Rapporto Excelsior - IV Trimestre 2013, il Turismo traina l'economia
L’export traina il tessile-moda Teleperformance forza delle griffe, acquistati in luoghi fisici...
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Mercoledì 10 Giugno 2015 IL GIORNALE DELL’ECONOMIA REALE www.ilsole24ore.com
t @ 24ImpresaTerr
UN DORSO ESTRAIBILEFACILITA LA LETTURA
Impresa e Territoriè nel primo sfoglio del giornalecompleto delle pagine tematichequotidiane e settimanali
MANIFATTURA
Le ceramiche italiane brillano solo all’esteroGiorgio Costa upagina 12
Industria
AGROALIMENTARE
Italia-Cina: l’Expochance di dialogo
Edilizia
Lavoro
Mondo&mercati
IMMOBILIARE
Segnali di ripresaper le abitazioniAlessandro Arona upagina 16
LOMBARDIA
Disoccupazioneancora in crescitaLuca Orlando upagina 17
PENISOLA ARABICA
L’Oman calamitadegli investimentiBartoloni e Mancini upagina 18
Multinazionali
RIASSETTITeleperformance «spacchetta» i call center italiani
ALL’INTERNO
Rita Fatigusoupagina 13
SU INTERNET
Industria / 1. Sistema moda Italia istituisce una «Commissione sulla sostenibilità» come risposta alle esigenze della filiera
L’export traina il tessile-modaNel 2014 +3,8% le vendite all’estero, quest’anno stimato un + 6,8% vicino a quota 30 miliardi
Giulia Crivelli
p«La crisi è stata lunga e in alcuni anni i crolli sono stati drastici. Ora possiamo dire che la ripresa è arrivata: nel 2014 il settore è cresciuto del 2,7% a 52 miliardi e per il 2015 prevediamo un ulteriore aumento del fatturato del 3,8%.Ma ci vorrà del tempo per tornareai livelli pre2008 e per recuperare terreno sull’occupazione, oltre che su export e produzione».
Claudio Marenzi, presidentedi Sistema moda Italia, parte dai dati positivi dell’industria deltessilemoda, finalmente quasi omogenei all’intera filiera: la parte a monte, il tessile, è cresciuto del 2,5%, quella a valle, l’abbigliamentomoda, del 2,8%. Ma non nasconde le difficoltà:nel 2009 il settore contava quasi 55mila aziende per poco meno dimezzo milione di addetti; nel 2014 le imprese erano 47.600(2% sul 2013) e gli addetti406mila (1,4% sul 2013).
Le buone notizie vengono ancora una volta dall’export, vista laperdurante stagnazione del mercato interno: «Nel 2014 l’export èaumentato del 3,8%, arrivando a 28,5 miliardi, pari al 54,7% del fatturato totale, e il saldo comerciale è rimasto ampiamente positivo, per 9,2 miliardi – ha precisato Marenzi –. Per il 2015, grazie al modello previsionale elaborato da Smi con l’università Liuc di Castellanza, prevediamo un aumento dell’export quasi doppio rispetto al 2014, del 6,8%, favoritodal cambio euro/dollaro. Alla fine dell’anno le esportazioni passeranno quindi dai 28,5 miliardidel 2014 a circa 30. A patto che nonsi verifichino altri scossoni valutari o crisi internazionali, sempredifficili da prevedere».
In realtà un pericolo di medioperiodo Marenzi lo vede e sono lesanzioni alla Russia invocate al G7 di Monaco dal presidente americano Barack Obama. «Spero che l'Italia e l’Unione europea
si oppongano. Le sanzioni controMosca vengono presentate come una punizione politica alle mosse di Vladimir Putin, ma io credo siano anche un modo che l’amministrazione americana ha di fare politica economica “contro” l’Unione europea».
In occasione dei dieci anni diSistema moda Italia (l’associazione nacque nel 2005 dalla fusione di molte altre organizzazionidi rappresentanza del settore), Marenzi ha presentato poi un'importante novità decisa dall’assemblea di Smi, la creazione della “Commissione sostenibilità, ricerca e innovazione”, che ambisce a essere il punto di riferimento per l’intera filiera. «La
Commissione sarà presieduta daAndrea Crespi di Eurojersey e si riunirà per la prima volta il 25 giugno – ha aggiunto il presidente diSmi –. Verrà subito istituito un tavolo unico dove tutti gli attori della filiera potranno portare e discutere le loro esigenze, problematiche e proposte di soluzione in merito agli standard di sostenibilità di tutte le fasi dellaproduzione».
