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Dopo la nascita dei computer, esigenza nata per

motivi bellici (derivati dalla macchina di turing un

computer meccanico, i primi computer programmabili

sono a relè o a valvole, sviluppati durante la seconda

guerra mondiale ed utilizzati per decriptare i

messaggi codificati dei nazisti) è nuovamente la

necessità, in previsione conflitto, che negli anni 60 fa

avviare il progetto ArpaNet della difesa americana.

Un progetto che permise la comunicazione tra loro di

costosissimi e mastodontici computer utilizzati a

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scopi bellici e di sorveglianza degli spazi aerei dai

missili URSS. Anche le università si affiancarono a

questo progetto per esigenze legate alla

comunicazione: scambi di dati, di programmi e di

comunicazioni umane. Il vero problema, però era la

diversità di formati, linguaggi e di sistemi utilizzati dai

diversi computer che, anche se installati nella stessa

stanza, non riuscivano a comunicare tra loro. Fu

stanziato allora un consistente finanziamento che

portò alla creazione di una rete di comunicazione fra

Computer, utilizzante la linea telefonica. Il progetto

coinvolse prima due e poi più Università americane.

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Erano nati i primi nodi internet che consentivano la

comunicazione tra PC distanti fisicamente e dai

protocolli diversi, tramite lo scambio a pacchetti. Lo

scambio a pacchetti è ancora una procedura attuale,

internet tuttora si serve di questo protocollo che

risale all’inizio degli anni 70, quando fu definito

il “protocollo di controllo trasmissione” (TCP),

standard indispensabile per la comunicazione tra reti

di computer. Nel 1978 fu aggiunto un protocollo tra

rete e rete (IP), preparando il definitivo protocollo su

cui ancor oggi opera Internet, il TCP/IP.

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NASCITA DEL WORLD WIDE WEB

Le potenzialità di Internet e la sua diffusione

popolare sono però, frutto dello sviluppo del WWW,

il World Wide Web (grande rete mondiale), un

sistema per la condivisione d’informazioni in formato

ipertesto avvenuto nel 1990 e sviluppato da Tim

Berners-Lee, egli fu il primo ad includere

un'interfaccia grafica da usare con un nuovo

strumento: il mouse.

Tim Berners-Lee e Robert Cailliau nel 1990 misero a

punto sia il protocollo HTTP (HiperText Transfert

Protocol, ovvero sistema di trasferimento di ipertesti)

sia una prima specifica del linguaggio HTML

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(HiperText Markap Language ovvero linguaggio dei

marcatori degli ipertesti), sulla base dei quali sono

stati realizzati i primi programmi browser/editor

ipertestuale per il WWW, già dal 1991. Il primo

browser commerciale, Netscape Navigator, apparve

nel 1994. Microsoft scoprì Internet nel 1995 e avviò

la diffusione del suo browser famoso (IE) Internet

Explorer installato sul proprio sistema operativo

Windows 95 e da quel momento fu il Boom di

accessi e utilizzi.

La nascita del Web si fa risale al 6 agosto 1991,

giorno in cui Berners-Lee mise on-line su Internet il

primo sito Web ( http://goo.gl/GK5B3 ).

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Inizialmente utilizzato solo dalla comunità scientifica,

il 30 aprile 1993 il CERN decide di rendere pubblica

la tecnologia alla base del Web. Da quel momento ci

fu un immediato e ampio successo del Web in virtù

della possibilità offerta a chiunque di diventare

editore di contenuti, in virtù della sua efficienza e,

non ultima, della sua semplicità. Con il successo del

Web ha inizio la crescita esponenziale e

inarrestabile di Internet ancora oggi in atto,

denominata: "era del Web".

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EVOLUZIONE: DAL WEB 1.0 AL 2.0

Il Web è uno spazio elettronico e digitale di Internet

destinato alla pubblicazione di contenuti multimediali

(testi, immagini, audio, video, ipertesti, ipermedia,

ecc.) nonché uno strumento per implementare

particolari servizi come ad esempio il download di

software (programmi, dati, applicazioni, videogiochi,

ecc.). Tale spazio elettronico e tali servizi sono resi

disponibili attraverso particolari computer sempre

connessi alla rete Internet, chiamati server web.

