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LIBERTà RELIGIOSA NEL MONDO IL DIRITTO NEGATO Aiuto alla Chiesa che Soffre Opera di diritto pontificio

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Libertà reLigiosa neL mondo

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Aiuto alla Chiesa che SoffreOpera di diritto pontificio

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«Poiché il bene comune della società […] consiste soprattutto nella salvaguardia dei diritti della persona umana e nell’adempimento dei rispettivi doveri, adoperarsi positivamente per il diritto alla libertà religiosa, spetta tanto ai cittadini, quanto ai gruppi sociali, ai poteri civili, alla Chiesa e agli altri gruppi religiosi». Dichiarazione sulla libertà religiosa Dignitatis Humanae - 7 dicembre 1965

«Ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, così come la libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l’inse-gnamento, le pratiche e l’osservanza dei riti». Art. 9 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo

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«I diritti umani debbono includere il diritto di libertà religiosa, compreso come espressione di una dimensione che è al tempo

stesso individuale e comunitaria, una visione che manifesta l’unità della persona, pur distinguendo chiaramente fra la dimensione di cittadino e quella di credente. L’attività delle Nazioni Unite negli anni recenti ha assicurato che il dibattito pubblico offra spazio a punti di vista ispirati ad una visione religiosa in tutte le sue dimensioni, inclusa quella rituale, di culto, di educazione, di diffusione di informazioni, come pure la libertà di professare o di scegliere una religione. È perciò inconcepibile che dei credenti debbano sopprimere una parte di se stessi – la loro fede – per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti. I diritti collegati con la religione sono quanto mai bisognosi di essere protetti se vengono considerati in conflitto con l’ideologia secolare prevalente o con posizioni di una maggioranza religiosa di natura esclusiva. Non si può limitare la piena garanzia della libertà religiosa al libero esercizio del culto; al contrario, deve esser tenuta in giusta considerazione la dimensione pubblica della religione e quindi la possibilità dei credenti di fare la loro parte nella costruzione dell’ordine sociale».

Discorso ai membri dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite New York, 18 aprile 2008

1 Libertà di aderire o meno a una determinata fede

2 Libertà di compiere, singolarmente o collettivamente, in priva-to o in pubblico, attività di preghiera o di culto e avere luoghi di culto corrispondenti ai bisogni dei credenti

3 Libertà di convertirsi a un’altra confessione religiosa

4 Libertà di partecipare a incontri all’estero della propria confes-sione religiosa

5 Non essere costretti, sul piano personale, civico o sociale, a compiere atti contrari alla propria fede, né ricevere un’educa-zione o aderire a gruppi o associazioni che hanno principi op-posti con le proprie convinzioni religiose

6 Non subire, per motivi di fede religiosa, limiti e discriminazioni rispetto ad altri cittadini, nei diversi aspetti della vita (diritto allo studio e al lavoro, partecipazione alle responsabilità civi-che e sociali, ecc.)

7 Libertà di ricevere libri religiosi riguardanti la fede e il culto, potendone fare liberamente uso

8 Libertà di educare i figli secondo le convinzioni religiose che ispirano le vite dei genitori, così come la possibilità di far loro frequentare l’insegnamento catechistico e religioso

9 Libertà di scelta di scuole o altri mezzi che assicurino ai figli l’edu-cazione religiosa senza dover subire, direttamente o indirettamen-te, doveri supplementari che impediscano di fatto questa libertà

10 Libertà di usufruire di assistenza religiosa, in particolare nei luoghi pubblici di cura, nelle caserme militari e nei luoghi di detenzione.La

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1. aLgeria Le attività delle religioni non islamiche sono regolate da disposizioni legislative assai restrittive, in particolare riguardo alle conversioni. Elemento di rilievo è la rigorosa “reislamizzazione” del Paese che coinvolge anche i musulmani stessi, dei quali viene controllata l’os-servanza ai precetti islamici.

2. Comore La Costituzione attribuisce all’Islam il ruolo di «costante ispirazione dei principi e delle norme» che governano il Paese. Il proselitismo viene limitato attraver-so una norma del Codice Penale che punisce ogni attivi-tà delle religioni non islamiche. Questo rischio scoraggia, sebbene esistano due chiese cattoliche e una protestante, il culto pubblico dei cristiani.

