La filiera delle piante officinali: “Dal campo alla tavola” La filiera... · delle piante...
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La filiera delle piante officinali: “Dal campo alla tavola”
Venerdì culturali – 4° ciclo
15 FEBBRAIO 2013 – SEDE FIDAF - ROMA
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ettari coltivati;
tonnellate di prodotto;
di euro il valore delle produzioni;
operatori di settore (trasformazione, produzione, terzismo e commercio all’ingrosso);
• oltre marchi commerciali che impiegano le piante officinali nei
loro prodotti.
Il settore della Piante Officinali nel nostro Paese
“La filiera delle piante officinali: “Dal campo alla
tavola ”
Le Leggi che regolamentano la raccolta e la produzione delle piante officinali
- Disciplina la coltivazione, la raccolta e il commercio delle piante officinali;
Decreto attuativo della Legge 6 gennaio 1931, n. 99, portante disposizioni sulla disciplina della coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali
Indica 54 piante officinali spontanee che sono in grado di esplicare azioni terapeutiche, aromatiche e cosmetiche. Definisce il nome botanico, le parti usate e i quantitativi di droga secca detenibile per uso familiare.
- Disciplina la raccolta e la vendita della camomilla;
- Disciplina la raccolta e la vendita della digitale.
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“La filiera delle piante officinali: “Dal campo
alla tavola ”
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1. fornire risposte immediate a diverse Associazioni del settore (FIPPO, Assoerbe, SISTE, ecc.) che hanno fatto richiesta formale al MiPAAF di istituire un Tavolo di Filiera sulle Piante Officinali, al fine di avviare un confronto tra le diverse Istituzioni preposte alla valorizzazione di questo settore;
2. aggiornare, anche dal punto di vista normativo, il settore tenendo conto della sua significativa espansione;
3. chiarire la definizione di prodotto erboristico, definirne i requisiti, l’etichettatura, le modalità di distribuzione e di vendita per favorire il rilancio del settore;
4. garantire al settore delle piante officinali, soprattutto se si tratta di specie autoctone e/o spontanee, caratteristiche di multidisciplinarietà, in un’ottica di salvaguardia del territorio e dell’ambiente.
Il MiPAAF ha istituito un Tavolo di Filiera sulle Piante Officinali al fine di:
“La filiera delle piante officinali: “Dal campo
alla tavola ”
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• Il 19 luglio 2011 si è tenuta la prima riunione del Tavolo di Filiera alla quale hanno
partecipato i Rappresentanti degli Assessorati Regionali all’Agricoltura, delle Associazioni e delle Federazioni del settore delle Piante Officinali, delle Università, dei Centri e degli Istituti di Ricerca, del Ministero della Salute;
• Il giorno 23 settembre 2011 presso il MiPAAF si sono riuniti i rappresentanti del
Tavolo di Filiera, i quali hanno nominato i Coordinatori dei seguenti Gruppi di lavoro: • GRUPPO 1 - Legislazione – Politiche nazionali e comunitaria (coord. Dr. Manzo
del MiPAAF e Dr.ssa Dal Frà del Ministero della Salute); • GRUPPO 2 – Certificazione e qualità (coord. Dr. De Caro della Quality
Assurance Martin Bauer S.p.a.); • GRUPPO 3 - Ricerca & Sperimentazione (coord. Prof.ssa Pistelli - Università di
Pisa; Prof.ssa Di Renzo -Università di Roma Tor Vergata); • GRUPPO 4 - Osservatorio economico – Dati statistici (coord. Dr. Primavera -
FIPPO).
Tappe istitutive del Tavolo di Filiera sulle Piante Officinali
“La filiera delle piante officinali: “Dal campo alla
tavola ”
• Il 29 novembre 2011 il MiPAAF, in accordo con il Tavolo di filiera, ha stanziato un
contributo a favore di ISMEA al fine di realizzare il progetto “Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali”, inerente il censimento del settore in questione, per procedere in un secondo momento alla programmazione di tutte quelle linee di sviluppo consone alla valorizzazione dell’intera filiera;
• Istituzionalizzare formalmente il Tavolo di filiera con apposito Decreto Ministeriale;
• Procedere alla stesura di una bozza di Piano di settore sulla base dei primi risultati scaturiti dal progetto “Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali”;
• Far approvare successivamente il Piano del Settore Piante Officinali in seno alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.
