Lettere ECHI DI CRONACA Cresce la montagna dei rifiutiEndrio Tisano IBiglietti ATM: troppo poco...

1
Il presidente dell'Amsa, Antonio Brambilla, parla dei problemi e dei progetti dell'azienda Cresce la montagna dei rifiuti In luglio 3.500 tonnellate in più dello scorso anno - Meno gente in ferie? Forse, ma soprattutto la tendenza a produrre più scarti - Il ripristino dell'inceneritore di via Zama - Dall'autunno la pulizia delle strade verrà fatta una volta la settimana - I milanesi vanno in ferie, ma la montagna di rifiuti quotidianamente prodotta dalla città resta. Diminui- sce, ma meno di quanto si pensi: giovedì 28 luglio, alla vigilia delle partenze di mas- sa, ma quando molti erano già in vacanza, a esempio, sono state raccolte 1.700 ton- nellate d'immondizia, contro le duemila di una giornata media, una montagna di pat- tume di circa tremila metri cubi, grande quanto una pa- lazzina con dieci apparta- menti. In tutto il mese di luglio, l'Amsa ha raccolto circa 3.500 tonnellate d'im- mondizia in più rispetto allo stesso periodo del 1987, regi- strando cosi un incremento di circa il dieci per cento. In agosto le quantità di rifiuti sono destinate a ridursi, ma è prevedibile comunque un incremento rispetto allo stesso periodo dell'anno pas- sato, dovuto soprattutto alla tendenza diffusa a produrre sempre più rifiuti. Cosi, a un anno dalla prima chiusura di Gerenzano che a Ferragosto del 1987 segnò l'inizio di un periodo di quasi perenne emergenza (a quella chiusu- ra e riapertura ne seguirono altre due, in ottobre e in no- vembre, sino allo stop defini- tivo di febbraio alla discari- ca), l'Amsa vede tutt'altro che risolti i suoi problemi. «Ma siamo incamminati sul- la buona strada—dice Anto- nio Brambilla, presidente della municipalizzata e credo che dalla metà del 1989, con l'entrata in funzio- ne della discarica che stiamo realizzando nella cava Porro, vicino a Gerenzano, avremo fatto un ulteriore passo ver- so la normalità». Dove man- dare le 1.600 tonnellate di rifiuti che Milano non può smaltire da (altre 400 ven- gono incenerite in via Siila) è stato l'interrogativo che, negli ultimi mesi, ha fatto la leitmotiv, non troppo alle- gro, al lavoro dell'Arrisa che ogni giorno spende, per il solo smaltimento (escluse, quindi, le spese di trasporto e gestione aziendale) circa, cento milioni. L'ampliamen- to di diverse discariche e il ripristino del forno di via Zama dovrebbero garantire altri punti di sfogo, insieme alla realizzazione della rac- colta differenziata di lattine e plastica, che l'Amsa pro- getta di far partire entro l'89. «Una grossa soddisfazione in questa ricerca ossessiva di fondi, specialmente per lo smaltimento..—, dice.,ancora. Brambilla ci è venuta dal piano-di .disinquinamento per Lambro, Olona e Seveso: con i cento miliardi a dispo- sizione realizzeremo entro l'89 un impianto di compo- staggio nei pressi dell'orto- mercato in grado di smaltire circa duecento tonnellate al giorno di scarti alimentari (e di produrre il compost "ver- de", un concime che ha un ottimo mercato) e provvede- remo alla bonifica di Geren- zano». .. . - I progetti più prossimi, quelli da realizzare subito dopo le ferie, riguardano in- vece l'altro aspetto dell'atti- vita dell'Arrisa, la pulizia del- le strade. «Un sondaggio del Comune di Milano spiega Brambilla ha messo in evi- denza, come del resto aveva fatto anche quello organizza- to dal Corriere, come i mila- nési siano piuttosto insoddi- ■sfattl della pulizia delle stra- de. Bene, dall'inizio del 1989 il servizio sarà praticamente raddoppiato. La pulizia non si farà più ogni quindici giorni, ma tutte le settima- ne. In autunno spenderemo 5 miliardi per acquistare 10 nuove scopatrici e 14 auto- botti che andranno ad ag- giungersi e, in parte a sosti- tuire, gli attuali 40 mezzi». L'insoddisfazione maggiore, per quanto riguarda la puli- zia delle strade, veniva dai quartieri periferici. «E' vero continua Brambilla ma la pulizia viene fatta con le stesse cadenze in tutte le zo- ne della città. La verità, a mio parere, è un'altra: in un contesto urbanistico disor- dinato, come sono spesso le periferie, non si è portati a curarsi molto della pulizia. Non si esita a scrollare la cenere di sigaretta