3. egitto L’islamizzazione ha subito un’accelerazione con l’elezione alla Presidenza della Repubblica di Moha-med Morsi, esponente della formazione dei Fratelli Mu-sulmani. I cristiani, in particolare i copti, sono sempre più bersagliati dalla violenza, situazione aggravata da una giustizia amministrata pro-Islam e dalla frequente conni-venza delle forze dell’ordine.

4. eritrea Nell’ambito dei rigidissimi controlli che il Go-verno esercita in questo ambito, sono numerosi gli arre-stati per motivi religiosi che spesso – per torture e denutri-zione forzata – muoiono durante la detenzione, vissuta in condizioni drammatiche. Nel quadro di gravi violazioni del diritto alla libertà religiosa, non mancano casi di obbligo di abiura della propria fede per ottenere il rilascio dopo arresti sommari.

5. etiopia Problemi si registrano soprattutto a livello locale, dove le violazioni sono ricorrenti, tollerate dal Go-verno e spesso accompagnate da forte ostilità sociale. Ne sono vittima le minoranze religiose che lamentano ingiu-stizie e discriminazioni e, nel caso delle confessioni cri-

«“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Pronunciavo le stesse parole dentro di me e mettevo la mia vita nelle mani di Dio».

Uno dei 40 seminaristi uccisi a Buta nel 1997

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stiane, anche gravi atti di violenza contro i fedeli, le loro abitazioni e i luoghi di culto.

6. gibuti Nel 2010, un emendamento al primo articolo della Costituzione ha proclamato l’Islam religione di Stato. Poteri riguardanti le materie religiose sono affidati al Mi-nistro per gli Affari Islamici e la Shari’a ispira le decisioni giudiziarie. Da segnalare che le controversie tra islamici in tema di diritto di famiglia vengono giudicate da appositi tribunali.

7. mauritania La Costituzione, che definisce l’Islam unica religione dello Stato e della popolazione, il Codice Penale che prevede la pena di morte per apostasia non seguita dal pentimento entro tre giorni e atti del Governo (che proibiscono anche la diffusione di testi non islamici), stabiliscono il monopolio della religione musulmana che, di fatto, domina la società.

8. nigeria Il quadro giuridico prevede il riconoscimen-to della libertà di religione e l’impossibilità di proclamarne una di Stato, ma anche la possibilità – negli Stati federati che l’hanno finora adottata – di applicare la Shari’a nel-le pene previste dal Codice Penale. il quadro ha quindi contorni ambigui, come prova il costante aumento della violenza contro i cristiani, anche per il sempre maggiore attivismo del gruppo Boko Haram che, in una lunga scia di sangue, travolge e distrugge tutto quello che trova di cristiano, persone e simboli.

9. somaLia Dal 1991, anno della caduta del regime di Siad Barre, nonostante numerosi tentativi, nessuna auto-rità o fazione è mai riuscita a controllare l’intero Paese, attualmente governato da entità ognuna delle quali con-trolla una porzione di territorio. Elemento in comune è l’applicazione della Shari’a sulle regioni controllate. La pra-tica di religioni diverse dall’Islam provoca reazioni intolle-

ranti ed è lunga la lista dei cristiani uccisi, in particolare di coloro che si erano convertiti dall’Islam.

10. sudan Sebbene sia stata preannunciata una nuova Costituzione, è tuttora in vigore quella provvisoria che ri-conosce la Shari’a fonte della legislazione. La legge islami-ca condiziona quindi le scelte politico-legislative e quelle private dei cittadini che – in quanto tali e a prescindere dal loro credo religioso – sono soggetti al suo sistema sanzio-natorio. Violenze e atti ostili nei confronti dei cristiani sono particolarmente accentuati nel South Kordofan.

11. ZimbabWe La portata del riconoscimento costitu-zionale della libertà religiosa è pesantemente ridimen-sionata dalla Legge sull’Ordine pubblico e la Sicurezza, applicata dal Governo per limitare le attività delle con-fessioni religiose. Alla presidenza-Mugabe si oppongono molti gruppi religiosi – tra cui i cattolici, anche per voce dei vescovi – che, per ritorsione, sono vittime di diffamazioni, intimidazioni e soprusi.

