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stabilire cosa va su Parco e cosa su Monte Subasio Wikilink ad ogni specie citata 3 – Ambiente (fare descrizione minima, ambiente ,mediteterraneo, macchia ecc..) Quanto sotto al punto 3.1 fare unica pagina correlata? 3.1 - Clima 3.2 – Siti SIC-ZSC dell’assisano (flora + fauna) – creare una pagina per ogni ZSC come https://it.wikipedia.org/wiki/Praglia_-_Pracaban_- _Monte_Leco_-_Punta_Martin e poi wikilink in Pagina parco 3.2.1 - Fiume Tescio (parte alta) – ZSC IT5220022 3.2.2 - Colli Selvalonga – Il Monte (Assisi) – ZSC IT5220023 3.2.3 - Monte Subasio (sommità) – ZSC IT5220027 3.2.4 - Fosso dell’Eremo delle Carceri (Monte Subasio) – ZSC IT5220030 3.2.5 - Poggio Caselle – Fosso Renaro (Monte Subasio) – ZSC IT5220035 VEDI FILE SEPARATO 3.2 - ZSC 4 – Flora (generale, elencazione specie) 4.1 - Alberi monumentali + singole pagine per ogni albero + una pagina/ categoria, alberi monumentali dell’assisano come https://it.wikipedia.org/wiki/Alberi_monumentali_della_Campania#Alberi_monu mentali_della_provincia_di_Avellino 4.2 - Orchidee + pagina dedicata (Orchidee del Subasio) - VEDI FILE SEPARATO 4.2 - Orchidee 4.3 - Piante Officinali + pagina dedicata (Piante officinali del Subasio) come orchidee 4.4 - Il sotto bosco, funghi, asparagi e tartufi.. + pagina dedicata come orchidee 4.5 - Fascia Olivata 4.6 - Fondo Ambiente Bosco di San Francesco + pagina dedicata 4.7 – Pincio Parco Regina Margherita bibliografia N.b: Fine bozza a pg 15 ALLEGATI XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX 3 – Ambiente

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stabilire cosa va su Parco e cosa su Monte Subasio Wikilink ad ogni specie citata

3 – Ambiente (fare descrizione minima, ambiente ,mediteterraneo, macchia ecc..) Quanto sotto al punto 3.1 fare unica pagina correlata?3.1 - Clima

3.2 – Siti SIC-ZSC dell’assisano (flora + fauna) – creare una pagina per ogni ZSC come https://it.wikipedia.org/wiki/Praglia_-_Pracaban_-_Monte_Leco_-_Punta_Martin e poi wikilink in Pagina parco 3.2.1 - Fiume Tescio (parte alta) – ZSC IT52200223.2.2 - Colli Selvalonga – Il Monte (Assisi) – ZSC IT52200233.2.3 - Monte Subasio (sommità) – ZSC IT52200273.2.4 - Fosso dell’Eremo delle Carceri (Monte Subasio) – ZSC IT52200303.2.5 - Poggio Caselle – Fosso Renaro (Monte Subasio) – ZSC IT5220035VEDI FILE SEPARATO 3.2 - ZSC

4 – Flora (generale, elencazione specie)

4.1 - Alberi monumentali + singole pagine per ogni albero + una pagina/ categoria, alberi monumentali dell’assisano come https://it.wikipedia.org/wiki/Alberi_monumentali_della_Campania#Alberi_monumentali_della_provincia_di_Avellino

4.2 - Orchidee + pagina dedicata (Orchidee del Subasio) - VEDI FILE SEPARATO 4.2 - Orchidee 4.3 - Piante Officinali + pagina dedicata (Piante officinali del Subasio) come orchidee4.4 - Il sotto bosco, funghi, asparagi e tartufi.. + pagina dedicata come orchidee4.5 - Fascia Olivata4.6 - Fondo Ambiente Bosco di San Francesco + pagina dedicata 4.7 – Pincio Parco Regina Margherita bibliografia

N.b: Fine bozza a pg 15 ALLEGATIXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

3 – Ambiente

http://www.regione.umbria.it/documents/18/2513340/01+SUBASIO+low.pdf/9d3a82ba-3075-4c37-8855-76e31fe7322fVai al manuale pdf della regione UmbriaLa Legge quadro nazionale sulle Aree Protette (394/1991) detta principi fondamentali per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del Paese. Le finalità dichiarate della legge sono, fra le altre, la conservazione di specie animali e vegetali, di biotopi e di equilibri ecologici, come anche la promozione di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica e di attività ricreative compatibili. Queste ultime si possono definire come quelle che non compromettono in alcuna misura i beni ambientali del territorio in cui sono svolte. La Legge Regionale dell’Umbria n. 9 del 3 marzo 1995 Tutela dell’ambiente e nuove norme in materia di Aree naturali protette ribadisce questi concetti e all’Art. 4, comma 2, recita: La Regione istituisce Aree naturali protette al fine di conservare, difendere e ripristinare il paesaggio e l’ambiente, di assicurare il corretto uso del

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territorio per scopi ricreativi, culturali, sociali, didattici e scientifici e per la qualificazione e valorizzazione delle risorse e dell’economia locale.

Se alcune attività risultano chiaramente e sempre incompatibili in un parco naturale, come ad esempio una gara di fuoristrada, ve ne sono altre che sembrano sostenibili, ma che tali non sono sempre, ovunque o comunque. Un classico esempio è l’arrampicata di pareti rocciose che, se praticata nei pressi dei nidi di rapaci in periodo riproduttivo, può provocare il fallimento della nidificazione per il disturbo arrecato dalla semplice presenza dei rocciatori. Sono queste le premesse che hanno indotto la Regione Umbria a pubblicare gli ecomanuali, semplici guide per la pratica sostenibile di attività sportive nelle aree protette. Essi, innanzitutto, evidenziano l’esistenza di elementi di elevato pregio e di particolare fragilità, come la fioritura di rare specie erbacee o la nidificazione di un rapace vulnerabile. Poi, di conseguenza, invitano i praticanti a esercitare le proprie passioni secondo regole ben precise, alcune già stabilite da regolamenti vigenti, in ogni caso fondate su evidenze scientifiche, sempre finalizzate a evitare ogni possibile interferenza con l’ambiente naturale.

Parchi e Rete Natura 2000 in Umbria Dalla Legge quadro sulle Aree Protette (394/1991) sono derivate, in Umbria, l’istituzione del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (1993) e quella di sei parchi regionali attraverso la Legge Regionale 9/1995. Quasi 18.000 ettari del Parco Nazionale dei Monti Sibillini ricadono in territorio umbro, mentre i restanti 52.000 circa nelle Marche. I sei parchi regionali umbri istituiti nel 1995 sono: Parco del Monte Cucco (10.480 ettari), Parco del Lago Trasimeno (13.200 ettari), Parco del Monte Subasio (7.196 ettari), Parco di Colfiorito (338 ettari), Parco Fluviale del Tevere (7.925 ettari) e Parco Fluviale del Nera (2.460 ettari). Nel 2000 è stato poi istituito il Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico e Ambientale (STINA), esteso 44.270 ettari di cui 4.649 ricadenti in tre vere e proprie aree protette: il Bosco dell’ElmoMelonta (1.268 ettari), la Selva di Meana (3.255 ettari) e il parco vulcanologico di San Venanzo (126 ettari). Natura 2000 è una rete di aree individuate nel territorio dell’ Unione Europea per la conservazione della biodiversità. È stata istituita con la Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat) che, fra l’altro, individua i più rari e minacciati habitat e specie di flora e fauna selvatiche d’Europa; per gli Uccelli era già vigente un’altra specifica direttiva, la 79/409/CEE (Direttiva Uccelli), oggi sostituita dalla 2009/147/CE.

Ai sensi di questi provvedimenti sono stati individuati in Umbria 102 siti che in totale occupano più del 14% del territorio regionale e costituiscono il contributo dell’ Umbria alla Rete Natura 2000. Per ciascuno di essi sono entrati in vigore specifici piani di gestione; già con il recepimento della Direttiva Habitat attraverso il D. P. R. n. 357 del 1997, ogni progetto o piano ricadente in essi deve essere attentamente esaminato, attraverso la Valutazione di incidenza ambientale, per scongiurare ogni effetto negativo sugli elementi di maggior pregio ambientale. Molti siti Natura 2000 ricadono nel territorio delle aree protette.

Nel Parco del Monte Subasio sono presenti quattro ZSC: Fiume Tescio, con notevole vegetazione ripariale, Colli Selvalonga - Il Monte, con estesi boschi di cerro e rovere, Monte Subasio, per due terzi occupato da praterie secondarie, Fosso dell’Eremo delle Carceri, con la secolare lecceta. Tante specie animali di grande interesse abitano questi ambiti, tra esse gambero di fiume, rana appenninica, falco pellegrino e lupo

3.1 – climahttps://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Subasio

Clima[modifica | modifica wikitesto]

La vetta innevata del Subasio durante i mesi invernali

Il clima è caratterizzato da estati fresche e inverni spesso rigidi e nevosi. Peculiarità del massiccio del Subasio è la ventilazione quasi sempre presente grazie alla sua posizione distaccata e isolata dalla catena appenninica umbro-marchigiana. I venti che maggiormente nel corso dell'anno investono la montagna provengono da nord-est e da sud-ovest.

In inverno è frequente l'innevamento, con la sua comparsa che inizia a partire dalla fine di novembre sino agli inizi di marzo, con accumuli anche molto considerevoli nel versante esposto a nord-est e nelle aree soggette alle forti raffiche di Tramontana che investono la montagna, specialmente a seguito del Buran.

In tale situazione solitamente il monte Subasio risulta essere l'ultimo massiccio montuoso innevato della catena appenninica proseguendo verso ovest, poiché risulta il limite orografico tra lo stau e

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il föhn appenninico. In concomitanza invece dei venti meridionali, frequenti sono le piogge che accompagnano le perturbazioni atlantiche in autunno e in primavera con temperature anche miti soprattutto nelle minime. Le precipitazioni annuali si aggirano comprese tra circa i 900/1100mm.

http://www.fasciaolivata.it/Fascia olivata Assisi-SpoletoPATRIMONIO COMUNEPatrimonio comuneFASCIA OLIVATA………….CLIMAUno dei tratti caratteristi che rendono unica e irripetibile la “Fascia olivata Assisi-Spoleto”, anche in termini di biodiversità, è dato dal clima. L’Umbria è una regione continentale, non mediterranea come le zone di origine degli olivi, con inverni molto rigidi. …………

3.2 - Siti SIC-ZSC dell’assisanoVedi file a parte

4 – FLORA1. La premessa generale della descrizione della flora comincia con una macro visione

d’insieme e come se si osservasse il parco da lontano grosso modo come riporta sotto parchi attivi evidenziato giallo

2. Suddividere poi il bosco secondo gli strati?secondo la quota?

Gli strati del boscoStrato arboreoStrato arbustivoStrato erbaceo altoStrato erbaceo basso e crittogamico

I boschi e le macchie

3. Elencare specie più importanti??

http://www.parchiattivi.it/parco.monte.subasio/index.php 

Punti d'interesseL'Ambiente Naturale

Le pendici del Subasio sono oggi coperte da un importante alberatura che si distingue in tre fasce:

1. la prima caratterizzata dall'olivo la cui coltura si estende da Assisi fino a Spello su un versante e sull'altro da Costa di Trex ad Armenzano, a San Giovanni;

2. la seconda da vegetazione arborea naturale di Cerro e Roverella, Carpine Nero, Orniello, Acero nonché di Faggio e Leccio;

3. fustaie di resinose, realizzate dai rimboschimenti, caratterizzano la terza fascia insieme ai prati pascolo cacuminali. 

4. si deve aggiungere prati sommitali?? Così si completa non solo con le pendici, ma con l’intero monte

Le più importanti valenze ambientaliLecceta dell'Eremo delle CarceriE' un esempio interessantissimo di lecceta ad alto fusto ed è stata da sempre protetta dai frati che hanno abitato sul monte dai tempi di San Francesco.