su un pa- vimento sporco, insomma. Con questo non voglio dire che gli abitanti della perife- ria siano maleducati: dico che quel tipo di assetto urba- no non invoglia le persone a preoccuparsi troppo della pulizia delle strade». Pulizia per la quale (compresa la pu- lizia manuale, ossia la puli- tura dei marciapiedi e dei 15 mila cestini sparsi nella cit- tà) l'Arrisa impiega 11 38 per cento del suo costo aziendale complessivo, raccogliendo anche 85 mila tonnellate di rifiuti stradali all'anno, pu- lendo 128 mila chilometri di strade e lavandone 80 mila. E qui Brambilla lancia quasi un appello ai milanesi: «Le città più pulite sono quelle che non vengono sporcate. Senza l'aiuto dei cittadini, il raddoppio del servizio di pu- lizia non basta. Se resta in strada solo il 10 per cento delle auto, a esempio, l'effi- cacia del servizio è dimezza- ta. Nei milanesi il desiderio di avere una città pulita, più vivibile, di livello europeo è ormai ben radicato: e questo è importante, perché se c'è U desiderio di vivere in un am- biente pulito, c'è anche il comportamento coerente a questa aspirazione». Laura Guardini | La discarica di Gerenzano divenuta un simbolo dell'emergenza-rifiuti In città e provincia Lettere del giorno IDisavventure fotografiche a un concerto Vorrei raccontare un fatto spiacevole accadutomi du- rante il concerto milanese del cantante Prince. Avevo con me alcune foto residue di rullino scattato in Russia, dove le uniche limitazioni fotografiche erano all'inter- no del Mausoleo Lenin, e avevo intenzione di esaurir- le scattando le rimanenti al concerto. Sui biglietti erano riportate le limitazioni, ma visto che già in occasione di altri concerti avevo scattato foto, pensavo non ci sarebbe- ro stati problemi. Dopo aver effettuato due scoiti, si avvi- cina, modello bufera, un pin- co pallino che puntandomi la luce in faccia, quasi fosse un film poliziesco, mi dice con modi non certo aristo- cratici di non scattare altre foto. Lo Sherlock Holmes della situazione, non conten- to, chiama un altro suo simi- le, U quale mi impone di con- segnargli la macchina foto- grafica, con la delicatezza di un branco di elefanti in cor- sa; alla mia risposta negati- va il soggetto mi chiede il rullino e le batterie della macchina. Visto e considera- to che la cosa stava degene- rando gli consegno il rulli- no, sottilineando che vi era- no altre foto, pensando di andarlo poi a ritirare alla fine del concerto presso la direzione. In tutta risposta il «dece- rebratO' preso il rullino lo apre e lo srotola davanti ai miei occhi, soddisfatto della sua azione. Chiedendogli poi di darmi i suoi estremi e di chiamare un funzionario di polizia, il soggetto fuggiva verso nuo- ve avventure. Endrio Tisano IBiglietti ATM: troppo poco tempo per cambiarli Come al solito, le tariffe ATM sono state aumentate con un preavviso di pochi giorni. Come al solito, i vec- chi biglietti si potranno cambiare solo tra qualche settimana, solo in pochi po- sti e solo per un certo perio- do. Sembra le pensino tutte perfar restare i biglietti sca- duti nelle tasche, e far perde- re ai milanesi centinaia di milioni. Vogliamo un'ATM prospera, ma non grazie a questi truccheltt! Vittorio Celso Per la terza volta in un anno e mezzo le fiamme divampano nel centro, che fu considerato la «Ascot italiana» Bruciata l'ultima tribuna dell'ippodromo Vandali danno il colpo di grazia al vecchio impianto monzese del Mirabello Un incendio quasi sicura- mente doloso ha distrutto l'altra notte la tribuna «su- perstite» dell'ippodromo «Mirabello», nel Parco di Monza, che sta andando in rovina dopo essere stato ab- bandonato nel 1976, quando vi furono disputate le ultime gare ippiche. Circa 400 metri quadrati di struttura lignea sono stati divorati dal fuoco che ha intaccato anche un vasto tratto di sottobosco circostante, prima che i vigi- li del fuoco potessero spe- gnere le fiamme. Qualcuno avrebbe versato liquido infiammabile sulle strutture che già stanno len- tamente disfacendosi sotto le ingiurie del tempo e del- l'abbandono e che sono or- mai preda di vandali e rifu- gio di tossicomani. L'allar- me è scattato verso le 0.30, quando il vigile urbano ad- detto al giro di sorveglianza dell'impianto ha