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1. afgHanistan Costituzione e influenza della Shari’a – legge da applicare nel caso non ci fossero disposizioni legislative su singole materie – confermano che tuttora il diritto alla libertà religiosa è palesemente violato. Sono previsti, infatti, divieto di conversione e perseguibilità di reati religiosi; i pochi cristiani convertiti dall’Islam non pos-sono manifestare la propria fede, perché passibili di pena di morte e potenziali vittime di esecuzioni sommarie.

2. arabia saudita Persistenti violazioni sia nelle di-sposizioni legislative che nei fatti, pongono il Paese in co-stante stato di osservazione internazionale sul tema, con riguardo, in particolare, alla libertà di culto. Nonostante dichiarazioni di apertura sul possibile esercizio in privato, le irruzioni della polizia nelle case dei cristiani durante gli incontri di preghiera, sono all’ordine del giorno e spesso si concludono con arresti.

3. Cina Il livello di violazione del diritto alla libertà re-ligiosa è altissimo. Per quanto riguarda i cattolici, tema centrale è l’esistenza della Chiesa patriottica, istituita e controllata dal Governo, e la sua attività di ordinazioni episcopali illecite (cioè senza mandato papale) che crea tensioni con la Santa Sede. Sono frequenti le retate della polizia e gli arresti di coloro che nelle comunità di fedeli conservano la propria fedeltà al Papa e rifiutano di aderire alla Chiesa patriottica. Chi viene arrestato spesso scom-pare o viene avviato ai famigerati campi di «rieducazione tramite il lavoro».

4. Corea deL nord Permane la negazione assoluta del diritto alla libertà religiosa. Le violazioni possono com-portare la detenzione in campi di prigionia, dove sono ap-plicate tortura e pene detentive severissime.

5. india Continuano sia l’applicazione locale di Leggi an-ti-conversione che le violenze degli estremisti indù contro persone e luoghi di culto cristiani. Per le aggressioni – che

«Ci siamo sentiti simili a Gesù quando entra a Gerusalemme, sapendo che la conseguenza del Suo amore per gli uomini sarà la Croce».

Padre Rageed Ganniucciso il 3 giugno 2007 a Mossul, Iraq

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sono sia contro i singoli che contro intere comunità, veri e propri pogrom come quello perpetrato in Orissa – man-cano adeguate indagini e, quindi, sentenze di condanna.

6. iran Nella Costituzione è esplicitamente scritto che tutte le Leggi devono essere fondate sui precetti islamici, disposizione che crea un’assoluta saldatura tra sistema le-gislativo e religione islamica.

7. iraQ I cristiani sono nell’occhio del ciclone, vittime di attentati, rapimenti e omicidi. La società si re-islamizza con forza e il fenomeno penetra in molti ambiti, anche non religiosi. Questa situazione spinge i cristiani a emi-grare in massa con una contrazione della loro presenza (diminuita, dal 2003, di circa 700mila unità).

8. israeLe e territori paLestinesi Disposizioni le-gislative e forme di disuguaglianza “di fatto”, tendono a far considerare i cristiani come cittadini di “seconda clas-se”; per motivi diversi, questa situazione si accentua nei Territori palestinesi e a Gaza, dove essi subiscono fortissi-me pressioni dalla maggioranza islamica.

9. Laos Sulle religioni, tranne quella buddista, vie-ne esercitato uno stretto controllo. La Chiesa cattolica è colpita da restrizioni, testimoniate da ricorrenti controlli e limitazioni nel solco tracciato negli anni ’50, quando il personale religioso cattolico venne espluso.

10. maLdiVe Islam religione di Stato, legislazione ispi-rata alla Shari’a, divieto di conversione, di espressione pubblica di altre fedi e d’importazione della Bibbia e di li-bri religiosi non islamici, sono alcune delle prescrizioni che rendono la vita del Paese dominata dall’Islam. Le altre religioni devono essere praticate in totale clandestinità.

11. mYanmar L’ostilità del Governo nei confronti del-le religioni cristiane, socialmente considerate «religioni straniere», è molto marcata. Le persecuzioni più violente

si concentrano nelle aree abitate da talune etnie, come quella dei Kachin, nella quasi totalità cristiani, vittime di violente persecuzioni.

12. paKistan La libertà religiosa è condizionata dall’e-stremismo islamico, oltre che dall’intolleranza e dall’im-punità crescente a fronte di atti anti-cristiani. Con riguardo alla blasfemia, sono finora falliti tutti i tentativi di emen-dare la famigerata Legge che la regola.