Faggeta del Macchione

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Le vaste faggete presenti nel passato ora sono limitate ad alcune aree, la più vasta delle quali è quella conosciuta come il Cacchione che si trova tra Armenzano e Costa di Trex

Prati sommitaliSono praterie perenni che si estendono su una superficie di 1.190 ettari.Questo prati in primavera sono colorati da numerosi fiori tra i quali va ricordato il narciso che è un po' il fiore del Monte Subasio. Questo fiore, oggi protetto come tutte le altre specie flogistiche, in passato veniva raccolto nel giorno dell'Ascensione per comporre le tradizionali "mazze fiorite".

Colli di SelvalongaZona caratterizzata da grandi estensioni boscate di cerro e roverella.

 

https://www.parcomontesubasio.it/ Cerca

Flora - MALVA vedi wikilink https://it.wikipedia.org/wiki/MalvaMalva sylvestrisLa malva (Malva sylvestris) è una pianta appartenente alla famiglia delle Malvaceae e originaria probabilmente del Nordafrica. La malva è molto conosciuta per via dei suoi fiori violetti.UsiMeno note al grande pubblico sono invece le proprietà di questa pianta che vedono proprio in queifiori dal colore così accattivante, la parte più ricca di proprietà.CuriositàSi tratta anche di una delle pochissime piante che si può utilizzare in gravidanza.A questa pianta sono legate varie leggende popolari e proprietà magiche. I fiori della malva sono venati di rosa, simili a gocce di sangue che secondo la leggenda ricoprirono la pianta generata dalle lacrime versate da Venere per la morte di Adone ucciso da un cinghiale. Era considerata fin dall’epoca romana una vera panacea;  racconta Plinio che bevendone il succo ogni giorno si era preservati da ogni malattia. Anche nel rinascimento furono riconosciute alla malva varie proprietà curative, tanto da soprannominarla omnimorbia.Ricetta: infuso di malvaPer  1 tazza : 100cl di acqua bollente, 1 cucchiaino di fiori e foglie di malva essiccate, zucchero a piacere.Si può preparare una tisana di malva (si trova facilmente in erboristeria) da bere al bisogno lasciando in infusione per circa 10-15 minuti 1 cucchiaino di fiori e foglie per ogni tazza d’acqua bollente utilizzata. La malva infatti, oltre a sfiammare, ha doti espettoranti, ovvero aiuta a fluidificare il catarro e dunque a liberarsene meglio. In alternativa in erboristeria si possono trovare estratti secchi e capsule a base di questa pianta da utilizzare seguendo le istruzioni riportate sulla confezioneMenta PeperitaRosa CaninaSambucoSantoreggia MontanaTartufo Bianco PregiatoARTICOLI RECENTI

http://www.assisionline.it/assisi__207.html

Flora e Fauna del Subasio | 

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FloraUn paesaggio ricco e vario di vegetazione che in epoche non troppo remote ha subito alcune trasformazioni. Nella zona più bassa del parco, intorno a 600-700 metri c’e una marea di ulivi presente sul versante che da Assisi porta a Spello, nei dintorni di Costa Trex, Armenzano e San Giovanni e nella fascia che guarda Foligno. Le imponenti faggete, un tempo floride, ora per l’intervento dell’uomo sono relegate in spazi marginali, la più vasta è quella denominata Macchione. Interessante l’importante presenza di conifere (pini e abeti) e pascoli montani con una varietà importante di fiori e ginestre che nel periodo primaverile cambiano il colore del manto erboso sul Parco.

Da segnalare che dopo il medioevo si assiste ad un impoverimento delle varietà e quantità di vegetazione sul Subasio.

L’opera vera di rimboschimento cominciò durante la 1° guerra Mondiale utilizzando i prigionieri austro-ungarici. Nel secondo dopoguerra l’opera della Corpo Forestale di Stato è stata fondamentale per il controllo, salvaguardia e i progetti che erano stati posti in essere.

La grande varietà di fiori e erbe aromatiche hanno accresciuto il valore di alcune interessanti manifestazioni tipo l’infiorata di Spello dove, il giorno del Corpus Domini, vengono costruiti dei veri dipinti utilizzando i soli fiori freschi, di cui il Subasio è estremamente ricco. Particolarmente apprezzato, nel periodo dell’ascensione, è il classico fiore del Subasio (narciso) caratterizzato da un dolce e intenso profumo, con un colore bianco-giallo pallido e venature centrali arancio (ora specie protetta).Asparagi, ginepro, la malva e la cicoria sono solo alcune varietà che fanno parte della vegetazione spontanea utilizzate per impreziosire le innumerevoli specialità culinarie, di cui queste zone sono particolarmente ricche.

le macchie e la lecceta dell’Eremo delle carceriSulla sommità del Subasio ci sono boschi artificiali, all’inizio del ‘900 non c’erano alberi solo sassi. Solo la lecceta dell’Eremo benedettino è autoctono. Vi sono due faggete settentrionali sopra i 900 metri di quota: uno chiamato macchione (comune di Asssi); l’altra è la macchia di Pale.Vicino all’abbazia delle carceri verso Abbazia S. Benedetto c’è la pineta dei prigionieri dove, nella guerra del ’15-18, fu piantato il pino nero dai prigionieri austro-ungarici.

4.1 – alberi monumentalihttp://www.oicosriflessioni.it/2018/10/20/il-patrimonio-arboreo-dellassisano-presentazione-e-indice-generale/

Alberi monumentali. Il patrimonio arboreo dell’assisanondice generale, fondo pagina da Legge 14 gennaio 2013, n° 10 – Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani – (G.U. n° 27 del 01/02/13) – Art. 7Disposizioni per la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale1. Agli effetti della presente legge e di ogni altra normativa in vigore nel territorio della Repubblica, per «albero monumentale» si intendono:a) l’albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate ovvero l’albero secolare tipico, che possono essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali;b) i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani;c) gli alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private.2. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali ed il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, sono stabiliti i principi e i criteri direttivi per il censimento degli alberi monumentali ad opera dei comuni e per la redazione ed il periodico aggiornamento da parte delle regioni e dei comuni degli elenchi di cui al comma 3, ed e’ istituito l’elenco degli alberi monumentali d’Italia alla cui gestione provvede il Corpo forestale dello Stato. Dell’avvenuto inserimento di un albero nell’elenco e’ data pubblicità mediante l’albo pretorio, con la specificazione della località nella quale esso sorge, affinché chiunque vi abbia interesse possa ricorrere avverso l’inserimento.L’elenco degli alberi monumentali d’Italia e’ aggiornato periodicamente e d è messo a disposizione, tramite sito internet,

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delle amministrazioni pubbliche e della collettività.3. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, le regioni recepiscono la definizione di albero monumentale di cui al comma 1, effettuano la raccolta dei dati risultanti dal censimento operato dai comuni e, sulla base degli elenchi comunali, redigono gli elenchi regionali e li trasmettono al Corpo forestale dello Stato. L’inottemperanza o la persistente inerzia delle regioni comporta, previa diffida ad adempiere entro un determinato termine, l’attivazione dei poteri sostitutivi da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.testo integrale Legge Repubblica Italiana del 14-01-2013, n°10da Legge Regionale 19 novembre 2001, n. 28 “Testo unico regionale per le foreste”Capo II – Protezione degli alberi e della flora spontanea – Art. 12Alberi sottoposti a tutela1. Al regolamento è allegato l’elenco delle specie arboree sottoposte a tutela.2. Gli alberi appartenenti alle specie di cui al comma 1, siano essi isolati, in filari, in piccoli gruppi puri o misti, e comunque non ricadenti nei boschi ai sensi dell’ art. 5 , sono censiti dall’Ente competente per territorio quando presentano una o più delle seguenti peculiarità:a) hanno rilevante interesse estetico-morfologico per età e portamento;b) sono parte essenziale e peculiare di un complesso paesaggistico tradizionale;c) ricadono in aree pubbliche e private quali spazi urbani, luoghi di culto ed aree adibite ai fini ricreativi, turistici e per il tempo libero.3. Il censimento è approvato dalla Giunta regionale, che ne cura l’aggiornamento in collaborazione con gli enti competenti per territorio sulla base dei criteri e delle modalità indicate nel comma 2 .4. Gli alberi che presentano un rilevante e peculiare interesse, in relazione al loro valore culturale, storico, estetico, paesistico, scientifico e monumentale, indipendentemente dalla specie di cui al comma 1 , sono indicati in specifico elenco istituito dalla Giunta regionale entro un anno dall’entrata in vigore della presente legge.5. Le norme del presente capo non si applicano ai vivai, nonché agli impianti di arboricoltura da legno come definiti al comma 4 dell’art. 5.testo integrale Legge regionale Foreste 28, 2001, aggiornamento 30/12/17

Fonti e siti di approfondimentoMinistero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismoAlberi MonumentaliElenco Alberi Monumentali Umbria, aggiornato 09/08/18Strumenti di lavoroScheda identificazioneCome segnalare un albero monumentaleGuida tecnica censimento alberi monumentali. I criteri di monumentalità, aggiornamento 22/05/15Scheda di segnalazioneRegione Umbriawww.alberi.regione.umbria.itElenco specie arborre tutelate da L. R. 28 – 2001Comunità dei Monti Martani, Serano e SubasioI Patriarchi Verdi, pubblicazione del 2016Altre fonti e riferimentiFaceboookGruppo – Amanti degli alberi monumentaliGruppo – Alberi Habitat – Alberi Vetusti – Veteran TreePagina – Associazione GMP GaiaGruppo – Alberi Maestri associazione per la tutela degli alberiGruppo – Parco Regionale del Monte SubasioGruppo – Parco Regionale Monte Subasio___________________________________________________________________________________________________________________ 

Indice generale N° 1 – Assisi, via Borgo Aretino  – Il tasso del conte Pucci  

 N° 2 – Assisi, via Lorenzo Perosi  – La cerqua di Porta Cappuccini  

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 N° 9 – Assisi, loc. Santa Maria in Lignano – Quercia Casa Rosa

   N° 10 – Assisi, via Pallareto – Gelso

    N° 11 – Assisi, viale Patrono d’Italia – Alberi di Giuda e glicini

     N° 12 – Assisi, Monte Subasio – Il boschetto del Mortaro

     N° 13 – Assisi-Spello, Monte Subasio – Le Orchidee   del Subasio

    

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N° 14 – Spello, Monte Subasio – La Cerrosughera della Dolina del Lago

   N° 15 – Assisi, fraz. Rivotorto – Quercia Bolletta

    N° 16 – Assisi – Il Carrubo di Casa Papa Giovanni

   N° 17 – Assisi, Parco Regina Margherita – Leccio vetusto del Pincio

     N° 18 – Assisi, Parco Regina Margherita – Leccio n° 1 del Pincio

     

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N° 19 – Assisi –  Il Cipresso di Porta San Giacomo  

     N° 20 – Assisi, Parco Regina Margherita – Cedro del Pincio

4.2 – orchideeMario Zeresi + http://www.giros.it/sezioni/umbria.htmPino Ratini  - Via della Lepre, 11 - 05100 Terni tel. 347/3452147 e-mail: [email protected]

 

http://www.oicosriflessioni.it/2018/10/11/le-orchidee-del-subasio-assisi-spello/

Le Orchidee del Subasio. Assisi-SpelloPosted by admin on giovedì, ottobre 11, 2018 · Leave a Comment (Edit)

Il Patrimonio Arboreo dell’assisanoscheda n°13

Le Orchidee del SubasioLe Orchidee spontanee nel Parco Monte Subasio

di Gabriella e Mario Zeresi, GIROS (Gruppo Italiano Ricerca Orchidee Spontanee) – apr.-giu. 2015Tra Aprile e Giugno 2015 abbiamo trascorso una vacanza dedicata alla ricerca e classificazione delle Orchidee spontanee umbre, in particolare di quelle presenti nella zona del Monte Subasio. All’inizio già sapevamo che il territorio del Parco, grazie alla sua morfologia, al terreno e all’assenza di diserbanti, era un habitat ideale per questi meravigliosi fiori, ma quello che abbiamo ammirato è andato oltre le nostre aspettative. La quantità delle specie di Orchidee spontanee presenti ci ha impressionato.