notato al- cune lingue di fuoco sulla vecchia tribuna, mentre si sprigionavano dense volute di fumo. Subito dopo sono accorsi sul posto, con uomini e mezzi, i vigili del fuoco di Monza, Lissone e Milano, che solo dopo tre ore hanno potu- to spegnere gli ultimi focolai. E' la terza volta nel giro di un anno e mezzo che le fiam- me divampano nel vetusto impianto monzese, che fino a una dozzina di anni or sono non aveva niente da invidia- re ad altri ippodromi nazio- nali e che richiamava i più bel nomi dell'ippica euro- pea, oltre a quelli della mon- danità internazionale, tanto da guadagnarsi la fama di «Ascot italiana». La rovina dell'impianto sportivo monzese (nato nel 1923 su progetto dell'archi- tetto Lietti Violi) era stata accelerata da un primo in- cendio, scoppiato il 21 gen- naio 1987, che aveva demoli- to l'intera struttura in legno* della tribuna centrale, ri- sparmiando soltanto le im- palcature in ferro. Un altro principio d'incendio aveva intaccato le fatiscenti strut- ture dell'ex ippodromo all'i- nizio di quest'anno, ma non era riuscito a svilupparsi per il tempestivo intervento dei sorveglianti. L'impianto ippico monze- se, con i suoi 6 mila metri quadrati, è abbandonato da una dozzina d'anni, da quan- do cioè la società che ne cu- rava la gestione rinunciò al- l'incarico per il mancato rin- novo del contratto con il Co- mune, che ne è proprietario. Sin dagli inizi l'ippodromo era stato affidato in gestione alla Sire (Società Incremen- to Razze Equine), che lo ave- va utilizzato al meglio fino al 1976. Da allora l'impianto entrò in una fase di rapido degrado, e divenne rifugio, specie nottetempo, di vaga- bondi, balordi e tossicodi- pendenti. Da anni si parla di demolirlo, ma i costi da af- frontare costituiscono tutto- ra per l'amministrazione co- munale monzese un grosso ostacolo all'operazione. Nonostante ciò sono In molti a sostenere la validità del «Mirabello» e la necessi- di un suo recupero. Secon- do alcuni esperti, l'ippodro- mo di Monza non avrebbe nulla da invidiare ad altri analoghi impianti assai più famosi. La pista è stata inte- ramente rifatta negli anni Cinquanta, per iniziativa di un privato, proprietario di una scuderia, e sotto la su- perficie ci sono 50 centimetri di ghiaia, per cui il terreno non è mai «pesante», grazie all'ottimo sistema di irriga- zione sotterranea. L'ippodromo di Monza po- trebbe ospitare anche mani- festazioni di notevole richia- mo. La pista misura 2400 me- tri, con una dirittura di 800 metri, e la cornice ambienta- le è ancora molto suggestiva, tanto che il 13 marzo scorso una finanziaria bresciana vi organizzò una riunione ippi- ca che destò grande interes- se: una manifestazione che secondo alcuni fu il «canto del cigno del «Mirabello», ma che secondo altri potreb- be essere il preludio a un discorso di completa ristrut- turazione. Le tribune dell'ippodromo di Monza, dopo l'incendio (Foto Vigili del Fuoco/Nessi ) Benetton: test su animali imposti dalle norme USA Anche il più zoofilo degli imprenditori nel settore della co- smesi è obbligato a far fare esperimenti su animali per dimo- strare che i prodotti da commercializzare non possono esse- re nocivi. E' un paradosso provocato dalla legge americana cui tutte le aziende del settore devono sottostare. Cosi la Benetton replica ai naturalisti che giovedì scorso hanno lanciato da Milano una campagna per chiedere che l'industria non utilizzi nei suoi circuiti commerciali rossetti, ciprie ed altri prodotti che abbiano ottenuto il nulla osta in Usa dopo test su coniglie e cavie. Spiega il presidente della Benetton, Leflie Grunberg «Non esistono alternative alle se- vere norme in vigore negli Stati Uniti e tutte le aziende vi si devono adeguare. La legge americana infatti chiede prove di laboratorio su occhi e pelle. Nonostante le proteste che ci sono anche in Usa le norme non sono cambiate: c'è da augu- rarsi che lo siano al più presto, ed in questa azione la Benet- ton non può non essere d'accordo con i naturalisti». «Noi aggiunge Grunberg—siamo disposti a cercare una alternativa e qualora sia trovata saremo i primi ad adottarla. Voglio però far notare che i naturalisti non hanno voluto par- lare con noi, sentire quali sono i problemi