A margine dell’assemblea Smi,Marco Fortis, vicepresidentedella Fondazione Edison, ha confermato che «il tessileabbigliamento è un pilastro del commercio estero italiano». Il contributoal surplus con l’estero dell’Abbigliamentomodacosmetici è pari a 26 miliardi ed è il secondo perimportanza tra le “4A” del made in Italy, dopo quello del comparto Alimentarevini (84 miliardi), ma prima di quello dell’Arredocasa (12 miliardi) e dell’Automazionemeccanicaplasticagomma (7 miliardi), ha spiegato l’economista. «L’attivo manifatturiero italiano è storicamente generato dalle 4A – ha ricordato Fortis –. Su di esso pesa purtroppo il passivo dell’energia e degli altri settori a minore specializzazione del nostro Paese».
Sull’eventualità di sanzioni alla Russia è intervenuta infine Lisa Ferrarini, vicepresidente perl'Europa di Confindustria: «Ci vogliono anni per costruire un mercato, come molte aziende del tessilemoda hanno fatto conla Russia. Vederlo crollare persanzioni dal sapore politico è terribile e non sarà facile aprirne altri dal giorno alla mattina». L'imprenditrice, in piena sintonia con Claudio Marenzi, ha poi ribadito l’impegno di Confindustria nella battaglia per il “made in”, auspicando fin da ora una collaborazione con la neo costituita Commissione per la sostenibilità istituita da Smi.
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L’ANALISI
PaolaBottelli
Made in Italy,l’improntacompetitivada tutelare
u Continua da pagina 1
Ecosì, per non essereespulse dall’arenacompetitiva, molte
aziende hanno delocalizzato la produzione in Paesi a minor costo della manodopera cercando, nel contempo, di alzare gli standard di qualità e di stile per le scarpe fabbricate, invece, qui in Italia.
Ora l’industria calzaturiera italiana, comunque leader assoluta nel top di gamma (tanto che i colossi francesi hanno acquistato interi distretti o si affidano a specialisti nella façon), è a una svolta epocale: può cercare di rimettersi in piedi – di fronte alla mazzata subìta con la crisi russa, mercato primario per i distretti marchigiani, e ai dazi in alcuni Paesi che sembra impossibile cancellare – puntando proprio sul made in Italy.
Un made in Italy sinceroe trasparente, grazie a un’etichetta che deve diventare obbligatoria anche in Europa, e non frutto di una semplice “rifinitura” del prodotto in territorio nazionale: i consumatori vanno a caccia di “quella” scritta perché sanno che garantisce qualità e dovrebbe essere una sfida per l’intero sistemaPaese supportare le richieste dell’industria di fronte alle nazioni forti dell’Unione europea che, importatrici nette di moda, rimbalzano la filiera italiana che, in ogni caso, nel 2014 ha incrementato il valore delle esportazioni.
Certo, a Bruxelles, riuscire a tutelare gli interessi di un settore dominato da aziende di piccola e media dimensione (per non dire addirittura micro) è impresa titanica. Ma la vera tracciabilità del prodotto coinvolge tutto il sistema moda: dal tessile all’abbigliamento, dalla maglieria alla calzetteria, passando per pelletteria, occhiali e gioielli. Questo sistema industriale è una delle punte di diamante dell’economia italiana e nel 2015 sembra favorito dal nuovo vantaggioso cambio tra euro e dollaro, moneta quest’ultima nella quale si esporta gran parte della produzione. Dunque, è una leva per il rilancio del Paese che non va sottovalutata nel modo più assoluto: dalle nostre fabbriche escono prodotti dell’ingegno che sono uno status symbol in tutto il mondo, trainati dalla forza delle griffe, acquistati in luoghi fisici lontani o dai turisti esteri nelle boutique delle nostre città d'arte (8 miliardi all’anno solo lo shopping tax free dei visitatori extraUe in Italia). Chi ha il coraggio di remare contro?