Compiendo piccole escursioni giornaliere tra i paesi di Costa di Trex,San Giovanni, Armenzano, Collepino, Valtopina e sulla cima del Subasio, abbiamo pazientemente censito, catalogato e fotografato una notevole quantità di varietà:

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Anacamptis Morio, Cephalanthera Damasonium, Cephalanthera Longifolia, Cephalanthera Rubra, Dactylorhiza Maculata subspecie Fuchsii, Limodorum Abortivum, Neotinea Tridentata, Neottia Nidus-Avis, Neottia Ovata, Ophrys Insectifera, Ophrys Holosericea, Ophrys Bertolonii, Ophrys Apifera, Ophrys Fusca, Ophrys Sphegodes, Orchis Anthropophora, Orchis Mascula, Orchis Purpurea, Orchis Simia, Platanthera Bifolia, Serapias Parviflora, Epipactis Microphylla.Gymnadenia Conopsea varietà alpinaSI DEVONO LOCALIZZARE AREE BEN PRECISE PER POTERNE FARE UN CIRCUITOAi non addetti ai lavori e a chi è abituato a comprare le orchidee dal fioraio, questi nomi latini non diranno niente, mentre per noi sono la soddisfazione più grande.

L’incredibile vocazione del Monte Subasio per i fiori, quindi anche per le orchidee, e la diversificazione tra gli ambienti che costituiscono il Parco permette di trovare generi caratteristici delle basse quote ma anche specie di alta montagna come la Gymnadenia Conopsea varietà Alpina.

Meno appariscenti rispetto a quelle coltivate, le Orchidee spontanee per le loro piccole dimensioni passano spesso inosservate ma, avvicinando lo sguardo e ammirando i dettagli si rimane spesso a bocca aperta.La padrona del Parco è l’Anacamptis Pyramidalis; se ne trovano interi prati e si riconosce dalla fioritura con decine di boccioli che si sviluppano in un insieme a forma di piramide.

Altra varietà di orchidea abbastanza comune è l’Orchis Provincialis, con il suo aspetto elegante, la colorazione bianca o giallina chiara, e con puntinature rosso-violetto nel centro del labello.

La Neotinea Ustulata ha una fisionomia inconfondibile, ha una colorazione esterna dei sepali rosso scuro e, prima che i fiori sboccino (come fa capire il nome), sembra bruciata; poi progressivamente, dal basso verso l’alto, spuntano tanti piccoli pierrot bianco-candidi con puntinature scure.Tra le meno diffuse, la Himantoglossum Adriaticum è una delle orchidee più strane e più difficili da fotografare. Ha vari fiori distribuiti sul robusto gambo, ciascuno di essi ha un lunghissimo labello (7-10 cm), come la lingua di un serpente attorcigliata su se stessa. Caso ha voluto che un bellissimo esemplare di questo raro fiore fosse lì ad attenderci proprio nel giardino del B&B che ci ospitava.Il nostro non è un lavoro, ma solo una grande passione che saremmo contenti di condividere con altre persone. Torneremo ancora all’interno del Subasio, in una stagione diversa, perché il nostro compito non è ancora ultimato.Video Realizzato da Gabriella e Mario Zeresi durante la giornata delle orchidee nel Parco del Monte Subasio a Spello, 2018

4.3 - Piante Officinali + pagina dedicata (Piante officinali del Subasio)Davide Testa - Erbe officinali + di 500 specie censite

4.4 - Il sotto bosco, funghi, asparagi e tartufi..

4.5 - Fascia Olivatahttp://www.fasciaolivata.it/

Fascia olivata Assisi-SpoletoPATRIMONIO COMUNEPatrimonio comuneFASCIA OLIVATALa “Fascia olivata Assisi-Spoleto” rappresenta la principale area olivicola dell’Umbria. Interessa il territorio di sei comuni collocati nella parte centrale dell’Umbria.

Assisi, Spello, Foligno, Trevi, Campello sul Clitunno, Spoleto.Questi ultimi, uniti nel comune intento di tutelare e sviluppare il proprio territorio, hanno costituito, in data 3 febbraio 2016 il comitato promotore del “La Fascia olivata Assisi-Spoleto”, mediante la sottoscrizione di uno specifico protocollo d’intesa, nell’ambito del quale vengono individuate tre linee strategiche che ne sosterranno il progetto di valorizzazione.

RICONOSCIMENTO MIPAAFIl riconoscimento è stato richiesto mediante l’iscrizione nel Registro Nazionale del Paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali, istituito dal MIPAAF – Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. L’output qualificatorio conferirà alla Fascia olivata il valore di “paesaggio presente in un determinato territorio da lungo termine, anche secoli, che risulta stabilizzato e che si evolve molto lentamente. Esso è stato

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creato dalle attività agricole, grazie all’impiego di pratiche e tecniche caratterizzate da un ridotto impiego di energie sussidiarie esterne in termini di meccanizzazione, irrigazione, concimazioni chimiche ed uso di agrofarmaci, con la presenza di ordinamenti colturali caratterizzati da lunga persistenza storica e forti legami con i sistemi sociali ed economici locali che li hanno prodotti. La lenta evoluzione mostra una significativa armonia integrativa tra aspetti produttivi, ambientali e culturali di una data area o regione

RICONOSCIMENTO SITO GIAHS FAOLa Fascia olivata è stata ufficialmente riconosciuta come sito GIAHS – Globally important Agricultural Heritage Systems – della Fao. Tale riconoscimento conferisce alla Fascia olivata la qualificazione di Sistema agro-culturale di importanza mondiale creato e gestito da generazioni di agricoltori, che hanno impostato la produzione utilizzando unicamente le risorse naturali del luogo, con pratiche di gestione adattate alle esigenze locali e con processi evolutivi di interazione e sinergia socioculturale ed ecologica.

Il dossier della candidatura era stato presentato al Ministero delle politiche agricole ed è stato accettato dalla FAO – Food and Agriculture Organisation of the United Nations.

OBIETTIVO UNESCOQuest’ultimo rappresenta il terzo e più ambizioso obiettivo.

La “Fascia olivata Assisi-Spoleto” potrebbe diventare, se l’iter andasse a buon fine, un sito di eccezionale valore universale, per essere il frutto dell’opera congiunta della natura e dell’uomo espletatasi nel corso dei secoli, sotto l’influsso di sollecitazioni, vantaggi, originati nel loro ambiente naturale e delle forze sociali, economiche e culturali. Anche in questo caso occorre attivare una complessa procedura di candidatura all’UNESCO – United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, per la quale si rendono necessari approfonditi studi ed analisi in tema di patrimonio ambientale e paesaggistico

CLIMAUno dei tratti caratteristi che rendono unica e irripetibile la “Fascia olivata Assisi-Spoleto”, anche in termini di biodiversità, è dato dal clima. L’Umbria è una regione continentale, non mediterranea come le zone di origine degli olivi, con inverni molto rigidi. A causa di questo, la presenza della mosca olearia è scarsa, così come la dimensione dell’albero e delle olive è ridotta. Ogni trent’anni circa sopraggiunge, poi, una gelata che secca la maggior parte dei “piantoni” che devono essere abbattuti. I nuovi getti, rinati dalle ceppaie, sono selezionati e soltanto dopo quattro anni i nuovi ulivi prendono il posto dei vecchi.Questi fattori, che possono apparire come delle “sventure”, sono in realtà la chiave del successo perché assicurano al prodotto finale un’eccellenza assoluta di qualità. Inoltre, a questi elementi se ne aggiunge un altro di natura geologica ed espositiva. I monti della fascia pedemontana della catena preappenninica riparano la “valle spoletana” dai venti freddi, riuscendo a captare le piogge provenienti da ovest. La natura calcarea del terreno assicura agli ulivi, infine, un drenaggio ideale, unito alla disponibilità di acqua che permea il sottosuolo anche nel periodo estivo.

FLORALa distribuzione degli oliveti in Umbria non è casuale, ma strettamente legata alle condizioni ecologiche dei territori, in analogia a quanto avviene per la vegetazione e la fauna. Per questo gli oliveti presenti lungo la “Fascia olivata Assisi-Spoleto” rappresentano una specificità impossibile da ritrovare altrove. La sua biodiversità floristico-vegetazionale è tipica del paesaggio della quercia roverella. Dal punto di vista della vegetazione, nello specifico, le comunità che si sviluppano all’interno degli oliveti della Fascia vengono riferite all’ordine Brometalia rubenti-tectorum. Si tratta di comunità erbacee annuali caratterizzate dalla presenza di specie segetali (infestanti). Troviamo così una vegetazione perenne casmofitica e talora comofitica, che si sviluppa nelle fessure di rocce, pareti e muri e si caratterizza per la presenza di piccole felci e piccole crassulacee.

In alcuni casi, poi, l’esposizione verso sud-sud ovest della fascia montana, assicura l’esistenza di particolari microclimi temperati, che, in località come Pale, riparata dal Sasso che la sovrasta, o Trevi, vedono il proliferare di piante esotiche come agavi e fichi d’India. Ma tra le unicità della Fascia olivata, poi, vanno di certo segnalate le orchidee, specie che hanno una particolare rilevanza conservazionistica. Se un oliveto viene abbandonato, entro dieci anni la sua superficie viene colonizzata da essenze come la roverella e il carpine che sono molto più adatte dell’ulivo al clima “continentale” dell’Umbria. L’esposizione a mezzogiorno della fascia pedemontana, infine, favorisce la presenza di essenze arboree indigene e primigenie come i corbezzoli e, in particolare, i lecc

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FAUNAAltrettanto ricca e caratteristica è la fauna. Nella “Fascia olivata Assisi – Spoleto” sono ospitati molti mammiferi di taglia grande che qui trovano abbondanti risorse alimentari, come la lepre comune, l’istrice, il capriolo e il cinghiale. Molti tetrapodi poi trovano nell’oliveto rifugio. Tra queste specie ci sono micromammiferi come il topo selvatico e lo scoiattolo. Tra i rettili, invece, è presente in larga parte la famiglia delle Lacertidae, ovvero la lucertola muraiola, quella campestre e il ramarro. Numerosi anche gli uccelli, come ad esempio il merlo, la cinciallegra, la cinciarella, la capinera, l’upupa e il fagiano. La presenza di così tanti animali, inoltre, fa sì che l’oliveto sia abitato anche dai cosiddetti “consumatori secondari o superpredatori” che se ne cibano. Tra i rettili spiccano così il biacco e il saettone che trovano rifugio tra i sassi dei muretti a secco dove aspettano le loro prede. Tra gli uccelli abbiamo invece specie diurne come la poiana e il gheppio e notturne come la civetta e il barbagianni. Tra i mammiferi troviamo poi la volpe e la faina. Nelle zone più “selvagge”, il gatto selvatico e la martora o addirittura il lupo.

