L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

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Le grandi nazioni occidentali verso l’età contemporanea (1850 1890)

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Great Britain,France, Germany and USA went to contemporary world through different ways

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Le grandi nazioni occidentali

verso l’età contemporanea

(1850 – 1890)

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L’Europa al termine dei moti del 1848

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La Gran Bretagna, 1850 - 1886

La regina Vittoria

e Benjamin Disraeli

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La Gran Bretagna a metà dell’800

La Gran Bretagna era alla metà dell’800 la nazione

europea più progredita

Circa la metà della popolazione attiva era

impiegata nell’industria

produceva i due terzi del carbone e la metà del ferro a

livello mondiale

la rete ferroviaria era la più sviluppata in relazione al

territorio

la flotta mercantile rappresentava la metà di quella

europea nel suo complesso

Il tasso di analfabetismo era basso

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Monarchia e Parlamento

Il punto di forza della Gran Bretagna era il sistema politico liberale, imperniato sul Parlamento

Il Parlamento determinava la durata del governo attraverso il voto di fiducia

La monarchia aveva un importante ruolo di carattere simbolico, personificava l’identità nazionale

Per cinquantaquattro anni sovrano del paese fu la regina Vittoria La regina Vittoria nel giorno

del suo matrimonio, 1840

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Il sistema parlamentare inglese

Il sistema parlamentare aveva nella

Camera dei Lords, i cui membri

erano di nomina regia, il ramo più

forte in quanto a esso spettavano

molti più poteri rispetto alla

Camera dei Comuni, elettiva, che

però rappresentava solo 1.300.000

persone (15 % dei maschi adulti)

Proprio questi numeri ristretti

determinarono una forte

mobilitazione nell’opinione pubblica

a favore dell’allargamento del

suffragio

Camera

dei Lords

(sopra) e

Camera

dei Comuni

(sin)

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L’azione politica di Benjamin Disraeli

Fu un primo ministro conservatore, Benjamin Disraeli, a attuare una riforma elettorale che allargò il suffragio elettorale di oltre un milione di persone (1867)

I nuovi ammessi al voto erano i lavoratori urbani a reddito più elevato

Questa politica di Disraeli fu motivata dalla constatazione che i lavoratori dell’industria erano una parte ormai molto significativa della società inglese, quindi il Primo ministro voleva allargare il bacino elettorale del suo schieramento politico

Benjamin Disraeli

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Le riforme di Lord Gladstone

La politica britannica seguiva la prassi dell’alternanza al potere tra liberali e conservatori

Nel 1874, lord Gladstone, leader liberale, salì al potere avviando una politica di riforme: incremento dell’istruzione pubblica, ridimensionamento del ruolo pubblico della Chiesa anglicana nella scuola, concorsi per la pubblica amministrazione, nessuna compravendita dei gradi nell’esercito

Il suo governo eliminò la pratica del voto palese, che nelle campagne condizionava fortemente i contadini nelle loro libere scelte elettorali

Lord Gladstone

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L’impero delle Indie e il conservatorismo popolare

Disraeli, tornato al potere nel 1874, avviò una politica estera fortemente orientata al rafforzamento dei domini coloniali, in particolare in India.

Per questo motivo, la regina Vittoria fu proclamata imperatrice dell’India

Il primo ministro attuò anche una politica di “conservatorismo popolare”

Furono approvati provvedimenti per l’assistenza ai lavoratori (salute pubblica e case operaie)

Le Trade Unions ebbero maggiori libertà relativamente al diritto di sciopero

John Tenniel, Disraeli and Queen Victoria

Exchanging Gifts (Punch Magazine, 1876):

in questa stampa satirica antisemita, Disraeli

vestito da furbo mercante ebreo compie un

baratto, dando alla regina Vittoria la corona di

imperatrice dell’India in cambio di quella, ben

più importante, di sovrana britannica

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La crisi irlandese

Quando Gladstone giunse di nuovo al governo, dovette affrontare la crisi interna più grave del secondo Ottocento, quella relativa all’Irlanda.

L’isola era in maggioranza abitata da contadini poveri, di religione cattolica, che lavoravano in modi assai arretrati le terre che appartenevano in gran parte a proprietari inglesi protestanti e assenteisti

La crisi agricola che colpì l’Europa negli anni ‘70 ebbe gravissime ricadute sull’Irlanda, scatenando rivolte nate dall’insopportabilità del dominio inglese

Si verificarono attentati terroristici

In Parlamento i rappresentanti irlandesi chiesero con forza di concedere l’autonomia all’isola

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Fallimento dell’ Home Rule act

Gladstone , dopo avere tentato senza successo una riforma agraria per l’Irlanda, decise di aprire alle posizioni degli autonomisti

Propose al parlamento un progetto di Home rule, che concedeva all’Irlanda una autonomia ampia

Inaspettatamente, però, l’Home rule act fu avversato, oltre che dai conservatori, anche da una parte dei liberali stessi, soprattutto i deputati più vicini all’elettorato operaio, contrario a concedere autonomia all’isola

Il governo Gladstone cadde nel 1886 “Erin”, dea celtica irlandese

e emblema dell’isola, sventola

Il vessillo dell’Home rule

In una stampa del 1884

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La Francia di Napoleone III,

1848 - 1870

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La presidenza di Luigi Napoleone

Luigi Napoleone salito al potere come presidente della Repubblica nel 1848 attuò una politica decisamente conservatrice nei due anni successivi, favorì la presenza della chiesa nelle scuole e nelle università; represse i tentativi di manifestazioni operaie; tolse il diritto di voto a tre milioni di persone, in quanto nullatenenti.