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(*) stime Smi-Liuc Fonte: Smi su Istat, Sita Ricerca, Movimprese, Indagini interne
Valori in milioni di euro e variazioni % rispetto all’anno precedente
46.312
2009
482,3
49.660
2010
+7,2%
458,6-4,9%
52.768
2011
+6,3%
446,9-2,6%
51.090
2012
-3,2%
423,3-5,3%
50.720
2013
-0,7%
412,3-2,6%
52.066
2014
+2,7%
406,4-1,4%
54.044
2015*+3,8%
404,8-0,4%
+10,6%+9,4% +0,2% +1,7% +3,8%
+6,8%
22.24324.604
26.911 26.958 27.414 28.467 30.403
-
di cuiEXPORT
SALDOCOMMERCIALE
AZIENDENumero
FATTURATO
In migliaiaADDETTI
6.387 6.039-5,4%
6.569+8,8% 8.832
+34,5% 9.545+8,1%
9.168-3,9%
9.850+7,4%
54.493 53.086-2,6%
51.873-2,3%
50.039-3,5%
48.590-2,9%
47.619-2,0%
47.524-0,2%
Le performance e le previsioni del settore
IL RICHIAMOMarenzi sul possibile inasprimento delle sanzioni contro la Russia: «Spero che Italia e Unione europea si oppongano a questa misura»
IL MERCATO INTERNO
+0,3%Consumi di moda nel 2014Nel 2014 il mercato interno è rimasto stagnante, ma l’import ha ripreso a crescere
+1,7%Stima consumi per il 2015Il modello elaborato da Smi con l’università Liuc di Castellanza prevede una ripresa del mercato italiano, anche grazie al canale digitale
9,2 miliardiSurplus commerciale 2014Grazie all’export, la bilancia nel2014 è stata ancora positiva
Industria / 2. Rivitalizzare la produzione in Italia, convincere l’Europa ad adottare le norme sul Made In, superare la crisi russa e i dazi del Mercosur
Tre sfide per rilanciare il calzaturieroLaura CavestriMILANO
pRivitalizzare la produzione in Italia, convincere i politici in Europa (ad approvare il “Made in”) e vendere di più ai consumatori nel mondo (per andare oltre la crisi russa e i dazi del Mercosur).
Nel passaggio di testimone tra ilpresidente uscente di Assocalzaturifici, Cleto Sagripanti, e il neoeletto Annarita Pilotti, ieri, nel corso dell’assemblea annuale dell’Associazione, i segni della ripresa che hanno cominciato a manifestarsi – tra crollo del prezzo del petrolio e svalutazione dell’euro – ancora non si scorgono per il settore, che ha visto aprirsi il2015 con la conferma di tutte le difficoltà di questi anni.
Nel primo trimestre 2015 restal’intonazione negativa: produzione in calo del 3,5% in quantità e dell’1,8% in valore. Una tendenza negativa che conferma il calo già registrato nel 2014: 3% le aziende del comparto e 1,9% gli addetti occupati, rispetto all’anno precedente. L’anno scorso la produzione è calata del 2,5% in termini di paia (da 202 a 197 milioni) ma ha tenuto (+0,8%), in termini di milioni(da 7,4 a 7,5 miliardi di euro). L’export è cresciuto del 3,9% (da 8
a 8,3 miliardi di euro in valore) masono in calo le paia vendute (2,2%, da 219 a 215 milioni).
Alla continua discesa dei consumi interni (gli acquisti delle famiglie hanno subìto un’ulteriore contrazione del 2,9% in quantità e del 7,2% in termini di spesa) si sono
aggiunte le conseguenze della crisi RussiaUcraina. Lo scorso anno,assieme al rallentamento dei flussiverso il Giappone (4,9% in quantità), il crollo delle esportazioni verso l’exUnione Sovietica (20%in volume e 22,4% in valore) ha fortemente penalizzato le performance complessive. Le vendite extraUe, vero traino del settore negli anni recenti, hanno chiuso il 2014 con un decremento in quantità (3,1%): non accadeva dal 2009.