INTEGRITA’La “Fascia olivata Assisi-Spoleto” è un paesaggio non naturale. Ogni suo cambiamento è avvenuto grazie all’intervento dell’uomo che ne ha assicurato nei secoli una integrità di sistema. La presenza delle piante e le sistemazioni idraulico-agrarie determinano condizioni più favorevoli alla regimazione delle acque ed alla stabilità del suolo. Nel tratto Spello-Spoleto, sono presenti oliveti con sistemazioni a ciglioni o con “terrazzamenti” o “lunette” realizzati con muri a secco, che contribuiscono a creare un paesaggio ancor più suggestivo e particolare. Tali opere sono un esempio della grande laboriosità contadina. Le funzioni di protezione idrogeologica e paesaggistica dell’oliveto, determinando condizioni sfavorevoli al verificarsi di eventi.La gran parte degli oliveti è di tipo tradizionale: sesti di impianto irregolari, densità non sempre adeguate, piante vecchie con tronchi irregolari e spesso policauli (vaso cespugliato), in diversi casi con sistemazioni a “terrazze” o “lunette”. Tutto ciò rende più difficile ottenere le massime produzioni e l’applicazione della meccanizzazione. Sono anche presenti oliveti intensivi realizzati dopo la gelata del 1956 e, soprattutto, del 1985. Le forme di allevamento più utilizzate sono il vaso e il vaso cespugliato negli impianti tradizionali e il vaso in quelli intensivi. Il vaso cespugliato (policaule) è derivato, nella maggior parte dei casi, dal taglio al ciocco eseguito a seguito di gelate, che hanno danneggiato l’intera parte aerea delle piante, e dal successivo allevamento di 3-4 polloni.

TECNICHEPer quanto riguarda la tecnica colturale, la gestione del suolo, nella maggior parte dei casi, viene eseguita mediante inerbimento e 2-3 sfalci all’anno eseguiti in primavera e in autunno. L’inerbimento, rispetto alle lavorazioni presenta importanti vantaggi: evita l’erosione e permette un’agevole movimentazione delle persone e delle macchine, facilitando l’esecuzione delle pratiche colturali, in particolare la raccolta e la potatura. La concimazione è annuale, la potatura viene generalmente eseguita con turno annuale o biennale. L’irrigazione è praticata solo su una piccola parte dei nuovi oliveti intensivi ed è eseguita mediante sistema a goccia. L’apporto idrico consente di accelerare la crescita delle piante negli impianti giovani e di ottenere produzioni più regolari negli oliveti adulti.La raccolta, che è la pratica più impegnativa e costosa, nella maggior parte dei casi, date le limitate ampiezze aziendali e la struttura degli oliveti riconducibile alla tipologia tradizionale, è eseguita con attrezzature agevolatrici. In alcuni casi è ancora condotta manualmente, soprattutto negli oliveti strutturalmente più difficili. Negli oliveti intensivi, in aziende grandi o dove si fa ricorso a contoterzisti, viene effettuata meccanicamente con scuotitori da tronco dotati, solitamente, di ombrello rovescio per l’intercettazione delle olive raccolte (meccanizzazione integrale)

TRADIZIONIL’ulivo in Umbria occupa, da sempre, un posto di rilievo nella cultura e nelle tradizioni. Il suo prodotto, l’olio, è elemento fondamentale di molte celebrazioni religiose ed accompagna l’uomo dal battesimo alle cerimonie funebri. L’ulivo e l’olio sono, inoltre, alla base di numerosi detti e proverbi. La valenza storica e culturale della coltivazione dell’ulivo in Umbria è anche assicurata dalla presenza in varie località, tra cui diverse nella fascia Assisi-Spoleto, di esemplari monumentali che sono stati recentemente catalogati, di cui l’esempio più importante è rappresentato dall’ulivo di Sant’Emiliano a Bovara di Trevi..

DOP

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Sotto il profilo economico, da alcuni decenni tutte le strategie dell’olivicoltura umbra sono state finalizzate all’innalzamento della qualità del prodotto come unica possibilità per valorizzare una produzione dai costi elevati. Il raggiungimento di questo obiettivo è stato facilitato con l’approvazione del disciplinare di produzione dell’olio extravergine di oliva “Umbria” a cui, in ambito UE, è stata rilasciata la Denominazione di Origine Protetta (DOP) con Reg. 2325/97. Scopo della DOP è dare garanzie al consumatore, consentire un maggior profitto per l’agricoltore, promuovere e certificare la qualità dell’olio attraverso la stretta osservanza del disciplinare di produzione, organizzare la filiera di commercializzazione.

Le varietà ammesse dal disciplinare e le relative percentuali sono le seguenti: Moraiolo (almeno il 60%), Leccino e/o Frantoio (in una percentuale inferiore o uguale al 30%), altre varietà (in una percentuale inferiore o uguale al 10%). Il moraiolo risulta la cultivar più diffusa e sicuramente la più idonea per resistere alle difficili condizioni pedoclimatiche vista la sua rusticità. È una cultivar di sviluppo contenuto; è stata da sempre quella che si è adattata meglio nei terreni rocciosi e dal ridotto profilo. Ha un frutto piccolo e una maturazione tardiva e scalare, con una forte resistenza al distacco e soprattutto con una forte resistenza agli sbalzi di temperatura primaverili e alla siccità estiva.

1

4.6 - Fondo Ambiente Bosco di San Francescohttps://www.fondoambiente.it/luoghi/bosco-di-san-francescoFAILe attività nel boscoLe attività per tutti i gusti: visite guidate, degustazioni, letture e giochi didattici per bambini, osservazioni astronomiche, pic-nic ed eventi culturali.

4.7 – Pincio Parco Regina Margherita http://www.oicosriflessioni.it/2018/05/24/cedro-del-pincio-assisi/

Il Patrimonio Arboreo dell’assisanoscheda n° 20

Cedro del PincioScheda n° 20Ubicazione Assisi, Parco regina MargheritaNome botanico della specie Cedrus LibaniNome popolare con cui l’albero è conosciuto localmente Cedro

Circonferenza tronco 2,50 mtAltezza pianta 20 mt – stimataAmpiezza chioma 8-10 mt stimataEtà secolareStato di salute (a vista) buonaCodice piante elenco regionaleAltitudine (m s.l.m.) 500Segnalato da Massimiliano CiofiniRilevatore-autore scheda – data Massimiliano Ciofini – 07/05/19Foto – data  Massimiliano Ciofini – 07/05/19FonteTrascrizione scheda – data Paolo Ansideri – 24/05/19

http://www.oicosriflessioni.it/2018/05/23/leccio-vetusto-del-pincio-assisi/

Leccio vetusto del Pincio. AssisiPosted by admin on mercoledì, maggio 23, 2018 · Leave a Comment (Edit)

Il Patrimonio Arboreo dell’assisanoscheda n°17

Leccio vetusto del Pincio

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 Scheda n° 17Ubicazione Assisi, Parco regina MargheritaNome botanico della specieNome popolare con cui l’albero è conosciuto localmente LeccioCirconferenza troncoAltezza piantaAmpiezza chiomaEtàStato di salute (a vista)Codice piante elenco regionaleAltitudine (m s.l.m.)Segnalato da Massimiliano CiofiniRilevatore-autore scheda – data

Massimiliano Ciofini – 07/05/19

Foto – data  Massimiliano Ciofini – 07/05/19

FonteTrascrizione scheda – data Paolo Ansideri – 23/05/19

GINGKO BILOBAhttps://www.assisinews.it/eventi/alberi-di-maggio-2019-programma/

Alle 11:30 in Piazza del Comune, Danza in Piazza. Incursione pacifica di danze popolari internazionalicon Il Cerchio dell’Amicizia, Hagape 2000 e musica dal vivo del duo Bassano&Puorro; nello stesso orario, l’iniziativa per bambini Giochi Giganti di legno recuperato, Laboratorio a cura di D. Brugiotti. Alle 14.30 al Parco Regina Margherita, Progetto 400 – Alberi monumentali del futuro. Messa a dimore del Monumentale del futuro GINGKO BILOBA In collaborazione con Università degli Studi di Padova. Alle 16 nella Sala della Conciliazione, Futuro vegetale, l’intelligenza senza cervello. Una visione integrata del rapporto tra mondo vegetale, dinamiche sociali, materiali, progetto e spazio abitato e dei servizi. Ne parla il prof. Stefano Mancuso, coordina: Luciana Battaglioni.

https://www.montagneaperte.it/patriarchiverdi/assisi-parco-regina-margherita-o-pincetto/

ASSISI: PARCO REGINA MARGHERITA O PINCETTOLa realizzazione del parco Regina Margherita risale alla metà del XIX secolo allorquando con l’Unità d’Italia numerose proprietà della chiesa furono trasferite allo Stato. Il convento dei frati Cappuccini intitolato a Sant’Antonio, realizzato intorno al Cinquecento, e tutta l’area verde di pertinenza dei frati, chiamata fin dall’epoca Selva dei Cappuccini, passò così prima al Demanio dello Stato poi al Municipio di Assisi. Di estensione molto più ampia dell’attuale, quest’area fu destinata a giardino intorno agli anni 1880 e nel 1883 iniziarono i lavori di sistemazione a opera dell’ingegnere Alfonso Brizi. Per gli assisani il giardino divenne il ‘Pincio’ in onore di quello (ben più conosciuto) presente a Roma. Intorno agli anni Venti del Novecento il giardino si ridusse ancora di dimensione a causa della costruzione del Convitto nazionale ‘Principe di Napoli’ e dell’allargamento della via Umberto I. La dedica del parco alla Regina Margherita avvenne nel 1903, in occasione di una visita della stessa sovrana nella città di san Francesco. Il parco si presenta come un insieme di terrazze sovrapposte con vialetti e boschetti che includono un teatro e un piccolo laghetto; l’arredo è ricco di sedili, aiuole e fontane e di un insolito monumento chiamato Monumento al cane, il cui basamento riporta la dicitura «Latrai a ladri ed agli amanti io tacqui / onde a Messere ed a Madama piacqui». Accanto vi dimora un alto pino nero nominato Pino del Monumento al cane. Attualmente vi si accede da via Umberto I e ospita numerose specie di piante anche se l’essenza principale è rappresentata dal leccio, la pianta per eccellenza che costituiva l’antica Selva dei Cappuccini e che fa parte naturalmente della vegetazione del monte Subasio.

bibliografia

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DA REPERIRE

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ALLEGATIXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

Materiali usati per impostazione

I circuiti Naturalistici1. Il circuito geologico e paleontologico2. Il circuito delle acque, fluviale, delle erosioni e delle forre, dell’approvvigionamento idrico per la città3. Il circuito dei paesaggi 4. Il circuito delle vedute5. Il circuito botanico6. Il circuito faunistico7. Il cielo di Assisi, l’osservazione astronomica8. Sentieristica e cammini

1. Il Circuito botanicoI sotto circuiti

Gli strati del boscoStrato arboreoStrato arbustivoStrato erbaceo altoStrato erbaceo basso e crittogamico

5.1- I boschi e le macchie5.2 - Gli Alberi monumentali dell’assisano (Alberi Maestri)5.3 - I siti floreali5.4 - I siti delle orchidee spontanee5.5 - Le piante officinali5.6 – Il sotto bosco, funghi, asparagi e tartufi.. 5.7 – I prati sommitali

XXXXXXXXXXXXXXAppunti Pagine dedicate: orchidee del Subasio – Fai – Fascia Olivata -

In fondo vedi: Altri parchi su wiki e voci Siti Interesse Comunitario

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https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_del_Monte_SubasioIndice 1La faunahttps://it.wikipedia.org/wiki/Monte_SubasioIndice

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1Geografiao 1.1Clima 2Monumenti e luoghi di interesse 3Sport

https://en.wikipedia.org/wiki/Monte_SubasioNo ambientehttps://fr.wikipedia.org/wiki/Mont_SubasioNo ambientehttps://es.wikipedia.org/wiki/Monte_SubasioNo ambientehttps://it.wikipedia.org/wiki/Parco_nazionale_del_Gran_Paradiso

Indice 3Flora

https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_nazionale_del_Gran_Sasso_e_Monti_della_Laga

Indice 2Ambiente 2.1Flora

https://it.wikipedia.org/wiki/Gran_SassoIndice 2Ambienteo 2.1Flora

https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_del_Monte_CuccoIndice

4Florahttps://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Cucco_(Umbria)Indice 2Ambienteo 2.1Florao 2.2Fauna

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Altri parchi su wiki e voci siti interesse comunitariohttps://it.wikipedia.org/wiki/Parco_nazionale_di_Yellowstone

NO FLORA

https://en.wikipedia.org/wiki/Yellowstone_National_Park#Flora

Flora[edit]Over 1,700 species of trees and other vascular plants are native to the park. Another 170 species are considered to be exotic species and are non-native.