dell'azienda e, in definitiva, considerare tutte le nostre disponibilità ad un dia- logo che non può non essere costruttivo». Una cinquantina di associazioni di naturalisti, ecologisti ed antivivisezionisti, la settimana scorsa avevano diffuso un manifesto in cui appare un bianco coniglio con un occhio tumefatto a dimostrazione, avevano sostenuto, degli esperi- menti condotti nei laboratori americani per «provare» i di- versi ingredienti utilizzati nei cosmetici. I naturalisti aveva- no chiesto che la Benetton rinunciasse a far eseguire ancora esperimenti del genere. Esibizionista bloccato dai passanti e arrestato Già in passato si era preso parecchie denunce. Che, però, non sono state suffi- cienti a fargli passare il vi- zio. Così l'altro pomeriggio in via Amedeo, Giovanni B„ 24 anni, fattorino, abitante a San Zenone al Lambro, c'è ricascato: si è fermato da- vanti a uba donna che tene- va per mano le due figlie di otto e cinque anni, e si è «esi- bito» provocando prima un generale imbarazzo e poi la reazione di alcuni passanti. Vista la scena, si è avvici- nato un uomo anziano il quale, dopo avere rimprove- rato aspramente l'esibizioni- sta, ha cominciato a schiaf- feggiarlo. Per il fattorino le cose avrebbero potuto prendere una piega peggiore se in quel momento non si fosse trova- to a passare un poliziotto in borghese e fuori servizio, l'a- gente Orazio Nicosia. Giovanni B. è stato così in- vitato a «rivestirsi» e arre- stato per atti osceni. Airbus greco in atterraggio a Linate coi freni bloccati Momenti di suspense sa- bato pomeriggio a Linate per i il2 passeggeri del volo 241 dell'Olympic Airways in arri- vo da Atene. Sceso un po' «lungo», come si dice in ger- go, in fase si atterraggio l'Airbus è finito oltre la linea di rullaggio in seguito al blocco dei freni provocato, a quanto pare, da un'improvvi- sa avaria. Scattato l'allarme, il gros- so aereo è stato poi rimor- chiato dai mezzi di soccorso fino all'area di parcheggio dove gli impauriti passeggeri sono scesi. Salendo sul pullman diret- to alle sale d'uscita molti hanno riferito d'essersi ac- corti dell'anomala discesa su Linate e del ritardato arre- sto. Intuibile il panico. Tutto però poi si è risolto bene. In seguito all'inconve- niente l'aeroporto di Linate è rimasto chiuso sabato dalle 14.45 alle 15.15, per rimor- chiare l'aereo, con dirotta- menti ad altri scali. E' partita una spedizione per l'Artico canadese E' partita dall'aeroporto di Linate la prima spedizione scientifica italiana che esplorerà l'Artico canadese. Il programma, promosso dall'associazione «Grande nord» di Torino, già protago- nista di tre esplorazioni alle isole Svalbard, si prefigge di determinare l'inquinamento nelle regioni artiche, di stu- diare la flora locale, la fauna costiera e di realizzare la mappatura dei fondali mari- ni. La spedizione, della quale fanno parte due biologi, un medico, un alpinista e un istruttore sub si concluderà a settembre. Il gruppo rag- giungerà in aereo Grise PJord, il villaggio eschimese più settentrionale dell'Arti- co canadese. La spedizione avrà anche un aspetto naturalistico perché i componenti avran- no l'opportunità di studiare animali di grande fascino: balene e foche, benigne e narvali, orsi bianchi. ECHI DI CRONACA Amore... Salute... Lavoro... Fedeltà... Fortuna. h Non tenetevi dentro^^^ jSP^ i vostri problemi... f Jfe Per risolverli^ basta una telefonata MAGO FARAONE TUTANKAMON Il Mago riceve solo per appuntamento a Milano: Cono Lodi 71 - Tel. 02-53.91.112-55.21.09.06 Disponibilità di trasferimento per CASI URGENTI Per corrispondenza inviare lettera raccomandata previa telefonata SAI ELETTRONICA impianti di sicurezza SISTEMA VACANZE SICURE Impiantì di allarme elettronici per abitazioni, aziende e negozi: antifurto, antincendio, antigas, antisabotaggio, antiollogomenfo. SERVIZIO ASSISTENZA TECNICA SU TUTTI GLI IMPIANTI 24 ORE SU 24 ANCHE DURANTE TUTTO IL MESE DI AGOSTO Per Informozlon'h Sai elettronica s.r.l. vio Carlo Matteucd 2, Milano tel. (02) 2042454. punto sicurezza HOSTARIA TIPICA PUGLIESE «I RUTIGUANO» UH MODO M00CRH0 PER GUSTARE L'ANTICA CUCWA PiKUtM W UN VtCCHW GUWOfflO ALMUXtUOIIOCaPIMOfimTI Milano - Viale Monza. 256 Teletono 25.74.770 AGOSTO SEMPRE APERTO

