L’Europa e gli europei dell’Eurabia · Stati con una identità più incerta ... (in verde...

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L’Europa e gli europei Cap 2. V. Sciacca, Le regioni europee e la fobia dell’Eurabia Sognare sugli atlanti, II 1 Le regioni europee Il concetto di “regione”. Quando senti il termine “regione”, che in geografia è assolutamente fondamentale, probabilmente pensi subito alle 20 regioni amministrative in cui l’Italia è suddivisa (Lombardia, Piemonte, Sardegna ecc.), ossia a una porzione di superficie terrestre più piccola dello Stato italiano, dotata di una certa autonomia amministrativa e dunque di un governo proprio. In realtà una regione non necessariamente deve rappresentare una suddivisione amministrativa dello Stato e non si identifica in base alle dimensioni: alcune regioni possono essere relativamente piccole, altre enormi ed estendersi su più regioni amministrative e perfino su più Stati. Che cos’è allora una regione geografica? La regione geografica è una porzione della superficie terrestre che presenta tre requisiti: è costituita da un insieme di luoghi contigui (ossia posti l’uno accanto all’altro); tali luoghi hanno tutti alcune caratteristiche comuni (fisiche, climatiche, economiche, politiche, culturali ecc.) tra loro; grazie a tali caratteristiche questi luoghi si differenziano da quelli confinanti , che costituiscono altre regioni. Quando due o più regioni si integrano (ossia si completano a vicenda) formando un’area più ampia, nascono le macroregioni. Le macroregioni europee secondo l’ONU. Le suddivisioni dell'Europa in regioni e macroregioni variano in base ai criteri adottati dai vari autori, a seconda che diano la prevalenza a fattori di geografia fisica o economici, storici, politici…. Secondo la suddivisione ONU, in Europa si possono distinguere le seguenti macroregioni: Europa settentrionale Europa occidentale Europa orientale Europa meridionale A cavallo tra Europa e Asia. Gli Stati con una identità più incerta o “mista” non sono considerati dall’ONU propriamente europei, si tratta degli Stati caucasici e della Russia orientale (in rosa chiaro); della Turchia asiatica (in verde chiaro) e del Kazakistan (in viola).

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L’Europa e gli europei Cap 2. V. Sciacca, Le regioni europee e la fobia dell’Eurabia

Sognare sugli atlanti, II 1

Le regioni europee

Il concetto di “regione”. Quando senti il termine “regione”, che in geografia è assolutamente

fondamentale, probabilmente pensi subito alle 20 regioni amministrative in cui l’Italia è suddivisa

(Lombardia, Piemonte, Sardegna ecc.), ossia a una porzione di superficie terrestre più piccola dello

Stato italiano, dotata di una certa autonomia amministrativa e dunque di un governo proprio. In

realtà una regione non necessariamente deve rappresentare una suddivisione amministrativa

dello Stato e non si identifica in base alle dimensioni: alcune regioni possono essere relativamente

piccole, altre enormi ed estendersi su più regioni amministrative e perfino su più Stati.

Che cos’è allora una regione geografica?

La regione geografica è una porzione della superficie terrestre che presenta tre requisiti:

➢ è costituita da un insieme di luoghi contigui (ossia posti l’uno accanto all’altro);

➢ tali luoghi hanno tutti alcune caratteristiche comuni (fisiche, climatiche, economiche,

politiche, culturali ecc.) tra loro;

➢ grazie a tali caratteristiche questi luoghi si differenziano da quelli confinanti, che

costituiscono altre regioni.

Quando due o più regioni si integrano (ossia si completano a vicenda) formando un’area più ampia,

nascono le macroregioni.

Le macroregioni europee secondo l’ONU. Le suddivisioni dell'Europa in regioni e macroregioni

variano in base ai criteri adottati dai vari autori, a seconda che diano la prevalenza a fattori di

geografia fisica o economici, storici, politici….

Secondo la suddivisione ONU, in Europa si possono distinguere le seguenti macroregioni:

Europa settentrionale Europa occidentale Europa orientale Europa meridionale

A cavallo tra Europa e Asia. Gli Stati con una identità più incerta o “mista” non sono considerati dall’ONU propriamente europei,

si tratta degli Stati caucasici e della Russia orientale (in rosa chiaro); della Turchia asiatica (in verde chiaro) e del Kazakistan (in viola).

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L'Europa settentrionale comprende i paesi nordici,

ossia la Scandinavia nel suo senso più ampio: Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda e

Danimarca (l’espressione “Penisola scandinava” indica

invece soltanto la Norvegia, la Svezia e parte della Finlandia).

Ma anche i paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) e l’Arcipelago britannico (Irlanda

e Regno Unito). Secondo alcuni linguisti il termine

Scandinavia ha origine dal nome della dea

nordica Skadi, che era considerata la protettrice

dell'inverno, della neve e della caccia. Scandia era il nome con cui i latini chiamavano la penisola scandinava, credendola un’isola.