«Siamo il secondo esportatoremondiale, in valore, dietro la Cina – ha sottolineato Sagripanti –. E ci sono mercati in espansione: Cina (+10%), Usa (+10%), Germania (+7,2%), Hong Kong (+23%) e Corea del Sud (+28%). Purtroppo, nel primo trimestre di quest’anno, l’export verso la Russia el’ex area sovietica è già calato del 50% rispetto allo stesso periodo di un anno fa». Pesante, in particolare, il contraccolpo nella regione Marche «che nel 2013 – ha proseguito Sagripanti – destinava in Russia quasi il 20% del proprio export. Non a caso è l’unica regione, tra le sette principali a vocazione calzaturiera, a presentare una flessione nel fatturato estero (3,1%), fortemente penalizzato dal 26% sul mercato rus
so e dal 37% su quello ucraino. E non è facile guardarsi attorno. Fuori dalle quote stabilite subiamo i dazi: del 40% verso il Giappone e del 35% nei Paesi del Mercosur. Riconoscere lo status di economia di mercato alla Cina, poi azzererebbe le possibilità di una sorveglianza antidumping sull’import cinese e vietnamita. Su questo l’Europa è assente».
Anche per questo Sagripanti,che da poco è stato eletto presidente della Cec (la Confederazione Europea della Calzatura,cui aderiscono 14mila calzaturifici nella Ue), punta a una più efficace azione di lobby a favore del “Made in” e a riportare i produttori tedeschi all’interno dell’associazione.
Un asse da portare avanti con ilnuovo presidente di Assocalzaturifici, eletto ieri pomeriggio ad ampiamaggioranza. Annarita Pilotti, 57 anni, maceratese, amministratore delegato di Loriblu, è la prima donna alla guida di Assocalzaturifici.
«Questa del “Made in” è unabrutta storia – ha concluso il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi – perché noi ci crediamo: abbiamo spinto moltissimo e ci troviamo di fronte a un’opposizione molto forte da parte di alcuni paesi europei. Speriamo di trovare una linea di compromesso che ci permetta di portare avanti la nostra visione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dati in percentuale, anno 2014
Fonte: Assocalzaturifici
Veneto
Toscana
Marche
Lombardia
Emilia Romagna
Campania
Puglia
Altre5,5
3,2
3,3
7,6
14,1
18,2
21,1
27,0
Chi vende di più all’estero
EXPORT DI CALZATURE PER REGIONE
IL NUOVO PRESIDENTE
Annarita Pilottin Amministratore delegato di Loriblu (Fermo), Annarita Pilotti (foto) è il nuovo presidente di Assocalzaturifici. Nata nel 1958 a Penna San Giovanni (Macerata), 4 figli, è la prima donna a ricoprire l’incarico. Nel ’95 dopo un passato in Polizia entra in Loriblu, fondata dal marito Graziano Cuccù, portandola nel settore del lusso
197 milioni
La produzione 2014Produzione nazionale di calzature (in milioni di paia)
66Le chiusure di calzaturificiDa dicembre a marzo (aziende attive sotto le 5mila unità)
I NUMERI
pMaurizio Marchesini (foto) sarà alla guida di Confindustria EmiliaRomagna anche per il biennio 201517. Ieri l’elezione nel corso del Consiglio regionale al quale partecipano tutti i presidenti provinciali. Marchesini, che dal 2009al 2011 è stato presidente diUnindustria Bologna, ricopre l’incarico di presidente di Confindustria EmiliaRomagna dal giugno 2012 ed è vicepresidente di Ucima. Marchesini, classe 1955, è alla guida di Marchesini Group impresa leader nella fornitura di linee complete e macchine per ilconfezionamento farmaceutico e cosmetico; l’azienda nel2014 ha registrato ricavi per 247 milioni, di cui l’87% è realizzato all’estero.
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EMILIAROMAGNA
Marchesiniresta al timonedi Confindustria
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9° MASTERECONOMIA E MANAGEMENTDELL’ARTE E DEI BENI CULTURALIMaster Full TimeMaster Full Time
ROMA, dal 25 NOVEMBRE 20156 mesi di aula e 4 di stage
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