Of the eight conifer tree species documented, Lodgepole Pine forests cover 80% of the total forested areas.[8]  Other conifers, such as Subalpine Fir, Engelmann Spruce, Rocky Mountain Douglas-fir and Whitebark

Pine, are found in scattered groves throughout the park. As of 2007, the whitebark pine is threatened by a fungus known as white pine blister rust; however, this is mostly confined to forests well to the north and west. In Yellowstone, about seven percent of the whitebark pine species have been impacted with the fungus, compared to nearly complete infestations in northwestern Montana.[96] Quaking Aspen and willows are the most common species of deciduous trees.

The aspen forests have declined significantly since the early 20th century, but scientists at Oregon State University attribute recent recovery of the aspen to the reintroduction of wolves which has changed the grazing habits of local elk.[97]

There are dozens of species of flowering plants that have been identified, most of which bloom between the months of May and September.[98] The Yellowstone sand verbena is a rare flowering plant found only in Yellowstone. It is closely related to species usually found in much warmer climates, making the sand verbena an enigma. The estimated 8,000 examples of this rare flowering plant all make their home in the sandy soils on the shores of Yellowstone Lake, well above the waterline.[99]

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In Yellowstone's hot waters, bacteria form mats of bizarre shapes consisting of trillions of individuals. These bacteria are some of the most primitive life forms on earth. Flies and other arthropods live on the mats, even in the middle of the bitterly cold winters. Initially, scientists thought that microbes there gained sustenance only from sulfur. In 2005 researchers from the University of Colorado at Boulder discovered that the sustenance for at least some of the diverse hyperthermophilic species is molecular hydrogen.[100]

Thermus aquaticus is a bacterium found in the Yellowstone hot springs that produces an important enzyme (Taq polymerase) that is easily replicated in the lab and is useful in replicating DNA as part of the polymerase chain reaction (PCR) process. The retrieval of these bacteria can be achieved with no impact to the ecosystem. Other bacteria in the Yellowstone hot springs may also prove useful to scientists who are searching for cures for various diseases.[101] In 2016, researchers from Uppsala University reported the discovery of a class of thermophiles, Hadesarchaea, in Yellowstone's Culex Basin. These organisms are capable of converting carbon monoxide and water to carbon dioxide and oxygen.[102][103]

Non-native plants sometimes threaten native species by using up nutrient resources. Though exotic species are most commonly found in areas with the greatest human visitation, such as near roads and at major tourist areas, they have also spread into the backcountry. Generally, most exotic species are controlled by pulling the plants out of the soil or by spraying, both of which are time-consuming and expensive.[104]

https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_nazionale_del_Gran_Paradiso

Parco nazionale del Gran ParadisoIndice

3Flora

Flora[modifica | modifica wikitesto]

Colori autunnali nel Parco

Nella parte più bassa del parco, come livello altimetrico, sono presenti

boschi di larici, praterie, boschi di latifoglie composti da pioppo tremulo , nocciolo, ciliegio selvatico, acero

montano, quercia, castagno, frassino, betulla, sorbo degli uccellatori. Le faggete, in una fascia tra gli 800 e i 1200 m, si trovano soltanto sul versante piemontese tra

Noasca, Campiglia e Locana. Tra i 1500 e i 2000 m vi sono le foreste di aghifoglie.

Il pino cembro è largamente diffuso in Val di Rhemês mentre l'abete bianco si trova solo in Val di Cogne presso Vieyes, Sylvenoire e Chevril. In tutte le valli troviamo il sempreverde abete rosso ed il larice . Quest'ultimo è l'unica conifera d'Europa che perde gli aghi nel periodo invernale.

I boschi di larice sono molto luminosi e permettono lo sviluppo di un folto sottobosco

composto da rododendri, mirtilli, lamponi, gerani dei boschi, fragole di bosco. In generale, peccete, lariceti e pinete coprono circa il 6% del territorio del parco.[18] 

Impossibile elencare la sterminata varietà di fiori che da marzo ad agosto ravvivano con i loro colori i diversi ambienti del parco.

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Ci limiteremo ad alcuni esempi. Il giglio martagone tipico del bosco, e il giglio di San Giovanni che sboccia nei prati, fioriscono all'inizio dell'estate. Il velenosissimo aconito si trova lungo i corsi d'acqua. Tra la fascia più alta dei boschi e i 2200 m vi sono distese di rododendri con i loro caratteristici fiori a campanula color ciclamino.

Oltre i 2500 m tra le rocce trovano il loro habitat la sassifraga, l'androsace alpina, l'artemisia, il cerastio e il ranuncolo dei ghiacci Anche la stella alpina e il genepì si trovano a queste altezze ma sono rarissimi. Le torbiere e le zone umide sono colonizzate dall'erioforo i cui candidi batuffoli preannunciano la fine dell'estate.

Punti di interesse[modifica | modifica wikitesto]

Di particolare interesse sono gli habitat considerati prioritari dalla Direttiva Habitat: i pavimenti calcarei, le foreste di Pinus uncinata, le paludi basso calcaree con formazioni pioniere alpine di Caricion bicoloris-atrofuscae[26], le formazioni erbose secche su substrato calcareo (Festuco-Brometalia[27]), le torbiere alte attive, le torbiere boscose.[28] In particolare, all'interno del parco si trovano alcuni biotopi di particolare interesse comunitario, proposti come siti di interesse comunitario Natura 2000 [28] :

Prascondù (cod. IT1110046) Vallone Azaria - Barmaion - Torre Lavina (cod. pSIC: IT1110059) Vallone del Carro, Piani del Nivolet, Col Rosset (cod. pSIC: IT1110060) Ambienti calcarei d'alta quota della Valle di Rhêmes (cod. pSIC:

IT1201010) Bosco del Parriod (cod. pSIC: IT1201020) Eaux Rousses, lago Djouan, Colle Entrelor (cod. pSIC: IT1201030) Valloni a sud de La Grivola (cod. pSIC: IT1201040) Bosco di Sylvenoire - Arpissonet (cod. pSIC: IT1201050) Vetta Gran Paradiso - Money (cod. pSIC: IT1201060) Torbiera alpina di Pra Suppiaz (cod. pSIC: IT1201070)

Lo stesso argomento in dettaglio: Siti di interesse comunitario della Valle d'Aosta.

https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_nazionale_del_Gran_Sasso_e_Monti_della_Laga

Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

Indice

2Ambienteo 2.1Flora

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

Flora[modifica | modifica wikitesto]

Stella Appenninica del Gran Sasso

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La flora del Parco nazionale del Gran Sasso d'Italia e Monti della Laga è estremamente varia a seconda della zona e della quota d'interesse: andando dalla parte sud-est della catena del Gran Sasso d'Italia, versante aquilano, verso la parte nord-ovest, versante teramano, troviamo un ambiente totalmente diverso.

Infatti nella zona a sud-est i 

bosch i  sono presenti solo a quote relativamente basse e sono composti principalmente da pino nero  e querce (zona di Castel Del Monte, Santo Stefano di Sessanio, Barisciano e San

Pio delle Camere). Più in alto si trovano soltanto pascoli e solo nella zona di Fonte Vetica troviamo un piccolo tratto

con alcuni abeti e betulle. Le piante che possiamo tipicamente trovare dalle quote medie in giù

sono cerri, roverelle, ornielli, maggiociondoli, meli selvatici, cornioli, genziana (davvero abbondante sul Gran Sasso sul versante aquilano e che rappresenta una specie protetta sebbene raccolta dai locali per produrre il famoso liquore alla genziana) e ginepro (anch'esso protetto e presente soprattutto sulla cima di Pizzo Cefalone). Nella zona alta e nella piana di Campo Imperatore il terreno presenta invece solo pascoli.

Nella zona più a nord del Gran Sasso, versante teramano, troviamo principalmente

faggeti , con boschi sterminati che rendono la zona davvero suggestiva, soprattutto nella zona di Pietracamela, paesino situato ai piedi del Corno Piccolo, raggiungibile esclusivamente tramite la statale 80, se provenienti da Teramo, ovvero dal passo delle Capannelle provenendo da L'Aquila.

Tra gli alberi presenti troviamo alberi di tasso, agrifoglio, acero di monte, sorbo montano e numerosi nuclei di abete bianco. Esistono alcune specie di vegetali che meritano una menzione particolare: questi sono il salice erbaceo, la stella alpina dell'Appennino (piuttosto frequente sul Gran Sasso e che rappresenta una specie estremamente protetta), il ranuncolo magellense, la primula orecchia d'orso ma anche l'adonide curvata, il papavero alpino, l'astragalo aquilano, la soldanella alpina e l'anemone dell'Appennino.

Nella zona di Campo Imperatore e nella zona di Montecristo, durante l'autunno, è facile trovare il

fungo prataiolo (Agaricus Campestris) molto ricercato nella zona. Esistono anche molte altre specie di funghi come i porcini e le morette tra i boschi che popolano l'intero parco[3].

Sui Monti della Laga sono presenti numerosi

boschi di faggi , abeti bianchi, querce, castagni, aceri, tassi, tigli, frassini, olmi, agrifoglio e rare foreste

di betulle. Sono presenti anche orchidee rare come l'orchidea epipogio senza foglia.

https://it.wikipedia.org/wiki/Gran_Sasso

Gran Sasso

Indice

2Ambienteo 2.1Flora

.

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

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Fino al Cinquecento, il comprensorio del Gran Sasso era caratterizzato dalla presenza di enormi boschi. A partire dal XVI e XVII secolo ebbero inizio operazioni di disboscamento intensivo, soprattutto allo scopo di fornire nuovi pascoli alla pastorizia, che sconvolsero pesantemente il paesaggio. Tanto è vero, che più volte si dovette vietare alle popolazioni del luogo di insistere nel taglio degli alberi. Ad esempio, un documento del 1664, in riferimento ai territori del Marchese della Valle Siciliana (corrispondente, quest'ultima, ai moderni territori di Isola del Gran Sasso e di Tossicia) proclamava: «che non sia persona alcuna che ardisca a tagliare abeti nella selva dell'Eccellentissimo Signor Marchese». Nel 1848 furono redatti verbali di denuncia in cui veniva indicato che la repressione dei disboscamenti aveva prodotto resistenza ai pubblici ufficiali incaricati delle operazioni di salvaguardia dei boschi.

Flora[modifica | modifica wikitesto]

Ambiente del Parco (Montecristo)

In particolare, l'essenza maggiormente penalizzata fu proprio l'abete bianco, che si era spinto a queste latitudini nel corso delle glaciazioni, e che fu quasi completamente distrutto; oggi questa meravigliosa conifera sopravvive soltanto nei pressi dell'Eremo di Santa Colomba ed in pochi altri luoghi.

Per parlare della flora del Gran Sasso, bisogna distinguere, anche in quest'ambito, fra i due versanti, quello teramano e quello aquilano. Il primo, esposto a nord-est, è caratterizzato da un substrato argilloso ed è soggetto a maggiori precipitazioni; questi fattori favoriscono l'egemonia del faggio, con lo sviluppo di faggete di notevole pregio. Il versante meridionale, al contrario, possiede un substrato calcareo ed un clima continentale. Questi fattori favoriscono principalmente lo sviluppo di boschetti di pioppi, di carpini e di cerri. Sono presenti, nell'areale, il nocciolo, il castagno (che forma umbratili boschi), l'acero (spesso presente con esemplari mastodontici). Sui versanti più soleggiati si può trovare il sorbo montano e il ciliegio selvatico. Solo grazie a rimboschimenti sono presenti il pino nero, l'abete rosso, e il larice. L'introduzione di quest'ultima specie, secondo Fernando Tammaro e Carlo Catonica dell'Università dell'Aquila è stato un errore perché le condizioni ambientali del luogo sono troppo severe per una conifera decidua quale è, appunto, il larice.

