L'Europa da un'altra prospettiva · per salvare un’Unione Monetaria incompleta e non ottimale....

32
Nº 07 - APRILE/MAGGIO 2018 GRATUITO L'Europa da un'altra prospettiva

Transcript of L'Europa da un'altra prospettiva · per salvare un’Unione Monetaria incompleta e non ottimale....

Nº 07 - APRILE/MAGGIO 2018 GRATUITO

L'Europa da un'altra prospettiva

CIRCOSCRIZIONE NORD-OCCIDENTALE

www.efdd-m5seuropa.com

www.efddgroup.eu CIRCOSCRIZIONE NORD-ORIENTALE

CIRCOSCRIZIONE CENTRALE

CIRCOSCRIZIONE MERIDIONALE

CIRCOSCRIZIONE ISOLE

IGNAZIOCORRAO

[email protected]

classe 1984

IMMIGRAZIONE, DIRITTI UMANI, POLITICA ESTERA, COOPERAZIONE

FABIO MASSIMOCASTALDO

[email protected]

classe 1985

POLITICA ESTERAAFFARI COSTITUZIONALIDIFESADIRITTO INTERNAZIONALE

ISABELLAADINOLFI

[email protected]

classe 1978

CULTURADEMOCRAZIA DIRETTALOTTA ALLE LOBBYCOPYRIGHT

[email protected]

classe 1978

LAVOROAFFARI SOCIALIREDDITO DI CITTADINANZAGARANZIA GIOVANI

LAURA AGEA

classe 1971

TTIPCOMMERCIO INTERNAZIONALEOCCUPAZIONETUTELA DELLE PMI

TIZIANA BEGHIN

[email protected]

AMBIENTEOGMOCCUPAZIONE VERDEMOBILITÀ SOSTENIBILE

classe 1983

ELEONORA EVI

[email protected]

ROSAD’AMATOclasse 1969

SVILUPPO REGIONALEFONDI EUROPEICASO XYLELLATRASPORTI

[email protected]

DARIOTAMBURRANO

[email protected]

classe 1969

INDUSTRIASICUREZZA ENERGETICATTIPENERGIE RINNOVABILI

MARCOVALLI

[email protected]

classe 1985

ECONOMIA ED EUROTASSAZIONECONTROLLO DEI BILANCIGRANDI EVASORI

LAURAFERRARA

[email protected]

classe 1983

IMMIGRAZIONECONTROLLO DEI FONDI EUROPEIDIRITTI FONDAMENTALILOTTA ALLA CRIMINALITÀ

PIERNICOLAPEDICINI

[email protected]

classe 1969

ECONOMIA CIRCOLAREAMBIENTELOTTA AI COMBUSTIBILI FOSSILISALUTE

MARCOZULLOclasse 1978

AGRICOLTURAMADE INTUTELA DEL TERRITORIOALIMENTAZIONE

[email protected]

I NOSTRI PORTAVOCE AL PARLAMENTO EUROPEO

LO SAPEVI CHEPUOI PRESENTAREUNA PETIZIONE ALPARLAMENTO EUROPEO?È UN TUO DIRITTO!

petiport.secure.europarl.europa.euVai sul portale ufficiale e scopri di pìù:

4COPERNICO 4COPERNICO

18

20

22

24

26

28

16

14

12

10

8

Il Governo del cambiamento: Capitolo I

L’Europa che minaccia non è l’Europa dei cittadini

Troppo smog, Italia deferita alla Corte UE. Dove sono i professionisti della politica?

Il PM2.5 uccide 1172 persone al giorno. I ritardi della Commissione UE sono inaccettabili

Mediatore europeo apre inchiesta sullo scandalo Selmayr. La Commissione Juncker trema ancora

Parlamento UE segue linea M5S, più trasparenza e più fondi per le PMI. Basta progetti inutili

Previsto un taglio dei fondi UE per 5 miliardi alle Regioni più povere

Giornata storica, Parlamento UE vota per bloccare la sperimentazione animale

La rivincita delle api. Banditi in UE i tre pesticidi tossici che le stavano sterminando

Facebook, svelato il piano di Zuckerberg per fuggire dall’Europa e diventare il paradiso dei dati sensibili

Business immigrazione e riforma del diritto di asilo. Vittoria al Parlamento europeo

Sprechi, vitalizi, pensioni e privilegi: da oggi il Parlamento UE costa ancora di più, 2 miliardi l’anno

30 Una delle nostre battaglie storiche prende vita: la class action europea

6

sommarioeditoriale

Il discorso di Laura Agea in occasione del dibattito sul futuro dell’Europa Questa serie di dibattiti sul futuro dell’Europa rischia di diventare un’altra cosa: un dibattito sul passato, sui fallimenti e sugli errori che hanno portato l’Unione

Europea a collassare. Se andiamo avanti così, se andrete avanti così, non ci sarà più nulla su cui dibattere. Una cosa è certa: il futuro dell’Europa dovrà essere molto diverso dal presente. Proprio in questi giorni un Paese fondatore, l’Italia, sta vivendo momenti drammatici. Eravamo vicini alla realizzazione di un sogno, potremmo svegliarci in un incubo. Avremmo messo mano alle pensioni d’oro, tolto potere alle lobby, eliminato i privilegi. Messo al centro i cittadini. Ma questo non è stato possibile. Una manovra ben orchestrata di palazzo, con la complicità di molti, dalla finanza ai poteri forti, ha impedito la nascita del governo e proprio in queste ore lo starebbe sostituendo con un altro non votato, non eletto e che non avrà nemmeno la fiducia del Parlamento. Vi chiedo: è questa democrazia? Tutto questo è avvenuto anche con la complicità dell’Unione Europea. Ci avete provato in tutti i modi e a tutti i livelli. Come non ricordare gli avvertimenti e le minacce dei Commissari europei? Che vergogna e che miseria. Ancora ieri, il Commissario Oettinger ha dichiarato a una tv tedesca che “i mercati insegneranno agli italiani come votare per la cosa giusta”, o una cosa simile. Avete capito bene. Siamo indignati e sconvolti. Non deve essere un Commissario tedesco a dire come gli italiani o altri cittadini europei devono votare! Né oggi né mai. Lo ripeto, che vergogna e che miseria. Ma vedete, non siamo sorpresi, d’altronde questa Commissione europea ha fatto di tutto tranne gli interessi dei cittadini, come ben dimostra, Presidente

Juncker, la sua storia. Ci avete fatto passare come moderni barbari dentro le mura di Roma, come quelli che vogliono distruggere l’Unione europea, uscire dall’Euro, affossare i mercati. No, non è così. Eppure, e mi rivolgo ai colleghi eurodeputati, il nostro lavoro qui a Strasburgo e a Bruxelles vi ha fatto capire chi siamo. Ve lo diciamo chiaramente, ancora una volta. Non vogliamo distruggere né l’Unione Europea, né l’Euro, né i mercati. Il futuro dell’Europa è a rischio? Sì, e non per colpa nostra, ma per colpa di questo fallimentare presente che voi avete

di Laura Agea, EFDD - M5s Europa

L’EUROPA DEL FUTURO RISPETTA LA VOLONTÀ POPOLARE #ILMIOVOTOCONTA

5COPERNICO

costruito. Vi imploro. Uscite da questi palazzi e ascoltate il grido dei cittadini. Non siate sordi. Tocca a voi fare i compiti a casa. Dove sono gli Eurobond, dove sono i trasferimenti fiscali tra i Paesi in surplus e quelli in deficit? E il surplus inaccettabile sulle partite correnti di Germania e Olanda? E, approfitto della presenza del primo ministro del Lussemburgo Bettel, perché ci sono ancora paradisi fiscali nell’Eurozona? Il presente che non funziona è “ce lo chiede l’europa”. Il futuro dovrà essere: “ve lo chiedono i cittadini”. Il futuro sarà dell’Europa se rimetteremo in discussione quei trattati che la vedono soccombere, se ridiscutiamo l’austerità, la gestione folle dell’immigrazione, i grandi accordi commerciali che danneggiano i cittadini a favore

delle multinazionali. L’Europa del futuro non è quella che con una mano taglia le pensioni dei cittadini e con l’altra aumenta del 6% quelle delle istituzioni europee. L’Europa del futuro rispetta la volontà popolare, e non permette che il voto dei cittadini venga calpestato dalle agenzie di rating, dalle banche o dagli interessi particolari di qualche Stato. Sì, è vero, avete vinto ancora voi. Oggi. Godetevi questi momenti. Coraggio liberisti, andate pure a festeggiare col ghigno e l’ignoranza dei primi della classe. Vedete, è questione solo di tempo e poi il governo del cambiamento nascerà in Italia. E poi ne nasceranno altri in tutta Europa. Ecco l’unico grande futuro che immaginiamo per l’Europa: il cambiamento. Non esiste altro. Non sappiamo più come dirvelo. Il cambiamento.