La peculiarità dei contenuti Web è di non essere

memorizzati su un unico computer, ma di essere

distribuiti su più computer (server), sinonimo di

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particolare efficienza poiché non legati a una

particolare localizzazione fisica.

Tramite i ServerWeb i contenuti sono costantemente

on-line, anche senza la presenza in rete del computer

dal quale sono stati caricati, quindi ininterrottamente

fruibili da chiunque navighi la Rete tramite l’ausilio del

cosiddetto browser web, il programma che permette,

come si dice in gergo, di "navigare" “surfare” sul Web,

cioè di fruire dei suoi contenuti e dei suoi servizi.

Non tutti i contenuti e i servizi del Web sono però

disponibili liberamente, poiché il proprietario, può

renderli disponibili solo a determinati utenti,

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gratuitamente o a pagamento, utilizzando il sistema

degli account. Con l’avvento del WEB 2.0 gli spazi

web sono forniti di software, di linguaggi di

programmazione che permettono di compiere diverse

operazioni sia sui contenuti sia nei confronti dei

visitatori del sito, una di queste operazioni è l’account,

in altre parole il riconoscimento del visitatore e la

conseguenziale personalizzazione della sua

esperienza di navigazione.

Com’era in origine, i contenuti principali del Web sono

costituiti da testo e grafica. Tali contenuti sono quelli

che tutti i browser web devono essere in grado di fruire

autonomamente, cioè senza software aggiuntivo

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tramite il Linguaggio di marcamento degli ipertesti

l’HTML. Questi contenuti principali sono le pagine web

ipertestuali, che normalmente rappresentano i luoghi

privilegiati di accesso alle informazioni e contenuti

presenti in internet.

La prima forma di comunicazione web, quella

realizzato nell’ambiente universitario è relativa al

progetto ARPANET basata esclusivamente su

comunicazioni testuali, anche il WEB del 1991 di Tim

Berners-Lee era in forma embrionale e quindi legata

ad un concetto di WEB 1.0 (cioè della prima

generazione o versione della rete). Questa versione

consisteva in contenuti fruibili, ma con interazione

molto limitata.

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Il navigatore giungeva su una pagina, ne visionava il

contenuto e finiva li, lo spazio web era una vetrina,

si comunicava in un solo senso, nell’unica direzione

possibile: dall’editore dei contenuti all’utente

visitatore; un po’ come avviene per la televisione,

anche se con una fruizione diversa permessa

dall’ipertestualità.

L’evoluzione a questa limitazione iniziale ha

permesso di definire strumenti capaci di generare

pagine HTML dinamiche. La prima via percorsa è

stata quella dell’implementazione di linguaggi di

scripting lato client (cioè interpretate dal computer

ad opera del Browser) tipici: il java, lo Javascript,

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inseriti direttamente nelle pagine HTML, l’altra strada

è stata quella dei linguaggi lato Server (cioè installati

sulle macchine Server presenti in rete) tipo: il Php,

asp, ect, che hanno permesso una separazione dei

contenuti dalla loro rappresentazione grafica e

l’utilizzo dei database per l’archiviazione di contenuti

e dati. Si struttura così il cosidetto Web 2.0, con il

quale le pagine web oltre all’ipertestualità, hanno

acquistato la dinamicità, sono in grado cioè di

funzionare come dei software e rendono disponibili

diverse applicazioni e servizi, riuscendo a

differenziare i servizi forniti agli utenti.

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Se all’origine i primi contenuti pubblicati sul Web

erano solo testo e collegamenti (ipertesti) ora, con

l’avvento del WEB 2.0, ai contenuti diventati i più

disparati si sono aggiunti i servizi.

L’evoluzione del WEB 2.0 non si è mai arrestata e

oggi si è giunti all’era del web digitale definita del

CLOUD e dei web-service.