Bonaparte era però visto con sospetto crescente dal Parlamento, che temeva ulteriori tentativi di allargare il suo potere personale e respinse la proposta di rieleggere il presidente al termine del suo mandato

Luigi Napoleone Bonaparte,

Presidente della Repubblica

francese

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Colpo di stato e impero di Napoleone III

Il Presidente della Repubblica concertò allora con l’esercito l’attuazione di un colpo di stato per liberarsi sia dell’opposizione democratica sia della sua maggioranza riottosa

Il 2 dicembre 1851 truppe dell’esercito occuparono la Camera che fu sciolta d’autorità.

Migliaia di oppositori furono esiliati o deportati nelle colonie d’oltremare

Due plebisciti successivi sancirono con maggioranze schiaccianti il potere assoluto di Luigi Napoleone Bonaparte

Il secondo di questi plebisciti approvò la restaurazione dell’impero, di cui Luigi Napoleone assunse la guida con il nome di Napoleone III (2 dicembre 1852)

Il decreto di

scioglimento

dell’Assemblea

nazionale

Luigi Napoleone

in veste di

imperatore

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Il “bonapartismo” del Secondo Impero

Il Secondo Impero era un sistema politico anomalo, né regime liberal – parlamentare, né monarchia tradizionale

Esso esprimeva invece un nuovo modello politico, il “bonapartismo,” caratterizzato da:

potere assoluto legittimato dalla sovranità popolare (attraverso i plebisciti)

centralismo autoritario

moderato riformismo sociale

conservatorismo borghese

demagogia

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Una dittatura apparentemente morbida

Il modo di governare di Napoleone III era caratterizzato

da un atteggiamento paternalistico e dalla ricerca del

sostegno da parte del popolo: tale sostegno era

espresso attraverso le elezioni della Camera, a

suffragio universale

L’imperatore era fortemente sostenuto dai contadini,

che erano la maggioranza della popolazione francese

Egli, inoltre, ottenne anche il sostegno della borghesia

cittadina, del mondo della finanza e della banca, e

degli industriali

Durante il Secondo Impero, banche, finanza, industria,

ferrovie e opere pubbliche crebbero con grande intensità

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La trasformazione di Parigi grazie a Hausmann

Napoleone III incaricò il prefetto di Parigi barone Hausmann di ristrutturare la città, tra gli anni ‘50 e ’60 del

XIX secolo

Hausmann modificò il tessuto urbano sventrando buona parte del centro della città, ancora

medievale e fatto di un intrico di strade piccole e strette.

Vennero aperti larghi viali, i boulevards, con lo scopo di rendere più piacevole e meglio percorribile il

centro cittadino, ma anche per rendere più agevoli gli spostamenti dei drappelli di polizia e impedire

la costruzione di barricate.

Hausmann fece costruire anche quindici nuovi ponti sulla Senna, quattro stazioni ferroviarie, un nuovo sistema

fognario, parchi e altri edifici pubblici

Demolizioni nel cuore di Parigi, zona dell’Opéra Uno dei boulevards creati dalla ristrutturazione di Hausmann

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Un impero tecnocratico

Durante gli anni del suo impero, Napoleone III diede molti poteri e responsabilità a tecnici di alto livello: uomini di scienza, ingegneri, esperti di economia e finanze

L’imperatore capì con più lucidità di altri sovrani e uomini politici contemporanei quanto contasse lo sviluppo economico per la forza interna e internazionale di uno Stato moderno

Per affermare il ruolo della Francia a livello internazionale, tuttavia, non bastava il prestigio del progresso, ma ritenne che fosse necessario anche l’uso della forza

Ritratto imperiale di

Napoleone III, di Franz

Xaver Winterhalter

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La guerra di Crimea

Occasione per affermare il ruolo internazionale della Francia fu la guerra in Crimea

La Russia voleva espandere il proprio controllo territoriale verso il mar Nero e i Balcani, che appartenevano al debole impero ottomano

Per evitare di modificare gli equilibri geopolitici dell’area, la Gran Bretagna sostenne l’impero ottomano

La Francia si associò ai britannici in funzione antirussa, con l’obiettivo di affermare la sua presenza nel Mediterraneo

Una flotta mista di britannici e inglesi penetrò nel Mar Nero e un esercito di quattrocentomila uomini, in maggioranza francesi, sbarcò nella penisola di Crimea: 1854

La penisola di Crimea

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Prestigiosa vittoria in Crimea

La guerra tra anglo – francesi (alleati con il Piemonte dei Savoia), sostenitori degli ottomani, e la Russia si svolse con pochi scontri in campo aperto, molti soldati morirono per le epidemie

Il fatto centrale fu l’assedio della città di Sebastopoli, controllata dai russi, un’azione che durò circa un anno e che fu seguita quasi in tempo reale dall’opinione pubblica europea grazie alle informazioni che arrivarono via telegrafo

Sebastopoli fu presa dagli alleati nel febbraio 1855. Il Mar Nero rimase sotto controllo ottomano e divenne area chiusa alle flotte di tutti i paesi

La Francia non ottenne risultati territoriali, ma si propose come arbitro delle vicende continentali alla conferenza di pace di Parigi

Le operazioni militari

in Crimea

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Scelte infelici di politica estera