6COPERNICO

di EFDD -MoVimento 5 Stelle Europa

Non vogliamo distruggere né l’Unione Europea, né l’Euro, né i mercati, ma i vincoli esterni che ci hanno soffocato in questi anni devono essere ridiscussi

Vogliamo il Governo del cambiamento per alzare la qualità della vita dei cittadini italiani, dei 5 milioni

di poveri certificati dall’Istat, delle piccole e medie imprese oggi sommerse dalle tasse e dei

lavoratori precari che faticano ad arrivare a fine mese. In tutti i Comuni che amministriamo il debito è sceso e gli interventi alle municipalizzate hanno consentito grandi risparmi per i cittadini senza diminuire la qualità dei servizi che in molti casi sono anche migliorati. Adotteremo lo stesso principio prendendo in mano il bilancio nazionale, quindi, ci aspettiamo rispetto e non un processo alle intenzioni

da parte dell’Unione Europea. Quando qualcuno vuole speculare sull’Eurozona, gli avvoltoi iniziano a comprare titoli di Stato tedeschi, vendendo contemporaneamente i titoli sovrani dei Paesi del Sud Europa (Italia, Grecia, Portogallo, Spagna), facendo salire lo spread. Questo può avvenire perché non abbiamo tutti quei sistemi che da anni invochiamo e che erano stati anche promessi nel momento in cui è stata creata l’Unione Monetaria: trasferimenti fiscali, eurobond su tutti. Abbiamo già visto un governo italiano passato dal voto popolare cadere sotto i colpi dei mercati finanziari. Non abbiamo alcuna intenzione di fare la stessa fine e di lasciare il posto a politici travestiti da tecnici che continuerebbero il massacro sociale degli ultimi anni. Non vogliamo distruggere né l’Unione Europea, né l’Euro, né i mercati, ma i vincoli esterni che ci hanno soffocato in questi anni devono essere ridiscussi e resi di nuovo compatibili con il nostro dettato costituzionale, che ci impone di valorizzare il lavoro e la libera iniziativa d’impresa e non di distruggere l’economia reale a favore di quella finanziaria.

I Governi telecomandati da Bruxelles hanno approvato riforme pesanti, impopolari, imposte dall’alto e volte alla svalutazione salariale. I cittadini italiani e del sud Europa hanno fatto sforzi immani ed ingiusti per salvare un’Unione Monetaria incompleta e non ottimale. Ora le persone hanno alzato la testa con il voto del 4 marzo e tocca quindi all’UE fare i compiti a casa varando quelle riforme che sono attese da anni. Ai falchi dell’austerità chiediamo: dove sono gli Eurobond, i trasferimenti fiscali tra i Paesi in surplus e quelli in deficit e la fine dei paradisi fiscali nell’Eurozona? Le chiacchiere stanno a zero, noi aspettiamo i fatti, tanto più che lo stesso Presidente della BCE Mario Draghi, qualche settimana fa durante il suo discorso a Firenze, ha ammesso che servono trasferimenti fiscali fra gli Stati membri e che siamo lontani dall’avere un’area valutaria ottimale. I Paesi che violano il six pack con un surplus inaccettabile sulle partite correnti come Germania e Olanda devono essere messi di fronte ai loro obblighi. Siamo stufi delle dichiarazioni fuori

I Governi telecomandati da Bruxelles hanno approvato riforme pesanti, impopolari, imposte dall’alto e volte alla svalutazione salariale

IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO: CAPITOLO I

7COPERNICO

luogo di burocrati europei (che nessuno conosce) e che parlano per slogan di un Paese come il nostro, di cui non riconoscono le potenzialità e i meriti. L’Italia ha fatto sacrifici folli negli ultimi vent’anni con uno degli avanzi primari più alti dell’intera UE, governi di ogni colore hanno tagliato ingiustamente le spese produttive per investimenti e i servizi pubblici anno dopo anno, impoverendo l’economia reale per pagare interessi sul debito pubblico decisi dai mercati. Nel 2011, dopo la più grande crisi

mondiale del dopoguerra, sempre la BCE ha lasciato scatenare gli spread scegliendo di non intervenire, permettendo al governo Monti di tagliare ancora e ancora, in un circolo vizioso senza fine. Lo spread non ci spaventa, i mercati si convinceranno che abbassare le tasse alle imprese e sostenere il reddito dei più deboli aumenterà il tasso di crescita della nostra economia e il gettito fiscale, portando il rapporto debito/PIL su di un sentiero di costante decrescita nel medio periodo.

Siamo stufi delle dichiarazioni fuori luogo di burocrati europei (che nessuno conosce) e che parlano per slogan di un Paese come il nostro, di cui non riconoscono le potenzialità e i meriti

8COPERNICO

di EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa

Il fango quotidiano gettato su un Governo nascente è lo specchio e la dimostrazione più lampante di quanto questa UE abbia serie difficoltà nel cogliere le istanze dei cittadini

Stiamo assistendo ad attacchi di una violenza inaudita. Mai, in questi anni, prima ancora della formazione di un Governo, c’è stata

una concentrazione di opinioni, congetture e pregiudizi simile da parte sia dei media main-stream, sia degli esponenti del “potere” burocratico europeo. Non solo la stampa estera dimostra di non conoscere a fondo la situazione italiana (di quella nostrana non c’è bisogno di parlare), ma bisogna aggiungere anche i moniti dei commissari europei, che non dovrebbero (e non potrebbero) comportarsi come fossero all’opposizione di una formazione politica. Ma si sa, la Commissione Juncker tutto ha fatto meno che gli interessi dei cittadini europei, come dimostra ampiamente la storia del suo presidente. Questo fango quotidiano è lo specchio e la dimostrazione più lampante di quanto questa UE abbia serie difficoltà nel cogliere le istanze dei cittadini ed il cambiamento che la volontà popolare imporrebbe. Anche quando i cittadini in

questione sono le circa 17 milioni di persone provenienti da uno degli Stati fondatori dell’Unione Europea. Un fatto tristemente evidente dalla carrellata di dichiarazioni di questi giorni. Prima Dimitris Avramopoulos - commissario europeo per gli affari interni - sulla gestione delle politiche migratorie, come se l’Italia non avesse un problema e non fosse stata lasciata sola in questi anni dal resto dei Paesi europei. Poi Manfred Weber - presidente del gruppo popolare europeo a trazione tedesca e alleato di Berlusconi in Europa - ci ha minacciato nemmeno velatamente, intimandoci di stare giocando col fuoco: ci chiediamo quali siano le conseguenze delle sue parole e se disponga di mezzi per danneggiare deliberatamente i cittadini italiani. Poi Cecilia Malmström - commissaria per il commercio -, ha parlato di idee preoccupanti contenute nel contratto di Governo, non curandosi che siamo al lavoro in questo settore da almeno 4 anni al Parlamento europeo portando risoluzioni votate a grande maggioranza.

C’è qualcosa che non torna nel susseguirsi di dichiarazioni che rappresentano, di fatto, invasioni di campo di più o meno grave natura. L’Italia è un grande Paese, destinato a rialzare la testa anche in Europa rimettendo in discussione quei trattati che la vedono soccombere da decenni: politiche legate all’austerità, gestione folle delle politiche dell’immigrazione, grandi accordi commerciali che danneggiano i cittadini a favore delle multinazionali. Il tempo in cui le persone sono tenute con la testa sotto la sabbia è finito.