Tappe successive del Tavolo di Filiera sulle Piante Officinali
“La filiera delle piante officinali: “Dal campo alla
tavola ”
• Industria chimica “fine”
•USO DOMESTICO
• INDUSTRIA
•FARMACEUTICA E COSMETICA
•USO INDUSTRAILE
Coloranti, conservanti
Addensanti
Emulsionanti
Aromatizzanti
Edulcoranti
Principi attivI
eccipenti
Insetticidi
Lubrificanti
Inchiostri e tinture
Automedicazione erboristica
Aromatizzazione
Conservazione
ALIMENTI FUNZIONALI
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domanda di PAM (%)industria liquoristica
industriafarmaceutica
industria cosmesi eprofumi
erboristeria
industria alimentare
omeopatia
industria coloranti
OBIETTIVI
• favorire forme di associazionismo e cooperativismo tra le aziende produttrici, in modo da raggiungere masse critiche più elevate;
• messa in rete delle competenze e scambio di informazioni tra gli addetti al settore;
• puntare a prodotti di elevato standard qualitativo (marchi locali, certificazione biologica);
• per i prodotti trasformati (tisane, estratti di vario tipo etc.), sarebbe interessante una certificazione che attesti la percentuale di materia prima di origine nazionale presente nel prodotto finito;
• a livello della ricerca, studio per l'ottenimento di cultivar adatte a specifici ambienti pedo-climatici;
• studio per il miglioramento delle tecniche colturali e di trasformazione.
SEZIONE: Aspetti agronomici e Ricerca varietale
Strengths • la preferenza del consumatore verso i prodotti nazionali; • la certificazione biologica delle produzioni, stimata nel 65% della produzione complessiva (Primavera A., 2010); • la tradizione di alcune produzioni locali (es. menta ed essenze per le produzioni liquoristiche in Piemonte; zafferano in Abruzzo; liquirizia in Calabria); • l'ampia variabilità di condizioni climatiche esistenti nel territorio nazionale, che rendono possibile un ampia gamma di colture; • a fronte di una crisi dell'agricoltura tradizionale, la ricerca da parte degli agricoltori per fonti di reddito alternative quali possono essere le p.o.
Weaknesses •a livello di impresa, si possono citare come punti di debolezza: • l'alto costo della manodopera che incide sul costo del prodotto e lo rende poco competitivo sul mercato; • la difficoltà iniziale nel trovare di canali di commercializzazione; •le limitazioni imposte da una legislazione complicata e poco chiara; • lo scarso supporto tecnico specifico disponibile da parte dagli Istituzioni ed Enti preposti; • per le aziende coltivatrici, la scarsità di informazioni sulle tecniche colturali e di cultivar disponibili; • la mancanza di organismi di collegamento tra l'offerta e la domanda • la mancanza dati attendibili sulla consistenza del settore
Opportunity La domanda interna nazionale, stimata in 30 mila t annue (Primavera A., 2010), a fronte di una produzione stimata in 2-3 mila t, costituisce il presupposto per una possibilità di crescita del settore.
Threats Per le imprese coltivatrici italiane, un'importante minaccia è costituita dalla concorrenza della materia prima, ottenuta sia da coltivazione che da raccolta spontanea, in paesi esteri dove è minore il costo della manodopera, paesi spesso con una importante tradizione nel settore.
AZIONI CHIAVE
• Per le Istituzioni di Ricerca operanti in campo agronomico sarebbe importante poter disporre di finanziamenti ad hoc, anche di modesta entità ma modulati sul lungo periodo, necessari a sviluppare programmi di miglioramento genetico delle specie vegetali di interesse officinale, programmi che richiedono lunghi periodi di svolgimento (7-10 anni e più) e per i quali non è possibile avvalersi della possibilità offerta dai consueti bandi di finanziamento per progetti di ricerca scientifica, quasi sempre modulati su un periodo massimo di tre anni di attività.