Le scelte successive di Napoleone III in politica estera si rivelarono poco lungimiranti e indebolirono la Francia

In Italia, egli appoggiò il processo di liberazione della penisola dagli austriaci, sostenendo i Savoia, ma avendo contro buona parte della pubblica opinione francese

In Messico, Napoleone III aiutò l’arciduca Massimiliano d’Asburgo a diventare imperatore del paese: l’obiettivo, fallito, fu quello di creare uno stato satellite della Francia nel centro – America

Lo scontro tra impero Asburgo e Prussia del 1866,vide l’imperatore francese schierato con la Prussia, scelta errata perché rafforzò quest’ultima, che poi diverrà nemica acerrima e vincente della Francia nel conflitto del 1870

Nonostante nel 1864 l'arciduca Massimiliano

d'Asburgo fosse stato proclamato

imperatore del Messico per volere di

Napoleone III, nel 1867 fu da questi lasciato

solo con pochi fedeli a a difendersi dai

messicani a lui contrari, sobillati dagli Stati

Uniti e dai sostenitori del presidente Juarez.

Dopo due mesi di resistenza e uno di

prigionia, fu processato e condannato a

morte da un tribunale militare. Fu fucilato il

19 giugno.

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I diversi destini di Austria e Prussia

Elisabetta di Baviera, “Sissi”, imperatrice d’Austria Il cancelliere Otto von Bismarck

nel 1873

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L’impero asburgico, un sistema plurinazionale

bloccato

L’impero asburgico cercò di recuperare autorità, dopo il 1848, rafforzando la sua struttura burocratica e amministrativa, sempre più “germanizzata” (l’unica lingua ufficiale dell’impero fu il tedesco)

Inoltre si appoggiò decisamente sulla Chiesa cattolica, e cercò di mantenere il sostegno dei contadini, che erano la maggioranza delle popolazioni che abitava nei diversi territori dell’impero.

Il problema principale era però il grande numero di etnie e culture che convivevano in una struttura plurinazionale, in cui i diversi popoli aspiravano all’autonomia

Per controllarli, l’impero Asburgo sacrificò le esigenze della borghesia produttiva, che dovette pagare i costi fiscali dell’apparato amministrativo, e non fu sostenuto negli sforzi di modernizzazione economica e produttiva

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La Prussia dal 1815 al 1848

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La Prussia, conservazione e sviluppo

La Prussia si avviava ad essere la zona più evoluta di

lingua e cultura germanica

La regione in cui lo sviluppo industriale e della borghesia

fu più accentuato fu la Renania Westfalia (occidente del

regno)

La classe sociale dominante erano gli Junker, grandi

proprietari terrieri, poco numerosi (25.000),

conservatori per mentalità e idee politiche,

controllavano esercito e burocrazia, e erano la

maggioranza anche nel Landtag, il Parlamento nato

dai fatti del ’48,

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Uno stato moderno

Essi, pur autoritari e conservatori, sostennero lo sviluppo prussiano, in quanto la Germania possedeva forti elementi di modernità

un sistema di comunicazioni interne efficiente che favoriva l’interscambio commerciale (strade e canali)

una rete ferroviaria discretamente sviluppata

un’istruzione elementare piuttosto diffusa, che fu una componente fondamentale dell’eccellenza tedesca in campo economico e militare

Elemento immateriale, ma di grande peso, era lo spirito nazionalistico tedesco che le guerre contro Napoleone e le idee romantiche avevano rafforzato

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Guglielmo I e Otto von Bismarck

Politicamente fu decisiva la tensione tra il re Guglielmo I e il Landtag, quando il re volle riformare l’esercito, rendendolo più numeroso e stabile, riducendo la cosiddetta “Milizia territoriale” (la parte dell’esercito reclutata su base territoriale con il compito di difendere il paese da invasioni esterne)

Guglielmo I decise di forzare la mano al Parlamento con la nomina di un nuovo cancelliere(primo ministro), il conte Otto von Bismarck, esponente degli Junker, un deciso conservatore (1862)

Bismarck era favorevole al progetto di una unificazione germanica, ma non voleva cedere alle rivendicazioni del Landtag, che considerava il prodotto dei “disvalori” del 1848

Otto von Bismarck al

tempo della sua nomina

a cancelliere

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La politica di Bismarck

In un discorso tenuto dopo la nomina, Bismarck affermò di volere risolvere il problema dell’unità nazionale “non con discorsi né con deliberazioni della maggioranza bensì col sangue e col ferro”

La strategia del “cancelliere di ferro” era fatta di uso della forza e abilità diplomatica, soprattutto nella gestione della politica estera

Primo esempio della politica spregiudicata di Bismarck fu il modo con cui portò avanti un’azione di alleanza e poi di guerra con l’impero Asburgo, in particolare con l’Austria.

L’Austria era infatti centro dell’impero, ma anche stato della Confederazione germanica, e con essa era inevitabile lo scontro in vista dell’unificazione germanica.

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La guerra tra Impero Asburgo e Prussia

Il pretesto della guerra tra Austria e Prussia fu la rivalità

dei due Paesi per la spartizione dei ducati di Schleswig,

Holstein e Lauenburg (di lingua e cultura tedesca),

che le due nazioni alleate avevano sottratto alla

Danimarca nel 1864 con una guerra rapida

La Prussia controllava lo Schleswig, l’Austria

l’Holstein, ma Bismarck puntava a prendere entrambi

Il cancelliere prussiano lavorò diplomaticamente per

ottenere la neutralità della Francia e l’appoggio

dell’Italia, a cui promise che avrebbe ottenuto il

Veneto in caso di vittoria, quindi creò il casus belli

invadendo l’Holstein

La guerra cominciò il 16 giugno 1866. La Prussia, al

comando di Moltke, vinse gli Austriaci a Sadowa

(Rep. Ceca) il 3 luglio, giungendo quasi fino a Vienna.