Transcript of Lettere ECHI DI CRONACA Cresce la montagna dei rifiutiEndrio Tisano IBiglietti ATM: troppo poco...

Page 1: Lettere ECHI DI CRONACA Cresce la montagna dei rifiutiEndrio Tisano IBiglietti ATM: troppo poco tempo per cambiarli ea lsolito, tariffe ATM sono state aumentate con un preavviso di

Il presidente dell'Amsa, Antonio Brambilla, parla dei problemi e dei progetti dell'azienda

Cresce la montagna dei rifiuti In luglio 3.500 tonnellate in più dello scorso anno - Meno gente in ferie? Forse, ma soprattutto la tendenza a produrre più scarti - Il ripristino dell'inceneritore di via Zama - Dall'autunno la pulizia delle strade verrà fatta una volta la settimana

- I milanesi vanno in ferie, ma la montagna di rifiuti quotidianamente prodotta dalla città resta. Diminui-sce, ma meno di quanto si pensi: giovedì 28 luglio, alla vigilia delle partenze di mas-sa, ma quando molti erano già in vacanza, a esempio, sono state raccolte 1.700 ton-nellate d'immondizia, contro le duemila di una giornata media, una montagna di pat-tume di circa tremila metri cubi, grande quanto una pa-lazzina con dieci apparta-menti. In tutto il mese di luglio, l'Amsa ha raccolto circa 3.500 tonnellate d'im-mondizia in più rispetto allo stesso periodo del 1987, regi-strando cosi un incremento di circa il dieci per cento. In agosto le quantità di rifiuti sono destinate a ridursi, ma è prevedibile comunque un incremento rispetto allo stesso periodo dell'anno pas-sato, dovuto soprattutto alla tendenza diffusa a produrre sempre più rifiuti. Cosi, a un anno dalla prima chiusura di Gerenzano che a Ferragosto del 1987 segnò l'inizio di un periodo di quasi perenne emergenza (a quella chiusu-ra e riapertura ne seguirono altre due, in ottobre e in no-vembre, sino allo stop defini-tivo di febbraio alla discari-ca), l'Amsa vede tutt'altro che risolti i suoi problemi. «Ma siamo incamminati sul-la buona strada—dice Anto-nio Brambilla, presidente della municipalizzata — e credo che dalla metà del 1989, con l'entrata in funzio-ne della discarica che stiamo realizzando nella cava Porro, vicino a Gerenzano, avremo fatto un ulteriore passo ver-so la normalità». Dove man-dare le 1.600 tonnellate di rifiuti che Milano non può smaltire da sé (altre 400 ven-gono incenerite in via Siila) è stato l'interrogativo che, negli ultimi mesi, ha fatto la leitmotiv, non troppo alle-gro, al lavoro dell'Arrisa che ogni giorno spende, per il solo smaltimento (escluse, quindi, le spese di trasporto e gestione aziendale) circa, cento milioni. L'ampliamen-to di diverse discariche e il

ripristino del forno di via Zama dovrebbero garantire altri punti di sfogo, insieme alla realizzazione della rac-colta differenziata di lattine e plastica, che l'Amsa pro-getta di far partire entro l'89. «Una grossa soddisfazione in questa ricerca ossessiva di fondi, specialmente per lo smaltimento..—, dice.,ancora. Brambilla — ci è venuta dal piano-di .disinquinamento

per Lambro, Olona e Seveso: con i cento miliardi a dispo-sizione realizzeremo entro l'89 un impianto di compo-staggio nei pressi dell'orto-mercato in grado di smaltire circa duecento tonnellate al giorno di scarti alimentari (e di produrre il compost "ver-de", un concime che ha un ottimo mercato) e provvede-remo alla bonifica di Geren-zano». .. . -

I progetti più prossimi, quelli da realizzare subito dopo le ferie, riguardano in-vece l'altro aspetto dell'atti-vita dell'Arrisa, la pulizia del-le strade. «Un sondaggio del Comune di Milano — spiega Brambilla — ha messo in evi-denza, come del resto aveva fatto anche quello organizza-to dal Corriere, come i mila-nési siano piuttosto insoddi-