Tra gli arbusti possono essere menzionati il ginepro, il mirtillo (commestibile), la belladonna (di aspetto simile al mirtillo, ma velenoso e, talvolta, addirittura mortale), l'agrifoglio.

Le fioriture sono caratterizzate da gigli (specie protetta da una Legge Regionale dell'Abruzzo), campanule, sassifraghe, primule, genziane, garofanini e numerose orchidee. Menzione a parte merita la stella alpina appenninica, una pianta rarissima sulle montagne dell'Appennino.

https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_del_Monte_Cucco

Parco del Monte CuccoIndice

4Flora

Flora[modifica | modifica wikitesto]

Il Parco del Monte Cucco è un ambiente estremamente vario: da enormi boschi di Faggi a estese praterie.

Le piante più comuni e diffuse sono: faggio, sorbo montano, frassino e, a quote più basse, quercia e acero.

Tutta la superficie è

https://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Cucco_(Umbria)

Monte Cucco (Umbria)

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Indice

2Ambienteo 2.1Florao 2.2Fauna

.

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

Flora[modifica | modifica wikitesto]

Il clima molto piovoso dell’Appennino Umbro Marchigiano, a causa della relativa vicinanza del mare, ha favorito una flora molto rigogliosa e varia; difatti tutto il Monte Cucco è un’area floristica protetta.

Trovandosi in una posizione centrale dell’Italia, qui sono presenti tantissime varietà di fiori e orchidee provenienti da tutta la fascia appenninica, anche estremamente rari come la scarpetta di venere.

Il versante Sud-Ovest della montagna è dominato da estesi prati, in gran parte frutto di antichi disboscamenti per creare pascoli. Il versante Nord-est, esposto verso il mare, vede la presenza di grandissimi boschi.

Sopra i 1000m di quota la pianta dominante è il faggio;

i boschi di faggio, detti “faggete” coprono la gran parte del versante Nord-Est nel quale è presente anche il bosco più esteso di tutta la montagna, detto “Madre dei Faggi”, nel quale si trovano esemplari che superano abbondantemente i 30m di altezza.

Sotto i 1000m di quota la vegetazione di fa più intricata e varia, composta principalmente da: il carpino, l'orniello, l'acero (nei suoi vari tipi), il frassino, il corniolo, il ciliegio selvatico, il nocciolo (la dialettale "avellana"), il corbezzolo, il pungitopo, l’alloro selvatico, il bosso, il leccio, la roverella e il cerro.

La base della montagna è una fascia fortemente antropizzata, dove ancora è possibile vedere i campi coltivati contornati da filari di pioppi, salici, aceri, querce, segno inconfondibile di una povera agricoltura d’altri tempi.

https://it.wikipedia.org/wiki/Siti_di_interesse_comunitario_del_PiemonteSono inoltre presenti nella regione Piemonte siti di interesse comunitario, località di rilevante interesse ambientale in ambito CEE riferiti alla regione biogeografica mediterranea". Le località, definite con l'acronimo SIC, sono state proposte sulla base del Decreto 25/3/2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 157 dell'8 luglio 2005 e predisposto dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ai sensi della direttiva CEE [1]. Molte di queste coincidono in tutto o in parte con aree già in precedenza protette dalla legislazione nazionale o regionale. Tra i numerosi SIC piemontesi si possono ricordare[2]:

Indice

1Provincia di Alessandria 2Provincia di Asti 3Provincia di Biella 4Provincia di Cuneo 5Provincia di Novara 6Città metropolitana di Torino 7Provincia del Verbano-Cusio-Ossola 8Provincia di Vercelli 9Note 10Voci correlate 11Collegamenti esterni

Provincia di Alessandria

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Definizione dell'area Immagine

Codice Natura 2000

Note Sup.(ha) Coordinate

Torrente Orba (area protetta) - ZPS

IT1180002 Si sovrappone in parte con la Riserva naturale speciale del Torrente Orba

50644.779°N

8.655°E

Greto dello Scrivia - ZPS IT1180004 2241 44.806418°N

8.847163°E

Ghiaia Grande (Fiume Po) IT1180005

Completamente compreso nella ZPS IT1180028 Fiume Po - tratto vercellese alessandrino

462 45.152°N 8.318°E

Strette della Val Borbera IT1180009 1665 44.728°N

9.018°E

Langhe di Spigno Monferrato

IT1180010 2512 44.508752°N 8.293763°E

Massiccio dell'Antola - Monte Carmo - Monte Legna

IT1180011 5993 44.593333°N 9.157222°E

Bacino del Rio Miseria IT1180017 2094 44.511111°N

8.507778°E

Capanne di Marcarolo (area protetta) - ZPS

IT1180026L'area di sovrappone in parte con il Parco naturale delle Capanne di Marcarolo

9549 44.565287°N 8.788926°E

Confluenza Po - Sesia - Tanaro IT1180027

Completamente compreso nella ZPS IT1180028 Fiume Po - tratto vercellese alessandrino

4061 45.09°N 8.6069°E

Calanchi di Rigoroso,

IT1180030 547 44.657°N

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Definizione dell'area Immagine

Codice Natura 2000

Note Sup.(ha) Coordinate

Sottovalle e Carrosio 8.866°E

Basso Scrivia IT1180031 921 44.961786°N 8.868703°E

Bric Montariolo IT1180032 545 44.98166°N 8.674814°E

Provincia di Asti[modifica | modifica wikitesto]

Definizione dell'area Immagine

Codice Natura 2000

Note Sup.(ha) Coordinate

Rocchetta Tanaro (area protetta) IT1170001

Corrisponde al Parco naturale di Rocchetta Tanaro

126 44.858°N 8.319°E

Valmanera IT1170002 2190 44.952°N 8.172°E

Stagni di Belangero (Asti) IT1170003 591 44.863°N

8.195°E

Verneto di Rocchetta Tanaro IT1170005 10 44.850402°N

8.35535°E

Provincia di Biella[modifica | modifica wikitesto]

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Definizione dell'area Immagine

Codice Natura 2000

Note Sup.(ha) Coordinate

La Bessa IT1130001

Coincide completamente con l'area della Riserva naturale speciale della Bessa

734 45.486°N 8.035°E

Val Sessera (area protetta) IT1130002 10787 45.696944°N

8.037778°E

Baraggia di Candelo IT1130003 604 45.531°N 8.159°E

Lago di Bertignano (Viverone) e stagno presso la strada per Roppolo

IT1130004 26 45.429315°N 8.065402°E

Provincia di Cuneo[modifica | modifica wikitesto]

Definizione dell'area Immagine

Codice Natura 2000

Note Sup.(ha) Coordinate

Oasi di Crava Morozzo IT1160003

Coincide con la Riserva naturale di Crava-Morozzo

299 44.4214°N 7.7322°E

Sorgenti del Belbo IT1160007Coincide al 90% con la Riserva naturale delle Sorgenti del Belbo

474 44.3892°N 8.1397°E

Confluenza Po - Bronda IT1160009

Completamente compresa nella Riserva naturale della confluenza del Bronda

136 44.683056°N 7.455°E

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Definizione dell'area Immagine

Codice Natura 2000

Note Sup.(ha) Coordinate

Bosco del Merlino IT1160010 354 44.7974°N 7.716°E

Parco di Racconigi e Boschi lungo il Torrente Maira

IT1160011 326 44.78°N 7.663°E

Boschi e Rocche del Roero IT1160012 1704 44.734167°N

7.885556°E

Confluenza Po - Varaita IT1160013 171 44.82°N

7.597°E

Stazione di muschi calcarizzanti - C.ba Seviana e C.ba Barmarossa

IT1160016 1,61 44.419°N 7.298°E

Stazione di Linum narbonense IT1160017 8,28 44.421°N

7.28°E

Sorgenti del Maira, Bosco di Saretto, Rocca Provenzale

IT1160018

Completamente compresa nella ZPS Alte valli Stura e Maira (IT1160062)

727 44.496389°N 6.915833°E

Bosco di Bagnasco IT1160020 381 44.276389°N 8.077222°E

Gruppo del Tenibres IT1160021

Completamente compresa nella ZPS Alte valli Stura e Maira (IT1160062)

5450 44.304167°N 7.022778°E

Vallone di Orgials - Colle della Lombarda IT1160023

Completamente compresa nella ZPS Alte valli Stura e Maira (IT1160062)

530 44.218611°N 7.141944°E

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Definizione dell'area Immagine

Codice Natura 2000

Note Sup.(ha) Coordinate

Colle e Lago della Maddalena, Val Puriac

IT1160024

Completamente compresa nella ZPS Alte valli Stura e Maira (IT1160062)

1834 44.393611°N 6.912222°E

Faggete di Pamparato, Tana del Forno, Grotta delle Turbiglie e Grotte di Bos

IT1160026 2940 44.265278°N 7.870278°E

Colonie di chirotteri di S. Vittoria e Monticello d'Alba

IT1160029 17 44.7°N 7.946°E

Monte Antoroto IT1160035 863 44.188333°N 7.916667°E

Stura di Demonte (area protetta) IT1160036 1174 44.306°N

7.359°E

Grotta di Rio Martino IT1160037Compresa nella Riserva della Biosfera del Monviso

0,3 44.698185°N 7.146328°E

Stazioni di Euphorbia valliniana IT1160040 207 44.518611°N

7.176111°E

Boschi e colonie di chirotteri di Staffarda IT1160041 666 44.718°N

7.438°E

Alpi Marittime (area protetta) IT1160056

Comprende il Parco naturale delle Alpi Marittime

33672 44.2014°N 7.3628°E

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Definizione dell'area Immagine

Codice Natura 2000

Note Sup.(ha) Coordinate

Alte Valli Pesio e Tanaro IT1160057 Comprende il Parco

naturale del Marguareis 11278 44.175556°N 7.698333°E

Gruppo del Monviso e Bosco dell'Alevè IT1160058 Comprende la Riserva

naturale Pian del Re 7232 44.645556°N 7.096667°E

Comba di Castelmagno IT1160065 622 44.42°N

7.245°E

Vallone dell'Arma IT1160067 796 44.33°N 7.286°E

Greto e risorgive del torrente Stura IT1160071 559 44.497°N

7.698°E

Provincia di Novara[modifica | modifica wikitesto]

Definizione dell'area Immagine

Codice Natura 2000

Note Sup.(ha) Coordinate

Valle del Ticino IT1150001

Quasi completamente compresa nella Riserva della Biosfera Valle del Ticino

6597 45.499026°N 8.728109°E

Lagoni di Mercurago IT1150002

Coincide con il Parco naturale dei Lagoni di Mercurago

472 45.731°N 8.552°E

Palude di Casalbeltrame IT1150003

Coincide con la Riserva naturale della Palude di Casalbeltrame

651 45.4275°N 8.5018°E

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Definizione dell'area Immagine

Codice Natura 2000

Note Sup.(ha) Coordinate

Canneti di Dormelletto IT1150004

Coincide con la Riserva naturale dei Canneti di Dormelletto

153 45.427°N 8.5797°E

Agogna Morta (Borgolavezzaro) IT1150005 13 45.304°N

8.661°E

Baraggia di Piano Rosa IT1150007 Compresa nella Riserva

naturale delle Baragge 1194 45.619684°N 8.437086°E

Baraggia di Bellinzago IT1150008 119 45.565°N

8.606°E

Città metropolitana di Torino[modifica | modifica wikitesto]

Rocca di Cavour IT1110001 Corrisponde al Parco naturale della Rocca di Cavour 76 44.781°N

7.378°E

Collina di Superga IT1110002 747 45.0697°N 7.7706°E

Stupinigi (area protetta) IT1110004 Corrisponde al Parco naturale di

Stupinigi 1731 44.981°N 7.592°E

Vauda IT1110005 Corrisponde alla Riserva naturale della Vauda 2654 45.2503°N

7.6509°E

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Orsiera Rocciavré IT1110006 Corrisponde al Parco naturale Orsiera-Rocciavrè