Vi fu quindi la Pace di Praga (23 agosto 1866) per

cui l’Austria cedette i suoi diritti su Schlewig ed

Holstein e la Prussia si annetté diversi Stati con

cui formò la Confederazione della Germania

settentrionale e ne escluse l’Austria. Essa perdeva

inoltre il Veneto a favore dell’Italia

Battaglia di Sadowa

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Domini Prussiani 1866-1871

L’Austria dovette accettare lo scioglimento della Confederazione germanica e perse ogni

influenza sull’Europa centro-settentrionale.

La Confederazione della Germania settentrionale era uno Stato federale presieduto dal

re di Prussia.

In questo modo la Prussia controllava i due terzi dei territori tedeschi e integrava

socialmente le due classi dominanti, nobiltà e borghesia. La nobiltà deteneva il controllo

politico , ma la borghesia vedeva garantiti i propri traffici e interessi economici

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Il “nuovo” impero austro - ungarico

L’impero asburgico fu costretto a concentrare la sua politica nell’area danubiano – balcanica

Nel 1867, l’impero fu diviso in due Stati, austriaco e ungherese, che formarono

l’impero austro – ungarico: ognuno aveva un Parlamento e un governo proprio, e erano uniti dal

sovrano, mentre gli unici ministeri comuni erano Esteri, Guerra e Finanze

Gli Asburgo si accordavano così con il gruppo nazionale ungherese, il più forte e compatto

Erano però scontenti in tal modo gli slavi, che diventarono la spina nel fianco dell’impero

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Prussia, il “ritiro” del Parlamento e della

borghesia

In Prussia un fatto decisivo avvenne il 3 settembre 1866

Il gruppo dei liberali del Landtag subì una scissione, quando una

parte di essi formò un nuovo gruppo nazional – liberale

Il Parlamento decise di approvare le spese che il governo

aveva effettuato fino allora senza il consenso dei

deputati

Questo voto aveva un significato preciso:

la borghesia liberale prussiana si astenne dalla guida del

processo di unificazione nazionale tedesca e decise di

porsi in una “posizione subalterna nei confronti della

monarchia e dell’aristocrazia terriera” (Sabbatucci –

Vidotto)

In Prussia accadde il contrario di quanto avvenuto in Gran

Bretagna e Francia : la corona ebbe la meglio sul Parlamento

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Il progetto del Reich e l’opposizione francese

La Prussia puntava a rendere la Confederazione germanica uno

stato tedesco unitario, un regno→Reich guidato dagli

Hohenzollern

Per realizzare il progetto, la monarchia prussiana doveva

temere l’opposizione della Francia, che confinava a sud est

con la Confederazione

Napoleone III cominciò a pentirsi dell’errore commesso

garantendo a Bismarck la neutralità nel conflitto tra Prussia e

Asburgo

I francesi temevano che si risvegliasse il pericolo, che

in conseguenza della Guerra dei trent’anni (1648)

sembrava scongiurato: una Germania unita ai confini

di casa, forte economicamente e soprattutto

militarmente

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La questione spagnola

Il casus belli cercato dai prussiani nacque dalla

successione al regno di Spagna,vacante

dal 1868 per un colpo di stato dell’esercito

Il governo provvisorio spagnolo offrì la

corona a un parente del re di Prussia,

Leopoldo

L’opinione pubblica e il governo

francese reagirono con grande ostilità a

questa offerta, temendo un accerchiamento

prussiano

Leopoldo decise di rinunciare, in

accordo con il re prussiano, dopo che

quest’ultimo ricevette una specie di

ultimatum da parte del governo francese

Leopoldo di

Hohenzollern

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Il “telegramma di Ems” e la dichiarazione di guerra

Bismarck decise di creare il casus belli,approfittando

dell’incontro tra l’ambasciatore francese e il re

prussiano, Guglielmo I, a Ems.

Dopo un primo colloquio, il re non volle

incontrare di nuovo con l’ambasciatore

francese,affermando di non avere più niente da dirgli. A

quanto sembra, però, il re non intendeva far precipitare

la situazione fino alla guerra

Il cancelliere comunicò alla stampa che il re gli

aveva mandato un telegramma con il quale gli

annunciava (fatto non vero) di aver rifiutato

sdegnosamente di incontrare l’emissario di

Napoleone III [telegramma di Ems]

La Francia si ritenne offesa dal trattamento

subito dal suo ambasciatore, e la reazione

dell’opinione pubblica spinse Napoleone III, fino allora

esitante, alla dichiarazione di guerra contro la

Prussia: 19 luglio 1870

Il re prussiano

Guglielmo I

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Da Sedan all’armistizio

I francesi affrontarono la guerra con un esercito

e una preparazione inadeguati a reggere l’urto

della potenza prussiana

Il momento decisivo della guerra fu l’1

settembre 1870, quando metà esercito

francese fu bloccato nella fortezza di Metz, e

l’altra metà fu accerchiata a Sedan e si arrese

Come umiliazione ulteriore anche

Napoleone III fu fatto prigioniero dai

tedeschi

A Parigi , assediata dai prussiani, si formò un

governo provvisorio composto soprattutto da

repubblicani

Dopo una resistenza disperata, il governo fu

costretto a lasciare Parigi e firmare

l’armistizio: 28 gennaio 1871

Battaglia di Sedan

Firma dell’armistizio,

28 gennaio 1871

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Il 18 gennaio 1871 Guglielmo I fu incoronato Deutscher Kaiser

(imperatore tedesco), a Versailles, luogo simbolico della potenza

della monarchia francese.