Il Cloud Computing, dalle parole “nuvola

informatica” è una tecnologia impalpabile, non

rintracciabile che indica quindi, l’utilizzo di tutti quei

servizi legati all’utilizzo del computer direttamente da

internet. Tutte quelle azioni compiute con il

computer: dallo scrivere e salvare un testo digitale al

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mandare un email, dal realizzare un video al creare

una presentazione, cioè tutto quello che si fa con un

PC tramite l’ausilio dei suoi innumerevoli software,

ora è gestito dai Server Web e dai Provider. Ci si

emancipa quindi, dell’acquisto, mantenimento e

aggiornamento dei software e applicativi installati sui

Computer utilizzati. Adoperando il solo Browser per

navigare in rete, si accede agli stessi programmi,

presenti ora in Internet, che permettono la

realizzazione e gestione dei contenuti. L’unico

software necessario e sufficiente da installare sul

computer è: il Browser.

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In questo modo, col Cloud, i contenuti superano

l’individualismo di un solo autore, diventando

prodotti condivisi da innumerevoli soggetti,

s’immagini un SocialNetwork o un blog dove le

notizie sono la somma dei singoli post di

innumerevoli utenti. il Cloud permette la condivisione

a vari livelli, una sorta di liberazione, si condivide: sia

con altri utenti, sia tra diversi apparecchi dello stesso

utente.

Sparisce il concetto di archivio o salvataggio di dati,

non occorre utilizzare: cavi, CD, DVD, chiavi USB e

Hard-Disk per conservare, spostare e gestire file, ma

basta depositarli, prelevarli e gestirli dalla nuvola, in

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tal caso sono presenti ovunque e impiegabili su

qualunque device (SmartPhone, Notebook, Tablet,

telefonino; computer personali, d’ufficio o dell’Internet

Point. Accedendo tramite reti cablate oppure OnAir tipo

reti WiFi). Col Cloud termina il pagamento per un

software indipendentemente dall’utilizzo che se ne fa,

indipendentemente su quale o quanti Computer si utilizzi;

non si installa, ma si paga a consumo per quello che si

utilizza e si produce.

CLOUD di GOOGLE DRIVE

Un assaggio, in verità abbasta completo, dei servizi di

produzione dei contenuti con l’ausilio del Cloud

Computing ci viene offerta gratuitamente da Google

Drive. Esso propone una vasta raccolta di software,

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simile al pacchetto Office di Microsoft, accessibile

tramite browser che consente la gestione, la

modifica, il deposito, la creazione, il prelievo e la

condivisione a vari livelli, di innumerevoli tipi di

documenti digitali. La particolarità di questi

documenti prodotti o caricati su Google Drive e che

essi risultano salvati automaticamente nel Cloud…

nella nuvola.

Al concetto di Cloud sono associati gli innumerevoli

contenuti presenti sul Web, dalla natura e tipologia

diverse, nonché diverse applicazioni, gestori di

contenuti interattivi quali: giochi, web TV, filmati,

documenti portatili, editor di documenti, editor di

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presentazioni, musiche, editor video, tutti fruibili

immediatamente attraverso i browser. Il Browser

giunge a processare tutti queste applicazioni e

contenuti solo se è integrato dai cosiddetti plug-in,

ovvero software che integrano le funzionalità di un

programma. Un esempio è il plug-in per la lettura dei

PDF “Acrobate Reader”, oppure di plug-in Java per le

applicazioni, Macromedia flash per le interazioni e

così via. I plug-in per browser sono di norma scaricabili

dalla rete gratuitamente e sono aggiornati

frequentemente.

I contenuti generati, prodotti o caricati tramite tutti

questi applicativi e servizi archiviati nella nuvola sono

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poi implementabili nelle pagine web tramite semplici

Embedded, cioè codici di incorporazione dei documenti

presenti nel Cloud. Anche un filmato di Youtube è

visualizzabile su una qualunque pagina web così come

su un Social Network.