■sfattl della pulizia delle stra-

de. Bene, dall'inizio del 1989 il servizio sarà praticamente raddoppiato. La pulizia non si farà più ogni quindici giorni, ma tutte le settima-ne. In autunno spenderemo 5 miliardi per acquistare 10 nuove scopatrici e 14 auto-botti che andranno ad ag-giungersi e, in parte a sosti-tuire, gli attuali 40 mezzi». L'insoddisfazione maggiore, per quanto riguarda la puli-zia delle strade, veniva dai quartieri periferici. «E' vero — continua Brambilla — ma la pulizia viene fatta con le stesse cadenze in tutte le zo-ne della città. La verità, a mio parere, è un'altra: in un contesto urbanistico disor-dinato, come sono spesso le periferie, non si è portati a curarsi molto della pulizia. Non si esita a scrollare la cenere di sigaretta su un pa-vimento sporco, insomma. Con questo non voglio dire che gli abitanti della perife-ria siano maleducati: dico che quel tipo di assetto urba-no non invoglia le persone a preoccuparsi troppo della pulizia delle strade». Pulizia per la quale (compresa la pu-lizia manuale, ossia la puli-tura dei marciapiedi e dei 15 mila cestini sparsi nella cit-tà) l'Arrisa impiega 11 38 per cento del suo costo aziendale complessivo, raccogliendo anche 85 mila tonnellate di rifiuti stradali all'anno, pu-lendo 128 mila chilometri di strade e lavandone 80 mila. E qui Brambilla lancia quasi un appello ai milanesi: «Le città più pulite sono quelle che non vengono sporcate. Senza l'aiuto dei cittadini, il raddoppio del servizio di pu-lizia non basta. Se resta in strada solo il 10 per cento delle auto, a esempio, l'effi-cacia del servizio è dimezza-ta.

Nei milanesi il desiderio di avere una città pulita, più vivibile, di livello europeo è ormai ben radicato: e questo è importante, perché se c'è U desiderio di vivere in un am-biente pulito, c'è anche il comportamento coerente a questa aspirazione».

Laura Guardini |

La discarica di Gerenzano divenuta un simbolo dell'emergenza-rifiuti In città e provincia

Lettere del giorno IDisavventure

fotografiche a un concerto

Vorrei raccontare un fatto spiacevole accadutomi du-rante il concerto milanese del cantante Prince. Avevo con me alcune foto residue di rullino scattato in Russia, dove le uniche limitazioni fotografiche erano all'inter-no del Mausoleo Lenin, e avevo intenzione di esaurir-le scattando le rimanenti al concerto. Sui biglietti erano riportate le limitazioni, ma visto che già in occasione di altri concerti avevo scattato foto, pensavo non ci sarebbe-ro stati problemi. Dopo aver effettuato due scoiti, si avvi-cina, modello bufera, un pin-co pallino che puntandomi la luce in faccia, quasi fosse un film poliziesco, mi dice con modi non certo aristo-cratici di non scattare altre foto. Lo Sherlock Holmes della situazione, non conten-to, chiama un altro suo simi-le, U quale mi impone di con-segnargli la macchina foto-grafica, con la delicatezza di un branco di elefanti in cor-sa; alla mia risposta negati-va il soggetto mi chiede il rullino e le batterie della macchina. Visto e considera-to che la cosa stava degene-rando gli consegno il rulli-no, sottilineando che vi era-no altre foto, pensando di andarlo poi a ritirare alla fine del concerto presso la direzione.

In tutta risposta il «dece-rebratO' preso il rullino lo apre e lo srotola davanti ai miei occhi, soddisfatto della sua azione.

Chiedendogli poi di darmi i suoi estremi e di chiamare un funzionario di polizia, il soggetto fuggiva verso nuo-ve avventure.

Endrio Tisano

IBiglietti ATM: troppo poco tempo per cambiarli Come al solito, le tariffe

ATM sono state aumentate con un preavviso di pochi giorni. Come al solito, i vec-chi biglietti si potranno cambiare solo tra qualche settimana, solo in pochi po-sti e solo per un certo perio-do. Sembra le pensino tutte per far restare i biglietti sca-duti nelle tasche, e far perde-re ai milanesi centinaia di milioni. Vogliamo sì un'ATM prospera, ma non grazie a questi truccheltt!

Vittorio Celso

Per la terza volta in un anno e mezzo le fiamme divampano nel centro, che fu considerato la «Ascot italiana»

Bruciata l'ultima tribuna dell'ippodromo Vandali danno il colpo di grazia al vecchio impianto monzese del Mirabello

Un incendio quasi sicura-mente doloso ha distrutto l'altra notte la tribuna «su-perstite» dell'ippodromo «Mirabello», nel Parco di Monza, che sta andando in rovina dopo essere stato ab-bandonato nel 1976, quando vi furono disputate le ultime gare ippiche. Circa 400 metri quadrati di struttura lignea sono stati divorati dal fuoco che ha intaccato anche un vasto tratto di sottobosco circostante, prima che i vigi-li del fuoco potessero spe-gnere le fiamme.

Qualcuno avrebbe versato liquido infiammabile sulle strutture che già stanno len-tamente disfacendosi sotto le ingiurie del tempo e del-l'abbandono e che sono or-mai preda di vandali e rifu-gio di tossicomani. L'allar-me è scattato verso le 0.30, quando il vigile urbano ad-detto al giro di sorveglianza dell'impianto ha notato al-cune lingue di fuoco sulla

vecchia tribuna, mentre si sprigionavano dense volute di fumo. Subito dopo sono accorsi sul posto, con uomini e mezzi, i vigili del fuoco di Monza, Lissone e Milano, che solo dopo tre ore hanno potu-to spegnere gli ultimi focolai.

