Lezioni piante officinali-2009

181
1 PIANTE OFFICINALI

Transcript of Lezioni piante officinali-2009

Page 1: Lezioni piante officinali-2009

1

PIANTE

OFFICINALI

Page 2: Lezioni piante officinali-2009

2

Page 3: Lezioni piante officinali-2009

3

Impiego delle piante nella storia

L‟utilizzo risale probabilmenteall‟uomo primitivo quando cominciòad osservare il comportamento deidiversi animali, riguardante le loroabitudini, la capacità di cibarsi,l‟attitudine a scegliere i cibi buoni esani scartando quelli velenosi e,soprattutto, la loro abilità istintivaa curarsi con erbe particolari per lasalvaguardia della salute.

Page 4: Lezioni piante officinali-2009

4

È noto come i bovini e gli ovini,allevati al pascolo brado, cerchinoe bruchino la gramigna, chemalgrado goda del nomedi“erbaccia infestante epidemica”dei coltivi, è utilissima a questianimali per prevenire e(o)dissolvere eventuali calcolibiliari,nonché per mantenereefficiente l‟attività epatica esopperire nel contempo a certecarenze nutrizionali.

Page 5: Lezioni piante officinali-2009

5

Anche i cani e i gatti, quando

lasciati liberi di scorazzare

sui prati, spesso si

soffermano a consumare

foglioline tenere della stessa

gramigna e di altre

graminacee, allo scopo di

aiutare la propria digestione

o per necessità di rigettare

cibi avariati.

Page 6: Lezioni piante officinali-2009

6

• Da qui nasce la

F I T O T E R A P I A

“In herbis salus !”

Page 7: Lezioni piante officinali-2009

7

- L‟utilizzo di piante o estratti di piante per lacura delle malattie o per il mantenimentodel benessere è indicato con il termine di

- FITOTERAPIA

- Il termine fitoterapia, dal grecophyton=pianta e therapeuein=curare,definita anche “fitomedicina”;

Page 8: Lezioni piante officinali-2009

8

StoriaL‟uso delle erbe a scopo curativo è antico quanto

l‟uomo, come testimoniano alcuni reperti ritrovati nelle palafitte di fiumi e laghi scoperti nella fascia alpina.

Documentazioni certe sono state ritrovate anche in Cina, che risalgono all‟epoca dell‟Imperatore Chin-Nung (terzo millennio a.C.), in cui si catalogavano circa 360 droghe vegetali diverse (Spizzotin et al., 1985).

Gli Assiri, i Babilonesi, i Greci e i Romani, hanno tramandato per secoli la loro grande capacità di trarre dalle erbe non solo gli alimenti ma anche importanti prodotti medicinali.

Page 9: Lezioni piante officinali-2009

9

• In epoca più recente non bisognadimenticare le ricerche e l’opera preziosadei Monaci che nei loro conventi sono statii promotori degli Orti botanici e, con laloro perizia, hanno apportato valideconoscenze sulle specie di piante e sulleloro applicazioni terapeutiche.

Page 10: Lezioni piante officinali-2009

10

PIANTE OFFICINALI

Sono considerate piante officinali le speciebotaniche dotate di proprietà terapeutiche(medicinali), organolettiche (aromatiche eprofumate) e cosmetiche, oppure provviste di una,due o più peculiarità (es. pianta medicinale,medicinale-aromatica,medicinale-aromatica-cosmetica ecc.)

Page 11: Lezioni piante officinali-2009

11

• Il termine generico “pianta officinale” derivada “officina farmaceutica od officina deisemplici”che era il laboratorio farmaceutico-spezieria del Rinascimento ove eranoaccuratamente preparati prodotti-farmacida specie vegetali, da minerali ed in minimaparte da animali.

• Sul nostro pianeta sono note oltre ventimilavarietà di piante utilizzate a scopimedicinali ed ogni giorno i principi attivimedicinali estratti da nuove specie.

• Purtroppo nel nostro Paese, nonostante lerisorse della flora, l‟impiego terapeuticodelle piante è ancora completamentestudiato e utilizzato.

Page 12: Lezioni piante officinali-2009

12

Piante medicinali

• L’Organizzazione Mondiale della Sanità

(OMS) ha definito pianta medicinale ogni

vegetale che contiene, in uno o più dei

suoi organi, sostanze che possono

essere utilizzate a fini terapeutici o

preventivi o che sono i precursori di

emisintesi chemio-farmaceutiche”.

Page 13: Lezioni piante officinali-2009

13

Piante aromatiche

• Specie vegetali che contengono sostanze pe-netranti che trasmettono particolari caratteristicheorganolettiche capaci di aumentare l‟appetibilità ditaluni alimenti o trovare impiego nell‟industria difabbricazione di cosmetici, profumi, bevande, ecc.

• Nelle piante aromatiche va incluso anche il tabacco(Nicotiana tabacum L.), specie largamentecoltivata in molti paesi per la sua rilevanteimportanza economica.

Page 14: Lezioni piante officinali-2009

14

Droghe vegetali

• Si deve intendere per droga vegetale la parte della pianta medicinale utilizzata a fini terapeutici o preventivi (OMS). (Es. malva = pianta ; foglia di malva = droga)

Page 15: Lezioni piante officinali-2009

15

Campo di interesse delle droghe vegetali

1. Farmacoterapia

2. Farmacologia

3. Tossicologia

4. Dietetica

5. Liquoreria

6. Cosmetica

7. Profumeria

8. Chimica degli intermedi

9. Applicazioni tecnologiche

10. Alimentazione

Page 16: Lezioni piante officinali-2009

16

Utilizzazione delle droghe

• Il modo più semplice d’ impiegare le piante a

scopo salutare è quella di trasferirne in

soluzione le sostanze contenute e, soprattutto, i

principi attivi.

• Si ottiene così il risultato di liberare questi

principi dalle altre parti inerti della pianta e di

renderli facilmente e prontamente disponibili.

• Queste soluzioni si utilizzano per ingestione o

per applicazione diretta sulla pelle.

Page 17: Lezioni piante officinali-2009

17

Fitocomplesso

• Insieme di tutte le sostanze presenti nella

droga,complessivamente responsabili delle

azioni terapeutiche della pianta.

• Nel fitocomplesso quindi sono presenti oltre al

principio attivo, anche sostanze inerte e

sostanze che regolano l’attività farmacologica

(es: Rabarbaro- il contenuto di tannini rende

l’azione lassativa dei sennosidi (p.attivo) meno

aggressiva perché hanno effetto astringente.

Page 18: Lezioni piante officinali-2009

18

Vantaggi del fitocomplesso

• Rispetto al singolo principio attivo singolo:

• Riduzione dei possibili effetti collaterali (soprattutto per

bambini e anziani);

• Migliore disponibilità di p. attivi per la presenza di

sostanze favorenti l‟assorbimento

• Molteplicità d‟azione per la presenza di diversi p.a. (es.

Estratto di liquirizia utilizzato per curare alcune

malattie dello stomaco ha azione

cicatrizzante,antinfiammatoria, antispastica ecc..

L‟aglio = azione ipocolesterolemizzante e

antiaggregante piastrinica anche azione ipotensiva e

antibatterica.)

Page 19: Lezioni piante officinali-2009

19

Preparati

• Dalle piante si possono ottenere molteplicipreparazioni, ma per brevità si ritiene opportunoconsiderare quelle più comuni e facilmenterealizzabili.

• Le norme per le preparazioni di tipo farmaceuticod‟infusi, decotti, tinture, ecc., sono specificate nelcodice edito dal Ministero della Salute. Ciò confermala loro validità e utilità, ma nello stesso temposuggerisce attenzione nella manipolazione esoprattutto la necessaria cautela nell‟utilizzazione ditali preparati.

• L‟utilizzazione medicinale delle piante dipende damolteplici fattori, quali epoca di raccolta, condizionipedoclimatiche, modalità d‟essiccazione econservazione, dal tipo di preparazione che nederiva, dalla quantità e dall‟uso.

Page 20: Lezioni piante officinali-2009

20

• Dai preparati di queste piante non bisognerà mai

aspettarsi azioni rapide e miracolose.

• Infatti il criterio fondamentale da seguire dovrà

essere soprattutto quello salutistico più che

terapeutico.

• Non vanno confusi i due tipi fondamentali di

utilizzazione: per “uso interno” (via orale) e per

“uso esterno” (applicazioni sulla pelle).

Page 21: Lezioni piante officinali-2009

21

Raccolta delle piante officinali

• La raccolta (delle specie spontanee) deve

essere eseguita in luoghi distanti dai centri

abitati, dai margini stradali, dai sentieri battuti,

dalle ferrovie e dai luoghi inquinati.