I servizi forniti dalla rete sono innumerevoli i più diffusi e

conosciuti ma sicuramente non elencati esaustivamente,

sono:

download: la distribuzione di software;

web mail: la gestione della casella di posta elettronica

attraverso il Web;

streaming: la distribuzione di audio/video in tempo reale;

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web TV: la televisione fruita attraverso il Web;

web radio: la radio fruita attraverso il Web;

web chat: la comunicazione testuale in tempo reale

tra più utenti di Internet, tramite pagine web;

voiceIp: la comunicazione vocale tramite la rete

editor d’ufficio: gestione della produttività d’ufficio

tipo Office

editor video: gestione e produttività di video e

videoclip, es. Youtube

HardDisk cloud: gestione di file multimediali nel cloud

per usufruirne ovunque e con qualunque apparecchio.

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L'ORGANIZZAZIONE DEI CONTENUTI

I contenuti del Web sono organizzati nei cosiddetti

siti web a loro volta strutturati nelle pagine web, le

quali si presentano come composizioni di testo e/o

grafica visualizzate tramite la finestra del browser

web. Solitamente un sito web contiene innumerevoli

pagine web, ognuna rappresenta una porzione

dell’ipertesto generato dal sito web, tutte le pagine

web mondiali formano la rete internet.

Un sito web, è identificato in rete dal cosiddetto

indirizzo web, una sequenza di caratteri univoca

chiamata in termini tecnici URL (Uniform Resource

Locator) che ne permette la rintracciabilità tra gli

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innumerevoli altri siti Web. La gestione delle URL

deriva dal concetto di Dominio. Per possedere uno

spazio web basta uno spazio fisico su un server web

sul quale caricare i nostri contenuti, ma per essere

raggiunti da tutti i naviganti (rendere visibile in rete il

sito) occorre far ricorso ai DNS e ai nomi a dominio.

Il DNS, ovvero (Domain Name System) è un

database che si occupa della risoluzione dei nomi di

dominio (es. www.esempio.com) nei loro corrispettivi

IP indirizzi numerici (es. 192.168.1.1) e viceversa. In

effetti, digitando nel browser www.esempio.com il

sistema DNS tramuta il nome a dominio in un

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indirizzo IP e raggiunge la risorsa in internet presso

il server a qui quell’indirizzo fa capo.

Naturalmente esiste un ente che detiene la gestione

degli indirizzi web testuali, divisi su vari livelli. Quelli

di primo livello sono quelli inerenti l’ultima parte del

nome a dominio, nel nostro caso www.esempio.com

il top-level Domain è il .com.(commerciale), ma

esistono domini di primo livello diversi quali quelli

locali e nazionali es. .it per l’Italia, il .es per la

spagna e .gb per la GranBretagna.

I domini di secondo livello sono quelli scelti dagli

utenti e sono la parte centrale dell’ULR, quella prima

dell’ultima parte in www.esempio.com, il dominio di

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secondo livello è la parola esempio. Il nome a

dominio di secondo livello deve essere univoco, ciò

spesso porta a chi acquista uno spazio web alla

scelta, a volte difficoltosa, di un nome che ben

rappresenti la propria presenza in internet

escludendo gli innumerevoli indirizzi già utilizzati da

altri utenti e per questo riservati.

Chiunque abbia un computer, un accesso ad

Internet, degli opportuni software può navigare e

fruire dei contenuti disponibili nel web (nella rete),

inoltre chi possiede anche il cosiddetto spazio web,

(porzione di memoria di un server web: spazio su un

Computer fisso in rete) destinato alla

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memorizzazione di contenuti web e

all'implementazione di servizi web, può pubblicare i

propri contenuti multimediali e fornire particolari

servizi attraverso internet. Gli spazi web sono a

pagamento, ma diversi servizi vengono proposti in

forma gratuita sia dagli operatori telefonici che da

alcuni portali che in cambio associano pubblicità o

nomi a dominio di terzo livello, uno di questi è

altervista.org

I contenuti sono caricati dal proprietario dello spazio

web, tramite software FTP (File trasfert Protocol,

ovvero protocollo di trasferimento file) oppure con

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interfacce grafiche direttamente da pagine web

come nel caso dei CMS (Content Management

Sistem, ovvero Sistemi di gestione dei contenuti,

che altro non sono che dei software posizionati su

server web). I CMS saranno materia da approfondire

in seguito, durante il corso che prevedrà l’utilizzo di

un CMS denominato ITCMS realizzato e

programmato dallo scrivente.