13. tagiKistan Disposizioni legislative limitano pe-santemente questo diritto. La situazione della minoranza cristiana, immersa in un ambiente sociale e culturale isla-mico, è particolarmente difficile, anche per l’attento moni-toraggio svolto su di essa dalle autorità.

14. turCHia La re-islamizzazione in corso da qualche anno, l’ha resa il Paese con il più alto numero di moschee pro-capite (quelle aperte al culto sono circa 85.000) e quello dove i partiti islamici registrano i maggiori successi elettorali. È ricomparso il velo nelle strade, nelle universi-tà e nei luoghi pubblici, oltre al richiamo alla preghiera in lingua araba che era stato proibito da Ataturk.

15. turKmenistan Vessazioni e soprusi limitano l’e-sercizio della libertà religiosa perché, sebbene essa sia garantita dalla Costituzione e non esista una religione di Stato, la presenza dei gruppi religiosi è subordinata alla registrazione che impone gravi limitazioni. Le difficoltà riguardano le confessioni cristiane e – spesso legate all’o-biezione di coscienza verso il servizio militare obbligatorio – i Testimoni di Geova.

16. Vietnam Le confessioni religiose possono essere presenti, ma si registrano interruzione di celebrazioni, ar-resti, distruzione di edifici religiosi, confische di terreni, ag-gressioni contro i fedeli. Ispirandosi all’esperienza cinese, il Governo sta tentando di dar vita a una Chiesa patriottica “in concorrenza” con quella fedele al Papa.

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1. aLbania Diverso da quello tradizionalmente presente nel Paese, si fa sempre più marcata la presenza di un Islam intollerante che si diffonde grazie soprattutto alle scuole isla-miche finanziate da Paesi stranieri e alla predicazione di gio-vani imam formatisi in Turchia e in Arabia Saudita.

2. bieLorussia Il controllo dello Stato sulle religioni è pres-sante, anche quello esercitato nei confronti di singoli creden-ti, soprattutto se aderenti a gruppi religiosi di minoranza (ne è esempio l’acquisizione immotivata di impronte digitali da parte dell’autorità giudiziaria).

3. bosnia-erZegoVina La criticità più forte riguarda la vita religiosa e la sua espressione. Essa deriva dalla diffusa sovrapposizione dei concetti di etnia e religione che genera, soprattutto laddove esse si presentino variegate, discrimina-zioni sociali e amministrative ai danni delle minoranze.

4. greCia La Costituzione e la legge ordinaria proibiscono ogni forma di attività missionaria nel Paese. Si registrano denunce di gruppi cristiani non ortodossi riguardo presunti ostacoli di natura amministrativa frapposti all’esercizio delle loro pratiche religiose.

5. maCedonia Nella realtà quotidiana, non sono rari i casi in cui la conflittualità di origine etnica sconfina nell’ambito religioso, facendo registrare atti di vandalismo contro simboli della fede.

6. russia Soprattutto a livello locale, si verificano atti di discriminazione nei confronti di talune confessioni religiose. Il quadro delle relazioni tra lo Stato e le confessioni religiose denota una evoluzione in positivo dei rapporti reciproci.

7. itaLia, beLgio, franCia, germania, gran bretagna, spagna Que-sti Paesi presentano episodi di intolleranza e discriminazione verso la fede cristiana e i suoi fedeli, fatti che, dagli studiosi del tema, vengono definiti espressioni della c.d. “cristiano-fobia”. Sebbene con diversa intensità e frequenza a secon-da del Paese, si registrano fenomeni di mancato rispetto di luoghi religiosi, discriminazioni nei luoghi di lavoro, attacchi verbali, rappresentazione travisata, stereotipata e negativa dei cristiani nei media.

«Bisogna aver paura solo di tradire Cristo per i trenta denari di una meschina tranquillità».

padre Jerzy popiełuszkoucciso il 23 ottobre 1984 lungo la strada per danzica, polonia

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1. Cuba Permangono ombre sul pieno esercizio della libertà religiosa, anche se il Governo ha alleggerito i con-trolli su questo diritto. Si ritiene che la visita compiuta nel marzo 2012 da Benedetto XVI, potrà contribuire a esten-dere l’esercizio della libertà religiosa.