Il titolo di “Imperatore di Germania” fu evitato per non suscitare

malumori dei vecchi stati e principati tedeschi [quadro di A.von Werner]

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Il significato dell’unificazione

tedesca

“Un’unità calata dall’alto, attuata, in seguito a una guerra

combattuta fuori dai confini nazionali, soprattutto per

l’iniziativa di uno statista geniale e dispotico, mai

ratificata da un plebiscito o da una qualsiasi forma di

consultazione popolare” (Sabbatucci – Vidotto)

Il quadro di von Werner ha un significato simbolico

fondamentale: “l’impianto cerimoniale sostituisce la

convocazione di un plebiscito di unificazione:ciò perché non è

tanto la dichiarazione di volontà espressa dal popolo in

un rituale elettorale a legittimare la fondazione

dell’impero tedesco, quanto la sua diretta

partecipazione alla «guerra di fondazione» nella sua

qualità di «popolo in armi» “(A.M.Banti)

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Il trattato di Francoforte: Alsazia e Lorena

La Francia dovette anche firmare il trattato di

Francoforte (10 maggio 1871): prevedeva

che pagasse una pesante indennità di

guerra, e mantenesse truppe tedesche sul

suo territorio fino al completo assolvimento

del debito

Inoltre le due regioni dell’Alsazia e della

Lorena furono cedute al neonato

reich,che se le annesse.

Tale decisione fu motivata dai tedeschi con il

fatto che queste due regioni erano abitate da

popolazioni di lingua e cultura tedesca

Questa annessione, non sancita da

un’approvazione popolare (plebiscito), apparve

ai francesi un atto di forza umiliante

Alsazia e Lorena

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Il processo di unificazione tedesco

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Crisi politica e istituzionale in Francia

Il processo di unificazione tedesco fu la causa di una

durissima crisi politica e istituzionale in Francia

L’impero di Napoleone III era finito, a causa della

sconfitta militare, ma anche perché, in conseguenza di

essa, il popolo di Parigi insorse e costituì una Guardia

Nazionale, per resistere ai prussiani

Mentre però a Parigi le idee repubblicane più radicali

erano largamente diffuse, le tendenze conservatrici e

la volontà di finire il conflitto con i prussiani al più

presto erano idee e sentimenti assai presenti nelle

campagne e nelle città più piccole

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La Comune di Parigi

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Elezioni e governo di Thiers

Le elezioni tenutesi l’8 febbraio 1871 videro

l’ampia vittoria di moderati e

conservatori

Il nuovo primo ministro fu l’ultramoderato

Thiers, che era stato ministro anche con Luigi

Filippo d’Orleans più di vent’anni prima

Thiers volle concludere al più presto la

pace con i tedeschi e ripristinare l’ordine

nella situazione politica di Parigi

Il tentativo del nuovo governo di

riprendere il controllo di Parigi con

l’azione dell’esercito fu un fallimento

la città rimase sotto il controllo degli insorti e

della Guardia Nazionale

Il primo ministro

Thiers

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La Commune a Parigi (28 marzo 1871)

il 28 marzo 1871, i parigini elessero il

Consiglio per il Comune della città, la

Commune, che diventò l’organo con cui

Parigi si autogovernò in alternativa e

contro il governo di Thiers

I moderati e i conservatori presenti anche

all’interno della capitale francese avevano già

abbandonato la città o astennero e la

Commune fu controllata da repubblicani,

democratico-giacobini, socialisti,

comunisti, anarchici

I leader politici della Commune erano in

perenne conflitto interno, ma comunque

riuscirono per due mesi a realizzare

l’esperimento più radicale di democrazia

diretta fino allora tentato in Europa

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Un esperimento socialista ?

La Commune abolì la distinzione tra potere esecutivo e

legislativo

Tutti i funzionari erano elettivi e continuamente revocabili

Milizie popolari armate sostituirono l’esercito

L’esperimento politico di Parigi spaventò moderati e

conservatori e suscitò gli entusiasmi dei leader

socialista Marx e anarchico Bakunin, che videro in

esso un modello per la società socialista

In realtà, la Commune non fu socialista: vennero

parificati gli stipendi di operai e impiegati, cooperative di

operai gestirono alcune aziende, ma non si andò oltre

Page 46: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Epilogo della Commune

La Commune avrebbe avuto bisogno del

sostegno del resto della Francia per

sopravvivere all’attacco portato dal governo

che intendeva ristabilire l’ordine

I comunardi chiesero aiuto agli altri comuni

francesi, ma senza ottenere alcun appoggio

Thiers, in due mesi, raccolse l’esercito

necessario per entrare a Parigi e prendere la

città, con il sostegno “passivo” degli occupanti

tedeschi

Tra 21 e 28 maggio 1871, i governativi

penetrarono in città, che fu difesa

strenuamente dai comunardi

Ci furono massacri da entrambe le parti

(20.000 comunardi uccisi durante la presa della

città). Alla fine il governo riprese Parigi.