• Le colline, le zone boscose, i prati montuosi, i

pendii isolati forniscono essenze vegetali

migliori. Le ore più idonee per la raccolta sono

quelle subito dopo l’alba dalle 7 alle 7,30, prima

che la rugiada notturna sia stata asciugata dal

sole.

Page 22: Lezioni piante officinali-2009

22

Tempo balsamico

• Ciascuna pianta, o parte di essa, presenta

una giusta epoca di raccolta definita come

“tempo balsamico”, vale a dire periodo di

tempo in cui essa concentra tutte le sue

peculiari proprietà, periodo che varia in

funzione di diversi fattori( terreno,

clima,latitudine, altitudine, luce ecc).

Page 23: Lezioni piante officinali-2009

23

In relazione all‟epoca di raccolta indicativamente si può affermare che:

• LE CORTECCE-vanno raccolte da piante mature in primavera ;

• LE GEMME- prima che schiudano - inizio primavera• I FIORI- prima dell‟antesi (schiusura);• LE FOGLIE- in primavera quando la lamina è ben

sviluppata• (completa maturazione);• I SEMI-a completa maturazione e prima che

avvenga la disseminazione;• I FUSTI- estate, oppure autunno;• I TUBERI e LE RADICI-fine estate ed autunno del

secondo anno;• I BULBI autunno;• LE ERBE- prima o dopo la fioritura

Page 24: Lezioni piante officinali-2009

24

Accorgimenti• Durante le operazioni di raccolta bisogna rispettare

attentamente tutte le buone norme dettate dall‟ecologia:

• - non danneggiare inutilmente le piante o le parti non raccolte(rami, foglie, fiori, frutti, ecc);

• - prelevare la droga da un „unica pianta utilizzando piccoliarnesi adatti (zappette, cesoie, coltelli, falcetti, ecc.) ;

• - attenzione a non prelevare materiale vegetativo malato o discarsa qualità.

• - per mantenere meglio il materiale raccolto, è necessariosistemarlo in apposite borse o contenitori in vetro scuro.

• Si ricorda che norme della nostra Costituzione hanno trasferitoalle Regioni la tutela del patrimonio naturale, che con appositeleggi vietano o limitano la raccolta di alcune specie consideratea rischio di estinzione.

Page 25: Lezioni piante officinali-2009

25

Essiccazione e conservazione

Metodi tradizionali

• Le vecchie tecniche di collocare il materiale da essiccare sugraticci, in luoghi ben ventilati ed all‟ombra, risultano lemigliori.

• Le droghe essiccate possono essere conservate in vasi divetro o coccio oppure in appositi sacchetti di tela .

• Sul contenitore viene applicato un cartellino con il nomedella pianta, la data di raccolta e la durata dellaconservazione. Il tempo di conservazione è al massimo diun anno.

• Le preparazioni delle piante officinali, utilizzate allo statonaturale, sono facilmente eseguibili anche in casa propriacon un‟unica droga o mescolandone opportunamentediverse fra loro.

• Le piante usate (droga) generalmente sono impiegate allostato verde oppure come prodotto secco, spezzettato,grattugiato o polverizzato. In diversi casi in ogni modo lericette prevedono l‟uso della pianta esclusivamente fresca.

Page 26: Lezioni piante officinali-2009

26

Misurazione semplici delle droghe

• La misurazione dei volumi richiede buona precisione. L‟ideale èutilizzare piccoli cilindri di vetro graduati od altri recipienti taratiscelti tra quelli che si trovano in commercio.

• Con semplici operazioni di travaso si può succes­sivamentedeterminare il volume d‟altri recipienti d‟uso domestico come:cucchiaini, cucchiai, bicchierini, tazze, ecc.

• A titolo puramente indicativo si può affermare che:

• 1 cucchiaio da minestra equivale a circa 10-12 millilitri (o g);• 1 cucchiaino da caffé equivale a circa 5-6 millilitri ( o g);• 1 cucchiaio da dessert equivale a circa 7-8 millilitri (o g)• 1 bicchierino da liquore equivale a circa 25 - 30 millilitri (o g);• 1 normale tazzina da caffè equivale a circa 45 - 50 millilitri (o g);

• 1 una tazza utilizzata per il tè equivale a circa 100 millilitri ( o g);• 1 tazza di caffellatte equivale a circa 240 millilitri (o g)• 1 bicchiere da mescita equivale a circa 120 - 130 millilitri (o g)• La variabilità delle suddette misure potrebbe dipendere dalle

diverse forma dei contenitori usati.

Page 27: Lezioni piante officinali-2009

27

Droghe essiccate

• Per misurare approssimativamente le dosi di alcune droghe essiccate e sminuzzate, si ricorre anche a sistemi molto empirici come:

• 1 pizzico, vale a dire dose prelevata con la punta delle dita pollice, indice e medio che corrisponde a circa 2-3 grammi;

• 1 manciata, dose corrispondente circa 30- 45 grammi

• Altre misure frequentemente usate in alcune località sono:

• 1 scrupolo, dose corrispondente ad 1-2 g;• 1 dramma, dose corrispondente a circa 3,5 g;• 1 oncia, dose corrispondente a circa 28 g;

Page 28: Lezioni piante officinali-2009

28

Droghe secche e verdi

• Per le ricette che consigliano l‟uso della stessa droga sia verde sia secca sarà utile ricordare che:

• 25 g di fiori secchi corrispondono a 100 g di fiori freschi;

• 25 - 30 g di foglie secche corrispondono a 100 g di foglie fresche;

• 25 g di erbe secche corrispondono a 100 g di erbe fresche;

• 30 - 35 g di radici secche corrispondono a 100 g di radici fresche;

• 40 - 50 g di cortecce secche corrispondono a 100 g di cortecce fresche

• 40 - 45 g di gemme secche corrispondono a 100 g di gemme fresche.

Page 29: Lezioni piante officinali-2009

29

Preparazione di farmaci e rimedi a partire da droghe grezze,sostanze chimiche e sostanze ausiliarie.(„Tecnologia

farmaceutica„).

• Il nome GALENICA proviene da Galeno, anticomedico greco ellenista- 129-216 d. c.). Il qualeaffermava:”Il miglior medico è la natura,perchéguarisce i tre quarti di tutte le malattie”

• Preparazioni “galeniche” possono essere fornitedalle farmacie, mentre le industrie farmaceuticheeseguono l‟estrazione dei “principi attivi” perpreparare i diversi prodotti medicinali.

Preparazioni galeniche

Page 30: Lezioni piante officinali-2009

30

• Le preparazioni “casalinghe”, per quanto possibili, sono tutt‟oggi frequentemente usate proprio per la loro praticità e semplicità

Page 31: Lezioni piante officinali-2009

31

• Considerando il materiale su cui si opera, nonsono richieste misurazioni estremamente precise.

• Per le pesate basta una comune bilancetta dacucina, invece per i volumi si possono utilizzarepiccoli recipienti graduati di vetro adoperati permisurare liquidi come acqua, latte, vino e olio.

• Nella pratica per alcune droghe deboli si fa ricorsoa misurini, piccoli contenitori, cucchiai, cucchiainio tazze dei quali si conoscono il peso o il volumedel contenuto.

Page 32: Lezioni piante officinali-2009

32

Infuso• Si ottiene facendo bollire la quantità di acqua prevista, versandola

subito sulla droga (generalmente fiori, gemme, foglie, radici tritate)posta in un recipiente. Dopo aver ben mescolato il tutto, si copre e silascia in infusione per circa 5-10 minuti. Poi si filtra attraverso uncolino a maglie strette.

• L‟infuso va consumato preferibilmente caldo o tiepido, dolcificato oaromatizzato secondo i gusti (è una comune infusione la preparazionedel té).

• Trova utilizzo anche per bagni caldi rilassanti, pediluvi (bagnimedicati) o per umettare garze da applicare sulla pelle.

Page 33: Lezioni piante officinali-2009

33

Decotto (o decozione)

• Si pone in un recipiente la quantità di droga e diacqua stabilita, si copre ed a fuoco lento si portaall’ebollizione per un tempo variabile compresofra 5 e 20 minuti. Il tempo di permanenza delladroga nell’acqua influisce molto sul colore, sulsapore sull’attività del prodotto ottenuto. Dopo lafiltrazione il decotto va bevuto caldo.

• Il decotto è preparato per droghe nonaromatiche contenenti principi stabilidifficilmente estraibili con l’acqua calda (radici,corteccia, semi, ecc.).

Page 34: Lezioni piante officinali-2009

34

Macerato• Si ottiene lasciando la droga in acqua (a

temperatura ambiente), alcol etilico, vino,aceto, ecc. per diverse ore, giorni, settimaneo mesi.

• Il recipiente (bottiglia, fiasco, damigiana,vaso di vetro) deve essere ben chiuso,tenuto al riparo dal freddo e dalla luce solare,va agitato periodicamente.

