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Corso di aggiornamento RSPP aziende edili Lezione: La normativa del rischio elettrico ed impianti messa a terra

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Corso di aggiornamento RSPP aziende edili

Lezione: La normativa del rischio elettrico ed impianti messa a terra

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In questa unità didattica illustreremo gli aggiornamenti apportati alla normativa sul rischio elettrico e sugli impianti di messa a terra. In particolare, esamineremo le caratteristiche degli impianti elettrici di cantiere e i rischi ad essi correlati. Infine, indicheremo, per ciascuna tipologia di rischio, il sistema di protezione prescritto e l’utilizzo di ciascun dispositivo.

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Gli impianti elettrici installati nei cantieri sono considerati impianti a maggior rischio elettrico per i seguenti motivi: per le condizioni ambientali e climatiche particolari, per la scarsa conoscenza o sottostima, da parte degli operatori, del rischio elettrico ed infine, per l’alta probabilità di deterioramento, delle caratteristiche di sicurezza, delle apparecchiature. Per tali motivi, per gli impianti elettrici nei cantieri sono richiesti sistemi di protezione più severi, rispetto a quanto prescritto in altri luoghi.

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Analizzando la distribuzione delle percentuali di infortuni elettrici mortali in alcuni settori, vediamo come nei cantieri edili il rischio sia maggiore rispetto ai settori dell’industria e dell’agricoltura. Inoltre, la maggior parte di questi infortuni è causata da guasti ad apparecchiature (in particolare per elettrocuzione da contatto diretto). Le apparecchiature più frequentemente coinvolte sono, nell’ordine:

• le betoniere; • gli apparecchi per il sollevamento; • le prese a spina; • i cavi.

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La formula che definisce la corrente elettrica è la seguente: Corrente elettrica = Tensione/Resistenza. Dove:

• per corrente elettrica s’intende “un flusso di elettroni che percorrono un conduttore, avente determinata sezione, nell’unità di tempo”. Viene misurata in amper;

• con il termine tensione si indica “una forza che provoca un determinato flusso di elettroni in un conduttore”. Si misura in volt;

• e per resistenza intendiamo “l’opposizione al flusso di elettroni, dovuta ad un restringimento della sezione del conduttore o al tipo di materiale”. Si misura in Ohm.

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Illustriamo ora i principali danni che l’elettricità può causare al corpo umano. Può provocare

• tetanizzazione, ovvero una contrazione dei muscoli tale che questi non rispondono più ai comandi del cervello;

• arresto della respirazione, con conseguente asfissia provocata da blocco polmonare;

• fibrillazione ventricolare, ovvero uno scompenso dei battiti cardiaci;

• infine ustioni nei punti di entrata ed uscita dal corpo.

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Gli effetti dannosi, provocati dall’elettricità al corpo umano, dipendono principalmente dai seguenti fattori:

• dall’intensità della corrente che attraversa il corpo; • dalla quantità di tempo cui il corpo è sottoposto alla

corrente; • dal percorso della corrente elettrica attraverso il corpo

umano, cioè dalla tipologia di organi colpiti.

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Analizziamo ora quali sono i principali rischi elettrici in cantiere. Innanzitutto il contatto diretto con parti normalmente in tensione. Ma anche il contatto indiretto può essere pericoloso, quando avviene con una parte dell’impianto che normalmente non è in tensione, ma che ha assunto una tensione pericolosa dovuta, per esempio, ad un guasto di isolamento.

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Altro rischio elettrico probabile nei cantieri è quello di sovracorrente. Il sovraccarico si manifesta quando c’è una richiesta, da parte dell’utilizzatore, superiore a quella prevista, e può provocare un corto circuito, quando, per esempio, ci sono guasti all’impianto quali: schiacciature dei cavi, contatti tra le fasi o tra le fasi e la terra. Infine nei cantieri vi è il rischio di scariche atmosferiche dovute a fulminazione su masse metalliche.

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Quali sono i sistemi di protezione per i rischi elettrici in cantiere? Presentiamo i sistemi di protezione suddivisi per tipologia di rischio a cui fanno riferimento. Per la protezione dai contatti diretti i sistemi più comuni sono gli involucri, i rivestimenti, ecc. Esiste una classificazione dei gradi di protezione degli involucri (chiamata CODICE IP) che definisce i livelli di protezione:

• delle persone contro il contatto con parti pericolose; • dei materiali contro l'ingresso dei corpi solidi estranei; • dei materiali contro l'ingresso dannoso dell'acqua.