La repressione dei comunardi

Barricate distrutte dalla repressione

governativa

Page 47: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

La Russia tra arretratezza e novità

Page 48: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

La Russia a metà 800

Page 49: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

La potenza europea più arretrata

La Russia era la più arretrata tra le grandi potenze europee

il 90% della sua popolazione lavorava nell’agricoltura

Venti milioni erano i servi della gleba: vincolati alla terra

che lavoravano e ai proprietari, ai quali dovevano pagare canoni

in denaro o prestare corvèes sulle terre padronali

La base dell’economia agricola era la mir, comunità di villaggio

che regolava lavoro e imposte

La classe sociale dominante era l’aristocrazia terriera,

padrona di fondi vastissimi e per lo più assenteista

La Russia era l’unico stato europeo senza istituzioni

rappresentative

Page 50: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Occidentalisti e slavofili

Paradossalmente, questa società arretrata

aveva una delle culture più avanzate e

vivaci: scrittori come Gogol, Dostoěvskij,

Tolstoj erano noti in tutta Europa

La nobiltà russa, ricca e colta, viaggiava

per l’Europa e usavano il francese come

propria lingua

Gli intellettuali russi dibattevano di grandi

temi come liberalismo, democrazia,

socialismo, nonostante la presenza di una

pesante censura

Tra di loro si divisero tra occidentalisti e

slavofili: i primi avrebbero voluto che il paese

adottasse i modelli di società e sviluppo

occidentale; i secondi erano propensi a

mantenere la “Grande Madre Russia” fedele

alle proprie tradizioni, alla propria cultura e

alla propria religione

N. Gogol

F. Dostoěvskij

L. Tolstoj

Page 51: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Le riforme di Alessandro II

Lo zar Alessandro II, salito al trono nel

1855, sembrò realizzare le speranze degli

occidentalisti, introducendo riforme

modernizzatrici

nell’amministrazione, nella giustizia,

nella scuola

Ebbe un valore epocale soprattutto

l’abolizione della servitù della gleba

I servi ebbero la libertà personale;

l’eguaglianza giuridica con gli altri

cittadini; potevano riscattare, se in

possesso del denaro necessario, le

terre che lavoravano e trasformarsi in

piccoli proprietari terrieri

Page 52: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Il fallimento delle riforme agrarie

In realtà le riforme non furono in grado di modificare

profondamente la società russa

Gli ex servi poterono acquistare solo lotti di terra più

piccoli rispetto all’estensione di quelli che coltivavano, e

dovettero spendere cifre superiori al vero valore dei

fondi

In tal modo coloro che rinunciarono all’acquisto divennero

proletariato rurale

I nuovi piccoli proprietari, invece, per fronteggiare le spese

dovute al nuovo onere, dovettero ridurre i loro consumi, e

contribuirono a deprimere il mercato

Dopo gli entusiasmi iniziali, le campagne diventarono

turbolente, e spesso l’esercito represse le ribellioni nel

sangue

Page 53: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Nichilismo e populismo

Alessandro II irrigidì la sua azione politica, la censura e

l’uso della polizia divennero sempre più pesanti

In questo modo il rapporto tra lo zar e la borghesia

colta, vero pensatoio del paese, si fece sempre più freddo

I giovani, dal canto loro, si diedero a atteggiamenti di rifiuto

sempre più accentuato dell’ordine costituito

Questo rifiuto prese due forme diverse: l’individualismo

anarchico e pessimista dei cosiddetti “nichilisti”

Oppure l’attenzione verso le condizioni delle classi subalterne,

secondo la parola d’ordine “andare verso il popolo”, che

determinò il nome di narodnicki (“populisti”)

Page 54: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

I populisti, dall’azione alla

cospirazione

Il movimento populista fu un fenomeno complesso, nel

quale si mescolavano elementi ideologici diversi

Anarchia, sulla base dell’ideologo Michail Bakunin;

democratismo occidentale; socialismo, sul modello di

Marx

Il populismo aveva un nucleo ideale costituito dall’

utopia di costruire un socialismo agrario, che

doveva essere realizzato dai contadini, come

evoluzione della tradizione comunitaria tipica

dell’universo agrario russo

I populisti furono però sempre più isolati sia dalla

repressione poliziesca dall’ incomprensione dei

contadini

Per questo passarono all’ azione cospirativa, che a

sua volta subì forti repressioni poliziesche

M. Bakunin

Page 55: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Gli Stati (molto poco) Uniti, 1800-1866

Page 56: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Gli USA nel 1850: stati abolizionisti, stati

schiavisti,territori da assegnare

Page 57: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Gli Stati Uniti a metà ‘800

Gli Stati Uniti alla metà del 1800 erano un paese in

espansione tumultuosa

Una forte immigrazione proveniente dall’Europa

contribuiva alla crescita degli abitanti (30 milioni nel 1860)

Le strade e le vie ferrate contribuivano agli

spostamenti di centinaia di migliaia di persone dalla costa

orientale verso Ovest

L’agricoltura era in fortissima crescita, grazie alla

messa a coltura di grandi aree e all’organizzazione

capitalistica del settore agrario nel Midwest (Vicino

Ovest)

Il Nord Est era invece la zona industriale della nazione

Page 58: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Gli Stati del Nord

Il paese era però diviso

sostanzialmente in tre zone,

geograficamente, economicamente

e socialmente ben definite

Il Nord Est era la zona più

moderna,ricca e progredita,

dove sorgevano le industrie e le

città più grandi (New York,

Boston, Philadelphia).