• Il macerato, dopo il filtraggio, va lasciatodecantare per alcune ore e, prima di usarlo,va nuovamente filtrato.

Page 35: Lezioni piante officinali-2009

35

Tintura idroalcolica

• La droga ben sminuzzata si pone in un recipiente divetro a chiusura ermetica e si aggiunge il solventeindicato che di solito è un buon vino (soluzioneidroalcolica). Si chiude bene il recipiente,sistemandolo in luogo al buio e a temperatura miteove si lascia per circa 8-10 giorni.

• Per una migliore qualità della tintura il contenitoreandrebbe agitato almeno ogni due giorni. Alla finedel periodo si apre il recipiente, si filtra il contenutoattraverso una tela a trama fine e si aggiunge ancoraaltro solvente sino ad ottenere il volume consigliato.

Page 36: Lezioni piante officinali-2009

36

Sciroppo• Lo sciroppo semplice è preparato sciogliendo in

100 g di acqua circa 180 g di zucchero,

• a cui viene aggiunta e mescolata la drogarichiesta in quantità determinata.

• Altro metodo di preparazione prevede:

• 1 litro di acqua,100-150 g di droga secca ofresca a seconda dei casi. Lasciare bollire per 1-2 minuti, far riposare il preparato per 2 giorni.Successivamente colare con un setaccio,spremere il composto e filtrare. Dolcificaremediante aggiunta di zucchero di canna inquantità di mezzo kg per litro di liquido.

Page 37: Lezioni piante officinali-2009

37

Succo

• Si prepara la droga (pianta fresca ben

sminuzzata con appositi mortai o frullatori)

e si pone in un telo bianco a trama fine,

ben pulito; il materiale viene strizzato per

far uscire la frazione acquosa succosa.

• L’uso prevalente è quello esterno secondo

le indicazioni consigliate.

Page 38: Lezioni piante officinali-2009

38

Olio medicinale

• Olio puro nel quale è messa a macerare opportunamente la droga di una pianta.

Page 39: Lezioni piante officinali-2009

39

Olio naturale essenziale

• Ne possiedono in buona quantità le piante che solitamente

sprigionano un forte profumo.

• Si ottiene dalla droga mediante distillazione e la sua

composizione varia inalazione alla varietà di pianta, al tipo di

terreno ed ai metodi di distillazione adoperati.

• Possiede proprietà antisettiche ed antibiotiche capaci di curare

diverse patologie.

• Per queste peculiari proprietà ha dato origine ad una nuova

branca della fitoterapia denominata “aromaterapia”.

Page 40: Lezioni piante officinali-2009

40

• Gli oli essenziali sono costituiti soprattutto

da fenoli,sostanze fenoliche più o meno

complesse

• Sintetizzati dall’enzima fenilalanina-

ammonio-liasi con il compito di deviare la

sintesi proteica verso composti che

accrescono la resistenza nei confronti

degli stress idrici, alimentari o da pesticidi.

Page 41: Lezioni piante officinali-2009

41

Tisana

• È una soluzione di diverse droghe in

acqua. Si tratta d’infuso, decotto o

macerato, generalmente a dosi ridotte.

Page 42: Lezioni piante officinali-2009

42

Cataplasma o impiastro

• Impacco di erbe racchiuse fra due

stoffe (tela) ed applicato sulla parte

esterna del corpo interessata al

trattamento.

Page 43: Lezioni piante officinali-2009

43

Fumigazione

• Si ottiene collocando in un ambiente

circoscritto un recipiente di acqua bollente

con la droga balsamica.

Page 44: Lezioni piante officinali-2009

44

Inalazione o suffumigio

• Inspirazione di vapore sprigionato da un contenitore contenente acqua bollente con droga balsamica.

• È preparato mescolando olio o altra sostanza grassa con la droga. Applicata su zone esterne del

corpo serve anche per massaggiare le parti dolenti

Page 45: Lezioni piante officinali-2009

45

Unguento

• La droga viene fatta bollire nella vaselina neutra in dosi ben prestabilite.

• Il composto viene filtrato e lasciato raffreddare, successivamente viene conservato in bussolotti di vetro con chiusura ermetica e posto in luogo riparato dalle fonti di calore.

• Utilizzato esclusivamente per uso esterno.

Page 46: Lezioni piante officinali-2009

46

Polveri

• Si ottengono dalla triturazione della droga

secca e contengono tutti i componenti

della droga vegetale anche quelli che non

hanno azione terapeutica indi la

concentrazione dei p.a. è spesso bassa.

• In relazione alla granulometria

(grossolane,grosse,semifini,fini e

finissime)

Page 47: Lezioni piante officinali-2009

47

Nel nostro Paese e in altri del

mondo ( soprattutto occidentale)

si fa spesso ricorso alle medicine

non convenzionali

Page 48: Lezioni piante officinali-2009

48

• Non convezionale;

• Alternativa;

• Complementare;

• Naturale;

• Tradizionale

• Integrata

Page 49: Lezioni piante officinali-2009

49

Definizioni• Medicina alternativa

Indica pratiche fondata su principi diversi da quelle della medicina scientifica.Termine usato soprattutto in passato prevalentemente nel mondo anglosassone;

• Medicina complementareIndica terapie associabili ad altri interventi ritenuti principali come la terapia o la terapia chirurgica.

• Interventi come la fitoterapia o l’agopuntura spesso utilizzati per affiancare in ambito oncologico la chemioterapia, radioterapia ecc..

• Medicina non convenzionaleTermine spesso utilizzato in politica sanitaria per indicare le varie discipline che sono ancora in attesa una specifica regolamentazione giuridica;

• Medicina tradizionaleTerminologia utilizzata dall’OMS (organizzazione mondiale della sanità) per definire l’insieme delle conoscenze e delle diverse pratiche basate sulle esperienze e credenze popolari appartenenti a diverse culture indipendentemente della spiegazione scientifiche;

• Medicina naturaleTermine comune utilizzato per indicare le varie discipline della medicina non convenzionale

• Medicina integrataIntegrazioni di diverse forme e strumenti di terapia al fine di migliorare la prognosi e la la qualità della vita del paziente

Page 50: Lezioni piante officinali-2009

50

Fattori che influenzano il contenuto

di principi attivi (p. a.) e la qualità

• Piante officinali spontanee e piante in

coltivazione

• Generalmente coltivazioni effettuate con

tecniche adeguate e in ambienti simili a

quelle spontanee non hanno fatto rilevare

differenze eccessive.

Page 51: Lezioni piante officinali-2009

51

• Tuttavia il confronto su alcune piante

come la Pervinca (Vinca minor L.)

Page 52: Lezioni piante officinali-2009

52

• Hanno fatto registrare una resa media di

Vincamina di:

• 0,75 g /kg di s.s. (pianta- stato spotaneo)

• 1,32 g /kg di s.s. (pianta- coltivata)

Page 53: Lezioni piante officinali-2009

53

Fattori genetici

• Come per altre piante coltivate, pare siano

state intraprese ricerche per migliorare le

cv dotate di caratteristiche qualitativi e

quantitativi dei principi attivi.

• Specie facilmente gestibili

agronomicamente ed economicamente

convenienti.

Page 54: Lezioni piante officinali-2009

54

Esempio

• Il papavero sonnifero(Papaver somniferum sp.) il miglioramento genetico è stato mirato:

• - Annullare la deiscenza della capsula;

• Produzione di alcaloidi a basso contenuto di morfina verso una elevata presenza di codeina

Page 55: Lezioni piante officinali-2009

55

• Produzioni di ibridi del Gen.

Lavandula(Lavandula hybrida-sp.) o del

Gen. Atropa (Atropa belladonna

L.) di grande interesse applicativo.

Page 56: Lezioni piante officinali-2009

56

• Altri risultati di miglioramento

• (Menta, camomilla, coriandolo ecc..)

Page 57: Lezioni piante officinali-2009

57

Influenza dovute a differenze intraspecifiche

• Nella stessa specie individui diversi

forniscono oli essenziali con composizione

chimica differente:

• Timo comune (Thymus vulgaris L.) sono

stati individuati 6 chemiotipi caratterizzati

dall’abbondanza di un solo componente

(geraniolo,linalolo,carvacrolo,timolo,tujanolo,terpineolo)

Page 58: Lezioni piante officinali-2009

58

Condizioni ecopedologiche

• Condizioni pedologiche e ambientali

condizionano il contenuto di p.a. e la qualità. Il

tempo balsamico è direttamente influenzato da

questi 2 fattori.