10956

45.06174°N 7.133008°E

Laghi di Avigliana IT1110007 Corrisponde al Parco naturale dei Laghi di Avigliana 414 45.06519°N

7.386147°E

Madonna della Neve sul Monte Lera

IT1110008

Comprende completamente la Riserva naturale della Madonna della Neve sul Monte Lera

62 45.1778°N 7.4678°E

Bosco del Vaj e "Bosc Grand" IT1110009 Comprende la Riserva naturale

del Bosco del Vaj 1347 45.1114°N 7.9289°E

Gran Bosco di Salbertrand IT1110010 Corrisponde al Parco naturale

del Gran Bosco di Salbertrand 3712 45.0581°N 6.9222°E

Monti Pelati e Torre Cives IT1110013 Corrisponde alla Riserva

naturale dei Monti Pelati 145 45.4158°N 7.7433°E

Stura di Lanzo IT1110014 Corrisponde all'Area contigua della Stura di Lanzo 688 45.2203°N

7.5647°E

Confluenza Po - Pellice IT1110015

Corrisponde alla Riserva naturale della confluenza del Pellice ed è completamente compresa nella Riserva della Biosfera del Monviso

146 44.811°N 7.561°E

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Confluenza Po - Maira IT1110016

Compresa nella Riserva naturale della confluenza del Maira

178 44.838°N 7.646°E

Lanca di Santa Marta (Confluenza Po - Banna)

IT1110017Corrisponde alla Riserva naturale della Lanca di Santa Marta e confluenza del Banna

164 44.9514°N 7.6956°E

Confluenza Po - Orco - Malone IT1110018

Corrisponde alla Riserva naturale confluenza della Dora Baltea

312 45.1839°N 7.8661°E

Baraccone (confluenza Po - Dora Baltea)

IT1110019Compresa nella Riserva naturale confluenza della Dora Baltea

1574 45.1781°N 8.0411°E

Lago di Viverone IT1110020 926 45.4178°N 8.0311°E

Laghi di Ivrea IT1110021 1599 45.489167°N 7.893333°E

Stagno di Oulx IT1110022 84 45.0361°N 6.8172°E

Lanca di San Michele IT1110024

Compresa nella Riserva naturale della Lanca di San Michele

228 44.8675°N 7.6783°E

Po morto di Carignano IT1110025 Corrisponde alla Riserva

naturale dell'Oasi del Po morto 503 44.896389°N 7.696667°E

Champlas - Colle Sestriere

IT1110026 105044.951944°N

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6.849722°E

Boscaglie di Tasso di Giaglione (Val Clarea)

IT1110027 340 45.158889°N 6.959167°E

Pian della Mussa (Balme) IT1110029 3554 45.297222°N

7.154444°E

Oasi xerotermiche della Val di Susa-Orrido di Chianocco

IT1110030 Comprende la Riserva naturale dell'Orrido di Chianocco 1250 45.151389°N

7.120833°E

Valle Thuras IT1110031 978 44.893611°N 6.859444°E

Pra - Barant IT1110032 4120 44.755833°N 7.059444°E

Stazioni di Myricaria germanica IT1110033 63 44.80341°N

7.141189°E

Laghi di Meugliano e Alice IT1110034 283 45.456°N

7.785°E

Stagni di Poirino - Favari IT1110035 1844 44.923°N

7.792°E

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Lago di Candia IT1110036 335 45.3281°N 7.9089°E

Col Basset (Sestriere) IT1110038 271 44.982222°N

6.874444°E

Rocciamelone IT1110039 1966 45.174444°N 7.090556°E

Oasi xerotermica di Oulx - Auberge IT1110040 1070 45.055278°N

6.832778°E

Oasi xerotermica di Oulx - Amazas IT1110042 339 45.019167°N

6.822222°E

Pendici del Monte Chaberton IT1110043 329 44.957222°N

6.7775°E

Bardonecchia - Val Fredda IT1110044 1686 45.098611°N

6.804722°E

Bosco di Pian Prà (Rorà) IT1110045 93 44.796944°N

7.191667°E

Scarmagno - Torre Canavese (morena destra d'Ivrea)

IT1110047 1876 45.368056°N 7.814722°E

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Grotta del Pugnetto IT1110048 19 45.2728°N 7.4136°E

Les Arnaud e Punta Quattro Sorelle IT1110049 1328 45.081667°N

6.663611°E

Mulino Vecchio (fascia fluviale del Po)

IT1110050Si sovrappone in parte con la Riserva naturale Mulino Vecchio

414 45.256°N 7.971°E

Peschiere e Laghi di Pralormo IT1110051 141 44.8287°N

7.829°E

Oasi xerotermica di Puys - Beaulard IT1110052 468 45.046944°N

6.735556°E

Valle della Ripa (Argentera) IT1110053 327 44.891944°N

6.915556°E

Arnodera - Colle Montabone IT1110055 112 45.129167°N

7.055833°E

Serra di Ivrea IT1110057 4572 45.49°N 7.948889°E

Cima Fournier e Lago Nero IT1110058 640 44.903889°N

6.793611°E

Lago di Maglione IT1110061 17 45.345°N 7.995°E

Stagno Interrato di Settimo Rottaro

IT1110062 22 45.401°N

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7.977°E

Boschi e Paludi di Bellavista IT1110063 95 45.442°N

7.864°E

Palude di Romano Canavese IT1110064 35 45.395287°N

7.858374°E

La Mandria IT1110079 Completamente compreso nel Parco naturale La Mandria 3379 45.1631°N

7.5739°E

Val Troncea IT1110080 Comprende il Parco naturale della Val Troncea

10130 44.975833°N

6.978889°E

Monte Musiné e Laghi di Caselette IT1110081 1524 45.1208°N

7.4678°E

Boschi umidi e stagni di Cumiana IT1110084 23 44.956951°N

7.398621°E

Provincia del Verbano-Cusio-Ossola[modifica | modifica wikitesto]

Definizione dell'area Immagine

Codice Natura 2000

Note Sup.(ha) Coordinate

Fondo Toce IT1140001 Corrisponde alla Riserva naturale di Fondo Toce 361 45.938886°N

8.478388°E

Campello Monti (area protetta) IT1140003

Compresa nel Parco naturale dell'Alta Val Sesia e dell'Alta Val Strona

548 45.938889°N 8.221111°E

Alta Val Formazza

IT1140004 Compresa nella ZPS Val Formazza (IT1140021)

574446.403611°N

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Definizione dell'area Immagine

Codice Natura 2000

Note Sup.(ha) Coordinate

8.436389°E

Greto Torrente Toce tra Domodossola e Villadossola

IT1140006 746 46.058333°N 8.279167°E

Boleto - M.te Avigno IT1140007 390 45.783889°N

8.353056°E

Val Grande (area protetta) IT1140011

Completamente compresa nel Sesia-Val Grande Geopark

11855 46.040833°N 8.4575°E

Alpi Veglia e Devero - Monte Giove

IT1140016

Comprende il Parco naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero e l'Area contigua dell'Alpe Devero

15119 46.311111°N 8.2525°E

Provincia di Vercelli[modifica | modifica wikitesto]

Bosco della Partecipanza di Trino

IT1120002

Comprende il Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino e l'Area Contigua del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino

1075 45.225°N 8.254722°E

Monte Fenera IT1120003 Compreso nel Parco naturale del Monte Fenera 3348 45.702778°N

8.346667°E

Baraggia di Rovasenda IT1120004 Compresa nella Riserva naturale

delle Baragge 1178 45.578°N 8.301°E

Garzaia di Carisio IT1120005 Coincide con la Riserva naturale

della Garzaia di Carisio 103 45.4225°N 8.2003°E

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Val Mastallone (area protetta) IT1120006

Compresa nel Parco naturale dell'Alta Val Sesia e dell'Alta Val Strona

1882 45.916389°N 8.159444°E

Palude di S. Genuario IT1120007

Comprende la Riserva naturale della Palude di San Genuario e l'Area Contigua della Palude di San Genuario

426 45.223°N 8.183°E

Fontana Gigante (Tricerro) IT1120008 Comprende la Riserva naturale

Fontana Gigante 311 45.233819°N 8.286625°E

Lame del Sesia e Isolone di Oldenico

IT1120010 Coincide con il Parco naturale delle Lame del Sesia 934 45.419167°N

8.3975°E

Isolotto del Ritano (Dora Baltea)

IT1120013 Coincide con la Riserva Naturale dell'Isolotto del Ritano 253 45.231389°N

8.001111°E

Garzaia del Rio Druma IT1120014 128 45.4539°N

8.312°E

Laghetto di Sant'Agostino IT1120016 21 45.785°N

8.282°E

Isola di Santa Maria (area protetta)

IT1120023

Compresa nella Riserva naturale di Isola Santa Maria e nella ZPS "Fiume Po - tratto vercellese alessandrino" (IT1180028)

721 45.174°N 8.14°E

Stazioni di Isoetes malinverniana

IT1120026 2043 45.519°N 8.386°E

Alta Val Sesia IT1120028

Compresa nella ZPS "Alta Valsesia e Valli Otro, Vogna, Gronda, Artogna e Sorba" (IT110027) e si sovrappone parzialmente con il Parco naturale dell'Alta Val Sesia e dell'Alta Val Strona

7545 45.8964°N 7.8989°E

Sponde fluviali di Palazzolo vercellese

IT1120030

Compresa nella ZPS "Fiume Po - Tratto Vercellese-Alessandrino" (IT1180028) e nell'Area contigua del Parco Fluviale del Po

243 45.169709°N 8.236717°E

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Note[modifica | modifica wikitesto]

1. ̂  direttiva 92/43/CEE Archiviato il 30 settembre 2007 in Internet Archive.2. ̂  Fonte: Regione Piemonte Archiviato il 6 settembre 2011 in Internet Archive.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Aree naturali protette del Piemonte Aree naturali protette

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Elenco di proposti SIC, SIR e ZPS in Italia nel Decreto Ministeriale del 25/03/05 (recepimento della direttiva 92/43/CEE) (DOC), su www2.minambiente.it.

Decreto 30 marzo 2009, "Secondo elenco SIC regione bioenergetica continentale" , su www.arbea.basilicata.it (download).

Strumento per visualizzare le schede dei Siti della Rete Natura 2000 in Piemonte , su regione.piemonte.it.mostra

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Siti della Rete Natura 2000 per regionemostra

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Aree naturali protette in Italia

 Portale Piemonte: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Piemonte

https://it.wikipedia.org/wiki/Siti_di_interesse_comunitario_dell%27Umbria

Siti di interesse comunitario dell'UmbriaDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.Jump to navigationJump to search

Voce principale: Aree naturali protette dell'Umbria.

Questi sono, per quanto concerne la Regione Umbria, i siti di rilevante importanza in ambito CEE riferiti alla regione biogeografica mediterranea.