Esse erano anche i mercati più

grandi, sui quali si indirizzavano

l’import – export con l’Europa e

l’emigrazione

Manhattan a metà 800

New York alla fine

dell’800

Page 59: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Gli Stati del Sud

Gli Stati del Sud erano profondamente

agricoli, come vocazione produttiva, e

tradizionalisti, come mentalità

Qui la risorsa principale erano le

coltivazioni di cotone, di cui gli Usa

coprivano il 75% della produzione

mondiale

I campi di cotone erano coltivati da

manodopera di colore, costituita da schiavi,

discendenti da quelli arrivati in Nord America

dal ‘700 (gli schiavi erano 4 milioni circa)

I bianchi erano in maggioranza piccoli e

medi coltivatori, ma la minoranza

dominante era costituita dall’alta

borghesia dei grandi proprietari, che era

l’equivalente sociale dell’aristocrazia europea

Schiavi nelle piantagioni di cotone (anni

‘50 dell’800)

Page 60: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Gli Stati del Sud

I grandi proprietari vivevano in ville,

avevano il culto della tradizione,

del buon gusto, delle buone

maniere, e una mentalità

fortemente paternalistica

Secondo le loro concezioni, la

schiavitù aveva un significato

positivo: lo schiavo che viveva nella

piantagione in essa aveva

un’abitazione sicura, cibo,

istruzione religiosa, a differenza

della miseria e della brutalità che

regnavano dentro il sistema del

capitalismo industriale

Immagini tratte dal film

“Via col vento”, di K. Vidor (1939)

Page 61: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Gli Stati dell’Ovest

Gli Stati dell’Ovest erano abitati soprattutto da liberi

coltivatori e allevatori di bestiame

Progressivamente, lo spostamento della frontiera a

Ovest determinò cambiamenti profondi in questi

territori: dal pioniere isolato si passò agli allevamenti

stabili e alle aziende agricole strutturate; dal baratto

e dall’autoconsumo si andò verso l’agricoltura di

mercato; che produceva cereali per il ricco Nord Est

La società dell’Ovest era legata agli ideali della conquista

e della frontiera: individualismo, indipendenza, eguaglianza

delle opportunità

Page 62: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

La questione dello schiavismo

Il contrasto fondamentale tra queste “tre Americhe”

stava nel modo di considerare lo schiavismo

L’idea della schiavitù era decisamente rifiutata

dalla mentalità democratica del Nord,

industrializzato, in cui esisteva dai primi anni dell’800 un

movimento abolizionista

Lo schiavismo era però incompatibile soprattutto

con la volontà diffusa sia nel Nord, sia nell’Ovest,

di costruire un capitalismo moderno

Un’organizzazione socio-economica capitalistica aveva

bisogno di una manodopera mobile e di un

mercato interno sempre più ampio, fattori per i

quali la schiavitù era un ostacolo importante

Page 63: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Nuovi equilibri tra Nord, Sud e Ovest

Gli equilibri tra il Nord industriale e il

Sud agricolo cambiarono a partire

dagli anni ‘40 e ‘50, quando l’industria

americana si sviluppò nei settori “nuovi”,

come il meccanico

Contemporaneamente, il peso della

produzione di cotone e della sua

lavorazione industriale nell’economia

statunitense si ridusse, quindi i rapporti

di reciproca interdipendenza tra le due parti

del paese si allentarono

Il Nord approfondì invece le relazioni

economiche con l’Ovest: la produzione

cerealicola dell’Ovest aveva il suo

mercato di sbocco nel Nord, che

piazzava le sue macchine agricole nei

mercati del West

Uno dei primi trattori a

vapore, anni ‘40

Page 64: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Lo scontro sulla schiavitù

A metà ‘800 si acutizzò lo scontro culturale e politico

sulla schiavitù

Il perno della discussione fu relativo sull’opportunità di

introdurla nei territori non ancora sfruttati, che il

governo federale doveva assegnare

I grandi proprietari terrieri del Sud volevano allargare

la coltura del cotone alle nuove terre, prevedendo

rese agricole più ampie

l’opinione pubblica del Nord e dell’Ovest era

contraria

In particolare i coloni dell’Ovest volevano che le terre

fossero cedute dal governo a canoni bassi o

gratuitamente per coltivarle a cereali

Page 65: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Nuovi schieramenti politici

Si crearono anche nuovi schieramenti politici

Il Partito Democratico legato agli interessi agricoli,

liberista e autonomista, era rappresentativo dei

piccoli e medi proprietari agricoli, degli immigrati

del Nord-Est e dei grandi proprietari del Sud

Il Partito Whig era invece lo schieramento dei grandi

interessi industriali del Nord e voleva un

rafforzamento del potere centrale diminuendo le

autonomie federali

A metà del1800, il Partito democratico divenne

decisamente schiavista e perse consensi a Nord e Ovest

Page 66: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Il successo del repubblicano Lincoln

Il Partito whig cambiò pelle e si divise

in due schieramenti,

conservatore,che sparì rapidamente, e

progressista

Il nuovo schieramento progressista diede

vita nel 1854 al Partito Repubblicano,

antischiavista, favorevole alle

richieste degli industriali (dazi

doganali più elevati) e dei farmers

dell’Ovest (lo Stato avrebbe distribuito i

terreni gratuitamente)