• Es. nella salvia il contenuto di oli essenziale

varia in relazione all’andamento climatico (alto

nelle ore calde)

• Lo stramonio ( titoli più alti in alcaloidi in

assenza di piogge e durante le ore del mattino)

Page 59: Lezioni piante officinali-2009

59

• I caratteri della pianta e con essi il

contenuto e la composizione dei principi

attivi non possono essere considerati

solo costituzione genetica bensì

interazione GENOTIPO + AMBIENTE

Page 60: Lezioni piante officinali-2009

60

AMBIENTE

• Grande importanza per la scelta della zona da destinare alla coltivazione:

• Presenza di impianti industriali inquinanti;

• Uso di acque di irrigazione inquinate;

• Terreni con metalli pesanti; (es. piombo tetraetile)

• Coltivazioni sottoposte a massicci trattamenti fitoiatrici

Page 61: Lezioni piante officinali-2009

61

Clima

• Il complesso dei fenomeni atmosferici di

una zona e la latitudine svolgono un ruolo

decisivo per le piante.

• In ogni fascia ambientale e climatica

prospera un certo numero di specie

vegetali e il contenuto dei p.a. può variare

nelle diverse zone :

Page 62: Lezioni piante officinali-2009

62

Esempio:

• Il cardo mariano (Silybum marianum G.)

• Zone meridionali - droga ricca di acido oleico;

• Zone più a Nord - maggior contenuto di

linoleico (insaturo)

Page 63: Lezioni piante officinali-2009

63

• Menta ( Mentha piperita L.)

• In zone meridionali – maggior percentuale

di oli essenziali rispetto alle piante coltivate

al Nord

Page 64: Lezioni piante officinali-2009

64

• Altri parametri del clima (valori medi di t min.

e t. max, vento, pioggia,grandine ecc. ), quindi:

• Latitudine;

• Quota (Altitudine m.s.l.m.);

• Esposizione;

• Distanza dai mari e dai grandi bacini;

• Luce;condizionano la scelta dei luoghi per la coltivazioni delle

piante officinale

Page 65: Lezioni piante officinali-2009

65

Latitudine

• Fa variare la quantità di p.a. in diverse piante

officinali (es. quantità di acidi grassi,oli

essenziali ecc.)

• Tabacco coltivato in Irlanda contiene circa la

metà di nicotina rispetto a quello coltivato in

Virginia,

• Alberi del Gen. Copaifera che producono il

Balsamo di Copaive tipiche piante del Sud-

America nei nostri ambienti non essudano

Page 66: Lezioni piante officinali-2009

66

Temperatura

• Svolge un ruolo importante a carico dei principi attivi - Es: il Trifoglio bianco (Trifolium repens L.)

• Maggior contenuto di glicosidi cianogenetici nelle aree ove le T. medie nei mesi di gennaio –febbraio è superiore a 0°C.

• Decresce via,via che questa T diminuisce sino a scomparire.

Page 67: Lezioni piante officinali-2009

67

Basse T.

• T. eccesivamente basse (sotto 0°),

possono causare ( secondo la specie) il

congelamento dell’acqua con possibile

rottura delle membrane cellulari e

coagulazione del protoplasma provocando

la precipitazione delle proteine

Page 68: Lezioni piante officinali-2009

68

T. alte

• T. ( 40-50°C) – Determinano

disidratazione dei tessuti o scottature;

• Carenze di acqua nel suolo porta a

condizioni di stress sulla pianta.

Page 69: Lezioni piante officinali-2009

69

Luce• Intensità luminosa -

metabolismo delle piante equindi sulla formazione dip.a.

• Es. Piante di Stramonio(Datura stramonium L.)coltivate al sole contengonoscopolamina (alcaloide)viceversa coltivate all‟ombranon contengono talealcaloide

Page 70: Lezioni piante officinali-2009

70

• La luce favorisce la produzione di esteri

• (piante aromatiche) dovuto alla fotosintesi

• - eliminazione dell’acqua favorendo

l’esterificazione di acido+ alcool

• (Lavandula – zone soleggiate = con oli

ricchi di esteri e quindi molto aromatici

Page 71: Lezioni piante officinali-2009

71

Terreno• Come tutte le piante, anche le specie officinali,

per esprimere la max potenzialità produttiva

richiedono un terreno idoneo per:

• Costituzione (tipo sabbioso, argilloso; limoso

ecc)

• pH ;

• Umidità

• Salinità

• Fertilità chimica,fisica e biologica;

Page 72: Lezioni piante officinali-2009

72

ES:

La droga dell‟Altea (Althaeaofficinalis L.) contiene unamaggiore percentuale dimucillagine se coltivata interreni sabbiosi anziché inquelli limosi

Page 73: Lezioni piante officinali-2009

73

• La Saponaria (Saponaria

officinalis L.)

• La Tussilago (Tussilago farfara L.

Per esprimere la max potenzialità

produttiva preferiscono terreni di

natura argilloso- calcarea.

Page 74: Lezioni piante officinali-2009

74

In relazione al pH

• La camomilla

romana (Anthemis

nobilis L.) sopporta

bene il pH molto

alto e la salinità

Page 75: Lezioni piante officinali-2009

75

Altitudine di coltivazione (s.l.m.)

• Nella stessa zona,spostando le

coltivazioni, di alcune specie, da

terreni situati a quote basse verso

quelle più alte, il contenuto di

principi attivi decresce e viceversa

(es.assenzio,lobelia,timo)

Page 76: Lezioni piante officinali-2009

76

Esposizione del terreno

• Può determinare la maggiore o minore

intensità luminosa e di ventosità e

temperatura sulla pianta e quindi di p.a.

Page 77: Lezioni piante officinali-2009

77

Allelopatia

• Sostanze emesse da vegetali o in

decomposizione(radici,foglie,semi,frutti)

possono determinare inibizione o stimolo

sulla crescita, oppure su altri processi

nelle piante, che si sviluppano in vicinanza

o in successione a quelle in grado di

emettere tali sostanze.

Page 78: Lezioni piante officinali-2009

78

Es:

• Piante del Gen. Artemisia consociate con quelle del Gen.Belladonna hanno stimolato un maggior sviluppo e produzione di alcaloidi a favore della Belladonna.

Page 79: Lezioni piante officinali-2009

79

• Il lupino (Lupinus sp.) e la Menta (Mentha sp.) hanno rispettivamente

influenza positiva e negativa sulla quantità di alcaloidi prodotti dallo Stramonio (Datura stramonium L.)

Page 80: Lezioni piante officinali-2009

80

Influenza dovuta alle tecniche agronomiche sui p.a.

Nelle singole specie officinali verranno descritte

le tecniche agronomiche più appropriate, tuttavia si può dare una visione d‟insieme:

• Scelta del genotipo;

• Epoca,densità di semina,trapianto;

• Concimazioni

• Irrigazioni;

• Difesa fitosanitaria

• Operazioni di raccolta

• Trattamenti post-raccolta

Page 81: Lezioni piante officinali-2009

81

Scelto del genotipo

• Purtroppo nel settore non è stato

effettuato un vasto lavoro da poter offrire

un buon ventaglio per la scelta di genotipi

ai coltivatori, tali da introdurli nei diversi

ambienti agricoli. Tuttavia esiste materiale

materiale di particolare interesse ottenuto

su alcune specie.(es:lavanda,coriandolo,Menta,papavero

ecc..)

Page 82: Lezioni piante officinali-2009

82

• Nella Lavanda officinalis Chaix e Lavanda latifolia Medie sono stati prodotti ibridi (es.Abrial) con buona qualità di p.a.;

• Nel Coriandolo-varietà resistenti al freddo, idonee alla produzione di foglie, di semi,altre di olio;

• Nella Menta - varietà ricche di olio essenziali con alto contenuto in mentolo;

• Per il Papavero sonnifero- varietà a semina primaverile altre estive caratterizzate da alto contenuto di morfina o codeina e con semi ricchi di sostanze grasse.

• Camomilla comune- varietà da olio o per infuso.

Page 83: Lezioni piante officinali-2009

83

• A)- L’utilizzazione del materiale genetico disponibile è spesso poco adatto ai nostri ambienti molto diversi.

• B)- Tale materiale non è facilmente accessibile perché spesso non incluso nei circuiti commerciali;

• C) – Bisognerà mettere a punto adeguate normative che regolino la commercializzazione del materiale di propagazione (es:certificazione)

Page 84: Lezioni piante officinali-2009

84

Epoca,densità di semina,trapianto;

• La scelta è condizionata da diversi fattori

(dalla specie, latitudine,altitudine clima

ecc.)

• -colture poliennali spesso l’impianto viene

effettuato in autunno. L’epoca anticipata

mediamente fornisce rese più alte.