E' la terza volta nel giro di un anno e mezzo che le fiam-me divampano nel vetusto impianto monzese, che fino a una dozzina di anni or sono non aveva niente da invidia-re ad altri ippodromi nazio-nali e che richiamava i più bel nomi dell'ippica euro-pea, oltre a quelli della mon-danità internazionale, tanto da guadagnarsi la fama di «Ascot italiana».

La rovina dell'impianto sportivo monzese (nato nel 1923 su progetto dell'archi-tetto Lietti Violi) era stata accelerata da un primo in-cendio, scoppiato il 21 gen-naio 1987, che aveva demoli-to l'intera struttura in legno*

della tribuna centrale, ri-sparmiando soltanto le im-palcature in ferro. Un altro principio d'incendio aveva intaccato le fatiscenti strut-ture dell'ex ippodromo all'i-nizio di quest'anno, ma non era riuscito a svilupparsi per il tempestivo intervento dei sorveglianti.

L'impianto ippico monze-se, con i suoi 6 mila metri quadrati, è abbandonato da una dozzina d'anni, da quan-do cioè la società che ne cu-rava la gestione rinunciò al-l'incarico per il mancato rin-novo del contratto con il Co-mune, che ne è proprietario. Sin dagli inizi l'ippodromo era stato affidato in gestione alla Sire (Società Incremen-to Razze Equine), che lo ave-va utilizzato al meglio fino al 1976. Da allora l'impianto entrò in una fase di rapido degrado, e divenne rifugio, specie nottetempo, di vaga-bondi, balordi e tossicodi-pendenti. Da anni si parla di demolirlo, ma i costi da af-frontare costituiscono tutto-ra per l'amministrazione co-munale monzese un grosso ostacolo all'operazione.

Nonostante ciò sono In molti a sostenere la validità del «Mirabello» e la necessi-tà di un suo recupero. Secon-do alcuni esperti, l'ippodro-mo di Monza non avrebbe nulla da invidiare ad altri analoghi impianti assai più famosi. La pista è stata inte-ramente rifatta negli anni Cinquanta, per iniziativa di un privato, proprietario di una scuderia, e sotto la su-perficie ci sono 50 centimetri di ghiaia, per cui il terreno non è mai «pesante», grazie all'ottimo sistema di irriga-zione sotterranea.

L'ippodromo di Monza po-trebbe ospitare anche mani-festazioni di notevole richia-mo. La pista misura 2400 me-tri, con una dirittura di 800 metri, e la cornice ambienta-le è ancora molto suggestiva, tanto che il 13 marzo scorso una finanziaria bresciana vi organizzò una riunione ippi-ca che destò grande interes-se: una manifestazione che secondo alcuni fu il «canto del cigno del «Mirabello», ma che secondo altri potreb-be essere il preludio a un discorso di completa ristrut-turazione.

Le tribune dell'ippodromo di Monza, dopo l'incendio (Foto Vigili del Fuoco/Nessi )

Benetton: test su animali imposti dalle norme USA

Anche il più zoofilo degli imprenditori nel settore della co-smesi è obbligato a far fare esperimenti su animali per dimo-strare che i prodotti da commercializzare non possono esse-re nocivi. E' un paradosso provocato dalla legge americana cui tutte le aziende del settore devono sottostare.

Cosi la Benetton replica ai naturalisti che giovedì scorso hanno lanciato da Milano una campagna per chiedere che l'industria non utilizzi nei suoi circuiti commerciali rossetti, ciprie ed altri prodotti che abbiano ottenuto il nulla osta in Usa dopo test su coniglie e cavie. Spiega il presidente della Benetton, Leflie Grunberg «Non esistono alternative alle se-vere norme in vigore negli Stati Uniti e tutte le aziende vi si devono adeguare. La legge americana infatti chiede prove di laboratorio su occhi e pelle. Nonostante le proteste che ci sono anche in Usa le norme non sono cambiate: c'è da augu-rarsi che lo siano al più presto, ed in questa azione la Benet-ton non può non essere d'accordo con i naturalisti».

«Noi — aggiunge Grunberg—siamo disposti a cercare una alternativa e qualora sia trovata saremo i primi ad adottarla. Voglio però far notare che i naturalisti non hanno voluto par-lare con noi, sentire quali sono i problemi dell'azienda e, in definitiva, considerare tutte le nostre disponibilità ad un dia-logo che non può non essere costruttivo».