L’EUROPA CHE MINACCIA NON È L’EUROPA DEI CITTADINI

C’è qualcosa che non torna nel susseguirsi di dichiarazioni che rappresentano, di fatto, invasioni di campo di più o meno grave natura

““

9COPERNICO

I commissari europei non dovrebbero (e non potrebbero) comportarsi come fossero all’opposizione di una formazione politica

10COPERNICO

di Piernicola Pedicini ed Eleonora Evi, EFDD - MoVimento 5 Stelle

La vecchia politica spaventa i cittadini italiani per la sua incredibile incapacità di affrontare le criticità ambientali

L’UE deferisce l’Italia. E quello che viene da chiedersi è: cosa hanno fatto i “professionisti della politica” in questi anni per evitarlo? Tutti si accalcano per dire che un eventuale nuovo Governo spaventa i mercati, i media si sono spinti oltre (definendoci dei barbari); ma il problema è che la vecchia politica spaventa i cittadini italiani per la sua incredibile incapacità di affrontare le criticità ambientali. Come quella del troppo smog, un problema che imperversa da decenni nel Bel Paese e che uccide, nel vero senso della parola, migliaia di persone. Sono anni che segnaliamo questi ritardi senza

mai essere ascoltati, i quattro deferimenti dell’Italia alla Corte di giustizia sono quindi inaccettabili, e quelli sull’inquinamento e sulla mancanza del programma nazionale per i rifiuti radioattivi sono gravissimi. Gli errori, le sottovalutazioni e le responsabilità del passato sono tante. Oggi dobbiamo pensare al presente e al futuro e agire con azioni concrete che possano ridurre da subito le migliaia di persone che ogni giorno si ammalano e muoiono in Italia e in Europa. Quindi, dobbiamo partire dalle conoscenze scientifiche per avere dati sempre più accurati e per trovare le soluzioni politiche per colmare i ritardi dei passati governi. Occorrono misure più coraggiose e vincolanti per raggiungere anche in Italia gli obiettivi di riduzione previsti dalle norme ed eventualmente aggiungere di nuove: potenziando, ad esempio, i mezzi di trasporto collettivi ed elettrici. La situazione si aggrava ulteriormente se consideriamo che manca ancora una seria regolamentazione, questa volta a livello comunitario,

sul PM 2.5. Ovvero, il primo killer mondiale tra gli inquinanti che conta 6 milioni di vittime l’anno, 400.000 solo in Europa, di cui 60 mila in Italia. Dal canto suo anche l’Europa deve cambiare marcia e andare oltre la legislazione attuale, entrare in una seconda fase dove la scienza, la tecnologia e politica si incontrano per costruire un futuro migliore partendo dall’aria che respiriamo. L’esasperato consumo di combustibili fossili nella produzione di elettricità, nei trasporti, nell’industria, nelle abitazioni, nei processi industriali, nell’utilizzo di solventi, in agricoltura, nel trattamento dei

Quello che chiediamo oggi all’UE è di evitare di colpire i cittadini. Loro sono già vittime dell’incapacità dei partiti nel trovare soluzioni concrete per ridurre l’inquinamento in Italia

Dobbiamo pensare al presente e al futuro e agire con azioni concrete che possano ridurre da subito le migliaia di persone che ogni giorno si ammalano e muoiono in Italia e in Europa

“TROPPO SMOG, ITALIA DEFERITA ALLA CORTE UE. DOVE SONO I PROFESSIONISTI DELLA POLITICA?

11COPERNICO

rifiuti, è la causa principale di questi effetti, che continuiamo ad incentivare invece di eliminare gradualmente. Quello che chiediamo oggi all’UE è di evitare di colpire i cittadini. Loro sono già vittime dell’incapacità dei partiti nel trovare soluzioni concrete per ridurre l’inquinamento in Italia. Il nostro obiettivo è quello di salvaguardare la salute delle

persone in primis, cosa che comporterebbe di conseguenza anche di non dover pagare un’eventuale multa europea da circa 1 miliardo di Euro. Se l’Unione Europea ha deciso di far pagare l’Italia, allora dobbiamo usare i proventi delle sanzioni per rimuoverne le cause, potenziando i mezzi di trasporto collettivi ed elettrici, con un piano serio

ed efficace per ridurre lo smog. D’altro canto abbattere il PM10 in atmosfera è certo una sfida a cui non ci dobbiamo sottrarre, lo stesso vale per i continui superamenti di NO2 - di cui sono responsabili i milioni di motori diesel sporchi che appestano l’aria delle nostre città - per i quali l’accertamento della violazione da parte del nostro Paese è solo rinviato.

12COPERNICO

La Commissione Europea, a seguito della nostra interrogazione, ammette di essere in colpevole ritardo sulla normativa che

dovrebbe imporre un serio controllo sul più grande killer della storia: il PM2.5. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, il 96% della popolazione UE è a forte rischio sanitario a causa di questo particolato. È scientificamente provato che solo in Europa il PM2.5 provoca 428mila morti all’anno: 1172 al giorno. I dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) dimostrano la bontà delle nostre proposte: se l’Europa adottasse i limiti raccomandati dall’OMS per il PM 2.5, si salverebbero 144mila vite umane ogni anno e si determinerebbe un risparmio di 45 miliardi di Euro (ogni anno) nel settore della salute, con vantaggi ambientali considerevoli. Miliardi di Euro che diverrebbero la fonte delle coperture finanziarie per le azioni volte a combattere la

principale piaga dei nostri tempi: l’aria inquinata che respiriamo. Inoltre, le tecnologie ormai disponibili permettono di misurare

costantemente il particolato con un diametro aerodinamico di 2,5 μm o inferiore, rendendo possibili aggiornamenti in tempo reale sui picchi di concentrazione e, dunque, allerte rapide in giornate particolarmente pericolose. Ad aggravare la situazione, rendendo più che mai urgente un intervento dell’esecutivo europeo, è la proiezione inviata agli Stati membri dall’AEA. Questa analisi dimostra come gli obiettivi al 2030 della

direttiva europea sulle emissioni nazionali non verranno raggiunti. E questo avverrà nonostante gli stessi siano ampiamente

insufficienti a tutelare la salute dei cittadini. Già 14 Stati membri hanno dichiarato di non poter rispettare l’obiettivo di riduzione del PM2.5. Una situazione tragica se pensiamo che questo vorrà dire condannare a morte migliaia di persone. Cosa succederà quando i Paesi saranno trascinati dinanzi alla Corte UE per aver sforato i limiti? Semplice, i cittadini - oltre che intossicati - si ritroveranno a pagare multe salatissime.

di Piernicola Pedicini, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa

Il 96% della popolazione UE è a forte rischio sanitario a causa di questo particolato

IL PM2.5 UCCIDE 1172 PERSONE AL GIORNO. I RITARDI DELLA COMMISSIONE UE SONO INACCETTABILI

Gli obiettivi al 2030 della direttiva europea sulle emissioni nazionali non verranno raggiunti

13COPERNICO

L’Italia, dal canto suo, ha la peggiore qualità dell’aria di tutta Europa, specialmente al Nord. Dall’Italia deve quindi partire una rivoluzione verde che sia capace si tutelare la salute delle persone, il loro portafogli e che generi migliaia di posti di lavoro. Oggi, con il Governo del cambiamento, possiamo finalmente pensare che sia possibile.