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Per la protezione dai contatti indiretti i sistemi di protezione più comuni sono le apparecchiature di classe II, e l'interruzione automatica dell'alimentazione. Le apparecchiature di protezione, sezionamento e comando devono essere raccolte entro quadri elettrici e protette contro l'azionamento accidentale o involontario, se tale azionamento può ingenerare condizioni di pericolo (ad esempio: prevedere prese con interruttore di blocco con lucchetti).

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Sempre rispetto ai dispositivi di protezione, sezionamento e comando, è stabilito che, all'origine dell'impianto, vi sia un quadro principale che alimenti quadri di distribuzione che, a loro volta, alimentano gli apparecchi utilizzatori. Ogni linea in partenza dal quadro generale, o dai quadri di distribuzione, deve essere sezionabile e protetta contro i sovraccarichi, corto circuiti e contatti indiretti. Gli organi di sezionamento e comando devono essere identificati con una targhetta indicante la funzione svolta.

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Esaminiamo ora nel dettaglio quanto prescritto per i quadri elettrici e i cavi. I quadri di cantiere possono essere solo del tipo AS (ovvero, quadri costruiti di serie) in conformità alle norme CEI 17-13/1 e 17-13/4. Tali quadri di cantiere vengono indicati con ASC e contengono interruttori di protezione e prese a spina. Hanno un grado di protezione minimo IP43. I cavi devono essere del tipo H07RN-F o similari e in NEOPRENE. I cavi non devono essere disposti nei luoghi di transito per veicoli o pedoni oppure devono essere adeguatamente protetti contro lo schiacciamento.

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Per quanto concerne le prese a spina da utilizzare nei cantieri valgono le seguenti regole. Devono essere:

• di tipo industriale; • dotate di propria protezione contro le sovracorrenti; • disposte unicamente o all'interno dei quadri, o all'esterno,

sulle pareti di tali quadri; • protette da dispositivi differenziali aventi corrente

differenziale nominale di intervento non superiore a 30 mA.

• Inoltre, sono ammesse prese di tipo mobile, purché rispondenti alle norme CEI 23-12. Anche se l'uso delle prolunghe deve essere, per quanto possibile, limitato. In questi casi si devono preferire prese incorporate in rulli avvolgicavi, dotate di conduttore flessibile e di guaina idonea alla tenuta dall'acqua e all'abrasione.

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Nel caso in cui si eseguano lavori in prossimità di linee in tensione, devono essere presi opportuni provvedimenti per impedire il contatto con la linea delle parti metalliche della macchina (ad esempio: autogru, gru a torre, bracci metallici elevatori, ecc.). Bisogna pertanto:

• utilizzare barriere, come, ad esempio, guaine sui cavi; • vietare l’esecuzione di lavori in prossimità di linee

elettriche quando possano avvenire contatti diretti o scariche pericolose per le persone tenuto conto del tipo di lavoro, delle attrezzature usate e delle tensioni presenti.

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I cantieri possono essere interessati da scariche atmosferiche, quando, in relazione alla ubicazione, altezza, dimensioni, ecc. sono installate strutture metalliche di notevoli dimensioni (ad es. gru a torre, ponteggi, opere provvisionali metalliche). In questi casi è necessario installare l'impianto di protezione contro i fulmini. L’installazione per tali strutture segue i criteri stabiliti dalla norma CEI 81-1.

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Quali sono le prescrizioni da seguire nei luoghi conduttori ristretti? Innanzitutto definiamo cosa s’intende per luoghi conduttori ristretti. Essi sono luoghi delimitati da superfici metalliche, o di altro materiale conduttore, ben collegate elettricamente con il terreno. Inoltre, sono luoghi in cui il rischio di venire a contatto con tali superfici è molto elevato mentre è molto scarsa la possibilità di interromperlo. E’ il caso, ad esempio, di lavori elettrici che si svolgono dentro tubazioni metalliche o cunicoli di ridotte dimensioni.