• La densità (p/m2) influenza la produzione

quantitativa e qualitativa;

Page 85: Lezioni piante officinali-2009

85

Es.– L‟Aneto (Anethum

graveolens L.)coltivato in impianti densi produce olio di scarsa qualità (aumenta il contenuto in carvone –che fa diminuire quello in fellandrene, limonene e pinene)

Page 86: Lezioni piante officinali-2009

86

Investimenti elevati invece consigliati per:

• la Menta piperita che accumula olio più

rapidamente;

• Il Papavero sonnifero - unica capsula

altrimenti la pianta ramifica e produce

capsule secondarie povere di alcaloidi

Page 87: Lezioni piante officinali-2009

87

In alcuni casi la densità (p/m2) può essere modulata in

relazione al tipo di produzione che si vuol ottenere

• La Malva (Malva sylvestri L.) coltivata in maggior densità per la produzione di foglie; più rada per ottenere più fiori.

Page 88: Lezioni piante officinali-2009

88

La concimazione

Importante per produzioni e qualità

• L’azoto(N) – eccesso provoca allettamento,allunga il ciclo,attacco di patogeni ecc.)

• In alcune specie come :

• Liquirizia (Glycyrrhiza glabra, L.) provoca la formazione di radici povere di p.a.

• Nella Camomilla romana (Anthemis nobilis L.) induce a formazione di fogliame e capolini piccoli di scarso valore qualitativo.

Page 89: Lezioni piante officinali-2009

89

• Nella Valeriana (Valerianaofficinalis L.) e nella Genziana(Gentiana lutea L.) quantitàalte di azoto favoriscono losviluppo della parte aeree ascapito della radice cheinteressa come droga

Page 90: Lezioni piante officinali-2009

90

Importante rapporto fra i tre elementi (N:P:K)

N:K – in alcune specie-Camomilla

comune (Chamomilla recutita L.)

rapporto sbilanciato a favore del

potassio = capolini più grandi

ma la qualità dell’olio è

scadente

Inoltre,con lo stesso rapporto,

nella Lavanda sp. poiché il K

incrementa il contenuto di

canfora l’olio risulta deprezzato

Page 91: Lezioni piante officinali-2009

91

• il fosforo- in alcune officinali come la Lavandatende a deprimere la resa percentuale in olio, mentre ha effetti positivi sui semi e foglie del Coriandolo (Coriandrum sativum L.)

Page 92: Lezioni piante officinali-2009

92

L’Irrigazione• Nei nostri ambienti è spesso

indispensabile colture: Menta,Belladonna,Malva,Digitale ecc.

• Adottare tecniche di irrigazione che non provochino dilavamento degli oli sulle parti epigee della pianta (fiori,foglie,fusti ecc.)

• L’irrigazione per aspersione è spesso sconsigliabile in molte specie officinali.

Page 93: Lezioni piante officinali-2009

93

Difesa fitosanitaria

• L’impiego di prodotti (agrofarmaci) per la

difesa di queste colture pone il problema

di eventuali residui.

• L’impiego di prodotti chimici va effettuato

• In casi la gravità di attacco del parassita lo

rende indispensabile (es. Malva da

Puccinia spp.Belladonna da Rhizoctonia

spp.Papavero spp. da Peronospora ecc.

Page 94: Lezioni piante officinali-2009

94

• Gli orientamenti produttivi per il futuro

vanno verso tecniche colturali

• integrate,

• biologiche

• biodinamiche

Page 95: Lezioni piante officinali-2009

95

Modalità ed epoca di raccolta

• Grande importanza le modalità che possono influenzare la quantità (macchine che non scuotano eccessivamente le piante = caduta di semi e foglie)

• Sfalcio alto rispetto al terreno per evitare il danno alla parte dei fusti che ricacciano (es: Santoreggia perenne,Salvia officinale,Isoppo ecc.)

Page 96: Lezioni piante officinali-2009

96

• La Melissa o erba

cedrina (Melissa

officinalis L.) può

essere sfalciata a

livello del terreno

poiché ricaccia dalle

gemme presenti sul

colletto.

Page 97: Lezioni piante officinali-2009

97

Epoca

• Le operazioni di raccolta devono essere effettuate nella giusta epoca (TEMPO BALSAMICO)

costituisce il fattore fondamentale per l‟ottenimento di buone rese

=

QUANTITA‟ + QUALITA‟

Page 98: Lezioni piante officinali-2009

98

Es:• Ginepro (Juniperus

communis L.)- le bacche raccolte a diversi stadi di maturazione:

• prima solo oli essenziali;

• successivamente anche la presenza di resina in bacche mature.

Page 99: Lezioni piante officinali-2009

99

• Aneto (Anethum graveolens

L.)

• Per ricavare olio migliore

(limitare la quantità di

carvone) raccogliere i frutti

prima del viraggio verso il

rosso

Page 100: Lezioni piante officinali-2009

100

• La Santoreggia perenne –

per olio ricco di fenoli-raccogliere in prefioritura.

• Viceversa per uso erboristico deve essere povera di fenoliquindi raccolta in piena fioritura

Page 101: Lezioni piante officinali-2009

101

• La Salvia sclarea (Salvia

sclarea L.) quando

destinata all’uso erboristico

dovrà essere raccolta in

prefioritura

Page 102: Lezioni piante officinali-2009

102

Trattamenti post-raccolta

• Manipolazioni che i prodotti subiscono prima del processo di trasformazione industriale possono influenzare i diversi p.a.

Trattamenti frequentemente praticati in azienda :

• -lavaggio (radici,tuberi o bulbi)

• -essiccamento (porzioni erbacee o semi)

• -periodo di tempo di conservazione del materiale dopo l’ essiccamento

Page 103: Lezioni piante officinali-2009

103

accorgimenti

• Il lavaggio e successiva asciugatura

dovranno essere molto rapidi per

evitare perdite di p.a. e per sottrarsi

ad eventuali alterazioni causate da

muffe,batteri ecc.

Page 104: Lezioni piante officinali-2009

104

• L’essiccamento --- il materiale (secondo i

casi) va portato ad una umidità compresa

far 5-15% ciò per fermare processi

degradativi,

• La temperatura di essiccazione -- va

valutata con la termolabilità dei processi

delle sostanze da conservare nella droga

Page 105: Lezioni piante officinali-2009

105

Il periodo di conservazione in azienda dipende da molti fattori :

• umidità del materiale e dell’ambiente,

• temperatura,

• attacchi di insetti,

• presenza di alcune sostanze facilmente deperibili (grassi)

Il periodo di conservazione dovrebbe essere possibilmente breve ed avvenire in ambienti idonei (freschi,ventilati,secchi ecc..)

Page 106: Lezioni piante officinali-2009

106

Situazione produttiva e commercio delle piante officinali

• Difficile tracciare una quadro ben definito poiché le notizie risultano frammentarie e in alcuni casi contraddittorie.

• L‟utilizzo delle piante nel settore erboristico,cosmetico e farmaceutico è notevolmente aumentato grazie alla professionalità dei produttori .

• Negli ultimi anni in diversi Paese del mondo sono state effettuate valutazioni di nuove tecniche di tipo agronomico-produttive, di trasformazioni,estrazioni di p.a. di maggior interesse farmacologico .

Page 107: Lezioni piante officinali-2009

107

Situazione Mondo

• Il comparto è in continua espansione e sul mercato sono presenti piante o parti (droghe), allo stato fresco oppure essiccato,oli essenziali,estratti e succhi,gomme,resine ecc., per cui non è facile una stima della materia prima.

• Sono circa 100 le voci dei prodotti officinali

riportate nelle statistiche del commercio internazionale italiana

Page 108: Lezioni piante officinali-2009

108

• Inoltre, queste piante sono oggetto di

coltivazione, in parte da raccolta allo stato

spontaneo come in PVS delle zone

tropicali, ove l’esportazione rappresenta

una fonte una buona fonte di guadagno

dovuto al commercio interno ed alla

grande esportazione verso Paese

industrializzati

Page 109: Lezioni piante officinali-2009

109

• Secondo stime recenti della FAO la

superficie mondiale destinata alle più

importanti specie officinali tropicali

indicano circa 5 milioni di ettari con una

produzione di pari a 30 milioni di tonnellate

Page 110: Lezioni piante officinali-2009

110

In base alla destinazione il comparto può suddividersi in quattro

principali filiere:

• Spezie di origine tropicale;

• Specie aromatiche delle zone temperate;

• Oli essenziali

• Medicinali di rinnovato interesse fitoterapici

Page 111: Lezioni piante officinali-2009

111

aromatiche

• Quelle generalmente usate sono circa 70 specie impiegate in diversi settori alimentari e liquoristici ma solo una quindicina mostrano a livello mondiale un mercato di rilevante interesse (salvia,origano,rosmarino,basilico,timo ecc)

• Il mercato mondiale delle aromatiche è stimato intorno a 50.000 t (particolare interesse, in paesi come Usa e Europa Centrale)

• La domanda è orientato soprattutto verso prodotto fresco che favorito la crescita di aziende vivaistiche per la produzione di piantine in vaso o in serra.