Una cinquantina di associazioni di naturalisti, ecologisti ed antivivisezionisti, la settimana scorsa avevano diffuso un manifesto in cui appare un bianco coniglio con un occhio tumefatto a dimostrazione, avevano sostenuto, degli esperi-menti condotti nei laboratori americani per «provare» i di-versi ingredienti utilizzati nei cosmetici. I naturalisti aveva-no chiesto che la Benetton rinunciasse a far eseguire ancora esperimenti del genere.

Esibizionista bloccato dai passanti e arrestato

Già in passato si era preso parecchie denunce. Che, però, non sono state suffi-cienti a fargli passare il vi-zio. Così l'altro pomeriggio in via Amedeo, Giovanni B„ 24 anni, fattorino, abitante a San Zenone al Lambro, c'è ricascato: si è fermato da-vanti a uba donna che tene-va per mano le due figlie di otto e cinque anni, e si è «esi-bito» provocando prima un generale imbarazzo e poi la reazione di alcuni passanti.

Vista la scena, si è avvici-nato un uomo anziano il quale, dopo avere rimprove-rato aspramente l'esibizioni-sta, ha cominciato a schiaf-feggiarlo.

Per il fattorino le cose avrebbero potuto prendere una piega peggiore se in quel momento non si fosse trova-to a passare un poliziotto in borghese e fuori servizio, l'a-gente Orazio Nicosia.

Giovanni B. è stato così in-vitato a «rivestirsi» e arre-stato per atti osceni.

Airbus greco in atterraggio a Linate coi freni bloccati

Momenti di suspense sa-bato pomeriggio a Linate per i il2 passeggeri del volo 241 dell'Olympic Airways in arri-vo da Atene. Sceso un po' «lungo», come si dice in ger-go, in fase si atterraggio l'Airbus è finito oltre la linea di rullaggio in seguito al blocco dei freni provocato, a quanto pare, da un'improvvi-sa avaria.

Scattato l'allarme, il gros-so aereo è stato poi rimor-chiato dai mezzi di soccorso fino all'area di parcheggio dove gli impauriti passeggeri sono scesi.

Salendo sul pullman diret-to alle sale d'uscita molti hanno riferito d'essersi ac-corti dell'anomala discesa su Linate e del ritardato arre-sto. Intuibile il panico.

Tutto però poi si è risolto bene. In seguito all'inconve-niente l'aeroporto di Linate è rimasto chiuso sabato dalle 14.45 alle 15.15, per rimor-chiare l'aereo, con dirotta-menti ad altri scali.

E' partita una spedizione per l'Artico canadese

E' partita dall'aeroporto di Linate la prima spedizione scientifica italiana che esplorerà l'Artico canadese. Il programma, promosso dall'associazione «Grande nord» di Torino, già protago-nista di tre esplorazioni alle isole Svalbard, si prefigge di determinare l'inquinamento nelle regioni artiche, di stu-diare la flora locale, la fauna costiera e di realizzare la mappatura dei fondali mari-ni.

La spedizione, della quale fanno parte due biologi, un medico, un alpinista e un istruttore sub si concluderà a settembre. Il gruppo rag-giungerà in aereo Grise PJord, il villaggio eschimese più settentrionale dell'Arti-co canadese.

La spedizione avrà anche un aspetto naturalistico perché i componenti avran-no l'opportunità di studiare animali di grande fascino: balene e foche, benigne e narvali, orsi bianchi.

ECHI DI CRONACA Amore... Salute... Lavoro... Fedeltà... Fortuna. h

Non tenetevi dentro^^^ jSP^ i vostri problemi... f Jfe

Per risolverli^ basta una telefonata

MAGO FARAONE TUTANKAMON

Il Mago riceve solo per appuntamento a Milano: Cono Lodi 71 - Tel. 02-53.91.112-55.21.09.06

Disponibilità di trasferimento per CASI URGENTI Per corrispondenza inviare

lettera raccomandata previa telefonata

SAI ELETTRONICA impianti di sicurezza

SISTEMA VACANZE SICURE

Impiantì di allarme elettronici per abitazioni, aziende e

negozi: antifurto, antincendio, antigas, antisabotaggio,

antiollogomenfo.

SERVIZIO ASSISTENZA TECNICA SU TUTTI

GLI IMPIANTI 24 ORE SU 24

ANCHE DURANTE TUTTO IL MESE DI AGOSTO

Per Informozlon'h Sai elettronica s.r.l.

vio Carlo Matteucd 2, Milano tel. (02) 2042454.

punto sicurezza

HOSTARIA TIPICA PUGLIESE «I RUTIGUANO»

UH MODO M00CRH0 PER GUSTARE L'ANTICA CUCWA PiKUtM W UN VtCCHW GUWOfflO

ALMUXtUOIIOCaPIMOfimTI Milano - Viale Monza. 256

Teletono 25.74.770 AGOSTO SEMPRE APERTO