Fertilizzanti
Concimi
Ammendanti
Correttivi
Biofertilizzanti
Punti di debolezza l’influenza della concimazione sulla quantità e qualità dei prodotti presenta aspetti discordanti e necessiterebbe di maggiori approfondimenti
l’esiguo numero di specie studiate
Necessità di definire le migliori tecniche di concimazione per numerose specie relativamente allo specifico ambiente di coltivazione e di testare nuovi prodotti e nuove tecniche
Vi è una certa carenza relativamente alle
sperimentazioni sugli altri elementi della fertilità
chimica, P e K, gli elementi secondari e i microelementi
Mancanza della ricerca di approcci originali e sistemici
alla fertilità del suolo propri della coltivazione con il
metodo biologico Aspetti critici relativi alla gestione del suolo: i rischi ambientali connessi all’uso dei fertilizzanti chimici (lisciviazione dei nitrati): perdita di biodiversità del suolo, la riduzione del contenuto di sostanza organica e di tutte le funzioni ad essa connesse
OPPORTUNITA’ PER IL SETTORE
Il passaggio a tecniche di nutrizione integrata
Gestione della fertilità dei suoli in biologico nel settore delle officinali; tuttavia si sono registrati molti progressi in orticoltura biologica e quindi uno dei primi passaggi potrebbe essere quello di mutuare quelle tecniche e poi di adattarle convenientemente
MINACCE DEL SETTORE
La gestione della fertilità del suolo effettuata con soli prodotti di origine chimica, può essere seriamente compromessa dall’aumento del costo dei combustibili fossili.
Lo sfruttamento eccessivo dei suoli e i cambiamenti climatici potrebbero comportare anche un aumento delle patologie soilborn, il cui controllo potrebbe diventare difficile e molto oneroso.
L’uso di ammendanti con effetto di soppressione potrebbe essere molto interessante.
AZIONI CHIAVE
Prove sperimentali di gestione integrata della fertilità in pieno campo e in serra, in pedo ambienti diversi su alcune delle specie più importanti, congiuntamente agli operatori del settore
Sfruttamento delle relazioni tra pianta e microrganismi per orientare la produzione in termini qualitativi e quantitativi
Tecniche di introduzione in coltura di specie/varietà selvatiche che salvaguardino le relazioni tra pianta e microrganismi autoctoni
Introduzione nelle normali tecniche di coltivazione di biofertilizzanti, anche autoprodotti in azienda
Valutazione dell’effetto soppressivo di vari ammendanti organici in
pieno campo ed in ambiente protetto per le officinali biologiche
Messa a punto e valutazione di nuovi substrati colturali (per colture in vaso)
AZIONI CHIAVE: problematiche della ricerca
Definizione delle specie di interesse
Reperimento di materiali: caratterizzazione morfologica di specie officinali (piante, semi), descrizione, produzione di materiale fotografico
Raccolta di informazioni sulle caratteristiche del prodotto finito: trasformazione, utilizzo, mercato
Raccolta di informazioni sulle caratteristiche e problematiche botaniche, agronomiche, fitosanitarie, riferimenti bibliografici
Collezione dei risultati delle ricerche scientifiche e
degli studi realizzati dal Tavolo di Filiera delle Piante
Officinali
Approfondimento normativo
Reperimento di altre informazioni utili
Settore: Propagazione e vivaismo
Argomenti da sviluppare: . produzione di materiale di propagazione per colture estensive a basso valore aggiunto (seme); . produzione di materiale di propagazione per colture intensive ad alto valore aggiunto (seme e talea); . produzione e vendita di materiale di propagazione biologico; . Vivaismo – vendita di piantine in vaso per il consumo domestico di aromatiche e officinali (a cavallo tra il comparto delle ornamentali e delle officinali con problematiche di difesa affini); . Tecniche colturali
La filiera delle piante officinali: “Dal campo alla
tavola ”
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I primi dati del Censimento Agricoltura 2010 forniscono questi dati per tutta l’UE: 120 mila ettari investiti da parte di 19.128 aziende. Per l’Italia i dati definitivi indicano 2.938 aziende e 7.191 ettari investiti. Rispetto al 2000, diminuiscono le aziende ma aumenta la superficie complessiva. Aumenta quindi la superficie media per azienda che passa da 0,55 a 2,45 ettari. N.B. Non è incluso il Bergamotto.