• E‟ un settore in crescita che richiederà un cospicuo impegno della ricerca agronomica per ottenere biotipi geneticamente validi per le differenti utilizzazioni condimentarie, come nell‟industria agro-alimentari e per l‟ottenimento di prodotti surgelati.

Page 112: Lezioni piante officinali-2009

112

Spezie

• Il settore è in continua crescita e gli scambi a livello mondiale superano i 2 milioni di tonnellate per un valore di circa 4 miliardi di dollari.

• I Paesi produttori ed esportatori dell‟area Tropicale Subtropicale sono circa 20:

• (India,Pakistan,Indonesia,Malaysia,Madagascar, ecc.)

• Altri Paesi del Sud-Est asiatico di recente commercio (Tailandia,,Bangladesh, Vitnam) .

• Il principale prodotto esportato è il pepe, curcuma,la noce moscata,lo zenzero, il cardamomo, chiodi di garafano, coriandolo,cumino,anice ecc.

Page 113: Lezioni piante officinali-2009

113

Oli essenziali

• Il settore e‟ di rilevante importanza per l‟elevato impiego (fitoterapia,profumeria,alimentazione)

• La produzione mondiale circa 50.000 t /anno il cui valore si aggira intorno a 800 milioni di dollari

• Gli oli di arancio,limone,bergamotto,cedro,cedronella,eucalipto,lavanda,menta,tiglio,sasso-frasso,chiodi garofano rappresentano quasi 85-90% degli oli essenziali.

• Nella cosmesi e profumeria si limita a prodotti di classe

Page 114: Lezioni piante officinali-2009

114

Produzione e commercio

• Per la valutazione del settore “Piante Officinali” si èreso necessario l„analisi delle filiere che interessanoquesto comparto, a partire dall‟area produttiva-agricola, alla quella tecnologica estrattiva sino alcomplesso meccanismo della distribuzione edell‟informazione.

• La funzionalità e sicurezza di questi prodotti finiti ecorredata dalla qualità della materia prima utilizzata.

• Quindi il legislatore ha dovuto adeguarsi alle nuoverichieste di mercato tanto che le aziende produttrici diprodotti a base di piante officinali vengono fatterientrare nel novero di Officine autorizzate dalMinistero della Salute in ottemperanza alle indicazioniComuninarie.

Page 115: Lezioni piante officinali-2009

115

Situazione Europea

• Da indagine condotta in questi ultimi anni dall‟European Herbal Growers Association (EHGA) in Austria,Francia, Germania,Grecia,Italia,Olanda,Svezia e Regno Unito, è risultato che:

• Gli addetti alla coltivazione e alla raccolta sono circa 10.200 unità di cui circa 2.300 in Italia.

• Le aziende hanno prevalentemente carattere di impresa familiare

Page 116: Lezioni piante officinali-2009

116

• Altre stime indicano anche una crescente

espansione nei Paesi dell’Est

(Ungheria,Romania, ex Iugoslavia) in

ciascuno dei quali spesso si registrano

mediamente coltivazioni su 20-25 mila

/ha/anno

Page 117: Lezioni piante officinali-2009

117

• Situazione Italia

• ISAFA (2000) ha stimato che la superficie

a piante officinale era di oltre 3500 ettari.

• La Calabria (maggiore superficie investita

soprattutto bergamotto)

Page 118: Lezioni piante officinali-2009

118Sicilia:277ha(Manna 200)

Umbria:45ha(Iperico19)

Importanza delle piante officinali nelle diverse regioni e principali specie coltivate(Vender,2001)

Romagna:64ha (lavanda 11)

Liguria 52ha(Lavanda20)

Veneto:18 ha

Echinacea 8

Sardegna: 50ha

(Zafferano 20)

Piemonte:578ha

Menta (220)

Toscana:326ha

(Lino80)

Altre regioni: <1 ha

Lombardia:45haRosmarino(16)

Puglia:73ha (Camomilla52)

Calabria:1689ha(Bergamotto 1500)

Abbruzzo:96ha (Iperico45)

Marche:64ha (Passiflora11)

Page 119: Lezioni piante officinali-2009

119

La successioni delle Leggi 1931 sin

Page 120: Lezioni piante officinali-2009

120

ACHILLEA (Achillea millefolium L.

• Ordine:Asterales• Famiglia:Asteraceae• Genere:Achillea; Specie millefolium

• Nomi comuni• Millefoglio montano,Erba dei

somari,SanguinellaStagnasangue,Erba formica,Erba da tagli

• Francese: Achillée Millefeuille• Inglese: Yarrow• Spagnolo: Milenrama, Aquilea• Tedesco: Scafgarbe

Page 121: Lezioni piante officinali-2009

121

Descrizione della pianta

• Pianta erbacea rustica,rizomatosa,cespitosa.Cresce spontanea nei prati e di cui ne esistonodiverse sottospecie. Di queste alcune ( A.collina Becker ) forniscono olio essenziale blucontenenti gli azuleni con proprietàantinfiammatorie.

• Fusto – 30-40 cm,striati, pubescenti,ramificatiall‟apice.

• Le foglie alterne,pelose, frastagliate, pelose emolli. Quelle basali (8-15 cm) picciolate adifferenza di quelle cauline che sono sessili.

• I fiori sono piccoli (3-5mm di d.) di colore cheva dal bianco al rosa, riuniti in infiorescenza acorimbi compatti terminali. Nei nostri ambientifiorisce in giugno-settembre. Il frutto è unpiccolo achenio privo di pappo.

• 1000 semi pesano circa 0,12-0,15 grammi

Page 122: Lezioni piante officinali-2009

122

Page 123: Lezioni piante officinali-2009

123

Origine e diffusione

• Asia settentrionale è ormai diffusa in

America settentrionale ed Europa.

• Si trova dalla pianura alla montagna (2500

m.s.l.m. nei prati,pascoli, luoghi incolti e

terreni boscosi.

Page 124: Lezioni piante officinali-2009

124

Esigenze pedoclimatiche

• Vive bene in climi temperati o temperati

freddi (-15°C). Tollera ben il pH sia acido

che calcareo. Non preferisce i terreni

pesanti o soggetti a ristagni idrici.

Page 125: Lezioni piante officinali-2009

125

miglioramento genetico

• In commercio due varietà la tedesca

“PROA” a fiori bianchi ricca di oli

essenziali e proazulene e la slovacca

“ALBA” con fiori bianchi o rosa e

contenuto medio basso di proazulene

Page 126: Lezioni piante officinali-2009

126

Durata della coltura

• Da 2 a 3 anni.

- Per controllare meglio le malerbe, è

preferibile rinnovare spesso gli impianti.

Page 127: Lezioni piante officinali-2009

127

Preparazione del terreno e concimazione

• - Aratura autunnale (profondità: 25-30 cm) ed

interramento di 400-600 q di letame maturo;

• - Fresatura od erpicatura primaverile ed interramento dei concimi minerali o organici in modo da apportare: 80-100 kg di N/ha ,80-120kg/ha di P205 e 100 kg/ha di K20.

Page 128: Lezioni piante officinali-2009

128

Impianto

• La semina diretta in campo è sconsigliabile.

Trapianto

• L'achillea si semina in marzo, in serra, in vaschette e circa un mese dopo si può effettuare il ripicchettamento in singoli contenitori alveolari. Il trapianto in pieno campo si esegue circa due mesi dopo (fine aprile-primi maggio) in file distanti 60-70 cm ed a 35-30 cm sulla fila (circa 5,5-6,5).

Page 129: Lezioni piante officinali-2009

129

Divisione dei cespi

• Avendo a disposizione piante di una coltura precedente, si può fare la divisione dei cespi o dei rizomi, sia in primavera che in autunno.

• Quest’ultimo è il miglior sistema e si può eseguire tutto l’anno, ma l’epoca più adatta è l’autunno o a fine inverno.

Page 130: Lezioni piante officinali-2009

130

Cure colturali

• E’ una pianta di facile coltivazione che non presenta alcun problema.

• Sarchiature interfila (con motocoltivatore) e sulla fila (a mano) per controllare sia le malerbe che i rizomi emessi dall’Achillea medesima che è una specie piuttosto invadente.

Page 131: Lezioni piante officinali-2009

131

Malattie e Parassiti

• L’Achillea può essere

colpita dall’oidio e dalla

cercospora, inoltre sono

possibili attacchi da

parte di afidi e di un

piccolo crisomelide la

Galeruca tanaceti.

Page 132: Lezioni piante officinali-2009

132

RACCOLTA E RESE

• Le raccolte si susseguono da giugno a

settembre, a partire dalla fase di piena

fioritura. Nel 1° anno la fioritura inizia nel

mese di giugno, mentre negli anni

successivi, si anticipa di un mese e si

prolunga fino ad ottobre.

Page 133: Lezioni piante officinali-2009

133

• Il n° di raccolte varia in funzione della

disponibilità di acqua e della fertilità del

suolo (min.2 max. 5).