Se l’Europa adottasse i limiti raccomandati dall’OMS per il PM 2.5, si salverebbero 144mila vite umane ogni anno

14COPERNICO

di Marco Valli, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa

L’ex braccio destro tedesco del presidente della Commissione UE è stato promosso segretario generale secondo procedure giudicate - per usare un eufemismo - poco trasparenti

MEDIATORE EUROPEO APRE INCHIESTA SULLO SCANDALO SELMAYR. LA COMMISSIONE JUNCKER TREMA ANCORA

Si apre un nuovo triste capitolo di questa legislatura europea con un ulteriore colpo di scena sulla vicenda di Martin

Selmayr, l’ex braccio destro del presidente della Commissione UE Jean Claude Juncker promosso segretario generale dell’esecutivo comunitario secondo procedure giudicate - per usare un eufemismo - poco trasparenti. Il Mediatore Europeo Emily O’Reilly ha infatti aperto un’inchiesta sul caso e ha chiesto a l l ’ e s e c u t i v o di rispondere ad una serie di domande entro il 15 giugno. Tra le richieste anche quella di consegnare “tutti i documenti” e “tutti i pareri legali” relativi alla promozione di Selmayr. A seguito di questo scandalo - l’ennesimo che investe la Commissione Juncker tanto voluta e difesa

anche da Forza Italia e PD - avevamo chiesto che il tedesco Selmayr si dimettesse con effetto immediato. Questo per garantire la possibilità alla successiva Commissione europea di sostituire il segretario generale secondo una procedura legale e più trasparente. Purtroppo, però, alla nostra richiesta la commissione CONT del Parlamento europeo ha preferito promuovere un compromesso ridicolo, facendo passare la richiesta di rivedere la procedura

della nomina del segretario generale ma non la revoca o la richiesta di dimissioni di Selmayr stesso. Una presa in giro, di fatto, che non metteva in discussione la sua poltrona, ma solo la

procedura. Il Mediatore Europeo, a quanto si apprende, non ha digerito la vicenda. Sconfessando di fatto la linea morbida del Parlamento, ha avanzato una richiesta legittima di fornire tutte le carte (anche quelle legali) che hanno portato alla promozione di questo personaggio. La sua nomina, inoltre, è stata letta dalla stampa internazionale e non solo come un tentativo dello stesso Juncker (e della Germania) di prolungare la sua egemonia anche alla scadenza del suo mandato. Il ruolo di segretario generale non è infatti a termine e permetterebbe ai teutonici di piazzare l’ennesimo uomo chiave in una delle caselle più determinanti dell’Unione Europea. Questo super burocrate sarà più influente degli europarlamentari eletti dai cittadini perché si muoverà con meri fini politici. Avrà la possibilità di continuare a tessere le politiche attuali da un posto privilegiato e autorevole, schiaffeggiando il buon senso e il giusto controllo democratico che gli dovrebbe essere imposto.

La commissione CONT ha preferito promuovere un compromesso ridicolo, facendo passare la richiesta di rivedere

“ “

15COPERNICO

L’ITALIA HA UNA DOTAZIONE COMPLESSIVA DI 76,1 MILIARDI DI EURO DERIVANTI DAI QUATTRO

FONDI STRUTTURALI E D’INVESTIMENTO CHE SARANNO TAGLIATI?

Lo sapevi che..

16COPERNICO

di Marco Valli, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa

Nel testo finale il Parlamento europeo prende finalmente atto dei fallimenti di mostruosi progetti come il celeberrimo Piano Juncker

PARLAMENTO SEGUE NOSTRA LINEA, PIÙ TRASPARENZA E PIÙ FONDI PER LE PMI. BASTA PROGETTI INUTILI

Il Parlamento europeo ha scelto di appoggiare le proposte contenute nel nostro rapporto sulla BEI, la Banca Europea per gli Investimenti, ovvero

la banca pubblica più grande del mondo. Abbiamo chiesto e ottenuto: d’incrementare i finanziamenti per le piccole e medie imprese; di evitare che la garanzia della BEI finanzi attori che operano tramite i paradisi fiscali; maggiore trasparenza e più controlli sul sistema di appalti e subappalti ed evitare, così, rischi di frode e corruzione. Abbiamo anche sottolineato la necessità per la BEI di promuovere attività più sostenibili dal punto di vista sociale, ambientale e finanziario, riportando al centro l’esigenza delle persone e delle PMI. Nel testo finale il Parlamento europeo prende finalmente atto dei fallimenti di mostruosi progetti come il celeberrimo Piano Juncker - tanto propagandato dalla Commissione e dal Governo italiano - e d’infrastrutture assurde come il TAP e il MOSE. È un testo complesso che riporta molte delle nostre battaglie di questi anni, in cui abbiamo cercato di mettere ordine ed equilibrio tra la necessità d’innovazione e i

bisogni dei cittadini. Un report che mette anche a nudo le menzogne della vecchia politica su alcune speculazioni finanziarie fatta negli anni, e in cui si smaschera l’ipocrisia di centrodestra e PD che hanno coperto di fatto Jean-Claude Juncker in questi anni di presidenza della Commissione UE.

PIANO JUNCKER, CRITICHE DURE DAL PARLAMENTO

Abbiamo chiesto di migliorare la trasparenza della procedura di selezione delle operazioni e la divulgazione di tutte le informazioni operative, nonché la rendicontazione delle operazioni. A fine 2016, gli investimenti EFSI (o Piano Juncker) nelle infrastrutture sociali - capitale umano, cultura e salute - sono risultati pari solo al 4% (meno di 900 milioni di Euro). Questo settore riceve il minor sostegno, mentre sulle infrastrutture, l’innovazione e le PMI abbiamo sottolineato come  sia necessario aumentarne in misura significativa la percentuale e il volume. È comunque preoccupante il fatto che solo il 20% dei finanziamenti dell’EFSI abbia sostenuto progetti volti a contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e

all’adattamento agli stessi.

TAP, UN PROGETTO NON FINANZIABILE PER IL PARLAMENTO EUROPEO

Il Parlamento europeo è preoccupato per il prestito del valore di 1,5 miliardi di Euro concesso dalla BEI al progetto di gasdotto transadriatico che non rispetta - in misura diversa nei paesi di transito Albania, Grecia e Italia -, le norme ambientali e sociali minime richieste. Il progetto non è idoneo ad un investimento da parte della BEI, né dovrebbe essere preso in considerazione a fini di finanziamento da qualsiasi banca che aspiri a investimenti responsabili sul piano sociale e ambientale.

MOSE, UNO SCANDALO EUROPEO

Il Parlamento europeo prende atto che le lunghe indagini per corruzione relative allo scandalo del sistema del MOSE si sono concluse il 14 settembre 2017 con una sentenza del tribunale di Venezia che condanna a 4 anni di reclusione e alla confisca di circa 10 milioni di Euro due personalità di spicco direttamente coinvolte

17COPERNICO

nello scandalo. Si rammarica che tra il 2011 e il 2013 la BEI abbia erogato tre prestiti, per un valore di 1,2 miliardi di Euro, per la realizzazione del progetto MOSE, di cui l’ultimo concesso dopo l’apertura di indagini per corruzione da parte delle autorità nazionali. Abbiamo quindi invitato la BEI a garantire che la sua politica di tolleranza zero nei confronti delle frodi sia applicata con il massimo rigore possibile, e a ritirare ogni finanziamento al progetto MOSE, nonché ai progetti ad esso connessi attraverso il sistema di società e beneficiari coinvolti nella realizzazione di progetti nella regione Veneto. In particolare con riferimento al tronco autostradale A4 noto come Passante di Mestre, su cui sono

tuttora in corso indagini per frode fiscale, corruzione e infiltrazione della criminalità organizzata, e alla terza corsia dell’autostrada A4 nel tratto Venezia-Trieste.

TRASPARENZA E CONFLITTI D’INTERESSE

Il Parlamento europeo chiede alla BEI di rivedere il proprio codice di condotta al fine di garantire che i suoi vicepresidenti non siano responsabili di operazioni nei propri paesi d’origine, dato che ciò mette a rischio l’indipendenza dell’istituzione; e la necessità di divulgare le informazioni relative al sistema di appalti e subappalti così da evitare eventuali rischi di frode e corruzione.

DIESELGATE, BASTA INSABBIAMENTI

Si prende atto che lo scandalo Dieselgate ha sollevato alcuni interrogativi in merito alla possibilità che la Volkswagen abbia ottenuto prestiti dalla BEI attraverso mezzi fraudolenti e ingannevoli; invitando dunque la BEI a seguire le raccomandazioni dell’OLAF relative all’adozione di provvedimenti concreti nell’attuazione della sua politica antifrode. Si sottolinea anche la segretezza con cui la BEI ha gestito il caso e sollecitandola a rendere pubblica la relazione dell’OLAF sul prestito concesso a Volkswagen e a pubblicarne come minimo una valida sintesi.