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LA NAVIGAZIONE

L’organizzazione dei contenuti deve tener conto

della Navigazione.

Normalmente la navigazione che si compie in

internet non si concentra su un solo sito web o su di

una sola pagina. A differenza dei libri, la lettura o

“Navigazione Web” non è lineare, ma è a salti, è

l’utente che decide quando e dove dirigere nella sua

navigazione. Le pagine web, anche appartenenti a

siti diversi, sono collegate fra loro in modo non

sequenziale attraverso i cosiddetti LINK (chiamati

anche collegamenti), parti di testo e/o grafica di una

pagina che permettono di accedere ad un'altra

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pagina web, di scaricare particolari contenuti, o di

accedere a particolari funzionalità e servizi. Il link

(per consuetudine un testo sottolineato dal colore blu)

produce il suo effetto cliccandoci sopra con il mouse,

la diversa disposizione di link in una pagina web così

come in un documento presente sul computer da vita

all’ipertesto. Senza i Link non esisterebbe il web.

L’ipertestualità cambia il modo di scrivere: il testo, il

pensiero la comunicazione non sono più contenuti su

di una pagina, ma spezzettati e fruiti in pagine, risorse

e posizioni diverse; la lettura così come la

conoscenza non risultano più lineari. La

comunicazione attraverso il contenitore ipertestuale e

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amplificato dalla multimedialità, risulta plasmata, si

dilata e con essa si ristruttura il pensiero la forma

logica delle idee, il media trasforma il modo di

comunicare, trasforma la conoscenza e il pensiero.

La scrittura elettronica progredisce con l’ausilio del

web fino a rendere significativa e pregnante la

collaborazione con altri individui nella stesura di un

testo. I SocialNetwork, ma prima i Blog, i Forum, i

Wiki non sono altro che esempi di scrittura dove il

pensiero non è solo di uno ma di molti, chi legge non

legge un solo autore ma tanti e diversi: la

conoscenza è diffusa e condivisa.

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La Navigazione internet si è solita farla iniziare da uno

o più portali di riferimento che l’utente conosce e dai

quali cerca contenuti aggiornati (es www.miur.it),

abitualmente però si utilizza un motore di ricerca.

Per internet non è previsto un indice aggiornato in

tempo reale dei siti, delle pagine e dei contenuti della

rete, sarebbe ovviamente impossibile data l’enorme

mole di dati, l’aggiornamento e la modifica che essi

subiscono costantemente. Questo ha richiesto la

realizzazione di motori di ricerca nel web, che nel corso

degli anni hanno riscosso notevole successo. Un

esempio è Google, un motore di ricerca che è esso

stesso un sito web, da cui è possibile ricercare

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contenuti nel Web in modo automatico, sulla base di

parole chiavi inserite dall'utente. Google è suddiviso

per categorie di contenuti: immagini, video, notizie,

mappe, servizi, cloud ect…

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ACCESSIBILITÀ E USABILITÀ

Cruciali nell’attuale evoluzione del Web sono

diventati i concetti, di ACCESSIBILITÀ e USABILITÀ

a favore di ogni tipologia di utente. Concetti che

prevedono la progettazione dei siti web e delle

relative loro pagine tenendo conto

dell’organizzazione e implementazione dei contenuti

secondo specifici requisiti. L’ente internazionale è il

W3C mentre in Italia si segnala la promulgazione nel

2004 della legge Stanca, che ha puntualizzato i

criteri a cui occorre attenersi nella realizzazione di

portali web e relative comunicazioni di rete per le

pubbliche amministrazioni.

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AUTOVALUTAZIONE

Il corso prevede anche l’autovalutazione del docente

tramite la somministrazione di test a risposta

multipla da svolgere direttamente online (servizio in

modalità Cloud) basta recarsi all’indirizzo web:

http://www.forlim.it/quiz/index.php?sel=TRUE&se

lQuiz=introduzione_web&selDom=30&selSec=6

0

In forma ridotta tramite un URL beautiful:

http://goo.gl/h8095

e svolgere l’esercitazione.

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Autore prof. Antonio Artiaco.

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