Progetto «Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali» I Primi numeri sul settore – Fase Agricola
“Valorizzazione della filiera delle piante officinali: dati dell'Osservatorio economico della filiera agricola”
Dott. Alberto Manzo Ufficio PQA II
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Accanto alla crescita della superficie complessiva, il Censimento farebbe emergere una redistribuzione territoriale rispetto al 2000: spiccano Marche e Emilia Romagna, dove si registra un notevole aumento degli ettari coltivati; le superfici sono aumentate quasi in tutte le regioni, ma di meno in Piemonte e Sicilia. Tra le regioni più importanti emerge anche la Puglia.
Progetto «Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali» I Primi numeri sul settore – Fase Agricola
“Valorizzazione della filiera delle piante officinali: dati dell'Osservatorio economico della filiera agricola”
Dott. Alberto Manzo Ufficio PQA II
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Dalla prima analisi del Censimento 2010 e dal confronto con il 2000 emerge un settore effettivamente in forte evoluzione nel decennio: • Si conferma la crescita della superficie sia nel complesso sia come dimensione
media per azienda. • I dati per regione mettono in luce possibili processi di ristrutturazione (laddove
diminuiscono le aziende e aumentano le superfici, ad es. Lazio, Abruzzo) e processi di espansione e concentrazione (dove aumentano sia le aziende che, molto di più, le superfici, ad es. Emilia R., Marche, Friuli V.G., Toscana).
• I dati dimensionali (distribuzione delle aziende e delle superfici per classe di SAU) evidenziano che la diminuzione delle aziende ha interessato solo le micro e le piccole (meno di 2 ettari di SAU); solo per le micro diminuisce anche la superficie investita a officinali; viceversa la superficie è aumentata in tutte le altre classi e soprattutto per le aziende con SAU >50 ettari.
• Infatti, nel 2000 il 48% delle aziende con officinali aveva meno di 1 ettaro di SAU e il 2% erano grandi aziende con SAU di oltre 50 ettari; nel 2010 solo il 15% sono microaziende e l’8% sono grandi aziende (con una quota pari al 40% della superficie totale a officinali)
• Modelli aziendali: si affermano piccole aziende molto specializzate e grandi aziende diversificate?
Progetto «Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali» I Primi numeri sul settore – Fase Agricola
“La filiera delle piante officinali: “Dal campo alla tavola ”
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Le superfici investite a «piante aromatiche, medicinali e da condimento» biologiche secondo il Mipaaf (banca dati SINAB) ammontano a 2.958 ettari nel 2010. Nel decennio le superfici sono crescenti, al netto delle oscillazioni annuali (+54% nel 2011 rispetto al 2000).
Progetto «Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali» I Primi numeri sul settore – Fase Agricola
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La FAO produce stime delle superfici e delle produzioni mondiali di molti prodotti e gruppi di prodotti agricoli. Ne abbiamo selezionati 15 di nostro interesse, che complessivamente coprono quasi 11 milioni di ettari nel mondo, in aumento del 21% rispetto al 2000. La maggiore superficie coltivata riguarda il tè, la maggiore produzione è quella di «altri agrumi». E’ soprattutto interessante guardare chi sono i maggiori produttori per ciascuna coltura
Progetto «Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali» I Primi numeri sul settore – Fase Agricola nel Mondo
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Per analizzare le importazioni e le esportazioni dell’Italia, si deve costruire un aggregato di prodotti d’interesse a partire dal massimo dettaglio della classificazione del commercio (NC8). Nel 2011 le importazioni in valore sfiorano 1 miliardo di euro, le esportazioni 413 milioni. Nel decennio l’export è cresciuto a un tasso annuo del 4,4%, l’import del 3,6%.
Progetto «Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali» I Primi numeri sul settore – Scambi con l’Estero
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Il maggior esborso per importazioni riguarda le «sostanze odorifere», sia per uso alimentare che non, e i «succhi ed estratti vegetali, pectina ecc.», mentre i nostri introiti derivano principalmente da «succhi ed estratti vegetali,..», «sostanze odorifere ad uso alimentare» e «oli essenziali». Quest’ultima è l’unica voce con saldo attivo (oltre al bergamotto fresco), che si è anche rafforzato tra il 2000 e il 2011.