Indice

1Provincia di Perugia 2Provincia di Terni 3Voci correlate 4Collegamenti esterni

Provincia di Perugia[modifica | modifica wikitesto]

Boschi di Castel Rigone Boschi di Pischiello - Torre Civitella Lago Trasimeno Boschi di Ferretto - Bagnolo Monte Malbe Ansa degli Ornari (Ponte San Giovanni) Monti Marzolana - Montali

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Monte Subasio (sommità) Boschi e brughiere di Panicarola Boschi e brughiere di Cima Farneto - Poggio Fiorello (Mugnano) Fosso dell'Eremo delle Carceri (Monte Subasio) Boschi Sereni - Torricella (San Biagio della Valle) Poggio Caselle - Fosso Renaro (Monte Subasio) Sasso di Pale Fiume Timia (Bevagna - Cannara) Boschi dell'alta Valle del Nestore Lecceta di Sassovivo (Foligno) Sorgiva dell'Aiso Valnerina Monti Serano - Brunette (sommità) Valle di Campiano (Preci) Torrente Argentina (Sellano) Valle di Pettino (Campello sul Clitunno) Fiume e Fonti del Clitunno Fiume Tevere tra Monte Molino e Pontecuti (Tevere Morto) Gola del Corno - Stretta di Biselli Monti lo Stiglio - Pagliaro Fosso di Camposolo Monti Galloro - dell'Immagine Marcite di Norcia Monte Il Cerchio (Monti Martani) Torrente Naia Monte Maggio (sommità) Monti Coscerno - Civitella - Aspra (sommità) Monteluco di Spoleto Roccaporena - Monte della Sassa Media Val Casana (Monti Coscerno - Civitella) Monti Pizzuto - Alvagnano Laghetto e Piano di Gavelli (Monte Coscerno) Boschi di Montebibico (Monti Martani) Boschi a Farnetto di Collestrada (Perugia) Colline Premartane (Bettona - Gualdo Cattaneo) Castagneti di Morro (Foligno) Palude di Colfiorito Col Falcone Piani di Annifo e Arvello Piano di Ricciano Selva di Cupigliolo Sasso di Pale

Provincia di Terni[modifica | modifica wikitesto]

Bagno Minerale (Parrano) Selva di Meana (Allerona) Bosco dell'Elmo (Monte Peglia) Boschi di Prodo-Corbara Lago di Corbara Gola del Forello Valle Pasquarella (Baschi) Monti Amerini

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Foresta fossile di Dunarobba (Avigliano) Lago di Alviano Boschi di Farneta (Montecastrilli) Monte Torre Maggiore (Monti Martani) Valle del Serra (Monti Martani) Fosso Salto del Cieco (Ferentillo) Valnerina Monte Solenne (Valnerina) Monte la Pelosa - Colle Fergiara (Valnerina) Cascata delle Marmore Lago di Piediluco - Monte Caperno Lago di Recentino (Narni) Gole di Narni-Stifone Piani di Ruschio (Stroncone) Oasi di San Liberato Monti San Pancrazio-Oriolo Rocca San Zenone (Terni)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Sito di importanza comunitaria Zone di protezione speciale Aree naturali protette

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

direttiva 92/43/CEE (DOC), su www2.minambiente.it. URL consultato il 9 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).

Decreto 30 marzo 2009, "Secondo elenco SIC regione bioenergetica continentale", su www.arbea.basilicata.it (download).

mostra

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Siti della Rete Natura 2000 per regionemostra

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Aree naturali protette in Italia

https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Siti_di_interesse_comunitario_d%27Italia_per_regione

Categoria:Siti di interesse comunitario d'Italia per regioneJump to navigation Jump to search

Categoria che raccoglie voci circa i siti di interesse comunitario italiani raggruppati per regioni.

Valle d'AostaFriuli-Venezia GiuliaTrentino-Alto AdigeVenetoLombardia

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PiemonteLiguriaEmilia-RomagnaToscanaMarcheUmbriaLazioAbruzzoMoliseCampaniaPugliaBasilicataCalabriaSiciliaSardegna

 Portale Ecologia e ambiente  Portale Italia

SottocategorieQuesta categoria contiene le 20 sottocategorie indicate di seguito, su un totale di 20.

A

► Siti di interesse comunitario dell'Abruzzo (16 P)

B

► Siti di interesse comunitario della Basilicata (7 P)

C

► Siti di interesse comunitario della Calabria (1 C, 10 P) ► Siti di interesse comunitario della Campania (6 P)

E

► Siti di interesse comunitario dell'Emilia-Romagna (1 C, 43 P)

F

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L

► Siti di interesse comunitario del Lazio (1 C, 27 P) ► Siti di interesse comunitario della Liguria (7 C, 43 P) ► Siti di interesse comunitario della Lombardia (2 C, 10 P)

M

► Siti di interesse comunitario del Molise (3 P)

P

► Siti di interesse comunitario del Piemonte (2 C, 56 P) ► Siti di interesse comunitario della Puglia (2 C, 6 P)

S

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T

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► Siti di interesse comunitario del Trentino-Alto Adige (2 C, 33 P)

U

► Siti di interesse comunitario dell'Umbria (2 C, 2 P)

V

► Siti di interesse comunitario della Valle d'Aosta (15 P) ► Siti di interesse comunitario delle Marche (1 P) ► Siti di interesse comunitario del Veneto (6 C, 56 P)

Categorie:  Siti di interesse comunitario d'Italia Categorie per regione italiana

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S

► Siti di interesse comunitario d'Italia per provincia (23 C) ► Siti di interesse comunitario d'Italia per regione (20 C)

Pagine nella categoria "Siti di interesse comunitario d'Italia"Questa categoria contiene le 2 pagine indicate di seguito, su un totale di 2.

R

Riserva naturale di Nazzano, Tevere-Farfa Riserva naturale Vincheto di Celarda

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A

Parco regionale dell'Adamello

T

Torbiere di Val Braone Categorie: 

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Siti di interesse comunitario della Lombardia Siti di interesse comunitario d'Italia per provincia

XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

SITI SENZA CITAZIONE AMBIENTE O FLORA o doppia https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_del_Monte_Subasio

Parco del Monte SubasioDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.Jump to navigation Jump to search

NO ambiente, no floraIndice 1La fauna

La fauna[modifica | modifica wikitesto]

La fauna del parco comprende il lupo, il cinghiale, l'upupa, l'istrice ed il barbagianni.

https://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Subasio

Monte SubasioNO AMBIENTE – NO FLORA

Il monte Subasio è una montagna dell'Appennino umbro-marchigiano, alta 1.290 m s.l.m. [1] , situata in Umbria, nella provincia di Perugia. Sulle sue pendici occidentali sorgono le città di Assisi e Spello; a sud un suo lembo ricade nel territorio di Foligno; a est è compresa nei territori di Valtopina e di Nocera Umbra; a nord un sistema di brevi dorsali da essa dipendenti insiste sui territori di Gualdo Tadino e

di Valfabbrica.Indice 1Geografiao 1.1Clima 2Monumenti e luoghi di interesse 3Sport 4Nella cultura di massa 5Note

6Altri progettihttps://en.wikipedia.org/wiki/Monte_Subasio

Monte SubasioFrom Wikipedia, the free encyclopediaJump to navigationJump to searchNo ambiente

https://fr.wikipedia.org/wiki/Mont_Subasio

Mont SubasioSauter à la navigation Sauter à la recherche No ambientehttps://es.wikipedia.org/wiki/Monte_Subasio

Monte SubasioNo ambiente

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http://www.oicosriflessioni.it/2018/01/01/fauna-dellassisano/

Fauna dell’assisano. In costruzionePosted by admin on lunedì, gennaio 1, 2018 · Leave a Comment (Edit)

Fauna dell’assisanoin costruzione

Erannis ankeraria, foto Gianluca Bencivenga, 2010-03-19Erannis ankeraria (All. II,IV, monovoltina), volo in marzo. Unica segnalazione sul Monte Subasio (Z.Zerunian e A. Zilli, 2014)da http://www.life-sun.eu/index.php/category/uncategorized-it/page/3/…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………Presentazione progetto Natura 2000 – Sun Life

https://de.wikipedia.org/wiki/Monte_Subasio

Monte SubasioInhaltsverzeichnis

3Natur4Naturpark Parco del Monte Subasio

Natur[Bearbeiten | Quelltext bearbeiten]

Der des Subasio kann in drei Zonen unterteilt werden:

1. die erste ist durch Ölbäume gekennzeichnet, deren Anbau sich von Assisi bis nach Spello auf der einen Seite und von Costa di Trex bis nach Armenzano und San Giovanni auf der anderen erstreckt.

2. Das zweite Gebiet wird durch Zerreichen, Eichen, schwarze Hainbuchen, Manna-Eschen, Ahorne sowie Buchen und Steineichen gekennzeichnet.

3.Das dritte Gebiet ist durch harzhaltige Hochwälder und Gipfelwiesen charakterisiert.

Naturpark Parco del Monte Subasio[Bearbeiten | Quelltext bearbeiten]

Eine bemerkenswerte Naturerscheinung des Parks sind die Dolinen des Mortaro Grande. Naturerlebnisse vermitteln ferner der franziskanische Pfad (sentiero Francescano) und der botanische Garten in Valtopina, die Thermen in Centino sowie der Steineichenwald beim Eremo delle Carceri (inghiottitoio dell’Orrido delle Carceri) bei Assisi.

https://www.umbriatourism.it/it/-/parco-del-monte-subasio

Parco del Monte SubasioIl Parco del Monte Subasio rappresenta il luogo privilegiato delle memorie francescane, .. ma anche per gli aspetti naturalistici..dagli oliveti delle pendici si arriva ai grandi prati e ai pascoli della pianura sommitale, passando attraverso i fitti boschi di querce e di lecci della parte intermedia. È proprio qui che, incastonato in una selva di alberi secolari, si trova l' Eremo delle Carceri, uno dei luoghi più ricchi di memorie e suggestioni francescane.http://www.parks.it/parco.monte.subasio/index.php

Parco del Monte SubasioPrati fioritiL'Ambiente NaturaleLe pendici del Subasio sono oggi coperte da un importante alberatura che si distingue in tre fasce:

1. la prima caratterizzata dall'olivo la cui coltura si estende da Assisi fino a Spello su un versante e sull'altro da Costa di Trex ad Armenzano, a San Giovanni;

2. la seconda da vegetazione arborea naturale di Cerro e Roverella, Carpine Nero, Orniello, Acero nonché di Faggio e Leccio;

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3. fustaie di resinose, realizzate dai rimboschimenti, caratterizzano la terza fascia insieme ai prati pascolo cacuminali. Lecceta dell'Eremo delle CarceriE' un esempio interessantissimo di lecceta ad alto fusto ed è stata da sempre protetta dai frati che hanno abitato sul monte dai tempi di San Francesco.

Faggeta del MacchioneLe vaste faggete presenti nel passato ora sono limitate ad alcune aree, la più vasta delle quali è quella conosciuta come il Cacchione che si trova tra Armenzano e Costa di TrexPrati sommitaliSono praterie perenni che si estendono su una superficie di 1.190 ettari.Questo prati in primavera sono colorati da numerosi fiori tra i quali va ricordato il narciso che è un po' il fiore del Monte Subasio. Questo fiore, oggi protetto come tutte le altre specie flogistiche, in passato veniva raccolto nel giorno dell'Ascenzione per comporre le tradizionali "mazze fiorite".Colli di SelvalongaZona caratterizzata da grandi este

http://www.visit-assisi.it/

Territorioo Parco del Monte Subasio

Lecceta dell’Eremo delle CarceriE’ un esempio interessantissimo di lecceta ad alto fusto ed è stata da sempre protetta dai frati che hanno abitato sul monte dai tempi di San Francesco.

Faggeta del MacchioneLe vaste faggete presenti nel passato ora sono limitate ad alcune aree, la più vasta delle quali è quella conosciuta come il Cacchione che si trova tra Armenzano e Costa di Trex

Prati sommitaliSono praterie perenni che si estendono su una superficie di 1.190 ettari.Questo prati in primavera sono colorati da numerosi fiori tra i quali va ricordato il narciso che è un po’ il fiore del Monte Subasio. Questo fiore, oggi protetto come tutte le altre specie flogistiche, in passato

http://www.parks.it/parco.monte.subasio/index.php

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La Valle del TescioAutore: Prof. Francesco Guarino, Prof.ssa Caterina Medori, Prof. Alberto Melelli, Prof.ssa Laura Melelli, Gruppo Fotografico ZTL di AssisiEditore: Accademia Properziana del Subasio

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Nel Parco c'èL'offerta educativa e ricreativa dei parchi Nazionali e Regionali e delle Aree Marine Protette

Libri ed altre pubblicazioni    

 

 

Parco del Monte SubasioEstratto dalla "Guida ai parchi dell'Umbria"