2. messiCo La nuova versione dell’articolo 24 della Co-stituzione – che fa esplicito riferimento al diritto di reli-gione dell’individuo e alla libertà di culto – è ritenuta da taluni ambienti religiosi ancora poco estensiva. Sebbene ascrivibili al clima di violenza esistente nel Paese e, quin-di, non perpetrati in odio alla fede, anche nel 2011 sono stati uccisi sacerdoti cattolici così come sono continuati gli atti di vandalismo ai danni di immagini sacre (negli ultimi otto anni è stato stimato un incremento dell’8%).

3. VeneZueLa Alle tensioni nei rapporti Stato-Chiesa generalmente legate alle posizioni anti-ecclesiali espres-se, anche in maniera verbalmente violenta, dal Presidente Hugo Chàvez, si vanno aggiungendo numerosi atti oltrag-giosi verso simboli religiosi cattolici, fatti che i vescovi han-no stigmatizzato definendoli offensivi, anche per il senti-mento religioso della maggioranza della popolazione.

«Unvescovopotràmorire,malaChiesadiDio,cheèilpopo-lo,nonmoriràmai».

S.E.R. Monsignor Óscar Romero ucciso a San Salvador il 24 marzo 1980

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aiuto aLLa CHiesa CHe soffredà La paroLa ai testimoni

WWW.aCs-itaLia.org info on-Line suLLa Libertà reLigiosa

Dal 1999 “Aiuto alla Chiesa che Soffre” realizza il «Rap-porto annuale sulla libertà religiosa nel mondo» per offri-re un’informazione completa e aggiornata sul rispetto di questo diritto naturale dell’uomo nei Paesi di tutti i conti-nenti. Il testo – laddove si rilevino delle violazioni – svolge anche una necessaria funzione di denuncia e di sensibiliz-zazione verso questo tema.

L’iniziativa di redigerlo è coerente con il carisma di “Aiu-to alla Chiesa che Soffre” che, com’è evidente dalla sua stessa denominazione, fin dalla fondazione si caratterizza non per scopi di assistenza caritativa e umanitaria, ma per iniziative a sostegno della pastorale della Chiesa, anche e soprattutto laddove le sue difficoltà derivino dalla persecuzione reli-giosa, più o meno esplicita.

In piena conformità con il magistero dei Pontefici, il Rapporto riconosce l’inviolabili-tà di questo diritto senza distinzioni di reli-gione, monitorando eventuali limitazioni e persecuzioni inflitte alla comunità cattolica e a tutte le altre confessioni religiose pre-senti in un Paese.

“Aiuto alla Chiesa che Soffre” dà la parola ai testimoni, perché nessuno come loro può raccontare cosa significa, nella vita quotidiana, non poter esprimere la propria fede pubblicamente (in alcuni Paesi, neanche privatamente) senza rischiare la vita o l’emarginazione sociale.

Organizzare – per il proprio centro culturale, associazione laica o di ispirazione religiosa, parrocchia, scuola, grup-po di preghiera, municipalità cittadina – un Incontro sulla libertà religiosa ha un grande significato: si contribuisce a richiamare l’attenzione della propria realtà di impegno religioso, culturale o civile, sulle numerose violazioni per-petrate nel mondo ai danni di questo fondamentale diritto dell’uomo.

Per essere aggiornati sul tema della libertà religiosa potete col-legarvi al sito www.acs-italia.orgTroverete aggiornamenti, informa-zioni sulla Chiesa perseguitata e testimonianze dirette.

DaLLa SEzIONE ON-LINE “NOTIzIE DaL MONDO” «In Pakistan diffondere bibbie e catechismi in un quartiere come que-sto è pericolosissimo. I cristiani non trovano lavoro perché discriminati e le famiglie non hanno neanche i soldi per comprare da mangiare o per mandare i figli a scuola».

da «La piccola libreria cristiana nella terra dei talebani»

«Oggi in Mongolia l’annuncio della fede avviene esclusivamente all’in-terno delle chiese, gli adolescenti possono frequentare il catechismo solo con il consenso scritto dei genitori e i sacerdoti non indossano l’abito talare in pubblico, perché non devono essere riconosciuti come esponenti del clero».

da «Una Chiesa che cresce in un territorio difficile»