• Alla raccolta, prima si esegue un taglio

alto per raccogliere le sommità fiorite ed

una parte si stelo (3-4 cm),

• Poi un altro taglio a circa 20 cm dal suolo,

per favorire il ricaccio.

Page 134: Lezioni piante officinali-2009

134

• La raccolta va eseguita la mattina presto,

in questo modo il contenuto di olio

essenziale è più alto.

• La temperatura di essiccazione consigliata

è di 35 °C.

Page 135: Lezioni piante officinali-2009

135

Resa/ha

• Le rese sono di: 50 q/ha di pianta fresca il

1° anno, e di 150- 170 q/ha, gli anni

successivi, che si riduce a circa 1/3 in

peso secco.

• La resa in sommità fiorite essiccate è

invece di rispettivamente di 6-8 q/ha(1°

anno) e di 25 q/ha negli anni successivi.

Page 136: Lezioni piante officinali-2009

136

Utilizzazione e principi attivi

• Si utilizzano le foglie e le

sommità fiorite (capolini

essiccati,staccati dal

corimbo) fresche od

essiccate, raccolte al

tempo della fioritura.

Page 137: Lezioni piante officinali-2009

137

La droga contiene:

• oli essenziali(azulene),

• flavonoidi (rutina,apigenina,leteolina);

• Tannini,Sali minerali,resine, cumarine,

• zuccheri,alcaloidi,amminoacidi,acidi.

• -Achileina – particolare sostanza di sapore

amaro.

Page 138: Lezioni piante officinali-2009

138

• Viene utilizzata nella medicina alternativa e tradizionale (febbre,ferite,emorraggie ed ipertensione)

• Proprietà farmaceutiche: Possiede diverse proprietà salutari.

• Trova impiego nei disturbi genitali feminili (mestruazioni irregolari, ansia da menopausa),

• Nei casi perdite sanguigne causate da emorroidi e ferite, nei problemi di circolazione.

• Proprietà digestive, amaro- toniche, antispasmodiche, antiemorragiche, emmenagoghe, diaforetiche.

Page 139: Lezioni piante officinali-2009

139

controindicazioni

• I preparati sono controindicati nelle donne

in gravidanza e durante la fase di

allattamento.

• L’uso topico eccessivo ,della droga fresca,

• Può causare dermatiti orticarioidi

Page 140: Lezioni piante officinali-2009

140

Dosaggio comunemente usato

• 2-3 g di sommità fiorite in infusione (150

ml di acqua bollente) 2-3 volte al giorno.

Page 141: Lezioni piante officinali-2009

141

Uso in cucina

• L'odore intenso rispetta il sapore, amaro ma gradevole.

• Le foglioline più tenere possono essere aggiunte a insalate e minestre, facendo però attenzione a non eccedere nella dose perché sono molto aromatiche.

• Ottima anche per insaporire salse, aceti e liquori casalinghi.

• Caratteristica la frittata con le foglie.

• Fiori e foglie , essiccati all'ombra, entrano spesso nella composizione di liquori aperitivi e digestivi a base di erbe.

Page 142: Lezioni piante officinali-2009

142

ANICE (Pimpinella anisum L.)

Ordine:Apiales

Famiglia:Apiaceae(Umbelliferae)

Genere:Pimpinella

Specie: anisum

Nomi comuni: Anice, anice

verde,anice vero, erba anicina

Inglese: Anise,

Francese:Anis

Spagnolo: Anis

Tedesco: Anis

Page 143: Lezioni piante officinali-2009

143

Storia e curiosità

• Il suo nome significa "foglie due volte

pennate" (bis-pinella) per le foglie, mentre

il termine anisum, significa "eccitare".

Anche Pitagora ne parlava come pianto

utile quanto la scilla e la senape. L´infuso

di anice nel vino curava le morsicature di

scorpioni, mentre era sufficiente tenerne

alcuni semi nel palmo della mano per

guarire gli attacchi epilettici

Page 144: Lezioni piante officinali-2009

144

• Dai Romani l´anice entrava come correttivo aromatico nella preparazione dell´"Anisetum“.

• Galeno la raccomandava tra le droghe da tenere in alta considerazione. E´ ricordata da Teofrasto, Dioscoride e Plinio, mentre Carlomagno la incluse nel suo Capitulare, rendendone obbligatoria la coltivazione nei poderi imperiali.

• Si diceva che l´anice corregge la vista e conforta lo stomaco e che quello migliore è quello più dolce

Page 145: Lezioni piante officinali-2009

145

• L´Anice non deve essere confuso con l´Anice Stellato (Illicium verumL.) della Famiglia Magnoliacee, albero coltivato, originario della Cina, i cui frutti a forma di stella hanno più o meno le stesse proprietà e principi attivi.

Page 146: Lezioni piante officinali-2009

146

Descrizione della pianta

• Pianta erbacea annuale alta 30-70 cm.

• La radice è fittonante. Il fusto è debole, cavo all’interno, di forma tondeggiante, striato e pubescente,ramificato all’apice.

• Le foglie della rosetta hanno un lungo picciolo e sono reniformi, rotonde od ovate e dentate, quelle basali sono pennate a 3-5 segmenti ovati,

le caulinari hanno un lungo picciolo e sono 2-3

pennatosette, con segmenti lineari, lanceolati.

Page 147: Lezioni piante officinali-2009

147

• I fiori sono piccoli, di color bianco e riuniti in

ombrelle di 7-15 raggi. La corolla presenta

cinque petali smarginati con lacinia ripiegata.

• Il frutto è un diachenio di forma ovoidale o

piriforme, striato longitudinalmente, provvisto di

peli.

• I semi, lunghi da 3 a 5 mm e larghi da 1.5 a 2.5

mm, sono di colore verde tendente al giallo e

diventano scuri a maturazione.

• La fioritura si ha all'inizio dell'estate, in luglio-

agosto.

Page 148: Lezioni piante officinali-2009

148

Semi di P.anisum

Page 149: Lezioni piante officinali-2009

149

Origine e diffusione

• Pianta originaria dai Paesi asiatici,oggi

ampiamente coltivata in Messico,Medioriente,

Nord-Africa, Europa meridionale,India,Turchia.

Molto coltivata in Egitto,Spagna.

• Nel nostro Paese si coltiva soprattutto in

Romagna,Puglia,Sicilia e si trova

naturalizzata , dalle zone marittime fino

alle submontane (da 0 a 800 m).

Page 150: Lezioni piante officinali-2009

150

Esigenze pedoclimatiche

• Predilige terreni profondi,leggeri,ricchi i

sostanza organica e di calcare. Sopporta

bene i terreni argillosi e l’ombreggiamento.

• Preferisce climi temperati caldi. Non

sopporta prolungati periodi di siccità né

eccessivi freddi né geli primaverili

Page 151: Lezioni piante officinali-2009

151

Tecnica colturale

• La semina si esegue direttamente in campo, nei mesi di marzo-aprile, su terreno ben preparato,ponendo la semente alla profondità di 2 - 3 cm.

• La semina si esegue a file distanti 50 - 70 cm impiegando circa 10-15 kg/ha di semente, così da avere una densità ottimale pari a 10-12 piante per m2. Se l’investimento risulta più fitto, è consigliabile eseguire un diradamento

• L’anice teme le gelate tardive.

Page 152: Lezioni piante officinali-2009

152

Esigenze nutritive

• Una produzione di 100 kg di frutti asporta

in media 7,6 kg di N; 2,5 di P205; circa 8

Kg di K20.

• Apporti di circa 35-40 kg di azoto,70 kg di

fosforo e 50-60 di potassio. La pianta si

avvantaggia della dotazione di calcio nel

terreno. Si può ricorrere a concimi come il

Nitrato di calcio .

Page 153: Lezioni piante officinali-2009

153

• È preferibile eseguire in autunno, al

momento dell’aratura, una concimazione

organica (500-700 q/ha di letame) . Pollina

o altro organico.

Page 154: Lezioni piante officinali-2009

154

Irrigazione

• Sono necessari interventi irrigui durante lo

sviluppo vegetativo sino alla fase di

fioritura.

• Stress idrici, soprattutto durante la fase di

fioritura, danneggiano la resa e la qualità

dell’olio essenziale.

Page 155: Lezioni piante officinali-2009

155

Principali avversità

• Fra i parassiti fungini: Sclerotinia slerotiorum de

By; Plasmopara nivea U.Schroet. ( colpiscono le

foglie).

• Larve di lepidotteri: Drepressaria libanotidella

Ricci ; Papilio machaon L.

• In magzzino: Stegobium panceum L.

• N generali sono parassiti che non provocano

danni da richiedere interventi di protezione.