Progetto «Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali» I Primi numeri sul settore – Scambi con l’Estero
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• Difficoltà a ricostruire un quadro organico • Settore di nicchia e gran numero di prodotti (di cui tradizionalmente molte erano specie spontanee) nella fase primaria: carenza di statistiche ufficiali • Volatilità, fenomeni congiunturali, influenza dei mercati internazionali • Molteplici utilizzi...Quindi più filiere, con caratteristiche molto diverse • Definizione del settore; ambiti di inclusione e esclusione • Influenza della regolamentazione per i derivati, sia sul mercato interno che internazionale
Progetto «Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali» Lo Schema della filiera
“La filiera delle piante officinali: “Dal campo alla
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Progetto «Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali» Lo Schema della filiera
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Il progetto di lavoro, giunto al termine, ha previsto una serie di passaggi : 1. Definizione dell’oggetto di analisi: elenco delle specie e dei derivati,
glossario; 2. Analisi “a tavolino” delle fonti statistiche e dei dati ufficiali disponibili
(Istat, Fao, Eurostat, ecc.); valutazione critica delle fonti; 3. Individuazione degli “universi” di operatori nelle diverse fasi della filiera
attraverso l’acquisizione e l’elaborazione di archivi amministrativi e statistici (CCIAA, Settore Biologico, Censimenti,..) – obiettivo di ridurre il «fastidio statistico» sulle imprese;
4. Indagine esplorativa finalizzata a completare il quadro della filiera per quanto riguarda: relazioni tra gli attori, contesto competitivo, sbocchi di mercato e tendenze in atto e per fare emergere le criticità e gli ulteriori fabbisogni informativi. La metodologia d’indagine è basata su “focus group” e interviste dirette a soggetti di riferimento nella filiera.
Progetto «Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali» Attività e Risultati
““La filiera delle piante officinali: “Dal campo alla
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Output previsti e risultati attesi: 1. Definizione di un elenco aggiornato e condiviso delle specie coltivate e
potenzialmente coltivabili in Italia e dei prodotti derivati intermedi e relativo glossario;
2. Banche dati organizzate, aggiornate e aggiornabili (commercio estero, produzioni mondiali, ecc.);
3. Rapporto finale contenente una fotografia il più possibile completa della filiera.
Progetto «Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali» Attività e Risultati
““La filiera delle piante officinali: “Dal campo alla
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• E’ necessaria la massima collaborazione di tutti coloro che dispongono di dati per aumentare la trasparenza, migliorare il funzionamento dei mercati, favorire la stipula di contratti. • Si tratta di un settore che ha un grosso potenziale, perché ha diversi “plus”: affonda le radici nella tradizione ma è investito dall’innovazione, coniuga e va incontro a molti interessi dei consumatori moderni (naturalità, benessere, tradizione, cultura, territorio ma anche novità). • Nella fase agricola potrebbero essere veicolate risorse anche pubbliche (nuova PAC, PSR), ma l’agricoltura nazionale rischia ancora una volta di essere fuori dai giochi se non si evolve, migliorando la sua capacità contrattuale e i suoi rapporti commerciali a monte ed a valle (attraverso associazionismo, interprofessione e per esempio, attraverso un riconoscimento ufficiale della qualità delle materie prime). Per arrivare a questo occorre che i soggetti coinvolti dispongano di informazioni e dati di riferimento. • Queste occasioni di confronto sono preziose per ricevere suggerimenti e raccogliere i fabbisogni delle imprese e degli altri operatori.
Progetto «Osservatorio economico del settore delle Piante Officinali» Alcune Riflessioni
“La filiera delle piante officinali: “Dal campo alla
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Grazie per l’attenzione
Dipartimento delle Politiche Competitive della Qualità Agroalimentare e della pesca Direzione Generale per la promozione della Qualità Agroalimentare Ufficio PQA II Tel. +39 06/46656100 - Fax +39 06/46656194 E-mail [email protected]
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