«In Eritrea ai sacerdoti e ai seminaristi è concessa la possibilità di sosti-tuire il servizio militare con un anno di servizio civile, ma sono in molti ad essere trattenuti oltre il termine previsto. Solo la ferma opposizione della Chiesa ha impedito ad Asmara di chiamare sotto le armi, semina-risti, parroci, religiosi e religiose cattolici sotto i 30 anni».

da «Il Governo vuole confinarci nelle sagrestie»

Puoi riChieDerlo:

• effettuando il pagamento on-line collegandoti al sito www.acs-italia.org

• scrivendo una mail ad [email protected]

• telefonando al numero 06.6989.3911

Per organizzare incontri e Conferenze sul tema, possono essere contattate le seguenti Sedi di ACS:

per incontri e Conferenze in Liguria, emilia romagna, toscana, Lazio, Campania, umbria, marche, abruzzo Giuseppe Dolci – Tel. 06.6989.3932 - [email protected] presso la sede nazionale di roma

per incontri e Conferenze in piemonte, Lombardia, Valle d’aosta, Veneto, friuli Venezia giulia, trentino alto adige Paola Zappa - Telefono 02.7602.8469 - [email protected] presso la sede di milano

per incontri e Conferenze in sicilia, sardegna, Campania, puglia, Calabria, basilicata, molise loredana Garofalo - Tel. 0921.412.277 - [email protected] presso la sede di siracusa

daLLa seZione on-Line “notiZie daL mondo”

aiuto aLLa CHiesa CHe soffreinforma suLLa Libertà reLigiosa

Anni ‘50Mentre l’Europa assisteva alla divisione in due blocchi separati dal Muro di Berlino e dalla Cortina di ferro, nel 1952, aCS organizza un Congresso durante il quale 150 rappresentanti di 18 nazioni, testimoniano la persecu-zione subita dalla Chiesa in Europa Orientale. Gli aiuti portati da aCS, spesso clandestinamente, a quelle comunità cattoliche oppresse dai regimi comunisti, vengono ulteriormente intensificati.

Anni’60 Iniziano le pubblicazioni del Bollettino «L’Eco dell’amore», un tam-tam che denuncia ai lettori come la Chiesa in Europa dell’Est si stia trasformando in Chiesa del silenzio. a decine di migliaia rispondono agli appelli del fondatore di aCS, padre Werenfried van Straaten, per aiutare concretamente quelle Chiese. I benefattori di aCS diventano subito decine e decine di migliaia.

Anni’70Dopo averli avviati negli anni ’60 su richiesta dei Pontefici, aCS intensifica gli aiuti alla Chiesa in africa, in america Latina e in asia. Qui, in particolare, sono so-stenute la Chiesa in Vietnam e in Corea del Nord, Paesi nei quali si vanno afferman-do regimi ferocemente ostili alla religione. Sono di questi anni anche particolari iniziative per la Chiesa a Cuba, dove l’oppressione arriva dal regime di Fidel Castro.

Anni’80alla fine di questo decennio, aCS invia in Russia, 120.000 copie della Bibbia del Fanciullo. In quelli precedenti, “Dio parla ai Suoi figli” aveva rag-giunto questo sterminato territorio clandestinamente, contribuendo ad alimen-tare la tenace fede di quelle comunità cattoliche. La prima Chiesa dell’Europa dell’Est, visitata da padre Werenfried dopo la caduta del Muro di Berlino, è quella in Romania, duramente perseguitata dal regime di Ceausescu.

Anni’90aCS intensifica gli aiuti alla Chiesa in Cina, dove la c.d. “Chiesa clan-destina”, rimasta fedele al Papa, subisce drammatiche persecuzioni. In africa viene particolarmente sostenuta la Chiesa nei Paesi dove guerre o gravi tensio-ni etniche, espongono i cattolici alla persecuzione.

Anni2000 La nuova frontiera della Chiesa perseguitata è quella che si va trac-ciando in molti Paesi a maggioranza islamica. aCS interviene con ancor maggio-ri iniziative, anche in Medio Oriente dove le pressioni socio-religiose ai danni dei cattolici, sono talmente forti da metterne a rischio la permanenza. Da re-gistrare l’apertura della prima Sede Nazionale di aCS in Europa dell’Est: accade in Polonia, simbolico baluardo della resistenza della Chiesa alla persecuzione.ai

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PROGETTIAiuti nell’ultimo decennio

Nell’ultimo decennio ACS ha realizzato circa 6.000 progetti l’anno in oltre 150 nazioni. È stato possibile grazie agli oltre 600 milioni di euro

donati da 700.000 benefattori dei 17 Paesi (in Europa, America del Nord e del Sud e Australia) dove ACS ha Sedi nazionali.

