasono le basi, le fondamenta, le strutture por-tanti di una società equa. Senza di esse sareb-be anarchia, un caos totale. Ma la legge è applicata a tutti nello stessomodo? Basta aprire un qualsiasi giornale pertrovare la risposta a questo enigma.Quotidianamente si parla di corruzione, diinganni per eludere i processi:prova provatadel fatto che la legge non viene applicata atutti nello stesso modo o che alcuni riesconoad evaderla. Di certo a passarla liscia non è uncittadino comune che non ha nemmeno i soldiper tirare avanti, bensì gli uomini più potenti,proprietari di grandi multinazionali, personeche detengono grandi capitali o che occupanoun posto di prestigio nella nostra società. Quiun’altra domanda sorge spontanea: perché?Perché persone così ricche e potenti dovrebbe-ro essere indagate per furto o evasione fiscale?Colpa forse dell’insaziabile lupa dantesca che “dopo ‘l pasto ha più fame che pria”. Fatto stache anche loro si ritrovano nei tribunali – se cifiniscono- al cospetto dei giudici. Di certo nonrestano inerti mentre si cerca di affondarli:ricorrendo alla corruzione di giudici e magi-strati compiacenti, o ricorrendo a scappatoie –immunità comprese – raggirano la legge “sovra-na”. Tutto questo ha portato i cittadini, esoprattutto i giovani, a perdere la fiducia nel-l’inconfutabilità della legge, nel sistema dellagiustizia, nella certezza della pena. La leggespesso finisce per invischiarsi con corruzione eingiustizia. La legge spesso diventa illegale. Alpunto tale che molti pensano: “ Tanto val farsigiustizia da sé”.Problemi di questo tipo purtroppo ci sono sem-pre stati. Basti pensare all’Azzeccagarbugli sei-centesco a cui ha dato vita Manzoni, l’avvoca-to corrotto che non oserebbe mai sfidare ilsignorotto del paese e che diventa partecipe alsabotaggio di quel matrimonio che “non s’ha dafare”. Con buona pace per la giustizia di dueinnamorati che, seppur abbiano dalla loro lagiustizia divina, debbono rimboccarsi le mani-che. Bisogna allora darsi una svegliata, farequalcosa per spezzare questo circolo vizioso dicorrotti e corruttori. Ma precisamente cosa? Cosa possiamo fare noida così in basso per cambiare le carte in tavo-la? Forse niente o forse tutto.Possiamo in primis denunciare, denunciare icorrotti e corruttori, smascherare i loro giochibeffardi e calare il sipario sulla loro avidità.Possiamo poi opporci ad assimilazione a loro: il“tanto così fan tutti” è la morte di ogni legge edi ogni coscienza. Possiamo ovvero nel nostropiccolo combattere questa paura che si ha neiconfronti dei potenti, possiamo istruire almeglio i nostri figli con piccoli gesti quotidiani,affinché conoscano il valore e il peso dell’one-stà, possiamo dare il meglio sul posto di lavoroo tra i banchi di scuola. Forse è solo utopia, manon lo sapremo finché non l’avremo verificatae giudicata tale..Come diceva Madre Teresa di Calcutta sono legocce a fare il mare.Io la mia goccia la verso. E tu?

Roberto Gargiuli