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Nel caso di luoghi conduttori ristretti, quindi, per la protezione dai contatti diretti, secondo quanto disposto dalla norma CEI 64-8, è obbligatorio l'impiego di

• bassissima tensione di sicurezza; • barriere o involucri aventi grado di protezione non

inferiore a IP 2x; • oppure di un efficace isolamento (di 500V circa).

La protezione dai contatti indiretti, invece, avviene, nel caso di alimentazione di apparecchi mobili o utensili portatili, mediante:

• bassissima tensione di sicurezza; • separazione elettrica; • utilizzo di apparecchi di classe II.

Nel caso di lampade portatili, mediante bassissima tensione di sicurezza.

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La protezione dai contatti indiretti, nel caso di alimentazione di apparecchi trasportabili e fissi, avviene mediante:

• bassissima tensione di sicurezza; • separazione elettrica; • interruzione automatica dell'alimentazione, per es.

creando un collegamento equipotenziale supplementare tra le masse degli apparecchi e le masse esterne del luogo conduttore ristretto.

Per quanto riguarda i trasformatori di sicurezza e quelli d'isolamento, questi devono essere situati al di fuori del luogo conduttore ristretto.

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Con la pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale n° 6 dell’08/01/2002, del DPR 22/10/2001, n° 462, ovvero del “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”, entrano in vigore le nuove modalità per la messa in esercizio, l’omologazione, la prima verifica e le verifiche periodiche, dei suddetti impianti.

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In sintesi, il decreto, riporta quanto segue: per quanto riguarda la messa in esercizio degli impianti, questa è subordinata alla verifica eseguita dall’installatore, il quale rilascia la “dichiarazione di conformità”. Tale dichiarazione equivale a tutti gli effetti all’omologazione dell’impianto. Fanno eccezione gli impianti elettrici situati in luoghi con pericolo di esplosione, per i quali l’omologazione è effettuata dall’ASL o dall’ARPA di competenza che effettua la prima verifica.

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Entro 30 giorni dalla messa in esercizio dell’impianto, il datore di lavoro presenta la dichiarazione di conformità, o certificato di omologazione, allo sportello unico per le attività produttive. Se lo sportello non è ancora attivo invia la dichiarazione all’ISPESL e all’ASL o all’ARPA di competenza territoriale.

a) A questo punto l’ISPESL effettua la prima verifica “a campione” sulla base di criteri specifici e trasmette le risultanze all’ASL o all’ARPA.

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Quali sono gli obblighi del datore di lavoro? Il datore di lavoro ha l’obbligo di:

• effettuare regolari manutenzioni dell’impianto; • far controllare gli impianti ogni 5 anni dall’ASL o ARPA o

eventuali organismi individuati dal Ministero delle attività produttive. (Il soggetto che ha eseguito la verifica rilascia apposito verbale che deve essere conservato a cura del datore di lavoro ed esibito a richiesta degli organi di vigilanza).

Fanno eccezione gli impianti installati in cantieri, in locali adibiti ad uso medico e negli ambienti a maggior rischio di incendio, e pericolo di esplosione, per i quali la periodicità è biennale.

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Inoltre tra le novità del DPR 462/2001 troviamo che: - tutte le spese per le verifiche sono a carico del datore di lavoro; - verifiche straordinarie vanno sempre effettuate in caso di:

• esito negativo della verifica periodica; • difica sostanziale dell’impianto; • richiesta del datore di lavoro.

Infine, il datore di lavoro comunica all’ISPESL e all’ASL, o all’ARPA di competenza:

• la cessazione dell’esercizio; • le modifiche sostanziali preponderanti; • il trasferimento o spostamento degli impianti.

Il DPR 462/2001 abroga gli artt. 40 e 328 del DPR 547/55, gli artt. 2, 3 e 4 del DM 12/09/1959 nonché i modelli A, B e C allegati al medesimo.

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In questa unità didattica abbiamo analizzato gli aggiornamenti apportati alla normativa sul rischio elettrico e sugli impianti messa a terra. In particolare, abbiamo preso in esame le caratteristiche degli impianti elettrici nei cantieri e i rischi ad essi correlati. nfine, indicato, per ciascuna tipologia di rischio, il sistema di protezione prescritto, ne abbiamo illustrato l’utilizzo.