Grazie al loro aiuto, la Chiesa che soffre ha ricevuto da ACS i mezzi pastorali per annunciare il Vangelo.

170 milioni di euro – aiuti per l’edilizia religiosa

102 milioni di euro – formazione

91 milioni di euro – mezzi di comunicazione

89 milioni di euro – intenzioni di sante messe

83 milioni di euro – pubblicazioni religiose

30 milioni di euro – motorizzazione

20 milioni di euro – sostentamento suore

15 milioni di euro – aiuti d’emergenza

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PROGETTIAiuti nell’ultimo decennio

Nell’ultimo decennio ACS ha realizzato circa 6.000 progetti l’anno in oltre 150 nazioni. È stato possibile grazie agli oltre 600 milioni di euro

donati da 700.000 benefattori dei 17 Paesi (in Europa, America del Nord e del Sud e Australia) dove ACS ha Sedi nazionali.

Grazie al loro aiuto, la Chiesa che soffre ha ricevuto da ACS i mezzi pastorali per annunciare il Vangelo.

170 milioni di euro – aiuti per l’edilizia religiosa

102 milioni di euro – formazione

91 milioni di euro – mezzi di comunicazione

89 milioni di euro – intenzioni di sante messe

83 milioni di euro – pubblicazioni religiose

30 milioni di euro – motorizzazione

20 milioni di euro – sostentamento suore

15 milioni di euro – aiuti d’emergenza

AiutoallaChiesacheSoffrePiazza San Calisto 1600153 Roma Tel. [email protected]

Aiuto alla Chiesa che SoffreOpera di diritto pontificio

• Conto Corrente postaLePossono essere utilizzati i bollettini ACS prestampati oppure quelli in bianco disponibili negli Uffici postali. Il numero di conto corrente postale di ACS è 932004, l’indirizzo è riportato in copertina.

• domiCiLiaZione banCariaPuò essere disposta scaricando l’apposito Modulo dal Sito www.acs-ita-lia.org oppure chiamando il Servizio Donatori al numero 06.6989.3938. È la forma di donazione che assicura l’aiuto regolare alla Chiesa che sof-fre e la migliore programmazione delle iniziative concrete.

• bonifiCo banCarioIntesa SanPaolo S.p.A. - IBAN IT 11 H030 6905 0660 1168 2210 222 Viene effettuato indicando alla propria banca la cifra da accreditare e l’IBAN di ACS. Nelle note del bonifico è bene indicare nominativo, indirizzo ed eventuale intenzione del dono.

• Carta di CreditoI possessori di CartaSì, Mastercard e Visa possono fare le loro dona-zioni, comunicando telefonicamente l’importo che si desidera donare e le 16 cifre riportate in rilievo sulla Carta. Il numero telefonico è lo 06.6989.3929 che può essere contattato dal lunedì al giovedì dalle ore 9:00 alle ore 17:00, il venerdì dalle ore 9:00 alle ore 14:00.

• 5 per miLLeÈ possibile devolverlo ad ACS, firmando nell’apposito spazio della Dichiarazione dei redditi – “Sostegno del volontariato e delle Orga-nizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale” – indicando nello spazio sottostante il Codice Fiscale di ACS 80241110586.

• LasCito testamentarioCon questa particolare forma di donazione, il tuo aiuto continuerà ad arri-vare laddove ce n’è più bisogno. Per ricevere l’apposita pubblicazione in-formativa, contattare l’Amministrazione ACS al numero 06.6989.3929.

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Nell’ultimo decennio ACS ha realizzato circa 6.000 progetti l’anno in oltre 150 nazioni. È stato possibile grazie agli oltre 600 milioni di euro donati da 700.000 benefattori dei 17 Paesi (in Europa, America del Nord e del Sud e Australia) dove ACS ha Sedi nazionali. Grazie al loro aiuto, la Chiesa che soffre ha ricevuto da ACS i mezzi pastorali per annunciare il Vangelo, in particolare laddove essa patisce la persecuzione.

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