Esso riuscì a portare il suo candidato

Abraham Lincoln alla vittoria nelle

elezioni presidenziali del 1860

Abraham Lincoln,

presidente dal 1860

Page 67: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

La Guerra civile,

1861 - 1865

Page 68: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Schieramenti nella guerra civile

Page 69: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Gli Stati del Sud si dividono dal Nord

Lincoln non era un abolizionista

radicale, ma gli Stati del Sud videro la

sua vittoria come l’inizio di un

percorso che avrebbe portato gli

Usa a privilegiare lo sviluppo

industriale; a diventare uno stato

centralizzato; a deprimere gli

stati schiavistici del Sud

Undici Stati del Sud decisero quindi di

staccarsi dall’Unione e costituirono

una “Confederazione”

indipendente, la cui capitale era a

Richmond in Virginia

Jefferson Davis, presidente dei Confederati

il palazzo del governo a Richmond

Page 70: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Inizio della guerra civile

“L’Unione si fondava in teoria su un libero

contratto fra Stati sovrani, ma il rifiuto di

una parte del paese di accettare il responso

della maggioranza avrebbe distrutto le basi

stesse dello Stato” (Sabbatucci – Vidotto)

La Guerra civile fu dunque inevitabile e si aprì

nel 1861, quando l’esercito dei confederati

attaccò la piazzaforte unionista di Fort Sumter,

nella Carolina del Sud

I Confederati avevano forze armate migliori e

speravano che la Gran Bretagna li

supportasse, in quanto principale acquirente del

cotone americano e contraria al protezionismo

dei repubblicani

Rovine di Fort Sumter

dopo l’attacco confederato

Page 71: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Il governo dei “Confederati” in riunione a Richmond: al centro il presidente

Davis(sn) e il generale Lee (dx), comandante delle truppe degli stati sudisti

Page 72: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Iniziale prevalenza dei Confederati

Per due anni i Confederati ebbero la

prevalenza, grazie alle qualità del loro

esercito e alle doti del generale Robert

Lee, comandante in capo delle truppe

sudiste

Quando però la guerra si prolungò e i

Confederati non ebbero alcun aiuto da

parte della Gran Bretagna, le sorti del

conflitto si rovesciarono

Gli “Unionisti” (Stati del Nord) contavano

su una popolazione numericamente

superiore tra cui reclutare i soldati e su un

potenziale economico, e tecnologico,

maggiore

Eserciti

Confederati

1,064,000

Unionisti

2.200.00

Page 73: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

La ripresa degli Unionisti

Gli Unionisti cominciarono a

recuperare terreno a partire dal

1863, sotto il comando del generale

Grant

Avanzarono lentamente, ma decisamente

lungo il corso del fiume Mississippi

Nel luglio di quell’anno, ebbe un valore

strategico e simbolico centrale la

battaglia di Gettysburg, dove il

tentativo dei Confederati di penetrare in

Pennsylvania fu bloccato dagli Unionisti

in una sanguinosa battaglia durata tre

giorni

I morti della battaglia di Gettysburg

furono 50.000 in tre giorni

Prigionieri sudisti a Gettysburg

Page 74: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

La fine della guerra civile, 1865

A partire dall’estate del 1864, i

nordisti penetrarono nel territorio

dei nemici dal Mississippi verso

l’Atlantico

La lunga marcia degli Unionisti fu

devastante e lasciò dietro di sé, specie in

Tennessee e Georgia, morti e distruzioni.

Si concluse con successo nel dicembre

del 1864

I Confederati ormai stremati e inferiori,

quando buona parte del Sud era occupata

dall’esercito Unionista, si arresero il 9

aprile 1865

Lincoln, presidente e simbolo della

vittoria Unionista, fu ucciso qualche

giorno dopo in un teatro da un sudista

fanatico

Unionisti Confederati

110.000 morti

in battaglia

360.000 totali

275.200 feriti

93.000 morti

in battaglia

258.000 totali

137.000 feriti

Page 75: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

La prima guerra totale dell’età contemporanea

La “Guerra di secessione” durò quattro anni,

coinvolse tre milioni di soldati e provocò 600.000

morti

Fu la prima guerra totale del mondo

contemporaneo: coinvolse lungamente la

popolazione civile di un paese intero, utilizzò i mezzi

prodotti dallo sviluppo tecnologico e industriale, tra cui

telegrafo e ferrovia, per non parlare delle armi

Gli Unionisti dovettero ricorrere a tutti i mezzi anche

politici possibili per vincere: in particolare, una legge

assegnò gratuitamente lotti di demanio statale

a ogni cittadino che li chiedesse (1862)

Nel 1863 il governo di Lincoln decise la

liberazione di tutti gli schiavi negli Stati del Sud

(anche per arruolarli)

Tale liberazione non ebbe però effetti significativi per la

condizione degli ex schiavi: le diseguaglianze sociali

e i pregiudizi razziali rimasero forti

Armi di lunga gittata usate

durante la Guerra di

Secessione

Page 76: L’Europa di Bismarck, gli Usa della Guerra di secessione (1850-1880)

Bibliografia

Alberto Mario Banti, Il senso del tempo. Manuale di storia.

1650 – 1870, Roma – Bari, Laterza, 2008

G.Galasso,Storia d’Europa,Roma – Bari, Laterza, 1996

Reid Mitchell, La guerra civile americana, Bologna, il Mulino,

2003

G.Sabbatucci – V.Vidotto, Storia contemporanea,

“L’Ottocento”, Roma – Bari, Laterza, 2002