L’Europa occidentale comprende Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania, Austria, Svizzera. Dopo la seconda guerra mondiale, con “Europa occidentale” si intendeva un’area più ampia, comprendente anche tutti gli stati evidenziati in rosa, rientranti nella sfera di influenza degli USA e contrapposti agli Stati sotto l’influenza dell’URSS e legati dal Patto di Varsavia (alleanza politico-militare).

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Nell'Europa orientale sono quindi compresi la Russia e tutti i paesi dell'ex Patto di Varsavia.

L'Europa meridionale include gli stati della

Penisola iberica, della Penisola balcanica (esclusa

la Bulgaria, che rientra nell’Europa orientale, e

compresa la Turchia europea), la regione

italiana e Creta (isola greca).

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Macroregioni secondo l’identità culturale. Facendo riferimento soprattutto alla lingua e alla religione, è possibile distinguere in Europa quattro grandi regioni culturali: L’Europa latina (Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Romania), in cui prevale la religione cattolica e si parlano le lingue neolatine o romanze, derivate dal latino. L’Europa anglosassone (Regno unito, Paesi scandinavi, Paesi Bassi, Germania, Austria). Prevale la religione protestante e si parlano lingue del ceppo germanico (tedesco, inglese e danese). Il termine “anglosassoni” fu coniato nell'VIII secolo dallo storico longobardo Paolo Diacono, che unì il nome di due popoli germanici (Angli e Sassoni, appunto), per indicare i popoli che alla metà del V secolo occuparono la Britannia (l'odierna Gran Bretagna). Dallo sviluppo dei loro dialetti è derivato l’Inglese. L’Europa slava (Europa dell’est, alcuni Paesi balcanici). Prevale la religione cristiana ortodossa e sono diffuse le lingue del gruppo slavo (russo, polacco ecc.) e il greco. La religione ortodossa è nata nel 1054, con il distacco della Chiesa orientale dalla Chiesa cattolica romana. La rottura fu causata da contrasti dottrinari, relativi soprattutto al primato del vescovo di Roma, che la Chiesa orientale non voleva riconoscere come capo della chiesa universale. “Ortodossia” significa “retta dottrina”; il termine indica che la Chiesa orientale riteneva di essere la “vera” chiesa e di interpretare nel modo più corretto il messaggio di Gesù.

L’Europa islamica. (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia - ma ampie comunità islamiche sono ormai presenti all’interno di tutti gli Stati europei). Vi prevale, ovviamente, la religione islamica. La presenza sempre più consistente di immigrati islamici ha fatto nascere la paura della trasformazione dell’Europa in Eurabia, ossia in un continente a guida islamica. Per approfondire, leggi il paragrafo successivo.

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La fobia dell’Eurabia.

Con il termine Eurabia ci si riferisce ad una teoria geopolitica secondo la quale l’Europa, a causa della massiccia immigrazione dai paesi di religione islamica e di lingua araba, è destinata a islamizzarsi, a perdere cioè la sua identità culturale. Questa teoria fu formulata per la prima volta dalla scrittrice egiziana (ma di origine britannica) Bat Ye'or (pseudonimo di Gisèle Littman). Il concetto di Eurabia fu poi ripreso dalla scrittrice e giornalista

italiana Oriana Fallaci che, in alcune opere che hanno suscitato un

acceso dibattito, ha sostenuto che è in atto un complotto per

favorire l’Islam e trasformare l’Europa in una provincia islamica. Lo

strumento principale con cui si starebbe compiendo l’islamizzazione

dell’Europa sarebbe la demografia: gli immigrati islamici si

riproducono abbondantemente e velocemente (“come topi” –

scrive polemicamente la Fallaci), mentre gli europei non fanno più

figli. Tutto ciò porterà, secondo questa visione catastrofista, alla fine

dell’Europa tollerante e cristiana e all’avvento di una Europa in cui domina la Shari'a (legge islamica

basata sul Corano e sulla “Sunna”, ossia sui racconti tradizionali relativi alla vita di Maometto).

La fobia dell’Eurabia è stata criticata da molti scrittori e intellettuali. Lo storico francese Justine Vaisse e il politologo statunitense Jonathan Laurence in vari scritti hanno ad esempio sostenuto idee opposte a quelle di Bat Ye'or e di Oriana Fallaci.

Secondo i due studiosi 1. la popolazione islamica dell’Europa non sta crescendo così velocemente, anzi il tasso di fecondità totale degli immigrati appare in declino; 2. i musulmani non sono un gruppo coeso: al loro interno si trovano tendenze molto diverse, a volte in contrasto tra loro. La maggior parte dei musulmani si evolve per conformarsi alla cultura predominante della società europea in cui vive, senza aspirare a imporre l’Islam; 3. malgrado il loro numero, i musulmani hanno un’influenza molto ridotta sulle scelte politiche e culturali degli Stati europei. Neanche per lo scrittore inglese Andrew Sullivan l’Eurabia è un

pericolo reale: egli definisce “comiche” le grida allarmate circa l’esistenza di un complotto per imporre l’Islam in Europa, considerandole soltanto un pretesto per attaccare il mondo islamico.

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Attribuzioni

Carta regioni europee secondo l’ONU (pag., 1): Di Kolja21 - Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6881528 Carta linguistica http://www.geopod.it/wp-content/img/imga_2175.gif