18COPERNICO

di Rosa D’Amato, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa

I tagli alla cosiddetta politica di coesione del 7% sono inaccettabili perché colpiranno i territori più poveri d’Europa e d’Italia

PREVISTO UN TAGLIO DEI FONDI UE PER 5 MILIARDI ALLE REGIONI PIÙ POVERE

Con l’uscita della Gran Bretagna dall’UE i soldi per il funzionamento delle istituzioni europee aumentano, mentre

i fondi destinati agli Stati membri in difficoltà diminuiscono. Un paradosso logico quello che ha proposto la Commissione europea per bocca di Jean-Claude Juncker nell’appuntamento odierno della presentazione del prossimo quadro finanziario pluriennale 2020-2027. Una proposta a cui

l’Italia deve reagire in modo deciso. I tagli alla cosiddetta politica di coesione del 7% sono inaccettabili perché colpiranno i territori più poveri d’Europa e d’Italia: Puglia, Sicilia, Campania, Lazio e via dicendo. Si tratterebbe di circa 5 miliardi di Euro di minori risorse investite, un’accetta usata fuori dalle logiche di solidarietà e cooperazione comunitarie. Il prezzo della Brexit non possono pagarlo le Regioni più povere e generalmente meno industrializzate. Noi chiediamo

che il livello di disoccupazione giovanile sia inserito, oltre al PIL, come indicatore principale per quantificare l’assegnazione dei fondi europei. Durante la discussione al Parlamento europeo presenteremo emendamenti per rimediare agli errori della Commissione. Ci sono spazi per ridurre i troppi sprechi europei e per rimodulare le spese, come abbiamo sempre proposto dal nostro ingresso al Parlamento europeo. I tagli lineari sono una follia a cui ci siamo sempre opposti e, per quanto

Noi chiediamo che il livello di disoccupazione giovanile sia inserito, oltre al PIL, come indicatore principale per quantificare l’assegnazione dei fondi europei

“ “

19COPERNICO

invece riguarda la PAC - la Politica Agricola Comune che interessa il nostro Sud - chiederemo di privilegiare nell’assegnazione dei fondi i piccoli agricoltori ed eliminare tutte le inefficienze. Vogliamo capire meglio, infine, come verranno utilizzati i 25 miliardi stanziati a sostegno delle riforme strutturali. Se per riforme strutturali la Commissione

- Sicilia: 820 milioni FSE + 4,5 FESR = 4,9 miliardi, si rischia di perdere 340 milioni (nella prossima programmazione);- Campania: 1,25 FSE + 4,08 FESR = 5,33 miliardi, si rischia di perdere 370 milioni;- Calabria 2,3 miliardi (multifondo FESR-FSE) = si rischia di perdere 160 milioni;- Basilicata: 289 FSE + 826 FESR = 1,1 miliardi si rischia di perdere 77 milioni;- Puglia: 7,2 miliardi (multifondo) = si rischia di perdere 500 milioni;- Sardegna: 444 FSE + 930 FESR = 1,37 miliardi, si rischia di perdere 95 milioni;- Lazio: 902 FSE + 969 FESR = 1,8 miliardi, si rischia di perdere 125 milioni;- Abruzzo: 142 FSE + 271 FESR = 413 milioni, si rischia di perdere 28 milioni;- Marche: 287 FSE + 585 FESR = 872 milioni, si rischia di perdere 61 milioni;- Molise: 153 FSE + FESR (multifondo) = si rischia di perdere 10 milioni;- Toscana 732 FSE + 792 FESR = 1,5 miliardi, si rischia di perdere 105 milioni;- Umbria 237 FSE + 585 FESR = 858, si rischia di perdere 60 milioni;- Liguria: 354 FSE + 392 FESR = 746, si rischia di perdere 52 milioni;- Lombardia: 970 FSE + 970 FESR = 1,9 miliardi, si rischia di perdere 133 milioni;- Piemonte: 965 FESR + 872 FSE = 1,83 miliardi, si rischia di perdere 128 milioni;- Emilia Romagna: 721 FESR + 786 FSE= 1,5 miliardi, si rischia di perdere 105 milioni;- Veneto: 764 FSE + 600 FESR = 1,3 miliardi, si rischia di perdere 91 milioni;- Trento: 109 FSE + 108 FESR = 217 milioni, si rischia di perdere 15 milioni;- Bolzano: 136 FSE + 136 = 272 milioni, si rischia di perdere 19 milioni;- Friuli Venezia Giulia: 256 FSE + 214 FESR = 470 milioni, si rischia di perdere 35 milioni;- Valle D’Aosta: 55 FSE + 64 FESR = 119 milioni, si rischia di perdere 8 milioni

Europea intende il Jobs Act e la riforma Fornero troveranno un muro rappresentato da 11 milioni di cittadini italiani che ci hanno dato fiducia. Ricapitolando, l’Italia ha una dotazione complessiva di 76,1 miliardi di Euro derivanti dai quattro fondi Strutturali e d’investimento (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale FESR; Fondo Sociale Europeo FSE; Fondo

europeo agricolo per lo sviluppo rurale FEASR; Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca FEAMP) ai quali è eleggibile. Ecco cosa potrebbe avvenire nelle varie Regioni con un taglio confermato del 7% qualora la quota italiana di questa programmazione venga mantenuta, e stiamo parlando solo di due dei quattro fondi a cui l’Italia ha diritto (FSE e FESR):

L’Italia ha una dotazione complessiva di 76,1 miliardi di Euro derivanti dai quattro fondi Strutturali e d’investimento ai quali è eleggibile, che saranno tagliati

“ “

20COPERNICO

di Eleonora Evi, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa

Il testo chiede all’UE d’impegnarsi nel promuovere, sostenere e facilitare la conclusione di una convenzione internazionale per dire basta ai test su animali

GIORNATA STORICA, PARLAMENTO UE VOTA PER BLOCCARE LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE

È stata votata una risoluzione storica al Parlamento europeo: un testo che chiede all’UE d’impegnarsi nel

promuovere, sostenere e facilitare la conclusione di una convenzione internazionale per dire basta ai test su animali e per vietare una volta per tutte il commercio internazionale di qualsiasi prodotto cosmetico che non sia “cruelty free”. Una vittoria che abbiamo fortemente cercato, giocando un ruolo fondamentale nel fare in modo che l’Europa ascoltasse i suoi cittadini e assumesse una posizione forte e con parole nette contro la sperimentazione animale nel settore dei cosmetici. Ad esempio, abbiamo chiesto e ottenuto che si lavori per arrivare ad un accordo internazionale, dunque giuridicamente vincolante. L’UE si assume quindi la responsabilità

di condurre una battaglia globale di sensibilizzazione, con lo scopo ultimo di arrivare alla messa al bando globale. Finalmente si è scelto di ascoltare la voce di milioni di cittadini europei che, con numerose petizioni, hanno chiesto di combattere questa battaglia di civiltà. Con la seguente risoluzione, insieme agli Stati membri, l’Unione dovrà come detto impegnarsi, nel contesto delle Nazioni Unite e non solo, a convincere il più ampio numero di Paesi ad affrontare seriamente il problema. Una sperimentazione

che, tra le altre cose, in Europa non potrebbe avvenire. Perché il “Regolamento 1223/2009” vieta i test sugli animali d’ingredienti e prodotti cosmetici, così come la loro commercializzazione. Tuttavia, la legislazione dell’Unione - incardinata sul “Regolamento REACH” - prevede comunque la sperimentazione sugli animali di sostanze chimiche che sono presenti, oltre che nei cosmetici, anche in altri prodotti di largo consumo, come detergenti e farmaci. Inoltre, una questione da affrontare è quella dei prodotti cosmetici (provenienti da paesi terzi) che arrivano nel mercato europeo. Quest’ultimi sono spesso privi delle informazioni sui test eseguiti, una mancanza d’informazioni che aggira di fatto la piena attuazione dei nostri divieti. Ecco perché la risoluzione approvata oggi ha ancor più valore: si è scritto nero su bianco che l’obiettivo è arrivare a un bando