Page 156: Lezioni piante officinali-2009

156

Diserbo

• In pre-emergenza :

• Pentimethalin 1-2 kg/ha;

• Linuron 0,6 kg/ha;

• Prometrin 1,5 kg/ha

Page 157: Lezioni piante officinali-2009

157

Epoca di raccolta

• La raccolta si esegue in genere tra la fine di agosto e l‟inizio di settembre, quando i frutti dell‟ombrella principale sono ancora grigio-verdi e le piante non completamente secche.

• Questa precauzione si deve sempre adottare nella raccolta di piante appartenenti alla famiglia delleOmbrellifere la cui maturazione dei frutti è tipicamente scalare.

Le piante intere si sfalciano quando sono ancora umide.

Si essiccano e dopo alcuni giorni, si effettua la trebbiatura per separarne i semi.

Page 158: Lezioni piante officinali-2009

158

Utilizzazione e principi attivi

I “semi” di anice tal quali, interi e in polvere, sono usati:

• •Nel settore alimentare come spezia per aromatizzare i cibi cotti, sia di gusto salato (carne e minestre) che dolce (dolci, pane e caramelle);

• Nel settore liquoristico per la produzione di bevande alcoliche come l’Anisetta, il Mistrà e la

• Sambuca di origine italiana, il Pastis provenzale, il Pernod francese, il Raki turco, l’Ouzo greco e l’Arak libanese;

• Nella medicina popolare come infuso per le proprietà espettoranti, carminative e antispasmodiche.

Page 159: Lezioni piante officinali-2009

159

• I semi contengono anche 18-23% di sostanze grasse, 16-20% di proteine e 3.5-5.5% di zuccheri.

• L‟olio essenziale è un liquido limpido, incolore o giallo pallido. Il suo gusto è dolce e speziato, l‟odore è aromatico e piacevole.

• I suoi costituenti principali sono il trans-anetolo (80–95%) che gli conferisce il caratteristico odore gradevole, mentre l‟isomero cis-anetolo è ritenuto tossico.

• Altri coponenti:• para-metossifenilacetone, carvone, cariofillene,

estragolo, limonene, pinene, anisaldeide, cresolo ed eugenolo

Page 160: Lezioni piante officinali-2009

160

• L‟olio essenziale trova impiego:• • nell‟industria cosmetica per aromatizzare

saponi, creme, dentifrici e lozioni, in India si usa l'acqua d'anice come profumo;

• • nell‟industria farmaceutica come carminativo, stimolante, antispasmodico, stomachico, espettorante e galattoforo.

• Per elevare le rese e diminuire i tempi del trattamento, i semi, prima della distillazione, vengono frantumati.

Page 161: Lezioni piante officinali-2009

161

Controindicazioni e sicurezza

• Occasionalmente nei soggetti sensibilizzati all‟anetolo possono manifestarsi reazioni allergiche,respiratorie e gastrointestinali.

• Dosaggio comunemente usato negli infusi:

• 2-5 g frutti schiacciati in una tazza di acqua bollente (15oml) 2-3 volte al giorno. (adulti)

• Bambini 2-4 anni (1g)

Page 162: Lezioni piante officinali-2009

162

Attività biocida

• Prove in vitro su microrganismi fitopatogeni si è

visto che gli oli essenziali estratti dai frutti di

anice alla concentrazione dell’1% sono in grado

di inibire completamente la crescita dei batteri :

Xanthomonas campestris pv. campestris; X.

Oxonopodis pv.alfa; Pseudonomas syringae pv.

Tomato; Pectobacterium carotovorum

subsp.carotovorum; e del fungo Botritis sp.

Page 163: Lezioni piante officinali-2009

163

• Il suo componente principale,l’anetolo, non ha mostrato particolare attività battericida, viceversa il lanaiolo, presente nell’olio in bassa quantità ha forte azione battericida (Zaccardelli e coll. 2007)

Page 164: Lezioni piante officinali-2009

164

ASSENZIO (Artemisia absinthium L.)

» Ordine:Asterales

Famiglia:Asteraceae(Compositae)

Genere:Artemisia

» Specie: absinthium

» Aezio maggiore,assenzio

romano

» Inglese:Wormwood

» Spagnolo:Ajenjo

» Francese:absinthe

» Tedesco: Wermut absinth

Page 165: Lezioni piante officinali-2009

165

Page 166: Lezioni piante officinali-2009

166

Page 167: Lezioni piante officinali-2009

167

• Pianta di 30-130 cm, ramificata, biancastra, tomentosa,fortemente aromatica, di sapore amaro;Fusto eretto e legnoso alla baseFoglie basali 3 pennatosette, picciolate , le cauline più piccole e subsessiliCapolini emisferici, giallo-bruni, raccolti in pannocchie terminali fogliose.Acheni lisci,piccoli senza pappo.

• Fiorisce da Agosto a SettembreComune in Italia Settentrionale e Peninsulare fino alla BasilicataVegeta negli incolti e luoghi aridi,fino a 1.100 m,

Page 168: Lezioni piante officinali-2009

168

A.Pontica L. – detto

volgarmente

pccolo assezio

coltivato in

Piemonte

Page 169: Lezioni piante officinali-2009

169

• A. arborescens L. –

detto volgarmente

assenzio marino

presente negli incolti e

sulla costa sarda.

Page 170: Lezioni piante officinali-2009

170

Origine e diffusione

• Pianta conosciuta sin dall’antichità. Nel

XIII si utilizzava molto come

medicamento.

• Spontanea nei luoghi incolti e

asciutti,sassosi,lungo i muri e i margini

delle strade. Si trova in Europa, Asia,

Africa. Successivamente introdotta anche

nell’America Settentrionale.

Page 171: Lezioni piante officinali-2009

171

Esigenze pedoclimatiche

• Vegeta bene in terreni permeabili,profondi,argillosi calcarei piuttosto secchi.

• Predilige i pendii permeabili sassosi e ben soleggiati

Page 172: Lezioni piante officinali-2009

172

Tecnica colturale

• Nella rotazione può succedere ad un

cereale o ad un prato stabile.

• Non deve seguire se stessa o altra

composita.

Page 173: Lezioni piante officinali-2009

173

Preparazione del terreno

• Aratura autunnale , fresatura ed erpicatura primaverile.

Page 174: Lezioni piante officinali-2009

174

Comcimazione

• Al momento dell’aratura interrare 500-700

q/ha di letame ben maturo.

• All’inizio della vegetazione circa 130-140

kg/ha di azoto da frazionare in 2-3

interventi.

• 80-100 kg/ha di fosforo; 120-150 di fosforo

Page 175: Lezioni piante officinali-2009

175

Impianto

• E‟ possibile la semina diretta in campo, tuttavia si preferisce il trapianto delle piantine ottenute dalla semina in semenzaio in febbaio-marzo (2-3 g/m2 di seme).

• Il trapianto viene effettuato in maggio-giugno.

• Da impianto di coltivazione vecchia si possono ottenere piantine dalla divisione dei cespi.

• I sesti d‟impianto : 30-40 cm x 60-70cm circa 20-25 p/m2

• Investimento di 25-30000 piante /ha

Page 176: Lezioni piante officinali-2009

176

Cure colturali

• Irrigazione post-trapianto soprattutto dopo

il trapianto dei cespi.

• Sarchiatura periodica per arieggiare il

terreno e per eliminare alcune

infestanti(altea,malva ecc..)

Page 177: Lezioni piante officinali-2009

177

Parassiti

• Cercospora absinthii,

• Cercospora olivacea;

• Puccinia tanaceti (foglie e frutti)

Page 178: Lezioni piante officinali-2009

178

Raccolta

La raccolta delle foglie (Absinthii folium) e delle sommità fiorite (Absinthii herba) va esguita nei periodi caldi e asciutti, a partire dl I° anno in cui si riesce ad ottenere un unico raccolto di foglie.

Al 2° anno la prima raccoltà può aver luogo da maggio ad agosto. La droga in questo caso è costituita da sole foglie. Per A. herba le piante vanno tagliate in piena fioritura a circa 50cm. In autunno è possibile effettuare una raccolta di sole foglie.

Page 179: Lezioni piante officinali-2009

179

Rese

• A partire dal secondo anno si possono ottenere 100 q/ha di erba secca che corrisponde a 40-60 q/ha di prodotto commerciabile (foglie e fiori)

Page 180: Lezioni piante officinali-2009

180

Principi attivi e utilizzazione

• La pianta contiene composti amari (absintina, anbsintina ecc.). I principali componenti dell‟olio essenziale (0,3-0,9%) sono: tuione, fellandrene e cadinene

• Le foglie e le sommità fiorite vengono utilizzate soprattutto nelle industrie liquoristici nella fabbricazione di vermouth, aperivi,amari, ecc.

• Nella medicina popolare foglie e fiori sono utilizzati come sedativi,stomachici

Page 181: Lezioni piante officinali-2009

181