Con la risoluzione, insieme agli Stati membri, l’Unione dovrà come detto impegnarsi, nel contesto delle Nazioni Unite e non solo

21COPERNICO

GIORNATA STORICA, PARLAMENTO UE VOTA PER BLOCCARE LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE

globale con un impegno ben preciso per l’Europa. L’UE, in questo senso, si assume il ruolo di portabandiera della campagna politica e culturale condivisa dal 90% degli intervistati da Eurobarometro (indagine svolta nel marzo 2016), secondo i quali è necessario vietare

la sperimentazione animale e porre fine al commercio internazionale di prodotti e ingredienti cosmetici che hanno avuto questo tipo di test oltre i confini europei, non solo in Cina. Una battaglia ambiziosa e che si preannuncia anche complessa, visto che queste pratiche sono ancora

ampiamente accettate e praticate nell’80% dei paesi del mondo. Un risultato di grande rilevanza che spero possa rappresentare un primo passo verso l’ambizioso progetto di cancellazione totale dei test su animali per qualunque prodotto, non solo cosmetico.

L’UE si assume il ruolo di portabandiera della campagna politica e culturale condivisa dal 90% degli intervistati da Eurobarometro

22COPERNICO

di EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa

Si vuole rendere definitivo il divieto di usare e immettere sul mercato prodotti fitosanitari contenenti tre sostanze attive responsabili della moria delle api

LA RIVINCITA DELLE API. BANDITI IN UE I TRE PESTICIDI TOSSICI CHE LE STAVANO STERMINANDO

Le rappresentanze degli Stati membri dell’UE hanno deciso di accogliere la proposta della Commissione Europea e vietare

tre pesticidi (neonicotinoidi): clothianidin, imidacloprid e tiametoxam, ovvero i maggiori responsabili della progressiva

L’84% delle specie vegetali complessive e il 76% della produzione alimentare dipendono dall’impollinazione delle api

““

scomparsa delle api. Si vuole rendere definitivo il divieto di usare e immettere sul mercato prodotti fitosanitari contenenti queste sostanze attive. Il settore dell’apicoltura dà reddito a più di 500mila cittadini europei e la sua importanza in termini indiretti è ancora maggiore: l’84% delle specie vegetali complessive e il 76% della produzione alimentare dipendono dall’impollinazione delle api. Inoltre, uno studio recente della FAO dimostra come aumentare la densità e la varietà degli insetti impollinatori abbia un impatto diretto sulla produttività dei raccolti in agricoltura e come

23COPERNICO

LA RIVINCITA DELLE API. BANDITI IN UE I TRE PESTICIDI TOSSICI CHE LE STAVANO STERMINANDO

ciò possa aiutare soprattutto i piccoli agricoltori ad aumentare la loro produttività media del 24%. La storia di questo divieto parte da lontano. Il 16 gennaio 2013 l’EFSA ha presentato le sue conclusioni scientifiche, individuando l’esistenza di un rischio acuto elevato per le api rappresentato dai prodotti fitosanitari contenenti queste sostanze attive. Alla luce delle nuove conoscenze scientifiche e tecniche, la Commissione ha ritenuto di non poter escludere un elevato rischio per le api, se non imponendo ulteriori restrizioni. Di conseguenza, il 24 maggio 2013 ha presentato un regolamento di esecuzione che modificava le condizioni di approvazione delle sostanze attive clothianidin, tiametoxam e imidacloprid. I tre insetticidi sono stati brevettati circa quarant’anni fa rispettivamente da Bayer e Syngenta. Le due multinazionali, colpite nel loro business, hanno addirittura deciso di fare ricorso presso la Corte di Giustizia dell’UE contro il divieto introdotto dalla Commissione nel 2013. Un procedimento ancora in corso ma che siamo certi non porterà a nulla. Il 28 febbraio 2018, infatti, l’EFSA ha aggiornato le proprie valutazioni del rischio relativamente alle tre sostanze sotto esame e ha confermato che il loro uso rappresenta un rischio per le api selvatiche e quelle mellifere. Una notizia fantastica che si sposa con le battaglie dei portavoce al Parlamento europeo. In particolare Marco Zullo, con un report approvato a larghissima maggioranza, aveva già tracciato il solco su cui dirigere gli sforzi a livello europeo. Nel testo furono

messe in evidenza:

L’IMPORTANZA DELL’APICOLTURA:

come detto in apertura, il settore dell’apicoltura dà reddito a più di 500mila cittadini europei. La sua importanza in termini indiretti è ancora maggiore: l’84% delle specie vegetali complessive e il 76% della produzione alimentare dipendono dall’impollinazione delle api, per un valore economico complessivo stimato in 14,2 miliardi di euro. L’apicoltura è perciò non solo alla base dell’equilibrio ecologico e della conservazione della biodiversità, ma anche del settore primario e, di conseguenza, di tutte le attività produttive.

LA SALUTE DELLE API E DELL’AMBIENTE:

le api sono un efficace indicatore della salubrità dell’ambiente: api in salute indicano che anche l’ambiente in cui vivono è in buone condizioni. Viceversa, alti tassi di mortalità o di riduzione del numero complessivo denotano la presenza di sostanze dannose anche per gli altri esseri viventi, tra cui l’uomo. È importante perciò fornire adeguato sostegno alle azioni di monitoraggio, a livello nazionale e locale, per avere in tempi rapidi ed utili un quadro complessivo sullo stato di salute dell’ambiente in cui le api vivono. Allo stesso tempo, servono veloci e puntuali ricerche da parte di autorità comunitarie e nazionali su tutte le sostanze e i fattori che presentano il

rischio compromettere la salute delle api, per prendere adeguati provvedimenti contro di essi.

LOTTA EFFICACE CONTRO LA CONTRAFFAZIONE DEL MIELE:

la diffusione del miele contraffatto rappresenta un grave problema, in particolare per motivi di sicurezza alimentare. Il miele è infatti il terzo prodotto più contraffatto al mondo, e riguarda quasi totalmente le importazioni che arrivano nell’UE, specialmente dalla Cina, dove si fa largo uso di filtrazione attraverso resine sintetiche. Questo prodotto viene poi mescolato con miele europeo da aziende che agiscono in modo fraudolento, che lo commercializzano come “miscela di mieli originari e non originari dell’UE”. Queste pratiche rappresentano un gravissimo rischio per la salute dei consumatori, che non sono nemmeno adeguatamente informati sulla reale provenienza dei prodotti che consumano.

IL SOSTEGNO DELL’UNIONE EUROPEA ALL’APICOLTURA:

le api e il loro contributo alla produzione alimentare sono un patrimonio che non possiamo permetterci di disperdere. E’ fondamentale perciò fornire adeguato sostegno, anche finanziario, a tutte quelle azioni che mirano a salvaguardarlo e preservarlo, come lo sviluppo della ricerca nel settore dell’apicoltura, l’istruzione e la formazione degli addetti al settore, la diffusione delle buone pratiche  e dei metodi più efficaci e alleggerimenti fiscali.

Uno studio recente della FAO dimostra come aumentare la densità e la varietà degli insetti impollinatori abbia un impatto diretto sulla produttività dei raccolti

“ “

24COPERNICO

di EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa

Sembrerebbe che il piano del colosso sia spostare tutti i contratti degli utenti non europei dall’Irlanda (che è in UE e deve sottostare al GDPR) a un’altra collocazione

FACEBOOK, SVELATO IL PIANO DI ZUCKERBERG PER FUGGIRE DALL’EUROPA E DIVENTARE IL PARADISO DEI DATI SENSIBILI

Mark Zuckerberg, a l l ’ i n d o m a n i dello scandalo di Cambridge Analytica, aveva

dichiarato che tutti gli utenti della sua piattaforma sarebbero presto ricaduti sotto la normativa europea “General Data Protection Regulation” (GDPR), che consente un giro di vite fondamentale sulla protezione dei dati personali. La GDPR entrerà in vigore dal 25 maggio e metterà ordine nel caso generato da un uso improprio delle informazioni degli utenti dei social network. Incredib i lmente, però, sembrerebbe che il vero piano del colosso sia un altro: spostare tutti i contratti degli utenti non europei dall’Irlanda (che è in UE e deve sottostare al GDPR) a un’altra collocazione,

verosimilmente gli Stati Uniti dove la protezione dei dati sensibili dei cittadini è molto più blanda. E non è la sola, ci sono altre multinazionali: LinkedIn e una parte di Microsoft stanno pianificando un’azione simile. Facebook cambierà il regime di trattamento dei dati personali, per fare sì che circa 1,5 miliardi di utenti (soprattutto tra Africa, Asia, Australia e America

Latina) non ricadano sotto l’occhio europeo. Siamo di fronte allo stesso meccanismo usato dai paradisi fiscali per sottrarre risorse agli Stati

membri, di cui tra l’altro l’Irlanda - la sede fiscale di Facebook - è un esponente. Insomma, il social network più potente del mondo continuerà ad appoggiarsi in Europa per sfuggire alle tasse, ma scapperà dall’Irlanda per non sottostare al regime di controllo sui dati personali. Oggi, infatti, circa l’80% degli utenti mondiali di Facebook (tutti quelli fuori dal Nord

America) è soggetto al controllo dell’autorità regolatrice irlandese. Se la situazione fosse rimasta questa, sarebbe stato scacco matto per Zuckerberg. Lo spostamento p r e v e d i b i l m e n t e vedrà Facebook muovere questa immensa quantità di informazioni sensibili verso gli Stati Uniti,

dove come detto la legislazione sulla privacy è decisamente lacunosa rispetto a quella prossima europea. Il GDPR ha infatti norme

“ Facebook cambierà il regime di trattamento dei dati personali, per fare sì che circa 1,5 miliardi di utenti non ricadano sotto l’occhio europeo “

25COPERNICO

molto più stringenti di quelle USA o extra-europee. In primis, il diritto all’oblio, che permette all’utente di chiedere al social network di essere informato su tutte le informazioni raccolte sulla propria persona e di chiederne la rimozione totale. In secondo luogo, in caso di dati degli

utenti hackerati, il GDPR prevede che le piattaforme informino l’autorità regolatrice del mercato entro tre giorni dall’attacco. Una misura molto forte (negli USA possono volerci mesi, come accaduto per Yahoo e Uber) che se non rispettata prevede pesanti

sanzioni. Inoltre, non è dato sapere come verrano gestite, anche per gli utenti europei, il comportamento di quelle applicazioni appoggiate a Facebook che hanno sedi extra-europee. Ma che tramite il social network prelevano informazioni sensibili degli utenti.

Oggi circa l’80% degli utenti mondiali di Facebook (tutti quelli fuori dal Nord America) è soggetto al controllo dell’autorità regolatrice irlandese

26COPERNICO

di EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa

È stato inferto un duro colpo al sistema che creava business illegale e immorale facendo leva sulle lungaggini burocratiche per ottenere un verdetto sulle domande di richiesta d’asilo

BUSINESS IMMIGRAZIONE E RIFORMA DEL DIRITTO DI ASILO. VITTORIA AL PARLAMENTO EUROPEO

È stata la prima vera vittoria dell’Italia contro Mafia Capitale e contro il business dell’immigrazione; una vittoria sancita

dal Parlamento europeo - in commissione LIBE - grazie all’approvazione del report a firma della portavoce Laura Ferrara. È stato inferto un duro colpo al sistema che creava business illegale e immorale facendo leva sulle lungaggini burocratiche per ottenere un verdetto sulle domande di richiesta d’asilo. Ora ci vorranno massimo sei mesi per valutare una domanda di protezione internazionale (oggi invece fino a 18!), che possono arrivare a soli due mesi per le procedure accelerate. Ci sarà una riduzione del carico burocratico per i Paesi di primo ingresso e anche maggiori garanzie per i richiedenti asilo. In un’ottica di equilibrio tra l’esigenza di garantire la protezione internazionale a chi ne ha diritto e una procedura veloce ed efficace.

Il nuovo regolamento riduce gli abusi che hanno contribuito a sovraccaricare i sistemi di asilo degli Stati membri, restringendo in modo drastico i tempi burocratici

su cui si è speculato in passato. Un passo in avanti enorme considerando che un Paese di primo approdo come l’Italia da anni sopportava il peso dell’inefficienza e dell’immobilismo normativo anche a livello europeo. È un risultato storico. Uno dei nostri obiettivi politici era quello di tagliare il cordone ombelicale che

lega la criminalità organizzata con la gestione dei centri di accoglienza. Abbiamo raggiunto ciò che ci eravamo prefissati, perché al termine dell’iter di approvazione

il regolamento sarà direttamente applicabile negli Stati Membri e abrogherà la precedente Direttiva Procedure e le relative leggi nazionali di attuazione, tra cui per esempio il Decreto Minniti. Inoltre, procedure più veloci portano a un taglio dei costi crescenti che lo Stato italiano sta affrontando per i centri di accoglienza.

“Il nuovo regolamento riduce gli abusi che hanno contribuito a sovraccaricare i sistemi di asilo degli Stati membri “

27COPERNICO

Nel dettaglio, i contenuti possono essere riassunti in queste aree:

- tempi più brevi per valutare la domanda, 6 mesi per la procedura ordinaria (ora ce ne vogliono di fatto 18). Due mesi soltanto per quella accelerata, nel caso di domande di protezione internazionale chiaramente infondate o fraudolente;

- lista comune dei Paesi di origine sicura, verso i quali i richiedenti asilo possono essere rimandati;

- riduzione del carico burocratico per gli Stati di primo ingresso (leggasi Italia);

- la Turchia non viene considerata un Paese sicuro;

- garanzie per i richiedenti asilo, così da avere un miglioramento della qualità delle decisioni amministrative che porterà a minori ricorsi.

Questo voto conferma che il nostro lavoro è apprezzato in Europa. Dobbiamo archiviare in fretta gli errori del passato come il Regolamento di Dublino o l’Operazione Triton. Le prossime battaglie politiche saranno la lotta agli scafisti e ai trafficanti e il ricollocamento obbligatorio e automatico di tutti i migranti arrivati in Italia. Il commento del portavoce Marco Zullo: “A livello europeo c’è un dibattito molto acceso sulla Data-Economy e sulla difesa dei dati personali. Mai come prima, abbiamo l’opportunità di creare delle solide basi per lo sviluppo di un mercato digitale europeo sano e dalla parte dei cittadini. Per farlo, però, non deve venir meno la fiducia: chi naviga sul Web deve avere la certezza che i propri dati siano al sicuro. Non possiamo accettare la doppia faccia di Mark Zuckerberg, che vuole raggirare questa fiducia. Pubblicamente dichiara di voler garantire la massima protezione dei dati degli utenti e di voler applicare

le nuove regole europee sulla protezione dei dati personali (GDPR) a tutti gli utenti mondiali, ma in realtà intende cambiare i termini di servizio del social network per sottrarre 1,5 miliardi di utenti a regole più eque e stringenti di quelle americane o asiatiche. Non sono da meno le dichiarazioni della numero 2 di Facebook, Sheryl Sanderberg, che avanza l’ipotesi che per non minare il modello di business della piattaforma social, gli utenti che non vorranno cedere i propri dati a terzi, in futuro, potrebbero essere costretti a pagare. Non siamo qui per farci raggirare. Deve essere chiaro che chi vorrà fare il furbo ne pagherà le conseguenze, ed è nostra responsabilità lavorare a norme lungimiranti, a prova di futuro. Norme che siano flessibili per lo sviluppo delle imprese, certo, ma che mettano al centro il cittadino e la protezione dei suoi dei dati”.

28COPERNICO

di Marco Valli, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa

È stato votato in plenaria un incremento del budget del 2,48% rispetto al 2018, raggiungendo la mastodontica cifra di 1.999.144,000 Euro

SPRECHI, VITALIZI, PENSIONI E PRIVILEGI: DA OGGI IL PARLAMENTO UE COSTA ANCORA DI PIÙ, 2 MILIARDI L’ANNO

Da quando siamo entrati al Parlamento europeo nel 2014 i soldi che questa macchina spende e

spreca ogni anno sono continuati ad aumentare. Ma un mese fa si è compiuto l’ennesimo scempio per i cittadini, perché è stato votato in plenaria un incremento del budget del 2,48% rispetto al 2018,

raggiungendo la mastodontica cifra di 1.999.144.000 Euro; poco meno di 2 miliardi di Euro. La cosa più incredibile è che nella relazione votata si parla addirittura

di un taglio sugli stanziamenti di alcune linee di bilancio. Si tratta di un imbroglio semantico in quanto la riduzione sarebbe fatta sulla proposta iniziale del cosiddetto “Bureau” che prevedeva addirittura un innalzamento del 3,9%. Non si parla neppure di un’abolizione dei vitalizi che gli eurodeputati continuano a percepire allegramente. Attualmente, infatti, i MEPs non pagano contributi relativamente ai propri diritti pensionistici. Una cosa assolutamente inaccettabile.

UN BILANCIO IN COSTANTE AUMENTO

Dal 2014 il bilancio del Parlamento europeo è sempre aumentato: da 1,7 miliardi siamo arrivati a 2 miliardi di Euro. Un paradosso considerando anche che con la Brexit il numero di eurodeputati scenderà di ben 46 unità. Come sempre, questa istituzione a trazione tedesca è esperta nel bacchettare gli Stati

membri che “sprecano” ma non altrettanto nel ridursi le assurde spese che i cittadini continuano a sostenere con le loro tasse per il suo funzionamento. Oltre al danno si è aggiunta la beffa, perché Strasburgo ha oleato i motori anche dei fatidici partiti europei e fondazioni europee, oggetti misteriosi che si sono visti aumentare i soldi a disposizione per prepararsi al meglio alle europee del 2019.

SOLDI PER LA CAMPAGNA DELLE EUROPEE 2019

Parallelamente, quindi, anche i costi per partiti e fondazioni aumenteranno: per i primi si passa da 32,447 milioni di Euro per il 2018 a 50 milioni per il 2019, prevedendo così un aumento di oltre 17 milioni. Per le seconde si sale di un altro mezzo milione, arrivando a 19,7 milioni di Euro. In questa sessione si è previsto anche l’innalzamento dei fondi rimborsabili dall’85% al 90% del budget annuale dei partiti

Parallelamente anche i costi per partiti e fondazioni aumenteranno “

29COPERNICO

politici europei e al 95% del budget delle fondazioni politiche, senza l’obbligo di rendicontazione. Un altro escamotage per aumentare la capacità di spesa. Scandaloso.

LE NOSTRE PROPOSTE

Abbiamo da sempre lottato e combattuto per abbattere questi sprechi e questo trend al rialzo che fagocita di anno in anno sempre più soldi dalle tasche dei contribuenti.

Abbiamo proposto:

- una riduzione del bilancio in generale, vogliamo che i costi totali

messi a bilancio siano inferiori a quelli registrati nel 2014 e che non aumentino in alcun modo;

- un ricalcolo delle pensioni degli eurodeputati, affinché il diritto pensionistico dei deputati sia in linea con i sistemi previdenziali per i cittadini ordinari dei singoli Stati membri;

- una riduzione delle indennità degli eurodeputati: salari, diarie e tutte le indennità legate al mandato;

- una single seat per il Parlamento europeo, l’abolizione dell’assurda tripla sede che ogni anno produce

un costo che oscilla dai 156 milioni ai 204 milioni, che è praticamente circa il 10% del bilancio totale del Parlamento;

- e naturalmente l’abolizione totale dei soldi destinati a partiti e fondazioni europee, scatole misteriose che nessuno controlla e a cui noi abbiamo già rinunciato non percependo nemmeno un Euro.

Queste proposte di buon senso sono state bocciate. Noi non ci arrenderemo, continueremo a fare i fatti, agli altri lasciamo le parole e la propaganda sterile.

DAL 2014 IL BILANCIO DEL PARLAMENTO EUROPEO È SEMPRE AUMENTATO

30COPERNICO

di Marco Zullo, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa

È stato votato in plenaria un incremento del budget del 2,48% rispetto al 2018, raggiungendo la mastodontica cifra di 1.999.144,000 Euro

UNA DELLE NOSTRE BATTAGLIE STORICHE PRENDE VITA: LA CLASS ACTION EUROPEA

Prende forma giuridica la class action europea. Dopo lo scandalo Volkswagen, con la differenza di trattamento riservato alla clientela USA rispetto ai cittadini europei, e dopo le nostre innumerevoli denunce, qualcosa inizia a muoversi. Nel futuro i cittadini truffati dalla multinazionale di turno avranno la possibilità d’intraprendere un’azione comune collettiva per ottenere il risarcimento; un’azione che avrà una forma all’interno dell’ordinamento dell’Unione Europea. Meglio tardi che mai, è

una delle richieste che il nostro gruppo ha avanzato fin dal suo ingresso a Bruxelles ed è una delle battaglie storiche che ci contraddistingue: fare in modo che i cittadini possano mettersi in rete e difendersi contro i colossi che

ledono i loro diritti. Ad oggi persiste infatti un vuoto normativo enorme, specie se paragonato al sistema statunitense, dove le class action hanno costretto la Volkswagen a pagare 25 miliardi di dollari in sanzioni. In quest’ottica, le quattro proposte legislative presentate dalla Commissione Europea l’11 aprile sui diritti e la tutela dei consumatori, rappresentano senz’altro un passo avanti nella giusta direzione. Le società che commettono abusi nei confronti dei consumatori dovranno essere sanzionate di almeno il 4% del loro volume d’affari annuale. Una percentuale che gli Stati potranno anche decidere di incrementare sul proprio territorio e che risulta in linea con le sanzioni previste per la violazione del GDPR, il regolamento sulla protezione dei dati personali che entrerà in vigore in tutta Europa il 25 maggio. È fondamentale che le sanzioni siano proporzionate al danno causato e che siano consistenti, in modo da garantire un effetto dissuasivo concreto per le società che ingannano i consumatori. La proposta della Commissione UE non risulta però retroattiva. Significa

che gli abusi della Volkswagen, ad esempio, non potranno essere puniti con la class action, anche se i loro effetti si riverberano ancora oggi sui cittadini. Una lacuna che dobbiamo senz’altro colmare. Il pacchetto, definito “New Deal per i Consumatori”, contiene anche altre proposte molto interessanti, come l’introduzione di tutele per i consumatori vittime di pratiche commerciali sleali (ad esempio, la pubblicità ingannevole). I consumatori sono la parte più debole del sistema e, nel risarcimento collettivo, devono aver diritto ai danni morali oltre che a quelli materiali. Dobbiamo inoltre assicurarci che anche gli agricoltori danneggiati da sostanze chimiche di industrie poco attenti all’ambiente o i lavoratori danneggiati da compagnie che non rispettano la salute e le norme di sicurezza abbiano diritto ad una class action. In Commissione Mercato Interno e Protezione Consumatori (IMCO) e in tutte le altre fasi legislative vigileremo affinché i principi contenuti nelle proposte siano effettivamente applicabili nella piena tutela dei consumatori.

Le società che commettono abusi nei confronti dei consumatori dovranno essere sanzionate di almeno il 4% del loro volume d’affari annuale

31COPERNICO

L’84% DELLE SPECIE VEGETALI COMPLESSIVE E IL 76% DELLA PRODUZIONE ALIMENTARE

DIPENDONO DALL’IMPOLLINAZIONE DELLE API?

Lo sapevi che..

Per maggiori informazioni visitahttp://www.efddgroup.eu/europeanfunds/en

VUOI OTTENERE DEI FONDI EUROPEI?